Introduzione alla storia del Tango

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Introduzione alla storia del Tango
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Introduzione alla storia del Tango
Introduzione alla storia del tango
Il tango vede le sue origini tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900 nella zona del Rio della Plata tra l'Argentina e
l'Uruguay.La componente etnica è costituita dai gauchos o mandriani provenienti dalle campagne interne mescolati
agli emigrati Italiani, Spagnoli, Portoghesi e Tedeschi. Nella musica troviamo forti influenze africane, specialmente nella
milonga (ballo che insieme al vals rientra nella famiglia del tango), e anche dall'habanera Cubana importata dai marinai
Caraibici, e dalla melodia Italiana e canzone Napoletana che ne caratterizza la lingua, moda e comportamenti. Si
sviluppa una lingua vera e propria con gerghi e dialetti provenienti dai vari immigrati chiamata Lunfardo, usata
prevalentemente dai malavitosi come linguaggio in codice incomprensibile a polizia e gente comune. Nei testi dei tanghi
più classici, sempre si parla di nostalgia per la terra lasciata, d'amori persi, tradimenti e vita quotidiana dell'emigrante
quasi ormai esiliato nei bassi fondi. Grazie all'industria cinematografica Hollywoodiana (con Rodolfo Valentino finto
stereotipo del tango) e poi con Carlos Gardel (tuttora indiscusso mito nazionale Argentino), dai bassi fondi di Buenos
Aires e postriboli, poco alla volta il tango conquista anche le classi più alte perfino in Europa, ed è proprio quì che
hanno inizio i primi dissidi nella classe aristocratica indubbia se accettare o meno un ballo nato dai bassifondi malavitosi
di una città Sudamericana. La carica erotica espressa è tanto forte che nel 1913 Papa Pio X, solo dopo aver esaminato
personalmente una coppia di ballerini esibirsi, darà il suo consenso e benvenuto al tango tra l'aristocrazia Europea.
Poco alla volta in Europa il tango viene stereotipato appiattito, reso competitivo, schematizzato in passi prestabiliti,
perdendone l'essenza: l'improvvisazione. Si avrà , con il trascorrere degli anni come inevitabile conseguenza, la
trasformazione del Tango Argentino in quello che noi oggi conosciamo come Tango Liscio. Dopo anni d'abbruttimento,
l'Europa riscopre solo negli anni '80 il vero Tango, grazie a tournée di artisti direttamente dall'Argentina, come lo
spettacolo "Tango Argentino".
Il ballo esprime una forte sensualità , nobiltà nella musica e forte dignità umana, un vero invito all'eleganza interiore. A
differenza degli altri balli popolari, il tango, non possiede un senso di collettività , ma la capacità attraverso la solitudine di
esprimere qualcosa di più grande: " il sentimento di un intero popolo".
Nel ballo troviamo il rito del corteggiamento, la sfida, la lotta, l'abbandono, il racconto di un amore e la felicità che quasi
sempre è un miraggio. Venendo inizialmente ballato tra uomini, il tango ha mantenuto una vena machista e spavalda,
che con gli anni si tramuterà sempre più in arte espressiva. La passività della danza è solo apparente e non effettiva,
all'uomo spetta il compito di farsi strada tra i ballerini, mentre la donna approfitta di qualsiasi spazio interpretativo
concessole. Elementi essenziali nel ballo sono il ritmo della musica, lo spazio, la creatività , il dialogo corporale tra i
ballerini. Il fascino della musica è legato al ballo, come se i passi e i movimenti ne fossero parte, poche sono le note
ma dirette al cuore. Musicalmente il percorso è simile a quello del jazz, flamenco, fado e samba i cui musicisti
inizialmente vengono reputati incapaci, ma in continua evoluzione, la musica influenzerà col tempo anche quella italiana
negli anni 30, esprimendo passione, aspirazione, malinconia e condivisione, mantenendo comunque un forte rapporto
con la tradizione, permettendosi raffinate e colte variazioni senza perdere la dimensione popolare. La particolarità di
guardare continuamente al futuro rimanendo legati ad un passato, ha permesso al tango di mantenersi sempre
moderno, senza perdere la sua essenza primaria.
Il percorso storico evolutivo del tango è sempre stato strettamente legato alla vita sociale politica e culturale Argentina.
I primi tanghi erano strettamente strumentali, solo negli anni 20 viene inserito il Bandoneon, strumento che tuttora ne
distingue e caratterizza la musica; la voce viene introdotta intorno al 1916 con Carlos Gardel. Il periodo della guardia
vecchia vede grandi compositori con Firpo e Arolas. Negli anni 20 con il periodo dell'Alvearismo in un regime
oligarchico, troviamo Fresedo e De Caro, in questi anni viene inserito il pianoforte nelle orchestre che, avendo fatto dei
Cabaret (evoluzione inevitabile dei bordelli) sede fissa in cui suonare, possono permettersi in organico l'ingombrante e
poco trasportabile strumento. Nel '35 muore Gardel, e i musicisti sono di fronte ad un grande dilemma: riprendere le
origini della musica o sperimentare?
D'Arienzo rinnova le antiche conquiste inserendo ritmi più cadenzati e regolari che stimolano al ballo e al movimento,
Troilo guarda avanti sperimentando nuovi suoni, Biagi introduce ritmi più veloci e ballabili con testi ironici che ridanno
allegria al tango. Nascono nel '40 le grandi orchestre tuttora ballatissime di Pugliese, Calò, Tanturi, Gobbi, Rotundo,
Basso, Fresedo e D'agostino. Negli anni 50 nel periodo del Peronismo, abbiamo la presenza di Alberto Castillo che
decanta la fierezza della classe operaia. Tra gli anni 60 e 70 il tango con Piazzolla viene sempre più contaminato dal
jazz, incominciano i primi distaccamenti dei musicisti dalle varie orchestre per formarne altre.
Dopo gli anni bui di dittatura tra il 76/83, il tango rivede di nuovo la luce ripartendo alla nuova conquista del mondo.
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Generata: 15 March, 2017, 19:58