fattori di produzione. - GR
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1 Lezione 6 Costi, Produzione e Concorrenza Perfetta Docente: Leonardo Bargigli 2015 Costi, Produzione e Concorrenza • Nella lezione di oggi ci occuperemo di analizzare da vicino l'attività delle imprese. • Analizzeremo come esse producono e quali sono i costi che sostengono per produrre. • Analizzeremo inoltre il loro comportamento in un regime di concorrenza perfetta. La produzione • Le imprese operano nel mercato producendo dei beni e vendendoli. • Le imprese producono dei beni utilizzando dei fattori di produzione. • In pratica trasformano i fattori di produzione in beni finiti che vengono poi venduti sul mercato. I fattori di produzione • I fattori di produzione sono ciò che viene impiegato nel processo produttivo per realizzare i beni. • Tipicamente, i fattori di produzione sono la forza lavoro (L) e il capitale (K). • Un altro fattore che potremmo considerare, ma che non includiamo per semplicità, sono le materie prime. I fattori di produzione • La forza lavoro sono i lavoratori che sono impiegati nel processo produttivo. • Il capitale è rappresentato dalle strutture, strumenti e macchinari utilizzati nella produzione. I fattori di produzione – una digressione storica • La definizione e i confini dei fattori di produzione non sono sempre ben definite. • Nelle analisi economiche condotte nel XIX secolo i fattori di produzione erano identificati con lavoro, capitale e terra. In particolare l'economia classica considerava fattori primari lavoro e terra, quella neoclassica includeva anche il capitale • Questa classificazione, oltre ad avere un carattere economico ne aveva anche uno sociale e giuridico andando ad identificare le tre principali classi sociali (operai / agricoltori, capitalisti, proprietari terrieri) • I fattori di produzione – una digressione storica • Il lavoro era il fattore produttivo della classe operaia (che non aveva altra ricchezza se non la propria capacità di lavorare). • La terra era il fattore in possesso della classe aristocratica, che tipicamente era in possesso di ampie tenute fondiarie. • Il capitale era in possesso della classe borghese che tipicamente era proprietaria dei mezzi di produzione industriale (impianti, fabbriche, ecc…) e questa era la classe sociale che stava prendendo importanza. Fattori di produzione e produzione • Nel processo di produzione i fattori di produzione vengono combinati insieme per produrre i beni finali. • Se chiamiamo Q la produzione di un certo bene da parte di una certa impresa, possiamo definire la quantità prodotta di tale bene attraverso una funzione di produzione. Se consideriamo come beni di produzione il lavoro e il capitale abbiamo: • Questa funzione ci dice che date le quantità di fattori di produzione L, K otteniamo una certa quantità di bene prodotto Q. I costi di produzione • Nel processo di produzione impieghiamo i fattori di produzione e paghiamo un costo per tale impiego. • Tali costi rappresentano i costi di produzione. • Il lavoro viene remunerato con il salario (W). W indica il salario di ogni persona impiegata: il totale pagato per l'impiego del fattore lavoro è quindi . Tale quantità indica il monte salari o costo del lavoro. • Il capitale viene remunerato al tasso di remunerazione del capitale che viene indicato con r (la remunerazione totale del capitale è ). I costi di produzione • L'insieme dei costi sostenuti nel processo di produzione vengono chiamati costi totali (CT). • Se i fattori di produzione sono rappresentati da lavoro, capitale, avremo che Dove W, r e è il costo per un'unità di, rispettivamente, lavoro e capitale. Ricavo Totale e profitto • Il ricavo totale (RT) deriva dalla vendita della produzione ed è pari alla quantità venduta (Q) per il prezzo unitaria p. • Il profitto rappresenta gli introiti dell'impresa al netto dei suoi costi. E' quindi dato dalla differenza fra ricavo totale e costo totale. • Il profitto rappresenta l'arricchimento effettivo dell'impresa. Costi espliciti e costi impliciti • Tutti quei costi che si traducono direttamente in un esborso di denaro sono considerati costi espliciti. Ad esempio, il canone di affitto di un capannone, le spese per l'energia, i salari corrisposti ai dipendenti, ecc… • Esistono però dei costi che non