630-adolescenti sesso

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630-adolescenti sesso
IPER
SEX
ADOLESCENTI
L
e orecchie da coniglio spuntano su
quaderni, astucci,
cuscini e pennarelli,
tra sveglie con Winnie Pooh e asciugamani Bratz. A quale
bambina non piacciono i coniglietti? Morbidi, teneri. Innocenti,
a meno che non indossino l’inequivocabile papillon di Playboy.
Come questi, appunto, che spopolano su un sito di shopping dedicato ai teenager: BrandLove.com. Ma non c’è bisogno di
digitare un indirizzo internet,
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l’ipersessualizzazione dell’adolescenza è la moneta corrente di
un mondo mediatico affamato di
nuovi segmenti di mercato. E di
ragazzine. Se la tv propone dalle
icone pop di Mtv a Gossip Girl,
saga su un gruppo di ragazzi ricchi, modaioli e annoiati dell’Upper East Side newyorchese, Topgirl, magazine per teenager, propone il test “Sesso strano: fa per
te?” accanto all’ammiccante servizio “Vendo il corpo e mi pago gli
studi”. Possibile che in tanto frastuono non ci sia una zona franca
o modelli alternativi? Non stupi-
sce che in un sondaggio comparso sul quotidiano inglese Metro, i
ragazzi pensano che tutto sommato sia ok far bere una ragazza
per portarsela a letto, e in un altro
su Bliss, un quarto delle 14enni
dichiara di essere stata molestata.
Mentre negli Usa, terra che è
considerata puritana, ma che
sforna grandi quantità di modelli
sessualmente espliciti, tre milioni
di adolescenti (una teenager su
quattro), ha contratto una malattia venerea.
«La cultura pop ha avuto un effetto nocivo sulle ragazze ripetendo
Vivono in una
cultura
ossessionata dal
sesso. Che
danneggia
soprattutto
le ragazze.
Ma dai Paesi
anglosassoni parte
una controffensiva.
Educazione
sessuale dall’asilo,
spot sul rispetto.
E la rivalutazione
del “prude”
di Mara Accettura
Foto di Annette Hauschild
«Essere sexy è più
importante che avere
talento, personalità
e intelligenza»
Dai sondaggi su
sesso e adolescenti in
Italia risulta che
l’informazione è molto
scarsa. Per sapere ci si
affida ai passaparola dei
coetanei e sempre di più
a Internet. Il rischio?
Credere a informazioni
senza fondamento, come
la doccia per non
rimanere incinta. Non
stupisce che l’Italia sia
agli ultimi posti UE per
l’uso di anticoncezionali.
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costantemente che essere sexy è
molto più importante di avere talento, personalità o intelligenza»,
accusa Carol Platt Liebau, autrice
di Prude: How the Sex Obsessed
Culture Damages Girls (and America too!), Center Publishing. «La
parola sexy è onnipresente, sia
che definisca un balsamo per capelli, una sfumatura di rossetto,
uno chef o una macchina fotografica. Se questo è lo standard
per essere interessante non stupisce che ci siano sempre più ragazze in abiti succinti e comportamenti sempre più esagerati».
Platt Liebau sfonda una porta
aperta nella patria delle veline.
Che la tv non influenzi i comportamenti è tutto da dimostrare. Gli
ultimi studi dicono il contrario.
Per esempio i ragazzi che passano molto tempo davanti allo
schermo hanno una minore percezione del pericolo. Un’indagine
della Società italiana di Pediatria
che ha esaminato 1120 ragazzini
tra i 12 e i 14 anni, curata da
Maurizio Tucci, ha stabilito che il
21% è più propenso ad assumere comportamenti a rischio (come
ubriacarsi e avere rapporti sessuali non protetti) contro il 14,
5% di chi non la vede.
Una ricerca britannica è andata
oltre. Osservando per tre anni
718 adolescenti sessualmente attivi dai 12 ai 17 anni ha, per la
prima volta, stabilito un rapporto
di causa-effetto tra la quantità di
programmi con contenuto sessuale, la quantità di ore passate a
guardarli e il comportamento dei
ragazzi. In pratica se vostra figlia
guarda Sex & the City (o un altro
programma ad alto contenuto
sessuale) ha il doppio di probabilità di rimanere incinta di chi non
lo guarda. «Il sesso in tv è raddoppiato negli ultimi anni», dice
Anita Chandra, di Rand Corp., responsabile della ricerca pubblicata su Pediatrics. «L’esposizione a
questo contenuto, anche se non
è l’unico fattore, incrementa fortemente negli anni la possibilità di
mettere incinta o di rimanere incinta». Adesso bisogna capire
perché, ma una cosa sembra
certa: in tv il sesso è davvero tanto, viene trattato in maniera
esclusivamente ludica, senza mostrare e discutere i risultati possibili dell’attività sessuale, dalle gravidanze indesiderate alle malattie
veneree.
Che il Regno Unito abbia il più alto numero in Europa di mamme
adolescenti è cosa risaputa: tra i
15 e i 19 anni ci sono 27 nascite
ogni 1000 ragazze. Un sondaggio
che ha esaminato la fascia di età
tra i 14 e i 17 anni di YouGov ha
anche stabilito che il 40% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni è sessualmente attivo e di questi il
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35% ha avuto un rapporto sessuale dopo aver bevuto molto e
solo il 38% usa il preservativo.
Statistiche così allarmanti che durante lo scorso Natale il governo
inglese ha mandato in onda una
campagna contro il sesso non
protetto, indirizzata proprio ai teenager.
