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MAGGIO-2006 05-05-2006 9:25 Page i Mensile di critica e attualità sportiva - 219 - maggio 2006 €u ro 2,00 www.mesesport.it Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena La Juve testimone di lusso della salvezza MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 1 Direttore Mario Ciani Direttore responsabile Paolo Corbini Direzione – Redazione – Fotolito Bernard & Co. Strada di Busseto 18 -C2/3 – Siena Tel. 05.77.28.53.74 Fax 05.77.22.10.14 E-mail: [email protected] Edito e stampato presso Arti Grafiche Ticci Loc. Pian dei Mori 278 - Sovicille (Si) Tel. 05.77.34.92.22 Fax 05.77.34.93.66 Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 430 del 27.01.1983 Hanno collaborato a questo numero: Raffaele Ascheri, Duccio Balestracci, Luca Bianchin, Mauro Bindi, Giancarlo Brocci, Andrea Bruschettini, Barbara Cerretani, Mario Ciani, Chiara Cicali, Vincenzo Coli, Fabio Fineschi, Stefano Fini, Riccardo Giacopelli, Emilio Giannelli, Daniele Giannini, Antonio Gigli, Mario Lisi, Luca Luchini, Maurizio Madioni, Mauro Mancini Proietti, Simone Marrucci, Andrea Monciatti, Roberto Morrocchi, Francesco Oporti, Paolo Ridolfi, Gigi Rossetti, Andrea Sbardellati, Francesco Scarpetti, Senio Sensi, Rudi Simonelli, Antonio Tasso, Matteo Tasso, Francesco Vannoni. numero Fotografie di Paolo Lazzeroni e Augusto Mattioli Collaborazione fotografica: Fabio Di Pietro, Pietro Cinotti, Bernard Chazine Editing: Francesco Vannoni – Sito web: Olivia Agnelli 219 Progetto grafico: Bernard Chazine editoriale Un Monte di domande Sono principalmente due gli interrogativi che in questi giorni affollano la mente degli sportivi senesi. Sgombrati quelli relativi ad una salvezza che tardava ad arrivare, resta infatti da capire se e quali ripercussioni potranno avere, sui rapporti fra tifoseria bianconera e squadra, i fischi di fine partita con la Juve. E la Mens Sana, davvero ha ritrovato a ridosso dei play off quella continuità di rendimento che gli è mancata per tutta la stagione? maggio 2006 ANNO XXIV Sono domande (poche ma importanti, e poi fossero le uniche…), che non saranno disattese per molto. Si tratta solo di pazientare un po’. Quelle che, ahinoi, non avranno invece risposte a breve sono altre, e coinvolgono aspetti non meno importanti per la sopravvivenza stessa delle nostre due realtà leader. Prendiamo il Siena: De Luca, intanto, che fa: va o resta? L’argomento sembra tabù fra gli addetti ai lavori. Semplicemente non se ne parla. A breve scadranno diverse …cambiali, ma il presidente che ha legato il suo nome alla prima e storica promozione in A sarà in grado da solo di far fronte a certi impegni? E se la risposta è no, qual è la prospettiva che abbiamo davanti: forse un’altra estate di trepidazione e di paura? I bene informati sostengono che la Grande Banca sta lavorando sotto traccia, però ci sono anche quelli che paventano un suo graduale distacco dalla Robur in coincidenza con l’ascesa al vertice di Mussari, notoriamente appassionato di basket. Ma questo è terrorismo spicciolo: non si può ridurre un argomento di grande impatto come questo, ad un problema di simpatie, anzi di bottega. Al contrario pensiamo che il Monte, dopo aver individuato nello sport un formidabile veicolo pubblicitario, si senta sempre più impegnato (anche di fronte a progetti seri e realistici), nella difesa del nostro patrimonio sportivo. Anche del nostro patrimonio sportivo. E sempre rimanendo in tema Robur, chi subentrerà a De Canio, visto che ha fatto lui la prima mossa per andarsene? Ma soprattutto, quali sono gli orientamenti della società, che peraltro deve ancora confermare lo stesso ds Perinetti? Non meno inquietanti sono le domande che circondano la Montepaschi: il contratto di Recalcati è in scadenza, ma al di là di questo c’è un obiettivo minimo senza il quale non scatterebbe la riconferma? E se c’è, qual è? Ma soprattutto, dopo il campionato di quest’anno, la Banca tornerà ad investire su quegli elementi di qualità senza i quali è difficile mantenersi ai livelli di prestigio che, insieme alla città, si merita? Insomma le incertezze che avvolgono questo finale di stagione foriero ancora di qualsiasi tipo di sorpresa, non sono trascurabili. Anzi, dai termpi e dai modi della loro risoluzione dipende il futuro stesso del nostro sport di vertice. I risultati del campo nell’immediato vengono sicuramente prima, ma di poco. ■ www.mesesport.it MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 3 Sconcertante finale di stagione. La sconfitta con la Juve scatena le reazioni di De Canio, tifosi e giocatori Il Siena si salva fra la contestazione Mario Ciani Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: a meno di non aver capito male, ci sembrava che l’obiettivo principale, anche per quest’anno, fosse la salvezza. Ora invece scopriamo che battere la Juventus era più importante. E su questo piano, sinceramente, non riusciamo a seguire quei tifosi che, pur legittimamente, hanno fischiato la squadra al termine della gara con gli uomini di Capello. Peggio, hanno considerato più mortificante perdere 3 a 0 con la squadra quasi campione d’Italia, che salvarsi per la terza volta consecutiva in serie A. E questo non esiste. A loro vogliamo solo ricordare che appena dieci anni fa gli avversari dei bianconeri si chiamavano Sora e Ischia, e prima ancora Saviglianese. Con tutto il rispetto. Che poi l’amarezza del momento sia prevalsa sul raziocinio, si può anche capire. Anzi, siamo convinti che all’uscita di questo numero la ragionevolezza abbia già preso il sopravvento sulla delusione ed anche la tifoseria più esigente si sia resa conto che disputare la serie A per il quarto anno consecutivo è un evento che non ammette paragoni. Anche perché perdere in casa contro una delle formazioni più forti d’Europa e del mondo dopo averne già perse otto (e contro quali avversarie…), non costituisce di certo uno scan- dalo. Come i tanti gol presi nel primo quarto d’ora: erano stati 11 finora, figuriamoci quindi se pussono considerarsi un’eccezione quelli incassati nell’ultimo turno. Senza contare che la Juve non era nuova a certe imprese. Resta il fatto che nella circostanza la squadra ha deluso. Non tanto sul piano tecnico, dove non c’era partita, quanto sul piano comportamentale. Perché mandare a rete Vieira , Trezeguet e Mutu non è un disonore per nessuno, e tantomeno per una squadra che non a caso staziona al quint’ultimo posto. Ma è il modo irritante con il quale la squadra si è opposta (?) in quei primi 480” agli avversari che ha indispettito i tifosi. Che poi è lo stesso modo con cui ha fatto segnare in avvio tanta gente in questo campionato: da Giacomazzi del Lecce a Kakà, fino allo stesso Toni, tanto da diventare un problema patologico. Ecco, forse i tifosi avrebbero preferito una prova come quella offerta di recente dal Treviso, una prova che salvasse almeno la faccia. Ma il fatto che a risultato già acquisito il Siena abbia continuato a sbagliare, dimostra che almeno sotto il profilo …dell’approccio (comodo paravento per tutti i mister che non sanno spiegarsi certe cose), la partita non era stata preparata bene. Che poi il risultato fosse segnato in partenza è un altro discorso. Ad un certo punto è sembrato di assistere addirittura ad una partita surreale, quasi da incubo, con una squadra (la Juve) che si accontentava di amministrare il vantaggio senza spingere più di tanto, ed un’altra (il Siena) che si affannava con qualche bella intenzione di Locatelli e Chiesa. Al di là dei due legni colpiti anche questa volta. Insomma una prova decisamente incolore, ma non peggiore di tante altre (vedi quella con il Lecce), e che l’attesa aveva caricato di troppe aspettative. Sostenere, come hanno fatto a turno un po’ tutti gli interessati , che la squadra avrebbe giocato al massimo delle sue possibilità (senza dire però che in questo momento sono nettamente in calo) lasciando aperta l’illusione di poter ribaltare un risultato già scritto dalla logica, non ha fatto che ‘gasare’ ulteriormente la tifoseria rimasta ancora più avvilita davanti alla realtà del campo. Già con l’Empoli le cose erano apparse molto discutibili. Pensare che gli azzurri si sarebbero accontentati di un pareggio era tutto sommato realistico, ma solo se nei primi 45 minuti il Siena lo avesse convinto a non rischiare di perdere per cercare a tutti i costi di vincere. Invece che è successo: in chiusura di tempo i bianconeri prendono due gol in in 4’ (uno per di più in contropiede, che in trasferta è sempre una contraddizione…), ed all’intervallo i giochi sono già fatti. Questo per rimanere alle due partite che in quest’ultimo mese hanno fatto più discutere. Ma la cosa paradossale, a questo, punto è che anziché gioire e festeggiare, c’è da riattaccare i cocci di una situazione diventata improvvisamente esplosiva. Quelli di De Canio che si toglie autentici macigni dalle scarpe (‘praticamente mi sento un separato in casa dall’inizio della stagione….quindi non meravigliatevi se me ne vado…’); quelli dei tifosi, che troppo emotivamente (sennò che tifosi sarebbero) scaricano sul tecnico e sui giocatori la loro delusione e quelli causati dai giocatori che di fronte al richiamo di Chiesa si rifiutano di andare a salutare la curva. Insomma sembra di essere tornati ai tempi di quando ‘tutti erano contro tutti’, e questo nel momento stesso in cui la Vecchia Robur festeggia la sua quarta conferma nella massima serie di calcio. Roba quasi da non crederci. Un fatto comunque è certo: nello sport, e non solo, il giudizio finale non può mai prescindere dai risultati, e se quello del Siena è di tornare a giocare anche l’anno prossimo in serie A, può essere positivo e basta. Senza se e senza ma. Ma soprattutto Juventus a parte. ■ Locatelli rincorso da Vieira ca l c i o 3 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 4 atuttocampo SALVI, MA CON L’AMARO IN BOCCA Senio Sensi Sì, la sofferenza è stata tanta e la parola FINE conclude una stagione costellata di errori macroscopici che non si sono tradotti in una retrocessione più per demerito degli altri che per merito nostro. Salvi con due giornate di anticipo, non può essere un fiore all’occhiello per nessuno visto che la squadra era stata costruita per maggiori traguardi ma soprattutto perché abbiamo davanti, molto davanti, squadre alla nostra portata come organico e come tecnica individuale. Il ‘miracoloso’ Chievo, che ha dalla sua parte molto meno di noi, forse anche in termini economici, così come il derelitto Parma, senza Società, stanno nella parte sinistra della classifica a dimostrare quanto si diceva prima. Allora: felici per giocare ancora un anno in serie A, ma con un magone addosso che non riusciamo a sconfiggere. Valutiamo, con un margine di errore molto alto, i vari comportamenti. DE LUCA Cessioni incomprensibili; stipendi agli atleti ancora di più; lamentazioni contro le istituzioni a …fasi alterne senza concretezza e coerenza; sua scomparsa dalla scena, della qual cosa si sono lamentati un po’ tutti (allenatore in primis ed anche d.s.); incertezza sul da farsi circa la proprietà (vendo... non vendo... vendo a chi mi pare ...’quelli’ non sono acquirenti …eccetera); appiattimento, in Lega, sulle posizioni dei grandi club. Siamo certi, poi, che l’Ingegnere chiarirà a chi di dovere i fatti relativi alla iscrizione nell’albo degli indagati per falso in bilancio, fatto che non è dell’ultimo anno di gestione? Ha sbagliato a non esonerare De Canio al momento opportuno, ma in questo caso forse giocano più …forze esterne! A lui dobbiamo molto: aver riportato la gente allo stadio; averci dato soddisfazioni immense; aver portato, e mantenuto almeno per quattro anni, il Siena ai vertici del calcio con benefici ritorni in termini di immagine sulla città. PERINETTI Un po’ l’uomo della Provvidenza come per molti anni, con altri metodi, lo era stato Ricci. Sempre appropriato nelle espressioni e nella qualità delle sue azioni, ha sopperito al vuoto societario assumendosi anche delle colpe non sue. Ha tenuto tonica la squadra anche quando sembrava tutto precipitare ed ha saputo rapportarsi con l’esterno come un vero manager. Una presenza fondamentale; il miglior ‘acquisto’ di questa stagione sballata. Rimane il dubbio su di una campagna cessioni (più che acquisti…) indefinibile quanto a logica. Ma qui, a sentire alcune sirene che avrebbero fatto meglio a tacere (vero Stefano…) i demeriti non sarebbero tutti suoi. DE CANIO Un disastro sotto tutti i punti di vista. Squadre messe in campo senza logica; atteggiamenti da duro anche quando c’era da ammettere errori gravi; lettura delle partite non sempre appropriata con sostituzioni talvolta incomprensibili; rapporto sbagliato con la città e con i tifosi: chi non ricorda… “mi dovrete sopportare per tutto l’anno” o la critica di inciviltà rivolta alla città, domenica scorsa, perché un tifoso gli “aveva messo le mani addosso”. Criticabile il tifoso, ma bisogna vedere perché è successo e valutare l’esasperazione del pubblico. Comunque la civiltà della città, da lui messa in dubbio, non c’entra proprio niente… Ha insistito con giocatori non in forma lasciando fuori altri più meritevoli (es: Foglio per Alberto); calo nella parte più importante del campionato: l’ultima vittoria è datata 12 marzo, con il Treviso, cui sono seguite sconfitte incredibili con Chievo, (4-0 senza storia), Lecce in casa, Empoli. E tutte le volte il solito ritornello: abbiamo giocato bene… i ragazzi ce l’hanno messa tutta... ho notato miglioramenti!!! Lettura sbagliata delle partite con approcci catastrofici: basti pensare a quanti gol abbiamo preso (in casa e fuori) nei primissimi minuti. Il bottino del girone di ritorno è stato di 16 punti (in attesa di Inter e Livorno): davvero inspiegabile per una squadra che doveva venir fuori a primavera. VENTRONE E PREPARATORI VARI La squadra non è mai stata pimpante. Pochi i momenti di condizione fisica passabili. Giocatori troppo spesso in infermeria per strappi muscolari e non ci sembra esaustivo dare la colpa al terreno di gioco del campo di allenamento a Colle. Tutte le squadre incontrate hanno dimostrato maggiore vigore atletico: più velocità, più freschezza, più agilità. Un finale di campionato a batterie completamente scariche. O ci sono motivi per criticare i giocatori per scarsa professionalità, oppure è stata sbagliata la preparazione, i richiami, eccetera. Dall’esterno ci è sembrato che anche giocatori a noi noti (tra tutti il grande Vergassola) che non hanno difficoltà a reggere ‘la forma’ per tutto il campionato, abbiano ceduto il passo troppo presto. I GIOCATORI Alle dichiarazioni di…guerra, hanno fatto riscontro azioni lontane mille miglia dall’impegno assunto. Abbiamo assistito a prestazioni sconcertanti, in casa e fuori. Qualcuno, intervistato nelle ultime settimane, ha detto 4 “abbiamo sbagliato l’approccio ...gli avversari erano più determinati ...ci sono mancati gli stimoli”. E sul baratro della retrocessione come siamo stati, quali maggiori stimoli a fare bene erano necessari? Il discorso non vale per tutti, ovviamente, ma la squadra ha reso molto al di sotto delle proprie possibilità. Attenuanti ne vediamo poche e fatti salvi tre/quattro giocatori sono mancate le ‘bandiere’ (forse perché alcune erano state cedute...). Non si è creato il feeling tra pubblico e squadra perché è mancato spesso (e non in tutti) l’attaccamento alla maglia che determina o meno l’affetto. IL PUBBLICO Da riferire essenzialmente alla curva e, in parte, alla tribuna scoperta. Da apprezzare per il sostegno dato anche quando lo spettacolo era deprimente. Anche troppa pazienza verso il Mister e la squadra davanti a prestazioni come quella con il Lecce o a Empoli. Eppure è bastato poco per far tornare il sereno. Certo se dopo otto minuti di ‘bambola’ collettiva perdi 3-0 (non importa chi hai davanti), difficile evitare la contestazione. L’inventiva ha raggiunto il massimo quando, verso la fine della partita con la Juve, sono stati chiamati a gran voce giocatori non più (inspiegabilmente) presenti o lo stesso Papadopulo. Fatto con i coretti che venivano loro dedicati a conferma che di quel team avevano apprezzato sì i risultati, ma soprattutto lo spirito guerriero messo sempre in campo. Bella ed intelligente pagina di tifo. LA STAMPA Non mi ritengo ‘addetto ai lavori’ perché faccio un articolo al mese e da questa posizione è tutto più facile. Non giudico i colleghi di cui capisco le difficoltà e lascio agli esterni il giudizio. Ma se accadono eventi come il campionato del Siena 2005-2006 ogni componente, pro quota, ha la sua parte di colpa. Attendo che altri ne parlino…. ■ MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 5 La squadra di Capello mette a nudo le lacune di un Siena che sta perdendo ogni identità Una salvezza con tanti se e tanti ma Luca Luchini La salvezza è raggiunta e Siena sportiva per la quarta volta consecutiva potrà coronare il sogno di vedere la sua Robur gareggiare nell’Olimpo del Calcio, ma …… All’inizio della stagione non avremmo mai immaginato di poter scrivere qualche “ma” dopo aver raggiunto quello che era il nostro unico obiettivo della stagione. Francamente, infatti, non abbiamo mai creduto alle illusioni dell’Europa e sappiamo benissimo che il valore di una squadra non si misura con il monteingaggi o con i “nomi famosi”, ma…. Come è possibile che tifosi entusiasti ed innamorati da sempre della maglia bianconera del Siena ed abituati a scadenti campionati in serie inferiori, non abbiano festeggiato come sarebbe stato normale la permanenza in serie A? Forse la nostra analisi è pesantemente condizionata da quanto accaduto nell’umiliante sconfitta con la Juventus, ma i dubbi e le recriminazioni non riguardano soltanto la gara con la squadra di Capello, anche se ci pare giusto partire proprio da questo importante appuntamento. Tutti sapevamo perfettamente di avere addosso gli occhi dell’Italia calcistica, e non soltanto quella, che ci aspettava al guado per sapere se sospetti ed illazioni avevano un reale fondamento. Allo stesso tempo eravamo perfettamente consapevoli della superiorità della squadra torinese e quindi consci che non perdere sarebbe stato molto difficile. Ma c’è modo e modo di perdere. Si può uscire sconfitti dal terreno di gioco con orgoglio e dignità e si può invece perdere, oltre la gara, anche la faccia. Il Siena, purtroppo, ha scelto la seconda strada, arrendendosi ancor prima di iniziare a giocare e mettendo alla berlina società, tifosi e città in quei tragico-comici primi sette minuti nei quali ha gentilmente aperto il suo cuore e la sua porta ai più titolati avversari. Una partita disputata senza falli ed agonismo, nel corso della quale non soltanto non si sono mai visti i famosi “occhi di tigre”, da troppo tempo evocati senza successo da De Luca, ma che ha esposto ad illazioni, accuse e feroci prese in giro la nostra società. Ci rimane davvero difficile comprendere e giustificare lo stupore di alcuni giocatori del Siena, sorpresi dalle bordate di fischi e qualche insulto giunto dai propri tifosi. Un tempo si parlava di cuore e di bandiere, ma le bandiere società e Mister hanno deciso di farle fuori ed il cuore, nella maggioranza dei casi, in questo calcio professionistico sembra pesare meno del portafogli. E così anche una salvezza giunta per grazia ricevuta da tre società che sono riuscite a far peggio di noi, dovrebbe rappresentare un lasciapassare per non ricevere fischi e dissenso quando sul campo gli avversari ci umiliano. Sì, perché il brutto episodio con la Juve è soltanto l’ultimo di un periodo a dir poco disgraziato. Due punti conquistati nelle ultime sette gare. Nove sconfitte rimediate al Rastrello davanti al pubblico amico, con avversari sicuramente non stratosferici e cinquantanove (!) reti subite sono considerazioni che non possiamo tralasciare. Quali soddisfazioni hanno avuto quest’anno quei tifosi che hanno sottoscritto abbonamenti non proprio a buon mercato? E come è possibile compromettere una classifica che un paio di mesi fa ci metteva subito dietro le migliori per arrivare a dover “elemosinare” una sconfitta del Messina, nel timore di non riuscire neppure ad arrivare a quella quota 40 che alcune partite fa sembrava soltanto una piccola tappa di un percorso da incorniciare? Si può giustificare tutto con la sfortuna e con gli infortuni? Ma a proposito di infortuni, non ne abbiamo avuti un po’ troppi quest’anno? E l’organico bianconero, come fin dall’inizio del campionato avevamo sottolineato, non era assemblato male, con molti difensori centrali lenti e macchinosi, poca classe sugli esterni ed un centrocampo numericamente molto esiguo? Comprendiamo benissimo la stizza di De Luca quando dice che il monte ingaggi del Siena era superiore a più della metà delle formazioni impegnate in questo campionato, ma questa è stata la conferma che occorre avere gente motivata e vogliosa di emergere e non nomi famosi i cui ingaggi rischiano di condizionare negativamente le casse della società. Davvero i tecnici bianconeri sono convinti che i vari Negro, Legrottaglie, Tudor e Colonnese siano più forti ed utili dei “vecchi” e modesti Mignani, Argilli o Cirillo, tanto per fare dei nomi? E cosa dire di un centrocampista come Ardito, sempre uno dei migliori del Torino, agonisticamente e tecnicamente valido, professionista serio e disposto anche ad accettare la panchina senza creare problemi, ma sempre pronto quando si può avere bisogno della sua grinta? La lezione dei vari Ascoli ed Empoli, tanto per fare i nomi di due società che molti credevano di poter guardare dall’alto in basso, solo perché avevano giocatori ai più sconosciuti e che devono accontentarsi di un monte ingaggi rigorosamente calmierato, anche nei suoi uomini più famosi ,deve essere imparata, altrimenti andremo poco lontani. E mentre l’Italia calcistica disserta e sparla del Siena, chiede l’apertura di indagini ed ipotizza squalifiche per i senesi (non per gli juventini, perché loro non si devono neppure nominare!), inizia un’altra battaglia non meno importante di quella combattuta (almeno fino a due mesi fa) sul campo. La società sembra avere ancora problemi di carattere economico e c’è già chi (vedi Napoli) sulla stampa nazionale si fa avanti per giocare in A “nel caso in cui il Siena non sia in grado di iscriversi”. È questa una battaglia che va combattuta da tutta la città, senza speculazioni politiche ed elettorali e senza personalismi. Per non ritrovarsi ai problemi ed alle preoccupazioni dello scorso anno, consapevoli che non sempre le cose fatte all’ultimo tuffo riescono, e per non dover tornare alla ribalta delle cronache sportive soltanto per aspetti negativi. Siena ed i suoi tifosi non meritano questo, anche se alcuni “campioni” conclamati sembrano non riuscire a capirlo!!! ■ Una incursione di Locatelli in area juventina ca l c i o 5 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 7 le pagelle di aprile UN PASSO INDIETRO GENERALIZZATO IL MIGLIORE LOCATELLI 6,6 ALBERTO (VOTO 5,6) - Che non sia più neppure lontano parente del giocatore apprezzato l’anno scorso, l’abbiamo già detto. Magari il suo compitino lo svolge lo stesso e strappa pure la sufficienza. Resta il fatto però che patisce la nuova collocazione tattica e non incide più di tanto. BOGDANI (VOTO 5,6) - Passa dalle stelle alle stalle con una disinvoltura degna di miglior causa. Contro la Lazio solo Ballotta e il palo gli negano la soddisfazione del gol. Che trova invece con l’Empoli, sia pure tardivamente. Col Parma non sfrutta due assist al bacio e con la Juve è semplicemente …inguardabile. CHIESA (VOTO 6) - Bello e sfortunato. Ritrova il gol dopo tre mesi, ma poi si fa parare da Balli tutto quello che in passato non avrebbe fallito. Per il resto si accontenta di firmare assist sistematicamente ignorati e di proporsi, contro la Juve, con qualche velleitario tentativo. COLONNESE (VOTO 5,8) - Fa molta panchina, ma quando rientra col Parma conquista la palma del miglior centrale fra i tre schierati da De Canio. Insufficiente invece contro la squadra di Capello contro la quale accusa le solite pause di concentrazione. Carenze da dividere quantomeno con gli altri compagni di reparto. D’AVERSA (N.G.) - Uno stiramento ai flessori del ginocchio sinistro lo toglie di mezzo proprio quando stava per recuperare faticosamente la condizione dopo un campionato abbastanza alterno. Più sfortunato di così… FALSINI (5,2) - Partito bene, si smarrisce per strada, tanto è vero che rimedia figuracce in serie. Anche a Empoli, contro Buscè e Raggi, segna spesso il passo e sulla fascia non spinge più di tanto. Al limite dell’irriconoscibile. FOGLIO (VOTO 5,6) - Si è guadagnato la fiducia di De Canio a forza di prove quantomeno dignitose. Soprattutto si segnala per gli assist (a Vergassola contro la Lazio e ad Empoli per Bogdani), e per una adisciplina tattica che lo rende praticamente insostituibile. FORTIN (VOTO 6) - Entra, esce, torna di nuovo. De Canio non si