L`arte della vetrina - Studio Comunicazione Visiva
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L`arte della vetrina - Studio Comunicazione Visiva
L'arte della vetrina come emozionare per vendere di giorgio cignacco Manuale tecnico-pratico di vetrinistica e visual merchandising Più di 350 concetti espositivi 1 Questo libro è il frutto della mia cinquantennale esperienza nel campo della vetrinistica e del visual merchandising. Alla fine degli anni ‘60, ventenne di provincia, ho iniziato un’appassionante avventura sotto la guida del maestro Roberto Masiero di Padova, un grande della vetrinistica italiana. Dai primi approcci lavorativi ad oggi ho affrontato tutti i settori merceologici, percependo la vetrina come una tela da pittore sulla quale fissare un’immagine piacevole ed attraente, viaggiando per vedere i migliori lavori dei geni della vetrinistica, assimilando il bello ed affinando nel tempo le tecniche espositive ed il gusto personale per le merci, i colori, le forme, gli accostamenti, i decori, le luci, assumendo nel tempo uno stile tutto mio. La progressiva e costante crescita professionale e l’elevata capacità maturata mi hanno consentito di trasfondere le mie conoscenze nella formazione vetrinistica italiana; un impegno gratificante che mi ha convinto di proporre un libro sulla materia. Nel campo della vetrinistica e del visual merchandising è già stato scritto molto, ma ho pensato che anche le mie personali esperienze di uomo che ha fatto del suo lavoro una passione, possono essere di aiuto a quanti vogliano apprendere questa arte entrando nel suo universo. In questo manuale potrete trovare i concetti espositivi universali, nonché svariate proposte di allestimento in diversi settori merceologici. È un libro di grande utilità per chi è alle prime armi, per gli addetti ai lavori, ma anche per i commercianti, da tenere sempre a portata di mano, da consultare come valido aiuto per risolvere tante problematiche; un manuale di pronto intervento per apprendere quanto siano importanti, oggi più che mai, la vetrina ed il negozio, non solo per vendere, ma anche per creare un punto di incontro con la Clientela attraverso l’immagine e l’atmosfera. Giorgio Cignacco 5 indice indice indice i indice indice indice indice indice indice indice indice indice indice PRESENTAZIONE 5 INTRODUZIONE 7 La vetrina La vetrinistica dagli anni '50 agli anni '70 Tipologie di allestimento Riflessioni 9 10 12 14 STRUTTURE DELLE vetrinE Vetrina chiusa Vetrina aperta Vetrina semiaperta 17 18 20 22 I gruppi Definizione di gruppo Il gruppo e le sue forme geometriche Le fasi espositive per la creazione del gruppo L'esposizione a sequenza Il punto focale Le fasi espositive per la piegatura della maglieria ...e della jeanseria Soluzioni espositive in oreficeria e nell'ottica 25 26 30 32 34 36 40 41 42 Prove e... bozzetti L'allestimento Perché si fa vetrina Come si fa vetrina 44 46 48 49 TIPOLOGIE DI ALLESTIMENTO Allestimento scenografico Allestimento commerciale Allestimento minimalista Allestimento a tema Allestimento saldi Allestimento pubblicitario 51 52 54 56 58 63 66 USO DELLE LUCI Disposizione luci in vetrina Luce indiretta Luce dall’alto Tipologie di luci Ruoli importanti della vetrina Elementi che caratterizzano la vetrina Programmazione della vetrina 69 71 73 74 75 76 77 78 Teoria del colore Colori caldi e freddi Uso del colore in vetrina 79 81 82 TIPOLOGIE MERCEOLOGICHE Merce rigida 85 86 87 90 94 99 100 102 104 105 110 112 113 Oreficeria Calzature e pelletteria Ottica Il food in vetrina Il visual merchandising nel food Mercerie Merce morbida Tessuti Il drappeggio che passione Intimo Composizione di un gruppo 116 118 120 124 126 128 130 132 Importante Abbigliamento Per infrangere le regole... bisogna