Approfondimenti florafauna
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Approfondimenti florafauna
Approfondimenti floristici e faunistici nell’area Pietra Corva – Sassi Neri (PV) Gennaio 2007 A cura di: A cura di: Michela Villa - Consulenza Ambientale Via Volta, 6 – 27100 Pavia e-mail: [email protected] Patrizia Digiovinazzo (naturalista) Strada Vicinale della Briosca 41/5 - 20058 Villasanta (MI) INDICE 1 Premessa pag 1 2. Approfondimenti floristici e fitosociologici relativi agli ambienti prativi in località Sassi Neri pag 2 2.1 Introduzione pag 2 2.2 Area di studio pag 4 2.3 Metodi pag 5 2.4 Risultati pag 6 2.5 Conclusioni pag 10 3 Indagine di screening sulla presenza di chirotteri nell’area Pietra Corva - Sassi Neri pag 11 2.1 Introduzione pag 11 2.2 Area di studio pag 14 2.3 Metodi pag 14 2.4 Risultati pag 15 2.5 Conclusioni pag 19 BIBLIOGRAFIA CONSULTATA ALLEGATI: Allegato I Elenco Floristico Allegato II Tabella dei rilievi fitosociologici 1. Premessa Nel presente documento si relazionano i risultati delle indagini naturalistiche svolte nel corso dell’estate 2006 nell’ambito dell’area “Sassi Neri – Pietra Corva” e finalizzate allo svolgimento di alcuni approfondimenti utili ad acquisire dati circa la presenza di habitat e specie rilevanti ai sensi della direttiva Habitat (92/43/CEE). La scelta degli ambienti e dei taxa da indagare è stata concordata sulla base delle esigenze degli uffici della Provincia di Pavia e del tipo di dati attualmente disponibili tenendo presente l’intenzione della Provincia di candidare quest’area a Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Sono stati svolti sopralluoghi mirati ad approfondire le conoscenze naturalistiche dell’area circostante il giardino Alpino di Pietra Corva e, oltre agli ambienti direttamente circostanti il giardino e che includono l’area di Pietra Corva e del Pan Perduto, i sopralluoghi si sono spinti fino agli affiormanti ofiolitici che si trovano nei pressi di Pozzallo (Sassi Neri) a circa 1800 m di distanza in linea d’aria da Pietra Corva in direzione Sud SudOvest. La scelta è stata successiva ad un primo sopralluogo volto ad accertare in via preliminare le tipologie ambientali presenti. L’area individuata presenterebbe infatti una sua coerenza ed omogeneità sia dal punto di vista della specificità geologica che del mosaico ambientale presente. I rilievi specialistici sono consistiti nell’esecuzione di osservazioni floristiche e rilievi fitosociologici volti a caratterizzare i prati presenti nei pressi di Pozzallo. Il fine dell’indagine risulta infatti quello di evidenziare la possibile presenza di habitat di interesse comunitario ai sensi della direttiva 92/43/CEE. Dal punto di vista faunistico sono state realizzate delle uscite per la raccolta di dati circa la presenza di chirotteri mediante impiego di bat-detector e successiva registrazione dei suoni. I rilievi floristici sono stati curati dalla dott. Patrizia Digiovinazzo (naturalista), quelli faunistici dalla dott. Michela Villa (biologo). 1 2. Approfondimenti floristici e fitosociologici relativi agli ambienti prativi in località Sassi Neri 2.1 Introduzione Il presente studio indaga le formazioni vegetazionali che caratterizzano il territorio a sud di Pozzallo (PV), al fine di valutare l’eventuale esistenza di Habitat inseriti nella Direttiva 92/43/CEE. In particolare si è concentrata l’analisi sulle formazioni erbacee, per verificare se siano inquadrabili negli Habitat *6210, 6510 e/o 6520. Vengono di seguito descritti i singoli Habitat, così come sono citati nel Manuale di Interpretazione degli Habitat (aggiornato ad Aprile 2003 - EUR25). Habitat 6210 (* prioritario se con orchidee) - Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (FestucoBrometalia) Comprende le praterie secche su calcare, a dominanza di Bromus erectus. Appartiene alla classe Festuco-Brometea e agli ordini Festucetalia valesiacae o Brometalia erecti. In quest’ultimo caso si distinguono le formazioni erbacee di successione primaria, su suolo poco evoluto (Xerobromion) dalle praterie seminaturali, parzialmente concimate e sfalciate (Mesobromion), essenzialmente dominate da Bromus erectus. Soprattutto queste ultime sono caratterizzate dalla presenza di orchidee. Possono inoltre comparire specie termofile proprie degli orli boschivi, appartenenti alla classe Trifolio-Geranietea. L’attribuzione di Habitat prioritario, conseguente alla presenza di orchidee, si dovrebbe basare su almeno una delle seguenti caratteristiche: - il sito ospita un buon numero di orchidee; − il sito ospita un popolamento consistente di una specie di