Lumensanum gennaio 2015hot! - Parrocchia di San Sebastiano
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Lumensanum gennaio 2015hot! - Parrocchia di San Sebastiano
Foto scattata il 27 dicembre 2014 Mensile della Comunità Parrocchiale di Lumezzane S. Sebastiano ANNO XXXV - N. 1 OFFERTA LIBERA GENNAIO 2015 Il Parroco NON PIÚ SCHIAVI, MA FRATELLI P ropongo una sintesi del Messaggio del papa Francesco per la celebrazione della 48 giornata mondiale della pace il 1° gennaio 2015. Il messaggio completo è fin troppo lungo per il nostro bollettino, ecco alcuni stralci che provocano la nostra riflessione e ci fanno cogliere le nostre responsabilità sulla schiavitù ancora presente nella nostra società che si dice civile. All’inizio di un nuovo anno, che accogliamo come una grazia e un dono di Dio all’umanità, desidero rivolgere, ad ogni uomo e donna, così come ad ogni popolo e nazione del mondo, ai capi di Stato e di Governo e ai responsabili delle diverse religioni, i miei fervidi auguri di pace, che accompagno con la mia preghiera affinché cessino le guerre, i conflitti e le tante sofferenze provocate sia dalla mano dell’uomo sia da vecchie e nuove epidemie e dagli effetti devastanti delle calamità naturali. Prego in modo particolare perché, rispondendo alla nostra comune vocazione di collaborare con Dio e con tutti gli uomini di buona volontà per la promozione della concordia e della pace nel mondo, sappiamo resistere alla tentazione di comportarci in modo non degno della nostra umanità. In ascolto del progetto di Dio sull’umanità Nel Libro della Genesi (cfr 1,27-28) leggiamo che Dio creò l’uomo maschio e femmina e li benedisse, affinché crescessero e si moltiplicassero: Egli fece di Adamo ed Eva dei genitori, i quali, realizzando la benedizione di Dio di essere fecondi e moltiplicarsi, generarono la prima fraternità, quella di Caino e Abele. Caino e Abele sono fratelli, perché provengono dallo stesso grembo, e perciò hanno la stessa origine, natura e dignità dei loro genitori creati ad immagine e somiglianza di Dio. Ma la fraternità esprime anche la molteplicità e la differenza che esiste tra i fratelli, pur legati per nascita e aventi la stessa natura e la stessa dignità. In quanto fratelli e sorelle, quindi, tutte le persone sono per natura in relazione con le altre, dalle quali si differenziano ma con cui condividono la stessa origine, natura e dignità. È in forza di ciò che la fraternità costituisce la rete di relazioni fondamentali per la costruzione della famiglia umana creata da Dio. I molteplici volti della schiavitù ieri e oggi Fin da tempi immemorabili, le diverse società umane conoscono il fenomeno dell’asservimento dell’uomo da parte dell’uomo. Oggi, a seguito di un’evoluzione positiva della coscienza dell’uman- ità, la schiavitù, reato di lesa umanità, è stata formalmente abolita nel mondo. Il diritto di ogni persona a non essere tenuta in stato di schiavitù o servitù è stato riconosciuto nel diritto internazionale come norma inderogabile. Eppure, malgrado la comunità internazionale abbia adottato numerosi accordi al fine di porre un termine alla schiavitù in tutte le sue forme e avviato diverse strategie per combattere questo fenomeno, ancora oggi milioni di persone vengono private della libertà e costrette a vivere in condizioni assimilabili a quelle della schiavitù. Penso a tanti lavoratori e lavoratrici, anche minori, asserviti nei diversi settori, a livello formale e informale, dal lavoro domestico a quello agricolo, da quello nell’industria manifatturiera a quello minerario… Penso anche alle condizioni di vita di molti migranti che, nel loro drammatico tragitto, soffrono la fame, vengono privati della libertà, spogliati dei loro beni o abusati fisicamente e sessualmente. Penso a quelli tra di loro che, giunti a destinazione dopo un viaggio durissimo e dominato dalla paura e dall’insicurezza, sono detenuti in condizioni a volte disumane. Penso a quelli tra loro che le diverse circostanze sociali, politiche ed economiche spingono alla clandestinità… Sì, penso al “lavoro schiavo”. Penso alle persone costrette a prostituirsi, tra cui ci sono molti minori, ed alle schiave e agli schiavi sessuali; alle donne forzate a sposarsi… Non posso non pensare a quanti, minori e adulti, sono fatti oggetto di traffico e di mercimonio per l’espianto di organi, per essere arruolati come soldati, per l’accattonaggio, per attività illegali come la produzione o vendita di stupefacenti, o per forme mascherate di adozione internazionale. Penso infine a tutti coloro che vengono rapiti e tenuti in cattività da gruppi terroristici, asserviti ai loro scopi come combattenti o, soprattutto per quanto riguarda le ragazze e le donne, come schiave sessuali. Tanti di loro spariscono, alcuni vengono venduti più volte, seviziati, mutilati, o uccisi. Alcune cause profonde della schiavitù Oggi come ieri, alla radice della schiavitù si trova una concezione della persona umana che ammette la possibilità di trattarla come un oggetto. Accanto a questa causa ontologica – rifiuto dell’umanità nell’altro –, altre cause concorrono a spiegare le forme contemporanee di schiavitù. Tra queste, penso anzitutto alla povertà, al sottosviluppo e all’esclusione, specialmente quando essi si combinano con il mancato accesso all’educazione Il Parroco o con una realtà caratterizzata da scarse, se non inesistenti, opportunità di lavoro. Anche la corruzione di coloro che sono disposti a tutto per arricchirsi va annoverata tra le cause della schiavitù. «Questo succede quando al centro di un sistema economico c’è il dio denaro e non l’uomo, la persona umana. Sì, al centro di ogni sistema sociale o economico deve esserci la persona, immagine di Dio, creata perché fosse il dominatore dell’universo. Quando la persona viene spostata e arriva il dio denaro si produce questo sconvolgimento di valori». Altre cause della schiavitù sono i conflitti armati, le violenze, la criminalità e il terrorismo. Un impegno comune per sconfiggere la schiavitù Spesso, osservando il fenomeno della tratta delle persone, del traffico illegale dei migranti e di altri volti conosciuti e sconosciuti della schiavitù, si ha l’impressione che esso abbia luogo nell’indifferenza generale. Se questo è, purtroppo, in gran parte vero, vorrei ricordare l’enorme lavoro silenzioso che molte congregazioni religiose, specialmente femminili, portano avanti da tanti anni in favore delle vittime. L’azione delle congregazioni religiose si articola principalmente intorno a tre opere: il soccorso alle vittime, la loro riabilitazione sotto il profilo psicologico e formativo e la loro reintegrazione nella società di destinazione o di origine. Occorre anche un triplice impegno a livello istituzionale di prevenzione, di protezione delle vittime e di azione giudiziaria nei confronti dei responsabili. Sono necessarie leggi giuste, incentrate sulla persona umana, che difendano i suoi diritti fondamentali e li ripristinino se violati, riabilitando chi è vittima e assicurandone l’incolumità, nonché meccanismi efficaci di controllo della corretta applicazione di tali norme, che non lascino spazio alla corruzione e all’impunità. E’ necessario anche che venga riconosciuto il ruolo della donna nella società, operando anche sul piano culturale e della comunicazione per ottenere i risultati sperati. Le imprese, hanno il dovere di garantire ai loro impiegati condizioni di lavoro dignitose e stipendi adeguati, ma anche di vigilare affinché forme di asservimento o traffico di persone umane non abbiano luogo nelle catene di distribuzione. Alla responsabilità sociale dell’impresa si accompagna poi la responsabilità sociale del consumatore. Infatti, ciascuna persona dovrebbe avere la consapevolezza che «acquistare è sempre un atto morale, oltre che economico». Globalizzare la fraternità, non la schiavitù né l’indifferenza Nella sua opera di «annuncio della verità dell’amore di Cristo nella società», la Chiesa si impegna costantemente nelle azioni di carattere caritativo a partire dalla verità sull’uomo. Essa ha il compito di mostrare a tutti il cammino verso la conversione, che induca a cambiare lo sguardo verso il prossimo, a riconoscere nell’altro, chiunque sia, un fratello e una sorella in umanità, a riconoscerne la dignità intrinseca nella verità e nella libertà. In questa prospettiva, desidero invitare ciascuno, nel proprio ruolo e nelle proprie responsabilità particolari, a operare gesti di fraternità nei confronti di coloro che sono tenuti in stato di asservimento. Chiediamoci come noi, in quanto comunità o in quanto singoli, ci sentiamo interpellati… Alcuni di noi, per indifferenza, o perché distratti dalle preoccupazioni quotidiane, o per ragioni economiche, chiudono un occhio. Altri, invece, scelgono di fare qualcosa di positivo, di impegnarsi nelle associazioni della società civile o di compiere piccoli gesti quotidiani – questi gesti hanno tanto valore! – come rivolgere una parola, un saluto, un “buongiorno” o un sorriso, che non ci costano niente ma che possono dare speranza, aprire strade, cambiare la vita ad una persona che vive nell’invisibilità, e anche cambiare la nostra vita nel confronto con questa realtà. Dobbiamo riconoscere che siamo di fronte ad un fenomeno mondiale che supera le competenze di una sola comunità o nazione. Per sconfiggerlo, occorre una mobilitazione di dimensioni comparabili a quelle del fenomeno stesso. Per questo motivo lancio un pressante appello a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, e a tutti coloro che, da vicino o da lontano, anche ai più alti livelli delle istituzioni, sono testimoni della piaga della schiavitù contemporanea, di non rendersi complici di questo male, di non voltare lo sguardo di fronte alle sofferenze dei loro fratelli e sorelle in umanità, privati della libertà e della dignità, ma di avere il coraggio di toccare la carne sofferente di Cristo, che si rende visibile attraverso i volti innumerevoli di coloro che Egli stesso nel vangelo chiama «questi miei fratelli più piccoli». FRANCISCUS gennaio 2015 1 ANNO XXXV N° 1 - Gennaio 2015 MENSILE DI VITA PARROCCHIALE DI SAN SEBASTIANO DIRETTORE RESPONSABILE: Don Antonio Fappani REDAZIONE: Silvia Boni - Barbara Bonomi - diacono Tarcisio Bugatti Clementina Ghidini - don Bruno Marchesi don Vigilio Zanelli - don Luca Zubani - Emanuela Nember Roberto Simonelli - Stefania Donati - Luigina Tognoli Agnese F. Bianchi (pagina Facebook) SOMMARIO pag. 1 pag. 3 Il Parroco Accendi in casa la luce della gioiaFamiglia, Calendario Pastorale gennaio 2015 pag. pag. pag. pag. pag. Le parole I Vangeli del mese Lʼora di Guardia Parole del Vescovo Luciano Catechesi spicciola: Arte e Bibbia Spiritualità: Lʼarco della verità 4 5 6-7 8 9 Dalla Parrocchia Il Co.Vo. (Comunità Vocazionale Un nuovo diacono permanente a Lumezzane Per dare vita agli anni Centro Volontari Sofferenza - 50° Testimone della Fede: Oscar Romero Inserto su Paolo VI (3): Il Papa che ha rinnovato la Chiesa pag. 19 C.I.F.: Discorso di Paolo VI° di 50 anni fa pag. 20 Scuola dellʼInfanzia e del Nido pag. 21 Ultime notizie dalla casa della Giovane pag. 22-25 Pellegrinaggi dellʼUnità Pastorale pag. 26-27 «V» come Vocazione: Don Vigilio Zanelli pag. 28 Una nuova presenza nel Monastero del Buon Pastore pag. 29 Consiglio Affari Economici pag. 30 Web... e dintorni pag. pag. pag. pag. pag. pag. 