Accesso ai mercati
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Accesso ai mercati
Accesso ai mercati: Per i produttori rurali poveri è essenziale instaurare legami forti con i mercati, per incrementare la produzione agricola, generare crescita economica nelle aree rurali e ridurre la fame e la povertà. Il miglioramento di tali legami è alla base di un circolo virtuoso, che fa aumentare la produttività, fa crescere i redditi e consolida la sicurezza alimentare. Per i piccoli produttori, un migliore accesso ai mercati domestici e internazionali si traduce nella possibilità di poter vendere più prodotti a prezzi più elevati. Il che incoraggia gli agricoltori ad investire nelle proprie attività e aumentare la quantità, la qualità e la diversità dei beni da loro prodotti. Ma questo non è l’unico fattore rilevante. Strutture sicure per il deposito merci, strade a fondo impermeabilizzato e trasporti a costi scambio: elementi essenziali affinché i in Africa ed esportata in Europa, circa il piccoli imprenditori agricoli possano trattare 27% del prezzo finale con il privato, a più livelli. era appannaggio dei rivenditori, mentre I produttori rurali poveri e i loro beni sono il 12% sulle taccole coltivate in Zimbabwe valore agricolo più ampie. Ogni prodotto e il 14% sugli ortaggi coltivati in Kenya. venduto (a livello locale, nazionale e internazionale) fa parte di una catena del accessibili sono bisogni primari. Oltre alle infrastrutture è essenziale l’informazione: potenzialmente, può accrescere il valore del conoscere in tempo reale i prezzi di mercato prodotto. Nell’ottica dello sviluppo, le catene e l’andamento della domanda è fondamentale del valore sono uno dei possi bili strumenti per poter prendere parte alla catena del attraverso cui le risorse del mercato valore moderno. Un indubbio vantaggio è possono essere usate a vantaggio degli costituito anche dall’essere membri di uomini e delle donne rurali, non solamente un’associazione di agricoltori riconosciuta. dei produttori, bensì anche dei salariati, dei L’appartenenza ad un gruppo organizzato i produttori guadagnavano appena connessi ai mercati all’interno di catene del valore e ogni anello della catena, consente ai piccoli imprenditori agricoli di Aiutare le popolazioni povere delle aree rurali a sconfiggere la povertà ©IFAD/P. Marchetti far partecipare alla catena del valore i poveri delle aree rurali fornitori di servizi e di altre categorie. Gli studi effettuati confermano che Chi controlla la catena del valore? Per influire sulla catena del valore a vantaggio dei produttori poveri rurali, è importante comprendere e considerare i rapporti di potere e i vari agenti che la controllano. Questo consente di riconoscere il peso effettivo che i produttori possono avere sulla quantità, sulla qualità e sui prezzi lungo la catena. Le diverse tipologie di catena e i differenti gradi di organizzazione da parte produrre all’ingrosso, riducendo i costi grazie spesso i produttori guadagnano molto degli agricoltori fornis cono esiti diversi in alle economie di scala; e, cosa ancora più meno rispetto agli altri attori della catena. termini di prezzi al produttore. Intervenire importante, rafforza il loro potere contrattuale I coltivatori di caffè in Uganda, ad lungo la catena di valore spesso significa fare esempio, guadagnavano solamente lo in modo che i poveri rurali “conquistino 0,5% del prezzo al dettaglio effettivamente posizione” nella catena di valore e assorbano nei confronti dei potenti attori privati. Essere membri, peraltro, significa avere accesso ad agevolazioni finanziarie e a corrisposto dai consumatori londinesi. Per margini precedentemente assimilati da altri, servizi che facilitano la produzione e lo quanto riguarda la verdura fresca coltivata tra cui grossisti, trasformatori ed esportatori. La differenza tra i mercati tradizionali e quelli moderni Quadro strategico dell’IFAD e catene del valore Il quadro strategico dell’IFAD 2011-2015 ha come obiettivo primario l’integrazione nelle catene del valore dei poveri delle aree rurali. In linea con il quadro, l’IFAD opera con i poveri rurali, per favorire il loro accesso alle catene del valore, che offrono loro opportunità di lavoro come produttori, imprenditori non agricoli e lavoratori salariati. Aiutiamo i poveri a conquistare un’ampia quota del valore aggiunto lungo la catena. Questo tipo di progetto si coniuga con quello già esistente per lo sviluppo del settore privato, con la nuova strategia rivolta al settore