orchidea non molto comune nel territorio nazionale; - il sito ospita una o più specie di orchidee considerate rare o molto rare nel territorio nazionale. Specie: Mesobromion - Anthyllis vulneraria, Arabis hirsuta, Brachypodium pinnatum, Bromus inermis, Campanula glomerata, Carex caryophyllea, Carlina vulgaris, Centaurea scabiosa, Dianthus carthusianorum, Eryngium campestre, Koeleria pyramidata, Leontodon hispidus, Medicago sativa ssp. falcata, Ophrys apifera, O. insectifera, Orchis mascula, O. militaris, O. morio, O. purpurea, O. 2 ustulata, O. mascula, Polygala comosa, Primula veris, Sanguisorba minor, Scabiosa columbaria, Veronica prostrata, V. teucrium. Xerobromion - Bromus erectus, Fumana procumbens, Globularia elongata, Hippocrepis comosa. Festucetalia valesiacae: Adonis vernalis, Euphorbia seguierana, Festuca valesiaca, Silene otites, Stipa capillata.. Habitat 6510 - Praterie magre da fieno a bassa altitudine Comprende prati falciati ricchi in specie e su suolo concimato, distribuiti dalla pianura all’orizzonte submontano. Fanno capo alle alleanze Arrhenatherion e Brachypodio-Centaureion nemoralis. Specie: Arrhenatherum elatius, Trisetum flavescens ssp. flavescens, Pimpinella major, Centaurea jacea, Crepis biennis, Knautia arvensis, Tragopogon pratensis, Daucus carota, Leucanthemum vulgare, Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis, Campanula patula, Leontodon hispidus, L. nudicaulis, Linum bienne, Oenanthe pimpinelloides, Rhinanthus lanceolatus, Malva moschata, Serapias cordigera. Habitat 6520 – Praterie montane da fieno Comprende prati mesofili ricchi in specie, ben drenati e concimati, dominati da Trisetum flavescens, graminacea ad elevato valore foraggero. Sono distribuiti dall’orizzonte montano a quello subalpino. Specie: Trisetum flavescens, Heracleum sphondylium, Astrantia major, Carum carvi, Crepis mollis, C. pyrenaica, Polygonum bistorta, Silene dioica, S. vulgaris, Campanula glomerata, Salvia pratensis, Centaurea nemoralis, Anthoxanthum odoratum, Crocus albiflorus, Geranium phaeum, G. sylvaticum, Narcissus poeticus, Malva moschata, Valeriana repens, Trollius europaeus, Pimpinella major, Muscari botryoides, Lilium bulbiferum, Thlaspi caerulescens, Viola tricolor, Phyteuma halleri, P. orbiculare, Primula elatior, Chaerophyllum hirsutum, Alchemilla spp., Cirsium heterophyllum. 3 2.2 Area di studio Nell’immagine sottostante è riportata l’area di studio; si è scelto di effettuare le analisi di campo a est dell’abitato di Pozzallo, dove si ritiene più probabile la presenza degli Habitat sopra descritti. L’area è caratterizzata da un’alternanza di prati magri, coltivi, formazioni forestali e boscaglie di recente ricolonizzazione da parte delle specie arboree (probabilmente ex-prati magri). Delle formazioni erbacee si tratterà diffusamente nei paragrafi successivi: esse si presentano spesso come piccole aree isolate tra loro e contornate da boscaglie o da veri e propri boschi. Questi ultimi, a loro volta, possono essere dominati nello strato arboreo da Ostrya carpinifolia, Quercus pubescens e/o Fagus sylvatica. In alcune aree sono presenti pinete a Pinus sylvestris e, in misura minore, a P. nigra, inizialmente incentivati dall’uomo e poi diffusisi spontaneamente. In questi boschi lo strato arbustivo è ricco e caratterizzato da specie mesotermofile, non xerofile, come Daphne laureola, Lonicera xylosteum, L. caprifolium, Ligustrum vulgare, Viburnum lantana e dal più mesofilo Acer campestre. Lo strato erbaceo comprende le specie sciafile blandamente basifile Asarum europaeum, Hepatica nobilis, oltre ad Anemone trifolia, Primula vulgaris, Hieracium gr. murorum, Valeriana gr. officinalis, Euphorbia dulcis. 3 4 2 1 Localizzazione dei punti dove sono stati eseguiti i rilevi fitosociologici 4 2.3 Metodi Nel corso del mese di giugno 2006 sono stati effettuati 4 rilievi fitosociologici nei prati magri, nelle formazioni erbacee parzialmente arbustate e nei prati da sfalcio. Sono state altresì effettuate osservazioni floristiche e di dinamica evolutiva per individuare le componenti vegetazionali principali dell’area e le loro potenzialità. Per il rilevamento della vegetazione è stato utilizzato il metodo fitosociologico proposto da Braun-Blanquet. Esso parte dall’analisi della composizione floristica e si basa sul presupposto che al ripetersi delle medesime condizioni ecologiche la vegetazione è rappresentata dalla stessa combinazione di specie. Le vegetazioni vengono rilevate attraverso un elenco di specie, per ciascuna delle quali, attraverso un indice numerico, è indicata la quantità relativa nell'area occupata. In