- Centro Muni Gyana

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‘Alla scoperta del buddhismo’ è un programma di studio, articolato in quattordici
moduli, finalizzato a favorire l’incontro con la profonda filosofia buddhista
mahayana. Concepito dal settore educativo FPMT, l’Education Department, è stato
progettato come strumento volto ad apportare un cambiamento concreto nella vita
dell’individuo piuttosto che come studio accademico.
Ciascuna dispensa raccoglie i materiali di studio indicati dall’Education Department,
all’occorrenza integrati nell’ambito dei relativi corsi organizzati dai Centri FPMT.
Per i loro contenuti, questi testi risultano utili sia a coloro che si avvicinano per la
prima volta al buddhismo sia a quanti hanno già sviluppato una base di conoscenza.
Provengono dalla straordinaria saggezza, apertura e larghezza di vedute di Sua
Santità il Dalai Lama, di Lama Yeshe e di Lama Zopa Rinpoce. Contengono anche
insegnamenti di altri maestri nonché materiale didattico dell’ILTK predisposto dallo
staff del Masters Program e del Basic Program.
MORTE RINASCITA
SOMMARIO DEGLI ARGOMENTI
Morte, stadio intermedio e rinascita
di Sua Santità il Dalai Lama
pag. 1
Ricordare la morte
di Lama Zopa Rinpoce
pag. 5
Dissoluzione
di Lama Thubten Yeshe
pag. 7
Reincarnazione
di Ghesce Rabten
pag. 11
Vita, morte e stato dopo la morte
di Lama Thubten Yeshe
pag. 13
Migrazione della coscienza nel tempo della morte
di Lama Thubten Yeshe
pag. 43
Impermanenza e morte
di Lama Zopa Rinpoce
pag. 71
La morte e il percorso
di Ghesce Ngawang Dhargye
pag. 113
APPENDICI
Come prendersi cura dei testi di Dharma
pag. 133
MORTE E RINASCITA
MORTE, STATO INTER MEDIO E RINASCITA
Sua Santità il quattordicesimo Dalai Lama
Morte
Attraverso le afflizioni di attaccamento, odio e ignoranza, si compiono
azioni contaminate (karma) che determinano delle potenzialità nella
mente sotto forma di predisposizioni.
Quando l’esistenza si esaurisce, la persona con tali predisposizioni
rinasce nell’esistenza ciclica con mente e corpo appropriati a queste
cause contaminate.
Alcuni individui muoiono per l’esaurirsi, in modo completo, dello
stimolo dell’azione che in un’altra vita aveva posto la base per
l’attuale. Altri muoiono senza aver interamente utilizzato il tempo
disponibile per la scomparsa delle cause che sostengono la vita come
la penuria di generi di prima necessità. Questa è definita morte
prematura o morte tramite l’esaurirsi del merito poiché l’impulso
dell’azione, che ha determinato la vita presente, permane mentre le
circostanze esterne, ottenute tramite azioni meritevoli nelle vite
precedenti, vengono a mancare.
Un individuo muore con una mente virtuosa, non-virtuosa o neutrale.
Nel primo caso il morente dovrebbe rivolgere il pensiero verso
l’oggetto prezioso: i tre Gioielli (Buddha, Dharma e Comunità
spirituale) o verso il proprio maestro, generando una mente di fede;
oppure dovrebbe incrementare equanimità illimitata, liberandosi
dall’attaccamento e dall’odio verso tutti gli esseri senzienti oppure
dovrebbe meditare sulla vacuità o sviluppare compassione. Questo può
essere fatto individualmente oppure tramite la sollecitazione di altri.
Se viene mantenuto questo comportamento nel momento della morte, la
cessazione avverrà con una mente virtuosa tramite la quale ci sarà una
rinascita migliore. È, quindi, positivo morire in questo modo.
A volte, tuttavia, l’apprensione di altre persone presenti, benché non
abbiano alcuna intenzione di suscitare collera, disturbi il morente,
provocando in tal modo irritazione.
Altre volte amici e parenti si raccolgono intorno al capezzale,
rattristandosi in modo tale da far sorgere un attaccamento manifesto.
Benché sia attaccamento o collera, familiarizzare e morire con questa
attitudine deplorevole, è molto pericoloso.
Altri muoiono mantenendo un atteggiamento neutrale: essi non
visualizzano né un oggetto virtuoso né dimostrano attaccamento o
collera.
Queste tre comportamenti – virtuoso, non-virtuoso e neutrale – si
manifestano nella fase della mente sottile della morte. In accordo al
metodo dei Sutra, questa mente sottile finale è sempre neutrale; a
differenza dello Yoga Tantra supremo, i Sutra non descrivono nessuna
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ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
tecnica per la trasformazione delle menti sottili in stati virtuosi, ma si
limitano solo alle coscienze grossolane. Un praticante qualificato di
tantra può, quindi, trasformare le menti sottili, collegate alla morte,
nella consapevolezza di un sentiero virtuoso: la pratica, a questo
livello, è molto profonda.
In ogni caso l’attitudine immediatamente prima della morte è molto
importante perché, anche se il praticante è discretamente esperto ma
viene disturbato in quel momento, sorgerà un attaccamento evidente o
una profonda avversione. Questo perché tutti noi abbiamo
predisposizioni stabilite da precedenti azioni non-virtuose che si
attivano in circostanze sfavorevoli.
Queste inclinazioni causano la spinta verso esistenze animali.
In modo simile abbiamo predisposizioni stabilite da precedenti azioni
virtuose che si attivano in circostanze favorevoli, potenziando la
spinta verso esistenze future felici come esseri umani.
Tali potenzialità, già presenti nel nostro continuum mentale, vengono
alimentate dall’attaccamento e dall’afferrarsi, determinando una
rinascita positiva o negativa. Così se l’impronta lasciata da un karma
negativo viene sollecitata, darà come risultato un’esistenza nel regno
animale, come spirito famelico o come essere infernale.
Nello stesso modo la persona che ha abitualmente mantenuto un
comportamento non-virtuoso, ma muore con attitudine virtuosa, avrà
una rinascita presumibilmente migliore. Pertanto è molto importante
evitare situazioni di attaccamento o avversione sia da parte della
persona che sta morendo sia da parte di coloro che le sono vicino,
favorendo, invece, stati mentali virtuosi. Dobbiamo essere consapevoli
di questo.
Coloro i quali muoiono con un’attitudine positiva hanno la sensazione
di passare dall’oscurità alla luce; non sono ansiosi e sono
accompagnati da visioni piacevoli. Ci sono molti esempi di persone
gravemente malate che all’avvicinarsi del tempo della morte,
affermano di provare un profondo benessere nonostante l’infermità.
Altri, invece, affetti da malattie meno gravi, precipitano nel terrore
con serie difficoltà respiratorie. Questi ultimi sono assorti in pensieri
negativi e hanno la sensazione di passare dalla luce all’oscurità e
intravedono forme, apparenze sgradevoli.
Alcuni, la cui temperatura corporea scende a causa dell’infermità,
desiderano intensamente calore, rafforzando, in tal modo, la
predisposizione a una rinascita nell’inferno caldo; passano, poi, a una
rinascita in luoghi di calura estrema. Altri si aggrappano alla
sensazione di freschezza, anelando, ad esempio, un sorso d’acqua,
aumentando, così, la predisposizione a rinascere come essere
nell’inferno freddo: creano,quindi, la connessione per tale rinascita.
Pertanto è molto importante evitare pensieri di attaccamento nel
momento di morte e indirizzare la mente verso oggetti di beneficio.
Nella vita di tutti i giorni le attitudini di attaccamento, odio, gelosia,
ecc., a cui tutti noi siamo molto abituati, diventano evidenti alla minima
provocazione; mentre gli atteggiamenti con i quali abbiamo meno
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MORTE E RINASCITA
familiarità, hanno bisogno di un intervento rilevante, come il
raziocinio, per essere evidenti. Nello stesso modo durante il tempo
della morte i comportamenti con cui abbiamo dimestichezza da tempo,
hanno, di norma, la precedenza e dirigono la rinascita. Per la stessa
ragione si sviluppa un forte attaccamento al sé per il timore che stia
diventando non – esistente. Tale attaccamento serve da anello di
congiunzione tra le vite e lo stato intermedio (bardo); la predilezione
verso un corpo agisce, a sua volta, come causa determinante per la
fisionomia dell’essere intermedio.
Per coloro che sono fortemente coinvolti in azioni non- virtuose, il
calore corporeo diminuisce dapprima nella parte superiore del corpo e
poi dalle altre; per coloro, invece, profondamente abituati ad azioni
virtuose, il calore comincia a diminuire nell’estremità inferiori. In
entrambi i casi il calore si raccoglie infine al cuore, dal quale esce la
coscienza. Le particelle di materia, costituite da liquido seminale e
sangue, in cui inizialmente la coscienza era entrata nel ventre materno
all’inizio della vita, si sono depositate ora al centro del cuore e da
questo punto preciso la coscienza si avvia, in conclusione, verso il
trapasso.
Stato intermedio
Immediatamente dopo ha inizio lo stato intermedio – ad eccezione di
coloro che rinascono nei reami senza forma dello spazio infinito,
coscienza illimitata, stato di non-esistenza o vetta dell’esistenza
ciclica, per i quali la nuova vita inizia immediatamente dopo la morte.
Chi è nato nei reami del desiderio e della forma deve passare
attraverso lo stato intermedio ove assume la fisionomia della persona
in cui rinascerà. L’essere di stato intermedio possiede tutti i cinque
sensi ma anche la chiaroveggenza, la mancanza di contatto ostruttivo e
la capacità di arrivare immediatamente ovunque desideri; vede gli altri
esseri dello stato intermedio a lui o a lei simili – esseri infernali,
spiriti famelici, animali, umani, semidei o dei - e può essere visto da
esseri umani dotati di chiaroveggenza.
Se non viene trovato un luogo adatto alle proprie predisposizioni,
dopo sette giorni sopraggiunge una debole morte, quasi insignificante:
si rinasce in un altro stato intermedio. Ciò può avvenire non più di sei
volte con il risultato che il periodo più lungo trascorso nello stato
intermedio è di quarantanove giorni.
Rinascita
Questo lasso di tempo determinato rivela che quegli esseri che, a un
anno dalla morte, non hanno trovato nessun luogo per rinascere, non
sono nello stato intermedio ma sono spiriti.
Se la rinascita è umana, si vedono la propria futura madre e il proprio
futuro padre in copulazione. Se la rinascita è maschile, tale vista
provocherà attaccamento per la madre e odio per il padre – viceversa se
la rinascita è femminile. Con bramoso desiderio l’essere si precipita
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ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
ove avviene il coito, l’accoppiamento, ma, ivi giunto, vede solo l’organo
sessuale del patner desiderato. Ciò provoca collera e la cessazione
dello stato intermedio: si crea il legame con la nuova esistenza. Si
entra,così, nel grembo materno: la vita umana ha inizio.
Quando il seme paterno e il sangue materno si congiungono a questa
coscienza, le componenti di un essere umano si sviluppano in modo
graduale e progressivo.
Si è bramosamente attirati dal proprio luogo di nascita, anche se sarà
un inferno. Ad esempio un macellaio potrebbe scorgere in lontananza
alcune pecore come in un sogno; se si affrettasse verso quel punto con
il fine di ucciderle, la visione svanirebbe provocando la sua collera:
in quell’istante il suo stato intermedio avrebbe termine e una nuova
vita infernale avrebbe inizio. Come affermato in precedenza, coloro i
quali rinascono negli inferni caldi sono attratti dal calore; negli
inferni freddi dal fresco: lo stato intermedio di chi avrà una
migrazione negativa è orribile. In conclusione ci si affretta verso il
luogo della rinascita e, quando il desiderio non si realizza, interviene
la collera: in quel momento finisce lo stato intermedio e la nuova vita
ha inizio.
Il legame alla vita è, perciò, indotto da attaccamento, odio e ignoranza.
Fino a che queste afflizioni non vengono annientate, rimaniamo
incatenati, senza libertà alcuna. Ci sono,indubbiamente , rinascite
positive e negative ma, fino a che permangono le catene, dobbiamo
sostenere il fardello degli aggregati fisici e mentali, che sono
conseguenti ad azioni contaminate e afflizioni. Tutto ciò non avviene
una sola volta, ma di continuo, senza tregua.
Attaccamento, odio e confusione devono essere sconfitti per superare
le sofferenze di nascita, invecchiamento, malattia e morte. La loro
causa (radice) è l’ignoranza – la convinzione di un’esistenza intrinseca
della persona e dei fenomeni. Le cure mediche alleviano l’aspetto
esteriore e superficiale della sofferenza ma non il problema
principale: le pratiche interiori, come l’utilizzo di antidoti specifici
contro odio e attaccamento, hanno maggiore efficacia ma con risultati
temporanei, provvisori. Tuttavia l’ignoranza si può demolire – la loro
radice – e allora tutto ciò ha fine in modo spontaneo.
Con l’eliminazione dell’ignoranza anche le azioni contaminate, che
dipendono da essa, verranno a cessare.
Senza l’ignoranza, inoltre, l’attaccamento e le predisposizioni create
da azioni precedenti, avranno termine e, di conseguenza, anche il ciclo
della rinascita incontrollata avrà una fine.
Pubblicato come prefazione a “Death, Intermediate State and Rebirth” di
Lati Rinpoche e Jeffrey Hopkins. Riprodotto su autorizzazione di Snow
Lion Pubblications, Ithaca, New York.Colophon: stampato qui per
“Discovering Buddhism” su autorizzazione di Snow Lion Pubblications.
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MORTE E RINASCITA
RICORDARE LA MORTE
Lama Zopa Rinpoce
Questo insegnamento è stato pubblicato da MANDALA, marzo-aprile 1997, notiziario
della FPMT.
Non è gran cosa riflettere solamente su morte e impermanenza, ma
riveste un’importanza vitale pensare a ciò che avviene dopo la morte. Se
il karma è negativo, allora ci sono i reami inferiori con sofferenze
inimmaginabili: tutto questo può essere impedito immediatamente.
Non possiamo liberarci del samsara entro un’ora, oggi, questa
settimana o quest’anno, ma possiamo purificare il karma negativo
adesso, oggi stesso e, fermare, quindi, le rinascite nei reami inferiori
se la morte sopraggiungesse adesso, tra un’ora, oggi stesso. Questo è
possibile.
Ricordando morte, impermanenza, karma e reami inferiori di sofferenza,
la mente è indotta ad adottare la soluzione della pratica del Dharma.
La mente si prepara immediatamente alla morte: senza esitazione
purifica il karma negativo opprimente che causa il permanere nei reami
inferiori ove le sofferenze sono inconcepibili e non vi è alcuna
possibilità di praticare il Dharma.
Ogniqualvolta si presentano problemi nella nostra vita, è sempre bene
ricordare i reami inferiori di sofferenza. Non sopportiamo le
problematiche del momento ma, nei reami inferiori, le sofferenze
saranno bilioni, bilioni di volte peggiori, enormi quanto il cielo. Se
raccogliessimo tutta l’energia del fuoco, non importa quanto rovente
sia, diventerebbe fredda se paragonata a una sola piccola favilla
dell’inferno. Tutto il calore prodotto dal fuoco di questo mondo
umano è freddo se equiparato a una piccola fiamma del reame infernale.
È bene fare il confronto.
Gli esseri che possiedono un corpo umano e che non hanno incontrato
il Dharma vivono un’allucinazione, conducono un’esistenza di visioni
errate con un mucchio di opinioni sbagliate. Nonostante siano
benestanti, benché abbiano molte amicizie e sembrino godersi la vita,
essi non si rendono conto di cosa stia accadendo: non sono consapevoli
della loro stessa vita. Non si rendono conto della forza delle loro
allucinazioni, cumuli di concezioni errate che li costringono a porre
le cause per il samsara e per i reami inferiori. Essi non hanno la
possibilità di piantare i semi per essere liberi dal samsara, per tagliare
la radice dell’ignoranza samsarica, perché non vi è comprensione della
vacuità: nessuna occasione per meditare sulla vacuità.
Se una persona è generosa, leale e aiuta il prossimo senza alcuna
aspettativa, forse è in grado di creare un dharma puro ma è molto
difficile che accada.
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ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Normalmente si conduce un’esistenza con attitudine esclusivamente
materiale e con grande attaccamento a questa vita. Si fa uso
dell’intera esistenza, del prezioso corpo umano e dell’istruzione per
creare solamente cause ulteriori per i reami inferiori.
Questo accade quotidianamente. Durante l’intera vita le persone si
comportano come farfalle notturne attratte dal bagliore di una
fiamma, completamente allucinate, ingannate e ignare della fiamma che
le distruggerà: la realtà è ben diversa da come appare. Nonostante
stiano per bruciarsi, nonostante abbiano ancora la possibilità di
volare via, persistono nel farsi attirare dalla fiamma.
Accade esattamente lo stesso per il pesce con l’esca: non riconosce
l’inganno dell’amo che lo porterà a morte sicura e indicibile
sofferenza. Ignaro del pericolo è sempre attratto dall’esca, che
nasconde l’amo e il risultato che ne consegue è totalmente diverso da
ciò che il pesce si aspetta. Una volta che ha abboccato non ha via più di
scampo.
L’attitudine mondana di una mente di attaccamento e di insoddisfazione
porta allo stesso identico risultato. Una volta sprofondati nella
palude delle attività di questa vita, è difficile evitare le innumerevoli
e svariate problematiche o le sofferenze emotive della mente e del
corpo che hanno la stessa identica radice: la mente insoddisfatta, la
brama, l’attaccamento e l’afferrarsi a questa esistenza. Tutto quello
che stiamo facendo è rendere il samsara più lungo, creando karma;
stiamo dando un contributo alla sofferenza samsarica, rendendola
sempre più lunga. Inoltre ci sono le sofferenze dei reami inferiori da
cui è difficile evadere.
Un metodo simile è usato per la cattura degli elefanti: l’elefantessa è
il richiamo mentre il maschio impazzisce dal desiderio, ottenendo il
risultato di trovarsi intrappolato in una gabbia; all’inizio si aspettava
felicità ma, alla fine, ciò che ha ricevuto in cambio è ben altro, è
terrificante.
Tutti questi esempi dimostrano come il samsara e le perfezioni
samsariche siano un inganno e, quindi, non dobbiamo fidarci. Di
conseguenza diventa indispensabile riportare costantemente alla
mente la morte e l’impermanenza. La riflessione su morte e
impermanenza rende la vita altamente significativa, distruggendo in
modo estremamente rapido le illusioni e il seme dell’impronta (del
karma). Meditare è facile e si possono, così, annientare le illusioni.
Questo spinge al Dharma e a perseverare nel portare a termine la
pratica.
Colophon: stampato con l’autorizzazione di Lama Yeshe Wisdom Archive
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MORTE E RINASCITA
DISSOLUZIONE
Lama Thubten Yeshe
Acqua che scorre rapidamente
dalla scoscesa parete montana,
una energia naturale:
c’è la vita
ma la potenza
della morte
è ciò che l’accompagna.
Molta gente mi considera pazzo quando parlo della morte. Pensano che
io non capisca nulla della vita.
“se pensi alla morte e alla sofferenza, ti deprimi” Pensano che io ne sia
ossessionato.
“morire è atroce. Perché ti soffermi tanto?”
È molto buffo, perché sono loro a non capire la vita.
Viviamo una danza
tra la vita e la morte:
un dramma in maschera con un unico attore
che cambia ruolo:
un’espressione, poi un’altra e un’altra ancora,
si muove
si trasforma.
L’impermanenza è con noi dal primo istante di vita. La decomposizione
inizia dall’istante del concepimento. Nel secondo istante di vita, il
cambiamento è già in atto mentre il primo si è già dileguato: queste sono
impermanenza e morte.
“Io esisto”
“Io esisto” è un’illusione, è un concetto di permanenza.
Ogni tipo di energia è in movimento
Cambia, viene e va.
Ha origine, poi si sviluppa,
invecchia costantemente e muore,
muore, muore.
Quando vediamo un cadavere non lo visualizziamo mai come il nostro
stesso corpo.
“Ah, è morto. E’ terribile.
Ora me ne vado”.
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ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Non pensiamo mai. “quello sono io”.
Abbiamo paura e nessuna comprensione.
Quel cadavere orrendo è già in noi.
Tutti i fenomeni della sfera sensoriale esistono come le nuvole.
Se c’è una confluenza
oppure un inizio
o un punto di contatto
c’è ovviamente il cambiamento, la separazione e la scomparsa.
L’uomo e la donna
Amici, madri, padri, famiglie
Atomi
Acqua e fuoco
Oggetti.
Se c’è un incontro
automaticamente seguirà la separazione
accompagnata da paura assillante e sofferenza.
Ogni evento mondano immaginato,
ogni incontro,
ogni piacere
si dileguerà.
E’ naturale.
Siamo estremamente insicuri:
troviamo un amico e temiamo di perderlo,
assaporiamo il piacere ma ci preoccupiamo che finisca,
abbiamo paura di perdere la casa, i soldi, gli affetti più cari e di
lasciare il nostro corpo.
Tutti noi abbiamo il timore del distacco e della perdita.
Questa paura è universale ma inutile perché crea solamente
confusione: non è una soluzione
ma è una distruzione.
Di recente un gruppo di persone ha organizzato una spedizione
sull’Everest; hanno avuto successo e hanno raggiunto la cima ma,
sulla via del ritorno, un uomo è deceduto. Hanno cercato invano di
rianimarlo.
Perché si sono avventurati in simile impresa?
Milarepa ha detto: “ quando la gente ordinaria mi vede, pensa che io sia
totalmente folle ma quando sono io ad osservarli, penso siano loro ad
essere completamente pazzi”.
É molto sciocco
decidere di bere coca-cola
quando potremmo avere champagne
Non è forse vero?
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MORTE E RINASCITA
Le nostre vite materiali sono dedicate ai piaceri temporali.
Pensiamo che sia il meglio da fare ma, quando la morte sopraggiunge, ci
ritroviamo senza niente e moriamo infelici.
Non vi è molta differenza tra il nostro modo di vivere e l’esistenza di
un cane ad eccezione delle potenzialità.
Il samsara non avrà mai fine
perché non ci ricordiamo della morte.
“No, non oggi, non oggi”.
La vita è solo un respiro
che entra e esce
se non rientra di nuovo,
la vita ha termine:
questa è la morte.
Fino alla fine pensiamo:
“No, non oggi”
L’esistenza scorre velocemente:
la morte è certa
ma non sapremo mai
quando avverrà.
La vita è come un lampo: appare e poi scompare.
C’è qualcosa in noi che ci fa credere che la morte arriverà lentamente
–
il nostro concetto di permanenza – dimentichiamo la morte.
La saggezza – la capacità di memorizzare
è l’energia dell’atomo - distrugge l’illusione,
ma noi dimentichiamo,
non riflettiamo mai.
La morte è certa
e mai sapremo quando avverrà.
Continuiamo ad accumulare dalla nascita;
collezioniamo amici,
ammassiamo beni: famiglia, amanti, patrimoni,
questa e quella persona,
questa cosa e quell’altra.
Ci aggrappiamo a tutto,
abbiamo paura.
Niente di tutto questo ci aiuta
nella morte
ciò che abbiamo accumulato, invece di aiutarci, ci distrugge,
perché dimentichiamo la morte.
Con estrema certezza
la morte arriverà.
Il momento non è mai sicuro.
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ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
“Ah, oggi sono vivo.
Sto bene.
Non oggi”.
Perché no?
“Tuo padre è morto oggi”.
O. K. era giunto il suo momento.
Tutti devono morire.
Ora che lui se n’è andato, è il mio turno.
Hai capito?
Devi agire subito, ora.
Un esempio: se sono a conoscenza del fatto che tra dieci giorni
qualcuno è intenzionato a tagliarmi il naso, nonostante non sappia chi
sia e quando lo farà, devo essere prudente; proteggerò il mio naso
quanto possibile e non perderò tempo a truccarlo per renderlo più
attraente.
Possiamo scegliere:
la morte è un processo naturale,
ma è possibile morire con gioia
è “ ritornare a casa”.
Colophon: tratto in originale da “Wisdom Energy 2” , Wisdom
Pubblication , London.(non in commercio). Ristampato qui con
l’autorizzazione di Lama Yeshe Wisdom Archive.
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MORTE E RINASCITA
REINCARNAZIONE
Ghesce Rabten
Alcune persone hanno predisposizioni negative sin dalla nascita: i
frutti del karma.
I genitori educano probabilmente i figli nello stesso modo, ma essi
crescono in modo diverso a causa del karma. Le vite passate generano
inclinazioni innate. Le azioni delle vite passate sono le cause che
determinano, ad esempio, il luogo di nascita e il tipo di morte nelle vite
future. Si nasce in una località pericolosa o dilaniata da conflitti a
causa del proprio karma passato. Se una persona ne uccide un’altra in
questa vita, nella prossima la vittima potrà essere l’assassino e
viceversa. Ogni nostra azione è un anello di una catena senza inizio,
perché il samsara non ha inizio. Può tuttavia avere una fine.
Per capire questa catena è importante comprendere la relazione della
mente con il corpo. La mente è come un fiume che attraversa differenti
territori (i corpi). Un fiume assume svariati appellativi (forme) a
seconda dei territori attraversati. La mente procede in questo modo,
portando con sé il karma accumulato. Quando un essere muore, il
corpo si decompone e la mente continua con un’altra apparenza fisica
adattandosi al corpo in cui dimorerà in quella vita.
Le persone non separano la mente dal corpo con la convinzione che
entrambi discendano dai genitori e che scompaiano insieme dopo la
morte. Il corpo si ferma a uno stato di decomposizione dopo il decesso:
se corpo e mente fossero uguali, anche la mente dovrebbe trovarsi
nella stessa condizione. La mente e il corpo di un essere vivente hanno
una relazione simultanea, ma nella morte questo legame diventa
sempre più debole. Non appena la mente lascia il corpo, le facoltà e le
funzioni corporee svaniscono progressivamente fino a cessare
definitivamente. Alcune persone sono convinte che le funzioni mentali
dipendano dalla respirazione, ma yogi esperti sono in grado di rimanere
in vita e mantenere una concentrazione mentale per anni senza
respirare.
Dato che mente e corpo sono completamente dissimili, le loro cause
devono essere sicuramente differenti. La causa del corpo umano è
l’unione di sperma e ovulo dei genitori, motivo per cui i bambini hanno
una somiglianza fisica con i loro genitori. Questa causa diretta e
materiale non può dare origine alla mente del nascituro: sarebbe
possibile a condizione che non vi sia nessuna differenza tra mente e
corpo. Ciascuna mente, all’interno del corpo, è la causa di quella
seguente. I corpi hanno un inizio, la mente no. Il karma continua con la
mente. Nel samsara le menti degli esseri sono sempre oscurate
dall’illusione.
La pratica del dharma rimuove le illusioni; si può raggiungere un
elevato livello spirituale: la stessa mente può essere in più corpi; i
lama reincarnati (tulku) sono in grado di assumere svariate sembianze
fisiche in modo simultaneo. Quando si realizza lo stato di arhat – un
elevato livello spirituale – si è fuori dal samsara.
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ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Colophon: tratto da “Buddhism 101 collected teachings” con
l’autorizzazione di Tse Ling Centers. La fonte originaria del testo è
sconosciuta.
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MORTE E RINASCITA
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ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
VITA, MORTE E STATO DOPO LA MORTE
Lama Thubten Yeshe
Ginevra (Svizzera) – seminario tenuto durante un fine settimana,
settembre 1983.
Prima dissertazione
Questa sera inizierò con una breve introduzione sulla realtà umana:
morte e bardo dal punto di vista buddhista.
Il Buddhismo sostiene che gli esseri umani possiedono qualità molto
elevate e, in special modo, i requisiti dell’intuizione e della capacità
mentale. Secondo il punto di vista buddhista, il processo di crescita
umano è diverso da quello di un vegetale: ogni essere umano ha una
storia estesa, un lungo periodo di evoluzione della coscienza umana
individuale.
Il Buddhismo afferma che la natura fondamentale della coscienza
umana è pura e cristallina e che, inoltre, la coscienza è il nucleo
dell’essere umano e non il corpo, il sangue o le ossa.
Dovete anche rendervi conto che un’esistenza felice o infelice dipende
dall’interpretazione della vostra stessa coscienza: se ritenete che la
vostra vita sia triste, essa lo sarà. Tutte le difficoltà sono create
dalla mente umana e non da Dio o da Buddha.
Dato che siamo capaci di combinare molti guai in vita, dovremmo essere
in grado anche di risolverli. Non e’positivo pensare: “ il mio problema è
come l’universo, che abbraccia ogni cosa, cielo e spazio; quando sole e
luna si disintegreranno, solo allora potrò eliminare il mio problema”.
Questo è sbagliato.
Noi tutti dovremmo ammettere di essere gli unici garanti nella
risoluzione delle difficoltà personali. Siamo responsabili delle
nostre azioni di corpo, parola e mente. Non dobbiamo colpevolizzare
nessun altro.
La gran parte delle problematiche umane sono di natura intellettuale:
siamo coinvolti emotivamente dall’intelligenza e dal raziocinio.
Esistono, ovviamente, anche i problemi legati all’intuizione ma la
radice della maggior parte delle nostre difficoltà esistenziali,
disturbi emotivi e stati ansiosi, risiede nell’intelligenza. Tendiamo a
concettualizzare di continuo: questo è il nostro grande problema.
Alla nascita, quando si è bimbi, non esistono conflitti politici. Non è
forse vero? Rifletteteci. Il dubbio politico non affiora nella mente;
non esistono difficoltà economiche né problematiche sociali, perché
non siamo ancora pronti né abbastanza maturi per il conflitto dell’ego
alla concettualizzazione; da bambini non abbiamo contrasti religiosi o
razziali a livello mentale; da bambini non esistono intellettualismi.
La concettualizzazione inizia con la crescita; si concettualizza di
continuo: “Chi è ?” “Chi sono?“Come mi identifico?” “Quale archetipo
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MORTE E RINASCITA
diventa significativo?”. L’ego pretende di avere un’identità a cui
aggrapparsi, da afferrare. Non è più possibile essere spontanei,
naturali. Per questo motivo diventiamo completamente fittizi,
innaturali e, di conseguenza, confusi e insoddisfatti.
E’ facile constatare come, in questa era moderna, la gran parte delle
difficoltà umane derivino dalla reciprocità delle relazioni
conflittuali. Gli uomini hanno problemi con le donne, le donne con gli
uomini
–
tutto
ciò
non
dipende
dall’intuito
ma
dalla
concettualizzazione, da giochetti intellettuali. I concetti creano cose:
“ Questo è il miglior oggetto da possedere e, se non lo posso avere,
meglio il suicidio! Tutte le altre cose non esistono, perché questa è la
mia unica realtà”.
La difficoltà sta nel fatto che adoperiamo la nostra intelligenza in
modo innaturale: non siamo realistici, non abbiamo contatti con la
realtà, siamo degli illusi. Quando parliamo di una mela, descriviamo le
sue svariate qualità: è saporita, ha un bel colore, eccezionale....ecco
perché piace! Le nostre descrizioni sono talmente esagerate da
provocare malessere: la mente è malata, perché, sostanzialmente, è
fantasia, solo immaginazione. Le nostre proiezioni erronee vengono
attribuite alla mela e, perciò, diventiamo tristi e insoddisfatti verso
l’oggetto. La ragione per la quale siamo scontenti dell’oggetto “mela”
è di esserci relazionati ad essa solamente con la nostra proiezione
fantastica: non siamo stati realistici.
In accordo alla visione buddhista, siamo in grado di esaminare la
nostra stessa mente e di accertare se il nostro pensiero è positivo o
negativo, se stiamo facendo delle proiezioni illusorie. Siamo proprio
capaci di fare questo. Come ben sapete, “buddha” significa
“completamente risvegliato” e ognuno di noi ha il potenziale per il
completo risveglio, oltre alla capacità di eliminare ogni pensiero
contaminato.
La società è competitiva; si traggono molti vantaggi dalla collettività,
dalla nostra nazione e ci si approfitta gli uni degli altri. Queste
problematiche derivano dalla concettualizzazione, dal non essere
spontanei e dall’afferrarsi con: “Io voglio, io desidero”. In tal modo si
finisce per essere infelici. Capite? Molte volte diventiamo drastici,
tristi, senza nessun controllo. Per sostenere la nostra immagine,
costruiamo fantasie spropositate, arrivando al punto di non riuscire
più a gestire la situazione: anneghiamo nell’oceano del nostro mondo
illusorio. Non ce la facciamo e, in un modo o nell’altro, tutto diventa
troppo difficile.
Prima che sopraggiunga il disorientamento totale, il mio suggerimento
è di provare ad eliminare, poco alla volta, la confusione: in tal modo la
situazione migliorerà sempre di più. Dovreste chiedervi se l’estremo
concettualizzare sia positivo o negativo. Da un punto di vista
buddhista, dovreste ricorrere alla vostra saggezza e discriminazione
per analizzare se ne vale veramente la pena, senza farvi dominare
dall’intelletto.
15
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Ritengo che le difficoltà, le problematiche sociali del mondo e
dell’individuo siano potenziate dall’ego e non siano innate; esse
derivano da una concettualizzazione esagerata, perché, come abbiamo
constatato, questi problemi non esistono alla nascita, né da fanciulli e
neppure nella morte.
Il buddhismo tibetano ricorre alla meditazione che permette di vedere
molto chiaramente cosa accade a livello convenzionale: ovvero
l’apparente conflitto dell’ego. La meditazione fornisce l’accesso: è la
chiave. Più voi meditate e maggiori possibilità avrete di andare oltre
l’emozione, oltre il conflitto dell’ego; potrete osservare cosa accade
nella vostra mente: è simile alla contemplazione di un oggetto
dall’esterno.
Il buddhismo sostiene che tutti gli esseri umani hanno problemi
quotidiani; il conflitto egoistico e gli ostacoli emotivi diventano
assillanti. Tutti noi viviamo queste ostilità ma abbiamo anche la
capacità – la chiave d’ entrata, l’accesso – per andare al di là di tutto
questo e osservare. Tutti noi siamo dotati di questa abilità e nessuno
dovrebbe pensare: “Io sono totalmente confuso; la mia natura è la
confusione assoluta. Non c’è nessuna speranza di un sollievo
liberatorio né di una via che conduca alla libertà”. E’ un’attitudine
sbagliata, perché in questo modo si sminuisce la qualità umana.
Il buddhismo è umanitario; è una sorta di religione scientifica,
interessata ai problemi dell’uomo e alla loro risoluzione – l’enfasi
non riguarda Buddha né Dio. Questo è il motivo per cui sono
fermamente convinto che valga la pena approfondire la realtà della
coscienza con molta attenzione, piuttosto che ignorarla per
concentrarsi solo sul corpo. Preoccuparsi esclusivamente del corpo è
nocivo e non ha nessun pregio, perché non porta nessuna
soddisfazione. La realizzazione è nella coscienza, non nel corpo umano
costituito da ossa e sangue. La coscienza dell’uomo è diversa dal corpo
fisico e dal cervello.
Ora, ciò che voglio dire riguardo la realtà della vita umana, è che
siamo in grado di risolvere i nostri problemi, le difficoltà umane.
Dovreste avere questa ferma convinzione: “ Il mio problema è il mio
bambino a cui devo dare una risposta”. In tal modo comincerete ad avere
fiducia in voi stessi. Dovete arrivare alla certezza di possedere la
saggezza che risolve il dilemma umano. Ogni essere umano ha saggezza
e intelligenza. Non dovete pensare che la natura umana sia
completamente ignorante: abbiamo sicuramente saggezza, abbiamo
certamente amore, abbiamo veramente compassione. Non dovreste
pensare: “ sono una persona assolutamente collerica, sono totalmente
dominato dall’odio, non ho amore né saggezza né compassione”. Questo
è un atteggiamento decisamente nichilista nei confronti della vostra
realtà. Se cominciate a credere in voi stessi, ad avere la fiducia e la
conferma della vostra personale saggezza e compassione, allora
inizierete a essere più spontanei, più naturali: lasciate che la vostra
intuizione si amplifichi. A volte la concettualizzazione esagerata e
l’egotismo danneggiano l’intuizione. L’intuito è innato e non è
influenzato dalla filosofia né dalla religione né da insegnanti e
16
MORTE E RINASCITA
neanche dall’ambiente. L’intuizione esiste e deve essere salvaguardata:
non deve essere intrappolata o soffocata.
Dovremmo ammettere e riconoscere che noi stessi siamo i creatori di
tutti i problemi dell’umanità.
Non dovremmo biasimare la società, non dovremmo colpevolizzare gli
amici, nostro padre o nostra madre, non dovremmo attribuire colpe a
nessuno. Le difficoltà sono una creazione esclusivamente personale.
Siamo gli unici artefici dei nostri problemi ma siamo anche gli artefici
della nostra liberazione.
Durante il tempo della morte, nei vari stadi naturali di morte, tutte le
concettualizzazioni – le idee politiche, le nozioni economiche, il
concetto di società, il razzismo, il capitalismo, il comunismo –
svaniscono in modo naturale nel vuoto. Riflettete: qualsiasi
comportamento egoista, ogni proposito formulato per approfittarvi
degli altri, come il pensare: “Io sono intelligente”. Mi approfitto degli
africani perché sono ignoranti e arretrati. “Ci sono molte cose che
loro non sanno, quindi posso trarne vantaggio”, qualsiasi
atteggiamento egoista, qualsiasi intenzione di sfruttamento altrui
abbiate avuto, si dileguano nel nulla al momento di morte. Questo non
avviene solo nella morte ma anche prima di dormire. Non appena vi
addormentate i concetti subiscono il medesimo processo di
assorbimento che avviene durante la morte naturale. Durante il sonno
ogni conflitto dell’ego, ogni problematica si dissolve. Ecco perché è
meglio dormire piuttosto che farsi coinvolgere esageratamente dalle
concettualizzazioni, dall’emozione, dalla collera o dall’odio: quando
dormite siete in una condizione naturale, uno stato di coscienza
primaria senza intelletto.
Secondo la tradizione buddhista si dovrebbe meditare la mattina
perché quando ci svegliamo, tutti i concetti contaminati sono assenti e
abbiamo una certa chiarezza mentale. Durante il sonno tutte le
energie, che sono state sviluppate e accumulate, si disperdono
dileguandosi per un breve periodo di tempo per poi far ritorno al
nostro risveglio. Se meditiamo durante la mattinata, saremo imparziali
e neutrali piuttosto che estremistici o esagerati: la concentrazione è
decisamente maggiore rispetto ad altri momenti in cui siamo distratti,
svagati, assenti o assorti in noi stessi. Se non vi ritenete esperti
meditatori, se non riuscite a meditare, ma desiderate semplicemente
concentrarvi o pensare a qualcosa in modo chiaro e lucido, è
consigliabile la mattina. Questo è il mio suggerimento. Nel buddhismo,
tuttavia, la meditazione non e’esclusivamente rivolta alla
concentrazione univoca sull’oggetto ma anche alla concentrazione
analitica con il fine di investigare la realtà.
E’ di estrema importanza conoscere come funziona la mente durante il
giorno, durante il sonno e nei momenti della morte. E’ molto
importante approfondire la conoscenza di queste fasi per non
considerare la morte come qualcosa di orribile, come fosse un buco
nero in cui veniamo risucchiati e divorati. La morte diventa una
certezza con la nascita. Siete convinti che morire sia un grande evento,
17
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
molto più importante del perdere il lavoro, la fidanzata o il fidanzato,
la moglie o il marito: è un atteggiamento sbagliato.
Siete convinti, inoltre, che morire sia sempre negativo – questa è solo
una vostra proiezione. La morte è, in realtà, più attraente di un fiore,
perché il fiore non può donare la beatitudine straordinaria e la pace
smisurata che l’esperienza di morte è in grado di regalare. E’
un’esperienza certamente migliore dell’avere una moglie o un marito,
una fidanzata o un fidanzato, perché loro vi danno molta meno gioia!
Non sono in grado di risolvere i vostri problemi primari ma solo
qualche momentanea difficoltà emotiva mentre, nel momento della
morte, ogni inquietudine, ogni emozione ha fine. Morire in modo
naturale è un processo lungo e lento.
Quando si muore in modo naturale, ognuno dei quattro elementi si
deteriora – viene definito assorbimento – con il lento manifestarsi di
allucinazioni interiori e esteriori. Anche i cinque aggregati – forma,
sensazione, discriminazione, fattori di composizione e coscienza –
degenerano, si affievoliscono e si dissolvono.
Avete la convinzione che ammirare la forma sia fantastico, un grande
piacere o che provare sensazioni cognitive sia importante,
aggrappandovi ad esse il più possibile. Nel buddhismo, invece, c’è il
proposito di mantenere un distacco dagli oggetti dei sensi: la rinuncia.
La rinuncia è una caratteristica naturale. Perché? Ebbene, alla
nascita, da neonati non esistono problemi di attaccamento; tutto
l’attaccamento viene a crearsi con l’entrata nella società, ma, prima,
in quel periodo particolare, non esistono oggetti dei sensi.
Quando siete nel ventre materno, avete già rinunciato a tutto: non
possedete nulla, non avete attaccamento, non esiste l’afferrarsi. Nel
ventre di vostra madre non avete oggetti sensoriali esterni, nessuna
cosa a cui afferrarvi: in quella circostanza voi avete già rinunciato –
e’ la rinuncia naturale!
