Filmografia sulla resistenza italiana

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Filmografia sulla resistenza italiana
ASSOCIAZIONE NAZIONALE
PARTIGIANI D’ITALIA – sezione di Voghera
BREVE FILMOGRAFIA SULLA RESISTENZA ITALIANA
ANNI ‘40
Roma città aperta - Roberto Rossellini 1945
Giorni di gloria – Mario Serandei 1945 (documentario di autori vari)
Due lettere anonime – Mario Camerini 1945
Paisà – Roberto Rossellini 1946
Il sole sorge ancora – Aldo Vergano 1946
Un giorno nella vita – Alessandro Blasetti 1946
La nostra guerra – Alberto Lattuada 1946(documentario)
Pian delle Stelle – Giorgio Ferroni 1946
O’sole mio – Giacomo Gentilomo 1946
Avanti a lui tramava tutta Roma – Carmine gallone 1947
Il corriere di ferro – Francesco Zavatta 1947
Vivere in pace – Luigi Zampa 1947
Gli uomini sono nemici – Henri Calef-Ettore Giannini 1948
Un piccolo esercito nelle Langhe – Folco Lulli 1949
ANNI ‘50
Achtung! Banditi – Carlo Lizzani 1951
Penne nere – Oreste Biancoli 1952
Cento anni d’amore (episodio “Gli ultimi dieci miuti”) – Lionello De
felice 1954
Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana – F.
Fornari 1953 (documentario)
San Miniato, luglio ’44 – Valentino Orsini- Paolo ed Emilio Taviani
1954 (documentario)
Gli sbandati – Francesco Maselli 1955
I sette contadini – Elio Petri 1958 (documentario)
Il generale Della Rovere - Roberto Rossellini 1959
ANNI ‘60
Il carro armato dell’8 settembre – Gianni Puccini 1960
Era notte a Roma - Roberto Rossellini 1960
Il gobbo - Carlo Lizzani 1960
La lunga notte del ’43 – Florestano Vancini 1960
16 ottobre 1943 – Ansano Giannarelli 1960 (documentario)
Tutti a casa – Luigi Comencini 1960
Via Tasso – Luigi Di Gianni 1960 (documentario)
Il volto della guerra - Libero Bizzarri 1960 (documentario)
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Dieci italiani per un tedesco – F.W. Ratti 1961
I due marescialli – Sergio Corbucci 1961
Un giorno da leoni – Nanny Loi 1961
La “menzogna” di Marzabotto – Carlo Di Carlo 1961 (documentario)
L’oro di Roma – Carlo Lizzani 1961
Tiro al piccione – Giuliano Montaldo 1961
Una vita difficile – Dino Risi 1961
All’armi siam fascisti! – Del Frà-Mangini-Micchiché 1962 (documentario)
Le quattro giornate di Napoli – Nanny Loi 1962
La mano su fucile – Luigi Turolla 1963
La ragazza di Bube – Luigi Comencini 1963
Il terrorista – Gianfranco De bosio 1963
La buona stagione – Renzo Renzi 1965 (documentario)
La donna nella Resistenza – Liliana Cavani 1965 (documentario)
L’età del ferro (4 parte) – Roberto Rossellini 1965
Fossoli – Carlo Di Carlo 1965 (documentario)
Le stagioni del nostro amore – Florestano Vancini 1965
La strada più lunga – Nelo Risi 1965
Andremo in città – Nelo Risi 1965
Una questione privata – Giorgio Trentin 1967
I sette fratelli Cervi – Gianni Puccini 1968
ANNI ‘70
Corbari – Valentino Orsini 1970
Vidali, una lezione di antifascismo – Franco Giraldi 1971 (documentario)
La giornata del partigiano – AA.VV. 1972 (documentario)
Rappresagli- George Pan Cosmatos 1973
Il 1943 – Ansano Giannarelli 1973 (documentario)
Anno Uno - Roberto Rossellini 1974
C’eravamo tanto amati – Ettore Scola 1974
Mussolini ultimo atto – Carlo Lizzani 1974
Libera amore mio – Mauro Bolognini 1975
Salvo d’Acquisto – Romolo Guerrieri 1975
L’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale –
G.Vittorio Baldi 1975
L’Agnese va a morire – Giuliano Montaldo 1976
Novecento–Atto II – Bernardo Bertolucci 1976
ANNI ‘80
Uomini e no – Valentino Orsini 1980