questo caso è stato usata la scala di “abbondanza-dominanza” di Braun-Blanquet (P IROLA, 1970), in cui alle percentuali di ricoprimento della specie viene attribuito un indice: Copertura % Indice di Braun-Blanquet 100-75 5 75-50 4 50-25 3 25-5 2 5-1 1 <1 + Il rilievo fitosociologico viene effettuato su tratti di vegetazione omogenea, riconoscibili sulla base di semplici fattori fisionomici (es. dominanza di una specie). Grazie a questo approccio quali-quantitativo la fitosociologia mette in relazione le cenosi vegetali con le condizioni ambientali, osservandone la dinamica, consentendo di ricostruire la storia di un ambiente e di prevederne l’evoluzione. Le tipologie vegetazionali desunte dall’utilizzo di questo metodo vengono collocate nell’ambito di un sistema tassonomico articolato su diverse unità gerarchiche: 5 unità base definita come “un aggruppamento vegetale più o meno stabile ed in equilibrio con il mezzo ambiente, caratterizzato da una composizione floristica Associazione determinata, in cui certi elementi quasi esclusivi specie caratteristiche rivelano con la loro presenza un’ecologia particolare ed autonoma” Braun-Blanquet, 1921 in PIROLA , 1970). “insieme di associazioni ecologicamente affini, limitrofe nello spazio o vicarianti in Alleanza territori vicini. E’ individuata per mezzo di specie caratteristiche comuni solo alle associazioni che la costituiscono”. Ordine Classe “complesso di alleanze individuate da specie caratteristiche proprie”. “riuniscono uno o più ordini che corrispondono ad un’ecologia simile e presentano spesso una fisionomia struttura) comune foreste, praterie, ecc.)”. Per l’individuazione delle specie caratteristiche dei singoli syntaxa sono state utilizzate le indicazioni di Mucina, Grabherr & Wallnöfer, 1993. 6 2.4 Risultati Sulla base dei rilievi effettuati vengono analizzate le tipologie vegetazionali, con gli inquadramenti fitosociologici e l’ecologia delle specie. Per l’elenco floristico e la tabella dei rilievi si rimanda agli allegati I e II. Per la determinazione delle specie ci si è avvalsi della Flora d’Italia di S. Pignatti (1982). Prati magri Struttura ed ecologia I prati censiti (rilievi 1, 2) sono caratterizzati da un’elevata biodiversità specifica, con una media di 33 specie e una copertura del 100% (foto 1 e 2). La ricolonizzazione dello strato basso arbustivo, che ha una copertura media del 20%, dimostra che queste formazioni, un tempo gestite, sono ora in fase di lenta evoluzione verso la boscaglia meso-termofila. Molte delle specie censite, sia erbacee che arbustive, sono caratteristiche di ambienti aridi, impostati su substrati basifili. Sono state inoltre censite diverse orchidee: nella maggior parte dei casi non è stato possibile determinarle fino alla specie, a causa della fase di sfioritura avanzata, ma è stato comunque possibile distinguere tra loro i diversi generi. Sintassonomia I prati censiti sono pienamente inquadrabili nell’ordine Brometalia erecti, poiché la maggior parte delle specie erbacee è caratteristica o differenziale della classe Festuco-Brometea, (Ononis spinosa, Galium verum, Briza media, Koeleria macrantha, Hypericum perforatum, Pimpinella saxifraga) o di Brometalia erecti (Trifolium montanum, Anthoxanthum odoratum, Plantago media, Dorycnium pentaphyllum, Dactylis glomerata, Leucanthemum vulgare). L’orchidea Platanthera bifolia è la sola specie caratteristica di Bromion erecti. Sono poche invece le specie di Molinio-Arrhenatheretea: Achillea millefolium, Tragopogon pratensis, Festuca pratensis, Cerastium holosteoides, Ajuga reptans. Inserimento nell’Habitat *6210 La formazione è inquadrabile nell’Habitat prioritario 6210, in seguito all’elevato numero di specie appartenenti alla classe di riferimento, all’ottimo stato di 7 conservazione e alla presenza di diverse orchidee, alcune delle quali determinate fino alla specie: Platanthera bifolia, Epipactis helleborine, Orchis maculata, O. purpurea, O. cfr. sambucina. In alcuni casi i popolamenti di orchidee sono risultati essere consistenti (coperture fino ad un massimo del 25%). Di seguito vengono indicati i regimi di tutela ai quali le specie di orchidee sono sottoposte: specie L.R. 33/77 1 CITES B Epipactis helleborine x x Orchis maculata x x Orchis purpurea x x Orchis sambucina - - Platanthera bifolia x x 2 foto 1 –prato secco ad elevata biodiversità 1 “L.R. N. 33”: piante protette in Lombardia secondo le disposizioni della Legge Regionale 27 luglio 1977 n. 33 ed integrate con il D.G.R. del 26/9/1978 n°18438, modificate e integrate dalla D.G.R. 27 giugno 1996, n° 15217 e dalla D.G.R. 29 aprile 1997, n° 27984 2 “CITES A, B, D”: piante inserite negli allegati (A, B, D) della Convenzione di Washington conosciuta come la Convenzione “sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione” (C.I.T.E.S.: Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), Washington 30 aprile 1973 8 foto 2 – prato ricco di orchidee, probabilmente tuttora pascolato foto 3 – prato da sfalcio Prati pingui Struttura ed ecologia Sono stati eseguiti rilievi fitosociologici anche in alcuni prati da sfalcio (rilievi 3, 4). Essi risultano avere una copertura dello strato erbaceo pressoché totale (foto 3) e una discreta biodiversità specifica (22 specie per rilievo). 