10 11 12 13 14 15-18 Anagrafe pag. 31-32 Movimento Demografico - Per ricordare In copertina: Fotografia scattata il 27 dicembre 2014 Terza di copertina: Festa Patronale 2015 Quarta di copertina: Particolari del presepio 2014 Terza di copertina: FUORIGIOCO... Messaggio di una suora delle clarisse di Montagnana C’e’ solo un vero eroe. Il miglior uomo della storia si chiama Gesù Cristo. Non aveva servi e lo chiamavo Signore. Non aveva lauree e lo chiamavano maestro. Non aveva esercito ed i re lo temevano. Non ha vinto battaglie militari e nonostante ciò ha conquistato il mondo. Non ha commesso delitto ed è stato crocifisso. Mi ha amato per primo senza che io lo conoscessi. E stato seppellito in una tomba ed il terzo giorno è risuscitato e ancora oggi vive e mi continua ad accompagnare. NUMERI TELEFONICI UTILI: Parroco Don Vigilio Zanelli Piazza Masneri, 5 - tel. 030826302 - cell. 3384295911 [email protected] Curato Don Luca Zubani e Il Centro Giovanile S. Giovanni Bosco Via Vittorio Veneto, 26 - tel. 0308204153 - cell. 3281822423 [email protected] Curato Don Bruno Marchesi e La Casa della Giovane Via Don De Giacomi, 1 - tel. 030826622 - cell. 3484451321 [email protected] Diacono Tarcisio Bugatti - cell. 3351241485 [email protected] Segreteria Parrocchiale - Piazza Masneri, 3 telefono e fax 0308925925 - [email protected] Comunicazioni alla Redazione: [email protected] Ogni giorno alle ore 18,00 e alle 20,00 puoi seguire sul canale 28 del digitale terrestre il La Radio Parrocchiale trasmette le S. Messe sulla frequenza FM 87,6 Chi volesse far pervenire offerte per il Bollettino Parrocchiale o per le Opere Parrocchiali può utilizzare anche il seguente Conto Corrente Postale: C/C n. 10856250 Parrocchia di S. Sebastiano - 25065 Lumezzane AT T E N Z I O N E ! ! ! ! ! 2 Direzione: 25065 Lumezzane S.Sebastiano - P.za Masneri 5 - Tel. 030826302 [email protected] Autorizzazione del Trib. di Brescia iscritto al n. 22/80 del 24/10/1980 Impaginazione: Bugatti Tarcisio, Caldera Valter Stampa: Tipolitografia Pagani - Lumezzane S. S. Chi avesse parenti fuori Lumezzane o sapesse di oriundi della Parrocchia di S. Sebastiano che desiderano ricevere il Bollettino “LUMENSANUM” faccia pervenire l’indirizzo esatto al Parroco. Agli interessati sarà inviato LUMENSANUM per posta. Appuntamenti per vivere la comunità 1G MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO Nm 6,22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21 P 2V Ss. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno 1 Gv 2,22-28; Sal 97; Gv 1,19-28 I 3S Santissimo Nome di Gesù 1 Gv 2,29-3,6; Sal 97; Gv 1,29-34 I 4D II Domenica dopo Natale Sir 24,1-4.12-16; Sal 147; Ef 1,3-6.15-18, Gv 1,1-18 II 5L S. Deogratias, Edoardo confessore 1 Gv 3,11-21; Sal 99; Gv 1,43-51 II 6M EPIFANIA DEL SIGNORE - S. Carlo da Sezze Is 60,1-6; Sal 71; Ef 3,2-3.5-6; Mt 2-1-12 P 7M S. Raimondo di Penafort, sacerdote 1 Gv 3,22-4,6; Sal 2; Mt 4,12-17.23-25 II 8G S. Severino abate 1 Gv 4,7-10; Sal 71; Mc 6,34-44 II 9V S. Marcellino vescovo, S. Giuliano 1 Gv 4,11-18; Sal 71; Mc 6,45-52 II 10 S S. Domiziano, S. Gregorio di Nissa 1 Gv 4,19-5,4; Sal 71; Lc 4,14-22 II 11 D BATTESIMO DEL SIGNORE Is 55,1-11; Sal da Is 12; 1 Gv 5,1-9; Mc 1,7-11 I 12 L S. Arcadio, S. Cesaria Eb 1,1-6; Sal 96; Mc 1,14-20 I 13 M S. Ilario, S. Remigio Eb 2,5-12; Sal 8; Mc 1,21-28 I 14 M S. Felice da Nola, S. Nino, S. Dazio Eb 2,14-18; Sal 104; Mc 1,29-39 I 15 G S. Mauro abate, S. Probo, S. Romedio Eb 3,7-14; Sal 94; Mc 1,40-45 I 16 V S. Marcellino I papa Eb 4,1-5.11; Sal 77; Mc 2,1-12 I 17 S S. Antonio abate Eb 4,12-16; Sal 18; Mc 2,13-17 I 18 D 2.a Domenica Tempo Ordinario 1 Sam 3,3-10.19;Sal 39; 1 Cor 6,13-15.17-20; Gv 1,35-42 II 19 L S. Mario martire, S. Germanico Eb 5,1-10; Sal 109; Mc 2,18-22 II 20 M S. Fabiano, S. Sebastiano Eb 6,10-20; Sal 110; Mc 2,23-28 II 21 M S. Agnese Eb 7,1-3.15-17; Sal 109; Mc 3,1-6 II 22 G S. Vincenzo Eb 7,25-8,6; Sal 39; Mc 3,7-12 II 23 V S. Emerenziana, Ramona, Armando Eb 8,6-13; Sal 84; Mc 3,13-19 II 24 S S. Francesco di Sales Eb 9,2-3.11-14; Sal 46; Mc 3,20-21 II 25 D 3.a Domenica Tempo Ordinario Gio 3,1-5.10; Sal 24; 1 Cor 7,29-31; Mc 1,14-20 III 26 L Ss. Timòteo e Tito 2 Tm 1,1-8 oppure Tt 1,1-5; Sal 95; Lc 10,1-9 III 27 M S. Angela Merici Eb 10,1-10; Sal 39; Mc 3,31-35 III 28 M S. Tommaso d'Aquino Eb 10,11-18; Sal 109; Mc 4,1-20 III 29 G S. Costanzo, S. Gilda, S. Sulpicio Severo Eb 10,32-39; Sal 23; Mc 4,21-25 III 1° venerdì del mese dalle ore 08,30 alle ore 09,30 dalle ore 16,30 alle ore 17,30 30 V S. Martina, S. Savina, Serenella Eb 10,32-39; Sal 36; Mc 4,26-34 III Ogni Sabato 31 S S. Giovanni Bosco Eb 11,1-2.8-19; Sal da Lc 1; Mc 4,35-41 III Giovedì 1° gennaio 2015 - MARIA SS. MADRE DI DIO Sante Messe: ore 8 - 9,30 - 11,00 - 19,00 Sabato 3 gennaio - ore 18,00 Santa Messa della vigilia Domenica 4 gennaio - II di ATALE Sante Messe: ore 8 - 9,30 - 11,00 - 19,00 Lunedì 5 gennaio - ore 18,00 Santa Messa della vigilia Martedì 6 gennaio - EPIFA IA Sante Messe: ore 8 - 9,30 - 11,00 - 19,00 I FA ZIA MISSIO ARIA ore 15,00 - Benedizione dei Bambini Sabato 10 gennaio - ore 18,00 Santa Messa della vigilia Domenica 11 gennaio - Battesimo di Gesù Sante Messe: ore 8 - 9,30 - 11,00 - 19,00 Sabato 17 gennaio - ore 18,00 Santa Messa della vigilia Domenica 18 gennaio Sante Messe: ore 8 - 9,30 - 11,00 - 19,00 Sabato 24 gennaio - ore 18,00 Santa Messa della vigilia Domenica 26 gennaio - Festa Patronale Sante Messe: ore 8 - 9,30 - 11,00 - 19,00 Lunedì 27 gennaio - San Bahcianì Sante Messe: ore 7,00 in Cappella ore 9,00 - 11,00 in Chiesa Parrocchiale Venerdì 30 gennaio - S. Giovanni Bosco ore 20,00 - S. Messa in Chiesa Vecchia, a seguire Cena di Fraternità in Oratorio con tutti i Volontari della Parrocchia Sabato 31 gennaio - ore 18,00 Santa Messa della vigilia Domenica 1 febbraio - Giornata per la Vita Sante Messe: ore 8 - 9,30 - 11,00 - 19,00 Martedì 3 febbraio - S. Biagio Ad ogni Santa Messa, benedizione della gola CALENDARIO LITURGICO Gennaio 2015 DISPONIBILITÀ SACERDOTE CONFESSORE IN CHIESA dalle ore 08,30 alle ore 09,30 dalle ore 16,30 alle ore 18,00 gennaio 2015 3 I vangeli del mese a cura di Barbara Bonomi 1° GENNAIO - Lc 2, 16-21 MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO ACCOGLIERE… LA BENEDIZIONE Il passaggio da un anno allʼaltro viene accompagnato da una benedizione: «Ti benedica il Signore e ti custodisca». La prima cosa che ci serve è la capacità di essere benedetti e di benedire. Le parole con cui il sacerdote benedice il popolo sono lʼinvocazione di un sorriso, quello di Dio che accompagna benevolmente la nostra vita verso la pace. 4 GENNAIO - Gv 1, 1-18 IIA DOMENICA DOPO NATALE ACCOGLIERE… L’ENTUSIASMO La liturgia di questa seconda domenica dopo Natale ci fa sentire la gioia e la soddisfazione del Verbo di Dio che assume la nostra carne e si impasta con la nostra storia, non come mortificazione della sua divinità, ma come rivelazione della sua più profonda realtà. Il disegno dʼamore del Padre è proprio legato a questo desiderio di condivisione di vita. 6 GENNAIO - Mt 2, 1-12 EPIFANIA DEL SIGNORE ACCOGLIERE… LA DILATAZIONE La Solennità dellʼEpifania sta a quella del Natale come la Pentecoste rappresenta il mistero pasquale. Dodici notti sembrano necessarie perché il bambino, annunciato dagli angeli e scovato dai pastori nella notte di Natale, sia trovato con una ʻgioiaʼ altrettanto grande da questi personaggi misteriosi quali sono i Magi. LʼEpifania è una festa della dilatazione, nel senso della contemplazione dellʼampiezza del disegno salvifico di Dio e della sfida che è offerta ad ogni uomo e donna di aprirsi sempre più al riconoscimento nellʼaltro del volto stesso dellʼAltissimo. 4 gennaio 2015 11 GENNAIO - Mt 1, 7-11 BATTESIMO DEL SIGNORE ACCOGLIERE IL PADRE Il Signore Gesù che abbiamo contemplato lungo questi giorni come il figlio di Maria e di Giuseppe, lo accogliamo oggi come uomo tra noi eppure segnato da una relazione con Dio unica, sebbene non esclusiva. Finalmente viene svelata lʼidentità profonda del Signore Gesù: rivelare il volto di Dio nella mitezza e nel dono di se stesso e soprattutto, in un amore invincibile. 18 GENNAIO - Gv 1,35-42 IIA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO CON LUI! Continuamente il Signore passa nella nostra vita e non solo si lascia vedere, ma si mostra pure capace di vedere in modo talmente profondo da accogliere una domanda che, in realtà, apre un lungo cammino di comune ricerca che dura per tutta la vita: ʻChe cosa cercate?ʼ il Signore ci conosce più e meglio di quanto noi conosciamo noi stessi. Davanti alla bellezza e grandezza di un simile appello, che ci raggiunge attraverso le molteplici situazioni e mediazioni della vita, non ci resta che fare nostra la parola del salmista: ʻEcco io vengoʼ. 25 GENNAIO - Mc 1, 14-20 IIIA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ALZATI! Il Verbo fatto carne non solo invita alcuni uomini che incontra sulla sua strada a lasciare le reti, nel duplice senso di strumento di lavoro e impedimento alla libertà di movimento, per andare dietro a Lui, ma rivela che questa è la forma più bella e promettente per poter finalmente prendersi realmente cura di se stessi. Ciò che rimette in moto la vita dei primi discepoli, e di chiunque si lasci interpellare e rianimare dal dono del vangelo, è lʼaccorgersi di essere visti da qualcuno – dal Signore Gesù! -, di essere scorti mentre ci si dedica al proprio abituale lavoro di sempre. Questo sguardo di Gesù ha tutte le caratteristiche del colpo di fulmine che con lʼamore rimette in moto lʼintera vita. L’ora di Guardia S iamo un gruppetto di persone che si radunano in Chiesa ogni ultimo martedì del mese dalle 14 alle 15 e recitiamo due rosari meditati. È il nostro modo di contribuire a rendere una preghiera perpetua, una preghiera che da diversi decenni a San Sebastiano molti hanno portato avanti con dedizione e fede. Perché si chiama “Ora di Guardia”? Il nome è riferimento a tre eventi evangelici. Il primo è al momento doloroso di Gesù nel Getsemani, in questo modo rispondiamo al suo invito, alla sua richiesta di pregare con Lui di Gesù, «Così non siete capaci di vegliare un’ora sola con me?» (Mt 14,37). Alle nozze di Cana: anche qui Gesù parla della sua “ora” che non è ancora arrivata, ma il tenero comando di Maria ‘fate quello che vi dirà’ (Gv 2, 5) ci sollecita ad avere fede nella sua gloria e con la nostra preghiera intercediamo affinchè tutto il mondo creda in Lui. Il terzo rimando è quello di Maria ai piedi della croce! E’ l’ora di Gesù, il compimento della sua missione, ‘l’ora’ che è speranza di salvezza. A Cana è Maria a rivolgersi al Figlio, ora è Gesù che le si rivolge e le dona la sua propria missione e cioè essere madre di tutti noi: “Donna ecco tuo figlio” (Gv 19, 26). Maria apre il proprio cuore e avvolge tutta la famiglia umana con il suo amore e il discepolo tanto amato la prese con sé. Questa è la missione dell’Ora di Guardia: rispondere alla richiesta di Gesù, di vegliare con lui in preghiera; credere in Gesù e testimoniare la sua gloria; prendere con noi Maria, lasciandoci amorevolmente guidare da lei. Il nostro pregare è in comunione con tanti cristiani che aderiscono, come noi all’associazione del Rosario Perpetuo. Come e perché è nata l’Associazione? Nel 1930 mentre in Italia infuriava la peste, un domenicano, padre