decide a scegliere, anche perché a turno i due portieri titolari evidenziano limiti non più eludibili.Col Parma non sfigura, specie nelle uscite alte, sul gol si accontenta di provarci. Con la Juve qualche peccatuccio sul secondo e terzo gol ed una bella respinta su conclusione ravvicinata di Del Piero. GASTALDELLO (N.G.) - Appiedato dagli infortuni, esce di scena proprio nel momento in cui stava cercando di recuperare la miglior condizione. Peccato, perché nel suo ruolo (che è quello di difensore centrale, e non di esterno) ha palesato doti non comuni. GUZMAN (VOTO 6,2) - Il primo gol in serie A segnato al Parma, conferma quanto il paraguaiano meritasse l’occasione di entrare da titolare e non dalla panchina. Del suo movimento se n’è giovato tutto il reparto, e sotto rete è decisamente sveglio. LEGROTTAGLIE (VOTO 5,6) - Il suo problema è quello della continuità all’interno della stessa gara, dove fa cose egregie per 80 minuti e poi sbaglia il tempo o la marcatura sull’avversario che subito ne approfitta (vedi Colonnese e Portanova). LOCATELLI (VOTO 6,6) - Quando c’è, quando non c’è. Fra infortuni assortiti e ricadute, sembra giochi a nascondino. Comunque rimane l’unico punto di riferimento di una squadra con poche spiccate personalità. Non a caso contro la Juve è l’unico a parlare stesso linguaggio tecnico. MIRANTE (VOTO 5,4) - Sicuramente non attraversa un buon momento di forma, ma è pure sfortunato. Contro la Lazio ne subisce tre in modo discutibile, ma ne para almeno altrettanti. Ad Empoli si fa sorprendere da due tiri ‘da fuori’ e questo denota quantomeno qualche difficoltà nel piazzamento. Le basi insomma ci sono, le certezze ancora no. MOLINARO (VOTO 5,8) - Alterna cose buone ad altre più discutibili, ma si prende sempre le sue responsabilità. Forse è solo una questione di maturazione. Forse. Ad Empoli potrebbe lasciare il segno se il palo…, così come a Parma il suo as- 7 sist per Bogdani grida ancora vendetta. NEGRO (5,5) - L’esperienza aiuta tanto, ma non basta. Specie quando ci si trova di fronte ad avversari cui devi necessariamente concedere qualcosa sul piano della velocità (vedi il laziale Mauri, che nell’azione del primo gol si invola sulla fascia e lo lascia lì…). PARO (VOTO 5,7) - Il suo lo fa sempre con diligenza, anche quando non brilla in modo particolare (Parma), ma di fronte ad avversari di qualità (Lazio) riesce a farsi notare con quache giocata che non è frutto del caso. Impalpabile contro la Juve. PORTANOVA (VOTO 5,5) - Tutto, ed il contrario di tutto. Di solito sbaglia il minimo (con la Lazio forse qualcosa di più…), ma spesso è sufficiente per prendere il gol (vedi Colonnese e Legrottaglie). La sua affidabilità è comunque garantita. TUDOR (VOTO 5,7) - Mentre stiamo ancora cercando il Tudor che l’anno scorso di questi tempi faceva letteralmente la differenza, ci chiediamo com’è possibile che si sia ridotto così. Se deve difendere lo fa con mestiere, ma se deve giocare davanti alla difesa sono dolori. VERGASSOLA (VOTO 6,4) - Il suo resta, mediamente, il miglior rendimento individuale dell’intera rosa. Smazza le carte in mezzo al campo, dove gioca mille palloni, sventa sulla linea di porta, è generoso con gli assist, rappresenta la fantasia all’attacco. Insomma è quello che fa pentole e coperchi. Che si vuole di più? VOLPATO (N.G.) - Dopo la gara con la Lazio si produce una lesione al crociato del ginocchio sinistro e chiude così sfortunatamente la sua avventura in bianconero. Peccato, perché a Udine ci aveva fatto sognare. Forse lo rivedremo a settembre. A Moggi piacendo. IL PEGGIORE FALSINI 5,2 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 8 l’angolo tecnico CHIUSURA COL BOTTO Riccardo Giacopelli Ed eccoci all’atto finale! Meno due al termine! Inter e Livorno saranno le ultime sfide che la Robur dovrà affrontare per chiudere questa tormentata stagione sportiva 2005/2006. Un epilogo con il botto visto che il 7 maggio i bianconeri saranno impegnati alla “Scala del calcio”, mentre il 14 al Franchi andrà in scena il derby con i cugini amaranto. Andiamo quindi ad osservare più da vicino queste due squadre. 07/05/2006 INTER - SIENA Lo abbiamo ripetuto più volte in questo spazio, nei “focus” con i quali ci siamo addentrati nell’analisi delle varie squadre della serie A: le motivazioni (nel calcio come nella vita) spesso fanno la differenza. Ed è fuori dubbio che andare ad affrontare, alla penultima giornata, un’Inter senza obbiettivi particolari da raggiungere (a meno di un clamoroso cedimento finale del Milan che potrebbe consentire il riaggancio alla seconda piazza), presenta notevoli vantaggi. Sì, perché, nonostante il cammino altalenante, la squadra del Presidente Moratti rappresenta pur sempre una delle migliori realtà del panorama calcistico nazionale ed internazionale (l’uscita dalla Champions è arrivata per merito di un Villareal che alla resa dei conti si è dimostrata squadra eccessivamente sottovalutata, come ha dimostrato nella doppia sfida in semifinale contro l’Arsenal). Un organico con tanti elementi di qualità, magari non semplice da amalgamare, ma comunque in grado, se nella giusta giornata, di sottomettere qualsiasi avversario. Qualche problema la “beneamata” ce l’ha, a partire dalla posizione tutt’altro che salda di Mancini che, nonostante le rassicurazioni della dirigenza ed i continui attestati di stima del Presidente, è a rischio riconferma, anche se dovesse mettere in bacheca quello che è rimasto l’unico trofeo stagionale da conquistare e cioè la Coppa Italia. I numeri del campionato nerazzurro parlano di un cammino deficitario soprattutto fuori casa, con una media inglese di poco sopra lo zero e di un probabile terzo posto finale in classifica che significa giocare i preliminari di Champions ai primi di agosto, con una rosa priva degli elementi impegnati al mondiale (almeno di quelli le cui nazionali accederanno alla seconda fase), e con tutte le conseguenze negative dovute ad una preparazione fisica per forza di cose “accelerata”. Sotto il profilo strettamente tattico, Zanetti & c. giocano un 4-4-2- che nelle ultime partite si è spesso trasformato in un 43-3 con Stankovic e Figo che a turno si “alzano” sulla linea degli altri due attaccanti. L’infortunio di Veron ha consentito a Pizarro di giocare con continuità e gli alti e bassi di Adriano hanno concesso spazi a Cruz o Recoba. Ecco, proprio la voglia di dimostrare qualcosa da parte dei giocatori fino ad oggi poco utilizzati, insieme all’esigenza del mister di chiudere la stagione in bellezza, potrebbero essere elementi da temere. All’andata fu uno 0-0 nel quale gli accorgimenti tattici di De Canio frenarono le velleità nerazzurre. 14/05/2006 SIENA - LIVORNO Il derby con il Livorno ha sempre un sapore particolare, anche se giunge all’ultima giornata e nel quale, sicuramente, nessuna delle due squadre vorrà alzare bandiera bianca. Sarà la chiusura di un campionato che per i labronici ha rasentato la follia. Prima parte con la squadra, affidata a Donadoni, che vola giocando bene e racimolando punti importanti che la portano a ridosso della zona Uefa. Poi l’improvvisa, quanto incomprensibile, scelta del presidente Spinelli che decide per un cambio della guida 8 tecnica a favore di Mazzone. E da questo momento, aldilà delle indiscusse qualità del “vecchio leone romano”,gli amaranto si infilano in un tunnel di risultati negativi ( emblematiche le 7 sconfitte consecutive) di cui vedono la fine solo con la vittoria casalinga sul Palermo. Il risultato è un ambiente sconcertato ed una squadra demotivata che comincia a perdere i pezzi, come testimoniano le ultime dichiarazioni di Lucarelli che, dopo aver rinunciato a guadagni superiori ed essersi ridotto l’ingaggio per poter tornare a Livorno divenendo, di fatto, il leader indiscusso della squadra ed un simbolo per i tifosi, adesso parla di un possibile quanto probabile cambio di casacca per la prossima stagione. E per gli amaranto perdere un attaccante da 18-20 gol , ma soprattutto un uomo guida, potrebbe rivelarsi molto pericoloso se non letale. Ma tornando al Livorno di questo finale di campionato ed entrando nello specifico tecnico/tattico, Mazzone sembra aver trovato il giusto equilibrio schierando la squadra con un 3-5-2 che sfrutta in modo ottimale le caratteristiche dei cursori di fascia (Balleri e Pfertzel) dai quali poi arrivano i cross per la finalizzazione di Lucarelli. All’andata fu un 2 a 2 con gol di Locatelli e Chiesa (su rigore) per il Siena e Morrone e Lucarelli per il Livorno, senza dimenticare che al Franchi tornerà un avversario speciale che risponde al nome di Stefano Argilli. ■ Julio Cruz (in alto) e Cristiano Lucarelli (sotto), stelle di Inter e Livorno. MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 9 ARCHIVIO SERIE A 33a giornata SIENA-LAZIO 2/3 (pt 14’ Mauri, 22’ Rocchi, 23’ Vergassola, 40’ Chiesa; st 5’ Dabo) 34a giornata EMPOLI-SIENA 2/1 (pt 36’ Tosto, 39’ Tavano; st 42’ Bogdani) 35a giornata PARMA-SIENA 1/1 (pt 24’ Guzman; st 18’ Morfeo) 36a giornata SIENA-JUVENTUS 0/3 (pt 3’ Vieira, 5’ Trezeguet, 8I’ Mutu) Classifica: Juventus 85; Milan 82; Inter 74; Fiorentina 68; Roma 66; Lazio 56; Chievo 53; Palermo 49; Livorno 47; Parma 45; Empoli 42; Reggina 41; Sampdoria, Ascoli e Udinese 40; Cagliari 38; Siena 37; Messina 31; Lecce 25; Treviso 18. Antonio Mirante e Simone Vergassola ca l c i o 9 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 10 10/ io c’ero IL PALIO DEI CIUCHI È ARRIVATO AL TRAGUARDO di Duccio Balestracci Piove, miseria ladra; piove come la manda dio. E pensare che secondo le previsioni non si doveva andare oltre il nuvoloso. Che segno sarà? Terz’ultima domenica di campionato: al Rastrello, in maglia rossa, la Juve che ha un bisogno matto dei tre punti se non vuole chiappare una zannata nel sedere dal Milan. I commenti della vigilia sono scontati: vengono a incassare; ci hanno già dato l’80% della squadra e ora vengono a riscuotere e a prendere tre punti d’oro. I giornali nazionali discettano sul concetto di “sgabelli” (noi) che sono lì solo per far fare la sgambatina alla squadra blasonata. No, vedrete che non faremo la figura degli sgabelli. Non che ci siano aspettative di miracoli sui gradoni della curva Robur: nessuno se li aspetta i miracoli, ma tutti si aspettano una partita giocata, da parte senese, con dignità. Perduta in partenza, magari, ma perduta con dignità. Il pronostico si avvera solo a metà. Perduta sì. Ma in modo umiliante. Passano due minuti e la Juve segna il primo gol; ne passano altri due e insacca il secondo; mentre l’orologio scandisce l’ottavo minuto arriva il terzo pedatone che gonfia la rete alle spalle di Fortin. Probabilmente è un record: a memoria di chi scrive (ma anche di tanti che gli erano intorno) in prima serie non s’era mai vista una roba del genere (ma forse nemmeno in altre serie superiori al campino del prete. A sera, sulle reti nazionali, vanno in onda commenti perfidi). Perdere va bene; perdere così no. Nemmeno contro la Juve (che con altre squadre magari ha vinto, ma se l’è sudata). A Reggio il Messina pareggia: se ci mangia un punto siamo a rischio grosso, anche perché il Cagliari vince e ci ha scavalcato in classifica mettendosi in salvo. Piove acqua dal cielo e piovono moccoli dalle gradinate. Il popolo bianco-nero non ci sta e comincia a rumoreggiare mentre a bordo campo Capello si sbraccia per dare indicazioni ai suoi e De Canio non si discosta dalla pensilina della panchina, educatamente composto e a braccia conserte. Beh…piove…che altro dovrebbe fare? bagnarsi? Il fatto è che il pubblico pagante avrebbe piacere di vederlo un pochino più partecipe…come dire? più coinvolto, ecco. Mica altro: un po’ più coinvolto. Tutto qui. E qualche coro se lo becca. Finisce il primo tempo: la partita è finita da un pezzo: la Juve non si scalmana più di tanto; il Siena fa quel che può (poco). Meno male che questo campionato è stato il palio dei ciuchi: e il palio dei ciuchi, alla fine, decreta che a Reggio il Messina perde uno a zero. Boato in curva Robur. Poi arriva il due a zero: secondo boato e facce che cominciano a distendersi. E infine arriva la sigla finale del tre a zero (dio benedica la Reggina) che ci mette automaticamente in salvo e condanna il Messina alla retrocessione. Adesso possiamo tranquillamente perdere anche con Inter e Livorno (cosa facilissima, del resto, anche senza il risultato di Reggio) perché andremmo a pari con il Messina, ma la classifica avulsa grazia noi e condanna loro. Un’ appassionante corsa per finire impietosamente (come dicono i due bravi conduttori de Le Iene) “merdultimi”. Ganzo ‘na cifra. E mentre smette di piovere cominciamo a guardarci in faccia. È logico finire un campionato così? È giusto che la sorte della Robur dipenda da quel che cavolo succede in un campo di calcio a ottocento chilometri di distanza? È serio gioire perché ci siamo salvati in questo modo cialtrone? No. Non lo è. I cori dei tifosi e degli ultras (quelli che non si sono mai zittati nemmeno nei momenti più critici del campionato e che hanno sempre sostenuto la squadra) ora tacciono. Per dignità. Per pudore. Gli striscioni vengono ammainati e dalla curva si levano i cori di “buffoni, buffoni”, “vergognatevi” e “a lavorare; andate a lavorare”. E poi esplode il rabbia-revival: parte qualcuno con “ce l’abbiamo solo noi Sciaccalugagol” e altri gli vanno dietro “Avanti Ardito! Avanti Ardito” e “Uno di noi! Argilli uno di noi!”. Aspettiamo con un po’ di apprensione per l’eventuale dimenticanza…no! c’è chi, per fortuna, se lo ricorda (sarebbe stato un delitto non ricordarlo) e si leva un “Siamo venuti fin qua per vedere segnare Pingààà!”. Addirittura si affacciano nei ricordi, nei rimpianti, nella rabbia, i giorni di De Falco, di Mucciarelli, di Perotti. Ma il più gettonato, il più cantato, il più ripetuto, il più iroso, il più significativo è “ohhhhh Papadopulo”. Il campionato è finito, di fatto, oggi: i cori lo sintetizzano. La squadra non ha funzionato; l’allenatore ha profondamente deluso. Porteremo il solito cero alla Madonna del Voto (questi campionati ci stanno costando una cifra in cera) e le rivolgeremo una preghierina per il prossimo campionato: “Madonnina di grazia piena / volgi un occhio a questo Siena / dacci tu, Vergin pietosa, / un’annata dignitosa”. E speriamo che Maria Santissima tenga una mano in testa a chi di dovere; che vengano fatte le scelte giuste, trovati i giocatori giusti, e che ci vengano risparmiate per il futuro queste mortificazioni. Per saecula saeculorum. Amen. ■ MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 12 12/ ritmi tribali in terra di siena / 3 FEDELISSIMI DI NOME E DI FATTO dalla tesi di laurea di Francesco Scarpetti La storia del più antico club della tifoseria senese di calcio fissa la propria origine in un lontano dicembre del 1970. Furono in dieci a fondare il club che mosse i primi passi all’interno di un bar cittadino e la prima denominazione fu Siena Club Bar Ravacciano, per mutare in seguito in Club Bianconero ed infine alla formula attuale. Piero Babbini, Mario e Giordano Bianciardi, Fabio Ciani, Fabio Cannoni, Franco Gistri, Massimo Losi, Giuseppe Mancini, Renzo Vannini, Lorenzo Mulinacci: questi i nomi dei primi dieci fedelissimi ai quali si aggiunsero subito dopo tanti altri amici tra i quali ci sembra doveroso ricordare Nicola Natili, Franco Fontani e Aldo Ciampoli. In un brevissimo tempo l’organizzazione del club riuscì a reclutare un numero considerevole di soci, fino a giungere alle mille adesioni. Indimenticabili riunioni, le prime fatte in casa di Pero Babbini, primo presidentissimo, che ogni volta che il Siena giocava in casa annunciava l’uscita delle squadre dal sottopassaggio che immette nel campo di gioco, con la sua fatidica bandierina e con tanto di macchina fotografica a tracolla. Il nutrito archivio fotografico lo si deve proprio a lui, che iniziò con tenacia la metodica raccolta di istantanee. Alcuni filmati inoltre, furono realizzati dai fratelli Bianciardi e costituiscono adesso, nell’era incontrollata dei video, delle vere e proprie rarità. Con il crescere degli iscritti, i Fedelissimi si vedono costretti a cambiare sede; fu concesso loro lo svolgimento delle riunioni del venerdì sera nei locali della Corale Senese, all’interno dello storico palazzo de “Il Magnifico”. Dopo Babbini si sono alternati alla presidenza Renzo Vannini, Franco Fontani, Nicola Natili, Aldo Ciampoli, Lorenzo Mulinacci, Alessandro Silvestri, Paolo Gallerini, Walter Munaretto, Carlo Cagnacci e di nuovo Lorenzo Mulinacci, ancora oggi alla guida del club. Anche le sedi sono cambiate: dopo la Corale Senese il club è stato ospite della Contrada della Pantera e del Bar Notturno, dopo di che è avvenuto il trasferimento in una sede propria del club in Via Pantaneto e poi in Via Follonica; ma dopo la chiusura al traffico del centro storico, si è reso necessario per il club spostarsi a Vico Alto, un quartiere periferico, ma che permette ai Fedelissimi di avere una sede molto ampia. Quanti ricordi, quante belle sensazioni, quanta voglia di manifestare all’intera città l’attaccamento e la passione per il Siena Calcio. Più di 300 le trasferte organizzate; la storica è e rimane quella di Grosseto, nel campionato 80/81 con più di mille senesi (13 pullman) nel “catino” maremmano, ma non si possono certo dimenticare le trasferte in 900 a Pistoia, 800 a Prato, 1300 a Ferrara, 1000 a Lucca, 1000 a Montevarchi, e quelle mitiche del primo anno di serie B: 1500 a Torino, 2500 a Empoli, 800 a Genova con la Samp, 800 a Verona contro il Chievo, 1200 a Venezia, 1000 a Pistoia. Ci sono state anche trasferte meno numerose ma altrettanto mitiche come 70 a Siracusa e 30 a Palermo, 50 a Crotone, 70 a Reggio Calabria, 50 a Messina, 70 a Catania, 80 a Lecce, 200 a Bari. La trasferta più numerosa è stata per gli ottavi di Coppa Italia a Roma con la Lazio: 3300 tifosi a sostenere la Robur. E poi ci sono stati i caroselli festosi e chiassosi che la domenica partivano dalla fontana di San Prospero per attraversare le strade del centro a ricordare a tutti che il Siena da lì a poco avrebbe giocato al Rastrello. Domenica MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 13 14-12-97 i Fedelissimi hanno fatto un rievocazione del carosello per festeggiare il passaggio di proprietà tra Paganini e la SNAI. Le coreografie, le bandiere, gli striscioni, i cori: “o Roburrone avanti avanti, tira in porta e marca il gol” e la tradizionale “ Nella piazza del Campo ci nasce la verbena, viva la nostra Siena”. I giovani, gli Ultras, che individuano nella curva la loro giusta collocazione, sono sempre stati uniti con i Fedelissimi che stazionano sempre nel centro della gradinata in una sorta di lungo ed invisibile abbraccio. Il rapporto con le varie generazioni di ultras e’ sempre stato amichevole, trasferte organizzate insieme e riunioni per preparare coreografie o contestazioni. Anche queste fanno parte della storia del club: una contestazione colpì anche un certo Marcello Lippi costringendo la dirigenza all’esonero. Ma la contestazione a Max Paganini è stata la più dura e lunga, iniziata nel 1991 e terminata il 27-11-97 con una bella vittoria. “È da qui che cominciano le pagine più belle della nostra storia di tifosi che si concluderanno con la promozione in serie B che festeggeremo insieme al nostro trentesimo anno di vita con una festa bellissima al ristorate Garden per oltre 400 commensali e con ospite tutta la squadra. Con la serie B ci rendiamo conto che la sede di Vico Alto è troppo piccola e così decidiamo di trasferirci in un altro locale nel quartiere di San Prospero; il locale è molto ampio e permette al gruppo di trasformare la sede in un circolo aperto tutte le sere. Ben presto la sede diventa un punto di riferimento per tutti i tifosi, per organizzare le trasferte, vendere i biglietti e chi non può andare in trasferta può seguire le partite sul grande schermo presente nel locale. Entusiasmo alle stelle con i magnifici risultati della squadra e cene memorabili fino ad un massimo di 130 persone. Anche il nostro periodico “Il Fedelissimo”, sotto la direzione di Nicola Natili, raggiunge il suo massimo splendore e passa dalle 4 pagine in bianco e nero alle attuali 32 pagine a colori stampate in 6.000 copie e distribuite gratuitamente agli ingressi della stadio. E il sogno continua… Il 24 maggio 2003 allo stadio Marassi battendo il Genoa, il sogno si realizza con la promozione in serie A. In quel momento tutti noi Fedelissimi di vecchia data usciamo con le lacrime agli occhi rivivendo in un attimo tutta la nostra passione per i colori bianconeri, passione che ci ha accompagnato anche nei tristi anni passati. Finalmente la fortuna e la bravura di tutti ci ha reso giustizia, ma senza dimenticare il passato, perché anche quella è la nostra storia. Tutti godiamo di questa promozione, ma solo chi ha masticato amaro per 30 anni senza mai mollare se la può gustare forse più di tutti. La serie A ce la siamo meritata e non la molleremo così facilmente. Ci avviciniamo titubanti ma decisi all’esame dell’esordio in serie A che per noi significa la trasferta a Perugia; lo superiamo alla grande: 3.500 senesi e 15 pullman organizzati dal nostro club. I tifosi senesi si dimostreranno un pubblico da trasferta seguendo la Robur in tutti i campi. I Fedelissimi organizzano numerosi pullman per tutte le trasferte (120 in totale). Un campionato memorabile e solo la vicenda del calcio scommesse ci fa strozzare in gola l’urlo di gioia per la salvezza raggiunta a Modena con una giornata di anticipo; ma finalmente il 24 agosto arriva l’assoluzione: gli avvoltoi di Perugia e Empoli ed i gufi di Siena si devono rassegnare... e il sogno continua”. I Fedelissimi, da sempre situati nella gradinata scoperta, organizzano il tifo in questo settore, in sinergia con gli Ultras Fighters e con tutti i gruppi di tifosi della curva Robur. Anche i Fedelissimi, seguendo l’escalation del Siena verso la serie A, rinnovano il proprio striscione: si passa dallo striscione che riporta il logo del gruppo e la sua denominazione ad uno striscione più grande con la scritta “SIENA CLUB FEDELISSIMI”. (continua) MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 14 personale IL PREZZO DELLA SOPRAVVIVENZA Giancarlo Brocci Per parlare di un altro punto di debolezza acquisita del sistema calcio, non poteva capitare settimana più adatta. Scrivo alla vigilia di Siena-Juventus ed il pezzo lo leggerete quando il risultato sarà già in archivio e avrà praticamente determinato l’assegnazione dello scudetto. È chiaro che, così montando una situazione di improvviso thrilling sulla sorte del triangolino tricolore, in questi giorni certe evidenze sono sotto gli occhi di tutti: il Siena, potrei dire il “nostro” Siena anche se molti non mi crederanno, è una di quelle società satelliti di cui parlavo in tempi meno sospetti. E aggiungevo: “una serie di risultati che qualcuno si assicura in sede di campagna acquisti e cessioni, garantendosi diverse domeniche di scarico in un calendario obeso”. Tutti sappiamo come è stato, persino dichiaratamente, costruito questo Siena da serie A: con l’appoggio della Juve e del suo gruppo dirigente. Una serie di giocatori, da buonissimi giovani in prestito a qualche vecchio arnese usato-sicuro (o quasi), l’allenatore di area, il direttore generale oltre allo staff di supporto atletico: i nomi e i curriculum sono così noti che tutta Italia ha parlato di Siena come Juve 2. Non si può negare, sia chiaro, quanto ciò abbia giovato alla Robur, che può fregiarsi dell’ arricchimento di una storia lunga e gloriosa, eppur sempre di secondo piano, con ben tre anni, tra un attimo 4, di Serie A tranquilla, a costi accettabili e poco esposta ad ogni intemperie. Ora questa Juve 2, che giocò con formidabile intensità quando tolse due punti all’Inter e si curò di esternare gioia pura, è chiamata a drizzar la schiena contro la casa madre perché l’Italia la guarda, perché invece di un allenamento al trotto e senza propellenti si tratta di far vedere che la vittoria-scudetto sarà guadagnata sul campo con tanto di sudore e sangue. Ma, anche se il Siena è ora, per impellenza di cronaca, l’esempio più palese di un calcio con qualche problema di identità, in cui le necessità di business e risultato suggeri- 14 scono strategie che niente spartiscono con etica e valori passatisti, non è di certo l’unico. Lo stesso Messina, che forse ci regalerà una contemporanea lieta novella da quel di Reggio Calabria, è cresciuto nel medesimo brodo di coltura, altre realtà si sono da tempo adeguate a far valere le ragioni di stato a quelle della competizione sportiva pura. Nel punto successivo della disamina primaria che avevo scritto sui disturbi di tanta gente verso questo calcio collocavo “il regime di controllo del mercato da parte di autentici cartelli autorizzati a fare il bello ed il cattivo tempo”. Come si vede, l’argomento è strettamente consequenziale: vuoi star su? Questi sono gli uomini, i prezzi, gli ingaggi, forse anche le partite da giocare di brutto e quelle senza coltello fra i denti. Se domenica sarò smentito provvederò con pubblica (per quel che conta…) ammenda. Per ora, a mio figlio che segue il Siena ovunque, spesso indovino che tempo calcistico farà. E allo stadio non vado più. ■ MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 16 perle QUELLI CHE...