Categoria XL - Diocesi di Pavia

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Categoria XL - Diocesi di Pavia
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Venerdì, 13 gennaio 2012
Concorso de “il Ticino”
I racconti della I E della Scuola Media Leonardo da Vinci di Pavia
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Ca
Ecco i brani scritti
dagli alunni
P
della professoressa
Paola Resegotti
l Ticino è un fiume bellissimo: se arrivi sulle sue sponde al mattino presto, ti accoglie una nebbiolina ghiacciata che ti fa pensare a un castello
magico, se poi ti capita di sentire il verso degli aironi e dei germani reali,
allora ecco le trombe che suonano a festa per il re.
All’improvviso un sasso cade in acqua con un tonfo ovattato, simile al rumore
del ponte levatoio che, scricchiolando, si abbassa. Gli alberi che circondano il
Ticino, specie rare in tutta la Pianura Padana, sono la foresta impenetrabile
del castello e gli arbusti sono i soldati guidati dal re al suono dei corni accompagnati dai falchi pellegrini e dai gheppi per una battuta di caccia alla volpe.
Al meriggio il Ticino muta aspetto, e da invernale si trasforma in primaverile: le acque non più ghiacciate, si risveglia la foresta, gli uccelli accolgono il
ritorno del re dalla caccia; le anatre e gli aironi s’immergono sott’acqua come
paggi che con le canne da pesca su fragili barchette procurano il necessario
per festeggiare il re; le oche che zampettano sulla sabbia sono i servi intenti a
raccogliere l’oro del fiume.
Se improvvisamente un altro sasso o ramo cadesse in acqua, assomiglierebbe
al rumore del ponte che si abbassa nuovamente seguito dal frastuono della
carovana che fa il suo ingresso nel castello magico della mia fantasia...
Giovanni Savarè
I
uanti eventi, quanti popoli e famosi personaggi ha visto il Ticino nel
corso della sua storia bimillenaria...e ora lo vedo io, studentessa di
prima media. Con le sue acque azzurre d’estate, che bagna le vie del
borgo per le tante piogge in autunno, nascosto dalla nebbia in inverno, con i
fiori nuovi della primavera inumiditi appena... Il Ticino...quanti ricordi...
Certe volte, nei pomeriggi di festa, mi piace andare a vedere il sole che tramonta dietro il fiume coi suoi colori di rosa, arancio e oro. Allora mi domando
se la vita mi porterà lontano, in un’altra città, ma qualunque cosa accadrà, io
ritornerò sempre a salutare questo magico amico!
Francesca Girino
Q
a piccola, quando passeggiavo lungo il Ticino, mi sembrava d’inverno
un albero infelice, sopra un fiume dorato che scorreva. Triste era il
Ticino in inverno, ma in primavera l’albero che mi immaginavo infelice , cominciò a fiorire portando a tutti la felicità, anche i pesci divennero
sempre più felici...
Sopra il fiume c’era un ponte coperto, quando passavo sentivo il rumore del
fiume che scorreva, mi sembrava una melodia musicale.
Il Ticino ha un legame particolare con Pavia, perché è la sua città, e lui ricambia scorrendovi a tratti placido, a tratti impetuoso.
Wifak Othmani
D
uando cammino lungo il nostro “fiume azzurro” penso a ciò che ha
visto nel passato, quando ancora io non ero nato. E per conoscere la
sua storia come devo fare? Potrei andare in biblioteca, ma credo che i
libri non possano soddisfare appieno la mia curiosità di ragazzo sulla storia
di questo grande fiume.
Allora decido di andare dalla nonna e le chiedo di raccontarmi una storia del
Ticino in passato. Lei allora incomincia a narrarmi una leggenda, la leggenda della statua di Maria con il Bambin Gesù in braccio e una stella in mano.
E’ la nota leggenda della Madonna della Stella venerata nella chiesa di Santa Maria in Betlem in Borgo, che tutti i pavesi dovrebbero conoscere, non solo i borghigiani.
Poi chiedo al nonno di mostrarmi le foto del Ticino da lui scattate tempo fa e
penso al mio futuro, a come potrei allontanarmi da Pavia, come farei senza
Ticino?
Il Ticino per me è un amico del tutto speciale, come è sempre stato e sempre
sarà, ieri per i nonni, oggi e domani per me.
Luca Botteri
Q
er me il Ticino è meraviglioso, visto nelle varie stagioni e nei vari momenti della giornata, con pioggia, neve o nebbia il suo aspetto varia e
anche se l’ho ammirato molte volte, il mio fiume resta sempre meraviglioso. Non mi spiego come certe persone possano inquinarlo e sporcarlo, perché, oltre ad essere un bene prezioso, possiede anche un valore storico.
Ricordo una passeggiata in particolare, in novembre con il mio papà. Era un
giorno di nebbia, ci siamo recati presso il ritrovo “Il vigile”, abbiamo imboccato un sentiero che conduceva nel bosco. Abbiamo trovato tanti funghi, ma
non li ho raccolti...cammina cammina trovammo una spiaggia molto estesa e
un vecchio barcone affondato, sassi levigati dall’acqua che misi in tasca e
portai a casa come se avessi trovato un vero tesoro.