Oggi siete proprietari di un’auto... ma non vi basta. Allora decidete di
avere due auto... ma non sono sufficienti. Sentite la necessità di
possedere anche una barca. Una sola imbarcazione non è sufficiente,
quindi avete bisogno di una barca più grande.
Capite? E’ così all’infinito. Questa è insoddisfazione. Dovete rendervi
conto che siete nati con la rinuncia, siete rinunzianti per natura. Non
avevate attaccamento, non avevate molto di cui preoccuparvi, eravate
soddisfatti. In seguito vi siete creati molte inquietudini, tante ansie
per morire, poi, nuovamente.
Per tanto cercate di essere naturali, spontanei. Non pensate che
rinuncia e distacco siano contaminazioni della filosofia orientale –
solo opinioni orientali.
Essere soddisfatti non dipende da oggetti materiali. La soddisfazione è
nella semplicità.
Non intendo dire che siete malvagi perché provenite da una società
economicamente ricca. Non sono geloso e non sto cercando di dirvi che
siete cattivi. Tutti noi abbiamo bisogno di semplicità per ottenere la
soddisfazione interiore.
18
MORTE E RINASCITA
Non sono invidioso delle vostre distrazioni, dei vostri piaceri, del
vostro benessere. La domanda è: perché siete insoddisfatti? Trovate
sempre qualche motivazione esterna su cui scaricare la colpa – “Non ce
n’è abbastanza di questo... né di quello... ”. La verità è che dovete
individuare ciò che vi manca interiormente.
Quando uso l’aggettivo “distaccato”, intendo dire “accomodante,
compiacente, con cui è facile andare d’accordo”. Essere distaccato non
significa rinunciare a tutto in modo totale né non mollare mai o essere
avari, ma vuol dire allentare la presa, essere più rilassato e
controllato invece di essere nervoso, teso o adirato.
Secondo la mia opinione il popolo svizzero, ad esempio, potrebbe avere
una vita felice – rinunciare non significa necessariamente rifiutare la
ricchezza: e’ positivo avere soldi e goderne in modo ragionevole,
apprezzando la vita in modo sobrio ed essenziale come fanno le
popolazioni del terzo mondo. Al contrario essere concentrati
esclusivamente nell’accumulare franchi, vi renderà infelici. Dovreste
apprezzare i piaceri e il benessere svizzero, dovreste rispettare il
vostro habitat, goderne ed essere soddisfatti. Altrimenti anche se
possedeste tutto il denaro dell’intera Svizzera, sareste depressi al
posto di essere felici.
Secondo la psicologia buddhista è la vostra coscienza che decide
quando un oggetto è soddisfacente o meno. La vostra coscienza prende
la decisione: “ ciò mi rende felice, è gradevole” ancor prima che voi
abbiate individuato l’oggetto e quando lo percepite con i vostri stessi
occhi pensate sia attraente. La vostra coscienza decide che “ questo è
un ragazzo molto cattivo” e, quando lo vedete, lo considerate, quindi ,
un ragazzo malvagio.
Il buddhismo tibetano educa gli esseri umani alla comprensione del
processo di morte, descrivendo cosa accade e come affrontare le
difficoltà dell’apparenza, dell’illusione e delle visioni che si
manifestano, in modo tale che voi possiate gestirle e non essere
confusi. Potrete, allora, riconoscere le illusioni come illusioni, le
proiezioni come proiezioni e le credenze erronee come tali.
Dopo la rapida diminuzione e scomparsa dei quattro elementi, la
coscienza sottile permane: benché la respirazione sia scomparsa, la
coscienza sottile esiste. I medici svizzeri ritengono che se voi non
respirate, siete morti; in tal modo possono mettervi nella cella
frigorifera!
Da un punto di vista buddhista, anche se una persona non respira, è
tuttavia ancora viva e sta sperimentando le quattro visioni: la visione
bianca, la rossa, la nera e la chiara luce. Queste quattro visioni si
manifestano dopo la totale cessazione della respirazione: è possibile,
quindi, per i meditatori dimorare nello stato di chiara luce per
innumerevoli giorni o anche per mesi. Essi rimangono nella chiara
luce, uno stato di beatitudine a contatto con la realtà cosmica,
universale che non è inquinata.
Naturalmente gli occidentali penseranno che si tratti solo di fede
buddhista: “questo monaco sta parlando del suo credo personale che
19
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
non ha nulla a che vedere con uomini e donne svizzeri”. Si tratta,
invece, di un’esperienza umana anche se non fa parte della vostra
pratica.
Ho saputo di un signore francese che era morto per poi tornare in vita;
non era una persona religiosa; i medici ne avevano constatato la morte,
ma dopo circa due ore si è risvegliato e ha trascritto le esperienze
avute. Questo è un buon esempio: non aveva nessuna fede religiosa né
conosceva il buddhismo, era morto e ha poi messo per iscritto tutte le
sue esperienze di morte.
La spiegazione buddhista del processo di morte può essere facilmente
compresa con la consapevolezza degli stadi del sonno. Penso che
oggigiorno esistano strumentazioni scientifiche capaci di verificare la
dissoluzione dei concetti emotivi durante gli stadi della morte e del
sonno. Anche senza una spiegazione buddhista, sono convinto sia
possibile esaminare questi processi e, quindi, collegare gli stadi del
sonno con quelli della morte.
Ora penso che il tempo a nostra disposizione sia terminato e sono
sicuro di avervi confuso, perciò è utile fare qualche domanda a cui io
risponderò.
Studente: l’essere umano è in grado di sviluppare la conoscenza
confrontando le cose – come potremmo capire l’escursione termica se
non esistesse una variazione della temperatura? Mi sembra, quindi,
necessario avere condizioni negative per apprezzare quelle positive ed
è persino probabile che l’imperfezione faccia parte della perfezione
della creazione per rendere possibile il cambiamento. Come possiamo
eliminare la negatività e mantenere solo la positività?
Lama: non ci si deve preoccupare del fatto che se non ci fosse il cattivo
non ci sarebbe neanche il buono: è un pensiero deprimente, avvilente.
Ritengo che felicità e afflizione siano condizioni interdipendenti. Voi
stessi potete verificare sino a che punto siete capaci di eliminare la
vostra afflizione per creare felicità.
Studente: è possibile che esista conflittualità per chi è cristiano ma
che vorrebbe applicare la metodologia buddhista?
Lama: nessun problema! L’ostacolo Cristianesimo/Buddhismo è un
problema esclusivamente intellettuale. Perché?
Vi sono alcune lievi differenze filosofiche tra Buddhismo e
Cristianesimo, ma le diverse filosofie sono come l’abbigliamento – gli
svizzeri indossano giacca e pantaloni e i tibetani vestono in altro modo
ma sono sicuro che apprezzino il burro di yak tanto quanto a me piace il
formaggio e il cioccolato svizzero.
Ho molti studenti americani, signore anziane che sono di fede cristiana
a cui insegno il Buddhismo: come meditare, cos’è la vita – noi tutti
affrontiamo l’esistenza ogni giorno e il Buddhismo è tutto questo. Il
Buddhismo non è contro Dio e il Cristianesimo non è contrario al
Buddha.
Molte anziane signore dello stato dell’Indiana, in America, sono
ottuagenarie e mi hanno detto: “ il Buddhismo ha contribuito a
20
MORTE E RINASCITA
migliorare la nostra comprensione della Bibbia: prima, infatti, non
capivamo la Bibbia ma il buddhismo ci ha aiutato a ragionare”.
Prendiamo in considerazione, ad esempio, un problema: il Buddhismo
afferma che i problemi sono creazioni della mente
mentre il
Cristianesimo che Dio è il creatore di tutto. Per me non c’è
contraddizione. La dottrina cristiana secondo la quale tutto è creato
da Dio, è valida e positiva per la mente occidentale poiché l’ego
occidentale pensa: “ Io faccio tutto”. In Occidente l’individualismo è
molto spiccato. Gli occidentali pensano di essere i protagonisti
principali della creazione ma quando si afferma che Dio è il creatore e
non loro, essi si tranquillizzano, rallentano, si calmano.
Il Buddhismo è altrettanto valido perché sostiene che la mente crea
ogni tipo di problema personale – non si può colpevolizzare Buddha! Io
concordo pienamente.
Ovviamente non sono un grande erudito della Bibbia cristiana ma
continuo a studiarla e proseguo con i miei studi buddhisti. Secondo il
mio punto di vista, l’essenza del Cristianesimo e del Buddhismo non
sono in contraddizione.
Facciamo un ulteriore esempio: gli europei, che diventano buddhisti,
pensano: “nel Buddhismo c’è la meditazione e mi piace. Il Cristianesimo
non ce l’ha”. Questa è un’opinione errata.
Capite quello che sto dicendo? Molti buddhisti europei pensano: “ho
scoperto il buddhismo, il buddhismo è valido, posso meditare tutti i
giorni. Posso meditare sul bardo, non ho alcuna necessità di andare in
chiesa, il Cristianesimo non medita”. Essi sono fieri del loro ego
perché hanno scoperto il buddhismo. Questo è sbagliato. Essi non
hanno capito che il Cristianesimo pratica la meditazione e, quindi,
sfortunatamente sono ignoranti, perché non conoscono la loro
religione.
Studente: perché il neonato piange quando ha fame se non possiede
attaccamento?
Lama: buona domanda! Il neonato piange perché è affamato; non piange
per la perdita della fidanzata o della moglie! Ok? Il neonato non
strilla per la cioccolata ... noi piangiamo per la cioccolata. Siete certi
che il bambino abbia delle problematiche politiche? E’ infelice perché
non percepisce uno stipendio adeguato? Il bambino piange se è
disoccupato? Allora è tutto chiaro?
Studente: molte persone hanno avuto un’esperienza simile alla morte
con l’uso delle droghe. Cosa ne pensa?
Lama: penso che sia un buon esempio. Si tratta di una esperienza umana
e ritengo che ciò possa aiutare a comprendere che l’essere umano non è
costituito solo da un corpo. C’è ben altro, oltre questo corpo: il
nucleo, come ho già spiegato prima. Il nucleo dell’essere umano è
costituito dalla coscienza umana, la mente umana – non da queste ossa.
Tuttavia è nocivo assumere droghe perché provoca la perdita di
memoria. Ci sono i pro e i contro. Una volta fatta la vostra esperienza,
meglio non ripeterla. Ok? E’ come aver vissuto un’esperienza negativa
con una fidanzata – basta!
21
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Studente: ha parlato di quattro elementi e non di cinque. Potrebbe
elencarli?
Lama: terra, acqua, fuoco e aria.
Studente: ha accennato ai cinque aggregati. Quali sono?
Lama: d’accordo. Forma, sensazione, discriminazione,
composizione e coscienza.
fattori
di
Studente: i tre fattori principali non vengono presi in considerazione?
Lama: i tre fattori principali sono: attaccamento/bramosia, odio e
ignoranza.
Studente: i tre fattori principali sono costitutivi dei quattro elementi?
Lama: non facciamo uso di questa terminologia nel gergo buddhista.
Studente: pensavo che la coscienza nello stato di sogno fosse
grossolana. Lei afferma che l’intelletto scompare nella fase onirica.
Vorrei capire meglio.
Lama: dapprima ci si addormenta e, in seguito, dopo che i quattro
elementi si sono riassorbiti come nel processo di morte, si raggiunge
lo stato di chiara luce. Da quel momento si manifesta il corpo di sogno.
Il corpo di sogno è come trovarsi in un locale notturno occidentale!
Ho fatto questa battuta perché ho sbagliato. La fase del sonno è
diversa da quella del sogno. La condizione di sogno o corpo di sogno
appare nel sonno quando la mente di sogno è attiva. Al risveglio gli
elementi del corpo di sogno si assorbono e si passa dalla fase di sonno
allo stato di veglia. Ok? Il sonno e il sogno sono fenomeni diversi.
Studente: durante la fase di sogno generiamo karma?
Lama: oh, sì. Il Tantra afferma che il processo di morte è simile al
sonno e che passare dalla morte al bardo è come entrare nello stato di
sogno: l’esperienza è similare. Quando si muore gli elementi del corpo
grossolano si assorbono come nel sonno; corpo e concetti grossolani
scompaiono e, poi, dalla fase di sonno emerge una specie di chiara luce
ove si manifesta il corpo sottile, che è il corpo dello stato di sogno. È
abbastanza simile al corpo e alle attività del bardo.
Il corpo di sogno è più sottile di questo corpo e la mente di sogno è più
sottile della mente di veglia. Pertanto i meditatori buddhisti hanno
sperimentato che la fase di sogno è uno stato mentale molto più
limpido e incontaminato rispetto alla condizione di veglia. Qualsiasi
cosa accada nella vostra mente di sogno, qualunque manifestazione o
immagine voi abbiate, tutto è, però, estremamente collegato alla
vostra condizione di veglia e, quindi, non viene considerata
un’esperienza valida – come se maneggiare un oggetto fosse un evento
più realistico nello stato di veglia che in quello di sogno: è la stessa
cosa.
Seconda dissertazione
22
MORTE E RINASCITA
Ogni essere umano ha una mente. La mente si divide in: grossolana,
sottile, molto sottile. Possediamo, inoltre, un corpo grossolano, un
corpo sottile e uno molto sottile. La coscienza grossolana include le
cinque coscienze sensoriali. Ogni giorno utilizziamo la coscienza
grossolana. La coscienza sottile può essere denominata ego intuitivo o
superstizione dell’intuizione: è una facoltà mentale che non siamo in
grado di vedere né comprendere chiaramente. La coscienza grossolana
è talmente affaccendata da oscurare la mente sottile. Quando la mente
grossolana non è attiva, la coscienza sottile ha l’opportunità di
emergere: ecco perché nel buddhismo tantrico tibetano si applica il
metodo dell’eliminazione dei concetti grossolani per far posto alla
coscienza sottile. Questo e’ specifico del Tantra.
Sebbene
la
mente
grossolana
conferisca
la
facoltà
dell’apprendimento, non ha nessuna potenzialità o forza, mentre la
coscienza sottile ha maggior potere di pervasione, penetrazione e
comprensione. La meditazione estirpa la mente grossolana e troppo
affaccendata al fine di permettere alla coscienza sottile di entrare in
funzione. La meditazione assolve un compito simile al processo di
morte. Per questo tipo di meditazione è, ovviamente, necessaria una
notevole concentrazione univoca per guidarci verso il processo di
morte.
Il Buddhismo spiega la realtà universale: la vacuità o sunyata.
Eliminare la superficialità della mente grossolana, permette il
sorgere dell’esperienza di sunyata. Un individuo che non ha alcuna
nozione di sunyata o realtà, ma ha la capacità di comprendere il
processo di morte, sarà portato, in una certa misura, all’esperienza di
vacuità o sunyata.
Quando la mente affaccendata si dissolverà totalmente, la vostra
coscienza farà l’esperienza di vacuità immensa nonostante voi non
abbiate nessuna idea di sunyata. Farete questa esperienza allorquando,
estirpati i concetti grossolani, avrete l’intuizione di spazio: il vuoto.
Quando descrivete sunyata: “blah blah blah blah, vuoto, blah blah
blah “ sembra tutto molto complicato. La filosofia buddhista può
essere molto, molto complessa, estremamente sofisticata.
Individui ordinari non sono in grado di capire come è possibile
realizzare sunyata.
Nagarjuna afferma: “blah blah blah”; Chandrakirti sostiene: “blah
blah blah”. Capite?
Quando le assorte concettualizzazioni superstiziose vengono sradicate
e eliminate con i metodi di un’autentica esperienza terrena, allora
sunyata arriverà come il processo di morte.
In generale siamo molto distanti dalla realtà: dalla realtà di noi
stessi e dalla realtà di ogni cosa. Perché? Perché siamo avvolti da
pesanti coperte – una, due, tre coperte di superstizione. La mente
grossolana e queste coltri rozze e spesse sono configurate come il
monte Meru, come l’Everest: in questo modo non siamo in grado di
liberarci da un simile peso massiccio che ci sovrasta.
23
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Nel buddhismo si usa una meditazione metodica per togliere lentamente
ogni strato di coperte: questo è ciò di cui ci occuperemo. Ora, per
svolgere tale compito, dobbiamo comprendere le caratteristiche della
nostra stessa mente.
Prima di tutto la mente non è materia né sostanza: è un tipo di energia
cosciente - pensiero - che non ha colore né forma. È energia priva di
forma e colore, la sua caratteristica naturale è incontaminata e
cristallina e riflette i fenomeni interiori. Persino un pensiero
estremamente negativo possiede una sua natura, una sua chiarezza con
il fine di percepire la realtà o rispecchiare delle proiezioni. La
coscienza o mente è simile allo spazio: non è mescolata a torbide
contaminazioni. La natura dello spazio è comunque diversa. Ci siamo?
Anche nello spazio si verifica contaminazione ma non è della stessa
natura.
Gli esseri umani hanno tendenze e preconcetti, perché pensano: “ sono
un individuo sgradevole, la mia mente è negativa e malvagia”. Sono
sempre critici: “blah blah blah la mia mente... il mio corpo è brutto,
blah blah blah”. Continuano a criticare se stessi in modo dualistico:
secondo il pensiero buddhista è un’opinione errata. La natura
caratteristica dello spazio non è la contaminazione, l’essenza che
caratterizza la contaminazione non è lo spazio. In modo simile la
natura che caratterizza la coscienza non è negativa. Buddha stesso ha
proclamato che la buddhità, il tathagata, è all’interno di noi stessi: è
essenza pura, incontaminata e cristallina.
Persino Maitreya ha spiegato che, mescolando la natura incontaminata
con gli escrementi, la qualità peculiare non cambia sebbene l’essenza
dello sterco, sia ben diversa dalla purezza. Ci siamo? Mi dispiace che
questo monaco tibetano non abbia argomenti piacevoli – parla sempre di
circostanze spiacevoli ma è importante. La mente incontaminata e
cristallina esiste; la natura pura o coscienza esiste; la sua essenza e
chiarezza esistono, ma le concettualizzazioni – le pesanti coperte –
contaminano, inquinano, soffocando le nostre facoltà mentali. Ciò
nonostante l’essenza è incontaminata e cristallina; la natura della
coscienza è incontaminata e cristallina.
Prima di tutto - questo è molto importante – dovreste ammettere che la
vostra natura, l’essenza della vostra coscienza, non è totalmente
negativa. Dovreste riconoscere di avere una caratteristica
incontaminata e cristallina, una natura esistente e pura, proprio in
questo momento.
La coscienza ha due qualità peculiari: relativa e assoluta. La
caratteristica relativa non è negativa né superstiziosa. Ad esempio,
secondo l’interpretazione cristiana, l’anima umana è pura, priva delle
conflittualità dell’ego, senza negatività di brama, attaccamento, odio e
gelosia. In modo simile ma relativo, la coscienza umana può procedere
dal primo livello fino all’illuminazione, ma il conflitto egoistico non
puo’ percorrere questo sentiero. La mente insoddisfatta e
emotivamente agitata non procederà mai dal primo al secondo, al
terzo... fino al decimo livello (bhumi) e all’illuminazione. L’essenza
della coscienza umana, quindi, l’essenza dell’anima umana è in continua
ascesa. La superstizione negativa delle coperte non si eleva.
24
MORTE E RINASCITA
In ogni momento pensate che l’essenza sia incontaminata e cristallina e
allora esse (le coperte) scompaiono, svaniscono, si dileguano. Spero
che ora abbiate capito la caratteristica relativa della mente.
La qualità peculiare e assoluta della coscienza umana o anima è di non
essere duale. La non-dualità della coscienza umana non è emotivamente
disturbata: è sempre incontaminata e cristallina.
Dovremmo comprendere che il nucleo di ognuno di noi è la coscienza e
che non va confusa con la negatività: ha caratteristiche sue proprie,
relative e assolute. La coscienza o anima è come l’oceano e la
conflittualità dell’ego come le onde. Conflitti e concettualizzazioni
sono onde che emergono dalla coscienza, agitandola e scuotendola –
woosh, woosh – per poi ritornare in essa e ricominciare.
Questa è la ragione per cui ogni coscienza o anima ha una natura
incontaminata e cristallina. In seguito la brama di attaccamento, l’odio
e l’ignoranza prendono forma come onde sulla superficie dell’oceano.
Abbiamo, però, la capacità di non agitare la nostra coscienza; possiamo
mantenere la nostra coscienza tranquilla, senza alcun turbamento
come l’oceano: questa è la funzione svolta dalla meditazione.
Tutta la confusione, l’insoddisfazione, la sofferenza e l’afflizione
derivano dalla motivazione della nostra mente.
Siete spaventati? Rilassatevi. Pensate di essere nessuno: è la verità. Se
pensate di essere qualcuno, sarete ansiosi. Ok? Ok, nessun problema.
Tutta la conflittualità umana, la radice dei problemi dell’umanità, è
qualcosa di sbagliato all’interno della mente. Vale la pena indagare
immediatamente e capire che la natura di ognuno non è totalmente
negativa né irrimediabilmente senza speranza. Si dovrebbe avere
rispetto della nostra natura, della nostra purezza, della nostra
stessa essenza. In seguito potremo cominciare a rispettare gli altri ma
se vi considerate una seccatura, egoisti, totalmente negativi e
disperati, allora psicologicamente giudicherete anche gli altri nello
stesso modo. Ciò è pericoloso.
Quando meditate, la vostra percezione sensoriale o coscienza
sensoriale non è la persona che medita.
A volte la gente pensa che l’unica realtà esistente sia quella
sensoriale, perché è abituata ad usare solo i cinque sensi. La mentalità
occidentale, per la forza dell’abitudine, considera reali le cose
toccate, maneggiate o viste; l’oggetto sensoriale diventa l’unica
realtà. La coscienza sensoriale è, infatti, una sciocchezza: non ha la
capacità di discriminare tra giusto e sbagliato. Ecco perché dal
momento in cui apriamo gli occhi, siamo perennemente distratti,
inseguendo concezioni dualistiche. Durante la meditazione questa
sciocca e vecchia abitudine delle percezioni sensoriali si attenua in
modo naturale.
Supponete di essere a casa e di pensare a una pera: “oh, questa bella
pera”. Anche prima di recarvi al mercato, la mente ha già visualizzato
la pera e ha deciso che è una buona idea comperare la pera. Allora
25
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
quando siete al mercato e vedete la pera, essa diventa molto bella e
allettante, perché avevate già idee preconcette.
La percezione sensoriale è paragonabile alla popolazione svizzera, la
coscienza al governo.
Il governo svizzero ha già deciso chi è buono e chi è cattivo nella
popolazione. Ecco perché la coscienza ha già idee preconcette. Allora
quando la percezione sensoriale coglie un oggetto, sarà piacevole se
la mente lo conferma, ma, se la mente lo cataloga come sgradevole,
sarà sgradevole. Ecco perché considero insensata la percezione
sensoriale: non ha nessuna forza interiore discriminante; distingue
solo la realtà grossolana e non intravede per niente la natura nella
sua globalità. Assolutamente no. La scienza cerca faticosamente di
scoprire la realtà con l’uso di potenti microscopi, ma è inadatta, senza
speranza. I buddhisti sanno già che non è possibile ottenere sunyata
con simili metodi.
Questo pomeriggio mediteremo sulla nostra coscienza. Non dovete
spaventarvi all’idea di non sapere cos’è la coscienza: “ questo monaco
mi dice che dovrei meditare sulla mia coscienza ma se è l’origine dei miei
problemi, come faccio ?”.
Ora, ad esempio, siamo all’interno di questa stanza e possiamo scorgere
i raggi del sole anche se non vediamo direttamente il sole. Attraverso
la percezione dei raggi solari, quindi, il sole esiste veramente. In modo
simile, noi sappiamo, attraverso l’esperienza, che pensiero e
motivazione sono relazionati alla coscienza. Ora l’osservazione del
vostro pensiero, la consapevolezza del pensiero e della vostra
motivazione sono sufficienti per meditare sulla vostra coscienza.
Quando
osservate
la
mente,
quando
siete
consapevoli
dell’osservazione della vostra mente, è ciò che io considero meditare
sulla coscienza individuale.
Un altro modo di meditare sulla coscienza consiste nel conoscere la
metodicità del vostro pensiero. Nel momento in cui chiudete gli occhi,
sapete quali pensieri emergono: cercate, quindi, di essere consapevoli
della parte fondamentale del vostro pensiero. Non ci si dovrebbe
preoccupare di opinioni negative o positive. Capite? Il fondamento,
l’essenza di entrambi i pensieri positivi o negativi è incontaminata: la
mente riflette i fenomeni.
In Occidente il termine “ meditazione” crea molti equivoci. A volte la
gente interpreta la meditazione come una costrizione individuale, altri
come un allontanamento, un distacco: entrambi sono errori. Se vi
allontanate, sarete completamente assenti, distratti; se vi sforzate
troppo, diverrete troppo egocentrici. Meditare è molto semplice.
Socchiudete gli occhi. Cosa accade? La vostra consapevolezza si
espande come una macchina sensibile: un radar. Cercate di percepire
qualsiasi segnale o vibrazione.
Siete ricettivi, completamente svegli e consapevoli di ciò che succede.
Siamo in comunicazione? Questa è la meditazione sulla coscienza.
Meditare non significa: “oh, c’è una luce, c’è blah blah blah”. Non
stiamo facendo conversazione. Il vostro scopo è meditare. Siete
26
MORTE E RINASCITA
consapevoli della realtà circostante – il cielo, gli autocarri che
transitano – siete consci di tutto. Tuttavia non dovreste fare
conversazione: “questi autocarri trasportano formaggio o vini per il
mercato”. Ecco questo non dovreste proprio farlo.
Sebbene siate
consapevoli, dovreste mantenere il controllo per
bloccare la mente impulsiva.
Che cosa vi rende impulsivi? Intrattenere una conversazione – “lei è
così; lei parla in questo modo; lui dice che; non mi piace, mi piace” – vi
obbliga a rispondere. Controllo significa non reagire. Se vi si dice:”sei
un tipo sgradevole”, non reagite dicendo: “ mi ha definito sgradevole;
il mio ego è stato offeso”. Questo è una reazione; questa è la mente
impulsiva, senza controllo ed è anche una mente ossessionata. La mia
considerazione è che una mente ossessiva ha due oggetti: un oggetto di
attrazione e un oggetto di repulsione. Ossessionata significa non poter
smettere di pensare all’oggetto. Capite cosa intendo dire?
Ossessionato significa non essere libero o sereno ma continuare a
pensare senza sosta: “Questo, questo, questo, questo”. E’ossessione.
La mente di odio, di gelosia, di brama di attaccamento è, quindi, troppo
ossessiva e disturbata. Ecco perché la meditazione vi abitua a non
reagire quando compare l’oggetto della vostra ossessione.
Qual è il beneficio di indirizzare la consapevolezza verso la propria
coscienza al posto di spostarla su questo fiore, sulla fidanzata o sul
fidanzato? Il beneficio è dato dall’energia che si crea quando siete
consapevoli della vostra coscienza e non si tratta di un concetto
specifico di esistenza autonoma così come questo fiore o la vostra
fidanzata o fidanzato. La bellezza di osservare o di essere consapevoli
della vostra coscienza individuale abbatte le concettualizzazioni; vi
porta a rimuovere in modo diretto le pesanti coperte delle idee
superstiziose per provare l’esperienza di grande vacuità. Avete bisogno
di conoscere la mente per risolvere i vostri problemi e per eliminare i
concetti. Allora vi sentirete esperti, abili e incoraggiati a pensare:
“Posso fare qualsiasi cosa. Posso risolvere i miei problemi se lo
voglio”. Nel Buddhismo questo è il sentiero che conduce alla
liberazione.
Solitamente siete molto intellettuali; giudicate sempre “buono/cattivo,
positivo/negativo, piacevole/sgradevole” sempre, in continuazione ma,
quando meditate, smettete di ripetere “bene/male, positivo/negativo”,
interrompendo, così, il flusso mentale “bene/male”, che è dualistico. La
mente è divisa – bello/brutto, pregevole/spregevole, giusto/sbagliato –
basta! Siate semplicemente consapevoli, siate coscienti, proprio come il
sole e la luna che non pensano: “io scaldo il popolo svizzero” oppure
“regalo molta luce agli svizzeri: sono irriconoscenti!”. Sole e luna
non giudicano. Siate come il sole e la luna: è molto importante.
Buddha Maitreya ha detto che i libri, i testi, le bibbie e così via hanno
la funzione di ponte, di collegamento. Per oltrepassare un fiume avete
bisogno di un ponte che sia sicuro e funzionale e, dopo averlo
attraversato, potete esclamare: “arrivederci ponte”. Quando il ponte è
stato superato, è insensato pensare: “questo ponte è utile” oppure
“questa bibbia è piacevole”. Ciò dimostra solo che avete attaccamento.
27
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Ora, distinguere in modo intelligente il bene dal male ha una grande
importanza ma evidenziare costantemente il positivo dal negativo o il
bello dal brutto non ha molto valore. Ad un certo punto dovete
andare oltre, al di là di tutto questo, ma avete, comunque, bisogno
della saggezza discriminante.
Come è possibile che la consapevolezza della coscienza individuale
conduca all’esperienza non-duale? Potreste ribattere che esistono
sempre due fiori, un sole e una luna e molte persone. Allora come è
possibile sperimentare la non-dualità quando la dualità è sempre
presente?
La dualità è un livello convenzionale della realtà. Quando si
sperimenta la non-dualità, non significa essere nichilisti ma, piuttosto,
avere una visuale ampia della realtà ove il convenzionale non provoca
più sensazioni né vibrazioni mentali. Ecco perché non dovreste parlare
quando cercate di sperimentare la non-dualità.
Quando meditate non dovreste discutere con voi stessi: “Come posso
essere capace di fare questo? I due fiori esistono, come posso
affermare che la dualità è inesistente?”. Dovreste immediatamente
bloccare questo dibattito, questa dissertazione. State cercando di fare
un’esperienza, non state annientando l’immagine del fiore. Avete
capito? State tentando di sviluppare quella saggezza che comprendere
la globalità del fiore.
Dal punto di vista buddhista, raggiunta la concentrazione univoca di
non-dualità del fiore, in quel preciso momento esperienziale il fiore
scompare; il fiore convenzionale svanisce con la pratica. Siamo in
comunicazione oppure no? Così quando sperimentate la non-dualità di
voi stessi, in quell’istante esperienziale non ci sono più
concettualizzazioni esasperate di voi stessi nella mente – tutto
scompare. Non c’è sentimentalismo: “sono attraente oppure orrenda?”.
Avete capito cosa intendo? Simili argomenti di paragone svaniscono e
quel momento esperienziale non e’un affare di cosmetica. La
preoccupazione, quindi, di apparire attraenti, senza rughe è inutile.
Quando siete meno ansiosi, avete meno rughe!
Stiamo, quindi, parlando di un livello esperienziale della coscienza e
non dovreste avere timori: “ sto scomparendo, ogni cosa svanisce, forse
diventerò nichilista”. Non dovete preoccuparvi di questo. Ok?
Eliminate completamente le idee scorrette, le sfere egoiste. Durante
la meditazione mantenete una profonda consapevolezza della vostra
coscienza individuale. Non giudicate nemmeno la coscienza come
positiva o negativa – siate e basta: lasciate andare. Avete capito?
“lasciar
andare”
non
significa
allontanarsi,
perdersi,
ma
semplicemente mollare mantenendo un’intensa consapevolezza. La
consapevolezza profonda è simile al sole che illumina, perché irradia
la coscienza – e poi lasciate andare, mollate. Siate e basta. Questo e’
sufficiente.
Quando socchiudete gli occhi rilassatevi, siate consapevoli. A volte
appaiono immagini di svariati colori: lasciate che vadano e vengano. Non
28
MORTE E RINASCITA
pensate al colore bianco, non fate conversazione – semplicemente
siate. In altre parole siate consapevoli del continuum mentale, di
qualsiasi cosa la coscienza stia sperimentando in quel momento.
Suppongo che il tempo sia scaduto, giusto? Chi controlla la durata del
mio tempo? Mi trovo in Svizzera e, come voi sapete, devo rispettare il
mio programma degli impegni! Ora, vorrei che voi faceste un’esperienza
durante questo fine settimana: togliere la coperta della vostra
superstizione. In questo modo il corso diventa utile. Avete capito?
Questo è il mio stato d’animo ed è un mio umano diritto farvi capire.
Non siete obbligati a credere ogni cosa che vi dico.
Non vi è nessun obbligo o necessità di credere in ciò che affermo.
Cercate semplicemente di fare l’esperienza. Questo monaco vi chiede:
avete provato qualcosa oppure niente? Questo è tutto. Senza pratica
meditativa non potete essere liberi e il Buddhismo non vi sarà d’aiuto.
Allora è molto semplice. Non dovete diventare grandi meditatori;
semplicemente rilassatevi e siate coscienti. Non giudicate positive o
negative le vostre percezioni sensoriali; siate solo consapevoli della
vostra coscienza senza alcuna interpretazione. Siate e basta. Anche se
emerge un pensiero sgradevole, non preoccupatevi, non respingetelo.
L’essenza di un pensiero negativo è, comunque,
una coscienza
incontaminata e cristallina. Non intrattenetevi né dialogate con
l’oggetto: questo è il peggior nemico della meditazione. Dovreste
essere consapevoli della vostra coscienza. Quando sorge un pensiero
all’improvviso, non respingetelo pensando: “oh, è spiacevole, oh no” –
non dovreste esserne turbati. Osservate il fondamento di tale
pensiero dentro di voi; mantenete un’attenzione personale. Non
instaurate un dialogo con voi stessi: “ questo giallo è piacevole, è
magnifico, è semplicemente fantastico”. Non fate discorsi oggettivi.
Bloccate la normale conversazione e siate consapevoli del pensiero
specifico, siatene consci. Il pensiero vi riporterà nuovamente alla nondualità: vi condurrà oltre la distrazione.
Ora penso che il tempo sia terminato. La motivazione è la prima cosa da
prendere in considerazione, quando state per iniziare la meditazione.
Se pensate che le “banane” siano il vostro stimolo, allora cercate di
mantenere una respirazione regolare. In seguito osservate
semplicemente con la consapevolezza del vostro pensiero. Bene, penso
sia sufficiente. Forse non c’è bisogno di una ulteriore spiegazione. Voi
ci proverete, non è forse vero?
Vi ringrazio infinitamente. Ci rivedremo nel pomeriggio.
Terza dissertazione
Durante la nostra esistenza abbiamo accumulato esperienze talmente
allucinanti da provocare reazioni ancor più confuse durante il tempo
di morte. I quattro elementi iniziano a riassorbirsi internamente con
l’invecchiamento, creando un dinamismo squilibrato. Gli organi
sensoriali si deteriorano con la vecchiaia: i quattro elementi
29
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
cominciano a riassorbirsi. Si hanno complicazioni visive, la vista si
sdoppia e gli organi dei sensi provocano degli squilibri.
Quando si dice che l’elemento terra si è abbassato o è diminuito,
potrebbe sembrarvi una affermazione priva di significato, ma in realtà
l’elemento terra – il corpo – si sta deteriorato. Nelle persone anziane
gli organi dei sensi si affievoliscono, perdono la capacità di mettere a
fuoco con lucidità o di funzionare in modo appropriato. L’elemento
terra comincia la fase di deterioramento già alla vostra età!
Gli organi sensoriali si alterano e i cinque aggregati si indeboliscono,
creando squilibrio e visioni allucinate. Anche il senso del piacere
diminuisce, togliendo godimento. Quando ci si ammala gravemente, il
cibo, la forma, i colori non arrecano più alcun piacere. Non si hanno
più gratificazioni dagli oggetti sensoriali, nessun piacere da un fiore.
Il fiore è lì ma voi non ne traete alcun godimento. Forse quel fiore vi
provoca collera! “questo fiore rosso mi irrita, per favore portatelo
via”. Alcuni malati reagiscono proprio in questo modo causa
complicazioni interne.
La dissoluzione dei quattro elementi provoca processi interiori, come
il miraggio, il fumo e il fuoco. Sono esperienze interiori perché non c’è
nessun incendio all’esterno. Pertanto alcune persone sofferenti
rifiutano l’acqua oppure intravedono delle fiamme. La confusione è
interna: sorge l’esperienza interiore di un fuoco divampante che
trapassa. Queste sono allucinazioni intime. Acqua e fuoco vengono
percepiti come presenze reali, quindi l’esperienza di coscienza si
tramuta in confusione. Potrete intravedere la purezza e la
trasparenza, immaginando tutto questo.
Generalmente il vostro ego si afferra agli oggetti, ma, durante il
processo di disintegrazione degli elementi, tali oggetti esterni
scompaiono. Avrete esclusivamente immagini confuse e allucinate.
State perdendo il vostro oggetto di attaccamento e ne siete spaventati.
Allo stesso tempo perdete anche l’identità dell’ego. Durante
l’assorbimento dei quattro elementi con le visioni corrispondenti,
ricordate che anche le cinque facoltà sensoriali si stanno
affievolendo. Le opinioni da voi sostenute per un’intera vita cominciano
a vacillare; state perdendo la vostra identità e ne siete spaventati,
anzi terrorizzati. Generalmente ci si identifica nel proprio compagno,
perché arreca sicurezza. Quando ogni cosa si deteriora internamente
ed esteriormente, sorge il timore di perdere l’abituale sicurezza.
Attraverso la pratica meditativa, educate voi stessi a riconoscere le
condizioni che vi provocheranno le allucinazioni nei momenti
dell’esperienza di morte. Avrete una migliore comprensione di sunyata
quando realizzerete che le visioni di allucinazione non sono esistenti
di per sé, che non hanno un’esistenza intrinseca; fate in modo di non
identificarvi con l’oggetto di allucinazione.
Non dovete avere la convinzione che l’io esiste autonomamente.
Proviamo ad usare una terminologia erudita: non esiste l’io dualistico.
Giusto?
Cerco di spronarvi: non c’è un io indipendente e
30
MORTE E RINASCITA
autonomamente esistente. Cerchiamo di aprire la mente; nel tempo di
morte la spinta mentale non è necessaria in quanto l’identificazione di
un sé esistente scompare in modo del tutto spontaneo.
Questa è la ragione per cui, durante la meditazione, alcune persone
sperimentano la perdita di identità personale e si spaventano. Questo è
positivo: dovete spaventarvi.
Noi monaci tibetani vogliamo intimorirvi. Gli occidentali detestano la
paura. Tuttavia noi possediamo l’abilità di provocare in voi situazioni di
panico e molta gente ha vissuto questa esperienza. Perché avete il
timore di perdere qualcosa? Perdere voi stessi significa liberarsi dal
preconcetto di esistenza vera e indipendente che avete di voi stessi –
ecco ciò che sconvolge. La proiezione di voi stessi subisce uno scossone
ma non viene intaccata la veridicità della non-dualità o della natura
autentica di voi stessi.
Durante un insegnamento di Lama Tzong Khapa riguardante sunyata,
uno dei discepoli a lui molto legato, realizzò sunyata in quel momento.
Durante l’ascolto cominciò improvvisamente a tremare perché intuiva
la sua scomparsa, stava perdendo sé stesso completamente. Allora,
tremante, riprese il controllo di sé. L’esperienza dell’insegnamento e
della realizzazione erano avvenute contemporaneamente. Dovrebbe
accadere in questo modo. Per scoprire la vostra natura autentica
dovete distruggere, quindi, l’idea preconcetta o l’illusorietà di voi
stessi.
In occidente vengono usati molti e svariati significati della
terminologia: “perdere il sé”. Ci sono centinaia di interpretazioni della
parola “sé”. Voi stessi stabilite la vostra realtà con opinioni
preconcette: “io sono così”. Voi create un sé permanente, un’entità
auto-esistente, indipendente.
Allo stesso modo, quando i cristiani parlano dell’anima, creano un sé,
convincendosi di essere questo o quello, l’io: hanno una salda idea
preconcetta. Quel “sé” non esiste: è una mera proiezione dell’ego.
Per esempio quando un uomo identifica se stesso affermando: “ io sono
così e sono il marito di una certa signora”, introduce il concetto
identificativo di sé stesso come marito che esiste in modo autonomo. Dal
momento che si considera un marito realmente esistente di per sé,
proietta immediatamente la stessa immagine sulla moglie. Avendo
questa opinione di sé medesimo, è convinto che anche la coniuge sia una
moglie veramente esistente. Un simile preconcetto porterà, poi, molta
infelicità.
Dal momento che la mia esistenza dipende da mia moglie anche la sua
vita è subordinata alla mia; quindi se lei scompare anche io sparisco!
Avete capito? Così, una volta identificato sé stesso come marito reale,
si immagina anche una moglie reale. In seguito egli si trasformerà in un
coniuge problematico perché la situazione, lui stesso e la moglie sono
impermanenti, transitori: cambiano ogni giorno. Egli ha deformato la
realtà.
È positivo che anche voi, giovani occidentali, sperimentiate la
confusione, ampliando la vostra visuale: “ cosa posso fare in questa
31
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
collettività svizzera? Sarò un ingegnere? ...uno scienziato?”.
Desiderate identificarvi in qualcosa: volete una professione.
