Approfondimenti florafauna

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Approfondimenti florafauna
Approfondimenti floristici e faunistici nell’area
Pietra Corva – Sassi Neri (PV)
Gennaio 2007
A cura di:
A cura di:
Michela Villa - Consulenza Ambientale
Via Volta, 6 – 27100 Pavia
e-mail: [email protected]
Patrizia Digiovinazzo (naturalista)
Strada Vicinale della Briosca 41/5 - 20058 Villasanta (MI)
INDICE
1 Premessa
pag 1
2. Approfondimenti floristici e fitosociologici relativi agli
ambienti prativi in località Sassi Neri
pag 2
2.1 Introduzione
pag 2
2.2 Area di studio
pag 4
2.3 Metodi
pag 5
2.4 Risultati
pag 6
2.5 Conclusioni
pag 10
3 Indagine di screening sulla presenza di chirotteri
nell’area Pietra Corva - Sassi Neri
pag 11
2.1 Introduzione
pag 11
2.2 Area di studio
pag 14
2.3 Metodi
pag 14
2.4 Risultati
pag 15
2.5 Conclusioni
pag 19
BIBLIOGRAFIA CONSULTATA
ALLEGATI:
Allegato I Elenco Floristico
Allegato II Tabella dei rilievi fitosociologici
1. Premessa
Nel presente documento si relazionano i risultati delle indagini naturalistiche svolte
nel corso dell’estate 2006 nell’ambito dell’area “Sassi Neri – Pietra Corva” e
finalizzate allo svolgimento di alcuni approfondimenti utili ad acquisire dati circa la
presenza di habitat e specie rilevanti ai sensi della direttiva Habitat (92/43/CEE).
La scelta degli ambienti e dei taxa da indagare è stata concordata sulla base delle
esigenze degli uffici della Provincia di Pavia e del tipo di dati attualmente
disponibili tenendo presente l’intenzione della Provincia di candidare quest’area a
Sito di Importanza Comunitaria (SIC).
Sono stati svolti sopralluoghi mirati ad approfondire le conoscenze naturalistiche
dell’area circostante il giardino Alpino di Pietra Corva e, oltre agli ambienti
direttamente circostanti il giardino e che includono l’area di Pietra Corva e del Pan
Perduto, i sopralluoghi si sono spinti fino agli affiormanti ofiolitici che si trovano nei
pressi di Pozzallo (Sassi Neri) a circa 1800 m di distanza in linea d’aria da Pietra
Corva in direzione Sud SudOvest. La scelta è stata successiva ad un primo
sopralluogo volto ad accertare in via preliminare le tipologie ambientali presenti.
L’area individuata presenterebbe infatti una sua coerenza ed omogeneità sia dal
punto di vista della specificità geologica che del mosaico ambientale presente. I
rilievi specialistici sono consistiti nell’esecuzione di osservazioni floristiche e rilievi
fitosociologici volti a caratterizzare i prati presenti nei pressi di Pozzallo. Il fine
dell’indagine risulta infatti quello di evidenziare la possibile presenza di habitat di
interesse comunitario ai sensi della direttiva 92/43/CEE. Dal punto di vista
faunistico sono state realizzate delle uscite per la raccolta di dati circa la presenza
di chirotteri mediante impiego di bat-detector e successiva registrazione dei suoni.
I rilievi floristici sono stati curati dalla dott. Patrizia Digiovinazzo (naturalista), quelli
faunistici dalla dott. Michela Villa (biologo).
1
2. Approfondimenti floristici e fitosociologici relativi agli ambienti
prativi in località Sassi Neri
2.1 Introduzione
Il presente studio indaga le formazioni vegetazionali che caratterizzano il territorio
a sud di Pozzallo (PV), al fine di valutare l’eventuale esistenza di Habitat inseriti
nella Direttiva 92/43/CEE. In particolare si è concentrata l’analisi sulle formazioni
erbacee, per verificare se siano inquadrabili negli Habitat *6210, 6510 e/o 6520.
Vengono di seguito descritti i singoli Habitat, così come sono citati nel Manuale di
Interpretazione degli Habitat (aggiornato ad Aprile 2003 - EUR25).
Habitat 6210 (* prioritario se con orchidee) - Formazioni erbose secche
seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (FestucoBrometalia)
Comprende le praterie secche su calcare, a dominanza di Bromus erectus.
Appartiene alla classe Festuco-Brometea e agli ordini Festucetalia valesiacae o
Brometalia erecti. In quest’ultimo caso si distinguono le formazioni erbacee di
successione primaria, su suolo poco evoluto (Xerobromion) dalle praterie
seminaturali, parzialmente concimate e sfalciate (Mesobromion), essenzialmente
dominate da Bromus erectus. Soprattutto queste ultime sono caratterizzate dalla
presenza di orchidee. Possono inoltre comparire specie termofile proprie degli orli
boschivi, appartenenti alla classe Trifolio-Geranietea.
L’attribuzione di Habitat prioritario, conseguente alla presenza di orchidee, si
dovrebbe basare su almeno una delle seguenti caratteristiche:
-
il sito ospita un buon numero di orchidee;
−
il sito ospita un popolamento consistente di una specie di orchidea non molto
comune nel territorio nazionale;
-
il sito ospita una o più specie di orchidee considerate rare o molto rare nel
territorio nazionale.
