PDF: 14 - Unindustria Bologna

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PDF: 14 - Unindustria Bologna
n.14 dicembre 2011
BANCHE - IMPRESE:
COSE DA FANTASCIENZA?
FOCUS
Credito, priorità numero uno
A luglio avevamo suonato il campanello di allarme di una situazione di
cui oggi vediamo solo i primi effetti. I rapporti con le banche ed il tanto
paventato credit crunch, che proietta sulle imprese l’ombra dell’asfissia
finanziaria, sono più che mai sotto i riflettori.
I fatti parlano chiaro: siamo di fronte ad una nuova, lunga, stretta del
credito.
Al tema abbiamo voluto dedicare questo numero di FARE, ritenendolo
l’emergenza “numero uno” con cui si trovano e si troveranno a fare i conti
le imprese.
Alcune considerazioni di fronte a questa situazione.
Da una parte non dobbiamo assumere atteggiamenti passivi e rinunciatari, o peggio assuefarci all’idea che l’applicazione di tassi e condizioni
bancarie al di sopra della più ovvia sostenibilità aziendale siano fenomeni
ineluttabili. Dobbiamo invece denunciare quei comportamenti restrittivi,
oltremodo severi, che non siano giustificati da una particolare situazione di impresa.
Dall’altra dobbiamo prestare grande attenzione al modo di gestire le relazioni con la banca, alla quale non vanno fatti mancare elementi documentali utili a testimoniare la vita dell’impresa: il suo andamento, le sue dimensioni, i suoi punti di forza e le sue eventuali criticità. Acquisire una maggiore dimestichezza con gli strumenti
di lettura dell’attività aziendale può dare l’impressione di appesantirci, ma nel lungo periodo pagherà, perché
fornisce elementi di maggiore comprensione tra imprese e istituti di credito e rafforza la reciproca fiducia.
Infine l’elemento certamente più importante: il tema della ricapitalizzazione. Mettiamo i nostri interlocutori
finanziari in grado di toccare con mano la fiducia e l’impegno di chi crede nella propria azienda. Questo tra
tutti è il modo migliore per porre all’angolo le diffidenze. Dal canto suo, Unindustria sta mettendo in campo
tutti gli strumenti utili a sostenere le imprese: sia agendo direttamente per la riduzione del costo del denaro;
sia attivandosi attraverso i suoi uffici interni per l’avvio di operazioni di leasing e per l’ottenimento di finanziamenti; sia ancora con una costante attività di accompagnamento di ogni singola impresa che lo richieda a
fronte di specifiche problematiche.
La strada è tutta in salita, siamo qui per percorrerla insieme.
Tiziana Ferrari
Direttore Generale di Unindustria Bologna
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FARE 5
ABAS ITALIA
vita
“Taglio senza confini” è lo slogan con
cui Servizi Lame si propone sul mercato da quasi 20 anni, e “senza confini” è anche la filosofia di Abas Italia:
partner, clienti e installazioni in tutto
il mondo. Il matrimonio era già nei
fatti: Servizi Lame, azienda bolognese
attualmente a gestione artigianale, è
esclusivista per l’Italia di Kaltenbach
Gmbh, leader mondiale nella costru-
industriale
I fratelli Antonio e Riccardo Marchesini
Carlo Rossini
Cristina Galli
Anna Merloni
Invitiamo le aziende della provincia di Bologna
a segnalare notizie su attività, iniziative od avvenimenti che le riguardino, dandone comunicazione all’Ufficio Stampa di Unindustria Bologna
(riferimento Dott. Carlo Rossini, responsabile
della comunicazione dell’Associazione:
[email protected]). La scelta sarà poi
compiuta dalla redazione di FARE.
6 FARE
zione di impianti da taglio a disco
e nastro che da tempo utilizza Abas
ERP come sistema gestionale. Il recente incremento del fatturato e del
giro di affari, assieme all’arrivo di
nuovi e sempre più esigenti clienti,
hanno spinto Servizi Lame a scegliere un ERP capace di gestire tutti i
processi aziendali: dalle lavorazioni
conto terzi, alla produzione su ordine, alla produzione su progettazione,
alla logistica di magazzino e ai sempre più frequenti interventi tecnici
di manutenzione e assistenza legati al
servizio post vendita.
L’inserimento di Abas ERP, secondo
la proprietà, deve guidare in maniera
endogena i flussi aziendali, migliorando tutti i processi della value chain
e tutte le attività che garantiscono
efficienza, produttività e servizio al
cliente. L’introduzione dell’ERP ha
messo in luce anche problemi legati
alle codifiche dei clienti, fornitori e
articoli: nel corso del progetto di implementazione del sistema gestionale
è stata avviata anche un’analisi degli
articoli che ha portato a una eliminazione degli obsoleti e a un processo di
reengineering delle regole di codifica
degli stessi. La struttura commerciale
dell’area vendite del software consente inoltre una nuova e completa
gestione dei listini di vendita
permettendo l’introduzione di
listini generali per categorie, di
listini a prezzi netti per clienti,
di scale sconti per clienti e per
articoli.
L’introduzione di Abas ha ridisegnato il flusso logistico degli
acquisti, produzione e logistica di magazzino, avviando
in azienda una pianificazione
di tipo MRP I con pianificazione della produzione e degli
acquisti che non era possibile con il
precedente sistema gestionale. Inoltre, con il modulo service integrato
nell’ERP, è possibile gestire tutto il
servizio post vendita: dall’agenda dei
tecnici e dei loro mezzi di servizio,
alla gestione delle richieste di intervento per riparazione o manutenzione, alla gestione delle matricole delle
macchine prodotte su disegno per i
clienti con la storia e la cronologia
degli interventi tecnici. In seguito
all’implementazione del gestionale
targato Abas, il secondo step prevede l’introduzione di un sistema di
contabilità analitica per centri di costo. L’obiettivo è quello di aiutare la
proprietà a rispondere alla domanda:
dove sto spendendo? E, soprattutto,
sto spendendo bene?
ACEM
Acem Medical Company, azienda italiana leader nel settore dell’illuminazione medicale per diagnostica e chirurgia, è oggi un’azienda fortemente
industrializzata che lavora nell’ottica del continuo miglioramento dei
propri prodotti e che, oltre ad una
crescita costante, ha una forte propensione all’internazionalizzazione.
I prodotti Acem sono infatti conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo
e numerose sono le partnership che
nascono e si consolidano con paesi
come la Russia, la Germania, l’Au-
La forza di Acem è dimostrata anche
dalla continua evoluzione dei prodotti che evidenziano una costante
attenzione all’innovazione tecnologica ma anche alle esigenze degli utilizzatori, ossia medici e chirurghi. Ogni
anno infatti viene lanciato un nuovo
prodotto che testimonia l’impegno e
le risorse che l’azienda dedica al reparto di ricerca e sviluppo. Secondo
Pier Paolo Tacconi, amministratore
delegato, “Acem è un’azienda privata
orientata chiaramente al profitto, ma
anche sempre attenta ad avere comportamenti eticamente corretti, non
solo perché le leggi lo richiedono ma
anche perché sappiamo di operare in
un settore estremamente esigente ed
importante quale quello medicale”.
ADRIEN
stralia e l’India, dove vengono scelti
i prodotti Acem quali espressione di
un Made in Italy di qualità e all’avanguardia nelle componenti di design e
tecnologiche.
Acem da sempre opera nel rispetto
delle norme internazionali ed è certificata UNI EN ISO 13485:2004,
una garanzia di qualità in tutte le fasi
di progettazione e produzione, e UNI
EN ISO 9001:2008, attestato che
certifica la soddisfazione della clientela grazie al miglioramento continuo
dei processi produttivi interni. Tutti i
prodotti Acem hanno anche il marchio CE che garantisce la qualità del
prodotto e del processo produttivo.
Progettato con una particolare tecnologia innovativa e un design accattivante, il nuovo lampione per
pubblica illuminazione a Led targato
Adrien Energy nasce per assolvere la
maggior parte dei problemi d’illuminazione di strade urbane ed extraurbane. Rispetto ai classici lampioni,
questo dispositivo ha una maggiore
durata nel tempo, non richiede alcuna manutenzione e permette un
notevole abbattimento dei consumi
elettrici, anche oltre il 50%. Inoltre
proietta la luce in un’unica direzione
e, attraverso delle lenti integrate su
ogni singolo Led, diffonde il flusso
luminoso creando una curva fotometrica ottimale che illumina solo
le zone interessate, azzerando così
l’inquinamento luminoso. Grazie a
queste particolari caratteristiche, e al
piacevole effetto estetico, i dispositivi a tecnologia Led sono sempre più
apprezzati non solo per l’illuminazione pubblica ma anche da aziende e
privati.
Una tradizionale sorgente luminosa,
durante il suo normale funzionamento, raggiunge temperature molto
elevate, con il conseguente degrado
delle superfici riflettenti e un annerimento dovuto all’eventuale sporcizia
depositata sul vetro. Questo riduce la
vita media a circa 3 anni e porta a
un progressivo aumento dei consumi di energia elettrica. I dispositivi a
tecnologia Led progettati da Adrien
garantiscono invece oltre 90.000 ore
di vita (confermati da Osram) grazie
a un fattore fondamentale: la temperatura della giunzione. Questa è la
quantità di calore misurato all’interno del Led e più precisamente sulla
zona di contatto dei materiali che attraversati da corrente elettrica emettono radiazioni luminose.
Il profilo del corpo illuminante, realizzato interamente in alluminio
anodizzato, rappresenta un vero e
proprio dissipatore di calore e con la
particolare conformazione delle alette è in grado di mantenere una temperatura di giunzione relativamente
bassa, attorno ai 60°. I singoli Led
utilizzati soddisfano anche le più severe normative in ambito europeo e
sono di ultimissima generazione, con
un indice di resa cromatica pari a 85
Ra e un’efficienza luminosa superiore
a 90 lumen/watt.
ALLIANCE HOTEL
Cambia nome lo storico complesso
bolognese di Borgo Panigale, da anni
conosciuto come Forte Agip e Holiday Inn. Ribattezzata Alliance Hotel,
la struttura, di proprietà del Gruppo
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DALL’ACCORDO TRA ANGELA LAGANA’ E LES COPAINS
NASCONO I COSMETICI “DA INDOSSARE”
Da oggi i prodotti cosmetici si possono anche indossare. Grazie all’applicazione delle nanotecnologie ai prodotti di bellezza, la beauty clinique Angela Laganà ha ideato e prodotto i “cosmetotessili”, una vera rivoluzione nel mondo della moda e della cosmesi. La novità nasce dalla possibilità di legare un principio attivo a base di acido ialuronico ai tessuti degli abiti, permettendo
un rilascio graduale delle molecole che penetrano nelle cellule della pelle per restituirle i giusti
livelli di idratazione, resistenza e plasticità. A coronare il matrimonio tra cosmesi e moda, Angela
Laganà ha concluso un accordo con la storica maison italiana Les Copains, che ha presentato
questa esperienza unica alla “Vogue Fashion’s Night Out” e successivamente a “Pitti Fragranze
di Firenze”.
La modalità d’uso è facilissima: basta spruzzare il liquido sull’interno del capo di abbigliamento
che si desidera trattare per “attivare” l’indumento, sia che si tratti di basici sia di capi nei tessuti
più delicati, come il cashmere. Le proprietà del composto, anti-age, rassodante e anti-cellulite,
persistono addirittura fino a 3 lavaggi.
In occasione dell’anteprima per “Vogue Fashion’s Night Out”, Les Copains ha messo a disposizione dei propri clienti un team di professionisti per realizzare i composti, personalizzandone la
posologia secondo le esigenze del pubblico. Il ricavo è stato devoluto a sostegno delle attività
di recupero e restauro delle cascine milanesi promosse da Condé Nast e dal Comune di Milano.
I “cosmetotessili” di Angela Laganà presentati
a Pitti Fragranze di Firenze
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Alliance Hospitality, società leader in
Europa nella gestione alberghiera con
trenta strutture tra Francia, Belgio e
Italia, è il luogo ideale per chi transita a Bologna. Situato in posizione
strategica, Alliance Hotel Bologna è
vicinissimo all’Aeroporto Marconi,
in prossimità dei principali snodi autostradali e a breve distanza dal quar-
La facciata dell’Alliance Hotel Bologna nei
pressi dell’Aeroporto Marconi
8 FARE
tiere fieristico, con il quale è collegato da un servizio navetta in occasione
delle principali manifestazioni. Inoltre il centro della città e la stazione
ferroviaria possono essere comodamente raggiunti attraverso il servizio
di autobus urbano. Con una squadra
di trenta professionisti, diretta e coordinata dal General Manager Santo
Alba, l’hotel ha tutte le carte in regola
per trasformare ogni soggiorno in un
piacevole ricordo ed ogni meeting in
un evento di successo. Le 143 camere, suddivise nelle tipologie standard
e business, sono tutte dotate di minibar, televisore LCD, internet Wi-Fi e
di numerosi altri dettagli. Il Centro
Congressi si compone di cinque sale
modulari dotate di luce naturale in
grado di accogliere fino a 250 persone, attrezzate per l’accoglienza degli
ospiti, l’organizzazione di coffee break, buffet lunch e banchetti.
Il Ristorante “Alla Bell’Italia”, caratterizzato da griglia a vista e aperto
tutti i giorni anche al pubblico, è a
disposizione per colazioni di lavoro,
brunch, pranzi aziendali, e cene per
ricorrenze speciali proponendo un
menu regionale preparato dallo chef
Vincenzo Bruno, che afferma: “La
mia cucina ha alla base gli ingredienti locali e stagionali, i più semplici
delle nostre tradizioni; selezioniamo
le materie prime in modo accurato
per ottenere il massimo della qualità,
proponiamo i piatti classici mantenendo il gusto della tradizione”. E
infine il Grand Prix Bar, dove poter
degustare vini selezionati e sorseggiare un aperitivo accompagnato da
sfiziosi snack.
ANT
Con oltre 83.700 assistiti nel primo
semestre 2011, la Fondazione ANT
si conferma quale punta d’eccellenza
nel panorama italiano delle cure palliative.
Raffaella Pannuti, Presidente di ANT
Secondo quanto emerge da un’indagine nazionale sul “Sistema delle
cure palliative domiciliari”, per molti
italiani la possibilità di ricevere cure
palliative a casa propria resta un miraggio. Solo 6 Asl su 10 garantiscono il servizio, e sono soprattutto al
Nord. L’indagine, condotta nel biennio 2008-2009 dall’Age.na.s (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e dal Ministero della Salute
e pubblicata su un recente numero
dei Quaderni di Monitor, la rivista
ufficiale dell’Age.na.s., riveste un importante valore strategico soprattutto
alla luce dell’approvazione, a marzo
del 2010, della legge 38 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure
palliative e alla terapia del dolore”.
I dati, dunque, fotografano la realtà
prima dell’approvazione della legge
ed evidenziano le problematiche del
Servizio Sanitario Nazionale: l’offerta di questi servizi è in molti casi
lacunosa, disomogenea sul territorio
nazionale, e poco flessibile. Nelle
realtà dove il sistema funziona, soprattutto nel Nord Italia, sono due
gli atout vincenti: le équipe professionali strutturate e supportate da
organizzazioni del terzo settore e i
medici di medicina generale, talvolta
gli unici punti di riferimento in grado di garantire un percorso palliativo
domiciliare.
In questo contesto spicca il ruolo decisivo della Fondazione ANT Italia
Onlus, la più grande realtà privata a
servizio del pubblico attiva nel nostro
Paese nel campo dell’assistenza sociosanitaria domiciliare gratuita e delle
cure palliative per i sofferenti oncologici, che ha reso noti i dati del proprio bilancio operativo al 30 giugno
2011. Aumentano gli assistiti in tutta
Italia, aumenta il numero delle giornate di assistenza erogate, dei servizi
garantiti e degli operatori impegnati,
così come sono in crescita i progetti
di prevenzione e i servizi psicologici.
Rispetto al primo semestre del 2010,
il numero di assistiti è aumentato
dell’8%, arrivando a 6.263 assistiti
e 13.621.454 giornate di assistenza
garantite, con una media per sofferente che si attesta sugli 85 giorni.
Di conseguenza, anche il personale
che opera per la Fondazione vede
aumentare i propri numeri: nei 20
Ospedali Domiciliari Oncologici
(ODO-ANT) distribuiti in 9 regioni italiane (Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Marche, Toscana,
Lazio, Campania, Puglia, Basilicata)
lavorano per ANT 401 diverse figure
professionali tra medici, infermieri,
psicologi, nutrizionisti, fisioterapisti,
operatori socio-sanitari, farmacisti e
funzionari, pari al 9,5% in più rispetto al primo semestre 2010. Anche le
attività di prevenzione oncologica,
sempre gratuite per chi effettua la
visita, sono in consistente aumento:
38.188 (più 34%) le visite di prevenzione gratuite nel solo progetto Melanoma, cui si aggiungono i progetti
Donna e Tiroide. Per quanto concerne infine il servizio di supporto
psicologico domiciliare gratuito, le
prestazioni totali nel primo semestre
2011 sono salite del 15% rispetto
allo stesso periodo del 2010.
“In 5 regioni su 9 in cui siamo presenti abbiamo in essere una convenzione con la ASL del territorio. Nelle
altre regioni operiamo in regime di
assoluto volontariato” precisa Raffaella Pannuti, presidente della Fondazione ANT. “ANT rappresenta una
risorsa indispensabile per il Servizio
Sanitario Nazionale e siamo pronti
a collaborare ancor più strettamente
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con le strutture pubbliche per contribuire così alla copertura di un settore della nostra sanità in cui viene
richiesto sempre più un investimento
in termini di programmazione e di
risorse nel prossimo futuro, alla luce
del progressivo invecchiamento della popolazione nel nostro Paese, che
rende le cure palliative sempre più indispensabili per un’ampissima fascia
sociale. Siamo dunque pienamente
disponibili a mettere in campo tutta
la nostra competenza, la professionalità e l’esperienza maturata in oltre
32 anni di attività in questo settore”.
AUTOMOBILI
LAMBORGHINI
La nuova Aventador LP 700-4 ha
conquistato la celebre Monterey Auto
Week aggiudicandosi il prestigioso
premio “Five Diamond Engineering
Award”. L’eccellenza dell’ingegneria
Lamborghini è stata premiata all’interno di Concorso Italiano, il raduno annuale delle vetture italiane che
ha luogo durante la Monterey Auto
La Lamborghini AVENTADOR LP 700-4 pluripremiata negli USA
Week in California.
Maurizio Reggiani, membro del board Lamborghini e direttore ricerca
e sviluppo, ha ritirato il premio a
10 FARE
nome dell’azienda. “Siamo emozionati e onorati di ricevere questo riconoscimento da Concorso Italiano”
ha dichiarato Reggiani. “Il team di
Ricerca e Sviluppo di Lamborghini è
estremamente orgoglioso della Aventador LP 700-4 e degli aspetti di design e di ingegneria che la rendono
così speciale”.
Oltre a Concorso Italiano, l’Aventador LP 700-4 ha partecipato anche
al McCall Motorworks Revival, al
The Quail, a Motorsports Gathering
e al celebre concorso Pebble Beach
Concours d’Elegance. Questa serie
di eventi automobilistici si è rivelata anche una cornice perfetta per il
lancio della prima linea di borse in
fibra di carbonio Lamborghini, che
portano nel mondo del fashion la
spinta all’innovazione tecnologica
che caratterizza le supercar della casa
del Toro.
L’Aventador LP 700-4, che a Monterey ha fatto il suo debutto presso
il pubblico americano, è il nuovo
punto di riferimento nel mondo delle supercar sportive sia in termini di
tecnologia sia di potenza e design.
Come tradizione vuole, anche l’ultima arrivata in casa Lamborghini
prende il nome da un valoroso toro.
Aventador, di 4 anni e di 600 kg di
peso, fu protagonista nella corrida
nell’Arena di Saragozza nel 1993 distinguendosi per l’estremo coraggio e
forza contro il torero Emilio Muñoz.
Il toro fu allevato in Spagna dalla
famiglia Cuadri, titolare di uno dei
più prestigiosi allevamenti spagnoli
di tori da corrida di tutta la Spagna.
L’allevamento, fondato dall’appassionato di tori Celestino Cuadri nel
1946 a Trigueros, un villaggio a circa 100 Km da Siviglia, si espande
attualmente per 2000 ettari dove
vengono allevati 500 tori, la maggior
parte utilizzati in corride o spettacoli
popolari nella zona di Valencia.
I 12 membri della famiglia Cuadri
sono stati recentemente in visita alla
fabbrica di Sant’Agata Bolognese
dove hanno avuto la possibilità di salire a bordo della vettura. Celestino
Cuadri, nipote dell’omonimo fondatore dell’allevamento spagnolo, ha
dichiarato: “Aventador era un orgoglio della mia famiglia. Ci tenevamo
a visitare la sede della Lamborghini,
e ci onora vedere questa formidabile supercar portare un nome per noi
così importante”.
CLATERNA
Sono ripresi gli scavi di Claterna con
l’avvio del nuovo progetto triennale
“Scoprire Claterna. Archeologia di
una città sepolta”. Le indagini riguardano l’area di scavo a nord della Via
Emilia che ha dato avvio al progetto
Claterna nell’inverno 2005-2006 e
che ora diventerà una tappa fondamentale per la realizzazione del futuro Parco Archeologico. Il progetto,
Un momento degli scavi nel sito di Claterna,
nei pressi di Ozzano dell’Emilia
coordinato dall’Associazione Civitas
Claterna e diretto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, prevede non solo lo
scavo ma anche la musealizzazione
dell’area, inclusa l’ampia porzione
di un edificio i cui momenti di vita
più recenti risalgono al periodo tardoantico (V - VI secolo d.C.), ma
che affonda le sue radici storiche fra
i resti di una domus fondata in età
repubblicana e abitata fino all’età imperiale.
Il corretto recupero delle informazioni contenute nelle stratigrafie e
nei resti strutturali ha già restituito
un’ampia serie di dati, che riguardano non solo la storia di questa piccola porzione di Claterna, ma più
in generale tematiche connesse alla
storia e all’abbandono dell’antica
città. Vi sono, infatti, diversi segnali
che indicano una continuità abitativa
particolarmente intensa: i manufatti
recuperati nello scavo, tra cui vasellame, semilavorati di ferro e monete,
raccontano una storia fatta non solo
di quotidianità domestica, ma anche
di probabili attività artigianali e di
una vivace economia di mercato facilmente riferibile al passaggio della
Via Emilia.
Diverse sono le domande che, in
modo sempre più pressante, si pongono ora agli archeologi. Cos’era
Claterna fra V e VI secolo d.C., cioè
nel momento immediatamente successivo alla deposizione dell’ultimo
imperatore romano d’Occidente? Era
ancora una città? Se lo era, com’era
strutturata e amministrata? Se non
lo era, quale tipo di realtà insediativa prese il suo posto nella transizione
verso il Medioevo? Domande importanti, alle quali il nuovo progetto
consentirà, almeno in parte, di trovare adeguate risposte.
Assieme alla ripresa degli scavi, è nato
anche un percorso di formazione universitaria che, grazie alla collabora-
12 FARE
zione avviata con il Dipartimento di
Scienze dell’Antichità dell’Università
Ca’ Foscari di Venezia e alla partecipazione di studenti dell’Università
di Bologna e di Ferrara, contribuisce
alla formazione tecnica di futuri archeologi: gli studenti hanno infatti
l’opportunità di entrare in contatto
diretto con la prassi operativa del
cantiere archeologico, cimentandosi
nelle diverse pratiche previste, tra cui
lo scavo, la documentazione, il recupero e la catalogazione dei reperti.
A rendere possibile il progetto Claterna, un’ampia sinergia di risorse
umane, logistiche ed economiche,
con il contributo determinante di
finanziatori privati quali Crif, Ima e
Cuticonsai. Lo scavo, eseguito sotto
la direzione scientifica della dott.ssa
Paola Desantis della Soprintendenza,
è condotto da archeologi professionisti (Maurizio Molinari e Alessandra
Tedeschi), coordinati dal dott. Claudio Negrelli, responsabile scientifico
dell’Associazione Civitas Claterna e
coadiuvati dai gruppi di volontariato
che aderiscono all’Associazione.
CARPIGIANI
Sono 12 i primi vincitori di Gelato
Pioneers della storia, italiani pronti
a cambiare vita portando nel mondo
la cultura e il business della gelateria artigianale. Terminato lo speciale
percorso formativo di 30 giorni – il
più completo realizzato dalla scuola
di gelateria più famosa del mondo –
definito il business plan e superato
l’assessment motivazionale della società di consulenza Praxi, i 12 gelatai
in erba hanno ricevuto le esclusive
borse di studio messe in palio da Carpigiani. Il progetto “Gelato Pioneers”
Foto di gruppo dei primi “Gelato Pioneers”
formati alla Carpigiani Gelato University
nasce dalla consapevolezza che secoli
di emigrazione “attiva” hanno contribuito ad esportare in tutto il mondo
i prodotti dell’ingegno italiano. Così
Carpigiani, leader mondiale nella
produzione di macchine da gelato,
ha deciso di investire concretamente
negli italiani dotati di talento e motivazione, creando un percorso formativo ad hoc alla Carpigiani Gelato
University in collaborazione con la
società di consulenza Praxi.
“Per il Gruppo Carpigiani quest’edizione inaugurale è stata un’esperienza
importante, abbiamo voluto dare una
nuova opportunità di realizzazione
professionale a 12 italiani che hanno
nel Dna la passione e il talento per
intraprendere un’attività imprenditoriale di successo e portare nel mondo
la cultura della gelateria artigianale
RINASCE UN MARCHIO STORICO: ATS MICROFOUND
DALLA FORMULA UNO ALLA FUSIONE A CERA PERSA
Dalla Formula Uno alle lavorazioni d’avanguardia, dalle GT mozzafiato all’eccellenza tecnologica nella fusione di precisione a cera persa. Rinasce un marchio storico dell’industria bolognese: l’ATS che, grazie al gruppo reggiano Microfound, si propone obiettivi decisamente ambiziosi in
uno dei settori di nicchia più strategici dell’industria manifatturiera.
ATS, acronimo di Automobile Turismo Sport, nell’immaginario di molti identifica ancora l’azienda fondata nel 1962 dai più stretti collaboratori
di Enzo Ferrari. Transfughi dal Cavallino, erano scesi a Pontecchio i dirigenti più importanti del “Drake”: Carlo Chiti, responsabile dell’ufficio
progettazione, il team manager Romolo Tavoni e Giotto Bizzarrini, allora capo del programma GT. Il loro sogno era di mettere in pista auto da
strada e da corsa capaci di superare e battere le rosse di Maranello.
L’ATS 100 esordisce in Formula 1 nel 1963 al Gran Premio del Belgio con Phil Hill e Giancarlo Baghetti, ma non ottiene i risultati e il successo
a cui puntava. Anche da strada viene realizzata un’auto all’avanguardia per l’epoca, la
GT, una coupé in due versioni progettata da
Chiti e Bizzarrini e disegnata da Franco Scaglione, che però non ha il successo sperato,
nonostante la sua linea accattivante e le
sue qualità dinamiche. A causa della scarsa affidabilità meccanica, e soprattutto del
ritiro degli investimenti riposti su di essa, fu
costruita in soli 12 esemplari, di cui, sembra,
soltanto 5 completati. Lo stabilimento ATS
La ATS GT nello stabilimento di Pontecchio Marconi. Siamo nel 1963.
di Pontecchio Marconi abbandona dunque
in pochi anni il sogno di produrre auto e comincia a differenziare la produzione. All’interno aveva una fonderia per leghe leggere, alluminio e magnesio, che diventa l’attività predominante,
soprattutto con l’acquisto di nuovi impianti. Nel 1968 inizia in ATS una nuova attività: la fonderia di precisione a cera persa, una tecnica fusoria
antica che si era industrializzata durante la II guerra mondiale per la fabbricazione delle palette dei turboreattori e in generale per particolari di
precisione in acciaio. ATS acquisisce il più moderno procedimento sviluppato all’epoca e nasce una delle prime fonderie a cera persa in Italia.
Da allora l’azienda conosce, per quasi mezzo secolo, diversi passaggi di proprietà e cambiamenti di nome, fino a quando nel 2011 arriva Microfound, azienda reggiana con sede a Bibbiano, su quelle colline che ricordano Matilde di Canossa. Con Microfound ATS torna a essere un marchio aziendale, e conquista, insieme alla casa madre, la leadership nel settore meccanico della fonderia di precisione a cera persa, un settore
di nicchia, ma capace di offrire molte opportunità e vantaggi in diversi comparti. L’acquisizione dello stabilimento di Pontecchio Marconi, per
Microfound srl è funzionale all’espansione del potenziale produttivo e un atto di fiducia nei confronti dell’industria manifatturiera italiana: “fidu-
Made in Italy” ha dichiarato Andrea
Cocchi, direttore generale del Gruppo Carpigiani. “Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla prima
edizione accogliendo l’appello della
Carpigiani Gelato University con
energia, passione e determinazione;
l’anno prossimo il progetto si ripeterà”.
14 FARE
Variegati e appassionati i ritratti dei
20 Gelato Pioneers che hanno partecipato alla primissima edizione del
corso. 4 donne e 16 uomini dai 25
ai 68 anni: interior designers, neolaureati, disoccupati, responsabili di
magazzino e pasticcieri, antiquari e
artigiani, manager e imprenditori,
per metà sposati e per metà single,
pronti a partire da soli o con la propria famiglia, magari raggiungendo
amici già espatriati. Le destinazioni
preferite? Australia, Singapore, Stati
Uniti e Brasile. Ma tra le mete dei
Gelato Pioneers compaiono anche
Polonia, Spagna, Messico, Giappone,
Gran Bretagna e Nuova Caledonia.
La scelta conclusiva dei borsisti è sta-
cia in una cultura della produzione industriale - dice Marco Bigliardi, amministratore delegato
di ATS Microfound srl - che rischia di perdersi, nella tendenza degli ultimi anni, a investire
all’estero piuttosto che sul proprio territorio”.
“Con questa operazione - spiega ancora Marco Bigliardi - abbiamo voluto aumentare le dimensioni aziendali per accresce le nostre capacità produttive e competitive, per offrire un
prodotto con un alto valore aggiunto, grazie ai servizi e alle soluzioni tecnologiche che mettiamo a disposizione del cliente. Il gruppo opererà su due stabilimenti con specializzazioni
diverse, ma complementari: da un lato un forte orientamento alla ricerca industriale e all’innovazione tecnologica, dall’altro una realtà ad alta capacità produttiva”.
Lo stabilimento Microfound di Reggio Emilia sarà infatti sempre più dedicato alla ricerca e
La ATS Formula 1 1500 cc partecipò senza
all’engineering, forte nell’offrire un’elevata capacità progettuale e servizi tecnologici all’afortuna al Mondiale 1963
vanguardia, risultato d’investimenti in nuove attrezzature, ma anche all’attenzione dedicata alla
formazione e all’aggiornamento professionale delle persone che lavorano al suo interno. Microfound ha investito soprattutto in servizi, facendo propria una filosofia orientata ad affiancare
il cliente dalla progettazione alla finitura del pezzo, contando sulla collaborazione fra settori
complementari, per offrire un prodotto di alta qualità. Per rispondere con proposte e soluzioni
dettagliate in fase di indagine di fattibilità, progettazione e industrializzazione, si è dotata di
tecnologie ausiliarie come il Simulatore di colata, la Prototipazione Rapida, il Cast e Reverse
Engineering.
Questo modus operandi è stato trasmesso ora in ATS Microfound a Pontecchio Marconi, uno
stabilimento con una superficie coperta di 9.200 mq, dove lavorano 86 dipendenti, dotato di
La ATS di oggi: regno della fusione a cera persa impianti all’avanguardia, dove è possibile fondere acciaio e alluminio. Adesso la sfida è creare
una sempre maggiore sinergia fra le due strutture, in modo che mantengano insieme l’attuale
posizione di leadership di mercato e, separatamente, le proprie vocazioni specifiche, per rispondere a ogni esigenza produttiva in un’ottica di
alleanza operativa con i propri clienti. Ed ATS Microfound ha inaugurato il nuovo corso nelle ultime settimane, con una giornata di visita in
azienda dedicata ai propri clienti, seguita da un workshop sulle nuove tecnologie applicate al microfuso.
Per il 2012 Microfound e ATS Microfound hanno diversi obiettivi, tra cui ottenere la certificazione ambientale ISO 14001, che significa un
impegno a limitare l’impatto ambientale, volto alla riduzione delle emissioni e al recupero e riutilizzo dei materiali residui di produzione, attraverso l’utilizzo di impianti moderni e innovativi, aumentando l’efficacia energetica, razionalizzando il ciclo produttivo, informando e formando
il personale interno in merito agli effetti ambientali connessi alle attività svolte. La stessa Microfound srl, peraltro, ha avviato questa politica
aziendale da anni e si è fatta precursore a livello nazionale, insieme ad Assofond, di una importante iniziativa volta a sensibilizzare le imprese
del settore metallurgico rispetto alle tematiche ambientali, che si è concretizzata nella pubblicazione di una guida operativa “La gestione degli
impatti ambientali nella Fonderia di Microfusione.”
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ta difficile: i risultati finali dei primi
11 progetti (di cui uno presentato in
coppia) erano molto vicini tra loro,
dunque il Gruppo Carpigiani ha deciso di erogare una borsa di studio in
più rispetto alla dieci inizialmente
previste.
Se a tutti e 20 i partecipanti è stato rimborsato il percorso formativo,
sotto forma di un voucher valido per
l’acquisto di macchine da gelato Carpigiani, e offerto un Business Mentoring gratuito nelle aree del mondo
in cui decideranno di aprire la loro
gelateria, i 12 borsisti ricevono anche
un’esclusiva borsa di studio del valore di circa 8.000 euro (che include
Stage, Business Coaching, Gelato
Coaching e Tutor di Maestria), oltre
alla possibilità di un finanziamento
del 50% per 12 mesi sull’acquisto
delle macchine da gelato (quasi metà
dell’investimento richiesto per aprire una gelateria) e di un Recovery
Plan con cui Carpigiani si impegna
a riacquistare le macchine entro 24
mesi dall’installazione in caso di ces-
FARE 15
sazione. Carpigiani continuerà a seguire l’avventura dei Gelato Pioneers
e nel 2013 sarà decretato il vincitore
finale della prima edizione, che si
aggiudicherà un premio speciale: il
trademark ufficiale “Gelato Pioneers
I Edizione”, da esporre nell’insegna
della sua gelateria.