La disubbidienza – Aldo lado 1981
Piazza Loreto – Damiano Damiani 1981 (documentario)
Le prime bande – Paolo Gobetti 1981 (documentario)
La notte di San Lorenzo – Paolo e Vittorio Taviani 1982
Notti e nebbie – Marco Tullio Giordana 1984
Assisi Underground – Alexander Ramati 1984
ANNI ‘90
Il caso Martello – Guido Chiesa 1991
Nemici d’infanzia – Luigi Magni 1995
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ANNI 2000
Il partigiano Johnny – Guido Chiesa 2000
I nostri anni – Domenico Galianone 2001
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Segnaliamo inoltre che l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza
(ANCR) di Torino (www.ancr.to.it) diretto fino alla recente scomparsa da Paolo
Gobetti, presenta una vasta documentazione di video e documentari sulla
Resistenza italiana.
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Presso la sezione ANPI è disponibile, per incontri e iniziative, la videocassetta
“THERESIENSTADT - La città che Hitler regalò agli ebrei”, un documentario
della durata di 50 minuti (regia di Jan Ronca con la consulenza storica di Marcello
Pezzetti del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano - CDEC).
Scheda Documentario “Theresienstadt - La città che Hitler regalò agli Ebrei”
“Theresienstadt - La città che Hitler regalò agli Ebrei” è un documentario prodotto da
Buongiorno Productions e curato da Michele Buongiorno. La regia è di Jan Ronca, gli autori sono
Marcello Pezzetti e Ruggero Gabbai, il montaggio è di Marco Tagliabue.
Attraverso la raccolta di testimonianze personali di sopravvissuti portati sul posto, il contributo di
studiosi e storici, le immagini d'archivio, i disegni dei prigionieri, le fotografie e il film propaganda
girato dai nazisti, questo documentario rappresenta un'occasione unica per raccontare il paradosso
di Theresienstadt, ghetto di transito, anticamera di Auschwitz che, allo stesso tempo, divenne il
luogo culturalmente più libero per gli ebrei nell'Europa occupata.
Il 23 giugno 1944, un paio di settimane dopo il D-day, a più di 1000km a Est della Normandia, in un
paesino sperduto in mezzo alla campagna boema a 60km di Praga, si stanno ultimando i preparativi
per una visita importante. Per la prima volta, infatti, i nazisti consentono ad una delegazione della
Croce Rossa Internazionale di ispezionare un campo di concentramento.
I delegati internazionali non sanno cosa aspettarsi da questo "campo di lavoro", ma quello che
vedono durante la visita indubbiamente li sorprende: giardini con parco giochi circondati da tulipani,
un padiglione per i concerti dove un'orchestra sta provando il Requiem di Verdi, un teatro allestito
per il balletto e il cabaret, un café ristorante, un ospedale ben attrezzato, una scuola, una biblioteca
e una banca. I prigionieri ebrei, apparentemente in buono stato di salute, salutano sorridenti dalle
finestre, bambini in fila per due escono dalla scuola cantando, alcune ragazze si sfidano in una gara
di nuoto nel fiume che attraversa la città. I postini consegnano puntualmente pacchi e lettere, le
razioni di cibo sembrano essere assortite ed abbondanti. Dopo una visita di circa quattro ore, il capo
della delegazione della Croce Rossa Maurice Roussel compila un dettagliato rapporto dove vengono
esaltate le condizioni di vita più che accettabili all'interno della cittadina di Tèrezin, che i tedeschi
risoprannominarono Theresienstadt. Alla maggior parte dei prigionieri aspetta invece la deportazione
ad Auschwitz e la morte.