Specie: Mesobromion - Anthyllis vulneraria, Arabis hirsuta, Brachypodium
pinnatum, Bromus inermis, Campanula glomerata, Carex caryophyllea, Carlina
vulgaris, Centaurea scabiosa, Dianthus carthusianorum, Eryngium campestre,
Koeleria pyramidata, Leontodon hispidus, Medicago sativa ssp. falcata, Ophrys
apifera, O. insectifera, Orchis mascula, O. militaris, O. morio, O. purpurea, O.
2
ustulata, O. mascula, Polygala comosa, Primula veris, Sanguisorba minor,
Scabiosa columbaria, Veronica prostrata, V. teucrium.
Xerobromion - Bromus erectus, Fumana procumbens, Globularia elongata,
Hippocrepis comosa.
Festucetalia
valesiacae:
Adonis
vernalis,
Euphorbia
seguierana,
Festuca
valesiaca, Silene otites, Stipa capillata..
Habitat 6510 - Praterie magre da fieno a bassa altitudine
Comprende prati falciati ricchi in specie e su suolo concimato, distribuiti dalla
pianura all’orizzonte submontano. Fanno capo alle alleanze Arrhenatherion e
Brachypodio-Centaureion nemoralis.
Specie: Arrhenatherum elatius, Trisetum flavescens ssp. flavescens, Pimpinella
major, Centaurea jacea, Crepis biennis, Knautia arvensis, Tragopogon pratensis,
Daucus carota, Leucanthemum vulgare, Alopecurus pratensis, Sanguisorba
officinalis, Campanula patula, Leontodon hispidus, L. nudicaulis, Linum bienne,
Oenanthe pimpinelloides, Rhinanthus lanceolatus, Malva moschata, Serapias
cordigera.
Habitat 6520 – Praterie montane da fieno
Comprende prati mesofili ricchi in specie, ben drenati e concimati, dominati da
Trisetum flavescens, graminacea ad elevato valore foraggero. Sono distribuiti
dall’orizzonte montano a quello subalpino.
Specie: Trisetum flavescens, Heracleum sphondylium, Astrantia major, Carum
carvi, Crepis mollis, C. pyrenaica, Polygonum bistorta, Silene dioica, S. vulgaris,
Campanula glomerata, Salvia pratensis, Centaurea nemoralis, Anthoxanthum
odoratum, Crocus albiflorus, Geranium phaeum, G. sylvaticum, Narcissus
poeticus, Malva moschata, Valeriana repens, Trollius europaeus, Pimpinella
major, Muscari botryoides, Lilium bulbiferum, Thlaspi caerulescens, Viola tricolor,
Phyteuma halleri, P. orbiculare, Primula elatior, Chaerophyllum hirsutum,
Alchemilla spp., Cirsium heterophyllum.
3
2.2 Area di studio
Nell’immagine sottostante è riportata l’area di studio; si è scelto di effettuare le
analisi di campo a est dell’abitato di Pozzallo, dove si ritiene più probabile la
presenza degli Habitat sopra descritti.
L’area è caratterizzata da un’alternanza di prati magri, coltivi, formazioni forestali e
boscaglie di recente ricolonizzazione da parte delle specie arboree (probabilmente
ex-prati magri).
Delle formazioni erbacee si tratterà diffusamente nei paragrafi successivi: esse si
presentano spesso come piccole aree isolate tra loro e contornate da boscaglie o
da veri e propri boschi. Questi ultimi, a loro volta, possono essere dominati nello
strato arboreo da Ostrya carpinifolia, Quercus pubescens e/o Fagus sylvatica. In
alcune aree sono presenti pinete a Pinus sylvestris e, in misura minore, a P. nigra,
inizialmente incentivati dall’uomo e poi diffusisi spontaneamente.
In questi boschi lo strato arbustivo è ricco e caratterizzato da specie mesotermofile, non xerofile, come Daphne laureola, Lonicera xylosteum, L. caprifolium,
Ligustrum vulgare, Viburnum lantana e dal più mesofilo Acer campestre.
Lo strato erbaceo comprende le specie sciafile blandamente basifile Asarum
europaeum, Hepatica nobilis, oltre ad Anemone trifolia, Primula vulgaris,
Hieracium gr. murorum, Valeriana gr. officinalis, Euphorbia dulcis.
3
4
2
1
Localizzazione dei punti dove sono stati eseguiti i rilevi fitosociologici
4
2.3 Metodi
Nel corso del mese di giugno 2006 sono stati effettuati 4 rilievi fitosociologici nei
prati magri, nelle formazioni erbacee parzialmente arbustate e nei prati da sfalcio.
Sono state altresì effettuate osservazioni floristiche e di dinamica evolutiva per
individuare le componenti vegetazionali principali dell’area e le loro potenzialità.
Per il rilevamento della vegetazione è stato utilizzato il metodo fitosociologico
proposto da Braun-Blanquet. Esso parte dall’analisi della composizione floristica e
si basa sul presupposto che al ripetersi delle medesime condizioni ecologiche la
vegetazione è rappresentata dalla stessa combinazione di specie.