implicano un esborso di denaro ma che comunque corrispondono ad una perdita in senso economico. Tali costi sono detti costi impliciti. • Esempio: se io avvio un'azienda utilizzando 100000 euro per pagare gli impianti e i miei dipendenti, i miei costi totali sono pari a 100000. • Tuttavia, con tale cifra avrei potuto acquistare delle obbligazioni che mi avrebbero reso, ad esempio, il 5%, ovvero un totale di 5000 euro. • Tale cifra, 5000 euro, è ciò a cui rinuncio ed è quindi una perdita (è un costo opportunità). • In questo caso, 5000 euro è un costo implicito. Altri costi impliciti • Un altro costo implicito è relativo a quella che è l'attività imprenditoriale. • Esempio: se io avvio un'azienda utilizzando 100000 euro per pagare gli impianti e i miei dipendenti, i miei costi totali sono pari a 100000. • Tuttavia, per mandare avanti tale azienda io devo dedicarci tempo e non posso svolgere altre attività. Ad esempio io devo rinunciare al precedente impiego che avevo che, ad esempio, mi fruttava 20000 euro. • Tale cifra, 20000 euro, è ciò a cui rinuncio ed è quindi una perdita (è un costo opportunità). • In questo caso, 20000 euro è un costo implicito. Profitto contabile e profitto economico • Il profitto contabile è dato dal totale dei ricavi meno i costi totali calcolati utilizzando solo i costi espliciti. • Il profitto economico è dato dai ricavi totali meno i costi totali calcolati utilizzando solo i costi sia espliciti che impliciti. • In genere il profitto contabile è una buona misura dello stato di salute di un'impresa: se il profitto contabile è positivo, l'impresa è in buona salute. • In genere, il profitto economico è una buona misura della convenienza dell'attività economica dell'impresa (per l'imprenditore): se il profitto economico è positivo, l'attività economica è conveniente. I costi nel breve periodo • Ci concentriamo adesso sulla struttura dei costi di produzione nel breve periodo. • In microeconomia il concetto di breve periodo è definito in maniera precisa: • Il breve periodo è l'orizzonte temporale entro il quale alcuni fattori produttivi possono essere considerati costanti. In particolare, nel breve periodo, il capitale è considerato costante. • In effetti l'acquisizione e la costruzione di edifici, strutture, impianti industriali richiede molto tempo. Per cui, nel breve periodo, non è possibile variare la quantità di tali fattori. La funzione di produzione nel breve periodo •• In maniera analoga, nel breve periodo, la funzione di produzione dipende solo da fattore lavoro che può quindi essere fatto variare così da ottenere il livello di produzione desiderato. • Nel breve periodo: • Ovvero vi è una relazione fra forza lavoro e produzione di una singola impresa. La funzione di produzione nel breve periodo • Nel breve periodo il capitale è fisso. Ad esempio viene utilizzato un solo impianto industriale e per farlo variare occorrerebbe molto tempo. Anche il costo di tale capitale è fisso. • Il lavoro impiegato invece può variare e, a seconda della quantità impiegata, viene determinata la quantità prodotta. • La funzione di produzione è rappresentata dal seguente grafico: Quantità prodotta Funzione di produzione Lavoro Impiegato Il prodotto marginale • Il prodotto marginale di un fattore di produzione è l'aumento della quantità prodotta che si ottiene aumentando di una unità il fattore stesso. • Graficamente è dato dal segmento rosso: Quantità prodotta Incremento della quantità prodotta, prodotto marginale Funzione di produzione Incremento di una unità di fattore di produzione Lavoro Impiegato Il prodotto marginale decrescente • Si consideri il grafico sottostante. Il prodotto marginale relativo al secondo incremento è inferiore a quello relativo al primo incremento. • Il prodotto marginale decresce al decrescere della quantità di fattore di produzione impiegato. Quantità prodotta Incremento della quantità prodotta, prodotto marginale Funzione di produzione Incremento di una unità di fattore di produzione Lavoro Impiegato Il prodotto marginale decrescente • Come mai il prodotto marginale è decrescente? • Partiamo col ricordare che nel breve periodo il capitale è fisso. Ad esempio vi è un solo impianto industriale e questo non può essere variato. • Se la forza lavoro viene aumentata, chiaramente il maggior numero di