Lumensanum gennaio 2015hot! - Parrocchia di San Sebastiano

Transcript

Lumensanum gennaio 2015hot! - Parrocchia di San Sebastiano
Foto scattata il 27 dicembre 2014
Mensile della Comunità Parrocchiale di Lumezzane S. Sebastiano
ANNO XXXV - N. 1
OFFERTA LIBERA
GENNAIO
2015
Il Parroco
NON PIÚ SCHIAVI, MA FRATELLI
P
ropongo una sintesi del Messaggio del papa
Francesco per la celebrazione della 48 giornata mondiale della pace il 1° gennaio 2015. Il
messaggio completo è fin troppo lungo per il nostro bollettino, ecco alcuni stralci che provocano la
nostra riflessione e ci fanno cogliere le nostre
responsabilità sulla schiavitù ancora presente
nella nostra società che si dice civile.
All’inizio di un nuovo anno, che accogliamo come
una grazia e un dono di Dio all’umanità, desidero
rivolgere, ad ogni uomo e donna, così come ad
ogni popolo e nazione del mondo, ai capi di Stato
e di Governo e ai responsabili delle diverse religioni, i miei fervidi auguri di pace, che accompagno con la mia preghiera affinché cessino le guerre, i conflitti e le tante sofferenze provocate sia
dalla mano dell’uomo sia da vecchie e nuove epidemie e dagli effetti devastanti delle calamità naturali. Prego in modo particolare perché, rispondendo alla nostra comune vocazione di collaborare con Dio e con tutti gli uomini di buona volontà per la promozione della concordia e della pace
nel mondo, sappiamo resistere alla tentazione di
comportarci in modo non degno della nostra umanità.
In ascolto del progetto di Dio sull’umanità
Nel Libro della Genesi (cfr 1,27-28) leggiamo che
Dio creò l’uomo maschio e femmina e li benedisse, affinché crescessero e si moltiplicassero:
Egli fece di Adamo ed Eva dei genitori, i quali,
realizzando la benedizione di Dio di essere fecondi e moltiplicarsi, generarono la prima fraternità,
quella di Caino e Abele. Caino e Abele sono fratelli, perché provengono dallo stesso grembo, e perciò hanno la stessa origine, natura e dignità dei
loro genitori creati ad immagine e somiglianza di
Dio.
Ma la fraternità esprime anche la molteplicità e la
differenza che esiste tra i fratelli, pur legati per
nascita e aventi la stessa natura e la stessa dignità.
In quanto fratelli e sorelle, quindi, tutte le persone
sono per natura in relazione con le altre, dalle
quali si differenziano ma con cui condividono la
stessa origine, natura e dignità. È in forza di ciò
che la fraternità costituisce la rete di relazioni fondamentali per la costruzione della famiglia umana
creata da Dio.
I molteplici volti della schiavitù ieri e oggi
Fin da tempi immemorabili, le diverse società
umane conoscono il fenomeno dell’asservimento
dell’uomo da parte dell’uomo. Oggi, a seguito di
un’evoluzione positiva della coscienza dell’uman-
ità, la schiavitù, reato di lesa umanità, è stata formalmente abolita nel mondo. Il diritto di ogni persona a non essere tenuta in stato di schiavitù o
servitù è stato riconosciuto nel diritto internazionale come norma inderogabile.
Eppure, malgrado la comunità internazionale
abbia adottato numerosi accordi al fine di porre un
termine alla schiavitù in tutte le sue forme e avviato diverse strategie per combattere questo fenomeno, ancora oggi milioni di persone vengono private della libertà e costrette a vivere in condizioni
assimilabili a quelle della schiavitù.
Penso a tanti lavoratori e lavoratrici, anche minori,
asserviti nei diversi settori, a livello formale e
informale, dal lavoro domestico a quello agricolo,
da quello nell’industria manifatturiera a quello
minerario…
Penso anche alle condizioni di vita di molti
migranti che, nel loro drammatico tragitto, soffrono la fame, vengono privati della libertà, spogliati
dei loro beni o abusati fisicamente e sessualmente.
Penso a quelli tra di loro che, giunti a destinazione
dopo un viaggio durissimo e dominato dalla paura
e dall’insicurezza, sono detenuti in condizioni a
volte disumane.
Penso a quelli tra loro che le diverse circostanze
sociali, politiche ed economiche spingono alla
clandestinità… Sì, penso al “lavoro schiavo”.
Penso alle persone costrette a prostituirsi, tra cui ci
sono molti minori, ed alle schiave e agli schiavi
sessuali; alle donne forzate a sposarsi…
Non posso non pensare a quanti, minori e adulti,
sono fatti oggetto di traffico e di mercimonio per
l’espianto di organi, per essere arruolati come soldati, per l’accattonaggio, per attività illegali come
la produzione o vendita di stupefacenti, o per forme mascherate di adozione internazionale.
Penso infine a tutti coloro che vengono rapiti e
tenuti in cattività da gruppi terroristici, asserviti ai
loro scopi come combattenti o, soprattutto per
quanto riguarda le ragazze e le donne, come schiave sessuali. Tanti di loro spariscono, alcuni vengono venduti più volte, seviziati, mutilati, o uccisi.
Alcune cause profonde della schiavitù
Oggi come ieri, alla radice della schiavitù si trova
una concezione della persona umana che ammette
la possibilità di trattarla come un oggetto.
Accanto a questa causa ontologica – rifiuto dell’umanità nell’altro –, altre cause concorrono a spiegare le forme contemporanee di schiavitù. Tra
queste, penso anzitutto alla povertà, al sottosviluppo e all’esclusione, specialmente quando essi si
combinano con il mancato accesso all’educazione
Il Parroco
o con una realtà caratterizzata da scarse, se non
inesistenti, opportunità di lavoro.
Anche la corruzione di coloro che sono disposti a
tutto per arricchirsi va annoverata tra le cause
della schiavitù. «Questo succede quando al centro
di un sistema economico c’è il dio denaro e non
l’uomo, la persona umana. Sì, al centro di ogni sistema sociale o economico deve esserci la persona,
immagine di Dio, creata perché fosse il dominatore dell’universo. Quando la persona viene spostata e arriva il dio denaro si produce questo sconvolgimento di valori».
Altre cause della schiavitù sono i conflitti armati,
le violenze, la criminalità e il terrorismo.
Un impegno comune per sconfiggere
la schiavitù
Spesso, osservando il fenomeno della tratta delle
persone, del traffico illegale dei migranti e di altri
volti conosciuti e sconosciuti della schiavitù, si ha
l’impressione che esso abbia luogo nell’indifferenza generale.
Se questo è, purtroppo, in gran parte vero, vorrei
ricordare l’enorme lavoro silenzioso che molte
congregazioni religiose, specialmente femminili,
portano avanti da tanti anni in favore delle vittime.
L’azione delle congregazioni religiose si articola
principalmente intorno a tre opere: il soccorso alle
vittime, la loro riabilitazione sotto il profilo psicologico e formativo e la loro reintegrazione nella
società di destinazione o di origine.
Occorre anche un triplice impegno a livello istituzionale di prevenzione, di protezione delle vittime e di azione giudiziaria nei confronti dei responsabili.
Sono necessarie leggi giuste, incentrate sulla persona umana, che difendano i suoi diritti fondamentali e li ripristinino se violati, riabilitando chi
è vittima e assicurandone l’incolumità, nonché
meccanismi efficaci di controllo della corretta
applicazione di tali norme, che non lascino spazio
alla corruzione e all’impunità. E’ necessario anche
che venga riconosciuto il ruolo della donna nella
società, operando anche sul piano culturale e della
comunicazione per ottenere i risultati sperati.
Le imprese, hanno il dovere di garantire ai loro
impiegati condizioni di lavoro dignitose e stipendi
adeguati, ma anche di vigilare affinché forme di
asservimento o traffico di persone umane non abbiano luogo nelle catene di distribuzione. Alla responsabilità sociale dell’impresa si accompagna
poi la responsabilità sociale del consumatore.
Infatti, ciascuna persona dovrebbe avere la consapevolezza che «acquistare è sempre un atto
morale, oltre che economico».
Globalizzare la fraternità, non la schiavitù né
l’indifferenza
Nella sua opera di «annuncio della verità dell’amore di Cristo nella società», la Chiesa si impegna costantemente nelle azioni di carattere caritativo a partire dalla verità sull’uomo. Essa ha il compito di mostrare a tutti il cammino verso la conversione, che induca a cambiare lo sguardo verso
il prossimo, a riconoscere nell’altro, chiunque sia,
un fratello e una sorella in umanità, a riconoscerne
la dignità intrinseca nella verità e nella libertà.
In questa prospettiva, desidero invitare ciascuno,
nel proprio ruolo e nelle proprie responsabilità
particolari, a operare gesti di fraternità nei confronti di coloro che sono tenuti in stato di asservimento. Chiediamoci come noi, in quanto comunità
o in quanto singoli, ci sentiamo interpellati…
Alcuni di noi, per indifferenza, o perché distratti
dalle preoccupazioni quotidiane, o per ragioni economiche, chiudono un occhio. Altri, invece,
scelgono di fare qualcosa di positivo, di impegnarsi nelle associazioni della società civile o di
compiere piccoli gesti quotidiani – questi gesti
hanno tanto valore! – come rivolgere una parola,
un saluto, un “buongiorno” o un sorriso, che non
ci costano niente ma che possono dare speranza,
aprire strade, cambiare la vita ad una persona che
vive nell’invisibilità, e anche cambiare la nostra
vita nel confronto con questa realtà.
Dobbiamo riconoscere che siamo di fronte ad un
fenomeno mondiale che supera le competenze di
una sola comunità o nazione. Per sconfiggerlo,
occorre una mobilitazione di dimensioni comparabili a quelle del fenomeno stesso. Per questo motivo lancio un pressante appello a tutti gli uomini e
le donne di buona volontà, e a tutti coloro che, da
vicino o da lontano, anche ai più alti livelli delle
istituzioni, sono testimoni della piaga della schiavitù contemporanea, di non rendersi complici di
questo male, di non voltare lo sguardo di fronte
alle sofferenze dei loro fratelli e sorelle in umanità, privati della libertà e della dignità, ma di avere
il coraggio di toccare la carne sofferente di Cristo,
che si rende visibile attraverso i volti innumerevoli di coloro che Egli stesso nel vangelo chiama «questi miei fratelli più piccoli».
FRANCISCUS
gennaio 2015
1
ANNO XXXV
N° 1 - Gennaio 2015
MENSILE DI VITA PARROCCHIALE DI SAN SEBASTIANO
DIRETTORE RESPONSABILE: Don Antonio Fappani
REDAZIONE:
Silvia Boni - Barbara Bonomi - diacono Tarcisio Bugatti Clementina Ghidini - don Bruno Marchesi
don Vigilio Zanelli - don Luca Zubani - Emanuela Nember
Roberto Simonelli - Stefania Donati - Luigina Tognoli Agnese F. Bianchi (pagina Facebook)
SOMMARIO
pag. 1
pag. 3
Il Parroco
Accendi in casa la luce della gioiaFamiglia,
Calendario Pastorale gennaio 2015
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
Le parole
I Vangeli del mese
Lʼora di Guardia
Parole del Vescovo Luciano
Catechesi spicciola: Arte e Bibbia
Spiritualità: Lʼarco della verità
4
5
6-7
8
9
Dalla Parrocchia
Il Co.Vo. (Comunità Vocazionale
Un nuovo diacono permanente a Lumezzane
Per dare vita agli anni
Centro Volontari Sofferenza - 50°
Testimone della Fede: Oscar Romero
Inserto su Paolo VI (3):
Il Papa che ha rinnovato la Chiesa
pag. 19
C.I.F.: Discorso di Paolo VI° di 50 anni fa
pag. 20
Scuola dellʼInfanzia e del Nido
pag. 21
Ultime notizie dalla casa della Giovane
pag. 22-25 Pellegrinaggi dellʼUnità Pastorale
pag. 26-27 «V» come Vocazione: Don Vigilio Zanelli
pag. 28
Una nuova presenza nel Monastero del
Buon Pastore
pag. 29
Consiglio Affari Economici
pag. 30
Web... e dintorni
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
10
11
12
13
14
15-18
Anagrafe
pag. 31-32 Movimento Demografico - Per ricordare
In copertina:
Fotografia scattata il 27 dicembre 2014
Terza di copertina:
Festa Patronale 2015
Quarta di copertina:
Particolari del presepio 2014
Terza di copertina:
FUORIGIOCO...
Messaggio di una suora
delle clarisse
di Montagnana
C’e’ solo un vero eroe.
Il miglior uomo della storia si chiama Gesù
Cristo.
Non aveva servi e lo chiamavo Signore.
Non aveva lauree e lo chiamavano maestro.
Non aveva esercito ed i re lo temevano.
Non ha vinto battaglie militari e nonostante
ciò ha conquistato il mondo.
Non ha commesso delitto ed è stato crocifisso.
Mi ha amato per primo senza che io lo conoscessi.