conoscerle 133 134 136 138 Busti sartoriali Vestizione del busto Come si stringono i capi... e come si trasformano Busti animati Vestizione del manichino Fissaggio del manichino Collocazione del manichino Attenzione alle parrucche Alternative volendo osare Come ti trasformo... il manichino 143 144 157 158 160 164 165 DECORAZIONI E SUPPORTI Idee, decorazioni e supporti Fondale Il teatro della vendita Stand La comunicazione che diventa formazione e si traduce in vendita... ... non verbale, paraverbale e verbale 167 168 170 172 173 174 176 177 178 179 180 181 182 185 VISUAL MERCHANDISING Il visual merchandising nasce dal mercato... e diventa retail Cosa comunica il visual merchandising Il visual merchandising e i suoi contenuti Presentazione del prodotto all'interno del punto vendita Atmosfera esterna ed interna del retail La ricerca dell'immagine del punto vendita L'evoluzione del visual merchandising Mettiamo un vestito al prodotto L'insegna come primo impatto visivo del retail L'esterno del punto vendita Layout delle strutture Il concept creativo del retail Il futuro... i camerini multimediali Barre appenderia Sequenza espositori per l'interno del negozio Moduli espositivi L'interno del retail 187 188 192 194 195 197 198 202 203 205 206 Allestire una parete... facile da fare Esempi espositivi pratici Cosa fare e... cosa non fare Esposizione con maglieria ad incrocio Esposizione con maglieria verticale/orizzontale Layout di un negozio con piazza centrale L'evoluzione della vendita Le sensazioni del retail Impostazione di una parete e il display La merce va piegata o stesa Appenderia a spalla/Le regole 208 NUOVO METODO per apprendere il visual merchandising 210 211 213 L'ABC DEL VETRINISTA/L'ABC DEL VISUAL MERCHANDISING L'attrezzatura del vetrinista Prezzi... obbligatori 214 ESEMPI ED IDEE 246 GLOSSARIO 171 La Vetrina Giorgio Cignacco Tintoretti - Portogruaro (VE) 9 La vetrinistica Come potevo scrivere un manuale sulla formazione vetrinistica, senza fare delle premesse storiche sugli allestimenti? Lo faccio con semplici esempi, come tutta l'impronta di questo manuale. Vetrine che rappresentano due momenti storici importanti gli anni 50 e 70. L'allestimento degli anni 50 (nella foto sopra) è caratterizzato dall'eccessiva quantità di prodotto e senza quell'impatto scenografico che caratterizza le vetrine di oggi. Sicuramente a quel tempo le necessità comunicative erano differenti e risultava una bella vetrina. Gli anni 70-80 sono quelli che ho vissuto, all'epoca il prodotto, come si può notare dall'esempio a fianco, era sostenuto da un intreccio di fili, che si poteva realizzare solo con tanta tecnica. Da notare l'esposizione a gruppo e la decorazione modesta nei materiali ma di grande effetto decorativo. 10 dagli anni '50 agli anni '70 Ora il filo di nailon non è più utilizzato e si lascia spazio alle attrezzature, valorizzando meglio il prodotto. Nel 1973 ho effettuato il mio primo viaggio di lavoro a Londra, li i fili non c'erano ma degli incredibili allestimenti scenografici, al mio ritorno cambiai stile... Una storia in continua evoluzione, ed è questo che dovete fare, ricercare sempre cose nuove: negli stili, nelle decorazioni e nei supporti, nella volontà di migliorarsi continuamente. 