lavoratori sarà in grado di produrre di più. • Tuttavia, man mano che il numero di lavoratori aumenta, il loro contributo diviene meno rilevante. Poiché vi è un solo impianto industriale, i lavoratori dovrebbero fare dei turni per utilizzare i macchinari e alla fine l'impianto sarebbe talmente affollato che i lavoratori si darebbero quasi noia. L'incremento di produzione dovuto all'incremento di lavoratori va quindi riducendosi. Prodotto marginale e costo marginale • Il prodotto marginale indica l'incremento del prodotto ottenuto dall'utilizzo di un'unità aggiuntiva di fattore produttivo. • Il costo marginale (CM), è l'incremento del costo totale che si deve sostenere per produrre un'unità aggiuntiva di prodotto. • Se la produttività marginale è decrescente, un'unità aggiuntiva di fattore produttivo contribuisce sempre meno all'incremento di produzione. • Di conseguenza, produrre un'unità aggiuntiva di prodotto richiede un aumento sempre maggiore di fattore produttivo. • Quindi, in presenza di produttività marginale decrescente si osservano, costi marginali crescenti. I costi totali • Abbiamo detto che i costi totali sono dati dall'insieme dei costi sostenuti nel processo di produzione. • Vogliamo andare a studiare come variano questi costi quando aumenta il volume di produzione. • Chiaramente all'aumentare del volume di produzione i costi necessariamente aumentano, poiché aumentano i fattori impiegati. • Inoltre, poiché nel breve periodo il capitale è fisso, tale spesa viene sostenuta indipendentemente dal volume di produzione. • Mostreremo ora tramite un grafico l'andamento dei costi totali. I costi totali • Abbiamo detto che i costi totali sono dati dall'insieme dei costi sostenuti nel processo di produzione. • Vogliamo andare a studiare come variano questi costi quando aumenta il volume di produzione. • Chiaramente all'aumentare del volume di produzione i costi necessariamente aumentano, poiché aumentano i fattori impiegati. • Inoltre, poiché nel breve periodo il capitale è fisso, tale spesa viene sostenuta indipendentemente dal volume di produzione. • Mostreremo ora tramite un grafico l'andamento dei costi totali. L'andamento dei costi totali • Poiché il capitale è fisso la curva non parte da zero. Costo totale Curva di costo totale Quantità prodotta L'andamento dei costi totali e il costo marginale • Sia il segmento verde l'incremento di un'unità di produzione: il segmento rosso rappresenta allora il costo marginale. • Poiché il capitale è fisso la curva non parte da zero. Costo totale Incremento del costo totale, costo marginale Curva di costo totale Incremento di una unità di produzione Quantità prodotta L'incremento del costo marginale • In presenza di produttività marginale decrescente si hanno costi marginali crescenti. • All'aumentare del volume di produzione il costo marginale aumenta (segmento in rosso). • La pendenza della curva di costo totale è crescente. Costo totale Incremento del costo totale, costo marginale Curva di Costo Totale Incremento di una unità di produzione Quantità Prodotta L'andamento dei costi marginali • All'aumentare del volume di produzione il costo marginale aumenta. • Possiamo riportare i costi marginali in un grafico: Costo Marginale Curva di costo marginale Quantità prodotta Costi variabili e costi fissi • Una parte dei costi totali varia al variare della quantità prodotta. Questi vengono definiti costi variabili. Ad esempio i costi relativi alla forza lavoro variano quando variano il numero dei lavoratori impiegati. • Una parte dei costi totali non varia al variare della quantità prodotta. Questi vengono definiti costi fissi. Ad esempio i costi relativi all'acquisto di un impianto industriale rimangono fissi al variare della quantità prodotta: anche se la produzione fosse zero, tale costo è stato comunque sostenuto. Costo medio totale • Il costo medio totale (CMT) è dato dal costo totale diviso per la quantità prodotta. CMT = (CF / Q) + (CV / Q) • Rappresenta il costo sostenuto per produrre ogni singola unità. • Si consideri che: 1) la presenza di costi fissi rende molto alti i costi medi totali quando la produzione è bassa (CF / Q è grande). 