Le vegetazioni vengono rilevate attraverso un elenco di specie, per ciascuna delle
quali, attraverso un indice numerico, è indicata la quantità relativa nell'area
occupata. In questo caso è stato usata la scala di “abbondanza-dominanza” di
Braun-Blanquet (P IROLA, 1970), in cui alle percentuali di ricoprimento della specie
viene attribuito un indice:
Copertura %
Indice di Braun-Blanquet
100-75
5
75-50
4
50-25
3
25-5
2
5-1
1
<1
+
Il rilievo fitosociologico viene effettuato su tratti di vegetazione omogenea,
riconoscibili sulla base di semplici fattori fisionomici (es. dominanza di una specie).
Grazie a questo approccio quali-quantitativo la fitosociologia mette in relazione le
cenosi vegetali con le condizioni ambientali, osservandone la dinamica,
consentendo di ricostruire la storia di un ambiente e di prevederne l’evoluzione.
Le tipologie vegetazionali desunte dall’utilizzo di questo metodo vengono collocate
nell’ambito di un sistema tassonomico articolato su diverse unità gerarchiche:
5
unità base definita come “un aggruppamento vegetale più o meno stabile ed in
equilibrio con il mezzo ambiente, caratterizzato da una composizione floristica
Associazione
determinata, in cui certi elementi quasi esclusivi specie caratteristiche rivelano con
la loro presenza un’ecologia particolare ed autonoma” Braun-Blanquet, 1921 in
PIROLA , 1970).
“insieme di associazioni ecologicamente affini, limitrofe nello spazio o vicarianti in
Alleanza
territori vicini. E’ individuata per mezzo di specie caratteristiche comuni solo alle
associazioni che la costituiscono”.
Ordine
Classe
“complesso di alleanze individuate da specie caratteristiche proprie”.
“riuniscono uno o più ordini che corrispondono ad un’ecologia simile e presentano
spesso una fisionomia struttura) comune foreste, praterie, ecc.)”.
Per l’individuazione delle specie caratteristiche dei singoli syntaxa sono state
utilizzate le indicazioni di Mucina, Grabherr & Wallnöfer, 1993.
6
2.4 Risultati
Sulla base dei rilievi effettuati vengono analizzate le tipologie vegetazionali, con gli
inquadramenti fitosociologici e l’ecologia delle specie. Per l’elenco floristico e la
tabella dei rilievi si rimanda agli allegati I e II.
Per la determinazione delle specie ci si è avvalsi della Flora d’Italia di S. Pignatti
(1982).
Prati magri
Struttura ed ecologia
I prati censiti (rilievi 1, 2) sono caratterizzati da un’elevata biodiversità specifica,
con una media di 33 specie e una copertura del 100% (foto 1 e 2). La
ricolonizzazione dello strato basso arbustivo, che ha una copertura media del
20%, dimostra che queste formazioni, un tempo gestite, sono ora in fase di lenta
evoluzione verso la boscaglia meso-termofila.
Molte delle specie censite, sia erbacee che arbustive, sono caratteristiche di
ambienti aridi, impostati su substrati basifili.
Sono state inoltre censite diverse orchidee: nella maggior parte dei casi non è
stato possibile determinarle fino alla specie, a causa della fase di sfioritura
avanzata, ma è stato comunque possibile distinguere tra loro i diversi generi.
Sintassonomia
I prati censiti sono pienamente inquadrabili nell’ordine Brometalia erecti, poiché la
maggior parte delle specie erbacee è caratteristica o differenziale della classe
Festuco-Brometea, (Ononis spinosa, Galium verum, Briza media, Koeleria
macrantha, Hypericum perforatum, Pimpinella saxifraga) o di Brometalia erecti
(Trifolium montanum, Anthoxanthum odoratum, Plantago media, Dorycnium
pentaphyllum, Dactylis glomerata, Leucanthemum vulgare).
L’orchidea Platanthera bifolia è la sola specie caratteristica di Bromion erecti.
Sono poche invece le specie di Molinio-Arrhenatheretea: Achillea millefolium,
Tragopogon pratensis, Festuca pratensis, Cerastium holosteoides, Ajuga reptans.
Inserimento nell’Habitat *6210
La formazione è inquadrabile nell’Habitat prioritario 6210, in seguito all’elevato
numero di specie appartenenti alla classe di riferimento, all’ottimo stato di
7
conservazione e alla presenza di diverse orchidee, alcune delle quali determinate
fino alla specie: Platanthera bifolia, Epipactis helleborine, Orchis maculata, O.
purpurea, O. cfr. sambucina. In alcuni casi i popolamenti di orchidee sono risultati
essere consistenti (coperture fino ad un massimo del 25%).