Timoteo de’ Ricci, istituì il Rosario Perpetuo: una lode perenne alla Santa Vergine, tributata da anime generose che si impegnavano a recitare il Rosario, in un’ora liberamente scelta. Nel tempo fu approvato e arricchito da indulgenze dei Sommi Pontefici e il Rosario si diffuse in tutto il mondo. L’Associazione ha la sua sede centrale presso la basilica di S. Maria Novella in Firenze. Gli iscritti da alcuni anni hanno superato il milione. L’associazione del Rosario Perpetuo è una comunità in preghiera che ha lo scopo di fondere innumerevoli voci in una sola voce. Creare in coro orante che non si interrompa in alcun modo del giorno e della notte, legati gli uni dagli altri in un’unica grande famiglia. Questa unione di oranti è estesa in tutto il mondo, e chi vi aderisce si impegna a pregare regolarmente, recitando il Rosario in un’ora del mese; così unito agli altri associati, contribuisce a rendere perenne il coro che sale a Maria e, mediante Maria, alla Trinità. Dorina Bossini gennaio 2015 5 Parole del Vescovo In un tempo dove sembra che tutto stia decadendo e le speranze per un futuro migliore non ci sia più, ci pare bello e fruttuoso riflettere e meditare la predica del nostro vescovo Luciano in occasione della consueta celebrazione dei "Ceri e Rose" nella Chiesa di San Francesco. S iamo a pagina tre della Bibbia. Abbiamo appena fatto in tempo a voltare il primo foglio che troviamo l’uomo in una condizione misera di peccato. Fatto a immagine e somiglianza di Dio a pagina uno; posto nel giardino di Eden come custode a pagina due; a pagina tre leggiamo dell’uomo che, non contento della sua dignità e della sua missione, disobbedisce al comando di Dio e mangia il frutto della conoscenza del bene e del male pensando, in questo modo, di farsi uguale a Dio senza Dio. Ha ritenuto, l’uomo, che la presenza di Dio fosse per lui un impedimento, un ostacolo, un limite insopportabile e ha tentato la scalata al cielo con le sue sole forze. Il risultato è quello che la pagina della Genesi ci presenta: un uomo che si rende conto di essere nudo e quindi indifeso; che si nasconde da Dio perché sa di essere colpevole; che fa ricadere la colpa alla donna perché non ha il coraggio di prendersi le sue responsabilità. Il peccato è la prima azione che il libro della Genesi attribuisce all’uomo: nel racconto successivo l’uomo farà figli, coltiverà i campi, alleverà animali, inventerà la cetra e il flauto, lavorerà il bronzo e il ferro, costruirà città. Ma prima di tutto questo sta il suo peccato, la sua ribellione a Dio creatore. È un modo chiarissimo per dire che il peccato non si presenta come un incidente di percorso fortuito ma piuttosto come una scelta di fondo che pone un’ipoteca inquietante sulla storia dell’uomo. L’autore del salmo 51 arriverà a dire: “Il mio peccato mi sta sempre dinanzi… nel peccato mi ha concepito mia madre…”: per quanto io scruti nel mio passato, non riesco a trovare un tempo che fosse davvero libero dalla presa del male. Siamo allora senza speranza? 6 gennaio 2015 S e fossimo abbandonati a noi stessi, sì; saremmo costretti a vedere la stretta del peccato che si fa sempre più dolorosa e la nostra schiavitù che diventa sempre più umiliante. E invece, come avete notato, noi abbiamo risposto alla prima lettura pregando con il salmo 98 che recita: “Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie… Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza… Acclami al Signore tutta la terra!” Il motivo di questa gioia è spiegato nella seconda lettura, dove ci viene detto che, in Cristo, Dio “ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati davanti a lui nella santità.” Non è vero, dunque, quello che temevamo, che la prima parola sulla vita dell’uomo fosse quella del peccato; prima del peccato, prima ancora della nostra esistenza, Dio ci ha pensati, voluti, amati, chiamati a essere santi e immacolati davanti a Lui. Siccome l’amore di Dio precede il peccato dell’uomo ed è quindi senza condizioni, non c’è nulla che possa bloccarlo o impedirlo o cancellarlo. L’uomo rimane davanti a Dio come creatura amata, nonostante tutto. a solennità di oggi ci vuole porre davanti questa nostra condizione piena di speranza e lo fa invitandoci a contemplare la figura di L Maria Santissima. Lei, donna umile e povera, sta davanti a Dio come creatura immacolata, senza macchia di peccato o di falsità o di egoismo; sta in mezzo a noi come punto luminoso di salvezza e quindi come fondamento di speranza. Il messaggio della solennità di oggi è quindi positivo: la grazia di Dio sta prima del peccato dell’uomo. Perciò non siamo condannati a subire il dominio incontrastato del male; abbiamo, in Cristo, la possibilità di vincere il male col bene, di rispondere in pienezza alla nostra vocazione. La santità e l’amore, non il peccato e l’egoismo sono il nostro destino. n Maria vediamo quello che la grazia di Dio rende possibile alla creatura umana quando trova in lei la corrispondenza della fede. La grazia è puro dono; ma, come tutti i doni di Dio, non esonera dall’impegno personale; al contrario rende possibile questo impegno. Maria non è vissuta «di rendita» come se la grazia iniziale di Dio la esonerasse dalla sofferenza, dalla fatica, dalla responsabilità di rispondere ogni giorno di nuovo alla chiamata di Dio. Al contrario, tutta la vita di Maria è stata un cammino progressivo attraverso il quale ella ha interiorizzato il dono di Dio, lo ha fatto diventare suo nei sentimenti, nei desideri, nelle decisioni: solo così la vocazione divina è diventata esistenza umana concreta. Ebbene, quello che vediamo realizzato in Maria lo desideriamo per noi: che la grazia di Cristo, la redenzione che Egli ha compiuto diventi operante anche nei nostri pensieri e nelle nostre azioni. Già il sapere che questo è realmente possibile è un messaggio consolante di cui oggi abbiamo urgente bisogno. segni del declino sono purtroppo chiari nella nostra società. E non si tratta solo della stagnazione eco- I I Parole del Vescovo nomica con i suoi effetti dolorosi di povertà: si tratta del costume civile, del modo di sentire e di operare, del modo di vivere i rapporti col prossimo, della sanità, della vita politica, economica e culturale. Sarebbe doloroso e forse inutile elencare i segni di questo declino; i mezzi di comunicazione ce li ricordano spietatamente: la corruzione, la litigiosità, la paura, la tendenza a dare la tutta la colpa agli altri, l’illusione che ci siano provvedimenti magici, capaci di sanare tutte le situazioni... Non c’è bisogno di continuare; preferisco ricordare che non esiste un declino fatale, ma solo un declino che deriva dalle nostre scelte stupide o egoiste; che quindi è possibile invertire la direzione di marcia e scegliere e costruire pazientemente un cammino di autentico progresso umano. Ma bisogna diventare persone autentiche, cioè persone che mettono la verità prima delle proprie opinioni, che mettono il bene prima del successo o dell’interesse. E che considerano il bene di tutti come prevalente rispetto al bene individuale o di una parte. Se non facciamo questa conversione fondamentale e se non riprendiamo ogni giorno daccapo la responsabilità di comportarci onestamente, secondo verità e giustizia, non c’è grande speranza. E dobbiamo fare questo con realismo, rendendoci conto che il male nella società c’è e che questo male sta producendo e purtroppo produrrà ancora sofferenze ingiuste. Il sistema legale, il sistema di polizia sono necessari per impedire danni maggiori ma non sono certamente sufficienti a creare una società buona. Per questo obiettivo ci vuole l’impegno di ciascuno e la solidarietà di tutti. Sapendo che in ultima analisi il male può essere vinto solo da un bene che lo annulli con una forza più grande. È quella che il vangelo presenta come “legge della croce”. Inchiodato sulla croce Gesù ha subito l’ingiustizia, il tradimento, il rinnegamento, l’abbandono. E nonostante questo non è diventato ingiusto, violento, cattivo: ha consegnato la sua vita al Padre e ha confermato la sua volontà di amore ma è un dogma giustificato? verso tutti, anche verso coloro che Togliere la trascendenza significa l’avevano condannato ingiustainevitabilmente attribuire un valore mente. È su questa strada che il esagerato alle cose del mondo; la vangelo fa intravedere la possibiliconseguenza è che la pubblicità tà della redenzione e quindi di un diventa un nuovo ‘vangelo’ che promette felicità e realizzazione futuro sottratto a un esito infausto. personale attraverso l’uso di un possibile questo? È possibile se profumo, di un vestito o di uno il cuore dell’uomo rimane asmartphone. perto a Dio, al valore primario del Pensiamo davvero che la felicità si suo amore, al fondamento certo trovi al termine di questa strada? E della sua giustizia. Supponiamo – se no, come interrompere un camcome dicono alcuni – che il mondo mino che ci conduce irrimediabilsia tutto e che non esista nulla oltre mente verso l’infelicità, l’insoddiall’esperienza che facciamo qui, sfazione? La liturgia fa il possibile: adesso; non ne verrà, come conseci pone davanti come modello una guenza, il fatto che il successo donna povera ma santa, umile ma mondano acquisterà un valore asgrande, aperta al compimento del soluto? Che non c’è nulla che lo disegno di Dio sul mondo e capace, possa relativizzare? Come giustifiin questa prospettiva, di mettere in care, allora, i sacrifici che le situagioco la sua vita, il suo benessere. zioni concrete di vita possono riIl Signore ci doni la medesima lucichiedere? Perché dovrei rinunciare dità e generosità. Il futuro del mona un’occasione immediata di sucdo appartiene a chi sarà capace di cesso personale per permettere e incarnare nella sua esistenza spefavorire un possibile miglioramenranze più grandi e più vere. to futuro nella vita degli altri? Agli inizi del suo pontificato Benedetto XVI aveva invitato a impostare la vita e la convivenza sociale “come se Dio ci fosse”. Voleva dire che il riferimento a Dio, a un Dio trascendente, è essenziale perché l’amore dei beni terreni e immediati rimanga sano, equilibrato, e non si avvilisca nella meschinità del possesso avido o nel degrado di una violenza quotidiana. uesto invito Programma: ore 9,00 - Accoglienza e preghiera provocatorio ore 9,45 - Intervento di Suor Benedetta del Papa è stato ore 11,00 - Dialogo con l'assemblea lasciato cadere perché si è sconore 12,00 - Conclusione trato con il dogma Luogo: Centro Pastorale Paolo VI, che Dio debba rivia Gezio Calini 30, Brescia. manere fuori dalParcheggio interno, girando a destra la vita pubblica; dopo il portone principale. È Q gennaio 2015 7 Catechesi spicciola: Arte e Bibbia a cura di Boni Silvia Con questa vetrata (nona fila di vetrate da sinistra, nella navata) lʼartista ci accompagna tra le vicende dei grandi profeti dellʼAntico Testamento. Il percorso inizia dal profeta Daniele che operò, a nome di Dio, durante lʼesilio del popolo ebreo a Babilonia nel 600 a.C. circa. 