2) La presenza di costi marginali crescenti rende molto alti i costi medi totali quando la produzione è molto alta. (CV aumenta più di Q, vale in caso di costi marginali crescenti) Valori medi e valori marginali Se il costo marginale supera il costo medio, il costo medio aumenta, esempi: ● Il costo medio per 10 unità è 25, produrre l'11a unità costa 27. Il costo medio diventa (25 x 10 + 27) / 11 = 25.18 ● N.B. Il costo medio è sempre più basso del costo marginale in caso di costi marginali crescenti ● Il costo medio per 10 unità è 25, produrre l'11a unità costa 24. Il costo medio diventa (25 x 10 + 24) / 11 = 24.9 ● Il costo medio è uguale al costo marginale dove il costo medio è minimo L'andamento del costo medio totale • In presenza di costi fissi e di costi marginali crescenti, i costi medi totali hanno il seguente andamento. • Sono molto alti all'inizio, per via dei costi fissi e sono molto alti alla fine per via del costo marginale crescente. e C. m le tota dio Costi m C. ale n i arg bile a i r va o i d e C. m C. medio fisso Quantità prodotta I costi totali nel lungo periodo • Nel lungo periodo non esistono fattori di produzione fissi e, di conseguenza, non dovrebbero esistere i costi fissi. • Inoltre, nel lungo periodo, le dimensioni degli impianti può essere scelta in maniera adeguata all'impiego degli altri fattori produttivi. Di conseguenza, questi ultimi, non dovrebbero avere produttività marginale decrescente e quindi i costi marginali dovrebbero essere costanti. • Conseguentemente, in assenza di costi fissi e in presenza di costi marginali costanti, la curva di costo rimarrebbe crescente, ma la curva di costo medio sarebbe costante. • Ovvero, per ogni singola unità prodotta viene sostenuto lo stesso identico costo. Economie e diseconomie di scala • In realtà, la costanza dei costi medi totali nel lungo periodo potrebbe venire meno in presenza di economie e diseconomie di scala. • Si hanno economie di scala quando vi è un vantaggio fisico/tecnologico/organizzativo nel produrre grandi quantità di prodotto. • Si hanno diseconomie di scala quando vi è uno svantaggio fisico/tecnologico/organizzativo. • In genere le economie di scala sono dovute alla specializzazione del lavoro (specializzandosi nel produrre un solo bene in grandi quantità si diventa estremamente efficienti nel farlo) e soprattutto all'utilizzo di beni capitali su grande scala (es. acciaieria), mentre le diseconomie sono legate a problemi di coordinamento (coordinare il lavoro di migliaia di lavoratori è estremamente complicato). Economie, diseconomie di scala e costi medi totali di lungo periodo • In presenza di economie di scala risulta più conveniente produrre grandi quantità di prodotto e quindi i costi medi totali di lungo periodo sono decrescenti. • In presenza di diseconomie di scala risulta meno conveniente produrre grandi quantità di prodotto e quindi i costi medi totali di lungo periodo sono crescenti. Relazione tra costi di breve e di lungo periodo Diseconomie di scala Curve di breve periodo con impianti di dimensione diversa Curva di lungo periodo (c. medio totale costante) Economie di scala Quantità prodotta La struttura del mercato • I mercati differiscono anche per le "regole" che governano il meccanismo di compravendita. • I mercati possono essere: 1) Concorrenza Perfetta 2) Monopolio 3) Concorrenza Monopolistica 4) Oligopolio La struttura del mercato • I mercati differiscono anche per le "regole" che governano il meccanismo di compravendita. • I mercati possono essere: 1) Concorrenza Perfetta 2) Monopolio 3) Concorrenza Monopolistica 4) Oligopolio I mercati di concorrenza perfetta • Alcuni mercati sono contraddistinti dalla concorrenza perfetta. • La concorrenza perfetta è identificata dalle seguenti caratteristiche del mercato: 1) I prodotti offerti in vendita sono uguali gli uni agli altri 2) Nel mercato esistono un numero molto elevato (infinito) di venditori e compratori. I mercati di concorrenza perfetta 1) I prodotti offerti in vendita sono uguali gli uni agli altri Conseguentemente, un compratore non ha preferenza su dove acquistare il singolo bene. Se un venditore chiede un prezzo troppo elevato, il compratore si recherà senz'altro da un altro. I mercati di concorrenza perfetta 2) Nel mercato esistono un numero molto elevato (infinito) di venditori e compratori. - Conseguentemente il singolo compratore o venditore non può influenzare il prezzo. - Se un venditore alza il prezzo