Yara - L`Eco di Bergamo
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32 L’ECO DI BERGAMO DOMENICA 28 NOVEMBRE 2010 Provincia A L’ultimo sms all’amica «Ci vediamo alla gara» Secondo le prime indagini, gli ultimi sms di Yara sarebbero stati per un’amica: «Ci vediamo alla gara» avrebbe scritto. Nulla lasciava presagire la scomparsa. [email protected] www.ecodibergamo.it/cronaca/section/ a Tredicenne scomparsa «Presa contro la sua volontà» La tredicenne Yara Gambirasio, studentessa di terza media, durante un esercizio di ginnastica ritmica. Di Brembate Sopra, è sparita misteriosamente venerdì nel tardo pomeriggio. Da allora il suo cellulare risulta spento Brembate Sopra, non è rincasata dalla palestra Il pm ha aperto un fascicolo per sequestro di persona Cellulare spento dalle 18,49. Task force per le ricerche A Brembate Sopra VITTORIO ATTANÀ aperto un fascicolo a carico di ignoti per sequestro di persona. Papà fa l’impiegato e mamma l’educatrice in un asilo nido: gli inquirenti escludono un rapimento a scopo di estorsione. Chi può avere incontrato Yara, allora, sulla breve strada verso casa? Un balordo? O una persona che conosceva? S’indaga per scoprirlo. Ha salutato le amiche e le istruttrici di ginnastica ritmica (la sua grande passione) e si è incamminata verso casa, distante dalla palestra soltanto 700 metri. Poi di lei non si è più saputo nulla. C’è angoscia a Brembate Sopra per la sorte di Yara Gambirasio, 13 anni, studentessa di La sparizione terza media e prometYara Gambirasio abitente ginnasta. I carata in via Rampinelli a binieri, in campo con Brembate Sopra. Freuna vera e propria taquenta la terza media sk force per le riceralla scuola Maria Reche, hanno sentito fagina delle Orsoline di miliari, amiche, inseYara Gambirasio Somasca in via Brosegnanti, compagni di ta, a Bergamo, e la sua scuola, vicini di casa: nulla nella vita di Yara sembra passione è la ginnastica ritmica: far propendere per un allontana- atleta della polisportiva di Bremmento volontario. L’ipotesi, dun- bate Sopra, si è distinta per capaque, è quella più inquietante: cità primeggiando anche alle fiqualcuno potrebbe averla presa nali nazionali della sua categoria. sul tragitto da casa alla palestra, Yara venerdì alle 17,15 esce di cacontro la sua volontà. Questa la sa per recarsi a piedi al centro pista al momento privilegiata da- sportivo comunale: vuole portagli inquirenti. Il pm Letizia Rug- re alle sue istruttrici di ginnastigeri, che coordina le indagini, ha ca (che in quel momento si tro- vano nel palazzetto con altre allieve a fare allenamento) uno stereo che sarebbe servito per una gara di ginnastica in programma oggi. Giunta al palazzetto alle 17,30 circa, Yara consegna lo stereo, poi si trattiene un’oretta per assistere all’allenamento delle amiche. Verso le 18,30 saluta e se ne va. Le ultime a vederla sono state proprio le istruttrici e le giovani ginnaste. L’allarme della madre Alle 19,15 la madre Maura, preoccupata perché Yara ancora non torna, prova a chiamarla sul cellulare: spento. Prova ancora: niente. Va a cercarla al centro sportivo: non c’è. Sale l’angoscia, scatta l’allarme: i familiari chiamano i carabinieri. Quelli della stazione di Ponte San Pietro e della compagnia di Bergamo si mettono subito al lavoro e, con il passare delle ore, l’ipotesi di una «ragazzata» si affievolisce: bei voti a scuola, una famiglia serena, nessun grillo per la testa, Yara – dicono tutti – non sarebbe mai scappata di casa. Scendono in capo anche i milita- Era stata al centro sportivo per portare uno stereo, in vista di una gara Sentiti familiari, amici e insegnanti: «Un colpo di testa? Non è da lei» ri del nucleo investigativo provinciale. Si mettono all’opera sui tabulati