Il coinvolgimento della MWPI nella guerra civile in Costa d`Avorio

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Il coinvolgimento della MWPI nella guerra civile in Costa d`Avorio
Il coinvolgimento della MWPI
nella guerra civile in Costa d’Avorio
La organizzazione non governativa britannica Global Witness ha svolto investigazioni sul campo,
pubblicando il rapporto “i soliti ignoti”1 nel quale riporta un crescente coinvolgimento della MWPI
nella guerra civile in corso in Costa d’Avorio. Il rapporto è disponibile sul
sito web
dell’organizzazione: http://www.globalwitness.org/
Gli attori:
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La Maryland Wood Processing Industries (MWPI): riceve armi nel porto di Harper e le invia al
proprio campo di River Gbeh, dove sono immagazzinate per essere usate dalle milizie ribelli della
Costa d’Avorio del MPIGO e del MJP2
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Abbas Fawaz: presidente e principale azionista della Maryland Wood Processing Industries (MWPI)
e stretto collaboratore del Presidente liberiano Charles Taylor. Fawaz collabora nell’importazione
degli armamenti in Liberia via mare, attraverso il porto di Harper, gestito direttamente dalla MWPI.
Lo scorso anno ha portato armamenti destinati ai gruppi ribelli della Costa d’Avorio, sostenuti dalla
Liberia.
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William Sumo: comandante della Joint Security nel sud-est della Liberia e uomo di contatto tra il
management della MWPI e Charles Taylor nella regione del Maryland. Sumo ha organizzato un
campo di addestramento per i ribelli in Costa d’Avorio.
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I due gruppi ribelli emersi lo scorso novembre: sono stati foraggiati dalla Liberia e il presidente
liberiano Charles Taylor ne è mente e il sostenitore. Il governo liberiano ha impiegato i suoi migliori
uomini di fiducia e di esperienza nella ribellione in Costa d’Avorio. Singoli individui, come Sam
“Maskita” Bockarie, e compagnie del legno come la Maryland Wood Processing Industries (MWPI).
Questi sono stati coinvolti nella pianificazione, nella realizzazione e nella supervisione delle
operazioni.
I luoghi:
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Porto di Harper: Continua ad essere gestito dalla MWPI. Le armi entrano in questo porto con
regolarità crescente. La gestione e la logistica sono gestite dalla MWPI per conto della OTC, che si
occupa degli accordi sugli invii di armamenti. All’arrivo, il generale William Sumo gestisce gli
aspetti logistici locali, la supervisione dello scarico, il deposito temporaneo nei magazzini della
MWPI e il trasporto via terra fino al campo di River Gbeh da cui le armi vengono trasportate in altre
regioni della Liberia o in Costa d’Avorio, per essere impiegate dai gruppi ribelli MPIGO e MJP3.
I fatti:
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1
Nell’ottobre e nel dicembre 2002, la cannoniera della guardia costiera liberiana VB2, (chiamata
anche 467 dalle forze di sicurezza locali) ha svolto regolari viaggi alla volta del porto di Harper
formalmente per portare cibo alle forze di stanza nel sud-est. Gli investigatori di Global Witness
Global Witness, The Usual Suspects - Liberia’s Weapons and Mercenaries in Cote d’Ivoire and Sierra Leone - Why it’s Still
Possible, How it Works, and How to Break the Trend, marzo 2003
2
Global Witness, The Usual Suspects - Liberia’s Weapons and Mercenaries in Cote d’Ivoire and Sierra Leone - Why it’s Still
Possible, How it Works, and How to Break the Trend, marzo 2003 pag. 21
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Global Witness, The Usual Suspects - Liberia’s Weapons and Mercenaries in Cote d’Ivoire and Sierra Leone - Why it’s Still
Possible, How it Works, and How to Break the Trend, marzo 2003 pag. 22
hanno iniziato a monitorare da vicino le attività nel porto in presenza della cannoniera, e hanno
rilevato che caricava armi da una nave all’ancora: diversi container contenenti armi e munizioni sono
stati scaricati dalla cannoniera nel porto di Harper e temporaneamente depositati nel magazzino della
MWPI, per essere poi trasportati al campo della MWPI a River Gbeh. Questo campo viene utilizzato
come centro per le operazioni dei gruppi ribelli in Costa d’Avorio4.
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Nel maggio 2002 un carico di armamenti di 30 tonnellate è stato inviato dalla Bulgaria via Nizza a
bordo della Arktis Fighter, una nave che solitamente trasporta tronchi. La logistica è stata gestita a
Nizza da un agente francese. La compagnia del legno liberiana Oriantal Timber Corporation (OTC)
ha provveduto alla nave, e gli armamenti sono stati scaricati nel porto di Harper, gestito dalla
Maryland Wood Processing Industries (MWPI), sotto la supervisione di Joe Tuah e lavorato da
personale della ATU (le famigerate forze speciali dell’esercito liberiano). L’agente è stato coinvolto
nell’invio di armamenti dalla Bulgaria alla Liberia sin dal 1991 ed ha forti legami in entrambi i
paesi. Nel 1998 ha cessato gli invii, e l’invio del maggio 2002 ha segnato il suo ritorno sulla scena
come rifornitore della Liberia. (… ) il carico consisteva prevalentemente in AK47 e fucili di tipo
RPG e GLOCK forniti agli alti ufficiali di Charles Taylor’s, tra cui Benjamin Yeaton. La nave Arktis
Fighter ha poi caricato tronchi MWPI scaricati a Ravenna e destinati al mercato italiano, come
rilevato da Greenpeace.
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Prima dell’escalation in Costa d’Avorio, il campo della MWPI di River Gbeh ospitava 200-300
lavoratori. La base rappresenta ora il centro logistico del MPIGO e del MJP, sotto il comando del
generale William Sumo assistito dal vice comandante delle forze speciali ATU nella regione,
Shadrach Demeh. Quando si è reso necessario più spazio per acquartierare i militari, la struttura della
MWPI è stata estesa fino a ospitare circa 1.000 reclute mentre altre erano acquartierate al di fuori del
campo. Questo campo è ora impiegato come centro operativo del MPIGO nelle regioni di Maryland
e River Gee. Le armi che dal porto di Harper vanno a River Gbeh attraversano con barche il fiume
che li separa dalla Costa d’Avorio o utilizzano il ponte di Garbo, appositamente restaurato dalla
MWPI.
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Il porto di Harper e il campo della MWPI a River Gbeh sono tuttora impiegati come area di
parcheggio per autoveicoli e motociclette portati dalla Costa d’Avorio come bottino di guerra. I
militari gestiscono questi veicoli e a volte vendono altri articoli come video, stereo e televisori. Lo
stesso generale William Sumo guida ora una nuova Peugeot che porta ancora la targa della Costa
d’Avorio.
ricerca e investigazioni di Global Witness