Lelia, stella del firmamento Carissima Lelia, non ho avuto mai il

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Lelia, stella del firmamento Carissima Lelia, non ho avuto mai il
Lelia, stella del firmamento
Carissima Lelia, non ho avuto mai il piacere di conoscerti dal vivo. Ma ora che sei
una stella del firmamento tutti riconosceranno quell’astro che porta il tuo nome a
ragione del tuo splendore. Ho saputo del dolore che in questi giorni ha colpito la
tua famiglia dopo che in punta di piedi sei andata via. Era una domenica mattina,
il giorno della festa della mamma e stavo andando al cimitero. Ho letto il
manifesto funebre. Non volevo, non potevo crederci. E' sempre diffcile in questi
momenti trovare le parole giuste, in queste occasioni o ogni volta che mi viene di
pensare alla morte la mia mente va a pescare frammenti di poesie, di canzoni o
altro.
Ad esempio ripenso alla lettera di Epicuro a Meneceo sulla felicità "Prima di tutto
abituati a pensare che la morte non costituisce nulla per noi, dal momento che il
godere e il soffrire sono entrambi nel sentire, e la morte altro non è che la sua
assenza. L'esatta coscienza che la morte non significa nulla per noi rende godibile
la mortalità della vita, senza l'inganno del tempo infinito che è indotto dal desiderio
dell'immortalità. Quando noi viviamo, la morte non c'è, quando c'è lei, non ci siamo
noi. Il vero saggio, come non disdegna vivere, così non teme di non vivere più. Come
dei cibi sceglie i migliori, non la quantità, così non il tempo più lungo si gode, ma il
più dolce. Chi ammonisce poi il giovane a vivere bene ed il vecchio a ben morire è
stolto non solo per la dolcezza che c'è sempre nella vita, anche da vecchi, ma
perché una sola è la meditazione di una vita bella e di una bella morte".
A volte rileggo Verrà la morte di Cesare Pavese "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un
vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido
taciuto, un silenzio. Cosí li vedi ogni mattina quando su te sola ti pieghi nello
specchio. O cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il
nulla. Per tutti la morte ha uno sguardo. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sarà
come smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come
ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti.", oppure leggo il testo della
canzone di Fabrizio De Andrè La morte "La morte verrà all'improvviso avrà le tue
labbra e i tuoi occhi ti coprirà di un velo bianco addormentandosi al tuo fianco
nell'ozio, nel sonno, in battaglia verrà senza darti avvisaglia la morte va a colpo
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sicuro non suona il corno né il tamburo. Madonna che in limpida fonte ristori le
membra stupende la morte no ti vedrà in faccia avrà il tuo seno e le tue braccia.
Prelati, notabili e conti sull'uscio piangeste ben forte chi ben condusse sua vita male
sopporterà sua morte. Straccioni che senza vergogna portaste il cilicio o la gogna
partirvene non fu fatica perché la morte vi fu amica. Guerrieri che in punto di lancia
dal suol d'Oriente alla Francia di strage menaste gran vanto e fra i nemici il lutto e
il pianto davanti all'estrema nemica non serve coraggio o fatica non serve colpirla
nel cuore perché la morte mai non muore."
Quando penso alla morte passo da stati di angoscia e paura a stati di indifferenza
e piacere, in verità non c'è niente di più giusto della morte, infatti se Dio l’avrà
creata un motivo ci sarà "Tu qua' Natale...Pasca e Ppifania!!! T''o vvuo' mettere
'ncapo... 'int'a cervella che staje malato ancora e' fantasia?...' A morte 'o ssaje
ched''e?... è una livella. 'Nu rre,' nu maggistrato,' nu grand'ommo, trasenno stu
canciello ha fatt'o punto c'ha perzo tutto,' a vita e pure 'o nomme: tu nu t'hè fatto
ancora chistu cunto? (da 'A livella di Totò)
Senza la morte la vita non avrebbe senso, se non ci accompagnasse il pensiero e
la certezza della morte tutto si svuoterebbe di significato, ci viene dato un tempo
nel quale lasciare anche una sola piccola traccia, moriamo veramente solo
quando muore il ricordo di noi.
Ti lascio con i versi di una poesia, quell’arte che tu amavi tanto.
“Quando la nera donna”
Quando la nera donna
un velo bianco stenderà sul mio volto
e mi addormenterò per un lungo sonno
il mio corpo tra altri mille sarà sepolto.
Non voglio il pianto della gente
non voglio sulla mia tomba alcun fiore
il mio nome resterà nella loro mente
come nel loro cuore resterà il mio amore.
Arrivederci Lelia. Grazie per i giorni che ci hai donato. Grazie per essere passata
da questa vita ed averla saputa attraversare con estrema dignità.
Cassano Allo Ionio 13 maggio 2008
Caterina La Banca
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