Di seguito vengono indicati i regimi di tutela ai quali le specie di orchidee sono
sottoposte:
specie
L.R. 33/77
1
CITES B
Epipactis helleborine
x
x
Orchis maculata
x
x
Orchis purpurea
x
x
Orchis sambucina
-
-
Platanthera bifolia
x
x
2
foto 1 –prato secco ad elevata biodiversità
1
“L.R. N. 33”: piante protette in Lombardia secondo le disposizioni della Legge Regionale 27 luglio
1977 n. 33 ed integrate con il D.G.R. del 26/9/1978 n°18438, modificate e integrate dalla D.G.R. 27
giugno 1996, n° 15217 e dalla D.G.R. 29 aprile 1997, n° 27984
2
“CITES A, B, D”: piante inserite negli allegati (A, B, D) della Convenzione di Washington
conosciuta come la Convenzione “sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna
selvatiche minacciate di estinzione” (C.I.T.E.S.: Convention on International Trade in Endangered
Species of Wild Fauna and Flora), Washington 30 aprile 1973
8
foto 2 – prato ricco di orchidee, probabilmente tuttora pascolato
foto 3 – prato da sfalcio
Prati pingui
Struttura ed ecologia
Sono stati eseguiti rilievi fitosociologici anche in alcuni prati da sfalcio (rilievi 3, 4).
Essi risultano avere una copertura dello strato erbaceo pressoché totale (foto 3) e
una discreta biodiversità specifica (22 specie per rilievo).
9
Il rilievo 3 è in realtà una via di mezzo tra i prati da sfalcio, ricchi di specie comuni
su suoli ben concimati, e i prati magri descritti nel paragrafo precedente. Si è
scelto di considerarlo come prato pingue perchè le specie di Festuco-Brometea
sono molto scarse (Plantago media, Anthyllis vulneraria) e per la presenza di
alcune specie di Molinio-Arrhenatheretea, come Arrhenatherum elatius, Rumex
sp. e Festuca pratensis.
Sintassonomia
I prati censiti sono inquadrabili nella classe Molinio-Arrhenatheretea, per la
presenza di specie sia di classe che di alleanza (Arrhenatherion) come Knautia
drymeia, Arrhenatherum elatius, Phleum pratense, Tragopogon pratensis, Festuca
pratensis, Ranunculus acris, Achillea millefolium, Campanula patula oltre alle
specie compagne Silene vulgaris, Medicago sativa, Rhinanthus alectorolophus e
Valeriana officinalis.
Inserimento nell’Habitat 6510
Le formazioni erbacee esaminate possono essere incluse nell’Habitat 6510, per la
ricchezza di specie e per la presenza di elementi di Arrhenatherion, sebbene si
tratti di situazioni che non esprimono la piena potenzialità della vegetazione. La
gestione costante da parte dell’uomo può evitare i naturali processi di dinamica
evolutiva, che porterebbero ad un progressivo inarbustamento della vegetazione e
ad un impoverimento delle specie caratteristiche dei prati falciati.
2.5 Conclusioni
Le vegetazioni censite sono inquadrabili negli habitat *6210 e 6510 per la
presenza delle specie caratteristiche di classe e di ordine e per l’elevata ricchezza
floristica.
I prati magri risultano inoltre ricchi di orchidee: sono state riconosciute 6 specie (di
cui 5 determinate benché in avanzato stadio di fioritura), alcune protette da leggi
regionali e nazionali.
Si tratta di habitat da tutelare attraverso oculati piani di intervento, in modo da
evitare il progressivo inarbustamento a cui queste cenosi sono naturalmente
10
soggette. Nel corso dei sopralluoghi sono state infatti osservate realtà (fig. 5) in cui
arbusti come il ginepro comune o la rosa stanno invadendo le aree a prato non
gestite.
11
3 Indagine di screening sulla presenza di chirotteri nell’area
Pietra Corva - Sassi Neri
3.1 Introduzione
I chirotteri rappresentano un gruppo faunistico che conta una grande quantità di
specie (33 in Italia), relativamente poco conosciuto e di grande rilevanza
conservazionistica. Le specie italiane, tutte appartenenti al sottordine dei
Microchirotteri, presentano abitudini crepuscolari e notturne ed hanno una dieta
prevalentemente insettivora.
Questi mammiferi frequentano una grande varietà di ambienti e, a seconda
dell’ecologia delle specie, si differenziano per la varietà dei rifugi, per le
caratteristiche della dieta, per le tecniche attuate nella caccia e per gli ambienti
utilizzati a questo scopo.
Come noto i Microchirotteri riescono ad orientarsi e a cacciare anche in condizioni
di completa oscurità grazie a peculiari tecniche di ecolocalizzazione. Essi infatti
sono in grado di emettere e ricevere impulsi ultrasonori (banda di frequenza
compresa tra 15 e 200 kHz circa). Le caratteristiche bioacustiche di tali impulsi
variano a seconda delle specie e possono rappresentare un valido carattere
diagnostico.
La maggior parte delle popolazioni di chirotteri italiani ed europei ha subito negli
ultimi decenni un pesante regresso le cui cause non ad oggi completamente
chiarite; si ritiene tuttavia che esse siano ascrivibili a fattori di origine antropica.
Tra di esse è possibile citare: l’utilizzo di pesticidi e altre sostanze chimiche, la
scomparsa di boschi e aree umide, l’alterazione del mosaico di ambienti
ecologicamente importanti per i chirotteri, la persecuzione (diretta o involontaria)
da parte dell’uomo, la distruzione dei siti riproduttivi e dei rifugi invernali (Fornasari
et al. 1997).
I pipistrelli in Italia sono protetti per legge fin dagli anni ’30, e la maggior parte
delle specie sono inserite a vario titolo nella Lista Rossa dei vertebrati italiani
(Calvario e Sarrocco, 1997), tuttavia un decisivo passo avanti nella conservazione
di questo gruppo è stato determinato dall’inclusione di tutte le specie negli allegati
II e/o IV della direttiva Habitat (dir. 92/43/CEE).
