ANNO DI PRODUZIONE:1970 – 1974

Lancia Fulvia Club Italia
“for gentlemen drivers only”
Lancia Fulvia Sport
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La Fulvia Sport Zagato
…l’idea di una sportiva profilata e leggera…
Le linee della Lancia Fulvia Sport si concretizzarono agli inizi del 1956 a Beaulieu,
in Francia, dove Pesenti, allora presidente della casa torinese, dopo aver affidato
a Zagato l'incarico di realizzare la versione “ Sport” della Fulvia scelse tra i diversi
figurini presentati, quella dalle linee meno esasperate: una Fulvia dotata di
carrozzeria in alluminio ed elevata aerodinamicità.
Disegnata da Ercole Spada, la Fulvia Sport, aveva una linea con coda di tipo
fastback, ossia, carrozzeria a due volumi caratterizzata da coda spiovente e
rastremata, lunotto molto inclinato e bagagliaio incluso nello stesso "volume"
dell'abitacolo, quindi, estremamente moderna e filante. La Sport aveva la stessa
meccanica della Coupé – tranne per il rapporto al ponte -, ma grazie alla migliore
aerodinamica poteva raggiungere velocità di punta più elevate. Nonostante ciò
non venne mai impiegata nelle competizioni rallistiche, ciò era dovuto soprattutto
alla maggiore delicatezza della monoscocca, su cui poggiava la carrozzeria in
alluminio, caratteristica più adatta all'impiego in pista (dove la Lancia, all'epoca,
non correva) che sullo sterrato.
Qui sopra una foto della Lancia Fulvia Sport 1,2 prima
serie interamente progettata sul pianale della Fulvia
Coupè
L'evoluzione tecnica della Fulvia Sport, che seguì passo passo quella della Coupè,
si distinse principalmente per il materiale impiegato sulla carrozzeria. La Fulvia
Sport, infatti, adottava una carrozzeria integralmente in Peralluman tra il 1965 ed
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il 1967, tranne che per il portellone, il quale è sempre stato in acciaio su tutte le
versioni. Nel periodo compreso tra il 1968 ed il 1970 la carrozzeria, oltre che ad
una leggera ridisegnazione, finalizzata all’aggiornamento funzionalmente la
vettura alzando il padiglione per un accesso meno difficoltoso dei passeggeri e un
allargamento dei parafanghi per ospitare pneumatici maggiorati, divenne
integralmente in acciaio, limitando l’uso del peralluman a cofano, portiere e
sportello del vano ruota di scorta. Anche l’evoluzione della meccanica e delle
motorizzazioni seguì quella delle Coupè. Nel 1970 venne impiegata la meccanica
della Fulvia Sport seconda serie sulle ultime 600 scocche della Fulvia Sport prima
serie. La produzione cessò nel 1972, dopo che la Zagato (che s'occupava
dell'assemblaggio di questo modello) ne aveva sfornato circa 6.183 esemplari. È
interessante notare come l'origine artigianale della Fulvia Sport ne abbia
determinato una particolare asimmetria nella forma dei parafanghi, asimmetria
che si è conservata anche sulle scocche della seconda serie.
Qui sopra a sinistra una foto del dettaglio del logo identificativo della carrozzeria Zagato, che la Fulvia Sport montava
su entrambi i lati e, a destra, la scritta Lancia che era posizionata a sinistra sotto il portellone posteriore
Di particolare interesse storico e collezionistico fu la serie definita “Competizione”,
ovvero di quelle vetture che su richiesta di clienti sportivi o della Squadra Corse
Lancia, vennero allestite con carrozzeria in Peralluman “alleggerita”, finestratura
laterale e posteriore in plexiglass, passaruota allargati e cerchioni Campagnolo.
Nonostante fossero destinate all'attività sportiva, le vetture “Competizione”
vennero consegnate con motorizzazioni di serie (motori siglati 818.302 e
818.303) e non in allestimento HF. Solo sulla Sport 1600 venne utilizzata la
motorizzazione di derivazione HF (seconda serie), ma il logo HF non compariva,
infatti, la vettura aveva lo stesso assetto della 1,3s. La Lancia non richiese mai
l'omologazione della stessa per le corse.
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…la Fulvia Sport Zagato 1.2…
La prima serie della Fulvia Sport Zagato, prodotta tra il 1965 ed il 1967,
disponeva della stessa motorizzazione della Fulvia berlina GT, quindi, con
propulsore siglato 818.130 avente una cilindrata di 1.216 cc ed un maggiore
rapporto al ponte pari a 10/37. L’1,2 litri montato sulla Fulvia Zagato erogava una
potenza di 80CV a 6000 giri/min ed una coppia di 10,6 Kgm a 4000 giri/min,
valori che le permettevano di raggiungere una velocità di punta pari a 169 km/h:
non male per un 1200cc di quegli anni.
