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@ www.garaventa.com
http://vizerra.com/it/locations/tatev-monastery
IL CAFFÈ 28 novembre 2010
15
ATTUALITÀ
È svizzera la funivia
più lunga del mondo
L’idea di un gruppo
rossocrociato:
5,7 chilometri
di cavi sospesi
a 320 metri di altezza.
E senza nessuna
stazione intermedia
Un’opera da Guinnes realizzata in Armenia
A 320 metri d’altezza il panorama è
mozzafiato. Ci vogliono 11 minuti
per percorrere sospesi nel vuoto i
5,7 chilometri, senza stazioni intermedie, della funivia più lunga
del mondo. Non siamo sulle Dolomiti, ma nel sud dell’Armenia dove
la società svizzera Garaventa ha
costruito in otto mesi un gioiellino
che entrerà nel Guinnes dei primati. Nel cuore cristiano del Caucaso meridionale, Ruben Vardanyan, un visionario imprenditore
armeno che ha fatto fortuna in
Russia ha voluto questa specie di
cattedrale del deserto. Il progetto è
costato ufficialmente 13 milioni di
euro, ma c’è chi parla di un investimento che vale il doppio. L’obiettivo è attirare il turismo e rivitalizzare un’area isolata e lambita dalla
guerra dimenticata fra azeri ed armeni nella vicina enclave del Nagorno Karabak.
La funivia più lunga del mondo
serve a raggiungere il monastero
di Tatev del IX secolo. Un monumento storico, che fu distrutto da
Tamerlano per poi diventare l’epicentro del cristianesimo armeno.
“Il paesaggio verde e di montagna,
con le mucche che pascolano mi
ricorda la Svizzera” dice a Il Caffè,
Daniel Kuttel, ingegnere capo di
Goldau. Trentaquattro anni,
biondo e barbetta è un veterano
delle funicolari, dalla Giamaica
all’Algeria, per conto della Garaventa, un colosso svizzero del settore. A Tatev ha vissuto gli ultimi
otto mesi mettendo in piedi piloni
alti 60 metri e adesso sta impacchettando gli ultimi macchinari
prima di tornare a casa. “Il mate-
Inaugurata poche
settimane fa, la
teleferica serve a
collegare l’antico
monastero di Tatev
riale è arrivato dalla Svizzera con
60 camion, che ci hanno messo 15
giorni per arrivare attraverso l’Italia, la Turchia, la Georgia e l’Armenia” racconta il giovane ingegnere.
Si vede che va orgoglioso dell’opera da Guinnes dei primati. “Il
giorno più emozionante è stato
quando abbiamo posato 280 tonnellate di cavi della funivia con un
elicottero russo che ondeggiava
per il vento” spiega Kuttel. Al progetto ha collaborato anche la società italiana Renco. Gli operai
specializzati lavoravano ad altezze
vertiginose per innalzare i tre pi-
Pulegge motrici
Fune freno
Funi portanti
Georgia
Fune
traente
Vagoncino
IL TECNICO
L’ingegnere
capo Daniel
Kuttel, di
Goldau,
coordinatore
dei lavoratori
loni della funivia. Uno
veniva dall’Alto Adige e
ha lasciato nell’ufficio
del capo cantiere una
bandierina adesiva con
la scritta in tedesco “il
Sud Tirolo non è italiano”.
Una decina di svizzeri
hanno lavorato al progetto, sette giorni alla settimana, montando le cabine, le stazioni di arrivo, di partenza ed i potenti motori elettrici. Sui piloni appena
costruiti
sventolava
ARMENIA
Azerbaijan
Yerevan
Dove
si trova
PA
RO
U
E
TATEV
Turchia
Armenia
orgogliosamente una grande bandiera elvetica, oltre a quella armena ed italiana.