privato, presentata in occasione dell’Executive Board dell’IFAD nel dicembre 2011. Negli ultimi 30 anni, i mercati dei prodotti agricoli e alimentari hanno subito trasformazioni radicali. Nei Paesi in via di sviluppo, sono emersi rapidamente modelli più moderni di catena del valore alla base dei mercati nazionali e regionali, specialmente nelle aree urbanizzate. I mercati tradizionali convivono spesso con quelli moderni. Sebbene la distinzione tra catene moderne e tradizionali non sia sempre evidente, esistono notevoli differenze tra i due modelli. Il processo di modernizzazione migliora l’organizzazione, l’integrazione e la coordinazione delle catene. Le relazioni tra i vari agenti tendono ad essere maggiormente codificate ed istituzionalizzate; peraltro, gli addetti alla trasformazione dei prodotti agricoli e i rivenditori preferiscono avere rapporti privilegiati con taluni fornitori e con un numero limitato di aziende specializzate. In queste catene gli standard di qualità sono in genere più elevati, grazie ai massicci interventi sulla qualità e sulla sicurezza e ai meccanismi di controllo più severi. Altro elemento importante è costituito dalla tracciabilità lungo la catena. Per contro, le catene tradizionali sono caratterizzate da un minor grado di coordinazione e di ufficialità e presentano numerosi agenti o “anelli”. I modelli di transazione sono più irregolari e gli agenti cambiano di frequente. C’è una minore attenzione alla qualità e alla sicurezza e i prodotti acquistati e venduti sono spesso destinati ai consumatori più poveri, principalmente nelle zone rurali, ma in una certa misura anche in quelle urbanizzate. Il livello dei processi di trasformazione e lavorazione dei prodotti prima dell’immissione nei mercati è più basso e la tracciabilità è trascurata. Le catene del valore moderne offrono nuove opportunità per i piccoli agricoltori, che possono rivestire un ruolo importante per soddisfare la domanda di prodotti di alta qualità, specialmente nei mercati di aree urbanizzate. Tuttavia, l’accesso a questo tipo di mercati comporta costi elevati e un’alta percentuale di rischio iniziale. I mercati tradizionali continuano a rappresentare una valida alternativa per i piccoli produttori e in molti casi i due modelli non si escludono a vicenda. L’operato dell’IFAD sulle catene del valore Negli ultimi 12 anni, c’è stato un sostanziale incremento dei progetti finanziati dall’IFAD, rivolti alle catene del valore. Nel 1999, essi rappresentavano solo il 3% della progettazione complessiva; nel 2009 il 46%, percentuale destinata a salire ulteriormente. L’esperienza ha dimostrato che la riduzione della povertà attraverso interventi sulla catena del valore avviene attraverso il perseguimento di quattro obiettivi: • Innalzamento del valore di produzione; • Istituzione di organizzazioni di categoria forti e inclusive; • Raggiungimento effettivo dei gruppi sociali più deboli e delle donne; • Abbassamento dei prezzi al consumo, attraverso il miglioramento della catena. L’operato dell’IFAD per l’accesso ai mercati Esportazione di filati in Asia Centrale Per avere accesso ai mercati internazionali, i piccoli produttori hanno spesso bisogno di un sostegno, che consenta loro di incrementare la qualità e la competitività della merce. Le famiglie povere rurali che allevano capre d’Angora e Cashgora in Tajikistan stanno perfezionando le tecniche di allevamento e di lavorazione delle fibre, grazie a un programma finanziato dall’ IFAD e gestito dall’ICARDA (Centro Internazionale di Ricerca Agricola nelle zone Aride). Il programma interviene sulla produzione domestica e si rivolge sia agli uomini sia alle donne, per aumentare il livello di produttività delle capre e migliorare la qualità delle fibre; alle donne in particolare, si trasmettono tecniche di filatura per le fibre di qualità. Grazie alle nuove tecnologie, le donne rurali del Tajikistan settentrionale hanno più che raddoppiato gli introiti derivanti dalla lavorazione delle fibre e ora cominciano a vendere prodotti anche in Europa e negli Stati Uniti. In Kyrgikistan, IFAD e ICARDA lavorano in collaborazione con CACSA (Central Asian Crafts Support Association), con una ONG locale e con la rete di ricerca agricola nazionale per consentire alle donne di produrre manufatti in lana di lusso destinati all’esportazione. Nel 2011, è stato creato il sito www.adventureyarns.com, per promuovere l’iniziativa imprenditoriale e fornire un contatto diretto con i grossisti. Gli investimenti privati