Telemedicina per la ricostruzione

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Telemedicina per la ricostruzione
Giovedì 11 Marzo 2004
C
M
+
+
Supplemento al numero odierno del Sole-24 Ore
Spediz. in abbonam. postale 45% - Art.2 Comma 20/B - Legge 662/96 - Milano
www.ilsole24ore.com
UNIVERSITÀ
IN RETE
MEDIA DIGITALI
Il risparmio gestito
finanzia la ricerca
Ministero degli Esteri,
nuova veste per il sito
Il Piemonte prova
la tv interattiva
>>a pag. 4
>>a pag. 8 Gerardo Pelosi
>>a pag. 11
ALL’INTERNO
Scienze Tecnologia Medicina
Quelle frontiere
della chimica verde
Piero Muscarà
L
a chimica si tinge sempre
più di verde: nuovi processi industriali e nuovi
prodotti si affiancano a quelli
tradizionali in una logica di
sviluppo sostenibile. Ricerca
e industria cercano nuovi percorsi in sintonia con le raccomandazioni dell’Ocse. Le vie
sono due: trovare processi produttivi "puliti" e progettare prodotti ricavati da materie
prime rinnovabili. Gli esempi sono numerosi, come la
possibilità di evitare i dannosi solventi effettuando le
reazioni chimiche in acqua, o la plastica ricavata da
fonti diverse dal petrolio, come l’amido e la cellulosa.
Luigi Dell’Aglio a pag. 12
FOCUS / I PROTAGONISTI
Silicon valley tricolore
ANALISI
Gli italiani che lavorano
nell’hi-tech in California
guadagnano posizioni
nell’informatica
e nei nuovi settori
che alimentano
la crescita: biotech,
genetica e nanotecnologie
Uniti
per poter
contare
di più
C
L
Biologia
A Firenze lo spettrometro
che svela i segreti delle proteine
>>A pag. 13 Lara Ricci
di Francesco
Sciortino *
om’è tricolore quella Valley. Quella Silicon Valley che è la culla mondiale delle
tecnologie informatiche. Scossa ma non
rovesciata dal fragroso scoppio della bolla Internet e dai tre anni successivi di crollo dei
mercati prima e di stallo poi. E i top manager o
tecnologi italiani che lavorano lì, nella Contea
di Santa Clara in California, non hanno risentito
della crisi. Anzi, la loro Valle è sempre più
tricolore. E punta anche tramite loro a cavalcare
la nuova ondata dell’innovazione, costituita da
biotecnologie, genetica e nanotech.
«@lfa Il Sole-24 Ore» li ha incontrati, in
occasione del varo dell’associazione in cui hanno deciso finalmente di riunirsi, il Silicon Valley Italian executive council (si veda «Il Sole-24 Ore» del 27 febbraio), lanciato dall’organizzazione degli italo-americani Niaf con l’incoraggiamento del Consolato di San Francisco. E
l’aria che si respira tra i nostri "cervelli" felicemente accasatisi tra i quattro punti cardinali
della valle (Intel, Hp e le università di Stanford
e Berkeley) è di operoso ottimismo.
I risultati danno loro ragione. Il co-inventore
del primo microprocessore, Federico Faggin, è
ora presidente di Foveon, «la società che ha
creato la tecnologia definitiva per sposare il
video con la foto digitale». Guerrino De Luca
ha fatto entrare la regina dei mouse Logitech
nei redditizi business delle telecamerine da pc
(Webcam), delle console per giochi e della
sicurezza degli accessi (uno dei clienti è il
Governo Usa).
Laura La Posta
continua a pag. 3
altri servizi a pag. 2 e 3
}} REWIND
a recente costituzione del Silicon Valley Italian executive
council (Sviec), il primo
gruppo organizzato di imprenditori e tecnologi italiani e di origine italiana
attivi in quest’area, intende creare un punto di coesione per professionisti italiani e italoamericani impegnati nel campo della
tecnologie avanzate, e si
inserisce nel quadro progettuale avviato per la piena valorizzazione della comunità italiana.
Un attento lavoro di
ricognizione ha rivelato
una forte presenza di italiani nel tessuto imprenditoriale della Bay Area, e
in particolare della Silicon Valley, con punte di
assoluta eccellenza. Si
tratta di uomini impegnati
sia nella gestione delle imprese, sia nel processo di
innovazione che le caratterizza, tipico in una zona
dove è labile il confine tra
ricercatore, tecnologo e
imprenditore.
Google «batte»
il pianeta Terra
U
n oggetto Web per ogni persona del pianeta. E
soltanto su uno dei grandi motori di ricerca,
Google. Che di recente ha annunciato di aver
raggiunto e superato la soglia dei sei miliardi fra
informazioni, link e immagini indicizzate nel suo vasto sistema di database.
Il grosso salto in avanti di Google è stato in quest’ultima categoria: le immagini. Qui il volume di oggetti
indicizzati si è raddoppiato negli ultimi tempi, grazie a
un deciso miglioramento nelle tecniche di ricerca. Il
quasi miliardo di immagini si aggiunge così ai 4,8
miliardi di pagine Web e agli 845 milioni di messaggi
Usenet (gruppi di discussione)) che formano il core
business dell’azienda.
Si tratta di un sviluppo non da poco. Soltanto
cinque anni fa l’esistenza di un miliardo di immagini
indicizzate su Internet, istantaneamente accessibili, sarebbe sembrato un sogno irrealizzabile per i tecnologi.