Il progetto voluto da una Fondazione appoggiata dal governo armeno riguarda la rinascita di tutta
l’area con tanto di albergo, ristorante ed in futuro un’università a
fianco del monastero di Tatev. “A
novembre non veniva mai nessuno, ma adesso grazie alla funivia
continuano ad arrivare fedeli in visita” dice il barbuto padre Mikayel,
che gestisce il rinnovato luogo di
Iran
culto diventato un museo. Il tragitto mozzafiato è aperto da un
mese e si registra una media giornaliera che varia da 200 a 400 passeggeri. Le due cabine, una per salire e l’altra per scendere, possono
trasportare 25 persone a testa. I
manovratori fanno anche da guida
illustrando la storia del posto nella
speranza che quest’angolo dimenticato del Caucaso diventi ben presto un’attrazione turistica, a cominciare dai milioni di armeni
della diaspora.
Uno dei gruppi in concorso per gestire l’area di servizio di Coldrerio, quello di Rocco Cattaneo, annuncia battaglia
DUE PROGETTI
A fianco la ricostruzione al
computer dell’area di
Coldrerio secondo la
Centonze Sa; sotto il centro
servizi contenuto nel
progetto della City Carburoil
arrivata seconda
“Il progetto guardava al futuro
non è stato capito, farò ricorso”
Rischiano seriamente di allungarsi i
tempi per la ristrutturazione delle due
aree di sosta e rifornimento carburante di
Coldrerio. Non sono passati neppure tre
giorni dala chiusura del concorso e della
scelta del consiglio di Stato che ha assegnato la concessione trentennale alla
ditta Emanuele Centonze Sa di Chiasso
che già all’orizzonte c’è il primo ricorso. È
quello della City Carburoil dell’imprenditore Rocco Cattaneo, che aveva partecipato alla gara dove figuravano, oltre Centonze, anche la Motor Rest (che attualmente gestisce Coldrerio) e il consorzio
Greenstop, formato da quattro diversi
azionisti. Cattaneo - che è arrivato secondo - sta seriamente valutando gli elementi per il ricorso. “Abbiamo visto le
carte e confrontato i business plan: siamo
ancora più convinti - dice l’imprenditore della nostra proposta. Dopo i primi otto
anni il Cantone avrebbe più vantaggi rispetto a quelli degli altri concorrenti”. Cattaneo era stato l’unico a presentare uffi-
cialmente il suo progetto, che prevedeva
una rivoluzione totale dell’area con un investimento di quasi 40 milioni e la garanzia di 106 posti di lavoro. I lavori prevedevano un centro servizi dove attualmente
c’è il motel, market e bar “con prodotti ticinesi. Un piano visionario, caratterizzato
da schermi giganti, giochi di luce, e da
un’opera di Paolo Selmoni, alta quasi 25
metri, che guarda al futuro e che evidentemente non è stato capito”.
Era previsto un
investimento di 40 milioni
e 106 posti lavoro
Coldrerio è considerata la porta della
Svizzera, ed è infatti la prima area di sosta
che si incontra andando verso nord e l’ultima per viaggia verso l’Italia: ogni anno
vengono venduti circa 20 milioni di litri di
carburante. E soprattutto ogni giorno qui
arrivano in media oltre 60 mila passaggi.
Il progetto di Centonze prevede un investimento di dieci milioni, soldi che serviranno per abbattere il vecchio motel, aumentare la superficie dedicata al parco e
agli svaghi e un allargamento degli spazi
Cacciata dalla scuola delle suore l’attrice del primo film hard tridimensionale decide di lasciare l’Italia
“Qui vivo male, la gente è chiusa.
Gli amici di un tempo mi hanno
abbandonata, sono rimasti solo
quelli veri. E poi mi hanno cacciato da scuola. Anche per questo
ho deciso di venire a vivere in Ticino”. Ha 19 anni, un viso acqua e
sapone da liceale di buona famiglia. E dire che Fiamma Monti, la
ragazza varesina protagonista del
primo film porno in 3D, insieme a
Vittoria Risi, star affermata nel
mondo dell'hard, è tutto fuorché
un’ingenuotta capitata per caso
sul set. Intorno a Fiamma, che di
nome in realtà fa Sara, si è sollevato un gran polverone, tipico
delle città di provincia.