* Quelli che il Siena in serie A non può stare nemmeno un anno, figuriamoci tre di fila. Oh yeah. Quelli che il Siena può andare tranquillamente in Coppa Uefa. Oh yeah. E infatti ha meno punti dell’anno scorso. Oh yeah. Quelli che alla Juventus c’è un grande preparatore atletico, lo vedrete a fine campionato. Oh yeah. Quelli che il preparatore atletico della Juventus ora ce l’ha il Siena. Oh yeah. Quelli che il Livorno ha fatto un grande campionato con gli scarti del Siena. Oh Yeah. Quelli che il Siena, con gli scarti della Juventus, ha fatto peggio del Livorno. Oh yeah. Come mai. Oh yeah. Forse c’entrano gli occhi della tigre. Oh yeah. Quelli che il Siena con Locatelli e Chiesa era in grado di vincere gli incontri più importanti. De Canio permettendo. Oh yeah. Quelli che lo stadio nuovo a Siena non serve. E poi si lamentano che il Comune non ha fatto niente per costruirlo. Oh Yeah. Quelli che il Comune non è a posto per costruire il nuovo stadio, anche se non è vero. Oh yeah. Quelli che la Mens Sana è una fede. Oh yeah. Quelli che Siena vera è bianconera. Oh yeah. Quelli del murellino. Oh yeah. Quelli che a Montaperti io c’ero, ma hanno l’abbonamento della Fiorentina. Oh yeah. Quelli che vado alla partita solo se c’è la Juventus. Oh yeah. Eppure qualche hanno fa non si perdevano il Rende o la Sarzanese. Oh yeah. Quelli che il Siena ha il pullman come il Milan. Peccato solo quello. Oh yeah. Quelli che il campionato della Juventus passa dalla succursale del Siena. Oh yeah. Quelli che il Siena è una squadra simpatica. Oh yeah. Quelli che il Siena è stato penalizzato dagli arbitri. Oh yeah. Quelli che Chiesa è il più prolifico attaccante della serie A. Speriamo non viva di ricordi. Oh yeah. Quelli che il Siena ha un pubblico corretto. Oh yeah. Quelli che il Siena è una squadra provinciale. Oh yeah. Quelli che a Siena ho ritrovato la tranquillità. Oh yeah. Quelli che a Siena si ricostruiscono i campioni. Oh yeah. Quelli che se ne vanno da Siena e giocano anche meglio. Oh yeah. 16 *(da leggere come se fosse una canzone di Jannacci. Oh yeah) Simone Marrucci MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 17 Garantita la permanenza in Serie A per il quarto anno consecutivo e confidando sin d’ora nella positiva risoluzione di vicende societarie che certo non mancheranno nei prossimi mesi, c’è dunque da immaginare che tra un Palio e l’altro, tra una fila in macchina verso la costa maremmana o le frescure del Monte Amiata, l’estate dei senesi verrà come sempre animata dalle solite voci di mercato. Insomma, anche sotto l’ombrellone duemilasei si parlerà e soprattutto si leggerà di partenze e di altrettanti arrivi di calciatori e allenatore, magari di qualche acquisto e qualche cessione, più probabilmente di molti prestiti. Non sarebbe male però che, nel mettere in cantiere la nuova squadra, oltre ai fondamentali aspetti tecnici ed atletici, chi di dovere ponesse attenzione anche a quello, magari secondario per qualcuno ma sicuramente importante per la massa degli sportivi senesi, che riguarda il look con il quale vedremo abbigliati i bianconeri nella stagione futura. In termini più espliciti sarebbe senz’altro opportuno impegnarsi per tempo con i vari sponsor, non ultimo quello tecnico ovviamente, per un veloce ritorno alla maglia a strisce verticali bianconere che purtroppo abbiamo visto solo nel primo di questi tre anni di gloria in serie A. Messa abbastanza inopinatamente da parte nell’anno del centenario per un discutibile richiamo agli scacchi bianconeri con i quali iniziò la storia della Robur nel 1904, quest’anno la tradizionale tenuta di gara ha lasciato il passo ad un misto di quadrati e strisce di diverso spessore, subito azzeccatamente battezzato dai tifosi “codice a barre”, magari originale e graficamente perfino apprezzabile da distanza ravvicinata ma del tutto anonimo e grigio sul campo. Come tutti ricordano, dopo la prima contestata apparizione, la società ventilò la possibilità di sostituire tale obbrobriosa divisa ma poi non se n’è fatto di niente a dimostrazione di come, nel nostro calcio ipermilionario di oggi, anche in tema di immagine valgano più i contratti ormai stipulati che le legittime aspettative degli appassionati. Certo, se vista in quest’ottica spudoratamente “consumistica”, è fuor di dubbio che, rispetto a quella di altre società, la maglia zebrata tipica dell’A.C. Siena ha l’inconveniente di non essere proprio l’ideale per una facile lettura del nome sulle spalle del giocatore e, so- Dopo quella a scacchi e del tipo ..’codice a barre’, i tifosi reclamano il ritorno alla tradizione Ridateci le maglie a strisce Mario Lisi prattutto, del marchio dello sponsor (da apporre, invece, ben in vista sul petto per legittimi motivi di cassetta). Per di più, ormai, le ditte di abbigliamento sportivo fanno notoriamente a gara nel mettere in mostra tutto il loro campionario di modelli e colorazioni possibili, non importa se a discapito delle tradizionali casacche a cui sono affezionate intere generazioni di tifosi. È così che, anche in casi in cui non ce ne sarebbe stretto bisogno, ti ritrovi tante squadre con divise oggettivamente improponibili, si direbbe volute tanto per stupire, come ad esempio l’Inter a righe orizzontali di un imprecisato blu-grigioverde, il “proletario” Livorno in maglia color lingotto d’oro e, per contro, la Juve degli Agnelli che spesso veste un’improbabile tenuta completamente rosso bandiera! Proprio il volersi (o il doversi, per esigenze televisive?) differenziare per forza dalla Vecchia Signora, del resto, pare essere il motivo per cui, oltre al Siena, anche zione solo perché proiettato d’ufficio in serie A all’ultimo tuffo, quando verosimilmente il magazziniere aveva già fatto la spesa per il materiale da gara. Saranno tutte giuste osservazioni, com’è altrettanto vero che il mercato che ruota intorno ai clubs calcistici (compreso quello di magliette, gadgets e paccottiglia varia della squadra del cuore) pretende il suo spazio; ma nel nostro caso è altrettanto lecito rivendicare più rispetto per la “mitica” casacca a righe bianche e nere, alfa ed omega del cromatismo, indossata in oltre un secolo di storia del calcio senese. In conclusione, chi ha orecchie intenda. E adesso concentriamoci pure sulla classifica. Accidenti, però, dover soffrire anche nell’anno in cui, di fronte al solito palio dei ciuchi, rispetto al passato avevamo sulla carta la formazione più adatta per salvarci agevolmente… Che il dio del pallone ci aiuti e buon sprint finale a tutti! ■ l’Udinese ha ridisegnato in peggio la maglia e c’è da pensare che l’Ascoli abbia potuto rispettare la propria tradi- ca l c i o 17 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 18 zapping SGABELLO SARÀ LEI Vincenzo Coli Quante volte Emilio Giannelli ha portato Siena sulla prima pagina del quotidiano più prestigioso d’Italia. Nelle vignette per il Corriere della Sera le ha raffigurate al canape, le mischie della politica nazionale, ogni partito un bàrbero scalpitante; e quanti interni piccoloborghesi di Valli o Ravacciano assomigliano ai tinelli sui quali si abbattono ogni giorno le notizie inquietanti del telegiornale. Le grandi manovre romane viste dalla periferia acquistano i contorni della commedia dell’arte, e riderci su fa bene alla salute. Insomma, Emilio ha fatto tendenza e in via Solferino attingono spesso alle perle lessicali di casa nostra - mossa, rincorsa, purga - per conferire vivacità alle cronache politico-economiche nazionali, e, a maggior ragione, spiegare come si muovono i vertici del Monte dei Paschi nell’incasinatissimo risiko bancario di questi tempi. All’autoreferenzialità in questi casi non si sfugge, e poi il ‘colore’ non guasta, anche se assimilare lo spirito del Palio alle strategie finanziarie non sembra una spiegazione razionale. Non stupisce quindi l’uso del termine ‘sgabello’ – nell’accezione tutta senese di ‘mettersi al servizio di’ – che la redazione sportiva del Corriere ha scelto come chiave di volta per un’inchiesta sul match Siena- Juventus. Robur succursale della vecchia Signora, con allenatore e direttore sportivo della scuderia Gea, e viceallenatore, preparatore atletico e otto giocatori in prestito da Torino? Difficile negarlo, come non è un mistero per nessuno il feeling nato tra Paolo De Luca e Luciano Moggi – “senese di Monticiano”, precisa l’articolo – ai tempi dell’avventura comune nel Napoli di Maradona. La domanda sorge spontanea, per non dire del sospetto. Sarà o non sarà inciucio, tra lo squadrone scoppiato a un soffio dallo scudetto e la formazione assemblata per non retrocedere con sei punti di vantaggio sulla terzultima? Hanno risposto alla domanda alcuni Vip nostrani: Aceto, il sindaco Maurizio Cenni (ma il candidato Piccini no, sarà mica stata violata la par condicio?), Stefano Bellaveglia, Stefano Bisi, Alessandro Nannini, Francesco Franchi, Margherita Zalaffi, Gabriello Mancini. Nessuno ha ventilato la pur remota possibilità, tutti hanno detto no, sarà partita vera. Anche Aldo Agroppi, che tifa viola e sente puzza di bruciato in ogni dove. Il giornalista ha argomentato, ha attizzato, ha insinuato: possibile non sia tentato il calciatore che pur passando alla nuova società è rimasto proprietà della vecchia, e non ha cambiato né colori né maglia, visto che la Robur ha adottato il modello scartato da Giraudo & C.? No, non è possibile, è stata la risposta all’unisono. I calciatori sono professionisti e ci daranno dentro, tutti. Scriviamo alla vigilia della partita e non abbiamo la sfera di cristallo. Insomma, è un esercizio a rischio. Certamente non dubitiamo della serietà dei ragazzi di Di Canio, dimostrata più volte. E confidiamo nel loro orgoglio. Forse nemmeno sapevano il senso della parola, ma sentirsi dare dello sgabello non fa piacere a nessuno, e il solo dubbio dovrebbe scatenare la giusta reazione. Il risultato della partita, qualunque esso sia, finirà in archivio. Il termine ‘sgabello’invece, sdoganato e rubricato come ‘espressione di dileggio’ sarà nel prossimo volume di aggiornamento del ‘Battaglia’, il Dizionario storico della lingua italiana edito da Utet, dove fanno testo i brani letterari ma anche articoli di giornale, a testimoniare la vitalità dell’italiano cosiddetto d’uso. ■ 18 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 20 La stagione volge al termine, ma già si delineano le difficoltà che attendono la prossima Una terapia da ...sogno Mauro Mancini Proietti All’indomani della fuoriuscita dell’ ultima squadra italiana dalle coppe europee ed in vista delle ultime battute del nostro campionato sempre più anomalo nel quale i singhiozzi della testa della classifica finiscono per regalarci almeno qualche emozione in più, non è azzardato tentare di tirare alcuni bilanci e qualche riflessione in libertà. Ci si prepara infatti ad un’altra fatidica estate in cui inevitabilmente il tempo di calare il sipario sull’incipiente mondiale e di nuovo vedremo andare in scena una serie televisiva vista e rivista il cui incipit sarà ancora una volta segnato dalla scadenza dei termini di iscrizione al massimo campionato con la temuta coda di strascichi da consumarsi prima ancora che sui campi all’ interno delle aule di giustizia. Poco, anzi nulla, è stato infatti fatto dai vertici del calcio per risolvere preventivamente le problematiche che si presenteranno ai nastri di partenza e che sono rappresentate dai bilanci sempre più in rosso, fantomatiche e spericolate fideiussioni, ed il divario sempre più odioso tra le tre “grandi” che pretendono di dettare i tempi e la normalità che le circonda. Nulla è stato fatto nella direzione della vendita collettiva dei diritti televisivi di cui abbiamo più volte spiegato le ragioni e nulla ancora è stato fatto per far tornare la sicurezza negli stadi e riportarvi il grande pubblico. Grande pubblico, si badi, al quale quella sicurezza dovrebbe essere garantita non disgiuntamente dallo spettacolo, quello vero, che non può prescindere da una profonda opera di moralizzazione e ritorno ai veri valori dello sport sempre più calpestati. Fatta la diagnosi, proviamo allora a sognare ad occhi aperti una possibile terapia mediante la predisposizione di una ricetta che preveda la somministrazione dei seguenti farmaci. Si parte, come dicevamo, dalla ineludibile vendita collettiva dei diritti televisivi con riparto del prezzo di vendita attraverso criteri che tengano ovviamente conto del bacino di utenza di ogni singolo club e con la predisposizione di un fondo di perequazione che possa assicurare a tutti un “minimo garantito”. Si tentava infatti di spie- 20 c a l c i o gare che nel caso di specie non esiste un diritto individuale alla propria immagine da parte del singolo club. L’immagine che ne discende infatti al di fuori della competizione sportiva, è un non senso e per aversi una competizione sportiva bisogna essere quantomeno in due. Il singolo club, esauriti i calendari ed i poster, fuori da una vera competizione sportiva non avrebbe alcunché da vendere. Una seria verifica dei bilanci per i quali dovranno essere previste alcune regole elementari: non si può acquistare o detenere calciatori al di fuori dei parametri del bilancio consolidato dell’ ultimo esercizio con un premio effettivo per quei club che presentano in rosa al via di ciascun campionato una aliquota prestabilita di calciatori provenienti dai rispettivi vivai. Una politica di oggettiva calmierazione dei prezzi dei biglietti di ingresso agli stadi che possano effettivamente diventare accessibili per tutti. Impensabile mantenere i prezzi attuali, in quanto non va considerato il singolo biglietto bensì il fatto che mediamente diviene impossibile per un genitore portare i propri figli allo stadio perché sarebbe per i più una vera e propria tombola spesso improponibile per molti bilanci famigliari. Il calcio è uno sport che nasce popolare e deve quindi poter tornare a dimensione e patrimonio di tutti. Gli orari ed i giorni dedicati al campionato non devono essere a solo uso e consumo delle emittenti televisivi ma ad uso e consumo delle famiglie che non devono trovarsi ogni volta di fronte alla scelta alternativa della gita “fuori porta” o la partita. Gli stadi devono divenire veramente e decisamente sicuri attraverso la assoluta tolleranza zero nei confronti dei violenti. Meno formalismi e garantismo estremo fino alla noia e più sostanza nella azione di contrasto che deve essere compatta con pochissimi “margini interpretativi” a carico della magistratura. Senza scandalizzarsi troppo, basta uscire oltralpe e poter constare come il problema si sia effettivamente risolto. E veniamo infine ai valori dello sport, tanto stiamo sognando e possiamo quindi continuare a sognare. Devono avere un senso i principi del fair play, della lealtà e correttezza sportiva. Tornare al gusto del bel gesto da parte dei giocatori sotto gli occhi di milioni di spettatori e quindi di molti giovani. Un sano agonismo fino al fischio di chiusura deve potersi concludere con una stretta di mano sempre e solo se sia stata effettivamente bandita e contrastata con ogni mezzo la violenza pura e cruda dei giocatori. Ben venga quindi la prova televisiva per verificare non solo episodi di violenza sfuggiti all’ arbitro, ma anche per contrastare le cosiddette “furbate” che abbiano tratto in inganno il direttore di gara condizionando il risultato. E siamo quindi alla questione arbitrale. Due sono qui i farmaci da somministrare. Il primo è la loro assoluta indipendenza attraverso l’assicurazione di carriere non condizionate agli “umori del palazzo” e attraverso un sistema premiante che non dipenda solo da illustri o poco illustri natali come avviene solo dalle nostre parti. È inaccettabile che la progressione di un arbitro da noi avvenga solo attraverso un sistema condizionato di visionature il cui voto finale è inversamente proporzionale al numero di telefonate preventive e soprattutto successive a cui è sottoposto il povero commissario di turno. Se la serie A è la testa dell’iceberg, basta andare nel campionato nazionale dilettanti e serie C per vedere cose assolutamente sconcertanti da parte di giovani arbitri, magari anche bravi e di talento, ma costretti ad una corsa forsennata da parte dei loro rispettivi sponsor in quanto la Serie A va raggiunta più presto possibile. Due conseguenze: arbitri sempre più immaturi e psicologicamente fragili e collo di bottiglia sempre più stretto con posti di vertice sempre più ingessati e poco ricambio. Siamo quindi alla terapia finale: l’ assoluta necessità di investire seriamente sul calcio dilettantistico garantendogli non soltanto pubblico ma soprattutto fondi senza lasciare che tutto pesi sulle spalle di eroici volontari che gratis et amore dei si prendono cura delle scuole calcio e dei giovani nell’ immane tentativo di toglierli dalla strada ed avviarli ad una effettiva pratica sportiva che è il vero e proprio sale della formazione dell’ uomo di domani. Si potrebbe allora andare ancora avanti con il sogno, ma è ormai giorno ed è ora di svegliarsi e la realtà ci attende. Prepariamoci quindi ad un’altra bella estate in cui tra una sentenza e l’ altra ci diremo tutto ed il contrario di tutto mentre un penoso spettacolo andrà avanti per la sua strada. Come se niente fosse. ■ Carraro (sopra) e Galliani, rispettivamente Presidente della Federazione e della Lega. MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 21 febbra alta CONTENTI, MA DELUSI Antonio Gigli È finita così, con il Siena salvo a due giornate dal termine, grazie alla sconfitta del Messina ad opera del “nostro” Ciccio Cozza, e con i tifosi urlanti contro la prestazione indecorosa contro la Juventus. Non era proprio il finale che sognavamo. In quanto tifosi realisti e non sognatori, ci siamo accorti in tempi non sospetti che questa squadra non era quadrata, che mancavano alcuni giocatori in ruoli importanti, ma mai avremmo pensato di raggranellare solo 37 punti dopo 32 giornate con questa rosa. Non credevamo alla Coppa Uefa, ma non pensavamo di dover lottare fino all’ultimo per una salvezza senza dignità, come poi è accaduto. I grandi nomi, lo staff tecnico di ottima qualità, ci avevano, però, illuso di disputare un torneo tranquillo, senza patemi e con qualche bella prestazione da incorniciare. All’inizio le nostre ambizioni sembravano essere ripagate, abbiamo visto un buon calcio, ma è stato solo un raggio di sole in una giornata di nuvole. Il girone di ritorno è stato un inferno. Prestazioni indecenti, vedi la sconfitta casalinga contro il derelitto Lecce, con un ruolino da retrocessione, per culminare nella partita contro la Juventus. Avevamo gli occhi addosso di tutta l’Italia calcistica, scettica sul fatto che il Siena, considerato una specie di Juve B, potesse ostacolare la casa madre. Dirigenti, allenatore, giocatori ci hanno riempito la testa con dichiarazioni sdegnate e intenti di dare il massimo come non mai per raggiungere anticipatamente la salvezza e soprattutto per dimostrare che non erano “sudditi” di nessuno. Come sono andate le cose lo sappiamo: fischio d’inizio, tre gol della Vecchia Signora in otto minuti, un record. Attimi di sconcerto tra noi tifosi, poi arriva la liberazione da Reggio Calabria e quelli che dovevano essere festeggiamenti, potevano tramutarsi in uno sfogo liberatorio contro i responsabili della debacle bianconera. Il Siena è in serie A, e per la quarta volta, ha (o dovrebbe avere) una propria dignità, ci hanno stufato discorsi tipo “Siena è una piazza da serie C, che cosa vuole di più?”. Abbiamo sempre incitato la squadra, l’abbiamo applaudita anche quando non doveva essere fatto, abbiamo riempito, come poche altre tifoserie, gli spalti di tutti gli stadi d’Italia, e con cosa siamo stati ripagati? Con dichiarazioni contraddittorie del presidente: “siamo da coppa Uefa”, “siamo stati sfortunati, meritavamo di più”, trasformatasi poi in “abbiamo giocato malissimo, mi vergogno”, “i tifosi sono ingenerosi”. Per non parlare dell’allenatore, sempre pronto a stigmatizzare i tifosi, ma non i suoi giocatori e le loro prestazioni: ”cosa vogliono i tifosi? Mi dovranno sopportare ancora molto sulla panchina del Siena”, “non sono il solo allenatore della Gea, il Siena non si farà intimidire fatto sì che il Siena navigasse senza timoniere con tutti i problemi del caso. Perché non nominare un direttore generale, per esempio? Oppure: perché fare dichiarazioni di fuoco al termine di partite come quella con il Lecce, salvo poi il martedì rimangiarsi tutto? Perché ha sempre dichiarato di avere approntato una squadra da coppa Uefa, con un monte ingaggi stratosferico, e poi non ha preso provvedimenti contro l’allenatore quando le cose stavano andando in tutt’altra direzione? Ci piange il cuore ricordare e puntare l’indice su certi argomenti al termine di un campionato comunque dal risultato positivo, ma quello che dovevamo far risaltare e precisare, da tifo- dalla Juve, daremo il massimo” etc etc. Ebbene, al termine della gara con la Juve, ed a salvezza ottenuta, i tifosi hanno chiesto semplicemente il conto di tutto questo bailamme che ha rischiato di trascinare quello che doveva essere il miglior campionato del Siena, in una via Crucis. Da queste colonne abbiamo sempre difeso l’operato del presidente De Luca, consci del fatto che senza la sua presenza nel Siena mai avremmo raggiunto certi traguardi. In seguito, però, il suo approccio verso al società è cambiato. Le sue assenze per motivi personali o per lavoro, hanno si, è che a Siena non amiamo i proclami e le prese in giro. Ci è sempre piaciuta la chiarezza, la sincerità seppure deve dare delle risposte negative. Ne abbiamo passate tante che la nostra scorza si è indurita più del guscio di una tartaruga. Ci sono piaciute, quindi, le parole di autocritica che il diesse Perinetti ha pronunciato una sera ai Fedelissimi. Ecco, quella è la strada, lui l’ha capito, ci auguriamo che lo comprendano anche gli altri. Non vogliamo arrivare a competere con la Juventus, ma nemmeno farci prendere in giro da tutta Italia. Arrivederci, quindi, al prossimo torneo di serie A (una goduria), senza ringraziare più di tanto. ■ 21 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 22 Esaltante chiusura di stagione per la società neroverde approdata alla finale del Campionato Regionale Allievi La prima volta del San Miniato Gigi Rossetti In alto, il presidente Toscano (a sinistra) con l’allenatore degli Allievi B Perini, Tosoni e Gentilini. Fiorini con il giovane Donati (foto in basso). 