Oggi invece passa quasi inosservato. E così il fatto che
Google stia aprendo il suo sistema di ricerca anche a
richieste dirette da parte di programmi e applicazioni
(le cosiddette "Google Api"). Questo permette di sviluppare, soprattutto tramite il linguaggio Xml (che
rende riconoscibili alcuni significati del Web) applicazioni completamente nuove, in grado, per esempio di
"catturare" dalla Rete nuove conoscenze (trend, temi
di interesse...) prima non leggibili in alcun modo.
Google, oggi, è sulle pagine della stampa sia per la
sua offensiva sulla pubblicità che per la sua futura
quotazione in Borsa. Ma forse è l’evoluzione tecnologica che l’azienda di Mountain View sta imprimendo
al suo motore di ricerca l’aspetto più interessante. Al
punto che non pochi parlano di lei come del nuovo
centro di Internet. Un punto di riferimento per il passo
avanti che sta compiendo a poco a poco l’intero
sistema di rete. Verso una condivisione non solo delle
informazioni, ma dei significati.
G.Ca.
* Console generale d’Italia
a San Francisco
continua a pag. 2
TLC MOBILI
SOLE24ORE.COM
Il Gsm corre più del Web Più notizie a portata di mouse
P
er l’industria dei cellulari la crisi
sembra finita. Anzi, quest’anno
il Gsm Forum di Cannes ha esibito cifre da boom: 35mila visitatori registrati contro i ventimila del 2003. E
spazi espositivi cresciuti del 18%. Ma,
soprattutto, una cifra: un miliardo di
abbonati Gsm nel mondo, con una crescita, in un solo anno, di ben 300
milioni (in massima parte in Asia e nei
Paesi emergenti). Il "vecchio" Gsm, a
basso costo e aperto, batte quindi ancora tutti: sia Cdma Usa che l’attesa
B
+
Il vecchio standard
paneuropeo
supera tutti gli altri
in velocità diffusiva
terza generazione (ma quest’anno saranno un quarantina i gestori a partire
su questa). E batte persino Internet,
con il doppio degli utenti.
Giuseppe Caravita a pag. 6
P
iù facile da navigare, più veloce e più spazio per l’informazione. Il sito Internet del «Sole-24 Ore» (www.ilsole24ore.com) si presenta con una nuova veste grafica,
un nuovo sistema di navigazione e una nuova organizzazione
tematica. Non solo un restyling del sito: è stato previsto un
incremento di informazione, approfondimenti, dossier e speciali, grazie ad una sempre maggiore sinergia con il quotidiano. Gli articoli e le news curati dalla redazione Online vedono
l’integrazione con i contenuti multimediali degli altri media
del gruppo, come Radio 24, Ventiquattrore.tv e l’agenzia di
stampa Radiocor. Il sito di informazione è stato strutturato in
sezioni che riprendono la sequenza delle pagine e dei temi
presenti nel quotidiano. Ci sono pertanto sette aree principali:
«Norme e tributi», «Finanza e mercati», «Economia e business», «Scuola e lavoro», «Tecnologia e innovazione», «Attualità Speciali» e «Dossier». Ogni sezione, e questa è una
novità di rilievo, è abbinata a una minibanca dati settoriale. Il
portale inoltre offre anche una serie di nuovi servizi in
mobilità sviluppati in partnership con i principali operatori di
telefonia mobile.
Mario Cianflone e Mattia Losi a pag. 9
A BAGHDAD
I
Un filo diretto
tra Roma
e i pediatri
iracheni
to, i casi più difficili saranno
curati in Italia» dice Alberto Angelici, chirurgo del Policlinico
Umberto I e membro del consiglio di Intersos (www.intersos.
org), associazione non governativa che si occupa soprattutto di
interventi umanitari in situazioni di emergenza.
2-3
Focus
4
Formazione
5
Imprese
& Soluzioni
8-9
Navigando in Internet
11
Media digitali
12-13 Scienze, Tecnologia,
Medicina
Y
I NOMI
Telemedicina per la ricostruzione
n aiuto dei bambini iracheni
malati di leucemia e linfomi
arriva la telemedicina. Tra
pochi giorni una stazione completa per il collegamento satellitare in videoconferenza e il trasferimento di radiografie e vetrini istologici sarà installata
nell’ospedale pediatrico Al Mansur di Baghdad, l’istituto nazionale di riferimento per questo
tipo di malattie. Collegherà quotidianamente i medici locali con
quelli italiani del Policlinico universitario Umberto I di Roma.
«In un paio di settimane contiamo di dare il via al teleconsul-
SOMMARIO
«La stazione di telemedicina
sarà usata anche per corsi di
formazione: i medici di Baghdad hanno una buona preparazione di base, ma non hanno più
avuto alcun aggiornamento»
spiega Angelici. Non tutto è virtuale però: Intersos ha già organizzato un corso di formazione
di tre settimane tenuto a Baghdad dalla dottoressa Anna Maria Testi del Policlinico Umberto I e nel gennaio scorso la direttrice dell’ospedale di Baghdad,
Selma Abbas, si è recata a Roma. «La telemedicina è particolarmente utile quando le condizioni di instabilità di un Paese
rendono complicata l’interazione fra i medici» dice Angelici.
Le apparecchiature inviate e il
canale satellitare sono stati messi a disposizione da Telbios e da
Alenia Spazio.
«All’inizio la stazione sarà
utilizzata per l’onco-ematologia
pediatrica, ma contiamo di coinvolgere successivamente anche
altri reparti — dice Angelici —.