Le suore l’hanno cacciata da
scuola. “È arrivata una telefonata
anonima alla direttrice che poi mi
ha chiamata nel suo ufficio. Mi ha
chiesto se sono io Fiamma Monti
e ho detto di sì. Mi hanno allontanata per una questione etica. Sapevo che sarebbe accaduto, in
fondo è istituto cattolico”. Anche i
genitori hanno reagito male. Ma
Fiamma, che coltiva il mito di
Moana Pozzi, appare determinata. “Il porno – racconta - mi
piace. Non cerco una scorciatoia
per arrivare magari al cinema: voglio proprio fare questo. Il primo
Ancoraggi
Come
funziona Fune zavorra
FAUSTO BILOSLAVO
La pornostar in “tre D”
vuole rifugiarsi in Ticino
contatto con questo mondo risale
a giugno quando con il mio ragazzo, Alessandro, ho partecipato
a una fiera del sesso”. Qui la coppia conosce lo staff della Pink’o,
una delle maggiori case di produ-
zione italiane. Fiamma ha firmato
un contratto di esclusiva di tre
anni. “Ho la garanzia che si tratta
di film di un certo livello, non il
porno fatto in casa”. Infatti “Casino 45” è il film tridimensionale
STAR HARD
Fiamma Monti
protagonista
del film
“Casino45”,
a fianco una
foto di scena
che ha l’ambizione di rivoluzionare il settore dell’hard. “Siamo
durante la seconda guerra mondiale e io faccio Eduarda, una
prostituta che lavora in un bordello dopo che il suo fidanzato è
partito per la guerra”. Lui è Franco
Trentalance, considerano l’erede
di Rocco Siffredi. Girare non è
stato come fare una passeggiata:
“La singola scena di sesso può
durare venti, trenta minuti ma si
sta sul set per ore”. Non solo, lo
stesso amplesso può essere ripetuto per due, tre volte: “Si
gira con il preservativo per il
mercato americano, senza
per gli europei, poi c’è la versione soft e quella più spinta”.
Fiamma assicura che non si
guadagna molto. Il denaro, tuttavia, arriva con tutto ciò che ci
sta intorno. Innanzitutto le serate
in discoteca. “Sì certo, abbiamo in
programma già molti contatti anche in Canton Ticino per delle
‘ospitate’ nei locali, Lugano ma
anche Mendrisio e Locarno”. Gli
stessi che Fiamma, fino a qualche
mese fa, frequentava in compagnia dei suoi vecchi amici. Ora i
suoi nuovi amici pare proprio intenzionata a trovarli in Ticino.
e.mar.
riservati alla ristorazione mentre non è
previsto alcun supermercato.
Centonze aveva fatto ricorso contro il
cantone che intendeva preliminarmente
fissare un limite al prezzo di vendita del
carburante. Il Tribunale amministrativo
aveva dato ragione all’imprenditore di
Chiasso che ora potrà ritoccare verso
l’alto i costi per gli automobilisti rispetto a
quelli praticati da altri distributori che
tuttavia non ricadono nell’autostrada e
dunque non sono di passaggio.
Uno degli elementi che hanno accompagnato la scelta del vincitore è il periodo
dei lavori e dunque gli eventuali disagi nei
confronti degli automobilisti. Emanuele
Centonze pensa di chiudere i lavori fra
settembre 2011 e marzo 2012.
I criteri e la scelta sono stati illustrarti venerdì scorso dal consigliere di Stato
Marco Borradori e dal coordinatore della
gara Loris Bianchi con alcuni alti funzionari.
m.sp.
ROSA & CACTUS
UNA ROSA A...
Paolo
Basso
Il noto sommelier ticinese è stato
premiato a Strasburgo. Nella vita ci
vuole naso, e Paolo Basso ha dimostrato
di averlo, in senso metaforico.
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Massimiliano
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Il Partito comunista ticinese
e il Movimento per il socialismo
sono rimasti fermi al 1917.
Ay e Pino Sergi sognano ancora
la rivoluzione. Ahi, ahi...
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