E stato seppellito in una tomba ed il terzo
giorno è risuscitato e ancora oggi vive e mi
continua ad accompagnare.
NUMERI TELEFONICI UTILI:
Parroco Don Vigilio Zanelli
Piazza Masneri, 5 - tel. 030826302 - cell. 3384295911
[email protected]
Curato Don Luca Zubani e Il Centro Giovanile S. Giovanni Bosco
Via Vittorio Veneto, 26 - tel. 0308204153 - cell. 3281822423
[email protected]
Curato Don Bruno Marchesi e La Casa della Giovane
Via Don De Giacomi, 1 - tel. 030826622 - cell. 3484451321
[email protected]
Diacono Tarcisio Bugatti - cell. 3351241485
[email protected]
Segreteria Parrocchiale - Piazza Masneri, 3
telefono e fax 0308925925 - [email protected]
Comunicazioni alla Redazione:
[email protected]
Ogni giorno alle ore 18,00 e alle 20,00 puoi seguire
sul canale 28 del digitale terrestre il
La Radio
Parrocchiale
trasmette
le S. Messe
sulla
frequenza
FM 87,6
Chi volesse far pervenire offerte per il Bollettino Parrocchiale o per le Opere
Parrocchiali può utilizzare anche il seguente Conto Corrente Postale:
C/C n. 10856250
Parrocchia di S. Sebastiano - 25065 Lumezzane
AT T E N Z I O N E ! ! ! ! !
2
Direzione: 25065 Lumezzane S.Sebastiano - P.za Masneri 5 - Tel. 030826302
[email protected]
Autorizzazione del Trib. di Brescia iscritto al n. 22/80 del 24/10/1980
Impaginazione: Bugatti Tarcisio, Caldera Valter
Stampa: Tipolitografia Pagani - Lumezzane S. S.
Chi avesse parenti fuori Lumezzane o sapesse di oriundi della Parrocchia di S. Sebastiano che desiderano ricevere il Bollettino “LUMENSANUM” faccia pervenire l’indirizzo esatto al Parroco.
Agli interessati sarà inviato LUMENSANUM per posta.
Appuntamenti
per vivere la comunità
1G
MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
Nm 6,22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21
P
2V
Ss. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno
1 Gv 2,22-28; Sal 97; Gv 1,19-28
I
3S
Santissimo Nome di Gesù
1 Gv 2,29-3,6; Sal 97; Gv 1,29-34
I
4D
II Domenica dopo Natale
Sir 24,1-4.12-16; Sal 147; Ef 1,3-6.15-18, Gv 1,1-18
II
5L
S. Deogratias, Edoardo confessore
1 Gv 3,11-21; Sal 99; Gv 1,43-51
II
6M
EPIFANIA DEL SIGNORE - S. Carlo da Sezze
Is 60,1-6; Sal 71; Ef 3,2-3.5-6; Mt 2-1-12
P
7M
S. Raimondo di Penafort, sacerdote
1 Gv 3,22-4,6; Sal 2; Mt 4,12-17.23-25
II
8G
S. Severino abate
1 Gv 4,7-10; Sal 71; Mc 6,34-44
II
9V
S. Marcellino vescovo, S. Giuliano
1 Gv 4,11-18; Sal 71; Mc 6,45-52
II
10 S
S. Domiziano, S. Gregorio di Nissa
1 Gv 4,19-5,4; Sal 71; Lc 4,14-22
II
11 D
BATTESIMO DEL SIGNORE
Is 55,1-11; Sal da Is 12; 1 Gv 5,1-9; Mc 1,7-11
I
12 L
S. Arcadio, S. Cesaria
Eb 1,1-6; Sal 96; Mc 1,14-20
I
13 M
S. Ilario, S. Remigio
Eb 2,5-12; Sal 8; Mc 1,21-28
I
14 M
S. Felice da Nola, S. Nino, S. Dazio
Eb 2,14-18; Sal 104; Mc 1,29-39
I
15 G
S. Mauro abate, S. Probo, S. Romedio
Eb 3,7-14; Sal 94; Mc 1,40-45
I
16 V
S. Marcellino I papa
Eb 4,1-5.11; Sal 77; Mc 2,1-12
I
17 S
S. Antonio abate
Eb 4,12-16; Sal 18; Mc 2,13-17
I
18 D
2.a Domenica Tempo Ordinario
1 Sam 3,3-10.19;Sal 39; 1 Cor 6,13-15.17-20; Gv 1,35-42 II
19 L
S. Mario martire, S. Germanico
Eb 5,1-10; Sal 109; Mc 2,18-22
II
20 M
S. Fabiano, S. Sebastiano
Eb 6,10-20; Sal 110; Mc 2,23-28
II
21 M
S. Agnese
Eb 7,1-3.15-17; Sal 109; Mc 3,1-6
II
22 G
S. Vincenzo
Eb 7,25-8,6; Sal 39; Mc 3,7-12
II
23 V
S. Emerenziana, Ramona, Armando
Eb 8,6-13; Sal 84; Mc 3,13-19
II
24 S
S. Francesco di Sales
Eb 9,2-3.11-14; Sal 46; Mc 3,20-21
II
25 D
3.a Domenica Tempo Ordinario
Gio 3,1-5.10; Sal 24; 1 Cor 7,29-31; Mc 1,14-20
III
26 L
Ss. Timòteo e Tito
2 Tm 1,1-8 oppure Tt 1,1-5; Sal 95; Lc 10,1-9
III
27 M
S. Angela Merici
Eb 10,1-10; Sal 39; Mc 3,31-35
III
28 M
S. Tommaso d'Aquino
Eb 10,11-18; Sal 109; Mc 4,1-20
III
29 G
S. Costanzo, S. Gilda, S. Sulpicio Severo
Eb 10,32-39; Sal 23; Mc 4,21-25
III
1° venerdì del mese dalle ore 08,30 alle ore 09,30
dalle ore 16,30 alle ore 17,30
30 V
S. Martina, S. Savina, Serenella
Eb 10,32-39; Sal 36; Mc 4,26-34
III
Ogni Sabato
31 S
S. Giovanni Bosco
Eb 11,1-2.8-19; Sal da Lc 1; Mc 4,35-41
III
Giovedì 1° gennaio 2015 - MARIA SS. MADRE DI DIO
Sante Messe: ore 8 - 9,30 - 11,00 - 19,00
Sabato 3 gennaio - ore 18,00 Santa Messa della vigilia
Domenica 4 gennaio - II di ATALE
Sante Messe: ore 8 - 9,30 - 11,00 - 19,00
Lunedì 5 gennaio - ore 18,00 Santa Messa della vigilia
Martedì 6 gennaio - EPIFA IA
Sante Messe: ore 8 - 9,30 - 11,00 - 19,00
I FA ZIA MISSIO ARIA
ore 15,00 - Benedizione dei Bambini
Sabato 10 gennaio - ore 18,00 Santa Messa della vigilia
Domenica 11 gennaio - Battesimo di Gesù
Sante Messe: ore 8 - 9,30 - 11,00 - 19,00
Sabato 17 gennaio - ore 18,00 Santa Messa della vigilia
Domenica 18 gennaio
Sante Messe: ore 8 - 9,30 - 11,00 - 19,00
Sabato 24 gennaio - ore 18,00 Santa Messa della vigilia
Domenica 26 gennaio - Festa Patronale
Sante Messe: ore 8 - 9,30 - 11,00 - 19,00
Lunedì 27 gennaio - San Bahcianì
Sante Messe: ore 7,00 in Cappella
ore 9,00 - 11,00 in Chiesa Parrocchiale
Venerdì 30 gennaio - S. Giovanni Bosco
ore 20,00 - S. Messa in Chiesa Vecchia, a seguire
Cena di Fraternità in Oratorio con tutti i
Volontari della Parrocchia
Sabato 31 gennaio - ore 18,00 Santa Messa della vigilia
Domenica 1 febbraio - Giornata per la Vita
Sante Messe: ore 8 - 9,30 - 11,00 - 19,00
Martedì 3 febbraio - S. Biagio
Ad ogni Santa Messa, benedizione della gola
CALENDARIO LITURGICO
Gennaio 2015
DISPONIBILITÀ SACERDOTE
CONFESSORE IN CHIESA
dalle ore 08,30 alle ore 09,30
dalle ore 16,30 alle ore 18,00
gennaio 2015
3
I vangeli
del
mese
a cura di Barbara Bonomi
1° GENNAIO - Lc 2, 16-21
MARIA SANTISSIMA
MADRE DI DIO
ACCOGLIERE…
LA BENEDIZIONE
Il passaggio da un anno allʼaltro viene accompagnato da una benedizione: «Ti benedica il Signore e ti custodisca». La prima cosa che ci
serve è la capacità di essere benedetti e di benedire. Le parole con cui il sacerdote benedice il
popolo sono lʼinvocazione di un sorriso, quello di
Dio che accompagna benevolmente la nostra vita
verso la pace.
4 GENNAIO - Gv 1, 1-18
IIA DOMENICA
DOPO NATALE
ACCOGLIERE…
L’ENTUSIASMO
La liturgia di questa seconda
domenica dopo Natale ci fa sentire la gioia e la
soddisfazione del Verbo di Dio che assume la
nostra carne e si impasta con la nostra storia, non
come mortificazione della sua divinità, ma come
rivelazione della sua più profonda realtà. Il disegno dʼamore del Padre è proprio legato a questo
desiderio di condivisione di vita.
6 GENNAIO - Mt 2, 1-12
EPIFANIA DEL SIGNORE
ACCOGLIERE…
LA DILATAZIONE
La Solennità dellʼEpifania sta a quella del Natale
come la Pentecoste rappresenta il mistero pasquale. Dodici notti sembrano necessarie perché il
bambino, annunciato dagli angeli e scovato dai
pastori nella notte di Natale, sia trovato con una
ʻgioiaʼ altrettanto grande da questi personaggi
misteriosi quali sono i Magi. LʼEpifania è una festa
della dilatazione, nel senso della contemplazione
dellʼampiezza del disegno salvifico di Dio e della
sfida che è offerta ad ogni uomo e donna di aprirsi sempre più al riconoscimento nellʼaltro del volto
stesso dellʼAltissimo.
4
gennaio 2015
11 GENNAIO - Mt 1, 7-11
BATTESIMO
DEL SIGNORE
ACCOGLIERE
IL PADRE
Il Signore Gesù che abbiamo
contemplato lungo questi giorni come il figlio di
Maria e di Giuseppe, lo accogliamo oggi come
uomo tra noi eppure segnato da una relazione
con Dio unica, sebbene non esclusiva.
Finalmente viene svelata lʼidentità profonda del
Signore Gesù: rivelare il volto di Dio nella mitezza
e nel dono di se stesso e soprattutto, in un amore
invincibile.
18 GENNAIO - Gv 1,35-42
IIA DOMENICA
DEL TEMPO ORDINARIO
CON LUI!
Continuamente il Signore passa nella nostra vita e non solo
si lascia vedere, ma si mostra
pure capace di vedere in modo
talmente profondo da accogliere una domanda
che, in realtà, apre un lungo cammino di comune
ricerca che dura per tutta la vita: ʻChe cosa cercate?ʼ il Signore ci conosce più e meglio di quanto noi conosciamo noi stessi. Davanti alla bellezza e grandezza di un simile appello, che ci raggiunge attraverso le molteplici situazioni e mediazioni della vita, non ci resta che fare nostra la parola del salmista: ʻEcco io vengoʼ.
25 GENNAIO - Mc 1, 14-20
IIIA DOMENICA
DEL TEMPO ORDINARIO
ALZATI!
Il Verbo fatto carne non solo invita alcuni uomini
che incontra sulla sua strada a lasciare le reti, nel
duplice senso di strumento di lavoro e impedimento alla libertà di movimento, per andare dietro
a Lui, ma rivela che questa è la forma più bella e
promettente per poter finalmente prendersi realmente cura di se stessi. Ciò che rimette in moto la
vita dei primi discepoli, e di chiunque si lasci interpellare e rianimare dal dono del vangelo, è lʼaccorgersi di essere visti da qualcuno – dal Signore
Gesù! -, di essere scorti mentre ci si dedica al proprio abituale lavoro di sempre. Questo sguardo di
Gesù ha tutte le caratteristiche del colpo di fulmine che con lʼamore rimette in moto lʼintera vita.
L’ora di Guardia
S
iamo un gruppetto di persone che si radunano in Chiesa ogni ultimo martedì del
mese dalle 14 alle 15 e recitiamo due rosari
meditati. È il nostro modo di contribuire a
rendere una preghiera perpetua, una preghiera che da diversi decenni a San Sebastiano
molti hanno portato avanti con dedizione e
fede.
Perché si chiama “Ora di Guardia”?
Il nome è riferimento a tre eventi evangelici.
Il primo è al momento doloroso di Gesù nel
Getsemani, in questo modo rispondiamo al
suo invito, alla sua richiesta di pregare con
Lui di Gesù, «Così non siete capaci di vegliare un’ora sola con me?» (Mt 14,37).