Il progetto va avanti con grande
entusiasmo e c’è molta collaborazione. Al Mansur è stato uno
dei pochi ospedali non attaccati
dalla guerra. I medici l’hanno
difeso con le armi».
Lara Ricci Medici e pazienti all’ospedale Al Mansur di Baghdad
A4Vision (3) Autostrade (4) China
mobile (5) Chiron (2) Cir Ventures
(2) Cnr (4) CreAgri (2) Csgi (4) Dibe
(4) Elsag (4) Etna Biotech (13)
Federchimica (12) Finmeccanica (4)
Fondazione Monte dei Paschi (13)
Foveon (3) Genentech (2) Gradient
(2) Il fondo Principia (4) Inbb (4)
Inca (12) Instm (4) Intel (3)
Istituto nazionale di fisica della
materia (4) Istituto Sclavo (13)
LanzaTech (2) Logitech (3) Mediaset
(11) Microsoft (3) Minerva Networks
(2) Ministero degli Esteri (8)
Mojave (2) myQube (3) Nokia (5)
Pdf (2) Pharmix (2) Quantica (4)
Quantica sgr (4) Rai (11) Rete
Ventures (4) Sincrotrone di Trieste
(4) Sony (3) Stanford (2) Sygate
Technologies (2) Synaptics (3)
Telecom Italia Media (11) Terrac (5)
Tim (5) T-Mobile (5) Università di
Firenze (13) Vodafone (5) World
Gsm Forum (5)
+
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2
Giovedì 11 Marzo 2004
GLI EMERGENTI
@lfa Il Sole-24 Ore
FOCUS
SILICON VALLEY TRICOLORE
Prossime sfide: biotech e genetica
Sulla cresta della nuova ondata tecnologica ci sono Roberto Crea, Napoleone Ferrara, Rino Rappuoli e Luigi Cavalli-Sforza
Enrico Pesatori
Dopo essere stato il numero tre della
Compaq e poi il capo di una start-up
di alta tecnologia come BlueArc, Pesatori
ricomincia ora da una società Linux:
Penguin computing. Un segno di coraggio
e voglia di ricominciare a oltranza per
un manager di lungo corso. Che ora
sostiene, come presidente e Ceo, «la società
con i sistemi open source più affidabili».
M
icroprocessori, computer, Internet: queste tre ondate tecnologiche hanno cambiato il volto della
Silicon valley (e del mondo industriale) dal 1947 al 2000. Ma con l’inizio
del Duemila questi filoni "galleggiano"
(senza grandi novità hi-tech) su tre nuove
ondate: biotech, genetica, nanotecnologie.
E sulla cresta dell’onda, neanche a dirlo, ci
sono degli italiani.
A fare da catalizzatore nel settore biotech, applicato alla medicina, c’è la presenza
nella zona di South San Francisco della
Genentech, che già vende 13 farmaci biotech negli Stati Uniti. Il primo preparato
realizzato con la tecnica del Dna ricombi-
nante fu l’insulina umana prodotta per la
prima volta in laboratorio nel 1978 dal
team guidato da Roberto Crea. Il biochimico calabrese all’epoca era uno dei quattro
originari direttori scientifici di Genentech.
Da allora, Crea ha fondato diverse società
e ora si occupa a tempo pieno della sua
CreAgri, che usa le tecnologie per produrre olio solo dalla polpa delle olive, con una
macchina innovativa che elimina il nocciolo prima della premitura (in modo da ottenere un prodotto meno aspro e mai rancido), e inoltre integratori alimentari contenenti polifenoli antiossidanti dal residuo
organico della lavorazione.
Idealmente, il suo testimone di scienzia-
to italiano d’eccellenza alla Genentech è
passato dieci anni dopo a Napoleone Ferrara. Il catanese è arrivato nella società californiana nel 1988 e si è messo al lavoro
sui fattori alla base dell’angiogenesi (il
processo di sviluppo dei vasi sanguigni).
Dopo la scoperta della molecola Vegf (responsabile del fattore di crescita vascolare
endoteliale), il suo percorso di ricerca è
arrivato ora a un altro traguardo importante: dal 26 febbraio, negli Stati Uniti, il
farmaco contenente la molecola bevacizumab è in vendita, dopo aver superato le tre
fasi di sperimentazione. Si è riconosciuta,
dunque, la sua azione anti-tumorale (combinata con la chemioterapia) sul carcinoma
colon-rettale in fase di metastasi.
Sempre nella medicina biotech, ma applicata prevalentente ai vaccini, lavora Rino
Rappuoli, vicepresidente e capo-scienziato
della Chiron. Il biologo senese divide il
suo tempo tra i laboratori nella sua città
natale e la sede della mul- tinazionale a
Emeryville, dall’altro lato della baia di San Francisco (si veda «Il Sole-24
Ore» del 10 gennaio
2004).
Sul fronte
della genetica, invece,
l’Italia è ben
LUCIO LANZA
«I miei investimenti? Tutti a buon fine»
«M
Pierluigi Zappacosta
Ha fondato Logitech assieme allo svizzero
Daniel Borel. Nella società regina dei
mouse è stato 16 anni, fino a ricoprire
la carica di amministratore delegato. Ora è
investitore privato e ha interessi in molte
società, tra le quali Digital Persona
(biometria) della quale è anche presidente,
e Sierra Sciences (farmaceutica). Abruzzese,
ha studiato a Roma e a Stanford.