1 - I tre giovani nella fornace (Dn 3) In quei tempi il re Nabucodonosor fece costruire una grande statua dʼoro da adorare e chiunque non lʼavesse fatto doveva essere ucciso in una fornace ardente. Accadde che tre giovani ebrei, tra cui Daniele, si rifiutassero di adorare la statua “…sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto”. (Dn 3,17-18) Il re li fece gettare nella fornace e si assicurò che il calore fosse molto alto perché non avessero scampo, ma “…lʼangelo del Signore, che era sceso con Azaria e i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro il fuoco della fornace e rese lʼinterno come se vi soffiasse dentro un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male”. (Dn 3, 49-50) A quel punto i giovani intonarono un cantico di lode che da secoli si ripete nella liturgia delle Ore la domenica e nelle altre feste. (Dn 3, 52-90) 2 - Daniele nella fossa dei leoni (Dn 6) Sembra che per Daniele, lʼebreo, non ci sia pace, infatti nonostante fosse ritenuto dal re Dario “superiore a tutti gli altri funzionari, perché aveva uno spirito straordinario…” (Dn 6,4), corse un pericolo immane e venne salvato solo dallʼintervento divino. Dario emanò un editto in cui si proibiva ad ognuno di adorare altro dio se non lui, “Daniele, quando venne a sapere del decreto del re, si ritirò in casa. Le finestre della sua stanza si aprivano verso Gerusalemme e tre volte al giorno si metteva in ginocchio a pregare e lodava il suo Dio, come era solito fare anche prima”. (Dn 6, 11). Gli altri funzionari, invidiosi del successo di Daniele, avvisarono il re ed egli fu costretto a condannare il giovane ebreo ad una morte orribile: la fossa dei leoni. “La mattina dopo il re si alzò di buon'ora e allo spuntare del giorno andò in fretta alla fossa dei leoni. Quando fu vicino, il re chiamò Daniele con voce mesta: "Daniele, servo del Dio vivente, il tuo Dio che tu servi con perseveranza ti ha potuto salvare dai leoni?". Daniele rispose: "O re, vivi in eterno! Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni ed essi non mi hanno fatto alcun male, perché sono stato trovato innocente davanti a lui; ma neppure contro di te, o re, ho commesso alcun male". (Dn 6,20-23) Da quel momento Dario promulgò un nuovo editto per tutto il suo vasto regno, dʼora innanzi si doveva adorare e temere il Dio di Daniele “…perché egli è il Dio vivente, che rimane in eterno; il suo regno non sarà mai distrutto e il suo potere non avrà mai fine. Egli salva e libera, fa prodigi e miracoli in cielo e in terra: egli ha liberato Daniele dalle fauci dei leoni". (Dn 6, 27-28) 3 - La vicenda di Susanna accusata ingiustamente (Dn 13) 8 gennaio 2015 Tutto il capitolo 13 è occupato da questa vicenda diremmo oggi “ scabrosa” in cui si mescolano passioni torbide e slanci generosi di fede e coraggio. Susanna era una donna di rara bellezza e timorata di Dio, moglie di un uomo importante a cui tutti i Giudei si rivolgevano nel bisogno. Tra le persone che frequentavano casa sua cʼerano due anziani, capi del popolo, che si invaghirono di Susanna e cercarono di tenderle un tranello per unirsi a lei. “Susanna entrò, come al solito, con due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva caldo. Non c'era nessun altro al di fuori dei due anziani, nascosti a spiarla”. (Dn 13,1516) Gli uomini la importunarono e minacciarono, ma Susanna resistette e gridando a gran voce richiamò altre persone. I due anziani offesi da questo decisero di accusarla ingiustamente di adulterio testimoniando che un giovane si era unito con lei. Il destino di Susanna era ormai scritto, doveva morire per espiare la colpa dʼadulterio, ma “il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele, il quale si mise a gridare: "Io sono innocente del sangue di lei!". Tutti si voltarono verso di lui dicendo: "Che cosa vuoi dire con queste tue parole?". Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: "Siete così stolti, o figli d'Israele? Avete condannato a morte una figlia d'Israele senza indagare né appurare la verità! Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei". (Dn 13,45-49) Grazie a Daniele la verità venne a galla e i due anziani vennero uccisi secondo la legge di Mosè. “In quel giorno fu salvato il sangue innocente. Chelkia e sua moglie resero grazie a Dio per la figlia Susanna, insieme con il marito Ioakìm e tutti i suoi parenti, per non aver trovato in lei nulla di vergognoso. Da quel giorno in poi Daniele divenne grande di fronte al popolo”. (Dn 13,62-64) Spiritualità (a cura di don Bruno) L’ARCO DELLA VERITÀ ʼè un rischio nella preghiera del cuore: lʼintimismo: Dopo le prime difficoltà, si sta così bene C con Dio che viene voglia di ripetere come Pietro: male un dovere, la prima cosa da fare è mettere nelle mani di Dio le persone che ho danneggiato, implorare da Dio la forza della riparazione completa, implorare forza, luce e senso di responsabilità. Questo è certo già un riparare. Poi è urgente pianificare con la luce di Dio un programma di riparazione concreto, immediato, deciso. Pianificare un cammino. Si capisce che un cammino esige tempo, ma fare i preparativi del viaggio, lʼandare a comprare il biglietto e stabilire lʼorario di partenza è già iniziare il viaggio. Lʼimportante è osservare lʼonestà e la schiettezza. La preghiera del cuore non si può intraprendere giocando a nascondino con le nostre responsabilità. La preghiera del cuore è un proiettarsi diretto nellʼamore di Dio. Come è possibile senza la volontà di mettersi a posto con lui? Allʼinizio è prudente non cominciare mai la preghiera del cuore senza questa verifica: senza passare sotto lʼarco della verità. Più avanti forse ogni cosa si semplifica. Si può andare ai problemi che ostacolano il nostro rapporto con Dio facendo il punto della verità, prima o durante o dopo la preghiera del cuore. Può anche succedere che chi si abitua alla preghiera del cuore acquisti a poco a poco una luce così viva sulle proprie miserie che non ha bisogno di molto tempo per esaminarsi e concentrarsi. Anzi, appena spunta una mancanza, subito la spia rossa si accende e la buona volontà risponde, e tutta la giornata, anche fuori della preghiera, è utile per la purificazione. «Facciamo qui tre tende...». E si può dimenticare qualche problema molto importante. Il problema per esempio di regolare prima i debiti con Dio, di vedere in faccia le cose pratiche che non vanno, di togliere le maschere ai nostri fariseismi, di sistemare i disordini e tutte le cose che dispiacciono a Dio. Il rischio dell'intimismo cʼè, anche se non bisogna esagerarlo. Il motivo di fondo è che lo stare in silenzio davanti a Dio, cercando di amare, è un impegno così arduo che non ci lascia convivere con le nostre miserie. Appena ci si cala nel mondo della luce le nostre ombre subito appaiono, e immediatamente sentiamo lʼorrore della nostra indegnità. Occorre partire bene, e per entrare nella preghiera del cuore bisogna prima di tutto passare sotto lʼarco della verità. Bisogna fare in noi la verità, bisogna mettere il dito sulla piaga, bisogna purificarsi, entrare nei problemi che scottano e mettere ordine. Accettarsi, pentirsi, riparare Le nostre miserie vanno accettate. Senza questo passo preliminare non cʼè pentimento, non cʼè purificazione. Devo essere schietto, limpido, prima di tutto con me stesso se vorrò esserlo con Dio. Allora devo calarmi dentro i miei lati negativi con molta oggettività e anche fiducia. Sono lì davanti a Dio per mostrargli il mio amore, Dio non mi aiuterà a uscire dalle mie miserie? Fatta la verità in me, non basta ancora: devo pentirmi. Non è questione di parole, anche se qualche paESERCIZIO PRATICO di PREGHIERA rola ci sta bene per esprimere il mio rincrescimento. Faʼ preghiera vocale attenta rivolta allo Spirito. Ma vista la miseria in me, la tentazione che viene è Chiedi che lo Spirito ti induca a far la verità dentro di respingere il problema, o ignorandolo, o aggirandi te. dolo, o proiettandolo fuori di me; oppure si è tentati Poi rivolgiti al Cristo e rivivi la scena di Marta e Madi piagnucolare sulla propria debolezza. Questo è ria. Crea con lʼimmagine la scena in tutti i suoi parfacile, ma non è pentirsi. ticolari. SantʼIgnazio lo consigliava molto per la Pentirsi significa uscire. Pentirsi significa volontà di meditazione profonda del Vangelo, lo chiamava: combattere. Allora ecco la terza fase, la più impor«Far la composizione del luogo». Ciò che più imtante del pentimento: riparare. porta mentre fai il tuo esercizio di ascolto, è che tu Certo, quasi mai si può riparare su due piedi a una punti al pratico: mancanza in modo completo. Una riparazione può «Maestro, che cosa vuoi dirmi con questa pagiessere molto complessa. Esige ponderazione, senna?». «Maestro, ti sto ascoltando veramente?». so di responsabilità, concretezza e a volte prudenPrendi le tue decisioni pratiche. za. Poi orienta al Padre il tuo cuore. Ama e faʼ silenzio. Però una cosa è certa: se non posso riparare in Implora solo: modo adeguato, posso sempre cominciare con «Padre, che cosa vuoi da me? decisione a impostare i primi passi concreti della Non la mia, ma la tua volontà sia fatta!». riparazione. Il primo è certaO Signore, dammi tutto ciò che mi conduce a Te. mente la preghiera. Se ho O Signore, prendi tutto ciò che mi distoglie da Te. recato danni, se O Signore, strappa anche me da me e dammi tutto a te. (E. Stein) ho compiuto gennaio 2015 9 Il Co.Vo. IL CO.VO. (Comunità Vocazionale) D a tempo c'è un bel desiderio nel cuore dei sacerdoti della zona pastorale di Lumezzane: il COVO. Già solo il nome incuriosisce ed un po' intimorisce. Ma di cosa si tratta in realtà? È una proposta rivolta agli adolescenti maschi delle parrocchie di Lumezzane e si realizzerà a partire da gennaio in un appartamento messo a disposizione della parrocchia di Pieve. Si tratta di costituire una "Comunità Vocazionale" - CO.VO. - (sul modello di quella già avviata a Breno) che sul territorio divenga luogo e tempo di riferimento per un percorso di animazione e discernimento vocazionale. Non è da confondere con un seminario locale, ma risponde all'esigenza di incoraggiare e motivare una proposta seria e coraggiosa per gli adolescenti in ordine alla propria vita intesa come vocazione. Si vuole infatti offrire un percorso stabile di incontri (una volta al mese) che, inserendosi nel vissuto ordinario degli adolescenti (scuola, sport, corsi...) e nel contesto della vita parrocchiale, aiuti a maturare alcune scelte tenendo seriamente in conto la ricerca della volontà di Dio. Niente di straordinario quindi, ma una concreta occasione di incontro che fa leva sugli strumenti classici della preghiera, della condivisione comunitaria, dell'accompagnamento spirituale. Il COVO è una proposta ben vista in Diocesi dal Vescovo di Brescia Luciano Monari e si pone l'obiettivo di sollecitare l'animazione vocazionale sul territorio, in un periodo in cui non è facile fare scelte importanti e consapevoli, offrendo occasioni di incontro e, soprattutto, di discernimento. Gli incontri si svolgeranno dalla conclusione delle lezioni scolastiche del venerdì fino alla mattina successiva, salvo indicazioni diverse da parte dei genitori. 