Le mille facce dei Pir: appeal, costi, tasse e nodi da

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Le mille facce dei Pir: appeal, costi, tasse e nodi da
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Le mille facce dei Pir: appeal, costi, tasse e
nodi da sciogliere
–di Isabella Della Valle
| 21 gennaio 2017
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19 gennaio 2017
Perché la Bce mantiene gli stimoli nonostante
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piani individuali di risparmio (Pir) sono la grande novità del
2017, un’alternativa creata da un lato per incoraggiare il
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risparmio a medio/lungo termine, dall’altro per far confluire
capitali freschi verso l’economia reale. Come? Abbattendo la
tassazione (su capital gain, dividendi, successione e donazioni).

Acclamati a gran voce da Assogestioni già dal 2011, i Pir non sono
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comunque appannaggio esclusivo del risparmio gestito. Possono
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ITALIA | 19 gennaio 2017
essere di natura assicurativa o inseriti nell’ambito del risparmio
I soccorsi all’hotel sul Gran
Sasso
amministrato. Al momento però solo i gestori di fondi hanno prodotti
ITALIA | 20 gennaio 2017
pronti. La Sgr già operativa è Anima, ma altre sono ai blocchi di
partenza: Pioneer, Eurizon Capital, Bnl Bnp Paribas, Amundi e Zenit.
Per alcuni è questione di giorni, per altri di settimane.
Estratti vivi dall’hotel, le
immagini delle operazioni dei
Vigili del fuoco
ITALIA | 19 gennaio 2017
La notte nelle zone del sisma
In teoria, comunque, il risparmiatore potrebbe
anche rivolgersi a una compagnia assicurativa o
allo sportello bancario per aprire un conto ad
hoc, investendo su strumenti (azioni,
PLUS24 RISPARMIO | 21 gennaio
2017
Tra investitori e Sgr ecco
chi guadagna
obbligazioni, etc) che siano in linea con la
normativa dei Pir. In quest’ultimo caso però
l’expertise è d’obbligo perché scegliere i titoli e i
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della seconda generazione
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prodotti adatti non è semplice per un piccolo
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risparmiatore e il fatto che ci sia la conformità alle caratteristiche
previste dai Pir certo non basta a garantire la selezione ottimale degli
strumenti finanziari. Dal versante assicurativo le compagnie si stanno
attivando per adattare i contratti e lanciare «polizze Pir».
Il piano individuale di risparmio è un contenitore di strumenti
finanziari (azioni, obbligazioni, fondi, polizze, conto corrente) che
permette al sottoscrittore di essere esentato dalla tassazione sui
capital gain, a patto che l’investimento abbia una durata minima di
cinque anni, non superi l’importo di 30mila euro annui per un
investimento totale massimo di 150mila euro. Comunque è possibile
investire anche poche migliaia di euro ogni volta e far durare il Pir per
molti anni. Più o meno il meccanismo è questo: ipotizzando un
investimento iniziale di 100 euro, 70 dovranno essere investiti su
strumenti, emessi da imprese italiane quotate o non, che svolgono
attività diverse da quella immobiliare, o anche società europee ma con
stabile organizzazione in Italia. Su questo punto sarebbe interessante
capire che cosa si intenda effettivamente per società con stabile
organizzazione nel nostro Paese. È sufficiente avere una succursale o
avere delle società controllate? Oppure basta avere un rappresentante
legale? La risposta è attesa dall’Agenzia delle Entrate.
Comunque, di questi 70 euro, almeno il 30%
(quindi 21 euro sui 100) deve essere investito in
strumenti emessi da imprese non appartenenti
all’indice Ftse Mib della Borsa Italiana o indici
PLUS24 RISPARMIO | 21 gennaio
2017
Più vantaggi con il conto Pir
se si investe in imprese
innovative
equivalenti degli altri Paesi. La somma di
liquidità e strumenti diversi dalle azioni (titoli di
Stato, obbligazioni e così via) potrà quindi
rappresentare al massimo il 30%, mentre il peso
di un singolo emittente (sommando azioni e
bond) non deve superare il 10% del portafoglio (stesso limite previsto
anche per la liquidità sul conto corrente). Gli operatori attendono
anche una delucidazione sull’utilizzo che possono fare dei derivati
all’interno di questi strumenti.
Ma quanto costano i Pir? Questo è un punto delicato. Se è vero che il
risparmiatore investendo su tali prodotti è esentato dall’aliquota
fiscale sul capital gain, è altrettanto vero che questa possibilità ha un
costo. Analizzando i prospetti sia del Pir già operativo, sia di quelli in
fase di partenza ci sono costi di sottoscrizione, di gestione e, spesso,
di performance. Il loro ammontare complessivo sarà determinante
per consentire al sottoscrittore di capire se il gioco valga la candela.
Tradotto: se il vantaggio fiscale non venga vanificato dalle spese,
tanto più che c’è anche un vincolo temporale che rappresenta
comunque un costo opportunità senza alcuna garanzia di
rendimento. I costi dei Pir, poi, in genere variano in base al profilo di
rischio (è il caso di Eurizon che lancerà tre prodotti con differente
esposizione azionaria 30-50-70%).
Occorre inoltre prestare attenzione a un altro
aspetto: nel prospetto informativo il termine Pir
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dovrà essere ribadito in più parti per non
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generare alcun equivoco sull’effettiva natura del
PLUS24 RISPARMIO | 21 gennaio
2017
Le offerte assicurative
saranno «multi»
prodotto. Non si vuole correre il rischio che
magari con leve di marketing particolarmente
aggressive si venda un prodotto simile ma in
realtà diverso dal Pir. Ancora una volta, dunque,
occhio ad avere ben chiaro ciò che si compra. Nessun equivoco ci
dovrà essere anche sulla politica di investimento. Zenit Sgr, per
esempio, si avvia ad apportare le modifiche richieste sul prospetto di
due fondi preesistenti, prima di poterli definire Pir. Su questo fronte
la Consob ha alzato il livello di attenzione e, confrontandosi con
Assogestioni, sta per rilasciare alcuni chiarimenti, ma anche delle
avvertenze.
Un altro punto da definire è relativo alla possibilità del cliente di
passare da un Pir a un altro della stessa società o di altro emittente. Al
momento l’interpretazione prevalente tra le Sgr è quella che lo
«switch» non si possa fare. Se lo spostamento avviene prima dei
cinque anni, non si ottengono i benefici fiscali e il nuovo Pir riparte da
zero. Decorsi i 5 anni, il reddito non sarà invece assoggettato a
tassazione. Ma gli stessi operatori non escludono che a breve possa
anche arrivare un chiarimento che interpreti la norma in maniera
meno restrittiva e consenta quindi lo spostamento in corsa da un Pir
all’altro. E se ormai sembra assodato che i Pir non possono avere più
di un intestatario e un soggetto non può avere più Pir
contemporaneamente, c’è invece ancora qualche dubbio sulla
possibilità di aprire diversi Pir intestandoli ai diversi componenti di
una stessa famiglia. I Pir sono dunque in vigore, anche se i nodi da
sciogliere sono ancora tanti.
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ARGOMENTI: Sgr Eurizon Capital Assogestioni Zenith Italia
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