Luciano Mattioli
È presidente e amministratore delegato
della Escort Memory Systems (Ems), società
storica della Silicon valley acquisita nell’88
dalla emiliana Datalogic. Ems opera da
anni nei chip Rfid (a radiofrequenza) che
tracciano i movimenti di prodotti e materie
prime nelle fabbriche e nei magazzini per
Ford, Volvo, Toyota, Dhl. Con Datalogic,
Mattioli è stato anche in Giappone.
Walter Alessandrini
Ha guidato Avanex in una quotazione
miliardaria a Wall Street nel 2001; ora le
azioni valgono molto meno, ma la società
è ancora leader mondiale nelle soluzioni
fotoniche per migliorare la velocità e la
potenza delle reti in fibra ottica. Presidente
e amministratore delegato della società,
si è laureato a Genova ed è stato presidente
di Pirelli Cables and systems North America.
a come si sta bene nella
Silicon valley in crisi»,
esclama Lucio Lanza
seduto a un tavolo del ristorante «Il
fornaio» a Palo Alto, il tempio del
venture capital dove tante società
Internet sono state fondate e poi
bruciate. «Ora che i dilettanti sono
andati a casa, finalmente i professionisti possono lavorare bene, facendo investimenti a buon prezzo e
scegliendo tra ottime risorse umane per strutturare le aziende in cui
entrano». È questa la tesi del venture capitalist Lanza, investitore privato si direbbe in Italia. Da tre anni
in proprio con la sua LanzaTech,
dopo anni all’Olivetti e in un fondo
americano. Dal suo ufficio di University avenue a Palo Alto — la
strada che porta dritto al campus di
Stanford — Lanza ha lanciato la
sua avventura proprio durante lo
scoppio della bolla dei titoli Internet a Wall Street. E ora sta raccogliendo i primi frutti.
Con la società Pdf, quotata in
Borsa nel 2001, ha ottenuto un ri-
Lucio Lanza
«Nel venture capital
i dilettanti sono scomparsi
e ora si lavora bene»
torno dell’investimento di trenta valore il valore iniziale. Pdf realizza
modelli di simulazione del processo di fabbricazione dei microchip,
correggendo i progetti prima che i
big dei semiconduttori (quasi tutti
suoi clienti, tranne Intel) li mettano
in produzione. Un’altra sua impre-
sa "protetta", Mojave (sempre operante nell'ottimizzazione dei microchip), è stata appena acquisita da
Magma per 140 milioni di dollari:
Lanza e altri investitori l’hanno tirata su da zero in 15 mesi.
«Il mio modello è prendere una
società dall’inizio e partecipare alla sua crescita in modo diretto: questo non si può fare con un’azienda
grande — spiega Lanza —. Ma è
un’attività onerosa. Ora ho in corso
11 investimenti e mi divido tra mille impegni».
L’ultima nata è Gradient, avviata sei mesi fa. Lavora per risolvere
i problemi termici di surriscaldamento dei semiconduttori, in modo
da migliorare l’affidabilità dei circuiti. Ma il suo cuore è nella società Pharmix, di cui non a caso è
presidente il figlio Guido. Pharmix
lavora sui supercomputer con software che consentono di scoprire
farmaci efficaci in modo più rapido
e con minore dipendenza dal fattore umano. «Vogliamo estendere
l’uso della matematica nell’indu-
stria farmaceutica — dice —, per
selezionare molecole valide in modo più scientifico e meno casuale.
Questa è una società che non vogliamo vendere, né io, né Guido
(laureato a Berkeley e con un master in bioinformatica a Manchester) né i suoi soci (computer scientist di Stanford e Carnegie Mellon).
Stiamo decidendo in questi giorni
se fornire alle case farmaceutiche
ricerche sui farmaci su commissione o se procedere con le nostre
forze alla ricerca di molecole
non ancora brevettate, ad esempio nel campo degli antinfiammatori, da distribuire poi con
una grande industria».
Lanza ha solo l’imbarazzo della scelta, altro che
crisi. E sembra uscita dal
buio anche Palo Alto, con
i suoi hotel e ristoranti di
nuovo pieni dopo anni di
cattvi affari. Al Fornaio
tutti parlano di business,
non del risotto: chissà che
non sia questo il primo segnale della ripresa.
GIACOMO MARINI
Il futuro è nelle nanotecnologie
È
una figura centrale della Silicon valley all’italiana, Giacomo Marini. Sarà perché è stato tra i co-fondatori di Logitech, o
perché ha militato in società importanti come Olivetti e Ibm o perché
il suo successivo lavoro di venture
capitalist lo ha portato ad avere
contatti con le migliori imprese e le
migliori menti della Valle. Di certo, è tra le persone più stimate, non
solo dalla comunità italiana.
Giacomo Marini è managing
partner di Cir Ventures, il fondo di
investimenti del gruppo Cir (gruppo De Benedetti) specializzato in
aziende tecnologiche appena lanciate (start-up). La società ha investimenti attivi in 11 società, in sei
delle quali Marini ha incarichi, come presidente o membro del board.
Tra queste, spiccano Minerva
Networks e Sygate.
Minerva Networks fornisce a
centinaia di emittenti, società e Pubbliche amministrazioni infrastrutture tecnologiche (come i codificatori e i software per la gestione del
segnale) per portare la trasmissione
Giacomo Marini
Il fondo che fa capo
al gruppo De Benedetti
sonda nuovi settori
televisiva sulle reti Internet a banda larga. In questo investimento,
Cir Ventures ha partner di livello
come Usvp, Intel e myQube. L’amministratore delegato è un altro italiano brillante, Mauro Bonomi, un
ingegnere che in C-Cube Microsystems ha lavorato molto sullo standard di compressione video Mpeg.
