Management e tecnologie per le imprese del futuro

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Management e tecnologie per le imprese del futuro
SISTEMI&IMPRESA
Management e tecnologie per le imprese del futuro
Poste Italiane Spa - Sped. in abbon. Post. D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/04 n. 46) art.1, comma 1, DCB Milano
N. 1 - gennaio/febbraio 2017
Andrea Ruscica
Chairman e Presidente
di Altea Federation
n Business technology management
Anticipare e gestire l’innovazione
n Tempo di reshoring manifatturiero
n Gestire il ciclo di vita del prodotto
n Come finanziare l’innovazione
n Dalla fava di cacao al cioccolato
Direttrici geografiche e motivazioni
I fondi che rilanciano le PMI
via per l’efficienza e l’innovazione
Icam punta sul controllo di filiera
INTERVISTA DI COPERTINA
Business technology management
Anticipare e gestire l’innovazione
Combinare consulenza organizzativa e tecnologica al servizio dell’innovazione.
Nel 2017 Altea Federation persegue l’obiettivo con la creazione di due nuove
società: Nextea e Altea People. Al centro il “Business technology management”
framework e tre valori: agilità, sostenibilità, efficienza
Intervista ad Andrea Ruscica, Chairman e Presidente di Altea Federation
di Valentina Casali
Un system integrator con approccio consulenziale – organizzativo e tecnologico
insieme – il cui obiettivo è sostenere l’innovazione delle imprese aiutandole a migliorare le performance. Nata come startup 24 anni fa, Altea Federation è oggi
una realtà importante che conta circa
mille dipendenti e ha adottato il modello
federativo allo scopo di mettere a disposizione del cliente un know how che proviene da più società con uno sguardo verticale sulle singole industry, ma un’unica
mission: intercettare i trend e anticipare
il cambiamento. L’intervista al Presidente Andrea Ruscica parte proprio da qui,
dal concetto di cambiamento.
Da anni sentiamo parlare di technology
disruption, contesti VUCA – volatili, complessi, incerti, ambigui –, rivoluzione delle macchine: in una parola, cambiamento.
Che cos’è e come dobbiamo prepararci ad
accoglierlo?
Il cambiamento non è mai un processo
graduale e lineare. Non segue un disegno o una strada prestabilita. In quanto
insieme di ricombinazioni entropiche, il
cambiamento è sempre una rivoluzione
che non ha limiti. Come in un mosaico,
la combinazione delle singole tessere può
originare una quantità di figure potenzialmente infinita; l’unico limite sta nell’immaginazione dell’uomo.
Pensiamo a quanti miliardi di smartphone connessi esistono al mondo: nei prossimi anni si stima aumenteranno di almeno la metà, per effetto dell’utilizzo da
parte di nuove popolazioni ancora lontane da questa tecnologia. Le modalità con
cui i nuovi utilizzatori approcceranno il
mezzo saranno diverse da quelle conosciute poiché diversa è la loro storia. Non
possiamo oggi prevederne gli impatti, ma
dobbiamo prepararci a cogliere i segnali
di discontinuità e a reagire.
ANDREA RUSCICA
Andrea Ruscica, classe 1965, segue il percorso di studi in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano e nel 1992 fonda
una piccola struttura consulenziale insieme a tre amici. L’anno successivo costituisce Altea.
Persona determinata, pragmatica, professionalmente competente ed eticamente corretta, con una chiara visione dei
processi aziendali e dello sviluppo del business, da sempre
rappresenta il punto di riferimento e il regista indiscusso di
Altea Federation di cui è Chairman e Presidente.
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L’OPINIONE
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INTERVISTA DI COPERTINA
Se prevedere il cambiamento è impossibile, come si fa a reagire?
Lavoro nella tecnologia da oltre 20 anni e
ho visto succedersi tante mode e diversi
cicli economici. Mai come oggi è difficile
fare previsioni di scenario per anticipare il cambiamento. In queste condizioni,
l’unica molla per sopravvivere – persone
e organizzazioni – è la capacità di adattamento, che significa prendere atto del
‘nuovo’ e cercare risposte veloci; in una
parola, resilienza.
Come si diventa organizzazioni resilienti?
La resilienza nelle organizzazioni comincia dalle persone, che devono sviluppare
uno spirito ‘reattivo’. In passato la reattività caratterizzava anche l’approccio di
Altea. Oggi non è più possibile. Il nostro è
uno sguardo sul mondo che deve essere
proattivo. Se i nostri clienti non riescono
a cogliere le direttrici di cambiamento,
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dobbiamo farlo noi per loro, anticipando le esigenze e alzando lo sguardo per
incontrare la domanda futura. Acciocché
avvenga, è necessario conoscere il cliente
sempre meglio, mettersi nei suoi panni,
comprenderne la realtà e il mercato di
riferimento. Ecco spiegata la scelta del
modello federativo, che prevede una vista a 360 gradi, accompagnata da uno
sguardo specialistico.