CAVOUR CORPORATE
FINANCE
Cavour Corporate Finance, partner
esclusivo per l’Italia di IMAP Group,
ha chiuso due importanti operazioni con il gruppo Albatros – Certina
Holding, e cioè l’acquisizione della
C.M.V. di Bologna, specializzata nella produzione e commercializzazione
di saune e bagni turchi, e la formalizzazione di un mutuo ipotecario per €
4.1 milioni finalizzato ai progetti di
sviluppo ed acquisizioni strategiche
Domino–Albatros è controllata al
100% da Certina Holding AG, una
holding di partecipazioni industriali fondata nella metà degli anni ‘80
con sede in Germania, a Monaco di
Baviera. Certina investe in aziende
industriali in difficoltà, che acquista
per poi gestirle con il supporto del
management locale allo scopo di risanarle e rilanciarle sul mercato. Nel
settore del wellness, Certina detiene
già la proprietà di 2 storiche società
italiane: Vitaviva, azienda marchigiana specializzata in box doccia e vasche
idromassaggio, acquisita nel 2009 da
Villeroy&Boch, e Domino, società
leader in Italia nella realizzazione di
vasche idromassaggio, box multifunzione e mini-spa con il brand Albatros. Quest’ultima, in particolare, è
16 FARE
stata acquisita nell’ottobre 2010 dal
gruppo svedese Sanitec Corporation,
che ha iniziato un processo di ristrutturazione accompagnato da un piano
di rilancio del brand e di acquisizioni
strategiche. Il finanziamento, sotto
forma di mutuo ipotecario, è stato
erogato da un pool di Banche per un
importo complessivo di €4,1 milioni
per supportare il processo di crescita
e sviluppo tramite acquisizioni. Con
i capitali raccolti Certina ha portato
a termine una nuova acquisizione aggiudicandosi il 100% della C.M.V.,
società bolognese specializzata appunto nella progettazione, produzione e vendita di saune, bagni turchi,
hammam, idromassaggi, spogliatoi
ed arredamenti per privati e innumerevoli strutture tra cui hotel, centri
benessere e navi da crociera. Fondata negli anni ‘50, C.M.V. è stata la
prima azienda a proporre sul mercato
italiano la sauna e il bagno turco.
L’acquisizione di C.M.V. ha una
chiara valenza strategica nel disegno
del gruppo di costituire il primo e
più importante player italiano nel
settore del wellness e delle attrezzature per il bagno, presentandosi al
mercato con una offerta completa
di prodotti. Obiettivo di Certina nel
medio periodo è quello di creare un
gruppo industriale perfettamente integrato, con una struttura commerciale e distributiva adeguata, con la
capacità di distribuire i propri prodotti in Italia e all’estero sfruttando
marchi storici del Made in Italy. Cavour ha assistito Certina Holding e
Domino–Albatros nel reperimento
delle risorse finanziarie, organizzando e coordinando il pool di banche, e
nell’acquisizione di C.M.V.
CNC
Dai complementi di arredo all’abbigliamento, passando dalla cosmesi,
è davvero un ventaglio variegato di
progetti, realizzati, su cui la CNC
Ambientazioni e Arredi ha operato in
un 2011 che l’ha impegnata dal nord
al sud del Paese e oltre.
A Varese la CNC ha realizzato il
nuovo concept del reparto arredo
casa di Iper Varese presso il Centro
commerciale Belforte, dove sono
esposti mobili, complementi di arredo e accessori per la casa. Nello stesso
intervento è stata anche ristrutturata
tutta la zona Ca’, realizzata da CNC
nel 2009, rendendola più visibile e
Il punto vendita Sephora allestito da CNC a
Misterbianco (Catania)
accattivante per una maggior fruibilità alla clientela.
I componenti strutturali e gli accessori con soluzioni tecnologiche innovative e funzionali hanno permesso
di ristrutturare la zona riutilizzando
gli stessi componenti precedentemente forniti.
Scendendo verso la riviera adriatica,
all’interno del Palacongressi di Riccione, l’azienda bolognese ha curato
la realizzazione del primo punto vendita monomarca per conto del marchio Meltin’Pot. L’originale struttura, progettata dallo studio Bam
Design di Milano, si sviluppa su due
livelli con una visibilità dall’esterno
del complesso di rilevante impatto.
Il punto vendita ha avuto un tempo
di ideazione e realizzazione davvero
breve, richiedendo l’impegno e la
collaborazione di tutti i protagonisti
dell’impresa.
Gli allestimenti e gli arredi sono in
puro stile “denim world”, naturali e
contemporaneamente d’avanguardia,
come il legno grezzo sabbiato, l’acciaio nero con saldature a vista con
finitura trasparente opaca ed elementi in bronzo godronato, donando
un’immagine moderna e innovativa.
Il primo punto vendita monomarca Meltin’Pot allestito da CNC al Palacongressi di
Riccione
Inoltre una complessa struttura di video wall anima l’ambiente con video
di collezioni, campagne pubblicitarie
e notizie legate al brand.
Il Temporary Outlet “Blocco 90”,
realizzato da CNC in collaborazione
con lo studio 671 dell’architetto Andrea Medori, è invece immerso nelle colline marchigiane all’interno di
un vecchio casolare completamente
ristrutturato. Il punto vendita, volu-
18 FARE
to con grande impegno dal titolare
Simone Corradini per valorizzare le
calzature e l’abbigliamento di qualità delle collezioni meno recenti, si
fonde con i sapori della tradizione
marchigiana riportando alla luce le
vecchie mura del casolare.
Il sapiente utilizzo di materiali quali
l’acciaio e il legno, nonchè l’illuminazione a led multicolore e rivestimenti in corian di alcuni componenti, hanno reso l’atmosfera accogliente
ma con uno sguardo rivolto al futuro
e all’innovazione.
In Umbria poi, a Trevi, CNC si è
occupata della realizzazione “chiavi
in mano” di un punto vendita della
nota catena a marchio Sephora. L’esperienza e la grande professionalità
nell’organizzazione del cantiere ha
permesso di eseguire la ristrutturazione del locale permettendo contemporaneamente al cliente lo svolgimento delle regolari operazioni di
vendita.
Per l’importate catena di profumerie,
cliente dal 1999 della CNC, la stessa
ha anche realizzato un nuovo punto
vendita nel centro commerciale “Le
tenutelle” in località Misterbianco,
in provincia di Catania, partecipando ancora una volta all’ampliamento
della rete, sempre più estesa sul territorio nazionale.
Rilevante è l’impegno profuso dalla
CNC e notevoli le energie impiegate
per partecipare con successo, già dallo scorso ottobre 2010, vista l’entità
delle realizzazioni ad oggi effettuate,
al processo di sviluppo sul territorio
nazionale di un’altra realtà in crescita, che è presente sul mercato con i
marchi Champion e Game 7.
Anche nello scenario europeo l’azienda ha saputo cogliere la preziosa
opportunità per essere partner attivo
nella fase progettuale e successivamente realizzativa, nell’importante
e avveniristico progetto denominato
“Planet” della nuova immagine della
catena francese Carrefour, nota società presente in gran parte del globo
con iperette e ipermercati di grandi
dimensioni.
Anche in questa esperienza le capacità organizzative e operative hanno
consentito di esportare il “knowhow” dell’ambientazione in Europa,
maturato nei ventinove anni di attività da parte della CNC.
CONTINO & PARTNERS
Esperienza, velocità, pragmatismo e
orientamento al risultato sono i valori principali del team di professionisti
che Contino & Partners, società di
consulenza per le imprese specializzata in gestione snella, mette a disposizione dei propri clienti.
Il contributo a valore, che Contino
& Partners offre alle imprese nello
svolgimento di progetti di cambiamento, è raggiungere gli sfidanti
obiettivi di aumento di redditività
dei propri clienti attraverso la costruzione ed implementazione di strutture organizzative snelle e processi
di funzionamento efficienti. Ciò al
fine di soddisfare le attese sia degli
azionisti che dei clienti finali sotto il
profilo del servizio e qualità erogati e
dei costi.
L’approccio è pragmatico e distintivo: partendo dall’analisi dei processi, dell’organizzazione e delle risorse
secondo un propria metodologia
consolidata, i problemi sono analizzati e formalizzati rapidamente,
senza distrarre l’azienda dal business
e le soluzioni sono pensate e messe
direttamente in pratica con l’obiettivo di rendere l’organizzazione veloce,
fluida, ed efficiente.
La società opera in tutta Europa e
fonda la propria proposta su: esperienza, conoscenza delle tecniche e
strumenti di Lean e di Innovation
Management, onestà intellettuale e
professionale, capacità di proporsi
come facilitatori del cambiamento.
In linea alla propria missione, Contino & Partners partecipa nel Contratto di Rete GRID Italy di cui
è capofila. Grid Italy raggruppa selezionate società di servizi, di consulenza e di professionisti le cui competenze specialistiche e sinergiche
rispondono a tutti i bisogni per la
realizzazione di Reti di Imprese e dei
loro obiettivi di programma. GRID
Giovanni Contino
Italy si affianca agli imprenditori per
guidarli stabilmente e con efficacia
lungo il cammino di creazione e gestione della loro rete.
Oltre alle attività core della consulenza, Contino & Partners mette a
disposizione le proprie conoscenze
ed esperienze attraverso corsi di formazione che svolge presso Universi-
tà e Business School italiane e partecipazione a convegni e seminari.
Ricordiamo, a titolo di esempio, la
recente collaborazione con Industriali Reggio Emilia per la realizzazione
del ciclo di seminari “Tra crisi e opportunità – Come cambiare il modo
di gestire la propria impresa”, e l’importante contributo alla 1a edizione
del Corso per Managers “Purchasing
& Supply Chain Management”, organizzato da Alma Graduate School
dell’Università di Bologna. L’obiettivo del programma, ricco di testimonianze aziendali e best practices e
che si concluderà a dicembre 2011,
è fornire un quadro concreto degli
strumenti indispensabili che concorrono a formare in modo completo e
strutturato i manager e professional
che operano negli Acquisti e più in
generale nella Supply Chain. “E’ innegabile come oggi, in un mercato in
cui velocità, competitività ed innovazione sono divenuti elementi fondamentali per la sopravvivenza delle
imprese, gli Acquisti abbiano assunto un ruolo determinante” dichiara
Giovanni Contino, direttore didattico del corso. “L’evoluzione della funzione Acquisti, che ha portato alla
trasformazione da semplice funzione
amministrativa ad influenzatore delle decisioni del top management, ha
reso indispensabile lo sviluppo delle
conoscenze e competenze specifiche
e manageriali degli operatori dell’area. L’estensione alle attività in cui
confluiscono responsabilità di materiali e di scorte, di outsourcing e collegamento tra i siti, di pianificazione
dei materiali, di qualità delle forniture e livello di servizio del prodotto
finale, di riduzione dei lead time, dei
costi e della logistica è riscontrabile
nel cambiamento della sua stessa de-
nominazione che oggi più frequentemente è identificabile come Supply
Chain Management”.
DATALOGIC
Nuove tecnologie targate Datalogic per l’Aeroporto internazionale
di Francoforte-Hahn. Lo scalo tedesco ha infatti adottato i lettori di
codici a barre di ultima generazione
Gryphon, prodotti dal colosso bolognese per la lettura dei codici 2D
delle carte d’imbarco e del check-in,
incluse quelle stampate direttamente
dal pc di casa. L’obiettivo è accorciare
i tempi d’attesa per i viaggiatori che
potranno risparmiare, per le operazioni a terra, fino a 25 minuti di
code. L’aeroporto internazionale di
Francoforte-Hahn aveva bisogno di
sostituire il sistema manuale di raccolta dati con un metodo più veloce
ed efficiente. Dopo un periodo di
prova in cui sono state testate diver-
I lettori Gryphon™ I GD4400 2D di Datalogic,
il prodotto utilizzato presso l’aeroporto di
Francoforte
se soluzioni presenti sul mercato, ha
preferito quelle di Datalogic, anche
in considerazione della sicurezza dei
viaggiatori, arrivati a circa 3,5 milioni
ogni anno. Grazie ai lettori Gryphon
le informazioni dei passeggeri infatti
possono essere automaticamente incrociate con quelle dei bagagli, che
vengono così indirizzati agli scali cor-
FARE 19
DA GALLARDO A SESTO ELEMENTO
TUTTE LE NOVITA’ LAMBORGHINI PER SOGNARE
E’ la Gallardo più estrema di sempre la LP 570-4 Super Trofeo Stradale presentata a Francoforte in anteprima mondiale. Con questa vettura la
casa di Sant'Agata Bolognese porta su strada il fascino delle gare automobilistiche: il modello è infatti realizzato sulla base delle vetture da
corsa impegnate nel campionato monomarca più veloce del mondo, il Lamborghini Blancpain Super Trofeo che porta piloti professionisti e
gentlemen drivers a confrontarsi su circuiti
europei particolarmente impegnativi, come
Monza, Silverstone e Hockenheim.
I punti di contatto tra la versione puramente
agonistica e quella stradale sono molti, tra
cui il propulsore V10, che è stato ripreso
senza modifiche per l’impiego agonistico, e
l’ala posteriore manualmente regolabile, che
le conferisce un maggiore carico aerodinamico e una maggiore stabilità dinamica nel
misto veloce. Un altro elemento di diretta
derivazione dalla versione agonistica è rappresentato dall’essenziale cofano motore
asportabile con sistema di sgancio rapido.
Sia l'alettone che il cofano sono realizzati
in materiale composito di fibra di carbonio
La Gallardo LP 570-4 Super Trofeo Stradale, presentata dalla Lamborghini al Salone di Francoforte
che, insieme all'alluminio, rappresenta la
base dell'estrema costruzione leggera che
fa segnare sulla bilancia un peso a secco di 1.340 kg, valore di vertice assoluto tra le supercar sportive. Il rapporto tra peso e potenza assicura
prestazioni eccezionali mentre il cambio robotizzato a sei marce e.gear permette di eseguire le operazioni di cambiata tramite le due leve poste
dietro al volante con una precisione e velocità nettamente superiore a quella raggiungibile da riflessi umani. Da notare anche la scelta del
colore. Il nuovo Rosso Mars ricorda infatti la norma dei colori nazionali nelle competizioni agonistiche che risale all’inizio del secolo scorso:
il rosso per l'Italia, il blu per la Francia, il verde scuro per la Gran Bretagna, il bianco e in seguito l’argento per la Germania, e le strisce blu su
fondo bianco per gli Stati Uniti. Oltre al Rosso Mars di reminiscenza storica, la Gallardo Super Trofeo Stradale è disponibile a richiesta nei colori
Grigio Telesto e Bianco Monocerus. La nuova Gallardo, che sarà prodotta in serie limitata di 150 pezzi numerati, stupisce anche negli interni,
interamente all’insegna della sportività pura con i colori nero e rosso e l’uso di materiali pregiati, resistenti e leggeri come l'Alcantara e la fibra
di carbonio.
retti, mettendo in evidenza eventuali
difformità. “Siamo molto soddisfatti
di questo accordo, perché grazie ai
lettori scanner di Datalogic potremo
risparmiare tempo e ridurre i costi,
due aspetti che porteranno benefici
sia agli utenti che ai nostri collaboratori”, spiega Udo Preissner, direttore
marketing e vendite dell’Aeroporto
di Frankfurt-Hahn. “L’accordo con
20 FARE
uno scalo aeroportuale così strategico
per la Germania e l’Europa conferma
la leadership di Datalogic nel settore
dei trasporti aerei, oltre che in quello
più ampio dell’Automatic Data Capture” commenta l’AD di Datalogic,
Mauro Sacchetto. “Siamo felici di
poter evidenziare che da oggi, grazie
a Datalogic, prendere l’aereo a Francoforte sarà più veloce e sicuro”.
DATA SPEED
Con oltre 25 anni di esperienza (è
nata nel 1985) Data Speed si pone
come leader tra i rivenditori di prodotti informatici per l’azienda e l’ufficio. Il suo obiettivo è rispondere
con chiarezza e tempestività alle diverse richieste ed esigenze, attraverso:
un aggiornamento costante del cata-
Sempre a Francoforte il presidente e AD di Automobili Lamborghini, Stephan Winkelmann, ha annunciato l’entrata in
produzione della Lamborghini Sesto Elemento. Dimostratore
tecnologico presentato un anno fa al Salone di Parigi, il Sesto Elemento rappresenta il futuro delle supersportive. E’ dai
tempi del rivoluzionario prototipo in carbonio, la Lamborghini Countach Evoluzione del 1986, che nessun marchio automobilistico di supersportive ha mai prodotto una vettura dal
peso inferiore ai 1000 kg. Partendo da un concetto purista e
radicale, gli ingegneri della Ricerca e Sviluppo di LamborSesto Elemento, la Lamborghini del futuro
ghini hanno messo a punto un pacchetto all’avanguardia,
una sintesi perfetta tra un peso estremamente leggero, un
powertrain derivato direttamente dal motorsport, 570 CV di potenza, un motore V10 dalla reattività immediata e caratteristiche di stabilità ed
handling di livello superiore garantite dalle quattro ruote motrici. Le sue prestazioni ineguagliabili sono possibili anche grazie all’adozione di
una struttura tutta in carbonio secondo tecnologie in cui Lamborghini vanta una leadership mondiale tra i costruttori di piccoli volumi. “Gli ottimi
riscontri e le numerose richieste pervenuteci dai nostri clienti ci hanno fortemente convinto a intraprendere la sfida dell’industrializzazione di
una vettura dalle caratteristiche uniche” spiega Winkelmann. “Siamo orgogliosi di poter annunciare che quello che fino a un anno fa era solo
un dimostratore, seppur funzionante, del futuro delle supersportive diventerà una realtà di piccola serie. La nuova supersportiva verrà prodotta
in soli 20 esemplari e sarà destinata unicamente ad un uso in pista”.
Oltre all’eccellenza nella realizzazione dei propri veicoli, Automobili Lamborghini punta alla qualità totale ed è divenuta infatti la prima azienda
italiana nel settore automobilistico a conseguire la certificazione ISO 50001:2011, che si aggiunge a quelle già ottenute: ISO 9001 (gestione
qualità), ISO 14001 (gestione ambientale), e certificazione EMAS (valutazione performance ambientale). Questo riconoscimento conferma il
forte impegno verso il miglioramento costante delle prestazioni energetiche in tutti gli ambiti: dalla progettazione, allo sviluppo e la produzione
delle supersportive più estreme al mondo, fino alle fasi di realizzazione, montaggio e finitura, nonché alle attività di assistenza post-vendita e
la gestione energetica dei fabbricati. “Siamo davvero orgogliosi di avere ottenuto la certificazione ISO 50001, che consolida l’impegno di Lamborghini in tema di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica”, dichiara Winkelmann. “Stiamo inoltre portando avanti azioni e progetti
che porteranno lo stabilimento a essere neutrale in termini di emissioni di CO2 entro il 2015, un impegno che va di pari passo con lo sviluppo del
prodotto, per il quale confermiamo l’obiettivo di riduzione del 35% di emissioni entro il 2015”. Tra i progetti in cantiere, spicca il nuovo stabilimento di ultima generazione progettato per ottenere la Classe energetica A industriale: si tratta del primo edificio industriale in Italia che può
aspirare a questo ragguardevole riconoscimento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
logo con le novità proposte dal mercato; supporto tecnico e commerciale in “tempo reale” per consigliare i
materiali o le soluzioni più idonee
hardware; offerte promozionali proposte mensilmente per i prodotti
più apprezzati dal mercato; consegne
puntuali ed affidabili.
Offrire alla clientela una vasta gamma di prodotti delle migliori marche
a prezzi competitivi è la risposta di
Data Speed alle continue evoluzioni
del mercato. L’importanza del servizio è fondamentale, ed i listini sono
quotidianamente aggiornati in funzione delle continue oscillazioni del
mercato.
Oltre a una vasta scelta di hardware
quali pc, monitor, notebook, server,
stampanti, scanner e videoproietto-
ri, Data Speed fornisce articoli consumabili, quali toner e cartucce, e
realizza pen drive personalizzate in
gomma 3D. L’azienda, che ha sede
a Cadriano, offre numerose promozioni tra cui un esclusivo programma
di trade-in che offre la possibilità di
permutare le attrezzature obsolete
con una supervalutazione dell’usato.
www.dataspeed.it
FARE 21
DEDANEXT
A volte, lungo l’asse della via Emilia,
accadono “cose” veramente interessanti. Vocazioni complementari che
si incontrano, e creano valore.
E’ quello che è accaduto tra Dedanext e Passepartout. La bella storia è
la seguente.
A Bologna c’è un system integrator
innovativo che con metodo ed esperienza aiuta le aziende a progettare e
realizzare infrastrutture tecnologiche
Ict pronte per il mondo del cloud
computing, la nuvola sulla quale vola
l’informatica moderna.
Circa 100 km più in là, verso il mare,
c’è una software house specializzata
in soluzioni Erp per imprese e professionisti, che sta volando con le
team di consulenti e sistemisti certificati di altissimo livello e una partnership strategica con alcuni dei brand
di primaria importanza del mercato
Ict come VmWare, Emc, Ibm, Cisco,
Dell, Hp, Rsa, Symantec, Sophos, ed
alcuni altri.
La seconda è Passepartout (www.passepartout.net), che con circa 22.000
clienti, 65.000 utenti serviti dai propri applicativi e un network di 270
partner e 1000 consulenti applicativi
distribuiti su tutto il territorio nazionale, è indiscutibilmente un leader di
mercato.
La prima, focalizzata sulle infrastrutture Ict, altamente resilienti, cioè capaci di adattarsi e reagire a qualsiasi
problematica. La seconda, focalizzata
sulle soluzioni applicative per im-
La sede di Passepartout, presso il WTC della Repubblica di San Marino
proprie soluzioni applicative, verso
il mondo del cloud, la nuvola. La
prima è Dedanext (www.dedanext.
it) , che ha uno dei propri asset strategici nell’area denominata “Technology consulting”, con un consolidato
22 FARE
prese e professionisti. Passepartout e
Dedanext si sono incontrate coniugando i rispettivi percorsi di innovazione.
Dedanext ha infatti collocato il proprio “Fattore-differenziante” nella
capacità di offrire consulenza progettuale e realizzativa allo stato dell’arte,
nell’ambito di infrastrutture Ict Mission-critical, su clienti della media e
grande impresa.
Passepartout, da sempre, ha puntato
ad innovare nella continuità, proponendo soluzioni applicative con
estrema attenzione alle reali esigenze
dei clienti e, soprattutto, a fronte di
una reale maturità dell’offerta tecnologica presente sul mercato.
Ora che questi due presupposti sono
sufficientemente maturi per “andare
sul cloud”, Passepartout è pronta con
prodotti concettualmente nuovi, nati
dall’esperienza maturata in oltre 20
anni di successi, erogati nella nuvola
in modalita SaaS (Software as a service) dal nuovo Cloud Data Center
di proprietà.
Dedanext e Passepartout. Un team
congiunto per il nuovo Cloud Data
Center.
E’ importante sottolineare che Passepartout dispone sia di un importante
laboratorio di sviluppo software che
di un ottimo staff interno per la gestione del proprio Data center. Per
supportare quest’ultimo, in relazione alla particolare strategicità e agli
importanti investimenti collegati al
progetto per la realizzazione del nuovo Cloud Data Center, Passepartout
ha cercato un partner qualificato ed
affidabile da affiancare al proprio
staff interno.
Il partner scelto è stato Dedanext.
Uno dei primi temi affrontati insieme è stata la realizzazione di una
infrastruttura Ict in grado di garantire una elevata resilienza delle applicazioni erogate in modalità SaaS dai
due Cloud Data Center collegati in
“banda larga” tra loro e sincronizzati
in tempo reale, in maniera da poter
sopportare qualsiasi problematica a
qualsiasi elemento dell’infrastruttura
Ict.
Per rispondere agli elevati standard
qualitativi di performance ed affidabilità richiesti, il team di lavoro
Dedanext-Passepartout ha adottato
una tecnologia che oggi rappresenta
certamente lo stato dell’arte.
L’infrastruttura virtuale è completamente basata su tecnologia VmWare,
e gli elementi utilizzati per la sincronizzazione dei due Cloud Data
Center sono sistemi Storage Emc
di ultima generazione, appartenenti
alla famiglia VNX, sincronizzati con
Appliance Emc della famiglia RecoverPoint.
Oggi, le applicazioni di Passepartout,
sono protette con:
- una replica continua dei dati, disponibile sia in modalità sincrona
che asincrona;
- un utilizzo della banda ottimizzata
con avanzate funzionalità di compressione e deduplica;
- la disponibilità di più punti consistenti di ripristino delle applicazioni
(cosiddetta macchina del tempo);
- la possibilità di bilanciare il carico
di lavoro tra i due Cloud Data Center;
- la possibilità di eseguire test di disaster-recovery dell’ambiente applicativo in maniera molto semplice.
Sicuramente si può affermare che i
clienti che utilizzano applicazioni
SaaS di Passepartout possono veramente essere tranquilli.
L’avvio di questa partnership è molto
importante per Dedanext e Passepartout in quanto, la complementarietà
dell’offering delle due aziende, unito
al differente posizionamento di mercato relativamente ai servizi Ict alle
imprese, lascia intravedere nume-
24 FARE
rose altre aree per collaborare, oltre
al progetto del nuovo Cloud Data
Center.
La globalizzazione dei mercati ed i
cambiamenti del paradigma “fornitore/cliente” porta ad una rivisitazione dei rapporti che nel recente
passato, definendo Passepartout e
Dedanext entrambe società facenti
parti del settore Ict, potevano essere
Ancora un’immagine della sede di Passepartout
considerate concorrenti, oggi hanno
messo a fattor comune la loro specificità del core business e della reale
mission che è diversa e complementare ed hanno entrambe ottenuto un
successo che può essere testimoniato
come case study nel nuovo paradigma del cloud computing.
Inoltre la possibilità e la spinta di
fare reti di impresa, può diventare
nel prossimo futuro l’elemento che
ci può permettere di approcciare i
mercati esteri non solo con la fornitura del semplice prodotto ma con
la “cantieristica” di una piattaforma
formata da tasselli di competenza di
più attori complementari.
DISMECO
Il primo “Borgo Ecologico” d’Europa, nato grazie alla volontà della
Dismeco Srl che si occupa di smaltimento rifiuti Raee, prosegue il suo
percorso all’insegna della sostenibilità
ambientale e dell’impegno sociale assumendo il primo detenuto nell’ambito del progetto “Raee in carcere”. In
sintonia con la filosofia aziendale che
punta alla solidarietà sociale come
valore d’impresa, è stato infatti definito l’accordo con il Ministero della
Giustizia che prevede l’inserimento
nell’organico del “Borgo Ecologico”
di un detenuto del carcere bolognese
della Dozza in libertà provvisoria. Il
progetto, in collaborazione con Ecodom (Consorzio italiano recupero
riciclaggio elettrodomestici), nasce
nel 2005 nell’ambito dell’iniziativa
Equal Pegaso, promossa dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo
Sociale Europeo, che promuove l’inclusione socio-lavorativa di persone
in esecuzione penale nelle carceri di
Bologna, Ferrara e Forlì-Cesena, inserendole in un processo industriale
professionalizzante, al fine di favorire
il loro reinserimento nella vita sociale e nella legalità. Dopo aver seguito
un corso di formazione dedicato, i
detenuti prima partecipano a laboratori presso le carceri, in cui trattano
i Raee provenienti dalle isole ecologiche, venendo indennizzati tramite
contratti di tirocinio e borse lavoro,
con l’obiettivo finale di favorirne la
reintroduzione nel mercato del lavoro.
PRESENTE E FUTURO DELLE RINNOVABILI
AL FORUM DI CAMUGNANO ENERGIA
“Energie da fonti rinnovabili: il motore reale per lo sviluppo di una economia sostenibile?”. Questo il tema dell’annuale workshop di Camugnano
Energia, con l'obiettivo di far chiarezza su alcuni punti focali del prossimo futuro.
Presentato dall’Agorà Camugnano Energia e realizzato da Adrien S.r.l. in collaborazione con Unindustria Bologna, ENEL e ENEA, il workshop ha
coinvolto esperti di rilievo per trovare risposte agli interrogativi più critici del settore: L'energia prodotta da rinnovabili è effettivamente distribuita in maniera efficace come quella prodotta da combustibili fossili? E le Smart Grid potranno essere il supporto idoneo? La riduzione degli
incentivi in seguito al 4° Conto Energia è davvero penalizzante oppure l’incentivo rimasto mantiene inalterato il pay back dell’investimento, se si
considera l’aumento di rendimento degli impianti sommato alla riduzione dei prezzi della
componentistica avuta nel corso degli anni? E ancora, le biomasse e la termovalorizzazione dei rifiuti sono davvero la nuova frontiera della produzione di energia ecologicamente
sostenibile e a prezzi adeguati?
Quesiti decisivi per comprendere le dinamiche attuali e le prospettive future, sui quali aperto dai saluti di Graziano Prantoni, assessore alle attività produttive della Provincia,
e di Roberto Kerkoc, vice presidente vicario di Unindustria Bologna con delega al territorio e all’ambiente - si è sviluppato un interessante confronto tra esperienze e opinioni
diverse. Tra gli altri, Rupert Rosanelli, presidente Seab, ha presentato il progetto Smart
Grid della Provincia di Bolzano mentre Matteo Zandonai, partner di Syneco Consulting, ha
chiarito alcuni punti sul 4° Conto Energia. Sul tema delle biomasse, Stefano Semenzato
del Cisa ha mostrato come sfruttare quelle legnose che rappresentano una grande risorsa
del nostro Appennino, e Roberto Testa di Enel Green Power ha illustrato la capacità di una
Un momento dei lavori all’Agorà di Camugnano Energia sulle
grande azienda multinazionale di sfruttare al meglio le biomasse locali. Roberto Barilli di
energie rinnovabili
Hera ha dimostrato come una multi utility sia in grado di sfruttare appieno il ciclo dei rifiuti
urbani, e ancora Massimo Ponzellini di Impregilo ha analizzato il ruolo dei termovalorizzatori nell’industria cantieristica, che rappresentano
una importante occasione occupazionale. Infine l'assessore alle attività produttive della Regione Emilia-Romagna, Gian Carlo Muzzarelli, ha
presentato il nuovo piano energetico triennale.
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“E’ la prima persona a essere assunta da una ditta profit nell’ambito
di questo progetto”, spiega Claudio
Tedeschi, amministratore delegato di
Dismeco. “La mattina uscirà dal carcere di Bologna, prenderà il treno e
verrà qui per essere in servizio alle 8.
Lavorerà al fianco dei colleghi e finirà
alle 17, per poi rientrare nuovamente in carcere la sera”. La decisione di
assumerlo risponde, per Dismeco, a
“un preciso obiettivo etico: crediamo
nella funzione etica dell’impresa e
nel dovere, per l’imprenditore, di impegnarsi concretamente nel sociale,
26 FARE
in particolare nel proprio territorio.
Come ha detto Giovanni Paolo II,
crediamo che il lavoro come forma
di elevazione dell’uomo sia il fine ultimo dell’impresa e ci impegniamo,
nei limiti di quanto è possibile, per
darne una prova tangibile. L’assunzione per noi non è solo una questione d’immagine: iniziare a lavorare
con le carceri è stato avviare un percorso al termine del quale speravamo
di poter dare una prospettiva, una
speranza, un aiuto vero a delle persone che sono state sfortunate. È lo
stesso spirito che ci ha portato, per
esempio, compatibilmente con le nostre esigenze produttive, a sostenere
anche un percorso di reintegro nel
lavoro di ex cassintegrati”.
Un altro paradigma su cui si basa il
percorso del “Borgo Ecologico” è il
settore della ricerca, ambito che ha
recentemente ottenuto un ulteriore,
possibile sviluppo con la progettazione e, si spera, la futura applicazione di un Centro Studi sul materiale
edilizio ecocompatibile. Idea sorta
in collaborazione con l’architetto
Alessandro Marata, Presidente del
Consiglio nazionale degli Architetti
pianificatori paesaggisti e conservatori. Dismeco e l’Università svedese di
Göteborg stanno inoltre lavorando
su un progetto ambizioso, il recupero di una sostanza molto pregia-
Il “Borgo Ecologico” di Dismeco a Marzabotto
ta dalle lampade neon avviate allo
smaltimento, le cosidette “terre rare”,
componenti indispensabili in numerose applicazioni nell’ambito tecnologico dai componenti di veicoli
ibridi, alle fibre ottiche, ai magneti.
piloti che hanno tagliato vittoriosi
il traguardo di una gara Superbike;
nomi come Carl Fogarty, Doug Polen, Raymond Roche, Troy Corser,
Giancarlo Falappa, Neil Hodgson,
Piefrancesco Chili, Ben Bostrom, James Toseland, Noriyuki Haga e tanti,
tanti altri ancora, per concludere con
una leggenda come Troy Bayliss e un
mito come Carlos Checa. Tanto per
dare un po’ di numeri, ad oggi sono
ben 756 i podi ottenuti da Ducati in
Superbike, 155 pole position, oltre ai
14 titoli iridati piloti e i 17 mondiali
costruttori.
Record di vittorie ma anche record di
vendite: la nuova Diavel, a soli cinque mesi dal lancio sul mercato, è già
stata acquistata da oltre 5000 appassionati in tutto il mondo ed è ormai
icona di stile, design e performance.
La famiglia Diavel 2012 si arricchisce
DUCATI
Numeri da record per la casa di Borgo Panigale che con oltre 300 vittorie
e la conquista del titolo iridato nel
Campionato Mondiale Superbike
2011 con Carlos Checa, si conferma
leader tra i costruttori di questo avvincente campionato. Questo alloro
rappresenta il quattordicesimo titolo
piloti conquistato dalla bicilindrica
bolognese che raggiunge anche quota diciassette per quanto riguarda il
titolo di Campioni del Mondo costruttori. Mai nessun’altra casa motociclistica aveva raggiunto questo
traguardo, in questo campionato. Un
risultato completato anche da altrettanti record difficilmente uguagliabili, che iniziano con la prima vittoria
conquistata da Marco Lucchinelli nel
1988, per poi passare agli altri 25
L’arrivo di Carlos Checa per la vittoria Ducati
numero 300
inoltre di un nuovo modello di punta, il primo concreto sviluppo della
collaborazione tra Ducati e AMG,
marchio sportivo di casa Mercedes.
Si chiama Ducati Diavel AMG Special Edition ed è un vero e proprio
tributo al prestigioso marchio AMG,
una moto destinata ad un pubblico
di appassionati estimatori della più
evoluta tecnologia, del dettaglio in-
gegneristico e dello stile esclusivo e
originale che solo una partnership
di questo tipo può garantire. L’esclusiva collaborazione tra Ducati e
La Diavel AMG, frutto della collaborazione tra
la Ducati e il marchio sportivo della Mercedes
Mercedes-AMG venne annunciata
per la prima volta al Salone di Los
Angeles 2010. Un prestigioso accordo di sponsorizzazione per il Ducati
MotoGP Team che sottolinea i valori
condivisi dai due marchi: prestazioni
elevate, passione e sportività motoristica. La partnership si è poi evoluta
dando vita allo sviluppo di attività
di co-marketing basate sulla condivisa passione per l’innovazione e la
performance su strada ed in pista,
concretizzandosi ulteriormente con
il Diavel AMG Special Edition, il
primo modello frutto di un’ispirazione congiunta che riunisce i sofisticati
tratti stilistici di entrambe le leggendarie case costruttrici.