9 Il rilievo 3 è in realtà una via di mezzo tra i prati da sfalcio, ricchi di specie comuni su suoli ben concimati, e i prati magri descritti nel paragrafo precedente. Si è scelto di considerarlo come prato pingue perchè le specie di Festuco-Brometea sono molto scarse (Plantago media, Anthyllis vulneraria) e per la presenza di alcune specie di Molinio-Arrhenatheretea, come Arrhenatherum elatius, Rumex sp. e Festuca pratensis. Sintassonomia I prati censiti sono inquadrabili nella classe Molinio-Arrhenatheretea, per la presenza di specie sia di classe che di alleanza (Arrhenatherion) come Knautia drymeia, Arrhenatherum elatius, Phleum pratense, Tragopogon pratensis, Festuca pratensis, Ranunculus acris, Achillea millefolium, Campanula patula oltre alle specie compagne Silene vulgaris, Medicago sativa, Rhinanthus alectorolophus e Valeriana officinalis. Inserimento nell’Habitat 6510 Le formazioni erbacee esaminate possono essere incluse nell’Habitat 6510, per la ricchezza di specie e per la presenza di elementi di Arrhenatherion, sebbene si tratti di situazioni che non esprimono la piena potenzialità della vegetazione. La gestione costante da parte dell’uomo può evitare i naturali processi di dinamica evolutiva, che porterebbero ad un progressivo inarbustamento della vegetazione e ad un impoverimento delle specie caratteristiche dei prati falciati. 2.5 Conclusioni Le vegetazioni censite sono inquadrabili negli habitat *6210 e 6510 per la presenza delle specie caratteristiche di classe e di ordine e per l’elevata ricchezza floristica. I prati magri risultano inoltre ricchi di orchidee: sono state riconosciute 6 specie (di cui 5 determinate benché in avanzato stadio di fioritura), alcune protette da leggi regionali e nazionali. Si tratta di habitat da tutelare attraverso oculati piani di intervento, in modo da evitare il progressivo inarbustamento a cui queste cenosi sono naturalmente 10 soggette. Nel corso dei sopralluoghi sono state infatti osservate realtà (fig. 5) in cui arbusti come il ginepro comune o la rosa stanno invadendo le aree a prato non gestite. 11 3 Indagine di screening sulla presenza di chirotteri nell’area Pietra Corva - Sassi Neri 3.1 Introduzione I chirotteri rappresentano un gruppo faunistico che conta una grande quantità di specie (33 in Italia), relativamente poco conosciuto e di grande rilevanza conservazionistica. Le specie italiane, tutte appartenenti al sottordine dei Microchirotteri, presentano abitudini crepuscolari e notturne ed hanno una dieta prevalentemente insettivora. Questi mammiferi frequentano una grande varietà di ambienti e, a seconda dell’ecologia delle specie, si differenziano per la varietà dei rifugi, per le caratteristiche della dieta, per le tecniche attuate nella caccia e per gli ambienti utilizzati a questo scopo. Come noto i Microchirotteri riescono ad orientarsi e a cacciare anche in condizioni di completa oscurità grazie a peculiari tecniche di ecolocalizzazione. Essi infatti sono in grado di emettere e ricevere impulsi ultrasonori (banda di frequenza compresa tra 15 e 200 kHz circa). Le caratteristiche bioacustiche di tali impulsi variano a seconda delle specie e possono rappresentare un valido carattere diagnostico. La maggior parte delle popolazioni di chirotteri italiani ed europei ha subito negli ultimi decenni un pesante regresso le cui cause non ad oggi completamente chiarite; si ritiene tuttavia che esse siano ascrivibili a fattori di origine antropica. Tra di esse è possibile citare: l’utilizzo di pesticidi e altre sostanze chimiche, la scomparsa di boschi e aree umide, l’alterazione del mosaico di ambienti ecologicamente importanti per i chirotteri, la persecuzione (diretta o involontaria) da parte dell’uomo, la distruzione dei siti riproduttivi e dei rifugi invernali (Fornasari et al. 1997). I pipistrelli in Italia sono protetti per legge fin dagli anni ’30, e la maggior parte delle specie sono inserite a vario titolo nella Lista Rossa dei vertebrati italiani (Calvario e Sarrocco, 1997), tuttavia un decisivo passo avanti nella conservazione di questo gruppo è stato determinato dall’inclusione di tutte le specie negli allegati II e/o IV della direttiva Habitat (dir. 92/43/CEE). 12 I particolare le 5 specie appartenenti al genere Rhynolofus, 6 Myotis, il miniottero (Miniopterus schcreibersi) e il barbastello (Barbastella barbastellus) figurano nell’allegato II (specie animali e vegetali di interesse comunitario la cui presenza richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione) e tutti gli altri sono comunque inseriti in allegato IV (specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa). Nella tabella seguente si riporta il quadro delle specie segnalate per la Lombardia con il riferimento agli allegati della direttiva Habitat in cui sono comprese. Tabella 4.15 - Elenco delle specie di Chirotteri presenti in Lombardia e loro appartenenza agli Allegati II e IV della Direttiva 92/43/CEE. Le specie sono elencate secondo l’ordine sistematico per famiglia e genere. Nome scientifico Nome comune Allegato II Allegato IV Rhinolophus ferrumequinum Rinolofo maggiore + + Rhinolophus hipposideros Rinolofo minore + + Myotis mystacinus Vespertilione mustacchino Myotis emarginatus Vespertilione smarginato + + Myotis bechsteini Vespertilione di Bechstein + + Myotis nattereri Vespertilione di Natterer + Myotis daubentoni Vespertilione di Daubenton + Myotis capaccinii Vespertilione di Capaccini + + Myotis myotis Vespertilione maggiore + + Myotis blythi Vespertilione di Blyth + + Pipistrellus pipistrellus Pipistrello nano + Pipistrellus nathusii Pipistrello di Nathusius + Pipistrellus kuhli Pipistrello albolimbato + Hypsugo savii Pipistrello di Savi + Eptesicus serotinus Serotino comune + Eptesicus nilssonii Serotino di Nilsson + Vespertilio murinus Serotino bicolore + Nyctalus noctula Nottola comune + Nyctalus leisleri Nottola di Leisler + Miniopterus schreibersi Miniottero Plecotus auritus Orecchione bruno + Plecotus austriacus Orecchione meridionale + Barbastella barbastellus Barbastello Tadarida teniotis Molosso del Cestoni + + + + + + 13 Da quanto appena esposto emerge il peso attribuito dalla direttiva Habitat a questo gruppo faunistico nel concorrere alla determinazione dei parametri per la designazione dei siti di importanza comunitaria. Proprio questo aspetto è stato determinante nella scelta dei chirotteri per condurre delle indagini specialistiche nell’area di Pietra Corva – Pozzallo. L’obiettivo dell’attività qui illustrata è stato quindi quello di condurre un’indagine con valore di screening iniziale relativamente alla presenza di pipistrelli in un sito potenzialmente candidabile a SIC. 3.2 Area di studio L’area di studio si colloca in provincia di Pavia, nelle propaggini meridionali del territorio dell’Oltrepo al confine con la provincia di Piacenza. In particolare si tratta degli ambienti circostanti gli affioramenti ofiolitici di Pietra Corva e dei Sassi Neri, in comune di Romagnese. Per i rilievi sono state scelte due porzioni di territorio ritenute rilevanti rispetto all’area potenzialmente candidabile come SIC. In particolare le aree indagate sono state quella compresa tra la vetta del Panperduto ed il giardino di Pietra Corva (parcheggio del ristorante) e quella compresa tra la frazione di Pozzallo e gli affioramenti dei Sassi Neri. 3.3 Metodi Il metodo scelto per la conduzione dell’indagine si è basato sulla registrazione di ultrasuoni tramite bat-detector, un apparecchio che abbassa la frequenza dell’emissione ultrasonora fino a renderla percepibile dall’orecchio umano (frequenze comprese tra 20Hz e 20kHz). Un censimento completo ed esaustivo riferito alla presenza di chirotteri nell’area richiede l’utilizzo di più strategie che forniscono dati complementari (ricerca dei rifugi, cattura tramite reti, indagini ultrasoniche, ecc). Tuttavia la necessità di concentrare gli sforzi su un numero limitato di uscite ha fatto ricadere la scelta sull’impiego del bat – detector in quanto si ritiene che questo tipo di indagine ben si adatti alla conduzione di indagini preliminari utili all’individuazione di aree di interesse naturalistico (Ahlén , 1990). Lo strumento utilizzato in questo caso è un bat-detector modello Petterson D 980; per la rilevazione dei suoni è stato utilizzato in modalità di conversione heterodyning mentre per l’ archiviazione dei dati è stata impiegata la modalità time 14 expansion ed i segnali sono stati riversati su un registratore digitale Sony Digital Audio Tape Recorder TCD-D8. I segnali sono stati digitalizzati in formato *.waw al fine di permettere la successiva discriminazione a livello di genere o di specie. Il software utilizzato per l’analisi dei segnali è Batsound 1.01 con frequenza di campionamento 44.1 kHz, 16 bits/campione e una FFT a 512 punti (Hamming window). I parametri rilevati relativamente ai segnali ritenuti validi sono stati: - frequenza di inizio (kHz) - frequenza di fine (kHz) - frequenza a metà impulso (kHz) - frequenza alla massima intensità (kHz) - la durata dell’impulso (msec) - il numero di impulsi al secondo La determinazione delle specie è stata ricavata dal confronto dei valori medi delle variabili con quelli riportati da Russo e Jones (2001) per 22 specie di Chirotteri italiani, unitamente alla valutazione grafica del sonogramma. Le sessioni di ascolto si sono concentrate nella fascia oraria di massima contattabilità (21.30 – 00.30) degli animali. Durante questo lasso di tempo il batdetector è stato utilizzato sia effettuando dei transetti a piedi lungo i sentieri percorribili avendo cura di toccare tutti gli ambienti presenti, sia effettuando punti d’ascolto della durata di 10 minuti localizzati nei punti valutati particolarmente favorevoli al contatto (zone di ecotono, specchi d’acqua, lampioni). Le uscite notturne sono state precedute da un sopralluogo preliminare volto a determinare le aree ed i percorsi più idonei per l’attività di rilevamento. Sono state effettuate complessivamente tre uscite notturne (11 luglio, 18 luglio e 24 agosto) una nell’area compresa tra il Giardino Alpino ed il Pan Perduto e due nei pressi di Pozzallo. Per le attività di rilevamento sono stati impiegati due operatori. E’ stato possibile effettuare registrazioni in entrambe le aree. A Pozzallo sono state effettuate due uscite in quanto la prima aveva dato esito negativo. 3.4 Risultati Nella tabella sottostante si riportano le specie contattate durante i rilievi condotti nell’estate 2006 e l’area dove è avvenuto il contatto. Segue un breve 15 inquadramento delle specie riportate. I punti in cui sono stati effettivamente contattati gli animali sono stati il bosco al limite dello lo stagno del Giardino di Pietra Corva e l’area del vicino parcheggio. Si tratta di un luogo isolato e tranquillo dove i lampioni sono posizionati al margine del bosco e pertanto possono rappresentare un ottimo sito di caccia. Per quanto riguarda Pozzallo le registrazioni sono state fatte in prossimità dell’abitato, sempre in vicinanza di lampioni. Anche in questo caso valgono considerazioni simili in quanto si tratta di una frazione di poche case, molte delle quali vecchie, situata tra il bosco ed i prati. Nome scientifico Nome comune All. II All. IV Area Myotis sp Vespertilione + + Pozzallo Pipistrellus pipistrellus Pipistrello nano + Pozzallo Pipistrellus kuhli Pipistrello albolimbato + Pietra Corva Hypsugo savii Pipistrello di Savi + Pozzallo Miniopterus schreibersii Miniottero + Pozzallo + Myotis sp.: nell’ambito del genere Myotis, è frequente che non sia possibile effettuare una discriminazione a livello specifico basandosi sulla sola analisi dei sonogrammi; dal momento tuttavia che molte specie appartenenti a questo genere sono collocate in allegato II, si è scelto di effettuarne comunque la segnalazione anche a livello di formulario standard Natura 2000. I vespertilioni (genere Myotis) sono chirotteri di media taglia generalmente rari o comunque relativamente poco frequenti. In Lombardia se ne conoscono otto specie, e le indagini faunistiche recentemente condotte nei SIC del Pavese e del Lodigiano confermano che si tratta di un genere contattato solo in un numero limitato di siti. La presenza di vespertilioni è stata recentemente segnalata anche nel corso di indagini ultrasoniche condotte presso il SIC Monte Alpe (Bontardelli et al. 2004, Prigioni et al. 2001) distante dall’area di indagine solo pochi km. Dal punto di vista conservazionistico, a parte il vespertilio mustacchino e quello di daubenton, le cui popolazioni sono considerate stabili, tutte le altre specie presenti in Lombardia presentano uno status di conservazione più o meno sfavorevole e popolazioni in decremento, se non nelle nostre zone, almeno in gran parte d’Europa (Prigioni et al. 2001). 