Altea Federation è un partner che non solo
accompagna le aziende nei percorsi di innovazione, ma mostra anche loro la strada
migliore da seguire. Un ruolo importante,
questo, e di grande responsabilità…
Si chiama innovazione ricombinata; quella che ricerca la migliore combinazione
delle tecnologie esistenti per soddisfare
le esigenze della singola impresa, con un
occhio al presente e uno al futuro.
Ma attenzione. Non è mai bene ‘modi-
L’OPINIONE
ALTEA FEDERATION
Nata nel 1993 come società di consulenza, la capostipite Altea era costituita da un gruppo
di giovani grintosi e volenterosi con tanti sogni nel cassetto.
Due decenni più tardi, dopo aver raggiunto dimensioni degne di nota e affermato il proprio
marchio tra i partner dei principali vendor – SAP, Microsoft e INFOR –, Altea si dota di un
modello federativo ispirato all’organizzazione d’impresa olonico-virtuale.
Altea Federation è oggi tra le prime 50 aziende di software e servizi IT in Italia; una realtà
composta da 9 società che, attraverso l’ampia offerta di software gestionali e soluzioni
informatiche innovative, intende avere un ruolo determinante nello sviluppo sostenibile
dell’impresa. Altea Federation, con un approccio a 360°, omni-disciplinare e spinto lungo
le tre direttrici ‘persone’, ‘sistemi’ e ‘organizzazione’, offre supporto su larga scala in
ambito tecnologico: dai progetti di implementazione di infrastrutture e di nuovi sistemi
applicativi alla digitalizzazione di processi per definire nuovi modelli collaborativi. Supporta il cambiamento per promuovere con successo l’innovazione. Assicura un’attenta
governance dei progetti e l’allineamento di processi, ruoli e procedure.
www.alteafederation.it
ficare’ solo in parte gli assetti esistenti:
occorre stravolgerli. Per intraprendere
un nuovo business serve una disruption
parimenti tecnologica e organizzativa;
occorre un approccio del tutto diverso,
che noi abbiamo formalizzato con la nascita di Nextea, management consulting
company del Gruppo, la quale fungerà
da leader per le altre società, operando
come guida a tutti i servizi offerti dalla
federazione.
Come si traduce il modello Business
technology management in execution?
Il modello prevede un protocollo di esecuzione che si fonda su tre valori: agilità
(del modello di business), sostenibilità
(tecnologica) ed efficienza (organizzativa). Combinando insieme questi aspetti
e partendo dalla conoscenza approfondita del cliente e del mercato specifico,
Nextea costruisce modelli applicativi calati sulle reali esigenze del cliente.
Che cos’è Nextea?
Nextea, nata a inizio gennaio 2017, ha
una chiara vision di sviluppo. A differenza
di molte società di consulenza esistenti
– forti sugli aspetti organizzativi, meno
su quelli tecnologici –, la sua missione è
di abilitare la convergenza tra business
e tecnologia, partendo dalla constatazione che entrambe le questioni hanno pari
peso.
Per farlo, Nextea ha siglato una partnership con l’americana Shadoka di Faisal
Hoque, creatore del Business technology
management framework.
Grandi aziende o anche piccole e medie:
qual è il vostro target cliente?
La grande azienda spesso ha già in essere percorsi di cambiamento e Altea Federation si occupa, per queste realtà, di
una parte del percorso. Con la piccola e
media impresa, che vive le stesse sfide
della grande ma ha minori mezzi e risorse, il discorso si fa più sfidante. In queste
realtà abbiamo la possibilità di ragionare
insieme al management e di costruire la
strategia dal principio, facendoci veri e
propri attori del cambiamento. L’obiettivo di Altea è dunque raggiungere la multinazionale tascabile – attualmente il 50%
del portfolio clienti – per portare anche
qui innovazione. Come? Abbattendo i costi e costruendo soluzioni alla portata di
tutti.
In che cosa consiste la metodologia di
Hoque?
Faisal Hoque, nella top 100 dei leader nel
campo del pensiero digitale, ha sistematizzato un metodo rigoroso, ma adattabile nell’applicazione, che combina un framework e una piattaforma software.
Il metodo prevede tre macro fasi. Una
prima di assessment, per misurare lo
stato presente dell’azienda; una seconda
per tracciare la roadmap strategica; una
terza per gestire i programmi di cambiamento.
Qual è il livello di maturità delle nostre
imprese?
La maturità nella gestione del cambiamento non è egualmente diffusa. Molto
dipende dalla dimensione aziendale e
dal territorio di appartenenza. Mentre
permangono importanti sacche di resistenza, deboli segnali di miglioramento
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INTERVISTA DI COPERTINA
si scorgono nell’arrivo di nuove classi di
management illuminate e competenti. La
gran parte delle imprese si distingue per
eccellenza operativa e di prodotto, ma
manca di un approccio manageriale innovativo. Occorre pertanto primariamente
un lavoro di education: le organizzazioni
vanno aiutate a capire ‘come’ cambiare,
ma ancora di più a comprendere ‘dove’
andare.
Quindi prima ancora dell’assessment occorre un orientamento culturale. In che
cosa consiste?