sopra quello praticato dai concorrenti, nessun compratore acquisterà da lui poiché il compratore sicuramente troverà un altro venditore che offre un identico bene da un altro venditore ad un prezzo più basso. - Identicamente, se un compratore propone un prezzo più basso di quello stabilito, il venditore può cedere tale bene ad un altro acquirente e non ha quindi convenienza ad abbassare il prezzo. - Al prezzo di mercato, un venditore può vendere tutta la quantità che produce, qualunque essa sia (curva di domanda orizzontale, infinitamente elastica) I mercati di concorrenza perfetta Vi è una terza proprietà che contraddistingue la concorrenza perfetta: 3) Le imprese possono entrare e uscire liberamente dal mercato. - Ovvero, le imprese possono scegliere di iniziare o terminare la loro attività. - Questa caratteristica non ha conseguenze importanti quando si studia il breve periodo ma è invece molto rilevante nel lungo periodo. Nella realtà, i mercati sono perfettamente concorrenziali? • Qualche mercato effettivamente è molto vicino alla concorrenza perfetta: principalmente sono quei mercati relativi alle risorse naturali di cui vi è grande abbondanza o di quei prodotti che vengono venduti all'ingrosso (i prodotti agricoli principalmente). • In molti altri casi le ipotesi di concorrenza perfetta non sono rispettate. • Spesso le teorie economiche vengono costruite sull'ipotesi che esista concorrenza perfetta nei mercati ma questo è un limite che rischia di compromettere l'analisi. • Le teorie economiche più avanzate rimuovono questa ipotesi e studiano forme di mercato più complesse e realistiche. Ricavi e profitti in concorrenza perfetta •• Il ricavo totale (RT) è dato dalla quantità venduta (Q) per il prezzo unitaria p. • Il profitto è dato dalla differenza fra ricavo totale e costo totale. • In concorrenza perfetta l'impresa può vendere tutta la quantità che desidera al prezzo di mercato. • L'obbiettivo dell'impresa è massimizzare i profitti. L'impresa sceglie quindi la quantità per massimizzare i profitti. La massimizzazione del profitto in concorrenza perfetta • Ogni unità aggiuntiva che l'impresa vende, porta un ricavo aggiuntivo pari a p. • Quindi l'impresa continua a produrre e vendere unità fino a quando il costo di produrre un'unità aggiuntiva è inferiore a p. • Il costo per produrre un'unità aggiuntiva è il costo marginale. • Avevamo visto che i costi marginali sono crescenti, quindi l'impresa continua ad aggiungere unità prodotte fino a quando il costo marginale non raggiunge il prezzo p. • Quando il costo marginale è pari al prezzo l'impresa non può più ulteriormente incrementare i profitti e ne ha quindi raggiunto il massimo. • La condizione che massimizza i profitti è p=CM La quantità ottima prodotta • La quantità prodotta viene scelta in maniera da uguagliare il prezzo di mercato p al costo marginale CM • Possiamo utilizzare la curva dei costi marginali per identificare graficamente la quantità ottima di produzione (Qo). Se nel mercato prevale un certo prezzo p possiamo ricavare la quantità ottima ponendo p=CM Curva di costo marginale Costo Marginale, Prezzo p Prezzo prevalente sul mercato Qo Quantità prodotta La quantità ottima prodotta • Cosa succede se aumenta il prezzo prevalente del mercato? • Se il prezzo passa da p a p1, la quantità prodotta aumenta. • In pratica, la curva di costo marginale rappresenta la curva di offerta dell'impresa! Curva di costo marginale Costo Marginale, Prezzo p1 p Qo Qo1 Quantità prodotta I profitti in concorrenza perfetta • Il ricavo totale (RT) è dato dalla quantità venduta (Q) per il prezzo unitaria p. • Il profitto è dato dalla differenza fra ricavo totale e costo totale. Profitto, costo marginale e costo medio totale • Se p>CMT il profitto è positivo. Questo succede se in corrispondenza della quantità ottima la curva di costo marginale è al di sopra di quello di costo medio totale Curva di costo marginale CMT, CM Curva del costo medio totale p Qo Quantità prodotta Profitto negativo • Se p<CMT il profitto è negativo. Questo succede se in corrispondenza della quantità ottima la curva di costo marginale è al di sotto di quella di costo medio totale. • Nel grafico mostriamo un di questo tipo: l'area evidenziata rappresenta le perdite (profitto negativo). Curva di costo marginale