Per comprendere ciò che è accaduto nel testo evangelico di oggi

Transcript

Per comprendere ciò che è accaduto nel testo evangelico di oggi
Per comprendere ciò che è accaduto nel testo evangelico di oggi, dobbiamo fare una premessa: il tempio di Gerusalemme era il centro della vita spirituale e
religiosa d' Israele ed era l'orgoglio di ogni pio Israelita. La costruzione del tempio era stata fatta da Re Erode che aveva ampliato gli edifici e la meravigliosa
spianata che possiamo, in parte, vedere anche oggi. Iniziato nel 19 a. C. dopo un anno e mezzo di lavoro, già si poteva vedere la magnificenza dell'enorme
complesso, anche se la conclusione avverrà nel 64 d. C. Erode aveva impiegato circa undici mila operai per edificarlo. Conteneva il portico regio nella parte sud
della spianata, lungo 185 metri con ben quattro file di colonne. Proprio sotto questo portico, venivano venduti gli animali per i sacrifici di cui ci parla oggi il testo
biblico. La scala che immetteva nel tempio era alta 17 metri e larga 15 metri. Ai piedi di questa scalinata, c'era quattro stanze che erano proprio quelle dei famosi
"cambiavalute", cioè quelli cambiavano le monete con l'effige dell'imperatore Tiberio, considerate idolatriche, con quelle "legali" che potevano essere usate nel
Tempio. L'interesse che praticavano questi cambiavalute era all'incirca del 20%. In questo mercato a cielo aperto, gestito dalla famiglia del Sommo Sacerdote,
Gesù ci lascia il suo insegnamento. Anzitutto: perché l'evangelista anziché parlare di “la Pasqua del Signore", come dice il libro dell'Esodo, la chiama “Pasqua dei
Giudei”? Perché quella festa è divenuta uno strumento di dominio e d'oppressione da parte delle autorità religiose. E' una Pasqua a beneficio della casta
sacerdotale al potere che inganna il popolo, in nome di Dio, difendendo i propri interessi economici. Ecco perché è la festa dei Giudei e non la Pasqua del Signore,
la festa del popolo. In questo ambiente, ormai degradato a puro mercato, compare Gesù, vero santuario di Dio e vero Agnello Pasquale. Il conflitto si scatena
immediatamente: Gesù non trova nel tempio gente in preghiera, ma commercio e bassezza spirituale. La reazione di Gesù è violenta: si costruisce un flagello di
cordicelle e inizia a scacciare tutti fuori dal Tempio. La tradizione presentava il Messia che doveva venire, come armato di un flagello con il quale avrebbe dovuto
castigare i peccatori. Ebbene Gesù si arma di flagello ma non castiga i peccatori, gli esclusi dal tempio - che peraltro non potevano nemmeno entrare - ma castiga
quelli che sono proprio l'anima del tempio, l'istituzione sacerdotale al potere. “E scacciò tutti fuori dal tempio con le pecore e i buoi”. Le prime ad essere scacciate
fuori (ἐκβάλλω ekballo), sono le pecore, immagine plastica del pastore che libera le pecore dall'ovile in cui sono state furbescamente racchiuse. L'espressione è
parallela a quella del capitolo 10 quando l'evangelista scriverà: “E quando ha condotto”, letteralmente “scacciato fuori”, “tutte le pecore”. Le pecore sono
immagine del popolo, vittima di una impostazione religiosa opprimente. La religione era diventata solo un mercato, e Gesù, con il gesto di buttare all'aria i negozi
dei cambia monete, contesta lo schema religioso che si illude di comperare Dio con un agnello sacrificato. Gesù, però, rivolge il suo rimprovero soltanto ai
venditori di colombe. Perché? La colomba era l'animale che, per il sacrificio di purificazione, i poveri si potevano permettere; Gesù non tollera che l'amore di Dio
venga prostituito. Non è più la casa di Dio, ma la casa del Padre. Mentre Dio ha bisogno di servi fedeli, , il Padre ha bisogno di figli. Mentre un Dio esige olocausti di
capri e pecore, vendute a caro prezzo dai figli di Caifa, il Padre è colui che offre la sua vita per i suoi figli. Mercato e casa del Padre sono incompatibili. Là dove c'è
interesse, là dove c'è la convenienza non c'è il Padre, ma solo la profanazione del Suo Nome. A questo punto l'evangelista dice che i suoi discepoli si ricordano del
salmo 69 che dice: "Lo zelo per la tua casa mi divorerà”. Attenti bene: non stanno facendo meditazione sui Salmi, semplicemente stanno facendo ancora
confusione pensando ad un Messia politico. Lo zelo a cui loro fanno riferimento, era quello che animava il profeta Elia che era pieno di ardore, piuttosto fanatico,
per il Signore. I discepoli, attendevano anch'essi un messia che, attraverso la violenza, conquistasse il potere. Non hanno capito niente! A questo punto i capi
Giudei chiedono a Gesù un segno, cioè con quale autorità fa queste cose. Gesù da la sua risposta. Dobbiamo però fare attenzione a ciò che dice Gesù. In greco
"Tempio" si dice ἱερόν hieron e significa tutto il complesso del tempio con i vari edifici che vedete nella cartina. L'estensione era enorme. Ma Gesù dice:
«Distruggete questo ...» e qui l'evangelista non adopera il termine "ἱερόν" tempio, bensì "ναός naos" che significa “santuario”, cioè l'edificio più
importante, il più sacro, quello in cui si riteneva ci fosse la presenza del Signore e che era collocato nell'area interna del tempio accessibile solo ai sacerdoti. Nel
prologo l'evangelista aveva scritto che il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Con Gesù Dio non è più presente in un edificio, ma Dio è presente
nella persona di Gesù e in quanti lo accolgono. Mentre nell'antico santuario le persone per potervi accedere dovevano avere certi requisiti, vi erano infatti diverse
barriere e cancelli che impedivano il passaggio a certe perone (c'era il cortile dei gentili, delle donne, degli uomini ebrei, dei sacerdoti ecc. ), con Gesù, che è il
nuovo e vero santuario dove Dio è presente, tutti hanno accesso,nessuno escluso, perché da Lui si irradia l'amore del Padre. Di fronte all'incomprensione dei capi
che pensano al tempio di Erode, l'evangelista specifica che Gesù "parlava del santuario del suo corpo". La morte per Gesù sarà la massima manifestazione della
gloria di Dio, dell'amore di Dio per l'umanità. In una mentalità dove il corpo veniva visto come la prigione dell'anima, l'evangelista ribalta tutto questo. San Paolo
poi dirà chiaramente: “Non sapete che siete santuario di Dio?” (1 Cor 3,17). Quindi non solo Gesù , ma ogni persona che lo accoglie, è l'unico santuario dal quale si
irradia l'amore di Dio.
a cura di p. Umberto