22 c a l c i o Aprile dolce dormire recita un vecchio adagio ma il San Miniato non dorme, anzi è più sveglio che mai e mette nella sua storia un traguardo che nessuno mai prima aveva raggiunto a Siena: la finale nel Campionato Allievi Regionali. E questo, per una società data allo sbando, è cosa di non poco conto. È un risultato importante, figlio della programmazione lungimirante del presidente Gigi Toscano e del duro lavoro di tutto il suo staff, Danilo Tosoni in testa a tutti. Un paziente lavoro di ricostruzione (sulle macerie ricevute in eredità da quella scellerata scelta che fu l’accordo col Sansovino), che ha dato frutti insperati all’inizio e che ha portato alla prestigiosa finale di Vernio ( è lì infatti che si giocherà). Un lavoro portato avanti con tranquillità anche e soprattutto grazie alla fiducia delle istituzioni, che sempre hanno dato il loro impagabile sostegno e di uno sponsor, la Banca Toscana, che fortemente ha creduto in questo progetto. I ragazzi di Tosoni hanno battuto i coetanei del Margine Coperta (e chi è del mestiere sa cosa possa voler dire una impresa del genere ) e ora sono pronti a giocarsi lo scettro del Granducato di Toscana. In questo mese però non c’è stato soltanto questo; c’è stata anche, per questi ragazzi, l’esperienza internazionale di Sambreville (60 chilometri da Bruxelles) dove il San Miniato è stato invitato al Primo Torneo Monte Paschi Belgio, tra l’altro perfettamente organizzato, e questo grazie anche alla competenza e alla passione del Direttore Generale aggiunto della Banca, Giuseppe Scarpelli (vecchia conoscenza del calcio dilettantistico senese) che ha fatto sentire i nostri come a casa. Una esperienza importante quella fatta, e secondo posto conquistato, che ha messo in mostra soprattutto Croci che della competizione è risultato esserne il capocannoniere; al di là dei singoli però, quello che più ha contato è stato rappresentare Siena. E la società lo ha fatto talmente bene che appena rientrata in Italia, ha subito ricevuto un nuovo invito per partecipare, a settembre, ad un altro torneo, questa volta con le giovanili delle maggiori società belghe che rispondono ai nomi di Anderlecht, Standard Liegi e Brugge. Bene anche i campionati dei giovanissimi e degli Esordenti e questo mette in mostra tutto quanto il proficuo lavoro di chi opera nella Scuola Calcio, fiore all’occhiello della Società e arrivano al primo posto anche gli Allievi B di Perini che poi però, in una mattina di paura (due brutti incidenti uno dietro l’altro che hanno finito per condizionare la gara tutta da dimenticare), perdono lo spareggio contro il Gracciano che con i neroverdi era arrivato alla pari. “Sono indubbiamente contento – dice Gigi Toscano – anche se ancora non è il momento del bilancio finale. Qualche boccia non è ancora ferma, però questo non mi impedisce di ringraziare tutti quelli che in questa società operano e ancora una volta di più il Comune, la Fondazione, la Banca MPS e la Banca Toscana, nostro grande sponsor, che in questa nuova dirigenza hanno creduto. Sotto la direzione di Tosoni, investito del duplice incarico di allenatore e direttore sportivo, vedo crescere i ragazzi nella maniera giusta e questo mi rallegra; li vedo crescere come comportamento e come doti atletiche e qui permettetemi di sottolineare il grande lavoro del responsabile della Scuola dei portieri, Alessandro Fiorini, che ha fatto fare passi da gigante soprattutto al portiere dei nostri Allievi Regionali. “ Qualche boccia come diceva il Presidente, non è ancora ferma e allora il rendiconto finale, sfida di Vernio inclusa, è rinviato al prossimo numero che concluderà questa stagione agonistica. ■ MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 24 Il calcio senese al femminile torna a riproporsi ai livelli più alti e confluisce nel San Miniato Anche rosa è bello Chiara Cicali Il gruppo neo promosso in Serie B. In alto da sinistra: Petreni Elio (dirigente), Rosi Ezio (Vice presidente), Rossi Giacomo (D.Sportivo), Balestra Susanna, Valente Eleonora, Meattini Clara, Fanetti Federica, Ghilli Valentina, Ferrante Serena, Nardi Elena, Biusi Beatrice, Gurgugli Ilaria, Berti Francesca, Parrini Walter (allenatore), Giovannoni Giovanna (responsabile settore giovanile), Hollcinaku Albert (custode). In basso da sinistra: Brogi Alessandra, Elia Imma, Bossi Agnese,Cogliandro Claudia, Baccani Martina e la mascotte Falco, Fambrini Valentina, Bigazzi Lelo, Martelli Simona, Volpini Chiara e Flamini Chiara Saluti Simona Martelli 24 c a l c i o “Volli, volli, fortissimamente volli” Questo è stato il motto delle ragazze della Senese San Gusmè che per tutta la stagione, nonostante i molteplici e seri infortuni che hanno visto, sfortunatamente, protagoniste alcune punte di diamante della squadra partecipante al campionato di serie C femminile, sono andate avanti, con caparbietà e determinatezza, convinte che quest’anno, dopo ben due anni consecutivi di piazzamento alle spalle della vincitrice, era arrivato il loro turno. E il loro turno, ovvero l’agognata promozione in serie B, traguardo storico per una squadra di calcio femminile (bisognerebbe fare un salto nel passato di circa dodici anni per bissare medesimo successo, anche se poi, la squadra di allora, l’ACF Siena, per problemi finanziari e societari, non prese mai parte al campionato di B) se lo sono guadagnato con un turno di anticipo, dopo il testa a testa di un solo punto con la Laurenthiana. Guardando un po’ di numeri e statistiche, Senese San Gusmè e Laurenthiana sono state a pari punti fino a tre gior- nate dalla fine e l’ultima partita vedeva affrontarsi proprio queste due compagini: poi la Laurenthiana ha pareggiato la terz’ultima e perso la penultima gara, quanto è bastato per la matematica promozione delle senesi, che si sono permesse il ‘lusso’ di perdere (unica volta, peraltro, a fronte di 13 vittorie e due pareggi) proprio la ‘sfida diretta’. Purtroppo ci sono state ben 7 ‘tegole’ che appena ad inizio campionato hanno portato lontano dai campi giocatrici del calibro di Fambrini, Balestra, Baccani, Nardi, Ghilli, Gurgugli, e in una rosa ristretta, come quella del calcio femminile, non te lo puoi permettere, perché non sai dove poter attingere per sostituire queste ragazze sulle quali facevi affidamento. Aggiungiamo anche qualche problematica societaria, vedi un cambio di presidente e relativo vice presidente due giorni prima dell’iscrizione al campionato. Insomma a tutto si poteva pensare meno che ad un’ annata tranquilla dove il ‘chiodo fisso’ era la promozione. Ristabilizzata una certa tranquillità societaria, grazie all’impegno anche economico di chi poi è rimasto, e agli scambi di mercato molto oculati e fruttuosi (scambio Dainelli - portiere della Senese San Gusmè, richiesto come secondo dal Perugia che puntava a vincere la serie A2 - Elia, una punta che ha veramente fatto la differenza) e grazie anche all’impegno costante del resto dell’organico, ecco raggiunta una meta che gli addetti ai lavori non avrebbero mai immaginato. Anche in Coppa Toscana le ragazze senesi hanno vinto sempre (solo un pareggio) arrivando alla fase finale: tutte le squadre toscane, diciassette per la precisione, sono raggruppate in tre gironi, due da sei ed uno da cinque. La Senese San Gusmè era in quello da cinque e ha già disputato sette partite su otto, vincendone sei e pareggiandone una, aggiudicandosi così il passaggio alla fase successiva, un triangolare che vede presenti la già citata Laurenthiana ed il Club Agliana 2005, ovvero le prime dei tre gironi. Chi vincerà questo triangolare si aggiudicherà la Coppa Toscana e parteciperà alla Coppa Italia tra tutte le squadre, di serie C e serie D, che avranno vinto la omonima competizione regionale, scontro diretto su campo neutro. “Partecipare al campionato di serie B ha dei costi enormi – ci anticipa il direttore sportivo Giacomo Rossi – ma ci stiamo già muovendo in direzione della Fondazione Monte dei Paschi e di varie altre istituzioni cittadine. Dobbiamo ancora trovare uno sponsor, ma sicura è la fusione con il Gruppo Sportivo San Miniato, che già da alcuni anni ci ‘ospita’. Perciò dal prossimo anno la squadra si chiamerà a tutti gli effetti San Miniato ed i colori sociali saranno quelli nero-verdi. Praticamente all’interno del gruppo sportivo San Miniato, guidato da Luigi Toscano, ci saremo noi, come sezione calcio femminile, con un organigramma completamente autogestito. L’iscrizione al campionato è di 9.000,00 euro più 10.000,00 di fideiussione. Inoltre abbiamo previsto MAGGIO-2006 05-05-2006 9:26 Page 25 15.000,00 euro di spese di trasferte, considerato che dobbiamo andare due volte in Sardegna. Insomma abbiamo fatto un bilancio di circa 30.000,00 euro e speriamo di rispettare le previsioni… Anche la campagna acquisti si è già messa in moto, ma la mentalità del femminile è ben diversa dai campionati (a partire da quelli di prima categoria e salendo) maschili. Stiamo cercando e contattando, tramite altre società, delle ragazze giovani, disposte anche a fare diversi chilometri per venire a giocare a Siena. Chiunque fosse interessata può rivolgersi al Gruppo Sportivo San Miniato (0577/331162) e chiedere di Giacomo Rossi o Giovanna Giovannoni. Chiaramente non vengono stipendiate, è previsto solo un rimborso spese e comunque la possibilità di mettersi in mostra e fare una bella esperienza. Per il momento c’è la conferma in toto delle ragazze che hanno ottenuto la promozione in serie B. Stiamo poi cercando dei rinforzi anche se il livello del campionato di serie B non è poi molto elevato: passano in serie A2 le vincenti dei 6 raggruppamenti, mentre retroce- dono in serie C le ultime due. Ogni raggruppamento è composto da dodici squadre: noi faremo parte del raggruppamento che vede protagoniste le Marche, la Sardegna, l’Umbria, l’Abruzzo” Questo l’organigramma: presidente Andrea Castellini, vice presidente Ezio Rosi, direttore sportivo Giacomo Rossi, allenatore Walter Parrini responsabile settore giovanile, massaggiatore e preparatore atletico Giovanna Giovannoni, preparatore dei portieri Raffaele Carignani, consiglieri: Cesare Rapaccini, Ezio Rosi, Elio Petreni e Franco Casagli. Il campionato prenderà avvio la prima domenica di ottobre, mentre la prima di settembre inizierà la Coppa Italia che vede protagoniste tutte le squadre in organico nella serie B oltre chiaramente a quelle promosse dalla serie C alla serie cadetta, il tutto a livello nazionale, raggruppate secondo criteri geografici. Nonostante sia un campionato breve (6 giornate all’andata e altrettante al ritorno) dura molto perché quando gioca la nazionale femminile si interrompono tutti i campionati di serie A, A2 e B, perché questi tre campionati nazionali procedono di pari passo. Quando, appunto, gioca la nazionale ci sono ben due settimane di stop: il problema, per la categoria minore, è quello di tenere la ragazze comunque in allenamento per non perdere i fatidici ‘novanta minuti sulle gambe’, perché il campionato, seppur breve e con tante interruzioni, termina solo a maggio. Insomma un’altra realtà si affaccia sul palcoscenico del calcio italiano al femminile, dove Siena finora non era rappresentata. L’augurio più bello è che possa rappresentarla sempre al meglio. ■ ca l c i o 25 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:27 Page 27 Al fine di promuovere il calcio femminile all’interno della scuola e della società, il Comitato Provinciale di Siena della F.I.G.C, in collaborazione con il CONI ed il Provveditorato agli Studi, nell’arco della mattinata di Venerdi’ 19 maggio 2006, presso lo Stadio Artemio Franchi di Siena, organizza la manifestazione sportiva “IL CALCIO SI TINGE DI ROSA’, che vedrà impegnate molte studentesse delle diverse scuole della nostra provincia che hanno aderito all’iniziativa. Lo scopo è quello di far conoscere e diffondere il gioco del calcio tra le nostre ragazze per cercare di avvicinarle sempre più a questo sport che, a torto, viene ritenuto idpneo soltanto per i maschi. Per il momento hanno aderito 11 scuole della Provincia, ma speriamo che altre si presentino allo Stadio del Rastrello. Oltre alla Senese San Gusmè, Società appena promossa in Serie B, speriamo che siano presenti le due massime espressioni del calcio senese Matteo Trefoloni e Bernardo Corradi, oltre a qualche giocatore del Siena. L’organizzazione dell’evento viene curata dalla Prof. Rosanna Ioppi, delegata calcio femminile della F.I.G.C. Provincia di Siena, alla quale potranno rivolgersi le scuole che desiderano partecipare a questa mattinata d’incontro sportivo e sociale. Per sancire la fine di questa stagione sportiva, a cura del Comitato Cicali e con l’organizzazione del Comitato Provinciale di Siena della F.I.G.C., è stato inoltre organizzato il 5° Premio Cicali, manifestazione biennale istituita per ricordare il Segretario della F.I.G.C. Roberto Cicali, una persona stimata sia a livello provinciale che a livello regionale. Il Presidente del Comitato Provinciale di Siena della F.I.G.C. Maurizio Madioni, che di questa iniziativa è stato l’ideatore ed il promotore, con l’accordo ed il consenso del fratello Luciano Cicali e dell’ex Presidente della F.I.G.C. senese Ugo Fiorilli, ha istituzionalizzato questo premio che normalmente viene organizzato con cadenza biennale. In questo caso, sono trascorsi tre anni dalla precedente edizione, data la coincidenza del rinnovo delle cariche F.I.G.C. a livello nazionale, regionale e provinciale. Le precedenti edizioni hanno riscosso un notevole successo sia dal punto di vista organizzativo sia per la partecipazione di moltissimi personaggi dello sport ed autorità cittadine che, con la loro presenza, hanno onorato questa iniziativa. Le foto pubblicate rendono testimonianza a questa manifestazione ormai nota non solo nella nostra Provincia, ma anche nell’ambiente calcistico toscano. Il premio, una splendida opera d’arte Il Presidente della FIGC ci anticipa le iniziative in cantiere: ‘Il calcio si tinge di Rosa’ ed il ‘Premio Cicali’ Due occasioni per un messaggio Maurizio Madioni realizzata dallo scultore Andrea Roggi, sarà assegnato a otto dirigenti che con la loro opera di volontariato all’interno delle società di calcio si saranno distinti per modestia, simpatia, responsabilità e spirito di abnegazione ed a due personaggi (atleti di fama, giornalisti, personaggi televisivi, dirigenti federali, ecc.), che operando all’interno del nostro ambiente calcistico si saranno messi in particolare evidenza nel campo del calcio dilettantistico e giovanile. Per la buona riuscita di questa quinta edizione del Premio Cicali, che avrà luogo Sabato 20 maggio 2006, oltre all’attività organizzativa, che sarà curata dal Comitato Cicali presieduto da Paolo Sclavi e composto da persone che hanno operato assieme a Roberto o che gli sono stati amici, ci sarà bisogno della collaborazione e della presenza di tutti. In particolare delle Società e dei Dirigenti delle stesse soprattutto durante la manifestazione sportiva che si svolgerà nel pomeriggio presso lo Stadio Artemio Franchi durante la quale si potrà assistere alle semi-finali e finale del Torneo Esordienti B ed alla finale del Torneo Cicali per categoria Allievi. Nella circostanza, come nel passato, durante la cerimonia di consegna del premio, verrà ricordato anche il compianto Bruno Pastorino, un altro personaggio che, dopo l’attività agonistica vissuta da professionista nel calcio nazionale e senese, ha operato come Giudice Sportivo e Segretario della F.I.G.C. della nostra Provincia. L’evento non vuole essere soltanto una commemorazione, ma una vera e propria festa per tutti quei volontari che da dirigenti o collaboratori societari si adoperano affinchè i ragazzi pratichino il calcio nel modo più sano e giusto, ma soprattutto nel rispetto delle regole e del vero spirito sportivo, così come hanno fatto nella vita e nell’ambito dello sport Bruno Pastorino e Roberto Cicali. ■ Dall’album delle due iniziative, un gruppo di ragazze appassionate di calcio ed una premiazione del Premio Cicali ca l c i o 27 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:27 Page 28 ‘Basket City’, ‘Capitale dei canestri’ e…chi più ne ha più ne metta. Quante espressioni, più o meno abusate o colme di enfasi lessico-sportiva, si coniano per esaltare la crescita, i progressi i fasti rinverditi di tante piazze tornate a lottare per obiettivi importanti sul palcoscenico della palla a spicchi nazionale! Forse la Siena di oggi non gode di roboanti appellativi, altre sono le realtà che, almeno finora, la sopravanzano nel massimo campionato. Ma se qualcuno ne cogliesse la versatilità cestistica, potrebbe almeno catalogarla sotto la voce ‘esempi da seguire’. Non per presunzione o spocchia (e neppure - beninteso- per l’ormai celebre verità storica, ripetuta millanta volte, di un’orgogliosa primogenitura), semmai per il ricco e variegato ‘pianeta minore’ che cresce e si sviluppa costantemente, supportato dal lavoro e dalla programmazione di uomini capaci, in grado di unire passione e competenza al servizio di un bagaglio sociale e sportivo radicato nel tessuto cittadino e non solo. Ecco perché il contemporaneo accesso ai play-off delle tre formazioni senesi di serie C1 è un successo da registrare con grande soddisfazione. Cus, Costone e Colle Basket andranno a giocarsi le proprie chaces di promozione, pur nella consapevolezza di un obiettivo non facile da raggiungere, e di fronte al quale le nostre squadre si presentano con ambizioni e possibilità differenti, sia per il valore degli avversari (rispettivamente Perugia, Pontedera e Follonica), che per il ruolino di marcia tenuto nel corso della stagione regolare. Mentre la ‘truppa’ di Renato Gasperoni, infatti, dopo aver guidato la classifica nella fase iniziale è riuscita a tenersi sempre a ridosso delle primissime posizioni grazie ad una costanza di rendimento che lascia ben sperare nella corsa verso la serie B, anche in virtù del fattore campo, il Costone di Maurizio Tozzi - coach esordiente in C1, bravissimo nell’aver centrato l’obiettivo di inizio torneo - ha dovuto attendere fino al termine di un cammino altalenante, più volte ‘sospeso’tra play-off e anonimato, per guadagnarsi il diritto di stare sull’ ‘ottovolante’ del girone E. Nella posizione peggiore, se teniamo conto della griglia che ha riservato a Fabrizi e compagni, ottavi in graduatoria, la capolista Perugia, regina del raggruppamento con 54 punti, ma che, d’altra parte, permette alla squadra gialloverde di affrontare l’impegno con la tranquillità di chi non ha nulla da perdere. L’ottimo campionato del Colle Basket non fa altro che confermare la qualità del lavoro svolto in Valdelsa, sia dal punto di vista dell’adeguamento strutturale che sotto l’aspetto prettamente tecnico. Un traguardo d’insieme che, nel proprio significato sportivo, va ben oltre l’esito dei confronti e che costituisce la base fondamentale per ripartire nelle direzioni giuste: la valorizzazione dei giovani, lo sviluppo di progetti sinergici per una crescita generale del movimento ed una paziente costruzione programmatica che sappia coniugare nel modo migliore idee, risorse e passione. Allora Siena farà, ancora una volta, parlare di sé, per dire semplicemente che…’sa fare basket’. ■ RIMANDAS KAUKENAS L’OTTOVOLANTE 28/ fatti e personaggi del mese a cura di Francesco Vannoni Quando, l’estate scorsa, è approdato al PalaMenSana per vestire i colori della Montepaschi, il popolo biancoverde ha tirato un bel sospiro di sollievo. Perché avere dalla propria ‘parte’ uno come Rimantas Kaukenas non significa soltanto ammirarne l’indiscusso talento cestistico, ma vuol dire trasformare tante preoccupazioni in speranze concrete. Per farla semplice: veder arrivare da Cantù il ‘cecchino lituano che nell’anno precedente, con la sua chirurgica precisione al tiro, aveva rimandato a mani vuote la Benamata, era come assicurarsi un capitale tecnico e realizzativo spesso letale per qualsiasi avversario. E che le speranze fossero ben riposte lo dicevano i numeri con i quali Rimantas si impose all’attenzione del massimo campionato nella sua prima stagione disputata sui parquet di casa nostra: 15 punti di media e un invidiabile 92% dalla lunetta. Il fenomeno di Vilnius, dove Kaukenas è nato ventinove anni fa, è uno di quei ‘grandi’ capaci di spostare o rompere gli equilibri di una partita, trovare la magia che può far gioire o disperare a fil di sirena, o ancora regalare classe cristallina per quaranta minuti trascinando i compagni alla vittoria. In due parole: un ‘uomo squadra’. Ferdinando Minucci si era messo sulle sue tracce da tempo e alla fine ha avuto ragione: lo ha strappato ad un’agguerrita concorrenza mettendolo a disposizione di Recalcati, e gli ha affiancato l’altro asse portante del miracolo canturino, Shaun Stonerook. Sì, perché il primo a ‘scovare’ Rimantas Kaukenas è stato, nel 2004, Bruno Arrigoni, talent-scout quasi infallibile e primo artefice delle più recenti fortune brianzole. Del resto l’affare Kaukenas non è l’unico fra i colpi di mercato conclusi sulla direttrice tosco-lombarda: l’esempio di ‘Bootsy Thornton - al quale potremmo aggiungere quelli di Davide Lamma e Brett Blizzard - è solo uno degli ultimi e sta a testimoniare come, a fronte di un rapporto tutt’altro che amichevole che lega le due tifoserie e che anche quest’anno ha avuto incresciosi strascichi, esista una sorta di ‘corsia preferenziale’ a livello tecnico tra le due società. A Siena Kaukenas non ha solo colto l’opportunità di esordire in Eurolega e farsi apprezzare sul palcoscenico continentale di maggior prestigio, ma anche di confermarsi su livelli di eccellenza, che non di rado hanno evitato, ai ragazzi del ‘Charlie’, pericolose cadute nel difficile cammino di questa stagione. E di momenti critici ce ne sono stati: sconfitte inattese, amari ‘scivoloni’ e qualche defezione. Il giocatore non si è mai risparmiato e anche quando la prestazione individuale risente inevitabilmente della flessione del gruppo, i suoi numeri si fanno onore e lo collocano spesso in testa allo scout senese. Il ‘ventello’, per lui, è una piacevole abitudine: a volte può bastare, altre non è sufficiente per il successo finale, ma che la guardia lituana sia, al momento, la miglior risorsa offensiva del gioco mensanino, appare evidente: il suo apporto, sempre concreto per grinta e applicazione, garantisce un lavoro ‘totale’ fatto di qualità e sostanza, contributo che si riscontra spesso nel dato della valutazione e che attesta il ‘peso’ di ‘Rima nelle alchimie tattiche oltre che negli equilibri tecnici di coach Recalcati. Nell’ ultimo chilometro’ della regular-season, quello più duro dal quale dipenderà la griglia dei play-off, la Montepaschi ha assoluto bisogno del suo ‘guerriero’. ■ MAGGIO-2006 05-05-2006 9:27 Page 30 Stagione 2005/2006 Il giorno della salvezza Domenica 30 aprile 2006 0 Siena - Juventus 3 30 c a l c i o MAGGIO-2006 05-05-2006 9:27 Page 31 ca l c i o 31 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:27 Page 32 atletica leggera •Andrea Bruschettini Consensi unanimi per l’iniziativa svoltasi il 25 aprile •Uisp e Meeting, un binomio che ritorna La squadra senese di atletica vincitrice alla XVIII edizione dei Giochi Europei della Gioventù tra città gemellate 32 Il vento è sempre una componente imprevedibile nelle gare di atletica leggera:ti può aiutare a lanciare più lontano il giavellotto o il disco, se ti soffia contro e sostiene l’attrezzo durante la sua planata verso l’erba; come ti può disturbare quando cerchi i giusti automatismi nel valicamento del salto con l’asta; oppure può essere entrambe le cose assieme se fai il salto in lungo ed i 100m in direzioni opposte. Chissà se anche Francesco Agresti ha pensato proprio questo mentre vinceva controvento i 100m del Meeting della Liberazione in 10”81, e poi successivamente il lungo con 7,59m, ed una brezza a favore a sospingerlo verso questa importante misura. Forse il ventinovenne atleta delle Fiamme Oro Padova non ha trovato il tempo di rendersene conto, ma i suoi ottimi risultati hanno certo risentito in parte di questa variabile, che comunque non ha affatto disturbato l’andamento del Meeting della Liberazione 2006. Nel giorno in cui tutta l’Italia fa festa, ricordando da 61 anni la fine della dittatura, la guerra di liberazione dal nazifascismo, e i tanti giovani che hanno sacrificato la vita per questa causa, l’Uliveto Uisp Siena e il comitato provinciale UISP di Siena hanno riproposto – come nel 2005 – una grande edizione di un meeting che sta assumendo sempre più una propria specifica connotazione nel panorama agonistico di inizio stagione. Grazie al certosino e faticoso lavoro portato avanti dai dirigenti dei due gruppi, anche quest’anno il Meeting della Liberazione ha avuto il suo regolare corso, con oltre 500 atleti presenti in gara in tutte le categorie FIDAL: dagli esordienti fino agli assoluti. Leggendo le classifiche ufficiali c’è quasi il rischio di perdersi, vista la moltitudine di risultati con gare affollatissime, soprattutto riscontrabili tra gli esordienti ed i ragazzi scesi in pista ed in pedana fin dalla mattina del 25 aprile. Il bel sole che ha accompagnato l’intera giornata ha fatto poi il resto, permettendo di aggiungere alle performance di Agresti, altre chicche di assoluto prestigio. Sempre nella pedana del lungo infatti la sangimignanese Elisabetta Salini è arrivata prima con 5,68m, misura di valore nazionale, mentre nei 400m Alessandro Bracciali (Fiamme Oro Padova) ha esordito in questo 2006 con un ottimo 48”16. Non può poi non essere dimenticata la bordata a 60,58m di Elisa Palmieri nel martello. L’allieva di Flamur Shabani ha fatto così il suo più che positivo esordio sulla pedana di casa con i nuovi colori dell’Esercito, avvicinando il personale di 61m, e soprattutto tornando su livelli di valore assoluto. Tra gli ex Uliveto Uisp Siena, sono da segnalare un grintoso Emanuele Magi (Atletica Vomano Teramo), terzo nei 400m in 49”42, e Cristina Fornacelli (CUS Sassari) terza nel lungo in 5,18m. Merita attenzione il ritorno alle gare, dopo oltre un anno di assenza per gravi infortuni, di Domitilla Bindi (Assi Banca Toscana), seconda nei 400m in un promettente 59”30. La strada della completa ripresa e della perfetta forma fisica per la giovane senese è ancora lunga, ma la volontà agonistica potrà essere la giusta molla per il salto di qualità. Tanti comunque i risultati di valore degli atleti del club di casa, tra cui meritano menzione: la vittoria con record personale di Alice D’Auria nel lungo allieve, 5,28m, nonchè l’ottimo chrono della 4x100m, 53”72, insieme alle compagne Alba Baglioni, Sophia Ricci, Elisa Pieri; la vittoria di Sophia Ricci, nei 100hs allieve in 15”42; il primo posto di Lorenzo Bracciali negli 80m cadetti, 10”1; i secondi posti di Lorenzo Morellini nel lungo cadetti con record personale, 5,92m, e quello di Pierpaolo Van de Nes nell’alto cadetti, 1,50m; il personale di Alessio Salvini nel martello cadetti, 45,16m, e il 12,95m nel peso; il 16”06 nei 110hs allievi di Eugenio Giorgi, che