La moto, costruita a mano come tutte le Ducati, si presenta in una nuova
livrea ed è caratterizzata da una serie
di elementi inediti di design, quali i
cerchi ruota forgiati a 5 razze e le griglie laterali dei radiatori realizzate in
carbonio con fregi in alluminio, oltre ad un nuovo impianto di scarico
sportivo sviluppato specificatamente
FARE 27
CAVOUR CORPORATE FINANCE PORTA 21 INVESTIMENTI IN VIABIZZUNO
Una delle ultime operazioni concluse da Cavour Corporate Finance rappresenta oggi la seconda operazione italiana più importante nel settore
del lighting architetturale in termini di controvalore. Si tratta dell’acquisizione di Viabizzuno, società bolognese che progetta, sviluppa e realizza
sistemi di illuminazione di alta gamma, da parte di 21 Investimenti, fondata da Alessandro Benetton e controllata dalla stessa famiglia. Viabizzuno è stata fondata nel 1994 da Mario Nanni, perito elettrotecnico, nato a Bizzuno, vicino a Lugo di Ravenna. Mario
Nanni, nel corso degli ultimi 15 anni, ha guidato l’azienda lungo un percorso di sviluppo che ha consentito alla società
di coinvolgere i più importanti progettisti a livello internazionale ed affermare sul mercato il proprio marchio ed i propri
prodotti annoverando progetti prestigiosi quali, solo per citarne uno degli ultimi più importanti, l’intera illuminazione
della Scala di Milano. Viabizzuno è diventata negli anni una realtà italiana di successo sul mercato nazionale ed internazionale dell’illuminazione: presente in 50 paesi, con un fatturato 2010 di oltre 35 milioni di Euro ed una redditività
superiore al 15%. A partire dall’estate 2008 Cavour ha iniziato una costante frequentazione con Nanni, da tempo alla
ricerca del partner giusto da fare entrare nel capitale della propria azienda e con il quale condividere un processo
di crescita, non solo in termini di sviluppo del giro d’affari e della redditività, ma anche e soprattutto di crescita nelle
competenze, nell’organizzazione e managerializzazione aziendale, nelle relazioni internazionali, e più in generale in
tutte le funzioni aziendali. Questo con l’obiettivo di porre l’azienda nelle migliori condizioni per affrontare le sfide del
futuro e rafforzare sempre più la posizione di leader emergente nel panorama del settore “lighting architetturale”.
Cavour, dopo avere approcciato in modo accurato e confidenziale, un ristretto e selezionato numero di potenziali
investitori industriali e finanziari, ha trovato in 21 Investimenti il partner che corrispondeva esattamente alle necessità
aziendali e alle richieste dell’imprenditore Mario Nanni. Cavour ha potuto contare anche sulla sua profonda conoAntonio Zecchino, presidente di Cascenza
del settore “lighting” grazie soprattutto all’esperienza maturata nella consulenza ad alcuni principali players
vour Corporate Finance
internazionali, quali il Gruppo Guzzini, il Gruppo Targetti ed il Gruppo austriaco Zumtobel. Da notare che l’acquisizione
di Viabizzuno rappresenta oggi la seconda operazione in assoluto in Italia in termini di valore della transazione, dopo l’acquisizione del Gruppo
Louis Poulsenda da parte di Targetti. Con il supporto del Fondo, Viabizzuno potrà accrescere la propria presenza nel mercato mondiale, sfruttare le potenzialità dei mercati emergenti, aumentare la visibilità del marchio con l’apertura di showroom e negozi di vendita. Mario Nanni, con
per questa versione con fondelli incisi
con il logo AMG e la sella a cannettature orizzontali rivestita in Alcantara.
L’esclusività è sottolineata dal badge
numerato montato sul serbatoio e
dal badge applicato sul carter di sinistra con la firma del tecnico motorista che ha manualmente calibrato la
fasatura del sistema Desmodromico.
Tra le ultime novità 2011 spicca infine la nuovissima Ducati 1199 Panigale, pronta a conquistare il pubblico
e a confrontarsi in pista nel Campionato FIM Superstock 2012. Presentata a Eicma 2011, la nuova sportiva
“made in Borgo Panigale” promette
fin da ora prestazioni record. Non
solo una sigla, 1199, in continui-
28 FARE
tà con tutte le precedenti superbike
Ducati, ma anche un nome, Panigale, a sottolineare quanto Ducati sia
legata al proprio territorio, la “Motor
Valley”, vanto dell’eccellenza motoristica locale di cui Ducati è ambasciatrice in tutto il mondo.
ECONVENTION
E’ nato dall’amore per l’arte e per le
emozioni il progetto artistico culturale ART Offside, con l’intenzione di
recuperare il patrimonio intellettuale
dei cittadini bolognesi, troppo spesso
vittime delle frenesie quotidiane e divenuti impropriamente sordi ai numerosi richiami artistici della città.
Con questo progetto l’associazione
culturale Offside ed Econvention Srl
hanno voluto ridare al quotidiano il
sapore dell’ars coniugando business e
cultura, arte e turismo, opportunità
commerciale e visibilità mediatica.
Pittori, scultori e fotografi si sono alternati dinamicamente nelle strutture ospitanti, sviluppando un’emozione ritmica unica e suggestiva propria
di un mercato d’arte itinerante. ART
Offside, patrocinato anche da Unindustria Bologna, si pone come enzima catalizzatore delle diverse modalità di comunicazione amplificandone
la suggestione artistica in location
scenografiche ed inconsuete: hotel,
strade e gallerie, per far vivere Bologna anche nei periodi intra-fiera ed
questa operazione, potrà concentrarsi sulla direzione artistica e sulla parte progettuale per lo sviluppo di nuovi sistemi e soluzioni innovative.
Tra le novità in arrivo, Cavour sta curando insieme ad un team internazionale composto dai professori Joshua Ronen, della Stern School of
Business della New York University, e Jungpao Kang, former member del Board del GreTai Securities Exchange, l’organizzazione di un importantissimo evento a Bologna: il primo Road Show in Europa della Borsa di Taiwan. All’inizio del 2012 l’azienda bolognese ospiterà i Presidenti
dei due mercati borsistici taiwanesi, che rappresentano una importantissima opportunità per le Pmi italiane interessate a raccogliere capitali
presso gli investitori asiatici ed avere accesso facilitato ai mercati di sbocco cinesi.
Si tratterà della prima occasione offerta al parterre imprenditoriale italiano per conoscere le possibilità offerte da una delle principali borse
asiatiche, dopo l’IPO di grande successo di Prada sul listino di Hong Kong. La borsa di Taiwan si distingue dalle altre del Far East per essere
particolarmente adatta alle piccole e medie imprese estere, potendo contare sul più ampio pubblico di medi investitori che ne fanno uno dei
listini più liquidi e attivi al mondo. In un contesto in cui la quotazione sui mercati europei sconta un importante rischio sistemico, e nel caso di
piccole o medie società una liquidità dei titoli quotati particolarmente bassa, la borsa di Taiwan si colloca come uno dei principali listini su cui
reperire capitale di sviluppo per finanziare piani di investimento e per consolidare la visibilità commerciale sui mercati della Cina e del Far East.
Taiwan è infatti il secondo investitore estero in Cina grazie al recente accordo ECFA tra Cina e Taiwan. Come ha evidenziato Robin Kwong sulle
colonne del Financial Times, “la Borsa di Taiwan ha oggi la possibilità unica di trasformarsi nel Nasdaq dell’Asia, dal momento che l’isola ha
migliorato le sue relazioni con la Cina e i mercati dei capitali negli Stati Uniti e in Europa sono in gran parte congelati a causa della persistente
depressione finanziaria”.
Con questo evento, Cavour Corporate Finance, da sempre attenta alle reali esigenze delle imprese italiane e geneticamente focalizzata sull’internazionalizzazione e sulle opportunità offerte dai mercati esteri, vuole continuare a proporsi ai suoi clienti quale partner privilegiato per operazioni di finanza straordinaria internazionali. Secondo il Prof. Kang “sulla borsa di Taiwan le aziende italiane riscuoterebbero uno straordinario
successo, tutti ne andrebbero pazzi. Il costo della quotazione a Taiwan è il più basso al mondo, e il pubblico di investitori cinesi e locali sì può
definire realmente smisurato”.
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esposizioni internazionali. Nel corso
del 2011 il progetto ha coinvolto
Susanna de Paolis, che ha presentato in AC Hotel Bologna le tele della
collezione “Umana Essenza”, Andrea
Benetti con l’esposizione “B.P. Before
Present” presso il Grand Hotel Ma-
“Omaggio a Bologna” di Andrea Benetti è tra
le opere che Econvention ha esposto con il
progetto ART Offside
jestic, Luca Lanzi, giovane scultore
bolognese che ha presentato la sua
personale dal titolo “Terra” presso il
Royal Hotel Carlton, ed infine Luca
Bracali con la mostra fotografica
“Ecosistemi” allestita presso l’Hotel
Roma e Piazza del Nettuno. Secondo
gli organizzatori di Econvention Srl
“la cultura è un bene di tutti. Tutti
hanno il diritto di conoscerla, di condividerla e di amarla, non deve essere
solo qualcosa di astratto, per pochi.
Con la speranza e la volontà di replicare anche nel 2012”.
ESSEPIENNE
Meno carta, maggiore efficienza e
notevole snellimento delle procedu-
re. Parla bolognese il premio Smau
2011 all’innovazione ICT, consegnato alla bolognese Essepienne spa,
azienda capofila del gruppo Circuito
della Salute Più / Mare Termale Bolognese, che con 13 strutture sanitarie collegate tra loro offre servizi di
assistenza sanitaria per la prevenzione, la salute e il benessere, attraverso
diverse proposte che comprendono
diagnosi, cure, trattamenti, medicina
fisica e riabilitazione, medicina termale, fitness e wellness.
Il premio è stato consegnato per la
dematerializzazione delle fatture e la
gestione elettronica dei referti, e per
essere la prima azienda sanitaria privata accreditata in regione ad aderire
al progetto Sole (Sanità On Line)
FARE 29
CENTERGROSS: 40 ANNI DI STORIA
DELL’ECONOMIA BOLOGNESE
40 anni di Centergross, 40 anni di storia del commercio della città e di quegli operatori
che si insediarono nel nuovo centro portando con sé i nomi delle strade di Bologna, sedi
delle corporazioni e dei vecchi mestieri, nomi importanti che ricordano ai visitatori la ricca
tradizione professionale di competenze che è alla base del Made in Italy. Per onorare i
“padri” fondatori che il 27 luglio 1971 formarono il primo consiglio di amministrazione, il più
grande centro al commercio all’ingrosso d'Europa ha voluto premiare assieme alle autorità
cittadine Salvatore Barbiera, Franco Tomba, Gianni Bandiera, Paolo Festi, Umberto Lucini,
Luciano Conti, Dante Labanti, Giorgio Gnudi, Armando Fontana e Franco Fontana.
Piattaforma logistica che si è nel tempo sempre più qualificata, articolata ed innovata con
nuovi servizi alle imprese e alle loro famiglie, quali per esempio il ‘primo nido’ (che ospita Foto di gruppo per la premiazione dei “padri fonattualmente 40 bambini), il corso serale “Moda e Abbigliamento” per imparare stilismo, datori” del Centergross
modellismo e progettazione, significativa esperienza unica in Italia progettata dall’Istituto
professionale Malpighi di Crevalcore e sostenuta dalla Provincia di Bologna ed anche l’ufficio postale dedicato esclusivamente alle aziende,
oltre naturalmente a tutti i servizi indispensabili per l’andamento delle imprese, attualmente il Centergross ospita, in uno spazio di un milione
di mq e oltre 500.000 mq di capannoni, circa 680 aziende con un fatturato aggregato di circa 5 miliardi di euro (il distretto commercia per il 60
per cento con l’estero, Asia, Europa, Stati Uniti e nel 2010 ha registrato più di 1.668.925 accessi) e
6000 dipendenti, di cui oltre il 60 per cento sono donne. “Il Centergross è sicuramente un punto di
riferimento a livello nazionale e, soprattutto, internazionale” afferma la Presidente Lucia Gazzotti.
“Uno degli obiettivi prioritari è legare maggiormente la nostra clientela, farci conoscere meglio in
Italia e all’estero e attirare l’insediamento di nuove aziende”.
“Oggi è più che mai necessario – continua la Presidente – fare rete per la massima valorizzazione del Made in Italy a livello internazionale, per aumentare così il volume e il valore di prodotti
esportati, per sviluppare lavoro, occupazione e ricchezza. Uno dei miei compiti come Presidente
del Centergross – conclude Lucia Gazzotti – è lo stimolo alla partecipazione attiva delle categorie
all’interno del Centergross, per sviluppare le attività del distretto, la specializzazione delle imprese e realizzare in tal modo il bene comune del territorio”.
Si spengono le candeline. La presidente del Centergross Lucia La serata di premiazione dei fondatori del Centergross, tenutasi a Palazzo Re Enzo, non è staGazzotti è tra Red Ronnie e Giorgio Panariello
ta solo la festa di celebrazione del 40° anniversario, ma ha voluto sottolineare anche un altro
aspetto importante dell’imprenditoria, ovvero la solidarietà. Diverse iniziative sono state infatti
realizzate nel distretto per sostenere, per esempio, l'apertura di case rifugio per donne e i loro figli che debbono allontanarsi dalla loro abitazione a causa di violenze subite. A confermare l'impegno solidale di Centergross, a Palazzo Re Enzo è stato consegnato all'Ant un contributo di
30.000 euro per attrezzature medico diagnostiche, dopo il primo importante contributo di cinquanta milioni di vecchie lire devoluto diversi anni
fa, quando l'associazione muoveva ancora i primi passi.
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della Regione Emilia-Romagna; è
stato assegnato inoltre il secondo
premio per l’amministrazione e la
finanza. Grazie all’adozione della
nuova piattaforma di gestione documentale, Essepienne ha potuto offrire un nuovo e migliore servizio ai
30 FARE
propri utenti: i pazienti possono ora
accedere con comodità e semplicità
alle proprie informazioni e consultare il fascicolo sanitario elettronico
collegandosi al portale www.circuitodellasalute.it, mentre il medico
curante può ricevere la notifica del
referto disponibile, dato rilevante se
si pensa che circa il 40% dei pazienti non riporta il referto al medico di
riferimento.
Va sottolineata anche l’importanza
dell’utilizzo del software come risorsa
strategica per l’azienda: queste solu-
zioni non solo abbattono i costi, ma
garantiscono la qualità delle procedure e forniscono un miglior servizio
Essepienne riceve il premio Smau 2011
verso i pazienti e verso le Ausl per la
trasmissione dei dati. Il trattamento
è inoltre sicuro: gestendo informazioni sensibili come dati sanitari dei
pazienti, il formato elettronico dei
documenti e la tracciabilità della
consultazione permette un maggior
controllo, a salvaguardia dei pazienti.
“Il nostro front office è sempre stato molto organizzato ma con l’andare del tempo ci eravamo accorti
che anche la normale consultazione
dei documenti originali, archiviati
in grandi armadi, si era fatta decisamente più complessa”, afferma Federico Monti, presidente del consiglio
di amministrazione Essepienne. “Era
necessaria una svolta, e il passo obbligatorio era quello di valutare l’implementazione di una soluzione di
archiviazione digitale che ci aiutasse
a snellire le attività di gestione e conservazione dei documenti”.
Quello di Smau è un riconoscimento
importante perché indica a tutti che
l’adozione di queste procedure non è
riservata a grandi aziende o alla sola
pubblica amministrazione, ma può
essere condotta anche da piccole/
medie imprese ottenendo benefici
immediati, economici e non solo.
Se si pensa che le strutture sanita-
32 FARE
rie del gruppo Essepienne arrivano
a ospitare quotidianamente più di
1500 pazienti, si comprende come la
quantità di documenti generati per la
prenotazione di esami e visite e per
la gestione delle impegnative e delle
fatture è notevole. Inoltre, considerando che ai fini legislativi la conservazione dei documenti è obbligatoria
per 10 anni, ci si rende subito conto
delle difficoltà rappresentate dall’archiviazione fisica dei documenti.
“Anche le Asl con cui ci interfacciamo hanno dimostrato di apprezzare
molto questo nuovo sistema di gestione elettronica delle pratiche che
comporta, dal loro punto di vista,
un grande risparmio in termini economici, di tempo, e di spazio fisico
– continua Monti – non ultimo, apprezziamo molto la sicurezza di avere
sempre e in tempo reale le informazioni e i documenti che si cercano e la
maggiore facilità nella consultazione
e nel controllo dei documenti oltre
che a una pura e semplice, ma non
indifferente, questione di spazio”.
GRAFICHE DELL’ARTIERE
Dopo il successo riscosso a Bologna
a inizio 2011, il 3 novembre presso
la Clic Gallery di New York ha avuto
luogo una seconda presentazione del
Calendarbook di Grafiche dell’Artiere “Festivals, Rituals and Celebrations”, realizzato per l’anno 2011
in collaborazione con la Magnum
Photos di New York, Peter Weiermair, Maddalena Gracis e Gianni
Giulianelli. La serata è stata una
replica in versione newyorkese della
presentazione del medesimo calendario tenutasi da Grafiche dell’Artiere
presso la sala delle Armi del Museo
Un’immagine tratta dal Calendarbook di
Grafiche dell’Artiere, presentato con successo anche a New York
Civico Medievale di Bologna, con lo
sfondo della notte di ArteFiera nel
gennaio 2011, di cui si è parlato anche nel numero 12 di Fare. Anche
a New York l’iniziativa ha riscosso un
grande interesse bissando il successo
italiano grazie alla visita di numerosi
fotografi, artisti, designer e collezionisti.
GRUPPO CIEMME
Un sodalizio bolognese al 100%
quello ormai consolidato e ora “aggiornato” tra La Perla e il Gruppo
Ciemme, partner informatico della
nota casa di moda e di biancheria
intima di lusso. “Con Gruppo Ciemme collaboriamo ormai da due
anni, e siamo pienamente soddisfatti
e contenti di avere trovato un partner
che, oltre ad essere altamente competente sulla tecnologia, ne è anche
affascinato e focalizzato” commenta
l’Ing. Gianluca Guidotti, ICT corporate manager & eCommerce director
di La Perla. “Abbiamo aggiornato la
nostra infrastruttura, e devo anche
dire che l’attivazione del DAOS è
stata veramente utile, Gruppo Ciemme ha risolto i (pochi) problemi
avuti in questo periodo e gestisce da
remoto, in piena autonomia, tutti i
nostri utenti – prosegue Guidotti
– con le persone si è instaurato un
ottimo rapporto e, oltre a fornirci assistenza, abbiamo iniziato un lavoro
di crescita del personale interno con
sessioni formative sia sull’ambiente
di amministrazione, sia sull’ambiente
di sviluppo, lavorando sulle XPages.
Gruppo Ciemme non è un nostro
fornitore, è il nostro partner giallo”.
In qualità di Responsabile Sistemi
Informativi, Guidotti descrive l’esperienza con Lotus Domino e Notes, divenuti strumenti basilari per l’attività
de La Perla. “Per il Gruppo La Perla
– spiega Guidotti – Lotus Domino è
la piattaforma di comunicazione unica, comunicazione in senso completo, non solo posta e calendario, ma
è anche la tecnologia che utilizziamo
quale “portale” aziendale, per fornire
alle diverse figure professionali l’accesso alle informazioni di loro rilevanza, indipendentemente dalla piattaforma sulla quale risiedono. Lotus
Domino è un prodotto che esiste da
anni. Nella sua vita ha dimostrato di
essere sicuro, affidabile e in grado di
supportare una realtà complessa e distribuita come la nostra. Dalla nostra
sede centrale di Bologna gestiamo
tranquillamente tutti gli uffici, i negozi e le sedi mondiali del Gruppo,
per un totale di oltre 700 utenti.
Oltre a questo nel tempo abbiamo
sviluppato applicazioni di workflow,
automatizzato processi e ci siamo integrati con i nostri sistemi gestionali.
Non da ultimo, la completa integrazione con Extrafax per l’invio e la ricezione dei fax. Altro punto di forza
è il continuo adeguamento tecnologico anche da parte di IBM: grazie a
Lotus Traveler, utilizziamo BlackBerry (tramite BES RIM) e SmartPhone
in maniera semplice e perfettamente
sincronizzata, oltre all’indiscusso beneficio che Lotus Sametime riesce a
dare, velocizzando alcune comunicazioni o semplicemente per vedere se
un collega dall’altra parte del mondo
è disponibile oppure no”.
IMA
Risultati consolidati nel primo semestre 2011 per Ima, leader mondiale
nella produzione di macchine automatiche, che registra una forte crescita a 278 milioni di euro, ossia un
+41,8% rispetto ai 196,1 milioni del
primo semestre del 2010. I risultati
derivano dall’andamento molto positivo delle vendite nel settore dell’industria farmaceutica e del food, anche grazie al contributo del Gruppo
Sympak Corazza consolidatosi nel
febbraio 2011. Il margine operativo lordo ante oneri non ricorrenti
è risultato in crescita a 22,9 milioni
di euro, contro i 9,6 milioni al 30
giugno 2010. Il risultato operativo è
stato di 9 milioni e il risultato prima
delle imposte di 4,5 milioni di euro,
ben oltre il dato negativo del primo
semestre del 2010. In forte crescita
anche il portafoglio ordini consolidato che ha registrato un +66,1%,
grazie alla finalizzazione di numerose
trattative nei core business del gruppo. Secondo Alberto Vacchi, presidente e amministratore delegato di
Ima, “gli ottimi risultati dei primi sei
mesi hanno soddisfatto le nostre attese, evidenziando una forte crescita
dei ricavi e un miglioramento della
redditività, a conferma della validità
delle scelte strategiche attuate nell’ultimo anno. In forte crescita anche il
portafoglio ordini consolidato che ci
fornisce un’ottima visibilità sull’esercizio 2011 anche grazie al significativo trend di crescita dell’acquisizione
ordini. Il Gruppo Sympak Corazza
ha apportato un contributo importante ai risultati consolidati dei primi sei mesi sia sul fronte dei ricavi
che dell’integrazione produttiva e
commerciale con il Gruppo Ima, che
può ora vantare un’acquisita leadership anche nel packaging alimentare di nicchia. Il buon andamento
del Gruppo nel primo semestre - ha
concluso il presidente di Ima - ci
permette di confermare le previsioni
annunciate per l’esercizio in corso e
di guardare positivamente al futuro”.
Recentemente il Consiglio di Amministrazione di Ima ha approvato
la fusione per incorporazione della
società interamente controllata Ima
Life, specializzata nella produzione di macchine automatiche per il
processo di prodotti farmaceutici
in ambiente asettico e farmaceutico
non-sterile. L’operazione si inserisce
nell’ambito del programma di semplificazione della struttura societaria
e dovrebbe favorire l’ottimizzazione
delle attività del gruppo e della gestione dei flussi finanziari.
JOB MEETING
NETWORK
Anche quest’anno si è tenuto a Bologna l’appuntamento con Job Meeting, il network di incontri dedicati
all’incontro tra il mondo del lavoro
e i neolaureati che si svolge annualmente nelle principali città universitarie italiane. La tappa bolognese,
ormai alla 19^ edizione, gode del
patrocinio della Provincia di Bologna, di Unindustria Bologna, di Le-
FARE 33
Dalfiume: vino al vino da tre generazioni
Succede spesso che, dalle nostre parti,
azienda e famiglia siano la stessa cosa o
quasi. E quando si arriva alla terza generazione, cominciano a fare storia. Dalfiume
Nobilvini è un esempio di questi: un esempio
gustoso, che da più di mezzo secolo sa camminare con il proprio tempo.
Odoardo Dalfiume una cantina a Castel San
Pietro in via Corlo, nella pianura di là dal Sillaro, l’aveva già fin dagli anni cinquanta. Nel
podere lì dietro erano nati i suoi figli, Gianni
e Franco. Una famiglia contadina di quelle
solide, che presto si trasferisce a Bologna:
per vendere vino, naturalmente. Sono anni in
cui la linea di imbottigliamento è a mano e le
consegne vengono fatte con la bicicletta a
tre ruote, che fatiche … ma anche tanta soddisfazione! Quanto basta perchè dopo un po’
ci sia bisogno di allargarsi, e nel ’74 tutta la
famiglia torna a Castel San Pietro: viene acI vigneti di Villa Poggiolo, fiore all’occhiello di Dalfiume Nobilvini
quistata in via Madonnina, dove l’azienda è
ancora oggi, la cantina di Alberici, un signor
nome allora, e viene fondata la Casa vinicola
Dalfiume & Alberici. Nonno Odoardo ormai da tempo ha lasciato le redini aziendali ai figli Franco e Gianni che si suddividono le responsabilità,
al primo il commerciale al secondo la produzione. Nonna Dina fa ancora da mangiare per tutti gli operai, anche se l’azienda familiare è diventata
una società di capitali. L’azienda cresce ma si continua a ritirare, come ancora oggi, le uve soltanto dai produttori della zona, tutte conoscenze
consolidate; vengono costruiti due capannoni, uno per l’imbottigliamento e uno per lo stoccaggio; viene creata un’area di vinificazione con due
pigiatrici, una per i bianchi e una per i rossi. Sono anni di boom, nei quali il consumo di vino pro capite in Italia raggiunge i 130 litri, e i Dalfiume
acquisiscono anche altre realtà commerciali del territorio (Diver Italvini e l’Azienda Fortunati). Nel frattempo, dalla ragione sociale il nome
Alberici è scomparso e l’azienda ha preso la sua denominazione attuale di Dalfiume Nobilvini.
gacoop e di Asfor, ed è organizzata e
promossa da Cesop Communication
che cura il progetto in tutta Italia.
Attraverso numerosi seminari di
orientamento e formazione condotti
da esperti del settore e dedicati a chi
cerca impiego, sono state esaminate
e discusse le opportunità del mondo
del lavoro attuale, dal ruolo del fundraiser per le organizzazioni no profit
alle nuove professioni del web, fino al
mercato delle lauree cosiddette debo-
34 FARE
li con il provocatorio quesito “si può
mangiare con la filosofia o la semiotica?”. Inoltre, per permettere a chi
cerca lavoro di cogliere e potenziare
al meglio le proprie qualità, sono
stati proposti workshop quali “Scoprire le attitudini attraverso l’analisi
della grafia” e “Personal Branding: 10
mosse vincenti”. Per l’intera giornata, presso gli stand allestiti al Palazzo dei Congressi, i responsabili delle
risorse umane di importanti aziende
si sono resi disponibili a laureati e
laureandi di tutte le aree disciplinari
per dare informazioni sulle opportu-
Grande affluenza, come ogni anno,
all’appuntamento del Job Meeting
Le svolte arrivano con gli anni novanta, quando il consumo del vino si trasforma. Cambiano le normative, ad esempio
quelle sulla sicurezza alla guida; e cambiano gli stili di vita. “Il vino” sottolinea Silvia Dalfiume, allora poco più che una
bambina “una volta era un alimento, ora diventa un vezzo” a tratti una moda da consumare non più a tavola quotidianamente ma fuori, nei locali con una ricerca costante della qualità e dell’autoctono.
E i Dalfiume reinterpretano il loro tempo. Sono i primi anni novanta, quando Gianni e Franco decidono di dare corso a
un loro grande sogno e lo fanno riscrivendo la morfologia del territorio scegliendo 80 ettari della prima collina castellana e vocandola quasi interamente a vigneto. Nasce la Villa Poggiolo, l’azienda vitivinicola di famiglia - e da questa
l’omonimo marchio - con i suoi pignoletti profumati, il suo sangiovese aromatico, il cabernet corposo e impetuoso, il
trebbiano e l’albana vini morbidi con i loro sapori tutti romagnoli.
Franco, il commerciale, vede solo le prime vendemmie della sua Poggiolo … lascia un grande vuoto, ed è allora il figlio
Davide - poco più che ventenne - a prendersi carico di tutta l’area vendite; Silvia fa lo stesso con il reparto amministrativo, Gianni è sempre forte in produzione: è la terza generazione e siamo alle porte del terzo millennio.
E questa è storia contemporanea, che racconta un lavoro che negli anni si rinnova, si modella, una tradizione in movimento sempre protesa al futuro. E’ la famiglia che fa la differenza, che si allarga, cresce. C’è anche Annalisa Rinaldi,
moglie di Davide, controller e fiscale.
I numeri sono eloquenti: fino a 30 mila ettolitri di vino venduto, soprattutto nell’Italia centro-settentrionale (l’EmilaRomagna in modo capillare e poi Toscana, Lazio, Liguria, Lombardia) ma anche in Europa (Belgio, Germania, Gran
Bretagna, Spagna) e oltre oceano (Giappone, Usa, Cina, Messico). I fiori all’occhiello si chiamano Pignoletto, frizzante
e fermo, Sangiovese (il “Franco” di Villa Poggiolo) e il Ballanzone (con due “elle”), un passito da uve di Albana. E a
novembre sono arrivati anche i Novelli: il “Principe” di Villa Poggiolo e il “Primarrivato” di Dalfiume Nobilvini, tutti
prodotti su ordinazione, da un uvaggio di sangiovese, cabernet sauvignon.
Arriviamo ai giorni d’oggi, entro Natale il tetto darà energia da fotovoltaico, la Dalfiume Nobilvini sarà tra le prime
aziende di produzione del circondario imolese a fare un investimento di più di 150 Kw nel fotovoltaico. L’investimento
è gravoso, ma gestito, analizzato e controllato, come sempre. Nel frattempo, in via Madonnina ci si prepara anche al
Natale: saranno in molti a trovare sotto l’albero la prestigiosa cassetta in legno da sei bottiglie con le immagini dei
vigneti di proprietà, o la valigetta o le shoppers con il marchio Villa Poggiolo. Nonno Odoardo, probabilmente, sarebbe
orgoglioso. E con Silvia Dalfiume, direbbe anche lui: “E’ la famiglia che fa la differenza”. www.dalfiumenobilvini.it www.villapoggiolo.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA
nità professionali offerte e sui profili
maggiormente ricercati. Gli interessati hanno quindi potuto consegnare
il proprio CV alle aziende, candidarsi
per periodi di stage e partecipare a seminari e incontri di approfondimento. Infine il servizio CV Clinique,
curato da consulenti professionisti
di Trovolavoro.it, ha fornito gratuitamente consigli su come migliorare
il Curriculum Vitae rendendolo più
chiaro ed efficace.
LEONARDO
E’ grazie all’intervento di Leonardo, studio bolognese di analisi e
restauro, che oggi si può ammirare
la nuova forza degli Ercoli di Villa
Hercolani Belpoggio, che nella loro
maestosa mole dominano dall’alto
il parco della villa e la città di Bologna. Il complesso statuario, risalente
al ‘700, raffigura due Ercoli posti a
sedere su un piedistallo che reggono
lo stemma della famiglia Hercolani,
proprietaria della villa. Le peculiarità del gruppo scultoreo la rendono
un’opera unica nel suo genere: la notevole mole, circa 8 metri d’altezza
per 12 di lunghezza, la collocazione
sulla sommità della villa, e l’esposizione agli agenti atmosferici sono
elementi caratteristici che assieme
regalano fascino all’opera ma rappresentano anche fattori di difficoltà al
lavoro di restauro. Le analisi condot-
FARE 35
te dallo studio Leonardo di Bologna,
che si occupa di analisi e restauro,
hanno evidenziato un avanzato stato
di degrado degli Ercoli che presentavano diverse fratture della malta, sia
in superficie che in profondità, con
alcune parti della scultura pericolanti. Queste fratture avevano permesso
all’acqua piovana di penetrare accelerando i fenomeni di disgregazione
causati dall’azione del gelo e attacchi
di biodeteriogeni, mentre gli elementi metallici che costituivano l’anima
dell’opera erano corrosi, e all’esterno
si notavano colature di ruggine, diffusione di vegetazione e una consistente patina di sporco.
Per l’opera di restauro, Leonardo ha
utilizzato il sistema Restauro Verde, un metodo eco-sostenibile ed
eco-compatibile ideato dallo studio
bolognese per conservare il passato
Villa Hercolani Belpoggio, prima dei restauri
operati da Leonardo
pensando al futuro. Grazie a questo
sistema vengono attivate procedure
specifiche nella scelta dei materiali
e dei prodotti naturali e artigianali,
nelle politiche di risparmio energetico, nella gestione e smaltimento dei
rifiuti, e nella riduzione degli sprechi
in tutte le attività operative aziendali.
Restauro Verde rappresenta una filosofia e una politica aziendale per ora
36 FARE
unica in Italia. A conferma di questo
impegno, Leonardo si è associata al
Green Building Council Italia, organizzazione internazionale no profit
che opera a favore dell’edilizia sostenibile.
Nel restauro degli Ercoli, molta attenzione è stata dedicata alle operazioni iniziali: i preconsolidamenti,
la catalogazione e la rimozione dei
tanti piccoli frammenti pericolanti
zione cromatica con la tecnica della
velatura, per rispettare i colori d’origine, seguita da un trattamento protettivo finale a salvaguardia di tutte
le superfici.
Per conservare nel tempo il risultato
del lavoro di restauro, considerata
l’esposizione dell’opera alle intemperie, Leonardo ha infine previsto interventi periodici di monitoraggio e
manutenzione.
LOCANDA DEI CINQUE CERRI
Villa Hercolani Belpoggio, dopo i restauri
o distaccati che rischiavano di andare perduti, l’eliminazione della
vegetazione nelle fessure, la pulitura
e i trattamenti di tutte le superfici e
delle parti in ferro rimaste senza rivestimento.
Si sono poi consolidati gli strati profondi iniettando delle resine speciali
ed eseguendo vari tipi di ancoraggi e
perniature, in modo da garantire la
tenuta dell’intera struttura, sulla quale sono stati successivamente riposizionati i frammenti distaccati.
Le stuccature finali hanno rispettato
le caratteristiche dei materiali originali così come la ricostruzione delle
diverse parti mancanti: alcune dita
delle mani degli Ercoli, parte di una
clava, molte delle frange pendenti
dal panneggio e quasi tutta la corona
che sormonta lo stemma. La finitura
superficiale ha realizzato la reintegra-
La Locanda dei Cinque Cerri é inserita in un’azienda agricola di 17 ha,
pur distando solo 2 minuti dall’uscita di Sasso Marconi e 20 minuti da
piazza Maggiore a Bologna.
Dispone di 6 camere nella casa padronale e 4 camere nel fienile ristrutturato. Le camere, ognuna diversa
dall’altra, sono molto confortevoli,
tutte con bagno privato e anche le
singole dispongono di letto matrimoniale.
Aria condizionata e riscaldamento
sono autonomi per ogni camera. Tv,
cassaforte, frigobar, phon.
Ideale per le aziende, per chi viaggia
per lavoro, o per una sosta durante un
viaggio. E’ possibile sia il trattamento di bed & breakfast che di mezza
pensione. Su richiesta sono accettati
i cani e gli animali di piccola taglia.
Il ristorante propone una cucina riconducibile in gran parte al territorio, ma ancor di più alla cultura gastronomica italiana, fatta di materie
prime, passione e fantasia. Artigiani
del cibo, a cui piace fare il più possibile in casa, scoprire le eccellenze del
territorio, conoscere i produttori che
amano il loro lavoro e valorizzare i
loro prodotti.
Tutta la pasta è fatta in casa al mattarello, al torchio o a mano (pasta
ripiena).
I secondi e i contorni seguono stagione e tradizione, come i dolci.La
colazione, a buffet, prevede brioche
e pane cotti alla mattina, torte fatte
in casa, yogurt, succhi e frutta fresca
, salato.
L’azienda agricola offre, per i momenti di relax, 17 ettari di percorsi e
passeggiate. Il giardino a disposizione degli ospiti è dotato di un gazebo
con un salotto dove poter prendere
un aperitivo, un caffè, o dove concedersi momenti dedicati alla lettura.
Il ristorante prepara menù alla carta,
oppure menù studiati sulle esigenze
del cliente.
I coffee break vengono serviti ed allestiti all’interno, oppure nel giardino.
L’ambiente, country ma raffinato, è
ideale per qualsiasi tipo di evento. A
seconda degli allestimenti scelti dagli
ospiti, si possono creare diversi tipi di
atmosfera.
Un’esperienza di anni consente di
poter appoggiare i clienti, aiutandoli nella difficile organizzazione delle
cerimonie, soprattutto nei ricevimenti nuziali, studiando con gli sposi menù, allestimenti floreali, scelta
delle bomboniere, dei fotografi, della
musica.