I giovani sono estremamente confusi poiché la società impone dei
modelli: “ dovete essere così e così”. Da un lato essi ci credono,
dall’altro no. Malgrado ciò pretendono un metodo, un punto di vista in
cui riconoscersi ma non trovano nessuna identità temporanea o
transitoria e, quindi, diventano matti, insensati. Si drogano con la
convinzione che non ci sia speranza: “Non riesco a trovare la mia
individualità; meglio scappare”. Non significa che non abbiano ego, lo
hanno già. Tuttavia il loro ego vuole riconoscersi in altre cose. Essi
possiedono già il concetto del loro essere ma esigono un’ulteriore
identità oppure una caratteristica aggiuntiva – ma non la trovano.
L’immagine del sé esistente è molto facile a vedersi. Non è difficile. In
questo momento potete osservare la natura di un io in cui vi
riconoscete, a cui siete aggrappati. Proprio ora potete fare questa
analisi. Vi trovate fondamentalmente nei pasticci sin da quando avete
formulato dei concetti sull’immagine di un sé che vi appartiene. Siete
sempre critici con voi stessi: “Non sono all’altezza” e la causa risiede
nel vostro restare aggrappati. Se fate questa verifica, potete rendervi
conto dell’inganno: non siete in contatto con la realtà – potete capirlo
proprio ora.
Avete una proiezione assai limitata di voi stessi, attribuendovi
un’immagine molto circoscritta e ciò diventa la radice che limita, che
restringe ogni cosa: moderazione dell’amore, restrizione della
saggezza, limitazione della compassione. Avete già deciso di essere
fondamentalmente limitati, ristretti; tutto – la vostra vita, la vostra
saggezza e il vostro amore – diventa limitato perché avete un’immagine
ristretta di voi stessi.
Quando i quattro elementi si assorbono nel tempo di morte, ogni
concetto grossolano di voi stessi, il piacere, ciò che vi ci circonda, gli
amici, la sicurezza, l’amore e la compassione, tutto svanisce. Ecco
perché si dice che quando l’elemento aria si assorbe nella coscienza,
gli ottanta ego superstiziosi scompaiono. L’effetto risultante degli
ottanta ego di superstizione, quindi, si interrompe, viene bloccato.
La coscienza sperimenta interiormente la grande vacuità, un enorme
spazio vuoto come il cielo di colore blu; un’esperienza interiore
assoluta, uno spazio totalmente vuoto. Normalmente siamo talmente
stipati dai concetti illusori, le ottanta superstizioni, da non avere
spazio per apprendere la realtà.
Nel tempo di morte tutti i concetti dualistici si dileguano con il
risultato di entrare in contatto con una realtà più ampia. Questo è,
dunque, ciò che sperimenterete. Inoltre le superstizioni, le illusioni
diventano prorompenti allorquando l’energia fisica viene incanalata
nella direzione sbagliata. Nei momenti di morte le energie si assorbono
in modo naturale nel canale centrale (shushuma): si sperimenta la
grande pace, la grande vacuità. Per tale motivo il tantra enfatizza
l’attivazione delle energie nel shushuma. L’attenzione viene posta sui
chakra al fine di convogliare energia nel canale centrale. Tramite la
meditazione sui chakra del cuore, dell’ombelico, della gola, della
fronte o capo, ci si addentra nel sottile, nel canale centrale, in modo
32
MORTE E RINASCITA
da spostare la pressione energetica in quel punto e bloccare, così, il
flusso dell’energia verso la direzione sbagliata. Gli yogi e le yoghine
controllano, così, la loro energia con la meditazione di shushuma,
vivendo la stessa esperienza del tempo di morte.
Dopo l’assorbimento dei quattro elementi, la respirazione cessa.
Allora sorgono le quattro visioni: quella bianca, rossa, nera e la
visione di chiara luce, che spingono verso il canale centrale. La
visione bianca è il riflesso dell’energia bianca o dell’aspetto del
padre, la caratteristica maschile; la coscienza fa l’esperienza del
grande vuoto simile a una luce bianca irradiante. Allo stesso modo
l’aspetto materno o energia rossa si concentra in shushuma; la
coscienza percepisce il colore rosso nel grande spazio vuoto. Il tantra
spiega che ognuno di noi è l’unione di energia maschile e femminile
sostanzialmente esistente in noi da sempre. Dopo la scomparsa della
visione rossa, sorge la visione nera per breve tempo.
In seguito appare la visione di chiara luce che è un enorme spazio
assolutamente
vuoto. In questo vuoto c’è un’impronta di luce
incontaminata e cristallina: questa è l’esperienza di chiara luce in cui
la coscienza non ha nessun tipo di esperienza sensoriale. Non esistono
signori e signore di Ginevra e neppure i negozi di Ginevra; in quel
momento non c’è nessun incontro alle Nazioni unite; la Ginevra
laboriosa non esiste. Durante l’esperienza di chiara luce, gli oggetti
del vostro ego se ne vanno – gli oggetti del vostro orgoglio,
attaccamento, odio e gelosia sono tutti andati. La vostra immagine
mentale nera di depressione non c’è più e voi sperimentate solo la
visione di luce.
Ora è importante capire. Quando siamo illusi, ingannati, non siamo
consapevoli. Siamo rigidi, confusi e, di conseguenza, contaminati. La
vostra coscienza sensoriale, perciò, subisce l’oscurità, ma siete
incontaminati e cristallini per natura e avrete sempre luce davanti a
voi. Credo fermamente che farete questa esperienza, ma, a causa
dell’ignoranza, siete talmente ingannati da non scorgerla. Una mente
incontaminata e cristallina produce una proiezione di luce. Se siete
confusi e contaminati, appare una proiezione inquinata nella mente
davanti a voi. È importante sapere questo.
Quando vi sentite depressi e impuri interiormente, significa che la
vostra mente ha subito un processo di degenerazione per un certo
periodo. Avete la sensazione che persino la vostra esistenza sia una
contaminazione per cui avrete proiezioni distorte anche se splende il
sole. Quando, invece, siete interiormente puri e cristallini, anche la
realtà esterna diventa una visione di luce. Quante persone hanno
provato una simile evidente esperienza? È molto semplice. Non sto
parlando di una sorta di realizzazione estremamente elevata. Cercate
di essere semplicemente consapevoli.
Quanto più siete confusi nella vita di tutti i giorni, tanto più la vostra
intricata situazione determinerà il succedersi di eventi negativi
all’esterno. Allo stesso modo ci sarà la comparsa di una
manifestazione positiva esterna se siete incontaminati e cristallini
33
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
interiormente. Riflettete – è così evidente. Non si tratta di fare una
grande esperienza meditativa ma piuttosto di una questione di
sensibilità. Quando siete in una fase degenerata, estremamente
negativa, percepite delle visioni esteriori nella vita quotidiana, ma
quando siete incontaminati e cristallini, accade qualcosa di diverso. È
molto importante. Non è una realizzazione elevata, ma si tratta di
sensibilità. Parliamo di negativo e positivo – questo è il nostro
argomento. Non è forse vero? Il nostro obbiettivo è di essere il più
positivi possibile; analizziamo, quindi, questo tipo di vibrazione, di
sensazione.
Cercherò di dare una spiegaione logica. Avete letto biografie di grandi
lama che hanno avuto ripetutamente visioni pure delle divinità:
Buddha, Manjushri, Avalokiteshvara, ecc. Hanno avuto sempre qualche
visione pura che si è manifestata. Noi abbiamo costantemente il sorgere
di oggetti di rabbia, attaccamento, ignoranza e gelosia. Tutto ciò è
evidente e logico, giusto? Benché tutti noi siamo esseri umani, alcuni
hanno visioni pure mentre altri hanno visioni negative: non è
complicato da capire.
Se siete attenti e consapevoli di come e in quale ordine si manifestano i
concetti mentali e della visuale della vostra coscienza, allora potrete
esaminare sogni e apparizioni. Non è difficile ricercare qualche evento
interiore che avviene nella mente. È molto utile, quindi, esaminare,
analizzare. È molto importante: in questo modo si impara a
comprendere il karma. Anche se ne parliamo: “blah blah blah karma,
blah blah blah karma” non ne siamo convinti, ma l’esperienza karmica –
la comprensione personale, la saggezza, l’essere conscio di ciò che
avviene nella vita, ogni mese e anno – aiuterà nella comprensione del
karma.
Avrete sentito parlare di molti grandi meditatori rimasti in meditazione
profonda durante il tempo di morte. Quando raggiungono il punto di
chiara luce, gli yogi permangono nella meditazione di chiara luce. È
possibile mantenere questo stato per giorni, settimane o mesi. Anche
dopo l’interruzione del respiro, lo yogi può restare vivo per mesi,
settimane o giorni: per tutto il tempo della meditazione egli è ancora
vivo, non è morto.
È importante, quindi, per i meditatori svizzeri modificare la legge a
favore dei diritti umani. In breve essi dovrebbero ottenere il permesso
dal governo svizzero! “Cosa intende Lama per ‘ottenere il permesso di
meditare’ ? abbiamo già il permesso di meditare!”.
Dopo la constatazione di morte, il corpo non dovrebbe essere toccato
sino a che l’energia dello yogi non e’fuoriuscita dalle narici e da
qualsiasi altra parte del corpo. Questo è il permesso di cui avete
bisogno.
Esiste
un’ulteriore spiegazione: alcuni lama sostengono che
l’esperienza di chiara luce è sunyata; altri affermano che non è quella
effettiva, reale, ma si tratta di sunyata artificiale. C’è un grande
dibattito su questo punto. Allora come è possibile sostenere di aver
avuto l’esperienza di sunyata? Probabilmente non abbiamo alcun
34
MORTE E RINASCITA
argomento valido per dibattere se è vera esperienza oppure no. Il
vostro compito è di fermare le concettualizzazioni reali e la
superstizione. È sufficiente per voi arrivare al momento esperienziale
di non-dualità e di un io inesistente – il cioccolato svizzero. Non è
necessario dibattere.
Possiamo argomentare tra di noi a livello intellettuale: “qual’è
l’esperienza di sunyata?” . Alcuni di voi potrebbero rispondere: “oh, la
mia esperienza di sunyata, in questo momento, è che non c’è un
fidanzato o una fidanzata, non esiste problema di cioccolata!” allora
dovrei chiedervi: “perché?” e continuare in questo modo: “non esiste
problema di cioccolata - non è sunyata”. Avete capito? Potrei dibattere
anche in questo modo: “non esistono opinioni politiche – questa è la
vostra esperienza di sunyata. Hmm. Non può essere sunyata”.
Comunque, potrei discutere con voi a lungo e, in un modo o nella’altro,
convincervi che non si tratta dell’esperienza di sunyata.
Ora da un punto di vista pratico dobbiamo sviluppare l’esperienza di
sunyata dal nulla. Dobbiamo potenziare l’esperienza di sunyata.
Dobbiamo svilupparla in modo graduale – dall’esperienza di sunyata
neonata a sunyata adolescente, poi sunyata di mezza età e in seguito
sunyata anziana fino alla grande esperienza. Stiamo parlando di
esperienza e non di concettualità anche se molti intellettuali
ritengono che sia la vera sunyata alla quale l’esperienza dovrebbe
corrispondere. Si tratta solo di un viaggio cerebrale; non è un metodo
sistematico esperienziale. Sistematico significa cominciare lentamente,
gradatamente.
Voi accumulerete lentamente un certo tipo di sunyata e sempre meno
nozioni concrete. Ecco perché l’approccio intellettuale di sunyata e
l’esperienza vera sono diversi.
Nel momento in cui l’esperienza di chiara luce ha termine, i segni delle
visioni si ripresentano in ordine inverso.
Mentre in precedenza si passava dal bianco al rosso, al nero e
all’esperienza di chiara luce, ora, l’energia di chiara luce si
interrompe e sorge la visione nera o oscura. Dall’oscurità si passa al
rosso e, poi, alla visione bianca e tutte le superstizioni riemergono
nuovamente.
Adesso vi parlerò del bardo. Non siate frettolosi – desidero che voi
comprendiate in modo corretto e chiaro. Al termine dell’esperienza di
chiara luce, durante il processo di morte, voi diventate corpo di bardo
per un secondo. Fate l’esperienza della visione nera per passare, poi,
da quella rossa alla bianca. In tal modo l’ego appare nuovamente. Se
siete consapevoli e sensibili, durante questi stati sempre più illusori,
avrete delle visioni colorate. Ad esempio quando l’attaccamento, la
brama e l’odio riemergono vigorosamente, un certo colore diventa
predominante. Dovreste, quindi, essere consapevoli della natura di tali
visioni. L’esperienza dei processi di morte è identica agli stadi del
sonno; non avviene, quindi, solo nella morte ma anche nel sonno e con
la perdita dei sensi o svenimento. Anche durante l’orgasmo avviene
qualcosa di simile all’esperienza di morte. Dobbiamo esserne
consapevoli. Sebbene l’esperienza del processo di morte sia già stata
vissuta, non ne siamo abbastanza consci e sensibili da riconoscerla.
Non abbiamo la comprensione dell’esperienza personale.
35
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Allora, come potete constatare il processo di morte non è inusuale. Vi
siete già passati molte volte; durante l’orgasmo sperimentate il
processo di morte. Nonostante sperimentiate, in una certa misura,
l’assorbimento degli elementi e le visioni bianche, rosse nere e di
chiara luce, non ne siete consci perché siete beatamente ignoranti. Se
siete attenti e sensibili, profondamente consapevoli, potrete osservare
questo processo di morte verificarsi durante la vostra esistenza. Tutto
ciò è già stato sperimentato – anche prima che voi meditaste!
Noi tutti facciamo esperienze preziose – proprio tutti.
Non intendo dire che siamo grandi meditatori ma noi tutti abbiamo
vissuto esperienze di valore. É importante prenderne atto, esserne
consapevoli e riportare alla memoria quelle preziose esperienze.
Allora guadagnerete fiducia e crescita interiore. Vi sarà d’aiuto. In
caso contrario sprecherete inconsciamente le vostre preziose
esperienze, proprio come si getta la spazzatura in Svizzera. Non va
bene, non è giusto. Viviamo esperienze interiori di grande valore ma le
sperperiamo per continuare a raccogliere e indossare le pesanti
coperte. Ciò che siamo, ciò che proviamo non può essere ottenuto con il
denaro: è la nostra componente più preziosa. Voi continuate, invece, a
ignorare e a disperdere; prendete e vi coprite di ciò che non siete – è
totalmente folle.
Ora sarebbe meglio tornare al lavoro. Visualizzate OM AH HUM; la OM
è bianca ed è alla sommità del capo. La OM bianca rappresenta l’energia
incontaminata della parola eccellente o suono divino e del corpo
supremo dei buddha e dei bodhisattva o di chiunque consideriate puro.
Dopo aver emesso il suono “OM”, l’energia di luce bianca, che si irradia
da OM, entra nel vostro corpo attraverso shushuma, permeandolo.
Tutte le concettualizzazioni e l’energia contaminata del corpo
vengono ripulite e purificate. Il corpo intero, dalla testa ai piedi, viene
ricolmato di energia candida irradiante beatitudine. Provate questa
sensazione. Ripetete il suono “OM” per due o tre minuti mentre
meditate e purificate il corpo. Nel momento in cui si interrompe il
suono del mantra OM, siate solo consapevoli, non fatevi coinvolgere da
positività o negatività, non reagite, non conversate – concentrate
esclusivamente l’attenzione sulla luce della coscienza al vostro capo.
State lì. Siate profondamente attenti e lasciate andare – senza
indolenza, senza distrazione.
Prima di concludere, meditiamo per un breve lasso di tempo. Non c’è
bisogno di sforzarsi – siate naturali, mettetevi a vostro agio. Lasciate
che l’energia scorra spontaneamente, siate voi stessi. Lasciate che
l’energia del respiro fluisca in modo naturale. Non pensate di essere
meditatori né di essere persone misere. Non pensate di essere egoisti.
Non pensate a niente – semplicemente siate.
Assumete una comoda posizione delle mani e socchiudete gli occhi.
Visualizzate la OM bianca al centro del vostro capo e ripetete il suono
“OM” per tre minuti. Allo stesso tempo, dalla OM bianca, parecchia
energia kundalini di felicità pervade il vostro corpo, purificando
36
MORTE E RINASCITA
l’energia contaminata. È importante visualizzare l’intero corpo
ricolmo di luce: tutto irradia energia bianca. Questo aiuta a rimuovere
i giudizi critici sul corpo.
(ripetizione di OM)
Ok, ora mantenete il livello di attenzione profonda – lasciate andare –
senza alcuna aspettativa.
(pausa meditativa)
La consapevolezza profonda porta all’esperienza del
annullamento dell’io. Il vuoto. Il nulla.
Afferrate questa percezione profonda e lasciatevi andare.
nulla
o
(pausa meditativa)
Va bene. Ora è meglio smettere – altrimenti potremmo perderci,
smarrire noi stessi. Vi ringrazio infinitamente.
Quarta dissertazione
Ieri abbiamo affrontato gli stati confusionali durante il tempo di
morte.
Da un punto di vista buddhista la confusione, l’illusione e la malattia
derivano dai tre veleni: attaccamento/gelosia, odio e ignoranza.
Ogni allucinazione è il risultato dei tre veleni. Senza questi tre
veleni, non ci sarebbero, quindi, complicazioni durante il processo di
morte. Allora la morte diventa beatitudine. Ciò è molto importante. A
volte la morte viene descritta come il dissolversi o l’assorbimento dei
quattro elementi accompagnata da uno stato confusionale. La persona
che ha alimentato le condizioni dei tre veleni, incrementerà la causa
che provoca lo squilibrio degli elementi. L’assorbimento dei quattro
elementi corrisponde a uno squilibrio. I testi tibetani citano i termini
“terra, aria, acqua o fuoco” che “diminuiscono, si riducono,
sprofondano”, ma non c’è un’effettiva penetrazione o mescolanza tra di
essi. Non si parla di deterioramento dei quattro elementi o di
squilibrio solo in termini scientifici. La scomparsa di un elemento crea
confusione e quando l’altro elemento svanisce, si determina un
ulteriore stato confusionale.
Il deteriorarsi squilibrato dell’energia corporea è, quindi, causato dai
tre veleni.
La terminologia medica tibetana spiega che l’attaccamento causa il
lung: significa che l’elemento aria non è bilanciato. Quando insorge
attaccamento l’aria è irregolare e la respirazione diventa faticosa.
Odio e gelosia influenzano la bile; l’ignoranza provoca la tubercolosi;
l’attaccamento e la brama sviluppano troppa aria che influenza il
sistema nervoso; l’odio produce un sovraccarico di bile che influisce
37
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
sull’elemento fuoco; l’ignoranza aumenta l’elemento acqua. Se
l’energia di un individuo è iperattiva, anche i quattro elementi saranno
superattivi, provocando, quindi, l’insorgere di uno stato confusionale.
Il predominio di uno dei quattro elementi determina squilibrio e può
essere causa di morte . L’elemento aria serve a preservare la vita, non
è forse vero? Quando non è bilanciato, può essere fatale. Inoltre il
cuore, il calore e l’energia preservano la vita ma, quando l’energia
aumenta a dismisura, può diventare letale.
L’acqua è necessaria, vero? Troppa acqua può, però, causare la morte.
Quando i quattro elementi sono in equilibrio, si suppone ci sia buona
salute. Può rivelarsi fatale lo squilibrio anche di uno soltanto di
questi elementi. Questa è la nostra condizione reale.
Molti occidentali hanno letto libri sul bardo che descrivono visioni
orribili: esseri che aggrediscono con lame affilate o altre orrende
creature pronte ad uccidere. In un certo qual modo, tutto ciò può
sembrare esagerato. Potreste stupirvi o essere sorpresi del fatto che
l’attaccamento produca simili visioni terrificanti ma sono convinto che
ciò accada realmente poiché abbiamo accumulato molta negatività:
menzogne e falsità dalla nostra nascita ad oggi e anche dalle
innumerevoli vite precedenti. Le nostre esistenze sono come libri che
narrano situazioni confuse.
Una volta mi hanno raccontato di un cantante famoso che aveva
venduto talmente tanti dischi in tutto il mondo che, se fossero stati
messi l’uno sull’altro, avrebbero raggiunto un’altezza doppia rispetto
al monte Everest. Allo stesso modo il cumulo delle nostre pesanti
coperte di confusione è il doppio, il triplo del monte Everest. Si fanno,
perciò, esperienze di ogni tipo durante il processo di morte causa le
impronte di confusione.
Un buon esempio è quando, in Occidente, qualcuno si ammala di cancro:
“ hai il cancro? Vai in ospedale”. È possibile constatare come i malati di
cancro vadano totalmente nel pallone dopo molti mesi di degenza.
Secondo me questo è l’inferno e non ho alcun bisogno di ascoltare
altre spiegazioni sui reami infernali. Nonostante le dettagliate
descrizioni dell’inferno, è sufficiente, per me, vedere le sofferenze
indicibili delle persone affette da cancro: si tratta di un tormento non
comune, diverso, insolito. È assai peggio della sofferenza di un
animale e potete constatarlo voi stessi; è incredibile. In certi momenti
sono coscienti e in altri perdono conoscenza soprattutto durante
tutto il processo di morte. È incredibile per me: è un’esperienza
infernale. Il bardo è così: la visione sopraggiunge come hung (pag38
ingl). Yama (i signori della morte) arrivano hung in questo modo
cercando di sbranarvi! Questi sono gli spiriti famelici.
Nel 1978 mi sono recato a San Fransisco per visitare alcuni malati di
cancro e, dopo l’incontro, non ho potuto dormire per tutta la notte: è
stato, senza dubbio, troppo per me. Era l’inferno. Non ho proprio
chiuso occhio.
È importante mantenersi lucidi e incontaminati il più possibile: ogni
giorno. Mantenetevi incontaminati e lucidi senza creare situazioni di
38
MORTE E RINASCITA
disagio con corpo, parola e mente. Allora non ci sarà alcun problema.
Sarete interiormente e fisicamente più equilibrati, riducendo, così, il
rischio di malattia.
Quando sorge la confusione durante il processo meditativo,
etichettatela come un’illusione, un’apparenza, una falsità. Potrete,
quindi, realizzare l’inesistenza del sé e la non- dualità durante il
processo di morte; avrete una comprensione più stabile. Dipenderà da
come e quanto sarete in grado di fronteggiare la situazione. Se c’è
troppa agitazione, non c’è controllo. Se sopraggiunge l’apparenza
illusoria e mantenete la forza cosciente per gestirla, allora avrete il
controllo.
Per esempio le persone che sono affette da grave malattia, da profondo
disagio o confusione, non sono in grado di affrontare la situazione.
Non riescono a mantenere uno stato lucido e incontaminato a causa
dell’enorme potere della confusione. Se accettate la morte in modo
naturale, senza gravi malattie o profonda confusione, potrete
affrontare la fine in modo lucido e incontaminato. Questo si rifletterà
anche esteriormente. In altre parole, il grado di consapevolezza e di
controllo nel processo di morte dipende in gran parte dai tre veleni.
Potreste chiedervi come sia possibile avere attaccamento bramoso nei
momenti di morte. L’attaccamento bramoso è un sogno, una chimera.
Anche durante lo stato di veglia, la nostra esistenza è dominata
dall’attaccamento bramoso a credenze erronee. Durante il processo di
morte il corpo cessa ogni attività ma permane la fantasia
dell’afferrarsi alla vita futura: come in un sogno. L’attaccamento
bramoso è proprio così e anche quando il corpo si raffredda e non c’è
più circolazione, i tre veleni continuano ad avere le loro funzioni
interiori.
Le persone fortunate muoiono in modo naturale senza grave disagio o
confusione: muoiono serenamente, dolcemente; hanno il vantaggio di
mantenere il controllo della situazione, sono lucidi, senza
contaminazioni. Quando comincia
l’assorbimento degli elementi,
sebbene possa insorgere un po’ di confusione, tali persone sono in
grado di riconoscerla come un’allucinazione. Non hanno il concetto di
acqua o fuoco veramente esistenti, hanno, quindi, il controllo. Gli
elementi lentamente, molto lentamente, si assorbono, diminuiscono e
diventano più limpidi, fondendosi alla non- esistenza del sé e alla nondualità. Tali persone raggiungono, poi, lo stato completo di chiara
luce. Anche questa condizione può causare confusione.
Non ci si dovrebbe preoccupare della difficoltà della morte o della
rinascita animale come tigre, asino, scimmia o in uno dei tre reami
inferiori. Insisto nel dire di non temere perché c’è l’amorevole
gentilezza: chiunque abbia amorevole gentilezza nei momenti di morte,
non dovrà avere alcun timore di una cattiva rinascita. L’amorevole
gentilezza non conduce ai tre reami inferiori.
Ora procediamo con la meditazione. L’ultima volta abbiamo purificato il
corpo. Adesso purifichiamo la parola. Visualizzate una AH rossa al
ciakra della gola. Dalla AH si irradia energia di luce rossa.
39
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Identificate la rossa AH come la parola pura dei buddha e dei
bodhisattva. Purificare significa che la mente incontrollata e la
parola agiscono in modo interdipendente l’una dall’altra. Le negatività
della parola, ovvero menzogna e calunnia, feriscono e provocano
sofferenza agli altri. Una mente chiara, cristallina e la parola
controllata purificano le parole impure e senza controllo.
Visualizzate, quindi, la AH rossa, simile al colore del sole al
tramonto, che si irradia dal ciakra della gola. L’intero corpo è colmato
dall’energia di luce radiante di beatitudine. Nello stesso momento
ripetete il suono e, come in precedenza, mantenete lo stato di intensa
consapevolezza della mente. Restate così senza alcuna aspettativa o
interpretazione: mantenete questo stato di profonda consapevolezza.
(ripetizione di AH)
Abbiate la comprensione dell’esperienza di un io non-duale, non
esistente intrinsecamente, nulla, zero, uno spazio vuoto come verità,
come realtà. Una solida comprensione rafforza l’energia conoscitiva.
Questa esperienza è molto più reale del vostro mondo sensoriale che
risveglia fantasia, apparenza. Se insorge un pensiero che vi distrae in
modo incontrollato, riprendete il controllo, pensando che, anche nel
bardo, tutti gli altri esseri senzienti si trovano nella stessa medesima
situazione. Siate sereni e equilibrati, praticando l’amorevole
gentilezza verso tutti. Riflettete sull’amorevole gentilezza
altruistica.
Una mente distratta e incontrollata diventa il mezzo per rafforzare
l’amorevole gentilezza. Allorquando emerge l’amorevole gentilezza,
indirizzate l’intensa consapevolezza della sua energia verso la vostra
coscienza.
Allora avete due oggetti: uno si focalizza sulla coscienza con
profonda consapevolezza, l’altro indirizza l’amorevole gentilezza
verso la coscienza, quando subentra la distrazione. Alternate questi
due.
L’energia dell’amorevole gentilezza vi deve apparire come un disco di
luna piena nella shushuma al vostro cuore. Sul disco lunare
visualizzate una HUM blu radiante. Riconoscete la saggezza non-duale
dell’energia dei buddha e dei bodhisattva. Il vostro cuore è
incontaminato, tranquillo, sereno mentre si dischiude alla luce
irradiante della luna e della HUM. Illimitati raggi di luce blu si
emanano dalla HUM. Tutte le opinioni ristrette e anguste si dileguano.
Ogni mente dubbiosa scompare. Tutte le menti assillanti svaniscono.
Dalla HUM blu e dalla luna, la grande quantità di luce blu radiante
pervade l’intero corpo, che percepisce la beatitudine. Siete avvolti da
infinita luce blu e non c’è più spazio per concettualismi fanatici e
dualistici. Nello stesso momento emettete il suono HUM per due minuti.
Trascorsi i due minuti, percepite l’illimitata luce blu come la vostra
coscienza che abbraccia l’immensa realtà dell’universo. La vostra
40
MORTE E RINASCITA
consapevolezza senza limiti avvolge l’immensa realtà universale.
Percepite e siate, senza alcuna aspettativa o superstizione.
(Ripetizione di HUM)
Abbiamo, quindi, la necessità di svolgere due pratiche: la saggezza e il
metodo. La pratica della saggezza è la profonda consapevolezza della
realtà della vostra coscienza: questa è la via. Il metodo si applica
quando ricomincia la perdita di controllo, la distrazione: l’esperienza
della distrazione diventa una risorsa potente per generare, di nuovo,
l’amorevole gentilezza, ma, quando non c’è distrazione, dimorate nella
saggezza.
Quindi due cose da ricordare: rivolgete la vostra attenzione
all’aspetto della saggezza, quando non non sussistono difficoltà;
passate all’applicazione del metodo, ovvero l’amorevole gentilezza,
quando subentra la distrazione. Allora avete due compiti da svolgere,
affiancandoli alla vostra attività lavorativa quotidiana.
(Ripetizione della meditazione)
La recitazione del mantra OM AH HUM è estremamente utile. Dato che
siete persone molto impegnate, non potete recitare il mantra lungo,
quindi, ripetete solo il mantra breve: OM AH HUM. Esso è l’essenza di
tutti i mantra. In particolar modo quando pronunciate OM, si risveglia
qualcosa; l’intensa consapevolezza rafforza e ridesta la coscienza.
Ho saputo che alcuni scienziati hanno eseguito degli esperimenti
sonori per curare danni cerebrali. Persino loro non sanno come
agisca, ma hanno appurato che il suono è efficace nella cura del
cervello umano. Hanno scoperto che il mantra stimola l’aspetto di
veglia cerebrale piuttosto che lo stato di torpore. Quando “OMmmmmm”
viene pronunciato, è possibile constatare un rafforzamento
dell’intero sistema nervoso. Il proposito della meditazione è, perciò, di
risvegliare e non di addormentare, per la comprensione di una vasta
realtà universale, senza provocare l’insorgere di ulteriori fanatismi.
Il mantra entra in contatto con una realtà più ampia. Ecco l’utilità del
mantra.
Penso di aver esaurito l’argomento del fine settimana. È importante
che siate, in certo qual modo, convinti di mantenervi limpidi –
incontaminati e non solo a livello intellettuale ma anche nella fase
meditativa, che vi permette di focalizzare una consapevolezza profonda
sulla coscienza senza distrazione e indolenza. Questo è già abbastanza
buono. Il percorso buddhista per azionare un missile nucleare è
quello di focalizzare l’attenzione profonda sulla propria coscienza.
Essere in grado di indirizzare la consapevolezza intensa verso la
coscienza è come costruire un missile nucleare per penetrare la nondualità dello spazio. Quando voi “costruite”, non ci sono altri scopi: il
missile nucleare interiore è destinato o programmato ad andare nello
spazio
non-duale,
mantenendo
sempre
l’attenzione
sulla
consapevolezza o sulla coscienza individuale.
41
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
In altre parole, se siete determinati a meditare in questo modo, io
scommetto, metto la mia firma, che voi farete, ad un certo punto,
l’esperienza non-duale.
Darò una terza spiegazione: nel momento in cui farete l’esperienza
non-duale o di vacuità, voi avrete potenziato la consapevolezza
profonda e la comprensione. Questa è la realtà. Non parlate di questo
o di quello ma sviluppate forza interiore. Non so se le parole possono
spiegare, ma la forza interiore è una realtà, che è in voi, per
comprendere la consapevolezza della coscienza.
Perché diventa necessario enfatizzare la determinazione di capire?
Normalmente si pensa che le apparenze siano reali e ci afferriamo ad
esse, ma, con l’esperienza di non-dualità, arriviamo a capire che
l’abitudine è la sola responsabile nel farci credere che le apparenze
siano reali. Allora la pratica interiore è irreale? È il contrario. State
seguendo? Questo è il motivo per cui la determinazione diventa
importante.
Penso che ciò sia sufficiente. Non vi ho spiegato il processo del bardo
– troppo intellettualismo – è difficile spiegare come avviene la
reincarnazione successiva. Sono necessari tempo e maggiori dettagli.
Tuttavia la cosa più importante è l’esperienza, poi, potrete intravedere
la possibilità di uno stato intermedio senza che sia io a spiegarvelo:
“blah, blah, bardo blah, blah reincarnazione”. Scoprirete con la
pratica.
Adesso procediamo con alcune rapide domande. Sono certo di aver
infastidito qualcuno. Forse ho parlato di cose senza senso oppure ho
aumentato la vostra confusione: per favore fatemi delle domande.
Studente: come aiutare la persona morente?
Lama: dipende dall’ambiente sociale, dalla preparazione culturale,
dalla pratica religiosa e dalla filosofia del morente, ma, qualunque
esso sia, è necessario fare qualcosa per rinvigorire o stimolare la
persona. Importante è non irritarla. Quando è pronta al trapasso,
lasciatela sola. Non continuate a dire: “Prendi la medicina” oppure “
firma qui”. Piangere e sussurrare: “Stai per morire”, crea ulteriori
grandi difficoltà.
Supponiamo, come esempio, che io sia vostro padre: voi arrivate e
cominciate a piangere: “Papà, come posso vivere senza di te?”. Allora io
sarei estremamente turbato e incapace di sostenere la situazione.
Allora, lasciate andare, Ok ? evitate di creargli enorme preoccupazione
e disturbo emozionale; lasciatelo semplicemente in pace. Penso che ciò
sia molto importante. Dategli sicurezza, fiducia in se stesso. Cercate di
aiutarlo con queste parole: “ Quando morirai, sarai felice, nessun
timore, tutto andrà per il meglio. Ora è il momento perfetto per
lasciarci”. Qualunque cosa accresca attaccamento e collera, non va
bene. È importante che vi siano anche condizioni ambientali di silenzio e
tranquillità.
Se il morente è cristiano sussurrategli: “Dio si prenderà cura di te. Sei
fortunato – andrai in paradiso”. È bene essere positivi perché in questi
momenti, benché non ci sia una convinzione profonda, l’inconscio è
ancora alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi, un’opportunità di
42
MORTE E RINASCITA
prendere rifugio. Allora quando nominiamo Gesù o Dio, sollecitiamo
l’inconscio. Va molto bene e penso che ciò sia quello che si deve fare.
Molti occidentali sostengono di non aver nulla a che fare con la
religione della loro nazione. Ho potuto, però, constatare che la
religione della nazione di appartenenza influisce molto sulla loro
esistenza e sulla mentalità. Inconsciamente sono cristiani anche se
affermano in modo consapevole: “ non voglio essere cristiano”. Di
conseguenza, quando si trovano in una situazione disastrosa, senza
niente a cui aggrapparsi, pronunciare il nome “Dio” o “Gesù” risveglia
qualcosa in loro. Ovviamente se si tratta di una persona buddhista, si
può nominare “Buddha”!
Studente: cosa si può fare per chi sostiene sul letto di morte: “ andrò
all’inferno”?
Lama: sì, questo è vero. Alcune volte è possibile intravedere di essere
già sulla via per l’inferno ed è possibile dire: “io posso vedere che sto
andando all’inferno”. Penso sia molto difficile aiutare queste persone
a livello mentale: è una situazione senza speranza. Potrebbe essere
utile l’intervento di un medico per rallentare l’attività del morente
invece di aumentare la confusione per l’eccessiva energia. In tal caso
diventa un aiuto, altrimenti devo ammettere che è molto difficile.
Studente: nel buddhismo zen ci sono i koan che aiutano a realizzare
l’esistenza non- inerente, non-innata. Ad esempio, c’è una frase, un
koan, che dice: “ quale rumore produce l’applauso di una sola mano?”
come può una simile frase aiutarci nella realizzazione di sunyata?
Come può il rumore di un applauso avere attinenza con sunyata?
Lama: ti ricordi quando ho accennato all’uomo che considera la moglie
come esistente intrinsecamente e della donna che sostiene che il
fidanzato è veramente, autonomamente esistente? Tali esempi sono come
questo. Prova a dare una dimostrazione reale di tale esistenza senza
che vi sia l’uno o l’altro. Ci sei? In verità si tratta di una semplice
concettualizzazione, una fantasia.
Il governo svizzero sostiene il franco svizzero come se fosse
intrinsecamente esistente e crede che la moneta svizzera esista di per
sé creando una società svizzera autonomamente esistente. È così. Tutta
questa apparenza, considerata vera, esistente intrinsecamente, non è
reale.
Devi colpire in questo punto per produrre una sonorità (suono del
battito delle mani). Fai in modo, quindi, di entrare in contatto con la
realtà e di scoprire che le tue concettualizzazioni, fantasie e
preconcetti cercano un riscontro reale, cercano di emettere una
sonorità, ma non ci riescono. Perciò l’inconsistenza della credenza
erronea dell’esistenza inerente svanisce. Questo è il sentiero per
conoscere sunyata.
Il suono OM è un fenomeno interdipendente che influenza l’intero
sistema nervoso. Non esiste suono OM che sia autonomamente esistente;
non c’è nessun suono intrinsecamente esistente (battito delle mani). La
sonorità di un applauso è subordinata alle mani, allo spazio, alla
dinamica che, in seguito, diventano così (battito). Ogni suono è
interdipendente, è un sorgere completamente dipendente. Solo così il
43
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
battito delle mani diventa suono, dimostrando la sua non - esistenza
intrinseca.
Nel Buddhismo la non-dualità e la non-esistenza intrinseca vengono
spesso citate. Per esempio quando entri in una caverna e ti metti ad
urlare “ahhhh” anche la grotta riproduce l’eco “ahhh”. Conosci
questo? Il suono è un esempio perfetto per l’esistenza interdipendente
delle cose. La comprensione dell’interdipendenza in natura dimostra
che non c’è un io veramente esistente né un concetto intrinsecamente
esistente. Se sostieni che questa sonorità (battito delle mani) esiste
autonomamente, allora il suono non dipende da condizioni particolari.
Cerca di capire la spiegazione scientifica e razionale del Buddhismo. Se
questo suono (battito delle mani) fosse intrinsecamente esistente, non
sarebbe, quindi, dipendente dalle’unione delle mani e non sarebbe un
fenomeno interdipendente.
Penso che ora abbiate una buona comprensione del fenomeno
interdipendente. Anche questa assemblea è un’assemblea non-esistente
autonomamente. Ringrazio voi e le persone che mi hanno invitato per
questa conferenza in Svizzera. Tutti hanno fatto enormi sforzi
organizzativi. Dedico il vostro duro lavoro – almeno una piccola parte
– al beneficio altrui. Ok ? Vi ringrazio.
Se il mio discorso ha creato troppa confusione, potete scrivermi e, dato
che sono ancora su questa terra, io vi risponderò. Mi assumo la
responsabilità di tutto ciò che ho detto, quindi potete scrivermi. Non
ho intenzione di sparire dalla circolazione immediatamente. Io stesso
devo mettere ordine nel mio disordine! Vi ringrazio infinitamente.
[cinque mesi dopo, lama Yeshe lasciò il corpo ]
Colophon: dal ciclo di trascrizioni “Life, Death and After Death” Wisdom. Qui ristampato per “Discovering Buddhism” con il permesso di
Wisdom Pubblication.
44
MORTE E RINASCITA
MIGRAZIONE DELLA COSCIENZA NEL TEMPO DELLA MORTE
Lama Tubten Yeshe
Insegnamento dato presso il centro Tushita Retreat, Dharamsala, India
nel mese di marzo del 1981.
Prima dissertazione
2 marzo 1981
Questa sera farò una breve introduzione sulla migrazione della
coscienza conosciuta come po-wa, in tibetano. Questa volta rivolgeremo
la nostra pratica a Buddha Amithaba come oggetto di rifugio. Infatti si
può applicare la meditazione del po-wa a molte e svariate divinità di
meditazione: Vajrayoghini, Yamantaka e così via. Tutte queste differenti
meditazioni hanno origine dagli insegnamenti diretti di Buddha
Shakyamuni e non da altri lama tibetani. Per la precisione il po-wa
deriva dal tantra di Guhyasamaja, che contiene una descrizione di
questa tecnica sebbene non fornisca istruzioni dettagliate su come
svolgere la pratica. Tuttavia il soggetto di nostro interesse appartiene
al livello più elevato del tantra e molti abili lama lo hanno
estrapolato da quel contesto per esporlo in riferimento alle divinità
delle classi inferiori del tantra. Io stesso ho ricevuto le istruzioni in
riferimento a Vajrayoghini, ma ho la sensazione che sarebbe di
beneficio per gli occidentali e anche per me, dare una spiegazione in
riferimento a Buddha Amitabha. Il mio ragionamento è sostenuto dal
fatto che Buddha Amitabha è una divinità meno complessa di altre e,
ancor più rilevante, la maggior parte degli occidentali si relazionano e
comprendono più facilmente Avalokiteshvara oltre ad aver già ricevuto
l’iniziazione. Dato che avete grande devozione per questo Signore della
compassione e che esiste una forte intesa tra Lui e Amitabha, ho
pensato fosse di beneficio approfittare di queste strette connessioni
per introdurre una pratica di grande utilità a molti occidentali spinti
da questo interesse.
Nonostante le istruzioni del po-wa siano differenti a seconda delle
divinità, l’effettiva metodologia è la medesima per ognuna di esse. Non
esiste grande diversità tra il metodo effettivo per Vajrayoghini e
quello indicato qui per Amitabha. L’essenziale, tuttavia, è praticare con
l’attitudine giusta: ciò è estremamente importante. Ad esempio molte
persone hanno sentito dire che, avendo le istruzione del po-wa, non fa
differenza se si commettono gravi azioni negative come uccidere i
propri genitori e così via, perché è ancora possibile ottenere una
rinascita fortunata. Questa è un’attitudine errata: non funziona in
questo modo. Se non ci si affida alla creazione di karma virtuoso e non
si stabilisce l’esatta connessione con Buddha Amitabha, sarà molto
difficile raggiungere la sua terra pura. Non è una destinazione
qualsiasi verso cui volare con un jet! Allora dobbiamo creare il karma
adatto. La questione del karma è, in realtà, abbastanza semplice.