gli è valso il secondo posto; nonchè 54”63 del paricategoria Andrea Coghe nei 400m. Ha corso ed ha vinto per la prima volta al Campo Scuola Renzo Corsi con la maglia dell’Uliveto Uisp Siena, Edoardo Baini. Il velocista di Foiano ha dominato i 100m in 11”34, mostrando – nonostante il tempo non ineccepibile – quelle doti di elasticità muscolare che lo hanno portato nel giro di pochi mesi a vincere due titoli italiani federali (80m cadetti, 60m allievi indoor). Nelle categorie assolute sono da ricordare la seconda piazza di Arber Shabani, 45, 55m, nel giavellotto davanti al compagno Fiorenzani, l’argento di Giulio De Michele nell’alto con un salto sopra 1,86m, nonchè il secondo posto nella batteria B dei 1500m di Riccardo Mugellini (4’18”38), venticinquenne fiorentino da alcuni mesi in forze alla società senese, cui potrà dare un prezioso contributo nel corso della stagione nelle gare valide per il campionato di società. Dal mezzofondo giungono inoltre le buone notizie relative ai risultati di Nicoletta Franceschi, che ha migliorato il proprio personale nella gara del “miglio” di oltre 10 secondi (5’09”47); e Maurizio Cito, che, messa da parte la delusione per la mancata partecipazione agli italiani di cross, prima ha vinto perentoriamente la 55a Traversata (la corsa podistica più antica del senese), poi in pista ha chiuso secondo i 1500m, mostrando una buona reazione nello sprint finale nonostante una gara che si aspettava più veloce (4’05”61). Per entrambi il passaggio per questa classica distanza appare necessario nei programmi del 2006 del loro allenatore, Abdellah Abdelhak, verso il raggiungimento di un più elevato livello competitivo nelle distanze maggiori: 3000m, 5000m e 10000m. Nell’ampio programma gare del Meeting della Liberazione hanno trovato posto anche alcune gare per le categorie disabili UISP, in cui hanno nettamente primeggiato gli atleti del gruppo sportivo Le Bollicine: Simone De Fazio, Alessandro Rosi, Graziano De Fazio, Alessandro Melani, Gianluca Pirozzi. Il Campo Scuola Renzo Corsi ha vissuto un mese di gare intenso nell’aprile appena concluso, visto che oltre al Meeting della Liberazione ha ospitato anche la prima prova del Gran Prix Banca Monte dei Paschi di Siena con la fase interprovinciale dei societari cadetti, e soprattutto la XVIII edizione dei Giochi Europei della Gioventù delle città gemellate (Siena, Avignone, Weimar, Wetzlar, Tarragona, Tolone). La delegazione senese, guidata da Stefano Giardi, è risultata prima nella graduatoria combinata maschile-femminile, grazie ai successi di Alice D’Auria (alto, 200m, e 4x100m), Elisa Pieri (asta, 4x100m), Sofia Ricci (100m, 100hs e 4x100m), Marta Tanganelli (4x100m), Lorenzo Morellini (lungo, 300hs), Michele Boccini (martello), ed Edoardo Baini (100m, 200m). ■ MAGGIO-2006 05-05-2006 9:27 Page 33 Sul rapporto tra Siena e lo sport è stato detto e scritto molto. Ci sarebbe, del resto, da meravigliarsi del contrario. La traccia infatti offre i suggerimenti più diversi per un ‘film della memoria’ o una fotografia del presente: immagini, uomini e storie di vita hanno segnato in modo inconfutabile i percorsi attraverso i quali la tradizione senese si è dipanata. Atleti di ieri e campioni di oggi; il fascino e la poesia degli anni difficili, dove bastava poco per sentirsi ‘grandi’, uniti alla stranissima assuefazione da vertice che talvolta la Siena di oggi sembra vivere con la silenziosa indifferenza di una normalità ormai raggiunta, la quale appare, paradossalmente, meno esaltante e partecipata. Come dire: “Voglio la vittoria, perché ai palcoscenici prestigiosi ho fatto l’abitudine”. Parlare di calcio e di basket viene fin troppo facile: Siena nell’Olimpo delle discipline di maggior diffusione popolare fa notizia, per quanto qualcuno continui ostinatamente a trascurarne le gesta, ma ritagliare il giusto spazio per le molte attività meno visibili che pure abitano la ‘galassia sportiva senese’ in una sconfinata diversità di accezioni, non è sempre facile: forse anche per l’ormai abusato ritornello delle dimensioni, per alcune di loro scivolare nell’anomitato avrebbe voluto dire un lento ma inesorabile declino. Eppure la grande vitalità che Siena esprime nell’associazionismo, articolato in più ramificazioni, da quella sportiva, culturale e socio-assistenziale, disegna contorni ampi ed eterogenei. Il Comitato delle Associazioni Sportive Senesi, nato ufficialmente alla fine del 2003 ma attivo dall’aprile 2004, ha rappresentato e rappresenta un’ulteriore prova della duttile sensibilità sportiva di Siena la quale, con questa nuova intuizione, non ha solo garantito sedi operative a diverse entità cittadine, ma ha saputo creare un prezioso ‘indotto di promozione sportiva’ che giova all’intero movimento locale e costituisce un modello unico nel suo genere. A guardare le credenziali, dunque, non si può che condividere l’entusiasmo col quale ne parla il presidente Maria Rosa Lapi. “Siamo davvero soddisfatti del lavoro svolto in questi due anni e delle attenzioni che il nostro impegno ha saputo suscitare nel tessuto socio-culturale della città. Molta strada è stata fatta da quando Luciano Cortonesi, presidente dello Sporting Club Siena, lanciò per primo l’idea di una ‘casa comune’, partita proprio nel corso della manifestazione ‘Vele a Siena’, evento che, nelle ultime edizioni, ha richiamato nella nostra città club velici da tutta la Toscana”. Attualmente fanno parte del Comitato il Motoclub ‘La Balzana’, la Squadra Piloti Senesi, l’Associazione Subacquei Senesi, ma l’ingresso più recente è quello della sezione provinciale dell’Aiac (Associazione Italiana Allenatori di Calcio. “Le adesioni sempre più convinte a tutte le nostre iniziative – prosegue la dottoressa Lapi - rafforzano anche le motivazioni originarie alle quali la nostra istituzione ha saputo andare incontro: le primarie necessità operative di tanti gruppi o associazioni privi di un seppur minimo ‘spazio vitale’ e l’esigenza di unire realtà diverse, animate da un obiettivo comune: vivere e diffondere lo sport nella sua diversità di ‘linguaggi’ e di ‘forme’ ma anche nella sua unicità educativa”. Un compito tutt’altro che facile, nell’assolvimento del quale il Comitato non è mai rimasto solo: quello di tutte le istituzioni senesi è stato, infatti, un appoggio fondamentale, sia dal punto di vista strutturale (la sede è concessa in comodato d’uso dall’Amministrazione Comunale), sia per quanto riguarda l’aspetto logistico in molte delle iniziative promosse. Appuntamenti che, è bene ricordarlo, oltre ad avere il patrocinio istituzionale del Coni “sempre attento ad ogni sollecitazione che le varie anime del Comitato via via gli sottopongono” – rileva ancora Maria Rosa Lapi – evidenziano la totale autonomia di Francesco Vannoni•associazionismo Il ruolo della ‘Casa Comune’ delle Associazioni sportive senesi a due anni esatti dalla sua nascita •Una intuizione vincente cui ogni associata può disporre e affrontano le problematiche del mondo sportivo senza trascurarne nessun loro ambito. Vanno proprio nella direzione di una ricercata poliedricità sportiva, le diverse manifestazioni, mostre e rassegne che il Comitato ha ‘offerto’ alla fruizione della città e alle quali questa ha risposto con sorprendente entusiasmo. “La mostra organizzata nel febbraio di quest’anno dal Motoclub ‘La Balzana’ e la Squadra Piloti Senesi dal titolo ‘Siena, Motori – Piloti e Passione’ e allestita ai Magazzini del Sale è, in qualche modo, il fiore all’occhiello della nostra attività svolta negli ultimi mesi. Un percorso di immagini, testimonianze e ‘pezzi unici’ che ha coinvolto, nel sottile filo della memoria tracciato dalle imprese di Giuseppe Giannettoni e Danilo Nannini e con un suggestivo ricordo di Lorenzo Ghiselli, molti appassionati visitatori, suscitando anche l’interesse della stampa specializzata”. A conferma di un monitoraggio completo dell’attualità sportiva, obiettivo per il quale il Comitato lavora con uno sforzo a tutto tondo, all’interno della manifestazione denominata ‘Sport: un’occasione per tutti’, in collaborazione con l’U.I.S.P. provinciale, non vanno dimenticate le tavole rotonde organizzate sulla stretta connessione tra sport e scienza e patrocinate dal Comune e dall’Ordine dei Medici Chirurgici di Siena: la Sala delle Lupe ha fatto da degna cornice al ciclo di incontri sui temi sempre attuali di ricerca, medicina e sport: un efficace connubio la cui perfetta sincronia costituisce, anche a detta degli esperti ed autorevoli relatori intervenuti (tra i quali Andrea Causarano, Marco Bonifazi, il fisioterapista Marco Signorini e Marco Bernardi dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma), una preziosa condizione per la salute fisica e mentale dell’individuo”. “Dalla collaborazione con l’U.I.S.P. nasce la rassegna didattico-dimostrativa ‘Sport, un’occasione per tutti’: un utile percorso di avvicinamento ed ‘educazione’ alle singole discipline, individuali o di squadra, ma anche di conoscenza più aprofondita delle nuove esigenze tecnico-gestionali con le quali lo sport deve confrontarsi e che crediamo di poter ripetere anche in futuro, al pari del ‘Rally del Madonnino’ che coinvolge la Squadra Piloti Senesi e l’Associazione Sportiva per disabili ‘Le Bollicine’ (a sostegno della quale il Comitato ha organizzato anche alcuni concerti, come quello di Raffaele Spidalieri ai ‘Rozzi’ e le due serate con il gruppo ‘Volta la Carta’, cover-band di Fabrizio De Andrè) o, ancora, il progetto ‘Navigare Oltre’ realizzato in collaborazione con Cesvot. Guardare avanti, alla ricerca di un ‘prodotto sportivo totale’ è la linea guida del Comitato delle Asssociazioni Sportive Senesi che, forte dei successi raggiunti fino ad oggi, ha avviato, insieme al ‘The G.S. Lab’, alcuni corsi di ginnastica motoria e riabilitativa per anziani, intercettando in un certo qual modo la voglia di…movimento da parte della popolazione meno giovane ed allargare significativamente il proprio raggio d’azione e fornendo, anche in questo senso, un opportuno contributo di idee, progetti e risorse umane, perché il bagaglio formativo dello sport diventi il linguaggio universale col quale parlare alle generazioni che verranno. ■ 33 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:27 Page 35 Per tre giorni Siena è stata al centro dell’Europa per quanto riguarda lo sport inteso nella sua accezione più pura. Nella nostra città si è infatti svolta dal 21 al 23 aprile scorsi la diciottesima edizione dei Giochi europei della gioventù, che ha visto gareggiare 200 atleti provenienti da tutta Europa. Uno dei fiori all’occhiello della gestione dell’assessore allo sport del Comune di Siena Alfredo Tanzi, che ha potuto così rendere fruibili ai ragazzi nella fascia di età di 15 e 16 anni gli impianti sportivi gestiti dall’Amministrazione comunale assieme ad altri impianti messi a disposizione con notevole spirito sportivo dalle strutture private. “Questa manifestazione si svolge dagli inizi degli anni ’70 – ha ricordato Tanzi – e ci ha visto in diverse occasioni ospiti in tutta Europa, dando la possibilità ai ragazzi di incontrare coetanei che vivono altre realtà per arricchire il loro bagaglio di esperienze. Il confronto sportivo è un veicolo fondamentale per cementare amicizie ed aumentare in tutti lo spirito di avvicinamento alle altre realtà europee. Per quanto ci riguarda abbiamo cercato di organizzare l’evento nel miglior modo possibile, cercando di coinvolgere il più possibile la città”. L’edizione di Siena è stata definita da tutte le delegazioni presenti come la migliore rispetto a quanto proposto dalle altre città europee. “Per quanto ci riguarda – prosegue Tanzi – intendo ringraziare tutti coloro che ci hanno dato una mano nell’organizzazione della gare e che hanno messo a nostra disposizione gli impianti. Mi riferisco al circolo tennis Siena di Vico Alto, alla Polisportiva Mens Sana, al Cus. Voglio ringraziare inoltre tutte le federazioni del Coni provinciale che hanno favorito anche di evidenziare un elevato contenuto tecnico ed agonistico nelle sette gare disputate. Il risultato conta relativamente poco, ma i nostri giovani atleti sono stati capaci di vincere cinque gare. A lato dell’applicazione sportiva diretta dei giovani, gli stessi hanno potuto assistere anche agli allenamenti della prima squadra di basket della Montepaschi I senesi prevalgono sui coetanei di Weimar La delegazione senese, composta da 41 atleti, è risultata vincitrice della manifestazione con 37 punti e si è imposta in ben cinque discipline: da quelle individuali come judo, tennis tavolo l’atletica leggera, a quelle di squadra come basket e volley. Seconda classificata, con 28 punti, la città di Weimar (alla sua prima partecipazione) poi, nell’ordine, Tarragona (25), Avignone (24), Wetzlar (20) e Tortosa (11). Una coppa è andata a tutte le città rappresentate. I primi tre classificati hanno ricevuto medaglie d’oro, d’argento e di bronzo, mentre il resto dei partecipanti è stato premiato con una medaglia ricordo dell’evento. ■ Andrea Sbardellati•manifestazioni Grande successo sportivo ed organizzativo della tre giorni dedicata ai Giochi Europei della Gioventù •Siena, capitale delle città gemellate ed hanno poi potuto seguire da vicino gli allenamenti delle bambine del progetto Olimpiadi di ginnastica seguite dall’insegnante Beatrice Vannoni”. Ma come ha risposto Siena all’evento di caratura europea? “C’è stato un bel coinvolgimento da parte di tutti coloro che hanno partecipato all’evento, mi riferisco ai ragazzi e ai genitori, che hanno collaborato con l’organizzazione in maniera fattiva. La nostra rappresentativa fa ottima figura anche nella gare in giro per l’Europa”. Inoltre, al palapattinaggio “Engels Lambardi”, i ragazzi si sono incontrati per discutere sui temi dell’integrazione europea e della cittadinanza attiva in collaborazione con l’Eurodesk Italia, un’organizzazione di struttura del programma comunitario “Gioventù” che si occupa dell’informazione e dell’orientamento sui programmi per i giovani promossi dall’Unione Europea e dal Consiglio d’Europa. “Gareggiare deve essere – conclude l’assessore Tanzi – prima ancora che contendersi, misurarsi con. Proprio per affrontare i temi di grandissima attualità dell’integrazione europea e della cittadinanza attiva, oltre che per favorire la conoscenza tra i ragazzi”. Le discipline sportive oggetto della manifestazione con i rispettivi allenatori: Sandro Bartali (tennis), Massimo Maurici (tennis tavolo), Bruno Nibbi (judo), Simone Rocchi (nuoto), Anna Maria Fusillo (pallavolo), Marco Cancelli (basket) e Stefano Giardi (Atletica leggera). ■ 35 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:27 Page 36 scherma •Daniele Giannini Alcuni debutti in campo nazionale segnano l’attività del Centro impegnato su vari fronti giovanili •Il futuro al Cus è già cominciato La scherma cussina, nonostante la pausa osservata per le festività pasquali, si ripete da protagonista anche nel mese di aprile centrando una ripetuta serie di risultati, in particolare a livello giovanile, a conferma del buon lavoro svolto dalla sezione del CUS, sponsorizzata Montepaschi Vita – Chiron Vaccines, nelle ultime stagioni. Nel primo fine settimana di aprile sciabola giovanile senese in evidenza ad Ariccia nella prova Nazionale under 14 del Torneo ‘Montepaschi Vita’. Negli ‘Allievi’ Cristiano De Salve e Edoardo Marri hanno centrato la finale e si sono classificati nell’ordine 5° e 7° aver condotto una gara brillantissima ha ceduto per 14-15 nell’assalto per il podio, nulla toglie però alla brillante performance che sia lui che Marri hanno offerto in terra laziale dove il CUS Siena è stata l’unica società a piazzare due dei suoi atleti nella finale di categoria. Alla prova, che ha visto la presenza di 120 atleti, ha partecipato anche Alex Breghi che ha ceduto alla prima diretta. I finalisti della gara di Piombino con i maestri Giannini e Bastianini 36 Nella categoria ‘Giovanissimi’ altra brillante prestazione di Francesco Scisciolo che ha raccolto un bellissimo bronzo; il giovane cussino ha dominato la gara fino alla semifinale dove ha abdicato con il minimo scarto. Scisciolo per entrare in finale aveva battuto l’amico e compagno di sala Guido Ferrini che chiudeva così in 14a posizione sui cento partecipanti al via. Nella categoria ‘Maschietti’ esordio in campo nazionale per il vincitore dell’ultima prova interregionale di Rapallo: Alessandro Zizzo. Il giovane cussino dopo il girone iniziale marciava deciso vincendo assalto su assalto fino a giungere alla soglia della finale dove incontrava il livornese Barsotti che a Rapallo aveva battuto nettamente nella finale per l’oro; Alessandro partiva contratto e subiva un passivo iniziale di 28 per poi recuperare fino all’otto pari, pagando però questa grande rimonta nel finale dell’assalto, che si chiudeva sul 910, lasciando il giovanissimo schermitore cussino al 15° posto finale. Al debutto in campo nazionale anche Chiara Marri che dopo la brillante finale di Rapallo si è fatta prendere dall’emozione ed ha ceduto alla prima diretta. Si è svolta a Carrara la qualificazione regionale della Coppa Italia, riservata alle categorie assolute, che ha visto ben diciotto dei ventidue partecipanti cussini hanno staccare il biglietto per la prova nazionale di Eboli. Nel fioretto maschile bronzo per Niccolò Nuti e 5° posto per Erik Peruzzi, in semifinale Alessandro Nespoli, 11°, e un buon Niccolò Zanchi, 12°; 17° posto per Tommaso Vagaggini e mentre il fratello Jacopo, 27°, rimaneva fuori per poco dalla lista dei qualificati. Nel fioretto femminile bene Erica Mazzi, 7a, e Giorgia Zizzo, 8a, entrambe finaliste; invece non ce l’ha fatta Beatrice Giardini fermata nei gironi eliminatori. Molto bene la spada maschile con il giovane Lorenzo Bruttini che ottiene un bellissimo bronzo e Vieri Vannoni che finisce 7°; fermati per poche stoccate in semifinale Giacomo Steiner, 10°, e Giovanni Cerretani, 14°; qualificazione raggiunta anche per Tommaso Lisini Baldi, 29°, mentre non ce l’hanno fatta Damiano Tarantino e Matteo Carducci. Nella spada femminile bel bronzo di Bianca Vannoni che ha ceduto alla ex nazionale Anna Ferni vincitrice della prova; in finale anche Martina Bancheri ottima sesta; bene anche le cadette Giovanna Dimitri, 11a, Elena Sommaria, 12a, e Barbara Burnengo 20a, tutte qualificate. Infine nella sciabola femminile 5° posto e qualificazione per Federica Parisi. Sempre a Carrara si è svolta la Coppa Toscana per la categoria ‘Allievi/e’ dove i ragazzi le ragazze del CUS hanno vinto le prove di spada e di fioretto femminile, conquistando inoltre un argento nella sciabola femminile e due bronzi nella sciabola maschile. Vediamo nel dettaglio i risultati: Nel fioretto femminile Alice Volpi si imponeva sulla livornese Monaco; le cussine Irene Crecchi e Gaia Fratini si classificavano rispettivamente al 5° e 7° posto. Nella spada femminile ancora sul gradino più alto del podio il CUS con Gaia Fratini. Nella sciabola femminile ancora un podio per Alice Volpi, 2° dietro alla lucchese Sorbi, e 6° posto per Chiara Marri. Nella sciabola maschile doppio bronzo cussino con Edoardo Marri e Cristiano De Salve. Nella spada maschile 7° Marco Tanfoni e 12° Stefano Menchiari. Nel fioretto maschile ancora Marco Tanfoni in gara che si classificava al 20° posto. I giovani schermitori del CUS Montepaschi Vita - Chiron Vaccines hanno partecipato a Firenze alla seconda edizione del Gran Premio Città di Firenze raccogliendo due ori, due argenti, due bronzi e sei ulteriori piazzamenti nelle finali ad “8” delle varie categorie under 14 alle quali era riservata la manifestazione. Ecco i risultati: nel fioretto ‘Allieve’ podio senese con oro per Gaia Fratini e argento per Irene Crecchi; nella spada ‘Allieve’ netta vittoria per Alice Volpi e bronzo per Gaia Fratini; negli ‘Allievi’ di spada 11° Marco Tanfoni e 14° Stefano Menchiari; nelle ‘Giovanissime’ di fioretto 13a Anna Carboni e nelle ‘Giovanissime’ di spada finale per Maddalena Cerretani, 5a classificata, e 9° posto per Francesca Minucci. Fra i piccoli, nei ‘Maschietti’ bella finale per Bernardo MAGGIO-2006 05-05-2006 9:27 Page 37 Crecchi 7° e Roberto Haik 8° con un buon Mattia Laurigi 11° e Raffaele Chiavoni 28°. Nelle ‘Prime Lame’ femminili argento per Sofia Monaci, ormai abituata al podio, e finale per Elena Ferrini sesta e Veronica Minucci 7a; ad un passo dalle prime 8 anche Virginia Simpatico, 10a, e Claudia Dei, 12a. Nelle ‘Prime lame’ maschili ottimo bronzo per Tommaso Della Seta e finale anche Carlo Alberto Stortini, 7°, mentre Ferdinando Piccolini si classificava al 18° posto. Ad Eboli, in Campania, si è svolta la fase nazionale della Coppa Italia che, rispetto ai qualificati dalla fase regionale, ha registrato diverse assenze degli schermitori cussini. Bene comunque la spada maschile, con Vieri Vannoni, 26°, e Lorenzo Bruttini, 32°, che guadagnano così, su circa 250 partecipanti, la qualificazione ai Play Off per i Campionati Italiani assoluti di Casale Monferrato; sempre nella spada non ce l’ha fatta invece l’altro cussino in gara Giovanni Cerretani. Bene anche nel fioretto femminile con Erica Mazzi che ha ceduto in semifinale di misura alla ternana Vardaro, poi vincitrice della coppa, e Giorgia Zizzo, 20°, anche lei qualificata per i Play Off. Nella spada femminile pur conducendo una buona gara non si sono qualificate per un soffio Bianca Vannoni, Martina Bancheri, Elena Sommarriva e Giovanna Maria Dimitri; un po’ più lontana Barbara Burnengo alla sua prima esperienza nazionale. Dominio dei ragazzi e delle ragazze del Cus Montepaschi Vita - Chiron Vaccines nella XXI° edizione della Coppa Perone, torneo nazionale di fioretto under 14, svoltasi Piombino con quattro ori, un argento, un bronzo ed un altro finalista. Nella categoria ‘Prime Lame’, fra le bambine ha dominato Sofia Monaci che in finale si è sbarazzata della pistoiese Biagiotti con un netto 10-6; nona Elena Ferrini, tredicesima Claudia Dei,diciassettesima Virginia Simpatico e ventunesima Veronica Minucci. Nelle ‘Prime Lame’ maschili bella vittoria di Lorenzo Giannini che con secco 10-6 ha battuto nella finalissima il torinese Vergnano, che nella semifinale aveva eliminato l’altro cussino Andrea Sperduti, finito sul terzo gradino del podio; buona anche la prova di Francesco Porru tredicesimo. Nei ‘Giovanissimi’ altro oro con Guido Ferrini,che ha condotto una gara impeccabile dall’inizio alla fine battendo per strada atleti che si erano già aggiudicati importanti gare nazionali. Negli ‘Allievi’ un buon Marco Tanfoni si è classificato 24° e considerando che è spadista ed al primo anno della categoria il suo risultato è buono. Nelle ‘Allieve’ altro dominio cussino con l’oro di Alice Volpi, che ha sconfitto l’avversaria di sempre la livornese Monaco per 15-11, bronzo per Gaia Fratini che ha condotto una gara senza alcun indugio tirando con attenzione e maturità così come Irene Crecchi alla fine quinta che ha ceduto di una sola stoccata alla frascatana Pivotto. Nei ‘Maschietti’ argento con Alessandro Zizzo che nel primo quarto di finale aveva avuto la meglio, di misura per 109, sul compagno di sala Mattia Laurigi che si classificava sesto, ottimo nono Bernardo Crecchi che per un soffio non ha conquistato la finale; 30° Raffaele Chiavoni. Sempre negli ‘Allievi’, ma di sciabola, si è svolto a Rovereto il Memorial Tettamanti e gli sciabolatori cussini hanno centrato tutti la finale con Cristiano De Salve 5° e Edoardo Marri 6° mentre nelle allieve Chiara Marri si classificava anche lei 6a. Grazie all’ottimo rapporto di collaborazione con lo sponsor tecnico Senarmi - Allstar che offre a palestra ed atleti un preciso ed accurato servizio di manutenzione delle attrezzature individuali e della sala di scherma dell’Acquacalda. ■ 53100 SIENA Via Renaccio, 71 - Tel. 05.77.36.47.15 - Telefax 05.77.36.64.28 Impresa Edile CIUPI ALVARO & C. srl EDIL. CRE.A. srl AZIENDA OPERANTE DA OLTRE TRENTA ANNI NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI EDILI, CIVILI E INDUSTRIALI, RESTAURI MONUMENTALI ED OPERE DI URBANIZZAZIONE, CON ELEVATA COMPETENZA PROFESSIONALE E GARANZIA DI QUALITÀ IMMOBILIARI DEL GRUPPO CIUPI PER LA COSTRUZIONE E LA VENDITA DI APPARTAMENTI, CON POSSIBILITÀ DI PERMUTE E REALIZZAZIONE DI INFRASTRUTTURE CIVILI, CON GARANZIA DI QUALITÀ E CORTESIA 37 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 39 Matteo Tasso•polisportiva È l’ultima realtà della prolifica famiglia biancoverde e già promette bene •Prime soddisfazioni dai Mens Sana 1871 Runners Si fanno chiamare runners, un nickname (pardon, soprannome) che certo non ha bisogno di particolari spiegazioni anche per chi non mastica l’inglese. Runner è colui che corre, colui che ha scelto di affidarsi solo ed esclusivamente alle proprie gambe per mantenersi in forma e magari, entriamo nel caso specifico, anche per andare alla ricerca di una prestazione agonistica di buon livello che gratifichi l’impegno (quasi) quotidiano su asfalto