11 Tipologie di allestimenti 12 Allestimenti Giorgio Cignacco Allestimenti Giorgio Cignacco L a vetrina è considerata e definita da molti il biglietto da visita del punto vendita, poiché attraverso di essa i potenziali Clienti ricevono l’immagine del negozio, e possono farsene un’opinione. Essa ha senso ed è efficace solamente se è funzionale: deve essere in grado, cioè, di realizzare gli obiettivi di mercato del punto vendita e deve poterne sviluppare le potenzialità commerciali. Tuttavia questa definizione, basata solo sulla funzionalità, è ormai riduttiva ed in parte superata. Attualmente una vetrina, per essere valida, non può rispondere solo a canoni di efficienza, ma la sua incisività deve attingere ad altro: deve essere una scatola magica evocativa di pensieri, sogni e desideri, il fotogramma di un film che resta nella memoria, un quadro che evoca emozioni e ricordi, una musica coinvolgente. Per essere perfetta deve raggiungere il giusto equilibrio fra tecnica e creatività, e possedere una speciale commistione di prodotto e suggestione, tale da tradursi in un filo sottile che attraversa desiderio e possesso. La vetrina ha lo scopo di far memorizzare il prodotto, di stimolare ad acquistare, di far sentire il Cliente protagonista, di gratificarlo ed accompagnarlo a scegliere proprio quel negozio. Attraverso la scenografia, la merce, il colore, sono stati lanciati messaggi subliminali che suggeriscono e stimolano a ricordare il retail per la sua forte immagine, scegliendolo per un'eventuale acquisto e inducendo il Cliente ad entrare. 13 Riflessioni Allestire una vetrina non è una cosa semplice ma un impegno a 360°, anche per me, dopo tanti anni di attività. Quando inizia una nuova stagione ed aumentano gli appuntamenti di lavoro, il cervello si mette a fantasticare sulle decorazioni più opportune da proporre a quel Cliente o a quell'altro. Quando ero più giovane, qualcuno mi ha suggerito che è sufficiente aprire una finestra, guardare fuori e la natura mi avrebbe dato, come per incanto, tutte le soluzioni. Con il passare del tempo, però, ho capito che la finestra non basta più, se vuoi differenziarti devi continuamente andare alla ricerca di materiali nuovi e dei posti dove reperirli, prevedendo per tempo "soluzioni" espositive efficaci per rendere il prodotto ed il negozio protagonisti nel contesto in cui si trova, registrando le idee su carta e facendo dei bozzetti di riferimento (una volta completato l'allestimento vi consiglio di non buttarli, ma di conservarli). Per queste motivazioni, viaggiare potrebbe essere una buona opportunità, le mie mete preferite sono Londra e Monaco, dove la vetrinistica è sviluppata in maniera molto significativa; mi faccio anche un giro della città per capire come si muove la concorrenza del Cliente dove andrò ad allestire la vetrina (tutto ciò prima di entrare in vetrina). Le regole sono tante, leggendo il libro ve ne renderete conto, ma dovete sempre tener presente che non è facile trasmettere o suggerire idee e 14 soluzioni entusiasmare il Cliente con esposizioni accattivanti, decidere aggregazioni merceologiche; queste sono alcune delle "funzioni" che spet tano al vetrinista. La vetrina è comunicazione, è il primo contatto con il Cliente e, dunque, va valutata in tutti i suoi aspetti, quelli prima sottolineati sono solo una parete. Messo piede in vetrina, dobbiamo tener presente la quantità di prodotto da esporre; il miei Clienti ne pretendono tanta e questo costituisce sempre un problema. È proprio in questo frangente che bisogna essere "bravi" sia nell'esporre tanto che poco. Di fronte ad una vetrina vuota bisogna individuare ed organizzare lo spazio espositivo, mettendo subito a fuoco dove collocare la decorazione e la merce e dove posizionare l'attrezzatura: manichini, busti e supporti. Ricordarsi una volta terminato l'allestimento di pulire la vetrina e sgombrarla da ogni oggetto superfluo. È una sfida continua fra il vetrinista e lo "spazio", le stagioni che si susseguono, la moda che cambia continuamente, un lavoro non casuale ma ricco di contenuti, anche un po' virtuoso, perché la vetrina per me prima è arte e poi è marketing. È un mestiere che mi ha dato molte soddisfazioni ma mi ha imposto anche molti sacrifici. Questo