45
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Dobbiamo essere devoti a Avalokiteshvara, dobbiamo avere fiducia
nell’essenza, nella natura di Avalokiteshvara e di Buddha Amitabha e
avere, a un certo punto, una discreta conoscenza intellettuale della
terra pura di Amitabha. Abbiamo bisogno, però, di devozione e di
un’attitudine corretta verso queste pratiche.
Sappiamo che la nostra attuale condizione – dove ci troviamo ora –
dipende da una causa karmica e che sperimentiamo costantemente la
legge di causa- effetto nella vita di tutti i giorni. Al momento attuale
godiamo di una certa dose di fortuna in quanto non siamo nati in uno
dei tre reami inferiori. Possediamo capacità, abilità mentale e una forza
intellettuale ben definita: anche questo fa parte del karma.
Nonostante ci sia libertà di movimento, ovvero la possibilità di evitare
situazioni spiacevoli e di perseguire i nostri desideri ovunque siamo,
finiamo sempre con l’ottenere delusioni opprimenti. Non ha importanza
dove andiamo: finiamo sempre con l’avere dei problemi. Tutti noi
facciamo questa esperienza. Siamo sempre insoddisfatti e confusi anche
senza pensare alla malattia, alla vecchiaia, alla morte e alle altre
nostre preoccupazioni. In tal modo, anche se avessimo l’enorme
desiderio di beneficiare gli altri tanto quanto Buddha Shakyamuni,
Padmasambhava, Lama Tzong Khapa, Milarepa e tanti altri grandi
maestri, le attuali circostanze lo renderebbero difficile se non
impossibile. In questo reame del desiderio la vita è talmente difficile
da rendere irrealizzabili le nostre aspirazioni altruistiche. Di
conseguenza, vale proprio la pena ottenere la rinascita nella terra
pura di Amitabha.
Inoltre, riflettendo sulla nostra personale esperienza, scopriamo di
essere persone molto indolenti. Per esempio, pensate a quanto tempo
abbiamo sprecato oggi: abbiamo trascorso gran parte della giornata
dormendo o in inutili passatempi. Il nostro stile di vita ci travolge e
non è facile trascendere l’assurdità dell’esistenza. Anche questo è
dovuto al karma. La terra pura di Amitabha non comporta simili
difficoltà e ostacoli. Là non esiste neanche la definizione ‘sofferenza
mondana’; non esistono malattie, morte e sofferenza di nascita. Si
rinasce in quel reame puro in modo istantaneo e si ricevono
insegnamenti direttamente da Buddha Amitabha. Per il semplice fatto di
essere in quella terra pura si possiedono i cinque poteri telepatici.
Tutte queste condizioni favorevoli si sono realizzate grazie alle
preghiere fatte da Buddha Amitabha per cinquecento grandi eoni in cui
ha percorso il sentiero del bodhisattva. Per tale motivo, chiunque
rinasca nell’effettiva terra pura di Amitabha, sarà possessore di poteri
extrasensoriali e non avrà confusione mentale. Inoltre, a differenza di
altri reami superiori, la rinascita nella terra pura di Amitabha non
comporta cadute nei reami inferiori.
Pertanto, in riferimento alla giusta attitudine menzionata prima,
dovreste essere interessati a conoscere il metodo più veloce per
beneficiare tutti gli esseri nostre madri; dovreste avere la motivazione
di rinascere nella terra pura di Amitabha per il solo motivo che è la via
più rapida per realizzare tale scopo. In questo reame è possibile
raggiungere l’illuminazione in una sola vita e beneficiare, quindi, tutti
gli esseri. Dovreste praticare la grande attitudine illuminata di
46
MORTE E RINASCITA
bodhicitta e la meditazione sarà redditizia. Se, al contrario, siete
esclusivamente interessati ad accrescere la vostra reputazione o
alimentare l’ego, la vostra attitudine sarà scorretta.
Nonostante la profonda predisposizione alla bodhicitta, dovreste
anche imparare ad essere rilassati. È molto importante. La vera
bodhicitta è di per sé un’attitudine rilassata. È una questione pratica:
se siete nervosi e vi si presenta qualcuno con problemi, non sarete di
alcun aiuto perché troppo agitati, ma con la giusta attitudine rilassata
di bodhicitta , avrete tutta la disponibilità per risolvere qualsiasi
problematica vi si presenti. Questo è un punto fondamentale.
Allora tutti noi dovremmo approcciare le istruzioni del po-wa con la
giusta attitudine. È, tuttavia, importante sapere che chi ha già ottenuto
l’illuminazione in questa vita, non necessita nessuna di queste
istruzioni sulla migrazione della coscienza. Questi insegnamenti non
sono necessari per tutti. Questi insegnamenti non sono utili per chi ha
raggiunto l’illuminazione in questa vita e con questo corpo. Le
istruzioni per il po-wa sono solo per quelle persone che ritengono sia
impossibile ottenere l’illuminazione in questa vita. Sono per coloro
che pensano: “ ho ricevuto insegnamenti sui tre aspetti principali del
sentiero; ho meditato su di essi; ho conseguito le istruzioni per il
Vajrayana e praticato lo stadio di generazione, ma ho scoperto che è
impossibile per me ottenere l’illuminazione nella durata di questa vita.
Posso intravederne l’impossibilità tenendo conto delle circostanze. Di
conseguenza non sopporto più aspettare né affrontare nuovamente la
sofferenza della confusione; devo andare nella terra pura di
Amitabha.”
Ora non posso fingere di ignorare la moltitudine di gente accorsa ad
ascoltare questi insegnamenti: significa che nessuno pensa di ottenere
l’illuminazione in questa vita?
Dovreste ricordare anche la citazione contenuta nella guru puja: “
Lam-na ma-zin chi-way du-je-na” la cui traduzione è: “se non avessi
completato gli stadi del sentiero nei momenti di morte”. Significa che
se avete praticato il sentiero del bodhisattva ma non avete ancora
raggiunto lo scopo ( l’illuminazione ), allora dovreste praticare il powa. Diventa, così, una pratica necessaria solo per chi non è in grado di
perseguire il suo scopo. In altre parole avete la necessità di seguire le
pratiche del po-wa se ritenete che è assolutamente impossibile
ottenere l’illuminazione senza dover passare attraverso l’esperienza
di un’altra vita – o ne siete almeno in parte convinti. La questione
diventa personale. Da un punto di vista filosofico, si ritiene che le
pratiche siano utili per chi non ottiene l’illuminazione nell’attuale
periodo di vita e ove sia necessaria un’altra esistenza per raggiungere
la meta. Sappiamo che i reami samsarici sono zeppi di ostacoli per il
completamento delle nostre pratiche. Questa è la logica che chiarisce
il desiderio di trasferire la propria coscienza in una terra pura.
Le pratiche del po-wa possono, tuttavia, essere un problema per gli
occidentali. Noi, tibetani, non abbiamo nessuna difficoltà nel credere
che sia possibile una rinascita dal fiore di loto, senza che vi siano
47
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
padre e madre. La mente occidentale può accettare ciò? Ritenete sia
possibile rinascere in una terra pura senza il corpo fisico o
psichico(mentale) di un padre e di una madre? Secondo le istruzioni del
po-wa è proprio ciò che avviene – una nascita istantanea da un fiore di
loto. Tramite l’azione di Amitabha come causa cooperante, la coscienza
viene lanciata come seme in un loto e, da questa condizione, rinasce in
modo simultaneo nella terra pura. Inoltre, a rinascita avvenuta nella
terra pura, non vi è alcun bisogno di lavorare per vivere né di cucinare
e neppure impegnarsi in altre attività mondane. Ogni necessità o
desiderio si realizza intuitivamente e istantaneamente.
Penso sia di grande aiuto visualizzare le eccellenti qualità della
terra pura di Amitabha; è utile per eliminare le opinioni basse e
spregevoli che abbiamo dell’ambiente che ci circonda. Infatti ne
abbiamo una modesta considerazione, giudicandolo troppo complesso.
Non ha importanza dove
ci si trovi: si pensa, sempre, che ogni
condizione ambientale sia troppo complicata. Per esempio, quando sono
in America mi sembra tutto inquinato; quando mi trovo in Italia mi
sembra tutto sporco; in Spagna ho l’impressione che un’energia
nevrotica penetri le mie orecchie; in Inghilterra sento che la rigida
formalità inglese si scaglia contro di me; in Francia che la loro
tecnologia samsarica mi insegue. Abbiamo bisogno, quindi, di sviluppare
una visione incontaminata. Ben sapete che, per la pratica tantrica, è
importante visualizzare noi stessi come Buddha e l’ambiente
circostante come un mandala: è la visualizzazione della terra pura. È
incredibilmente positivo ricordare le qualità eccellenti di una terra
pura.
L’importanza di ciò può essere spiegata con vari esempi. Quando arrivo
al centro Tushita, a Dharamsala, mi sento automaticamente rilassato.
Ogni volta che rientro da un viaggio in Occidente, soggiorno al Tushita
dove mi sento a mio agio: nella mia piccola stanza sono libero dai
problemi assillanti della gente. Si tratta di un ambiente molto
favorevole per me. Questo esempio dimostra che ci sono le potenzialità
per la terra pura di Amitabha, generata dalle sue preghiere per più di
cinquecento grandi eoni, un luogo ove la mente può sperimentare il
risveglio completo e incessante. È un luogo ove la mente non si distrae
dal risveglio, dove non esistono odio, aggressività e così via. Questo
certamente esiste.
Come ho già detto prima, coloro i quali non hanno nessuna possibilità
di ottenere l’illuminazione in questa vita e necessitano sicuramente di
un’altra, dovrebbero seguire le istruzioni del po-wa.
Che ne sarà di noi? Non abbiamo certezze: forse diventeremo illuminati
in questa esistenza o forse no. Tutto dipende da numerose circostanze
cooperanti. Pertanto è molto difficile affermare con totale certezza
chi otterrà o non otterrà l’illuminazione in questa vita. In entrambi i
casi la miglior cosa da fare è di dar inizio ai preparativi sin d’ora. Non è
mai troppo tardi per cominciare ad organizzarsi.
Ho saputo che alcuni monaci, a Sera, ricevuta la notizia dell’arrivo dei
cinesi nel 1959, fecero la scelta di non restare perché non era di
alcuna utilità; praticarono il po-wa e lasciarono il corpo. Infatti molti
monaci e ghesce hanno ottenuto dei risultati con questa pratica.
48
MORTE E RINASCITA
È molto positivo possedere questa abilità: è una questione di volontà.
Bodhicitta, per esempio, è una mente molto potente, sia a livello
soggettivo che oggettivo. Allo stesso modo chi possiede la forza di
volontà corretta e il mezzo tecnicamente necessario può trasferire la
propria coscienza in una terra pura. È utile, quindi, conoscere i metodi
speciali anche se si ritiene di non averne bisogno nel momento attuale.
Forse oggi godiamo di ottima salute e pensiamo che la morte sia
lontana, ma non ne siamo sicuri perché non esiste certezza di ciò che
può accadere in realtà. È saggio, perciò, essere padroni, adesso, di
queste tecniche in modo tale da essere pronti anche nella morte
prematura. Se non ci prepariamo in anticipo, diventerà impossibile fare
le pratiche per la migrazione della coscienza quando la morte si
presenterà. Un proverbio tibetano afferma che un cavallo non può
gareggiare correttamente senza allenamento. In modo simile dobbiamo
prima esercitarci per, poi, applicare il po-wa nel tempo di morte.
Per di più, anche se non sussiste la necessità della pratica personale
del po-wa, può essere d’aiuto per trasferire la coscienza di altre
persone. Avere la padronanza di questa tecnica, inoltre, permette di
vivere senza paura:
si sa cosa fare anche in una situazione di
catastrofe. Se ci trovassimo in un momento difficile, avremmo la
certezza di sapere che possiamo andare in un luogo migliore. Questo ci
permette di essere tranquilli e non ansiosi.
Deve essere ben chiaro che la pratica del po-wa e l’ottenimento della
terra pura non sono facili. Perché ? Perché siamo legati al reame del
desiderio con la catena di ferro del nostro afferrarci. Fino a che non
rompiamo la catena dell’attaccamento, sarà impossibile raggiungere la
terra pura di Amitabha. Quindi la preparazione necessaria a questa
pratica è sviluppare una mente libera da beni materiali, dalle amicizie e
così via. Questa è la vera preparazione. La nostra attitudine
all’afferrarci è l’ostacolo effettivo al raggiungimento della terra
pura di Amitabha. Ecco il motivo per cui, in Tibet, il monaco, che voleva
morire, dava precise disposizioni sui suoi beni materiali, indicando in
modo accurato come dovevano essere distribuiti. Di conseguenza non
rimaneva nulla a cui aggrapparsi durante il tempo di morte. In
Occidente si fa testamento. Lo scopo è essere capaci di andare nella
terra pura di Amitabha senza rimanere bloccati dagli oggetti dei piaceri
temporali. Questo è il nostro solito problema che interferisce sempre,
anche nell’ottenimento della terra pura di Amitabha. A questo
proposito vi racconto la storia di un anziano monaco morente, che
aveva una grande difficoltà a trasferire la coscienza nella terra pura
di Tushita in quanto era troppo legato al burro del suo tè. Il suo
maestro comprese che la dipendenza era causata dall’attaccamento al
tè al burro e così gli disse: “c’è un tè al burro migliore a Tushita”. Tali
parole tranquillizzarono la mente del monaco, che fu in grado, quindi,
di trasferire facilmente la coscienza.
Ora passiamo dalle considerazioni filosofiche a quelle pratiche.
Abbiamo bisogno di una concentrazione notevole per portare a termine
il po-wa. Abbiamo anche la necessità particolare di preparare il nostro
canale centrale (shushuma). Dobbiamo visualizzare chiaramente il
canale, che dovrebbe essere più sottile nella parte terminale
49
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
inferiore rispetto a quella superiore. Il canale parte all’altezza di
circa quattro dita al di sotto dell’ombelico e sale dritto fino alla
sommità del capo, all’altezza di otto dita dietro l’attaccatura dei
capelli. La sua natura è chiara e cristallina e non è mai solida o
consistente ma liscia e soffice. È importante visualizzare
correttamente senza forzare troppo la nostra mente.
In accordo al tantra esistono livelli mentali grossolani, sottili e
molto sottili. Noi utilizzeremo il livello mentale grossolano durante
la pratica del po-wa in preparazione alla morte; quando giungerà il
nostro momento di trasferire davvero la coscienza, verrà attivato il
livello molto sottile. Durante l’evento del concepimento, le cellule
embrionali della madre e del padre si uniscono; esse contengono le
gocce essenziali di energia chiara e leggera, che esistono tuttora al
centro del nostro cuore, all’interno del canale centrale. Tale goccia
di energia molto sottile al cuore è conosciuta nella lingua tibetana
come tig-le e in sanscrito bindu: la mente sottile è ubicata all’interno
di tig-le. Nel momento migratorio della coscienza l’energia molto
sottile e la mente molto sottile vengono sospinte dal canale centrale
fino alla sommità del capo da cui fuoriescono per andare nella terra
pura di Amitabha.
La pratica di questa sera sarà esercitarsi sul canale centrale,
visualizzandolo il più possibile vicino alla schiena, davanti alla spina
dorsale e, per il momento, chiuso nella parte inferiore e aperto alla
sommità del capo. Visualizzate, poi, l’energia primaria di tig-le, o
sillaba seme, come se fosse un pisello minuscolo all’interno del
canale all’altezza del cuore. Dopo aver focalizzato la vostra
attenzione sulla sillaba seme, dovreste portarla, se ci riuscite,
all’altezza della gola e poi alla sommità del capo. Da questa posizione
strategica guardate verso il basso il canale centrale cercando di
vedere il suo interno nel modo più nitido possibile. In seguito riportate
la sillaba seme al centro della gola, poi al centro del cuore e infine
fin sotto l’ombelico. Questa fase esplorativa del canale centrale è una
preparazione eccellente per la pratica effettiva del po-wa.
Prima di iniziare la meditazione sopra descritta, è utile visualizzare
Buddha Amitabha seduto nello spazio davanti a voi, all’altezza della
fronte; è di colore rosso rubino e il suo intero corpo è luce radiante e
trasparente. Nelle pratiche effettive del po-wa, Amitabha dovrebbe
essere visualizzato al di sopra del capo, ma, ora, in fase preliminare, è
consentita la posizione frontale rivolta verso di voi. Dovreste iniziare
la pratica con la presa di Rifugio in Amitabha e visualizzare, poi,
l’energia lucente che si irradia dal suo corpo al vostro canale
centrale, purificandovi da ogni ostacolo alla pratica. Questa luce
purifica soprattutto la vostra mente dubbiosa e l’abitudine
dell’afferrarsi con la quale vi aggrappate agli oggetti del reame del
desiderio. Tale purificazione è molto utile e dovrebbe essere eseguita
in modo esteso. La visualizzazione di purificazione vi permette di
trasformare il corpo fisico grossolano in corpo di luce radiante. Una
volta completata questa trasformazione, durante la meditazione, sarà
più semplice visualizzare il canale centrale all’interno del vostro
corpo. Meditare su di un corpo trasparente rende più semplice la
50
MORTE E RINASCITA
visualizzazione del canale centrale e della sillaba seme di beatitudine
al vostro cuore. Tig-le o sillaba seme dovrebbe essere di colore bianco
trasparente come cristallo con una leggera sfumatura rossastra: un
piccolo punto luminoso, una minuscola stella palpitante di luce bianca
e dal bagliore rossastro. Focalizzate la concentrazione sulla sillaba
seme, spostandola, poi, nei vari punti centrali descritti sopra. Durante
il movimento verso l’alto e il basso, lungo il canale centrale, dovreste
fare una breve pausa all’altezza di ogni punto. Ad esempio, dovreste
fermarvi e emanare luce intorno a voi, quando siete all’altezza della
gola. Pensate che questo bagliore ha il potere di rimuovere qualsiasi
occlusione ostruttiva al ciakra della gola permettendo, in tal modo,
all’energia di scorrere fluida lungo i numerosi piccoli canali che
costituiscono il ciakra della gola. Questa stessa visualizzazione di
purificazione andrebbe eseguita anche per gli altri ciakra.
Per rafforzare la vostra visualizzazione del canale centrale e della
sillaba seme, potreste abbinarla alla respirazione del vaso. Simile
tecnica vi verrà spiegata, più avanti, con maggiori dettagli, ma, in breve,
consiste nel far scendere un lungo e lento respiro fino all’addome e
mantenere contratti i muscoli più bassi della zona pelvica (quelli
coinvolti nella ritenzione di urine , feci ecc. ). In seguito focalizzerete
la vostra attenzione sulla sillaba seme al cuore mentre trattenete il
respiro. Nel momento in cui diventerà difficile trattenere il respiro,
fate in modo di espirare lentamente sia dalle narici che dalla bocca. La
respirazione del vaso, così mantenuta, aiuta la mente a sperimentare
beatitudine
e
ad
accrescere
la
concentrazione.
Inspirare
profondamente e contrarre i muscoli inferiori stimolano la
confluenza, in modo impercettibile, delle energie inferiori e superiori
e questo incontro vicendevole genera una sensazione di felicità.
Quando si verifica una simile esperienza, dovete abbandonarvi,
lasciandovi andare; dovete imparare a non afferrarvi al piacere senza
prestare alcuna attenzione emotiva. Questo è un valido e effettivo
esercizio mentale di cui tutti noi abbiamo bisogno.
Per quanto concerne la visualizzazione del canale centrale, dovreste
scegliere l’aspetto a voi consono. A questo punto della pratica non ha
alcuna rilevanza se lo visualizzate sottile come una matita o ampio
come un braccio, ma dovrebbe apparirvi più largo nella parte superiore
che in quella inferiore. La pratica del po-wa non è semplice, poiché è
strettamente connessa al vostro karma. Ragione per cui dovreste
praticare nel modo a voi più congeniale e rilassato.
In aggiunta alle tecniche illustrate fino ad ora, ci sono altre cose da
fare per incrementare la pratica. Per esempio, questa notte, quando vi
coricate, pensate di andare nella terra pura di Amitabha. Quando siete
nel vostro letto, immaginate di appoggiare il capo nel grembo di
Buddha Amitabha. Al vostro risveglio, la mattina, supponete di essere
stati risvegliati dalla campana di saggezza di Amitabha che vi invita ad
alzarvi. Quando intraprendete la sessione successiva di meditazione,
visualizzate Amitabha stesso che entra in voi e pensate di essere in
cammino verso la terra pura. Questo modo di pensare e di praticare è
molto positivo – molto meglio del vostro agire e riflettere confuso e
insensato.
51
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
É sufficiente per questa lezione. Dobbiamo terminare, come sempre, con
la dedica con lo scopo di rinascere molto velocemente nella terra pura
di Buddha Amitabha per beneficiare tutti gli esseri senzienti, nostre
madri. Vi ringrazio.
Seconda dissertazione
3 marzo 1981
Ieri ho detto che dobbiamo creare le cause adatte, o karma, per
trasferire la coscienza nella terra pura di Amitabha. Quale è la causa
effettiva per una simile rinascita? Prendere un saldo Rifugio in
Amitabha, attualizzando bodhicitta, dedicando ogni attività virtuosa
alla rinascita nella terra pura e ricordando ininterrottamente le sue
eccellenti qualità. Se c’è l’accumulazione di tutte queste cause, ci sarà
la certezza della rinascita desiderata nella terra pura.
Le preghiere tibetane enfatizzano spesso la richiesta di salvezza dalla
rinascita in uno dei tre reami inferiori. Non esiste possibilità di
rinascita in questi stati sfortunati di esistenza per chi ha realizzato i
tre aspetti principali del sentiero ( rinuncia, bodhicitta e visione
corretta della vacuità ). Anche se fossimo responsabili della morte di
milioni di persone durante la nostra vita, è possibile la salvezza da
rinascite inferiori con l’incremento del pensiero compassionevole di
bodhicitta per tutti gli esseri. Bodhicitta è l’autentico po-wa. Se avete
la bodhicitta, non vi è alcuna possibiltà di ritrovarvi in un reame
inferiore. È sufficiente la generazione della mente di bodhicitta nel
momento di morte per ottenere rinascite superiori nonostante sia
un’ottima idea imparare anche la tecnica del trasferimento di
coscienza. Per coloro che hanno difficoltà a generare i tre aspetti
principali del sentiero all’illuminazione, sono a loro disposizione i
metodi del po-wa spiegati qui.
Nei testi dell’Abhidharma si asserisce che una volta raggiunto il terzo
livello del secondo sentiero – il livello pazienza del sentiero della
preparazione – diventa impossibile ricadere nei reami inferiori.
Significa che il bodhisattva di questo livello ha acquisito una tale
sicurezza fiduciosa da non ricadervi mai più. Tuttavia anche prima di
raggiungere un simile livello, i tre aspetti principali del sentiero
chiudono le porte dei reami inferiori.
La tecnica qui esposta, fa riferimento ad un testo in cui viene
presentata come: “ il potente metodo per gli esseri malvagi per
sfuggire alle rinascite inferiori”. È impossibile che persone come noi
siano peggiori di Hitler, ma non possiamo, pero’, ricordare le azioni
compiute nelle vite precedenti. Qualunque azione sia stata commessa
dalla persona più crudele al mondo, nelle vite precedenti, non fa
differenza. Quando compaiono i segni della morte, quella persona
sicuramente eviterà le rinascite inferiori a condizione che abbia
sviluppato la mente di grande compassione, applicato i quattro poteri
opponenti, gli antidoti al karma negativo e praticato il potente metodo
del po-wa. Pertanto non dovreste farvi ossessionare dalle negatività
52
MORTE E RINASCITA
ma capire che sono fenomeni interdipendenti e che possono essere
trasformati con i metodi appropriati. La conoscenza delle tecniche del
po-wa è in grado di liberare la mente dalle apparenze ossessive e di
utilizzare, invece, la visione di una terra pura.
Vari commentari annoverano le qualità eccellenti della terra pura di
Amitabha. Prima di tutto, come ho già detto, non sussiste più alcun
pericolo di caduta nei reami inferiori se c’è rinascita nella terra pura.
Inoltre la rinascita nella terra pura libera dalle otto condizioni
sfavorevoli che, normalmente, ostacolano la pratica del Dharma. In
poche parole, tutte le situazioni nelle quali ci si imbatte nella terra
pura di Amitabha, sono favorevoli alla pratica del sentiero spirituale.
Vi è anche una completa emancipazione dal dubbio mentale; una volta
raggiunta questa terra pura, è inequivocabilmente certo il procedere
sul sentiero mahayaha verso la completa illuminazione.
Non ci sarà più alcun pericolo per la rinuncia all’aspirazione
mahayana al posto di un impegno esclusivo alla liberazione personale,
che è il traguardo del sentiero hinayana.
Gli esseri di questa terra pura rinascono intuitivamente dal fiore di
loto e non sono mai soggetti a morte prematura.
Ogni piacere diventa spontaneo e immediato, poiché il solo pensiero di
un delizioso godimento, diventa esperienziale. Ciascun corpo possiede i
trentadue segni caratteristici di un buddha e ogni mente i cinque poteri
telepatici: 1) spostarsi da un campo di buddha all’altro nella frazione
temporale di un secondo 2) ricordare le proprie vite precedenti e le
altrui 3) avere una visione senza ostruzioni delle terre pure e delle
condizioni degli esseri senzienti 4) udire gli insegnamenti degli
innumerevoli buddha 5) capire la mente e il comportamento degli altri
esseri.
Possedere queste qualità mentali straordinarie non è estremamente
utile solo per il discepolo ma diventa essenziale anche per il maestro.
Quando Buddha Shakyamuni era su questa terra, pronunciando
semplicemente poche parole, era in grado di guidare migliaia di
discepoli alla realizzazione. Questo era il risultato della sua abilità
conoscitiva diretta e intuitiva delle menti dei discepoli.
Per concludere, nella terra pura di Amitabha avrete la capacità
ininterrotta di incontrare esseri completamente illuminati e ricevere i
loro insegnamenti. La potenzialità di una mente delle terre pure è
evidente. Provate ad immaginare la potenza straordinaria di una mente
che rimane focalizzata su bodhicitta per ventiquattro ore al giorno.
Per una mente simile, l’illuminazione non è certamente molto distante.
Al momento, tuttavia, la mente è impegnata in pensieri mondani,
sprecando, in tal modo, gran parte del tempo. Nella terra pura di
Amitabha la mente è focalizzata ininterrottamente su metodo e
saggezza. Per tale ragione si realizza l’illuminazione molto
velocemente. Attraverso la comprensione di queste qualità eccellenti
della terra pura di Amitabha dovreste nutrire la risoluta aspirazione
di una simile rinascita.
Tutti noi abbiamo una certa comprensione dell’attuale condizione
esistenziale e riponiamo fiducia nella nostra capacità di migliorare la
53
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
mente. La fiducia sincera nel sentiero mahayana diventa imprescindibile
per evitare risultati negativi di un uso improprio di queste tecniche.
Ora, pertanto, visualizzate Buddha Amitabha che purifica ogni vostra
oscurazione e ostacolo, dandovi la garanzia che la pratica del po-wa vi
guiderà sicuramente verso una rinascita nella sua terra pura. Meditate
i metodi del trasferimento di coscienza con grande compassione.
(recitazione delle preghiere per l’incremento del Rifugio, della
bodhicitta e dei quattro pensieri incommensurabili)
Quando visualizzate Buddha Amitabha sopra il vostro capo, un fascio di
luce dal suo cuore entrererà in voi attraverso il canale centrale. In
tal modo si creerà un flusso ininterrotto dal cuore di Buddha
Amitabha al vostro. Questo passaggio di scorrimento è ermetico senza
fessure o imperfezioni. Il grande mahasiddha Naropa disse: “ci sono
nove porte di accesso nel nostro corpo, di cui otto samsariche. La nona
entrata, la porta mahamudra o della grande liberazione è posizionata
sulla cima del capo”. Le altre porte conducono a una rinascita nei vari
reami samsarici: non sono, quindi, passaggi idonei alla dipartita della
coscienza. Per tale ragione il raggio di luce bianca di Amitabha penetra
dalla cima del capo sino al canale centrale, creando il passaggio
attraverso il quale la nostra coscienza può avanzare. Un canale
ininterrotto e indistruttibile di radiosa luce bianca scaturisce dal
nostro ombelico (quattro dita al di sotto) fino al cuore di Buddha
Amitabha.
Al centro del nostro cuore, all’interno del canale centrale, è ubicata
la sillaba seme, l’essenza della nostra mente: ha la dimensione e la
forma di un minuscolo pisello; è di colore bianco ma emette un
bagliore rossastro. Questa goccia bianca è estremamente leggera,
talmente lieve che pare pronta a spiccare il volo. Essa è estremamente
delicata, pura, cristallina: una piccola stella al nostro cuore, un
fascio di luce simile a un arcobaleno.
Questa goccia luminosa è la mente sottile che normalmente si attiva
nel tempo di morte. In un luogo idoneo e secondo il metodo, dovreste
mantenere la mente in concentrazione univoca sulla goccia con
l’aspirazione profonda di diventare inseparabili dalla mente di Buddha
Amitabha. È molto importante sviluppare questo intenso desiderio per
superare il divario dualistico tra la vostra mente e quella di Amitabha:
dovreste diventare una cosa sola. Allo stesso tempo la mente in forma
di minuscola sillaba seme, o goccia, dovrebbe dirigersi verso l’alto,
attraverso il canale centrale fino al cuore di Amitabha. Ascoltate la
parola di Amitabha che vi invita a salire e a raggiungerlo. Dal cuore di
Buddha Amitabha un raggio di luce rossa radiosa aggancia, come un
uncino, la vostra mente nell’aspetto della sillaba seme. Questo uncino
di luce rossa e radiosa scende attraverso il canale di luce fino alla
vostra mente esercitando su di essa una forza di attrazione verso
l’alto.
( recitazione delle preghiere )
54
MORTE E RINASCITA
Inspirate, poi, dalle narici e comprimete l’aria nella zona
dell’ombelico. Irrigidite, quindi, i muscoli pelvici e spostate le energie
dal basso verso l’alto. Cercate di avere la sensazione che la sillaba
seme, colma di devozione per Buddha Amitabha, stia per librarsi in volo.
Nello stesso momento le energie spingono la sillaba seme dal basso
verso l’alto mentre anche l’uncino di luce rossa la trascina verso
l’alto. Così potenziata, la mente molto sottile passa dal ciakra della
gola alla cima del capo, dal loto al disco di luna fino a raggiungere il
centro del cuore di Buddha Amitabha. A questo punto diventa
inseparabile dall’onnipresente saggezza non-duale di Amitabha
evidenziata da un fulgore di beatitudine al suo cuore. Tramite la
recitazione del mantra primario HIC, la vostra coscienza sottile sotto
forma di sillaba seme vola al cuore di Buddha Amitabha. Imputate il suo
cuore come meta principale della vostra mente. Considerate il canale
di luce radiosa come un sentiero verso la vostra meta. Reputate, infine,
la vostra mente molto sottile con la forma di sillaba seme, come un
viandante in cammino verso la meta. È molto importante ricordare
questi tre punti durante la pratica.
In seguito, la recitazione di KAAH spinge la mente a ripercorrere il
canale di luce e a ritornare al vostro cuore.
Allora ripeto: durante la recitazione della prima sillaba dovreste
avere la sensazione che la mente stia andando in alto fino a
raggiungere
l’inseparabilità
con
l’onnipresente
saggezza
di
beatitudine di Buddha Amitabha. Con la recitazione della seconda
sillaba, la vostra mente lascia questa condizione per ritornare al
vostro cuore.
L’intera modalità si suddivide in:
1) visualizzazione della mente molto sottile come luminosa e molto
leggera al vostro cuore
2) aspirazione all’inseparabilità con la mente di Buddha Amitabha
3) respirazione lenta e profonda senza perdere la concentrazione
4) compressione del respiro all’ombelico, irrigidimento dei muscoli
pelvici e spinta dell’energia verso l’alto
5) recitazione di HIC mentre la spinta energetica e il rosso uncino
portano la vostra mente verso l’alto
6) meditazione sull’inseparabilità della vostra mente molto sottile
con quella di Buddha Amitabha
7) recitazione di KAAH mentre la coscienza ridiscende.
Ripetete la pratica di questi stadi svariate volte. Focalizzate, quindi,
l’attenzione sulla ciotola delle offerte di Buddha Amitabha da cui
fuoriesce il nettare che comincia a scorrere nel vostro canale
centrale fino a colmare l’intero sistema nervoso di bianca energia di
beatitudine. Questa visualizzazione rafforza le energie probabilmente
disperse durante la pratica. Come già spiegato, Guru Buddha Amitabha
si dissolve in luce, scende nel canale centrale e diventa inseparabile
dal vostro cuore. In questo modo Egli diventa inseparabile dalla
vostra coscienza molto sottile.
Al termine ricordate la dedica.
55
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Terza dissertazione
3 marzo 1981
Durante la pratica la concentrazione assume grande rilevanza. Il
trasferimento avviene tramite la concentrazione coadiuvata dalla
tecnica di respirazione, come già spiegato. Con la pratica di altre
meditazioni molte persone sanno già che l’aria inspirata passa dal
canale destro e sinistro che si uniscono a quello centrale o shushuma
al di sotto dell’ombelico. Allora è il momento di contrarre i muscoli
inferiori e precisamente quelli dell’ano e dell’organo sessuale. Può
essere d’aiuto irrigidire anche i muscoli dei piedi e delle mani. Potrete
percepire chiaramente come la contrazione spinga l’energia dal basso
verso il canale centrale: non si tratta solo di semplice immaginazione.
È molto importante praticare queste tecniche adesso. Se ciò non
avviene, non si potranno applicare nel tempo di morte, nonostante se
ne conosca la successione. Dovrebbe essere considerata una delle
nostre pratiche ordinarie di Dharma. Forse riteniamo di aver imparato
tutto e che non ci siano altri antidoti da conoscere, ma non appena
insorge l’afflizione mentale, siamo completamente indifesi. L’antidoto
non viene sempre applicato in modo corretto. Pertanto dovremmo
impegnarci ora nella pratica delle tecniche del po-wa.
In verità, si tratta di tecniche molto facili, semplici, scientifiche e
molto pratiche. Non esiste alcun motivo di insuccesso. I maestri
spirituali sostengono che la concentrazione sulla pratica dovrebbe
essere talmente forte da non essere disturbata neanche da un branco
di cani inferociti.
È importante praticare adesso perché nei momenti della morte, quando
sarà necessario mettere in pratica gli insegnamenti, sarà molto
probabile che insorgano ostacoli e interferenze. Dovremmo prepararci
sin d’ora perché siamo liberi da simili problematiche.
Alcuni insegnamenti affermano che ciascuna delle otto porte
samsariche dovrebbe essere sigillata dalla sillaba HUM al fine di
prevenire l’uscita della coscienza da una di esse. Tuttavia non è
strettamente necessario visualizzare queste lettere. Perché? Perché
abbiamo già visualizzato un’unica apertura nel canale centrale – la
sommità del capo. La visualizzazione corretta, quindi, del canale
centrale non comporta alcun pericolo di uscita della coscienza da una
di queste altre porte. Tuttavia se permane una sensazione disturbante
causa le porte samsariche del vostro corpo, potete sigillarle come
descritto. Anche se non ne avvertite la necessità ora, vi sarà
probabilmente d’aiuto nei momenti di morte allorquando la
concentrazione si farà più debole rispetto all’attuale.
Riveste molta importanza ricordare che la goccia di luce trasparente
al cuore è la nostra coscienza sottile. Dovremmo accettare e capire che
è la coscienza derivante dalle vite precedenti e la costituente di
quelle future, percependola leggera come una piuma, estremamente
delicata e cristallina. Tutto ciò di cui necessita è una semplice causa
56
MORTE E RINASCITA
per librarsi prontamente in volo. Dal cuore di Buddha Amitabha una
luce rossa radiosa si propaga in modo fulmineo verso il basso e
aggancia la mente sottile al vostro cuore. Durante la recitazione di
HIC, l’energia di luce rossa del cuore di Amitabha attira la mente verso
l’alto nello stesso istante in cui la forza sottostante dell’aria la
sospinge verso l’alto. La spinta di elevazione non comporta, tuttavia,
grande sforzo: è semplice e automatica perché, eseguendo l’esatta
visualizzazione, esiste un’unica via da seguire.
Vi sono alcuni segni che si manifestano con il successo della pratica e
di cui parleremo con maggiori dettagli più avanti, ma uno di questi è la
sensazione di prurito alla sommità del capo. Alcune persone possono
persino acquisire poteri telepatici o la capacità di vedere un’altra
realtà. Questo è possibile. Nei tempi antichi i maestri testavano la
perizia dei discepoli in questa meditazione infilando il gambo di un
fiore nella cavità alla cima del capo: se le meditazioni avevano
successo, la cavità aumentava la sua ampiezza e il fiore manteneva la
posizione eretta. La mia intenzione è di fare lo stesso con voi al
termine di questo corso!
Amitabha è, in generale, una divinità appartenente al livello inferiore
delle classi del tantra, ma, come ho già specificato, questa tecnica
particolare deriva dal livello più alto del tantra. Questa pratica è di
grande beneficio per gli occidentali in quanto svela un aspetto
totalmente differente della realtà in un lasso di tempo molto breve. È
di grande aiuto nel far crollare i forti preconcetti riguardanti la
realtà.
Esistono molti modi differenti per svolgere questa pratica e quello
spiegato sino ad ora, utilizza una HIC prolungata per sospingere la
coscienza verso l’alto. Un altro metodo impiegato è quello delle tre
HIC: la prima porta la mente all’altezza della gola, la seconda alla
sommità del capo e la terza la spinge nel cuore di Amitabha. Questi
metodi sono ugualmente efficaci e dipende da voi la scelta, in base alle
vostre esigenze. Inoltre l’utilizzo delle preghiere dovrebbe essere
applicato a seconda dei bisogni individuali e sono utili in quanto
stimolano la sensibilità richiesta. Tuttavia potete renderle più brevi a
vostro piacimento se pensate siano troppo estese per voi.
Un’ultima parola prima di provare queste tecniche ancora una volta.
Un’ottima idea è la meditazione del po-wa di gruppo: meglio della
pratica individuale, perché in questo modo ci si controlla
vicendevolmente prevenendo qualsiasi rischio. Infatti esiste una
remota possibilità che la persona in solitudine possa avere delle
complicazioni.
Quarta dissertazione
4 marzo 1981 - Sessione di domande e risposte
57
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Studente: subentra il lung, quando stringo mani e piedi durante la
pratica. La pratica è corretta anche senza l’irrigidimento di questi
muscoli?
Lama: non devi farlo se diventa disturbante. Infatti puoi persino
abolire le tecniche di respirazione se mantieni una buona
concentrazione. Coloro i quali ritengono sia di aiuto, dovrebbero
trattenere il respiro e contrarre i muscoli come descritto. Come
accennato prima, è molto probabile che la concentrazione non sia
elevata nei momenti di morte e la respirazione forzata, abbinata alle
tecniche di contrazione muscolare, può essere di grande aiuto.
Studente: avete affermato che gli yogi del passato hanno fatto uso
del po-wa per sottrarsi a situazioni difficili. Come posso sapere
quando l’applicazione di queste tecniche diventa appropriata?
Lama:
dunque, prendi l’esempio del monaco che aveva saputo
dell’arrivo dei cinesi. Egli aveva più di cinquant’anni e sapeva di non
poter fare molto di più. Avendo ben chiaro questo, decise di dipartire.
Allo stesso modo se hai la certezza di trovarti in una simile situazione,
ove il mantenere la tua condizione diventa totalmente inutile, allora
puoi usufruire anche tu di queste tecniche. Devi, comunque, avere
saggezza.
Studente:
ho posto questa domanda in quanto molti occidentali
credono che la vita venga data da Dio e non si dovrebbe rinunciarvi
prima che sia Lui a toglierla.
Lama: la coscienza che diventa inseparabile dal cuore di Amitabha e
Dio che se la riprende sono la stessa cosa. Non esiste alcuna
differenza, per me, tra Amitabha e Dio. Va bene, quindi, che la vostra
coscienza entri in unione con Amitabha. Importante è spezzare le
catene di ferro che ci tengono legati ai piaceri mondani e se ciò non
avviene, non esiste possibilità di successo.
C’è la storiella di un ricco uomo d’affari che, nella morte, rimaneva
avvinghiato alle sue numerose proprietà e che ebbe, poi, una rinascita
da serpente: visse nella medesima casa, attaccando chiunque osasse
impossessarsi dei suoi averi. Oppure la storia del monaco che aveva
troppo attaccamento per la sua ciotola delle offerte: egli rinacque
come preta inseguendo la ciotola da un proprietario all’altro. Anche
se abbiamo familiarizzato con queste tecniche, ma la nostra mente
continua ad essere molto coinvolta nella realtà dell’afferrarsi al sé,
sarà impossibile trasferire la coscienza con successo. Questa è la
ragione per cui abbiamo bisogno di tecniche energiche e risolute.
Studente: vorrei la sua opinione sull’assorbimento al cuore di Buddha
Amitabha. In quel momento si dovrebbe visualizzare anche la terra
pura?
