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Intervista a Leonardo Valenti, sceneggiatore di ACAB | 50/50 Thriller
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04/03/13
I ntervista a Leonardo Valenti, sceneggiatore di
ACAB
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Leonardo Valenti è
uno sceneggiatore
per il cinema e la tv.
Tra i suoi lavori più
celebri, ricordiamo
A.C.A.B.; Il mostro di
Firenze; RIS – Delitti
imperfetti; Romanzo
Criminale - la serie.
Ultimamente lo
abbiamo conosciuto
per il suo lavoro a
quattro mani con
Marco Caselli:
Cassandra, un
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graphic novel nato da un’idea di Giancarlo De Cataldo.
Ciao Leonardo e benvenuto sul mio blog. Intanto ti faccio i complimenti per i tuoi lavori.
Non per essere ruffiano, ma ho apprezzato molto ACAB e Il mostro di Firenze,
nonostante non ami molto le serie tv. Romanzo Criminale – la serie, dicono che sia molto
bello ma purtroppo non l’ho visto.
1) Come si evince dalla piccola nota sei uno sceneggiatore noir, che lavora su prodotti di
un genere ben preciso.
Come sei diventato sceneggiatore? E la scelta di cimentarti in questo genere è solo
professionale, o deriva (anche) da una tua passione per il noir/poliziesco/thriller?
L.V. Beh diciamo che scrivere è stato sempre un pallino, fin dalla tenera età. Poi ho
scoperto il cinema e soprattutto le serie tv. Il poliziesco, più che il noir, è stata sia una
scelta professionale che una scelta per passione. Amo visceralmente questo genere come
ne amo anche altri ma per il noir ho una passione particolare. Quando ho capito che il
poliziesco era un buon volano per trovare spazio in tv, mi sono lanciato e ho trovato
terreno fertile.
2) Il lavoro dello sceneggiatore è una sorta di anello di congiunzione tra un romanzo ed
un film: trasformare in immagini quelle che sono solo parole. Quanto è faticoso questo
processo e come si sviluppa?
L.V. Faticoso, soprattutto se vuoi scrivere cose che reggano e che abbiano un carattere
personale. Si va per gradi e chi pensa che si attacca a scrivere da scena uno dello script si
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sbaglia. Si pensa in generale, al tema di quello che
si vuole scrivere, ai personaggi e poi alla trama. E
quindi gradualmente si approfondisce fino ad
arrivare ad un soggetto, abbastanza definito. In
questo processo, la parola d’ordine è
“visualizzare”. In un romanzo non ci sono vincoli
di sorta ma in un film tutto quello che vogliamo
far arrivare allo spettatore deve diventare azione.
O quasi tutto. Poi ci sono espedienti pseudo
romanzeschi come la voce off (che mi piace
molto, forse sono uno dei pochi a preferire il
Blade Runner originale a quello director’s cut), ma
non bisogna abusarne.
3) Ritornando alla domanda precedente, immagino
voi sceneggiatori in una sorta di limbo, a metà tra
scrittori di romanzi e registi di film. Sei mai stato
tentato di fare o hai già fatto, un passo in una delle due direzioni?
L.V. In realtà ho iniziato girando i miei corti, poi ho capito che mi calzava meglio il ruolo
da sceneggiatore. Il romanzo è un punto di arrivo, invece. Ci proverò prima o poi. Devo
solo trovare il tempo e la giusta storia.
4) Il vostro è un lavoro nell’ombra, i
meriti o i demeriti di un film alla fine
vanno al regista. I vostri nomi
figurano raramente in recensioni o in
anteprime. Vi infastidisce la cosa, o è
insita nel vostro lavoro?
L.V. No, devo dire la verità non mi
infastidisce. Con il tempo ho capito
che non amo apparire, anzi. Non
sono andato a ritirare il premio come
miglior sceneggiatore al Roma
Fiction Fest del 2011, ultimamente evito anche le conferenze stampa. Penso sia insito nel
lavoro e anzi chi rincorre i riflettori non credo sia nel profondo un vero sceneggiatore…
5) Che romanzo ti piacerebbe sceneggiare per un film e quale/i per una serie tv?
L.V. Vedrei una bella serie tv tratta da Una brutta storia di Pulixi. E come film il sogno di
una vita è fare un adattamento di Preveggenza di Michael Swanwick, che poi è il racconto
a cui penso si sia ispirato Nolan per il suo Memento.
6) Con quale regista e attore di piacerebbe lavorare?
L.V. Con Olivier Marchal come regista (ma anche come attore) e come attore non mi
dispiacerebbe sentir pronunciate le mie battute da James Gandolfini…
7) Un film a cui daresti l’Oscar per miglior sceneggiatura originale e un altro per miglior
sceneggiatura non originale?
L.V. Beh cito due film che non l’hanno preso, sennò gioco facile: The Prestige, come non
originale, e Narc, come originale.
8) Come detto in
apertura di post, hai
lavorato nel graphic
novel Cassandra e in
passato
per
altri
fumetti. Come ti trovi
a lavorare con i
fumetti e i fumettisti?
L.V. Mi trovo bene,
anche se le prime volte faticavo molto. Scrivere una sceneggiatura per fumetti richiede
degli sforzi in più. La regia dei punti di vista va definita dallo sceneggiatore, ma
soprattutto il ritmo da dare alle tavole. Con i fumettisti mi trovo decisamente bene. I miei
migliori amici sono tutti del mondo dei fumetti. I colleghi televisivi e cinematografici
lasciamo perdere… più facile farsi amico un coguaro.
9) A cosa stai lavorando e quali sono i tuoi progetti futuri?
L.V. In questo momento sto revisionando una serie che parla della ndrangheta a Milano,
il titolo è Le Mani dentro la città, la regia di Alessandro Angelini, ma la data di messa in
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onda è ancora da stabilire. Andrà su Canale 5, produzione la Taodue di Pietro Valsecchi.
Nel frattempo però, sempre per la Taodue, ho iniziato a lavorare su un’altra serie tv. Di
questa posso dire solo che è una nuova incarnazione di una serie tv già esistente e che io
ho curato come story editor e sceneggiatore già anni fa.
Ti ringrazio Leonardo per la disponibilità e la partecipazione a questa “intervista” che
cerca di esplorare il mondo degli sceneggiatori. In bocca al lupo per i tuoi progetti futuri e
alla prossima.
L.V. Grazie a te, crepi il lupo e alla prossima!
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Pubblicato da Nico Donvito
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