Alle nozze di Cana: anche qui Gesù parla della
sua “ora” che non è ancora arrivata, ma il
tenero comando di Maria ‘fate quello che vi
dirà’ (Gv 2, 5) ci sollecita ad avere fede nella
sua gloria e con la nostra preghiera intercediamo affinchè tutto il mondo creda in Lui.
Il terzo rimando è quello di Maria ai piedi
della croce! E’ l’ora di Gesù, il compimento
della sua missione, ‘l’ora’ che è speranza di
salvezza. A Cana è Maria a rivolgersi al Figlio,
ora è Gesù che le si rivolge e le dona la sua
propria missione e cioè essere madre di tutti
noi: “Donna ecco tuo figlio” (Gv 19, 26).
Maria apre il proprio cuore e avvolge tutta la
famiglia umana con il suo amore e il discepolo tanto amato la prese con sé.
Questa è la missione dell’Ora di Guardia:
rispondere alla richiesta di Gesù, di vegliare
con lui in preghiera; credere in Gesù e testimoniare la sua gloria; prendere con noi
Maria, lasciandoci amorevolmente guidare da
lei.
Il nostro pregare è in comunione con tanti cristiani che aderiscono, come noi all’associazione del Rosario Perpetuo. Come e perché è
nata l’Associazione? Nel 1930 mentre in Italia
infuriava la peste, un domenicano, padre
Timoteo de’ Ricci, istituì il Rosario Perpetuo:
una lode perenne alla Santa Vergine, tributata da anime generose che si impegnavano a
recitare il Rosario, in un’ora liberamente scelta.
Nel tempo fu approvato e arricchito da indulgenze dei Sommi Pontefici e il Rosario si diffuse in tutto il mondo. L’Associazione ha la
sua sede centrale presso la basilica di S. Maria
Novella in Firenze. Gli iscritti da alcuni anni
hanno superato il milione. L’associazione del
Rosario Perpetuo è una comunità in preghiera che ha lo scopo di fondere innumerevoli
voci in una sola voce. Creare in coro orante
che non si interrompa in alcun modo del giorno e della notte, legati gli uni dagli altri in
un’unica grande famiglia.
Questa unione di oranti è estesa in tutto il
mondo, e chi vi aderisce si impegna a pregare
regolarmente, recitando il Rosario in un’ora
del mese; così unito agli altri associati, contribuisce a rendere perenne il coro che sale a
Maria e, mediante Maria, alla Trinità.
Dorina Bossini
gennaio 2015
5
Parole del Vescovo
In un tempo dove sembra che tutto stia decadendo e le speranze per un
futuro migliore non ci sia più, ci pare bello e fruttuoso riflettere e meditare la predica del nostro vescovo Luciano in occasione della consueta
celebrazione dei "Ceri e Rose" nella Chiesa di San Francesco.
S
iamo a pagina tre della Bibbia.
Abbiamo appena fatto in tempo a voltare il primo foglio che troviamo l’uomo in una condizione
misera di peccato. Fatto a immagine e somiglianza di Dio a pagina
uno; posto nel giardino di Eden
come custode a pagina due; a pagina tre leggiamo dell’uomo che, non
contento della sua dignità e della
sua missione, disobbedisce al comando di Dio e mangia il frutto
della conoscenza del bene e del male pensando, in questo modo, di farsi uguale a Dio senza Dio. Ha ritenuto, l’uomo, che la presenza di
Dio fosse per lui un impedimento,
un ostacolo, un limite insopportabile e ha tentato la scalata al cielo con
le sue sole forze. Il risultato è quello che la pagina della Genesi ci presenta: un uomo che si rende conto
di essere nudo e quindi indifeso;
che si nasconde da Dio perché sa di
essere colpevole; che fa ricadere la
colpa alla donna perché non ha il
coraggio di prendersi le sue responsabilità. Il peccato è la prima azione che il libro della Genesi attribuisce all’uomo: nel racconto successivo l’uomo farà figli, coltiverà i
campi, alleverà animali, inventerà
la cetra e il flauto, lavorerà il bronzo e il ferro, costruirà città. Ma prima di tutto questo sta il suo peccato, la sua ribellione a Dio creatore.
È un modo chiarissimo per dire che
il peccato non si presenta come un
incidente di percorso fortuito ma
piuttosto come una scelta di fondo
che pone un’ipoteca inquietante
sulla storia dell’uomo. L’autore del
salmo 51 arriverà a dire: “Il mio
peccato mi sta sempre dinanzi…
nel peccato mi ha concepito mia
madre…”: per quanto io scruti nel
mio passato, non riesco a trovare
un tempo che fosse davvero libero
dalla presa del male. Siamo allora
senza speranza?
6
gennaio 2015
S
e fossimo abbandonati a noi
stessi, sì; saremmo costretti a
vedere la stretta del peccato che si
fa sempre più dolorosa e la nostra
schiavitù che diventa sempre più
umiliante. E invece, come avete
notato, noi abbiamo risposto alla
prima lettura pregando con il salmo
98 che recita: “Cantate al Signore
un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie… Il Signore ha fatto
conoscere la sua salvezza…
Acclami al Signore tutta la terra!”
Il motivo di questa gioia è spiegato
nella seconda lettura, dove ci viene
detto che, in Cristo, Dio “ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati
davanti a lui nella santità.” Non è
vero, dunque, quello che temevamo, che la prima parola sulla vita
dell’uomo fosse quella del peccato;
prima del peccato, prima ancora
della nostra esistenza, Dio ci ha
pensati, voluti, amati, chiamati a
essere santi e immacolati davanti a
Lui. Siccome l’amore di Dio precede il peccato dell’uomo ed è quindi
senza condizioni, non c’è nulla che
possa bloccarlo o impedirlo o cancellarlo. L’uomo rimane davanti a
Dio come creatura amata, nonostante tutto.
a solennità di oggi ci vuole porre davanti questa nostra condizione piena di speranza e lo fa invitandoci a contemplare la figura di
L
Maria Santissima. Lei, donna umile
e povera, sta davanti a Dio come
creatura immacolata, senza macchia di peccato o di falsità o di
egoismo; sta in mezzo a noi come
punto luminoso di salvezza e quindi come fondamento di speranza. Il
messaggio della solennità di oggi è
quindi positivo: la grazia di Dio sta
prima del peccato dell’uomo.
Perciò non siamo condannati a subire il dominio incontrastato del male; abbiamo, in Cristo, la possibilità di vincere il male col bene, di rispondere in pienezza alla nostra vocazione. La santità e l’amore, non il
peccato e l’egoismo sono il nostro
destino.
n Maria vediamo quello che la
grazia di Dio rende possibile alla
creatura umana quando trova in lei
la corrispondenza della fede. La
grazia è puro dono; ma, come tutti i
doni di Dio, non esonera dall’impegno personale; al contrario rende
possibile questo impegno. Maria
non è vissuta «di rendita» come se
la grazia iniziale di Dio la esonerasse dalla sofferenza, dalla fatica,
dalla responsabilità di rispondere
ogni giorno di nuovo alla chiamata
di Dio. Al contrario, tutta la vita di
Maria è stata un cammino progressivo attraverso il quale ella ha interiorizzato il dono di Dio, lo ha fatto
diventare suo nei sentimenti, nei
desideri, nelle decisioni: solo così
la vocazione divina è diventata esistenza umana concreta. Ebbene,
quello che vediamo realizzato in
Maria lo desideriamo per noi: che
la grazia di Cristo, la redenzione
che Egli ha compiuto diventi operante anche nei nostri pensieri e
nelle nostre azioni. Già il sapere
che questo è realmente possibile è
un messaggio consolante di cui
oggi abbiamo urgente bisogno.
segni del declino sono purtroppo
chiari nella nostra società. E non
si tratta solo della stagnazione eco-
I
I
Parole del Vescovo
nomica con i suoi effetti dolorosi di
povertà: si tratta del costume civile,
del modo di sentire e di operare, del
modo di vivere i rapporti col prossimo, della sanità, della vita politica, economica e culturale. Sarebbe
doloroso e forse inutile elencare i
segni di questo declino; i mezzi di
comunicazione ce li ricordano spietatamente: la corruzione, la litigiosità, la paura, la tendenza a dare la
tutta la colpa agli altri, l’illusione
che ci siano provvedimenti magici,
capaci di sanare tutte le situazioni...
Non c’è bisogno di continuare; preferisco ricordare che non esiste un
declino fatale, ma solo un declino
che deriva dalle nostre scelte stupide o egoiste; che quindi è possibile
invertire la direzione di marcia e
scegliere e costruire pazientemente
un cammino di autentico progresso
umano. Ma bisogna diventare persone autentiche, cioè persone che
mettono la verità prima delle proprie opinioni, che mettono il bene
prima del successo o dell’interesse.
E che considerano il bene di tutti
come prevalente rispetto al bene individuale o di una parte. Se non
facciamo questa conversione fondamentale e se non riprendiamo ogni giorno daccapo la responsabilità di comportarci onestamente, secondo verità e giustizia, non c’è
grande speranza. E dobbiamo fare
questo con realismo, rendendoci
conto che il male nella società c’è e
che questo male sta producendo e
purtroppo produrrà ancora sofferenze ingiuste. Il sistema legale, il
sistema di polizia sono necessari
per impedire danni maggiori ma
non sono certamente sufficienti a
creare una società buona. Per questo obiettivo ci vuole l’impegno di
ciascuno e la solidarietà di tutti.
Sapendo che in ultima analisi il
male può essere vinto solo da un
bene che lo annulli con una forza
più grande. È quella che il vangelo
presenta come “legge della croce”.
Inchiodato sulla croce Gesù ha
subito l’ingiustizia, il tradimento, il
rinnegamento, l’abbandono. E nonostante questo non è diventato
ingiusto, violento, cattivo: ha consegnato la sua vita al Padre e ha
confermato la sua volontà di amore
ma è un dogma giustificato?
verso tutti, anche verso coloro che
Togliere la trascendenza significa
l’avevano condannato ingiustainevitabilmente attribuire un valore
mente. È su questa strada che il
esagerato alle cose del mondo; la
vangelo fa intravedere la possibiliconseguenza è che la pubblicità
tà della redenzione e quindi di un
diventa un nuovo ‘vangelo’ che
promette felicità e realizzazione
futuro sottratto a un esito infausto.
personale attraverso l’uso di un
possibile questo? È possibile se
profumo, di un vestito o di uno
il cuore dell’uomo rimane asmartphone.
perto a Dio, al valore primario del
Pensiamo davvero che la felicità si
suo amore, al fondamento certo
trovi al termine di questa strada? E
della sua giustizia. Supponiamo –
se no, come interrompere un camcome dicono alcuni – che il mondo
mino che ci conduce irrimediabilsia tutto e che non esista nulla oltre
mente verso l’infelicità, l’insoddiall’esperienza che facciamo qui,
sfazione? La liturgia fa il possibile:
adesso; non ne verrà, come conseci pone davanti come modello una
guenza, il fatto che il successo
donna povera ma santa, umile ma
mondano acquisterà un valore asgrande, aperta al compimento del
soluto? Che non c’è nulla che lo
disegno di Dio sul mondo e capace,
possa relativizzare? Come giustifiin questa prospettiva, di mettere in
care, allora, i sacrifici che le situagioco la sua vita, il suo benessere.
zioni concrete di vita possono riIl Signore ci doni la medesima lucichiedere? Perché dovrei rinunciare
dità e generosità. Il futuro del mona un’occasione immediata di sucdo appartiene a chi sarà capace di
cesso personale per permettere e
incarnare nella sua esistenza spefavorire un possibile miglioramenranze più grandi e più vere.
to futuro nella vita degli altri? Agli
inizi del suo pontificato Benedetto
XVI aveva invitato a impostare la
vita e la convivenza sociale “come
se Dio ci fosse”.
Voleva dire che il
riferimento a Dio,
a un Dio trascendente, è essenziale
perché l’amore dei
beni terreni e immediati rimanga
sano, equilibrato, e
non si avvilisca
nella meschinità
del possesso avido
o nel degrado di
una violenza quotidiana.
uesto invito Programma:
ore 9,00 - Accoglienza e preghiera
provocatorio
ore 9,45 - Intervento di Suor Benedetta
del Papa è stato
ore 11,00 - Dialogo con l'assemblea
lasciato
cadere
perché si è sconore 12,00 - Conclusione
trato con il dogma Luogo:
Centro Pastorale Paolo VI,
che Dio debba rivia Gezio Calini 30, Brescia.
manere fuori dalParcheggio interno, girando a destra
la vita pubblica;
dopo il portone principale.
È
Q
gennaio 2015
7
Catechesi spicciola:
Arte e Bibbia
a cura di Boni Silvia
Con questa vetrata (nona fila di vetrate da sinistra, nella navata) lʼartista
ci accompagna tra le vicende dei grandi profeti dellʼAntico Testamento.
Il percorso inizia dal profeta Daniele che operò, a nome di Dio, durante lʼesilio del
popolo ebreo a Babilonia nel 600 a.C. circa.