10 gennaio 2015 Il percorso della Comunità Vocazionale di Lumezzane è programmato secondo il seguente calendario: 9-10 gennaio 13-14 febbraio 20-21 marzo 10-11 aprile 15-16 maggio Ci sono già dei ragazzi coinvolti e chiunque fosse interessato si faccia avanti rivolgendosi ai sacerdoti. CORSO BIBLICO dellʼunità Pastorale IL LIBRO DEI LIBRI. PER COMPRENDERE LA BIBBIA Corso biblico coordinato dal Prof. Don Flavio Dalla Vecchia presso lʼOratorio di S. Apollonio IL PROGRAMMA SARÀ TRIENNALE E DIVISO PER SEZIONI 2a SEZIONE Martedì 13 - 20 - 27 gennaio e 3 febbraio 2015 ore 20,30 - a S. Apollonio Consegna in Segreteria Parrocchiale la tua iscrizione IL CORSO È APERTO A TUTTI Diacono permanente UN NUOVO DIACONO PERMANENTE A LUMEZZANE «Essere servo di tutti, l'ultimo fra gli ultimi!» È questo il motto di Giovanni Bonomi, 54enne impiegato tecnico valgobbino ordinato diacono permanente dal Vescovo Luciano. Una scelta di vita, uno splendido sacrificio fatto insieme alla famiglia maturato dopo un'esperienza fortissima. Sposato con due figli (Fabiola e Mirco), Bonomi fu colpito da un forte arresto cardiaco 10 anni fa, sopravvivendo per miracolo. Molta fortuna disse l'infermiera che si prese cura di lui in quei giorni difficili. «Fortuna o un disegno del Signore? Se sono vivo è perchè Lui lo ha deciso». La malattia e stata una svolta, la chiave per capire il disegno preparato per lui dall'Onnipotente. L'avvicinamento all'ambiente oratoriano e alla parrocchia, prima come barista e poi come catechista degli adulti nel percorso dell'ICFR. Da qui la creazione di un gruppo famiglia ancora attivo e presente nell'oratorio valgobbino. Su consiglio di don Fabrizio Gobbi, Giovanni Bonomi decise di entrare in università e seguire il percorso verso il diaconato permanente. Un cammino pieno di gioia, di sacrifici fatti insieme alla famiglia e soprattutto con la moglie Marilena, la donna che da sempre lo sostiene. «Durante la malattia mi sono reso conto di non essere onnipotente — confessa il diacono Giovanni — e attraverso la preghiera e la riflessione il Signore mi ha indicato cosa voleva da me». La cerimonia per l'ordinazione si è svolta presso la parrocchiale di Sant'Apollonio alla presenza del Vescovo Luciano. «È stata una cerimonia davvero molto intensa e carica di emozioni. Sono stato fortunato ad essere ordinato nella Parrocchia in cui sono cresciuto (Bonomi è stato l'unico diacono ordinato nel 2014, ndr) e - continua Bonomi — voglio ringraziare tutta la comunita e le persone che mi hanno seguito e formato in questo cammino». Una Messa molto particolare che ha raggiunto l'apice durante la «Prostrazione». «Nonostante fossi in mezzo alla comunità — racconta il nuovo diacono — mi sono sentito io. È stato il momento più intenso ed intimo, dove ho sentito forte mente la presenza del Signore». A parlare a nome della comunità di Sant'Apollonio e don Andrea Maffina che elogia Giovanni Bonomi. «Nonostante abbia avuto molte difficoltà è stata una persona capace di rialzarsi con la forza della famiglia e del Signore. Siamo davvero una comunità in festa per il nostro diacono!» Alessio Andreoli gennaio 2015 11 (Incontri per la «BELLA» età) Dalla Parrocchia S iamo giunti alla conclusione di questo anno con alcune iniziative che, pur semplici, hanno creato spirito di condivisione, amicizia, serenità. Nonostante lʼetà, è stato messo in pratica il detto: “Mens sana in corpore sano”: infatti il nostro “MAESTRO Giulio” è riuscito ancora una volta a far eseguire al gruppo esercizi ginnici adeguati, dimostrando che il movimento delle varie parti del corpo è sempre importante per attivare le nostre cellule. In occasione della S. Lucia abbiamo festeg- giato lʼonomastico delle signore presenti (Lucia Saleri e Lucia-Elvira Fanti) ed in particolar modo il compleanno di Angela Ghisi che ha compiuto 90 anni! Un bel traguardo. Dimostra tuttora uno spirito vivo: proprio un esempio di “Bella Età”. Mercoledì 7 Gennaio: Catechesi Mercoledì 14 Gennaio: Gioco della memoria Mercoledì 21 Gennaio: Festa dei Patroni con Cruciverba Mercoledì 28 Gennaio: Tombolissima In prossimità delle feste di Natale abbiamo avuto come ospite il signor Renato Ghidini, un altro poeta dialettale del nostro paese. Poesie commoventi alternate dai canti accompagnati con maestria da Bimbo, hanno permesso di vivere serenamente il clima natalizio. Il pomeriggio si è poi concluso con gli auguri dei bambini del Gabbiano che hanno lasciato in dono un piccolo lavoretto da loro confezionato. 12 gennaio 2015 Centro Volontari Sofferenza C.V.S.Lumezzanese « Un cristiano porta pace agli altri. E non solo pace, ma anche amore, bontà, fedeltà e gioia». Con queste parole di Papa Francesco, che richiama la vocazione ad “Amare di più” secondo il carisma del Centro Volontari della Sofferenza, il Gruppo d’Avanguardia di Lumezzane desidera porgerti auguri sinceri di un Santo Natale e Felice Anno Nuovo. Con l’occasione, desideriamo ricordarti che il 2015 sarà un anno davvero speciale per noi. Infatti, festeggeremo il 50° di presenza del CVS a Lumezzane, nel ricordo dell’amata “zia Ester”. 1964 - 2014 50° co Saleri e animato dal Coro “Voci Incanto”, entrambi hanno accolto con straordinario entusiasmo l’idea. Altri eventi Ostensione della Sindone straordinaria dedicata al mondo della malattia e disabilità (in data da definire) Esercizi Spirituali a Re (con i vari settori) Cogliamo l’occasione per augurarti un sereno Natale e un felice anno nuovo. Patrizia Simonelli A nome del Gruppo d'Avanguardia di Lumezzane Per renderle omaggio in modo degno desideriamo farti partecipe di due eventi: Al nostro pellegrinaggio pasquale a Lourdes (31 marzo 2015 7 aprile 2015) Vorremmo chiamare a raccolta tutti coloro che vi hanno partecipato negli anni passati, nelle varie generazioni e che hanno sempre fatto da fulcro fondamentale per la buona riuscita dell’organizzazione, grande esempio di carità civuessina e cristiana per la nostra diocesi bresciana. Festa del 50° 8 novembre 2015 ti invitiamo a trascorrere con tutti noi la giornata nella Parrocchia di Sant’Apollonio, con la santa Messa, il pranzo e la partecipazione al Musical scritto da Fiorella Elmetti “Come Vivere una Sinfonia”, diretto ed interpretato dall’artista lumezzanese Frangennaio 2015 13 Testimone della Fede Servo di Dio OSCAR ROMERO EL SALVADOR è la più piccola repubblica centroamericana, ma è anche la più densamente popolata, una terra continuamente espropriata, fin dal tempo dei conquistatori spagnoli. EL SALVADOR era conosciuto come la “Repubblica delle quattro famiglie” che pretendevano indentificarsi non solo con lo Stato, ma persino con la Chiesa. Agli inizi dell’800, c’era una scarsità di sacerdoti: il potere politico s’era a lungo attribuito il patronato sulla nomina dei vescovi, condizionando pesantemente l’episcopato e la lotta per liberarsene era stata lunga ed estenuante. Ma le cose mutarono rapidamente quando soffiò il vento rinnovatore del Concilio Ecumenico Vaticano II e s’impose il magistero sociale di Papa Paolo VI. Cominciò allora a formarsi un movimento sociale cattolico organizzato, cominciarono a nascere sindacati cristiani, e fiorirono le cosidette «comunità di base» che cercavano di risvegliare le coscienze dei credenti. In questo complesso e complicato panorama, Oscar Romero non era mai stato un personaggio di primo piano, proveniva da una famiglia ricca solo di otto figli, riuscì a frequentare il seminario diocesano, per l’interessamento del sindaco. Divenne sacerdote, e poichè era dotato di una forte intelligenza, fu inviato a Roma per studiare teologia all’Università Gregoriana. Per i primi 23 anni di sacerdozio, Romero si dedica ad un intenso apostolato parrocchiale. É un tipo introverso, piuttosto scrupoloso e rigido, ma si fa amare perchè spende ogni energia per la sua parrocchia che diventa una delle più fiorenti della zona: crea l’oratorio giovanile, cura la devozione popolare, si spende per i poveri, si interessa dei carcerati, visita spesso i malati dell’ospedale cittadino. Nel 1967 fu nominato segretario della Conferenza Episcopale Salvadoregna e l’anno successivo venne consacrato vescovo. Erano gli anni della contestazione postconciliare, e Romero si sentiva in totale sintonia con Papa Montini, il Concilio Vaticano II era stato una “bella primavera” ma nella Chiesa si era infiltrato “uno spirito di autodemolizione”. Subito volle recarsi a Roma per incontrare il Papa e ne ebbe conforto e sostegno. 14 gennaio 2015 L’uccisione dell’amico gesuita, padre Rutilio Grande, martirizzato assieme a un contadino anziano e un bambino, lo portò a rivendicare la giusta liberazione di cui la Chiesa deve farsi portatrice e il doversi convertire ogni giorno, aderendo sempre di più e sempre meglio a Cristo. Così col cuore straziato, Romero, si dedicò a non fare denunce, ma ad insegnare alla sua povera gente la bellezza del sapere offrire quotidianamente la propria esistenza. Romero rifiutava la violenza da qualunque parte provenisse e gridava a gran voce, nelle sue omelie, che c’era una sola violenza lecita ed auspicabile: la violenza dell’amore. Purtroppo la sistuazione sociale era a tal punto corrotta che “fare catechismo” era già “fare politica”. Una delle sofferenze più grandi di Romero fu la visita a Giovanni Paolo II a Roma subito dopo la sua elezione. Avrebbe voluto raccontare tutti i disagi dei suoi preti e dei suoi cristiani, ricevere conforto e sostegno, ma non si sentì del tutto compreso. In un secondo incontro, l’anno successivo, si capirono meglio e Romero potè spiegare al Pontefice la complessità della situazione sociale e politica in cui era costretto a vivere e si lasciarono con un grande abbraccio. Ormai l’Arcivescovo incarnava in sè la voce di Dio e la voce del suo popolo. La sua omelia domenicale era sempre un commento fedele ed appassionato alla Parola di Dio, offerto come conforto ai poveri, e gli oppressi e come giudizio e richiamo alla conversione per i violenti. La notorietà di Romero era grande, era diventato celebre, ma sapeva che la sua fine era decisa. Infatti il 24 marzo 1980, mentre celebrava la messa, fu ucciso e durante i suoi funerali, altre 4 persone persero la vita. Fu come la rottura di una diga e l’intero paese cadde nel baratro di una guerra civile che avrebbe fatto in 12 anni, più di 80.000 vittime. Romero non ebbe seguaci e la sua storia è stata usata ideologicamente dagli uni e dagli altri; forse solo ora si comincia a riconoscerla ed a rispettarla come un mistero sacro, un mistero iniziato in Terra Santa, pellegrino nel 1956 e a Gerusalemme, aveva scelto di passare tutte le notti nell’orto degli ulivi. Si sentiva destinato, in ogni senso, alla Passione. Luigina Tognoli Paolo VI 3 Il Papa che ha rinnovato la Chiesa di Teresio Bosco e Gianni Foccoli NOTA BIOGRAFICA 1939 -10 febbraio: morte di Pio XI. Monsignor Montini fu il primo ad essere chiamato al capezzale del morente alle ore 4 del mattino. 2 marzo: elezione a Pontefice del Cardinale Eugenio Pacelli con il nome di Pio XII. 24 agosto: radiomessaggio al mondo per scongiurare la guerra. Dalle minute degli archivi della Santa Sede si può ricostruire la parte che ebbe Montini nella stesura del radiomessaggio: «Nulla è perduto con la pace! Tutto può esserlo con la guerra!». Istituzione dell'Ufficio Informazioni del Vaticano per i prigionieri di guerra. 1943 - 12 gennaio: morte del padre Giorgio. 17 maggio: morte della madre Giuditta. 19 luglio: bombardamento del quartiere di San Lorenzo. È a fianco del Papa che uscì dal Vaticano immediatamente per raggiungere le vittime. 1951 - agosto: viaggio nell'America settentrionale e nel Canadà. 1952 - 29 novembre: nominato Pro-Segretario di Stato per gli Affari Ordinari. 1954 - 1° novembre: eletto Arcivescovo di Milano, successore del Cardinal Schuster. 12 dicembre: consacrato Vescovo in San Pietro, messaggio radiofonico di Pio XII indisposto per ragioni di salute. 