e sterrati per migliorare costantemente le sue prestazioni. I Mens Sana 1871 Runners sono una delle realtà emergenti nel panorama, storicamente variegato, di una società che ha spesso lanciato mode e tendenze nell’ambito della pratica sportiva ma che (con la pluriennale presidenza di Piero Ricci) ha pure compreso l’importanza di rispondere affermativamente alle esigenze dei suoi atleti, garantendo loro un solido impegno nell’affrontare anche progetti alternativi a quelli inizialmente predisposti nei piani di sviluppo. Una sorta di do ut des tradottosi ormai da più di un anno nell’allestimento di un nutrito gruppo podista, nato grazie alla passione di alcuni atleti e istruttori dell’area-fitness (il responsabile del gruppo è Leonardo Tafani, già direttore tecnico della sezione che si occupa dello stay-fit) e le cui fila si sono ingrossate notevolmente negli ultimi mesi, agganciando la soglia dei 30 atleti. Di pari passo, grazie anche alla sponsorizzazione (fondamentale, come sempre in questi casi) di Mps Finance, sono cresciute anche le prestazioni agonistiche: se nel 2005, all’esordio assoluto, i Mens Sana 1871 Runners centravano il 3° posto ai provinciali di corsa campestre e contavano su 8 neo-maratoneti (2 dei quali finisher a New York), in questo primo scorcio di 2006 l’attenzione è da focalizzarsi sia sul lusinghiero comportamento della pattuglia di atleti che hanno affron- tato ad inizio marzo la Mezza Maratona Roma-Ostia (la società biancoverde, schierando soli 8 corridori, ha chiuso al 208° posto su oltre 600 squadre partecipanti alla prestigiosa manifestazione), sia sulla positiva passerella compiuta sulle lastre di Siena nell’ambito di Vivicittà 2006, che ha regalato alla Mens Sana 1871 buone prestazioni agonistiche e, grazie anche alla nutrita partecipazione della sezione pattinaggio corsa, un gratificante 3° posto nella classifica a squadre per presenze. Il fatto che tra i Mens Sana 1871 Runners figurino un buon numero di over ‘40 e over ’50, tra uomini e donne, è l’evidente dimostrazione di come il podismo rappresenti un’ottima e abbordabile occasione per avvicinarsi ad una pratica sportiva che alla polisportiva si lega ad una scientifica ed accurata preparazione: tipologie di allenamento quali il lento, il ritmo medio, il lunghissimo, le ripetute o interval training, il fartlek ed il corto veloce rappresentano una sorta di pane quotidiano per chi sceglie di migliorarsi sul piano dei risultati, ma anche solamente decide di mantenersi in forma attraverso uno studio mirato che permette al runner di sviluppare le proprie capacità senza rischiare malanni o, peggio ancora, infortuni che spesso sono invece derivanti dall’approssimazione del jogging fai-da-te, quello che soprattutto in primavera fiorisce al sabato pomeriggio o alla domenica mattina. Più gli anni passano e più ci si accorge che in viale Sclavo, passateci la battuta (forse scontata ma senza dubbio calzante), c’è una Mens Sana 1871 che va veloce, anzi, corre! ■ Intanto conferme da una sezione più datata Danza in evidenza Tutti in ballo con la Mens Sana 1871. Lusinghieri risultati, in questo primo scorcio di 2006, per la Danza Sportiva biancoverde, che ha ottenuto il 5° posto al campionato italiano di ballo da sala grazie alla coppia Enrico Semplici-Sonia Mastino e che, nei trofei successivi, ha visto brillare le coppie Leonardo Lecce-Laura Lorenzini e Niccolò Mineo-Pasqualina Di Vivo (rispettivamente al 1°posto nelle danze standard e ballo da sala liscio unificato allo Stella Polare) e mettersi in luce le coppie Salvatore Di Vivo-Rosa Ciaravola, Giuseppe Di Vivo-Sabrina Bacci, Alvaro Cesaretti-Ivana Soldati (1° posto nelle danze standard al Golfo dei Poeti), Gianfranco Prugnoli-Clorinda Pallanti. Per la Mens Sana 1871 Danza, sezione nata a metà degli anni ’90, si tratta di una crescita esponenziale, raggiunta negli ultimi mesi grazie alla guida della maestra Carolina Tassi ed alla collaborazione di uno staff dirigente che sicuramente ha saputo ben operare. ■ 39 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 40 cinque cerchi •Francesco Vannoni Ultima tappa del nostro viaggio fra gli enti di promozione sportiva operanti sul territorio senese •Un patrimonio che accresce il ruolo del Coni 40 Concludiamo in questo numero il nostro viaggio attraverso le varie ‘anime’ della promozione sportiva attive sul territorio di Siena e provincia. L’epilogo di questo percorso, iniziato con l’UISP e proseguito con Libertas, CSI e AICS, si chiude con una rapida carrellata sulle altre realtà del settore, espressioni complessivamente ‘minori’ dal punto di vista dei riscontri numerici, almeno per ciò che concerne l’ambito locale, ma non certo per quanto riguarda le preziose finalità socio-culturali. L’Endas (Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale) è presieduto da Antonio Falcone che lo guida da sei anni e che esprime soddisfazione per il buon numero di atleti che l’attività dell’ente riesce a coinvolgere, pur nella non facile condizione legata ad un radicamento territoriale ancora da completare, anche in virtù di una sede centrale piuttosto distante da Siena, che pure costituisce il fulcro delle iniziative annuali fissate dal calendario Endas. “Attualmente i tesserati del nostro ente sono circa un migliaio e fanno riferimento a discipline di squadra come il calcio e la pallavolo, ma anche a sport individuali come il nuoto e il ciclismo”. Ed è proprio rivolta al mondo delle ‘due ruote’ la manifestazione di punta promossa dall’Endas senese: ‘La Gran Fondo Chianciano Terme’, giunta quest’anno alla quinta edizione, rappresenta il fiore all’occhiello ed è organizzata incollaborazione con l’U.I.S.P. Questo appuntamento rientra nel ‘Campionato delle tre Province’, una serie di gare che si svolgono tra Siena, Perugia e Viterbo, attraversando quindi la Toscana, l’Umbria e il Lazio. Lavorare in sinergia è una condizione indispensabile per diffondere l’appassionata partecipazione ai valori e agli insegnamenti dello sport. “Sono fermamente convinto - sottolinea Falcone - che gli Enti di Promozione possano ricevere nuovo slancio dalla lro presenza negli organismi Coni, ma credo anche che il futuro non possa prescindere da un lavoro corale e pienamente condiviso, in cui ricercare la più ampia convergenza possibile, anche attraverso esperienze comuni”. L’acronimo ANSPI è la sigla dell’ Associazione Nazionale San Paolo Italia. Attivo in campo sociale, sportivo e culturale, l’ente non trascura nemmeno il teatro e conta, nella realtà senese, 11 circoli affiliati per un totale di circa 1.500 iscritti in maggioranza giovanissimi. Organizzata su base diocesana, la diffusione provinciale dell’Anspi ‘copre’ una parte dei confini giurisdizionali dell’Arcidiocesi di Siena, Colle Val d’Elsa e Montalcino. La promozione dello spirito oratoriale come forma educativa è l’obiettivo primario dell’ente coordinato da Don Tito Rovai. Le Associazione Cristiana Lavoratori Italiani (ACLI), fondata anche a Siena nel 1945, anno della sua costituzione a livello nazionale, predilige attualmente la promozione culturale e, a fronte di un passato piuttosto fiorente sull’ ‘offerta sportiva (che comprendeva le discipline più diffuse), oggi la dimensione sport a marchio ACLI nella nostra provincia, si esaurisce con la pesca sportiva. In seno all’ACLI è nata l’Associazione ‘Anni Verdi’, impegnata nella tutela e salvaguardia dell’ambiente e promotrice della marcia ‘Pellegrini per il Sole’, pensata al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’attualissimo tema delle fonti energetiche alternative e rinnovabili e prevista, lungo il corso della Via Francigena, dal 20 luglio (giorno della partenza dal Monginevro al 1° settembre ‘Giornata del Creato’) che approderà anche a Siena e ripartendo verso Roma toccherà Ponte d’Arbia, S. Quirico d’Orcia e Radicofani. L’Associazione Sportiva dei Circoli Industriali, presieduta a livello provinciale da Alessandro Monaci, collabora strettamente con gli organismi di categoria, Associazione Artigiani in testa, e comprende l’attività venatoria dell’Enal Caccia e quella ciclistica dell’ UDACE. Ma l’ultimo nato, il più giovane tra gli enti di promozione sportiva, impegnato ad arricchire ulteriormente la poliedricità di un tessuto territoriale come quello senese, capace di cogliere qualsiasi opportunità di crescita culturale ed integrazione sociale, è lo CSEN. L’acronimo sta per Centro Sportivo Educativo Nazionale. Un’identità molto radicata in tutta la penisola, riferimento di quasi un milione di associati ed espressione di oltre 300 sodalizi tra gruppi sportivi e circoli culturali. Numeri importanti nel resto della penisola, specie in Lombardia e nel Veneto, ma ancora da consolidare dalle nostre parti. Obiettivo al quale il presidente provincoale Giorgio Berti lavora alacremente per garantire, in prospettiva, lo sviluppo necessario per una più marcata presenza sul territorio. La panoramica sugli enti di promozione arriva dunque al suo epilogo, consegnandoci un quadro assolutamente vitale ed eterogeneo. Giunti al traguardo, non solo si coglie perfettamente la sempre auspicata pluralità di ‘soggetti’, espressa anche nella molteplicità di origini, ispirazioni ed aree operative. Il loro approdo all’interno della struttura del Coni, sia a livello nazionale che su scala periferica, è visto unanimente come il normale coronamento del processo volto ad un linguaggio comune dello sport, nel quale i suoi attori, siano esse realtà federali o ‘promozionali’, sappiano relazionarsi in maniera costruttiva e lungimirante, per esaltare, anche in forza delle proprie peculiarità e attraverso il bagaglio sportivo-culturale del proprio impegno, la crescita e l’evoluzione delle coscienze. ■ MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 42 ARCHIVIO SERIE A1 27a giornata CARPISA NAPOLI-MONTEPASCHI SIENA 76/97 28a giornata MONTEPASCHI SIENA-LOTTOMATICA ROMA 80/84 29a giornata BIPOP CARIRE-MONTEPASCHI SIENA 83/86 30a giornata MONTEPASCHI SIENA-BASKET LIVORNO 96/76 Classifica: Treviso e fortitudo Bologna 46; Siena 42; Milano, Udine e Napoli 40; Roma 38; Biella e Virtus Bologna 36; Varese 32; Reggio Emilia m28; Cantù 24; teramo 22; Livorno 18; Roseto e Capo d’Orlando 16; Avellino 14; Reggio Calabria 6. Marcelo Nicola, ala 42 b a s ket MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 43 Avere la pretesa di leggere o di saper leggere le carte al campionato, è un’impresa sempre più ardua La tendenza a focalizzare l’attenzione di volta in volta su di un singolo aspetto, sia esso un risultato o uno specifico aspetto tecnico, porta con sé il rischio di ipotecare un futuro che la realtà, giornata dopo giornata, finisce per ridisegnare continuamente. Questa è la realtà del massimo campionato di basket, che se non è più in grado, come è accaduto nelle ultime due stagioni, di proporre squadre ai massimi vertici continentali, allo stesso modo però è capace di proporre un equilibrio che rende estremamente difficile fare qualsiasi previsione finale. E se gli “esteti” hanno più di un motivo per lagnarsi del non eccelso livello tecnico del campionato, non altrettanto si può dire per l’avvincente apertura ai più disparati epiloghi che possono materializzarsi nel prossimo futuro. In questo contesto l’animo senese ha vissuto questo ultimo mese degli alti e bassi assoluti, passando dall’inevitabile entusiasmo per la vittoria di Napoli, alla cocente delusione della sconfitta interna contro Roma, per tornare ad alti livelli di soddisfazione contro Reggio Emilia e Livorno. Ma al di là dell’immediatezza delle sensazioni che vittorie e sconfitte irrazionalmente ci consegnano, c’è un dato di fondo più razionale che merita essere approfondito. Sul filo che collega le due pesanti sconfitte interne contro Virtus Bologna e Lottomatica Roma, corre un passaggio importante e speriamo decisivo per le sorti senesi. Accomunate da un uguale risultato negativo, le due partite in questione ci hanno consegnato sensazioni diverse. Se la gara contro gli uomini di Markoski ci aveva evidenziato una squadra squilibrata, incapace di trovare soluzioni alternative alle iniziative di Kaukenas e sorretta solo dal grande cuore di un indomabile Pecile, contro la Lottomatica di Pesic il pur insostituibile ed essenziale contributo dell’esterno lituano, aveva già dato il segno di una integrazione più efficace in un congegno di squadra, che in quella occasione era stato punito più da un calo fisico e dal verificarsi di piccoli, ma fondamentali eventi (vedi una “sponda” arbitrale più unica che rara nel basket) che non dall’incapacità del gruppo. Base insostituibile su cui è stato possibile costruire quella che ci auguriamo possa essere l’evoluzione più importante della stagione senese, è senza dubbio la capacità di reazione e l’integrità nervosa della squadra. Attraversata nel corso della stagione dalle più svariate esperienze, dall’entusiasmo delle prime giornate alla crisi di risultati, alla contestazione pesantissima della curva, proprio la complessità delle implicazioni nervose che hanno accompagnato il percorso della squadra, è servita a irrobustire un gruppo che dimostra una importante compattezza e soprattutto ha dimostrato, specie nelle ultime giornate, di avere grande capacità di reazione. CAPACITÀ DI REAZIONE, ACCORGIMENTI TATTICI INTELLIGENTI E TANTA DIFESA, FANNO DELLA MONTEPASCHI UNA SQUADRA RITROVATA Il vento è cambiato. Durerà? MAURO BINDI Bilanciare in trasferta, per due volte consecutive, una sconfitta interna pesantissima patita oltre tutto contro dirette avversarie in classifica, in un quadro tecnico oggetto spesso di critiche e tutt’altro che definito, avrebbe potuto accelerare un processo di involuzione tecnica e nervosa assai pericoloso, non solo per gli aspetti pratici riconducibili alla qualità del gioco, ma anche perché avvicinandosi sempre più il tempo dei verdetti, la possibilità di porre rimedio ad un errore si fa sempre più ridotta. Penso in primis al lavoro molto psicologico che sta accompagnando il rendimento più recente di Stonerook, giocatore da sempre considerato essenziale nel gioco senese, ma troppo defilato nel corso della stagione in termini di responsabilità offensive. Il suo recupero come attaccante non marginale, è al momento l’aspetto più importante e rilevante nello scacchiere senese, perché dalla sua capacità di sfruttare spazi che da sempre nel gioco di Recalcati sono riconducibili ai numeri Coach Recalcati e Shaun Stonerook Ecco perché essere riusciti a preservare buone opportunità di classifica e al contempo evidenziare una crescita reale nel rendimento di squadra, se da un lato risultano essere considerazioni scontate ed ovvie se collegate ad un periodo di forma senza dubbio buono quale quello attuale, dall’altra necessitano di un’ulteriore valutazione di merito, perché conseguite in un contesto che avrebbe potuto avere esiti diametralmente diversi rispetto a quelli che stiamo commentando. Ecco perché esce rafforzata l’idea di una squadra che dalle difficoltà può essere uscita più forte soprattutto nella consapevolezza e soprattutto nell’aver individuato tatticamente aspetti capaci di far lievitare il rendimento della squadra. ba s k e t 43 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 44 4, passa l’opportunità essenziale di allargare maggiormente la difesa avversaria per le incursioni degli esterni, in primis Kaukenas, ma anche Pecile e sicuramente, con altra convinzione, lo stesso Hamilton. Le percentuali degli ultimi tempi dell’ex ala di Cantù da oltre l’arco dei tre punti, confermano quello che abbiamo sempre sostenuto e cioè che Stonerook ha tutte le qualità per essere un buon attaccante e che soprattutto temendolo, le difese avversarie sono costrette ad adeguarsi diversamente su di lui rispetto ai tempi in cui spesso era battezzato, cosa che determina uno sbilanciamento reale negli equilibri di squadra. Jamel Thomas Pericolosità perimetrale, unita alla capacità di ribaltamento dell’azione nella quale Stonerook è senza dubbio molto bravo, stanno moltiplicando gli sbocchi del gioco senese ed a ciò si somma una sempre migliore integrazione di Jamel Thomas, che in qualità di alternativa a Kaukenas comincia davvero a funzionare. La manovra senese in queste ultime giornate ha dato chiari segni di evoluzione, la palla gira molto velocemente, è migliorata la qualità del passaggio, aspetto spesso sul quale sorvoliamo, ma che invece ha un’importanza notevole, perché per impostare un’azione e soprattutto un tiro, la capacità di servire con precisione un compagno di squadra è fondamentale per migliorarne l’impostazione e quindi le percentuali. È evidente una maggiore organizzazione del gioco, fatta di meno improvvisazione dei singoli, a vantaggio soprattutto della ricerca di movimenti che facilitano il compito dei giocatori. Non è un caso che Kaukenas stia attraversando un periodo di forma eccezionale, soprattutto perché il suo gioco si sviluppa all’interno dei movimenti della squadra, non ne è la fonte iniziale come è capitato per buona parte della stagione. Non è casuale nemmeno che la Montepaschi si sia attestata nelle ultime giornate su percentuali di tiro, specie da tre, elevatissime, perché anche questo è frutto e somma di quanto affermato sopra, cioè la squadra ha tempi, spaziature e meccanismi migliori rispetto al passato. E ciò si è materializzato anche tramite una rimodulazione degli impieghi temporali dei giocatori, che senza stravolgimenti epocali, ha però visto rotazioni meno ampie e soprattutto permanenze maggiori per quei giocatori che necessitano di lunghi tempi di utilizzo per rendere al meglio. Spesso messo sul banco degli imputati, Recalcati sta comunque facendo il solito grande lavoro psicologico all’interno del suo gruppo. Infatti accanto all’aspetto tecnico che risulta essere più evidente, è logico che gli accorgimenti tattici operati hanno sortito scelte difficili anche all’interno del gruppo e l’assottigliarsi dell’utilizzo di qualche giocatore poteva creare ulteriori motivi di tensione. Ma la capacità di far sentire importante un giocatore all’interno della squadra è una delle grandi capacità di Recalcati e per la volata finale il coach senese si ritrova un gruppo coeso e soprattutto l’opportunità di tirare fuori dal cilindro qualche protagonista ora forse più defilato. Intanto in continuità con l’intera stagione, gli avversari dei senesi sanno di dover fare i conti con la difesa biancoverde, assolutamente la migliore e punto di forza insostituibile per la Montepaschi. Se è vero che in alcuni casi ci sono dei cali di tensione, è altrettanto vero che nel corso dei quaranta minuti difficilmente la difesa senese non riesce a lasciare il segno sulle partite e c’è da aspettarsi, in chiave playoff, una continuità che può essere il vero valore distintivo della squadra, ancora di più di quanto non lo sia già stato finora, perché si sa l’identità difensiva è un valore forte non estemporaneo, che aumenta la sua incidenza quando il livello di tensione cresce come nel caso dei playoff. Intanto c’è da affrontare la parte finale della regular season, che per il valore degli avversari da incrociare e per l’importanza della posta in gioco richiamano già la tensione dei playoff. Se il cammino casalingo non dovrebbe essere un ostacolo insormontabile (Teramo e Roseto) è evidente che fuori casa la Montepaschi è attesa da due gare dal coefficiente di difficoltà altissimo. Climamio e Benetton si sono meritate sul campo il ruolo di prime della serie, basando la loro classifica principalmente su di una imbattibilità interna che dura ormai da tempi lunghissimi, quindi la Mens Sana è chiamata alla classica impresa, confortata non solo dalla legge dei grandi numeri (che potrebbe aprire qualche spiraglio matematico agli uomini di Recalcati), ma soprattutto perché dopo Napoli, Siena ha dimostrato che può vincere anche sui campi delle migliori e che il suo bilancio fuori casa è addirittura il migliore dell’intera Serie A. Quindi una Montepaschi che si trova nella condizione di giocarsi questa ultima parte della stagione regolare con la giusta convinzione. Gli intrecci che il calendario propone nelle ultime giornate lasciano aperte molte possibilità. Forse raggiungere la prima posizione è realisticamente difficile, ma le paure di qualche settimana fa lasciano spazio ad un ottimismo che può crescere parallelamente anche al recupero dei tanti infortunati collezionati dalla squadra senese nel corso della stagione. ■ Il Bar del Basket Via dei Rossi - SIENA - Tel 05.77.28.08.80 44 b a s ket MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 45 diario LA LIVELLA E I CANESTRI MOBILI Roberto Morrocchi Ma non mi lascio irretire dai se e dai ma e, come sempre ho fatto nella mia vita in bianco e verde, non mi soffermo sul passato e guardo, con fiducia, in avanti. Mi pare che la squadra stia trovando, finalmente, la sua fisionomia. L’inserimento di Thomas, uno dalle mani dolcissime e con doti atletiche eccellenti (..che pecca a volte per una “presunta” indolenza..) sta creando valide opportunità a Kaukenas, non più costretto a fare l’ariete (capo in cassetta e pedalare..) contro qualsiasi difesa. Cresce, in attacco, perché in difesa è sempre stato al top, Stonerook, ed Hamilton fa vedere, anche se ancora a singhiozzo, di quali proprietà tecniche dispone. Pecile, senza l’ingombro Woodward, è più tranquillo e Datome, anche se alterno, come tutti i giovanissimi, si sforza lodevolmente di imparare l’arte della continuità. In attesa del pieno recupero di Eze, cresce Ghiaccio, mentre Boisa si conferma un ottimo rimbalzista (..eh se non litigasse, a volte, con il canestro!), così come Minda, di una utilità spaventosa. Nicola lo aspetto ai play-off: uno come lui si esalta quando il gioco si fa duro e non può tradire le attese. Mai negli ultimi dieci anni avevamo assistito ad un torneo così incerto e con valori tanto simili in vetta, al centro e addirittura in coda. Per il vertice si è arrivati a parlare di autentico ‘palio dei ciuchi’, attesa l’incertezza sul rendimento delle squadre-guida. Il paragone non è proprio calzante, anche perché il livello medio del campionato da un punto di vista tecnico-tattico non è poi così scadente, ma è un fatto che ad una manciata di partite dall’inizio dei play-off, tanto, se non quasi tutto, è ancora da decidere. Scrivo prima della trasferta di Bologna, sponda Fortitudo, e in attesa della trasferta di Treviso che metterà la parola fine alla regular season. La speranza è quella di ripetere la prestazione ‘monstre’ di Napoli che potrebbe proiettarci in vetta alla classifica, ma allo stato dell’arte potrebbe anche succedere di partire da posizioni molto meno nobili nella corsa allo scudetto, visto che sono in tante, e tutte agguerrite, le avversarie alle nostre spalle. Vedremo… E intanto avvincente la lotta fra le vecchie Vu nere e l’arrembante Biella per la conquista dell’ottava piazza, con Varese che sembra ormai tagliata fuori dal gioco grosso. Personalmente mi resta l’amaro in bocca per la sconfitta casalinga con la Vidivici Bologna, un team che ritengo assolutamente più povero del nostro, così come rimpiango i due punti lasciati alla Roma del ‘simpaticissimo’ Pesic in un finale di gara più sfortunato che strampalato. 