incoraggiano la produzione di oli vegetali in Uganda ©IFAD/S. Beccio La collaborazione tra imprese pubbliche e private può promuovere investimenti che agiscono sulle catene del valore, a vantaggio dei poveri delle aree rurali. La cooperazione più importante tra l’IFAD e il settore privato si verifica in Uganda, dove le raffinerie di olio BIDCO Ltd e la Wilmar hanno investito complessivamente 120 milioni di dollari per incentivare la produzione di olio di palma nel paese e ridurre la dipendenza dalle importazioni. Grazie al sostegno dell’IFAD, circa 1.500 piccole imprese agricole forniscono circa un terzo dell’olio di palma lavorato nella raffineria. Questo si è tradotto in 3.000 nuovi posti di lavoro, in fabbrica e nella piantagioni. L’IFAD ha sostenuto anche 150.000 agricoltori del nord, per intensificare la produzione di girasoli. La competitività del mercato nazionale ha reso accessibili anche ai consumatori poveri, i prodotti e i saponi a base di olio vegetale. Fertilizzare il deserto egiziano C O N TAT T I Edward Heinemann Coordinatore Senior della Ricerca Ufficio di Strategia e Gestione delle Conoscenze IFAD Tel: +39 06 54592398 [email protected] Attualmente in Egitto, nelle zone sottratte alla desertificazione, agricoltori in reinsediamento e laureati, precedentemente disoccupati, producono raccolti di elevata qualità e vendono i prodotti sui mercati nazionali e internazionali. Un progetto finanziato dall’IFAD nella Nubaria occidentale sta aiutando gli agricoltori a “conquistare posizioni” nella catena del valore e ad ottenere introiti più elevati per prodotti come pomodori, albicocche, pesche, arance e latticini. In sostanza, salire di livello nella catena del valore significa vendere senza intermediari agli addetti alla trasformazione piuttosto che ai grossisti, oppure occuparsi direttamente della lavorazione e vendere il prodotto finito. Ad esempio, i coltivatori hanno imparato a trattare i pomodori essicati, che fruttano 14 dollari al chilogrammo, contro i 3 dollari al chilo dei pomodori freschi. Oggi in questa terra, tornata nuovamente fertile, i coltivatori vendono oltre 6.000 tonnellate all’anno di pomodori alla Heinz, che a sua volta fornisce la sementa e garantisce di acquistare almeno la metà del raccolto ad un prezzo preventivamente convenuto. I coltivatori vendono anche arance e mozzarelle ai grandi hotel di Sharm-el-Sheikh ed esportano arachidi in Germania. Vineet Raswant Consigliere Tecnico Senior Divisione Consulenza Tecnica e Politica IFAD Tel: +39 06 54592224 [email protected] LINK IFAD/ICARDA sito internet dedicato alla filatura delle fibre http://www.adventureyarns.com/ Aiutare i produttori poveri rurali a sconfiggere la povertà in Uganda http://www.ifad.org/operations/projects/ regions/Pf/factsheets/uganda.pdf Dal deserto ai verdi campi egiziani http://www.ifad.org/rpr2011/testimonials/ video/egypt.htm Piccoli coltivatori accedono a nuovi mercati in Guatemala http://www.ruralpovertyportal.org/web/guest/ country/voice/tags/guatemala/ guatemala_smallholders Rural Poverty Report 2011 – Rapporto sulla povertà rurale 2011 http://www.ifad.org/rpr2011/report/e/ rpr2011.pdf. Le esportazioni creano posti di lavoro in Guatemala Grazie al sostegno dell’IFAD, i piccoli coltivatori di una delle zone più isolate del Guatemala hanno intrecciato relazioni proficue con i privati e oggi riforniscono le maggiori catene di negozi, tra cui la Walmart. Gli introiti sono più che raddoppiati. Quando l’IFAD ha iniziato ad operare nella zone di El Quiché, sconvolta dalla guerra, la maggiore fonte di sostentamento era costituita dal grano e dai fagioli. Poche strade esistenti erano dissestate e l’irrigazione era considerata un lusso. Oggi, gli agricoltori, uomini e donne, coltivano ed esportano anche cipolle, radicchio e fagiolini verdi. I coltivatori hanno percepito introiti lordi pari a oltre 800.000 dollari e sono stati creati circa 250 nuovi posti di lavoro. Fondamentale, in questo percorso, è stata la collaborazione con agenti privati, come la Guatemalan Exporters Association. Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo Via Paolo di Dono 44 00142 Roma, Italia Tel: +39 06 54591 Fax: +39 06 5043463 E-mail: [email protected] www.ifad.org, www.ruralpovertyportal.org Settembre 2012 ©IFAD/S.A. Pons L’IFAD è un’istituzione finanziaria internazionale e un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite con il mandato specifico di sconfiggere la povertà e la fame nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo.