un estratto della rivista ARTE NAVALE

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un estratto della rivista ARTE NAVALE
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Le Cattedrali dei mari
Grazie alla Marina Militare gli inviati di Arte Navale hanno potuto seguire a bordo delle due navi scuola
l’ultima tappa della regata splendidamente organizzata dalla STA Italia 
di Linda Kaiser - foto di Guido Cantini
La partenza dalla rada di Tolone ripresa dal bompresso del Vespucci. Con solo tre vele di gabbia a riva,
la nave ha raggiunto in questi momenti, grazie ai 35 nodi di vento, la velocità di 8 nodi
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U
n Comandante ci suggerì come
colonna sonora di un video dedicato alla “sua” nave la voce
di Andrea Bocelli; un’amica
scelse la canzone, quella che l’artista
interpretava nel 1995 in coppia con Giorgia; un altro amico - l’autore delle riprese
- montò appropriatamente testo e immagini. Da quel momento, Vivo per lei
è diventata per noi l’onda da cavalcare
nel ricordo di altre onde. “La prima volta
l’ho incontrata / non mi ricordo come ma /
mi è entrata dentro e c’è restata”. Proprio
su quella nave, il Palinuro, ci siamo imbarcati per prendere parte e seguire l’ultima tappa delle Tall Ships’ Races Med
2007. Proprio quella navigazione, tra
Tolone e Genova, ci ha fatto “vibrare forte
l’anima”. Proprio quella bandiera della
Marina Militare Italiana, ha scandito la
musica del frangersi dell’acqua contro le
murate, del soffio del vento sulle vele, del
grande silenzio in mare aperto, di notte.
I velieri dai grandi alberi aspettano nel
porto di Tolone. Il pomeriggio del 23
luglio, lunedì, fa un gran caldo. Migliaia
di persone oscillano compatte con il
naso per aria, altre aspettano in code
infinite di “salire a bordo di una grande
emozione”, come incita un dépliant, e di
calpestare i ponti di coperta di territori
galleggianti che arrivano da tutto il
mondo. Se lo spirito di queste regate sta
nel promuovere la diffusione della vela
soprattutto presso i giovani tra i 16 e i 25
anni, di cui si compone la metà di ciascun
equipaggio, il risultato è già raggiunto. E
la regata, ideata da Bernard Morgan nel
1956 e organizzata, in questo caso, dalla
Sail Training Association italiana, diventa anche una eccellente occasione per
creare, attraverso un’esperienza unica,
legami di amicizia e solidarietà.
A Tolone le navi sono arrivate dopo una
prima regata, corsa tra Alicante e Barcellona al largo delle coste spagnole. Il
Vespucci si trova nel Port de Commerce
e il Palinuro presso la Base Navale. Arte
Navale ha avuto il privilegio di essere a
bordo di entrambe le navi. A cena, quando ci ritroviamo tra colleghi, ancora
non sappiamo che presto proveremo un
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In alto, le murate di dritta del Vespucci e del Libertad all’ormeggio di Tolone. Qui sopra, il Mircea della Marina rumena,
all’uscita del porto di Tolone circondato centinaia di barche.
Nella pagina accanto, nella foto grande, il Mircea esce da Tolone con gli allievi sui pennoni; a scortarlo un rimorchiatore della
Marina francese. Sotto, a sinistra, una vedetta controlla il “traffico” delle piccole imbarcazioni dal bompresso del Vespucci.
A destra, il Pamadica di Carlo Thierry, una delle 33 barche partecipanti (foto Antony Holder)
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forte senso di appartenenza al veliero
sul quale ci troveremo. Siamo immersi
nell’incanto della serata: gruppi musicali, bambini sulle spalle dei genitori,
animazione per le strade, odore di cibi
cucinati all’aperto, sfilate di gente in
costume, rappresentazioni teatrali, reti da pesca, zaini, artisti e artigiani,
spettacoli, bandierine e palloncini. Il
sole scende dietro una foresta di alberi e
sartie. Salgono al cielo altre luci, quelle
dei fuochi d’artificio. Li osserviamo dal
ponte del Vespucci, mentre gli allievi
del primo anno dell’Accademia Navale
preparano le amache per la notte. Davanti a noi, verso la città, è ormeggiato
il Libertad (Argentina), alle nostre spalle
il Mir (Russia). Le tre navi sono le uniche
partecipanti a misurare ciascuna più di
100 metri di lunghezza.
Martedì 24 luglio ci svegliamo presto,
nel pieno dei preparativi della partenza.
Il meteo prevede “vento a 40 nodi e onde
fino a 5 metri di altezza”. L’intero equiA destra, gli uomini salgono sui pennoni
servendosi delle tradizionali griselle.
Sopra, la preparazione delle vele e, accanto,
l’impressionante schieramento degli allievi
(e delle allieve) dell’Accademia, a riva
sull’albero di maestra del Vespucci,
a loro destinato
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Sopra, il Capitano di Vascello Massimo Vianello, Comandante del Vespucci, assieme al
Tenente di Vascello, Ivano Strippoli Lanternini e al Capo del servizio Marinaresco, Tenente di
Vascello Baldrati (skipper durante la regata), si preparano a raggiungere la linea di partenza.
Tra poco lasceranno la plancia comando di prora per trasferire il comando sui banchi di
quarta a poppa. In alto, la nave Stand Amsterdam approfitta della sua maggiore velocità per
passare (a 10 metri di distanza) tra il Palinuro ed il Vespucci superando così entrambi.
paggio di Nave Palinuro è indaffaratissimo. L’organico comprende sei ufficiali
- tra i quali due donne -, 30 sottufficiali,
90 persone di equipaggio e, adesso che
siamo nella stagione della campagna
addestrativa, 40 allievi Marescialli della Mariscuola di Taranto con i relativi
ufficiali che li seguono. Sono tutti in
piena attività, come sulle imbarcazioni
intorno a noi. Accanto c’è Nave Italia,
che con i suoi 60 metri è il brigantino a
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vela più grande del mondo (vedi, sull’attività di questa nave, che oggi appartiene
allo Yacht Club Italiano ed è affidato in
comodato alla Marina Italiana, la rubrica fissa che Arte Navale pubblica dallo
scorso numero). Poco lontano a poppa, ci
sono i giovani romeni in pantaloni scuri e
maglia a righe del Mircea, lungo quasi 93
metri, intenti a lavare i ponti di coperta.
Sono affiancati dal bellissimo quattro
alberi portoghese di 67 metri, Creoula. Il
Il Palinuro allineato in partenza con il
Mir, nave scuola della Marina russa di
stanza a San Pietroburgo, e il Mircea
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Un suggestivo controluce della Belle Poule,
il veliero della Marina francese che ha
lo stesso nome della nave che riportò
da Sant’Elena la salma di Napoleone in patria.
Nelle altre foto, è l'ora dell’ammaina bandiera
sul Vespucci. Mentre il nostromo, Primo
Maresciallo Nocchiere Antioco Tilocca “chiama”
l’ammaina bandiera, l’equipaggio intona
l’Inno di Mameli
EMOZIONI A BORDO.
La “calma perfetta”
U
n tramonto mozzafiato, una
luce di trasparenze celestiali,
la totale assenza di vento. Il
silenzio. Il mare è immobile e riflette
debolmente il castello delle vele. A
fianco, il Palinuro e altre tre navi, tutte
a vele spiegate e in una calma perfetta.
E’ il momento, a bordo del Vespucci,
dell’Ammaina Bandiera Solenne.
Navigare a bordo del Vespucci è
sempre un’esperienza particolare,
soprattutto per chi ama il mare, la
vela e le tradizioni. Ma immaginate
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di essere a bordo durante una regata
velica nella quale competono tredici
Tall Ship. Immaginate di vivere cinque
giorni sulla nave dalla quale sono
transitati tutti gli Ufficiali della Marina
Italiana. Immaginate questo momento
al tramonto.
Avevamo già assistito a cerimonie
particolari a bordo di nave
Vespucci, ma questa, che coinvolge
l’intero equipaggio, ci ha suscitato
un’emozione indelebile, di quelle
che nella vita di chi va per mare
rimangono incise fra i più bei ricordi
della mente e nel profondo del cuore.
Sono questi i momenti che permettono
di comprendere tutta la straordinaria
forza dei valori e delle tradizioni che
diventano, a bordo di questa nave, il
fondamentale passaggio formativo
destinato a rimanere per sempre così
importante nei futuri Comandanti.