MAYA BEAUTY
ENGINEERING
Ricerca tecnologica e innovazione:
sono queste le parole chiave di Maya
Beauty Engineering, azienda specializzata nella produzione di macchinari per il mondo estetico e medico che
con le recenti novità legislative potenzia il proprio portafoglio prodotti
e clienti. Da sempre Maya Beauty segue parametri di trasparenza e serietà
puntando su un prodotto di qualità
ed instaurando con il cliente, medico o estetista che sia, un rapporto di
Isabella, Alberto, Marina Guillaume
collaborazione e aggiornamento continuo. In un settore che fino a pochi
anni fa è stato poco regolamentato ed
inficiato da scarsa serietà, il Decreto
Interministeriale che regolamenta gli
apparecchi elettromeccanici utilizzati
dalle estetiste ha finalmente identificato con chiarezza gli apparecchi per
uso estetico utilizzabili negli Istituti,
stabilendo le caratteristiche tecnicodinamiche degli apparecchi stessi, le
modalità di esercizio e di applicazione, incluse le cautele d’uso relative
a ogni singola tecnologia, tutto nel
rispetto delle Direttive comunitarie
e delle Norme armonizzate europee.
“Siamo molto soddisfatti di questo
decreto che arriva dopo 21 anni di
attesa - commenta Isabella Guillaume, presidente di Maya Beauty Engineering - siamo convinti che fosse
necessario fare chiarezza in questo
settore, stabilendo le competenze del
medico e dell’estetista per tutelare
la serietà degli operatori estetici e la
salute dei clienti. Troppe volte abbiamo assistito a venditori senza scrupoli che proponevano tecnologie con la
stessa potenza a medici e operatori
estetici, causando problemi e facendo
rischiare, in prima persona, le estetiste. Questo ora non può più succedere e, in questo, vi è un forte progresso
rispetto al passato. Da parte nostra ci
rivolgiamo ad un settore, quello estetico, in forte evoluzione che ha sempre più bisogno di apparecchiature
efficaci per rispondere alle esigenze
di clienti esigenti. Crediamo sempre
di più ad estetiste-imprenditrici che
puntano sulla serietà e sulla qualità –
prosegue Isabella Guillaume - dall’altro lato ci siamo rivolte al settore medicale proprio perché alcune nostre
apparecchiature necessitano di conoscenze medico-scientifiche e dobbiamo dire che questa nostra scelta ci sta
premiando attirando l’attenzione di
medici dermatologi ed estetici.”
MECHINNO
Sintesi di ‘Mechanical Innovation’,
Mechinno opera dal 2006 nell’ambito delle soluzioni aziendali e nasce
in particolare per offrire alle aziende
un supporto alla progettazione nello
sviluppo di nuovi prodotti.
Conscia dell’odierna esigenza delle
aziende di essere sempre più competitive sul mercato con prodotti
che offrano performance maggiori e
tecnologicamente più avanzate, Me-
FARE 37
STUDENTI DI TUTTA ITALIA
ALLA “SUMMER SCHOOL FISICA IN MOTO” DI DUCATI
Grande successo per la Summer School Fisica in Moto 2011, che ha aperto le porte
del dinamico e interattivo laboratorio di Fisica in Moto della Ducati a futuri talenti nel
campo della ricerca scientifica e dell’ingegneria. Questa vera e propria “maratona
della fisica” si è svolta in collaborazione con il Piano Nazionale Lauree Scientifiche,
che coinvolge 3000 scuole e 41 Atenei, e ha raccolto intorno a sé studenti giunti da
tutta Italia, docenti e ricercatori di diverse università italiane e straniere, oltre a
personaggi di rilievo della Ducati.
Alla Summer School hanno potuto partecipare solamente 25 ragazzi, selezionati tra
oltre 170 candidati. Gli studenti, molti dei quali reduci dall’esame di maturità, si sono
dimostrati pieni di entusiasmo e desiderosi di mettersi alla prova in questo laboratorio altamente specializzato, dove hanno potuto assistere a seminari e lezioni e
svolgere attività sperimentali di ricerca.
Tra i tanti nomi il prof. Hans Fuchs dell’Università di Zurigo, luminare della didattica
della fisica, che ha svolto una lezione sulla dinamica alla base della fisica del moto, e i prof.
Giovanni Mattei dell’Università di Padova e Tommaso Ruggeri dell’Università di Bologna che
hanno tenuto seminari di orientamento rispettivamente alla fisica su nanoparticelle e materiali nano strutturati e alla matematica sui modelli della matematica applicata. All’interno della
Summer School Luigi Mitolo, ingegnere di Ducati Corse, ha approfondito la dinamica dei veicoli
e attraverso esempi pratici ha mostrato l’importanza della fisica per una guida consapevole e
sicura del proprio mezzo a due ruote, che si tratti di scooter o di motocicletta. Con grande enfasi sono stati accolti Filippo Preziosi, direttore generale e direttore tecnico di Ducati Corse, che
ha condiviso la sua grande esperienza nella ricerca e nello sviluppo di moto competitive come
quelle che gareggiano nel Campionato MotoGP, e Claudio Domenicali, direttore generale di Ducati Motor Holding, che ha spiegato l’importanza che rivestono per l’industria, con particolare
riferimento a Ducati, i contributi provenienti dalle scienze pure come la matematica e la fisica.
Insieme alla teoria, gli studenti hanno potuto prendere parte anche ad attività pratiche sulle
basi fisiche, la progettazione e le sfide energetiche dei motori motociclistici, con esercitazione di smontaggio del motore grazie alla disponibilità delle officine di Ducati Service. Divisi in team e guidati da un tutor, gli studenti hanno svolto anche un lavoro sperimentale per scovare
i “segreti” della fisica alla base delle postazioni del Laboratorio “Fisica in Moto”. Questo lavoro in team è stato svolto con grande curiosità e
determinazione, diventando un gioco di squadra e una vera e propria simulazione di quello che gli ingegneri Ducati fanno quotidianamente. I
progetti sono stati valutati da una giuria di docenti specializzati e il giudizio finale ha premiato con il trofeo Fisica in Moto 2011 il miglior team di
ricerca. La giuria, vista la qualità dei lavori, ha voluto premiare eccezionalmente anche un secondo team.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
chinno trova il suo punto di forza
nella flessibilità e adattabilità ai repentini cambiamenti della domanda,
fornendo ai propri clienti risposte
di ingegneria rapide, precise e concrete. Grazie a un team di oltre 30
giovani ingegneri e specialisti nella
38 FARE
progettazione meccanica ed elettrica, con un’esperienza consolidata
nei settori automotive, machinery e
industrial design, Mechinno punta
allo sviluppo di idee innovative attraverso altissimi standard di qualità.
Oltre alle competenze di ingegneriz-
zazione e prototipazione, Mechinno
possiede una conoscenza specialistica
anche nel campo del PLM (Product
Lifecycle Management). Dal 2008 il
fatturato dell’azienda è cresciuto con
una media del 45% annuo, e anche
per il 2011 è prevista una crescita
Fabio Di Martino, amministratore unico di
Mechinno
analoga se non superiore. L’azienda, con sede a Calderara di Reno, è
entrata recentemente a far parte di
Unindustria Bologna e vanta numerose collaborazioni con le più prestigiose case automobilistiche emiliane,
ma è presente anche sul territorio del
Triveneto ed è in continua espansione. Il team, infatti, lavora anche presso le aziende clienti per
creare la giusta sinergia che porta
a un indissolubile e produttivo
legame.
Muammar Gheddafi. Le immagini
della Fiat 500 elettrica di Gheddafi
spinta faticosamente da due uomini
sullo sterrato di Bab Al-Azizija, il
bunker di Gheddafi, hanno subito
fatto il giro del web sui siti nazionali
ed esteri. Si tratta di un pezzo unico
realizzato nel 2009 dalla Carrozzeria
Castagna di Milano, nome tra i più
prestigiosi della carrozzeria italiana,
ed elettrificata dall’imolese MicroVett, leader nella trasformazione di
veicoli endotermici in veicoli a trazione elettrica o bimodale. La vettura è il riadattamento dalla Fiat 500
Capri, un modello derivato dalla Fiat
500 Cabrio. Senza porte, ma rifinita
con legni e pelli a volontà e dotata
di tutti i dispositivi che si possono
desiderare, il modello ha ruote in
lega di 17 pollici, gli interni color
panna con finiture verdi e la carrozzeria verniciata di verde e oro. Per la
casa imolese e non solo, sarebbe un
grande rammarico se un pezzo unico come questo andasse perduto. La
plare.
Tornando in ambito europeo, anche quest’anno Micro-Vett ha preso
parte alla Settimana Europea della
Mobilità Sostenibile “In città senza
la mia auto”, l’appuntamento internazionale che ha l’obiettivo di incoraggiare i cittadini all’utilizzo di
mezzi di trasporto alternativi all’auto
privata per gli spostamenti quotidiani: a piedi, in bicicletta, o con mezzi
pubblici. Il tema scelto dall’Unione
Europea per il 2011 ha posto l’attenzione sulla mobilità alternativa
sostenendo il passaggio verso un sistema di trasporto alimentato con
combustibili sostenibili e verso modalità di trasporto non motorizzato.
Tra le diverse iniziative, Micro-Vett
ha preso parte all’Environmental festival Rohevik di Tallinn in Estonia,
un festival per guardare ad un futuro
ecosostenibile organizzato dal Consiglio Nordico dei ministri, Ambasciata Finlandese a Tallinn, il Ministero
dell’Ambiente Estone e altri enti lo-
MICRO-VETT
La Fiat 500 elettrica by MicroVett è divenuta trofeo di guerra
degli insorti libici. Accade spesso che durante le rivoluzioni gli
oggetti in possesso dei dittatori diventino trofei di guerra e,
come era già successo per le auto
di Mubarak in Egitto, i ribelli libici si sono impossessati anche della
particolarissima Fiat 500 elettrica di
Il Fiorino elettrico di Micro-Vett che ha partecipato alla Settimana europea della Mobilità sostenibile
stessa Micro-Vett si è resa disponibile
nei confronti del nuovo governo libico a contribuire per riportare in vita
il cuore elettrico dell’esclusivo esem-
cali e università. L’obiettivo degli organizzatori era porre l’attenzione sulle abitudini di vita e sui bisogni della
popolazione ed in particolare sulla
FARE 39
mobilità ecosostenibile. Durante il
festival sono state organizzate delle
conferenze internazionali mentre il
pubblico ha avuto la possibilità di testare i veicoli elettrici. Per l’occasione
Tallinn si è trasformata nella più ampia vetrina mai realizzata in Estonia,
presentando anche Go Green Holding con la Cinquecento Cabriolet e
Fiorino elettrico, entrambi realizzati
da Micro-Vett. Anche Bologna, città
sempre più “green”, ha partecipato
alla Settimana Europea della Mobilità Sostenibile con numerose iniziative, eventi e attività fra cultura, shopping, musica, sport e sostenibilità
ambientale. Micro-Vett non poteva
mancare e per l’occasione ha esposto la cinquecento elettrica versione
cabriolet in Piazza del Nettuno. L’azienda imolese ha contribuito anche
al convegno “Qualità della vita e mobilità sostenibile: come l’innovazione
tecnologica può avvicinarci a traguardi insperati” tenutosi alla Camera dei Deputati per discutere assieme
a politici, aziende leader e giornalisti
del settore dei risultati raggiunti e dei
possibili sviluppi futuri.
conoscenza delle consistenze, pianificazione delle attività, monitoraggio e controllo. Tutto ciò è possibile
attraverso l’utilizzo di Manpro.Net,
un sistema totalmente web based
che integra l’intera filiera del global
service da un punto di vista dei soggetti coinvolti (cliente, affidatario,
fornitore) e dal punto di vista del
ciclo manutentivo (PDI, anagrafica
NATISOFT
Nuovi clienti e importanti opportunità per Natisoft, l’azienda nata nel
2005 sulla scorta di lunghi anni di
esperienza maturata dai soci fondatori sul fronte dei sistemi informativi
complessi a supporto del facility e
property management. Oggi Natisoft è un punto di riferimento per la
gestione informatizzata dei patrimoni immobiliari e del tessuto urbano,
grazie alla sua core competence che
ruota intorno al governo dei servizi:
40 FARE
Andrea Mongelli, presidente di Natisoft (in
basso) ed Alessandro Calvo, amministratore
delegato (in alto)
immobiliare, gestione, contabilità).
Altrettanto strategiche per Natisoft
sono le aree legate alle nuove tecnologie, che comprendono le attività di
rilievo e censimento mediante strumenti di mobilità ma anche quelle
tipiche del Project Management mediante l’utilizzo di soluzioni informatiche di monitoraggio e controllo sui
processi.
Grazie alla propria professionalità e
competenza, Natisoft ha conquistato
nuovi clienti quali l’Università di Milano e la Provincia di Pesaro Urbino.
Infatti Cpl di Concordia ha assegnato
all’azienda bolognese l’aggiornamento del censimento impiantistico della
Provincia di Pesaro Urbino, circa 225
mila mq di patrimonio, i cui dati,
provenienti dal vecchio censimento,
sono stati normalizzati e trasferiti su
Manpro.rilev per le conseguenti attività sul campo.
Per conto di Siram, Natisoft ha
inoltre acquisito il rilievo e l’aggiornamento del censimento architettonico e impiantistico dell’Università
di Milano, che conta oltre 450 mila
mq. L’intervento prevede l’analisi e il
recupero dei dati da sistema informativo terzo, e l’utilizzo sul campo del
modulo Manpro.rilev che consente
di acquisire dati di conoscenza di una
qualsiasi consistenza patrimoniale in
tempi ridotti rispetto alle metodologie tradizionali. Infine Natisoft ha
sottoscritto un accordo quadro con
primarie società di consulenza con
l’obiettivo di sviluppare soluzioni
gestionali nell’ambito del risk &
event management sperimentandole
in due contesti pilota. Per Natisoft
l’obiettivo è contribuire al tema del
sistema edificio, arricchendolo con il
censimento funzionale/organizzativo
rivolto allo studio delle interrelazio-
FESTEGGIATI DA IMA
CINQUANT’ANNI DI CRESCITA
Una celebrazione in grande stile vvv ricordare 50 anni di
vita aziendale, di lavoro e di successi che dalla fondazione in un garage di 20 metri quadri, ha portato Ima a diL’intervento di Alberto Vacchi, Presidente e AD della società, ha aperto le celebraventare oggi azienda leader a livello mondiale nel proprio
zioni del cinquantenario
settore, con circa 3400 dipendenti, di cui 1600 all’estero.
“Non posso negare una forte emozione pensando ai 50 anni di Ima e alla difficoltà di sintetizzare in poche parole tanta storia industriale che
coincide con il periodo di maggiore accelerazione della crescita del nostro mondo produttivo” ha dichiarato Alberto Vacchi, presidente e
amministratore delegato di Ima. “Oggi che crescere è cosa più complessa, vorrei che questa fosse una delle occasioni positive per iniettare
ottimismo nella nostra economia che deve tornare appunto a crescere per garantire continuità a un modello industriale di successo che vede
Ima tra le tante eccellenze della nostra regione”. La celebrazione si è aperta con l'inaugurazione
della nuova facciata della sede storica dell'Ima di Ozzano, dove il presidente onorario Marco
Vacchi ha reso omaggio alle prime matricole dell'azienda, consegnando attestati a riconoscimento del loro importante contributo al percorso di crescita di Ima. L'evento è proseguito con un
tour dello stabilimento dove vengono progettate e prodotte le macchine per il confezionamento
di tè e per il processo di prodotti farmaceutici, per poi trasferirsi a Palazzo Albergati a Zola
Predosa, dove una esclusiva serata di gala ha intrattenuto oltre 2000 invitati tra dipendenti, collaboratori e amici. Tra questi, anche molti nomi
noti come Romano Prodi, il presidente della
Camera di Commercio Bruno Filetti, il prefetto
Angelo Tranfaglia, il questore Vincenzo Stingone, il presidente della Fondazione Carisbo Fabio
Roversi Monaco, il rettore Ivano Dionigi. A coronare la festa, oltre a musica e balli, lo show
Le massime autorità civili e religiose all’ingresso della facciadi Maurizio Crozza che ha regalato al pubblico
ta restaurata della sede Ima di Ozzano. Con Alberto Vacchi
alcuni dei suoi sketch più esilaranti.
sono, tra gli altri, il Sindaco di Ozzano Loretta Masotti, il
La scenografica facciata di Palazzo Albergati
illuminata per la festa dei cinquant’anni di
Ima
ni tra ambiente e le persone che lo
vivono; allo stesso tempo, ai nuovi
partner viene data la possibilità di avvicinarsi al mondo della gestione dei
patrimoni immobiliari.
NOEMALIFE
Nella sanità pubblica e privata, un
sistema informatico efficiente è essenziale per innovare processi e servizi, per razionalizzare e ottimizzare
© RIPRODUZIONE RISERVATA
le procedure gestionali e amministrative e migliorare la qualità dell’assistenza, mettendo il paziente al centro
dell’organizzazione. Anche per questo NoemaLife ha scelto le soluzioni
EMC e VMware fornite da Dedanext, società bolognese leader nella
progettazione di architetture tecnologiche complesse. Dedanext, frutto
della fusione di Dexer e Infolab, due
storiche società dell’ICT emiliana, ha
avuto ruolo determinante nel percorso verso la nuova infrastruttura infor-
Prefetto Angelo Tranfaglia, l’Arcivescovo di Bologna Carlo
Caffarra, il Presidente della Regione Vasco Errani, l’Assessore alle attività produttive della Provincia Graziano Prantoni
matica di NoemaLife: tra i fornitori
coinvolti, si è dimostrata quella che
meglio ha interpretato le esigenze
espresse dal cliente, proponendo una
soluzione completa di storage e di backup adatta a supportare i carichi di
lavoro attuali e che permettesse ampi
spazi di ampliamento per sostenere
nuovi possibili progetti evolutivi.
NoemaLife, fondata nel 1996, è un
gruppo che opera nel settore dell’informatica al servizio delle organizzazioni sanitarie per la progettazione,
FARE 41
AL VIA L’ITS PER L’ALTA SPECIALIZZAZIONE TECNICA
Un nuovo corso e una nuova opportunità per entrare “specializzati” nel mondo del lavoro. Tra
le novità del nuovo anno formativo, è stato attivato a Bologna il corso ITS “Tecnico Superiore
per l’automazione e i sistemi meccatronici”. Giovani e adulti in possesso del diploma d’istruzione secondaria potranno iscriversi a seguito del superamento di una prova di selezione, e
al termine del percorso formativo riceveranno il Diploma Statale di Tecnico Superiore riconosciuto a livello nazionale ed europeo. Il corso biennale si articola in quattro semestri di circa
1800/2000 ore, con attivazione di corsi preparatori per il livello B2 di inglese e il livello avanzato
dell’ECDL. Inoltre offre tirocini obbligatori, anche all’estero, per almeno il 30% del monte orario
complessivo, affida almeno il 50% delle docenze a professionisti provenienti dal mondo del
lavoro ed è incentrato su una didattica laboratoriale con lezioni in alternanza aula/azienda e
insegnamenti maturati direttamente in azienda tramite project work.
Di fatto, con la creazione di 59 ITS (Istituti Tecnici Superiori), anche l’Italia si dota di un’offerta
formativa post-secondaria caratterizzata da una forte integrazione fra istruzione, formazione e
mondo del lavoro. Queste “nuove scuole di tecnologia” sono state istituite a livello nazionale
per la realizzazione di percorsi biennali volti a formare tecnici superiori in grado di inserirsi nei
settori strategici del sistema economico-produttivo, apportando competenze specialistiche
e capacità di innovazione. In due anni gli ITS sforneranno tecnici altamente specializzati e
qualificati, in grado di rispondere alle esigenze delle imprese, favorendo in questo modo un
accesso al mondo del lavoro più immediato. Non si tratta dunque di un prolungamento della
scuola superiore, ma di corsi di alta specializzazione tecnica realizzati “con e dentro” le imprese del territorio, rappresentando un’alternativa più pratica e professionalizzante alla laurea
triennale .
Gli ITS sono Fondazioni costituite da istituti tecnici e professionali, università, enti di formazione professionale accreditati dalla Regione, enti locali e imprese. I soci fondatori di ITS Bologna sono l’Istituto Aldini Valeriani-Sirani, l’Isitituto Tecnico Alberghetti di Imola, l’Università
di Bologna, la Fondazione Aldini Valeriani, la Provincia di Bologna e un pool di grandi imprese
dell’automazione costituito da G.D, IMA, Marchesini Group e Sacmi. Tutti sono chiamati a
progettare i percorsi congiuntamente ed ognuno è impegnato a contribuire alla realizzazione del progetto formativo sulla base delle proprie competenze specifiche e delle esperienze
maturate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
sviluppo e commercializzazione di
software dedicati all’ottimizzazione
dei processi clinici, contribuendo nel
contempo a ridurre i costi, aumentare la qualità e favorire la fruibilità dei
servizi da parte dei cittadini.
Continua innovazione, massima attenzione al cliente, forti investimenti
in ricerca e sviluppo, competenza e
professionalità hanno permesso a
NoemaLife di diventare leader nel
42 FARE
mercato italiano e uno dei principali player europei dell’informatica
clinica ospedaliera. Un traguardo
testimoniato da oltre 1300 strutture
sanitarie e più di 100 mila tra medici, infermieri e operatori sanitari che
utilizzano ogni giorno le soluzioni
software sviluppate dai professionisti
di NoemaLife. Negli ultimi 5 anni
il gruppo NoemaLife ha registrato
un trend di crescita invidiabile, con
ricavi passati da 16 a 43 milioni di
Euro e una presenza consolidata
in Italia, con 9 filiali oltre alla sede
centrale a Bologna e all’estero con
le sedi di Berlino, Londra e Buenos
Aires. Altrettanto significativo è stato
l’aumento del numero di dipendenti
salito da 70 a oltre 400, tre quarti dei
quali appartenenti alle aree di sviluppo software, consulenza e supporto ai
clienti e, per questo, grandi utilizzatori delle risorse IT.
Situazione che ha portato a riprogettare completamente il sistema esistente.
“Per soddisfare le richieste dei nostri utenti – spiega Pietro Bandera,
IT manager NoemaLife – abbiamo
deciso di riprogettare la nostra architettura IT per erogare un servizio
efficiente, flessibile, e con prestazioni
ottimali.
Ci siamo quindi focalizzati su tre
principi base: virtualizzare la server
farm rendendo più semplice ed efficace la gestione della capacità elaborativa; implementare una soluzione
storage in grado di sostenere tipologie differenti di flusso dei dati, dai
più critici ai file server; disegnare un
sistema di backup più sicuro e veloce”. Tra i benefici più rilevanti, maggiori prestazioni e disponibilità dati,
migliore gestione server e storage, gestione file a blocchi e file server sullo
stesso sistema storage EMC Celerra,
backup più veloci e ottimizzati; un
LAVOROPIU’ DO BRASIL
Settima economia mondiale, 190 milioni di abitanti, Pil cresciuto del 7,5% nel 2010. Il Brasile è
attualmente tra i Paesi più promettenti dell’economia mondiale con un sistema industriale moderno con grandi opportunità di crescita nella meccanica, nell’automotive, nell’agroindustria,
nella cantieristica navale, nelle costruzioni e nelle energie rinnovabili.
Le esportazioni italiane in Brasile sono cresciute dopo la crisi internazionale, passando dal 2,9%
nel 2009 al 4,3% durante lo scorso anno, per un valore complessivo di circa 4 miliardi di euro
nel 2010.
Da dicembre 2007 a settembre 2011 le società italiane e le filiali locali censite in Brasile sono
passate da 250 a 585, di cui circa un terzo sono veri e propri impianti produttivi e circa 220 sono
Avenida Paulista, San Paolo, Brasile - vista filiali commerciali. Più della metà si concentrano nella zona di San Paolo, il cuore economico
dall’ufficio Lavoropiù
del Paese.
Le aziende italiane in Brasile non sono soltanto grandi realtà, ma si stanno affermando anche le
piccole medie imprese. Dal punto di vista dei settori, l’Italia occupa una posizione di leadership nel comparto alimentare, in quello dei materiali
da rivestimento, nel tessile e nella nautica. Ciò che dovrebbe spingere le aziende italiane a guardare al Brasile con vivo interesse è la spendibilità e il valore del Made in Italy: in nessun altra parte del mondo, infatti, è così apprezzato come in Brasile. A conferma delle enormi potenzialità
di investimento per l’economia italiana in Brasile, il nostro Governo coordina una manifestazione promozionale del Made in Italy chiamata
“Momento Italia-Brasile”, con la collaborazione di alcune Regioni italiane, fra cui l’Emilia Romagna.
L’iniziativa è partita a ottobre 2011 prevedendo fino a giugno 2012 un fitto programma di eventi distribuiti in tutto il Brasile che spaziano dall’economia alla tecnologia, dalla cultura alla scienza, con l’obiettivo di rafforzare le partnership tra i due Paesi.
E’ alla luce di queste considerazioni che Lavoropiù ha scelto di aprire una filiale in Brasile e,
tra le varie città prese in considerazione, San Paolo è quella che offre maggiori opportunità di
sviluppo economico. Lavoropiù si lancia quindi in una sfida nuova e stimolante, ricca di opportunità positive da sfruttare per potenziare la brand equity e per offrire anche all’estero i propri
servizi legati alla ricerca, selezione, somministrazione e gestione del personale.
Nell’ottica di poter offrire un supporto concreto alle numerose aziende italiane delocalizzate
nel Paese sudamericano, Lavoropiù ha partecipato ad un convegno organizzato in Brasile da
Unindustria e ICE sul tema “Missione Grandi Eventi Sportivi” per approfondire le possibilità
di collaborazione ed investimenti offerte alle imprese italiane dai Campionati del Mondo di
Calcio, che si svolgeranno in Brasile nel 2014, e dai Giochi Olimpici che saranno ospitati da
Rio de Janeiro nel 2016.
L’espansione oltre i confini nazionali di Lavoropiù riserva certamente delle difficoltà, ma rappresenta soprattutto un’ottima occasione per accrescere il know how aziendale, sulla base di
una professionalità e competenza già ampiamente sviluppate e affermate qui in Italia.
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fattore di deduplicazione 23:1 equivalente al 95% di risparmio della capacità storage utilizzata, e la replica
sincrona dei dati su EMC DataDomain remoto per sicurezza dati sono
alcuni dei benefici più rilevanti ottenuti dal rinnovamento dell’architet-
tura IT. Inoltre VMware ha permesso
di ottenere notevoli vantaggi in termini di riduzione dei costi di manutenzione e energia, maggiore semplicità di gestione e soprattutto una
più veloce risposta alle richieste provenienti dall’area sviluppo software,
con un positivo riscontro sul livello
di soddisfazione dei clienti. Contestualmente alla crescita dell’ambiente
VMware, la riorganizzazione IT del
gruppo NoemaLife ha interessato le
aree storage e il processo di backup
e di protezione dei dati, data la ne-
FARE 43
MT MOTORI ELETTRICI: COME RADDOPPIARE IL FATTURATO
NEGLI ANNI DELLA CRISI
Nel momento più buio della crisi, tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009,
i numeri segnavano implacabilmente un meno 41%. Eppure, oggi quei
giorni sembrano lontanissimi: giugno 2011 ha registrato un più 59% rispetto a dodici mesi prima e più 109% su due anni fa. In altre parole, in
due anni il fatturato è più che raddoppiato. Parla da sola la storia più
recente della MT Motori Elettrici di San Giovanni in Persiceto; e Virgilio
Rende – che la fondò nel 1994, dopo 32 anni di lavoro dipendente, e
ne è alla guida tuttora – mostra questi dati con legittimo orgoglio: “A
metà di quest’anno i ricavi avevano già superato i 4,5 milioni” ribadisce
soddisfatto “e dal dicembre dello scorso anno ad oggi abbiamo anche
aumentato gli addetti di un buon 20 per cento”.
La MT produce motori con potenze che vanno dai 60 fino ai 3700 Watt,
destinati prevalentemente ai settori dell’impiantistica e del packaging.
L’export dei motori elettrici copre il 65 % del fatturato MT
Facendo del dinamismo e della flessibilità le sue principali linee guida,
da sempre si è proposta nel settore con un proprio know-how, per fornire alle varie esigenze applicative delle soluzioni efficaci e tecnologicamente avanzate. Dispone di un'ampia gamma di motori con e senza freno, motorulli e può inoltre fornire in tempi brevi motori già assemblati a
riduttori scelti secondo le specifiche tecniche del cliente. Sono i motori autofrenanti, in ogni caso, a fare la parte del leone: si deve a loro il 70
per cento del fatturato dell’azienda, mentre l’altro 30% viene da motori normali. “Quella dei motori elettrici la chiamano l’industria dei poveri” ci
scherza su Rende “ma io fra i poveri mi ci trovo benissimo, sarà perchè sono figlio di contadini”. E intanto guarda compiaciuto a un portafoglio
ordini che alla vigilia della pausa di agosto sfiorava i 2 milioni di euro. Ordini dall’estero, in prevalenza. “Il mercato italiano oggi è decisamente
più statico” precisa ancora Virgilio Rende “rispetto ad un’Europa molto più dinamica. Colpa anche” aggiunge con pochi peli sulla lingua “di un
mondo politico che non ha il coraggio di fare delle scelte. Un esempio? Se un lavoratore mi costa tremila euro, vorrei che glie ne arrivassero in
tasca duemila. Finchè ne prende solo mille, gli altri duemila non creano indotto”.
Ed infatti il fatturato di MT oggi viene per un 65% dall’export, mentre l’incidenza del mercato interno si ferma al 45%. E’ la Germania lo sbocco più importante per i motori made in
San Giovanni in Persiceto (“il nostro principale cliente” aggiunge Rende “è un costruttore
tedesco di impianti di sollevamento”) ma hanno iniziato ad aprirsi anche mercati nuovi: la
Francia, la Gran Bretagna, la Finlandia. E nuove prospettive si affacciano anche da Paesi
come il Messico e gli stati dell’Africa centrale, che all’ultima rassegna di Tecnargilla hanno
scoperto le applicazioni dei motori MT sugli impianti per la produzione della ceramica.
Rende non ha dubbi, la ripresa a pieno ritmo di MT si fonda su tre pilastri: qualità, servizio,
flessibilità. “Non possiamo pretendere di essere competitivi sui prezzi, quello è il mercato
dei cinesi: con i nostri costi di produzione, la globalizzazione ci metterebbe subito fuori L’ampliamento di 3000 mq coperti dello stabilimercato. La nostra salvezza è la qualità. Noi abbiamo puntato su di essa e sul servizio al mento MT di San Giovanni in Persiceto
cliente, ed i risultati ci hanno dato ragione. Anzi, quei clienti che si sono rivolti a noi perchè
avevano bisogno di soluzioni personalizzate, adesso che ci hanno provato continuano a cercarci anche per i prodotti standard”.
Un’eccellenza, quella della MT, che è italiana al cento per cento. “Le certificazioni del Tűv e della UL Csa attestano che il nostro prodotto è
interamente di origine italiana.” sottolinea ancora Virgilio Rende “La struttura fusa la facciamo fare in Lombardia, la tornitura in Umbria ed a
Ferrara, gli avvolgimenti vengono dal Veneto e dalla Puglia. Ed in questo modo ci sono non meno di duecento famiglie che vivono del nostro
indotto”. (c.r.)
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44 FARE
DORIANO BOLLETTA NUOVO RESPONSABILE
DELL’AREA CENTRO NORD DI POSTE ITALIANE
Doriano Bolletta è il nuovo responsabile dell’Area Centro Nord di Poste Italiane. Laureato in
Ingegneria, 55 anni, assume la direzione di Emilia Romagna e Marche dopo aver ricoperto
diversi incarichi all’interno dell’azienda, gestendo le filiali delle Poste dei due capoluoghi regionali, Ancona e Bologna.
“I nostri sportelli servono ogni giorno un bacino di
popolazione residente in 587 Comuni – dice Doriano
Bolletta - e con tutti i colleghi ci impegneremo per
dare quotidianamente servizi all’altezza delle aspettative”.
La sinergia con le amministrazioni locali e le imprese rappresenta per l’Area Centro Nord di Poste
Italiane uno dei principali obiettivi nel contribuire
allo sviluppo del “Sistema Paese”, grazie ad una
rete articolata che garantisce un presidio costante
nelle piccole come nelle grandi realtà urbane. “Fondamentale per noi - ha affermato Bolletta – è avere
Doriano Bolletta costanti e collaborativi rapporti con i rappresentanti
di enti, amministrazioni e aziende dell’Emilia Romagna e delle Marche per sviluppare e consolidare i legami, attraverso i quali fornire servizi integrati e prodotti alle piccole e medie imprese che formano la spina dorsale dell’economia di quest’area. Per questo, oltre alla rete dei
commerciali dedicati, abbiamo allestito nelle principali città delle due regioni 26 uffici Poste
Impresa riservati alle piccole e medie imprese e ai liberi professionisti che consentono di dare
risposte e soluzioni adeguate alle specifiche esigenze degli operatori economici”.
Nell’Area Centro Nord operano quotidianamente 1.453 uffici postali (993 Emilia Romagna e
460 Marche) dotati in totale di 6.129 postazioni informatizzate e collegate in rete; 565 sale per
offrire informazioni riservate alla clientela e 572 sportelli automatici Postamat.
molte crisi e due guerre mondiali, e
che abbiamo già riassunto nel n° 12
di FARE.
Cento anni e quattro generazioni dopo, sotto la guida di Andrea
Gnudi e del figlio Riccardo, diretti
discendenti di Ricciotti Paioli, la Paioli Components, ora a Sant’Agata
Bolognese, è divenuta leader mondiale nella produzione di sospensioni anteriori: le sue forcelle sono infatti studiate per grandi prestazioni
e corredano le moto delle case più
prestigiose dal Road al Trial, al Cross
Enduro, al Supermotard. La Paioli
Components segue l’iter produttivo
interamente nei propri stabilimenti,
dove ogni parte meccanica viene progettata e collaudata: i tubi di forza, la
cartuccia, lo stelo, il fodero, la molla,
le lamelle, il gambaletto, le basi di
sterzo, il trapezio e ogni altra componente che contribuisce a un prodotto
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cessità di rinnovare la SAN esistente.
“Abbiamo esaminato attentamente le
migliori soluzioni presenti sul mercato, scegliendo infine EMC offerta da
DedaNext, che abbiamo valutato la
migliore rispetto alle esigenze da noi
espresse” continua Bandera. “Con
EMC DataDomain abbiamo ridotto
sensibilmente lo spazio occupato dai
dati di backup a vantaggio della velocità dei processi e dei costi relativi”.
46 FARE
PAIOLI COMPONENTS
E’ passato oltre un secolo da quando, nel 1911, Ricciotti Paioli fece la
denuncia alla Camera di commercio
per l’apertura di un negozio adibito
alla vendita di molle per selle, parafanghi e altri accessori, con sede a
Bologna in Via de’ Castagnoli vicino al Teatro Comunale. 100 anni di
storia nei quali la Paioli ha superato
La famiglia Gnudi al completo taglia la torta
per i cento anni della Paioli Components, festeggiati con un raduno di moto d’epoca
UNIPOL BANCA E TELEIMPIANTI: UN PALAZZO IN SICUREZZA
Unipol Banca, ha scelto Teleimpianti per l’importante opera di ristrutturazione della sua nuova sede di Palazzo Fantuzzi, prestigioso stabile di
Via Farini opera dell’architetto Muggia che lo concepì nel 1927. Affacciato sulla centralissima Piazza Cavour, l’edificio è composto di tre piani
per complessivi 2650 metri quadrati, presenta quattro ali con un cortile interno e cinque campate di portico in corrispondenza di Piazza Cavour,
dove si trova l’ingresso principale di accesso al piano terra e allo scalone monumentale.