Per prima cosa è necessario adeguare il
nostro linguaggio a quello del cliente per
non spaventarlo. Successivamente l’obiettivo è dare al cliente la corretta terminologia: chiamare le cose con il loro
nome aiuta a riconoscerle. In presenza
di un tessuto economico maggiormente
informato e consapevole l’innovazione avverrà di conseguenza.
Le persone dentro le organizzazioni devono essere i destinatari primari dell’education in quanto coloro che ‘abilitano’ le tecnologie e i nuovi paradigmi organizzativi.
Con questo obiettivo nasce Altea People.
Ci racconta?
Altea People è un progetto pensato per
le funzioni HR con un approccio duplice:
tecnologico e umanistico per la gestione
del capitale umano. Con Altea People abbiamo arricchito il nostro ecosistema di
servizi alle aziende con altre discipline,
in un dialogo costante con la tecnologia;
perché, di nuovo, l’innovazione non è mai
una questione solamente tecnologica.
Le funzioni HR sono mature da questo
punto di vista?
Anche qui occorre fare distinzione. Nelle realtà medio grandi dove l’HR è strategico c’è sufficiente maturità sul tema
innovazione e consapevolezza del ruolo
chiave delle persone. Pertanto sarebbe
consigliabile che questi sedesse nel board e partecipasse attivamente al disegno
della strategia. Diversamente, nella Pmi
spesso non esiste una funzione ad hoc
oppure c’è, ma presidia questioni prettamente amministrative. In questi casi il
cambiamento non può essere responsabilità del Personale, ma va guidato direttamente da chi introduce l’innovazione e
dai manager, a cascata.
Serve, in ogni caso, un passaggio di conoscenza. Come si fa?
L’esperienza di questi anni ha dimostrato
che non basta fare un buon lavoro presso
il cliente. Alle aziende con cui ci interfacciamo dobbiamo lasciare le competenze
necessarie per portare avanti il progetto
di trasformazione. Non solo. È nostra
convinzione che il know how sia dinamico
e un bene di tutti. In quanto tale, rilasciare conoscenza senza rendere il cliente
dipendente è importante per proseguire
oltre l’obiettivo vicino, verso nuove tappe
nell’innovazione.
È talmente lungo il cammino che non possiamo fermarci al primo risultato raggiunto.
Ecco il perché dell’education, per rendere
il cliente ‘adulto’ e permettergli di maturare nuove idee di cambiamento.
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Tra le direttrici del cambiamento più in
voga in questo momento rientra il tema
dell’Industria 4.0. Quali sono, a suo avviso, le opportunità che si aprono?
L’Industria 4.0 è, a mio avviso, un insieme
di tecnologie che si stanno combinando con
destinazione la fabbrica. In parte moda, in
parte sostanza; sicuramente si tratta di
una necessità più che di un’opportunità.
Una necessità perché?
Le tecnologie oggi a disposizione abilitano nuovi guadagni e permettono un risparmio dei costi. Adottarle costituisce,
dunque, un passaggio obbligato per entrare nelle arene competitive internazionali. Poi ci sono tutti gli aspetti modaioli
della materia, che però non ne inficiano
l’importanza. L’attenzione del Governo
ha reso l’Industria 4.0 un brand permettendo di attrarre l’attenzione dell’impresa con un linguaggio immediato e di semplice fruizione.
Oltre la moda, qual è l’approccio di Altea
Federation all’Industria 4.0.?
La federazione ha creato un comitato interno per discutere la materia, mappare i
servizi disponibili e proporre al cliente le
soluzioni migliori. Il nostro obiettivo è aiutare le aziende ad andare oltre il brand,
per cogliere le reali opportunità di questa
rivoluzione. Anche qui è fondamentale
l’approccio federativo, che permette l’adozione di un punto di vista trasversale
alla materia ma allo stesso tempo specialistico, e il metodo Nextea.
Permangono alcune criticità alla diffusione?
Il problema della diffusione di queste pratiche non sta né nelle misure del Governo
né nella mancanza di curiosità da parte
del mercato, il quale sta reagendo in maniera piuttosto interessata. Il vero limite
del nostro Paese è la mancanza di competenze adeguate per indirizzare e gestire la trasformazione. Il gap tra il mondo
del lavoro e quello della scuola ha costi
non più sostenibili. Occorre pertanto uno
sforzo che supporti la formazione delle
nuove professioni.
Considerata la crescita importante di Altea Federation nell’ultimo anno, come vi
state organizzando per affrontare il 2017?
La federazione ha registrato una crescita
del 16% di fatturato nell’anno che si è appena concluso. Questo grazie alla nascita
di nuove società e allo sviluppo di progetti.
Obiettivo 2017 sarà il consolidamento delle
company esistenti con l’inserimento di nuove competenze. Ma la vera sfida si gioca in
ambito internazionale. Missione: guardare
oltre l’Italia, spinti anche dai clienti che
hanno base all’estero, per conquistare nuovi territori come Usa, Cina, Brasile.
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