Per noi, ospiti civili a bordo, un grande
privilegio che sentiamo il dovere di
trasmettere a tutti Voi, lettori di Arte
Navale, amanti del mare e della vita
vera sul mare. E vorremmo che queste
immagini e queste parole servissero
a illustrare non solo la cronaca, ma
anche e soprattutto le emozioni. E’
l’ora. L’equipaggio è schierato a poppa,
il Cappellano recita la Preghiera del
Marinaio. Poi i fischi del Nostromo
e la Bandiera Italiana che scende
lentamente. Tutti sull’attenti chiamato
dal Comandante. E l’Inno Italiano
cantato con compostezza e solennità da
400 persone che guardano il Tricolore
ammainato, sempre più prossimo al
ponte per essere accolto, e raccolto,
dai marinai.
Negli occhi non c’è solo la Bandiera, il
sole, l’orizzonte. Ci sono la convinzione
e l’orgoglio di essere, soldati, militari,
marinai e di appartenere a una Nazione
della quale rappresentano una delle
parti migliori.
(R.S)
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Palinuro, con i suoi 68,90 metri e, come
le altre navi al di sopra dei 40 metri, appartiene ai velieri di classe A.
Parte, infine, la Parade Nautique che,
lungo le coste francesi e le rade di Tolone
e di Hyères, sfila per Giens e le isole di
Porquerolles, fino al largo di Cap Bénat.
A intervalli regolari salpano, nel sole
e nel vento, scafi che danno vita a uno
spettacolo d’altri tempi. L’equipaggio
ecuadoriano del Guayas, 94 metri, che
si era già fatto notare per l’allegria dei
festeggiamenti notturni, sale a riva e
conquista gli applausi della gente assiepata sui moli. Intorno alle ore 9.30
disormeggia anche il Palinuro. Siamo
in controplancia, con il Comandante, il
Capitano di Fregata Angelo Patruno, e
il Comandante in Seconda, il Tenente
di Vascello Marco Biasco. Da qui si
possono seguire al meglio le manovre, gli
ordini, i movimenti, i gesti, le parole. Tolone si allontana, i suoi edifici in cemento
scompaiono all’orizzonte. Un faro in controluce segna l’uscita dall’ampio bacino
portuale. Ci precede lo Stad Amsterdam
(75 metri), veloce veliero olandese. Tutto
attorno il mare è affollato da imbarcazioni di tutti i generi che, almeno per un
tratto, vogliono accompagnare la navigazione di questa flotta unica. Il percorso nella corsia di navigazione assegnata
è irto di ostacoli mobili: un intrico di
imbarcazioni a vela e a motore, pescherecci e traghetti gremiti di persone che
sventolano fazzoletti, bandiere, cappelli.
Il vento trasporta frasi augurali in italiano e francese, “Ciao, Palinuro” e “Siete
bellissimi”. Con tanto entusiasmo attorno il Comandante è costretto più volte a
correggere la rotta.
A sinistra, alla suggestiva luce del tramonto
un marinaio scende dalle griselle alla fine
del proprio turno. Nella pagina accanto, il
Creoula, nave da pesca convertita a nave
scuola dalla Marina portoghese, é cullato
dolcemente con i suoi caratteristici quattro
alberi dagli ultimi raggi di sole. Ci si prepara
a una lunga notte di navigazione tranquilla
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Nella pagina accanto,
il Palinuro al tramonto con una
luce da favola ove l’azzurro
ed il turchino si confondo, in
uno straordinario scatto di
Guido Cantini. Come se non
bastasse un tale incanto, è ora
la luna piena a sorgere a prua
della nave (Sopra). Difficile
immaginare qualche cosa
di più suggestivo
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Il classico augurio di “buon vento” viene
ben presto esaudito in misura largamente
superiore alle attese. Procedendo verso
est, le onde si increspano e coprono di
piccole ochette bianche la piana acquea di
colore blu intenso. Il paesaggio è straordinario. A dritta teniamo le isole di Porquerolles, mentre navighiamo nella baia di
Hyères, famosa per le regate. La velocità
è di 7-8 nodi, con solo alcune vele bordate.
Le manovre si svolgono con esemplare
precisione al fischio dei nocchieri, le cime
ben in chiaro sui ponti, le ultime barche
degli “accompagnatori” che infine riunciano all’inseguimento. Alle ore 16.45
viene dato fondo alle due ancore nella
rada di Cavalaire, a distanza di sicurezza
dallo Stad Amsterdam. Poco dopo giunge
anche Nave Italia.
La mattina di mercoledì 25 luglio la
prima uscita sul ponte, poco dopo l’alba,
rivela un mondo mutato. La giornata
appare contrassegnata da una vergognosa calma piatta. Non un soffio. Non
un alito. Si alzerà, più tardi, un poco
di brezza? Il via alla regata - secondo le
prime voci - sarà dato a metà mattina.
