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DAI LETTORI Dal l utt o e da l l a so li tudi ne , una spe ra n za Dopo l'uscita del numero di aprile de "il dialogo" abbiamo ricevuto una lettera di una persona che, recatasi ad un ufficio del Patronato ACLI, ha preso visione del dossier sulla famiglia. Nella lettera la signora ha descritto il suo stato d'animo, soprattutto legato alla Pasqua da poco trascorsa, ma più in generale ai momenti di solitudine che si vivono nei giorni di festa. a cura di Luigi Zanolli Proseguendo nel suo scritto, questa persona dice che: "di dolore morale si può anche morire, come purtroppo è successo a mio marito". che la natura ci mette a disposizione per aiutare gli altri. Infatti esse dice che: "Da allora pratico il volontariato (sostegno al lutto). Sono terapista naturale ed erborista e cerco di alleviare le sofferenze morali e fisiche con l'aiuto di madre natura. È come una carezza materna che dà sollievo senza nuocere… È noto che il dolore morale influisce negativamente sul fisico e provoca ogni sorta di sintomi sgradevoli". Dalla profonda solitudine nella quale si è trovata tragicamente immersa, la lettrice ha ancora il coraggio di esprimere speranza, usando i mezzi Nell'elaborazione del lutto questa persona ha trovato, oltre all'apertura al volontariato, un altro fattore importante per vincere il senso di "Quando a tavola vi è un posto vacante, ecco che scende l'ombra che offusca la gioia. Per chi è colpito dal lutto, le feste portano solo ombra e tristezza. Ed io, questa solitudine, la capisco fin troppo bene: nel giro di diciotto giorni ho perso i miei due figli." totale abbandono e di tragedia che la stava lacerando: il rapporto con le persone care. "Alle persone colpite dal lutto vorrei dire che i nostri Cari continuano a vivere, ma in un'altra dimensione. Sono accanto a noi invisibili e sono i nostri angeli custodi. Talvolta ci appaiono in sogno, altre volte si percepisce un'immagine sempre giovanile e sorridente, segnali questi tutti da interpretare. Pertanto i nostri Cari vivono… e mi aiutano ad andare avanti ricaricandomi di nuove energie che io dono a chi ne ha bisogno". A questa signora, che dal lutto ha saputo trovare la forza e gli strumenti per vincere un male che spesso nelle famiglie è presente, cioè il senso di smarrimento e di solitudine talvolta devastante, insieme con il ringraziamento per l'esempio che ci lascia, vada l'augurio di tanta serenità e di pace interiore. continuazione dalla pagina precedente campi mi sono fermato e seduto su un muretto a lato di un ponticello e ai margini di un fossato per sentire il lieve gorgoglio dell'acqua, il fruscio delle fronde degli alti filari di pioppi e il canto delle nuove nidiate di passeri. D'un tratto mi sono sentito lontano ed indifferente al grande clamore della cercata informazione e ho goduto anche alla vista dello svolazzare di una bianca farfalla. Mi sovvenne in quel mentre il breve racconto di Erri De Luca "il peso della farfalla" e della tragica fine del cacciatore che era riuscito a cacciare il cervo più grande del branco ma poi cadde a testa in giù e gli mancarono le forze per portare a casa la conquistata preda che era riuscito a caricarsi sulle spalle e al posarsi di una farfalla bianca sul corno sinistro del cervo stremato perì con la preda quasi a causa del peso di quella leggerissima farfalla. E questo è quello che capita anche a tutti noi che non diamo alcun peso alle cose che abbiamo deci- so siano di importanza alcuna. Che commiseriamo e tolleriamo gli altri dall'alto delle nostre certezze e delle nostre opinioni senza mai ritenere importante la condivisione e la comunione con gli altri, con le cose che ci attorniano a partire dal valore delle più umili, delle più piccole e impariamo a non indignarci se abbiamo meno pane da gettare nei rifiuti anziché imparare ad adoperarci per chi, lontano da noi, non ne ha e per chi, vicino a noi, ha una sofferenza e una pena nel cuore che vorrebbe comunicare e condividere. il dialogo 4/10 13