Nei nuovi locali, ottenuti grazie ad una ristrutturazione che ha saputo coniugare il
patrimonio architettonico con le più moderne tecnologie, si trovano l’ampio salone
della filiale bancaria ubicata al piano terra, dotata di uno storico caveau e integrata
con una agenzia Assicoop, e, ai piani superiori, gli uffici direzionali di maggior pregio
con volte affrescate e ampie finestre.
Uno degli aspetti più importanti di tutta l’opera di ristrutturazione, durata complessivamente 15 mesi e che ha visto quotidianamente impiegate una media di 10 maestranze altamente qualificate, è stata l’attenzione alla sicurezza dell’edificio dal
punto di vista impiantistico.
Per questa attività Unipol Banca ha scelto l’azienda che rappresenta l’eccellenza nel
settore: Teleimpianti SpA, azienda storica bolognese che opera a livello nazionale e
Palazzo Fantuzzi in via Farini a Bologna, sede di Unipunto di riferimento per la progettazione, realizzazione e manutenzione di sofisticati
pol Banca: l’impianto di sicurezza è stato ristrutturato
impianti di safety e security.
da Teleimpianti
Stefano Sandri, responsabile commerciale di Teleimpianti, non nasconde la soddisfazione per quanto realizzato. “Essere stati scelti da Unipol Banca per la realizzazione degli impianti di safety e security di questo prestigioso
palazzo è stato per noi motivo di grande orgoglio – dichiara Sandri – il progetto ha coniugato il livello più alto di protezione all’estetica dell’edificio, impiegando le più moderne tecnologie”.
Nello specifico, Teleimpianti ha realizzato il sistema di sicurezza anti-furto ed anti-intrusione, l’impianto di videosorveglianza, il controllo degli
accessi con tecnologia RFID, il sistema di rivelazione incendio e la diffusione sonora. Palazzo Fantuzzi è oggi un palazzo sicuro, sia per i beni
custoditi all’interno sia per le persone che lo vivono quotidianamente.
Tutti i sistemi di sicurezza sono interfacciati con la Control Room della sede centrale, integrati con i sistemi di supervisione e gestione della
rete nazionale di Unipol Banca, consentendo al personale di sicurezza di vigilare e monitorare l’edificio 24 ore su 24. Teleimpianti SpA, grazie
al proprio centro di assistenza tecnica, è strutturata per assicurare un preciso e puntuale servizio di manutenzione degli impianti realizzati,
indispensabile per garantire nel tempo l’efficienza degli impianti ed il loro aggiornamento tecnologico. Per Unipol Banca, presente sul territorio
nazionale con oltre 300 filiali, la sede di Via Farini a Bologna rappresenta un passaggio decisivo per riaffermare e rafforzare il legame con il
territorio bolognese in tutte le sue espressioni: famiglie, piccole imprese, libera professione e associazioni di categoria. “La collaborazione con
Teleimpianti - sostiene Alessandro Farina, responsabile funzione sicurezza di Unipol Banca - è stata importante per il raggiungimento degli
obiettivi del progetto poiché ha consentito di realizzare impianti speciali all’altezza delle aspettative, in grado di coniugare l’efficacia con la
collocazione in un contesto di assoluto pregio, il tutto rispettando i tempi previsti. La collaborazione si è peraltro rinnovata con la nuova filiale
aperta in Via Rizzoli a Bologna e con un servizio di assistenza per la nuova sede e per le filiali collocate in alcune aree del territorio nazionale.”
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di eccellenza. In occasione del primo
centenario d’ininterrotta attività,
l’azienda ha aperto i propri stabilimenti in un percorso di conoscenza
di questa complessa realtà produttiva. L’evento, in collaborazione con
un’altra associazione ormai secolare
quale il Moto Club Bologna “A. e J.
Ruggeri”, i cui componenti sono scesi a Sant’Agata a cavallo di due ruote
d’epoca di grande effetto ed emozione, ha rappresentato un notevole traguardo per l’azienda stessa ma anche
per tutto il settore motociclistico.
PHILIPS SAECO
Si fa sempre più numeroso l’esercito
dei “Guerrieri della Salute”: 1.226
bambini e 89 classi si sono già prenotati per ricevere la visita dei “Messaggeri della Salute”, i dipendenti Phi-
FARE 47
MAJANI, FARMAC ZABBAN, FABBRI ENTRANO
NEL REGISTRO NAZIONALE DELLE IMPRESE STORICHE
La Camera di commercio di Bologna ha ufficialmente consegnato a trenta imprese bolognesi ultracentenarie – fra cui le imprese industriali
Majani 1796, Farmac Zabban e Fabbri 1905 – il diploma di iscrizione al Registro Nazionale delle Imprese Storiche.
Il Registro, consultabile on line su www.unioncamere.gov.it, costituisce una mappatura a livello nazionale delle imprese ultracentenarie. E’ dunque uno strumento di conoscenza e promozione di realtà che fanno parte della storia economica del Paese e che nel tempo hanno trasmesso
alle generazioni successive un patrimonio unico di esperienze e valori imprenditoriali.
Il Registro, inoltre, è destinato ad accogliere in futuro tutte quelle aziende che, sulla base di una domanda di adesione alla Camera di commercio
di Bologna, risulteranno avere le caratteristiche di impresa storica secondo i criteri individuati da Unioncamere.
Majani 1796 aveva peraltro ricevuto già nei mesi scorsi una targa ricordo da Unioncamere nazionale, assegnata a 150 imprese storiche italiane,
in occasione dei festeggiamenti per l’unità d’Italia.
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Il Presidente della Camera di Commercio consegna il diploma d’iscrizione al Registro nazionale delle imprese storiche a Nicola e Umberto Fabbri (a
sinistra), Giangiacomo e Gino Zabban (al centro) ed Anna Majani (a destra)
lips Saeco che insieme agli educatori
della Fondazione Marino Golinelli
insegnano agli studenti i principi di
una vita più sana, a scuola e in famiglia. Il programma “Guerrieri
della Salute”, declinazione italiana
del progetto internazionale “SimplyHealty@School”, patrocinato da
Philips, intende promuovere nelle
scuole primarie stili di vita salutari e
comportamenti ecosostenibili.
Dopo il grande successo dell’esperienza pilota – svoltasi lo scorso anno
scolastico in provincia di Monza – il
progetto è arrivato nelle scuole primarie del territorio bolognese, a Gaggio Montano (sede di Philips Saeco)
e nelle aree limitrofe nelle province di
48 FARE
Modena e Pistoia, con il patrocinio
del Comune di Gaggio Montano, del
Comune di Castiglione dei Pepoli e
della Provincia di Modena.
“Il programma ‘Guerrieri della Salute’ offre un contributo prezioso al
benessere di tutta la nostra comunità, puntando sull’educazione delle
nuove generazioni” commenta Elena Malaguti, assessore a Istruzione,
Politiche Giovanili e Cultura della
Provincia di Modena. “Integrandosi
perfettamente con i programmi ministeriali, questo progetto insegna ai
bambini che ognuno di noi può dare
un contributo essenziale alla salvaguardia dei delicati meccanismi che
regolano la vita sul pianeta. Consa-
pevolezza che deve essere trasmessa
anche ai più piccoli, affinché diventi
parte integrante della loro quotidianità”.
Il progetto prevede l’attivazione di
laboratori interattivi e multimediali,
in cui la teoria si fonde in modo divertente con la pratica, per facilitare
l’apprendimento di semplici regole
per condurre una vita più sana e rispettosa del mondo che ci circonda.
Operatori e Messaggeri della Salute
conducono i laboratori nelle scuole,
declinando il macro tema della salute
all’interno di 5 aree tematiche: aria,
acqua, luce, movimento, sonno, con
accenni all’igiene orale, fornendo informazioni curiose e sorprendenti e
consigli utili per rispettarli e trarre da
essi il massimo beneficio per sé, per
l’ambiente e per l’intera comunità. Il
progetto prevede anche un concorso
finale: durante l’anno scolastico le
classi prepareranno gli elaborati che
una Commissione apposita valuterà
per selezionare tre classi vincitrici
che si aggiudicheranno come premio
“SchoolVision”, un innovativo sistema di illuminazione dinamico appositamente studiato da Philips per migliorare il benessere e le perfomance
degli studenti.
“Questa iniziativa ci entusiasma perché è un progetto utile e originale,
che si rivolge ai nostri concittadini
più giovani, il futuro del nostro paese – spiega Maria Elisabetta Tanari,
sindaco di Gaggio Montano. “‘Guerrieri della Salute’ è il riflesso dell’operosità del nostro territorio, dove ha
sede Philips Saeco, tra le realtà più significative del nostro tessuto economico, che con grande responsabilità e
lungimiranza si è fatta promotrice di
un’iniziativa di grande valore per l’educazione delle nuove generazioni”.
“I ‘Messaggeri della Salute’ sono l’esempio più concreto della responsabilità con cui dipendenti Philips
Saeco tutti i giorni lavorano per
sviluppare e creare soluzioni innovative e funzionali, capaci di soddisfare le esigenze dell’utente finale e,
allo stesso tempo, attente al rispetto
dell’ambiente” dichiara Giuseppe
Cela, Senior Director Human Resources Coffee, la divisione Philips
dedicata al business macchine da
caffè. “Si tratta di una responsabilità fatta di conoscenze e di dedizione
all’azienda e ai suoi principi, che non
rimane isolata nei nostri stabilimenti, ma che volontariamente i nostri
collaboratori decidono di trasmettere
anche all’esterno. Riteniamo che non
ci possa essere vera innovazione senza
la consapevolezza del contributo che
ciascuno di noi, con semplici gesti
quotidiani, può dare alla salvaguardia
del pianeta”.
I “Guerrieri della Salute” di Philips Saeco e Fondazione Marino Golinelli promuovono nelle
scuole primarie stili di vita salutari e comportamenti ecosostenibili
50 FARE
Secondo Alessandro Guidotti, assessore alle Attività produttive e alle
energie alternative del Comune di
Gaggio Montano. “il rispetto per se
stessi e per l’ambiente passa attraverso la conoscenza dei meccanismi che
regolano il nostro organismo e quello
del pianeta Terra, equilibri che devono necessariamente integrarsi gli uni
con gli altri per non entrare in pericoloso conflitto. Solo conoscendo la
loro intrinseca complessità, il loro
inestimabile valore e le loro funzioni vitali, i bambini possono capire
perché è importante adottare certi
comportamenti piuttosto che altri,
diventando protagonisti attivi di un
cambiamento per cui ognuno di noi
gioca un ruolo fondamentale”.
POLLUTION
“Premiati i ragazzi capaci di inventarsi un mestiere”: così ha titolato il
Resto del Carlino commentando l’assegnazione dei Riconoscimenti 2011
della Camera di Commercio di Bologna, in occasione del Secondo Forum dedicato alla “Generazione M”,
la generazione digitale degli imprenditori del nuovo millennio. Il bando
intendeva scovare i migliori talenti
in due sezioni diverse: la prima su
creatività-nuovi mestieri e la seconda
riguardante la green economy. Tra i
premiati Matteo Monticelli, AD di
Pollution Srl, azienda di Budrio che
realizza strumentazione e sistemi per
l’analisi chimica on-site di composti
volatili, e opera nella protezione da
rischio chimico nel settore ambientale e della sanità.
L’idea vincente di Matteo Monticelli?
Il ‘Bath-Bed’. “Nella nostra attività
abbiamo una consolidata esperienza
con ospedali e strutture socio-assistenziali.” spiega l’AD di Pollution
“Frequentando i luoghi di cura ci
siamo resi conto che lavare i pazienti
costretti a letto costituiva un grosso
problema. Bisogna trasportarli nei
bagni appositamente attrezzati, ma se
paziente da un lato e dall’altro per sistemare il telo e ricreare il recipiente
di raccolta dell’acqua sul letto stesso.
Esiste anche un accessorio gonfiabile per la realizzazione di un bidet.
Poi, con il supporto della macchina,
si riesce a lavare completamente il
malato e ad asciugarlo, con evidenti
vantaggi in termini di sicurezza degli
operatori e del paziente, comfort, velocità e qualità della pulizia.”
PULSAR
A Pollution il Riconoscimento 2011 della Camera di Commercio di Bologna, dedicato ai
nuovi talenti e alla creatività
la loro invalidità è molto grave, come
succede con ustionati e allettati difficili da muovere, finisce che il paziente viene lavato solo parzialmente. Il
che crea a lui gravi problemi sanitari,
pensiamo al pericolo delle infezioni,
e di benessere personale”.
“Allora” precisa Monticelli “ci siamo
inventati il “Bath-Bed”: un’apparecchiatura che, come suggerisce il
nome, arriva fino al letto del malato
e ne consente il lavaggio, mediante
accessori che forniscono l’acqua pulita e recuperano l’acqua sporca. La vasca, per così dire, è realizzata con un
telo impermeabile fissato alle pareti
del letto. Basta ruotare lievemente il
52 FARE
Sono 11 i premiati della sesta edizione di Tecnologia & Passione Premio
per l’innovazione: imprenditori, professionisti e collaboratori che si sono
distinti, ognuno nel proprio campo
professionale e lavorativo, per spirito
d’innovazione e per gli importanti
risultati raggiunti. Con questo progetto, nato nel 2006 con il primo
contributo dell’azienda bolognese
Pulsar, si vuole premiare quelle persone che grazie alle loro competenze, alla loro dedizione al lavoro, ma
soprattutto alla loro passione, hanno
saputo trovare soluzioni tecnologiche
innovative, importanti per l’azienda
promotrice dell’evento, diversa ogni
anno, ma anche per l’industria in genere. L’iniziativa si muove principal-
Massimo Franzaroli, titolare della Pulsar e
Presidente del Club Tecnologia e Passione
mente, anche se non esclusivamente,
nel settore cartario e del tecnologico
cartario ed è sempre cresciuta sino
a diventare un tradizionale e atteso
evento. Di anno in anno, l’azienda
sponsor ha il difficile compito di individuare i candidati “eccellenti” e di
proporre candidature di figure professionali che rispondano ed abbiano
i requisiti richiesti nelle precise linee
guida. Un premio dunque alla persona, ai risultati professionali raggiunti
in campo tecnologico grazie e soprattutto alla passione profusa nella propria attività. Un modo diverso anche
per l’azienda promotrice di ringraziare pubblicamente e di riconoscere
il merito a coloro che sono riusciti a
ritagliarsi un ruolo importante e far
raggiungere risultati di rilievo all’azienda stessa.
Attraverso l’evento, con il premio
l’azienda protagonista dell’anno ha
modo di mettersi in evidenza mostrandosi anche nella sua attività
proattiva, potendo mostrare, prima
di altre, l’attenzione reale che riserva
alle risorse umane, sia interne sia di
rapporto.
Questo “pool di eccellenze”, oltre a
ricevere un prestigioso premio, entrano di diritto, in qualità di soci
meritevoli, nel Club Tecnologia e
Passione, nato con lo scopo di riunire e valorizzare le eccellenze italiane e
internazionali in campo tecnologico.
Il Club nasce a Lucca nel 2009, sulla scia del Premio per l’Innovazione,
con lo scopo di riunire tutti i premiati delle varie edizioni, nonché
le aziende promotrici dell’evento. I
soci meritevoli hanno raggiunto oggi
quota 85, quindici dei quali stranieri,
e si affiancano alle sei aziende socie,
promotrici ad oggi dell’evento. Il
Club è una realtà giovane ma che ha
già realizzato interessanti e importanti iniziative: fra le sue finalità, oltre
quella di aggregazione e quella di favorire le relazioni fra i soci, quella di
organizzare iniziative sempre orientate alla ricerca, alla valorizzazione
o al sostegno delle eccellenze, anche
attraverso partnership con le Università con l’istituzione e il finanziamento di Premi di Studio in Facoltà
Tecnico-Ingegneristiche.
A fare gli onori di casa nell’edizione 2011, sponsorizzata da Henkel,
il Presidente del Club Tecnologia e
Passione Massimo Franzaroli, titolare della Pulsar di Castelmaggiore,
che al termine della cerimonia ha
dato il benvenuto ai nuovi soci nel
Club. Franzaroli ha lasciato la conduzione della cerimonia a Patrick
Kivits e Mauro Pirovano di Henkel,
i quali hanno consegnato i premi agli
undici designati: opere indite appositamente realizzate dal maestro Luca
Alinari, pittore e scenografo fiorentino di rilievo internazionale. L’evento, di respiro internazionale, è stato
seguito anche quest’anno in diretta
streaming, registrando un notevole
numero di accessi da parte, soprattutto, dei numerosissimi clienti esteri
dell’azienda promotrice e dei tanti
soci stranieri del Club Tecnologia &
Passione.
RELAIS BELLARIA
HOTEL & CONGRESSI
Il Relais Bellaria Hotel & Congressi,
originale e recente struttura 4 stelle,
è immerso nel verde delle colline bolognesi a soli 3 Km dal centro della
Un’immagine notturna del patio del Relais Bellaria Hotel & Congressi
città. E’ il luogo ideale per l’organizzazione di congressi/meeting/eventi
sfruttando l’incantevole giardino che
circonda la struttura, il moderno
centro congressi con capienza fino a
300 persone e le altre due luminosissime sale meeting tutte con luce naturale ed affacci sul verde e confinanti con una incantevole terrazza dove
poter organizzare rilassanti aperitivi o
coffee break.
All’interno dei giardini del Relais
Bellaria, il Ristorante “Del Parco” è
in grado di allietare i propri ospiti sia
interni che esterni alla struttura con
una cucina mediterranea e bolognese
di alta qualità e dal servizio accurato.
Nel periodo estivo è possibile cenare
o pranzare nella terrazza esterna gustando anche le proposte menù di
carne e pesce alla griglia.
Il Relais Bellaria Hotel & Congressi
è una location indicata per l’organizzazione di eventi, matrimoni, serate
di gala ed ogni altra occasione importante che si vuole organizzare in
un contesto rilassante, elegante ed
immerso nella natura.
SAYERLACK
Grande successo per “Fabbriche
Aperte” Sayerlack! Il 23 ottobre si è
svolto l’evento “Fabbriche Aperte”
con la partecipazione di oltre 400
persone, delle più diverse estrazioni:
autorità e istituzioni locali, professori
e studenti dell’Università di Bologna
e dell’Istituto superiore Aldini Valeriani, cittadini pianoresi interessati
alla visita di una grande azienda, dipendenti e loro familiari.
Tutti gli ospiti hanno potuto visitare lo stabilimento produttivo e
gestionale di Pianoro, partecipando
alle visite guidate organizzate dai dipendenti Sayerlack alla scoperta del
mondo delle vernici per legno. Le
diverse tappe hanno toccato i punti
di maggior interesse dell’azienda: il
reparto resine, il laboratorio di ricerca e sviluppo, i reparti dedicati
alla produzione dei catalizzatori, dei
prodotti poliuretanici e dei prodotti all’acqua, il confezionamento e il
magazzino dei prodotti finiti. Durante la visita è stato presentato anche l’ultimo investimento realizzato
FARE 53
dall’azienda: il postcombustore, che
assicura un abbattimento considerevole delle emissioni di solventi in atmosfera, assicurando il rispetto delle
normative in materia.
Al termine della visita gli ospiti sono
stati ricevuti da Alessandro Pirotta,
direttore generale di Sayerlack, da
Gabriele Minghetti, sindaco di Pianoro, da Matteo Aglio, direttore di
Avisa - Federchimica e da tutta la
dirigenza Sayerlack, per continuare
la giornata di festa sulle note della
musica suonata da ensemble musicali composti da dipendenti ed ex dipendenti Sayerlack e da cittadini di
Pianoro.
attività culturali realizzate in collaborazione con le istituzioni locali e
in particolare con il Comune di Pianoro, sensibile interlocutore nei progetti di salvaguardia dell’ambiente e
della salute della popolazione, che
con Sayerlack ha stretto un rapporto
d’apertura e collaborazione fin dalla
sua fondazione.
Dal 1999, infatti, il Sistema di Gestione Ambientale di Sayerlack è
conforme alla normativa Uni EN Iso
14001:2004: ciò significa contribuire
attivamente alla protezione dell’ambiente, prevenendo e mitigando gli
impatti delle attività aziendali sul
suolo, sulle acque e in atmosfera. Nel
Oltre 400 persone hanno visitato la Sayerlack nella giornata di “Fabbriche aperte” promossa
da Federchimica
Fabbriche Aperte, manifestazione
che Federchimica promuove sin dal
1987, rappresenta un momento importante per mostrare all’esterno che
cosa sia la chimica, sottolineandone
l’utilità. E’ un’occasione per rendere
visibili gli investimenti continui per
la difesa della salute, la salvaguardia
della sicurezza e la tutela dell’ambiente.
Inoltre l’evento organizzato da Sayerlack ha rappresentato un’opportunità
per consolidare il legame di fiducia e
trasparenza instaurato con le comunità del territorio, e per presentare
le iniziative per la promozione delle
54 FARE
2002 Sayerlack ha ottenuto per i suoi
prodotti all’acqua la certificazione
Ecolabel, il marchio europeo di qualità ecologica, mentre da un anno circa presso lo stabilimento di Pianoro
è attivo un impianto postcombustore
rigenerativo che, utilizzando un processo di ossidazione termica, abbatte
i composti organici volatili, gli idrocarburi e gli odori, trasformandoli in
inerti, anidride carbonica e acqua.
Con “Fabbriche Aperte” Sayerlack ha
dato la possibilità di constatare direttamente la serietà e l’affidabilità con
le quali opera, sfatando i fuorvianti
luoghi comuni che spesso, nell’im-
maginario collettivo, accompagnano
la percezione delle aziende chimiche.
SYSDATA ITALIA
Si chiama “Portale Opere Pubbliche”
la nuova soluzione progettata per il
Comune di Spoleto da Sysdata Italia,
la società bolognese specializzata da
oltre 30 anni nella fornitura di soluzioni e servizi IT. Il portale, accessibile direttamente dal sito del Comune (www.comune.spoleto.pg.it) ha
l’obiettivo di fornire una comunicazione trasparente ai cittadini sugli
investimenti e le opere pubbliche in
corso.
Il “Portale Opere Pubbliche” illustra ogni progetto in modo preciso e
puntuale, dallo stato di avanzamento ai diversi dettagli come l’importo
dell’appalto, le informazioni sulla
ditta appaltatrice e dei responsabili
dei lavori, l’ubicazione dei cantieri sul territorio comunale, e molto
altro. Le informazioni vengono caricate direttamente dai dipendenti
del Comune grazie a un applicativo
gestibile in modo dinamico: tramite un pannello interattivo gli stessi
dipendenti possono infatti seguire
i progetti, assegnare le commissioni
alle società che collaborano con il
Comune e coordinare i lavori. Infine, attraverso un apposito modulo,
ogni cittadino può inoltrare richieste
o proporre verifiche, mettendosi così
in diretta relazione con il Comune.
“Inauguriamo un nuovo modo di
pensare il rapporto tra amministrazione pubblica e cittadino” ha dichiarato il sindaco di Spoleto, Daniele
Benedetti. “Abbiamo voluto metterci alla prova permettendo a tutti di
conoscere in tempo reale lo stato di
avanzamento degli interventi che il
Comune effettua durante l’anno su
tutto il territorio. Con il Portale delle
Opere Pubbliche al cittadino viene
fornito non solo un quadro generale
preciso e puntuale rispetto agli interventi programmati dai nostri uffici
tecnici, ma avrà anche la possibilità
di registrarsi online, di comunicare
con i vari responsabili di procedimento e di ricevere ulteriori informazioni tecniche”.
Per Roberto Vecchione, fondatore e
presidente di Sysdata Italia, “il Portale è una dimostrazione concreta
recruiting, formazione e inserimento
professionale per offrire ai giovani in
cerca di lavoro un canale attraverso il
quale candidarsi e, dopo una prima
selezione e otto giorni di formazione gratuita con un docente in classe,
avere la possibilità di entrare a far
parte dell’azienda.
Nata con l’obiettivo di promuovere
l’innovazione e favorire - grazie al
contributo di autorevoli esperti del
settore – l’utilizzo delle nuove tecnologie, la Digital Academy si configura come un approccio innovativo
per selezionare risorse professionali e
favorirne la crescita attraverso la formazione.
TECHNE
GRAHAM PACKAGING
COMPANY ITALIA
Roberto Vecchione, fondatore e presidente
di Sysdata Italia
di come l’utilizzo delle tecnologie
informatiche possa contribuire al
processo di efficienza e trasparenza
che le amministrazioni locali stanno
perseguendo con grande attenzione e
che trova nel Comune di Spoleto un
esempio certamente avanzato”.
Tra le ultime novità in casa Sysdata
si segnala anche la Sysdata Digital
Academy, un’iniziativa che parte da
Facebook e dedicata esclusivamente
a giovani programmatori, neolaureati
o in attesa di prima occupazione. La
Digital Academy, disponibile al link
www.facebook.com/SysdataDigitalAcademy, si occupa in particolare di
Si chiama UNIKA® la macchina realizzata da Techne Graham Packaging
Company Italia: per l’appunto, l’unica soluzione integrata disponibile sul mercato per la produzione di
contenitori in HDPE, idonea per
soffiare, riempire e tappare bottiglie
mono o multi-strato da 80 ml fino
a 5 lt. Questo macchinario è la testimonianza della ripresa produttiva di
una delle più note aziende produttrici di macchine automatiche della
provincia: UNIKA® è infatti la prima
macchina realizzata dopo l’acquisizione da parte dell’americana Graham Packaging Company di Techne,
azienda bolognese reduce da un fermo produttivo di un anno.
Per celebrare questo importante risultato, l’Onorevole Vittorio Prodi,
europarlamentare e attuale membro
sostituto della Delegazione per le relazioni con la Repubblica Popolare
Cinese, si è recato in visita allo stabilimento di Castel Guelfo. Nella stessa
giornata era presente anche una delegazione cinese del gruppo Huishan
con sede a Shenyang, uno dei più
grandi produttori di latte e derivati
a livello mondiale. L’evento è stato
dunque anche l’occasione per favorire proficui rapporti di collaborazione
tra le due realtà industriali.
Tra le peculiarità del nuovo macchinario, UNIKA® permette di eliminare tutto il sistema di trasporto e di
stoccaggio delle bottiglie prima del
Il parlamentare europeo Vittorio Prodi ed alcuni rappresentanti della delegazione cinese del
gruppo Huishan durante la visita allo stabilimento Techne Graham Packaging Company Italia
FARE 55
BONFIGLIOLI RIDUTTORI: + 13,3 PER CENTO NEL 2011
Il 2011 si sta chiudendo per la Bonfglioli Riduttori SpA con un fatturato atteso pari a 680 milioni di euro che rappresenta un risultato positivo
rispetto al 2010 (+13,3%), grazie ad una serie di interventi sia di carattere organizzativo sia di gestione dei mercato.
La crescita è stata caratterizzata da una sostanziale ridistribuzione del fatturato. Cala il mercato europeo (-12,6% dal 2008 al 2011) con un passaggio in valori assoluti da 458 milioni prodotti nel 2008 a 400,3 milioni nel 2011, causa la profonda crisi che sta attraversando il nostro continente.
A questi valori però si contrappone una tendenza diametralmente opposta del resto del mondo: +18,9% per le Americhe, +94,6% della Cina,
+37,2% per l’India. La crescita dei cosiddetti paesi “emergenti” si snoda a ritmi accelerati attraverso produzioni non più arretrate e con gradi di
formazione tecnica di primissimo livello oltre una capacità di consumo interno sempre in ascesa. E la Bonfiglioli ha saputo interpretare questi
cambiamenti inserendosi nei tessuti produttivi locali (con una strategia GLocal - Globale-Locale) e impegnandosi in una profonda acquisizione
di fette di mercato sempre più significative nel campo delle Green Energy (fotovoltaico, con una business unit dedicata, che vede l’espansione
della sua sfera di attività soprattutto in questi paesi, e la generazione eolica dove Bonfiglioli è il primo gruppo al mondo per la movimentazione
delle pale e delle cabine delle turbine eoliche, anche di altissima potenza).
Anche in settori più tradizionali Bonfiglioli ha saputo dare risposte a mercati difficili e competitivi, come le macchine movimento terra ed agricole: in quest’ultimo settore, in coprogettazione con Magneti Marelli, è stata presentata alla
recente fiera Agritechnica di Hannover, riferimento mondiale per il settore agricolo, il primo
esempio di trasmissione ibrida per una macchina operatrice. Ricerca, investimento in nuovi
prodotti / soluzioni e strategie di produzioni innovative permettono alla Bonfiglioli di superare il
difficile momento congiunturale.
Gli investimenti sono stati pari a 22 milioni (di cui 10,5 in Italia) nel 2011 e sono previsti per il 2012
circa 30 milioni di investimenti globali (dei quali 13 in Italia). Questa crescita si accompagna
ad un aumento dell’occupazione del gruppo, in tutto il mondo: 3278 persone delle quali 2049 in
Europa (che rappresenta un valore assolutamente stabile): Per il resto del mondo si registrano
invece aumenti pari a +45,9% in America, +89,2% in Cina, +33,4% in India. Importante è la determinazione con la quale viene rafforzata l’area R&D del Gruppo: il nuovo centro di ricerca a
Rovereto - Bonfiglioli Mechatronics Research - è un esempio di perfetta integrazione in Italia
fra territorio, università ed impresa. In questo insediamento verranno progettati nuovi prodotti
nell’area dell’elettronica e della meccatronica con un forte legame con gli istituti tecnici, l’università di Trento ed il centro Bruno Kessler grazie a risorse specializzate e formate in loco. Contemporaneamente è previsto un rafforzamento dell’area di ricerca anche nelle sedi di Bologna,
che si vuole confermare come vero e proprio centro di eccellenza per la ricerca meccanica.
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processo di riempimento e di ridurre
così il costo del contenitore e lo spazio necessario per l’impianto. Grazie
alla sua flessibilità e modularità nel
numero dei carri, è possibile ottenere capacità produttive fino a 10.000
bph nel caso ad esempio di bottiglie
con capacità di 250 cc.
L’assistenza remota on-line, con recupero dei dati di produzione ed il
set-up automatico dei parametri garantisce l’efficienza della macchina,
56 FARE
Sonia Bonfiglioli
mentre la tecnologia di riempimento
offre una precisione affidabile grazie
alla tecnologia di net weight filling.
Inoltre, rispetto a una tradizionale
linea di imballaggio completa idraulica, UNIKA® ha un basso impatto
ambientale, riduce il consumo di
energia del 35% e richiede meno
manodopera e minori interventi di
pulizia e manutenzione (addirittura
il 70% in meno), grazie alla standardizzazione dei componenti, all’assen-
za di olio e alle soluzioni meccatroniche previste. I rapidi processi di
cambio formati e colore rende UNIKA® particolarmente flessibile e adattabile a moltissime applicazioni sia
per il settore alimentare (derivati del
latte, succhi, succhi di frutta, salse),
sia cosmetico e industriale (igiene
personale, olio motore e prodotti per
la pulizia della casa).
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ARTICOLO
DI
copertina
58 FARE
N
on c’è ragione di usare metafore: sul piano
della finanza internazionale, il momento
che stiamo vivendo da alcuni mesi a
questa parte può essere considerato,
senza alcun dubbio, tra i più orribili, schizofrenici ed indecifrabili. Una
stagione in cui le imprese, i cittadini,
i Paesi stessi hanno visto giorno per
giorno modificarsi le loro sicurezze,
i loro margini di gestione dell’economia, le loro prospettive.
Il rapporto tra imprese ed istituti
di credito, che da sempre è uno dei
punti più delicati e cruciali attorno
a cui gira l’operatività quotidiana di
qualunque azienda, ha risentito pesantemente della follia e delle paure
che stanno accompagnando questo
scorcio di 2011. La stretta è arrivata:
soffocante, rapidissima e con un’accelerazione agghiacciante.
Bankitalia stessa, già a metà ottobre,
era stata molto chiara nelle sue analisi: ‘’E’ quasi raddoppiata, al 28,6%
dal 15,2 della precedente inchiesta,
la quota delle imprese per le quali le
condizioni di accesso al credito sono
peggiorate negli ultimi tre mesi’’ segnalava nella sua indagine trimestrale
con il Sole 24 Ore. Su 486 aziende,
oltre la metà degli intervistati ritene-
60 FARE
va che le condizioni per investire fossero fortemente peggiorate rispetto
all’ultimo rilevamento.
L’allarme, del resto, il Presidente di
Unindustria Bologna Alberto Vacchi
lo aveva lanciato già alla fine di luglio
con una lunga intervista al Resto del
Carlino. Ecco perchè, come è naturale, l’Associazione sta dedicando
uno sforzo ancor più massiccio del
consueto per garantire e favorire con
ogni mezzo gli investimenti delle
imprese, la loro ricapitalizzazione, la
loro stessa liquidità.
Nel frattempo, l’esperienza di questi
mesi ci sta precisando sempre più
alcuni punti fermi, anche attraverso
quel “tavolo di dialogo” che mette
a confronto periodicamente Unindustria e tutti i principali istituti di
credito locali. Ed il primo punto è
proprio questo: oramai non si parla
più di difficoltà nel rapporto tra banche ed imprese. Quella che si deve
registrare semmai, in parecchi casi, è
una mancanza totale di tale rapporto.
Ciò che sconcerta di più, parliamoci chiaro, è l’incertezza delle banche
stesse, che sempre più spesso ammettono non solo di non essere in grado,
oggi, di gestire il costo del denaro in
maniera convenzionata, ma addirittura di aver chiuso ogni rubinetto.
La ragione? Gli istituti di credito non
sono in grado di programmare il loro
approvvigionamento di denaro.
Tradotto in altre parole: qualcuno
può anche cercare di esorcizzare la
parola “credit crunch”, ma bene che
vada (e tutti i messaggi che arrivano
sono, comunque, di questo tenore)
sicuramente l’erogazione del credito
sarà decisamente più selettiva. Il che
significa che per molti non ce ne sarà.
Certo è inevitabile che stia crescendo
l’attenzione delle banche al rispetto
ed alla messa in pratica delle procedure legate agli accordi internazionali
sui loro requisiti patrimoniali. Il che,
per le aziende, significa: se già Basilea
2 aveva fatto soffrire tanti, Basilea 3
con le sue strette è sempre più vicina.
Ma qui siamo già, drammaticamente, un passo più in là: siamo al caso
di una risorsa, il denaro, che di fatto
non è più reperibile sul mercato. E
quando lo è, le condizioni sono inavvicinabili per chiunque o quasi.
Va da sè che, in queste condizioni,
convenzioni valide per un’intera categoria oggi le banche non ne fanno
comunque, si tratta con la singola
azienda caso per caso. Ed anche per
chi riesce ad ottenere un sì, le condizioni pattuite quindici giorni fa non
è detto che, al momento di far partire
concretamente un’operazione, siano
ancora valide.