45 Cambio argomento. Mentre si discute di professionismo, di quote di stranieri e di adeguati standard di qualità, accade che a Cantù, nell’elettrizzante finale del duello rusticano con Roma, i canestri tornino a muoversi, un po’ come avveniva a Rieti e a Siena (ma sì!) nel vecchio dodecaedro nei primi anni settanta. A Cantù, per la verità, i canestri, durante l’esecuzione dei tiri liberi, hanno continuato ad ondeggiare , sempre, in tutti questi anni, ma mai nessuno ci aveva fatto caso. Ci hanno pensato le telecamere di Sky e due coraggiosi commentatori a mettere il dito nella piaga. Nello sport è bello vincere con mezzi leciti. Mi si dirà che anche le “fogate” giù per le gradinate fino ai bordi del parquet non sono il massimo del fair-play...tutto vero, per carità, ma un conto è cercare di intimidire avversari e/o arbitri, con mezzi tutto sommato leciti, un conto falsare un risultato togliendo al tiratore la fissità di un bersaglio. Insomma mi fa ridere il patron di Cantù quando reclama per sè un ruolo da ambasciatore nella assurda diatriba fra i sacrosanti diritti della Lega e le pretese stucchevoli della Federazione. Provi almeno a non far tremare i canestri di Cucciago... ■ MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 46 IL LITUANO, VALORIZZATO DAL RIEQUILIBRIO INTERNO ALLA SQUADRA, PUÒ FARE LA DIFFERENZA CONTRO CHIUNQUE Sai che c’è di nuovo? Kaukenas! FABIO FINESCHI Difficilmente nello sport ciò che si decide sulla carta viene poi totalmente percorso dai fatti. Così avviene che una squadra disegnata con certi equilibri in estate, poi nel corso dell’anno subisca dei progressivi aggiustamenti, o delle mini-rivoluzioni interne, fino ad assumere l’assetto che si reputa maggiormente redditizio. Evento tanto più frequente quanto maggiori sono i cambiamenti operati in campagna acquisti. L’abilità di chi gestisce un gruppo sta proprio nella capacità di aggiustare il tiro, nel “cambiare idea” rispetto al piano iniziale. Un precedente innegabile e vincente ce lo fornisce la Montepaschi della stagione 2003-2004. In particolare in quel caso fu un giocatore a mutare il suo peso all’interno dello scacchiere. David Vanterpool arrivò a Siena senza eccessivi clamori, una sorta di scommessa su un giocatore proveniente da Avellino, che allungava le rotazioni fra gli esterni, essendo in grado di giostrare da guardia, ma di portare anche la palla. È indubbio che l’andamento della stagione, e gli input umani che lo staff recepì negli allenamenti e stando a contatto con la squadra, portò ad una rivisitazione dei piani. Vanterpool da spalla divenne gradualmente leader indiscusso. Ideale a fianco della classe di Stefanov e nel propiziare le giocate del più introverso Thornton. Questo fu l’aspetto più evidente di un aggiustamento in corsa, altri ce ne furono, nel complesso risultati decisivi al raggiungimento del tricolore. Anche quest’anno qualcosa sta cambiando rispetto alla Montepaschi immaginata sulla carta. Le fasi sono state molteplici, come è ovvio non tutte felici. Ma ad oggi il mutamento più evidente riguarda la gestione dei possessi offensivi, per larga parte della stagione principale difetto biancoverde. La squadra operaia, grintosa in difesa e lavoratrice è di fatto ancora lì, ma con qualche novità. Già l’arrivo di Thomas aveva indicato una leggera svolta, compiutasi poi con la rinuncia a Woodward, evento culmine, che ha offerto a Jamel nuovi spazi e maggiori responsabilità. Pur diversi nei ruoli questi due giocatori e le loro vicissitudini hanno contribuito a trasformare la squadra tutta difesa in un gruppo attualmente più votato all’attacco, in grado di muovere bene la palla e di segnare molto da fuori. Punta di 46 b a s ket diamante di questo cambio di equilibri è Kaukenas. Negli ultimi due mesi la pesantezza del suo tabellino si è costantemente gonfiata. Tanto che, quella che doveva essere la squadra operaia, adesso ha un leader offensivo dei più prolifici. Il carattere riservato del lituano non ha propiziato titoloni alla Greer, ma il suo apporto recente vale quello di una stella di prima grandezza, all’interno di un gruppo in teoria privo di fenomeni. La sua esplosione va senz’altro legata al lavoro che la squadra sta facendo per lui, ma le cifre dicono che la Mens Sana il suo fenomeno lo aveva in casa. Un semplice esempio statistico può fornire uno spunto di riflessione. Negli ultimi dieci anni un solo giocatore della Mens Sana ha superato a fine stagione i venti punti di media. Si Tratta di Lucious Davis che nel 1996-’97 ne segnava addirittura 22,1. Tempi diversi per il basket e soprattutto per Siena, costretta dal budget a puntare forte su una coppia di americani che trascinasse con i punti. La statistica si fa più interessante se limitata al nuovo millennio. Da quando cioè i biancoverdi frequentano altre zone della classifica. Guida la classifica della media punti in un anno il compianto Alphonso Ford con i suoi 19,1 del 2002-2003. E quella, si noti, era una Montepaschi di prestigio, ma nata con l’idea di essere trascinata da un paio di grandi stelle (Ford stesso e Turkcan). Nella Montepaschi più equilibrata di oggi, Kaukenas viaggia a 18,8, terzo negli ultimi dieci anni. Ovviamente la statistica tiene conto di tutte le gare sin qui disputate. Ma sarebbe molto più vistosa se limitata all’ultimo periodo. Basti pensare che dall’ultima fugace apparizione di Woodward a Milano sino al derby con Livorno Rimas ha segnato ad una media di 25,28 punti. Sarà un caso, ma qualcosa di nuovo c’è: nell’aria e nei numeri. ■ MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 48 tiri ANIMO, GENTE: Antonio Messi in cassaforte gli ultimi risultati, incassati anche i punti che la Teramo di Lorenzo Marruganti non poteva di certo negarci ( i maliziosi dicevano da tempo che nel passaggio del buon Lorenzo da viale Sclavo alla Maiella erano compresi quattro punti a titolo di buonuscita!!), eccoci pronti al mezzogiorno bolognese con la “climatica” Fortitudo di Gelsomino, dell’Emiro superabbronzato, del prodigio Belinelli di due anni più vecchio del nostro Gigione Datome (e se tanto mi dà tanto…), la vecchia Bologna-due assurta, ormai da tempo, alle celebrità –se non ancora alle vittorie- che furono della bianconera Virtus con la puzza sotto al naso, la Bologna della curva più passionale che ci sia, quella Fossa dei Leoni che due campionati fa gettammo nella disperazione, in una nottata magica che ci vide passare in un amen dall’inferno alla quasi certezza dello scudetto. 48 Quasi un “mezzogiorno di fuoco” dove la Mens Sana è –come Gary Cooper- sola contro tutto e tutti. Anzi no: i suoi tifosi non l’hanno mai lasciata, anche se – come la splendida Grace Kelly del capolavoro di Zinnemanqualche volta sono stati sul punto di andarsene ammainando le bandiere ed abbassando la voce… Ma poi, alla fine, sono stati sempre lì, in ogni palazzetto del campionato, anche quelli più disagiati, lontani e….MAL DIFESI dagli agguati di delinquenti camuffati da supporters, scontando forse leggerezze di chi doveva prevenire per evitare –a posteriori- di reprimere “come viene viene”. Ora, come in tutte le umane cose, la Beneamata è al redde rationem: qui si parrà la sua nobilitade… Ma di certo il campionato non finisce con la sfida-aperitivo di Bologna: verranno i rosetani e andremo in casa dei “magliari” trevigiani per testarne le qualità e –magari- fregargli qualche punto in funzione Eurolega… e poi ci saranno i play off dove tutto quanto si rigioca fino all’atto finale di metà giugno.. Ecco, proprio in funzione play off , le cose in casa biancoverde stanno indubitabilmente cambiando. Addirittura la Grande Stampa se n’è accorta! Qualche illustre cronista che aveva già da tempo giubilato –con malcelata soddisfazione- l’immarcescibile Charlie salvandone i meriti passati e compassionandone l’incerto presente, davanti agli ultimi risultati ed al ritrovato ardore degli atleti in canotta montepaschina, ha fatto precipitosa marcia indietro: addirittura Recalcati è diventato il “micione”acquattato sugli alberi pronto a colpire le prede ignare che gli si presentano. La Mens Sana è risorta: coincidenza “pasquale” o convinzione maturata dal gioco che sembra finalmente fluire? Mah! Leggere i giornali e interpretare gli umori dei giornalisti è sempre stato un busillis difficile da strigare: e poi, a volte, vale più un invito al Palio di dieci assist ben fatti da Muto-Hamilton…. Io comunque, la mia opinione ce l’ho e sulla stessa ho scommesso cene e peregrinazioni varie all’inizio dell’estate: arriviamo alla finale scudetto e poi…ce la giochiamo! Con quale esito non saprei dirlo ma se sarà quello che tutti speriamo allora non ci sono storie, siamo già d’accordo: i due Benvenuti del Planet Basket di via dei MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 49 liberi IL BELLO HA DA VENIRE! Tasso Rossi, padre e figlio, verranno penitenti col saio e la cenere in testa al Palazzetto per una foto di gruppo festante e i miei increduli e simpatici amici Pannini – “erredura” ed Antonio “col ciuffo” Maniglia si stenderanno a tappeto sotto Recalcati, Pianigiani e Minucci e la “focosa” – diciamo cosìSignora Giovanna ci si potrà pulire anche i tacchi!!! Animo, gente: il bello ha da venire! Ci avrò il chiodo fisso, sarà una specie di fisima, una fissazione ma, quando si parla di Cantù, qualche difetto glielo trovo sempre. Sarà colpa della nebbia briantea che per mesi ricopre quelle plaghe peraltro splendide in tarda primavera ed in estate – quando il basket non c’è! – o forse dipenderà dalla parlata ostrogota degli indigeni di …Agrate, Brembate, Lanzate, Carate, Linate, Menate etc etc…o forse sarà una invidia in essere dai tempi di Lienhard e Marzorati, un’antipatia che per me –tifoso dell’Ignis di Toni Gennari e Manuel Raga- data da sempre e per sempre – credo – continuerà. Comunque, se c’è da parlare male di Cantù, chiamatemi, qualche cosa da dire ce l’avrò sempre! Anche perché, quei signori, non perdono occasione per fornirmi spunti: il palazzetto-fabbrica, il recinto dietro gli spogliatoi, gli pseudo-tifosi da bar pronti ad assalire i pullmans degli avversari e scomparire nell’anonimato dell’assenza di controlli, i dieci incivili della curva più vicina d’Italia al parquet specializzati nello sputo…. ……i supporti dei canestri!!! Ahi ahi ahi!!! Tasto delicato e dolente: a Cantù, quando vai a tirare i liberi sotto gli Eagles, non avrai mai medie superiori al 50-60 per cento. Colpa degli urli? delle palle di carta? delle bandiere e degli striscioni srotolati davanti al tiratore? No! Dalla curva ti smuovono i supporti del tabellone e fare centro è un bel problema!.. Lo facevano negli anni sessanta e settanta –ma anche noi al Palaperucatti e poi al dodecaedro ‘un si scherzava!- e vincevano le coppe, hanno continuato nell’ottanta e per tutto il novanta –quando rischiavano la scomparsa- ed ancora nel ventunesimo secolo, con le tecnologie più pronunciate, gli istant replay, i precision time, il triplo arbitraggio, le dieci telecamere di Sky e i berci di Flavio Tranquillo per tutto quanto “fa Lombardia”, continuano a scuotere i ferri del tabellone. L’hanno fatto con noi, ma quella sera era difficile fermarci e comunque l’arbitro Pozzana l’aveva segnalato, ci hanno riprovato con Roma e Bodiroga in lunetta ...zero su due e tutti a casa. Pesic, l’anti-simpatico più vivo e polemico che ci sia, aveva tante altre madon- ne per la testa ed i tiri liberi sbagliati per via dei canestri smossi sono un po’ passati sotto silenzio – a caldo- ma poi, a freddo, Roma ha presentato reclamo e la cosa ha finalmente avuto tutto il rilievo che si meritava in Federazione e Lega e sulla stampa (canturina e lombarda esclusa, naturalmente). Multe, reprimende, minacce di sanzioni alla prossima per irregolarità tecniche... Vedremo! E a noi – una volta – lo stesso arbitro che non ha fatto niente davanti allo scuotimento di Cantù voleva multarci perché le 49 cheer-leaders a gioco fermo e durante l’intervallo salgono sui tabelloni! Ma ci faccia il piacere!… Almeno le ragazze biancoverdi sono piacevoli: gli Eagles (con quel coglione di Montecatini nel mezzo) no davvero! Se n’e andato anche il mio amico Poccianuvole, il lungo, polemico, appassionato Marcello Petreni, montepaschino in pensione che per anni, all’angolo dell’Unto o alla colonna di piazza Tolomei, mi ha fornito spunti pungenti per queste pagine. Amava la pallacanestro mensanina di un amore semplice, quello delle persone che magari non sanno riconoscere un passi da un terzo tempo, una zona da una uomo, ma che quando vedono le maglie biancoverdi vittoriose acquistano un giorno di vita e di gioia. È la passione che ti attacca a queste lastre, a queste mura, a queste tradizioni: e Lui, senese di Taverne, nicchiaiolo importato in via della Sapienza, abituato a parlar chiaro in ufficio (e tanti se lo ricordano) e fuori, la sua passione per Siena la buttava fuori tutta quando la Mens Sana vinceva. L’ho visto l’ultima volta felice come un ragazzo – già menomato nel fisico – piangere di gioia e commozione quando gli passammo sotto casa in corteo per lo scudetto, continuava a seguirci da casa davanti alla tivvù ed alla radio. È morto il due di aprile e vincemmo a Cantù… Non gli erano simpatici nemmeno a Lui e forse, quel pomeriggio, se n’è andato contento! ■ MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 51 vista da lontano A PROPOSITO DI PLAY OFF... Rudi Simonelli Prepariamoci ad un finale emozionante ed incerto ma studiando i libri della “cultura della sconfitta,” come ormai la stanno definendo da diverse parti, per far capire la necessità di non estremizzare le cose quando tutto sembra andare male. I senesi con cui parlo di basket quando vengo al Palasport, la linea tenuta da Mesesport in questi mesi, dimostrano tutti di avere grande competenza e passione per questo meraviglioso sport che è il basket e questo può rendere tutto più naturale e semplice; certo, però, che abbiamo dovuto superare momenti difficili…! Possiamo capire, capiamo tutto. Ci eravamo abituati. MPS 2002 TRIONFO A LIONE. MPS 2003 LA GRANDE FESTA DI BARCELLONA. MPS 2004 TRIONFO SCUDETTO; ANCORA FINAL FOUR EUROLEAGUE. Insomma , ci eravamo abituati bene, forse troppo bene, in quei tre anni fantastici, ma francamente bisogna riconoscere che non è per niente facile ripetere tre annate consecutive come quelle. Chiaramente sono il primo a dire che il 2005 e le eliminazioni patite in questo 2006 non vanno giù, ma riconosciamo comunque di essere dalla parte di una squadra che è ancora ai vertici e che in questi play off può ancora credere in qualcosa di importante, avendo comunque una base su cui costruire, vada come vada questo anno, una nuova stagione come la vorremmo tutti. Parlando di play off mi piacerebbe sottolineare una particolare, se vogliamo anche per certi versi strana, caratteristica che lo svolgimento di questi assume negli anni 2000. Sia nella serie al meglio delle 7 sfide usata in NBA che in quella al meglio delle 5 usata in Italia, spesso la partita decisiva non è l’ultima, quella che assegna il passaggio al turno o addirittura il titolo, ma una partita chiave nel mezzo della serie. Mi spiego meglio. gara 2. Pensiamo ai nostri quarti di finale dell’anno scorso. Abbiamo perso gara 1 in casa con Roma. Gara 2 doveva essere decisiva, perché statisticamente parlando in Italia al meglio delle 5 partite, nessuno è mai riuscito a rimontare dallo 0-2 tranne che la Benetton nella famosa serie del 2003 contro la Viola Reggio Calabria, famosa perché poi immaginate se quella Mens Sana che arrivò alla Final Four di Euroleague avesse incontrato in semifinale scudetto la Viola anziché la Benetton. Non faccio fatica a pensare che avremmo giocato la prima finale scudetto della storia un anno prima. L’anno scorso si capì subito che gara 2 a Roma era decisiva, andammo in vantaggio anche di 14 ma poi finì male. Sullo 0-2 era fatta, perché la MPS vinse gara 3 a Siena, ma non ebbe la forza mentale di andare a vincere gara 4 a Roma, loro ormai come squali sentivano l’odore della vittoria.. Pensiamo anche alla nostra finale scudetto 2004. Chi ha dubbi nel sostenere che la gara decisiva fu gara 2 a Bologna? E vero che fu gara 3 ad assegnarci il titolo, ma quella fu solo una festa, c’erano già magliette celebrative e articoli di giornale belli pronti. Ricordo anche quando Recalcati regalò il primo scudetto alla Fortitudo Bologna nel 2000. Persero gara 1 in casa in mezzo ai fischi, ebbero la forza di riprendersi, andare a vincere a Treviso gara 2 e riportare la serie sull’1 a 1. Poi vinsero gara 3 in casa portandosi sul 2 a 1 e ponendo così le basi per lo scudetto, ma la gara chiave fu la vittoria in gara 2 a in trasferta. Non ci sono dubbi, attenti a gara 2 comunque vada la UN PLAY OFF CHIAVE Partiamo dalla NBA, che ha molti appassionati anche a Siena,specie fra i giovani. Gara 5 è ormai universalmente riconosciuta la partita chiave sulla serie lunga. Molti ricorderanno l’interminabile sfida San Antonio Los Angeles. Nel 2003 gara 5, sul 2 a 2 fu decisa da un tiro di Robert Horry,il cui jumper come una pallina di flipper picchiò da una parte all’altra del ferro interno dell’anello per poi schizzare fuori, mandando sul 3 a 2 San Antonio che poi avrebbe vinto come una formalità gara 6. Nel 2004 stessa identica situazione, gara 5 sul 2 a 2 con risultato ribaltato, un incredibile finale che decretò il 3 a 2 per Los Angeles, che poi chiuse alla sesta. Famosa nel 2003 fu anche una serie Philadelphia-Detroit. Questi ultimi, campioni nel 2004 e finalisti nel 2005, vinsero quella serie perché dopo 4 combattute partite sul 2 a 2 portarono a casa gara 5 perché il leader di Phila, Allen Iverson, sul meno 1 allo scadere fece zero su due dalla lunetta. Il più vivo ricordo per gli appassionati è sicuramente gara 5 della Finalissima dell’anno scorso, quando, sempre sul 2 a 2 col famosissimo errore difensivo di Rasheed Wallace di Detroit. Sulla rimessa laterale egli andò a raddoppiare sul nostro Manuel Ginobili, uomo designato per l’ultimo tiro, il quale intelligentemente, riaprì subito per il giocatore rimasto libero, che era ancora Robert Horry, nel frattempo passato a San Antonio. Uno dei giocatori più famosi per la freddezza con cui tira nei secondi finali, (quello che ci manca a noi , tanto per intenderci visti i finali con l’Ulker e con Roma) lasciato libero, il quale infilò una gran tripla che diede il 3 a 2 a San Antonio. Pensate che Detroit andò a vincere in trasferta gara 6 per il 3 a 3 ma ovviamente non riuscì a vincere in trasferta anche gara 7 che assegnò il titolo ai Texani. Sembra insomma che in molti casi, ovviamente non è una regola generale, quella gara 5 segni un crocevia psicologico spesso fattore decisivo per il risultato finale ATTENTI A GARA 2 In Italia esiste una situazione simile, ma , vista la struttura decisa dalla Lega con cui è determinata la sequenza delle 5 gare, da noi ho riscontrato che la gara chiave risulta essere 51 partita inaugurale. Sia che tu vinca o perda la prima, se vuoi vincere il titolo o passare il turno imponiti di vincere gara 2, questo è ciò che direi ai ragazzi, anche se mentalmente l’idea delle 5 partite sembra ingannatoria. Sarebbe diverso, ed io lo proporrei, se si disputassero le gare con una diversa sequenza, come facevano in NBA una volta. Le prime due gare le gioca in casa la squadra meglio classificata nella stagione regolare, le altre due in trasferta e la bella di nuovo in casa della meglio classificata. Perché? Ripensiamo all’incidente capitato ad Hafnar che ci affossò in gara 1 contro Roma. Potevano darci una possibilità di recuperare i danni dovuti a quell’incidente se gara due fosse stata nuovamente a Siena. Come poi andò in realtà, la avremmo vinta portando il risultato sull’1 a 1 anziché ritrovarci 0-2 e psicologicamente avrebbe potuto fare la differenza, perchè così si chiude subito la serie anche se è al meglio delle 5, come con questo regolamento spesso accade. Che poi ciò sia un vantaggio per la migliore classificata male non fa, perché la nostra eliminazione da parte di Roma,(nostra bestia nera molto più di Napoli o Cantù, lo dico da molto) fu una “ingiustizia” mica da poco. Comunque, in quel caso andare sotto 02 sarebbe diverso perché psicologicamente sapresti che perdendo in trasferta non avresti gettato al vento nulla, avresti di fronte due gare in casa per portarti sul due pari e giocarti tutto nella bella. ■ Immagini della partita scudetto MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 52 ANCHE QUEST’ANNO IL MERCATO HA RISERVATO DIVERSE SORPRESE. GUIDA PRATICA IN VISTA DI QUELLO PROSSIMO Consigli per gli acquisti A.A.A. Offresi. Il cartello, metaforicamente esposto sulle porte degli uffici di tutti i procuratori del mondo, è destinato a tornare d’attualità tra un mese. Quando, buttando un occhio alla televisione sintonizzata su un calcistico Germa- Kelth Carter Kebu Stewart Lynn Greer 52 b a s ket nia-Costa Rica, i general manager italiani inizieranno a costruire le loro squadre per il 2006/07. Parlare oggi di mercato è sicuramente prematuro: i playoff, infatti, decideranno le sorti di qualche dozzina di giocatori, allenatori e scout. Molto più interessante è invece capire quali sono stati i grandi affari e le grandi fregature del mercato 2005, nella (utopica) speranza di attualizzare il vecchio “historia magistra vitae” per far tesoro degli errori sia propri che altrui. Qualche esempio? Questo, più o meno, era quello che c’era scritto dodici mesi fa sul dossier-Lynn Greer, in possesso di molti general manager italiani. Nome: Lynn Greer Squadra: Dinamo Mosca Caratteristiche: piccolo, extracomunitario, né play né guardia, segna tanto ma i compagni – bravi o non bravi – tende a coinvolgerli poco. Buoni istinti offensivi, difende solo per sbaglio. Nota bene: costa tanto e in carriera non ha vinto quasi niente. Oggi, dopo una stagione da MVP, quel dossier è stato riscritto così: immarcabile, conosce i tempi della partita e li sa interpretare. Decisivo quando la palla scotta, ha guidato la Serie A per punti, percentuale da tre e percentuale ai liberi. Nota bene: ha trascinato Napoli, città che tradizionalmente il pallone non lo tira a canestro ma lo prende a calci, a una Coppa Italia storica. Al secondo posto tra i grandi affari dell’anno c’è senza dubbio Kebu Stewart, ennesimo jolly pescato dal duo Arrigoni-Sacripanti. Ad agosto si parlava di lui in questi termini: “centrone come in Europa se ne vedono tanti, è riuscito a non farsi confermare da Uniks Kazan, Prokom Trefl, Estudaintes Madrid e Vojvodina Novi Sad . Buono a rimbalzo, preferisce i piaceri del cibo alle fatiche della palestra. Incognita anche per una squadra di media classifica come Cantù, potrebbe sfruttare le attenzioni dedicate al vero grande acquisto brianzolo: Katelynas”. Tempo dodici mesi, e l’opinione degli addetti ai lavori è cambiata quel tanto che basta per far lievitare il suo conto in banca. Molti general manager oggi commenterebbero così: “Kebu Stewart? Dominante, pronto per una qualsiasi squadra da Eurolega di quelle forti. Devastante dal post, con una squadra modesta come la Vertical Vision è riuscito a guidare la Serie A per valutazione, rimbalzi offensivi e falli subiti. Altro che Katelynas…”. A pochi passi dalla fine del girone di ritor- LUCA BIANCHIN no e dall’inizio delle vacanze di dodici delle diciotto migliori squadre italiane, si può azzardare un quintetto delle sorprese stagionali. E, per una sorta di contrappasso cestistico, metterlo idealmente di fronte alla squadra delle grandi delusioni del 2005-2006. Partiamo con chi nella Borsa del basket europeo ha guadagnato molti punti. Play: Lynn Greer o Joe Crispin (Navigo.it Teramo), buonissimo come alternativa all’americano della Carpisa. Guardia: Keith Carter (Upea Capo d’Orlando), da riserva (lo ricordate a Siena, modestissimo con la maglia della Pompea Napoli non troppi mesi fa?) a prima opzione offensiva, con 18,6 punti, 4,4 rimbalzi e il 58% da due. Ala piccola: Jon Stefansson (Carpisa Napoli), arrivato come comprimamio belloccio, adatto più alle copertine dei giornali rosa che a quella di Superbasket, si è imposto come uno dei migliori difensori d’Italia. Alla faccia di chi scherzava sulle potenzialità del basket islandese. Ala grande: Brandon Brown (Air Avellino), una luce nella stagione altalenante degli irpini.Terzo per valutazione, falli subiti e percentuale da due, ora può bussare a sacrosanti denari. Centro: Kebu Stewart. Dalle nuove stelle a chi, partito con le stimmate del campione, si è scoperto figlio di un Dio minore. Play: Nate Johnson (Vertical Vision Cantù), a dimostrazione che anche Arrigoni, qualche volta, si può sbagliare. Guardia: Marlon Garnett (Whirlpool Varese), per la disperazione dei dirigenti biancorossi che, dopo avergli concesso un biennale, hanno il sospetto di aver ricevuto via posta la controfigura del tiratore di Treviso. Ala piccola: Nestoras Kommatos (Climamio Bologna), dal Maccabi alla panchina Fortitudo. A inizio 2006 Repesa deve aver chiesto un regalo ad Alibegovic: toglimi di torno il peggior acquisto dell’estate. Accontentato. Ala grande: Terrance Robertson (Bipop Reggio Emilia): conosciuto a Trieste (anche) per le sue scorribande notturne, a Reggio non ha fatto in tempo nemmeno a festeggiare il Carnevale. Centro: Tomas Van den Spiegel (Lottomatica Roma): 11 partite giocate, qualche altra decina vista dal parterre: infortunato semicronico, esiliato a febbraio. ■ MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 53 IL BASKET ITALIANO RAPPRESENTATO DAGLI UNDER 18 DELLA MPS ALLE FINAL FOUR DI EUROLEGA Siena c’era, ...con gli Juniores STEFANO FINI Praga regala sensazioni forti ai suoi visitatori. Sopra il Karlsbruche, magnifico ponte capolavoro di architettura, si erge l'imponente castello dei re di Boemia dalle cui finestre, agli inizi del '400, furono lanciati nel vuoto il borgomastro ed i funzionari imperiali, rei di non aver capito le esigenze religiose del ‘popolo di fede’. Nel basket la ‘Primavera di Praga’ coincide confusamente con le Final Four di Euroleague; noi senesi appassionati della palla a spicchi, siamo stati catturati da emozioni cestistiche con toni estremamente ed ugualmente forti; siamo tornati a casa con un carico di sensazioni e di annotazioni difficili da scaricare dal computer del proprio io. Al Saska Arena, sede delle Final Four, abbiamo rivisto fra i senior troppa Montepaschi dell’altro-ieri per rimanere indifferenti, e nell’attiguo impianto sede del Junior Tuornament, annuale manifestazione di vertice del basket giovanile europeo, gli Juniores della Montepaschi hanno fornito prestazioni troppo altalenanti per non rimanere analogamente indifferenti. Questo Torneo giovanile, dopo