Sygate Technologies, invece, fornisce software per la gestione della
sicurezza delle informazioni aziendali. Anche mediante alleanze internazionali (come quelle con Rsa,
Nortel e Cisco), Sygate vende tra
l’altro firewall e sistemi anti-intrusione, per proteggere i sistemi informativi impedendo che dalle postazioni degli utenti arrivino virus o
pericoli dovuti a comportamenti rischiosi o irregolari. La soluzione di
Sygate va un passo in avanti rispetto allo stato dell’arte, perché integra gli elementi classici di sicurezza come firewall e Vpn (reti private virtuali) con la imposizione di
regole di comportamento dei vari
elementi come interagiscono fra di
loro. Presidente e amministratore
delegato è John De Santis, italiano
di terza generazione negli Usa, prima in Network Computing Devices. Anche qui i coinvestitori sono
fondi venture capital di prim’ordine quali Trident e Trinity.
Guardando al futuro, Marini vede un forte potenziale nell’impatto
che le nanotecnologie avranno sia
nel mondo dell’informatica, a partire dai semiconduttori, sensori e memorie che nel mondo delle biotecnologie e delle apparecchiature medicali. Alla domanda se questa non
sia un’area futuristica e forse a rischio di bolla, come altre nel passato, Marini risponde: «Ovviamente
è un’area in cui l’incertezza del
ritorno sugli investimenti è alta, sia
in termini di risultati concreti che
della tempistica dei risultati». «Per
questo — aggiuinge — è un’area
ottima per il venture capital, dove,
sul lungo termine, la differenza si
fa nell’abilità di discriminare le aziende e gli investimenti e nel finire
con un numero di successi che ripaghi abbondantemente gli inevitabili insuccessi». Viste le sue convinzioni
(e nonostante la ritrosia
a svelare i suoi piani),
non ci sarebbe da meravigliarsi se lo si vedesse venir fuori con iniziative nel settore delle nanotecnologie.
Continua dalla prima pagina
Italiani finalmente uniti per poter contare di più
D
Paolo Barettoni
I masterizzatori nei pc di aziende come Hp
e Sony funzionano con software scritto da
Paolo Barettoni. La sua Prassi software Usa
è ciò che resta della vendita del ramo
europeo a Veritas; la società affonda le radici
nella Prassi creata a Pisa nel ’77 con Umberto
Bassignani. L’impresa successiva, Incat,
fu acquisita da Adaptec nel ’95. Barettoni è
uno dei più stimati sviluppatori software Usa.
iversi incontri presso il
Consolato e numerose visite presso le imprese hanno permesso di venire a
contatto con un ricchissimo patrimonio di esperienze individuali,
spesso poco conosciuto. L’idea di
costituire un polo di aggregazione che potesse porsi come riferimento e interlocutore per la realizzazione di progetti che meglio
colleghino la California all’Italia
si è quindi presentata in modo
naturale. La National Italian American foundation ha condiviso
con grande entusiasmo e generosità l’iniziativa.
Il numero di adesioni è già superiore a centocinquanta. L’obiettivo resta comunque quello di creare un gruppo con caratteristiche
più qualitative che quantitative,
con persone accomunate, oltre che
dalla radice italiana, dall’impegno
Costituito un polo
di aggregazione
che durerà nel tempo
su settori di frontiera dell’innovazione e, soprattutto, dalla disponibilità a fare da tramite con istanze
provenienti dall’Italia. Una struttura snella e l’utilizzazione di adeguati strumenti consentirà di gestire in modo efficiente le iniziative
che saranno attuate.
La prossima visita nella Bay
Area di un’ampia delegazione di
imprenditori dell’Associazione industriali della provincia di Vicenza fornirà al gruppo Sviec l’occasione concreta di un primo scambio di idee ed esperienze. Il Consolato intende poi promuovere un
"progetto giovani" che preveda
soggiorni formativi di studenti
universitari italiani presso aziende della Silicon Valley, da riconoscersi come crediti formativi
nell’ambito del nostro rinnovato
sistema universitario. Numerose
aziende rappresentate nel grupppo Sviec hanno già espresso disponibilità e interesse.
La vera sfida si gioca tra presente e futuro, e con un presente
ricco di personaggi come Roberto
Crea, Federico Faggin, Enzo Torresi, PierLuigi Zappacosta e tantissimi altri, con una Niaf che
vuole aggiornare l’immagine dell’Italia recuperandone la forte valenza tecnologica e con una Farnesina moderna e dinamica, non
mancano certo le premesse per un
interessante futuro. In questo contesto si inquadra l’attività del
Consolato generale d’Italia a San
Francisco. Il nuovo modello pro-
posto dalla Farnesina ci chiede di
rispondere alle nuove esigenze poste dall’economia e dalla tecnologia garantendo e
migliorando nel
contempo le
usuali attività
amministrative.
Un obiettivo
non facile ma sicuramente una
sfida da raccogliere. E l’esercizio di coniugare tradizione e modernità si rivela più
facile laddove esistono risorse umane e atmosfere culturali caratterizzate da una forte propensione all’innovazione,
quali certo si ritrovano in California ed in questo suo cuore
che è la Silicon Valley.
Francesco Sciortino
rappresentata negli Usa dallo scienziato di
fama internazionale Luigi Cavalli-Sforza,
che insegna all’Università di Stanford dove
dirige lo Human popolation genetics laboratory. Il genetista genovese ha inaugurato il
filone di studi sulle mutazioni genetiche
dell’uomo ed elaborato una mappa delle
migrazioni, basandosi sull’analisi del cromosoma Y. Il suo ultimo studio è stato
appena pubblicato su «Pnas».
