La guerra del Sacro

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La guerra del Sacro
Paolo Flores d’Arcais
La guerra del Sacro
Terrorismo, laicità e democrazia radicale
Indice
Premessa
Prologo, ovvero esposizione sillogistica
di tutte le tesi
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1. Una svolta storica: la dichiarazione
di guerra contro il disincanto
27
2. Terrorismo e fondamentalismo:
la coerenza della sovranità di Dio
37
3. Gli equivoci dell’islam “moderato”
47
4. La doppia verità di Tariq Ramadan
55
5. Critica, offesa, rispetto: la libertà
d’opinione è libertà di empietà
65
6. L’Occidente si autocensura
77
7. Tre donne musulmane accusano
89
8. La sharia è già fra noi
99
9. Multiculturalismo: Stato parallelo
e sottomissione all’islam
5
7
109
Indice
10. Il vero scontro di civiltà
è fra il Sacro e il disincanto
117
11. L’uscita dalla religione
non è affatto conclusa
125
12. La rivincita di Dio
è ancora possibile
135
13. Logica e antinomia del disincanto
145
14. Cittadinanza, illuminismo di massa,
eguaglianza sociale
153
15. La democrazia minima:
il quasi-comunismo in Costituzione
165
16. Esiliare Dio dalla scena pubblica
175
17. La tradizione americana manipolata
183
18. La laicità del burqa
di Martha Nussbaum
193
19. Occidente laico, Occidente marrano
e sinistra complice
205
20. Lo spirito della Repubblica
deve farsi carne
217
Commiato,
ovvero il realismo dei valori
225
Note
229
6
Prologo,
ovvero esposizione sillogistica
di tutte le tesi
Il 7 gennaio 2015 alle ore 11.30, a Parigi,
rue Nicolas Appert 10, il Sacro ha dichiarato
guerra al disincanto, la volontà di Dio alla sovranità degli uomini, l’oscurantismo di fede e
sangue all’illuminismo e alla laicità, la censura alla libertà d’opinione, la teocrazia alla democrazia.
La raffica di kalashnikov che ha trucidato
la redazione del settimanale Charlie Hebdo è il
segnale con cui il terrorismo islamico proclama la fatwa di rivincita contro cinque secoli di
civiltà occidentale, la volontà non negoziabile
di cancellare valori e istituzioni generati lungo mezzo millennio dalla simbiosi alchemica
di eresia e scienza.
Un gesto di terrorismo in sé “minore” viene riconosciuto per quello che è dalle masse
che scendono in piazza, lo “sparo di Sarajevo”
della jihad postmoderna che vuole rendere una
parentesi l’intera modernità, restaurare l’obbedienza a Dio contro la libertà dell’uomo, l’u-
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Prologo, ovvero esposizione sillogistica di tutte le tesi
niverso della sottomissione contro l’orizzonte
dell’emancipazione.
Ma il terrorismo è solo la punta di diamante
del fondamentalismo islamico, che in tutte le
sue espressioni e manifestazioni, anche quando
non ne condivide mezzi e strategia, e perfino
quando lo condanna con asprezza, è partecipe dello stesso obiettivo: la umma. La comunità dei credenti a vocazione universale, l’intero
globo beneficato dalla verità della fede e governato dalla sharia di Dio, unico Signore del
cielo e della terra.
Il fondamentalismo islamico non è anzitutto
la guerra di una religione contro le altre. Questo è il corollario, l’effetto collaterale, talvolta il
detonatore. Strutturalmente e ontologicamente
è la guerra santa dell’eteros nomos contro l’autos nomos, della verità e legge eterna che viene
dall’Alto e dall’Altro per comandare, saturare e
dare senso a ogni fibra dell’essere-insieme, contro l’empio orgoglio di Homo sapiens di decidere da sé nella vita collettiva e individuale.
Scontro di civiltà quant’altri mai, dunque,
non però dell’islam contro le religioni inferiori o che lo preparano, bensì dell’obbedienza di
fede e gerarchie contro l’eguale libertà di ciascuno, eretico e dissidente alla comunità, marrano e apostata alla sottomissione.
L’islam è volontà di Reconquista sul pugno
di secoli in cui Homo sapiens ha provato ad as-
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Prologo, ovvero esposizione sillogistica di tutte le tesi
saporare il frutto dell’albero della conoscenza
del bene e del male, e si vuole come Dio, al posto di Dio, creatore della norma e signore del
proprio destino: Sapere aude! Velle aude!
Contro le altre religioni, il fondamentalismo
islamico non costituisce l’aberrazione del Sacro, bensì la rivendicazione della verità essenziale del monoteismo, la sovranità di Dio. L’essenza della Religione è la religione sovrana, che
sottomette alla Legge ogni fibra dell’esistenza,
a differenza della fede dimezzata, della religione spodestata, che ha rinunciato a strutturare
l’essere-insieme, minata dal disincanto con cui
è venuta a patti.
Il fondamentalismo islamico è religioso prima che islamico, perché costituisce la coerenza della Religione contro la decadenza e il crepuscolo della religione sottomessa. Più che
dell’Occidente è nemico innanzitutto di un versante dell’Occidente, la coerenza dell’autonomia di-tutti-e-di-ciascuno come principio di organizzazione e legittimazione della vita sociale.
Il fondamentalismo nega e combatte l’Occidente essenzialmente nel lato luminoso e logico
con cui il fare delle democrazie realizza fedeltà al dire egualitario e libertario del disincanto.
Perché con l’altro Occidente, che la coerenza
dell’autos nomos ha sfigurato e ogni giorno tradisce, veicolando rivincite dell’eteros attraverso il privilegio, il fondamentalismo può trovare
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