Manuel Bertolotti
P
avia è un’onda di ricordi, di esperienze, un luogo felice... Ero appena arrivata dalla Romania, il mio paese, e stavo camminando lungo il viale, sotto gli alberi dai lunghi capelli verdi, erba con tanti fiori. A un tratto vidi
una cosa bellissima: un fiume...il Ticino, un fiume lungo e stretto, dall’acqua color del cielo, profumato di fiori, un fiume che sembrava sporgersi nel nulla.
Per la gente di questa città il Ticino è un luogo di magico riposo, dove puoi pensare, lasciarti andare dolcemente ai ricordi, un luogo che rende più bella la
città, che appare persa, sola, brutta senza di lui.
Il Ticino è il cuore di Pavia...mi ricordo di quella volta quando, salita su di una
piccola barca, mi lasciai trasportare dalla corrente accarezzando l’acqua, sfiorandola con le mani...Anche adesso, ogni mattina, passando lungo le sue sponde, guardo lo scorrere lento del fiume, come un fiocco di neve che cade dal cielo
silenzioso.
Ora immagino un fiume importante, perso nella sua calma solitudine.
Il Ticino è come un amico che ti ascolta e ti aiuta nelle situazioni difficili. In futuro...lo immagino come al solito bello, attorniato dai suoi alberi alti e verdi,
con l’acqua che accarezza l’erba e libera l’anima...
Bianca Diac
vevo diciotto mesi quando feci la mia prima conoscenza con il Ticino: i
miei genitori mi portarono a vedere la maestosa piena del 2002. Mi ricordo ancora le bellissime passeggiate sulle rive del fiume osservando
l’acqua che scorreva piano tra un isolotto e l’altro. Il leggero cinguettio degli uccelli mi accompagnava sempre quando entravo nel bosco: alberi altissimi salivano fin quasi a toccare il cielo, minuscole gocciole d’acqua si adagiavano sulla
mia pelle.
Di tanto in tanto scorgevo i canali naturali della Mangialoca e della Venara
formatisi nel basso corso del fiume. Mi ha sempre affascinato osservare come le
acque cerulee del Ticino si differenziano da quelle grigie e fangose del Po quando sfocia in esso.
Mi sento a casa in quei boschi e in quei sentieri più volte percorsi a piedi o in
bicicletta.
Diego Castoldi
A
hissà se fra dieci anni, se l’uomo continua a inquinare il Ticino, facendogli del male, il fiume sarà ancora così bello e limpido? Spero di sì,
perché vado fiera della mia città, del suo fiume e della sua storia!
Zoe Jayakar
C
l Ticino...un posto magico...come dimenticare l’acqua cristallina, i mulinelli
spaventosi presso il ponte coperto, le radure incantate dove gli animali vivono indisturbati e le piante crescono rigogliose?
In passato questo piccolo gioiello pavese era come il mare, pulito e limpido, le
deliziose ondine tra le quali giocavano i miei genitori ragazzini, i rami degli alberi che lambivano le rive, dove gli uccellini cinguettavano allegri.
Oggi le gite in bicicletta mi fanno riscoprire la sua bellezza, gli alberi mi avvolgono come coperte, laggiù mi sento protetta, sento il profumo umido e odo la voce delle piccole onde che s’infrangono sulle rive. Ricordo i sassi lanciati nel fiume da bambina, e i cerchi magici disegnati sull’acqua, le spiagge dove si cammina scalzi per poi immergere i piedi per sentire l’acqua fredda...calda.
Appoggio le mani sopra la terra umida, una sensazione di dolcezza mi pervade,
immagino la vita passata su quella terra buona del mio Ticino.
Cosa accadrà in futuro a questo bellissimo fiume? Nessuno può dirlo con certezza, resta solo la speranza che rimanga com’è ora per me:
una corsa in primavera
un sorso d’acqua fresca in estate
un quadro in autunno
un calda coperta d’inverno
Michela Venezia
I
er me il Ticino è il simbolo di Pavia. Molte volte sono andata in Borgo e
sulla riva del fiume in bicicletta o a piedi e ho imparato molte cose. Mia
nonna mi ha raccontato una storia che mi ha molto impressionata: quando qualcuno annegava in Ticino, si suonavano le campane della cappelletta di
San Giovanni Nepomuceno sul Ponte coperto.
Quando sarò grande spero di abitare a Pavia, ma se dovessi trasferirmi altrove,
la mia città e il suo fiume resteranno per sempre nel mio cuore.
Chiara Passerini
P
l Ticino è l’anima di Pavia: d’inverno è un padrone che accoglie amico i navigatori, se li stringe forte al petto, un ultimo saluto e li lascia andare alle loro esplorazioni in primavera dona ai pavesi canti di uccelli e voli di rondine,
profumi di fiori e rilassanti passeggiate lungo le sue sponde d’estate, nascosto
nei suoi argini, si fa piccolo come un bambino, ci abbandona per poi ritornare
in autunno, quando, in piena, bussa alle porte del Borgo, nessuno gli apre e così, le lacrime agli occhi, torna nel suo argine in attesa dell’anno che verrà...
Silvia Greco
I