1 - I tre giovani nella fornace
(Dn 3)
In quei tempi il re Nabucodonosor fece costruire una grande statua dʼoro da adorare e chiunque
non lʼavesse fatto doveva essere ucciso in una fornace ardente. Accadde che tre giovani ebrei, tra
cui Daniele, si rifiutassero di adorare la statua “…sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può
liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse,
sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto”.
(Dn 3,17-18) Il re li fece gettare nella fornace e si assicurò che il calore fosse
molto alto perché non avessero scampo, ma “…lʼangelo del Signore, che era
sceso con Azaria e i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro il fuoco della
fornace e rese lʼinterno come se vi soffiasse dentro un vento pieno di rugiada.
Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male”. (Dn 3, 49-50) A quel
punto i giovani intonarono un cantico di lode che da secoli si ripete nella liturgia
delle Ore la domenica e nelle altre feste. (Dn 3, 52-90)
2 - Daniele nella fossa dei leoni (Dn 6)
Sembra che per Daniele, lʼebreo, non ci sia pace, infatti nonostante fosse ritenuto dal re Dario “superiore a tutti gli altri funzionari, perché aveva uno spirito
straordinario…” (Dn 6,4), corse un pericolo immane e venne salvato solo dallʼintervento divino. Dario emanò un editto in cui si proibiva ad ognuno di adorare
altro dio se non lui, “Daniele, quando venne a sapere del decreto del re, si ritirò in casa. Le finestre della sua stanza si aprivano verso Gerusalemme e tre
volte al giorno si metteva in ginocchio a pregare e lodava il suo Dio, come era
solito fare anche prima”. (Dn 6, 11).
Gli altri funzionari, invidiosi del successo di Daniele, avvisarono il re ed egli fu
costretto a condannare il giovane ebreo ad una morte orribile: la fossa dei leoni.
“La mattina dopo il re si alzò di buon'ora e allo spuntare del giorno andò in fretta alla fossa dei leoni. Quando fu vicino, il re chiamò Daniele con voce mesta:
"Daniele, servo del Dio vivente, il tuo Dio che tu servi con perseveranza ti ha
potuto salvare dai leoni?". Daniele rispose: "O re, vivi in eterno! Il mio Dio ha
mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni ed essi non mi hanno fatto
alcun male, perché sono stato trovato innocente davanti a lui; ma neppure contro di te, o re, ho commesso alcun male". (Dn 6,20-23) Da quel momento Dario
promulgò un nuovo editto per tutto il suo vasto regno, dʼora innanzi si doveva
adorare e temere il Dio di Daniele “…perché egli è il Dio vivente, che rimane in
eterno; il suo regno non sarà mai distrutto e il suo potere non avrà mai fine. Egli
salva e libera, fa prodigi e miracoli in cielo e in terra: egli ha liberato Daniele
dalle fauci dei leoni". (Dn 6, 27-28)
3 - La vicenda di Susanna accusata ingiustamente (Dn 13)
8
gennaio 2015
Tutto il capitolo 13 è occupato da questa vicenda diremmo oggi “ scabrosa” in
cui si mescolano passioni torbide e slanci generosi di fede e coraggio. Susanna
era una donna di rara bellezza e timorata di Dio, moglie di un uomo importante
a cui tutti i Giudei si rivolgevano nel bisogno. Tra le persone che frequentavano casa sua cʼerano
due anziani, capi del popolo, che si invaghirono di Susanna e cercarono di tenderle un tranello per
unirsi a lei. “Susanna entrò, come al solito, con due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva caldo. Non c'era nessun altro al di fuori dei due anziani, nascosti a spiarla”. (Dn 13,1516) Gli uomini la importunarono e minacciarono, ma Susanna resistette e gridando a gran voce
richiamò altre persone.
I due anziani offesi da questo decisero di accusarla ingiustamente di adulterio testimoniando che
un giovane si era unito con lei. Il destino di Susanna era ormai scritto, doveva morire per espiare la
colpa dʼadulterio, ma “il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele, il quale
si mise a gridare: "Io sono innocente del sangue di lei!". Tutti si voltarono verso di lui dicendo: "Che
cosa vuoi dire con queste tue parole?". Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: "Siete così
stolti, o figli d'Israele? Avete condannato a morte una figlia d'Israele senza indagare né appurare la
verità! Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei". (Dn 13,45-49)
Grazie a Daniele la verità venne a galla e i due anziani vennero uccisi secondo la legge di Mosè.
“In quel giorno fu salvato il sangue innocente. Chelkia e sua moglie resero grazie a Dio per la figlia
Susanna, insieme con il marito Ioakìm e tutti i suoi parenti, per non aver trovato in lei nulla di vergognoso. Da quel giorno in poi Daniele divenne grande di fronte al popolo”. (Dn 13,62-64)
Spiritualità
(a cura di don Bruno)
L’ARCO DELLA VERITÀ
ʼè un rischio nella preghiera del cuore: lʼintimismo: Dopo le prime difficoltà, si sta così bene
C
con Dio che viene voglia di ripetere come Pietro:
male un dovere, la prima cosa da fare è mettere
nelle mani di Dio le persone che ho danneggiato,
implorare da Dio la forza della riparazione completa,
implorare forza, luce e senso di responsabilità.
Questo è certo già un riparare.
Poi è urgente pianificare con la luce di Dio un programma di riparazione concreto, immediato, deciso.
Pianificare un cammino. Si capisce che un cammino
esige tempo, ma fare i preparativi del viaggio, lʼandare a comprare il biglietto e stabilire lʼorario di partenza è già iniziare il viaggio. Lʼimportante è osservare lʼonestà e la schiettezza.
La preghiera del cuore non si può intraprendere giocando a nascondino con le nostre responsabilità. La
preghiera del cuore è un proiettarsi diretto nellʼamore di Dio. Come è possibile senza la volontà di mettersi a posto con lui?
Allʼinizio è prudente non cominciare mai la preghiera del cuore senza questa verifica: senza passare
sotto lʼarco della verità.
Più avanti forse ogni cosa si semplifica. Si può andare ai problemi che ostacolano il nostro rapporto
con Dio facendo il punto della verità, prima o durante o dopo la preghiera del cuore. Può anche succedere che chi si abitua alla preghiera del cuore acquisti a poco a poco una luce così viva sulle proprie
miserie che non ha bisogno di molto tempo per esaminarsi e concentrarsi.
Anzi, appena spunta una mancanza, subito la spia
rossa si accende e la buona volontà risponde, e
tutta la giornata, anche fuori della preghiera, è utile
per la purificazione.
«Facciamo qui tre tende...». E si può dimenticare
qualche problema molto importante.
Il problema per esempio di regolare prima i debiti
con Dio, di vedere in faccia le cose pratiche che non
vanno, di togliere le maschere ai nostri fariseismi, di
sistemare i disordini e tutte le cose che dispiacciono
a Dio.
Il rischio dell'intimismo cʼè, anche se non bisogna
esagerarlo. Il motivo di fondo è che lo stare in silenzio davanti a Dio, cercando di amare, è un impegno
così arduo che non ci lascia convivere con le nostre
miserie. Appena ci si cala nel mondo della luce le
nostre ombre subito appaiono, e immediatamente
sentiamo lʼorrore della nostra indegnità.
Occorre partire bene, e per entrare nella preghiera
del cuore bisogna prima di tutto passare sotto lʼarco
della verità. Bisogna fare in noi la verità, bisogna
mettere il dito sulla piaga, bisogna purificarsi, entrare nei problemi che scottano e mettere ordine.
Accettarsi, pentirsi, riparare
Le nostre miserie vanno accettate. Senza questo
passo preliminare non cʼè pentimento, non cʼè purificazione. Devo essere schietto, limpido, prima di
tutto con me stesso se vorrò esserlo con Dio.
Allora devo calarmi dentro i miei lati negativi con
molta oggettività e anche fiducia. Sono lì davanti a
Dio per mostrargli il mio amore, Dio non mi aiuterà a
uscire dalle mie miserie?
Fatta la verità in me, non basta ancora: devo pentirmi. Non è questione di parole, anche se qualche paESERCIZIO PRATICO di PREGHIERA
rola ci sta bene per esprimere il mio rincrescimento.
Faʼ preghiera vocale attenta rivolta allo Spirito.
Ma vista la miseria in me, la tentazione che viene è
Chiedi che lo Spirito ti induca a far la verità dentro
di respingere il problema, o ignorandolo, o aggirandi te.
dolo, o proiettandolo fuori di me; oppure si è tentati
Poi rivolgiti al Cristo e rivivi la scena di Marta e Madi piagnucolare sulla propria debolezza. Questo è
ria. Crea con lʼimmagine la scena in tutti i suoi parfacile, ma non è pentirsi.
ticolari. SantʼIgnazio lo consigliava molto per la
Pentirsi significa uscire. Pentirsi significa volontà di
meditazione profonda del Vangelo, lo chiamava:
combattere. Allora ecco la terza fase, la più impor«Far la composizione del luogo». Ciò che più imtante del pentimento: riparare.
porta mentre fai il tuo esercizio di ascolto, è che tu
Certo, quasi mai si può riparare su due piedi a una
punti al pratico:
mancanza in modo completo. Una riparazione può
«Maestro, che cosa vuoi dirmi con questa pagiessere molto complessa. Esige ponderazione, senna?». «Maestro, ti sto ascoltando veramente?».
so di responsabilità, concretezza e a volte prudenPrendi le tue decisioni pratiche.
za.
Poi orienta al Padre il tuo cuore. Ama e faʼ silenzio.
Però una cosa è certa: se non posso riparare in
Implora solo:
modo adeguato, posso sempre cominciare con
«Padre, che cosa vuoi da me?
decisione a impostare i primi passi concreti della
Non la mia, ma la tua volontà sia fatta!».
riparazione.
Il primo è certaO Signore, dammi tutto ciò che mi conduce a Te.
mente la preghiera. Se ho
O Signore, prendi tutto ciò che mi distoglie da Te.
recato danni, se
O Signore, strappa anche me da me e dammi tutto a te. (E. Stein)
ho
compiuto
gennaio 2015
9
Il Co.Vo.
IL CO.VO.
(Comunità Vocazionale)
D
a tempo c'è un bel desiderio nel cuore dei
sacerdoti della zona pastorale di Lumezzane: il COVO.
Già solo il nome incuriosisce ed un po' intimorisce. Ma di cosa si tratta in realtà?
È una proposta rivolta agli adolescenti maschi
delle parrocchie di Lumezzane e si realizzerà
a partire da gennaio in un appartamento messo a disposizione della parrocchia di Pieve.
Si tratta di costituire una "Comunità Vocazionale" - CO.VO. - (sul modello di quella già avviata a Breno) che sul territorio divenga luogo e tempo di riferimento per un
percorso di animazione e discernimento vocazionale.
Non è da confondere con un seminario locale,
ma risponde all'esigenza di incoraggiare e
motivare una proposta seria e coraggiosa per
gli adolescenti in ordine alla propria vita intesa come vocazione.
Si vuole infatti offrire un percorso stabile di
incontri (una volta al mese) che, inserendosi
nel vissuto ordinario degli adolescenti (scuola, sport, corsi...) e nel contesto della vita parrocchiale, aiuti a maturare alcune scelte tenendo seriamente in conto la ricerca della
volontà di Dio.
Niente di straordinario quindi, ma una concreta occasione di incontro che fa leva sugli
strumenti classici della preghiera, della condivisione comunitaria, dell'accompagnamento spirituale.
Il COVO è una proposta ben vista in Diocesi
dal Vescovo di Brescia Luciano Monari e si
pone l'obiettivo di sollecitare l'animazione
vocazionale sul territorio, in un periodo in cui
non è facile fare scelte importanti e consapevoli, offrendo occasioni di incontro e, soprattutto, di discernimento.
Gli incontri si svolgeranno dalla conclusione
delle lezioni scolastiche del venerdì fino alla
mattina successiva, salvo indicazioni diverse
da parte dei genitori.
10
gennaio 2015
Il percorso della Comunità Vocazionale di
Lumezzane è programmato secondo il seguente calendario:
9-10 gennaio
13-14 febbraio
20-21 marzo
10-11 aprile
15-16 maggio
Ci sono già dei ragazzi coinvolti e chiunque
fosse interessato si faccia avanti rivolgendosi
ai sacerdoti.
CORSO BIBLICO
dellʼunità Pastorale
IL LIBRO DEI LIBRI.
PER COMPRENDERE LA BIBBIA
Corso biblico coordinato dal
Prof. Don Flavio Dalla Vecchia
presso lʼOratorio di S. Apollonio
IL PROGRAMMA SARÀ TRIENNALE E
DIVISO PER SEZIONI
2a SEZIONE
Martedì 13 - 20 - 27 gennaio
e 3 febbraio 2015
ore 20,30 - a S. Apollonio
Consegna in Segreteria Parrocchiale
la tua iscrizione
IL CORSO È APERTO A TUTTI
Diacono permanente
UN NUOVO DIACONO
PERMANENTE A LUMEZZANE
«Essere servo di tutti, l'ultimo fra gli ultimi!»
