In macchina aveva un vero arsenale

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In macchina aveva un vero arsenale
Primo Piano
l'Adige
L’OMICIDIO
DI RONZO
LA SPARATORIA
martedì
14 agosto 2007
3
Nell’auto anche un mitra e due pistole, ritrovate e sequestrate dai carabinieri
In macchina aveva un vero arsenale
Forse era venuto proprio per
uccidere. Forse solo la moglie e
il cognato, forse non voleva colpire il figlio di appena sei anni.
Di certo quello che gli inquirenti hanno trovato nell’Alfa 159 parcheggiata nel piazzale del Caffè
Garda di Mori assomiglia tanto
ad un vero e proprio «arsenale
da guerra», ad una santabarbara. Dal baule dell’auto di Claudio
Soresinetti, guardia giurata di
Cremona, sono spuntate fuori
due pistole ed un mitra, armi tutte cariche. Tra le pistole ci sarebbe anche quella che ha compiuto la strage, dalla quale sono stati esplosi la decina di colpi che
hanno ucciso Aurelija Panku e ferito figlio e fratello.
Claudio Soresinetti, come detto, di professione fa la guardia
giurata e quindi è possibile che
tutte quelle armi fossero regolarmente denunciate. Resta da parte di molti la perplessità sul fat-
to che una persona, definita «un
violento» nella sua città di origine, potesse avere in dotazione un
arsenale di questo tipo. Chi lo conosce bene lo descrive come un
uomo irascibile, che già in passato aveva avuto problemi con l’ex
moglie.
Ieri sera, subito dopo l’arresto,
Claudio Soresinetti è stato portato prima alla caserma dei Carabinieri di Mori e poi trasferito in
quella di Rovereto. In serata, do-
po il sopralluogo a Ronzo Chienis assieme al tenente colonnello dei Carabinieri Carmine Furioso, al vicequestore di Trento Roberto Giacomelli, al capitano dei
carabinieri di Rovereto Renzo Tovazzi e al dirigente del commissariato di Rovereto Giansante Tognarelli, il pubblico ministero Fabio Biasi ha sentito i testimoni,
coloro che hanno dato l’allarme.
Oggi sarà la volta dell’omicida.
P.L.
Aveva un vero arsenale
Uccide la moglie e ferisce figlio e cognato
di PAOLO LISERRE
RONZO CHIENIS - Resta lo
strazio di due bimbe, due gemelline, che cercano, chiamano, vogliono la loro mamma.
Senza sapere che non la rivedranno più. Che la loro vita, i
loro sguardi, le loro manine
non incroceranno più le tenerezze che solo una mamma sa
donare ai suoi piccoli.
Erano circa le 19 di ieri sera, quando una decina di colpi di arma da fuoco in successione hanno scosso la quiete
ferragostana di Ronzo Chienis.
Dieci spari - forse più - con
i quali Claudio Soresinetti, cinquantunenne guardia giurata
di Castel Leone (in provincia
di Cremona) ha ucciso la moglie Aurelija Panku, 38 anni,
serba di nascita, e ferito gravemente il figlio di sei e il fratello di lei, di 34 anni, impiegato in una ditta di marmi della Vallagarina. Il tutto sotto gli
occhi delle altre due bimbe
della donna, due gemelle di
cinque anni, prima di allontanarsi e venire fermato dagli
uomini dell’Arma in un bar sulla statale all’altezza di Mori.
A dare l’allarme, una vicina
di casa, Alessandra Santini,
che ha avvisato i carabinieri
dopo aver sentito le grida
d’aiuto del fratello della vittima provenire dalla villetta di
via Monte Baldo al limite del
paese.
La donna si era trasferita in
Val di Gresta da pochi mesi,
due o tre al massimo dicono i
vicini che però non hanno mai
avuto modo di parlare con lei
più di tanto, la vedevano ogni
tanto per la strada mentre passeggiava in compagnia dei
suoi figli, la sua vita. Aureljia
Panku e il marito, Claudio Soresinetti, pare avessero scelto quella casa insieme nonostante i loro rapporti fossero
burrascosi, affittando l’appartamento all’ultimo dei tre piani della casetta di proprietà di
Giuliano Martinelli, del posto.
Claudio Soresinetti saliva a
Ronzo qualche volta durante
i weekend ma la loro relazione negli ultimi tempi era diventata ancora più burrascosa e anche per questo sembra
che a far compagnia alla donna fosse venuto il fratello, ora
in fin di vita a Trento.