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I particolare le 5 specie appartenenti al genere Rhynolofus, 6 Myotis, il miniottero
(Miniopterus schcreibersi) e il barbastello (Barbastella barbastellus) figurano
nell’allegato II (specie animali e vegetali di interesse comunitario la cui presenza
richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione) e tutti gli altri sono
comunque inseriti in allegato IV (specie animali e vegetali di interesse comunitario
che richiedono una protezione rigorosa).
Nella tabella seguente si riporta il quadro delle specie segnalate per la Lombardia
con il riferimento agli allegati della direttiva Habitat in cui sono comprese.
Tabella 4.15 - Elenco delle specie di Chirotteri presenti in Lombardia e loro appartenenza agli
Allegati II e IV della Direttiva 92/43/CEE. Le specie sono elencate secondo l’ordine sistematico per
famiglia e genere.
Nome scientifico
Nome comune
Allegato II Allegato IV
Rhinolophus ferrumequinum
Rinolofo maggiore
+
+
Rhinolophus hipposideros
Rinolofo minore
+
+
Myotis mystacinus
Vespertilione mustacchino
Myotis emarginatus
Vespertilione smarginato
+
+
Myotis bechsteini
Vespertilione di Bechstein
+
+
Myotis nattereri
Vespertilione di Natterer
+
Myotis daubentoni
Vespertilione di Daubenton
+
Myotis capaccinii
Vespertilione di Capaccini
+
+
Myotis myotis
Vespertilione maggiore
+
+
Myotis blythi
Vespertilione di Blyth
+
+
Pipistrellus pipistrellus
Pipistrello nano
+
Pipistrellus nathusii
Pipistrello di Nathusius
+
Pipistrellus kuhli
Pipistrello albolimbato
+
Hypsugo savii
Pipistrello di Savi
+
Eptesicus serotinus
Serotino comune
+
Eptesicus nilssonii
Serotino di Nilsson
+
Vespertilio murinus
Serotino bicolore
+
Nyctalus noctula
Nottola comune
+
Nyctalus leisleri
Nottola di Leisler
+
Miniopterus schreibersi
Miniottero
Plecotus auritus
Orecchione bruno
+
Plecotus austriacus
Orecchione meridionale
+
Barbastella barbastellus
Barbastello
Tadarida teniotis
Molosso del Cestoni
+
+
+
+
+
+
13
Da quanto appena esposto emerge il peso attribuito dalla direttiva Habitat a
questo gruppo faunistico nel concorrere alla determinazione dei parametri per la
designazione dei siti di importanza comunitaria. Proprio questo aspetto è stato
determinante nella scelta dei chirotteri per condurre delle indagini specialistiche
nell’area di Pietra Corva – Pozzallo. L’obiettivo dell’attività qui illustrata è stato
quindi quello di condurre un’indagine con valore di screening iniziale relativamente
alla presenza di pipistrelli in un sito potenzialmente candidabile a SIC.
3.2 Area di studio
L’area di studio si colloca in provincia di Pavia, nelle propaggini meridionali del
territorio dell’Oltrepo al confine con la provincia di Piacenza. In particolare si tratta
degli ambienti circostanti gli affioramenti ofiolitici di Pietra Corva e dei Sassi Neri,
in comune di Romagnese.
Per i rilievi sono state scelte due porzioni di territorio ritenute rilevanti rispetto
all’area potenzialmente candidabile come SIC.
In particolare le aree indagate sono state quella compresa tra la vetta del
Panperduto ed il giardino di Pietra Corva (parcheggio del ristorante) e quella
compresa tra la frazione di Pozzallo e gli affioramenti dei Sassi Neri.
3.3 Metodi
Il metodo scelto per la conduzione dell’indagine si è basato sulla registrazione di
ultrasuoni tramite bat-detector, un apparecchio che abbassa la frequenza
dell’emissione ultrasonora fino a renderla percepibile dall’orecchio umano
(frequenze comprese tra 20Hz e 20kHz).
Un censimento completo ed esaustivo riferito alla presenza di chirotteri nell’area
richiede l’utilizzo di più strategie che forniscono dati complementari (ricerca dei
rifugi, cattura tramite reti, indagini ultrasoniche, ecc). Tuttavia la necessità di
concentrare gli sforzi su un numero limitato di uscite ha fatto ricadere la scelta
sull’impiego del bat – detector in quanto si ritiene che questo tipo di indagine ben
si adatti alla conduzione di indagini preliminari utili all’individuazione di aree di
interesse naturalistico (Ahlén , 1990).
Lo strumento utilizzato in questo caso è un bat-detector modello Petterson D 980;
per la rilevazione dei suoni è stato utilizzato in modalità di conversione
heterodyning mentre per l’ archiviazione dei dati è stata impiegata la modalità time
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expansion ed i segnali sono stati riversati su un registratore digitale Sony Digital
Audio Tape Recorder TCD-D8. I segnali sono stati digitalizzati in formato *.waw al
fine di permettere la successiva discriminazione a livello di genere o di specie.
