Locarno, 5 Agosto 2015 Cerimonia di

Transcript

Locarno, 5 Agosto 2015 Cerimonia di
Locarno, 5 Agosto 2015
Cerimonia di inagurazione del 68° Festival Film Locarno
Trovare le parole da dire questa sera non è stato facile, anzi vi confesso che
la prima reazione è stata quella di riesumare tutti i libri della biblioteca e
mettermi di fronte all’elaboratore elettronico per scandagliare il web,
documentarmi e rastrellare qualcosa di importante da dire.
È stato un attimo: ho realizzato che non sarebbe stata la mia strada.
Non sono un critico, nemmeno un autore, né tantomeno un intellettuale: sono
un ingegnere, anzi, prima di tutto sono uno spettatore e amo il cinema, lo
amo da sempre; lo amo perché è una lama che ti penetra nell’anima, per la
malleabilità della materia, perché può essere una carezza oppure un pugno.
Così da astante, mi ha colpito una frase di Ennio Flaiano, che mi arride: “Il
cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore
rimane immobile”.
Vi confido che, in realtà, non mi sono mai sentito così animato come di fronte
ad un film.
Guardare un film è fare un viaggio in altri mondi, in altre persone, in altre
esistenze, dove sfociano una miriade di emozioni che, come d’incanto, si
mescolano alle tue. Il cinema ha la capacità di far piangere, sorridere,
angosciare, schifare, sghignazzare, spaventare, eccitare, …, come nessuna
altra arte !
In realtà è un viaggio dentro se stessi. E all’epilogo di ogni percorso è come
se ci accorgessimo che la nostra vita è mutata, che in noi aleggia qualcosa in
più che prima non percepivamo.
Non posso asserire che il cinema migliori la nostra vita, ma un fondamento
l’ho realizzato, proprio all’interno di una sala cinematografica della regione.
Sono passati diversi anni, ma lo ricordo come se fosse ieri. Proiettavano
“Seven” di David Fincher. Un film cupo, crudele, coinvolgente. Nel corso della
scena finale la tensione, che per tutta la durata della proiezione ha mantenuto
1
livelli altissimi, tocca il culmine, con Brad Pitt che, di fronte a Kevin Spacey, ci
avvolgeva in un’atmosfera di ansia, paura e rabbia. In quel preciso momento
mi sono sentito stringere con forza l’avambraccio dalla signora seduta
accanto a me, fin a quel momento una perfetta sconosciuta: eravamo lì,
assieme a difenderci dalla paura, dall’irrigidimento, stringendoci l’un l’altra.
In un’epoca come la nostra dove l’individualismo e il consumismo fanno da
padroni, come aveva profetizzato un grande Pier Paolo Pasolini, l’idea che un
film ci possa far abbracciare il nostro vicino e condividere con lui
un’emozione, un’indignazione, una conoscenza, è incoraggiante , anzi oserei
dire esaltante.
Questo ci deve spingere coralmente a difendere il cinema, a difendere i nostri
sentimenti, le nostre idee da una parte e dall’altra di non perdere la curiosità,
l’apertura e quindi la tolleranza nei confronti di ciò che è altro, diverso,
sconosciuto. Le differenze e gli scambi sono un valore.
Come un valore è la cultura, che, oltre a essere un ingrediente importante
nella vita dei cittadini, è una risorsa di sviluppo.
Locarno rappresenta un “banco di prova” importante per verificare le
potenzialità dei processi di valorizzazione della cultura in termini di
miglioramento della qualità di vita dei cittadini, di rafforzamenti di coesione
sociale, con il conseguente incremento del potenziale “attrattivo” e, di riflesso,
un ritorno concreto in termini economici.
Il Festival del film e il futuro Palazzo del cinema diventano, per la città,
elementi imprescindibili di sviluppo e di crescita perché le conferiscono un
elemento di specializzazione ed identità forte, la rendono in grado di
proteggersi dal “pericolo” della competitività e crearsi una posizione ben
consolidata.
Se guardiamo al nostro paese, la prima cosa che viene in mente, quando si
pensa al ruolo che la cultura può rivestire nello sviluppo urbano, sono i
processi di valorizzazione legati al Festival del film, importante non tanto per
la sua entità quanto per la continuità e l’intreccio con il contesto territoriale e
antropico.
La cultura dovrebbe essere alla base di ogni società evoluta e non essere
secondaria al sapere pratico e tecnico; la cultura dovrebbe essere il punto di
partenza. Se tutti acquisiamo senso critico, se siamo educati e abituati a
2
pensare e cercare di andare a fondo delle cose, tutti gli altri aspetti della
nostra esistenza ne trarranno solo vantaggio. La cultura è infatti sinonimo di
apertura mentale.
Il Festival costituisce un pilastro istituzionale utile e trasparente, da cui si
dovrebbe prendere esempio.
Desidero cogliere quest’occasione per rendere merito al Festival, al quale
Locarno deve molto per il suo prestigio e la sua vita culturale e artistica
internazionale. E ringrazio pure gli sponsor pubblici e privati che sono parte
fondamentale del successo della manifestazione.
I film ci cambiano e parlano di noi, tra tutti quelli che vedremo durante gli
undici giorni di programmazione, ne troveremo sempre uno che sembrerà
scritto solo per noi.
Questa è la magia del grande schermo. Amate il cinema!
Il cinema è lo spettacolo della nostra vita! Buon festival.
Ing. Alain Scherrer, Sindaco di Locarno
3