1955 - 6 gennaio: ingresso solenne in Diocesi. 15 febbraio: prima lettera pastorale Omnia nobis est Christus. 8 settembre: inizio visite pastorali (820 parrocchie visitate). 1957 - 5-24 novembre: grande Missione di Milano sul tema Dio Padre. (540 predicatori, 2 cardinali, 24 vescovi). Costruzione chiese: 123 le sue chiese. Fondazione sud-Rhodesia missione africana della Diocesi di Milano. (continua) Il grande mattatoio di 5 anni di guerra Nel 1914, il mondo precipitava in una catastrofe immane: la Prima Guerra Mondiale: Austria e Germania contro Francia, Inghilterra e Russia. Nei cinque anni di massacri, alla catastrofe si uniranno I'Italia e gli Stati Uniti. Risultato finale: 10 milioni di morti, 20 milioni di feriti e mutilati. Fu un mattatoio insensato. Lo stesso Winston Churchill, ministro della marina inglese, nelle sue Memorie chiamerà la Prima Guerra Mondiale "la guerra più inutile che fu mai combattuta". Ma quando nel 1917 il Papa Benedetto XV, in un pubblico documento, definì quella guerra "l'inutile stra- Papa Benedetto XV gennaio 2015 15 ge", fu coperto di insulti. I ministri che si arricchivano col mercato delle armi, i generaloni che spingevano fuori delle trincee le file infiniPrima guerra mondiale: te di soldati soldato in trincea mandandoli a farsi falciare dalle mitragliatrici, gridarono sui giornali che il Papa era "un disfattista", "uno che toglieva il coraggio ai soldati", "uno che non capiva la gloria della morte in combattimento". La "gloria" fu tanta che, per sgombrare le sterminate pianure tra Francia e Germania dai cadaveri di cui erano piene zeppe, si dovette far venire un'enorme quantità di lavoratori dalla Cina. Papà Giorgio deputato cristiano Papa Benedetto (che era stato Arcivescovo di Bologna e sapeva quanto male avrebbero potuto evitare i cattolici nella vita politica) tolse loro finalmente la proibizione di votare e di mandare i propri deputati al Parlamento. Nel 1919 don Luigi Sturzo fondò il "Partito Popolare", il primo partito cristiano, chiamando a lottare "per la giustizia e la libertà gli 1925 - Iscrizione alle liste uomini liberi e elettorali di Battista Montini forti". (Archivio Storico, comune di Giorgio Montini Concesio - BS) fu tra i primi ad iscriversi, e nel 1920 i bresciani lo elessero deputato al Parlamento. Giovanni Battista, intanto, si impegnava negli studi teologici necessari a chi vuol diventare sacerdote e soprattutto preparava il suo cuo-re a ricevere il dono della grazia per diventare un degno ministro del Vangelo. La prima Messa davanti alla Madonna delle Grazie Il 29 maggio 1920, nella Cattedrale di Brescia, 16 gennaio 2015 Giovanni Battista Montini si prostra con la faccia a terra dinanzi all'altare, rivestito del camice e della stola traversa. Piovono dall'organo le austere note del canto gregoriano, e vengono invocati ad uno ad uno gli Apostoli e i grandi Santi che in duemila anni di Cristianesimo hanno portato dalla Palesti- Ricordo della prima Messa, Brescia, 30 maggio 1920 na fino alle nostre terre la parola e la fede in Gesù: Pietro, Paolo, Andrea, Giovanni... Ambrogio, Carlo... Pallido di emozione, Giovanni Battista si alza s'inginocchia ai piedi del Vescovo mons. Giacinto Gaggia. Nel silenzio teso egli, successore degli Apostoli, pone le mani sulla testa e invoca lo Spirito Santo perchè venga e consacri come suo sacerdote Giovanni Battista Montini. Vicinissimi allʼaltare fanno corona mamma Giuditta, papà Giorgio, i fratelli Ludovico e Francesco. Il giorno dopo don Giovanni Battista, vestito della pianeta bianca ricavata dall'abito da sposa della mamma, celebra la sua prima Messa all'altare della Madonna delle Grazie. Da allora ritornò ogni volta che poteva, ai piedi della Vergine: infatti sui registri delle Messe, sono calcolate 232 sue firme (l'ultima fu nel 1963 per una La Natività venerata nel Santuario della Madonna breve sosta suldelle Grazie a Brescia la via di Roma dove lo aspettava il conclave ad eleggere il successore di Papa Giovanni e che una voce ricorrente indicava nel Cardinale di Milano). Gli sono intorno tutta la famiglia e un gran numero di amici. Don Angelo Zammarchi, amico di famiglia, tiene I'omelia che senza volerlo e una Un momento di intimità con i genitori, novembre 1922 grande profezia: ripete le parole che Zaccaria disse tanti anni prima, alla nascita del suo figlio san Giovanni Battista: "E tu bambino sarai chiamato profeta dell'Altissimo, perchè andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati". I primi mesi da diplomatico del Papa Pochi mesi più tardi don Giovanni Battista e papà Giorgio partono per Roma. Papà entra in Parlamento come deputato del Partito Popolare, don Battista entra all'Università Gregoriana, dove approfondirà gli studi teologici già iniziati, e si laureerà in Diritto Canonico (una disciplina che studia le leggi della Chiesa). Vorrebbe frequentare anche I'Università statale per laurearsi in Lettere, ma il futuro cardinal Pizzardo, Sostituto alla Segreteria di Stato del Papa, vede in questo giovane prete una stoffa molto buona, e lo chiama ad entrare nell'Ac- Don Battista Montini cademia Ecclesiastica, dove la Santa Sede prepara i suoi futuri diplomatici. Dopo soli due anni (1923) don Giovanni Battista ha brillato talmente per lʼintelligenza acuta e la prudenza nell'affrontare le situazioni difficili, che viene inviato come "addetto" alla Nunziatura Apostolica in Polonia, a Varsavia. È un "posto" delicatissimo. La PoIonia ha riacquistato l'indipendenza solo nel 1918, e nel suo territorio ci sono diverse province che da decenni erano state considerate territorio tedesco. Sta vivendo quindi un momento molto difficile della sua storia. In Germania un furioso agitatore, Adolf Hitler, ha fondato il partito "nazional-socialista", e nei suoi discorsi infuocati sostiene che la Polonia è un territorio tedesco, che la Germania deve tornare a possedere. Ha tentato un colpo di stato in Bavie- Come assistente generale della ra, è stato arre- FUCI è al Congresso nel 1929 a Romano di Lombardia stato e messo in prigione. Ma tornerà presto libero. Tra pochi anni Hitler diventerà il dittatore assoluto della Germania, e per la Polonia inizieranno anni durissimi. A Varsavia don Battista Montini lavora bene, ma il rigido clima della città lo mette k.o. Raffreddori, tossi, bronchiti paralizzano praticamente la sua attività, e deve essere richiamato a Roma. Nei due anni 1924-25 riprende gli studi all'Accademia. Qualche anno dopo gli viene assegnata la cattedra di Storia della Diplomazia Pontificia. Se la cava molto bene. Nel giugno 1923 è destinato a Varsavia come addetto alla Nunziatura gennaio 2015 17 Pensieri di Paolo VI Montini, Papa attento ai poveri: «La Chiesa desidera aiutarli» La prima enciclica di un Papa dopo un concilio è «programmatica»: è come il primo passo del cammino che desidera indicare alla Chiesa per mettere in pratica i documenti del Concilio. È affascinante scoprire che la prima enciclica di Paolo VI dopo il Vaticano II fu la «Populorum Progressio» (26 marzo 1967), che ancora emoziona e interroga e provoca: «Lo sviluppo dei popoli, in modo particolare di quelli che lottano per liberarsi dal giogo della fame, della miseria, delle malattie endemiche, dellʼignoranza; che cercano una partecipazione più larga ai frutti della civiltà, una più attiva valorizzazione delle loro qualità umane; che si muovono con decisione verso la meta di un loro pieno rigoglio, è oggetto di attenta osservazione della Chiesa. […] La Chiesa trasale davanti a questo grido dʼangoscia e chiama ognuno a rispondere con amore al proprio fratello. […] I popoli ricchi godono di una crescita rapida, mentre lento è il ritmo di sviluppo di quelli poveri. Una oligarchia gode, in certe regioni, di una civiltà raffinata, il resto della popolazione, povera e dispersa, è “spesso costretta a condizioni di vita e di lavoro indegne della persona umana”. […] Esperta di umanità, la Chiesa, lungi dal pretendere minimamente dʼintromettersi nella politica degli Stati, “non ha di mira che un unico scopo: continuare la stessa opera del Cristo, venuto nel mondo per servire, non per essere servito”. […] In comunione con le migliori aspirazioni degli uomini e soffrendo di vederle insoddisfatte, essa desidera aiutarli». gennaio 2015 Mons. Ennio Apeciti Sacerdote di Milano 18 LUMEZZANE Mi sembra attinente all'approfondimento della conoscenza di Paolo VI, il discorso da lui pronunciato al Consiglio Nazionale del Centro Italiano Femminile evidenziandone le finalità. Siamo orgogliose che proprio un Papa bresciano ci abbia riconosciuto nel nostro ruolo di donne cristiane impegnate nel sociale. A nome del CIF, Gabriella AL CONSIGLIO NAZIONALE DEL CENTRO ITALIANO FEMMINILE Martedì, 14 aprile 1964 ...Con piacere Sua Santità ricorda di essere stato a fianco del CIF, quando iniziò il suo lavoro con le prime Presidenti che hanno prima dʼora operato e i suoi sentimenti dʼallora sono quelli di oggi: stima, fiducia e simpatia. Il CIF ha una missione da compiere: si tratta di una istituzione che interpreta bene i bisogni di oggi e cerca di trarre dalla somma delle energie femminili un fervore di apostolato fattivo e concreto. Prima missione: coordinare. Mettere insieme forze associate di ispirazione cristiana per ottenere unʼarmonia, una forza di bene nel rispetto delle autonomie, ma anche nella forza dellʼunità. Una somma nella quale gli addendi restino quello che sono. Ma le idee e gli sforzi comuni diano la gioia della sinfonia spirituale e sociale. È una missione talvolta faticosa, ma geniale e necessaria. Dovrebbe essere facile per noi cristiani lavorare insieme. Se farà questo il CIF farà opera grande, buona e costruttiva. Una seconda manifestazione dellʼattività del CIF è quella assistenziale: il suo lavoro si è imposto anche in campo civile di fronte alle pubbliche autorità ed ha fatto fiorire tante opere. Si poteva forse credere che il compito delle iniziative assistenziali venisse gradualmente ad esaurirsi, invece lʼesperienza dice che ci sono stati vuoti da colmare. Il Santo Padre ha avuto esperienza particolare di questo sussidio specializzato a Milano. Il CIF si è presentato come istituzione benemerita, feconda, moderna, provvidenziale. Tale attività deve continuare guidata da quella ispirazione che è propria del genio della donna cristiana. Altra forma preziosa di attività svolta è lʼe- ducazione sociale della donna. Si credeva forse che lʼeducazione sociale di base della donna fosse un bisogno temporaneo. Ma le trasformazioni sociali, la vita comunitaria, i nuovi obblighi della donna chiamata, alla pari dellʼuomo, alla conversazione nazionale dànno permanente attualità al problema. I bisogni sono tali e la fenomenologia sociale è così rapida, che coloro stessi che se ne intendono fanno fatica a poter seguire la quantità e la qualità dei problemi. Tanto più faranno fatica le donne, che hanno problemi di figli, di casa, di preghiera... Come si orienterà la donna? Occorre una scuola, un movimento. Ed ecco il CIF che qui vede il domani della sua missione... gennaio 2015 19 Scuola dell’Infanzia e Nido Dalla Scuola dell’Infanzia e dal Nido… N 20 essuna festa cristiana è sentita dai bambini quanto il Natale; con gioia costruiscono il presepio e si incantano davanti a questo bambino così umile e tenero deposto in una mangiatoia; si commuovono guardando il bue, l’asinello, i pastori, gli