Qui sopra la brocure della Lancia Fulvia Sport 1,2 prima serie
Qui sopra, a sinistra, il portellone delle Fulvia Sport prima serie ed a destra il dettaglio
della presa d’aria del cofano in peralluman senza il classico regolino di chiusura
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Pur se più sacrificata nell’abitabilità rispetto alla Fulvia Coupè, venne costruita in
soli 202 esemplari e venduta al prezzo esorbitante di 1.899.000 lire. Questo
primo modello di Fulvia Sport, come tutta la prima serie, aveva una particolare
caratteristica che la contraddistingueva rispetto alle concorrenti, l’apertura del
cofano motore a libro incernierato al parafango destro.
Qui sopra il dettaglio, comune a tutte le Sport prima
serie, della finitura a specchio della mascherina e del
portafaro, nonché la battuta perimetrale per
l’eventuale capolino in plexiglass e il proiettore allo
iodio Cibiè con doppio filamento. A destra, una vista
posteriore della fulvia sport che mostra la scritta Lancia
e lo specchietto sul parafango anteriore sinistro
…la Fulvia Sport Zagato 1.3…
Prodotta in 1578 esemplari, tra il 1967 ed il 1969, la versione da 1300cc della
Fulvia Zagato era equipaggiata con il propulsore siglato 818.302, lo stesso della
Coupè rallye 1,3, capace di erogare una potenza di 87CV a 6000 giri/min, una
coppia massima di 11,6 kgm CUNA a 4500 giri/min e di raggiungere una velocità
massima di 176 Km/h. Il 4V adottava il caratteristico angolo di V con ampiezza
pari a 12°45’28” avente una corsa di 69,7 mm, un alesaggio di 77 mm e
cilindrata di 1298 cc.
Da un punto di vista estetico non c’erano esistono grosse differenze rispetto alla
precedente versione se non per la scritta identificativa e l’aggiunta dello specchio
retrovisore esterno sul parafango. Il peso della 1,3, sale di circa venti chili
rispetto alla 1,2 e la carrozzeria esterna passò dalla lega leggera all’acciaio,
limitando l’uso del peralluman a cofano, portiere e sportello del vano ruota di
scorta. Tale scelta, dovuta sia ad esigenze costruttive che alla riduzione dei costi
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di produzione, vide le prime 700 vetture ancora con carrozzeria in Peralluman.
Anche questa versione possedeva l’apertura del cofano motore a libro.
Scritta identificativa della Fulvia Sport Zagato 1.3
…la Fulvia Sport Zagato 1.3 S…
Prodotta in 1898 esemplari tra il 1968 ed il 1970, la versione 1.3S venne
equipaggiata con una versione potenziata ed aggiornata del primo milletré (ora
siglato 818.303) le cui prestazioni furono leggermente accresciute. Aumentarono,
infatti, sia la potenza, portata a 90CV, che la velocità massima (180 Km/h) con
un consumo di carburante pari a 8,6 litri ogni 100 km. Esteticamente si aggiunse
la “S” alla sigla identificativa della vettura si mantennero le stesse coppe ruota
della Coupè rallye 1.3 S senza aggiunta di anelli ai cerchioni. In questo modello,
si mantenne comunque l’apertura del cofano motore a libro, il portellone
posteriore, comandato elettricamente, era impiegato come sfogo d’aria
dell’abitacolo avendo, tutta la serie delle Fulvia Sport, fissi i due deflettori
posteriori.
Qui sopra un immagine 3/4 anteriore della Sport 1,3 S
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Qui sopra un immagine degli interni della Fulvia Sport 1,3 S. E’ visibile il cruscotto con
il volante a due razze pulite ed il fascione dello schienale posteriore
Qui sopra un immagine posteriore della Fulvia Sport 1,3 S. E’ visibile la ribaltina, con i
due grossi rostri, dal quale si estraeva la ruota di scorta.
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Scritta identificativa della Fulvia Sport Zagato 1.3 S
…la Fulvia Sport Zagato 1.3 S Seconda Serie…
Prodotta in 2600 esemplari tra il 1970 ed il 1972, la Fulvia Sport Zagato 1.3 S
Seconda Serie, ereditò tutti i benefici apportati alla Fulvia Coupè 1.3 S Seconda
Serie. Venne, infatti, dotata del propulsore siglato 818.303, capace di erogare
una potenza massima di 90 CV DIN (103 SAE) a 6000 giri ed una coppia massima
di 11,6 kgm DIN a 5000 giri/min, aggiornato rispetto ai precedenti in quanto
adottava un alternatore e una elettroventola al radiatore. Nuova la trasmissione,
a 5 rapporti, contenuta in un’unica fusione senza distanziale.
