Ascoltare e prevenire - Il Santo dei Miracoli
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Ascoltare e prevenire - Il Santo dei Miracoli
LE OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE Ascoltare e prevenire Tra le afflizioni del nostro tempo emergono quelle connesse con le nuove tecnologie che, se male usate, possono generare molestie, anche gravi, lesive del benessere emotivo della persona. I 22 l distacco da una persona cara, una malattia, la perdita del lavoro, uno sfratto, una famiglia che si sfascia... non mancano sofferenze ad affliggere la vita delle persone e delle famiglie. Solitudine, angoscia, tristezza, rabbia, sconforto sono i sentimenti principali raccolti da Telefono Amico, l’associazione di volontariato che da cinquant’anni risponde al telefono 199 284 284 e offre un servizio di ascolto gratuito, tutti i giorni dell’anno, gestito da 700 volontari appositamente formati. «Nata con lo scopo prevalente di prevenire i suicidi, oggi l’attività – svolta in forma anonima, indipendente da qualsiasi ideologia politica e religiosa, nel rispetto delle idee e del disagio di chi chiama – è rivolta più in generale alla solitudine emotiva e al bisogno di dialogo espresso dalle persone, sentimenti che, se non risolti, potrebbero portare a gravi crisi e a gesti estremi» spiega il presidente di Telefono Amico, Dario Briccola. A cercare questo tipo di ascolto, empatico e non giudicante, sono soprattutto uomini (60% delle chiamate) che vivono da soli e hanno un’età compresa fra 36 e 65 anni con prevalenza di pensionati; esprimono bisogno di compagnia, problemi relazionali e dinamiche legate alla sfera sessuale. Accanto ai disagi emotivi delle persone adulte ci sono le “afflizioni” dei più giovani, che oggi sempre più spesso corrono sulle linee di internet e dei social network. Per questo dall’estate scorsa Telefono Amico insieme a Telefono Azzurro è divenuto partner di Facebook per la prevenzione del suicidio e degli atti di autolesionismo in Italia sulla community di Facebook, dove è possibile segnalare i post che destano preoccupazione sul benessere della persona e attivare una linea di aiuto. «I casi di autolesionismo e i tentativi di suicidio tra gli adolescenti hanno registrato un forte aumento nella casistica gestita da Telefono Azzurro negli ultimi due anni. Solo nei primi mesi del 2016 il centro di ascolto dell’associazione (che risponde al numero 19696) ha gestito ben 92 richieste di aiuto e di intervento per queste problematiche» spiega il presidente Ernesto Caffo. E aggiunge: «Un aumento che si accompagna a Foto sopra: il prof. Ernesto Caffo, presidente e fondatore dell’associazione Telefono Azzurro, sorta nel 1987 con lo scopo di difendere i diritti dell’infanzia (riconosciuti con una Convenzione oNU solamente due anni più tardi). Paola Zampieri trend in crescita nei disturbi depressivi, a esordio sempre più precoce». Puntare sulle nuove tecnologie significa entrare nel mondo dove i ragazzi oggi vivono e nel quale esprimono anche i loro disagi, magari sperando proprio che qualcuno se ne accorga e corra in loro aiuto. La rete si presenta ricca di risorse, ma anche di insidie, specie per i più giovani, per i quali spesso la dimensione online ha la stessa valenza di quella reale o si affianca a essa in modo complementare con i confini che si fanno sempre più labili. Internet permea la vita dei ragazzi e delle famiglie influenzando non solo i processi di costruzione d’identità e socializzazione, ma incidendo anche su riti e gesti della quotidianità e delle conversazioni familiari: «La rete – avverte Caffo – sta cambiando gli stili educativi e presenta una serie di rischi per i più giovani, che vanno dalla pornografia al cyberbullismo, dall’utilizzo dei dati forniti per fini commerciali all’adescamento online». L’indagine “Tempo del web. Adolescenti e genitori on line”, condotta da Telefono Azzurro e Doxakids, ha rilevato che il 17% dei ragazzi fra i 12 e i 18 anni non riesce a staccarsi da smartphone e tablet: 1 su 4 è sempre on line; 1 su 5 si sveglia durante la notte per controllare i messaggi sul cellulare (vamping); 4 su 5 chattano continuamente su Whatsapp. I genitori, comunque, non sono da meno: 4 su 5 usano i social per comunicare quotidianamente con i propri figli e 1 su 4 soffre di vamping. Quattro ragazzi su 5 frequentano costantemente siti pornografici e 1 su 4 teme di diventarne dipendente. Più di 1 su 10 dichiara di essere stato vittima di cyberbullismo – l’uso delle nuove tecnologie per minacciare, intimidire, mettere a disagio ed escludere altre persone con un effetto di pubblico amplificato per la rapida diffusione in rete delle offese – e un ragazzo su tre ha paura di subirlo, mentre altrettanti temono il contrario, cioè di postare qualcosa di offensivo senza