È questo il motto di Giovanni
Bonomi, 54enne impiegato
tecnico valgobbino ordinato
diacono permanente dal Vescovo Luciano.
Una scelta di vita, uno splendido sacrificio fatto insieme
alla famiglia maturato dopo
un'esperienza fortissima.
Sposato con due figli (Fabiola e Mirco), Bonomi fu colpito
da un forte arresto cardiaco
10 anni fa, sopravvivendo per
miracolo.
Molta fortuna disse l'infermiera che si prese cura di lui in
quei giorni difficili.
«Fortuna o un disegno del
Signore? Se sono vivo è perchè Lui lo ha deciso».
La malattia e stata una svolta, la chiave per capire il disegno preparato per lui dall'Onnipotente.
L'avvicinamento all'ambiente
oratoriano e alla parrocchia,
prima come barista e poi come catechista degli adulti nel
percorso dell'ICFR.
Da qui la creazione di un
gruppo famiglia ancora attivo
e presente nell'oratorio valgobbino.
Su consiglio di don Fabrizio
Gobbi, Giovanni Bonomi decise di entrare in università e
seguire il percorso verso il
diaconato permanente.
Un cammino pieno di gioia, di
sacrifici fatti insieme alla famiglia e soprattutto con la
moglie Marilena, la donna
che da sempre lo sostiene.
«Durante la malattia mi sono
reso conto di non essere onnipotente — confessa il diacono Giovanni — e attraverso la preghiera e la riflessione il Signore mi ha indicato
cosa voleva da me».
La cerimonia per l'ordinazione si è svolta presso la parrocchiale di Sant'Apollonio alla presenza del Vescovo Luciano.
«È stata una cerimonia davvero molto intensa e carica di
emozioni.
Sono stato fortunato ad essere ordinato nella Parrocchia
in cui sono cresciuto (Bonomi
è stato l'unico diacono ordinato nel 2014, ndr) e - continua Bonomi — voglio ringraziare tutta la comunita e le
persone che mi hanno seguito e formato in questo cammino».
Una Messa molto particolare
che ha raggiunto l'apice durante la «Prostrazione».
«Nonostante fossi in mezzo
alla comunità — racconta il
nuovo diacono — mi sono
sentito io.
È stato il momento più intenso ed intimo, dove ho sentito
forte mente la presenza del
Signore».
A parlare a nome della comunità di Sant'Apollonio e don
Andrea Maffina che elogia
Giovanni Bonomi.
«Nonostante abbia avuto
molte difficoltà è stata una
persona capace di rialzarsi
con la forza della famiglia e
del Signore.
Siamo davvero una comunità
in festa per il nostro diacono!»
Alessio Andreoli
gennaio 2015
11
(Incontri per la «BELLA» età)
Dalla Parrocchia
S
iamo giunti alla conclusione di questo anno con alcune iniziative che, pur semplici,
hanno creato spirito di condivisione, amicizia,
serenità.
Nonostante lʼetà, è stato messo in pratica il
detto: “Mens sana in corpore sano”: infatti
il nostro “MAESTRO Giulio” è riuscito ancora una volta a far eseguire al gruppo esercizi
ginnici adeguati, dimostrando che il movimento delle varie parti del corpo è sempre
importante per attivare le nostre cellule.
In occasione della S. Lucia abbiamo festeg-
giato lʼonomastico delle signore presenti (Lucia Saleri e Lucia-Elvira Fanti)
ed in particolar modo il compleanno di
Angela Ghisi che ha compiuto 90
anni! Un bel traguardo. Dimostra tuttora uno spirito vivo: proprio un esempio di “Bella Età”.
Mercoledì 7 Gennaio: Catechesi
Mercoledì 14 Gennaio: Gioco della memoria
Mercoledì 21 Gennaio: Festa dei Patroni con
Cruciverba
Mercoledì 28 Gennaio: Tombolissima
In prossimità delle feste di Natale abbiamo avuto come ospite il signor Renato
Ghidini, un altro poeta dialettale del nostro
paese.
Poesie commoventi alternate dai canti accompagnati con maestria da Bimbo, hanno
permesso di vivere serenamente il clima natalizio.
Il pomeriggio si è poi concluso con gli auguri
dei bambini del Gabbiano che hanno lasciato
in dono un piccolo lavoretto da loro confezionato.
12
gennaio 2015
Centro Volontari Sofferenza
C.V.S.Lumezzanese
«
Un cristiano porta pace
agli altri. E non solo pace,
ma anche amore, bontà, fedeltà e gioia».
Con queste parole di Papa
Francesco, che richiama la vocazione ad “Amare di più”
secondo il carisma del Centro
Volontari della Sofferenza, il
Gruppo d’Avanguardia di Lumezzane desidera porgerti auguri sinceri di un Santo Natale e Felice Anno Nuovo.
Con l’occasione, desideriamo
ricordarti che il 2015 sarà un
anno davvero speciale per
noi. Infatti, festeggeremo il
50° di presenza del CVS a Lumezzane, nel ricordo dell’amata “zia Ester”.
1964 - 2014
50°
co Saleri e animato dal Coro “Voci Incanto”, entrambi hanno
accolto con straordinario entusiasmo l’idea.
Altri eventi
Ostensione della Sindone straordinaria dedicata al mondo della
malattia e disabilità (in data da definire)
Esercizi Spirituali a Re (con i vari settori)
Cogliamo l’occasione per augurarti
un sereno Natale e un felice anno nuovo.
Patrizia Simonelli
A nome del Gruppo d'Avanguardia di Lumezzane
Per renderle omaggio in modo degno desideriamo farti
partecipe di due eventi:
Al nostro pellegrinaggio
pasquale a Lourdes
(31 marzo 2015 7 aprile 2015)
Vorremmo chiamare a raccolta
tutti coloro che vi hanno partecipato negli anni passati, nelle
varie generazioni e che hanno
sempre fatto da fulcro fondamentale per la buona riuscita
dell’organizzazione, grande
esempio di carità civuessina e
cristiana per la nostra diocesi
bresciana.
Festa del 50°
8 novembre 2015
ti invitiamo a trascorrere con
tutti noi la giornata nella Parrocchia di Sant’Apollonio, con
la santa Messa, il pranzo e la
partecipazione al Musical
scritto da Fiorella Elmetti
“Come Vivere una Sinfonia”, diretto ed interpretato
dall’artista lumezzanese Frangennaio 2015
13
Testimone della Fede
Servo di Dio
OSCAR ROMERO
EL SALVADOR è la più piccola repubblica centroamericana, ma è anche
la più densamente popolata, una terra
continuamente espropriata, fin dal
tempo dei conquistatori spagnoli.
EL SALVADOR era conosciuto come
la “Repubblica delle quattro famiglie”
che pretendevano indentificarsi non
solo con lo Stato, ma persino con la
Chiesa.
Agli inizi dell’800, c’era una scarsità di
sacerdoti: il potere politico s’era a lungo attribuito il patronato sulla nomina dei vescovi, condizionando pesantemente l’episcopato e la
lotta per liberarsene era stata lunga ed estenuante.
Ma le cose mutarono rapidamente quando soffiò
il vento rinnovatore del Concilio Ecumenico Vaticano II e s’impose il magistero sociale di Papa
Paolo VI.
Cominciò allora a formarsi un movimento sociale
cattolico organizzato, cominciarono a nascere sindacati cristiani, e fiorirono le cosidette «comunità di base» che cercavano di risvegliare le coscienze dei credenti.
In questo complesso e complicato panorama,
Oscar Romero non era mai stato un personaggio
di primo piano, proveniva da una famiglia ricca
solo di otto figli, riuscì a frequentare il seminario
diocesano, per l’interessamento del sindaco.
Divenne sacerdote, e poichè era dotato di una
forte intelligenza, fu inviato a Roma per studiare
teologia all’Università Gregoriana.
Per i primi 23 anni di sacerdozio, Romero si dedica ad un intenso apostolato parrocchiale. É un
tipo introverso, piuttosto scrupoloso e rigido, ma
si fa amare perchè spende ogni energia per la sua
parrocchia che diventa una delle più fiorenti della
zona: crea l’oratorio giovanile, cura la devozione
popolare, si spende per i poveri, si interessa dei
carcerati, visita spesso i malati dell’ospedale cittadino.
Nel 1967 fu nominato segretario della Conferenza Episcopale Salvadoregna e l’anno successivo venne consacrato vescovo.
Erano gli anni della contestazione postconciliare,
e Romero si sentiva in totale sintonia con Papa
Montini, il Concilio Vaticano II era stato una
“bella primavera” ma nella Chiesa si era infiltrato “uno spirito di autodemolizione”.
Subito volle recarsi a Roma per incontrare il Papa
e ne ebbe conforto e sostegno.
14
gennaio 2015
L’uccisione dell’amico gesuita, padre
Rutilio Grande, martirizzato assieme a
un contadino anziano e un bambino, lo
portò a rivendicare la giusta liberazione
di cui la Chiesa deve farsi portatrice e il
doversi convertire ogni giorno, aderendo sempre di più e sempre meglio a
Cristo.
Così col cuore straziato, Romero, si
dedicò a non fare denunce, ma ad insegnare alla sua povera gente la bellezza
del sapere offrire quotidianamente la
propria esistenza. Romero rifiutava la violenza da
qualunque parte provenisse e gridava a gran voce,
nelle sue omelie, che c’era una sola violenza lecita
ed auspicabile: la violenza dell’amore.
Purtroppo la sistuazione sociale era a tal punto
corrotta che “fare catechismo” era già “fare politica”.
Una delle sofferenze più grandi di Romero fu la
visita a Giovanni Paolo II a Roma subito dopo la
sua elezione. Avrebbe voluto raccontare tutti i disagi dei suoi preti e dei suoi cristiani, ricevere
conforto e sostegno, ma non si sentì del tutto
compreso.
In un secondo incontro, l’anno successivo, si capirono meglio e Romero potè spiegare al Pontefice
la complessità della situazione sociale e politica in
cui era costretto a vivere e si lasciarono con un
grande abbraccio. Ormai l’Arcivescovo incarnava
in sè la voce di Dio e la voce del suo popolo. La sua
omelia domenicale era sempre un commento
fedele ed appassionato alla Parola di Dio, offerto
come conforto ai poveri, e gli oppressi e come giudizio e richiamo alla conversione per i violenti. La
notorietà di Romero era grande, era diventato
celebre, ma sapeva che la sua fine era decisa.
Infatti il 24 marzo 1980, mentre celebrava la
messa, fu ucciso e durante i suoi funerali, altre 4
persone persero la vita.
Fu come la rottura di una diga e l’intero paese
cadde nel baratro di una guerra civile che avrebbe
fatto in 12 anni, più di 80.000 vittime.
Romero non ebbe seguaci e la sua storia è stata
usata ideologicamente dagli uni e dagli altri; forse
solo ora si comincia a riconoscerla ed a rispettarla come un mistero sacro, un mistero iniziato in
Terra Santa, pellegrino nel 1956 e a Gerusalemme, aveva scelto di passare tutte le notti nell’orto degli ulivi.
Si sentiva destinato, in ogni senso, alla Passione.
Luigina Tognoli
Paolo VI
3
Il Papa che ha rinnovato la Chiesa
di Teresio Bosco e Gianni Foccoli
NOTA BIOGRAFICA
1939 -10 febbraio: morte di Pio XI.
Monsignor Montini fu il primo ad
essere chiamato al capezzale del morente
alle ore 4 del mattino.
2 marzo: elezione a Pontefice del Cardinale
Eugenio Pacelli con il nome di Pio XII.
24 agosto: radiomessaggio al mondo per scongiurare la guerra.
Dalle minute degli archivi della Santa Sede si può ricostruire la
parte che ebbe Montini nella stesura del radiomessaggio:
«Nulla è perduto con la pace! Tutto può esserlo con la guerra!».
Istituzione dell'Ufficio Informazioni del Vaticano per i prigionieri di guerra.
1943 - 12 gennaio: morte del padre Giorgio.
17 maggio: morte della madre Giuditta.
19 luglio: bombardamento del quartiere di San Lorenzo. È
a fianco del Papa che uscì dal Vaticano immediatamente per raggiungere le vittime.
1951 - agosto: viaggio nell'America settentrionale e nel Canadà.
1952 - 29 novembre: nominato Pro-Segretario di Stato per gli
Affari Ordinari.
1954 - 1° novembre: eletto Arcivescovo di Milano, successore
del Cardinal Schuster.
12 dicembre: consacrato Vescovo in San Pietro, messaggio radiofonico di Pio XII indisposto per ragioni di salute.
1955 - 6 gennaio: ingresso solenne in Diocesi.
15 febbraio: prima lettera pastorale Omnia nobis est Christus.
8 settembre: inizio visite pastorali (820 parrocchie visitate).
1957 - 5-24 novembre: grande Missione di Milano sul tema Dio
Padre. (540 predicatori, 2 cardinali, 24 vescovi). Costruzione
chiese: 123 le sue chiese. Fondazione sud-Rhodesia missione
africana della Diocesi di Milano.