Lama:
non è necessario farlo. Cerca semplicemente di avere la
sensazione di essere inseparabile dall’onnipresente saggezza nonduale di Amitabha nell’istante in cui sei nel suo cuore. È meglio porre
maggior enfasi sull’inseparabilità dalla saggezza piuttosto della
visualizzazione della terra pura.
Studente: se si ottiene l’abilità di trasferire la coscienza, perché non
farlo subito?
58
MORTE E RINASCITA
Lama: è considerato un errore rinunciare al proprio corpo per chi ha
ricevuto un’iniziazione della classe più alta del tantra. Sarebbe come
uccidere un tathagata o commettere un suicidio.
Studente: ma non è forse vero che nella terra pura di Amitabha si può
raggiungere l’illuminazione molto velocemente e, quindi, aiutare gli
altri persino dopo breve tempo?
Lama: sì, nella terra pura non esiste la seccatura di trovarsi un
lavoro né di allevare i figli; la pratica del sentiero è senza sosta.
Studente: lasciare il proprio corpo con la motivazione di beneficiare
gli altri non è , quindi, da considerarsi un suicidio.
Lama: va bene a condizione che sia il momento giusto per la tua
decisione.
Studente: è vero che il modo più rapido per ottenere l’illuminazione è
la nostra attuale rinascita umana a condizione che permanga il karma
di restare in vita ?
Lama: è sicuramente possibile ma dipende da cosa combinate durante la
vostra esistenza. Ciò che mi spaventa è il modo in cui molti occidentali
vivono. In America, ad esempio, la gente è sempre di corsa, sin da quando
si sveglia: diventa assai difficile non essere risucchiati da quello stile
di vita e se ciò accade è praticamente impossibile usufruire della
rinascita umana nel modo migliore.
Studente: è consentito o consigliato visualizzare se stessi nella
divinità di meditazione durante lo svolgimento delle pratiche del po-wa
a condizione che si abbia il permesso appropriato?
Lama: sì, va bene. In effetti alcune persone trovano più facile
visualizzare se stessi in Cenresig per rimuovere la realtà della
concezione del sé in generale e del corpo fisico in particolare. Ciò può
essere di beneficio.
Studente: si dice che ci siano animali nelle terra pura. È vero?
Lama: sì, nella terra pura ci sono uccelli, daini e molti altre specie
animali: svolgono la funzione di rinvigorire e incrementare la pratica
personale; non emettono mai vibrazioni negative e sono d’aiuto per la
pratica individuale.
Studente: allora questi animali sono, in realtà, dei bodhisattva oppure
esseri sfortunati che in qualche modo hanno commesso degli errori
nella pratica del po-wa?
Lama: sono dei bodhisattva. ( risata)
Studente: è possibile percepire la sofferenza degli esseri senzienti
nelle terre pure?
Lama: nelle terre pure non esistono sofferenze.
Studente: allora come è possibile incrementare la compassione?
Lama: ci sono molti altri stati di esistenza, numerosi sistemi solari.
Sebbene non vi sia sofferenza nelle terre pure propriamente dette, un
bodhisattva è in grado di vedere gli esseri che risiedono in altri reami
e incrementare compassione per loro.
59
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Studente: è possibile entrare in stadi di assorbimento con questa
pratica?
Lama: sì, i venti si dissolvono nel canale centrale a condizione che vi
sia una profonda concentrazione sulla goccia cristallina al cuore.
Ogni volta che ciò avviene si sperimentano i segni premonitori
dell’assorbimento. È richiesta la massima concentrazione. Infatti se
siete abbastanza consapevoli, potete notare gli stessi assorbimenti
nella beatitudine dell’orgasmo sessuale.
Studente: per prepararci alla pratica del po-wa ci sono segni
premonitori in prossimità della morte?
Lama: sì, ve ne sono molti. Si possono percepire nei sogni, nei
mutamenti del sistema respiratorio, nell’aura corporale e così via.
Molti anziani sanno quando stanno per morire.
Spiegazioni più dettagliate di questi segni premonitori di morte vi
verranno date in seguito.
Studente: è possibile realizzare la terra pura di Amitabha con la sola
devozione?
Lama: sì, è decisamente possibile. I testi asseriscono che la rinascita
in una terra pura non è il risultato di un’azione karmica specifica, ma
avviene piuttosto per la forza della preghiera/richiesta e dell’intensa
concentrazione.
Studente: dopo la recitazione di HIC c’e’ la completa dissolvenza nel
cuore di Buddha Amitabha, chi recita, quindi, KAAH per riportare la
coscienza verso il basso?
Lama:
il livello sottile della mente sale e scende; il livello
grossolano della mente recita HIC e KAAH. Durante la pratica
effettiva non dovresti farti coinvolgere da simili domande.
Semplicemente emetti questi suoni e considerali il segnale per far
salire la mente e farla scendere nuovamente.
Studente: esiste la possibilità di far uso di questa pratica per dare
conforto ad amici cristiani durante le fasi di morte?
Lama: sì, per esempio, potresti aiutare il morente a visualizzarsi nel
cuore di Cristo o rammentargli un ambiente puro e sacro.
Studente: è necessario stare seduto e in posizione eretta nella morte?
Lama: no. Molti praticanti muoiono in posizione sdraiata, la stessa
tenuta da Buddha nel trapasso e il po-wa può essere praticato anche in
questa posizione.
Studente:
alcuni di noi potrebbero trovarsi nella situazione di
assistere morenti in circostanze assai preoccupanti: non ci sono esseri
altamente realizzati nei dintorni e il corpo del morente sta per essere
rimosso prima che la coscienza lo abbia lasciato e così via...in simili
casi dovremmo sollecitare la cavità alla cima del capo prima che
qualcun’altro interferisca?
Lama: è una buona idea, dovreste farlo se possibile. Inoltre potreste
persino eseguire il trasferimento di coscienza per quella persona a
condizione che siate abili nel farlo. La concentrazione è il punto
60
MORTE E RINASCITA
fondamentale: se la vostra è profonda, potete visualizzare la mente
del morente al suo cuore, poi, dal canale centrale alla sommità del
capo per raggiungere la terra pura di Amitabha.
Studente: lei ha detto che è pericoloso praticare queste tecniche in
solitudine. Se stiamo praticando con altre persone, cosa si può fare
nel caso sorgesse una complicazione?
Lama: prima di tutto se la concentrazione è debole, non ci sarà alcun
pericolo durante la pratica. Tuttavia può accadere che qualcuno
cominci a “sballare”e a perdersi; è probabile che la coscienza lo
abbandoni accidentalmente per via della potenza della pratica. Se vi
accorgeste che “sta sballando”, potete colpirlo in modo energico nella
parte intorno alle ginocchia: ciò aiuta a riportare la coscienza nel
corpo. Potete anche urlare a gran voce KAAH.
Studente: nel tempo di morte come si può decidere di praticare il po-wa
o seguire, invece, altre tecniche tantriche e utilizzare la chiara luce
della morte come il sentiero per il Dharmakaya?
Lama: se si è certi di percepire l’esperienza di chiara luce e fonderla
con la vacuità, allora è ciò che andrebbe sicuramente fatto e non c’è
bisogno della pratica del po-wa. Tuttavia se non si ha una notevole
familiarità, si dovrebbe ricorrere, invece, al po-wa. Un autentico
praticante sarà in grado di giudicare quale tecnica può essere adatta a
lui o lei . Si dovrebbe, inoltre, ricordare l’enorme potenzialità
protettiva dei tre aspetti principali del sentiero. Ad esempio, se si
sviluppa la mente effettiva di bodhicitta, non importa cosa si faccia nei
momenti di morte: non c’è nulla di cui preoccuparsi. Si recita
semplicemente: “possa io rinascere in qualunque luogo sia di beneficio
per gli altri esseri senzienti. Oh, buddha e bodhisattva, portatemi dove
io possa essere più utile. Fossero anche i reami infernali, non importa”.
Studente: come dovremmo praticare una volta che il ritiro sarà
terminato?
Lama: dovreste praticare tutti i giorni fino a quando riceverete i
segnali di successo nella pratica. In seguito, sarà sufficiente rivedere
la pratica solo occasionalmente, diciamo una volta al mese, proprio per
non dimenticarvene.
Studente: è stato detto che, durante la pratica, la sillaba seme al
cuore dovrebbe essere molto luminosa. Io riesco a visualizzare la
sillaba ma priva di luce radiosa. È un errore?
Lama: no, non importa che emetta luce a patto, però, tu possa
visualizzare, con buona concentrazione, la mente sottile come una
goccia al tuo cuore. Il proposito della meditazione è visualizzare e
sviluppare concentrazione sulla goccia; l’emissione di luce non è
essenziale. L’importante è entrare in contatto con l’oggetto di
meditazione che può anche essere visto come una piccola goccia di
sangue o di rugiada trasparente. Se riesci a mantenere la
concentrazione sulla goccia al tuo cuore, non devi preoccuparti della
luminosità.
61
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Studente: Lei ha sottolineato la pericolosità della pratica in
solitudine in quanto esiste la possibilità di lasciare accidentalmente il
corpo. Perché lo considera rischioso?
Lama: lasciare il corpo dopo aver preso la grande decisione è una
cosa, ma è ben altra farlo in modo accidentale. In quest’ultimo caso
non c’è l’intenzione di andarsene ma è la forza della meditazione che
spinge casualmente la mente fuori dal corpo; non essendo preparati a
questa evenienza, sussiste ancora un forte legame con le catene
dell’attaccamento ai piaceri samsarici e il risultato sarebbe la
rinascita come spirito famelico al posto di una terra pura.
Studente: significa che è possibile per la coscienza fuoriuscire dal
chakra del capo e rinascere, ciò nonostante, in un reame inferiore?
Lama: sì, può accadere semplicemente perché la coscienza si allontana
in modo casuale come risultato della forza meditativa. È meglio,
quindi, meditare in compagnia quando non si è esperti, al fine di evitare
incidenti di questo genere.
Studente: perché ritiene sia meglio percepire la chiara luce nei
momenti di morte piuttosto che praticare il po-wa?
Lama: con l’addestramento alle pratiche tantriche si può cogliere
l’esperienza di chiara luce della morte per ottenere la realizzazione
intuitiva della vacuità, che permetterà di raggiungere il primo bhumi
del bodhisattva. È molto meglio della rinascita in una terra pura. Una
volta ottenuto il primo bhumi non si è solo più esperti di un
bodhisattva ordinario di una terra pura, che deve ancora praticare il
sentiero dall’inizio, ma si possiede anche l’abile mezzo di andare nelle
terre pure secondo la propria volontà. Nel tempo di morte è, quindi,
meglio usufruire delle tecniche tantriche rispetto al po-wa. Tuttavia
la pratica del po-wa è preferibile se non si possiede la totale sicurezza
nelle tecniche tantriche. I metodi meditativi del po-wa sono di grande
beneficio anche se non sono abbinate alle tecniche di respirazione. In
generale le problematiche emergono quando l’energia si riversa nella
direzione sbagliata e nei punti inadatti: questa è l’origine della
malattia fisica e mentale. Si può, comunque, migliorare il flusso
energetico del corpo e, allo stesso tempo, curare molte problematiche
a condizione che vi sia la corretta concentrazione sul canale centrale
e sulla sillaba seme al cuore. La concentrazione focalizzata
all’interno del canale centrale rimuove la distrazione che provoca
molti impedimenti. Focalizzarsi sull’oggetto di meditazione all’interno
del canale centrale è molto più efficace del concentrarsi su qualcosa
all’esterno. La contemplazione del canale centrale all’altezza del
cuore è una meditazione estremamente semplice, potente e di beneficio.
Studente: potrebbe dare ulteriori spiegazioni dell’uncino di luce
rossa che proviene dal cuore di Amitabha?
Lama: non è indispensabile visualizzare la luce rossa. È un ulteriore
e semplice aiuto per sospingere la coscienza attraverso il canale
centrale – si può tralasciare se diventa una scomodità.
Non è neanche necessario visualizzare l’uncino. Si può piuttosto
pensare a una luce rossa che lampeggia dal cuore di Amitabha come un
fulmine verso il basso, esercitando un’attrazione magnetica sulla
mente. Questa è un’altra visualizzazione, forse più agevole per voi.
62
MORTE E RINASCITA
Studente: ci ha consigliato di visualizzare la mente molto sottile
all’altezza del cuore. È il punto ideale?
Lama: sì, vi sono molti vantaggi con la concentrazione al centro del
cuore. Il chakra del cuore è un punto speciale e il suo dischiudersi,
con la meditazione, è di grande aiuto. Inoltre se siete preoccupati dei
possibili pericoli della meditazione del po-wa, portate la sillaba seme
dal chakra del cuore fino alla sommità del capo e non oltre durante la
recitazione di HIC e fate in modo che non fuoriesca dal vostro corpo:
non sussisterà più alcun pericolo e la pratica manterrà la sua
efficacia.
Studente: durante la pratica sospingiamo la mente in forma di sillaba
seme verso il cuore di Amitabha. Significa che rinasceremo nella terra
pura di Amitabha con l’aspetto della sillaba seme?
Lama: no. Dal cuore di Amitabha la mente viene indirizzata verso il
centro di un fiore di loto dal quale emergiamo con un corpo di luce
completamente purificato. Questo non deve essere visualizzato: avviene
automaticamente una volta raggiunto il cuore di Amitabha. Molti
praticanti prediligono la posizione rivolta verso ovest quando stanno
per morire. È il probabile segnale che intendono praticare il
trasferimento della coscienza nella terra pura di Amitabha. Quando io
stesso medito, trovo più agevole la direzione ovest o est piuttosto che
quella a nord o a sud – forse è solo una mia superstizione. Ad ogni
modo molte persone hanno addestrato la mente con gli insegnamenti
del po-wa e hanno affrontato la morte con successo; non esiste motivo
per cui non dovreste anche voi riscuotere successo nella pratica.
Tutto quello che c’è da fare è allenarsi correttamente.
Quinta dissertazione
5 marzo 1981
In generale è necessario ricevere l’iniziazione della divinità conferimento di poteri o autorizzazione – per il trasferimento di
coscienza nella terra pura della divinità specifica. Cosa significa
ricevere un’iniziazione?
L’ottenimento della realizzazione delle
quattro grandi iniziazioni è una faccenda abbastanza personale e
delicata. Per esempio, Naropa praticò sotto la guida di Tilopa per molti
anni fino a che non venne considerato idoneo ad essere da lui iniziato.
Egli ottenne immediatamente, in un istante, le realizzazioni di quelle
iniziazioni, poiché era molto preparato e qualificato. Questo era il
percorso tradizionale dei discepoli che venivano guidati sul sentiero
all’illuminazione. Oggigiorno la situazione è molto diversa. Le
iniziazioni vengono conferite pubblicamente e rimane il grande dubbio
che solo un piccolo gruppo di noi le riceva davvero.
Ricevere un’iniziazione è effettivamente un evento raro e speciale:
questa è l’essenza. Quando ci viene chiesto se abbiamo un certa
iniziazione, la maggior parte di noi risponde: “sì, questo lama ha
conferito l’iniziazione ed io ero là”. Non significa ricevere qualcosa
per il solo fatto di essere presenti all’autentica cerimonia. Dopo tutto
63
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
anche numerosi insetti, ragni, cani, gatti ecc. sono presenti, ma hanno
ricevuto l’effettiva iniziazione? Non ritengo, comunque, sia questo il
modo di ottenere le realizzazioni delle quattro grandi iniziazioni,
benché io sia convinto che qualcosa si riceva con la semplice presenza
alla cerimonia. La maggior parte di noi può affermare di aver
fabbricato e prodotto l’imitazione artificiale dell’esperienza effettiva.
Ma questo è positivo comunque! Abbiamo, in ogni caso, ricevuto
benedizioni e grandi ispirazioni, non dovremmo scoraggiarci. Anche se
non siamo altamente qualificati, possiamo ancora trarne un beneficio
futuro.
Una volta uno dei miei maestri mi disse che se riceviamo un’iniziazione e
rinasciamo, poi, come animali, il beneficio rimane: saremo animali molto
possenti! Ovviamente il beneficio più grande di una iniziazione è
ricevere il seme (la causa) che, in condizioni appropriate, potrà
maturare istantaneamente nell’esperienza dell’illuminazione. Vorrei
sottolineare che ricevere un’iniziazione non è una faccenda semplice;
non c’è nessuna ragione per diventare arroganti e ritenere di aver
fatto qualcosa di straordinario per il solo fatto di aver presenziato a
una cerimonia di iniziazione. La maggior parte delle volte sussiste il
dubbio di aver ricevuto effettivamente l’iniziazione, che non vuol dire
negare di avere ricevuto qualcosa di cui valeva la pena.
In termini di beneficio altruistico, dovremmo fare qualche esperienza
personale prima di insegnare questi metodi. Non significa dover
ottenere il completo successo ma almeno aver raggiunto un certo
livello di realizzazione con la pratica. In un secondo tempo daremo
insegnamenti agli altri per beneficiarli – senza dubbio non vi è nessun
beneficio quando l’insegnamento si basa solo sulle parole senza che vi
sia un’esperienza effettiva.
È già stato accennato che uno degli ostacoli alla rinascita nella terra
pura di Buddha Amitabha è la non osservanza degli impegni (samaya) tra
il guru e il discepolo. Afferrarsi ai piaceri, ai parenti e agli amici
diventa un ostacolo enorme al trasferimento della coscienza. Tutte le
relazioni sono transitorie, persino i rapporti tra fratelli e sorelle di
dharma: aggrapparsi a simili rapporti diventa, ovviamente, un notevole
impedimento alla nostra pratica. Dobbiamo capire e accettare che la
causa di un’eventuale separazione si crea nel momento in cui
incontriamo qualcuno. Un incontro sfocia sempre in una separazione e,
osservando attentamente le nostre esperienze, noteremo che
corrisponde al vero. Non importa quanto piacere riceviamo da qualcuno
o da qualcosa perché giungerà il momento in cui ogni connessione
svanirà. Non c’è bisogno di riflettere a lungo per ammetterne la sua
veridicità. Tutto è momentaneo e nel tempo di morte nessuno potrà
aiutarci. Non solo il fallimento ma, peggio ancora, l’attaccamento
creatosi, provoca grosse difficoltà.
Se riflettiamo, possiamo notare come il nostro migliore amico può
facilmente diventare il nostro peggior nemico. Prendete l’esempio di
una coppia che ha convissuto per quaranta o cinquant’anni: quando uno
dei due muore, l’altro è talmente addolorato da rinunciare a vivere. In
alcune regioni dell’India, con la morte del marito, la moglie si immola
64
MORTE E RINASCITA
sul rogo funerario. Questa è ignoranza ma, in un certo qual modo,
abbiamo lo stesso comportamento. Ecco perché diventa importante
prepararci sin d’ora. Tramite la pratica del po-wa dovremmo arrivare
alla comprensione dell’inutilità del rimanere aggrappati alle cose.
Dovremmo
ottenere,
come
minimo,
questa
realizzazione.
L’addestramento del po-wa e la preparazione personale alla morte
dovrebbero spingerci ad essere più accomodanti. Dovremmo imparare ad
accettare la natura impermanente della nostra esistenza, delle
relazioni e così via. Non sono, quindi, particolarmente interessato alla
vostra abilità nel po-wa ma piuttosto al vostro atteggiamento più
accomodante e realistico nei confronti della vita e della morte. Questi
insegnamenti avranno successo solo quando avrete imparato ad
accettare la morte dei vostri cari come un accadimento naturale, sia
che siate o non siate esperti nelle tecniche del powa.
Nel mondo ci sono molte persone preoccupate della morte. Il Lam-rim
indica chiaramente le sofferenze specifiche degli esseri umani: il
travaglio della nascita, la malattia, l’invecchiamento e persino la
morte. Gli insegnamenti del po-wa sono di grande beneficio in quanto
rappresentano un modo per superare la paura della morte. Inoltre
sono un’alternativa alle altre pratiche di dharma che, con le nostre
debolezze, forse, sono state la causa della creazione del nostro karma
negativo: la rottura dei voti e così via. Per tutte queste svariate
ragioni, quindi, gli insegnamenti del po-wa sono molto preziosi.
Una certa quantità di citazioni scritturali usa l’analogia del loto per
spiegare la nostra condizione attuale. Il loto nasce e cresce nel fango
ma il suo fiore è sempre immacolato. Allo stesso modo possiamo
liberare noi stessi da una condizione contaminata con la pratica del powa nonostante l’effettiva coscienza molto sottile sia imprigionata in
un corpo contaminato. Anche se abbiamo commesso una delle gravi
azioni negative, come uccidere il padre o la madre, è ancora possibile
conseguire il trasferimento della coscienza e raggiungere la terra
pura di Amitabha. Anche se toglieste la vita a un buddha durante la
prima colazione, a un bodhisattva a pranzo e a un arhat per cena, ogni
giorno per molti anni, avreste ancora l’opportunità di trasferire la
coscienza in una terra pura a condizione che siate sufficientemente
abili per farlo. Si può purificare tutto con l’abilità. Uno dei Panchem
Lama, considerato essere Buddha Amitabha stesso, una volta scrisse: “
il metodo per raggiungere l’illuminazione senza la meditazione è il powa”. Pertanto è inutile essere ossessionati dalle negatività e pensare
di essere la persona peggiore al mondo. Dovreste, invece, considerarvi
fortunati di essere rinati come umani con l’opportunità sia di vivere sia
di morire con successo.
Non dovreste scegliere il momento sbagliato per praticare il po-wa.
Per esempio una modesta malattia non significa una morte imminente; ci
sono molte altre cose da fare al posto della pratica del po-wa: le puja
di lunga vita neutralizzano l’esaurirsi dell’energia vitale, l’impegno
benefico contrasta la perdita del patrimonio. In Tibet gli animali
destinati alla macellazione vengono comprati e rimessi in libertà al
fine di incrementare la durata della vita di un essere umano. Ci sono
molte altre cose che potete fare per prolungare la vostra vita.
65
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Nella sessione “domande e risposte” ho già indicato alcuni dei segnali
premonitori di morte imminente: mutamenti nei sogni, nell’apparato
respiratorio e nelle sensazioni. Il cambiamento, la trasformazione
della respirazione è il segnale più preciso dell’approssimarsi della
morte. Se siete attenti osservatori, potete avere simili indizi circa sei
mesi prima del vostro decesso. Questo vi dà il tempo per prepararvi
alla pratica del po-wa. Si dice che il momento migliore sia sette giorni
prima che l’energia vitale si esaurisca. Lo ribadisco ancora una volta:
non impegnatevi nella pratica effettiva del po-wa per spingere la
coscienza in un’altra esistenza sino a che non avete ottenuto il
segnale indicatore di morte imminente.
Tutt’altra questione è la pratica del trasferimento di coscienza per il
beneficio di altre persone. Secondo Jetsun Milarepa non si dovrebbe
tentare il trasferimento dell’altrui coscienza sino all’entrata nel
sentiero della visione e, inoltre, è necessario possedere poteri
telepatici e altre realizzazioni per guidare la mente di un’altro essere.
È difficile essere seriamente efficaci senza realizzazioni. Diventerebbe
estremamente arduo per il morente ricevere qualsiasi beneficio se la
persona prescelta ad espletare il po-wa non avesse una mente
controllata e una buona motivazione. Un esempio: la persona già morta
diventa un essere del bardo e ottiene, per natura, alcuni poteri di
chiaroveggenza; proverà disgusto e si sottrarrà all’influenza della
persona chiamata per il trasferimento di coscienza allorquando vedrà
la sua avidità ingannatrice. Come risultato, l’essere del bardo non
trarrà alcun beneficio dal po-wa praticato in suo favore. La mente
negativa non può essere occultata alla chiaroveggenza dell’essere del
bardo e, quindi, assume molta importanza che la persona prescelta per
la pratica del po-wa sia libera da simili negatività. Il modo con il quale
le persone morenti vengono generalmente gestite in Occidente
costituisce un grande ostacolo al successo della pratica del po-wa;
essi non dovrebbero essere mai toccati, soprattutto le parti inferiori
del corpo, fino a che la coscienza molto sottile non abbia lasciato il
corpo. L’unico punto dovrebbe essere la sommità del capo. È tradizione
appoggiare il Lam-rim Chen-mo, il testo di Lama Tzong Khapa, sulla cima
del capo del morente: è di grande beneficio. Un aiuto ulteriore è
quello di sollecitare la testa del morente tirandogli i capelli nel
punto del chakra, alla sommità del capo. Lo ripeto ancora: dovreste
evitare di toccare le parti inferiori del corpo. A volte, persone bene
intenzionate, cambiano la posizione del corpo per renderlo più
gradevole alla vista degli altri perché sicure che la fine sia giunta.
Potrebbe essere la cosa giusta e non farebbe alcuna differenza se la
coscienza molto sottile avesse già lasciato il corpo, ma, se ciò non
fosse, cambiare la posizione degli arti al morente comporta
l’annientamento definitivo di ogni probabilità di trapasso coronato da
successo. Pertanto dovreste sempre toccare la cima del capo per prima
cosa, se si presentasse la necessità di maneggiare il corpo del
morituro. Dovreste, anche, scegliere il momento adatto per aiutare il
morente a ricordare i suoi trascorsi meditativi. Durante il processo di
morte naturale l’espirazione è sempre più prolungata mentre
l’inspirazione si accorcia e diventa più faticosa. Non vi è alcun pericolo
nel toccare le varie parti del corpo durante questa fase respiratoria.
66
MORTE E RINASCITA
Infatti, si possono tastare le gambe per verificarne l’abbassamento
della temperatura in quanto il calore corporeo dovrebbe affievolirsi
dal basso verso il cuore: questo è il momento di riportare alla mente
del morente qualunque pratica abbia svolto in vita, mentre il centro
del cuore è ancora caldo. Per esempio dovreste rammentargli che
Buddha Amitabha è seduto alla sommità del suo capo, se il suo
principale addestramento e’ stato il po-wa. È il momento giusto per
ricorrere a qualsiasi pretesto religioso con cui ha avuto familiarità in
vita. Se è cristiano potreste fargli sentire il suono di una campana per
ricordargli la funzione religiosa al fine di condurlo a uno stato
mentale di preghiera e devozione. Anche le persone agnostiche
cercano, però, un rifugio nei momenti di morte: è possibile, quindi,
essere di beneficio ricordando loro argomenti spirituali.
In accordo ai testi, è d’aiuto posizionare un frammento di ferro
magnetizzato sopra la cima del capo del morente: attira la coscienza
verso l’alto e ad uscire dalla porta mahamudra. Come è possibile?
Ricordatevi che l’energia molto sottile, supporto della mente di chiara
luce, contiene anche le oscillazioni degli elementi. Il magnete, quindi,
esercita una forza di attrazione, perché è presente la caratteristica di
natura ferrosa. Quando la coscienza sottile è stata indotta ad uscire
dalla cavità centrale alla cima del capo in questo modo, sussiste,
tuttavia, il pericolo di una caduta nei reami inferiori.
Ora dovremmo meditare. Non è così importante essere abili esperti nei
metodi del po-wa a condizione che la vostra mente sviluppi
concentrazione attraverso queste tecniche. Incrementare la
concentrazione è estremamente benefico.
Sesta dissertazione
6 marzo 1981
Quando recitate le preghiere preliminari della pratica del po-wa,
dovreste essere molto attenti, consapevoli del loro significato. Ad
esempio, dovreste riflettere profondamente sul significato della
preghiera del rifugio e di bodhicitta. Prendere rifugio nel Buddha,
Dharma e Sangha è totalmente diverso dal tipo di rifugio mondano che
prendiamo nella vita normale di tutti i giorni. Quando cerchiamo la
gratificazione negli hamburger e nella pizza, rifugiandoci
definitivamente in essi, diventa un ovvio motivo di insoddisfazione;
tuttavia molta gente mantiene costantemente questo atteggiamento,
perché è talmente sfortunata da non trovare oggetti autentici di
rifugio. Assume particolare importanza, quindi, ricordare le qualità
dei tre Gioielli del rifugio e sviluppare una profonda devozione. Noi
siamo molto fortunati perché possediamo, già, una discreta fiducia nei
tre Gioielli e abbiamo una certa comprensione di come possono
condurci veramente alla liberazione.
Le strofe riguardanti la generazione di bodhicitta ci esortano a
dedicare tutti i nostri meriti per il conseguimento dell’illuminazione
67
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
per il beneficio altrui, includendo il merito di ogni azione virtuosa da
noi compiuta – parlare gentilmente, ascoltare in un silenzio partecipe
mentre ci vengono raccontate le altrui sofferenze, meditare con i
fratelli e le sorelle di dharma per donare limpida energia di
compassione. Il merito da noi creato può essere dedicato
all’illuminazione di tutti gli esseri senzienti. Vi sono, quindi, molti
modi di creare meriti e l’aspetto essenziale di tutta la pratica mahayana
si fonda sulla dedica di ogni azione positiva al beneficio ultimo e
fondamentale degli altri. Non è facile dedicarsi agli altri in maniera
totale, ma, nonostante la grande difficoltà, è il modo più significativo
per vivere la nostra esistenza. Più si familiarizza con questa attitudine
altruistica e più profonda ed estesa essa diventa. Ne vale veramente la
pena! Dovreste essere molto felici e considerarvi incredibilmente
fortunati di aver trovato un sentiero pratico e agevole, il Mahayana –
vasto, profondo e illimitato.
Qualunque cosa voi facciate per l’altrui beneficio con una mente
generosa, diventa una risoluzione ai problemi della vostra mente
ristretta, limitata. È importante, inoltre, far sorgere il desiderio
mahayana: “per il resto della mia vita dedicherò l’energia di corpo,
parola e mente al beneficio degli altri esseri. Non importa dove e quali
circostanze io vivrò; possa io beneficiare gli altri il più possibile e
ovunque io sia; possa io dedicare le mie energie e illustrare agli altri i
tre aspetti principali del sentiero”.
Uno dei discepoli di Lama Tzong Khapa lo elogiava dicendo che persino
l’alitare del suo respiro era di beneficio agli altri, senza menzionare
l’effettivo beneficio dei suoi insegnamenti e così via. Allo stesso modo
è possibile dedicare ogni attimo della nostra energia mentale e fisica
al beneficio altrui. L’autentica capacità di aiutare gli altri si
concretizza con la preghiera di dedica. Il risultato desiderato diventa
esperienza in modo naturale quando orientiamo la nostra mente in
questa direzione tramite la dedica. Tutte le azioni benefiche di Buddha
Shakyamuni – venire su questo pianeta, insegnare, condurre i suoi
discepoli allo stato di arhat e all’illuminazione e così via – furono
compiute in modo completamente spontaneo come risultato della sua
dedica antecedente.
Per tutti questi svariati motivi, dovremmo propagare costantemente
preghiere autentiche, genuine. Molte persone, tuttavia, hanno
un’opinione sbagliata della preghiera o supplica: sono convinte che si
debba pregare in modo molto formale, con eccessivo contegno e
contrizione. Non è vero! La preghiera può o dovrebbe svolgersi in uno
stato mentale di completo rilassamento. La vera essenza della supplica
è costituita dal pensiero di essere preparati ad andare dovunque e fare
qualsiasi cosa sempre per l’altrui beneficio. Questo pensiero ripetuto
costantemente dalla vostra mente, in ogni situazione, è incredibilmente
potente. Per tanto dovreste sempre chiedervi: “quale importanza può
avere il tempo o dove mi trovo? Qual’è il miglior modo per aiutare il
maggior numero possibile di esseri?”.
Molta gente ha delle perplessità nella pratica del po-wa.
Probabilmente è stupita di non sapere chi sia Buddha Amitabha, è
68
MORTE E RINASCITA
dubbiosa della reale esistenza della terra pura o non comprende il
beneficio di queste pratiche. La verità è che queste pratiche sono di
grande beneficio. Anche se il trasferimento di coscienza non avviene
con successo, avrete sviluppato, almeno, un’attitudine fortemente
positiva. Questo atteggiamento neutralizza il potere della negatività.
Nel tempo di morte qualunque karma prevalga – sia positivo che
negativo – ci spingerà verso la prossima rinascita, ma se possiamo
diminuire le nostre negatività, morire con una mente serena e
sospingere la nostra coscienza attraverso la porta mahamudra,
eviteremo, almeno, una rinascita nei tre insopportabili reami inferiori.
Questo sarebbe già un buon risultato.
Abbiamo elencato in breve i segnali che indicano l’approssimarsi della
morte e quelli che confermano il successo della pratica del po-wa. Le
seguenti spiegazioni sono una sintesi tratta dal testo del grande
mahasiddha Pabongkha Rimpoce ove questi segni sono stati descritti in
modo dettagliato.
Innanzitutto quali sono i segnali che confermano il successo della
pratica del po-wa?
Il primo è che il corpo diventa leggero perché la mente, che controlla
il corpo, lo assimila con la forza della concentrazione. Più il
controllo della mente aumenta, maggiori sono le possibilità di fare
del vostro corpo ciò che volete. A livello ordinario la pesantezza
della massa corporea è il diretto risultato di una mente opprimente. È
ovvio, pertanto, che l’addestramento mentale con le pratiche del po-wa
darà una sensazione di leggerezza e di maggior controllo sul corpo.
Il miglioramento della digestione è il risultato successivo. Esiste
un’evidente connessione tra mente e stomaco – persino gli psicologi
occidentali sostengono che lo stomaco si irrigidisce e si comprime per i
crampi quando la mente è turbata. Ulcere, cancro e infermità simili
sono le conseguenze di una mente stressata. Assumendo semplicemente
la corretta posizione meditativa rilassante, potrete curare molte
malattie che affliggono il vostro corpo.
Ulteriori segnali comprendono: l’aumento dell’energia termica del
corpo, l’umidità della testa, la comparsa di una fessura alla sommità
del capo, l’aumento delle cefalee e dello stordimento, il prurito o il
rigonfiamento alla cima della testa e così via. Questi sono alcuni dei
segni del buon esito della pratica.
I segnali dell’avvicinarsi della morte sono numerosi e si possono
osservare con diverse metodologie: esaminando la vostra ombra alla
luce del sole o della luna, considerando i segni premonitori dei sogni
e notando i mutamenti della respirazione.
Il primo metodo consiste nel mantenere una posizione con sole o luna
alle spalle e osservando la vostra ombra all’altezza del cuore per un
certo periodo di tempo. Guardate, poi, verso l’alto, nel cielo e fate
attenzione all’immagine che vi apparirà. Se la sagoma del vostro corpo
è completa, non siete in pericolo, ma, se la testa è mancante, morirete
nell’arco di un mese. Se la mano destra è assente significa che vostro
figlio morirà, mentre se non compare la mano sinistra, forse, vostra
69
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
moglie morirà. Quando appare un pugnale conficcato nel vostro corpo
significa che la morte sopraggiungerà in un mese. Anche quando la
secrezione dell’organo sessuale diventa nerastra o si verifica l’esatto
contrario – fuoriuscita di sangue dall’uomo e liquido seminale dalla
donna – significa che la morte arriverà entro un mese.
Altri segnali di morte imminente si evidenziano in tal modo: non appare
nessun bagliore esercitando una leggera pressione sugli occhi chiusi,
non si sente alcun brusio mettendo le mani a coppa sulle orecchie, il
braccio sembra scomparire mettendolo in posizione verticale davanti al
viso. È possibile che la fine sia entro tre mesi quando piedi e occhi sono
doloranti contemporaneamente. Quando non riuscite a distinguere
l’estremità della lingua, pur tirandola fuori il più possibile, la morte
avverrà in quindici giorni oppure in tre mesi se scompare il rumore
caratteristico delle narici. La fine sarà in sei mesi se avvertite un
dolore proveniente dai piedi fino all’ombelico, se le unghie perdono il
loro colore rosato, se i denti rimangono asciutti o se il flusso
urinario è verso sinistra. Morirerete in una settimana se le narici si
appiattiscono. Morirete durante la notte se compaiono chiazze nere
sulla lingua. Quando la superficie dei piedi e la parte in
corrispondenza del cuore permangono asciutte anche dopo un bagno,
la morte sopraggiungerà entro alcuni giorni. Quando l’ombelico
improvvisamente sporge all’infuori, la morte avverrà dopo cinque
giorni. La morte vi raggiungerà in cinque mesi se non siete più in grado
di vedere la punta del vostro naso. Se qualcuno vi guarda negli occhi e
non riesce a intravedere la luce riflessa, morirete entro due
settimane.
Alcuni dei segnali sopra menzionati fanno riferimento a periodi
temporali abbastanza lunghi. In tal caso la morte può essere
allontanata o posticipata con la meditazione. Pertanto i segni appena
elencati non danno una certezza assoluta mentre i mutamenti
respiratori forniscono un’indicazione più accurata del decesso. Benché
sia condizionato dal mese e dal giorno, il segnale della morte entro un
numero preciso di anni, è dato soprattutto dal respiro che lascia il
vostro corpo attraverso un’unica narice.
Si dice anche che la fine avverrà in sei mesi quando il centro
dell’occhio secerne sporcizia. Altri sintomi allarmanti sono: vedere un
arcobaleno nell ore notturne, scorgere stelle cadenti durante il
giorno, intravedere fulmini in direzione sud in assenza di nubi,
osservare uccelli acquatici, corvi e pavoni condividere lo stesso spazio
in modo insolito, distinguere due lune e due soli, vedere case costruite
miracolosomente sulla vetta di montagne o sulle cime degli alberi.
Ulteriori segni includono: l’incontro inaspettato con creature dalle
forme terrificanti, brividi improvvisi, tremori involontari, cadute
improvvise e ripetute, vomito, feci di colore dorato o argenteo,
incapacità a distinguere la luce stellare, lunare o solare, vedere il
proprio corpo di colore differente, avere la sensazione che il chiarore
lunare sia infuocato e i raggi solari freddi e così via.
Vi sono altre avvisaglie di morte
volte una persona, malata da
inaspettatamente vitale e persino
“vivrà per sempre!”, ma l’improvviso
70
che sono abbastanza frequenti. A
lungo tempo, sembra diventare
più giovane. Potremmo esclamare:
cambiamento del suo aspetto indica
MORTE E RINASCITA
probabilmente che è giunto il suo momento. Questo accade a molte
persone.
Inoltre si dice che i segni di morte si manifesteranno in quindici notti
se l’ugola rimane priva di sensibilità per almeno cinque giorni e che il
decesso avverrà nell’arco di quattro mesi se la vostra ombra si sposta
quando il corpo rimane immobile.
I segnali di morte imminente possono manifestarsi anche nei sogni. In
generale, i sogni appartengono alla sfera intuitiva, sono una risposta
a accadimenti o influenze momentanee: non sono certezze. Molto spesso
al loro interpretazione è difficile o incomprensibile. I sogni, quindi,
rispecchiano gli stati d’animo quotidiani assai variabili, caratteristica
peculiare dei ritiri meditativi. Per tutte queste svariate ragioni, non è,
quindi, facile dare un’interpretazione accurata degli indizi di morte
durante lo stato onirico, ma ne elencherò un paio, solo per darvi l’idea
di quali vengono menzionati nei testi scritturali: vedere fiori di colore
rosso o cavalcare un asino al contrario (con le spalle al senso di
marcia): sono entrambi segni di cattivo auspicio.
Sebbene i sogni siano, in generale, inattendibili, penso sia tuttavia
possibile una loro interpretazione, se si è dotati di una certa abilità.
Per esempio, quando avete una domanda particolare da fare, potete
ricevere la risposta tramite il sogno: prima di coricarvi, rivolgete le
vostre richieste al guru o alla divinità di meditazione a voi più vicina,
pregando che vi dia una risposta durante la notte. Rimarrete sorpresi
da ciò che vi verrà svelato a condizione che siate stati sinceri e molto
devoti; sono convinto che avrete sicuramente una dimostrazione
esplicativa nei vostri sogni ma avete bisogno di estrema devozione e
determinazione. Se avete fiducia in Chenresig, ad esempio, dovreste
meditare molto intensamente, riportando alla mente la sua qualità
caratteristica di compassione illuminata. Ponetegli, poi, la vostra
domanda e pregatelo di una risposta attraverso i vostri sogni. Quando
la sincerità è inequivocabile e incisiva, il riscontro ci sarà. Purtroppo,
però, la nostra fiducia è spesso troppo debole per creare la
connessione indispensabile.
Sono molto felice di aver incontrato tutti voi, fratelli e sorelle di
dharma. Sebbene io non sia un insegnante qualificato o un grande
praticante, ho, tuttavia, una certa devozione.
Inoltre non mi aspetto che voi otteniate il risultato della terra pura
di Amitabha dopo questo breve corso; il mio unico desiderio è che voi,
occidentali, siate convinti del valore del Dharma di Buddha. Sarò
soddisfatto quando raggiungerete la convinzione di poter ottenere
qualsiasi risultato con la forza della vostra mente e della
meditazione; non sono un buddha e, quindi, non mi aspetto che voi lo
diventiate dopo pochi giorni di pratica. Questo corso è coronato dal
successo se avete raggiunto, ora, la convinzione di fare qualcosa di
positivo con la vostra vita, nonostante abbiate iniziato il corso con una
profonda sensazione di inadeguatezza. È già sufficiente che gli
insegnamenti del po-wa abbiano attenuato la paura della morte o il
senso di colpa derivante da azioni negative commesse. In qualche modo
avete acquisito il controllo sull’eventualità di procedere verso i tre
reami inferiori. Allora potete godervi la vita.