CMT, CM Curva del costo medio totale p Qo Quantità prodotta Curva di offerta • La curva di offerta è disegnata in rosso • Infatti massimizzare il profitto non equivale a rendere il profitto positivo • Se il profitto è negativo (P < CMT) allora la quantità offerta sarà zero, come indicato dalla figura Curva di costo marginale CMT, CM Curva del costo medio totale p Qo Quantità prodotta Profitto nullo (lungo periodo) • Se p = CMT il profitto è nullo. Questo succede se in corrispondenza della quantità ottima la curva di costo marginale interseca quella di costo medio totale. • Curva di costo marginale CMT, CM p Qo Curva del costo medio totale Quantità prodotta L'entrata e l'uscita delle imprese nel lungo periodo. • Nel lungo periodo le imprese tenderanno ad entrare o ad uscire dal mercato. • Se le imprese realizzano un profitto negativo usciranno dal mercato. • Al contrario, in presenza di un profitto positivo, nuove imprese entreranno sul mercato e la loro numerosità aumenta. • Per cui, nel lungo periodo il profitto è uguale a zero e p = CMT = CM Offerta individuale • Ogni impresa offre una certa quantità di beni per un certo prezzo. Questa costituisce l'offerta individuale • L'offerta individuale di ogni venditore può essere diversa. Curva di offerta di A Prezzo Curva di offerta di B P Oa Ob Quantità domandata Offerta di mercato (breve periodo) • L'offerta di mercato è data dalla somma delle offerta individuali. • Ovvero, ad un certo prezzo P1, se nel mercato esistono solo il venditore A e il venditore B, allora l'offerta di mercato è data dalla somma delle quantità offerte dal venditore A e dal venditore B. Curva di offerta di A Prezzo Curva di offerta di B Curva di offerta di mercato P Oa Ob Om=Oa+Ob Quantità offerta L'entrata delle imprese sul mercato • In presenza di un profitto positivo, nuove imprese entreranno sul mercato e la loro numerosità aumenta. • In seguito alla maggiore numerosità delle imprese l'offerta complessiva (l'offerta di mercato) aumenta e la curva di offerta trasla verso destra. La traslazione della curva di offerta di mercato • In seguito all'ingresso di nuove imprese la curva di offerta di mercato trasla verso destra: il prezzo di mercato si abbassa! Variazione della curva di offerta dovuta all'ingresso di nuove imprese O1 Prezzo Pe1 O2 Pe2 D1 Qe1 Qe2 Quantità domandata, quantità offerta Ingresso di nuove imprese e profitti • In presenza di profitti positivi, nuove imprese entrano nel mercato e questo fa ridurre il prezzo di mercato che passa da p a p1. I profitti si riducono ma sono ancora positivi. Le imprese continuano ad entrare… Costo Medio Totale Curva di costo marginale p Quantità prodotta Qo Curva di costo marginale Costo Medio Totale Curva del costo medio totale Curva del costo medio totale p p1 Qo1 Quantità prodotta Ingresso di nuove imprese e profitti • In presenza di profitti positivi, nuove imprese entrano nel mercato facendo abbassare il prezzo fino a quando questi non diventano zero. Chiamiamo il prezzo finale pm. • In questo caso pm=CM=CMT. • Si noti che la quantità prodotta è quella quantità per cui i costi medi totali sono al loro minimo. La produzione determinata in condizione di concorrenza perfetta rende minimi i costi medi: è la produzione efficiente! Curva di costo marginale Costo Medio Totale Curva del costo medio totale p Qm Quantità prodotta I profitti zero nella concorrenza perfetta di lungo periodo • Nel lungo periodo le imprese che operano in concorrenza perfetta hanno profitti pari a zero e scelgono la quantità di prodotto che minimizza i costi medi. • Si consideri però che i profitti a cui dovremmo riferirci sono i profitti economici e non quelli contabili. E' quindi possibile che si registrino dei profitti contabili che rappresentano la remunerazione dell'attività imprenditoriale (costo opportunità dell'imprenditore). Curva di offerta di mercato nel lungo periodo Un aumento di domanda fa aumentare La produzione senza effetti sul prezzo: La maggiore produzione sarà interamente assorbita dall'ingresso di nuove imprese P = CMT Eq_lp_1 Eq_lp_2 Curva di offerta di mercato nel lungo periodo con aggiustamento Se esiste un ritardo nell'aggiustamento Dell'offerta alla domanda, nel breve periodo i prezzi aumentano e i profitti sono Temporaneamente positivi CM CMT Eq_lp_1 Eq_bp Eq_lp_2