Nello spot una coppia di ragazzi
va a una festa, si ubriaca e fa
sesso. La ragazza scopre di essere incinta. “Want respect?”, chiude lo spot, “Use a condom” ovvero Vuoi rispetto? Usa il preservativo. Ma il rispetto non è solo un
preservativo così come il sesso
non è solo contraccezione ma anche relazione e sentimenti. «Poiché le ragazze sono naturalmente
più coinvolte nelle relazioni e nei
sentimenti dei ragazzi (come indicano certi studi e il senso comu-
LIBERTINE IPERATTIVE
La Francia patria del libertinaggio? Forse nell’immaginario letterario e
cinematografico. Nella realtà la sessualità dei francesi, e in particolare dei giovani,
è piuttosto tranquilla. La più recente ed esaustiva, indagine conferma che l’età del
primo rapporto è rimasta pressoché invariata nell’ultimo decennio: 17,6 anni per le
ragazze e 17,2 per i ragazzi. La buona notizia è che il 90% degli intervistati, ragazzi
e ragazze, afferma di essere cosciente dell’importanza di usare preservativo
e contraccettivi. Insomma, sembra non esserci più differenza di comportamento
anche se la maggioranza delle ragazze pensa che non ci può essere sesso senza
amore. Alla domanda «È possibile scindere sesso e sentimenti?» il 57% dei maschi
risponde di sì mentre solo il 28% delle femmine è d’accordo. Ma se passiamo alla
fiction queste cifre sono completamente stravolte, anzi negate, come dimostra
Hell, Inferno, il romanzo di Lolita Pille in uscita per Fazi. Pubblicato nel 2002, in
Francia il libro ha fatto scalpore - e risvegliato la curiosità ai limiti del voyeurismo
dei media francesi - non solo per il contenuto ma soprattutto perché l’autrice
affermava che il suo racconto era uno spaccato abbastanza fedele dell’ambiente
che lei frequentava. Invitata a tutti i talk show televisivi, la giovane e attraente Lolita
(nomen omen?) protégée dello scrittore/provocatore Frédéric Beigbeder, spiegava
senza perifrasi come la jeunesse dorée dei quartieri chic di Parigi non avesse nulla
da invidiare ai personaggi dei primi romanzi di Bret Easton Ellis. Giovani viziati e
incoscienti muniti di carte di credito platinum, ebbri di champagne e cocaina che
scopano per passare il tempo e fanno shopping per sentirsi vivi.
La scuola è un optional, i genitori sono assenti o indifferenti, la realtà un concetto
astratto. Scritto in un linguaggio semplice, diretto, Hell racconta la storia di
una diciottenne – Hell appunto – che forse cerca l’amore, ma nel posto sbagliato.
E se i personaggi maschili sono descritti come bambini crudeli e irresponsabili
sono soprattutto i personaggi femminili del romanzo a ricevere il più feroce dei
trattamenti. Le ragazze sono tutte indistintamente delle “pétasses”, fighette
sessualmente iperattive, ossessionate dal girovita e dalla nuova borsa firmata.
Sempre pronte a pugnalare l’amica del cuore per fregarle il ragazzo o ricevere
l’invito a un party per happy few. A qualche anno di distanza nessuno definirebbe
Hell un romanzo generazionale, piuttosto un’incursione nella terra di una tribù
speciale i cui riti sono regolarmente raccontati nei magazine di gossip. O romanzati
in qualche serie tv, come nell’attuale Gossip Girl, che piace tanto alle adolescenti
americane. Quelle stesse adolescenti che fanno voto di castità e sublimano i loro
sogni di bad girls nella fiction, dove sesso non fa rima con amore. M. G. Meda
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Il sesso in tv?
Mostrato solo
in modo
ludico, senza
menzionare
le conseguenze
ne) saranno molto svantaggiate in
un panorama sessuale dove il
sesso libero da emozioni e legami
è ritenuto assolutamente cool e liberatorio», dice Platt. È una presa di posizione troppo “prude”?
In contraddizione con l’insegnamento del movimento femminista? Forse, ma Platt ha toccato di
certo un nervo scoperto. «Tocca
alle ragazze stabilire lo standard
di comportamento. Un comportamento volgare lo abbassa ed erode il desiderio dei ragazzi di rispettarle e proteggerle, che è un
segno di civiltà». Forse sembrerà
eccessivo, ma il governo inglese
ha deciso di lanciare l’educazione
sessuale nelle scuole a partire dai
5 anni. «È importante che queste
informazioni non arrivino dal playground e nemmeno dai messaggi
della tv», ha detto il ministro dell’Istruzione Jim Knight. Il focus
non sarà soltanto sull’anatomia
ma anche sulla contraccezione e
la relazione. E quindi sui sentimenti. Funzionerà? Riuscirà ad
attrezzare bambini e adolescenti
contro il marketing del bacio? Un
cambiamento culturale può avvenire. Anche senza l’intervento di
un governo. Pensate al fumo,
sempre più stigmatizzato anche
dove non è vietato. O considerate
quello che ha fatto il movimento
ambientalista per cambiare i nostri comportamenti. Solo 15 anni
fa la raccolta differenziata a casa
era inimmaginabile. «Il cambiamento avverrà quando una massa critica di persone deciderà che
i costi tangibili e intangibili imposti dal sesso gratuito negli spazi
pubblici sono inaccettabilmente
alti», dice Platt. «E che è più importante proteggere l’innocenza
dei ragazzi che esercitare il “diritto” di essere esposti a parole e
immagini provocanti».
(Foto ag. Ostkreuz/G. Neri)
24 GENNAIO 2009