71
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Ho la grande convinzione che voi dobbiate gioire della vostra
esistenza: anche le pratiche di Dharma saranno migliori, ma, se non lo
fate, non vale la pena praticare.
L’insegnamento metodologico sul sentiero per l’illuminazione di
Buddha Shakyamuni vi guida da uno stato di felicità all’altro. L’aspetto
fondamentale, quindi, risiede nell’essere o diventare più felici ed
emancipati di giorno in giorno e nel raggiungere un controllo
maggiore.
Per il futuro, potete coltivare questa pratica quotidianamente e fare
dei ritiri saltuari. Se il po-wa diventa parte integrante della vostra
pratica giornaliera, non è necessario recitare i mantra HIC e KAAH, ma
usufruire, semplicemente, della forza della concentrazione e della
visualizzazione.
La mia conclusione è che dobbiamo essere molto felici. Siamo molto
fortunati e non esiste alcuna ragione di preoccuparsi. Tenete ben a
mente questo: i tre aspetti principali del sentiero per l’illuminazione
sono la pratica fondamentale. In particolare dovete sviluppare la
rinuncia e non rimanete aggrappati all’oggetto dei sensi o a qualsiasi
altro concetto. Siate beati e godetevi la vita; non fatevi ossessionare
da niente. Siate determinati nel beneficiare gli altri per il resto della
vostra vita. Non è necessario sottomettersi alla sofferenza: dovreste
mantenere l’attitudine alla sopportazione serena di ogni esperienza, a
condizione che sia di beneficio agli altri. Per quanto concerne la
meditazione sulla vacuità, tenete sotto controllo la vostra vita
quotidiana e osservate come vi circondate di assurde proiezioni.
Ricordate, inoltre, che il miglior metodo per il trasferimento della
coscienza è possedere la compassione, in generale, e i tre aspetti
principali del sentiero, in particolare, sia che pratichiate o no il po-wa.
Il modo migliore di vivere e di essere felici sta nel comunicare le
migliori vibrazioni possibili agli altri. Dovreste sforzarvi di essere
sereni con voi stessi e con gli altri al posto di adirarvi, preoccuparvi o
sentirvi colpevoli e turbati di voi stessi.
Adesso, quindi, pratichiamo e, poi, faremo la dedica. Vi ringrazio.
Colophon: stampato per la prima volta come:“Transference of Consciousness
at the time of Death,
A Wisdom Transcript” (pubblicazione fuori commercio).
È stato qui ristampato con il permesso di Wisdom Pubblications.
N.B.
la meditazione del Po-wa richiede l’iniziazione e dovrebbe
svolgersi esclusivamente sotto la guida di un maestro qualificato.
72
MORTE E RINASCITA
73
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
IMPERMANENZA E MORTE
diLama Zopa Rinpoce1
Quanto è lunga la durata della vita?
La vita è così fragile, la sua natura è transitoria. Si può vedere come
cambia anche in un solo anno, in un mese, in una settimana, un giorno,
un'ora, un minuto e di secondo in secondo. Nel tempo necessario a
schioccare le dita trascorrono sessantacinque brevissimi istanti2 e
anche in queste infinitesimali frazioni di secondo la vita sta cambiando.
Potreste pensare: “Perché dovrei sorprendermi per il fatto che la vita cambi
così tanto? È naturale; lascia che accada!”, ma questo modo di pensare è
molto sciocco e ignorante perché, mentre la vita sta cambiando così
velocemente, in questi stessi brevi istanti stiamo diventando più vecchi.
Qualcuno potrebbe asserire: “E' naturale, divento più vecchio; lascia
che accada!”, ma anche non curarsi del fatto di invecchiare è un'altra
attitudine errata. Altri invece negano la natura impermanente della
loro vita, non vogliono vedere per niente la sua vera natura; cercano
di camuffare la loro apparenza agli occhi degli altri, i quali compiono
anch'essi lo stesso gioco. Si tratta di sforzi assolutamente vani, tali
azioni sono al di fuori del livello di conoscenza potenziale della
mente umana e la loro creazione non è certo lo scopo della rinascita
umana dal punto di vista del Dharma. Nessuno sforzo artificiale può
mutare ottant'anni in sedici. L'età non può mai diminuire nella visione
della mente completamente illuminata, che realizza pienamente che la
sofferenza del corpo samsarico è causata dalla sua natura
impermanente.
Le menti di queste persone hanno una doppia illusione: credono nella
creazione artificiale (le scoperte scientifiche utilizzate per
preservare la materia e la vita dallo sfacelo e dalla decadenza) e
nella concezione errata che esiste un sé permanente. La prima
credenza errata causa il continuo sorgere di problemi, mentre la
seconda determina l'incremento dell'ignoranza, della pigrizia e
dell'assenza di attenzione.
L'impermanenza può essere suddivisa in due livelli:
8) cambiamenti grossolani della materia che accadono nel corso di periodi
di tempo lunghi,
9) cambiamenti sottili/interiori della mente e cambiamenti invisibili della
materia che avvengono nella più breve frazione di tempo.
La nostra mente non può percepire i cambiamenti sottili della materia, ma è in
grado di vedere solo i cambiamenti grossolani che avvengono di giorno in
giorno, di ora in ora, come la decadenza, la morte, ecc.
Il grande meditatore Gampopa disse:
1
Lama Zopa Rinpoce ha trasmesso questo autocommentario sulla sezione relativa
all'impermanenza e morte di The Wish-Fulfilling Golden Sun nel sesto corso tenuto a Kopan
nell'aprile 1974. Le sezioni in caratteri punto 11 sono tratte dal testo radice; le sezioni in
corsivo sono soggetti per la meditazione analitica in prima persona. Il resto è il commentario
di Rinpoce.
2
Il momento di tempo più breve è postulato in un sessantacinquesimo di uno schiocco di
dita
74
MORTE E RINASCITA
Questo mondo simile a un contenitore, che è esistito in un momento precedente,
non ha luogo nel successivo. Sembra che continui nello stesso modo perché
sorge qualcosa di simile, come il flusso di una sorgente.
Perché dovrei preoccuparmi dei cambiamenti dovuti al processo di
invecchiamento? Perché mentre gli anni, i mesi, i giorni e le frazioni di
secondo trascorrono e io divento sempre più vecchio, l'occasione perfetta di
ottenere l'illuminazione offerta dalla mia rinascita umana si appresta ad
esaurirsi ed io mi avvicino sempre più alla morte. Ho il giusto
equipaggiamento, un pilota, una navicella spaziale e abbastanza combustibile
per fare un giro intorno all'universo e visitare tutti i pianeti, ma siedo qui,
con il motore che gira, bruciando combustibile mentre la mia mente è
distratta da altre cose. Più a lungo la mia mente resta distratta e più perdo
la possibilità di vedere i pianeti, tutto il combustibile si sta consumando e il
tempo diventa sempre più breve. Comunque anche questa analogia non mostra
adeguatamente la tragedia di sprecare questa preziosa rinascita umana.
Anche se la mia vita durasse per 100.000 anni, la morte si avvicinerebbe allo
stesso modo. Ogni secondo che passa i minuti si accorciano, così le ore con
ogni minuto, i giorni con ogni ora, i mesi con ogni giorno, gli anni con ogni
mese. Ogni anno che passa accorcia la mia vita e il momento della mia morte si
avvicina. Pur avendone cura, anche una vita così lunga deve finire. In
confronto la mia vita è estremamente breve, può durare quaranta, cinquanta,
forse ottant'anni, certo non più di un centinaio d'anni.
Con ogni secondo, minuto, ora, giorno, mese, anno, la vita si accorcia e la
morte si avvicina. Questa vita umana è veramente breve; questo mio corpo non
ha più molto da vivere.
Nel corso della sessione di meditazione è bene ricordare le meditazioni
di base che si dovrebbero utilizzare; si tratta di soggetti importanti
perché aiutano a vedere l'impermanenza, ad acquisire le realizzazioni
relative all'impermanenza della propria vita. Sono le cose basilari
utili a favorire la realizzazione di come la vita è impermanente.
Così rapidamente come il sole, che sorge, attraversa velocemente il
cielo e tramonta, questa mattina stavamo facendo qualcosa e ora è sera
e il tempo è trascorso così in fretta; proprio come il sole che passa
così velocemente, così come esso cambia, così come è impermanente, allo
stesso modo la nostra vita cambia velocemente; dal momento della
nascita fino alla morte la vita trascorre velocemente.
In modo simile all'incenso o alle candele che bruciano, che sono
impermanenti e si consumano rapidamente, anche la vita cambia
velocemente e presto finisce. Essi non sono permanenti e cambiano
velocemente, proprio come la vita umana.
Dal momento in cui siamo nati sino ad ora, fino alla morte, proprio come
il sole che sorge e tramonta ogni giorno, la nostra vita si sta
avvicinando alla morte allo stesso modo. Il giorno appare, termina, la
notte appare, termina; essi sono impermanenti, non continuano per
sempre. Il giorno non esiste sempre come giorno; non è permanente.
Così come il giorno cambia nella notte, ogni altra cosa, tutti i
fenomeni causativi, cambiano proprio così velocemente. Come il giorno
passa, la notte passa, il sole passa, ogni cosa cambia nello stesso modo.
75
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Tutte le piante sono impermanenti, quindi mentre si sviluppano
diventano sempre più vecchie. Dal momento in cui il germoglio esce dal
suo seme, crescendo diventa sempre più vecchio, fino a decadere e
morire, esso è impermanente.
In estate ogni cosa è meravigliosa, in inverno tutto decade; nulla è
permanente, nulla è definitivo. Come le foglie che cambiano colore e
cadono, similmente tutto il territorio cambia, tutta la Terra cambia;
nulla è definitivo. In questo caso, definitivo significa qualcosa che
mantiene sempre la stessa forma, lo stesso colore e aspetto, che esiste
sempre nello stesso modo. Nulla è definitivo.
È stato così fin da quando siamo rinati, dal momento in cui la nostra
mente è entrata nel grembo di nostra madre e siamo stati concepiti. Da
quel momento abbiamo avuto una certa lunghezza della vita,
determinata karmicamente, in quanto risultato del karma precedente:
quaranta, venticinque anni – di qualunque numero di anni disponiamo,
dal momento del nostro concepimento nel grembo materno fino alla
nostra morte, esso è stato determinato dal nostro karma.
La lunghezza della vita è stata determinata dal karma proiettante.
È certo che non si vivrà molto oltre i cento anni, probabilmente non si
riuscirà a superare i novanta. Tuttavia, anche se si vivesse un milione
di anni, la nostra vita inizierebbe a finire dal momento del
concepimento. Dal momento in cui la mente entra nell'utero materno
gli anni iniziano a trascorrere, inizia l'impermanenza della nostra vita.
Anche se avessimo una vita lunga centomila anni, questa vita appena è
iniziata comincia ad abbreviarsi. Essa cambia nella più breve frazione di
tempo, un millesimo, un milionesimo di secondo; così come anche i
nanosecondi passano, nulla resta uguale; nulla perdura.
Come trascorrono i secondi, così i minuti che sono composti da questi.
Come trascorrono i minuti, così le ore che sono composte da questi.
Mentre trascorrono i secondi, i minuti e le ore, la vita cambia. Come
ventiquattro ore passano, così trascorre un giorno, come trenta giorni
passano, trascorre un mese. Come passano i mesi, così gli anni. Che la
lunghezza della vita sia di mille o di centomila anni, è lo stesso: ha
luogo un cambiamento costante e si diventa sempre più vecchi, si decade
dal momento in cui la mente entra nel grembo materno.
Dal momento in cui inizia, la vita comincia a estinguersi. Ogni secondo
che passa quel tot di vita è finita e ci si avvicina alla morte.
Similmente, ogni minuto, ora, giorno e mese che trascorre, quel lasso
di vita è finito e quindi si è più vicini alla morte. Alla fine, una volta
passati quei centomila anni, quella persona, pur avendo avuto una vita
tanto lunga, ha raggiunto il momento della morte.
Quindi, anche se una vita fosse tanto lunga, diventerebbe comunque
costantemente sempre più breve, si consumerebbe e la morte si
avvicinerebbe sempre più, figuriamoci rispetto alle nostre vite, che
sono molto più brevi – sei, quindici, venti, cinquanta...qualunque sia, a
seconda dell'individuo. Le nostre vite al confronto di una della durata
76
MORTE E RINASCITA
di centomila anni non sono comparabili, sono così brevi, brevissime.
Anche se consideriamo una lunghezza media, diciamo sessanta o
settanta anni, dal momento del concepimento la vita diventa sempre più
breve, inizia a consumarsi. Come la vita cambia, mentre la parte
infinitesimale di ogni secondo si disintegra, quella parte di vita è
finita e quindi siamo più vicini alla morte.
Gli anni della vostra vita che avete vissuto finora – venticinque,
ventotto, trenta, trentadue – quelli che sono, è una quantità di vita
che è trascorsa, siete di quel tanto più vicini alla morte e il tempo di
vita di cui disponete è pertanto molto meno. Non ha importanza se
pensate di essere giovane o vecchio, qualunque sia la vostra età, quel
tanto della vostra vita è trascorso, andato per sempre, irrecuperabile.
La vita che vi è rimasta è certamente più breve di quanta ne è trascorsa,
sono passati più anni della vostra vita di quelli che vi sono rimasti.
Sintetizzando il modo di meditare sull'impermanenza di questa vita, è
efficace riflettere nel modo seguente:
• quando vedete un fiume, pensate che proprio come il fiume
fluisce, anche la vita trascorre così velocemente.
• Così come il sole sorge e tramonta, riflettete che anche la vita
trascorre velocemente
• Mentre vedete le cose esterne cambiare in modo visibile – come
l'incenso o una candela che bruciando si consumano – non vedete
in modo analogo la vostra vita che si sta consumando, tuttavia se
prestate attenzione a quello che vi accade intorno sarete
facilmente in grado di capire che la vostra vita sta terminando
senza tardare di un secondo. Proprio come l'olio che brucia in
una lampada si consuma costantemente, altrettanto avviene della
vostra vita.
• Così come le stagioni passano, altrettanto vale per la vostra vita;
l'estate, l'autunno, l'inverno e la primavera trascorrono veloci e
così la vostra vita, che diventa sempre più breve e si consuma
sempre più velocemente.
Relazionare quello che vedete all'esterno con voi stessi è
estremamente utile; è un tipo di meditazione analitica. È utile perché
impedisce che la mente diventi afflitta; rende la mente consapevole del
cambiamento, della vita che si accorcia sempre più, della fugacità della
vita umana, la vostra vita.
Vediamo che le cose esterne passano velocemente, ma non riflettiamo
mai in merito alla nostra vita. Facciamo sempre progetti come se
avessimo una vita lunga; siamo totalmente convinti che continueremo
ad esistere a lungo. Siamo del tutto inconsapevoli del modo effettivo
in cui la nostra vita si evolve: consumandosi velocemente ogni
momento. Gli stessi cambiamenti evolutivi che vediamo all'esterno
accadono al nostro interno; questo è il modo effettivo in cui
evolviamo, ma non ce ne rendiamo conto.
Il fatto di non realizzare quanto velocemente e inesorabilmente la vita
stia terminando costituisce il maggiore ostacolo per rendere pura
tutta la nostra vita, per vivere in modo positivo, per trascorrere la
77
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
vita completamente nel Dharma. Per via della concezione errata che
non moriremo presto e vivremo a lungo, non ci ricordiamo della morte,
non pensiamo al Dharma e non ci preoccupiamo affatto della nostra
prossima vita. Dato che non pensiamo alla morte e a quanto sia breve la
vita, non abbiamo paura. Per via di non avere paura della brevità della
vita, della morte e della sofferenza che segue, non cambiamo stile di
vita. Possiamo anche conoscere tutto riguardo alla meditazione o
essere grandi studiosi del Dharma, tuttavia se, a causa delle nostre
concezioni errate, restiamo inconsapevoli dell'effettiva evoluzione
della vita, se siamo privi di saggezza, non cambieremo le nostre vite,
non le renderemo pure.
Essere preoccupati e spaventati nel momento della morte non aiuta,
poiché a quel punto non possiamo fare più nulla. Per quanto siano
grandi la nostra sofferenza, la paura e la preoccupazione nel
renderci conto che stiamo proprio per morire, non possiamo farci
nulla. Qualunque karma negativo che abbiamo creato, tutta la gran
quantità di ciarpame nella nostra mente ce la dobbiamo tirare dietro.
Dal momento che abbiamo creato la causa dobbiamo subire ogni
risultato. Allora, per quanta paura e incredibile preoccupazione
potremo avere, non saranno di aiuto, perché non ci sarà più tempo per
praticare, il nostro tempo sarà esaurito, finito, andato. Non ci sarà più
nulla da fare per risolvere questo problema.
Se si ha una casa che rischia di subire dei danni da un'inondazione è
saggio controllare in anticipo quanto è grande il pericolo che si
corre. Se si riscontra un pericolo reale ci si preoccupa; grazie a
quella paura si argina il fiume o si fanno altri preparativi per
proteggere la casa, la propria famiglia e le proprietà dall'essere
portati via o rovinati dall'inondazione. Quando si sa di essere fuori
pericolo la vita diventa tranquilla, non ci dobbiamo preoccupare. Allo
stesso modo è necessario fare dei preparativi per proteggere la pace
della propria mente prima che arrivi la piena della morte. Prima
dell'arrivo della morte esaminare il pericolo e agire di conseguenza.
Senza aver paura del pericolo non farete mai i preparativi necessari
per proteggervi; per questo dovete meditare sull'impermanenza e sulla
morte per realizzare il pericolo, provare paura e fare quanto
necessario per proteggervi.
I vantaggi di ricordarsi della morte
Questi insegnamenti sulla morte e l'impermanenza sono molto utili.
Sono utili per coloro che non praticano il Dharma, perché fanno
scoprire loro il Dharma, e sono utili anche per coloro che praticano il
Dharma, i quali meditano. Si dovrebbe sempre ricordare la morte, così
facendo la nostra mente resterà consapevole dei cambiamenti che
avvengono costantemente in noi, di quanto sia breve la vita umana, di
come la vita si sta accorciando in ogni momento. Tutto questo è di
grande beneficio.
Molti grandi yogi hanno iniziato meditando sulla brevità della vita
umana, sull'impermanenza e la morte; la loro illuminazione, le loro
78
MORTE E RINASCITA
realizzazioni e loro pratica del Dharma sono stati determinati da
questo. La forza e la capacità di vivere una vita ascetica in luoghi
estremamente isolati; la pratica di soggetti vasti e profondi, senza
preoccuparsi né di quanto tempo sia necessario per conseguire le
realizzazioni e ottenere i sentieri superiori, né di quanto sia difficile;
generare la straordinaria energia necessaria per perseverare nella
pratica – tutte queste cose derivano dal riflettere sulla brevità della
vita
umana,
l'impermanenza
e
la
morte,
l'acquisizione
dell'illuminazione nel corso della loro vita è dovuta all'aver tenuto
questo ben presente.
È necessaria molta energia per raggiungere l'illuminazione; più si
desidera ottenerla velocemente e maggiore sarà l'energia da impiegare.
Se, per esempio, si vuole percorrere velocemente una lunga distanza in
auto, sono necessarie una buona auto, un buon combustibile e l'energia
per guidare. Similmente, non è facile ottenere l'illuminazione nel
corso della propria vita: occorre molta energia per superare le
difficoltà nel praticare il Dharma e seguire il sentiero. Da dove
scaturisce tale energia? Deriva dal ricordare l'impermanenza della
vita e la morte. Perciò questa meditazione è estremamente utile. Anche
rispetto agli esseri illuminati che beneficano continuamente gli esseri
senzienti si può risalire alla loro pratica di questa meditazione.
Ricordare l'impermanenza e la morte è importante anche se vi limitate a
desiderare di rinascere in un reame superiore o di liberarvi dal
samsara.
Ricordare l'impermanenza e la morte è potente, inoltre, perché aiuta a
metter fine alle 84.000 afflizioni. Tutte le diverse menti negative – la
grande radice che è l'ignoranza, l'odio, tutte le altre concezioni
errate, tutte le oscurazioni che ostacolano la liberazione dal samsara
e l'illuminazione – possono essere cessate mediante l'energia generata
dal ricordare l'impermanenza e la morte, questa è la causa originale
della cessazione di tutte le afflizioni. Per questo è molto potente
Se si ricordano l'impermanenza e la morte si può anche ostacolare il
sorgere di menti negative come la bramosia, l'ignoranza, l'odio,
l'orgoglio, la gelosia e così via – menti che causano disagio, sofferenza
e confusione – anche se cercano di sorgere prepotentemente. Si
ostacola il loro sorgere perché ricordare l'impermanenza e la morte
genera timore della morte e della brevità della vita umana. È quindi
utile per pacificare la mente, anche al presente.
Ricordare l'impermanenza e la morte è utile non solo all'inizio della
pratica - quando persuade, obbliga a ricercare il Dharma, a iniziare la
pratica, a meditare invece di seguire la mente negativa e agire in modo
opposto al Dharma – ma è di beneficio anche durante la pratica, dal
momento che si è sul sentiero, in quanto è molto utile a far sì che si
continui a praticare. Anche se si è già avanzati nel corso della pratica,
si sta seguendo il sentiero, ricordare la morte aiuta a non perdere le
realizzazioni e a continuare verso le realizzazioni più alte del
sentiero.
79
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Inoltre è utile alla fine della pratica, come ho già accennato.
Infine, al momento della morte, questo ricordo è molto utile in quanto
permette di morire tranquillamente, con felicità, con la mente
rilassata, senza alcuna preoccupazione. Anche se i parenti, vostro
marito/moglie potrebbero piangere, le persone che vi attorniano
provare sofferenza, voi potete morire con grande gioia, come se
andaste in vacanza o a un picnic. Sicuramente. La persona che ha
trascorso la propria vita meditando, ricordando la morte ogni giorno,
continuando a purificare, a creare merito, a cercare di fermare la
creazione di karma negativo, creando meno karma negativo possibile, al
momento della morte non è preoccupata.
Domanda: E' veramente possibile essere felici al momento della morte?
Rinpoce: Coloro che hanno creato un grande, vasto merito sono felici
al momento della morte. Questo è certamente possibile.
Per i praticanti di Dharma più puri la morte è come ritornare a casa o
andare a un picnic. Le menti dei praticanti intermedi al momento della
morte sono felici, scevre da preoccupazione. I praticanti di un livello
inferiore, quelli che hanno almeno creato molto merito durante la
loro vita, non sono sconvolti al momento della morte, non sono
preoccupati perché hanno praticato molto la purificazione e
accumulato molto merito, non hanno la paura che in genere hanno le
persone comuni al momento della morte.
Di conseguenza, dato che derivano tanti benefici dal ricordare e dal
meditare la morte, invece di rimanere sconvolti da tutto questo
parlarne, dimenticandola, impedendo a noi stessi di ricordarla, questo
è quanto dovremmo fare; dovremmo sempre ricordare e meditare
l'impermanenza della vita e la morte. Perché questo soggetto
sconvolge le persone? Perché le persone rimangono scosse quando
viene chiesta loro l'età e l'altra persona commenta “Oh, sei così
vecchio?” Perché riscontrano l'opposto di quello che sentono,
l'opposto delle loro concezioni errate, di quanto essi credono.
Le persone vogliono sempre sembrare giovani, non invecchiare, non
cambiare, tuttavia per quanto possa essere forte il loro desiderio non
hanno scelta. Quindi si sentono sconvolti se qualcuno dice loro che
sono vecchi.
Mentre il tempo passa la vita umana finisce. Dal momento del
concepimento nel grembo materno si invecchia costantemente. Non
importa quanto non vorremmo che accada, non possiamo smettere di
cambiare, non possiamo fermare l'evoluzione naturale della vita
impermanente. Cercare di dimenticarlo, non rifletterci, occultarlo
non può influenzare l'effettiva evoluzione.
I cambiamenti artificiali prodotti dalla cosmesi, la chirurgia plastica e
così via non possono rendervi più giovani, non possono fermare il
processo di invecchiamento, non possono impedire il decadimento, non
possono fermare la morte. Non importa se passate tutto il tempo
cercando di sembrare giovane all'esterno, comunque invecchiate e
morite. Non potete fermare la morte dimenticandola, senza pensarci
80
MORTE E RINASCITA
mai, chiudendo gli occhi e non ascoltando se qualcun altro ne parla,
nulla può fermare la morte, per tanto che possiate impegnarvi.
Qualunque sia la vostra età, per quanto cerchiate di rimanere giovanili
mediante mezzi esterni, l'effettiva evoluzione ha luogo, diventate
sempre più vecchi e decadete, simili a un frutto deteriorato dipinto
all'esterno per sembrare bello. Un frutto dipinto può sembrare
piacevole e fresco ma all'interno, come passa il tempo, si decompone,
perde il sapore, avvizzisce e inacidisce. Non importa quanto sia dipinto
bene all'esterno, nulla ferma l'effettiva evoluzione della decadenza.
Dal momento che dobbiamo andare attraverso l'evoluzione naturale
della vita, senza scelta, tutte queste manipolazioni esterne non
aiutano. Non importa quanto possiamo mascherare ciò che sta
accadendo e fingere che non sia così, dobbiamo comunque sperimentare
i fastidi dell'età avanzata e la sofferenza della morte. Cercare di
dimenticare queste cose non è una soluzione. Se qualcuno viene per
uccidervi, come può aiutare il fingere che questo non stia avvenendo?
Ignorare il fatto non evita il pericolo della persona che viene ad
uccidervi. Dovete fare qualcos'altro.
Quindi, invece di rimanere scossi e cercare di scantonare dal modo
naturale d'essere delle cose, fate l'opposto e tenete sempre presente
nella mente l'impermanenza e la morte. Questo è molto più utile che
cercare di bloccare la paura, che sorge normalmente dal ricordare la
morte, ignorandola, e arreca tutti i vantaggi che ho menzionato prima.
Come ha detto il grande yogi Milarepa: “Sono fuggito sulle montagne
per la paura della morte, dove ho realizzato la vera natura assoluta
della mente. Ora, anche se la morte viene da me, io non sarò
spaventato”.
Questo ha sapore, è molto efficace. Milarepa era un grande Yogi, il suo
corpo era qualcos'altro. Se si fosse mostrato ai nostri giorni, in
occidente, sarebbe stato arrestato; tutti avrebbero detestato il suo
aspetto esteriore. Sarebbe stato nascosto fuori dalla vista. Per il
fatto che aveva trascorso molto tempo nudo, compiendo pratiche
austere, conducendo una vita ascetica nelle montagne, il suo corpo era
verdastro, scheletrico e brutto.
Condurre una vita austera significa dimenticare i possedimenti e le
necessità temporali, non importa quanto sia difficile, sobbarcandosi
qualunque difficoltà sorga per poter praticare il Dharma. Dunque,
pensando alla morte, Milarepa era spaventato e la sua paura lo spinse
sulle montagne, dove realizzò la vera natura assoluta, la realtà della
mente, e così superò la sua paura della morte. Questo grande
ottenimento ha origine dal suo ricordare e temere la brevità della vita
umana e la morte. Dovremmo imparare dal suo esempio e praticare allo
stesso modo, ricordare la morte e superarne la paura prima del suo
arrivo. Questo è l'approccio saggio, un modo di agire saggio, il metodo
abile; è molto meglio di quanto fa normalmente la gente, ossia evitare
la paura della morte non pensandoci finché è il suo momento di morire.
81
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Un altro Yogi tibetano, che ha scritto molti testi ed era in costante
contatto con il buddha femminile Tara [lama Longdöl Rinpoce],
praticava anch'egli la consapevolezza dell'impermanenza e della morte,
creò molto merito, ottenne molte realizzazioni e alla fine superò la
sua paura della morte. Egli disse: “Nel momento in cui l'impermanenza
della vita mi si manifesterà, non avrò paura. Posso essere un monaco al
mattino e prendere il corpo di una divinità lo stesso pomeriggio”. Non
solo non era spaventato dalla morte, ma aveva anche il potere di
prendere un corpo puro una volta lasciato quello ordinario.
Tutti questi benefici che ho menzionato sono i vantaggi del ricordare
l'impermanenza e la morte, dunque questa pratica è molto utile.
Ricordando la morte si smette di seguire la propria mente negativa e
quindi si crea meno karma negativo. Più si è consapevoli della morte,
maggiori risultati si sperimenteranno, è davvero di aiuto.
Gli svantaggi del non ricordarsi della morte
1. Se non ci si ricorda della morte non ci si ricorda del Dharma, che
è il solo metodo che può eliminare completamente la paura della
morte. Come avviene questo? Se non si ricorda la morte, non si è
impauriti, senza tale paura si resta fortemente afferrati alle
comodità di questa vita e si passa la maggior parte del tempo
cercando solo quel benessere. Si segue un'idea dopo l'altra, si
fanno affari, si fa questo, si fa quello, tutto solo per ottenere il
benessere di questa vita. Si fa una cosa, poi un'altra, poi
qualcos'altro, questo è il modo in cui trascorre l'intera vita,
spinti dall'attaccamento, il pensiero negativo per cui ci si afferra
al benessere di questa vita. Non si ricorda la morte e di
conseguenza si spende tutto il tempo operando per questa vita,
così non si può praticare il Dharma. Poi si finisce con una grande
sofferenza al momento della morte; non solo è stata usata tutta
la vita per creare la causa della sofferenza, ma nemmeno si ha la
felicità o la pace della mente al momento di morire.
2. In secondo luogo, poiché non si ricorda la morte, si è ancora
sotto il controllo dell'attaccamento e si segue la propria mente
negativa, dicendo: “Ma si, posso praticare il Dharma fra un paio
d'anni, non c'è fretta. Forse lo posso capire in un anno, nel giro
di pochi mesi”. Rimandate. Poi quando arriva il momento, dite di
nuovo: “Forse il prossimo mese, il prossimo anno”. Questo è molto
pericoloso. Anche se vi ricordate del Dharma, rimandate la vostra
pratica in questo modo. All'origine di questo c'è il non ricordare
l'impermanenza e la morte fermamente o con sufficiente
frequenza.
3. Un altro problema è che potreste cercare di praticare il Dharma,
di meditare, ma qualunque cosa fate non diventa pura. Sarà molto
difficile che la vostra pratica risulti pura se non ricordate la
morte. Questo è un altro inconveniente.
Questa concezione errata, questa sensazione innata, pensare sempre,
ogni giorno, ogni mattina al risveglio: “Vivrò la mia vita per molto
tempo; non morirò; non morirò oggi” è il peggiore ostacolo per rendere
pura la propria pratica del Dharma. Qualunque cosa fate – camminare,
82
MORTE E RINASCITA
stare seduto, ovunque – la sensazione interiore “Non morirò oggi” è
sempre nella mente.
Naturalmente qualcuno può dire: “Alla fine morirò, dopo molto tempo”.
Questo non è difficile da pensare, ma non basta. Anche le persone che
non meditano lo pensano. Il problema, in ugual misura
per il
meditatore che per il non meditatore, specialmente per chi tra noi sta
cercando di praticare il Dharma, è che la concezione errata “Io non
morirò oggi”, significa che non si ricorda la morte, perciò, anche se si
cerca di praticare il Dharma, la nostra pratica diventa impura.
In che modo il pensiero “Io non morirò oggi” impedisce che la nostra
pratica diventi pura? Perché quando si ha tale pensiero non si ha paura
della morte e senza la paura della morte si segue sempre
l'attaccamento per il benessere di questa vita, si cade sotto il
controllo dell'attaccamento. Funziona in questo modo; per questo non
ricordare la morte impedisce che qualunque pratica che intraprendiamo
diventi pura. A causa della continua sensazione “Io non morirò oggi”,
non abbiamo paura della morte, siamo controllati dall'attaccamento al
benessere di questa vita e quindi agiamo solo per questa vita. In tal
modo tutto quello che facciamo diventa causa della sofferenza.
A causa dell'assenza del timore della morte, anche se si cerca di fare
qualcosa di positivo, si cerca di meditare, la motivazione non è pura; si
è privi del forte pensiero che ciò che si sta facendo sia solo per il
beneficio delle vite future; non sviluppiamo la completa noncuranza
per questa vita; non abbiamo la sensazione che il comfort di questa vita
è come carta igienica usata, qualcosa che è solo da abbandonare. Si è
privi di una forte motivazione come questa.
Anche se si ha una qualche idea delle vite future, si desidera tuttavia
in modo molto più forte il beneficio di questa vita, pertanto quello che
si fa non diventa puro Dharma. Se non si ha una forte motivazione, come
volere ottenere la felicità suprema dell'illuminazione, la cessazione
del samsara o la felicità delle vite future, e il completo distacco dal
comfort di questa vita – considerando la felicità di questa vita alla
stregua di spazzatura da buttare – se si ha il pensiero impulsivo “Io
oggi non morirò” che sorge costantemente, la pratica diventa impura
perché la motivazione pura di praticare solo per gli scopi superiori
non sorgerà.
Domanda: Se si scopre che la pratica del Dharma risolve i propri
problemi temporali, non può essere un buon tipo di motivazione per
continuare la pratica? Si è sofferenti, prima di udire il Dharma, e si
inizia a praticare. Poi, dopo aver praticato per un certo tempo, si trova
che la sofferenza è diminuita e i problemi temporali se ne sono andati.
Si tratta di una motivazione interessata a questa vita?
Rinpoce: Vuoi dire pensare che mediante la pura pratica del Dharma si
possono risolvere i propri problemi temporali? Con questa idea poi si
pratica il Dharma?
83
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Domanda: Significa scoprire, mediante l'esperienza, che la pratica del
Dharma rende felici e le proprie necessità temporali si soddisfano.
Questa motivazione può comunque condurre a una pratica pura?
Rinpoce: La pratica del Dharma di cui stiamo parlando ora – seguire i
rimedi che fungono da antagonisti della mente negativa, praticare gli
antidoti alle afflizioni – anche se si sa dalla teoria che renderà felice
la vita presente, o si ha l'esperienza che rende felice la vita presente,
fin quando si pratica il rimedio per le afflizioni, è sempre puro Dharma
e pertanto non c'è pericolo. Se si ha l'esperienza che rinunciare a
questa vita risolve anche i problemi quotidiani, apporta anche molta
felicità in questa vita e si sa anche che si possono conseguire la
suprema felicità dell'illuminazione, la cessazione della sofferenza e
migliori vite future, e poi con questa consapevolezza si pratica il
Dharma, si pratica la rinuncia ai pensieri negativi dettati
dall'attaccamento al benessere di questa vita - il rimedio alla mente
negativa - le azioni compiute diventano sempre puro Dharma e non sono
mai un'interruzione al sentiero per l'illuminazione. Essendo privi
dell'attaccamento al comfort di questa vita, anche se si conoscono i
benefici della propria pratica per questa vita e per quelle future, la
pratica diventa puro Dharma.
Il motivo per cui vi parlo degli svantaggi e dei vantaggi è che sono
importanti da conoscere e da ricordare. Altrimenti non avrete
interesse e non vedrete il valore di meditare sulla morte e
l'impermanenza; se non vi renderete conto del suo valore, non avrete
l'energia per la meditazione. Senza praticare la meditazione non
otterrete tutte le perfezioni che derivano dal ricordare e meditare
l'impermanenza e la morte. Pertanto è molto utile riflettere sugli
inconvenienti e i benefici, su ciò che accade senza tenere presenti
queste cose oppure ricordandole. Questo conferisce energia per
meditare sull'impermanenza e la morte invece che rimanere scioccati
dal soggetto. Sarete interessati e vorrete sperimentare queste
meditazioni.

Una meditazione su come la vita termina velocemente, guidata da Lama
Zopa Rinpoce
Per prima cosa pensate a come termina una vita della durata di
centomila anni, composta di secondi, mesi e anni. Centomila anni sono
l'insieme di un certo numero di secondi, di un certo numero di frazioni
di secondo, che iniziano a trascorrere dal momento del concepimento
nell'utero della madre. Appena la vita inizia, come trascorre ogni
attimo, l'intero insieme di attimi inizia a finire; l'intero insieme di
frazioni di secondo che compongono centomila anni diminuisce attimo
dopo attimo, in ogni istante la vita di centomila anni diventa più breve.
In questo modo, sottraendo ogni istante all'intero, il totale diventa
sempre minore e così, velocemente, la vita trascorre. La vita termina
così velocemente.
84
MORTE E RINASCITA
Pensate: dal momento in cui sono stato concepito nell'utero di mia
madre, dal momento in cui la mia mente è entrata nell'ovulo
fertilizzato, la durata della mia vita, determinata karmicamente, che
sia di settanta anni, o di quanti anni sia, è andata diminuendo. La durata
della mia vita, proiettata [dal karma], ha un numero di ore, di minuti e
di secondi definito, è composta da un numero di istanti definito. Mentre
passa ogni frazione di secondo, ogni secondo si accorcia e finisce; come
passa ogni secondo, ogni minuto diventa più breve fino a finire; mentre
trascorre ogni giorno, ogni settimana diventa più breve e finisce;
mentre passa ogni settimana, ogni mese diventa più breve e finisce; come
passa ogni mese, ogni anno diventa più breve e finisce e ogni anno che
passa mi resta un anno in meno da vivere.
Se vivrò fino a settant'anni, con il trascorrere di ogni anno – ogni
anno che è composto di frazioni di secondo, di secondi, di minuti, di ore,
di giorni, settimane e mesi – la mia vita si sta consumando. Per quante
frazioni di secondo ci siano nella mia vita, frutto della proiezione
karmica, mentre trascorrono a una a una, la mia vita si avvicina sempre
più alla fine, consumandosi costantemente. Dal momento del mio
concepimento, dal momento in cui la mia mente è entrata nel grembo di
mia madre, la mia vita si è accorciata sempre più, senza nemmeno la
pausa di una frazione di secondo, da quel momento i miei settanta anni
hanno iniziato a trascorrere. La mia vita è simile a un mucchietto di
riso da cui i chicchi sono rimossi uno a uno, per cui ogni chicco in meno,
il mucchietto si avvicina all'esaurimento. Proprio in questo modo,
mentre ogni momento trascorre, la mia vita sta finendo e io sto
diventando sempre più vecchio e vicino alla morte.
Come passa ogni secondo che costituisce i miei settanta anni, io mi
avvicino alla morte. Giorno e notte, qualunque cosa stia facendo –
mangiare, bere, dormire, parlare, meditare – momento per momento,
costantemente, mi sto avvicinando alla morte. Dal momento del mio
concepimento fino ad ora è trascorso un certo numero di secondi del
totale disponibile nella mia vita; sono trascorsi un certo numero di
giorni, mesi e anni. Da quel momento sto andando verso la morte senza
nemmeno una frazione di secondo di pausa.
“Nel periodo di tempo che ho da vivere, ad esempio settant'anni, ho a
disposizione un certo numero di respiri, si tratta di un numero fisso,
non è infinito. Quindi ogni volta che respiro la mia vita si sta
consumando. Mentre il numero totale di respiri che costituisce la mia
vita diminuisce, io mi avvicino sempre più alla morte...proprio come un
animale che è condotto al macello.”
“Mentre una capra è condotta dal suo ovile nel luogo in cui sarà
macellata, ogni passo che compie la rende più vicina al momento della
sua uccisione, più vicina alla morte. La capra, condotta con una corda
legata al collo, non sa che con ogni passo si sta avvicinando alla
morte; io sono simile a questo povero animale ignorante, anch'io resto
inconsapevole che con ogni respiro, con il passare di ogni frazione di
secondo, mi sto avvicinando alla morte.”
85
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
“La mia vita si sta avvicinando alla morte proprio come una pietra
lanciata in aria costantemente diventa sempre più vicina a toccare il
suolo, senza nessun momento di indugio. Proprio in modo simile la mia
vita si avvicina costantemente alla morte. Per quanto io possa asserire
di essere vivo, il fatto è che ogni momento mi sto avvicinando a non
essere vivo, ad essere morto.”

Una meditazione sulle circostanze della morte guidata da Lama Zopa
Rinpoce
Ora ho ricevuto una perfetta rinascita umana, ma durerà ancora a
lungo? Questa rinascita umana esisterà per sempre? No, non esisterà
sempre; finirà dopo un certo tempo. In breve tempo il corpo che ho si
svuoterà, sarà finito. Arriverà presto un tempo in cui questo corpo
sarà visto solo nelle vecchie fotografie. Tale momento arriverà tra
non molto.
Così come ora faccio io, riferendo agli altri “Quella tale persona è
morta, è morta in questa e quella circostanza”, presto gli altri
parleranno allo stesso modo di me. In breve tempo la visione di questa
vita finirà. Come il giorno finisce e si fa notte, così anche la visione di
questa vita presto finirà, nonostante io possa pensare di vivere a
lungo. Improvvisamente avrò il pensiero: “Ora sto morendo” e non ci
sarà nulla da fare tranne che preoccuparsi. Piangerò, tutta la mia
famiglia e gli amici intorno a me piangeranno, ci sarà una situazione di
totale turbamento e nella mia mente non ci sarà nient'altro che
preoccupazione e sofferenza. A causa di questa sofferenza non sarò in
grado di ricordare Buddha, Dharma e Sangha; sperimenterò una grande
paura a causa della visione illusoria creata dalle mie afflizioni e
dallo squilibrio degli elementi del mio corpo. Anche adesso, quando
accade qualcosa all'improvviso, quando c'è un qualche pericolo
immediato, non mi ricordo mai di prendere rifugio; la mia mente è
completamente oscurata, e questo perfino ora, prima dell'arrivo del
momento di morire. Cosa accadrà al momento della morte, quando le
sofferenze saranno maggiori e la mia mente ancora più incontrollata?