angeli, tutto parla della semplicità di cuore, della disponibilità, dello stupore, caratteristiche che corrispondono alla personalità dei bambini. Ma Natale è anche tempo di doni e di luce, quest’anno con i nostri bambini abbiamo approfondito proprio questi due segni caratteristici: IL DONO E LA LUCE. Il dono come ricordo del dono che Dio fece all’umanità: Gesù, e la luce perchè Natale è festa della luce per gli uomini che camminavano nelle tenebre. Il nostro percorso è stato scandito da vari momenti: ❒ Abbiamo iniziato preparando vicino al presepio il calendario dell’avvento, ❒ ogni giorno a turno abbiamo incollato una stella dove abbiamo scritto un dono ricevuto da Dio e poi abbiamo parlato del dono della vita. ❒ Il racconto di una mamma con il suo bambino appena nato ci ha aiutato a riflettere sull’importante dono della vita che abbiamo ricevuto ❒ abbiamo preparato un lavoretto in collaborazione con le famiglie per scambiarci reciprocamente un grazie ❒ Abbiamo realizzato una piccola lampada per illuminare il nostro cammino e i nostri cuori. Il percorso si è concluso con il momento di preghiera con le famiglie in chiesa seguito dallo scambio di auguri presso l’oratorio. gennaio 2015 il calendario dell’avvento la nascita un dono… noi un dono per i nostri genitori… auguri e preparazione delle lampade A nche al nido è stato costruito con i bambini il presepio, e si è concluso il periodo natalizio accendendo con i genitori le luci delle lampade che abbiamo preparato e poi portato a casa come segno della gioia dei cuori da conservare portare nelle famiglie. girotondo davanti al presepio giochi sotto l’albero! Dalla Parrocchia: Casa della Giovane Ultime notizie dalla Casa della Giovane…!! Udite, udite…!! Chi ha affermato che la Casa della Giovane è «frequentata da pochi», e «che non c’è vita?» Basta entrarvi dal lunedì al venerdì pomeriggio per vedere bambini che giocano, studenti delle medie e superiori riuniti a svolgere compiti; il mercoledì pomeriggio è frequentata dal gruppo delle signore della “Bella Età” e dai “chitarristi” guidati con passione da Bimbo; così pure nelle ore serali sono presenti settimanalmente le preziose “ricamatrici”, il centro d’ascolto permanente del Mosaico, senza contare i vari incontri serali di diversi gruppi o nei pomeriggi del sabato o domenica i bambini dei compleanni. Sempre, la domenica, nel bar e non solo, si vivono momenti di gioco, di incontro con relazioni amichevoli e conviviali. Ma la vita della Casa della Giovane è data soprattutto dai bambini del Gabbiano del C.A.G. (Centro di aggregazione giovanile). Grazie alle educatrici Orietta, Manuela, Luana che sostengono il progetto educativo in collaborazione con la comunità Parrocchiale e le volontarie, i bambini che ne fanno parte vivono ogni giorno incontri sereni e costruttivi. Eseguono compiti e soprattutto utilizzano il tempo libero con giochi organizzati o spontanei, inventano attività creative, leggono, manipolano realizzando semplici lavoretti, compiono uscite comunitarie; il tutto con lo scopo di socializzare, valorizzare le regole della convivenza (il silenzio, le buone maniere di reciproco rispetto…) e indirizzare all’autonomia. In questo periodo i bambi- ni sono impegnati nel realizzare un simpatico spettacolo natalizio dal titolo “Puuupazzi di neve” avente per tema l’amicizia. Come volontarie esprimiamo la nostra soddisfazione per poter condividere la bella esperienza di vivere accanto ai bambini che sono sempre fonte di reciproca crescita. Cogliamo l’occasione per esprimere a tutti gli auguri più sinceri per un Sereno Natale ed un buon anno nuovo. Gabriella per le volontarie del G.A.G. gennaio 2015 21 22 gennaio 2015 gennaio 2015 23 24 gennaio 2015 25 V come Vocazione a cura di Agnese F. Bianchi e Emanuela Nember Dalla lettera Pastorale del Vescovo Luciano Monari «In quest’anno pastorale 2014/2015 vogliamo essere attenti alle sollecitazioni che ci vengono dalla Chiesa Universale. Sarà un anno dedicato alla vita consacrata e Dio sa quanto sia importante, in questo momento della nostra storia, cercare di capire e vivere nel modo migliore questo straordinario dono di Dio al mondo» Don VIGILIO ZANELLI Parroco di Lumezzane San Sebastiano D. Come è nata la sua vocazione? R. Non c’e’ “un giorno della conversione”. È stata una scelta maturata lungo un percorso. Con la mia famiglia abitavo a Lumezzane San Apollonio, avevo 8 anni quando mio papà morì. Con la mia mamma e i miei cinque fratelli feci ritorno a Lodrino. Anche per darmi la possibilità di studiare, mia madre mi indirizzò in seminario. Iniziamo dunque il percorso: R. In quinta elementare ho seguito degli incontri vocazionali tenutisi a Zanano dal vicerettore del seminario. Tra i sacerdoti che ci seguivano uno in particolare mi aveva colpito: sapeva ben coinvolgere i ragazzi. Era il momento della prima media. D. Che anno era? R. Era il 1972. Prima media 26 gennaio 2015 in seminario ma non per vocazione. In questo periodo eravamo 10/12 ragazzi solo di Lodrino in seminario. Questo significava avere la possibilità di frequentare la scuola superiore oltre che iniziare un discorso vocazionale. D. C’era una vaga idea del sacerdozio? R. Sono entrato in seminario non con l’intenzione di “fare il prete“. Se c’era una vaga idea vocazionale era la realtà missionaria. La missione mi ha sempre affascinato. D. Come ha vissuto la scuola media? R. L’ho vissuta bene inoltre dal punto di vista spirituale ricordo ancora oggi degli incontri di preghiera e tante esperienze profonde e significative. Finita la scuola media il seminario propone dei licei sperimentali a cui io ho dato la mia adesione . A settembre per una questione organizzativa del seminario, mi trovo a frequentare un liceo classico con mio grande sconforto, sentendomi più portato per le materie matematiche. Se avessi dovuto scegliere a giugno sarei uscito dal seminario. Pur non avendo ancora l’idea della vocazione vivevo un bel cammino spirituale. V come Vocazione Come già vi ho detto gli studi classici non erano nelle mie corde ma nonostante ciò mi sono trovato in una classe dove regnava un bel clima e si consolidavano sempre di più amicizie vere, a tutt’ora è un piacere ritrovarci ogni anno. Intorno ai sedici-diciassette anni vivo una crisi spirituale, grazie al sostegno ed alla vicinanza del vice rettore mi avvicino alla prima scelta seria del sacerdozio. Inizio il percorso teologico. Sono gli ultimi anni di studio ma soffro per il cambiamento della classe, mi ritrovo con compagni di età, esperienze e interessi vari diversi. Nonostante ciò dò il giusto valore all’esperienza che sto vivendo e proseguo il mio cammino vocazionale. D. Quando l’ordinazione? R. Il 14 Giugno del 1986 eravamo in diciotto preti novelli. D. Destinazione? R. Parrocchia di Saiano con 4 mila abitanti e un parroco di 70 anni, persona spiritualissima e con una grande capacità di dar fiducia alle persone. Avevo proprio bisogno di un tipo così, ancora oggi lo ricordo e lo ringrazio di avermi accompagnato in questa mia prima esperienza sacerdotale. A Saiano sono rimasto per 7 anni. D. E dopo? R. Nel 1993 la nuova parrocchia assegnatemi fu San Bartolomeo in città, non desideravo andare in città ma accettai la mia destinazione. Sotto vari aspetti c’erano alcune difficoltà nella vita parrocchiale ma credo fermamente che è più importante rimanere uniti e sereni magari facendo meno. La sintonia creatasi fra i curati della zona ci ha permesso di organizzare campi scuola e grest comuni, facendomi così assaporare il valore della fraternità fra sacerdoti. In questo periodo insegnavo religione nelle scuole medie e supe- riori. Erano poche le ore ma avevo molte classi e questo mi dava modo di incontrare tanti ragazzi. Passati i sei anni, nuova Parrocchia! D. Quale? R. Nel 1999 a 37 anni parroco di Tremosine con due parrocchie. Il paese mi è piaciuto subito, con le persone si è creato un bel rapporto e mi sono immediatamete inserito nella nuova comunità. Anche qui vivo una bellissima fraternità sacerdotale. Nel 2008 mi vengono affidate tutte le parrocchie di Tremosine. Questo mi impegnava molto, ero spesso in auto per andare a celebrare le S. Messe nelle varie Chiese delle quattro parrocchie. Nel 2013 sono chiamato a Lumezzane San Sebastiano come parroco. L’impatto è stato da subito positivo, mi sono sentito accolto dalla comunità con calore e con umiltà cerco di svolgere il mio ministero. D. Quale è la parola che accompagna don Vigilio? UMILTÀ È un atteggiamento indispensabile per mettersi davanti a Dio e per superare ogni barriera che non permette di creare relazioni vere. gennaio 2015 27 V come Vocazione UNA NUOVA PRESENZA NEL MONASTERO DEL BUON PASTORE D omenica 5 Ottobre 2014 ho avuto il piacere di partecipare alla Professione Religiosa di Voti Perpetui di Suor Maria Agnese e condividere la gioia con le Monache del Buon Pastore. La celebrazione si è svolta nella Chiesa di San Gaudenzio Parrocchia di Mompiano (BS) e così si è potuto percepire la comunione che le monache hanno con la loro parrocchia, la comunione diocesana, essendo presente Mons. Vescovo Luciano e la comunione universale della Chiesa perché Suor Maria Agnese è di origine Cinese. Suor Maria Agnese ha 41 anni, è l’ultima di quattro fratelli e ha avuto la grazia di nascere in una famiglia cattolica. Nel 2006 Suor Maria Agnese giunge in Italia e soggiorna a Roma per motivi di studio. Nel 2009 durante le vacanze estive arriva a Brescia dove, attraverso una amica, viene ad incontrare e conoscere le monache del Buon Pastore. Da sempre nutriva il desiderio di potersi ritirare in un luogo appartato a pregare, prende l’occasione di questo incontro e si ferma dalla monache per due mesi. Termina gli studi e decide di tornare per potersi unire per sempre a questa comunità. In un tempo in cui la ricerca del successo materiale ci rende sempre più schiavi, in un tempo segnato dell’incertezza dove non è facile fare scelte definitive, Suor Maria Agnese ha scelto la via della clausura, della contemplazione, della ricerca continua di Dio, della comunione e con San Paolo nella lettera ai Filippesi, che lei ha scelto come seconda lettura per la sua professione, si 28 gennaio 2015 dice: “Ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in Lui, avendo come giustizia non quella derivante dalla legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo”. Questo monastero ha per fine l’unità di cuore e di anima dei suoi membri, che nella vita contemplativa seguono lo spirito gli elementi portanti della comunità del Buon Pastore. Suor Maria Agnese dice ai giovani di oggi di non sprecare il loro tempo nella ricerca di cose che poi alla fine non portano alla felicita, perché la felicità vera la dona Gesù, anzi è solo Gesù. Nel monastero c’è anche un ambiente chiamato foresteria dove le monache sono pronte ad ospitare le giovani che desiderano fare esperienza di preghiera, silenzio e riflessione della propria vita. Contatti: Tel. e Fax 0302010127 EMAIL: [email protected] della Regola di Sant Agostino, per la gloria di Dio in vista della salvezza delle anime, per l’unità della Chiesa, per il Santo Padre, per la santificazione del Clero, in particolare quello diocesano. Quindi il silenzio, la preghiera, il lavoro e la vita fraterna sono Le monache sono molto disponibili a donarci il loro tempo per questa esperienza. Io ci sono andata tre