Il software utilizzato per l’analisi dei segnali è Batsound 1.01 con frequenza di
campionamento 44.1 kHz, 16 bits/campione e una FFT a 512 punti (Hamming
window). I parametri rilevati relativamente ai segnali ritenuti validi sono stati:
-
frequenza di inizio (kHz)
-
frequenza di fine (kHz)
-
frequenza a metà impulso (kHz)
-
frequenza alla massima intensità (kHz)
-
la durata dell’impulso (msec)
-
il numero di impulsi al secondo
La determinazione delle specie è stata ricavata dal confronto dei valori medi delle
variabili con quelli riportati da Russo e Jones (2001) per 22 specie di Chirotteri
italiani, unitamente alla valutazione grafica del sonogramma.
Le sessioni di ascolto si sono concentrate nella fascia oraria di massima
contattabilità (21.30 – 00.30) degli animali. Durante questo lasso di tempo il batdetector è stato utilizzato sia effettuando dei transetti a piedi lungo i sentieri
percorribili avendo cura di toccare tutti gli ambienti presenti, sia effettuando punti
d’ascolto della durata di 10 minuti localizzati nei punti valutati particolarmente
favorevoli al contatto (zone di ecotono, specchi d’acqua, lampioni).
Le uscite notturne sono state precedute da un sopralluogo preliminare volto a
determinare le aree ed i percorsi più idonei per l’attività di rilevamento.
Sono state effettuate complessivamente tre uscite notturne (11 luglio, 18 luglio e
24 agosto) una nell’area compresa tra il Giardino Alpino ed il Pan Perduto e due
nei pressi di Pozzallo. Per le attività di rilevamento sono stati impiegati due
operatori. E’ stato possibile effettuare registrazioni in entrambe le aree. A Pozzallo
sono state effettuate due uscite in quanto la prima aveva dato esito negativo.
3.4 Risultati
Nella tabella sottostante si riportano le specie contattate durante i rilievi condotti
nell’estate 2006 e l’area dove è avvenuto il contatto. Segue un breve
15
inquadramento delle specie riportate. I punti in cui sono stati effettivamente
contattati gli animali sono stati il bosco al limite dello lo stagno del Giardino di
Pietra Corva e l’area del vicino parcheggio. Si tratta di un luogo isolato e tranquillo
dove i lampioni sono posizionati al margine del bosco e pertanto possono
rappresentare un ottimo sito di caccia. Per quanto riguarda Pozzallo le
registrazioni sono state fatte in prossimità dell’abitato, sempre in vicinanza di
lampioni. Anche in questo caso valgono considerazioni simili in quanto si tratta di
una frazione di poche case, molte delle quali vecchie, situata tra il bosco ed i prati.
Nome scientifico
Nome comune
All. II
All. IV
Area
Myotis sp
Vespertilione
+
+
Pozzallo
Pipistrellus pipistrellus
Pipistrello nano
+
Pozzallo
Pipistrellus kuhli
Pipistrello albolimbato
+
Pietra Corva
Hypsugo savii
Pipistrello di Savi
+
Pozzallo
Miniopterus schreibersii
Miniottero
+
Pozzallo
+
Myotis sp.: nell’ambito del genere Myotis, è frequente che non sia possibile
effettuare una discriminazione a livello specifico basandosi sulla sola analisi dei
sonogrammi; dal momento tuttavia che molte specie appartenenti a questo genere
sono collocate in allegato II, si è scelto di effettuarne comunque la segnalazione
anche a livello di formulario standard Natura 2000. I vespertilioni (genere Myotis)
sono chirotteri di media taglia generalmente rari o comunque relativamente poco
frequenti. In Lombardia se ne conoscono otto specie, e le indagini faunistiche
recentemente condotte nei SIC del Pavese e del Lodigiano confermano che si
tratta di un genere contattato solo in un numero limitato di siti.
La presenza di vespertilioni è stata recentemente segnalata anche nel corso di
indagini ultrasoniche condotte presso il SIC Monte Alpe (Bontardelli et al. 2004,
Prigioni et al. 2001) distante dall’area di indagine solo pochi km.
Dal punto di vista conservazionistico, a parte il vespertilio mustacchino e quello di
daubenton, le cui popolazioni sono considerate stabili, tutte le altre specie presenti
in Lombardia presentano uno status di conservazione più o meno sfavorevole e
popolazioni in decremento, se non nelle nostre zone, almeno in gran parte
d’Europa (Prigioni et al. 2001).
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Pipistrellus kuhlii: si tratta di una specie antropofila tra le più comuni in Italia ed in
Lombardia (Prigioni et. al 2001); non molto frequente in ambienti boschivi,
predilige per la caccia le fasce ecotonali e le zone aperte. Nell’ambito di questa
indagine è stato contattato ripetutamente, ma esclusivamente nella zona di Pietra
Corva, sia nei pressi dello stagno del Giardino Alpino, sia nell’area del parcheggio
del ristorante presumibilmente attirato dalla luce dei lampioni posti al limitare del
bosco. La specie era già stata contattata in passato nei pressi del citato
parcheggio (Bogliani comm. pers.).
La spiccata antropofilia rende questo piccolo pipistrello verosimilmente meno
sensibile di altre specie alle modificazioni dell’ habitat. Dal punto di vista
conservazionistico non sussistono motivi di supporre una sua diminuzione; tuttavia
si sottolinea l’importanza di tutelarne i rifugi e la minaccia rappresentata
dall’impiego di sostanze tossiche per l’agricoltura e l’edilizia.