Come potrò ricordare allora di prendere rifugio nell'essere
illuminato?
• Ora tutti, la mia famiglia e gli amici, sono allegri e sorridenti e
gradiscono la mia compagnia, presto verrà il momento in cui
saranno in lacrime per la notizia della mia morte.
• Ora tengo il mio corpo piacevolmente coperto di abiti; verrà
presto il momento in cui sarà morto, come una pietra, privo di
sensibilità.
• Ora il mio corpo non può sopportare neppure il tocco di un
bastoncino d'incenso acceso; presto brucerà nel fuoco.
• Questo corpo, che è stato sempre ben accudito, presto sarà
cenere.
• Questo corpo, che è sempre andato dappertutto, incapace di
restare fermo in un posto, sarà presto inchiodato dentro una
86
MORTE E RINASCITA
cassa e seppellito sotto terra.
• Questo corpo, che non sopporta neppure la puntura di una
piccola pulce, sarà presto pieno di vermi che lo mangeranno.
• Questo corpo, abituato a parlare sempre di ogni cosa, sarà presto
morto incapace di parlare.
• Questo corpo, che al presente ha la capacità di esprimere tutti i
suoi desideri, sarà presto incapace di vedere bene o di esporre la
mia volontà.
• Questo corpo, che ho cercate sempre di mantenere attraente,
presto sarà diventato uno spaventoso cadavere. Anche le persone
che al momento sono attaccate al mio corpo presto ne saranno
terrorizzate, spaventate al solo vederlo, figuriamoci a toccarlo.
• Questo corpo, che ha sempre goduto di ottimi cibi e bevande, sarà
presto incapace di deglutire qualunque cosa, comprese le gocce di
medicina poste nella mia bocca. In quel momento sarò
completamente incapace di muovere il corpo o di aprire la bocca;
tutto quello che sarò in grado di fare sarà aprire un occhio con
grande difficoltà. Anche se i miei parenti e amici cercheranno di
incoraggiarmi, sarò in grado appena di aprire un occhio. Subito
dopo non sarò in grado neppure di udire quello che dicono.
• Questo corpo sarà presto chiamato 'cadavere'. Presto nessuno
vorrà più toccarmi. Gli altri vorranno solo trascinarmi via dal
punto più distante dei miei vestiti che potranno raggiungere.
• Presto questo corpo che ho sempre vestito con cura sarà
completamente nudo, disteso su un tavolo dell'obitorio.
Il momento in cui tutte queste cose accadranno non è definito, ma non
sarà lontano. Potrebbe accadere questa notte, questo mese, questo
anno. In qualunque momento accadrà, io mi ci sto costantemente
avvicinando, giorno dopo giorno.
Questo è il modo per iniziare a meditare sulla morte. Prima si medita su
come questa vita trascorre velocemente e poi si medita sulle
circostanze della morte. Non riflettete sulle circostanze della morte
in modo intellettuale, meditate seguendo le linee guida precedenti.
Meditate sui cambiamenti che il vostro corpo avrà in futuro, su quanto
accadrà sicuramente, ma visualizzatelo proprio come se accadesse ora;
come se foste proprio ora in quella situazione. Questo è molto utile, è
una tecnica speciale per realizzare l'impermanenza e la morte. Meditate
su ciò che accadrebbe al vostro corpo se foste in punto di morte
proprio ora, in che modo il vostro corpo cambierebbe, come
apparirebbe.
Se svolgerete correttamente questa meditazione, se generate una forte
sensazione che state morendo proprio ora, vi accorgerete di avere il
batticuore e il respiro accelerato. Questo è segno che avete acquisito
un livello di esperienza della meditazione sull'impermanenza e la
morte. Dovreste continuare a praticare questa meditazione finché
questi segni appaiono.
Al presente si tratta più che altro di parole e non c'è molta sensibilità.
Tuttavia, se meditate continuamente sull'impermanenza e la morte, la
vostra sensibilità diverrà sempre più profonda. Al presente la vostra
mente non è ben addestrata ma, allenandola mediante una continua
87
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
meditazione, la sensibilità sarà incrementata sempre più fino ad avere
una netta sensazione che sia vero, reale.
Allora non desidererete più impegnarvi in azioni prive di significato,
non vorrete più compiere alcuna azione che si limiti a riguardare solo
il corpo presente. Agirete spontaneamente per l'illuminazione e non
vorrete trascorrere neppure un breve lasso di tempo operando per il
corpo di questa vita. Questa sensazione si rafforzerà sempre più
mediante la meditazione sull'impermanenza, sulla brevità della vita e
sull'avvicinarsi al momento della morte. Non vorrete neppure sprecare
il breve tempo necessario per farvi la barba. Riflettete in questo modo.
Gli yogi che realizzano l'impermanenza non vogliono sprecare tempo
neppure a rimuovere una scheggia. Uno yogi, il meditatore Ghesce
Karag Gomchung, si ritirò in una grotta in un luogo isolato e realizzò
l'impermanenza. C'era un cespuglio spinoso che cresceva all'entrata
della grotta e, ogni volta che lui entrava o usciva, i suoi vestiti si
impigliavano nelle spine. Ogni volta che usciva pensava di tagliarlo, ma
poi rifletteva che non c'era certezza che sarebbe tornato, quindi non
se ne sarebbe preoccupato. Poi, quando ritornava, restava di nuovo
impigliato e pensava che avrebbe dovuto tagliarlo, ma poi rifletteva
che non c'era certezza neppure che sarebbe uscito ancora, perciò di
nuovo non se ne sarebbe preoccupato. In tal modo trascorse la vita
meditando in solitudine senza prendere il tempo per potare il
cespuglio. Questo mostra che aveva realizzato l'impermanenza. È
importante che voi stessi cerchiate di farlo per quanto vi è possibile.

Perché sto parlando della morte? Potreste pensare: “Il mio paese è
pieno di pericoli, le persone muoiono sempre, bla e bla. Tutto questo
l'ho già sentito. Che senso ha udire questo di nuovo?”
Questo è tuttavia differente. Se osservassimo effettivamente in modo
corretto tutti gli esempi di impermanenza intorno a noi, sarebbe facile
comprenderla da noi stessi, ma non lo facciamo. Possiamo vedere
innumerevoli esempi esterni di impermanenza, tuttavia non realizziamo
l'impermanenza per conto nostro.
Prendete la paura della morte, per esempio. Anche gli animali sono
spaventati dalla morte, quando sono minacciati, quando cadono, ma non
è di alcuna utilità. Anche noi ci sentiamo spesso spaventati dalla
morte, quando avviene un incidente, quando ci ammaliamo e così via, ma
queste sensazioni non durano. Dopo uno o due giorni, quando il
pericolo è passato, non ci sentiamo più spaventati e quanto accaduto
diventa inutile perché non lo abbiamo utilizzato per praticare il
Dharma.
Pertanto non basta provare la sensazione di paura per la morte
limitatamente a pochi minuti; non è questo il modo di meditare
sull'impermanenza. È necessario che tale forte sensazione, la paura
della morte, duri più di pochi minuti, più di un'ora, poiché non si può
completare la pratica del Dharma in un'ora. Potete vedere quanto siete
pigri e lenti, pertanto questo non è sufficiente. Dovete fare in modo
88
MORTE E RINASCITA
che la sensazione duri finché saprete di poter rinascere in accordo con
la vostra scelta, o almeno finché sarete pienamente certi di aver
ottenuto lo scopo minimo di questa meditazione, ossia non soffrire al
momento della morte. Ad ogni modo è necessario che la sensazione sia
durevole per ricevere le realizzazioni superiori e più ardue; questo è
il proposito per meditare sull'impermanenza e la morte: rendere la
sensazione durevole.
Come ho già detto, anche le persone ordinarie, che non sanno nulla di
Dharma, a volte pensano “Oh, a un certo punto morirò, tra molto
tempo”. Ma questo non è nulla. Se avete la realizzazione, se avete
realmente paura della morte, se avete avuto l'esperienza
dell'impermanenza mediante la meditazione, non potrete mai
addormentarvi mentre meditate, per esempio. Talvolta succede che
potete meditare sull'effettivo soggetto per un paio di minuti e poi la
vostra mente se ne va a fare un picnic. Se avete compreso e realizzato
l'impermanenza la vostra mente sarà così forte che questo tipo di cose
non accadrà mai, la vostra mente non si distrarrà mai facilmente. Cose
come addormentarsi durante la meditazione, distrarsi con facilità e
trovare difficile focalizzarsi sul soggetto mostrano che avete bisogno
di energia, che dovete applicarvi per una migliore comprensione
dell'impermanenza e della morte. Se non avete sperimentato
l'impermanenza mediante la meditazione, se non avete questa
realizzazione, ogni minimo problema disturberà la vostra meditazione.
I meditatori che hanno una reale, effettiva, profonda comprensione ed
esperienza dell'impermanenza e della morte non restano mai scossi
nell'udire “rinuncia a questa vita”. Tali parole sono solo piacevoli per
le loro menti. Coloro che realizzano l'impermanenza e la morte sono
solo ben felici di praticare quanto sia più potente e di beneficio per
fermare le afflizioni, senza preoccuparsi di quanto possa essere
difficile. Per tali persone non è difficile. Perché noi non ne siamo
capaci? Per il fatto che non abbiamo realizzato l'impermanenza della
vita e la morte.
Inoltre, meditare ad esempio solo per un mese, in un corso a
Kopan, non è molto efficace per fermare i vostri problemi futuri.
Naturalmente è di beneficio, di grande beneficio – non sto dicendo che
non apporta benefici – tuttavia per fermare i vostri problemi futuri
dovrete continuare a meditare. Inoltre, dato che la meditazione è
intesa per fermare i vostri problemi, dovete sapere come farla,
pertanto praticare solo per un giorno o due non è sufficiente per
apprendere; neppure è sufficiente ascoltare qualcuno che spiega
qualcosa una volta e poi lavorare solo su quello.
La morte è certa?
La mia morte è inevitabile, perché nessun essere è mai esistito nei reami
del samsara senza essere continuamente soggetto alla sofferenza
della morte e della rinascita.
Il momento della mia morte è certo?
La morte ha molte cause, pertanto il suo momento non è certo:
1. la fine della vita è determinata dal karma passato
89
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
2. i fattori che sostengono la vita non sono presenti, ad esempio la
morte per inedia
3. a causa dell'ignoranza, ad esempio il suicidio o la mancanza di
cure.
In questo momento, se esamino realmente dentro me stesso, non posso
trovare nessuna prova o garanzia che la mia vita continuerà per un
periodo definito.
La morte è certa
Qui trovate dei suggerimenti su come meditare su questo soggetto.
Riflettete dal profondo della vostra mente: “Dopo un periodo di tempo,
tutto questo mondo diventerà completamente vuoto; inoltre, io cesserò
di esistere su questa Terra”. Sentite la completa vacuità di tutte le
cose e concludete: “Pertanto, la morte è certa”.
Riflettete: “Non c'è nessuna causa o condizione cooperante che possa
fermare la morte; non c'è una condizione esterna che possa fermare la
morte. Non è stato possibile impedire la morte da quando il mondo ha
avuto inizio fino ad ora, pertanto la morte è certa. Inoltre, la
lunghezza della vita non può essere allungata, ma decresce
naturalmente, pertanto è certo che la morte avverrà”. Mentre pensate
questo tenete presente la vostra stessa vita.
“Inoltre, la mia morte avverrà prima che abbia avuto abbastanza tempo
da impiegare per praticare il Dharma. Nulla che sia esterno può
impedirla e quando sarà il mio momento di morire, neppure i migliori
ospedali o gli ultimi ritrovati medici potranno aiutarmi. Ovunque andrò
non potrò sfuggirle.”
“Se vado indietro col pensiero, dai miei genitori ai loro genitori e ai
genitori dei loro genitori e così via fino ai miei lontani antenati, essi
sono moltissimi, un numero infinito, ma ora nessuno di loro esiste.
Tutte quelle precedenti generazioni sono trapassate, non resta
nessuno di loro.” Pensate ai genitori, ai nonni, ai bisnonni, ai bis
bisnonni che sono morti, se ne sono andati tutti. “Pertanto è certo che
anch'io morirò. Così come essi hanno cessato di esistere, sarà lo stesso
per me. Presto verrà il mio turno di morire. Pertanto la mia morte è
certa.”
Il momento della morte è indefinito
In generale, la lunghezza della vita degli esseri in questo mondo non è
definita. Non è fissa a cento anni o a mille anni come in alcuni altri
reami. In questo mondo la lunghezza della vita varia, specialmente in
questi tempi degenerati è più breve e ancora più indefinita; più breve e
più incerta che in epoche precedenti. Pertanto il momento della morte
è incerto, non è definito.
Per esempio:
• Ci sono persone che vengono in Oriente dall'Occidente, ma non è
certo che ritorneranno; prima del momento del ritorno muoiono.
Il momento della morte è incerto in questo modo.
• Anche se tornano in Occidente, può accadere che muoiono prima di
arrivare alle loro case.
90
MORTE E RINASCITA
• Molte persone vanno a dormire e muoiono prima del momento del
risveglio.
• Molte persone iniziano un pasto ma muoiono prima di aver finito.
• Molte persone vanno a fare un trekking ma muoiono prima di poter
tornare.
• Molte persone escono in macchina e muoiono prima di tornare a
casa.
• Molte persone nascono e muoiono prima di raggiungere l'età
adulta.
• Molte persone sono concepite ma muoiono ancor prima di nascere
dal grembo materno.
• Molte persone vanno a praticare uno sport ma muoiono prima
della fine del gioco.
• Molte persone comprano abiti nuovi ma muoiono prima di avere il
tempo di indossarli.
• Molte persone iniziano a leggere un libro ma muoiono prima di
finirlo.
• Molte persone pianificano un progetto ma muoiono prima di
completarlo.
• Molte persone vanno in guerra e muoiono prima di tornare a casa.
• Molte persone vanno a lavorare ma muoiono prima di poter
riscuotere il proprio salario.
• Molte persone iniziano a parlare ma muoiono prima di aver finito
quello che volevano dire.
• Molte persone espirano ma muoiono prima di poter inspirare di
nuovo.
Questi sono solo pochi esempi di come il momento effettivo della morte
sia incerto, indefinito, sono pochi esempi che potete usare per la
meditazione.
Proprio come vedete queste cose che accadono intorno a voi, è
necessario che applichiate questi esempi a voi stessi, che meditiate che
ciò che accade agli altri può accadere a voi. È importante pensare: “Un
giorno anch'io morirò in modo o nell'altro, prima di avere il tempo di
finire quello che stavo facendo”. Così come vedete gli altri morire
prima di avere il tempo di finire quello che stanno facendo, dovete
vedere la stessa cosa che accade a voi. Questo è un modo di meditare
molto efficace. È certo che morirete, durante il giorno oppure di
notte, al mattino o al pomeriggio, senza aver finito qualcosa.
Espirerete ma morirete prima di poter inspirare ancora. È certo che vi
accadrà, che morirete in un modo o nell'altro, in accordo col vostro
karma. Quando sarete in casa oppure fuori di casa.
Dovete riflettere anche su come le necessità temporali possono
diventare causa di morte; su come ci sono più cause cooperanti che
mettono a repentaglio la vita di quante ce ne siano a sostegno della
vita. Pertanto, il tempo della morte è incerto.
91
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Anche le cose che sostengono la vita possono essere un rischio per la
vita, ad esempio il cibo. Le persone muoiono mentre mangiano la carne o
il pesce, quando un ossicino si pianta nella loro gola. Altri muoiono
per il crollo di una casa, sotto il tetto che crolla loro addosso.
Alcuni sono uccisi da altri nel corso di discussioni per i soldi o in
risse tra ubriachi. Altri per overdose di qualche droga. Anche le cose
che si considerano di sostegno alla vita posso finire per distruggerla.
Pertanto il momento effettivo della morte è indefinito.
Questo corpo è estremamente fragile, come una bolla d'acqua. Anche
un minimo movimento può causare un danno; pertanto è molto facile
rischiare la vita. Anche per questa ragione il momento della morte è
indefinito.
Il momento della morte non è certo perché avviene:
1. quando la causa della fine della vita è in accordo al karma
precedente
2. quando si è privi di fattori che sostengono la vita
3. per via dell'ignoranza.
Esaminate nella vostra mente se potete percepire quando morirete.
Controllate anche se è sicuro che accadrà solo dopo molto tempo, dopo
dieci anni; vedete se potete essere certi di vivere tanto a lungo.
Controllate anche per vedere se potete essere sicuri di essere vivi
domani, come tendete a pensare; dato che si tende a pensare che si vivrà
a lungo, esaminate se è certo che vivrete fino a domani. Quale ragione
avete per pensare che sarete ancora vivi? Similmente, esaminate se
potete essere sicuri di essere ancora vivi questa notte; se sarete vivi
abbastanza a lungo per andare a letto. Quale prova avete che vivrete
per tale periodo? Se non riuscite a trovare nessuna prova che
certamente esisterete per quel lasso di tempo, allora non potete
essere sicuri che vivrete abbastanza per andare nel vostro letto.
Forse potreste pensare: “Io ho questa sensazione intuitiva che
esisterò. Non vedo nulla che indica che morirò in questo o quel
momento; ho proprio questa sensazione istintiva”. Si parla molto dei
propri istinti, tuttavia questa sensazione istintiva che continuerete ad
esistere vi accompagnerà fino al momento della morte e si tratta del
peggiore ostacolo alla pratica del Dharma. Questa sensazione è la
ragione che date, tuttavia essa continuerà fino in punto di morte.
Anche se vi restasse solo un minuto di vita, continuereste ad avere
questa sensazione. Questa sensazione istintiva è il maggior ostacolo
alla pratica del Dharma.
Molte persone si preoccupano, pensando “Qual è il metodo per fermare
le distrazioni? Non riesco a concentrarmi; non posso fare questo, non
posso fare quello”. Perché hanno questi problemi? Per il fatto che
sono distratti dal pensiero istintivo : “Non morirò ora; vivrò. Non
voglio morire ora; non voglio morire oggi”. Questa sensazione istintiva
che abbiamo sempre causa gli ostacoli che impediscono che la nostra
concentrazione sia durevole e dovrebbe essere distrutta; questa
concezione disturbante dovrebbe essere fermata dalla meditazione
sull'impermanenza e la morte.
Immaginate una persona che cammina attraverso una foresta infestata
dalle tigri. Essa è costantemente consapevole del pericolo di essere
attaccata da una tigre, pertanto è sempre all'erta, si guarda attorno;
92
MORTE E RINASCITA
essa non rischia di passare neanche pochi minuti guardando qualcosa
senza
perdere
la
vigilanza
sulle
tigri.
Perché
mantiene
spontaneamente la vigilanza sulle tigri? È allo stesso modo per
qualcuno che realizza che il momento della morte è indefinito, che
sempre sente che la morte potrebbe avvenire oggi, tra un'ora, tra un
minuto; qualcuno che pensa costantemente in modo opposto a quello
nostro. Noi pensiamo sempre:”Non muoio, non morirò ora”, ma la
persona che ha realizzato, mediante la meditazione, che il momento
della morte è indefinito è proprio all'opposto. Il meditatore pensa:
“potrei certamente morire tra un'ora, in questo momento, stanotte”, un
modo del tutto opposto alla nostra idea consueta. Poiché la persona
pensa:”Morirò ora, tra un minuto, tra un'ora”, lui/lei ha una
straordinaria quantità di energia per rendere ogni azione perfetta e
pura. Quindi, se meditate con questo pensiero, non avrete alcun
ostacolo alla meditazione; la vostra mente non si distrarrà facilmente.
La concentrazione durerà molto più a lungo perché questo pensiero e
la paura che sorge con esso non vi permette di cadere sotto il
controllo degli ostacoli, vi protegge dagli ostacoli.

Quando Guru Buddha Shakyamuni fu in punto di morte si tolse i vestiti
e si sdraiò, poi disse ai suoi discepoli: “Questo è l'ultimo santo corpo
del tathagata, dunque dovete guardarlo”. Un tathagata è un essere
arya che è andato al di là di tutta la sofferenza e della mente
illusoria, dunque quando disse 'tathagata' intendeva sé stesso. Poi
dette il suo ultimo insegnamento: “Tutti i fenomeni causativi sono
impermanenti. Questo è l'ultimo insegnamento del tathagata”. Poi morì.
Questo fu il suo ultimo insegnamento; questo fu il suo lascito a noi
esseri senzienti. Questa era la cosa più importante che aveva da
lasciarci: un insegnamento sull'impermanenza. Poi trapassò. Quando
chiese ai suoi discepoli di guardare l'ultimo corpo del tathagata, molti
di loro svennero e alcuni arhat morirono anche loro; essi non
avrebbero potuto sopportare il suo trapasso.
In seguito, poiché gli insegnamenti di Guru Buddha Shakyamuni
correvano il pericolo di andare persi, cinquecento arhat che li avevano
memorizzati si riunirono in tre occasioni differenti e recitarono gli
insegnamenti a memoria, mentre altri pandit arhat li trascrivevano per
il beneficio dei futuri esseri senzienti.
Quindi proprio l'ultima cosa che lasciò, il suo ultimo insegnamento –
così come un essere ordinario lascia le sue ultime volontà rispetto al
denaro o a qualunque cosa che una volta morente ha principalmente
lasciato, la cosa più preziosa della persona morente – la cosa più di
beneficio che Guru Buddha Shakyamuni poteva lasciare, la cosa più
importante per noi da realizzare, da capire, è stata l'impermanenza.
Pertanto egli concluse la sua vita con un insegnamento
sull'impermanenza; il suo intero insegnamento si concluse con questo
soggetto. Questo è quanto ci ha lasciato detto: “Voi esseri senzienti
dovreste praticare il Dharma; se non lo fate ci sono l'impermanenza e
la morte.” Nel dire questo intendeva la sofferenza. Questa sola
parola, impermanenza, mostra l'intera portata della sofferenza
samsarica: “Voi esseri senzienti dovreste praticare il Dharma perché
93
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
state vivendo nella sofferenza, nell'impermanenza, sotto il potere
della morte”.
Quando meditate sulla morte, un'altra utile tecnica è ricordare e
contare tutti i vostri parenti e amici che sono morti. Prima abbiamo
meditato principalmente sulle generazioni di antenati che sono morti;
ora sto parlando di quelli che avete incontrato in questa vita.
Molti dei miei parenti e amici di questa vita sono morti – laici, monaci,
lama e molti altri amici. Non ho mai conosciuto mio nonno, neanche da
bambino, ricordo solo mia nonna – capelli grigi, rosario, sempre seduta
vicino al fuoco in cucina. Mentre ero in Tibet fu malata per sette anni e
poi divenne cieca, quando già era vicina al momento in cui morì; a quel
punto non era più in grado di fare nulla. Mio zio si prese cura di lei
per molti anni – le dava il cibo, l'accompagnava in bagno e la riportava
indietro; offrì le cure a sua madre per molto tempo e tra un servizio e
l'altro faceva le prostrazioni.
Prima di questo, tuttavia, anche mio zio si era ammalato. Egli fu visitato
da molti dottori, a Solu Kumbu [Nepal] e anche in Tibet, prese ogni tipo
di medicine, ma nulla poteva aiutarlo. Soffriva al punto da non poter
neppure mangiare. Anch'egli fu malato per sette anni. Allora chiese
consiglio a un lama, la cui grotta era vicina a Lawudo; quel lama era un
ottimo meditatore. Io lo ricordo vagamente, perché quand'ero piccolo
ho sempre pensato che fosse un buon monaco. Egli mi ispirava anche
molta simpatia, sentivo una buona sensazione nei suoi confronti,
diversa dagli altri. Egli giocava sempre con me e aveva una buona
vibrazione, per il fatto che manteneva una buona mente. Mio zio era in
accordo con questo meditatore e gli chiese di essere esaminato. Il lama
osservò che la causa della malattia di mio zio era un'oscurazione
karmica, ossia il risultato di un karma negativo – qualcosa che non era
possibile curare con le medicine, ma solo mediante la purificazione.
Allora mio zio chiese una meditazione con le prostrazioni e la presa di
rifugio, qualcosa di simile, e il lama gli dette delle meditazioni da
fare.
Mio zio era povero, ma proprio sopra la grotta del meditatore viveva la
famiglia di un lama sposato, che lo aiutò prendendosi a cuore i suoi
bisogni temporali. Essi lo aiutarono anche a costruire un piccola
stanza per le prostrazioni e così via, dove avrebbe potuto anche
prendersi cura della madre. Fece le prostrazioni per circa sette anni,
qualcosa come sette volte 100.000 e mentre continuava a farle
gradualmente il suo stato di salute migliorava e alla fine guarì del
tutto. Egli si ristabilì completamente. Da quel momento non si ammalò
più, per lo meno non di qualcosa di grave. Durante quel periodo,
mentre si prendeva cura della madre, lei morì in quel posto.
C'è poi mio padre. Non ho mai visto mio padre. Intorno al momento in cui
dovevo uscire dal grembo di mia madre egli era già andato nella sua
successiva rinascita. Ricordo che quando ero molto piccolo, tutti noi
bimbi si dormiva insieme la notte sotto il giaccone dalle lunghe
maniche di mio padre, la sua chuba, come è chiamata in tibetano. Essa
era fatta con una pelle d'animale con il pelo all'interno. Così
dormivamo tutti sotto la giubba di nostro padre morto e talvolta
dicevamo “Questa era di papa'”.
Mia madre aveva avuto vari altri figli, ma molti di loro erano morti
prima che nascessi. Uno di loro aveva due teste, non era in grado di
sopravvivere a lungo e morì ancora piccino. C'erano dei racconti su
94
MORTE E RINASCITA
quel bimbo. Mia madre non sapeva come accudirlo e il bimbo morì. Anche
un'altra sorella nata prima di me morì. Essa aveva una specie di piccola
coda, come quella di un animale. Ora sono rimasti solo tre di noi.
Presto anche tutti loro se ne andranno e resteranno solo i loro nomi,
con le persone che diranno: “Quella tale persona fece questo”, ma
nessuno potrà vedere più il loro corpo fisico.
Poi c'è stato il primo amico di penna occidentale che ho avuto, quando
ero in India. La nostra insegnante era una monaca [buddhista], credo
sia stata una delle prime monache occidentali. Essa è stata monaca per
molti anni; in origine era cristiana, poi fece un viaggio e a Ceylon prese
i precetti da un guru Theravadin, poi andò in India, dove viveva e
lavorava. Intorno a questo periodo avvenne la ribellione dei tibetani
[contro l'occupazione cinese] del 1959 e molti tibetani fuggirono in
India; questa monaca era tra coloro inviati dal comitato di assistenza
del governo indiano per aiutare i rifugiati tibetani. Dov'era lei i
rifugiati erano principalmente monaci che provenivano da Lhasa.
Seguitò ad avere molti contatti con i monaci, anche il suo cuoco era un
monaco. Lei divenne gradualmente familiare con i tibetani e sempre più
interessata. In seguito andò in un luogo in cui più di mille monaci
avevano vissuto per molti anni, continuando i loro studi relativi alla
filosofia del Dharma e al Tantra. Uno dei modi in cui aiutò i monaci fu
trovando loro degli 'amici di penna', ossia delle persone in occidente
con cui potevano intrattenere uno scambio epistolare. L'amico di penna
che lei mi trovò fu una donna ebrea che viveva a Londra. A volte lei mi
spediva delle foto di se stessa, alcune di quando era giovane e alcune
contemporanee, in cui era molto anziana. Io restavo un po' confuso
perché ero molto giovane e non capivo quali fossero le foto di lei, non
realizzavo che erano foto della stessa persona, pensavo che fossero
due persone differenti.
Lei era conosciuta come una persona dotata di una buona personalità e
di saggezza. Credo che scrisse anche dei libri, benché io non ne abbia
letto nessuno. Essa mi scrisse delle lettere per sette anni, ogni
settimana, molte lettere. La mia stanza era piena delle sue lettere. Io
rispondevo solo occasionalmente, forse solo tre o quattro volte in
tutto. Lei aveva più di ottantasette anni, ma in quell'epoca non potevo
fare molto per aiutarla. Lei voleva veramente capire il Dharma, ma io
non ero in grado di comunicare molto in inglese con lei e in quel posto
non c'era nessun altro tibetano che poteva scrivere bene in inglese.
Noi studiavamo molto ABCD, ma non era sufficiente. Se si chiedeva
aiuto agli indiani diventava davvero molto complicato! Essi scrivevano
sempre cose che non volevamo. Così scrivere a lei per me era sempre
pieno di inconvenienti. In seguito ho provato, sia che fosse corretto o
meno e, nonostante gli errori, forse lei capiva, forse no.
Poi il flusso delle sue lettere si interruppe per un paio di mesi e mi
chiedevo cosa fosse accaduto. Penso che lei credeva che se mi avesse
detto di essere andata in ospedale per una operazione io mi sarei
preoccupato, per questo non mi scrisse. Quando uscì dall'ospedale
cercò di scrivermi, ma la sua scrittura non era chiara; non aveva
l'energia per formare bene le parole. Non poté neppure finire la
lettera che stava scrivendo e fu aiutata da qualche ragazza. Questa fu
l'ultima che ricevetti, in cui mi disse di essere stata appena dimessa
dall'ospedale.
95
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Dopo questo ebbi un sogno, nel quale ero vicino alla mia casa e
qualcuno mi consegnava una lettera bianca. Il giorno dopo ricevetti
una lettera esattamente come quella da un suo amico, che era un amico
di penna di un altro lama incarnato, in cui mi comunicava che lei era
morta. Allora i più di mille monaci che vivevano lì fecero delle puja
per lei; anche il guru di Sua Santità e altri alti lama pregarono
affinché lei avesse una buona rinascita. In seguito ho esaminato come
morì, in quale direzione era rivolta – qualcuno mi ha spiegato queste
cose. Intorno a quel periodo le avevo spedito un regalo ma non sono
sicuro che lo abbia ricevuto. Essa fu cremata e le sue ceneri furono
sparse nel suo giardino. Lei aveva donato i dipinti che le avevo spedito
dall'India – Guru Shakyamuni Buddha e forse altri – al centro tibetano
del luogo, prima di morire. Questa è solo una piccola storia di
impermanenza.
Così, come questo accade ad altre persone, lo stesso accadrà a noi. Un
paio di anni fa, il nostro primo studente occidentale, la monaca Zina,
progettò di andare a Kathmandu e a Dharamsala per ricevere
insegnamenti dai nostri guru; fece molti progetti per fare tutte queste
cose preziose. Tuttavia, appena prima del momento in cui doveva
scendere [dalle montagne in cui era in ritiro], improvvisamente si
ammalò e non poté alzarsi. Del tutto inaspettatamente, quattro o
cinque giorni dopo, morì. In quei pochi giorni di malattia giacque
sdraiata nel letto, ma appena prima di morire si mise seduta, tenendo il
rosario in mano. La figlia era presente, la guardava e piangeva “Ti
prego, madre, non morire”. Il giorno in cui morì sua figlia pianse molto,
ma dopo un paio di giorni tornò normale e giocava nel cortile. Anche se
Zina era ammalata, ebbe un poco di tempo per prepararsi alla morte. Lei
si aspettava senz'altro di fare tutto quello che aveva programmato, ma
all'improvviso la sua vita finì, prima che avesse il tempo di farlo.
Comunque lei fu molto fortunata di poter morire come una monaca, più
fortunata delle persone che muoiono in America nei loro bellissimi e
costosi appartamenti, circondati dai parenti e dai loro possedimenti.
Morì in una stanza semplice e minuscola, dopo aver trascorso la
maggior parte degli anni precedenti in ritiro. Inoltre lei ebbe il
costante desiderio di aiutare gli altri, specie gli occidentali, ma si
preoccupava sempre di non essere capace di farlo. Non fu in grado
neppure di firmare la lettera che ci spedì.
Perché dovrei essere spaventato dalla morte?
Karmapa dü sum kyenpa3 (Karmapa che realizza i tre tempi [passato,
presente e futuro]) disse:
Perché dovrei essere spaventato per la morte? Perché quando il
Signore della Morte4 arriva è difficile che la mente sia felice.
Io sono molto ignorante per il fatto di non essere spaventato dalla
morte. Questa assenza di paura risulta dal non comprendere la
sofferenza del processo della morte stesso o la sofferenza delle mie
vite future. Dopo la morte la mia mente ignorante soffrirà
continuamente nel ciclo dei dodici anelli del sorgere dipendente. In un
3
Karmapa dü sum kyenpa era un lama altamente realizzato che viveva in Tibet molto
tempo fa [il primo Karmapa, 1110-1193].
4
Il così chiamato 'Signore della Morte', nella citazione, è in effetti creato dal nostro
stesso karma - un essere che interrompe la nostra vita.
96
MORTE E RINASCITA
mese, un giorno, perfino in un'ora, ho creato più karma negativo che
virtuoso ed ho fatto questo da tempo senza inizio, in tutte le mie vite
precedenti. A meno che non rompa le catene che mi legano al ciclo dei
dodici anelli del sorgere dipendente, finirò per rinascere in uno dei
tre reami inferiori.
Per queste ragioni dovrei iniziare a praticare il Dharma il più presto
possibile, senza essere pigro.
Morire senza aver tempo per praticare il Dharma
Quando si medita su questo è utile riflettere nel modo seguente:
“Se vivessi per settant'anni, la metà della mia vita, tutte le notti,
sarebbe stata impiegata per dormire. La maggior parte del restante
tempo diurno è consumato in distrazioni o nel creare karma negativo,
la causa della sofferenza. Anche se ho creato un minimo di merito, ne
ho distrutto la maggior parte perché non l'ho dedicato ed ho generato
le menti negative delle visioni errate, della rabbia, e così via.
Pertanto, finita questa vita, le possibilità che io rinasca nei tre reami
inferiori sono molto maggiori”.
Riflettere in questo modo è molto efficace, poiché il modo in cui opera
è la sua evoluzione effettiva, vera. In questo modo si conosce se stessi,
si riconosce la propria vita.
Guru Shakyamuni disse:
Non è certo se verrà prima domani o la prossima vita. Perciò [dato che
il domani è molto incerto] è più utile e saggio essere preparati per la
vita futura piuttosto che per l'indomani.
Riflettete su quanto Guru Buddha Shakyamuni disse. È veramente
ragionevole. Anche tra un'ora, è più probabile che sarete morti
piuttosto che vivi. Perché è più certo che sarete morti? Dato che la
morte è certa, è certo che non esisterete permanentemente, pertanto la
morte è più certa del proseguire dell'esistenza, anche in questo
momento. Riflettete in questo modo, è molto, molto utile.
Se esaminate bene con la vostra mente, vedrete che è così non solo per
il fatto che lo ha detto Guru Buddha Shakyamuni, ma perché si tratta
di un'evoluzione effettiva. È proprio così. Poiché la morte è più certa di
un'esistenza che perdura, anche ora, è pertanto più proficuo per voi
fare qualcosa che sia di beneficio per le vostre vite future piuttosto
che fare qualcosa con un'ottica limitata a questo corpo. Non potete mai
essere certi di quando dovrete lasciare questo corpo, di quando non lo
possiederete più. Riflettere in questo modo è utile specialmente
quando andate in collera, per esempio; in tal caso è più di aiuto
riflettere sulla morte che su shunyata, che è qualcosa che in effetti
non comprendete bene. Naturalmente, parlando in generale, riflettere
sulla vacuità è profondo, ma quando state sperimentando un problema
immediato, riflettere sulla morte è più profondo. Quando dovete
risolvere un problema, è più veloce e più profondo riflettere sulla
morte piuttosto che su shunyata o sui vari soggetti tantrici.
Quando avete un problema mentale con qualcuno – estrema bramosia,
attaccamento ai possedimenti o a una persona, rabbia, orgoglio o
qualunque altra mente negativa – per fermare la creazione di karma
negativo e pacificare la mente, dissolvere la confusione, cercate di
ricordare ciò che ha detto Guru Buddha Shakyamuni e riflettete:
“Guru Buddha Shakyamuni disse che la morte è più probabile che la
97
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
continuazione dell'esistenza, dunque sto andando verso la morte
proprio ora”, pensate dal profondo del vostro cuore che state per
morire, “se il mio respiro si sta per fermare proprio ora, che utilità c'è
nell'arrabbiarsi? Perché essere arrabbiati, orgogliosi o attaccati?”
non c'è proprio alcuna utilità. Non potrete portare la persona a cui
siete attaccati nella vostra vita futura, in un altro reame. È
completamente inutile, senza senso. State solo creando la causa della
sofferenza. Riflettete dunque in questo modo. È molto utile. Ogni
volta che sorge l'attaccamento verso altre persone pensate “c'è
maggiore certezza che io lascerò questo corpo piuttosto che vi
rimanga”. Pensate dal profondo del vostro cuore che state per
lasciare il vostro corpo.
Se fate questo correttamente, tutte le sensazioni improvvise, scomode,
la mente negativa che sentite manifestarsi fortemente, il forte
svilupparsi di orgoglio, di rabbia, di qualunque sia, si allenterà,
diminuirà, si calmerà. Non vedrete più uno scopo nello sviluppare la
collera; scoprirete da soli che è privo di significato, insensato. In
questo modo non causerete problemi agli altri e la vostra mene sarà
calma; cesserete di creare karma negativo e confusione. Questo è
veramente concreto; questo è usare la meditazione nell'effettivo
momento critico. Questa è meditazione reale, pratica. La meditazione è
un'energia per fermare i problemi, non solo qualcosa che si può
praticare molto tranquillamente da qualche parte su una montagna. Le
meditazioni come questa sulla morte devono risolvere i problemi; se
non le usate per il proposito da conseguire, qual è il senso? Non
abbiamo molto tempo per entrare nei dettagli in merito, ma si tratta di
un punto importante, ve lo introdurrò semplicemente.
Shantideva, nel suo Bodhicharyavatara disse:
Non è corretto godere dei piaceri samsarici pensando “Io non morirò
oggi”, rimandando la pratica del Dharma e non confessando i karma
negativi.
È molto, molto utile anche ricordare questa citazione. In primo luogo
chiedetevi come è possibile che possiate permettervi di creare ancora
dell'altro karma negativo, oltre a quello che avete già creato nel
corso di tante vite da tempo senza inizio. Non c'è nessuna ragione in
assoluto per accrescere questa già enorme raccolta. In secondo luogo
non c'è ragione neanche in un atteggiamento rilassato per cui si
differisce la pratica del Dharma. Perché non potete distrarvi nemmeno
per un giorno, mettendo da parte la pratica del Dharma? Perché anche
quest'oggi – questo è il modo in cui dovreste pensare – la morte è più
certa della continuazione dell'esistenza.
Avete una straordinaria raccolta di karma negativo nella vostra
coscienza, accumulato da tempo senza inizio. Sapendo questo come
potete rilassarvi? Avete una quantità infinita di karma negativo nella
vostra mente, così come potete procrastinare la pratica del Dharma?
Fin quando resterà questa causa di sofferenza, è certo che la
sofferenza sorgerà. Dal momento che la morte è più certa della
continuazione dell'esistenza, come potete lasciare la pratica del
Dharma? Dato che avete così tanto karma negativo nella mente, come
potete rilassarvi, anche per un solo giorno? Fintanto che c'è la causa,
la sofferenza sorge continuamente; avete un'enorme accumulo di karma
98
MORTE E RINASCITA
negativo nella mente; la morte è più certa della continuità
dell'esistenza, dunque, per tutte queste ragioni, come potette
rilassarvi rinviando la pratica del Dharma? Questo insegnamento è
molto significativo, sostanzioso, è molto utile ricordarlo, ha molti
significati. Nei momenti in cui vi sentite troppo pigri per meditare, per
praticare il Dharma, è molto utile ricordare queste potenti parole
benedette.
Le persone o i possedimenti materiali possono aiutare ad alleviare o
ad evitare la morte?
Quando giunge l'ora della morte, neppure innumerevoli gioielli che
potrebbero soddisfare tutti i desideri contenuti in un universo di
mondi possono impedire che la morte avvenga. Neppure le persone – i
parenti, gli amici o altri – né il fatto di possedere qualunque
quantità di forza personale o di fama possono impedire la morte.
Queste cose non solo non aiutano, ma contribuiscono ad aumentare
la sofferenza.
In che modo i miei attaccamenti causano grande sofferenza al momento
della morte?
Al momento della morte io realizzo che mi si sto separando da tutti i
miei possedimenti e dai miei cari e sorgono, tremendamente forti,
attaccamento e paura. La mia preoccupazione è molto maggiore di
quella che sorge di consueto, come nel caso della separazione di una
coppia o dai propri genitori. Il mio corpo fisico ora mi crea grande
sofferenza e, sebbene abbia avuto più cura di esso che di qualunque
altro corpo di un essere, ora mi sta diventando nemico.
Quando è l'ora della morte, sia un re che un mendicante sono
esattamente uguali, in quanto nessuna quantità di parenti o di
possedimenti può influenzare o impedire la morte. Tuttavia, chi è più
ricco al momento della morte? Se il mendicante ha creato più merito,
allora, pur sembrando povero materialmente, in realtà è lui l'uomo
ricco. Dal punto di vista del Dharma, la mente che si è preparata per
il passaggio nella vita successiva ha la ricchezza reale.