(continua)
Il grande mattatoio
di 5 anni di guerra
Nel 1914, il mondo precipitava in una catastrofe immane: la Prima Guerra Mondiale:
Austria e Germania contro Francia, Inghilterra
e Russia. Nei cinque anni di massacri, alla
catastrofe si uniranno I'Italia e gli Stati Uniti.
Risultato finale: 10 milioni
di morti, 20 milioni di feriti e
mutilati.
Fu un mattatoio insensato.
Lo stesso Winston Churchill, ministro della marina
inglese, nelle sue Memorie chiamerà la Prima
Guerra Mondiale "la guerra
più inutile che fu mai combattuta".
Ma quando nel 1917 il Papa Benedetto XV, in un
pubblico documento, definì
quella guerra "l'inutile stra- Papa Benedetto XV
gennaio 2015
15
ge", fu coperto
di insulti.
I ministri che si
arricchivano
col
mercato
delle armi, i
generaloni che
spingevano
fuori delle trincee le file infiniPrima guerra mondiale:
te di soldati
soldato in trincea
mandandoli a
farsi falciare dalle mitragliatrici, gridarono sui
giornali che il Papa era "un disfattista", "uno
che toglieva il coraggio ai soldati", "uno che
non capiva la gloria della morte in combattimento".
La "gloria" fu tanta che, per sgombrare le sterminate pianure tra Francia e Germania dai
cadaveri di cui erano piene zeppe, si dovette
far venire un'enorme quantità di lavoratori
dalla Cina.
Papà Giorgio deputato cristiano
Papa Benedetto (che era stato Arcivescovo di
Bologna e sapeva quanto male avrebbero potuto evitare i cattolici nella vita politica) tolse
loro finalmente
la proibizione di
votare e di mandare i propri deputati al Parlamento.
Nel 1919 don
Luigi Sturzo
fondò il "Partito
Popolare", il primo partito cristiano,
chiamando a lottare
"per la giustizia
e la libertà gli
1925 - Iscrizione alle liste
uomini liberi e
elettorali di Battista Montini
forti".
(Archivio Storico, comune di
Giorgio Montini
Concesio - BS)
fu tra i primi ad
iscriversi, e nel 1920 i bresciani lo elessero
deputato al Parlamento.
Giovanni Battista, intanto, si impegnava negli
studi teologici necessari a chi vuol diventare
sacerdote e soprattutto preparava il suo cuo-re
a ricevere il dono della grazia per diventare un
degno ministro del Vangelo.
La prima Messa davanti
alla Madonna delle Grazie
Il 29 maggio 1920, nella Cattedrale di Brescia,
16
gennaio 2015
Giovanni Battista
Montini si prostra
con la faccia a
terra dinanzi all'altare, rivestito
del camice e della
stola traversa.
Piovono dall'organo le austere note
del canto gregoriano, e vengono
invocati ad uno
ad uno gli Apostoli e i grandi Santi
che in duemila
anni di Cristianesimo hanno portato dalla Palesti- Ricordo della prima Messa,
Brescia, 30 maggio 1920
na fino alle nostre
terre la parola e la fede in Gesù: Pietro, Paolo,
Andrea, Giovanni... Ambrogio, Carlo... Pallido
di emozione, Giovanni Battista si alza s'inginocchia ai piedi del Vescovo mons. Giacinto
Gaggia. Nel silenzio teso egli, successore degli Apostoli, pone le mani sulla testa e invoca
lo Spirito Santo perchè venga e consacri come
suo sacerdote Giovanni Battista Montini. Vicinissimi allʼaltare fanno corona mamma Giuditta, papà Giorgio, i fratelli Ludovico e Francesco.
Il giorno dopo don Giovanni Battista, vestito
della pianeta bianca ricavata dall'abito da sposa della mamma, celebra la sua prima Messa
all'altare della Madonna delle Grazie.
Da allora ritornò ogni volta che poteva, ai piedi
della Vergine: infatti sui registri delle Messe,
sono calcolate 232 sue firme (l'ultima fu nel
1963 per una
La Natività venerata
nel Santuario della Madonna breve sosta suldelle Grazie a Brescia
la via di Roma
dove lo aspettava il conclave
ad eleggere il
successore di
Papa Giovanni
e che una voce
ricorrente indicava nel Cardinale di Milano).
Gli sono intorno
tutta la famiglia
e un gran numero di amici.
Don
Angelo
Zammarchi,
amico di famiglia, tiene I'omelia che senza volerlo e una
Un momento di intimità con i genitori,
novembre 1922
grande profezia: ripete le parole che Zaccaria
disse tanti anni prima, alla nascita del suo figlio
san Giovanni Battista: "E tu bambino sarai
chiamato profeta dell'Altissimo, perchè andrai
innanzi al Signore a preparargli le strade, per
dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati".
I primi mesi
da diplomatico del Papa
Pochi mesi più tardi don Giovanni Battista e
papà Giorgio partono per Roma.
Papà entra in Parlamento come deputato del
Partito Popolare, don Battista entra all'Università Gregoriana, dove approfondirà gli studi
teologici già iniziati, e si
laureerà in Diritto Canonico (una disciplina che studia le leggi della Chiesa).
Vorrebbe frequentare anche I'Università statale per
laurearsi in Lettere, ma il
futuro cardinal Pizzardo,
Sostituto alla Segreteria di
Stato del Papa, vede in
questo giovane prete una
stoffa molto buona, e lo
chiama ad entrare nell'Ac- Don Battista Montini
cademia Ecclesiastica, dove la Santa Sede
prepara i suoi futuri diplomatici.
Dopo soli due anni (1923) don Giovanni Battista ha brillato talmente per lʼintelligenza acuta
e la prudenza nell'affrontare le situazioni difficili, che viene inviato come "addetto" alla Nunziatura Apostolica in Polonia, a Varsavia. È un
"posto" delicatissimo. La PoIonia ha riacquistato l'indipendenza solo nel 1918, e nel suo
territorio ci sono diverse province che da decenni erano state considerate territorio tedesco. Sta vivendo quindi un momento molto difficile della sua
storia.
In Germania un
furioso agitatore, Adolf Hitler,
ha fondato il
partito "nazional-socialista",
e nei suoi discorsi infuocati
sostiene che la
Polonia è un
territorio tedesco, che la
Germania deve
tornare a possedere. Ha tentato un colpo di
stato in Bavie- Come assistente generale della
ra, è stato arre- FUCI è al Congresso nel 1929
a Romano di Lombardia
stato e messo
in prigione. Ma tornerà presto libero. Tra pochi
anni Hitler diventerà il dittatore assoluto della
Germania, e per la Polonia inizieranno anni
durissimi.
A Varsavia don Battista Montini lavora bene,
ma il rigido clima della città lo mette k.o. Raffreddori, tossi, bronchiti paralizzano praticamente la sua attività, e deve essere richiamato a Roma.
Nei due anni 1924-25 riprende gli studi all'Accademia. Qualche anno dopo gli viene assegnata la cattedra di Storia della Diplomazia
Pontificia. Se la cava molto bene.
Nel giugno 1923 è destinato a Varsavia come
addetto alla Nunziatura
gennaio 2015
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Pensieri di Paolo VI
Montini, Papa attento ai poveri:
«La Chiesa desidera aiutarli»
La prima enciclica di un Papa dopo un concilio è «programmatica»: è come il primo
passo del cammino che desidera indicare alla Chiesa per mettere in pratica i documenti del Concilio. È affascinante scoprire che la prima enciclica di Paolo VI dopo il
Vaticano II fu la «Populorum Progressio» (26 marzo 1967), che ancora emoziona e
interroga e provoca: «Lo sviluppo dei popoli, in modo particolare di quelli che lottano
per liberarsi dal giogo della fame, della miseria, delle malattie endemiche, dellʼignoranza; che cercano una partecipazione più larga ai frutti della civiltà, una più attiva
valorizzazione delle loro qualità umane; che si muovono con decisione verso la meta
di un loro pieno rigoglio, è oggetto di attenta osservazione della Chiesa.
[…] La Chiesa trasale davanti a questo grido dʼangoscia e chiama ognuno a rispondere con amore al proprio fratello.
[…] I popoli ricchi godono di una crescita rapida, mentre lento è il ritmo di sviluppo di
quelli poveri. Una oligarchia gode, in certe regioni, di una civiltà raffinata, il resto della
popolazione, povera e dispersa, è “spesso costretta
a condizioni di vita e di
lavoro indegne della persona umana”.
[…] Esperta di umanità, la
Chiesa, lungi dal pretendere minimamente dʼintromettersi nella politica degli
Stati, “non ha di mira che
un unico scopo: continuare la stessa opera del
Cristo, venuto nel mondo
per servire, non per essere servito”.
[…] In comunione con le
migliori aspirazioni degli
uomini e soffrendo di
vederle
insoddisfatte,
essa desidera aiutarli».
gennaio 2015
Mons. Ennio Apeciti
Sacerdote di Milano
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LUMEZZANE
Mi sembra attinente all'approfondimento della conoscenza di Paolo VI,
il discorso da lui pronunciato al Consiglio Nazionale
del Centro Italiano Femminile evidenziandone le finalità.
Siamo orgogliose che proprio un Papa bresciano ci abbia riconosciuto
nel nostro ruolo di donne cristiane impegnate nel sociale.
A nome del CIF, Gabriella
AL CONSIGLIO NAZIONALE DEL
CENTRO ITALIANO FEMMINILE
Martedì, 14 aprile 1964
...Con piacere Sua Santità ricorda di essere
stato a fianco del CIF, quando iniziò il suo lavoro con le prime Presidenti che hanno prima
dʼora operato e i suoi sentimenti dʼallora sono
quelli di oggi: stima, fiducia e simpatia.
Il CIF ha una missione da compiere: si tratta
di una istituzione che interpreta bene i bisogni
di oggi e cerca di trarre dalla somma delle
energie femminili un fervore di apostolato fattivo e concreto.
Prima missione: coordinare. Mettere insieme forze associate di ispirazione cristiana per
ottenere unʼarmonia, una forza di bene nel
rispetto delle autonomie, ma anche nella
forza dellʼunità. Una somma nella quale gli
addendi restino quello che sono. Ma le idee e
gli sforzi comuni diano la gioia della sinfonia
spirituale e sociale. È una missione talvolta
faticosa, ma geniale e necessaria. Dovrebbe
essere facile per noi cristiani lavorare insieme. Se farà questo il CIF farà opera grande,
buona e costruttiva.
Una seconda manifestazione dellʼattività
del CIF è quella assistenziale: il suo lavoro
si è imposto anche in campo civile di fronte
alle pubbliche autorità ed ha fatto fiorire tante
opere. Si poteva forse credere che il compito
delle iniziative assistenziali venisse gradualmente ad esaurirsi, invece lʼesperienza dice
che ci sono stati vuoti da colmare. Il Santo
Padre ha avuto esperienza particolare di questo sussidio specializzato a Milano. Il CIF si è
presentato come istituzione benemerita,
feconda, moderna, provvidenziale. Tale attività deve continuare guidata da quella ispirazione che è propria del genio della donna cristiana.
Altra forma preziosa di attività svolta è lʼe-
ducazione sociale della donna. Si credeva
forse che lʼeducazione sociale di base della
donna fosse un bisogno temporaneo. Ma le
trasformazioni sociali, la vita comunitaria, i
nuovi obblighi della donna chiamata, alla pari
dellʼuomo, alla conversazione nazionale
dànno permanente attualità al problema. I
bisogni sono tali e la fenomenologia sociale è
così rapida, che coloro stessi che se ne intendono fanno fatica a poter seguire la quantità
e la qualità dei problemi. Tanto più faranno
fatica le donne, che hanno problemi di figli, di
casa, di preghiera...
Come si orienterà la donna?
Occorre una scuola, un movimento.
Ed ecco il CIF che qui vede il domani della
sua missione...
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Scuola dell’Infanzia e Nido
Dalla Scuola dell’Infanzia e dal Nido…
N
20
essuna festa cristiana è sentita dai bambini quanto il
Natale; con gioia costruiscono il
presepio e si incantano davanti a
questo bambino così umile e tenero deposto in una mangiatoia;
si commuovono guardando il
bue, l’asinello, i pastori, gli angeli, tutto parla della semplicità
di cuore, della disponibilità, dello stupore, caratteristiche che
corrispondono alla personalità
dei bambini.
Ma Natale è anche tempo di doni e di luce, quest’anno con i nostri bambini abbiamo approfondito proprio questi due segni caratteristici: IL DONO E LA
LUCE.
Il dono come ricordo del dono
che Dio fece all’umanità: Gesù,
e la luce perchè Natale è festa
della luce per gli uomini che
camminavano nelle tenebre.
Il nostro percorso è stato scandito da vari momenti:
❒ Abbiamo iniziato preparando
vicino al presepio il calendario dell’avvento,
❒ ogni giorno a turno abbiamo
incollato una stella dove abbiamo scritto un dono ricevuto da Dio e poi abbiamo parlato del dono della vita.