libro può aiutarvi a rendere più facile l'inizio di un appassionante percorso lavorativo. Cornice realizzata con midollino colorato, fiori e tulle. Composizione di cestini in vimini sospesi, con rose, orchidee ed edera, per dare un tocco di colore e valorizzare gli abiti da sposa. Il materiale è reperibile nei negozi di articoli da fioristi (Flortec - Sacile) Giorgio Cignacco Marika Mode - Portogruaro (VE) 15 Giorgio Cignacco 16 Il punto vendita quale piattaforma esperenziale! Visual merchandising 167 L'evoluzione del visual merchandising I prodotti commerciali non sono mai qualcosa di definitivo, ed il loro successo ha bisogno di essere mantenuto e rinnovato nel tempo, poiché la Clientela cambia e cambiano le sue esigenze di acquisto. Il visual merchandising è dunque quella disciplina di marketing operativo, che studia tutte le possibilità di applicazione delle tecniche di comunicazione e vendita visiva, all’esposizione della merce in un negozio. Cambiano e si rinnovano i prodotti, cambiano e si rinno- La vendita visiva è caratterizzata dal contatto diretto vano anche i concorrenti. tra merce e Clientela, e poiché consente di accedere ai Cambiano le politiche di mercato, ed anche quelle distri- prodotti anche senza l’intervento del personale di vendibutivo-commerciali dei produttori. Cambia l’ambiente e ta, trasforma l’esposizione stessa in uno strumento attivo di spinta all’acquisto. la zona in cui è ubicato il punto vendita. Quindi anche la strategia e gli strumenti utilizzati per In queste pagine non è possibile sviscerare tutto l'argoottenere il massimo risultato devono essere dinamici e, se mento, ma vengono forniti gli elementi essenziali per svipossibile, addirittura anticipare le tendenze di mercato. luppare l'esposizione del prodotto. 172 COMIN Arredamenti - San Quirino (PN) L'insegna come primo impatto visivo del retail Camden Town ha scelto insegne molto particolari e grandi anche quanto intere facciate, per esaltare l’immagine non soltanto dei negozi, ma dell’ intero quartiere. Insegne che simboleggiano le merceologie presenti nei negozi. Dei quattro importanti elementi di un’azione di marketing, che sono pubblicità, insegna, vetrina e negozio, l’insegna è quello fondamentale, in quanto visibile anche da lontano, che per primo permette di identificare il tipo di prodotto o il nome dell’azienda, inducendo i potenziali Clienti a decidere di entrare. 174 L’esterno del punto vendita Andiamo ora ad esaminare i mezzi di comunicazione esterna, dei quali si avvale il punto vendita. Il primo è l’insegna, attraverso la quale il negozio si qualifica, definisce la propria natura, e fornisce indicazioni relative al tipo di merce trattata. e invitante, che segnala maggiore disponibilità, dando all’avventore la sensazione di poter girare tra le merci agevolmente, senza essere disturbato, e di trovare un assortimento economico o quantomeno accessibile. In questa foto il retail è aperto, pertanto il prodotto e l'interno del negozio sono completamente visibili dall'esterno, può essere un fattore positivo e/o negativo: posso far vedere tutto il mio assortimento, ma allo stesso modo tutto deve essere ordinato e perfetto dato che ogni dettaglio è visibile, anche la commessa! Se il passante nota all'interno del negozio troppi Clienti potrebbe essere indotto a non entrare per evitare la ressa, allo stesso modo potrebbe essere inibito dalla mancanza di Clientela, anche per questi motivi i negozi aperti sono forse più impegnativi come tipo di gestione. L’ultimo elemento della comunicazione esterna di un Un nome sbagliato o esteticamente non in sintonia con il esercizio commerciale è la vetrina, della quale abbiamo livello dell’offerta, può precludere la possibilità dell’ac- già