telefonici e appurano così che alle 18,49 il telefonino «Lg» di Yara viene spento e non si accenderà più. L’ultima cella agganciata dall’apparecchio è nella stessa zona della sparizione. Nei minuti precedenti nessuna telefonata particolare: solo qualche scambio di sms con un’amichetta della ginnastica, per dirsi «Ci vediamo domenica alla gara». Ricerche a tappeto Scattano le ricerche. Alcuni cascinali della zona frequentati da senzatetto e sbandati vengono perlustrati: Yara non c’è. Il centro sportivo di Brembate viene passato al setaccio anche con le unità cinofile dell’Arma di Orio al Serio. Gli investigatori vanno anche a scuola dalle Orsoline a Bergamo e cercano fra le cose di Yara. Altri detective sentono familiari, conoscenti e insegnanti. Anche un amico con cui Yara aveva più confidenza viene ascoltato: niente. Per tutti Yara non aveva alcun motivo di scappare. Anzi, dicono in molti, ultimamente il suo umore era ottimo: voti buoni a scuola, successi nella ginnastica, una famiglia serena. Yara Gambirasio sembra essere stata risucchiata dall’oscurità, in quei 700 metri che separano il palazzetto di Brembate Sopra da casa sua. Oggi carabinieri, polizia locale dell’Isola e protezione civile estenderanno le ricerche, a partire dall’alba. ■ a L’ultima a vederla è stata un’istruttrice Sospesa la gara di oggi al palazzetto BREMBATE SOPRA a «Desideriamo solo che la nostra Yara torni al più presto tra noi». Sono le parole accorate di Daniela Rossi, la responsabile della sezione «Ginnastica ritmica» della Polisportiva di Brembate Sopra. La signora Rossi, che da diversi anni segue questa disciplina, con più di 200 atlete – è stata l’ultima persona a vedere Yara. «È arrivata verso le 17,30, mi ha portato lo stereo per usarlo per la manifestazione sportiva di domani (oggi, ndr), poi è rimasta con noi: ha seguito l’allenamento delle altre atlete e poi verso le 18,30 ci siamo salutate. È uscita dalla palestra per raggiungere la sua casa in via Rampinelli. Quello che è seguito poi è pieno di interrogativi». In attesa di un segnale «Siamo ora in attesa di un segnale che finora non è arrivato» aggiunge. «Yara era entusiasta della kermesse regionale di ginnastica ritmica che si doveva svolgere nella nostra palestra. Abbiamo chiesto ai nostri dirigenti regionali di sospenderla: non abbiamo la forza morale di sostenere questa giornata sportiva. Il pensiero di tutti noi, atlete, allenatrici, accompagnatori, genitori è rivolto a Yara e alla sua famiglia. È tutto il giorno che parlo con le mie bambine e ragazze per riuscire a capire qualcosa che possa essere aprono bocca. Una ragazza, allenatrice delle ginnaste, apre il computer portatile e guarda le fotografie di Yara mentre volteggia a suon di musica. Numerose mamme fuori dalla palestra parlano tra loro e pensano a quanto è accaduto venerdì sera. «È assurdo che i nostri figli non possano percorrere pochi metri senza problemi» dice una signora. «Cosa sta succedendo?». È un interrogativo che si pongono tanti genitori mentre guardano con speranza i numerosi carabinieri che con la collaborazione dei cani frugano in ogni angolo della palestra e delle strutture sportive di Brembate Sopra. ■ utile agli inquirenti. Ma Yara è una ragazza solare e non ha segreti, per lei oltre alla palestra esiste solo la scuola e la famiglia». Le sue foto sul computer Parole condivise anche da tutte le sue amiche. Sono sconvolte e non riescono a immaginare cosa possa essere accaduto alla loro amica. Hanno gli occhi bagnati dalle lacrime, parlano con difficoltà o addirittura non L’attesa degli amici di Yara Remo Traina 33 L’ECO DI BERGAMO DOMENICA 28 NOVEMBRE 2010 17.15 Esce di casa. Yara si reca a piedi al centro sportivo che dista circa 700 metri. 