accorgersene. I dati del Centro nazionale di ascolto di Telefono Azzurro aggiungono che in un caso su 4 le vittime di cyberbullismo vivono situazioni di abuso e violenza anche al di fuori della rete: si tratta di bambini e ragazzi coinvolti in una spirale molto ampia di problematiche, riconducibile a situazioni preesistenti di prevaricazioni e violenza tra coetanei o legate a situazioni familiari già fragili. Per contrastare il fenomeno quindi non basta rimuovere i contenuti lesivi pubblicati online – la cui tempestività è peraltro indispensabile –, ma occorre un lavoro sinergico e di rete fra i diversi attori del territorio (le agenzie del Servizio sanitario nazionale, i servizi sociali comunali, i servizi territoriali per le famiglie, le forze dell’ordine, la polizia postale...) che possano prendere in carico la situazione e ristabilire le condizioni per il benessere del ragazzo. La prevenzione è il miglior antidoto Ma sono i genitori i primi a non dover trascurare o sottovalutare i segnali di disagio (poca concentrazione e basso rendimento scolastico, riluttanza ad andare a scuola o a frequentare i luoghi d’incontro con i coetanei, mal di pancia, mal di testa, incubi, attacchi d’ansia, depressione...) ovunque e in qualsiasi modo siano espressi dai figli. “Consolare gli afflitti”, in questo caso, potrebbe però essere un’azione tardiva. Meglio dunque la prevenzione che ha due capisaldi, come spiega Telefono Azzurro: l’ascolto dei figli e l’educazione emotiva. Ascoltare i bambini, ogni loro curiosità, dubbio o paura è il gesto fondamentale per comprenderne i bisogni e offrire loro risposte adeguate. Se un bambino è aiutato a riconoscere le emozioni, a esprimerle e a gestirle, più facilmente sarà in grado di riconoscere una situazione di difficoltà e saprà chiedere aiuto. Accanto a un dialogo aperto fra genitori e figli, ma anche fra genitori e insegnanti, educatori, allenatori (cioè tutte le figure di riferimento per la vita e la 4 GL CO I A NS FF OL LI A TT RE I ACCANTO AI “TERREMOTI UMANI” Sabato 26 novembre Papa Francesco ha incontrato settemila giovani del Servizio civile nazionale per ricordare i 15 anni della legge istitutiva. L’udienza concessa dal Santo Padre è un riconoscimento del valore positivo e anche formativo di questa esperienza di servizio per gli altri che pone al centro i giovani e la loro scelta di servire la comunità concorrendo alla realizzazione del bene comune. Papa Francesco, accolto da una grande ovazione, è entrato nell’Aula Paolo VI e ha percorso il corridoio centrale della platea intrattenendosi a salutare i giovani. Il Papa ha assicurato ai ragazzi presenti che «la gratuità del volontariato rappresenta una ricchezza per la società» e ha elogiato l’impegno dei volontari nell’accoglienza ai migranti e nell’aiuto alle popolazioni colpite dai terremoti dell’Italia centrale, esortando anche — ribadendo quanto affermato precedentemente dal ministro Giuliano Poletti — a «proteggere quanti sono in pericolo di un terremoto umano, che viene da dentro, che sono soli, abbandonati, formazione dei ragazzi), altra buona regola è evitare che il bambino resti solo e privo di supervisione quando è connesso in rete. Per questo è fondamentale stabilire alcune semplici regole di sicurezza da seguire sempre: ad esempio, non accettare inviti – o amicizie sui social network – da parte di sconosciuti, informare subito i genitori se c’è qualcuno che importuna ecc. scartati in questa cultura che ama tanto scartare la gente». Il Pontefice ha sottolineato che «tra le varie aree di intervento dei progetti di Servizio Civile, un particolare rilievo merita la tutela dell’ambiente, tenendo presente il criterio di una ecologia umana che ci permetta di riconoscere lo stretto legame tra la cura dell’ambiente e quella dell’uomo e colga le gravi conseguenze del degrado ambientale sulla vita delle persone, in particolare dei più poveri». Non meno importanti sono «anche tutti gli altri progetti educativi e assistenziali del Servizio Civile Italiano con i quali in vari modi si accompagnano bambini, ragazzi, persone disabili, emarginate e bisognose di aiuto». Secondo i dati forniti dal Governo, il numero di volontari avviati al servizio dal 2001 al 2014 è stato di 313.535 giovani (attualmente sono in servizio 29.068 giovani): una vera cittadella di generosità e intraprendenza che ha portato un indubbio arricchimento al nostro Paese. Pure ai ragazzi sono richieste alcune attenzioni: non rispondere a sms, mms, email o post molesti o offensivi nei profili sui social network; eventualmente bloccare il mittente che li ha inviati; cambiare nickname o numero di cellulare o indirizzo email dove si ricevono contenuti offensivi o minacce; infine, parlare di tutto ciò che infastidisce con un adulto di cui ci si fida. l 23