volte e vi garantisco che ne vale proprio la pena! Clementina Saleri «Ogni bimbo che nasce reca al mondo il messaggio che Dio non è ancora stanco dell’uomo» SEGNALATE AL PARROCO OGNI NASCITA E LE CAMPANE SUONERANNO A FESTA PER ANNUNCIARE A TUTTI LA GIOIA DI UNA NUOVA VITA Dalla Parrocchia: Consiglio Affari Economici Entrate Uscite €uro €uro Elemosine 18.479,04 0,00 2.002,52 1.044,48 Candele e materiale ordinario chiesa (candele, incenso, particole, ecc.) Offerte servizi religiosi (battesimi, funerali) 3.720,00 600,00 Compenso consacrati 0,00 6.000,00 Intenzioni S. Messe e Sante Messe celebrate 12.746,00 2.820,00 Offerte varie per parrocchia 48.465,00 0,00 Lumensanum 4.749,60 6.826,00 Attività varie nel trimestre (in Parrocchia) e pagamenti opere varie 2.117,96 23.846,94 Attività varie nel trimestre (in Oratorio, Casa Giovane, ecc.) 50.763,60 20.316,28 Celebrazione cresime e prime comunioni 1.621,10 1.766,00 a Tassa smaltimento rifiuti e IMU (2 rata 2014) 0,00 10.147,00 Utenze (Chiesa e uffici parrocchiali, Oratorio, Casa Giovane, Casa Vacanza) 0,00 29.544,14 144.664,82 103.153,86 Gestione Ottobre-Dicembre 2014 - Ordinario entrate uscite MUTUI Rimanenza mutuo regione (scadenza giugno 2030) Rimanenza mutuo per oratorio (scadenza giugno 2021) Rata campo calcio (scadenza gennaio 2015) Raccolta per giornate diocesane Giornata missionaria 2014 Giornata del seminario 2014 Giornata del pane Totale 700.000,00 500.000,00 110.000,00 110.000,00 Entrate 3.638,00 1.344,52 1.274,00 Rimanenza debito Uscite 35.000,00 560.000,00 14.054,94 360.297,24 4.583,33 13.749,99 50.000,00 Uscite 3.638,00 1.344,52 1.274,00 Le cifre riportate, per informazione, sono i movimenti di entrata e uscita da ottobre a dicembre 2014. Matrimonio 9 - Cimaschi Manuel e Moretti Federica il 21 dicembre 2014 in Chiesa Vecchia ANAGRAFE PARROCCHIALE 2014 Battesimi n. 22 Matrimoni n. 9 Funerali n. 65 + 8 funerati fuori parrocchia gennaio 2015 29 Web... e dintorni a cura di Agnese F. Bianchi « La vera unica grande bestemmia è far diventare Dio un idolo e convincere la gente a uccidere nel suo nome, “Non nominare il nome di Dio invano” vuol dire non rendere vana la vita» Roberto Begnini Se il pubblico riscopre in TV i comandamenti di Enzo Bianchi S orprendono i livelli di audience e di share raggiunti da Roberto Benigni che legge e commenta in TV i dieci comandamenti? Sì e no. Certo, il dato che nove milioni di spettatori si fermino ad ascoltare e riflettere su parole che, se va bene, hanno ascoltato e magari imparato a memoria a catechismo nella loro infanzia ci interroga Benigni ha colto nel segno quando ha ricordato che nel “dono della Legge” (come i commentatori rabbinici definivano lʼepisodio narrato nel libro dellʼEsodo in cui Mosè riceve le due tavole di pietra) “per la prima volta ci vengono date delle regole, regole così attuali da impressionare. Diventano legge i sentimenti, l'amore, la fedeltà, il futuro, il tempo”. Sì, lʼessere umano ha bisogno di regole, di punti e riferimenti etici saldi, anche – e forse soprattutto – in stagioni come la nostra in cui lʼetica sembra scomparsa dalla vita pubblica e dalla convivenza quotidiana. Queste regole solo apparentemente provengono dallʼesterno: in realtà sono ridestate a partire dal nostro intimo, da quello che la coscienza ci fa percepire come bene e male. I l lavoro di chi come Benigni presenta come fresche, pronunciate oggi, per noi qui e ora, norme che risalgono a più di tremila anni fa consiste non tanto nel fare esempi più o meno efficaci o divertenti, ma nel togliere lʼaccumulo di pesantezze depositatosi su un distillato di sapienza che, una volta liberato, sprigiona da solo tutta la sua ricchezza. Né va dimenticato il fatto che Benigni non improvvisava: chi conosce la ricca interpretazione ebraico-cristiana dei comandamenti avrà notato come ad essa lʼattore abbia attinto copiosamente e con sapienza. Benigni “ha 30 gennaio 2015 studiato”, dietro le sue parole cʼè molto ascolto, impegno e attenzione: anche così si spiega il suo coraggio nel dedicare una serata intera ai primi tre comandamenti, quelli riguardanti lʼatteggiamento degli uomini verso Dio. Il risultato è stato non solo di farsi ascoltare, ma di riuscire a trasmettere quel sapore che sta nel prologo dei comandamenti – “Io sono il Signore tuo Dio che ti ha liberato dalla schiavitù” – e che costituisce il fondamento di tutte e dieci le parole. A questo punto si impone unʼaltra domanda: perché uomini religiosi che hanno per funzione e servizio quello di spiegare la legge di Dio e far riconoscere in essa la libertà, risultano invece così noiosi, pedanti, esperti nel caricare pesi sulle spalle degli altri e così incapaci di farsi ascoltare? La loro è unʼafasia orale oppure è unʼafasia spirituale che nasce da mancanza di passione e di convinzione? Certo, è necessario anche che i destinatari siano disposti allʼascolto, atteggiamento non a caso posto in apertura dei comandamenti. Ora, allʼascolto è necessario il silenzio: “Il senso del tutto è nel silenzio – ci ricorda Benigni – Nessuno ha più il coraggio di rimanere da solo con se stesso. Ma i comandamenti ci dicono di fermarci: siamo andati talmente di corsa con il corpo, che la nostra anima è rimasta indietro. Fermiamoci altrimenti l'anima ce la perdiamo per sempre”. Ecco, forse se qualcuno dei nove milioni di telespettatori si è fermato grazie a queste dieci parole e alle tante con cui Benigni le ha ornate, allora avrà ricominciato a ritrovare se stesso e a riconciliarsi con la propria interiorità. Tutti insieme e ciascuno di noi ne trarremo enormi benefici. Dalla Parrocchia: Battesimi Battesimi 7 dicembre 2014 21 - Orioni Angelica di Morris e di Ghidini Roberta 22 - Sammataro Francesco di Nino Giuseppe e di Caracò Michela PERCORSO di FORMAZIONE al MATRIMONIO CRISTIANO Anno Pastorale 2014-2015 - Corsi di preparazione al matrimonio Secondo corso: Parrocchia di Gazzolo - SABATO dalle 14,30 alle 16,30 Date: 17 - 24 - 31 gennaio; 7 - 14 - 21 - 28 febbraio; 7 - 14 marzo, RITIRO conclusivo domenica 22 marzo 2015 Terzo corso: Parrocchia di Pieve - VENERDIʼ dalle 20,30 alle 22,30 Date: 16 - 23 - 30 aprile; 7 - 14 - 21 - 28 maggio; 4 - 8 giugno, RITIRO conclusivo domenica 18 giugno 2015 Per informazioni e per lʼiscrizione al corso rivolgiti al tuo parroco: S. Sebastiano - tel. 0308925925 S. Apollonio - tel. 030826455 Pieve - Fontana - tel. 030871255 / 030871734 Villaggio - tel. 030829962 Gazzolo - tel. 030871114 Valle - tel. 030871371 gennaio 2015 31 Dalla Parrocchia: Movimento demografico - Per ricordare Caro nonno, siamo noi a scriverti, i tuoi nipoti, perché abbiamo deciso di raccontare che nonno sei stato perché il tempo trascorso insieme a te è stato per noi breve, ma allo stesso tempo abbastanza per conoscere la tua splendida persona. Ci hai lasciato un vuoto immenso che sicuramente sarà colmato dai valori che ci hai trasmesso e dal tuo indelebile ricordo, ti ricorderemo sempre perchè un uomo come te è semplicemente un grande uomo. Hai lavorato giorno e notte, hai sacrificato la tua vita per la tua famiglia senza cedere alla debolezza, senza lamentarti per la stanchezza, poi è arrivata la pensione e il tuo tempo lʼhai messo a disposizione di noi nipoti, ci hai accompagnato premurosamente nel percorso della nostra vita, amandoci e sostenendoci sempre, senza mai pretendere nulla in cambio. Un cuore forte e grande da essere riuscito ad accogliere tra le tue braccia tutti coloro che ti PELI ANDREINO sono passati vicino, ma al primo posto hai sempre avuto nato il 31-03-1933 la tua Irene, le tue figlie ed i tuoi nipoti, eravamo noi a morto il 20-12-2014 farti tornare per pochi minuti quel sorriso che dopo la morte della nonna era scomparso. Hai finalmente raggiunto la nonna, era ormai lʼunico tuo desiderio, e lʼhai voluta raggiungere in silenzio, ci piace pensare che sia venuta lei a prenderti per mano, dolcemente nel sonno, ti ha portato via da noi per poter festeggiare con lei il Natale. Una bella coppia che ha messo in pratica le parole pronunciate 56 anni fa “prometto di amarti e onorarti per tutti i giorni della mia vita. …Grazie nonno per quello che sei stato e per quello che continuerai ad essere per noi, una persona buona che poche ne esistono al mondo. Ciao Nonno GABRIELI EMILIO nato il 17-08-1923 morto il 11-01-2001 TONINELLI ROSA nata il 20-02-1932 morta il 14-12-2006 DEFUNTI 62 - Ghidini Ermes (Model) di anni 59 63 - Peli Andreino di anni 81 64 - Bonomi Dante (Minine) di anni 91 65 - Ponchiardi Mario di anni 87 MATAROZZO ARCANGELO Per ricor dare gennaio 2015 nato il 24-10-1915 morto il 31-01-2000 DE MARCO FRANCESCO nato il 22-01-1927 morto il 21-01-2006 PIERINA CRESCINI 32 in Polonini nata il 26-06-1925 morta il 20-05-2009 PINTOSSI RINO nato 18-06-1923 morto 06-01-1976 PIETRO POLONINI nato 01-09-1926 morto 07-11-2009 POLITO MARIANTONIA nata il 29-01-1916 morta il 16-03-1973 NEMBER MARIA ved. Pintossi nata il 26-10-1924 morta il 23-06-2001 ALEX GARAU nato il 26-01-2005 morto il 17-08-2007 CARRARA GNUTTI TARCISIO (Puina) GIACOMINAved. Gnutti nata il 11-03-1923 morta il 09-04-2010 nato il 02-01-1922 morto il 17-08-1981 BRAVO ANGELA PINTOSSI SILVIA nata il 05-11-1950 morta il 02-05-1992 SERGIO POLONINI nato il 03-11-1960 morto il 15-01-2013 in Ghidoni nata il 27-09-1947 morta il 24-03-2013 ENRICHETTA ZIPPONI (Enrica) in Gilberti nata il 12-11-1958 morta il 22-11-2014 Comunità Parrocchiale dei Santi Sebastiano e Fabiano in Lumezzane Festa Patronale Santi Sebastiano e Fabiano 24 - 25 - 26 GENNAIO 2015 PROGRAMMA DELLA FESTA SABATO 24 12a edizione IONE NOTAZ E R P SU SOLO O D E I SP dalle ore 19,00 è aperto lo stand gastronomico SERATA MUSICALE DOMENICA 25 ore 11,00 - Santa Messa solenne dei Santi Patroni e Festa delle ricorrenze matrimoniali ore 12,30 - Nella sala parrocchiale Papa Paolo VI PRANZO degli ANNIVERSARI Aperto a tutte le famiglie che festeggiano lʼanniversario, agli amici e a quanti desiderano un pranzo in compagnia. Le coppie che desiderano festeggiare il loro anniversario di matrimonio si iscrivano presso la segreteria dellʼoratorio per la Celebrazione, la pergamena ricordo e per il pranzo. (segreteria oratorio: martedì-sabato dalle 14:00 alle 17:00, lunedì-venerdì dalle 20:00 alle 23:00) (Offerta per Menù anniversari € 20 e € 15 per i bambini) ore 16,00 - Vespri solenni in Chiesa Parrocchiale ore 17,00 - Nel teatro dellʼoratorio CONCERTO DELLA BANDA CITTADINA dalle ore 19,00 è aperto lo stand gastronomico SERATA MUSICALE LUNEDÌ 26 ore 11,00 - CONCELEBRAZIONE SOLENNE DEI SANTI PATRONI Nella chiesa parrocchiale, concelebrazione eucaristica dei sacerdoti nativi di San Sebastiano, quanti hanno lavorato nella nostra comunità, insieme ai sacerdoti della zona. Sono presenti le rappresentanze delle autorità civili e militari. SABATO 31 GENNAIO ore 18,00 - S. Messa in Chiesa Parrocchiale con TUTTI I VOLONTARI DELLA PARROCCHIA a seguire CENA DI FRATERNITÀ nel salone Paolo VI Offerta dalla Parrocchia per i membri del consiglio parrocchiale e dellʼoratorio, per tutti i catechisti, gli educatori, i volontari della parrocchia, dellʼoratorio, della Colonia e della Casa della Giovane. La cena è preparata dal Mato Grosso alla quale devolveremo il ricavato della cena. Segnalare la partecipazione alla cena entro lunedì 26 gennaio 2015 presso la segreteria dellʼoratorio, anche con una telefonata 030 8204153 Buon Anno