17.30 Arriva al centro. La ragazza si intrattiene con le istruttrici e le amiche di ginnastica. 18.30 18.49 19.15 19.30 Lascia il centro. Yara saluta tutti ed esce dal palazzetto. Nessuno la vedrà più. Cellulare spento. Secondo le prime analisi tecniche, da quest’ora il cellulare risulta spento. Le chiamate. Preoccupata, la madre le telefona ma trova il cellulare spento. L’allarme. Dopo averla cercata invano, i familiari si rivolgono ai carabinieri. a «Yara non aveva motivi per andarsene di casa» L’angoscia della famiglia: «Bei voti a scuola E una grande passione per la ginnastica ritmica» A Brembate Sopra 1 2 1) Le ricerche di ieri, effettuate anche con le unità cinofile dei carabinieri: sono stati passati al setaccio il centro sportivo e alcune cascine abbandonate, ma senza esito; 2) Le pattuglie dei militari fuori dal centro sportivo di Brembate Sopra FOTO T. MAGNI Brembate Sopra A Sgomento in paese «Non possiamo crederci» A «Tutta la comunità brembatese è in attesa di un segnale positivo – dice il sindaco Diego Locatelli –. Sono in stretto contatto con carabinieri che sono impegnati con un grande dispiegamento di militari e di unità cinofile. So che stanno battendo palmo a palmo il nostro paese e quelli vicini e stanno indagando a ogni livello. Sono andato dalla famiglia Gambirasio e ho detto che c’è l’impegno di tutti a risolvere in modo positivo questa brutta avventura». Allarga le braccia l’assessore allo Sport Guido Corna che segue da vicino l’attività della Polisportiva di Brembate: «Onestamente non sappiamo cosa pensare, si fanno tante ipotesi, però la realtà è che Yara non è tornata a casa e confidiamo tutti in una telefonata che ci dia una bella notizia». Con lui anche l’assessore alle Politiche giovanili Massimo Curiazzi, che aggiunge: «Tutta la comunità non vuol credere a quanto è acca- duto e confidiamo in soluzione positiva. L’unica cosa che possiamo a fare è di stare vicino alla famiglia e sostenerla in questo difficile momento». Dino Bellini è il presidente della Polisportiva, con numerose attività nelle quali sono impegnate più di 1.500 persone: «Siamo sbigottiti – dice – conosco Yara di vista, una ragazzina semplice che ama lo sport e la ginnastica ritmica, vogliamo ancora averla tra noi». Non si parla d’altro a Brembate Sopra, nei bar, negozi, nelle famiglie. La notizia si è sparsa ieri mattina ed è stato un rincorrersi di voci per sapere, sperando nel ritorno di Yara. REMO TRAINA «Non aveva alcun motivo per andarsene di casa volontariamente: escludiamo che lo abbia fatto. Ma ora vogliamo solo riabbracciarla, questo solo è importante per noi, il resto non conta». Sono le parole di Maura, mamma di Yara, la tredicenne scomparsa misteriosamente a Brembate Sopra. «Yara – spiega la madre – ha da poco ritirato la pagellina e, a casa, siamo stati tutti soddisfatti per i suoi buoni voti. Inoltre, anche dalla ginnastica ritmica ha sempre avuto tante gratificazioni». Mamma Maura sfoglia l’album delle foto di Yara, che la ritraggono durante le gare in cui spesso ha primeggiato, con le sue compagne della polisportiva Brembate Sopra. «Vive solo per la sua famiglia e per la ginnastica, non ha grilli per la testa» sussurra la mamma. Ha iniziato la ginnastica a 5 anni nei corsi di base, poi la sua passione è cresciuta. Ha riscosso successi, fra cui un oro nel Syncrogym ai campionati nazionali di Fiuggi nel 2009 e un successo quest’anno a Pesaro. «Il suo nome, di origine brasiliana, è quello di una dea delle acque» spiega ancora la madre. Yara è la seconda di 4 figli: ha una sorella maggiore di 15 anni e due fratelli di 9 e 4. Il padre Fulvio, geometra, lavora per un’azienda del paese. La madre invece è educatrice all’asilo nido comunale