E’ un’analisi dura di fronte ad una
stagione di crisi così pesante ed a
molte imprese oggettivamente in
ginocchio. Ma è da questi dati impietosi che bisogna partire, volenti o
nolenti, se si vuole trovare soluzione
al problema di una delle merci più
critiche ma più essenziali per l’attività aziendale: il denaro, appunto.
L’impegno è chiaro e duplice. Primo:
le aziende non devono uscire da questa crisi con le ossa rotte. Secondo:
per impostare le loro strategie di sviluppo, il denaro è una risorsa chiave.
La prima cosa da fare dunque è presidiare tutti i rapporti banca-impresa,
in particolare quelli che coinvolgono
le realtà di più piccola dimensione
che hanno meno potere contrattuale.
Vogliamo fare tutto ciò che è possibile per agevolare l’accesso al credito da
parte di tutte le aziende (ed anche per
verificare, non si sa mai, che il clima
finanziario non abbia fatto spuntare
qua e là eventuali comportamenti
“inusuali” da parte di qualche istituto). L’ufficio economico dell’Associazione sta seguendo come e più di
sempre le richieste di “aiuto” di ogni
singolo imprenditore nei confronti
del sistema bancario, assistendolo e
affiancandolo direttamente anche nei
suoi rapporti con gli istituti.
Poi ci sono le iniziative concrete da
mettere in campo. E prima di tutto,
visto l’attuale contesto economico
finanziario e il vertiginoso innalzamento degli spread, Unindustria
Bologna intende continuare nel suo
supporto alle imprese – soprattutto, ancora una volta, alle più piccole - investendo direttamente risorse
proprie, per limitare in ogni maniera
possibile il costo del denaro.
Anche per il 2011, ad esempio, è stata rinnovata la proposta di “Pronto
Liquidità” per le necessità finanziarie
di fine anno delle imprese associate,
con un plafond di 14 milioni di euro.
In questo caso, il costo degli interessi
applicati dalle banche verrà abbattuto attraverso l’utilizzo di risorse
finanziarie di Unindustria appositamente destinate allo scopo.
Al tempo stesso, Unindustria sta
cercando sempre più di affrontare
le problematiche direttamente sul
territorio, in un’ottica comunque
di collaborazione con il mondo del
credito. Lungo un arco di due mesi
ad esempio, in ottobre e in novembre, sono stati organizzati sette incontri diversi, in diverse località
della provincia, sempre all’interno
di un’azienda. Lì, di fronte a piccoli
gruppi di imprenditori - che, grazie
al numero contenuto di partecipanti,
potevano intervenire in maniera più
diretta ed esporre ciascuno il proprio
caso ed i propri dubbi - esperti delle
pratiche di affidamento dei vari istituti bancari hanno illustrato le problematiche collegate al rating e agli
adempimenti previsti dagli evolversi
futuri degli Accordi di Basilea 3.
E’ un lavoro proficuo, capillare: vogliamo informare e formare gli imprenditori su temi di cui magari si
parla anche molto, ma che a volte
restano sconosciuti nei loro meccanismi concreti di funzionamento.
Ma proprio perchè il dialogo tra
impresa e banca è così drammaticamente a rischio, è fondamentale
oggi dotare ogni singola azienda di
strumenti sempre più idonei per dimostrare all’istituto di credito il suo
valore aggiunto.
E’ un problema allora anche di cultura delle imprese stesse e di riconosci-
Daniele Salati Chiodini, Vice presidente di Unindustria Bologna con delega al credito e alle politiche fiscali
mento dei valori della pianificazione
e del controllo di gestione.
Questo significa, in altre parole, che
occorre lavorare sull’utilizzo corretto degli affidamenti, su un rapporto equilibrato tra i debiti a medio
e quelli a lungo termine, sui valori
immateriali dell’azienda, sulla corretta presentazione di piani pluriennali
affidabili. L’obiettivo deve essere soprattutto uno: costruire un sistema
di richiesta di finanziamento differente dal passato, in qualche modo
più “convincente” per la banca che
dovrà deliberarlo.
C’è molto da fare, in definitiva. E
le parole d’ordine sono molteplici:
grande vigilanza ma altrettanta collaborazione con il sistema bancario,
affiancamento costante di ogni azienda nelle sue esigenze specifiche, un
lavoro calato sul territorio, crescita
della cultura d’impresa. Tanti obiettivi, ma a nessuno si può rinunciare,
se vogliamo davvero uscire dalla crisi.
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FARE 61
2
Banche e imprese
Turbolenze
e incertezze
Intervista a
Francesco Trimarchi,
Direttore della sede
di Bologna della
Banca d’Italia.
F
rancesco Trimarchi è arrivato sotto le Due Torri alla
fine dell’estate. 56 anni,
comasco di nascita, si è laureato proprio a Bologna in Scienze
Statistiche ed Economiche nel 1979.
Entra in Bankitalia nel 1981. Economista presso il Nucleo per la ricerca
economica della sede di Milano fino
al 1993, si occupa soprattutto del
settore reale e del mercato del lavoro.
Prosegue la sua carriera nell’ambito
della Vigilanza, prima come capo
Divisione poi, dal 2002 al 2007,
come responsabile della Vigilanza
della sede milanese. Direttore della
filiale di Brescia dal 2007, nello scorso mese di settembre ha assunto la
62 FARE
responsabilità della Sede di Bologna.
Dottor Trimarchi, tra le imprese la preoccupazione è molto forte. Si teme, legittimamente, che le turbolenze finanziarie dell’ultimo periodo scarichino
inevitabilmente i loro riflessi anche sul
rapporto tra banche e aziende. Secondo
lei, fino a che punto questo fenomeno è
già in atto?
- Negli ultimi mesi sono tornate a essere rilevanti le turbolenze finanziarie
e le tensioni sui mercati. La percezione di un maggior rischio sui titoli di
stato italiani influenza i costi di raccolta per le nostre banche, rendendo
di conseguenza più gravoso l’accesso
al credito per le imprese e le famiglie.
Negli ultimi mesi abbiamo registrato
un moderato aumento sui tassi bancari, sia verso le famiglie sia verso le
imprese. Chiaramente questi aumenti possono riflettere sia i citati maggiori oneri in termini di raccolta sia
la rischiosità dei prestiti nell’attuale
quadro congiunturale. Per quanto
riguarda le quantità, il tasso di crescita dei prestiti si è stabilizzato tra il
secondo e il terzo trimestre dell’anno
dopo la ripresa registrata per tutto il
2010.
In concreto, i timori delle aziende sono
due. Il primo riguarda l’approvvigionamento di denaro. Lei ritiene che in
una fase come questa domanda e offerta si stiano incontrando?
- La dinamica dei prestiti alle imprese
è molto correlata con il ciclo economico. Stabilire se questo dipenda più
da fattori di domanda o da fattori
di offerta è un esercizio complicato. Le nostre indagini ci dicono che
la ripresa dei prestiti osservata dalla
primavera del 2010 è stata guidata dalla domanda di finanziamenti
delle imprese a fronte di condizioni
di offerta sostanzialmente invariate
e improntate alla prudenza. Il rafforzamento della domanda ha tratto
stimolo soprattutto dalle esigenze di
finanziamento del circolante e dalle
operazioni di ristrutturazione del
debito. È rimasta invece debole la
componente della domanda legata al
finanziamento degli investimenti. Le
condizioni di offerta, dal canto loro,
hanno mantenuto un accento restrittivo. Non hanno riguardato, tuttavia, tutte le imprese allo stesso modo;
verso quelle ritenute più rischiose
l’atteggiamento delle banche è stato
più selettivo. Nostre analisi mostrano infatti che la dinamica dei prestiti
è stata migliore per le imprese che
si caratterizzavano per una migliore
redditività e per un leverage più contenuto già prima della crisi.
Il secondo timore riguarda naturalmente il costo del denaro. Che cosa sta
succedendo? E che cosa succederà?
- Il meccanismo è abbastanza semplice. La crisi dei debiti sovrani si
riflette direttamente sul patrimonio
delle banche che detengono i titoli di
stato dei paesi in crisi. Vi sono anche
effetti indiretti quando, per esempio,
una banca vanta crediti verso altri
ARTICOLO DI copertina
intermediari che detengono titoli di
stato di paesi in crisi o anche quando
questi titoli vengono concessi in garanzia per la concessione di prestiti.
Tutto ciò comporta, in prima battuta, un aumento dei costi del sistema
bancario per l’approvvigionamento di liquidità attraverso il mercato
interbancario e anche attraverso le
emissioni di obbligazioni che divengono più onerose. Tali costi possono
trasferirsi, di riflesso, sulle famiglie
e sulle imprese, aumentando l’onere
del debito e scoraggiando i consumi e
gli investimenti. A tutto ciò potrebbe
affiancarsi una maggiore rischiosità
del credito bancario connesso anche
con il peggioramento del quadro
congiunturale. In queste condizioni
è verosimile attendersi un atteggiamento maggiormente orientato alla
prudenza da parte degli intermediari
bancari anche nei prossimi mesi.
Oggettivamente, che cosa è cambiato
rispetto al primo semestre di quest’anno?
- Nella seconda parte dell’anno sono
aumentate le tensioni sui titoli di
stato, con i riflessi di cui abbiamo
detto sull’intero sistema bancario.
La crisi finanziaria ha anche imposto un’accelerazione nei piani di
consolidamento dei conti pubblici in diversi paesi. Tali politiche di
bilancio, quando non opportunamente calibrate, possono condurre a
un pericoloso avvitamento in cui le
misure restrittive deprimono la crescita economica rendendo necessari
nuovi interventi sui conti pubblici.
Le turbolenze sui mercati finanziari
e la maggiore incertezza si sono riflessi in un peggioramento del quadro internazionale. Gli indicatori di
fiducia delle famiglie e delle imprese
sono tornati a flettere. Più in generale, l’aumentata incertezza fa si che
le imprese e le famiglie assumano un
orientamento più cauto, congelando
gli investimenti delle prime e i consumi delle seconde. Nel complesso,
tali dinamiche hanno portato a una
revisione al ribasso delle stime di crescita. Nella primavera di quest’anno
le previsioni di crescita del PIL rilevate da Consensus Economics indicavano, per l’Italia, valori intorno
all’1 per cento sia per il 2011 sia per
il 2012. Le ultime stime disponibili
indicano, al contrario, una crescita
dello 0,7 per il 2011 e dello 0,3 per
il 2012. Non esistono stime comparabili per la regione ma è verosimile
attendersi che queste non si discosteranno in misura significativa da quelle del resto del paese.
Come giudica nello specifico la situazione bolognese? Ci sono differenze significative, in positivo o in negativo,
rispetto ad altre realtà avanzate del
paese?
- Fare analisi sulla congiuntura economica a tale livello di dettaglio è
complicato, anche perché le fonti
informative si rarefanno e l’attendibilità degli indicatori si indebolisce.
Quello che possiamo dire è che il
bolognese, come il resto della regione, essendo un territorio orientato
all’export ha sofferto maggiormente,
durante la crisi, la forte caduta del
commercio internazionale. Nel periodo successivo alla crisi, e anche in
prospettiva, tuttavia, il maggiore grado di apertura all’estero costituisce
un elemento positivo nel confronto
con altre aree del paese. Gli elementi di stimolo alla crescita economica, infatti, provengono soprattutto
dalla domanda estera. Tuttavia, la
situazione per le imprese, quanto a
redditività, indebitamento e prospettive di crescita futura, rimane molto
differenziata sia per quello riguarda
i differenti comparti di attività economica sia per aziende che operano
all’interno di specifici settori di attività economica.
l rapporto banche-imprese è sempre
stato uno dei nodi più delicati dell’economia reale. Con le procedure di Basilea 2 molte imprese hanno lamentato
maggiori difficoltà di accesso al credito.
Con l’arrivo di Basilea 3 queste preoccupazioni si accentuano. Dovremo
concretamente attenderci delle restrizioni significative?
- Le valutazioni sulle proposte di Basilea 3 sono, come spesso accade, di
segno opposto. Da un lato, banche e
imprese lamentano l’eccessiva severità del nuovo quadro regolamentare, i
costi connessi con più elevati requisiti di capitale e le possibili ripercussioni sul finanziamento dell’economia.
Dall’altro lato, alcuni osservatori
Francesco Trimarchi, Direttore della sede di
Bologna della Banca d’Italia
FARE 63
hanno considerato le proposte non
sufficientemente incisive, soprattutto
alla luce della lunga fase transitoria,
per la salvaguardia della stabilità finanziaria. Per valutare l’impatto delle
nuove regole sono stati condotti degli studi da parte delle autorità internazionali. I risultati mostrano che i
costi legati all’implementazione delle
nuove regole non sono trascurabili. La maggiore solidità del sistema
finanziario indotta dalla riforma ridurrebbe, tuttavia, la probabilità di
nuove crisi finanziarie e le ricadute
negative sulla crescita economica. I
benefici nel medio-lungo periodo,
quindi, sarebbero superiori ai costi.
Per quanto riguarda l’accesso al credito delle imprese, gli effetti potranno risultare diversificati. Le piccole
imprese, in particolare, anche a causa
della sostanziale assenza di canali di
finanziamento alternativi al credito,
dipendono maggiormente dalle banche. Pertanto, potrebbero risentire
maggiormente degli effetti delle nuove regole. Tuttavia altre considerazioni attenuano tali rischi. In primo
luogo, le piccole imprese sono finanziate in misura minore dalle banche
più grandi e complesse che subiranno il maggiore impatto della riforma.
Inoltre, ma si tratta forse del fattore
più significativo, va considerato che
un buon numero di banche italiane
di medie e piccole dimensioni è già
oggi caratterizzato da livelli di patrimonio superiori a quelli richiesti
dalle nuove regole. Questi intermediari hanno saputo assicurare anche
durante la crisi un sostenuto flusso
di credito all’economia. È verosimile
che le piccole imprese potranno continuare a beneficiare del dinamismo
di queste banche, che rappresentano
un loro interlocutore naturale soprat-
64 FARE
tutto per il radicamento nel territorio
e la spiccata capacità di incorporare
nel processo creditizio le informazioni qualitative sul merito di credito
della clientela.
Ci sono degli obiettivi precisi che
Bankitalia si pone, in questo momento,
per l’economia dell’Emilia-Romagna?
- Non ricade ovviamente nei nostri
compiti indicare obiettivi. Il nostro
contributo si colloca, piuttosto, sul
piano dell’analisi dello “stato di salute” della nostra economia, analisi
che mettiamo a disposizione delle
autorità, delle imprese, dei cittadini e
sull’approfondimento delle possibili
alternative di policy.
L’Emilia-Romagna ha registrato una
crescita modesta negli anni prima
della crisi e una marcata caduta tra
il 2008 e il 2009. Qualche numero
rende bene l’idea. Nei dieci anni precedenti la crisi il PIL è cresciuto in
regione del 16 per cento. Nel biennio
2008-2009 la caduta è stata di oltre il
7 per cento facendo tornare l’economia sui livelli d’inizio secolo. L’uscita
dalla crisi è lenta: servirà ancora molto tempo per tornare ai livelli precrisi. L’andamento della regione in
questo arco temporale non si è discostato significativamente da quello del
resto del Paese, mentre è stato meno
favorevole di quello registrato nell’area dell’euro. Il confronto con aree
del mondo più dinamiche sarebbe
ancora più penalizzante. Questi dati
testimoniano che l’Emilia-Romagna
condivide con il resto del paese, e
da anni, un problema di crescita. È
essenziale, pertanto, che vengano rimossi i nodi strutturali che la ostacolano. Da questo punto di vista gli
obiettivi di politica economica sono
gli stessi per tutto il paese, sebbene
la rilevanza di alcuni problemi vari a
seconda dei territori.
Dal lato delle politiche pubbliche,
occorrono misure che favoriscano la
competitività delle imprese, intervenendo sulla regolamentazione dei
mercati, stimolando l’innovazione
e l’internazionalizzazione, promuovendo la crescita dimensionale delle imprese. È necessario migliorare
anche il funzionamento del settore
pubblico, permettendo una razionalizzazione nell’allocazione delle
risorse e una riduzione degli sprechi
e delle duplicazioni dei livelli di governo. Nell’ottica del miglioramento
dell’efficienza e della qualità dei servizi forniti è necessario, in particolare, predisporre indicatori di efficienza
e diffondere una cultura della valutazione. Tali informazioni sono necessarie per consentire alle singole unità
di individuare i punti di debolezza
del proprio sistema, ai cittadini di
valutare l’azione degli amministratori, allo Stato di applicare meccanismi
sanzionatori.
Il cambiamento, tuttavia, deve avvenire anche all’interno delle imprese,
con l’adozione, ad esempio, di pratiche manageriali che migliorino la
produttività totale dei fattori. Alcuni
studi mostrano infatti che lo sviluppo e la profittabilità delle imprese
sono spesso associati a modelli organizzativi in cui è diffusa la valutazione e il management è pagato in base
alla performance. Al contrario, in
Italia prevalgono modelli organizzativi familiari e in cui il management è
pagato più per la lealtà e la vicinanza
alla proprietà.
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3
Banche e imprese
ma il problema
vero
è il “capitale
di connessione”
di Sara Scheggia
Per l’economista Stefano Zamagni
la crisi del credito è solo un’aggravante.
Il vero pericolo, dice, è la mancanza di
legami fra ricerca, impresa e istituzioni.
«E’ vero, il denaro costerà di più e le
imprese avranno difficoltà maggiori,
ma la stretta del credito passerà. Ciò
che, invece, resterà è la mancanza
cronica di quel “capitale di connessione” che mette in rete imprese, ricerca e istituzioni. E’ la vera malattia
dell’Italia». Così Stefano Zamagni,
economista e professore universitario, esprime le sue considerazioni
sull’attuale scenario economico. E
oltre ad elencare i deficit strutturali
del sistema imprenditoriale italiano,
fa il punto sulla situazione bolognese.
66 FARE
Professor Zamagni, che cosa sta succedendo? Siamo di fronte ad una nuova
crisi?
«Nel 2009, in Italia si diceva che la
crisi non esisteva, mentre nel 2010
si sosteneva che ne saremmo usciti
indenni o meglio di altri. Abbiamo
perso tempo, senza realizzare le riforme strutturali necessarie a superarla e
quest’anno i nodi sono venuti al pettine: la manovra agostana ha avuto
un effetto “gelo” sulle imprese, colte impreparate. Ora vediamo che la
Spagna, con fondamenti di mercato
inferiori ai nostri, va meglio dell’Italia dal punto di vista finanziario.
Hanno intercettato prima la crisi, e
il loro spread sui Bund è inferiore».
Sarà dunque un altro autunno di sofferenza, sotto il profilo del credito alle
imprese?
«Le previsioni non sono rassicuranti,
all’orizzonte ci sono le nuove regole
di Basilea 3 e l’aumento dei tassi di
interesse dovuto allo spread e al debito. Non ci sarà un credit-crunch, cioè
una stretta totale che strangolerà l’e-
ARTICOLO DI copertina
conomia reale, ma il costo del denaro
aumenterà. Ed è inevitabile che le
banche avranno maggiore difficoltà
a concedere credito. In più, l’Eba (la
European Banking Authority, n.d.i.)
ha emanato delle norme che impongono ulteriori rafforzamenti patrimoniali per le banche: la richiesta di
aumenti di capitale farà diminuire i
prestiti alle imprese. Il governo dovrebbe cercare di intervenire anche
su questo, tra i suoi primi compiti.
Ma il vero problema non è questo».
Altri guai in vista?
«Sto parlando del mancato investimento, in Italia, nelle sezioni alte
di ricerca e sviluppo. Sappiamo che
per avere successo sui mercati globali bisogna innovare e, per farlo, c’è
bisogno delle “teste” migliori. Noi
abbiamo i cervelli, ma manchiamo
di un altro capitale fondamentale,
oltre a quello umano: il capitale “di
connessione”, quei legami fra ricerca,
impresa e istituzioni».
Il professor Stefano Zamagni
Qualcuno obietterebbe che l’Italia è
piena di laureati brillanti, che non trovano lavoro.
«Spesso si tratta di laureati brillanti
che non hanno mai visto un’azienda,
anche a causa del sistema degli stage
che non funziona come dovrebbe. In
più, c’è anche un’altra tragedia: il rifiuto, da parte dei ragazzi italiani, dei
lavori manuali.
wwwUna recente indagine europea
lo dimostra: in attesa di un’occupazione degna del percorso di studi,
solo il 5% degli under 30 italiani
accetterebbe un lavoro manuale. In
Germania siamo al 40%».
Tornando al credito, non crede che
un’ulteriore stretta soffocherà proprio
l’innovazione?
«No, potrebbe essere il contrario. Il
bisogno aguzza l’ingegno: se si chiude il rubinetto del credito, si compensa in altri modi. Ripeto, la crisi
del credito sarà un’aggravante, ma
non è la malattia. E il bravo medico
non è quello che cura la malattia, ma
le sue cause.»
Come vede la situazione a Bologna?
«I bolognesi hanno nel dna l’idea
del mettersi in rete. Pensiamo ai distretti industriali: erano i migliori del
mondo. C’è stata una deriva individualistica che, con la crisi, ha avuto
risvolti negativi: oggi le imprese sono
sole. Sergio Marchionne, per esempio, uscendo da Confindustria ha
fatto capire di non aver bisogno di
nessuno, ma non è così, ci rimetterà.
E’ un altro segnale della mancanza di
connessione fra economia, società civile e istituzioni: nessuno può farcela
da solo».
Come si recupera questo dialogo?
«Riallacciando i rapporti con le scuole superiori e gli istituti tecnici. A
Bologna le Aldini-Valeriani erano
famose in tutto il mondo, abbiamo
lasciato che scomparissero e la colpa
è di tutti, industriali compresi. Altra
cosa che è scomparsa, la presenza di
una banca locale»
Sarebbe un’arma in più contro la recessione?
«Sicuramente. Anni fa c’erano due
gioielli: il Credito Romagnolo e la
Cassa di Risparmio. Ora, con gli accorpamenti, questa funzione di sentinelle dell’economia locale è venuta
a mancare. La stretta del credito si è
sentita meno in posti dove le piccole banche resistono, come Cesena.
La banca piccola, infatti, conosce i
clienti e resta sul campo, anche con
la tempesta. Quella grande, di solito
e salvo rare eccezioni, lascia le imprese al loro destino».
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FARE 67
ARTICOLO DI copertina
ne con i quali è possibile effettuare
un’autovalutazione finanziaria dell’azienda basata su valori desunti dal
bilancio e da un’indagine qualitativa
formulata rispondendo ad un questionario. Ciò consente, con l’aiuto
dei Gestori d’impresa di Carisbo,
di formulare piani di crescita per le
aziende, verificandone l’impatto sul
profilo di rischio dell’impresa. In tal
modo vi è la possibilità di migliorare
il rating e quindi la capacità di credito dell’impresa.
Giuseppe Pallotta, Direttore Generale di Carisbo
- I tassi, come tutti possono vedere
dai mercati, hanno subito in questi
mesi forti oscillazioni verso l’alto,
scontando una negativa valutazione
del sistema Paese da parte degli investitori internazionali. Questo non
potrà che incidere sul costo finale
del credito a imprese e famiglie nei
prossimi mesi. Noi siamo impegnati, d’intesa anche con le associazioni
di categoria, a fare ogni sforzo per
contenere al massimo tali variazioni,
utilizzando ove utile e opportuno anche tutti gli strumenti di garanzia a
disposizione delle imprese.
Che cosa è cambiato, nello scenario
esterno e nei comportamenti di Carisbo, rispetto al primo semestre 2011?
- Per quanto ci riguarda, lo ripeto,
continueremo a fare la nostra parte
per garantire il necessario credito al
nostro territorio, senza modificare i
nostri criteri di lavoro. In una fase
difficile come l’attuale congiuntura
economica, occorrerà certamente
valutare molto attentamente il merito creditizio, assicurando i finanziamenti alle famiglie e alle imprese
meritevoli, ma avendo nel contempo
la dovuta cautela e fermezza nei confronti di quelle realtà che presentano
problematiche difficilmente affrontabili.
Con le procedure di Basilea 2 molte
imprese avevano trovato più difficoltà
di accesso al credito. Ora sta per arrivare Basilea 3: si accentueranno le restrizioni?
- Grazie anche ad apposite intese
sottoscritte con le associazioni di
categoria, noi abbiamo già da tempo cercato di sviluppare un dialogo
più stretto fra banca e impresa, per
parlare un linguaggio comune e
condividere il maggior numero di
informazioni, anche alla luce dei requisiti di Basilea 3. Abbiamo messo
a disposizione delle imprese, specialmente quelle medio-piccole, nuovi
strumenti diagnostici e di simulazio-
Ma l’impegno del vostro istituto sul
territorio bolognese vedrà dei cambiamenti nel prossimo futuro? Quali progetti avete per il 2012?
- Carisbo, confermando una modalità da sempre avviata, cercherà di
lavorare a stretto contatto di gomito
con le associazioni che rappresentano le diverse realtà imprenditoriali
della provincia bolognese, portando
in particolare il proprio contributo
ai progetti di sviluppo e crescita imprenditoriale. Tra questi, particolare
attenzione dedicheremo nei prossimi
mesi a favorire i processi di aggregazione delle imprese: Carisbo, grazie al supporto tecnico ed operativo
della nostra capogruppo Intesa Sanpaolo, è oggi tra le prime banche in
grado di supportare concretamente la
costituzione e l’avvio dei Contratti di
Rete d’Impresa con servizi finanziari
e di consulenza dedicati. Carisbo intende sostenere concretamente il decollo di questo innovativo strumento
di aggregazione, che dà alle imprese
maggiori risorse per competere e forza sui mercati, in particolare quelli
internazionali, e ne preserva al contempo l’autonomia.
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FARE 69
5
Banche e imprese
Intervista a
Franco Tomasi,
direttore
area Bologna
della BPER.
di Giacomo Ruggero
Individuare
canali
di finanziamento
innovativo
70 FARE
ARTICOLO DI copertina
Subito il punto nevralgico: giro di vite
sul credito?
«La BPER ha sempre svolto un’attività di banca commerciale, questa
vocazione a sostegno del territorio ci
ha sempre contraddistinto e non verrà meno neanche in questo momento. Sicuramente, data la situazione
nazionale ed internazionale, c’è una
maggiore attenzione al merito creditizio».
Se si parla di credito, inevitabile guardare al costo del denaro...
«Il clima di sfiducia e le tensioni sul
debito pubblico si riflettono inevitabilmente sul costo della provvista per
le banche. Se queste tensioni non si
placano e non si riducono gli spread, diventerà inevitabile, almeno nel
breve, un inasprimento delle condizioni verso la clientela. Le banche dovranno in qualche modo recuperare
gli elevati aumenti registrati sui costi
che, in questa fase, sono in massima
parte mantenuti all’interno. Sono auspicabili politiche economiche e monetarie a livello Ue e nazionale che
favoriscano la ripresa e che contengano il costo del funding. Spero che
passata questa fase si possa tornare a
prezzi non influenzati da fattori esogeni e straordinari».
Rispetto al primo semestre 2011, come
e dove è cambiato il modus operandi
del suo istituto?
«Nella prima parte dell’anno, le imprese di quasi tutti i distretti della
nostra regione hanno beneficiato
soprattutto della ripresa delle esportazioni. Anno su anno, a settembre
2011 gli impieghi netti complessivi
di BPER sono cresciuti del 3,9%. In
particolare, per Bologna e provincia,
l’incremento si è
attestato al 5,1%.
Nella prima parte
del secondo semestre abbiamo
registrato qualche
rallentamento, la
situazione non si
presenta omogenea: vi sono settori
che evidenziano
buona salute e altri che faticano a
ritrovare il giusto
equilibrio, imprese che evidenziano
buone crescite di volumi e di quote
di mercato e imprese impegnate in
riorganizzazioni non semplici».
Dopo Basilea 2, Basilea 3: si accentueranno le restrizioni di accesso ai finanziamenti?
«E’ indubbio che i criteri di erogazione del credito stiano cambiando
anche, ma non solo, in virtù degli accordi di Basilea. Si rende sempre più
necessario considerare con attenzione l’effettiva sostenibilità del business
e la patrimonializzazione dell’impresa. E’ un rigore necessario, ma anche
utile: da un lato è il modo migliore
per garantire la solidità del sistema
finanziario (e abbiamo visto in questi
ultimi mesi quanto questa sia importante); dall’altro aiuta le aziende ad
individuare percorsi di crescita virtuosi e sostenibili».
Subirà modifiche il vostro impegno?
Quali i progetti 2012?
«Nessun cambiamento nelle nostre
azioni a sostegno del territorio. Le
domande verranno tutte esaminate
con grande interesse e, se condivise,
finanziate. Certo che parametri e
condizioni dovranno essere contestualizzati al momento che stiamo vivendo. BPER continuerà a confrontarsi con le associazioni di categoria
del territorio per definire accordi che
facilitino l’accesso al credito. E continuerà il proprio impegno per individuare canali di finanziamento innovativo in modo da offrire alle aziende
gli strumenti adeguati per affrontare
l’impatto della crisi e avviare o consolidare la ripresa. E’ il caso, ad esempio, delle nuove linee di credito con
intervento Banca Europea per gli Investimenti, Medio Credito Centrale,
Sace e Cassa Depositi e Prestiti, con
una grande flessibilità nella tipologia
degli interventi.
In particolare, proprio in questi
giorni, Banca Europea per gli Investimenti ha confermato il proficuo
rapporto di collaborazione con il
nostro Istituto concedendo una linea
di credito per finanziare progetti di
sviluppo delle aziende clienti fino ad
un ammontare di 300 milioni. Una
prima tranche di 50 milioni sarà disponibile da gennaio 2012 per finanziamenti a tassi agevolati fino a 12
anni.»
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FARE 71
6
Banche e imprese
LE ANOMALIE
DEL CICLO ECONOMICO
di Giacomo Ruggero
Più che di stretta creditizia” tout
court”, Alessandro Signorini, direttore area Emilia Romagna del
Monte dei Paschi di Siena, punta ad
un’analisi più articolata del fenomeno. «Semmai – osserva, rimettendo
la barra al centro - potremmo dire
di essere in presenza di una politica
creditizia necessariamente selettiva
e conseguentemente allineata all’attuale fase del ciclo congiunturale. E’
piuttosto il ciclo economico stesso
che, con un mix di componenti negative senza precedenti, sia dal lato
finanza che dell’economia reale, ha
delle forti anomalie e motivi di discontinuità e forte preoccupazione
rispetto ad analoghe fasi del passato».
Fonte di preoccupazione delle aziende sono, in primis, le fonti di finanziamento. In questa logica, l’offerta è
proporzionata alla domanda? E soprattutto nell’immediato futuro cosa dobbiamo aspettarci?
«Ritengo che questo sia il vero problema dell’attuale fase economica:
il non perfetto funzionamento del
Intervista ad
Alessandro Signorini,
Direttore area Emilia
Romagna del Monte
dei Paschi di Siena.
72 FARE
mercato interbancario, causato dalla
persistente sfiducia nei debiti sovrani
dei singoli Paesi e conseguente tensione dello spread Btp/Bund sino
ai recenti livelli di allerta, fa sì che
l’attività di funding delle aziende
di credito sia non solo onerosa ma
anche molto difficoltosa, in particolare quella a medio lungo termine.
Le risposte spettano solo alla politica
nazionale e sovra-nazionale che deve,
però, armonizzarsi con analoghi
comportamenti delle istituzioni finanziarie quali Bce e Fmi. Gli ultimi
ARTICOLO DI copertina
provvedimenti in materia (cfr recente direttiva EBA) denotano ancora
una volta, non solo scarsa chiarezza
e unità di intenti, ma appaiono palesemente penalizzanti verso alcuni paesi: vera e propria benzina sul fuoco
per i mercati finanziari».
Inevitabile, a questo punto, toccare il
tema del costo del denaro: qual è la situazione oggi? E cosa si prospetta per i
prossimi mesi?
«La risposta è strettamente correlata
alla precedente ed è conseguenza delle leggi economiche della domanda
e dell’offerta: è infatti assai intuibile che, in carenza e, in alcuni casi,
mancanza di materia prima, il costo
per l’approvvigionamento della stessa
è inevitabilmente destinato a salire.
Non aiuta certamente la recente direttiva dell’EBA, già citata in precedenza, in merito alla valutazione
“mark to mark” dei titoli dei debiti
sovrani nei portafogli delle aziende
bancarie che rischia di penalizzare oltre modo l’intero sistema produttivo
italiano ».
Dal suo punto di osservazione, come
è cambiato – se ciò si è verificato - il
comportamento del suo istituto rispetto
al primo semestre 2011?
«Rispetto al primo semestre del 2011,
lo scenario esterno e la crisi di sfiducia nei debiti sovrani di alcuni paesi
(fra cui il nostro) hanno amplificato
oltremodo le tensioni finanziare di
fondo, peraltro già manifestate nel
primo trimestre 2011 e, a parer mio,
troppo frettolosamente ritenute superate. Il mio istituto non ha mutato
il proprio atteggiamento di fondo
nei confronti della propria clientela.
Per contro non potendo trascurare
il repentino cambiamento dello sce-
nario congiunturale ed i suoi effetti
restrittivi sul mercato del funding,
deve giocoforza attuare una politica
di selezione basata sul pricing strettamente correlato ai rating della clientela stessa».
Con Basilea 2, molte imprese sono state
molto più in difficoltà nell’accedere al
credito. Ora, con Basilea 3 in arrivo, si
accentueranno le restrizioni?
«Certamente Basilea 3 “rebus sic
stantibus” non agevolerà di certo
l’accesso al credito. Tuttavia, credo si possa riuscire ad edulcorarne
in maniera importante l’impatto a
condizione di un più stretto legame
fra banca e impresa tale da rendere
maggiormente accessibili e fruibili
da parte delle banche quelle informazioni di carattere qualitativo (e
non solo) che le aziende italiane sicu-
ramente posseggono, ma che spesso
sono restie a rivelare».
L’impegno del Monte dei Paschi sul
nostro territorio subirà cambiamenti?
Quali progetti avete in cantiere per il
2012?
«Il mio istituto ha il suo core business nel mercato retail: raccoglie risparmio dai privati e lo impiega nei
finanziamenti alle aziende, in particolare pmi; un’attività che svolge sin
dal 1472. E lo farà sicuramente anche nei prossimi anni.
Per quanto riguarda la regione Emilia Romagna e più specificatamente il
territorio bolognese, ritengo di poter
confermare il proseguimento di questo atteggiamento anche per il prossimo anno».
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FARE 73
7
Banche e imprese
Sgonfiare
il costo
del rischio Italia
di Marcello Pierdicchi
Intervista a
Ivan Damiano,
Direttore Generale della
Cassa di Risparmio
di Cento.
74 FARE
ARTICOLO DI copertina
Le imprese temono che la crisi aumenti
la stretta creditizia
- Gli ultimi numeri aggiornati a fine
agosto indicano per l’Italia crescite
annualizzate dei prestiti bancari alle
imprese italiane pari al 5% contro un
+ 1,2% della UE, + 4,3 Francia, + 0,2
Germania, - 4,7% Spagna. Quindi
nessun fenomeno in atto ma credo
che si assisterà ad un rallentamento
nell’ultimo quadrimestre indotto sia
da motivazioni macroeconomiche,
cioè una contrazione dei volumi di
attività di taluni settori, sia dalle turbolenze finanziarie che coinvolgono
massicciamente l’operatività delle
banche.