Qui sopra un immagine 3/4 anteriore della Sport 1,3 S Seconda Serie. Sono visibili i
paraurti gommati e lo specchietto retrovisore ora montato sulla portiera
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Qui sopra un immagine degli interni della Fulvia Sport 1,3 S Seconda Serie. E’ visibile il cruscotto con il
volante a due razze forate ed il comando per azionare i vetri elettrici
Nuovo anche l’impianto frenante, ora di produzione Girling, con limitatore di
frenata al retrotreno. La carrozzeria, però, divenne interamente in acciaio,
sacrificando anche quei pochi elementi in peralluman presenti sulla versione
precedente, con un conseguente aumento del peso di circa 30 Kg senza, però,
compromettere in maniera accentuata le prestazioni. Esteticamente, le modifiche
sostanziali, consistono nell’aggiunta di paraurti gommati, la maggiorazione dei
gruppi ottici posteriori, la scomparsa della ribaltina per la ruota di scorta
(quest’ultima solo a partire dal quattrocentesimo esemplare), le nuove scritte
identificative della vettura e la posizione dello specchietto retrovisore esterno
sullo sportello anteriore sinistro. Si ricorda che, di tutte le vetture Fulvia Sport
Zagato 1.3 S Seconda serie prodotte, ne esistono ben 600 esemplari con
carrozzeria 1.3 S prima serie (ossia con cofano, portiere e sportello del vano
ruota di scorta in peralluman). A partire dalla seconda serie, la Fulvia Sport perde
la caratteristica e singolare apertura del cofano motore “a libro”, adottando la più
comune apertura “contro vento”.
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Qui sopra un immagine degli interni della Fulvia Sport 1,3 S Seconda Serie con i suoi
voluminosi ed avvolgenti sedili
Qui sopra un immagine 3/4 posteriore della Sport 1,3 S Seconda Serie. Si nota l’aggiunta di paraurti
gommati, la maggiorazione dei gruppi ottici posteriori e la scomparsa della ribaltina per la ruota di scorta
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…la Fulvia Sport Zagato 1.6…
La Fulvia Sport Zagato 1.6, con i suoi 800 esemplari, prodotti nel biennio
compreso tra il 1971 ed il 1972, era la prevedibile versione millesei su carrozzeria
Zagato. Fortemente allettante per le sue doti su strada, dovute principalmente al
suo potente propulsore (siglato 818.540 ed avente un 4V di 11°20’00’’) che,
capace di erogare 114 CV sovraccaricava di parecchio la struttura anteriore della
scocca piuttosto sottodimensionata rispetto agli elevati valori di coppia trasmessi
del millesei. Cambiava anche la coppia conica, questa volta con rapporto 11/39
diverso rispetto a quello della versione milletre. Allestita con specifiche pari alla
coupè millesei fanalino, era dotata di alzacristalli elettrici. L’assetto, inoltre, era lo
stesso della Coupè milletre seconda serie non solo per l’avantreno (privo di
camper negativo) ma anche per i cerchi ruota dove, a causa dell’assenza di spazio
nei passaruota, si adotta il canale stretto da 4,5 pollici per evitare interferenze
con i parafanghi.
Qui sopra una foto della Lancia Fulvia Sport Zagato 1600
Esteticamente spiccano i rostri gommati sui paraurti, le nuove scritte identificative
Fulvia Sport 1,6, le nuove maniglie interamente incassate. Il tachimetro viene
aumentato a 220 Km/h, il termometro olio prende il posto dell’orologio ed ai sedili
anteriori si aggiungono i poggiatesta.
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Qui sopra un immagine 3/4 anteriore della Sport 1600. Sono visibili le nuove maniglie
interamente incassate e i rostri gommati sui paraurti
…le nuove scritte identificative della 1600…
Ai numeri di produzione, puramente indicativi per una numerazione che presenta
discontinuità, sono da aggiungere modelli speciali richiesti da clienti esigenti con
specifici allestimenti riguardanti i materiali d’arredo, i cerchi in lega, gli alza
cristalli elettrici laddove non previsti e fanaleria con quattro proiettori circolari di
uguale diametro con cupoletta in plexiglass. In aggiunta a queste versioni “Sport”
vi sono da aggiungere altre vetture (circa 27 esemplari) interamente realizzate in
peralluman ed iperalleggerite (grazie alle vetrature in plexiglass ed alle molteplici
forature imbutite del sottoscocca e delle portiere), richieste da Fiorio nel 1968
(quando la produzione di serie in peralluman era già finita) per la serie da
competizione.
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