di via Solata a Bergamo, in Città Alta. Yara, prima di scomparire non aveva litigato con nessuno e non aveva subito alcun rimprovero. La descrizione fisica La famiglia Gambirasio, così come gli stessi inquirenti, invitano chiunque abbia elementi utili all’indagine a farsi avanti senza in- a «È sempre serena. Preghiamo per lei» a «I carabinieri la stanno cercando, vedrete che la troveranno. Intanto preghiamo per lei». Suor Carla Lavelli, la preside della scuola media «Maria Regina» di Bergamo, in via Broseta, ieri si è dovuta aggrappare in Alto per tranquillizzare i compagni di Yara Gambirasio. Lei che confida senza timore il suo sgomento e l’incredulità per la notizia della scomparsa di una ragazza «tranquilla, sempre serena, brava a scuola e con una forte passione per la ginnastica» ieri ha aperto la presidenza per accogliere le ragazze più vicine a Yara. E ascoltare la loro ansia, lei che non si dà ragioni. Suor Carla, che a Yara insegna anche religione, nella scuola delle suore orsoline di Somasca ieri ha trascorso la giornata con i carabinieri. Prima alla caserma di Ponte San Pietro – ma dopo aver fatto visita alla famiglia di Yara –, nel pomeriggio al comando di via delle Valli, dove sono stati convocati tutti i professori della ragazza, per raccogliere elementi utili alle indagini. E in serata a scuola c’erano ancora due ufficiali a controllare quel banco tra i 26 di terza media. Le chiediamo se si è fatta un’idea dei motivi della sparizione La scuola «Maria Regina» della sua alunna: «Non vorrei farmela, – risponde –. Yara è una ragazza molto serena nei suoi tre ambienti: famiglia, scuola, ginnastica ritmica. E poi è molto sveglia, autonoma, non è una che si fa abbindolare facilmente. Non so che altro pensare: escludo un allontanamento volontario». Intanto con le consorelle si affida alla preghiera perché presto si possa riabbracciare Yara. Domani la scuola riprende. Un pensiero va anche a tutti i ragazzi che la frequentano: «Il pericolo è che questo fatto faccia perdere loro l’autonomia di movimento. Ma il mondo non è tutto male, sta anche a loro costruirlo con belle basi». ■ M. Tode. L’abitazione della famiglia, in via Rampinelli a Brembate Sopra dugio. Naturalmente, chi vedesse Yara chiami immediatamente il 112. Yara Gambirasio ha compiuto 13 anni a maggio, è alta un metro e 55, pesa 47 chilogrammi. Ha i capelli castani, che solitamente tiene raccolti con una «coda di cavallo» e occhi castani. Al momento della sua misteriosa scomparsa indossava un La madre Maura: «Vogliamo solo riabbracciarla al più presto» paio di pantaloni tipo leggings (fuseaux) neri, una maglietta azzurra a mezze maniche della «Federazione ginnastica Italia», con lo sponsor «Freddie» sulla parte davanti, una felpa nera di «Hello Kitty», scarpe Converse «All star» nere, basse, con il pelo all’interno. Sopra indossava un giubbino nero e guanti neri con i brillantini. Con sé, quando è uscita, aveva soltanto un telefonino cellulare di marca «Lg». Sembra che non avesse borse o zainetti: altro elemento, questo, che porta inquirenti e familiari a ritenere poco probabile un allontanamento volontario da casa. «Buona come il pane» «Mia figlia è buona come il pane – conferma ancora mamma Maura – e dunque per noi è impossibile pensare a colpi di testa da parte sua. Ha fatto tante volte a piedi il breve tratto che separa casa nostra dal centro sportivo. Venerdì mi sono preoccupata perché tardava a rincasare. Ho provato a chiamarla ma il suo cellulare era spento. Sono andata a vedere di persona al centro: lei non c’era. Non mi è rimasto altro da fare che dare l’allarme. Per tutta la notte ho composto il numero di mia figlia: il suo telefonino, purtroppo, è rimasto sempre spento.». ■ V. A.