Crea, Ferrara, Rappuoli e CavalliSforza: quattro italiani sono sulla nuova ondata tecnologica della Valle. E
decine di giovani ricercatori in California vogliono seguire le loro orme.
@lfa Il Sole-24 Ore
Giovedì 11 Marzo 2004
FOCUS
SILICON VALLEY TRICOLORE
I «SENATORI»
Tutti in sella malgrado la crisi
Nel settore dell’informatica gli italiani hanno continuato a lanciare tecnologie innovative anche se il mercato è fermo
(continua dalla prima pagina)
l venture capitalist Enzo Torresi di
MyQube ha portato la sua "creatura"
A4Vision dritta ai fondi federali erogati per creare apparecchi mobili per le
Forze dell’ordine, in grado di appurare
l’identità delle persone attraverso il
riconoscimento facciale 3D. I top manager di Cisco Systems, Mario Mazzo-
I
la e Mike Volpi, sono sempre in sella, in
un’azienda rivitalizzata dai forti investimenti
su un settore emergente come la telefonia su
Internet (Voip). Paolo Gargini traccia ancora
la rotta dello sviluppo dei semiconduttori,
nelle associazioni internazionali di cui fa
parte. E Giacomo Marini continua senza tregua a proporre
investimenti inte-
ressanti al Gruppo De Benedetti, nell’ambito
della società di venture capital Cir Ventures.
Mentre il suo "collega" (ma in proprio) Lucio Lanza ha monetizzato con successo due
investimenti in società operanti nel campo
dell’ottimizzazione dei semiconduttori.
Ma c’è anche chi ha cambiato coraggiosamente attività, sempre nell’ambito delle tecnologie. Enrico Pesatori (già numero due di
Compaq e poi a capo dell’emergente Bluearc) ha ora svoltato verso il sistema operativo gratuito (o semi-gratuito) Linux e gestisce «la migliore società open source per le
imprese». E Pierluigi Zappacosta (ex co-fondatore e numero uno di Logitech), adesso
guida un’impresa di ricerca medica che lavo-
ra a ua sorta di «elisir di lunga vita».
E questa è solo la punta dell’iceberg. Nella Silicon valley operano anche Diego Ventura (sistemi per l’assistenza clienti automatizzata con NoHold), Fabio Righi (identificazione per l’accesso al pc tramite impronte digitali con Digital Persona), Marco Graziano
(domotica, MyCasaNetwork), Massimo Verita (semiconduttori, Lsi Logic), Michele Libraro (investitore privato, Global Startups).
Ed ancora, Alessandro Biral (venture capitalist), Alberto Mantovani (Rfd), Vito Arminio (Technology pathways), Andrea Casotto
(Runtime).
Ma soprattutto, gli italiani hanno dimostrato di essere in prima fila anche nei
settori del biotech applicato alla ricerca medica (con Roberto Crea, Napoleone Ferrara,
Rino Rappuoli), delle nanotecnologie e della genetica (con una multitudine di ricercatori capitanati dal genetista Luigi CavalliSforza). Tutti italiani censiti con certosina
pazienza dall’addetto scientifico del Consolato di San Francisco, Terenzio Scapolla.
Non cervelli in fuga ma piuttosto falene
attirate dalla luce hi-tech (e dall’alta qualità
della vita) della Valle del silicio. Falene che
non si sono bruciate dopo il crollo del
Nasdaq, grazie alla creatività e al buon
senso made in Italy. E alla spinta di ricominciare sempre daccapo con onore, imparata
dagli americani.
pagina a cura di
Laura La Posta
Paolo Gargini
Il fiorentino Gargini è direttore della
strategia tecnologica di Intel, a Santa Clara.
Dal ’98 è presidente dell’associazione Itrs,
che traccia la roadmap dei semiconduttori
a livello internazionale. Partecipa a tutti
i gruppi mondiali di discussione su questi
temi ed è stato nominato tra i 13 più
influenti personaggi nel settore dei
microchip. È laureato in ingegneria e fisica.
FEDERICO FAGGIN
«Un solo chip per foto e video digitali»
«E
ccolo». Poi tutti in fila per
stringergli la mano, chiedergli consigli, scambiare
opinioni sulle tecnologie del momento. L’arrivo di Federico Faggin al
primo incontro dell’associazione degli italiani della Silicon Valley fa
alzare tutti dal divano. L’ammirazione è giustificata: nel 1971 Faggin,
insieme a Tedd Hoff e Stan Mazor,
inventò il primo microprocessore, il
4004 della Intel, il motore della seconda rivoluzione industriale.
Nella comunità italiana, Faggin è
una figura imponente, come le sequoie nel giardino della casa dell’avvocato Barney Carr, dove si svolge l’incontro. Ma il vicentino non ha mai
riposato sugli allori. Dopo il divorzio
da Intel ha creato diverse società, tra
cui Zilog, dove ideò il famoso processore Z80. Seguì Synaptics, portata al
successo con il touchpad (il "mousetappetino" dei pc
portatili) inserito
nella maggior
parte dei notebook del mondo.