16 Pipistrellus kuhlii: si tratta di una specie antropofila tra le più comuni in Italia ed in Lombardia (Prigioni et. al 2001); non molto frequente in ambienti boschivi, predilige per la caccia le fasce ecotonali e le zone aperte. Nell’ambito di questa indagine è stato contattato ripetutamente, ma esclusivamente nella zona di Pietra Corva, sia nei pressi dello stagno del Giardino Alpino, sia nell’area del parcheggio del ristorante presumibilmente attirato dalla luce dei lampioni posti al limitare del bosco. La specie era già stata contattata in passato nei pressi del citato parcheggio (Bogliani comm. pers.). La spiccata antropofilia rende questo piccolo pipistrello verosimilmente meno sensibile di altre specie alle modificazioni dell’ habitat. Dal punto di vista conservazionistico non sussistono motivi di supporre una sua diminuzione; tuttavia si sottolinea l’importanza di tutelarne i rifugi e la minaccia rappresentata dall’impiego di sostanze tossiche per l’agricoltura e l’edilizia. Hypsugo savii: La specie è nota per tutto il territorio italiano, possiede uno spettro biologico estremamente ampio e pertanto è stata rinvenuta in una grande varietà di ambienti (zone costiere, aree rocciose, boschi e foreste di ogni tipo, zone agricole e aree urbane). In provincia di Pavia, pur meno diffusa del pipistrello alibombato, può contare su un buon numero di segnalazioni, anche relativamente all’Oltrepo (Prigioni et al.2001). Un individuo di pipistrello di Savii è stato contattato nei pressi della frazione di Pozzallo, probabilmente in caccia vicino ad un lampione. Lo status di conservazione è sfavorevole su gran parte dell’areale europeo, ma relativamente alla Lombardia le attuali condizioni non sono ritenute preoccupanti; è comunque fondamentale garantirne la protezione dei siti riproduttivi e di svernamento. Pipistrellus pipistrellus: E’ una specie antropofila facilmente rinvenibile nei centri urbani, tuttavia mostra densità rilevanti in boschi di latifoglie più o meno maturi. Predilige ambienti rurali e zone aperte con presenza di alberi, è generalmente sedentaria e si limita a compiere spostamenti dell’ordine di poche decine di chilometri. Il pipistrello nano è diffuso in tutta Italia e relativamente comune, è considerato vulnerabile in ampie porzioni del suo areale europeo, tuttavia in Lombardia non 17 sembra presentare particolari problemi di conservazione. In generale le principali minacce sono state individuate nella distruzione dei siti di rifugio e nell’uso di sostanze tossiche in edilizia ed agricoltura. E’ stato contattato in attività di caccia intorno ad un lampione in località Pozzallo. Miniopterus schreibersii La segnalazione del miniottero, per quanto si riferisca ad un unico contatto condotto tramite il bat-detector, risulta di un certo rilievo in quanto si tratta di una specie inserita in allegato II per la quale le segnalazioni in Lombardia sono estremamente scarse e per lo più datate (Prigioni et al. 2001) Il miniottero è una specie marcatamente troglofila che predilige gli ambienti scarsamente antropizzati con preferenza per quelli carsici. Questo pipistrello è particolarmente mobile e lo si può rinvenire in pianura così come in bassa e media montagna. Per la caccia predilige ambienti aperti quali prati o pascoli. La specie è particolarmente sensibile soprattutto nei confronti del disturbo dei rifugi sotterranei oltre che della modificazione degli habitat. La segnalazione per questa porzione dell’Oltrepo risulta supportata anche dal fatto che la presenza del miniottero è accertata per la provincia di Piacenza (Ambrogio e Ruggieri, 2002) dove è nota una colonia riproduttiva e, non distante dai Sassi Neri, un sito di sosta frequentato durante gli spostamenti migratori. Per completezza si citano anche alcune altre specie per cui si hanno esclusivamente indicazioni di tipo bibliografico (Cova 2006, AA.VV 2001). Nello specifico si tratta di: Rhinophus hipposideros (Rinolofo minore), Plecotus auritus (Orecchione bruno), Plecotus austriacus (Orecchione grigio), Myotis daubentoni (Vespertilio di Daubenton), Eptesicus serotinus (Serotino comune), Tadarida teniotis (Molosso di Cestoni). L’elenco riportato sottolinea la potenziale ricchezza dell’area dal punto di vista della presenza di chirotteri. Ai fini della compilazione del formulario standard Natura 2000, si è scelto di inserire esclusivamente quelle specie per le quali vi erano maggiori probabilità di presenza, per le quali cioè le informazioni risultano citate in più fonti anche consultando quanto riportato dall’atlante dei mammiferi della provincia di Piacenza per l’area al confine con quella qui considerata. 