ampiamente trattato. Passiamo quindi a descrivere cesso al negozio di molti più Clienti di quanto si può l’interno del punto vendita. pensare. N.B. ultima novità, quale importante elemento di comuniAltro elemento non trascurabile della comunicazione cazione, è la maniglia. esterna è l’ingresso, che può essere di due tipi: uno pic- Essa costituisce il primo contatto fisico che il Cliente ha col colo, indice di negozio che offre un servizio personaliz- negozio, dovrà quindi essere una maniglia particolare, zato, nel quale non ci si può muovere liberamente, e che e non una comune maniglia, così da far ricordare meglio allude ad un concetto di esclusività, l’altro ampio, facile il negozio. 176 Layout delle strutture Per layout s’intende la configurazione dello spazio di La fase successiva consiste nel posizionare i blocchi corrivendita. spondenti ai vari raggruppamenti merceologici. Nel visual merchandising l’organizzazione razionale dello spazio è fondamentale. Il compito del visual merchandiser, dunque, è quello di rendere funzionale e piacevole lo spazio di vendita, tendendo a suggerire acquisti complementari e aggiuntivi, con l’obiettivo di incrementare il sell out dei prodotti e di ottimizzare il tasso di rotazione delle merci. La progettazione del layout è un aspetto concreto del visual merchandising. Il blocco definisce in modo approssimativo i metri quadrati di superficie da assegnare a ciscun raggruppamento merceologico, effettuando una prima distribuzione degli spazi disponibili. Successivamente si delimitano in pianta le aree di servizio primarie, ovvero accesso al negozio, aree riservate ai servizi veri e propri, laboratori e zone non aperte al pubblico, nonché i percorsi di sicurezza antincendio. COMIN Arredamenti - San Quirino (PN) L’assegnazione dello spazio va fatta in base al principio della redditività: più il prodotto è venduto, più spazio deve avere. Si può affermare che lo spazio espositivo di un prodotto deve essere proporzionale al volume delle La prima operazione consiste nel rilevare le misure reali sue vendite. dello spazio in cui si dovrà operare, ottenendo così la Una volta assegnati, gli spazi devono essere collocati pianta nuda del negozio, con altezze, dimensioni e rife- in modo da costituire zone coerenti, atte a produrre le rimenti esterni. maggiori sinergie di acquisto. In sintesi, è necessario individuare tutte le zone inutilizzabili dal punto di vista espositivo, ma indispensabili al funzionamento del negozio. 177 Il concept creativo del retail Come vi ho già accennato in precedenza, c’è un continuo cambiamento in tutti i settori, nella comunicazione visiva, sul retail, sta diventando una vera e propria rivoluzione. Fino a ieri il negozio era considerato un semplice contenitore di merci e la scelta del Cliente si basava quasi esclusivamente sulla qualità e/o prezzo del prodotto. Da oggi il negozio cambia veste e nome, diventando RETAIL/BRAND: un nuovo modo di vendere e comunicare, uno spazio espositivo ricco di idee, soluzioni ed emozioni, in grado di rendere Cliente e prodotto protagonisti di un’esperienza unica, dove il messaggio subliminare ”non verbale” sarà il punto di forza di questo nuovo modo di vendere. La conquista e la fidelizzazione del Cliente è sempre più difficile, a causa della troppa offerta rispetto alla domanda reale, solo chi sarà attento ai cambiamenti con: luci, colori, suoni, scenografie e installazioni artistiche personalizzate in funzione al tipo di merce, al Cliente all evento, riuscirà a raggiungere questo obiettivo. Brand significa proprio questo: incidere a livello inconscio sul Cliente, far memorizzare il nostro Format con una esperienza plurisensoriale dove il Cliente si sentirà a suo agio. La creatività, come si può notare