Questa è la storia di un campo di transito, inizialmente concepito per diventare il luogo dove
ammassare vecchi, veterani e decorati della I Guerra Mondiale ed ebrei ritenuti importanti ed
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influenti, la cui scomparsa avrebbe potuto dar adito a richieste di spiegazioni da parte di paesi
stranieri. Ma il ghetto di Theresienstadt si trasforma, ben presto, in una crudele ed efficace maschera
per nascondere gli atroci soprusi e delitti che avvengono nei campi di sterminio dell'Est. La
peculiarità di questo campo si manifesta nella presenza di un elevato numero di intellettuali ed artisti
che da' origine spontaneamente a varie attività artistiche e culturali: dal teatro ai concerti, dalla
poesia alla pittura e allo sport. Inoltre la gestione del campo viene affidata a tre sindaci ebrei che
organizzano l’amministrazione del ghetto, stampando anche una moneta, la corona di Terezin, la
sicurezza e che paradossalmente stilano la lista dei prigionieri che ad intervalli irregolari vengono
trasportati ai campi di sterminio dell'Est. Col passare del tempo, Theresienstadt assume le
sembianza di un grottesco set cinematografico che, all'insaputa dei prigionieri, permette ai tedeschi
di continuare indisturbati le grandi manovre per il conseguimento della terribile "soluzione finale".
Così in una dimensione surreale recite teatrali, concerti e lezioni di canto vengono organizzati in un
clima pieno di contraddizioni contemporaneamente ai trasporti verso i campi di sterminio.
LE TESTIMONIANZE DEI SOPRAVVISSUTI
Zdenka Fantlova, attrice, sopravissuta all'Olocausto
"Ci ingannarono per quasi 3 anni, alimentando in noi l'illusione di una vita quasi normale e di un "paradiso
culturale". Ci lasciarono suonare, cantare e danzare, pur sapendo che eravamo tutti destinati presto a
morire”.
Dr. Herbert Mandel, violinista, sopravvissuto alla Shoah
"L’arte e la cultura a Tèrezin mi hanno insegnato una cosa importante nella vita, che lo spirito umano, se
mantenuto ad alti livelli, può aiutarti a sopravvivere in condizioni estreme".
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In formato VHS e DVD va segnalato il documentario “FASCIST LEGACY”
(L’eredità del fascismo) realizzato dalla BBC inglese nel 1989, con la regia di Ken
Kirby, che illustra le violenze commesse dalle truppe italiane nel corso delle guerre
fasciste d’aggressione contro l’Etiopia (1935 – 1937) e Jugoslavia (1941) e durante
l’occupazione della Libia, iniziata nel 1911 e proseguita con particolare ferocia dal
regime fascista negli anni ’30.
Una lunga serie di crimini contro le popolazioni civili, compreso l’uso di armi
chimiche, che non sono mai stati oggetto di specifici processi
e sui quali ancora oggi gli italiani non sanno quasi nulla.
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Un altro documento di grande inteteresse è il film realizzato
nel 1979 dal regista Mustapha Akkad “IL LEONE DEL
DESERTO” (Lion of the desert) sulla figura di Omar alMukhtàr, leggendario capo della resistenza libica per oltre
vent’anni, che venne impiccato dai fascisti del generale
Graziani nel 1931.
Il film si avvale di un cast internazionale (Antony Quinn, Irene
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Papas, Oliver Reed, Michele Placido, Gastone Moschin, Raf Vallone, Rod Steiger,
John Gielgud,…) ma in Italia non è mai stato distribuito nel normale circuito
cinematografico, subendo una vera e propria censura preventiva per l’argomento
trattato.
L’opera è disponibile in formato DVD, in lingua inglese sottotitolato in italiano.
Entrambi i documenti sono disponibili presso la libreria “Il Ponte”(www.ilponte.it)
edizioni Comedit.
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