La mancanza di fonti di finanziamento adeguate, continuano a figurare tra
le criticità più frequentemente citate
dalle imprese
- I numeri, anche con dimensione
locale e regionale, dicono che fino
ad oggi l’offerta si è armonicamente
adattata alle esigenze delle imprese
sia sul breve sia sul lungo termine;
di qui ai prossimi mesi prevedo una
maggiore selettività sulla durata dei
finanziamenti piuttosto che sulla
quantità di credito, perché è vero che
le sofferenze continuano a crescere
ma la quantità di credito deteriorato è stabile o in diminuzione. Per
il futuro preconizzo più vincoli sul
medio/lungo termine, diciamo oltre i 36 mesi, motivati non tanto da
peggioramenti del rischio di credito,
che considero migliorato rispetto al
passato recente, ma da inasprimenti
derivanti dai prezzi di raccolta del denaro da parte delle banche.
E in tema di costo del denaro cosa vi
aspettate per i prossimi mesi?
- Mi auguro che le discussioni in sede
UE ed i provvedimenti del governo
italiano sgonfino progressivamente
il costo del rischio Italia, come sopra
detto. Non solo lo Stato Italiano ma
anche larga parte del nostro sistema
manifatturiero, straordinaria forza
del nostro paese, non è in grado di
sopportare tale aumento del costo del
denaro, a prescindere dal tasso BCE
e dall’euribor che oggi (novembre
2011 ndr) purtroppo in Italia non
contano più nulla.
Dal vostro punto di osservazione, che
cosa è cambiato, nello scenario esterno
e nei comportamenti del Suo istituto,
rispetto al primo semestre 2011?
- Caricento nel primo semestre 2001
ha implementato i prestiti a clientela di oltre l’8% contro il 5% della
media Italia, principalmente indirizzandoli alle imprese ed al soddisfacimento di bisogni per circolante
e scorte, benzina naturale per sostenere fatturati in aumento riscontrati in tanti settori industriali, un po’
meno nei servizi e nel commercio. Il
secondo semestre vede una domanda
montante di consolidamenti e di richieste di allungamento delle durate
dei finanziamenti, effetto di diffusi
rallentamenti dell’attività e approcci
cautelativi alla gestione del passivo
delle imprese, e quindi richiesta di
nuovo credito incrementale in decremento, mentre resta vivace l’utilizzo
del leasing fiananziario.
Cosa succederà con Basilea 3: per le
imprese accedere al credito sarà più
difficile?
- E’ ormai acclarato che purtroppo
Basilea 3 avrà effetti restrittivi per
l’operatività delle banche inasprendone i vincoli operativi. Ciò purtroppo sarà tanto più vero per le banche
italiane fortemente sbilanciate nel
commercial banking, da operatori e
studiosi ritenuto meno rischioso ma
ugualmente penalizzato con regole
simili a quelle definite per le grandi
banche d’affari; le banche italiane,
mediamente ben capitalizzate e sufficientemente liquide, ne subiranno
comunque gli effetti. In un sistema
economico quale il nostro, dove larghissima parte del passivo delle imprese costituisce l‘attivo delle banche,
a differenza di tutta l‘area UE Spagna
esclusa, ritengo si assisterà verosimilmente ad una maggiore vischiosità nelle politiche di impiego delle
banche ma nulla di più; per i motivi prima ricordati le banche italiane
non possono ridurre l’attività di intermediazione (raccolta ed impiego)
perché asse portante della strategia
della banca commerciale, e posso testimoniare che questo è assolutamente vero per Caricento.
Quale sarà nei prossimi mesi l’impegno
di Caricento sul territorio bolognese?
- Caricento segue da tempo una strategia di crescita costante e sostenibile
nei territori ove la propria mission di
banca locale al servizio di famiglie e
Pmi possa essere facilmente riconosciuta. Per tale motivo oggi pensiamo
di continuare ad investire quanto
raccogliamo con particolare attenzione all’area bolognese ove contiamo
una presenza consolidata che vogliamo implementare soprattutto grazie
alla partnership con Unindustria
Bologna settore metalmeccanico che
inizia nel 2008, anno di avvio della
grande crisi ma per noi anche di una
straordinaria esperienza a fianco della
struttura portante della migliore manifattura bolognese.
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FARE 75
8
Banche e imprese
Quante aziende
interessanti
per investire
in Emilia
di Lilia Zengarini
Intervista a
Pietro Busnardo,
amministratore delegato
del fondo di private equity
Gradiente.
76 FARE
ARTICOLO DI copertina
Pietro Busnardo, AD del fondo Gradiente
«Gli imprenditori spesso ci vedono
come il male necessario. Ma noi condividiamo il rischio con loro, dando
un grosso aiuto sotto il profilo strategico».
Pietro Busnardo, amministratore
delegato del fondo di private equity
Gradiente, sintetizza così la sua attività, alla ricerca di aziende da sostenere in piani di sviluppo che, in momenti di crisi come questo, per molti
sarebbero impossibili da reggere in
forma autonoma.
Gradiente è nato nel 2009 per iniziativa della Fondazione Cassa di
Risparmio di Padova e Rovigo e sta
completando la fase di “fund rising”,
cioè di ricerca di capitali da investire.
Tra i soci, ci sono anche B.B. Fin.,
il management di Gradiente, e Sinloc, società presieduta dal numero
uno della Fondazione Carisbo, Fa-
bio Roversi Monaco, e
formata da altre nove
fondazioni bancarie e
dalla Cassa Depositi e
Prestiti. Ultima arrivata, Carimonte Holding,
la finanziaria partecipata dalla Fondazione
Cassa di Risparmio di
Modena e dalla Fondazione del Monte, con
cui Gradiente condivide l’ufficio in via Indipendenza. «Abbiamo
già individuato una
trentina di aziende interessanti: quasi la metà
di queste sono in Emilia – spiega Busnardo
– Probabilmente, sarà
sul vostro territorio che
faremo il primo investimento».
Il target di raccolta di
Gradiente è di circa 100 milioni, che
arrivano da soci istituzionali come il
Fondo Italiano Investimenti, in cui
confluisce anche Confindustria. «Per
ciascuna azienda investiremo dai 5 ai
7 milioni – continua l’ad – Prendiamo in considerazione società con fatturati dai 10 ai 50-70 milioni: oltre,
il nostro investimento non avrebbe
impatto. Guardiamo a quelle a conduzione familiare, per esempio, o
con un basso grado di managerialità:
agiamo anche nella riorganizzazione
strategica». I settori di riferimento,
invece, sono vari, dalla meccanica
all’hi-tech, fino ai software informatici o i comparti “food” e “salute”.
L’importante, è che ci siano idee ed
esigenze di sviluppo, insieme alla disponibilità a fare entrare in azienda
un soggetto esterno come socio stabile di lungo periodo.
«Compriamo la storia dell’azienda, ma lasciamo all’imprenditore la
gestione operativa, restando nella
posizione di minoranza. La banca,
soprattutto in questo periodo, mette
molti paletti.
Noi, invece, vogliamo essere vicini
al territorio». Indirettamente, anche
Gradiente, come conferma Busnardo, risente della contrazione generale
del credito, con le banche che, nella
remunerazione del proprio capitale,
sono più protese a investimenti liquidi come le obbligazioni.
L’ingresso del private equity avviene
dopo uno studio su bilanci, fatturati, marginalità e situazione finanziaria netta, che può durare 6 o 8 mesi
(«Alle aziende che volessero contattarci, consiglio di pensarci per tempo», avverte Busnardo).
Una volta individuata l’impresa, si
quantifica il fabbisogno necessario al
rilancio e si preparano i progetti di
crescita.
Dopo un lustro, o a volte anche più,
si studia con l’imprenditore l’uscita
migliore dall’investimento, come la
vendita totale o parziale del capitale
sociale o, in alcuni casi, la quotazione in Borsa. «Non siamo interessati
alla partecipazione ai dividendi, che
preferiamo rimangano in azienda.
Il nostro guadagno arriva alla fine –
conclude Busnardo – Come le fondazioni, puntiamo ad accrescere il
patrimonio al netto dell’inflazione e
ad aiutare le imprese a svilupparsi.
Agli imprenditori dico: meglio possedere il 70% di un’azienda sana, che
il 100% di un’azienda che va male».
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FARE 77
9
Banche e imprese
Parola d’ordine:
trasparenza
di Antonella Zangaro
Dice Antonio Benincasa (Assotech srl):
“Ogni mese io invio alle banche
un resoconto dettagliato del nostro
portafoglio ordini e una relazione.
Gli istituti vivono con noi
ogni passaggio”.
78 FARE
“Io vengo dal settore del commercio,
poi sono diventato consulente aziendale, attività, questa, ancora viva”.
Si presenta così Antonio Benincasa
numero uno di Assotech, l’azienda di
Pianoro che da quarant’anni produce
articoli tecnici in gomma e plastica.
Una realtà che nasce nel 1975 e che
oggi conta, tra familiari e dipendenti,
circa venti persone.
Dal 1986 Assotech avvia una consuetudine che con il tempo si è rivelata
preziosa: convocare le banche alla
presentazione di tutti i bilanci. “Le
nostre banche sono le stesse da una
vita – ci spiega Benincasa – e siccome non abbiamo mai avuto nulla da
nascondere, ho iniziato a convocarle
tutte insieme. Le riunivo due volte
all’anno. In primavera per presentare
il bilancio e in autunno per illustrare
il bilancino”. Una scelta che si è rivelata utile soprattutto in tempo di
crisi.
“Trasparenza” è infatti la parola d’ordine che meglio può definire il rapporto tra impresa e istituti di credito
ARTICOLO DI copertina
Antonio Benincasa, fondatore e presidente della Assotech di Pianoro
che ha permesso ad Assotech di superare le difficoltà del 2008.
Certo, attraversare gli anni più pesanti non è stato facile, ma Benincasa è
un tipo che non si arrende. Nel 2009
ha preso carta e penna e in una lettera ha raccolto le preoccupazioni e le
necessità delle piccole e piccolissime
realtà produttive italiane, “il vero fulcro delle entrate”, come le definisce
lui. La missiva era indirizzata all’allora Presidente del consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, al Ministro
dell’Economia e delle Finanze Giulio
Tremonti e in copia veniva recapitata
ad Unindustria Bologna e ad Emma
Marcegaglia. Dal governo non è arrivata risposta, ma di lì a breve, per
caso, per fortuna o comunque sia andata, l’ossigeno chiesto dalle aziende
in difficoltà è stato inalato attraverso
l’approvazione della “prima famosa
moratoria dei crediti”. Un Avviso
comune per la sospensione dei debiti
delle Pmi verso il sistema creditizio
nato per dare respiro finanziario alle
imprese con prospettive economiche
e di continuità.
La corrispondenza da Bologna, però,
non si è fermata lì.
Dopo un anno Benincasa ha scritto nuovamente a Berlusconi, a Tremonti e agli annessi in copia. “Serve
un altro accordo con le banche per
il prolungamento dei pagamenti di
mutui ipotecari e dei leasing perché
le aziende in dodici mesi non hanno
ancora superato le loro difficoltà”. La
seconda moratoria, quella dei mutui, grazie al nuovo accordo tra ABI,
governo e associazioni dei rappresentanti delle imprese è arrivata nel
febbraio di quest’anno.
Anche Assotech ha fatto i conti con
la crisi. Tra il 2000 e il 2006 erano
entrate nuove linee produttive, accanto alla gomma e alla plastica. L’azienda di Pianoro aveva aperto alla
meccanizzazione e aveva avviato forti
investimenti immobiliari. “Ora mi
ritrovo con impegni che sto ancora
pagando, ma non abbiamo venduto niente sebbene alcuni capannoni
siano improduttivi perché le linee
sono state ridotte”. Oggi, l’azienda
ha scelto di non correre dietro al
fatturato ma di puntare su qualità,
servizio e prodotto. “Siamo disposti
a rinunciare a metterci in tasca qualcosa ma teniamo fede agli impegni”.
Contestualmente, la relazione fiduciaria con gli istituti bancari è andata
crescendo. “Le banche hanno vissuto
con noi tutti questi passaggi. Ogni
quindici giorni, massimo un mese,
io invio un resoconto dettagliato del
nostro portafoglio ordini settimanale
con una relazione. Abbiamo adottato il sistema della massima trasparenza e le banche non hanno mai chiesto
di intervenire sui fidi. Nei momenti
più difficili alcuni istituti ci hanno
persino offerto aiuto. Avevano capito
che l’azienda era stata ristrutturata”.
Il prossimo passo però, secondo Benincasa, devono farlo proprio le banche. “Sono ferme a quarant’anni fa.
Oggi, guardare agli utili degli ultimi
tre anni di un’azienda offre una prospettiva falsata. Bisogna guardare ai
progetti del cliente”. Ma non solo:
“Il cliente deve essere adeguatamente
formato per fornire alla banca informazioni trasparenti. Ma, allo stesso
tempo, la banca deve fare formazione
per avere un contatto più immediato con i clienti”. Il tutto passando
attraverso la sburocratizzazione e una
nuova attenzione alle specificità di
ogni singolo caso.
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FARE 79
10
Banche e imprese
Quando
a investire
sono
i dipendenti
A. Z.
I lavoratori dell’azienda hanno
sottoscritto un prestito chirografario:
è nato così il rilancio
della Sefa Holding Group
che grazie a loro, dice Bruno Conti,
ora sta tornando spedita
ai risultati del 2008.
80 FARE
Ha raccolto mezzo milione di Euro
in quattro mesi, fuori dai circuiti tradizionali e così ha superato l’Annus
Horribils dell’economia e i suoi successivi strascichi. È la storia recente
della Sefa Holding Group.
Bruno Conti viene dall’Istituto Aldini Valeriani di Bologna e ha un forte
senso pratico. “Ho iniziato questo
mestiere nel 1969, ora ho tre aziende:
la Sefa Acciai Srl, la Tig – Titanium
International Group Srl e la Sefa Acciai Lavorazioni Meccaniche Srl” ci
spiega dettagliando le caratteristiche
di società che, negli anni, hanno sviluppato importanti partnership con
società internazionali nel settore della produzione e distribuzione dell’acciaio da costruzione e da utensili, del
commercio delle leghe di titanio e
delle lavorazioni meccaniche su disegno. La Holding, ultima nata, si occupa del controllo del gruppo e degli
aspetti finanziari, fiscali e strategici.
“Eravamo proiettati verso i 25 milioni di euro” guarda indietro Conti, ma
questa è storia antecedente il 2008.
Di più, “Nell’estate delle Olimpiadi
di Pechino - ricorda ancora – la nostra aspettativa era quella di raggiun-
ARTICOLO DI copertina
gere i 28 milioni di giro d’affari. Poi,
però, ci è capitato addosso lo Tzunami della crisi e ci siamo ritrovati nel
2009 a meno 49%”. Un momento
durissimo che non ha risparmiato
nemmeno una realtà produttiva fatta
di consumi nazionali, sì, ma anche
rivolta a mercati di esportazione. “I
nostri clienti sono sia grandi gruppi
manifatturieri operanti in svariati
settori merceologici ed aziende operanti nel settore della subfornitura,
anche loro toccate da questa crisi
mondiale – spiega Conti - e non è
stato semplice uscire dall’empasse del
2008/2009”.
I progetti in casa Sefa non sono mai
mancati e l’ultima sfida è stata quella
di cogliere tutte le opportunità offerte dallo sviluppo del settore aeronautico. Sta lì parte del futuro per Bruno
Conti che coltiva obiettivi di crescita
delle proprie attività, ed è per questo che “con un gruppo di imprenditori emiliano-romagnoli abbiamo
deciso di parlarci e di stare insieme
– ammette - dando vita nel giugno di
quest’anno ad un cluster aeronautico
IR4I – Innovation & Research For
Industry di cui TIG, in quanto società leader nella subfornitura aeronautica, fa parte, per arrivare con tutte
le 19 aziende associate ad avere accesso diretto a commesse che si prevedono nel futuro in forte crescita”.
Ma la crisi portava con sé il grosso
problema della liquidità, delle risorse
finanziarie necessarie per investire e
continuare a guardare a quel domani
con gli strumenti atti a realizzarne i
progetti.
Da qui l’idea e la svolta di rivolgersi
“a persone direttamente legate all’azienda, compresi i lavoratori dipendenti del gruppo che hanno accettato la proposta, di mettere le loro
disponibilità finanziare nel circuito
finanziario-produttivo della mia attività”. L’azienda ha scelto la strada
del prestito chirografario con quote a
cedole minime di 10.000 euro/cad.,
le cui somme verranno restituite allo
scadere di tre anni, corrispondendo
agli investitori interessi a cedole semestrali. “Contro ogni previsione
all’epoca - ricorda Conti - studi di
consulenza ci consigliavano tagli al
personale ed altre alchimie giuridiche. Noi siamo un gruppo con 55 dipendenti e non volevo rinunciare alla
professionalità e competenza create
in tanti anni di sacrifici”. Così Conti
ed i suoi dipendenti si sono guardati in faccia ed utilizzando anche gli
le risorse umane attive, ed in parte finanziarie, la ripresa dell’attività produttive già dai primi mesi del 2010
e viaggiare spediti verso il traguardo
del 2008. Dall’inizio del 2010, in
meno di tre mesi, l’investimento di
circa 15 persone ha permesso di accantonare una cifra significativa e
con la loro fiducia nell’imprenditore
e nell’impresa hanno contribuito al
salvataggio e rilancio di un’azienda
strategica del nostro territorio. “Abbiamo sfruttato la volontà di lottare
e confrontarci che c’è nell’impresa e
l’effetto oggi è tangibile, l’azienda ha
ricominciato ad assumere pensando
in prospettiva a chi andrà in pensione. Il gruppo oggi guarda al domani
Bruno Conti, fondatore e presidente del gruppo Sefa di Sala Bolognese
strumenti e gli ammortizzatori sociali disponibili, come cassa integrazione, patti di solidarietà, abbinati ad
un’oculata gestione, hanno salvato
l’attività. Questa iniziativa del prestito chirografario è stata decisiva per
l’equilibrio finanziario ma anche per
il morale e la coesione in azienda, oltre che per la visibilità verso terzi. Si
è potuto cogliere in pieno con tutte
pronto a cogliere le occasioni offerte
da un mercato in leggera ripresa, forte di un nuovo rapporto con le banche che negli ultimi mesi, pur con
molteplici vincoli e distinguo, hanno
concesso con maggior fiducia accesso
a crediti e leasing, indispensabili per
continuare ad investire ed a crescere”.
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FARE 81
11
Banche e imprese
C’è un nuovo
ruolo
per Fidindustria
di Paolo Parlangeli
Con l’iscrizione
obbligatoria all’art. 107
del Testo Unico Bancario,
la cooperativa di garanzia fidi
che assiste le Pmi
emiliano-romagnole,
ora vigilata dalla stessa
Banca d’Italia, interviene
a fianco dell’impresa
con una funzione
più importante.
82 FARE
Fidindustria è la Cooperativa di garanzia fidi che assiste le PMI della
regione.
Da oltre 30 anni, il suo ruolo è quello di sostenere parte della rischiosità
della concessione del credito che gli
operatori industriali della regione
ottengono dal sistema bancario convenzionato.
In sostanza, rappresenta un organismo che affianca l’imprenditore nel
suo percorso di ricerca delle fonti di
finanziamento, accollandosi una percentuale concordata del rischio che
sostiene l’istituto di credito.
Questo sistema di concessione di garanzia ha assunto, negli ultimi anni,
un crescente peso ponderale, fino a
dicembre del 2010 quando, per effetto dell’iscrizione obbligatoria all’art.
107 del Testo Unico Bancario, Fidindustra ha ottenuto, e possiamo
aggiungere un po’ subìto, la vigilanza
della stessa Banca d’Italia.
Questo nuovo Status ha modificato
ulteriormente il percorso di rinnovamento che la Cooperativa di Garanzia aveva istaurato da alcuni anni, e,
se da un lato ha reso la garanzia consortile eleggibile ai sensi delle procedure bancarie previste dagli Accordi
ARTICOLO DI copertina
di Basilea 2, dall’altro ha obbligato
l’introduzione di un sistema di analisi del rischio della concessione della
garanzia stessa, molto più sofisticato
e bisognoso del rispetto di parametri
che, in qualche caso, potrebbe aver
causato una maggiore difficoltà alle
aziende richiedenti.
Ciò che è avvenuto dal punto di vista
procedurale, non è altro che quello
che è accaduto nel più tradizionale
rapporto banca/impresa.
La Banca d’Italia ha obbligato gli istituti di credito ed i sistemi di garanzia
fidi vigilati ad assumere dei meccanismi di tutela del proprio patrimonio
che rendono l’erogazione del credito,
sia sotto forma di denaro (banche)
che sotto forma di firma (Confidi),
sempre più bisognoso di informazioni sul potenziale debitore, corrette ed
aggiornate sulla parte consuntiva del
progetto industriale e su quella più
prettamente previsionale.
Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che si scontrano le difficoltà delle
aziende di produrre documentazioni
idonee a far comprendere il piano
strategico e finanziario dell’imprenditore e la necessità dell’ente di garanzia di dover soggiacere al dettato
imposto dalla Vigilanza Bancaria.
La stessa cosa accade tra azienda ed
istituto di credito: ogni impresa, per
poter consentire un’analisi congrua
della propria istanza di affidamento,
deve accompagnarla con dati di bilancio esaustivi e riportanti tutte le
chiavi di lettura per una verifica puntuale dello scoring statistico, con una
dimostrazione di regolare utilizzo
del sistema del credito (Centrale Rischi), con una informativa sufficiente
sull’andamento dell’esercizio in corso
e le previsioni di chiusura dell’anno e
con una nota più dettagliata possibile
sull’esercizio successivo.
Arrivati a questo punto può apparire lecito chiedersi il perché dell’intervento di una garanzia collaterale
quando sembrerebbero già assolte
tutte le necessità espresse dalla banca.
E’ proprio in questo momento che
appare più chiaramente il nuovo ruolo di Fidindustria.
Un affidamento concesso ad un’azienda e garantito parzialmente da
un sistema vigilato, consente alla
banca un minor assorbimento di capitale da destinare a patrimonio, liberando risorse per effettuare nuove
operazioni sul mercato del credito.
Dal momento che la determinazione
del pricing dell’affidamento è una
funzione matematica che tiene conto di diversi parametri, tra i più im-
perazione.
In sostanza, l’utilizzo di Fidindustria,
così come di ogni altro ente di garanzia ex art. 107, abbassa l’onere finanziario a carico del debitore favorendo
inoltre la banca nel suo processo deliberativo.
Questo è il vero nuovo significato
dell’utilizzo di Fidindustria.
Sono finiti i tempi nei quali la banca
poteva modificare la propria posizione a favore di una richiesta di finanziamento da parte di un’azienda
assistita dalla garanzia del vecchio
Cobfidi Bologna, perché …”in fondo perdo solo il 50% di quanto erogo”.
Oggi Fidindustria assolve un ruolo
più importante, intervenendo al fianco dell’impresa nella determinazione
Il servizio Credito e Finanza di Unindustria Bologna è a disposizione delle imprese, che possono rivolgersi a Paolo Parlangeli (a sinistra) e Stefano Guidotti (a destra) tel. 051/6317209
[email protected] [email protected]
portanti dei quali appaiono proprio
l’ammontare dell’accantonamento di
risorse a patrimonio di garanzia e la
cosiddetta LGD, ossia la perdita attesa in funzione di un eventuale default
aziendale, l’intervento di un sistema
di garanzia vigilato mitiga entrambi
questi rischi producendo una sensibile riduzione del costo finale dell’o-
dello strumento più idoneo e, se richiesto, nell’assistenza alla produzione del materiale prospettico di supporto da esibire all’istituto prescelto,
il tutto per arrivare alla concessione
dell’affidamento necessario al minor
costo possibile.
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FARE 83
AD ERIDANIA ITALIA
IL BEST TALENT AWARD 2011
DI UNINDUSTRIA
NEWS
unindustria
Carlo Rossini
Cristina Galli
Marcello Pierdicchi
84 FARE
Eridania Italia SpA si è aggiudicata
il Best Talent Award 2011, il riconoscimento istituito da Unindustria
Bologna in partnership con Six Seconds Italia, network internazionale
che è leader mondiale nello sviluppo
I vincitori del Best Talent Award 2011: Giorgio Giatti (Termal), Daniele Bragaglia (Eridania Italia), Andrea Marcellan (Faac)
delle competenze sulle persone e le
organizzazioni. Il premio, che è stato
ritirato da Daniele Bragaglia, amministratore delegato di Eridania Italia,
ha l’obiettivo di supportare le aziende nella mappatura dei loro specifici
talenti, ed è stato attribuito secondo
il metodo scientifico dell’Intelligenza
Emotiva, della quale Six Seconds è
accreditato nel mondo come il maggior network di studi e sviluppo. Al
secondo e terzo posto si sono classificati Faac SpA e Termal Srl.
La consegna dei riconoscimenti è
avvenuta nel corso dell’incontro “Talenti, emozioni: valori di impresa”
organizzato da Unindustria al Cenobio di San Vittore. “Il 61 per cento
delle aziende bolognesi, da noi intervistate, ci ha detto che il talento dei
propri collaboratori incide sulle loro
performance - ha sottolineato Massimiliano Ghini, presidente di Six
Seconds Italia - In altre parole, più il
momento economico è complesso e
più a fare la differenza sono le persone e la loro intelligenza emotiva, cioè
la capacità di mettere insieme razionalità e creatività”.
L’importanza dell’intelligenza emotiva è stata confermata dagli imprenditori. “Le emozioni sono un
pre-requisito fondamentale per chi
opera sui beni di consumo” ha affermato Angela Laganà, presidente
del Settore Chimico di Unindustria
Bologna. “Dalle intelligenze diffuse
nelle nostre imprese” ha aggiunto
Cristiano Cobianchi, presidente del
Settore Terziario Innovativo “siamo
in grado di elaborare i nostri prodotti
e le nostre strategie per raggiungere i
mercati”.
MEDIA IMPRESA
E SISTEMI PREMIANTI
“Strategie Aziendali, sviluppo risorse umane e sistemi premianti”,
è stato il tema del seminario organizzato nell’ambito del programma
quadriennale della Media Impresa
di Unindustria Bologna, facendo seguito all’assemblea della stessa Media
Impresa su “Capitale Umano: da slo-
Roberto Kerkoc
news unindustria
IL PREMIO “PAOLO MASCAGNI”
DEDICATO ALLE IMPRESE CHE CRESCONO
Fin dalla Sua scomparsa, Unindustria Bologna aveva deciso di ricordare Paolo Mascagni
per quello che era: un imprenditore coraggioso, ed un testimone appassionato e convinto
del ruolo dell’industria nello sviluppo del nostro territorio. E così è stato: l’Associazione ha
voluto dedicargli un’iniziativa che sottolinea con convinzione tale ruolo delle imprese, e che
si propone di valorizzare il loro grande lavoro anche in questa stagione di difficoltà.
E’ nato così il “Premio Paolo Mascagni”, al quale Unindustria ha dato vita in partnership con
il Resto del Carlino: un premio dedicato alle “imprese che crescono”.
Il Premio si svilupperà attraverso la pubblicazione ogni settimana, sulle pagine del Resto
del Carlino, di un articolo dedicato a un’azienda che presenti caratteristiche significative
di “crescita”, sulla base di tanti possibili parametri: risultati economici, progetti di ricerca,
innovazioni tecnologiche, riconoscimenti ufficiali, rilancio di marchi storici, ecc. Oltre alla pubblicazione degli articoli sul Carlino, inoltre, verrà
impegnato anche il portale internet ilrestodelcarlino.it/bologna con la rielaborazione filmata della medesima intervista e la raccolta di tutte le
interviste in un canale specifico.
L’iniziativa si svolgerà nell’arco di un anno intero, da Novembre 2011 a Novembre 2012, e coinvolgerà circa 50 aziende.
Tra queste verrà scelta la vincitrice, alla quale verrà assegnato il premio “Paolo Mascagni”.
La scelta del vincitore avverrà attraverso il voto di una Giuria costituita da: i componenti il Consiglio Direttivo di Unindustria Bologna; rappresentanti de il Resto del Carlino; il prof. Emilio Ferrari, Pro-Rettore dell’Università di Bologna; e naturalmente l’arch. Elena Zacchiroli Mascagni la
quale, insieme a tutta la famiglia, ha aderito immediatamente al progetto.
La cerimonia di premiazione avrà luogo a Novembre 2012.
Inoltre, con l’obiettivo di avvicinare i giovani ad una maggiore conoscenza della realtà del mondo del lavoro, il lavoro giornalistico del Resto
del Carlino sarà supportato da un lavoro di documentazione sulle singole realtà aziendali, svolto da giovani stagisti, laureandi e neo-laureati.
L’obiettivo dell’iniziativa è chiaro: Unindustria vuole sottolineare quante imprese, quanti diversi settori produttivi, quante specializzazioni nei
prodotti e nelle lavorazioni più sofisticate, continuano a generare benessere e sviluppo per Bologna e per tutto il nostro territorio.
Sarà un modo per ricordare come tante imprese, con decine di migliaia di collaboratori qualificati – in settori produttivi differenti, con dimensioni
aziendali differenti, ma con problemi simili e soprattutto con la stessa tenacia e la stessa passione per il lavoro – stiano “tenendo” di fronte
alle difficoltà dell’economia globale; stiano reinvestendo; stiano rilanciando per conservare a Bologna quello sviluppo creato nel corso di tanti
decenni. Un modo per riscoprire realtà di grande significato per l’economia della nostra provincia e per le comunità di tutto il territorio, ma
anche per toccare con mano quanta innovazione si fa quotidianamente nelle nostre imprese. E per ricordare, così, Paolo Mascagni e la sua
ferma convinzione che Bologna non sarebbe la stessa senza le sue industrie (c.r.).
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gan a vantaggio competitivo” svoltasi
lo scorso aprile a Villa Guastavillani.
Il programma quadriennale della Media Impresa di Unindustria Bologna
- 273 aziende operanti soprattutto
nei settori metalmeccanico (53,5%),
chimico (8,4%) e dell’abbigliamento
(6,2%), con quasi 28 mila dipendenti - è articolato in quattro moduli,
uno per ogni anno, ciascuno con
un’iniziativa diversa. Il 2011 è l’anno
del capitale umano ed è dedicato in
modo particolare ai sistemi premianti. “In questi anni – ha affermato Roberto Kerkoc vice presidente vicario
di Unindustria Bologna e rappresentante della Media Impresa, aprendo
il dibattito - le imprese sono chiama-
te ad affrontare una trasformazione
economica, sociale e culturale. Un
percorso evolutivo nel quale l’intelligenza delle persone sarà sempre più
indispensabile. Crescere, sviluppare
idee, brevetti e capacità di gestire i
tanti know how oggi indispensabili
rappresenta uno degli obiettivi più
complessi per ciascun imprenditore.
FARE 85
CRISI ECONOMICA E MANOVRA: UN DOCUMENTO COMUNE
DEL MONDO ECONOMICO BOLOGNESE
Il mondo economico bolognese scende in campo unito contro la crisi e lancia un appello affinché la politica inverta subito la rotta. Facendo
proprio il manifesto nazionale 'Per salvare l'Italia’ lanciato da Confindustria, Unindustria Bologna insieme a Agci, Cna, Confartigianato, Ascom,
Confcooperative, Confesercenti, Legacoop, hanno dato via ad una sottoscrizione tra gli imprenditori locali, nell’intento di declinare a livello
locale il manifesto delle rispettive organizzazioni nazionali.
Nella lettera inviata dalle organizzazioni economiche bolognesi ai propri associati, si sottolinea come la situazione del Paese sia critica e come
le debolezze dell’Italia si sommino ad “una crisi economica globale che investe il vecchio mondo”. “Bologna – si legge nel documento inviato
ai rappresentanti delle 42.300 aziende associate in cui trovano impiego 300mila persone, la metà della forza lavoro bolognese - pagherà il conto
più salato di tutta la nazione: 79 milioni di euro, quasi 50 milioni di riduzione della spesa e più di 28 milioni di tagli ai trasferimenti”.
Nel documento, che è stato presentato alla stampa nella sede di Via San Domenico, le forze economiche bolognesi hanno espresso tutto il loro
disappunto per la manovra approvata dal Governo in ottobre e per le modalità con cui è stata decisa. “Questa manovra economica, condiziona
tutti i passaggi che come territorio, dovremo fare. E ci duole rimarcare che non è stata concertata né con le parti sociali né con le articolazioni
locali dello Stato. Concertazione che si sarebbe, al contrario, resa ancor più necessaria in un momento in cui siamo tutti chiamati a sforzi
straordinari”. “Siamo ben consapevoli – prosegue la lettera - che le debolezze della politica italiana del tutto insufficiente, aggravano e non
riducono i rischi anche in aree come la nostra realtà bolognese, che hanno tutti i punti di forza per reagire positivamente e per recuperare le
opportunità competitive”.
Negli ultimi mesi dal mondo imprenditoriali bolognese sono arrivati segnali di grande sofferenze e preoccupazione, per questo tutte le associazioni economiche della città hanno deciso di far sentire la loro voce. “Bisogna intervenire concretamente e rapidamente perché le azioni fin qui
messe in campo risultano inadeguate. Riteniamo, senza generare allarmismi, che bisogna uscire da logiche di politiche superate, per passare
a scelte concrete, visibili e tracciabili. In tal senso deve essere letto il nostro impegno”. Una ferma presa di posizione che non vuole essere
un’invasione di campo. “Senza sostituirci alla politica, ma con la responsabilità di rappresentare l’economia di un territorio tra i più produttivi
del paese, che rischia oggi di frantumare tutti i suoi valori, economici e sociali, sentiamo la necessità di un’azione comune e di un sostanziale
cambio di metodo, per invertire la rotta”.
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Tutto ciò rimanda – tra le altre cose
– al ruolo degli strumenti attraverso
i quali ottenere il coinvolgimento
dei propri collaboratori. In gioco vi
è non solo l’ottenimento di risultati migliori, ma anche la capacità di
trattenere in azienda le risorse umane più qualificate e, naturalmente, la
possibilità di attrarle”
ALBERTO VACCHI
VICE PRESIDENTE
DI BOLOGNA FIERE
Alberto Vacchi è stato eletto vice
86 FARE
presidente di BolognaFiere, in carica
fino al 2013. La nomina è avvenuta
durante il primo cda presieduto da
Duccio Campagnoli, eletto presiden-
te di BolognaFiere lo scorso luglio. I
neo vicepresidenti (assieme a Vacchi
vi sono Enrico Postacchini e Marco
Minella, leader rispettivamente di
Ascom e Camst) ”sono tutti nomi
di grande autorevolezza - ha commentato Campagnoli al termine del
board - e permetteranno alla Fiera
di sviluppare ulteriori sinergie con la
città". Oltre al rapporto con il capoluogo emiliano, sono due gli obiettivi su cui si concentrerà il lavoro del
management: "Rendere la Fiera di
Bologna – ha detto il presidente di
BolognaFiere - l'expo di riferimento
per l'innovazione industriale e dare
il via alla riqualificazione dell'intero
quartiere fieristico". “La Fiera è un
news unindustria
asset fondamentale per il territorio ha sottolineato il presidente di Unindustria Bologna, Alberto Vacchi - dal
mondo industriale ci sarà una piena
partecipazione al suo progetto di rilancio nazionale e internazionale".