da queste “installazioni” non ha confini e limiti. Il presente viene proiettato al futuro. Il compito del nostro lavoro è quello, di conoscere i vari tipi di attrezzature ed il loro specifico utilizzo, ma anche saper valorizzare le strutture preesistenti con oggettistica adatta a trasformare un semplice negozio in un BRAND. “è proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita interessante” Paulo Coelho“ 178 Moduli espositivi Modulo espositivo autoportante da centro negozio (come la gondola), ma può essere anche utilizzato da parete, per illustrare qualsiasi tipo di prodotto. I ripiani, come le barre appenderia, sono totalmente modulabili per soddisfare qualsiasi esigenza espositiva. Questo tipo di modulo è pratico perché semplice da installare e montare in completa autonomia. 182 Espositore con ripiani a vetro ideale per merci rigide, ma ideale anche per un negozio di abbigliamento: maglieria e jeans. Anche in questo espositore i ripiani sono modulabili. Volendo uscire dagli schemi classici, anche una scala può diventare una novità espositiva per un prodotto sportivo o informale. La merce esposta nei blister si definisce Pegging. Supporto per borse Supporto per borse Supporti per abbigliamento Gli espositori da vetrina esistono di varie tipologie, come: i portaborse, portascarpe ecc... (a fianco, dei suggerimenti d'uso). Questo genere di supporti, è "duttile", l'utilizzo può infatti variare in base alle esigenze individuali. Supporto scarpe Supporto per camicie 183 L’interno del retail Il negozio non è un magazzino di stoccaggio della merce, Altri, il cui acquisto è programmato: vale a dire che si è quindi fondamentale un uso intelligente dello spazio. esce appositamente di casa per andare in negozio con Una prima considerazione sui criteri di assegnazione e la precisa idea di acquistare un determinato prodotto. distribuzione degli spazi può essere legata alla tipolo- Nel primo caso la merce deve essere esposta nelle vicigia d’acquisto dei prodotti. nanze dell’ingresso, evidenziata al massimo; nel secondo Esistono articoli che si acquistano d’impulso appena si può essere collocata all’interno del negozio, in posti più vedono, pur essendo entrati nel negozio senza l’intenzio- lontani o meno visibili. ne di comprarli. 184 Eccovi un negozio diverso, un retail, dove il prodotto non è l’abbigliamento, ma la pelletteria e gli articoli da ufficio. Le regole di un brand sono sempre le stesse: la capacità di saper interpretare il prodotto, il suo target, la sua ambientazione materiali luci e colori, di cui abbiamo già parlato in precedenza. In questo brand di pelletteria e accessori, tutto è equilibrato e il visual merchandising è curato come il si richiede ad un prodotto di grande firma. è opportuno non ammassare il prodotto, creando comunque delle aggregazioni: es. porta-computer, penna, notes, orologio, ricordo, i colori non dovrebbero essere più di due e le luci devono, come in questo caso, essere concentrate sul prodotto. 185 Queste barre appenderia hanno lo scopo di trasformare l'esposizione in uno strumento di suggestione e persuasione, esprimendosi con tutti allo stesso modo e nello stesso momento. N.B. i ganci degli appendini devono essere rivolti sempre verso sinistra, le taglie piccole devono stare davanti, le medie al centro e le grandi dietro. Display Punto focale Barra inclinata. 1 solo modello, 2 colori Barra a scaletta. 2 modelli, 2 colori Barra dritta 1 solo modello, 1 colori Barra di contenimento colori in gradazione Coordinamento Piano maglieria 186 STUDI O COMUNI CAZI ONEVI SI VA VETRI NI STI CA -VI SUAL M ERCHANDI SI NG -FORM AZI ONE www. studi ocomuni cazi onevi si va. com/shop PUOI ACQUI STAI LLI BROCOMPLETOSI A I NFORMATOCARTACEOCHE I NFORMATODI GI TALE