Ieri pomeriggio, insolitamente di lunedì, Claudio Soresinetti è tornato a Ronzo Chienis. Erano quasi le sette di sera quando l’uomo è salito in
casa dell’ex moglie. Ha parcheggiato la sua Alfa 159 nel
piazzale della casa ed è salito
al secondo piano. Vi è rimasto
pochi minuti. Poi, secondo
una prima ricostruzione fornita dagli inquirenti, la guardia giurata sarebbe scesa nuovamente nel piazzale, avrebbe aperto il bagagliaio dell’auto e tirato fuori una pistola automatica. È risalito in casa e
appena entrato ha aperto il
fuoco.
In una manciata di secondi
ha scaricato il caricatore della sua automatica contro
chiunque gli si parasse davanti. Una decina di colpi, qualcuno sostiene addirittura
quattordici, sparati per uccidere.
Ha colpito a morte la don-
Guardia giurata di Cremona in fuga, preso a Mori
TRAGEDIA. La villetta di via Monte Baldo. In basso, soccorritori e inquirenti sul luogo del delitto (foto Anna da Sacco)
La tragedia ieri
in Val di Gresta:
la guardia Claudio
Soresinetti si
stava separando
dalla compagna
serba, che era
venuta a vivere
in Trentino
Aurelija Panku
freddata con
la pistola, ferito
anche il bambino
di sei anni e il
cognato: gravi
al Santa Chiara.
Si salvano solo
le due gemelline
Gli uomini della Scientifica al lavoro ed i Carabinieri sul posto
na, ha ferito gravemente il figlio più grande, di 6 anni, e il
cognato. Poi tranquillamente,
come se non fosse successo
nulla, è ridisceso nel piazzale,
è salito in macchina ed è partito alla volta di Mori. Dove poco meno di un’ora dopo il fatto è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Rovereto, all’interno del Caffè
Garda, visibilmente sconvolto per quanto era successo.
A dare l’allarme, alle 19.30,
chiamando la centrale operativa dei Carabinieri, è stata
una vicina di casa, Alessandra
Santini, che abita una cinquantina di metri sotto la casa della tragedia. Ha sentito come
altri nitidamente gli spari, così come li hanno sentiti i nipoti. Si è affacciata al balcone e
ha udito le urla disperate del
fratello della signora Panku
che chiedeva aiuto. Non ci ha
messo molto a capire che era
successo qualcosa di grave. E
ha immediatamente chiamato la centrale operativa dei Carabinieri.
I primi a giungere sul posto
sono stati i carabinieri della
stazione di Mori e i vigili del
fuoco volontari di Ronzo Chienis. Ai loro occhi si è presentata una scena raccapricciante. Aurelija Panku, il figlio di
sei anni e il fratello erano riversi a terra in un bagno di
sangue, nell’ingresso dell’appartamento al secondo piano
della casetta di via Monte Baldo. Da Rovereto sono partite
due ambulanze di Trentino
Emergenza - 118, da Trento si
è alzato in volo l’elicottero che
ha dovuto fare due viaggi per
trasportare d’urgenza al Santa Chiara i due feriti.
Le loro condizioni sono apparse subito gravissime, tanto che per quasi un’ora si era
diffusa la notizia che il piccolo non ce l’aveva fatta, che era
morto durante il trasferimento a Trento. Una notizia poi
per fortuna smentita dagli inquirenti e dai fatti anche se le
sue condizioni, così come
quelle dello zio, rimangono
gravissime e i medici, che ieri sera li hanno operati d’urgenza, ovviamente si sono riservati la prognosi.
Ronzo Chienis è sulle ginocchia, attonito, la gente si ferma agli angoli delle strade e
chiede cosa è successo. Quasi nessuno conosce i protagonisti di questa assurda tragedia, una serata di sangue innescata probabilmente dall’ennesima discussione tra la
guardia giurata e l’ex moglie.
Pochi hanno voglia di parlare
mentre sul posto accorrono
cronisti, inquirenti, cameramen e la notizia fa il giro d’Italia lanciata dalle televisioni nazionali.
In una fresca serata ferragostana Ronzo Chienis assurge
suo malgrado alla notorietà
nazionale per un fatto di sangue, di cui tutti avrebbero fatto volentieri a meno. E nessuno di crede o ci vuole credere. Salvo doversi rassegnare
ad un’evidenza che ha il colore del sangue e il sapore amaro della tragedia. Una donna
è morta, un bambino di sei anni è in fin di vita, un altro uomo versa in gravissime condizioni. E due bambine piangono per la loro mamma che non
rivedranno più.