ALL’UNIVERSITA’
L’ESPERIENZA
DI IS BOLOGNA
Le esperienze bolognesi in materia
di aggregazioni e di reti d’impresa
continuano a fare scuola all’università. Questa volta è stata IS Bologna,
la prima aggregazione promossa da
Unindustria Bologna fin dal 2009
tra imprese della subfornitura meccanica, ad essere oggetto di studio del
corso di Diritto Commerciale Inter-
E’ NATA PLUBO, NUOVA AGGREGAZIONE
DI CINQUE PICCOLE IMPRESE DELLO STAMPAGGIO
Si chiama Plubo (Plastic Union Bologna) ed è l’aggregazione di cinque piccole imprese, fino ad
oggi concorrenti fra loro, tutte operanti nello stampaggio di materie plastiche, uno dei settori
chiave della subfornitura per l’industria meccanica. L’iniziativa è nata all’interno del Settore
Metalmeccanico di Unindustria Bologna. Le
aziende che fanno parte dell’aggregazione
sviluppano complessivamente un fatturato di
6,5 milioni di euro, con 40 dipendenti ed un parco macchine di oltre 80 presse. Sono: Donati
Sandro Srl di Cadriano (stampaggio ad iniezione di termoplastici per conto terzi), Manuzzi &
C. Snc di Funo (stampaggio ad iniezione di termoplastici; costruzione di stampi; articoli tecAlessandro Furini
nici per edilizia, automotive, elettronica, intrattenimento), Ompa Srl di Bologna (stampaggio
ad iniezione di materiali termoplastici), Plastifur Srl di Castelmaggiore (stampaggio di materie
plastiche; costruzione di stampi; prototipazione; reverse engineering; serigrafia; saldatura ad
ultrasuoni; assemblaggi), Vifermeca Srl di Osteria Grande (costruzione di stampi e stampaggio di materie plastiche; lavorazioni meccaniche; reverse engineering; confezionamenti ed
assemblaggi). “Lo stampaggio plastico – spiega Alessandro Furini, titolare della Plastifur e
leader di Plubo – è un settore difficile: la piccola dimensione delle aziende è ancora molto
frequente, ed è particolarmente complesso unirsi, data la stretta dipendenza che spesso vi
è già tra il singolo subfornitore e il suo committente. Nel caso di Plubo, però, ci sono cinque
imprenditori che hanno deciso di avviare un percorso importante: l’obiettivo è innanzitutto
l’ottimizzazione dei costi aziendali, ma anche progetti comuni di formazione, collaborazione
col mondo della scuola, ecc. Finora non eravamo complementari fra di noi, bensì concorrenti.
Ma il nostro spirito è: l’unione fa la forza”.
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Stefano Sarti, presidente di IS Bologna, nel
suo intervento agli studenti del corso di Diritto Commerciale Internazionale della Facoltà
di Economia
nazionale della Facoltà di Economia
dell’Alma Mater.
Ospite del corso coordinato dal prof.
Cosimo Sasso è stato Stefano Sarti,
nella sua veste di presidente di IS
Bologna, che ha illustrato agli stu-
denti la costituzione e gli sviluppi
dell’aggregazione costituita due anni
orsono. IS Bologna, ha ricordato, è
un’aggregazione di piccole e medie
imprese metalmeccaniche della stessa filiera, tra di loro complementari,
che si sono proposte di presentarsi
sul mercato, in particolare quello internazionale, come un unico interlocutore in grado di offrire ai clienti alti
standard di qualità, tratto distintivo
della subfornitura metalmeccanica
bolognese. Sottolineando appunto
la vocazione internazionale dell’aggregazione, che porta con sé tutte le
competenze della filiera così come
ognuna delle imprese che ne fanno
parte, Sarti ha portato agli studenti
la sua testimonianza sull’esperienza
di questi anni, soffermandosi in particolare sulla partecipazione comune
a numerose Fiere e manifestazioni
internazionali, dalla Svezia alla Francia alla Svizzera, e la creazione di reti
di vendita con agenti in Germania,
Svizzera, Francia, Regno Unito.
FARE 87
IN VISITA ALLA CALZONI
ED ALLA LAMBORGHINI
Dalla teoria alla pratica, i concetti di
lean manufacturing applicati in fabbrica. Prosegue il percorso dedicato
all’innovazione di prodotto e di processo ideato dal Settore Metalmec-
Gli imprenditori del Settore Metalmeccanico
alla Calzoni
canico di Unindustria Bologna che
prevede la visita degli stabilimenti di
aziende che applicando con successo
la teoria lean, hanno aumentato l’efficienza e l’efficacia dei propri processi produttivi e logistici. Dopo la
teoria delle accademie con Porsche e
la visita alla Magneti Marelli Powertrain, il “walking tour” delle imprese
metalmeccaniche bolognesi è proseguito con la visita agli stabilimenti
della Calzoni e della Lamborghini.
FRANCESCO BERTOLINI
NELLA GIUNTA
DI FEDERCHIMICA
Francesco Bertolini, amministratore
unico della Bertolini SpA di Bologna e presidente ed amministratore
delegato di Caffaro Industrie SpA,
è entrato a far parte della Giunta di
Federchimica, la Federazione nazionale dell’industria chimica, aderente
a Confindustria. Bolognese, 56 anni,
88 FARE
Bertolini è entrato giovanissimo
nell’azienda di famiglia, all’interno
della quale ha percorso tutta la propria carriera professionale. Nata 55
anni orsono, Bertolini Group si presenta oggi come un gruppo articolato
con una rete di sedi e stabilimenti in
tutto il nord Italia. Bertolini divide
le sue attività tramite due finanziarie:
Bertolini Finanziaria SpA e Caffaro
Finanziaria SpA. La commercializzazione, primaria attività del gruppo, è
nata con la chimica di base e oggi è
affiancata dall'attività di distribuzione di vari tipi polimeri e di produzione di compound in pvc su 2 stabilimenti, a Ravenna e Parma. Diverse
Francesco Bertolini
sono poi le partecipazioni in società
chimiche di trading e distribuzione
di prodotti chimici. Il Gruppo dispone di 6 stabilimenti su tutto il territorio nazionale. Il fatturato aggregato
delle società del Gruppo raggiungerà
nel 2011 i 300 milioni di Euro, con
circa 300 dipendenti. L’ingresso di
Bertolini nella Giunta di Federchimica accresce la voce e il ruolo delle
imprese chimiche del territorio bolognese all’interno del sistema nazio-
nale, e conferma altresì la costante
presenza di Unindustria Bologna nel
sistema confederale.
LE IMPRESE DI RACE BO
PREVEDONO PER IL 2012
UN + 40% SUL 2010
Sulla base dei contatti avviati, e degli
ordinativi già acquisiti per il prossimo anno, le imprese di RaceBo, il
primo “Contratto di Rete” costituito
in Italia tra aziende manifatturiere
nel 2009 e promosso da Unindustria
Bologna, prevedono nel 2012, nonostante la crisi, un incremento medio
di fatturato di oltre il 40% rispetto
al 2010. Questo il bilancio dopo il
successo all’EICMA di Milano, l’Esposizione internazionale del ciclo e
motociclo.
Le imprese di RaceBo, sostenute da
Carisbo, si sono presentate alla più
importante rassegna mondiale del
settore insieme, con un unico stand
di oltre 150 mq., e hanno raccolto un
significativo risultato non solamente
in termini di visitatori, ma soprattutto di contatti con i grandi produttori
internazionali.
“RaceBo costituisce oramai una filiera sempre più integrata per forniture
complete di prodotti finiti.” commenta Florenzo Vanzetto, Presidente di RaceBo e della VRM di Zola
Predosa “Riuniamo dai trattamenti
dei metalli alle fusioni in leghe leggere, dalle lavorazioni meccaniche di
precisione alla carpenteria metallica, dalla componentistica per telai e
motori alla verniciatura. Ed anche le
banche stanno dimostrando interesse
nei nostri confronti, come dimostra
news unindustria
il supporto che ci sta dando Carisbo”.
“Ma soprattutto” aggiunge Vanzetto “ci proponiamo come una realtà
completamente diversa rispetto al
momento della nascita. Oggi RaceBo è molto più amalgamata al
proprio interno, in questi momenti
di crisi le aziende più grandi hanno
sostenuto i più piccoli, i rapporti di
fiducia reciproca si sono decisamente
rafforzati: ed è questa la caratteristica
che i clienti apprezzano di più. Ecco
perchè mi sento di suggerire anche
ad altri il percorso del Contratto di
Rete, naturalmente studiandolo con
attenzione e soprattutto facendosi
supportare molto dalla nostra associazione, Unindustria Bologna, senza
il cui supporto non avremmo mai
iniziato questo cammino”.
Come è noto, il Contratto di Rete è
un nuovo strumento di aggregazione
tra imprese che la legislazione italiana
prevede dal 2009: esso viene stipu-
lato tra due o più imprenditori che
vogliano esercitare attività economiche in comune per accrescere la loro
capacità innovativa e la competitività
sui mercati, ed assume rilevanza anche sul piano civilistico.
Costituita inizialmente da 11 piccole
e medie imprese, tutte subfornitrici
delle case dell’automotive ed operanti nei diversi comparti della meccanica (2 A Pulitura Metalli; Cav. Leo
Balestri; Fonderia Scacchetti Leghe
Leggere; FXT ; Icos di Leonelli Marino; Rabbi Sergio & C. Costruzione
Ingranaggi; S.A.I.FRA; Rifimpress;
Siderit; Verniciatura Bolognese;
VRM), RaceBo oggi si compone di
13 aziende. Sono entrate a farne parte anche S.M. Srl (stampaggio) di
San Giovanni in Persiceto (Bo) e
Forgialluminio Srl (stampati a caldo
in leghe di alluminio) di Pedavena
(Belluno).
STRUMENTI FINANZIARI
DI CARISBO A SUPPORTO
DELLE RETI D’IMPRESA
RaceBo, ReteIct, Artù Bologna e
Plubo sono le quattro reti d’impresa
promosse da Unindustria Bologna
che vedono l’intervento di Carisbo
con supporti specialistici e strumenti finanziari ad hoc. Su RaceBo (il
primo "contratto di rete” stipulato
in Italia tra aziende manifatturiere,
costituito da piccole e medie imprese
subfornitrici del settore automotive)
Carisbo è intervenuta con un supporto finanziario per progetti strategici di innovazione e ricerca, a cui
partecipa il Servizio internazionalizzazione di Intesa Sanpaolo, presente
in oltre 40 Paesi, per la penetrazione
commerciale all’estero e lo smobilizzo dei crediti export e nazionali.
Con ReteIct (network di aziende
BANCHE E IMPRESE A CONFRONTO:
UN CICLO DI INCONTRI NELLE AZIENDE
In autunno Unindustria Bologna ha organizzato un ciclo di incontri per mettere a confronto banche e aziende del territorio e esaminare i punti
deboli nel rapporto tra mondo produttivo e sistema di credito. Gli incontri si sono tenuti in aziende di tutta la provincia, nei quali gli imprenditori
di Unindustria hanno discusso con esperti delle principali banche del territorio le problematiche finanziarie più preoccupanti di questo momento. Tra queste, il perdurare della tensione sul credito, l'inasprimento delle condizioni economiche praticate dagli istituti ai clienti, le novità
introdotte da Basilea 3, l'importanza della Centrale Rischi bancaria. Il “tour” di Unindustria Bologna ha visto ogni volta la presenza di una banca
diversa. “Per le nostre aziende, l’attenzione nella gestione del rapporto con la banca è diventata oggi più che mai una priorità: penso soprattutto al rating, ai vincoli e ai nuovi balzelli che Basilea 3 ci imporrà. – ha detto Daniele Salati Chiodini, vice presidente di Unindustria Bologna
con delega al credito e alle politiche fiscali – Il timore è che la tensione finanziaria e l’inasprimento delle condizioni economiche non facilitino
il nostro dialogo con gli istituti bancari, indipendentemente dalla dimensione di ciascuno e dalla nostra credibilità di imprenditori”. “Per questo
– ha poi sottolinato Daniele Salati Chiodini – abbiamo ritenuto fondamentale un’azione che coinvolga tutte le aziende del territorio. Vogliamo
confrontarci con il mondo del credito su tutti i principali campanelli di allarme a cui destare attenzione, senza trascurarne nessuno”. Il ciclo
degli incontri si è concluso alla fine di novembre.
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FARE 89
UNIMPIEGO BOLOGNA PER FACILITARE L’INCONTRO
FRA DOMANDA E OFFERTA DI LAVORO
Unimpiego Bologna è la società di intermediazione tra domanda ed offerta di lavoro del sistema Confindustria che offre un servizio di ricerca
e selezione del personale.
Autorizzata dal Ministero del Lavoro, propone un servizio diretto a soddisfare le esigenze delle aziende che ricercano personale; e di conseguenza fornisce concrete opportunità di inserimento lavorativo a chi cerca lavoro.
Coordinata da Nicoletta Grosso, l’attività di Unimpiego è svolta nella sede di Unindustria Bologna, che è anche il centro di acquisizione dati e di
erogazione servizi, collegata e parte integrante del network nazionale Confindustria.
Sempre con l’obiettivo di facilitare l’incontro fra domanda e offerta di lavoro, Unimpiego Bologna si rivolge ad ogni datore di lavoro associato
a Unindustria ed interessato ad una ricerca di personale, e si basa sia sull’analisi tecnico-professionale della posizione lavorativa richiesta che sulla ricerca, su misura e in modo riservato,
di candidature idonee.
Il servizio si estende ad ogni fabbisogno professionale e a qualsiasi livello di impiego: dai tirocini/stage di primo inserimento al personale direttivo e dirigenziale; dalle professionalità tecniche
intermedie ai lavoratori disoccupati e in mobilità, ai lavoratori disabili iscritti alle liste di cui alla
legge 68/1999.
E’inoltre prevista la consulenza tecnica sulle opportunità offerte dalla normativa, legale o contrattuale, per ottimizzare l’inserimento in azienda dei soggetti preposti, scegliendo la miglior
tipologia di rapporto professionale.
La ricerca dei profili viene effettuata con un duplice sistema: 1) l’analisi nella banca dati di UnimUnimpiego Bologna è a disposizione delle
piego Bologna; 2) la pubblicazione di annunci con riferimento numerico. Peraltro, Unimpiego imprese, che possono rivolgersi a NicoBologna valuta ai fini occupazionali, i candidati di ambo i sessi (legge 903/1977) che intendano letta Grosso [email protected]
proporsi sul mercato del lavoro, per qualunque tipologia di occupazione e qualsiasi livello di tel.051/6317227
impiego.
Per inserire la candidatura nella banca dati di Unimpiego, infatti, occorre compilare un curriculum on line oppure inviare una e-mail o un fax.
L’inserimento sarà oggetto di valutazione per essere contattati nella sede di Unindustria Bologna per tutte le ricerche di personale che risultino
compatibili con i propri dati personali e professionali e convocati per una valutazione mirata.
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operanti nel settore dell'Information
and Communication Technology per
promuovere l'interscambio di prodotti e servizi tra le imprese aderenti,
al fine di aumentarne le potenzialità
competitive e le capacità commerciali con un più ampio portafoglio
di offerta) Carisbo sta condividendo
invece un progetto di partnership a
sostegno di innovazione e internazionalizzazione.
Quanto ad Artù Bologna (il Club
90 FARE
di Prodotto promosso dal Settore
turismo, cultura, sport e wellness di
Unindustria Bologna, che riunisce
aziende che intendono valorizzare
e promuovere insieme l'offerta turistica di Bologna, proponendosi ai
visitatori con una immagine unitaria) Carisbo mette a disposizione
delle strutture alberghiere della rete
un check-up gratuito per definire il
merito creditizio e il supporto finanziario.Per Plubo infine (aggregazione
di cinque piccole imprese dello stampaggio di materie plastiche, di cui si
parla già a pag. 87 di questo numero
di FARE) Carisbo sta predisponendo
un percorso facilitato per le necessità
di capitale circolante.
“Il fatto che la capacità di aggregazione e l’appartenenza alla rete diventino un fattore premiante anche per
il merito creditizio, ci conferma che
abbiamo visto giusto” dichiara Daniele Salati Chiodini, vice presidente
CINQUANTA AD E MANAGER A BOSTON CON COFIMP
PER STUDIARE L’INNOVAZIONE MADE IN USA
Una settimana di formazione a Boston per confrontarsi con operatori economici internazionali,
businessman e professori universitari di una delle più interessanti aree di sviluppo e di innovazione a livello mondiale e di elaborazione delle nuove linee evolutive del pensiero manageriale.
Protagonista di questo “visiting tour” negli USA è stato un selezionato gruppo di 52 tra amministratori delegati e manager nell’ambito del progetto “Management in change 2011” promosso
da Cofimp, la società di formazione di Unindustria Bologna, che ha trovato la collaborazione
anche delle scuole di formazione di Confindustria Modena (Nuova Didactica), Confindustria
Padova (Forema) e Confindustria Ceramica (Cerform). La missione organizzata da Cofimp prevedeva un programma di incontri, seminari e workhshop oltreoceano dedicato alla conoscenDue momenti del ‘visiting tour’ dei ma- za di esperienze di innovazione, sviluppo del territorio, start up in vari settori, ed ha offerto ai
nager italiani a Boston. Nella foto a de- partecipanti spunti ed esempi di innovazione sostenibile ai quali ispirarsi nella propria realtà. Il
stra sono in visita alla State House, insieme al Vice Governatore del Massachusetts tour ha previsto tra l’altro: la visita a
scuole di management di primissimo
piano quali Harvard University, MIT, Babson College, Olin College of Engineering/Innovation; workshop in centri di ricerca e innovazione d’avanguardia (IBM Innovation
Center, Cambridge Innovation Center e Boston Innovation District); case study di start
up di nuove attività caratterizzate dall’innovazione declinata in tutte le sue forme e
appartenenti a settori molto diversi (dalla robotica al biomedicale, dalla ristorazione
collettiva ai servizi sportivi); lezioni di livello universitario, testimonianze e incontri,
tra cui uno con l’Associazione degli imprenditori del Massachusetts e con il console generale italiano Giuseppe Pastorelli. Più in generale il programma di formazione
“Management in change” di Cofimp, finanziato da Fondirigenti, ha per obiettivo quello
di aiutare dirigenti e manager ad interpretare il loro ruolo in modo adeguato ai nuovi
contesti, pur mantenendo un costante riferimento alle caratteristiche delle imprese operanti sul territorio. “Di fronte alla crisi di questi anni
risulta più che mai evidente che si vince solo innovando; perciò è fondamentale confrontarsi su questo piano con le best practice del mercato
globale – commenta Sandra Samoggia, consigliere delegato alla Formazione e Università di Unindustria Bologna – Il programma ‘Management
in change’ e la collegata missione a Boston vanno in questa direzione ed è significativo che vi abbiano partecipato imprenditori ed associazioni
territoriali diverse, a dimostrazione di come sia importante riuscire a fare sistema su temi strategici come l’innovazione e la cultura d’impresa”.
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di Unindustria Bologna con delega
al credito e alle politiche fiscali. “Carisbo favorisce da sempre i processi
di aggregazione delle imprese – aggiunge Giuseppe Pallotta, direttore
generale di Carisbo – ed è oggi tra le
prime banche in grado di supportare
concretamente la costituzione e l’avvio dei Contratti di rete d’impresa
con servizi finanziari e di consulenza
dedicati”.
92 FARE
UN PROGETTO
PER LA SUBFORNITURA
Un progetto di internazionalizzazione per il settore della subfornitura
meccanica. Lo ha sviluppato Unindustria Bologna in collaborazione
con la Camera di Commercio di Bologna con l’obbiettivo di individuare
potenziali committenti in Germania,
Svizzera Svezia e Finlandia, con i
quali le aziende bolognesi potranno
sviluppare relazioni commerciali. Il
progetto è stato presentato nel corso di un convegno svoltosi presso la
Camera di Commercio di Bologna al
quale è intervenuto tra gli altri Stefano Sarti, vice presidente del Settore
Metalmeccanico di Unindustria.
Il progetto si rivolge in particolare
alle imprese di piccole e medie dimensioni e alle aggregazioni di queste che operano nei seguenti settori:
lavorazioni meccaniche di precisione,
realizzazione di prototipi, tornitura,
fresatura, lavorazioni della lamiera,
saldatura e pulitura dei metalli, trattamenti delle superfici, carpenteria
metallica, realizzazione di impianti
elettromeccanici, elettronica, stampaggio, verniciatura, fusioni e fonderia. Tre le fasi in cui si articola il
progetto. Nella prima si procederà
alla raccolta delle manifestazioni di
interesse delle aziende bolognesi e
delle relative necessità. Il secondo
step è quello dell’individuazione dei
potenziali committenti esteri e della
realizzazione di un data base. La terza
fase, infine, prevede l’organizzazione di una missione incoming di un
gruppo selezionato di committenti
esteri.
I VANTAGGI
DELL’ESPORTATORE
AUTORIZZATO
Nella sede di via San Domenico di
Unindustria Bologna si è svolto l’incontro di approfondimento dal titolo “Status di esportatore autorizzato:
procedure e vantaggi”. Il workshop è
stato organizzato da Unindustria in
collaborazione con la Direzione interregionale Emilia-Romagna e Marche dell’Agenzia delle Dogane che è
l’ente competente per il rilascio alle
imprese del territorio dello status di
‘esportatore autorizzato’. L’incontro è
servito per fare luce sulle procedure
per l’ottenimento dello status, ed i
vantaggi che questo porta alle aziende. Il recente accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e la Corea
del Sud ha suscitato molto interesse
tra le imprese verso la figura dell’esportatore autorizzato. L’accordo con
la Corea, infatti, si differenzia dagli
altri accordi di libero scambio stipulati dall’UE con altri Paesi (ad esempio Svizzera, Messico, Sudafrica,
Paesi del Mediterraneo) in quanto il
protocollo sulle regole di origine prevede la dichiarazione su fattura come
l’unica modalità per attestare l’origine preferenziale dei prodotti. Non è
previsto il rilascio del certificato di
circolazione EUR1. La dichiarazione
di origine, per la maggioranza degli
accordi, può essere apposta da qualsiasi esportatore per fatture di importo
fino a 6mila euro, mentre per fatture
di importo superiore esclusivamente
da operatori che abbiano ottenuto
dall’Agenzia delle Dogane lo status
di “esportatore autorizzato”, che dovranno riportare il numero di autorizzazione all’interno della dichiarazione.
PER COMMERCIALIZZARE
IN FRANCIA E IN GERMANIA
La Germania e la Francia restano i
principali paesi di sbocco del Made
in Italy. Lo dice il Rapporto 2011
sul “Commercio estero e attività
internazionali delle imprese” realizzato dal Ministero dello Sviluppo
Economico, in collaborazione con
l’Istat, che ha evidenziato come le
esportazioni italiane sono cresciute
nel 2010 del 15,8% e del 18% nei
primi cinque mesi del 2011. Partendo da questi dati e per fornire suggerimenti pratici per commercializzare
in Francia e Germania, Unindustria
Bologna ha organizzato il convegno
“Francia e Germania: vendita, acquisto, agenzia”. Nell’incontro sono stati approfonditi alcuni aspetti legali e
contrattuali a cui le aziende devono
fare attenzione. Tra i temi affrontati,
quelli della documentazione, delle
condizioni generali, della garanzia,
delle riserva di proprietà per l’acquisto e la vendita. Si è parlato anche
della disciplina e particolarità dei
contratti di agenzia, VRP in Francia,
indennità di fine rapporto. Dell’applicazione delle convenzioni internazionali e delle altre tipologie di rapporti contrattuali per la promozione
e la vendita di prodotti in Francia e
Germania.
IL MODELLO 770
Unindustria Bologna ha organizzato
l’incontro “Le novità del Modello
770/2011” con lo scopo di fornire
un’utile guida per la compilazione e
la trasmissione del modello semplificato e del modello ordinario relativi
all’anno 2011, dopo le modifiche legislative.
Relatori dell’incontro - coordinato da Enza Lupardi, responsabile
dell’area Fisco e diritto d’impresa di
Unindustria - il consulente del lavoro Nevio Bianchi e il commercialista
Marcello Margotto.
FARE 93
LAVORO DIPENDENTE
ALL’ESTERO
E NORMATIVA CINESE
Unindustria Bologna ha organizzato
l’incontro di approfondimento dal
titolo “Lavoro dipendente all’estero:
aggiornamenti normativi italiani e
focus sulla normativa cinese”. Tre i
temi affrontati nel workshop dagli
esperti dello Studio Pirola. Il primo
è stato quello degli incentivi fiscali
per il rientro dei lavoratori in Italia.
Il secondo quello del trattamento tributario del Tfr maturato in relazione
a periodi di lavoro svolti all'estero. Il
terzo tema ha riguardato più direttamente la normativa cinese. Sono state illustrate le novità fiscali in Cina
per gli investitori Italiani, e la gestione degli espatriati. Le modifiche delle aliquote fiscali in Cina per persone
fisiche e le implicazioni in merito alla
possibilità di applicazione dell'art. 15
del trattato contro le doppie imposizioni.
NUOVE NORME
SULLE ETICHETTATURE
“Nuove normative sulle etichettature e agenti cancerogeni”. E’ il titolo
del seminario che Unindustria ha
organizzato in collaborazione con
l’Ordine dei Chimici di Bologna e
Ravenna nell’ambito delle attività
dell’Osservatorio per la prevenzione
negli ambienti di lavoro. Tra i temi
affrontati quelli del nuovo quadro
regolamentare europeo in termini
di salute sicurezza e ambiente; delle
94 FARE
recenti novità in tema di sicurezza
prodotti e dei nuovi regolamenti europei sugli impatti sulla valutazione
e gestione del rischio chimico aziendale, sulle problematiche aperte nella
valutazione del rischio cancerogeno e
mutageno.
TUTELA
DELLA PRIVACY
La tutela della privacy dopo la recente riforma della disciplina relativa ai
trattamenti di dati personali e conseguenti benefici per le imprese. Il
tema è stato al centro di un seminario organizzato da Unindustria Bologna in collaborazione con la società
di consulenza Gruppo Imperiali.
L’incontro è servito per approfondire i principi ispiratori e gli obiettivi
della riforma e per discutere con le
aziende degli attuali adempimenti
che le riguardano.
UNA “DUE GIORNI”
DELLA PICCOLA INDUSTRIA
Due giornate consecutive e due momenti di confronto e dibattito per affrontare argomenti di grande interesse per le piccole imprese. Unindustria
Bologna in collaborazione con Federmeccanica e con la rivista "L'Imprenditore", ha organizzato “La due
giorni della Piccola Industria”. La
sede di via San Domenico ha ospitato un doppio seminario per illustrare
gli scenari economici e le scelte strategiche che le nostre piccole aziende
si trovano a dover affrontare. All’iniziativa ha partecipato Vincenzo Boccia, presidente della Piccola Industria
di Confindustria, che ha chiuso con
il suo intervento i due incontri. Tra i
relatori di entrambe le giornate Massimo Cavazza, rappresentante della
Piccola Industria di Unindustria. Il
primo seminario dal titolo "L'agenda
della ripresa - Per cambiare e costruire il futuro" è stato promosso insieme
alla rivista "L'Imprenditore", organo
della Piccola Industria di Confindustria. Il secondo convegno dal titolo
“Perché le piccole imprese non possono crescere” è stato organizzato dal
Comitato piccola industria di Federmeccanica e da Adapt (Associazione
per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e le relazioni
industriali), con la partecipazione dei
vertici della stessa Federmeccanica,
dei rappresentanti dei sindacati e
del giornalista ed economista Oscar
Giannino.
INCONTRO
COL SINDACO MEROLA
PER LA RIQUALIFICAZIONE
DELLE ROVERI
Avvio del tavolo di lavoro per la riqualificazione della zona industriale
Roveri in autunno e conferma dello
stop al trasferimento nell’area del
Centro sociale “Ex Lazzaretto”. Sono
gli impegni presi dal Sindaco Virginio Merola nell’incontro avuto con
il Consorzio Roveri e le associazioni
imprenditoriali Cna, Confartigianato e Unindustria. “E’ stato un in-
contro molto positivo – ha spiegato
Gastone Boldri, Presidente del Consorzio Roveri – Abbiamo presentato
al Sindaco una serie di proposte per
rispondere alle esigenze delle imprese
che lavorano nella zona e dei cittadini
che vi abitano. La zona Roveri è uno
dei distretti industriali più importanti nella nostra regione, è tempo che
si proceda finalmente ad un suo rilancio e ad una sua riqualificazione,
come stiamo chiedendo da tempo. Il
Sindaco ha mostrato disponibilità e
aspettiamo con fiducia l’avvio del tavolo di lavoro”. Sono stati numerosi
i punti discussi nell’incontro di Palazzo d’Accursio. Le imprese e le loro
Associazioni hanno ribadito la loro
contrarietà alla concessione dell’area
Ex Livello 57 al Centro sociale Ex
Lazzaretto per l’incompatibilità delle
attività del centro sociale col tessuto
operativo esistente. Ma il tema del
centro sociale non è stato l’unico sollevato dalle imprese e dalle loro associazioni. Al sindaco è stato richiesto
di ridiscutere la tassa sui passi carrai
e del cambio di destinazione d’uso e
frazionamento degli immobili, che
determina oneri insostenibili per le
aziende e la conseguente inutilizzazione di edifici potenzialmente destinabili a diverse attività produttive.
Nella riunione sono emerse anche
problematiche legate alla viabilità
(strade in pessime condizioni, lamentano gli imprenditori; segnaletica rovinata o mancante), ma anche
alla raccolta differenziata dei rifiuti, e
alla sicurezza.
CONVENZIONE
CON ALITALIA
Una nuova convenzione tra Alitalia
e Unindustria. L’associazione degli
industriali bolognesi ha sottoscritto
un accordo di collaborazione con la
compagnia area italiana che permette
agli associati di Unindustria di poter
usufruire di sconti fino al 20% sulle
tratte maggiormente utilizzate dagli
associati: Pechino, Boston, Miami,
New York, Toronto, San Paolo, Rio
de Janeiro, Buenos Aires, Caracas.
Il listino tariffario prevede sconti in
Classe Magnifica (la business class
intercontinentale di Alitalia) ed in
Classica Plus, la classe economica
“premium” disponibile sui nuovi aeromobili Airbus A330.
Le tariffe si intendono di andata e
ritorno, con partenza dall’aeroporto
di Bologna, via Roma Fiumicino, al
netto di tasse e supplementi vari. Le
tariffe sono soggette a variazioni e a
disponibilità al momento della prenotazione.
Gli sconti tariffari previsti sono applicabili unicamente sui voli di linea
del Gruppo Alitalia. Per accedere
alle tariffe è necessario rivolgersi alle
agenzie di viaggio autorizzate, specificando che si tratta della tariffa associati Unione Industriali di Bologna.
L’accordo ha validità fino al 31 marzo
2012.
FIAIP A CONVEGNO
SU MEDIAZIONE
E ARBITRATO
Cosa succede quando nasce un contenzioso tra un agente immobiliare
e un proprio cliente in merito alla
compravendita di un immobile?
Ci si rivolge alla magistratura ordinaria o ci sono altre vie meno
lunghe e incerte? Per rispondere a
queste domande il Collegio regionale della Fiaip (Federazione Italiana
Agenti Immobiliari Professionali)
FARE 95
dell’Emilia Romagna ha organizzato una giornata di studio e approfondimento professionale dal titolo:
“Mediazione, Arbitrato e Conciliazione: validi strumenti per la risoluzione preventiva delle controversie”.
Obiettivo dell’incontro di studio è
stato quello di approfondire il nuovo istituto della mediazione nelle
controversie nel campo immobiliare.
Altra finalità della giornata di studio
è stata quella di fornire informazioni
sulla possibilità di accedere alla conciliazione e all’arbitrato tramite la
Camera di Commercio, per evitare i
lunghi tempi e le incertezze della giustizia ordinaria.
E’ stato inoltre approfondito il tema
delle clausole vessatorie nella modulistica utilizzata dagli agenti immobiliari con particolare riferimento al
Codice del Consumo per l’accesso
alla Mediazione e alla Conciliazione.
L’EVOLUZIONE DEI
SERVIZI PROFESSIONALI
Il convegno dal titolo “L’evoluzione
dei servizi professionali” ha aperto
l’undicesima edizione del Meeting
Nazionale Evoluzione dei Servizi
Professionali della Consulenza organizzato da Acef (Associazione culturale economia e finanza) in collaborazione con Unindustria Bologna
e con il patrocinio della Regione
Emilia-Romagna.
Il programma dell’incontro, svoltosi
nella sede di via San Domenico, ha
visto alternarsi interventi di esperti
di organizzazione, comunicazione
ed innovazione per il settore dei pro-
96 FARE
fessionisti ed autorevoli osservatori
esterni.
Il Meeting è un appuntamento annuale di aggiornamento professionale e di confronto per i titolari di
studio che vogliano migliorare la
propria organizzazione, rivedere le
proprie strategie e potenziare i servizi
dedicati ai clienti.
Quella di Bologna è stata la prima
delle dieci giornate del Meeting dedicato ai professionisti, che quest’anno, per la prima volta ha fatto tappa
a Milano e Roma oltre che nel capoluogo emiliano.
DA EICON E COMUNE
DI CASALECCHIO
IL PROGETTO PER LA PRIMA
COMUNITA’ SOLARE
L’Amministrazione comunale di Casalecchio di Reno, in collaborazione
con qualificati partner privati, ha
scelto di indurre l’intera comunità
casalecchiese a reindirizzare i consumi energetici verso l’utilizzo di fonti
rinnovabili: in meno di 6 mesi sui
tetti di scuole, piscine, palestre, edifici pubblici di Casalecchio di Reno
verranno installati 655 kW di potenza prodotta dai pannelli fotovoltaici
con l’obiettivo di contenere i consumi energetici e promuovere la “Comunità solare locale”, un innovativo
sistema integrato di gestione dell’energia aperto a tutti i cittadini.
Il progetto è partito mesi addietro,
quando Eicon, consorzio per l’energia di Unindustria Bologna, che è
struttura di riferimento del Comune
di Casalecchio per gli aspetti energetici, ha ricevuto dall’Amministrazione l’incarico di stilare una mappa
molto precisa e dettagliata dei punti
di fornitura di energia elettrica e delle
caratteristiche delle coperture e attività dei singoli edifici.
Questo ha permesso di fare una analisi approfondita di quali coperture
fossero idonee per la realizzazione
degli impianti fotovoltaici e delle potenzialità produttive di ognuno.
Abbinando questi dati con l’incentivo del Conto Energia emanato
dal Governo, si è potuto costruire il
Piano economico finanziario che ha
dato vita al progetto.
Con questa analisi delle potenzialità,
lo stesso Eicon ha affiancato l’Amministrazione comunale nella preparazione della gara per l’assegnazione ad
un Concessionario della realizzazione
degli impianti fotovoltaici sugli edifici comunali e la gestione delle utenze
di energia elettrica del Comune.
Vincitrice del bando per la concessione del servizio di gestione della
produzione da fonte rinnovabile,
dello scambio, del consumo e del
risparmio dell’energia elettrica negli
edifici di proprietà comunale è stata
l’associazione temporanea di impresa composta da Effebi Costruzioni e
Chiarini e Ferrari impianti tecnologici Srl.
In sostanza, il Comune di Casalecchio ha esternalizzato la gestione
energetica dei propri beni, ottenendo
in cambio anche un ritorno economico.
Infine, una parte dell’energia elettrica prodotta dagli impianti realizzati
sugli edifici comunali verrà concessa
alla Comunità Solare, che dovrà a sua
volta creare opportunità di risparmio
per le famiglie aderenti.
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