18 3.5 Conclusioni L’area indagata presenta discrete potenzialità dal punto di vista chirotterologico suffragate dal mosaico di ambienti presenti (boschi, prati, piccoli gruppi di case anche con presenza di ruderi, pareti rocciose, ecc.) che possono essere frequentati sia durante lo svolgimento delle attività di caccia, sia per il rifugio. La pressione antropica limitata e la presenza di siepi e di prati magri e da sfalcio, unitamente a piccole frazioni con presenza di vecchie case, costituisce sicuramente una serie di condizioni favorevoli per molte specie. Sarebbe inoltre interessante approfondire le conoscenze sulla presenza di questo gruppo faunistico. Dal punto di vista della conservazione è importante l’attuazione di misure che comportino la salvaguardia e, possibilmente, l’incremento degli ambienti di rifugio e di approvvigionamento. Risultano strategici in tal senso il mantenimento di boschi maturi (ricchi di alberi morti), di prati, di filari ed una adeguata sensibilizzazione della popolazione residente rispetto alla presenza di pipistrelli in ruderi e vecchi edifici. 19 Bibliografia consultata Ahlén L. 1990. Identification of bats in flight. Swedish Society for Conservation of Nature - The Swedish Youth Associaton for Environmental Studies and Conservation. Stockholm. Aeschimann D. & al., 2004. Flora alpina, Ed. Zanichelli, Bologna AA.VV 2003. Guida alla Fauna di Interesse Comunitario. Direttiva Habitat 92/43/CEE. Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio. Bontardelli L., Giordano V., Lazzarini M. e Villa M., 2004. I Siti d’Importanza Comunitaria della provincia di Pavia - monitoraggio degli habitat e della fauna e principali indicazioni gestionali. Amministrazione Provinciale di Pavia. Bontardelli L., Giordano V., Lazzarini M. e Villa M., 2004. Relazione tecnica d’inquadramento del pSIC “Monte Alpe” (IT20800021) ed indirizzi gestionali. Amministrazione Provinciale di Pavia. Calvario E., Sarrocco S (eds.) 1997. Lista Rossa dei Vertebrati italiani. WWF Italia. Fornasari L, Violani C & Zava B 1997. I Chirotteri italiani. L’Epos. Palermo. Prigioni C, Cantini M & Zilio A 2001. Atlante dei mammiferi della Lombardia. Regione Lombardia e Università degli Studi di Pavia. Lorenzi M., Ferlinghetti R., a cura di, 2006. ReteNatura2000 – I Siti di Importanza Comunitaria in provincia di Bergamo. Provincia di Bergamo-servizio aree protette. Russo D & Jones G 2001. Identification of twenty-two bat species (Mammalia: Chiroptera) from Italy by analysis of time-expanded recordings of echolocation calls. J. Zool., London (2002) 258, 91-103. Pignatti S., 1982. La Flora d’Italia, Edagricole. Zucchi H, 1989. I prati. Vegetazione e fauna da tutelare. Ulisse Edizioni. Allegato 1 Elenco floristico EQUISETACEAE Equisetum arvense L. CUPRESSACEAE Juniperus communis L. CORYLACEAE Ostrya carpinifolia Scop. FAGACEAE Quercus cerris L. POLYGONACEAE Rumex acetosa L. CARYOPHYLLACEAE Cerastium holosteoides Fries. ampl. Hylander Silene nutans L. Silene vulgaris (Moench) Garcke RANUNCULACEAE Ranunculus acris L. GUTTIFERAE Hypericum perforatum L. ROSACEAE Sanguisorba minor Scop. Potentilla erecta (L.) Rauscher Crataegus oxyacantha L. LEGUMINOSAE Genista tinctoria L Ononis spinosa L. Medicago sativa L. Trifolium montanum L. Trifolium pratense L. Trifolium rubens L. Anthyllis vulneraria L. (Agg.) Dorycnium pentaphyllum Scop. Lotus corniculatus L. LINACEAE Linum hirsutum L. EUPHORBIACEAE Euphorbia cyparissias L. POLYGALACEAE Polygala nicaeensis Risso ACERACEAE Acer campestre L. CISTACEAE Helianthemum nummularium (L.) Miller UMBELLIFERAE Pimpinella saxifraga L. ERICACEAE Calluna vulgaris (L.) Hull GENTIANACEAE Gentianella germanica (Willdt.) Warburg RUBIACEAE Galium verum L. Galium mollugo L. Cruciata glabra (L.) Ehrh. CONVOLVULACEAE Convolvulus arvensis L. LABIATAE Ajuga reptans L. Thymus alpigenus (Kerner) Ronn. Salvia pratensis L. SCROPHULARIACEAE Veronica serpyllifolia L. Rhinanthus alectorolophus (Scop.) Pollich PLANTAGINACEAE Plantago serpentina All. Plantago media L. VALERIANACEAE Valeriana officinalis L. DIPSACACEAE Knautia arvensis (L.) Coulter CAMPANULACEAE Campanula patula L. COMPOSITAE Antennaria dioica (L.) Gaertner Achillea millefolium L. Carlina acaulis L. Tragopogon pratensis L. Hieracium pilosella L. Leucanthemum vulgare LILIACEAE Leopoldia comosa (L.) Parl. JUNCACEAE Luzula multiflora (Ehrh.) Lej. GRAMINACEAE Cynosurus cristatus L. Briza media L. Dactylis glomerata L. Festuca pratensis Hudson Festuca curvula Gaudin Brachypodium pinnatum (L.) Beauv. Arrhenatherum elatius (L.) Presl Danthonia decumbens (L.) DC. Koeleria macrantha (Ledeb.) Sprengel Agrostis tenuis Sibth. Anthoxanthum odoratum L. Phleum pratense L. Poa trivialis L. Bromus erectus Hudson CYPERACEAE Carex pallescens L. Carex austroalpina Becherer ORCHIDACEAE Orchis purpurea Hudson Orchis sambucina L. Orchis maculata L. Platanthera bifolia (L.) Rchb. Epipactis helleborine (L.) Crantz tabella dei rilievi fitosociologici Allegato 2