❒ Il racconto di una mamma
con il suo bambino appena
nato ci ha aiutato a riflettere
sull’importante dono della vita che abbiamo ricevuto
❒ abbiamo preparato un lavoretto in collaborazione con le famiglie per scambiarci reciprocamente un grazie
❒ Abbiamo realizzato una piccola lampada per illuminare
il nostro cammino e i nostri
cuori.
Il percorso si è concluso con il
momento di preghiera con le famiglie in chiesa seguito dallo
scambio di auguri presso l’oratorio.
gennaio 2015
il calendario dell’avvento
la nascita un dono…
noi un dono per i nostri genitori…
auguri e preparazione
delle lampade
A
nche al nido è stato costruito con i bambini il presepio, e si è
concluso il periodo natalizio accendendo con i genitori le luci
delle lampade che abbiamo preparato e poi portato a casa come
segno della gioia dei cuori da conservare portare nelle famiglie.
girotondo davanti al presepio
giochi sotto l’albero!
Dalla Parrocchia:
Casa della Giovane
Ultime notizie dalla Casa della Giovane…!!
Udite, udite…!!
Chi ha affermato che la
Casa della Giovane è «frequentata da pochi», e
«che non c’è vita?»
Basta entrarvi dal lunedì al
venerdì pomeriggio per
vedere bambini che giocano, studenti delle
medie e superiori riuniti a svolgere compiti; il
mercoledì pomeriggio è
frequentata dal gruppo
delle signore della
“Bella Età” e dai “chitarristi” guidati con passione da Bimbo; così pure
nelle ore serali sono presenti settimanalmente le
preziose “ricamatrici”,
il centro d’ascolto permanente del Mosaico,
senza contare i vari incontri serali di diversi gruppi o
nei pomeriggi del sabato o
domenica i bambini dei
compleanni.
Sempre, la domenica,
nel bar e non solo, si
vivono momenti di gioco, di incontro con relazioni amichevoli e
conviviali.
Ma la vita della Casa
della Giovane è data
soprattutto dai
bambini del
Gabbiano del
C.A.G. (Centro
di aggregazione
giovanile).
Grazie alle educatrici Orietta,
Manuela, Luana che sostengono il progetto educativo in collaborazione con
la comunità Parrocchiale e
le volontarie, i bambini che
ne fanno parte vivono ogni
giorno incontri sereni e
costruttivi.
Eseguono compiti e soprattutto utilizzano il tempo
libero con giochi organizzati o spontanei, inventano
attività creative, leggono,
manipolano realizzando
semplici lavoretti, compiono uscite comunitarie; il
tutto con lo scopo di
socializzare, valorizzare le regole della convivenza (il silenzio, le buone
maniere di reciproco rispetto…) e indirizzare
all’autonomia.
In questo periodo i bambi-
ni sono impegnati nel realizzare un simpatico spettacolo natalizio dal titolo
“Puuupazzi di neve”
avente per tema l’amicizia.
Come volontarie esprimiamo la nostra soddisfazione
per poter condividere la
bella esperienza di vivere
accanto ai bambini che
sono sempre fonte di reciproca crescita.
Cogliamo l’occasione per
esprimere a tutti gli auguri
più sinceri per un Sereno
Natale ed un buon
anno nuovo.
Gabriella
per le volontarie del G.A.G.
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V come Vocazione
a cura di Agnese F. Bianchi e Emanuela Nember
Dalla lettera Pastorale del Vescovo Luciano Monari
«In quest’anno pastorale 2014/2015 vogliamo essere attenti alle sollecitazioni che ci vengono dalla Chiesa Universale. Sarà un anno dedicato alla vita consacrata e Dio sa quanto sia
importante, in questo momento della nostra storia, cercare di capire e vivere nel modo
migliore questo straordinario dono di Dio al mondo»
Don VIGILIO ZANELLI
Parroco di Lumezzane San Sebastiano
D. Come è nata la sua vocazione?
R. Non c’e’ “un giorno della
conversione”. È stata una
scelta maturata lungo un percorso. Con la mia famiglia abitavo a Lumezzane San Apollonio, avevo 8 anni quando mio papà morì. Con la mia
mamma e i miei cinque fratelli feci ritorno a Lodrino.
Anche per darmi la possibilità di studiare, mia madre mi
indirizzò in seminario.
Iniziamo dunque il percorso:
R. In quinta elementare ho
seguito degli incontri vocazionali tenutisi a Zanano dal
vicerettore del seminario.
Tra i sacerdoti che ci seguivano uno in particolare mi aveva colpito: sapeva ben coinvolgere i ragazzi.
Era il momento della prima
media.
D. Che anno era?
R. Era il 1972. Prima media
26
gennaio 2015
in seminario ma non per vocazione. In questo periodo eravamo 10/12 ragazzi solo di
Lodrino in seminario. Questo
significava avere la possibilità di frequentare la scuola superiore oltre che iniziare un
discorso vocazionale.
D. C’era una vaga idea del
sacerdozio?
R. Sono entrato in seminario
non con l’intenzione di “fare
il prete“. Se c’era una vaga idea vocazionale era la realtà
missionaria. La missione mi
ha sempre affascinato.
D. Come ha vissuto la scuola
media?
R. L’ho vissuta bene inoltre
dal punto di vista spirituale
ricordo ancora oggi degli incontri di preghiera e tante esperienze profonde e significative.
Finita la scuola media il seminario propone dei licei
sperimentali a cui io ho dato
la mia adesione .
A settembre per una questione organizzativa del seminario, mi trovo a frequentare un
liceo classico con mio grande
sconforto, sentendomi più
portato per le materie matematiche. Se avessi dovuto
scegliere a giugno sarei uscito
dal seminario.
Pur non avendo ancora l’idea
della vocazione vivevo un bel
cammino spirituale.
V come Vocazione
Come già vi ho detto gli studi
classici non erano nelle mie
corde ma nonostante ciò mi
sono trovato in una classe
dove regnava un bel clima e si
consolidavano sempre di più
amicizie vere, a tutt’ora è un
piacere ritrovarci ogni anno.
Intorno ai sedici-diciassette
anni vivo una crisi spirituale,
grazie al sostegno ed alla vicinanza del vice rettore mi avvicino alla prima scelta seria
del sacerdozio. Inizio il percorso teologico. Sono gli ultimi anni di studio ma soffro
per il cambiamento della
classe, mi ritrovo con compagni di età, esperienze e interessi vari diversi. Nonostante
ciò dò il giusto valore all’esperienza che sto vivendo e
proseguo il mio cammino
vocazionale.
D. Quando l’ordinazione?
R. Il 14 Giugno del 1986 eravamo in diciotto preti novelli.
D. Destinazione?
R. Parrocchia di Saiano con 4
mila abitanti e un parroco di
70 anni, persona spiritualissima e con una grande capacità di dar fiducia alle persone. Avevo proprio bisogno di
un tipo così, ancora oggi lo
ricordo e lo ringrazio di avermi accompagnato in questa
mia prima esperienza sacerdotale. A Saiano sono rimasto
per 7 anni.
D. E dopo?
R. Nel 1993 la nuova parrocchia assegnatemi fu San Bartolomeo in città, non
desideravo andare
in città ma accettai
la mia destinazione.
Sotto vari aspetti
c’erano alcune difficoltà nella vita parrocchiale ma credo
fermamente che è
più importante rimanere uniti e sereni magari facendo
meno. La sintonia
creatasi fra i curati
della zona ci ha permesso di
organizzare campi scuola e
grest comuni, facendomi così
assaporare il valore della fraternità fra sacerdoti. In questo periodo insegnavo religione nelle scuole medie e supe-
riori. Erano poche le ore ma
avevo molte classi e questo
mi dava modo di incontrare
tanti ragazzi. Passati i sei anni, nuova Parrocchia!
D. Quale?
R. Nel 1999 a 37 anni parroco di Tremosine con due
parrocchie. Il paese mi è piaciuto subito, con le persone si
è creato un bel rapporto e mi
sono immediatamete inserito
nella nuova comunità. Anche
qui vivo una bellissima fraternità sacerdotale. Nel 2008
mi vengono affidate tutte le
parrocchie di Tremosine.
Questo mi impegnava molto,
ero spesso in auto per andare
a celebrare le S. Messe nelle
varie Chiese delle quattro
parrocchie.
Nel 2013 sono chiamato a Lumezzane San Sebastiano come parroco.
L’impatto è stato da subito
positivo, mi sono sentito accolto dalla comunità con calore e con umiltà cerco di
svolgere il mio ministero.
D. Quale è la parola che
accompagna don Vigilio?
UMILTÀ
È un atteggiamento indispensabile per mettersi davanti a
Dio e per superare ogni barriera che non permette di
creare relazioni vere.
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V come Vocazione
UNA NUOVA PRESENZA NEL MONASTERO
DEL BUON PASTORE
D
omenica 5 Ottobre 2014 ho
avuto il piacere di partecipare alla Professione Religiosa
di Voti Perpetui di Suor Maria
Agnese e condividere la gioia
con le Monache del Buon Pastore.
La celebrazione si è svolta nella
Chiesa di San Gaudenzio Parrocchia di Mompiano (BS) e così si è potuto percepire la comunione che le monache hanno con
la loro parrocchia, la comunione
diocesana, essendo presente
Mons. Vescovo Luciano e la comunione universale della Chiesa
perché Suor Maria Agnese è di
origine Cinese.
Suor Maria Agnese ha 41 anni, è
l’ultima di quattro fratelli e ha
avuto la grazia di nascere in una
famiglia cattolica.
Nel 2006 Suor Maria Agnese
giunge in Italia e soggiorna a
Roma per motivi di studio.
Nel 2009 durante le vacanze estive arriva a Brescia dove, attraverso una amica, viene ad incontrare e conoscere le monache
del Buon Pastore.
Da sempre nutriva il desiderio di
potersi ritirare in un luogo appartato a pregare, prende l’occasione di questo incontro e si ferma dalla monache per due mesi.
Termina gli studi e decide di tornare per potersi unire per sempre a questa comunità.
In un tempo in cui la ricerca del
successo materiale ci rende sempre più schiavi, in un tempo segnato dell’incertezza dove non è
facile fare scelte definitive, Suor
Maria Agnese ha scelto la via
della clausura, della contemplazione, della ricerca continua di
Dio, della comunione e con San
Paolo nella lettera ai Filippesi,
che lei ha scelto come seconda
lettura per la sua professione, si
28
gennaio 2015
dice: “Ritengo che tutto sia una
perdita a motivo della sublimità
della conoscenza di Cristo Gesù,
mio Signore. Per lui ho lasciato
perdere tutte queste cose e le
considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in
Lui, avendo come giustizia non
quella derivante dalla legge, ma
quella che viene dalla fede in
Cristo”.
Questo monastero ha per fine
l’unità di cuore e di anima dei
suoi membri, che nella vita contemplativa seguono lo spirito
gli elementi portanti della comunità del Buon Pastore.
Suor Maria Agnese dice ai giovani di oggi di non sprecare il
loro tempo nella ricerca di cose
che poi alla fine non portano alla
felicita, perché la felicità vera la
dona Gesù, anzi è solo Gesù.
Nel monastero c’è anche un ambiente chiamato foresteria dove
le monache sono pronte ad ospitare le giovani che desiderano
fare esperienza di preghiera, silenzio e riflessione della propria
vita.
Contatti: Tel. e Fax 0302010127
EMAIL: [email protected]
della Regola di Sant Agostino,
per la gloria di Dio in vista della
salvezza delle anime, per l’unità
della Chiesa, per il Santo Padre,
per la santificazione del Clero,
in particolare quello diocesano.
Quindi il silenzio, la preghiera,
il lavoro e la vita fraterna sono
Le monache sono molto disponibili a donarci il loro tempo per
questa esperienza.
Io ci sono andata tre volte e vi
garantisco che ne vale proprio la
pena!
Clementina Saleri
«Ogni bimbo che nasce reca al mondo il messaggio
che Dio non è ancora stanco dell’uomo»
SEGNALATE AL PARROCO OGNI NASCITA
E LE CAMPANE SUONERANNO A FESTA
PER ANNUNCIARE A TUTTI
LA GIOIA DI UNA NUOVA VITA
Dalla Parrocchia: Consiglio Affari Economici
Entrate
Uscite
€uro
€uro
Elemosine
18.479,04
0,00
2.002,52
1.044,48
Candele e materiale ordinario chiesa (candele, incenso, particole, ecc.)
Offerte servizi religiosi (battesimi, funerali)
3.720,00
600,00
Compenso consacrati
0,00
6.000,00
Intenzioni S. Messe e Sante Messe celebrate
12.746,00
2.820,00
Offerte varie per parrocchia
48.465,00
0,00
Lumensanum
4.749,60
6.826,00
Attività varie nel trimestre (in Parrocchia) e pagamenti opere varie
2.117,96 23.846,94
Attività varie nel trimestre (in Oratorio, Casa Giovane, ecc.)