Hypsugo savii: La specie è nota per tutto il territorio italiano, possiede uno spettro
biologico estremamente ampio e pertanto è stata rinvenuta in una grande varietà
di ambienti (zone costiere, aree rocciose, boschi e foreste di ogni tipo, zone
agricole e aree urbane). In provincia di Pavia, pur meno diffusa del pipistrello
alibombato, può contare su un buon numero di segnalazioni, anche relativamente
all’Oltrepo (Prigioni et al.2001).
Un individuo di pipistrello di Savii è stato contattato nei pressi della frazione di
Pozzallo, probabilmente in caccia vicino ad un lampione.
Lo status di conservazione è sfavorevole su gran parte dell’areale europeo, ma
relativamente alla Lombardia le attuali condizioni non sono ritenute preoccupanti;
è comunque fondamentale garantirne la protezione dei siti riproduttivi e di
svernamento.
Pipistrellus pipistrellus: E’ una specie antropofila facilmente rinvenibile nei centri
urbani, tuttavia mostra densità rilevanti in boschi di latifoglie più o meno maturi.
Predilige ambienti rurali e zone aperte con presenza di alberi, è generalmente
sedentaria e si limita a compiere spostamenti dell’ordine di poche decine di
chilometri.
Il pipistrello nano è diffuso in tutta Italia e relativamente comune, è considerato
vulnerabile in ampie porzioni del suo areale europeo, tuttavia in Lombardia non
17
sembra presentare particolari problemi di conservazione. In generale le principali
minacce sono state individuate nella distruzione dei siti di rifugio e nell’uso di
sostanze tossiche in edilizia ed agricoltura. E’ stato contattato in attività di caccia
intorno ad un lampione in località Pozzallo.
Miniopterus schreibersii La segnalazione del miniottero, per quanto si riferisca ad
un unico contatto condotto tramite il bat-detector, risulta di un certo rilievo in
quanto si tratta di una specie inserita in allegato II per la quale le segnalazioni in
Lombardia sono estremamente scarse e per lo più datate (Prigioni et al. 2001) Il
miniottero è una specie marcatamente troglofila che predilige gli ambienti
scarsamente antropizzati con preferenza per quelli carsici. Questo pipistrello è
particolarmente mobile e lo si può rinvenire in pianura così come in bassa e media
montagna. Per la caccia predilige ambienti aperti quali prati o pascoli. La specie è
particolarmente sensibile soprattutto nei confronti del disturbo dei rifugi sotterranei
oltre che della modificazione degli habitat.
La segnalazione per questa porzione dell’Oltrepo risulta supportata anche dal fatto
che la presenza del miniottero è accertata per la provincia di Piacenza (Ambrogio
e Ruggieri, 2002) dove è nota una colonia riproduttiva e, non distante dai Sassi
Neri, un sito di sosta frequentato durante gli spostamenti migratori.
Per completezza si citano anche alcune altre specie per cui si hanno
esclusivamente indicazioni di tipo bibliografico (Cova 2006, AA.VV 2001). Nello
specifico si tratta di:
Rhinophus hipposideros (Rinolofo minore), Plecotus auritus (Orecchione bruno),
Plecotus austriacus (Orecchione grigio), Myotis daubentoni (Vespertilio di
Daubenton), Eptesicus serotinus (Serotino comune), Tadarida teniotis (Molosso
di Cestoni).
L’elenco riportato sottolinea la potenziale ricchezza dell’area dal punto di vista
della presenza di chirotteri. Ai fini della compilazione del formulario standard
Natura 2000, si è scelto di inserire esclusivamente quelle specie per le quali vi
erano maggiori probabilità di presenza, per le quali cioè le informazioni risultano
citate in più fonti anche consultando quanto riportato dall’atlante dei mammiferi
della provincia di Piacenza per l’area al confine con quella qui considerata.
18
3.5 Conclusioni
L’area indagata presenta discrete potenzialità dal punto di vista chirotterologico
suffragate dal mosaico di ambienti presenti (boschi, prati, piccoli gruppi di case
anche con presenza di ruderi, pareti rocciose, ecc.) che possono essere
frequentati sia durante lo svolgimento delle attività di caccia, sia per il rifugio. La
pressione antropica limitata e la presenza di siepi e di prati magri e da sfalcio,
unitamente a piccole frazioni con presenza di vecchie case, costituisce
sicuramente una serie di condizioni favorevoli per molte specie. Sarebbe inoltre
interessante approfondire le conoscenze sulla presenza di questo gruppo
faunistico. Dal punto di vista della conservazione è importante l’attuazione di
misure che comportino la salvaguardia e, possibilmente, l’incremento degli
ambienti di rifugio e di approvvigionamento. Risultano strategici in tal senso il
mantenimento di boschi maturi (ricchi di alberi morti), di prati, di filari ed una
adeguata sensibilizzazione della popolazione residente rispetto alla presenza di
pipistrelli in ruderi e vecchi edifici.
19
Bibliografia consultata
Ahlén L. 1990. Identification of bats in flight. Swedish Society for Conservation of
Nature
- The Swedish Youth Associaton for Environmental Studies and
Conservation. Stockholm.