Ora Faggin (che è
anche nel comitato di indirizzo dell’Istituto italiano
Federico Faggin
Con i sensori Foveon
immagini perfette
dai filmati elettronici
di tecnologia in fase di lancio a Genova) è impegnato in una sfida che gli
fa brillare gli occhi. Da agosto scorso, il fisico vicentino è amministratore delegato di Foveon, un innovativo
produttore di sensori per macchine
fotografiche digitali. «Abbiamo la
tecnologia per consentire alle teleca-
mere digitali di ricavare foto ad alta
risoluzione da ogni immagine del filmato, con nitidezza e qualità perfette», annuncia Faggin. Proprio quello
che molti stanno aspettando: apparecchi ibridi che facciano sia da telecamera sia da macchina fotografica.
Foveon combatte nella difficile
arena dei sensori per la fotografia
digitale da sette anni, scontrandosi
con colossi del calibro di Nikon,
Sony, Canon, Olympus. Rispetto
agli altri sensori, l’X3 di Foveon lavora in modo completamente diverso, perché cattura direttamente i colori su tre strati, come fa una pellicola
con i tre layer di emulsione chimica.
Gli altri sensori lavorano su un solo
strato di pixel e catturano parte dei
colori. Secondo la rivista elettronica
«Digital photography review», questo sistema è il primo a ottenere la
stessa qualità delle foto su pellicola,
se non migliore.
Anche gli analisti di mercato riconoscono che l’X3 garantisce migliori
prestazioni e una maggiore durata
della batteria rispetto ai concorrenti,
ma consideravano il suo prezzo ancora troppo elevato (è usato in fotocamere da oltre 1.500 dollari).
Ma ora la battaglia si sposta sul
mercato di massa, perché Foveon ha
appena annunciato la produzione di
una macchina fotografica da 4,5 megapixel al costo di 399 dollari, in
vendita da giugno con il marchio
Polaroid. La x530, questo il suo nome, andrà sul mercato a giugno e
incorporerà un software per il ritocco
delle immagini mentre si scattano le
foto, in modo da non perdere i particolari per problemi di esposizione.
Non solo: i sensori di Foveon si
prestano anche a entrare nei videofonini di nuova generazione. Una nuova opportunità di business che si
apre. Ma già il mercato delle macchine fotografiche digitali è più che sufficiente a far sognare una società del
settore: quest’anno il fatturato potrebbe superare quota 20 miliardi di dollari e 60 milioni di pezzi venduti.
Faggin, che ha accettato l’incarico
anche per riunirsi all’amico Carver
Mead (con cui aveva lavorato alla
Fairchild e alla Synaptics), non ha
dubbi: «Abbiamo la tecnologia migliore — conclude — e già adesso i
produttori di macchine fotografiche
non possono più ignorarlo».
GUERRINO DE LUCA
S
Guerrino De Luca
La maggiore commessa
riguarda le Webcam usate
negli aeroporti americani
per la console da gioco Xbox (ma
si vende di più la linea analoga
progettata per la Playstation2 di
Sony) e la schiera di Webcam portate al successo anche mediante accordi con Msn (il network di siti
della Microsoft) e Yahoo.
«Il mercato è enorme: finora abbiamo venduto 15 milioni di Web-
È il vicepresidente per lo sviluppo software
di PeopleSoft, la seconda società mondiale
di applicativi evoluti per la gestione delle
imprese. Il suo gruppo di lavoro di 250
ingegneri crea gli strumenti (tool) con i
quali PeopleSoft sviluppa i sistemi che
vende. Laureato a Pisa, è stato in Olivetti
e in diverse start-up Usa; nel ’97 PeopleSoft
ha acquisito la sua società, Annuncio.
Mario Mazzola
Logitech entra nel business biometria
orride Guerrino De Luca, nella sala riunioni della sede Logitech a Fremont dov’è esposto il campionario dei prodotti. A
occhio e croce, metà dei dispositivi
elettronici in vetrina non ha più di
uno o due anni e si colloca in un
filone di business del tutto nuovo
per la società regina dei mouse.
«Ecco la nostra ultima creatura:
una sottile tastiera senza cavo con
tecnologia di trasmissione Bluetooth, si chiama DiNovo media desktop — dice l’amministratore delegato di Logitech —. E alla fiera
Cebit di Hannover presenteremo
un completo di mouse ottico senza
fili e tastiera a meno di 50 dollari,
un prezzo mai visto prima».
Ha buoni motivi per essere contento: l’ingresso di Microsoft nel
settore delle tastiere e dei mouse
wireless (senza cavi) le ha sì rubato
quote di mercato, ma ha anche allargato il business. «Invece, con
Microsoft siamo alleati sul software, sui giochi e sulle telecamerine
da pc (Webcam)», aggiunge il manager abruzzese. E indica volanti,
controller, cuffie e tastiere creati
Maurizio Gianola
cam, ma solo il 5% dei pc ha una
telecamerina per fare conversazione in chat», dice De Luca. In più,
stanno per decollare le videotelefonate sul Web a basso costo e chi
vorrà accedere a questi servizi dovrà dotarsi di telecamerina.
Non solo: il Governo americano
ha deciso di puntare sul riconoscimento facciale e sul rilevamento
delle impronte per accertare l’identità dei visitatori e ha già piazzato
negli aeroporti le Webcam per scattare foto digitali. La marca? Logitech, naturalmente. Ma De Luca non
è un venditore di fumo e riconosce
che «queste misure al momento fanno più scena che sicurezza reale,
servono per creare una cultura del
riconoscimento biometrico (basato
cioè sull’identificazione personale
attraverso la verifica elettronica di
alcuni tratti distintivi del corpo
umano, ndr)». Infatti, adesso le foto digitali dei visitatori dotati di
Visa sono confrontate solo con l’archivio dei ricercati più pericolosi;
il sistema sarà efficiente quando
sui passaporti e sui database ci saranno le immagini 3D dei volti.