la vittoria ottenuta dallo Zalgiris di Kaunas nella prima edizione del 2003, ha visto la costante affermazione, nei tre anni successivi (compreso l'attuale), del Cska di Mosca mentre la Montepaschi iniziò ha far parte di questa élite del basket-giovane nel 2004 a Barcellona. Se dovessimo rappresentare con un grafico i risultati ottenuti in questi anni dai giovani senesi al Junior Tuornament, come si usa fare con i titoli in borsa, verrebbero rappresentati con una linea in progressiva discesa : secondi nel 2004, terzi nel 2005, quinti nel 2006. Questo cosa significa? Forse i nostri giovani non sono più bravi? Cercherei di evitare le estremizzazioni del ragionamento perchè, come spesso accade, la verità sta nel mezzo. Il livello del basket con il quale i nostri giovani si confrontano è talmente alto che è fuori luogo parlare in modo negativo, come del resto è altrettanto fuori luogo parlare e scrivere del nostro basket junior in modo trionfalistico; questo vorrebbe dire fare una disattenta informazione. Artefici delle vittorie, sono anche nell’ambito Junior, i grandi talenti, i giovani campioni. Non a caso nello Zalgiris, vincitore nel 2003, vi era Andriuskevicius attualmente nella Nba con i Cleveland, e nel Cska di Mosca, vincitore negli anni successivi, vi era Korolev anche lui già nella Nba con i Clipper ; non a caso il Cska-2006 vincitore a Praga ha brillato anche di luce riflessa: quella della stellina moscovita Skved, seguita attentamente dai talent-scout statunitensi; non a caso le migliori prestazioni fornite dalla Montepaschi hanno coinciso con la presenza nella squadra senese di Datome, vero talento giovanile approdato a Siena in questi ultimi anni. L’attuale squadra Juniores è ben allenata, bilanciata ed equilibrata, è motivata e fisicamente dotata ma è senz’altro meno ricca di talento. Questo perchè l’interesse sui giovani è ritornato ad essere prioritario per molte società e le possibilità di reclutare il prospetto super è diventata estremamente difficile: l'esempio di stagione è stato il figlio d’arte Gallinari approdato all'Olimpia Milano. Al Junior Tournament di Praga probabilmente la presenza di un leader, di un grande talento, avrebbe trasmesso sicurezza e tranquillità anche agli altri mensanini; avrebbe probabilmente dato maggiore positività e continuità alle prestazioni di giovani importanti come D'Ercole capace di realizzare 33 punti conto il Cska, 20 punti contro Praga ma anche naufragare contro il Cibona (3 punti con 1 su 14 al tiro). Uno specchietto in campo avrebbe attirato le attenzioni difensive degli avversari e probabilmente evidenziato maggiormente le indiscusse qualità di Eliantonio ( 8 punti contro il Cibona, 19 contro il Cska). Tuttavia nel complesso, in merito al comportamento dei singoli, pur riscontrando nell'occasione alcune deficenze (come nel fondamentale del tiro), dobbiamo registrare le solite buone attitudini difensive di tutti ed una capacità caratteriale di recupero degna di giocatori maturi. Ci riferiamo alla vittoria sul Cska (89-87 dts) dopo la determinante prova incolore contro il Cibona (56-77). Il coach Giulio Griccioli ed il suo assistente Alessandro Magro hanno saputo ben guidare la compagine senese; hanno cercato anche un disperato ed inizialmente positivo recupero, nella partita chiave contro il Cibona, disponendo una efficace zona-press, poi gelata da una serie di triple determinanti della squadra bosniaca di Zagabria. Al Tournament Junior di Praga abbiamo avuto anche l'opportunità di vedere scuole cestistiche diverse a confronto, abbiamo potuto verificare come si lavora sulla formazione dei giovani in alcune delle principali società europee, dandoci uno spicchio interessante delle tendenze tecnicotattiche sui fondamenti formativi dominanti nei rispettivi paesi. L’attuale Cska ha definitivamente dimostrato che i problemi della scuola moscovita erano quelli enunciati un tempo dal coach Edenko: superate le disgrazie economiche si sono scongelati i talenti ed i tecnici sono usciti dallo stato di clorofizzazione ; adesso si lavora e bene. Lo Zalgiris di Kaunas ha la capacità di lavorare positivamente con i grandi numeri, ovvero su una vasta base (in Lituania il basket è lo sport più seguito e praticato). La loro naturale fisicità li aiuta sotto certi aspetti del gioco ma dove si ritengono di essere più deficitari (dinamicità, atletismo, fantasia mentale), intervengono con un paziente ed accurato lavoro. La scuola senese ha il suo "marchio di fabbrica" nella difesa; la nostra intensità difensiva applicata nelle molteplici difese è ormai conosciuta sia nello stivale italico come nel resto del continente europeo. Siena continua ad esserci al vertice del basket europeo, anche se questa volta solo con gli Juniores. ■ I giovani Ammanato, Barozzi e D’Ercole impegnati nella gara con Praga. ba s k e t 53 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 55 quelli che il tifo biancoverde CON UN OCCHIO AL RANKING Barbara Cerretani La regular season si sta avviando a passo spedito verso la conclusione con la Mens Sana che, dopo il rendimento altalenante delle ultime partite, occupa in solitario la terza posizione in classifica, costretta però a guardarsi costantemente le spalle dagli attacchi delle dirette inseguitrici Udine, Milano, Napoli e Roma. Le due vittorie consecutive in trasferta a Cantù e Napoli sono arrivate al termine di partite molto diverse fra loro, ma ugualmente importanti per dare una svolta alla stagione biancoverde: Chiacig e compagni hanno dato prova che il mal di trasferta di inizio anno è solo un brutto ricordo e la vittoria in quel di Reggio Emilia ha avallato in pieno questa teoria. Resta solo da mordersi le mani per la battuta d’arresto casalinga contro la Lottomatica Roma, vera ‘bestia nera’ della Mens Sana (considerando i play-off dello scorso anno il bilancio è di 6 sconfitte e 1 sola vittoria biancoverde), senza la quale saremo in questo momento saremmo agganciati al duo di testa che a sole quattro giornate dalla fine del campionato, sembra ormai irraggiungibile. Proprio due degli ultimi turni di campionato vedranno la Mens Sana impegnata rispettivamente contro la Fortitudo Bologna e contro la Benetton Treviso in due scontri difficilissimi proprio perché giocati lontano da Siena e quando si decide il piazzamento finale. Di conseguenza la griglia dei playoff, il pubblico e la componente ambientale giocano un ruolo fondamentale. Proprio a questo proposito in molti si sono chiesti se si tratti di una mera coincidenza con gli ultimi anni, o se la casualità non c’entra con il fatto che i biancoverdi abbiano dovuto sempre affrontare le squadre più ostiche nelle ultime giornate. Certo è che il calendario non faciliterà il già arduo compito della Mens Sana che dovrà quantomeno tentare di difendere il terzo posto dagli attacchi esterni, perché se da un lato molti punti sono andati persi in sconfitte evitabili, a questo punto è inutile guardarsi indietro e recriminare. Dobbiamo piuttosto pensare a come è meglio affrontare gli imminenti playoff ed il fattore campo garantito dai primi quattro piazzamenti, almeno per ciò che riguarda i quarti di finale, potrebbe essere un esiguo ma pur sempre importante vantaggio. Un altro elemento di importanza capitale è rappresentato, sempre in ottica regular season e playoff, dalla lotta per il piazzamento interno al campionato italiano sulla base del quale verranno assegnati i due posti triennali ad altrettante squadre italiane per il nuovo ranking dell’Eurolega. La classifica attuale vede infatti in prima posizione la Fortitudo con 38 punti, seguita dalla Benetton con 31, ed in terza posizione ma staccata di un solo punticino la Montepaschi a 30. Molto staccata Milano con 15 punti. Alla fine della stagione regolare saranno assegnati alcuni punti importanti: 8 al primo posto, 7 al secondo e così via fino all’ottava posizione, mentre una seconda assegnazione arriverà proprio grazie ai play off dove la posta in palio è sensibilmente più alta: 15 punti a chi si aggiudicherà il titolo di Campione d’Italia, 8 alla finalista, 4 alle due semifinaliste. Per questo motivo la rincorsa a Treviso rischia di complicarsi proprio nella postseason, qualora la Benetton non venisse raggiunta al primo posto (ed allo stato dei fatti sembra davvero difficilissimo), la Mens Sana dovrebbe tentare di superare un turno in più rispetto ai trevigiani nella corsa allo scudetto. Prepariamoci dunque a vivere uno scoppiettante epilogo di campionato augurandoci che i biancoverdi diano il meglio sia in casa sia lontano da Siena, dove innegabilmente passa lo snodo cruciale di questo finale di stagione. Se la Mens Sana saprà imporsi con una certa continuità in trasferta, come ha recentemente dimostrato, la corsa verso la finale e verso la nuova Euroleague pare meno complicata di quanto sembra dire il pronostico. Ma i pronostici, si sa, sono fatti per essere smentiti. ■ MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 56 SI CONCRETIZZA NELL’ULTIMO RADIOSO SABATO D’APRILE IL PRIMO OBIETTIVO STAGIONALE La Ducato fra le quattro grandi del campionato FRANCESCO OPORTI Mancavano quattro secondi al termine dell’ultimo sforzo casalingo della Ducato, l’ultimo sabato di Aprile, un mese terribile per le atlete in maglia bianconera nel quale il sole della vittoria poco o nulla si è visto con la crescita invece dell’ansia per la possibile esclusione dai play off, riservati come noto alle prime quattro classificate.La ‘principessa’ d’inverno che umiliava il grande Cus Chieti, che sconfiggeva la corazzata San Raffaele, che ‘passeggiava’ su Pozzuoli stava ritornando la ‘zucca’ della prima partita con il Pontedera.Incredibile ma purtroppo vero. Mancavano quattro secondi alla fine di… tutto, le atlete sarde del Cus Cagliari con una clamorosa rimonta erano riuscite a superare le senesi, ultimi due minuti, poi punto a punto con la panchina costoniana vitrea, il pubblico attonito, incredulo dopo il + 15 per le costoniane a metà gara. Ennesima sconfitta casalinga, e questa volta con squadra mediocre o poco più? Forse.Probabile.La la palla alle avversarie sbarcate dalla bella isola, un canestro può significare il tramonto dell’ultimo traguardo possibile per la Ducato: quarto posto e play off; impossibile infatti recuperare a un pugno di secondi dalla sirena. Le avversarie ci credono, rallentano l’ultima infinita azione di un sabato che minaccia pioggia; ma esce il ‘sole’…l’astro si chiama Giovanna Granieri, la guardia più forte del campiona- 56 b a s ket to, una fuoriclasse capace in più occasioni di vincere una partita da sola.Giovanna l’’amerikana’ ha corso per quaranta minuti, ha giocato, fatto giocare, ha fatto il possibile ma la Ducato sta per ‘affondare’ nel mare di Sardegna e allora gli ultimi quattro secondi sono quelli della vita, ora o mai più, ora può entrare definitivamente nella storia del basket femminile senese come la più grande, la più completa, la più forte giocatrice mai vista sui parquet di Siena.Quattro secondi, il PalaCus ha una pausa di silenzio spettrale, il folto pubblico senese guarda a lei, coach Zani sembra sussurrare alla senese globetrotter da una distanza quasi infinita: “ora Jo, ora o tutto finisce qui”. Il sole dell’acquacalda risplende su Granieri che difende e recupera una palla impossibile, corre anzi vola verso un canestro che appare lontano, subisce uno forse due falli, raddoppio di marcatura, tutto il possibile, il lecito e l’illecito dalla rude fisicità sarda, ‘super Jo’ ha un millesimo di secondo per decidere, un tempo infinito per un’entrata ai limiti del basket ‘umano’: un sottomano verticale alto per evitare la stoppata di una gigante. La palla scompare, è fuori dalle normali possibilità d’intercettazione, raggiunge il punto più alto, forse fuori dal PalaCus, precipita nel canestro equidistante dal magico cerchio.La panchina sarda tace ammirata, coach Zani urla, il pubblico sembra quello della vittoria contro Chieti, i Play off sono matematicamente acquisiti, la squadra esulta con il “baricentro” a stelle e strisce che,da queste parti, si chiama Giovanna Granieri, una ragazza amerikana di Siena.Per sempre.Quatro secondi, la vittoria è liberatoria per tutti e allora il Presidente dell’A.p.f. Costone Luciano Ghezzi alza le braccia, scarica una tensione accumulata nei terribili minuti della rimonta sarda, ricorda forse altri momenti della sua carriera da ottimo giocatore di basket.La Ducato accede alla fase finale per la conquista di un posto nella massima serie.Siena, San Raffaele, Chieti e Pozzuoli, questa la griglia per un altro obiettivo.Quello che sarà a questo punto poco importa, sarà comunque un successo. Criticare quando è necessario e quando è utile, lodare quando è giusto: questo è il teorema al quale siamo legati, anzi è quasi un dogma.Allora è giusto evidenziare la bella iniziativa del minibasket-nell’intervallo lungo della partita-con le bambine guidate da Silvia Pieroni e Giacomo Corbini che assaporavano le sensazioni per un parquet importante, con tanto pubblico. Il Presidente Ghezzi che andava a battere il ‘cinque’ con le giovanissime promesse, tante mamme e numerosi babbi in tribuna, ingresso al PalaCus gratuito per tutti.Vogliamo questa Ducato, vogliamo questo spirito costoniano. ■ MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 57 SCATTO D’ORGOGLIO DELLA FORMAZIONE ROSSOBLÙ Virtus, la salvezza è vicina ANDREA MONCIATTI Con il successo di Matera la Virtus è vicinissima alla salvezza nei playout. Al momento infatti i rossoblù sono ad una vittoria dalla permanenza in B1, quindi pare davvero che questa stagione così travagliata stia volgendo al termine. Nel finale di campionato la squadra di Binetti era riuscita, vincendo con Pistoia e Ragusa, a risalire la china conquistando un tredicesimo posto che dopo otto sconfitte consecutive sembrava una chimera. Poi l’ultima gara con S. Antimo, persa in volata ma giocando molto male, aveva fatto pensare ad un rilassamento precoce. Ma così non è stato. La Virtus si è confermata ancora una volta saggia e determinata nel momento decisivo della stagione, affrontando al meglio le sfide più importanti. Il risultato positivo di Matera ne è una testimonianza. Probabilmente nessuno si aspettava una gara ai 100 punti, anche per- ché nei play-out di solito non accade mai, ed invece Virtus e Matera hanno giocato a viso aperto, ed i senesi hanno avuto ragione. Ed il bello è che alla vigilia di questa sfida tutti temevano l’attacco fulminante dei lucani (migliore in assoluto di tutta la B1), con i suoi tre moschettieri Longobardi, Giuffrida e Cucinelli, sperando in una partita in cui prevalessero le difese, in cui si giocasse a ritmi bassi. Invece sorprendendo tutti, la Mpv è riuscita a vincere giocando a segnare un punto in più degli avversari. L’ottimismo della vigilia è stato confermato dai fatti. Non è un caso se in una gara così importante il tecnico Francesco Binetti abbia avuto grandi risposte da Gori, Gattoni e Binetti, i punti di riferimento di questa squadra. Perché è chiaro a tutti che anche nelle difficoltà, e ce ne sono state diverse, questo gruppo è rimasto fedele al suo allenatore. Inoltre finalmente la Virtus è riuscita a far valere la sua panchina lunga. I punti di Gatti, Giuri Farinon e Amoni infatti sono risultati decisivi, anche perché Matera ha giocato solo con sei elementi. i Materani non sono riusciti a mettere in crisi i punti saldi di questa squadra, impostando la partita su una difesa piuttosto lassiva, e la Virtus ne ha subito approfittato. Del resto non è la prima volta quest’anno che i rossoblù vincono gare di questo tipo. Adesso Binetti dovrà essere bravo a tenere alta la tensione per il proseguo di questa serie che potrebbe dare alla società di Don Perucatti una salvezza ‘sprint’, come era davvero difficile sperare. Dopo si aprirà la pagina dei bilanci, e probabilmente la ormai consueta stagione dell’incertezza, in attesa di sapere cosa ci sarà nel futuro di questa società. Da un paio d’anni ormai maggio e giugno sono i mesi più difficili per la Virtus (...ma non solo), anche se arrivano grandi soddisfazioni dai giovani, perché quando si possono mettere le fondamenta per la stagione futura, la società rossoblù è costretta a vivere alla giornata. Ovviamente la speranza è che quest’anno non sia così. ■ ba s k e t 57 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 59 Il Costone ha centrato quello che era l’obiettivo che la società tutta – con in testa Patrizia Morbidi – si era prefissato all’inizio del campionato, cioè tornare a disputare i play off . Si è così evitato quel piazzamento nella terra di nessuno del nono posto – campionato finito, e tutti a casa…-, e soprattutto si è evitato il decimo posto, il che sarebbe equivalso ad un mesto ripiego – non consono tra l’altro alle potenzialità di molti dei costoniani – nei play out, che sono la coda meno auspicabile possibile del campionato. Lo scorso anno – giova ricordarlo -, la squadra costoniana proprio così concluse l’annata, giocando con poca gloria contro una squadra come il Follo, nettamente inferiore dal punto di vista prettamene tecnico, terminando quindi con una certa amarezza il campionato. I play off vedranno la compagine allenata da Maurizio Tozzi impegnata contro una compagine sulla carta proibitiva, cioè quel Perugia che è stata la vera e propria dominatrice della stagione regolare testè conclusa. IL QUINTETTO GIALLOVERDE CENTRA L’OBIETTIVO MINIMO CHE SI ERA DATO ALL’INIZIO DELLA STAGIONE Il Costone riscopre i play off RAFFAELE ASCHERI Una cosa è certa, e non è un modo di dire per mettere le mani avanti: il compito che attende i costoniani è davvero di quelli al limite del proibitivo, se i risultati della stagione regolare hanno un senso (e ovviamente ce l’hanno!). Oltre ad essere la squadra “ammazzacampionato”, quella perugina ha prevalso infatti nettamente con i costoniani tanto nella gara d’andata (90-63 a Perugia il 29 0ttobre!), quanto in quella di ritorno, al termine di una prova certo più equilibrata, ma conclusasi sul 78-69 per gli ospiti. I problemi, oltretutto, non sono affatto finiti, giacchè il simbolo della tenacia costoniana, cioè capitan Castri, a pochi giorni da gara 1 si è infortunato, e la sua presenza è fortemente in dubbio per i play off: tutto ciò toglie non poco alla varietà di soluzioni offensive a disposizione di Tozzi, visto che Castri negli ultimi tempi – oltre ai consueti tiri mortiferi da 3 punti – ha ripreso a fare una cosa che per molto, troppo tempo, aveva smesso di fare, cioè entrare dentro l’area altrui per cercare – e spesso trovare… – il tiro da sotto (come si è visto chiaramente nel secondo quarto della partita decisiva con il Colle). Anche Dell’Aquila, pure recuperato, non è certo al meglio della condizione, essendo reduce da un infortunio, ed è così agevole capire come il Costone, invece di presentarsi con tutti gli effettivi in piena efficienza fisica come sarebbe stato auspicabile per un avversario così ostico, si presenterà a Perugia incerottato, ed in elementi che sono di solito decisivi. Ciò detto, bando agli alibi: il Costone per qualità individuali merita probabilmente più dell’ottava posizione al termine della stagione regolare, e nonostante l’assenza di Castri – soprattutto se ritroverà il miglior Fabrizi – ha giocatori che non a caso l’hanno resa una delle squadre offensivamente più prolifiche di questo girone della C1. La cosa importante è evitare le amnesie, i passaggi a vuoto che spesso attanagliano la squadra senese, che in certi momenti perde letteralmente la bussola della corretta circolazione di palla ed è capace di stare anche per quattro-cinque minuti senza fare un canestro che sia uno. Se gli esterni faranno quello che è nelle loro potenzialità, ci riferiamo a Filippo Franceschini e al prima citato Fabrizi, se dalla cabina di regia sarà mantenuta la opportuna lucidità e saranno garantiti i servizi sotto canestro a Dell’Aquila, se la squadra tutta saprà mantenere la giusta compattezza ed intensità difensiva senza cadere nel nervosismo anche in caso di fischi opinabili, forse non arriverà la vittoria, che va comunque ricercata con tutte le proprie forze, ma di certo la sconfitta avrà un sapore meno amaro. ■ ba s k e t 59 MAGGIO-2006 05-05-2006 9:28 Page 60 sport per tutti •Paolo Ridolfi Lo sforzo di tutto il Comitato senese dietro alla riuscita manifestazione di atletica svoltasi il 25 aprile •La Uisp con lo spirito della Contrada Mentre il popolo dei vacanzieri si crogiolava al sole approfittando del ponte del 25 aprile, il campo scuola di via Avignone “brulicava” di atleti di tutte le età impegnati nel IX meeting della Liberazione, organizzato dal Comitato Uisp di Siena con la determinante collaborazione dell’Uliveto Uisp atletica Siena. I giudici, in rigorosa divisa bianca, dislocati nelle varie zone del campo, effettuavano tutte le rilevazioni del caso che poi venivano elaborate dalla segreteria. Qui il clima appariva surreale; entrando si notavano gli schermi di tre computer dietro ai quali spuntavano le teste degli addetti, praticamente “annullati” dai umeri e dalle classifiche “sfornate” a tempo di record. Tra loro Stefano Giardi, presidente della Uisp Atletica, vera e propria mente tecnica della manifestazione. Dalla segreteria, come in una catena di montaggio, le graduatorie passavano alle mani dello speaker “bionico”(ha parlato praticamente senza interruzioni dalle 9,30 alle 20,00), Federico Bini da San Gimignano, che “allertava” lo staff delle premiazioni per la distribuzione delle medaglie e dei pacchi gara ai più bravi. I momenti più difficili sono stati quelli delle premiazioni degli esordienti. I piccoli e piccolissimi hanno atteso più del dovuto le premiazioni del triathlon ed è stato complicato tenerli lontani dal tavolo delle medaglie e, soprattutto, delle merendine che sarebbero state distribuite di li a poco. Come lo scorso anno una menzione particolare la merita il mitico presidente regionale della lega atletica Uisp Remo Marchioni che non ha abbandonato mai la postazione effettuando un numero di premiazioni da guinnes dei primati. Con lui si sono alternati l’assessore allo sport Alfredo Tanzi, il presidente del coni provinciale Roberto Montermini, Tommaso Bisio, dirigente nazionale Uisp che guidava la delegazione genovese, scesa in campo con circa cento atleti suddivisi in due so- 60 cietà, ed il presidente della lega provinciale atletica Uisp Mauro Marrucci. Il resto della organizzazione è stato gestito dai volontari del comitato Uisp e dell’Uisp Atletica che hanno presidiato i tavoli delle iscrizioni e della distribuzione delle magliette, ma, soprattutto, la zona bar, che è stata letteralmente presa d’assalto per tutta la giornata. Pare che il risultato sia stato buono, anche se il “pareggio” economico rimane come sempre una chimera, nonostante i preziosi aiuti dell’Amministrazione provinciale di Siena, della Confederazione nazionale dell’Artigianato e della Confesercenti. La cassa, per tutta la giornata, è stata custodita e gestita dalle ormai esperte mani di Lorella, vero e proprio “forziere” della manifestazione. Seguendo l’ottimo profumo del ragù preparato da babbo Madoni, assieme alla insostituibile figlia Elena, si giungeva alla zona distribuzione pasti dove le penne sono rimaste fumanti per quasi due ore. Alla “mescita” Fadi ha saputo tenere a bada grandi e piccini, forte dell’esperienza maturata dietro al bancone-trincea della piscina dell’Acquacalda. Dopo pranzo il panorama è leggermente cambiato, i giovanissimi e rumorosissimi esordienti hanno lasciato spazio alle categorie dei più grandi, a partire dai cadetti fino agli allievi ed agli assoluti. Questi ultimi hanno dato vita a gare di buon livello soprattutto nel lungo maschile, con Francesco Agresti delle Fiamme Oro Padova e nel martello femminile con Elisa Palmieri del Gruppo sportivo Esercito. Atleta questa che è in realtà nata cresciuta e vissuta a Siena nell’Uliveto Uisp ed è tutt’oggi una delle colonne dell’organizzazione dei soggiorni estivi per ragazzi coordinati dalla Uisp. Tra le varie competizioni hanno trovato spazio gli applauditissimi ragazzi delle Bollicine impegnati in quattro specialità che hanno garantito ad ognuno di loro un bottino importante di medaglie. Alla fine il numero dei partecipanti ha sorpreso tutti, con 561 iscritti ( circa 200 in più rispetto allo scorso anno) e 893 partecipazioni gara. Ancora una volta il successo della manifestazione deve essere condiviso e suddiviso tra tutti coloro che hanno rinunciato al ponte vacanziero per dedicarsi all’organizzazione di un meeting a 360° che ha visto la partecipazione di atleti dai 6 ai 50 anni. Il tutto rigorosamente “a gratis”. È sin troppo facile, a questo punto, dire che la X edizione del Meeting è confermata, con l’obiettivo dichiarato di entrare di più nel cuore della città visto che, senza tema di smentita il Meeting della Liberazione è l’appuntamento più importante dell’atletica su pista a livello provinciale. ■