50.763,60 20.316,28
Celebrazione cresime e prime comunioni
1.621,10
1.766,00
a
Tassa smaltimento rifiuti e IMU (2 rata 2014)
0,00 10.147,00
Utenze (Chiesa e uffici parrocchiali, Oratorio, Casa Giovane, Casa Vacanza)
0,00 29.544,14
144.664,82 103.153,86
Gestione Ottobre-Dicembre 2014 - Ordinario entrate uscite
MUTUI
Rimanenza mutuo regione (scadenza giugno 2030)
Rimanenza mutuo per oratorio (scadenza giugno 2021)
Rata campo calcio (scadenza gennaio 2015)
Raccolta per giornate diocesane
Giornata missionaria 2014
Giornata del seminario 2014
Giornata del pane
Totale
700.000,00
500.000,00
110.000,00
110.000,00
Entrate
3.638,00
1.344,52
1.274,00
Rimanenza
debito
Uscite
35.000,00 560.000,00
14.054,94 360.297,24
4.583,33
13.749,99
50.000,00
Uscite
3.638,00
1.344,52
1.274,00
Le cifre riportate, per informazione, sono i movimenti di entrata e uscita da ottobre a dicembre 2014.
Matrimonio
9 - Cimaschi Manuel e Moretti Federica
il 21 dicembre 2014 in Chiesa Vecchia
ANAGRAFE PARROCCHIALE 2014
Battesimi
n. 22
Matrimoni
n. 9
Funerali
n. 65
+ 8 funerati fuori parrocchia
gennaio 2015
29
Web... e dintorni
a cura di Agnese F. Bianchi
« La vera unica grande bestemmia è far diventare Dio un idolo e
convincere la gente a uccidere nel suo nome,
“Non nominare il nome di Dio invano”
vuol dire non rendere vana la vita»
Roberto Begnini
Se il pubblico riscopre in TV i comandamenti
di Enzo Bianchi
S
orprendono i livelli di audience e di share
raggiunti da Roberto Benigni che legge e
commenta in TV i dieci comandamenti? Sì e
no. Certo, il dato che nove milioni di spettatori si fermino ad ascoltare e riflettere su parole
che, se va bene, hanno ascoltato e magari
imparato a memoria a catechismo nella loro
infanzia ci interroga Benigni ha colto nel
segno quando ha ricordato che nel “dono
della Legge” (come i commentatori rabbinici
definivano lʼepisodio narrato nel libro
dellʼEsodo in cui Mosè riceve le due tavole di
pietra) “per la prima volta ci vengono date
delle regole, regole così attuali da impressionare. Diventano legge i sentimenti, l'amore, la
fedeltà, il futuro, il tempo”. Sì, lʼessere umano
ha bisogno di regole, di punti e riferimenti etici
saldi, anche – e forse soprattutto – in stagioni come la nostra in cui lʼetica sembra scomparsa dalla vita pubblica e dalla convivenza
quotidiana. Queste regole solo apparentemente provengono dallʼesterno: in realtà sono
ridestate a partire dal nostro intimo, da quello
che la coscienza ci fa percepire come bene e
male.
I
l lavoro di chi come Benigni presenta come
fresche, pronunciate oggi, per noi qui e ora,
norme che risalgono a più di tremila anni fa
consiste non tanto nel fare esempi più o
meno efficaci o divertenti, ma nel togliere lʼaccumulo di pesantezze depositatosi su un
distillato di sapienza che, una volta liberato,
sprigiona da solo tutta la sua ricchezza. Né va
dimenticato il fatto che Benigni non improvvisava: chi conosce la ricca interpretazione
ebraico-cristiana dei comandamenti avrà
notato come ad essa lʼattore abbia attinto
copiosamente e con sapienza. Benigni “ha
30
gennaio 2015
studiato”, dietro le sue parole cʼè molto ascolto, impegno e attenzione: anche così si spiega il suo coraggio nel dedicare una serata intera ai primi tre comandamenti, quelli riguardanti lʼatteggiamento degli uomini verso Dio.
Il risultato è stato non solo di farsi ascoltare,
ma di riuscire a trasmettere quel sapore che
sta nel prologo dei comandamenti – “Io sono
il Signore tuo Dio che ti ha liberato dalla
schiavitù” – e che costituisce il fondamento di
tutte e dieci le parole.
A
questo punto si impone unʼaltra domanda:
perché uomini religiosi che hanno per funzione e servizio quello di spiegare la legge di
Dio e far riconoscere in essa la libertà, risultano invece così noiosi, pedanti, esperti nel
caricare pesi sulle spalle degli altri e così
incapaci di farsi ascoltare? La loro è unʼafasia
orale oppure è unʼafasia spirituale che nasce
da mancanza di passione e di convinzione?
Certo, è necessario anche che i destinatari
siano disposti allʼascolto, atteggiamento non
a caso posto in apertura dei comandamenti.
Ora, allʼascolto è necessario il silenzio: “Il
senso del tutto è nel silenzio – ci ricorda
Benigni – Nessuno ha più il coraggio di rimanere da solo con se stesso. Ma i comandamenti ci dicono di fermarci: siamo andati talmente di corsa con il corpo, che la nostra
anima è rimasta indietro. Fermiamoci altrimenti l'anima ce la perdiamo per sempre”.
Ecco, forse se qualcuno dei nove milioni di
telespettatori si è fermato grazie a queste
dieci parole e alle tante con cui Benigni le ha
ornate, allora avrà ricominciato a ritrovare se
stesso e a riconciliarsi con la propria interiorità. Tutti insieme e ciascuno di noi ne trarremo
enormi benefici.
Dalla Parrocchia: Battesimi
Battesimi
7 dicembre 2014
21 - Orioni Angelica di Morris e di Ghidini Roberta
22 - Sammataro Francesco di Nino Giuseppe e di Caracò Michela
PERCORSO di FORMAZIONE al MATRIMONIO CRISTIANO
Anno Pastorale 2014-2015 - Corsi di preparazione al matrimonio
Secondo corso: Parrocchia di Gazzolo - SABATO dalle 14,30 alle 16,30
Date: 17 - 24 - 31 gennaio; 7 - 14 - 21 - 28 febbraio; 7 - 14 marzo,
RITIRO conclusivo domenica 22 marzo 2015
Terzo corso: Parrocchia di Pieve - VENERDIʼ dalle 20,30 alle 22,30
Date: 16 - 23 - 30 aprile; 7 - 14 - 21 - 28 maggio; 4 - 8 giugno,
RITIRO conclusivo domenica 18 giugno 2015
Per informazioni e per lʼiscrizione al corso rivolgiti al tuo parroco:
S. Sebastiano - tel. 0308925925
S. Apollonio - tel. 030826455
Pieve - Fontana - tel. 030871255 / 030871734
Villaggio - tel. 030829962
Gazzolo - tel. 030871114
Valle - tel. 030871371
gennaio 2015
31
Dalla Parrocchia: Movimento demografico - Per ricordare
Caro nonno, siamo noi a scriverti, i tuoi nipoti, perché abbiamo deciso di raccontare che nonno sei stato perché il tempo trascorso insieme a te è stato
per noi breve, ma allo stesso tempo abbastanza per conoscere la tua splendida persona.
Ci hai lasciato un vuoto immenso che sicuramente sarà
colmato dai valori che ci hai trasmesso e dal tuo indelebile ricordo, ti ricorderemo sempre perchè un uomo come te è semplicemente un grande uomo. Hai lavorato
giorno e notte, hai sacrificato la tua vita per la tua famiglia senza cedere alla debolezza, senza lamentarti per
la stanchezza, poi è arrivata la pensione e il tuo tempo
lʼhai messo a disposizione di noi nipoti, ci hai accompagnato premurosamente nel percorso della nostra vita,
amandoci e sostenendoci sempre, senza mai pretendere nulla in cambio. Un cuore forte e grande da essere
riuscito ad accogliere tra le tue braccia tutti coloro che ti
PELI ANDREINO sono passati vicino, ma al primo posto hai sempre avuto
nato il 31-03-1933
la tua Irene, le tue figlie ed i tuoi nipoti, eravamo noi a
morto il 20-12-2014
farti tornare per pochi minuti quel sorriso che dopo la
morte della nonna era scomparso. Hai finalmente raggiunto la nonna, era
ormai lʼunico tuo desiderio, e lʼhai voluta raggiungere in silenzio, ci piace pensare che sia venuta lei a prenderti per mano, dolcemente nel sonno, ti ha portato via da noi per poter festeggiare con lei il Natale. Una bella coppia che ha
messo in pratica le parole pronunciate 56 anni fa “prometto di amarti e onorarti per tutti i giorni della mia vita.
…Grazie nonno per quello che sei stato e per quello che continuerai ad essere per noi, una persona buona che poche ne esistono al mondo.
Ciao Nonno
GABRIELI EMILIO
nato il 17-08-1923
morto il 11-01-2001
TONINELLI ROSA
nata il 20-02-1932
morta il 14-12-2006
DEFUNTI
62 - Ghidini Ermes (Model)
di anni 59
63 - Peli Andreino di anni 81
64 - Bonomi Dante (Minine)
di anni 91
65 - Ponchiardi Mario
di anni 87
MATAROZZO
ARCANGELO
Per ricor
dare
gennaio 2015
nato il 24-10-1915
morto il 31-01-2000
DE MARCO FRANCESCO
nato il 22-01-1927
morto il 21-01-2006
PIERINA CRESCINI
32
in Polonini
nata il 26-06-1925
morta il 20-05-2009
PINTOSSI RINO
nato 18-06-1923
morto 06-01-1976
PIETRO POLONINI
nato 01-09-1926
morto 07-11-2009
POLITO
MARIANTONIA
nata il 29-01-1916
morta il 16-03-1973
NEMBER MARIA
ved. Pintossi
nata il 26-10-1924
morta il 23-06-2001
ALEX GARAU
nato il 26-01-2005
morto il 17-08-2007
CARRARA
GNUTTI TARCISIO
(Puina)
GIACOMINAved. Gnutti
nata il 11-03-1923
morta il 09-04-2010
nato il 02-01-1922
morto il 17-08-1981
BRAVO ANGELA
PINTOSSI SILVIA
nata il 05-11-1950
morta il 02-05-1992
SERGIO POLONINI
nato il 03-11-1960
morto il 15-01-2013
in Ghidoni
nata il 27-09-1947
morta il 24-03-2013
ENRICHETTA ZIPPONI
(Enrica) in Gilberti
nata il 12-11-1958
morta il 22-11-2014
Comunità Parrocchiale dei Santi Sebastiano e Fabiano in Lumezzane
Festa Patronale
Santi Sebastiano e Fabiano
24 - 25 - 26 GENNAIO 2015
PROGRAMMA
DELLA FESTA
SABATO 24
12a edizione
IONE
NOTAZ
E
R
P
SU
SOLO
O
D
E
I
SP
dalle ore 19,00 è aperto lo stand gastronomico
SERATA MUSICALE
DOMENICA 25
ore 11,00 - Santa Messa solenne dei Santi Patroni e Festa delle ricorrenze matrimoniali
ore 12,30 - Nella sala parrocchiale Papa Paolo VI
PRANZO degli ANNIVERSARI
Aperto a tutte le famiglie che festeggiano lʼanniversario, agli amici e a quanti desiderano
un pranzo in compagnia.
Le coppie che desiderano festeggiare il loro anniversario di matrimonio si iscrivano
presso la segreteria dellʼoratorio per la Celebrazione, la pergamena ricordo e per il pranzo.
(segreteria oratorio: martedì-sabato dalle 14:00 alle 17:00, lunedì-venerdì dalle 20:00 alle 23:00)
(Offerta per Menù anniversari € 20 e € 15 per i bambini)
ore 16,00 - Vespri solenni in Chiesa Parrocchiale
ore 17,00 - Nel teatro dellʼoratorio
CONCERTO DELLA BANDA CITTADINA
dalle ore 19,00 è aperto lo stand gastronomico
SERATA MUSICALE
LUNEDÌ 26
ore 11,00 - CONCELEBRAZIONE
SOLENNE DEI SANTI PATRONI
Nella chiesa parrocchiale, concelebrazione eucaristica dei sacerdoti nativi di San Sebastiano, quanti
hanno lavorato nella nostra comunità, insieme ai sacerdoti della zona.
Sono presenti le rappresentanze delle autorità civili e militari.
SABATO 31 GENNAIO
ore 18,00 - S. Messa in Chiesa Parrocchiale con TUTTI I VOLONTARI DELLA PARROCCHIA
a seguire CENA DI FRATERNITÀ nel salone Paolo VI
Offerta dalla Parrocchia per i membri del consiglio parrocchiale e dellʼoratorio,
per tutti i catechisti, gli educatori, i volontari della parrocchia, dellʼoratorio, della Colonia e
della Casa della Giovane.
La cena è preparata dal Mato Grosso alla quale devolveremo il ricavato della cena.
Segnalare la partecipazione alla cena entro lunedì 26 gennaio 2015
presso la segreteria dellʼoratorio, anche con una telefonata 030 8204153
Buon Anno