«Ci arriveremo — commenta il
Chief executive officer — e Logitech è in prima fila, grazie a un’alleanza con A4Vision (si veda l’articolo in basso, ndr)».
Dunque Logitech vuole entrare
nel business dell’accertamento e
della gestione delle identità. L’ennesima buona mossa per una società che negli ultimi 15 anni non ne
ha sbagliata una: dopo aver portato
al successo il mouse è entrata nel
settore Webcam al momento giusto; ha stretto alleanze con colossi
come Sony, Microsoft e Yahoo; ha
puntato sul design con prodotti che
sono piaciuti al grande pubblico;
per lanciare una produzione di massa a basso costo è andata a produrre prima a Taiwan poi in Cina
(«senza mai licenziare alcun dipendente», chiarisce De Luca). E i risultati si vedono: fatturato e profitti
netti (rispettivamente a quota 1.100
e 99 milioni di dollari) sono in
crescita (+17% e +32%). «Un po’
siamo fortunati — conclude con
modestia De Luca — un po’ abbiamo il merito di non fermarci mai:
siamo su un percorso di innovazione continua».
ENZO TORRESI
Vicepresidente senior di Cisco Systems, è
responsabile dello sviluppo tecnologico.
Nel 1993 Cisco aveva acquisito la sua
società, Crescendo, e Mazzola era entrato
nel top management della maggiore società
di networking mondiale. Laureato a
Bologna, ha brevettato numerose
tecnologie inerenti la gestione delle reti
di comunicazione.
Mike Volpi
È vicepresidente senior dei sistemi di
routing di Cisco Systems, responsabile
quindi di una linea di prodotti strategici
per la società di San Jose. In precedenza,
è stato a capo della divisione switch
e servizi, delle strategie globali della
società, dello sviluppo e alleanze. Dopo la
laurea e il master in business administration
a Stanford è stato tre anni in Hp.
Fondi federali per A4Vision
N
on vuole
venderla
per nessun motivo la sua "creatura" A4Vision. Non prima di averla portata al
successo che merita. Enzo Torresi di
mestiere fa il venture capitalist per
myQube , un investitore privato che
tipicamente mette i soldi in un’azienda, la fa crescere e poi la vende a
caro prezzo. Ma né lui, né il numero
uno operativo di A4Vision Grant
Evans, né Gian Luca Braggiotti (il
partner fondatore del fondo promosso da Pirelli) intendono rientrare ora dall’investimento.
Anche perché A4Vision, ospitata nell’ufficio del suo chairman Torresi a Cupertino, sta accedendo ai
ricchi fondi federali delle commesse
post-11 settembre. Fondi investiti per
creare una sorta di pistola biometrica
per le Forze dell’ordine, che ricava un
reticolo 3D da tratti facciali dei sospet-
Enzo Torresi
tati e li compara con quelli dei maggiori ricercati. Non solo. La società
ha stretto alleanze con Logitech (che
ha incorporato la sua tecnologia biometrica nelle Webcam) e con il gruppo Dupont (per rendere più sicure le
carte di credito). E ha già venduto un
centinaio di sistemi per aprire le porte
degli edifici solo a chi viene riconosciuto dal volto, attraverso il controllo
automatico di una telecamera.
Altre grandi possibilità di business
sono nel monitoraggio costante dei
luoghi pubblici. «Già ora le telecamere stanno crescendo come funghi negli aeroporti e non solo negli Stati
Uniti — dice Torresi —. Ma il monitoraggio serve a poco se non è reso
"intelligente" da un sistema di riconoscimento facciale 3D: le Forze dell’ordine non possono riconoscere a
vista tutti i ricercati. Ed A4Vision è
finora l’unica società in grado di realizzare un sistema di riconoscimento
facciale in tre dimensioni, mentre
quelli 2D hanno dimostrato di non
funzionare a causa dell’elevato numero di falsi allarmi».
«Non solo — continua Torresi —:
è molto interessante anche il filone
dell’accesso sicuro alle reti aziendali,
attraverso il controllo facciale dell’identità. Il nostro sistema di network
security consente ai pc di spegnersi,
se davanti alla Webcam cambia il
volto della persona autorizzata a operare da quel pc o se alle sue spalle
compare qualcuno che la spia. Abbiamo vinto un contratto con la Marina
degli Stati Uniti per questo prodotto
(che costa 200 dollari per ogni pc)».
Insomma, Torresi non si è ancora
tolto il vizio di fare l’imprenditore,
dopo aver fondato sei società e averle
vendute in modo molto remunerativo.
È una figura centrale nella Silicon
Valley e non si muove foglia tra gli
italiani della valle senza che lui ne sia
informato o parte in causa. Non a
caso, ha ricevuto il premio annuale
della potente associazione degli italoamericani, la Niaf, per la sua attività
di "serial entrepreneur" prima e di
investitore privato poi. Un imprenditore seriale che ora vuole cambiare il
business della biometria, con una sfida di nome A4Vision.
Gianluca Rattazzi
Presidente e amministratore delegato
di BlueArc, si occupa di archivizione dati
(storage) network su silicio. I potenti
SiliconServer sono usati da JPMorgan, Roche
e Warner Bros. BlueArc, fondata nel ’99
anche con fondi di MyQube, è ora la terza
società del suo settore. Laureato in Fisica
a Roma, Rattazzi (ex Olivetti) ha portato al
successo tre società tecnologiche negli Usa.
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