Aeschimann D. & al., 2004. Flora alpina, Ed. Zanichelli, Bologna
AA.VV 2003. Guida alla Fauna di Interesse Comunitario. Direttiva Habitat
92/43/CEE. Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio.
Bontardelli L., Giordano V., Lazzarini M. e Villa M., 2004. I Siti d’Importanza
Comunitaria della provincia di Pavia - monitoraggio degli habitat e della fauna e
principali indicazioni gestionali. Amministrazione Provinciale di Pavia.
Bontardelli L., Giordano V., Lazzarini M. e Villa M., 2004. Relazione tecnica
d’inquadramento del pSIC “Monte Alpe” (IT20800021) ed indirizzi gestionali.
Amministrazione Provinciale di Pavia.
Calvario E., Sarrocco S (eds.) 1997. Lista Rossa dei Vertebrati italiani. WWF Italia.
Fornasari L, Violani C & Zava B 1997. I Chirotteri italiani. L’Epos. Palermo.
Prigioni C, Cantini M & Zilio A 2001. Atlante dei mammiferi della Lombardia.
Regione Lombardia e Università degli Studi di Pavia.
Lorenzi M., Ferlinghetti R., a cura di, 2006. ReteNatura2000 – I Siti di Importanza
Comunitaria in provincia di Bergamo. Provincia di Bergamo-servizio aree protette.
Russo D & Jones G 2001. Identification of twenty-two bat species (Mammalia:
Chiroptera) from Italy by analysis of time-expanded recordings of echolocation
calls. J. Zool., London (2002) 258, 91-103.
Pignatti S., 1982. La Flora d’Italia, Edagricole.
Zucchi H, 1989. I prati. Vegetazione e fauna da tutelare. Ulisse Edizioni.
Allegato 1
Elenco floristico
EQUISETACEAE
Equisetum arvense L.
CUPRESSACEAE
Juniperus communis L.
CORYLACEAE
Ostrya carpinifolia Scop.
FAGACEAE
Quercus cerris L.
POLYGONACEAE
Rumex acetosa L.
CARYOPHYLLACEAE
Cerastium holosteoides Fries. ampl. Hylander
Silene nutans L.
Silene vulgaris (Moench) Garcke
RANUNCULACEAE
Ranunculus acris L.
GUTTIFERAE
Hypericum perforatum L.
ROSACEAE
Sanguisorba minor Scop.
Potentilla erecta (L.) Rauscher
Crataegus oxyacantha L.
LEGUMINOSAE
Genista tinctoria L
Ononis spinosa L.
Medicago sativa L.
Trifolium montanum L.
Trifolium pratense L.
Trifolium rubens L.
Anthyllis vulneraria L. (Agg.)
Dorycnium pentaphyllum Scop.
Lotus corniculatus L.
LINACEAE
Linum hirsutum L.
EUPHORBIACEAE
Euphorbia cyparissias L.
POLYGALACEAE
Polygala nicaeensis Risso
ACERACEAE
Acer campestre L.
CISTACEAE
Helianthemum nummularium (L.) Miller
UMBELLIFERAE
Pimpinella saxifraga L.
ERICACEAE
Calluna vulgaris (L.) Hull
GENTIANACEAE
Gentianella germanica (Willdt.) Warburg
RUBIACEAE
Galium verum L.
Galium mollugo L.
Cruciata glabra (L.) Ehrh.
CONVOLVULACEAE
Convolvulus arvensis L.
LABIATAE
Ajuga reptans L.
Thymus alpigenus (Kerner) Ronn.
Salvia pratensis L.
SCROPHULARIACEAE
Veronica serpyllifolia L.
Rhinanthus alectorolophus (Scop.) Pollich
PLANTAGINACEAE
Plantago serpentina All.
Plantago media L.
VALERIANACEAE
Valeriana officinalis L.
DIPSACACEAE
Knautia arvensis (L.) Coulter
CAMPANULACEAE
Campanula patula L.
COMPOSITAE
Antennaria dioica (L.) Gaertner
Achillea millefolium L.
Carlina acaulis L.
Tragopogon pratensis L.
Hieracium pilosella L.
Leucanthemum vulgare
LILIACEAE
Leopoldia comosa (L.) Parl.
JUNCACEAE
Luzula multiflora (Ehrh.) Lej.
GRAMINACEAE
Cynosurus cristatus L.
Briza media L.
Dactylis glomerata L.
Festuca pratensis Hudson
Festuca curvula Gaudin
Brachypodium pinnatum (L.) Beauv.
Arrhenatherum elatius (L.) Presl
Danthonia decumbens (L.) DC.
Koeleria macrantha (Ledeb.) Sprengel
Agrostis tenuis Sibth.
Anthoxanthum odoratum L.
Phleum pratense L.
Poa trivialis L.
Bromus erectus Hudson
CYPERACEAE
Carex pallescens L.
Carex austroalpina Becherer
ORCHIDACEAE
Orchis purpurea Hudson
Orchis sambucina L.
Orchis maculata L.
Platanthera bifolia (L.) Rchb.
Epipactis helleborine (L.) Crantz
tabella dei rilievi fitosociologici
Allegato 2