Iniziano le manovre. Le navi si dispongono all’interno di un quadrato immaginario di circa mille metri di lato. Yacht
e altre barche a motore arrivate dalla
costa incrociano allegramente le loro scie
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La quasi totale assenza di vento
consente di mettere in acqua una delle
lance, così da poter cogliere tutta la
imponente eleganza del Vespucci, con
al vento quasi 3 mila metri quadrati di
vele in tela Olona. Si notano pendere
dalle fiancate le cime che vengono
sempre calate a filo l’acqua durante
la navigazione. Questi “tientibene”
servono per offrire una presa nel caso
di accidentali cadute in acqua.
Nella pagina accanto, la Libertad, della
Marina argentina, sfrutta il poco vento
issando tutte le vele a riva
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spumeggianti sul campo di gara. La situazione meteo non migliora. Alle 13.30
la barca giuria comunica ai partecipanti
la partenza della gara. La partenza del
Palinuro è buona. Poi, sul lato di sinistra,
scivolano avanti lentamente lo Stad Amsterdam, con lo scafo nero contrassegnato
da una banda rossa a livello della linea di
galleggiamento, e il Vespucci che, come il
fratello preferito, viene qui amato e invidiato allo stesso tempo, nel suo indubbio
splendore. Alle spalle rimane il Creoula, a
dritta ci sono il Guayas e una barca a vela
della Marina Militare Italiana, il Capri-
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cia, 24,80 metri. Il vento è scarsissimo. Si
naviga a meno di un nodo. L’apparente
immobilità della situazione fissa curiose
impressioni: circondati dalla bellezza delle vele spiegate di tutte le navi, sembra di
trovarsi dentro un quadro a olio che non
ha tempo, in una corsa che non ha tempi.
A sera, i velieri sono ancora vicini, ma
sembrano seguire rotte diverse, aperte
a ventaglio. L’atmosfera, dopo che il sole
cala all’orizzonte, è indimenticabile: la
silhouette del Creoula - riconoscibile per i
suoi quattro alberi -, il profilo scuro della
costa, l’aria tinta di rosso, la pervasiva lu-
minosità della luna, le luci di via delle altre navi, le vele che sembrano tende di un
sipario teatrale, il “respiro” del Palinuro.
A mezzanotte e mezza viene sfornata la
pizza, bianca (alla salvia) e rossa (al pomodoro e formaggio). C’è un gran silenzio, le
ombre lunari sono rare e lunghe; nessun
odore, ma profumo di sogni.
La mattina del 26 luglio si alza un po’
di vento, che soffia al traverso a circa 10
nodi. Con 15 vele rizzate per un totale di
1.000 mq di superficie, si raggiunge la nobile velocità di tre nodi. Questa seconda
prova, che doveva essere lunga 218 miglia
fino a Genova, è ridotta a 166 miglia, con
l’esclusione del previsto passaggio dall’isola della Gorgona. Paradossalmente,
la ragione della modifica è stato il “forte
vento di maestrale” incontrato alla partenza da Tolone. Oggi, giornata dal cielo
azzurrissimo, l’impressione è di essere
soli sul mare. Gli altri velieri si scorgono
appena sulla linea dell’orizzonte. A bordo
fervono i lavori di pulizia e restauro.
A cena, in quadrato, dopo l’allegria provocata dal Capitano di Fregata Luigi Falotico, Comandante della Classe Allievi
Marescialli, si discute della strategia di
regata scelta dal Comandante. La sua
decisione, spiega, è quella di tenere conto
delle correnti termiche provenienti da
terra soprattutto alla sera. Per questa
ragione il Palinuro sta seguendo una rotta
più vicina alla costa, che sembrerebbe
premiarci: con vento a 5-6 nodi la nave
riesce a toccare i 2,5 nodi di velocità. La
notte invita a chiacchierare all’aperto
fino a molto tardi. Il Comandante in
Seconda scherza in maniera brillante,
mentre il Direttore di Macchina, il Primo
Maresciallo Roberto Cammaroto, racA sinistra, iniziano le visite delle Tall Ship.
A Genova sono salite a bordo delle navi
scuola oltre 100mila persone, mentre
nell’area di Porto Antico i visitatori sono
stati oltre 400mila. Nella pagina accanto,
l’enorme bandiera del Guayas della Marina
ecuadoregna saluta la città di Genova
entrando in porto (foto di Linda Kaiser)
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