Se i possedimenti materiali, i parenti e gli amici sono così privi di
significato e inefficaci al momento della morte, e sono anche causa
di sofferenza, diventando dei nemici, perché attribuire loro tanta
importanza e passare tanto tempo preoccupandosi di loro? Sono stato
attaccato al mio corpo per innumerevoli vite, procurandogli tutti i
comfort, tuttora non ho finito di prendermene cura, e il mio corpo
continua a causarmi problemi. Questa cura ha realmente una fine?
Non sarebbe meglio trascorrere la mia vita lavorando per qualcosa
che può essere completato?
Mentre leggete le parole scritte qui sopra, meditate sul loro
significato. Perché il vostro corpo è descritto come un nemico? A causa
della sensazione di stare per lasciarlo, diventate estremamente
ansiosi; non lo volete lasciare. Invece di aiutarvi a risolvere il vostro
problema in quel momento, il forte attaccamento al vostro corpo vi
causa solo di rimanere ancora più a lungo nel samsara, di essere
99
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
sempre intrappolato nel ciclo che lega alla sofferenza, nel ciclo di
rinascita e morte.
La stessa ansietà e preoccupazione che provate per il vostro corpo –
attaccamento, paura di lasciarlo, non volere quanto accade – li avete
nei confronti dei vostri possedimenti e parenti; vi sentite molto
sconvolti per via di doverli lasciare.
Padmasambhava disse:
La visione di questa vita è come il sogno fatto la notte scorsa. Tutte le azioni
prive di significato sono simili alle increspature sulla superficie di un lago.
Il sogno che avete avuto la scorsa notte era così breve; dall'inizio alla
fine, era velocissimo. In un sogno può sembrare di aver fatto un lungo
viaggio o aver trascorso molti anni facendo qualcosa, ma in realtà la
durata di un sogno è solo di pochi minuti. Qualunque buona cosa che
accade in un sogno accade molto velocemente. Questa è una delle
ragioni per cui Padmasambhava ha paragonato la vita a un sogno,
entrambi terminano velocemente. La vita trascorre così veloce, in modo
simile a un sogno.
Un'altra ragione è che non importa quanto piacere si prova in un sogno,
al risveglio è tutto finito. Si può sognare di avere successo negli
affari, si possono fare miliardi di dollari e sentirsi felici, ma al
risveglio non rimane neanche un dollaro, non vi siete portati dietro
nulla dal sogno, ogni cosa che fate in un sogno non è utile.
Esattamente allo stesso modo, non importa cosa fate nella vita, quanti
soldi fate, quanti possedimenti accumulate, quanto avrete successo
negli affari, quanto siete felici, sarà come il sogno della scorsa notte,
non potrete portare nulla nella vostra vita successiva. Come ciò che
fate in un sogno è privo di significato, così lo sono anche tutte le cose
che fate solo per questa vita, ogni cosa che acquisite mediante grande
sforzo.
“Tutte le azioni prive di significato sono simili alle increspature sulla
superficie di un lago”. Le onde increspano il lago: una viene, una va,
un'altra viene, un'altra va, è sempre così. Le cose fatte solo per questa
vita sono così; tali azioni sono senza fine. Non importa quanto ci si
adopera per esse, non potranno aver fine. Anche questa citazione dal
grande yogi Padmasambhava è molto potente.
Avendo cura solo del mio corpo fisico, sono come una persona che
morirà comunque domani, ma va in ospedale oggi per un trattamento
più dispendioso. Ogni felicità temporale è priva di significato e ha
come risultato solo la sofferenza, non aiuta mai a cessare il ciclo di
morte e rinascita. Al momento della morte i numerosi parenti,
qualunque possedimento, anche se fossero innumerevoli universi
pieni di innumerevoli gioielli, e il mio corpo di cui ho avuto cura
sopra ogni altra cosa, dovranno tutti essere lasciati. Tutto questo
sarà utile alla stessa stregua di un singolo capello, infatti alla
morte nulla può essere portato via con la mente: in effetti non ci
sarà differenza tra tutti i possedimenti del mondo e un piccolo
capello.
È molto utile anche riflettere su questo, nel corso della meditazione
sulla morte; molto utile. Se si riflette sul fatto che è più certo morire
ora che continuare a vivere e che né il corpo né nessuno dei
possedimenti possono essere portati con noi, che al momento della
100
MORTE E RINASCITA
morte queste cose sono inutili come un semplice capello, ossia non
possono essere di alcun aiuto, vedrete quanto sono realmente
insignificanti, quanto sono futili. Quando capirete che tutti i vostri
possedimenti e un singolo pelo del corpo hanno lo stesso valore,
riuscirete a vedere che i vostri possedimenti, che ora considerate così
terribilmente importanti e per i quali vi impegnate tanto nella vita, per
i quali morireste pur di proteggerli, non sono poi così importanti.
Dato che non ho la certezza di esistere neppure di secondo in
secondo, perché dovrei essere attaccato al mio corpo o a qualunque
altro possedimento, anche in questo momento?
Quando si pratica regolarmente questa meditazione, quando sorgono
certi problemi in relazione al proprio corpo, forse state lottando o
facendo qualcos'altro inerente al prendersene cura, dovreste
pensare: “E' più sicuro che lascerò questo corpo, piuttosto che vi
rimanga, dunque perché dovrei esserci attaccato? Come posso essere
sicuro che certamente continuerò ad esistere?” In questo modo
scoprirete che ciò che state facendo, creando confusione e problemi
per gli altri, è senza senso.
Quando meditate su tali soggetti vedete quali sono le parti più potenti
per voi, più efficaci per la vostra mente e focalizzatevi su queste. In
generale, è bene ricordarle tutte, ma se alcune parti vi risultano più
difficili, focalizzatevi su quelle che sono più efficaci per voi e poi
sviluppatele in accordo alla vostra saggezza ed esperienza per vedere
le cose più chiaramente.
Domanda: se abbiamo un amico o un parente morente, cosa dovremmo
fare con il corpo e per quanto tempo dovremmo lasciarlo stare?
Rinpoce: in generale dovrebbe essere lasciato stare per due o tre
giorni. I tibetani spesso controllano astrologicamente se il corpo
dovrebbe essere portato fuori della casa al mattino o al pomeriggio.
L'astrologo esamina lo stato della mente della persona in quel
momento, quali attaccamenti ci sono, le cause cooperanti esterne della
morte, quali tipi di spiriti potrebbero avere reciso la vita della
persona e in quale momento il corpo dovrebbe essere rimosso. Tutte
queste cose possono essere determinate astrologicamente.
A meno che la persona abbia un certo controllo e sia in grado di
ascoltare, è estremamente difficile parlare a una persona che sta
morendo. Altrimenti, ci sono molti metodi per aiutare. Dipende molto
dal fatto che la persona conosca qualcosa di Dharma o meno, se ha fede
o meno nell'essere illuminato. Se la persona non ha alcuna idea del
Dharma, dell'essere illuminato, nessuna fede, è difficile dire qualcosa
di utile, specialmente al momento della morte. È difficile comunicare
queste cose durante la vita, è ancora più difficile al momento della
morte, quando la mente è ancora più incontrollata.
Ad ogni modo, in generale è bene se, quando la persona smette di
respirare, si possono recitare delle preghiere o dei mantra a voce
molto alta. Per esempio si possono recitare i mantra di Avalokiteshvara
o di Guru Buddha Shakyamuni o la preghiera “Lama tonba ciom den de...”
Per la persona morente è difficile udire, quindi prima soffiate
nell'orecchio della persona o chiamate il nome della persona e poi
recitate il mantra con voce molto forte. Prima che la persona smetta di
respirare – questo sarà esposto in dettaglio sotto, quando discuteremo
il processo effettivo della morte – i venticinque oggetti grossolani si
101
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
dissolvono. Dopo questo si assorbe la mente grossolana ed è pressoché
impossibile comunicare con la persona morente dall'esterno. Dunque
prima che questo accada è bene dire alla persona il nome del guru o le
altre cose come preghiere e mantra a voce molto alta. Questa è una
cosa che potete fare.
Un'altra cosa è che durante il processo delle dissoluzioni, delle
visioni e così via, la persona ha molta paura e sofferenza, a meno che
lui/lei sia un po' fortunato/a, abbia creato molto merito durante la sua
vita, è difficile che la persona morente possa udire le parole. Se la
persona ha creato molto merito ed è in grado di udire almeno un po', è
di grande aiuto per ridurre la terribile sofferenza che la persona sta
sperimentando.
Inoltre, se la persona morente ha creato molto buon karma durante la
sua vita, ha realmente avuto cura di osservare il karma ed ha fatto
molta purificazione, se qualcuno gli ricorda il nome del suo guru
radice, anche se la sua mente è fuori controllo, grazie alla
purificazione compiuta e all'aiuto degli amici, questa persona
fortunata può ricordare di pregare il suo guru o la manifestazione del
Buddha. Poiché la persona morente è in stato di shock e molto
spaventata, normalmente non può ricordare di fare nulla, ma se
qualcuno dice “Fai questo” può ricordare e la sua sofferenza diventa
minore.
Quindi, ricordando il loro guru o altre manifestazioni del Buddha e
pregando in accordo, coloro che hanno creato più merito, che sono un
po' più fortunati, che hanno un minimo di controllo, possono
proteggersi dal rinascere nei reami inferiori di sofferenza.
Anche quando accade qualcosa di pauroso nei sogni non ricordate di
prendere rifugio, di pregare, di affidarvi all'essere illuminato, alla
guida perfetta, dunque potete immaginare quanto sarà difficile
ricordarlo al momento della morte.
Quando in Tibet moriva qualcuno, ciò che gli altri che conoscevano un
po' di Dharma cercavano di fare era recitare dei mantra al meglio delle
loro capacità. Se la persona morente è circondata da persone che non
conoscono nulla e stanno solo attorno piangendo, creando
un'atmosfera agitata, ciò serve solo a peggiorare la sua sofferenza ed
è difficile aiutare quella persona. Anche piccole cose, come recitare i
mantra a voce molto alta, ricordare alla persona il nome del suo guru,
ricordargli di pregare e così via, possono essere d'aiuto...tanto quanto
lo permette la fortuna della persona morente.
Leggere qualcosa [come il Bardo Thödrol, il Libro Tibetano dei Morti],
dopo che la persona è morta, può essere difficile. Se quella persona
non poteva capire tali testi in vita, come può farlo mentre sta morendo?
Naturalmente questo ha un certo potere, perché è l'insegnamento di un
essere illuminato, ma l'intensità con cui può arrivare ad aiutare
dipende principalmente dalla fortuna della persona morente.
Talvolta in Tibet mettono anche delle pillole di nettare benedette
nella bocca della persona morente. Comunque, la cosa più pratica che
si può fare è recitare i mantra e soffiare. Solo ascoltare il santo nome
di un essere illuminato può aiutare molto.
Un'altra cosa che può aiutare è offrire i possedimenti della persona
morta agli esseri santi, chiedendo loro di pregare, o usare i
possedimenti della persona per opere virtuose e dedicare il merito a
beneficio della persona. Anche se la persona è rinata nei reami degli
102
MORTE E RINASCITA
inferni o degli spiriti famelici questo può certamente aiutare. Dato che
le menti degli esseri santi hanno potere, anche le loro preghiere
possono essere molto efficaci.
Un'altra cosa che veniva fatta in Tibet quando qualcuno moriva era far
venire un lama dal monastero per trasferire la coscienza della
persona, tuttavia anche in tal caso l'efficacia di questo dipende da
quanto buon karma la persona morente ha creato. Comunque fare delle
puja sponsorizzate con la vendita dei possedimenti della persona morta
può certamente aiutare.
Quello che potete fare voi stessi è meditare, invece di piangere;
compiere la purificazione con Guru Buddha Shakyamuni, purificando
tutti gli esseri senzienti, incluso la persona morta, come abbiamo fatto
in precedenza in questo corso [per il padre, deceduto di recente, di uno
degli studenti]. Questo è eccellente, è una reale, pratica puja.
Uno o due anni fa, un monaco del monastero sotto il Gompa di Lawudo
[Thamo Gompa] morì. Il lama a capo del monastero aveva istruito questo
monaco a stare in ritiro e non uscire mai; penso compisse un ritiro su
Avalokiteshvara, recitando mantra e così via. Egli era una persona
molto fortunata. Prima di morire fu malato per un po', ma appena prima
della morte si ristabilì. Allora non voleva restare nella sua stanza,
voleva uscire. L'abate del monastero era un monaco buono, quieto e
semplice che si era preso molta cura della sua moralità, e il monaco
chiese all'abate di leggergli il Libro Tibetano della Morte appena
prima della sua morte. Chiedere che venga letto prima della morte è
molto saggio, così come fare la richiesta in relazione a qualunque
altro metodo perché, se si può acquisire familiarità con queste cose in
anticipo, c'è la possibilità che si sarà in grado di sperimentarle al
momento effettivo della morte. La ragione per cui il monaco chiese che
gli fosse letto prima della morte era che durante l'evoluzione della
morte è estremamente difficile ricordare il testo e se non si ha
abbastanza autocontrollo si deve dipendere da qualcun altro che lo
legge per te. Quindi fece questa richiesta prima di morire e morì molto
pacificamente, ebbe una buona morte.
In quel monastero c'era anche una monaca che morì bene. La maggior
parte delle persone non aveva idea che sarebbe morta così bene, ma al
momento della morte essa non ebbe né malattia né alcun altro
problema. Essa semplicemente si sdraiò molto tranquillamente sul
fianco destro, nella posizione che Guru Buddha Shakyamuni adottò
quando andò nel parinirvana, e chiese alle monache assistenza perché
le ricordassero i suoi guru mentre moriva. Poi trascorse molti giorni
del processo della sua morte in meditazione. Ebbe una morte veramente
piena di pace. Io seppi cos'era accaduto perché alcune delle altre
monache arrivarono e mi chiesero di pregare per lei, allora io chiesi
dei dettagli su come lei conduceva la sua vita quotidiana. Sembra che
lei abbia praticato sempre molta purificazione, senza mai dimenticare di
recitare le sue preghiere quotidiane e prendendo molti insegnamenti di
lam rim. Non aveva studiato molta filosofia, non era un'erudita, ma
semplicemente conduceva un'ottima vita quotidiana.
Anche molte altre persone, sia in India che in Tibet, hanno avuto delle
buone morti, anche ai giorni nostri. Il lama a capo del monastero [che
si trova in Nepal] è stato un altro di questi casi. Egli era un lama
asceta, significa che aveva rinunciato a questa vita e viveva nella pura
pratica del Dharma. Indossava sempre abiti molto vecchi e semplici; egli
103
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
stesso era molto anziano. Non conosco molto di lui perché l'ho
incontrato solo piuttosto tardi in questa vita. Egli aveva udito che
stavamo costruendo un monastero sulla montagna, ma noi non avevamo
avuto la possibilità di andare a trovarlo in quel periodo. In apparenza
divenne molto malato e vomitava moltissimo sangue, ma nell'udire
alcune buone notizie di Dharma migliorò. Poi si ammalò di nuovo,
vomitando sangue e così via. Così ci invitò [lama Yeshe e lama Zopa
Rinpoce] a scendere da lui a vederlo, e noi andammo.
A prima vista pensai che fosse una monaca. Appariva molto semplice, era
seduto e una stoffa gli copriva la testa, ma le vibrazioni erano
eccellenti. Fu molto compiaciuto nell'udire che stavamo costruendo il
monastero [di Lawudo] come centro per insegnare il Dharma, e mi
rivolse il consiglio di non costruirlo troppo piccolo. Disse: “Non avere
una mente piccola; non ti preoccupare solo delle spese e di costruirlo
piccolo. Devi avere una grande mente, forte, e fare il monastero più
grande possibile. Questo sarà un grande beneficio per gli
insegnamenti.” Poi mi dette alcuni libri – insegnamenti di lam rim e di
tantra – da portare in America; li aveva già pronti da donare. Disse: “Tu
o qualcun altro che va in America dovrebbe prenderli. Non importa
dove, l'importante è che vadano là.” Fece delle riflessioni, pregò su
testi e li dette a noi. Poi disse che aveva solo un anno da vivere, ed
anche alcune altre cose.
Gli chiesi di pregare per il successo del monastero che stavamo
costruendo ed egli disse:”Se la mente è nobile, ogni cosa avrà
successo”. Con 'nobile' intendeva pura, come con la motivazione di
bodhicitta. Questo potrebbe essere stato un riferimento a quanto disse
Lama Tzong Khapa: “Se la mente è pura, nobile, ogni cosa, anche il
luogo, diventa nobile. Se la mente è negativa, ogni cosa, anche i piaceri,
diventano sventurati”. Questo insegnamento di Lama Tzong Khapa è
proprio vero.
Comunque, come aveva predetto, un anno dopo morì. Prima dette il suo
ultimo consiglio a tutti i monaci su cosa dovessero fare, come riunire
tutti i soldi offerti dalle persone e usarli per fare delle puja nei
giorni speciali; cose simili.
Nel periodo in cui fu in Tibet questo lama si prese cura di tutti i
monaci. Quando le persone gli offrivano denaro per fare preghiere o
puja, egli lo spendeva tutto per i suoi monaci; era il tipo di persona che
spendeva sempre tutto quello che riceveva, asserendo che era meglio
non tenerlo, altrimenti sarebbe diventato causa di litigi e problemi.
Al momento della sua morte egli stava molto bene. Durante l'ultima
notte parlò con tutti e quando giunse l'alba chiese del tè, del buon tè,
fece uscire tutti, chiuse la porta e trapassò sedendo nella posizione di
meditazione. Si è reincarnato in quella zona e il suo tulku è stato
riconosciuto da Sua Santità il Dalai Lama e da molti altri grandi lama.
All'inizio questo lama era il manager di un bellissimo monastero in
Tibet che fu fondato da una emanazione di Tara, un aspetto femminile
del Buddha. Esso si trovava in alto su un'enorme montagna rocciosa.
Stando ai piedi della montagna si poteva vedere un sentiero che
conduceva al monastero sulla cresta di un affioramento roccioso. Il
suo lavoro consisteva nel portare le cose dentro dall'esterno, pagare
i conti, tenere la contabilità, fare offerte e così via. Nonostante
lavorasse molto duramente, per un motivo o per l'altro fallì nel suo
lavoro come manager, divenne molto turbato e smise di prendere
104
MORTE E RINASCITA
insegnamenti dai suoi guru in qualche altro luogo. Poi andò in ritiro
per molti anni. Piano piano, mentre le sue realizzazioni si
sviluppavano, le persone iniziavano a riconoscerlo come un lama. Prima
era un monaco ordinario, molto semplice, ma gradualmente il suo nome
divenne ben conosciuto. In seguito costruì due monasteri, uno per i
monaci e uno per le monache. Quando i cinesi occuparono il Tibet fuggì
in Nepal e si stabilì a Thamo, proprio sotto Lawudo. All'inizio viveva in
una tenda, ma poi un benefattore gli offrì del terreno e in capo a sei
giorni costruì un monastero. Poiché era stato costruito così
velocemente era piuttosto rudimentale; le mura non avevano una
configurazione. Tuttavia trasmetteva una sensazione molto buona,
molto pacifica, molto tranquilla.
Ci sono molti metodi che si possono usare al momento della morte. La
cosa più saggia, più abile da fare è, prima della morte, rendere se stessi
capaci di proteggersi dai pericoli che sorgono al momento della morte.
Quando morirete siate la vostra stessa guida, diventate capaci di
aiutare voi stessi, come quel lama, come quella monaca; guidate voi
stessi senza dover dipendere dagli altri. Siate la vostra stessa guida;
proteggetevi dalla sofferenza al momento della morte. Questa è la
cosa più intelligente da fare, la cosa migliore da fare. Addestratevi
nelle corrette meditazioni nel corso della vita; rendetevi pronti, abili.
Se siete destinati a sostenere cose pesanti ma avete un corpo debole,
dovete affidarvi ai facchini perché le portino per voi, ma se avete un
corpo forte, potete trasportare le cose senza dover dipendere o pagare
altre persone. In modo simile rendetevi in grado di guidare voi stessi al
momento della morte.
La cosa principale consiste nel meditare continuamente sul sentiero
graduale; questo è molto di aiuto. Inoltre purificate continuamente il
vostro precedente karma negativo ed evitate di crearne altro,
specialmente con gli oggetti santi. Poi, sulla base di osservare il
karma, ci sono molte tecniche tantriche, metodi speciali, tecniche molto
pratiche in cui potete addestrarvi prima della morte per essere in
grado di trasferire la vostra coscienza da voi stessi, per rinascere in
una terra pura sotto la vostra stessa guida, grazie alla vostra pratica
del Dharma.
Comunque, anche se tali speciali e potenti tecniche esistono, se non
avete alcuna idea o esperienza delle meditazioni fondamentali, queste
tecniche non potranno essere messe in pratica. Tali pratiche vanno
svolte con una profonda comprensione delle sofferenze del samsara e
una forte motivazione di bodhicitta; con grande amore e compassione.
Non si tratta di tecniche facili; devono essere fatte sulla base delle
meditazioni fondamentali, che sono molto, molto importanti.
Ci sono vari metodi speciali per trasferire la propria coscienza al
momento della morte, per cui molti deva maschi e femmine dalle terre
pure vi accoglieranno come un re, con prostrazioni, una dolce musica,
incenso e molte altre offerte. Potete rinascere in una terra pura in
questo modo ma, come prima, per far sì che tali pratiche funzionino,
perché siano di beneficio, in quel momento dovete avere una forte
comprensione delle basi fondamentali, in specie dell'impermanenza e
della morte, della natura della sofferenza e naturalmente anche la
bodhicitta; dovete aver compreso e praticato il sentiero graduale per
l'illuminazione.
105
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
In breve, solo la pura pratica del Dharma può rendere applicabili le
tecniche superiori, apportando una veloce rinascita in una terra pura.
Senza le fondamenta non lo potrete mai fare, come un'automobile senza
le ruote non può affatto muoversi.
Una illustrazione di quanto sia importante la pratica del sentiero
graduale per l'illuminazione, di quanto sia di aiuto, specialmente la
pura pratica di rinunciare a questa vita, è la storia tibetana molto
conosciuta del vecchio monaco che stava avendo dei problemi a
trasferire la coscienza nella terra pura al momento della morte. Nel
corso della vita aveva praticato i metodi per trasferire la coscienza
nella terra pura al momento della morte, ma ora che era moribondo
trovava che le tecniche non funzionavano. La ragione era che non
aveva una comprensione abbastanza profonda dell'impermanenza - non
aveva riflettuto abbastanza sull'impermanenza e la morte o vissuto a
sufficienza nella pura pratica del Dharma, il distacco dagli otto
dharma mondani – e non poteva lasciare, rinunciare al tè al burro
nella ciotola di legno sul suo tavolo. Anche se cercava di praticare la
tecnica per trasferire la sua coscienza, non poteva perché era
attaccato al tè al burro.
Tuttavia, il guru da cui aveva appreso queste tecniche era in grado di
vedere, grazie ai suoi poteri psichici, che il vecchio monaco aveva dei
problemi a trasferire la sua coscienza nella terra pura di Tushita, la
terra pura di Buddha Maitreya e di Lama Tzong Khapa. Così il guru spedì
un messaggio al monaco: “A Tushita il tè al burro è ancora più buono”,
appena ricevuto questo messaggio egli fu in grado di trasferire la
coscienza.
Questo è un punto importante e pertanto enfatizzo la necessità della
pratica pura del Dharma così spesso. L'attaccamento alle cose materiali
è uno degli otto dharma mondani, in quel momento il monaco non poteva
recidere il suo attaccamento, rinunciare al tè al burro. Questo mostra
che per rendere effettive le tecniche avanzate, di beneficio nel
momento cruciale, tutto dipende dalle fondamenta su cui ci basiamo.
Se non addestrate la mente continuamente durante il corso della vita
e poi improvvisamente cercate di praticare qualcosa al momento della
morte, non potrà funzionare. La cosa più intelligente, più abile è
addestrarsi principalmente nelle basi essenziali; praticare la
meditazione per eliminare la mente negativa. Questa è la cosa più
importante. Se vi addestrate bene durante la vita, quando arriva il
momento di mettere in pratica le tecniche sarà facile e funzionerà.
Vi narro un altro esempio di cosa non va fatto. C'era uomo che viveva in
famiglia che credette a lungo di essere pronto per andare nella terra
pura di Padmasambhava. Egli annunciò perfino alla sua famiglia: “Voi
siete persone da compatire. Io sono pronto prima del tempo!” Al
momento della sua morte le persone intorno a lui piangevano ed erano
turbate – non per lui ma per se stessi, perché credevano “Egli non ha
preoccupazioni, può andare nella terra pura, ma per noi è terribile, noi
non siamo pronti, non ci possiamo andare”. Ma poi l'uomo disse: “Ora
penso che sarebbe stato meglio pregare per restare qui e divertirmi
con voi, piuttosto che per andare nella terra pura”. Poiché non era
vissuto nella pratica pura del Dharma, quando venne il momento fu
incapace di rinunciare.
Le persone che ho menzionato che hanno avuto delle morti pacifiche
furono in grado di morire in tal modo per il potere del Dharma
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MORTE E RINASCITA
dell'essere illuminato. Altrimenti, che siate sulla luna, sotto terra, in
qualunque parte del sistema solare, spaventati dalla morte, ovunque
siate, nient'altro può aiutare. Pertanto, prima dell'arrivo del pericolo,
meditate sul sentiero graduale per l'illuminazione; rendete questa
meditazione la base delle azioni della vostra vita e adornatela con la
pratica degli insegnamenti superiori. Questo è quanto è necessario
fare.
Solitamente gli esseri umani cercano di copiare coloro che sono molto
ricchi o attraenti. Se qualcuno ha degli eccellenti possedimenti li
vogliamo uguali; se vediamo qualcuno con vestiti bellissimi vogliamo
indossare quello che indossa, se si acconcia i capelli in un certo modo
vogliamo fare lo stesso. C'è molta confusione nella nostra mente;
continuiamo ad essere indaffarati cercando di imitare il ricco e di
bell'aspetto. Ma nulla di questo è di aiuto, anzi crea più confusione,
specialmente nel momento più pericoloso della nostra vita, la morte.
Ci sono moltissimi buoni esempi di esseri santi e yogi. Perché non
cerchiamo di fare come loro? Anche noi siamo umani, siamo tutti
spaventati dalla morte. Dunque è necessario, saggio e pratico trovare
un metodo che sia d'aiuto in quel frangente. Qual è il metodo? È quello
di mantenere la pratica del sentiero graduale per l'illuminazione come
nostro compito fondamentale nella vita, come compito quotidiano e, in
aggiunta, praticare anche le tecniche tantriche superiori. Possiamo
studiare, possiamo apprendere, possiamo praticare. Molte di queste
cose non sono solo per i monaci, le monache e i lama; anche le persone
laiche possono praticare e acquisire questi metodi superiori.
In Tibet molte persone laiche ordinarie erano in grado di fruire di una
morte pacifica, molti nella vita successiva si ritrovavano in una terra
pura. Anche in India; ricordo come morì la madre di uno dei nostri
benefattori. Lei era una persona molto semplice, ma recitava sempre il
mantra della sua divinità particolare e aveva una personalità
veramente nobile. Essa trascorreva anche molto tempo circoambulando
il monastero in cui vivevano più di mille monaci. Un giorno scese le
scale come di consueto, senza problema, ringraziò i suoi figli per il
loro aiuto e disse arrivederci. Si sedette su una sedia, chiese
dell'acqua fresca e, prima che potessero portargliela, se ne andò,
molto pacificamente.
Inoltre, in Tibet molte persone hanno vissuto il momento del trapasso
in meditazione. Una signora, sapendo di stare per morire, pulì e
rassettò la sua stanza, dispose molte offerte, fece una puja, chiese
alle altre persone di andarsene, chiuse la porta e passò, in
meditazione, in un reame puro. Comunque non si tratta di qualcosa che
è appannaggio dei soli tibetani, anche tutti gli altri possono farlo allo
stesso modo. È quanto di più meritevole può essere fatto.
Una breve spiegazione della morte come si mostra a una mente
dotata di pieno discernimento
Al momento della morte gli elementi che costituiscono il nostro corpo
fisico – terra, acqua, fuoco e vento - si assorbono in sequenza uno
nell'altro. A causa di questo molti cambiamenti appaiono gradualmente
alla persona morente, come sensazioni e visioni. Al momento della
morte la mente si separa dal corpo. Il momento finale della morte ha
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ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
luogo quando la mente più sottile si separa dal corpo e anche questo
passaggio è accompagnato da segni fisici.
Alla morte, la persona che ha creato molto karma non meritorio soffre
nel vedere molte allucinazioni disturbanti che sono il risultato delle
sue passate azioni negative. Una situazione fisica satura di spavento
avviene a causa del vedere le terribili visioni in quel frangente. Al
momento della morte, quando la mente si separa dal corpo, il creatore
di negatività ha la sensazione di andare dalla luce nell'oscurità.
Una persona che ha creato karma virtuoso sperimenta una morte
pacifica.
Una persona che muore con una mente indifferente, né virtuosa e
neppure non virtuosa, non sperimenta né piacere né sofferenza.
Quando qualcuno che ha creato molta negatività muore, il calore inizia
a lasciare il corpo dalla testa. Quando qualcuno che ha creato molto
merito muore, il calore inizia a lasciare il corpo dai piedi. In ogni caso
il calore termina di uscire dal cuore.
Di seguito è spiegato il processo di una morte naturale, ossia una
morte che non è improvvisa o traumatica:
1)
a. L'aggregato (sanscr. skanda) della forma è assorbito. Segno
esterno: il corpo fisico diventa fievole e perde potere.
b. La saggezza simile allo specchio è assorbita. Questa saggezza vede
chiaramente molti oggetti allo stesso tempo, come uno specchio
riflette molti oggetti insieme.
c. L'elemento terra è assorbito. Segno esterno: il corpo fisico diventa
molto debole, le mani e le gambe sono molto allentate, ci sentiamo
molto privi di controllo e come se fossimo schiacciati sotto un grande
fardello di terra.
d. La facoltà sensoriale dell'occhio è assorbita. Segno esterno: è
impossibile controllare o muovere gli occhi.
e. La forma sottile interna è assorbita.
• i. Segno esterno: il colore del corpo fisico svanisce e il corpo
perde completamente la sua forza.
• ii. Il segno interno è la visione come di un miraggio azzurroargenteo, simile ad acqua quando fa molto caldo.
2)
a. L'aggregato (skanda) della sensazione è assorbito. Segno esterno:
il corpo non prova più né piacere né dolore né indifferenza fisici.
b. La saggezza dell'eguaglianza è assorbita. Questa saggezza vede
tutte le sensazioni, di felicità, sofferenza e indifferenza come aventi
la stessa natura.
Segno esterno: non si ricordano più queste sensazioni, ossia quelle
percepite con il senso mentale, come distinte da quelle percepite con il
corpo fisico.
c. L'elemento acqua è assorbito. Segno esterno: tutti i liquidi del
corpo – urina, sangue, saliva, sperma, sudore, ecc – si seccano.
d. La facoltà sensoriale dell'orecchio è assorbita. Segno esterno:
cessa la facoltà uditiva
e. Il suono interno è assorbito.
•
i. Segno esterno: il brusio nelle orecchie cessa
•
ii. il segno interno è una visione di fumo, come in una stanza
108
MORTE E RINASCITA
piena di fumo d'incenso
3)
a. L'aggregato (skanda) della percezione è assorbito. Segno esterno:
non si riconoscono più gli amici e i parenti.
b. La saggezza della consapevolezza discriminante è assorbita. Si
tratta della saggezza che discrimina e ricorda chi sono i propri amici e
parenti.
Segno esterno: non si ricordano i loro nomi.
c. L'elemento fuoco è assorbito. Segno esterno: Il calore del corpo
fisico svanisce e cessa la capacità di digerire il cibo.
d. La facoltà sensoriale del naso è assorbita. Segno esterno:
l'inspirazione diventa difficile e sempre più debole, mentre
l'espirazione diventa più forte e prolungata.
e. Il senso interno dell'olfatto è assorbito.
•
i. Segno esterno: il naso non sente più gli odori
•
ii. Il segno interno è una visione di scintille di fuoco,
tremolanti come la luce delle stelle.
4)
a. L'aggregato (skanda) dei fenomeni composti è assorbito. Segno
esterno: il corpo fisico non si muove più.
b.La saggezza del pieno completamento è assorbita. Si tratta della
saggezza dell'ottenimento, che ricorda le azioni esterne, il risultato e
la loro necessità.
Segno esterno: si perde la nozione della necessità e del proposito
delle azioni esterne.
c. L'elemento aria è assorbito. Segno esterno: la respirazione cessa.
d.
i. la facoltà sensoriale del gusto è assorbita. Segno esterno: la
lingua si contrae e si appesantisce e la sua radice diventa
bluastra
ii. la facoltà sensoriale tattile è assorbita. Segno esterno: non si
percepiscono più le sensazioni, né morbide né ruvide
e. la facoltà del gusto interna è assorbita.
i. Segno esterno: non si percepiscono più i sei diversi sapori.
ii. Segno interno: una visione di una luce fioca rosso-blu, come
l'ultimo bagliore di una candela.
5)
Lo skanda della coscienza è assorbito.
Si tratta delle ottanta superstizioni grossolane e delle loro basi, ciò
che le fa muovere (sansc. Prana, tib. rLung). Con 'superstizioni' si
intende la mente illusoria grossolana, la mente dualistica che
concepisce erroneamente. A questo punto abbiamo le seguenti visioni:
a. Visione bianca
Una visione come di un cielo molto chiaro, simile a quello autunnale
pervaso dal chiarore della luna. È causata dal prana che sale dalle
nadi destra e sinistra, apre il ciakra del capo e scende attraverso la
nadi centrale; avviene quando, mentre si apre la nadi centrale, il seme
bianco, o sperma, ricevuto dal padre scende al ciakra del cuore,
109
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
visualizzato nella forma della lettera HAM capovolta. Questa è
chiamata 'visione e vacuità'.
b. Visione rossa
Una visione come un riflesso rosso ramato nel cielo.
È causata dal prana che risale la nadi centrale fino al cuore, aprendo
il quinto ciakra e quello dell'ombelico. Avviene quando il sangue rosso
ricevuto dalla madre, la cui natura è fuoco-calore, sale al ciakra
della testa, visualizzato nella forma della lettera AH capovolta.
c. Visione nera
Una visione di oscurità vuota, come uno spazio buio e vuoto. A questo
punto lo sperma e il sangue sono assorbiti in un minuscolo seme: la
parte rivolta verso il basso è rossa, quella in alto è bianca. Avviene
quando i due giungono al cuore.
Dopo questa visione si cade nell'incoscienza, nell'oscurità completa.
d. Visione della chiara luce.
È una visione di completa vacuità, molto chiara, come il cielo all'alba
in autunno. Si tratta della chiara luce, la visione finale della morte.
In questo momento, il momento della morte effettiva, la mente
grossolana, quella che ha oggetti grossolani, cessa, ma solo
momentaneamente; per via del karma i suoi semi ci sono sempre. La mente
sottile che ha questa visione è racchiusa nel seme formato dalle
semisfere unite bianca e rossa. Poi il seme si apre e la mente sottile
esce, lasciando il corpo per prendere la forma intermedia. Poi lo
sperma bianco scende ed esce dall'organo sessuale, mentre il sangue
rosso esce dalle narici. Questo è il segno finale, la coscienza (namshe) ha lasciato il corpo. Ora la mente è completamente separata dal
corpo. Per le persone ordinarie è possibile restare in questo stadio
per un certo tempo, ma senza che se ne rendano conto. Gli yogi
altamente realizzati possono restare in questo stadio, meditando nel
vuoto per mesi, e sono in grado di riconoscere tutte le visioni che
avvengono nell'evoluzione della morte.
Non occorre che io parli molto dei cambiamenti che avvengono durante
l'evoluzione della morte, essi sono sintetizzati sopra. Studiando di più
questo soggetto la vostra comprensione aumenterà. Ora non c'è tempo
per esaminarlo a fondo.
Come potete vedere varie visioni vanno e vengono: miraggio, scintille,
fiammella. Poi la visione bianca, come il sorgere della luna in autunno
o la neve che copre il terreno, poi la visione rossa, poi nera, poi
l'oscurità completa di una stanza buia, simile al cadere
improvvisamente nell'oscurità. Queste visioni avvengono mentre il seme
bianco scende, il seme rosso sale e così via.
Dopo la visione buia sorge la visione della chiara luce, la vacuità. Ma
non si tratta di shunyata, non di quella vacuità. Se lo fosse si
tratterebbe di una realizzazione priva di sforzo, ottenuta senza
meditazione. Non è shunyata ma una vacuità come quella del cielo
all'alba, vuota delle visioni bianca, rossa e nera.
Sto cercando di introdurvi brevemente a queste idee; in generale non è
permesso fornire apertamente i dettagli di questi metodi. Comunque, a
questo punto nel processo della morte, gli yogi, i meditatori che hanno
trascorso la vita in meditazione e praticato il Vajrayana, ossia i metodi
tantrici, che hanno osservato correttamente la legge del karma e
mantenuto puramente i loro precetti, usano i metodi che hanno
110
MORTE E RINASCITA
praticato per tutta la loro vita. Questo è il momento che stavano
aspettando. Essi possono rimanere in meditazione nella chiara luce per
molti giorni, anche per settimane, la durata cambia, dipende dal
meditatore. Durante questo periodo il corpo non manda cattivo odore
né si decompone, essi hanno lo stesso odore di quando erano vivi.
Inoltre hanno una splendida apparenza, totalmente differente da
quella di una persona ordinaria morente. Le persone ordinarie, che
non hanno praticato il Dharma in vita, che non hanno osservato bene la
legge del karma, che hanno creato molte azioni negative, appaiono
molto impaurite quando stanno morendo. I loro occhi sono fissi e
spalancati, piangono perché hanno molte visioni paurose, agitano gli
arti, muovono le mani come cercando di afferrarsi a qualcosa e possono
diventare incontinenti. Accadono molte cose simili.
Molti lama tibetani sono trapassati in meditazione dopo essere venuti
in India. Le persone indiane ordinarie non credevano che fosse mai
possibile perché non l'avevano mai visto accadere. Il loro concetto
comune è che dal momento in cui una persona è morta, lui o lei devono
essere portati via e bruciati, altrimenti il corpo inizia a puzzare. Molti
monaci tibetani sono andati in ospedale in India e se morivano lì, era
difficile ottenere il permesso di lasciarli soli per un certo tempo,
poiché i dottori non volevano ascoltare. Essi avrebbero voluto portar
via il corpo immediatamente. Il loro concetto era che, appena termina di
respirare, la persona è morta. Pertanto gli indiani che hanno visto gli
alti lama in meditazione dopo la morte sono rimasti molto sorpresi.
Invece di esserci un cattivo odore nella stanza, c'era un fantastico
dolce profumo dovuto al potere delle loro realizzazioni.
Queste visioni, compresa la visione della chiara luce, avvengono anche
nel passaggio tra il sonno e il sogno e tra il sogno e il risveglio, ma
passano molto velocemente. I grandi meditatori, coloro che praticano il
tantra, prima praticano in queste occasioni. Una volta che possono
controllare i loro sogni, sanno per certo che saranno in grado di
impiegare i metodi profondi durante la morte effettiva. Quindi si può
capire dalla propria incapacità di fare questo durante il sonno quanto
sarà impossibile essere abbastanza coscienti per praticare questi
metodi durante la morte, essere sufficientemente coscienti per
riconoscere le visioni che si succedono durante il processo della
morte.
Tutte queste visioni, fino alla visione della chiara luce, sono eventi
comuni che tutti gli esseri sperimentano, a meno che la morte non sia
improvvisa, come in caso di incidente, di uccisione e così via, in questi
casi la morte avviene istantaneamente; anche le persone ordinarie
sperimentano
l'assorbimento
graduale
delle
ottanta
concettualizzazioni grossolane dopo il cessare del respiro, prima
delle visioni bianca, rossa e nera. La visione nera avviene quando la
mente molto sottile è racchiusa nel seme al cuore. Questo seme, come
un piccolo fagiolo, è composto da due semisfere congiunte, come una
coppia di coperchi messi insieme. Il momento della morte avviene quando
questo seme si apre e la mente molto sottile lascia il corpo. Il segno
che questo è avvenuto è che un rivoletto di sangue rosso esce dal naso
della persona e un fluido bianco trasuda dall'organo sessuale. Di
solito ci vogliono fino a tre giorni perché questo accada, anche se nel
caso di alcune malattie questi fluidi non escono. Quando i grandi
111
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
meditatori hanno completato la loro meditazione, i fluidi rosso e
bianco escono.
Lo stato intermedio (bardo)
Fino a quando la cognizione diventa non chiara e debole, la mente
mantiene il suo abituale attaccamento al sé. A causa di questo
attaccamento, mentre la cognizione si indebolisce, sorge la concezione
errata: “Sto diventando non esistente”. Questo causa la paura di
perdere l'io. Questi pensieri creano attaccamento e bramosia per il
corpo, che a loro volta conducono alla nascita nello stato intermedio,
lo stato tra la morte di questa vita e la nascita della vita successiva.
Dopo la visione della chiara luce, prima di entrare effettivamente nel
bardo, sperimentiamo le altre tre visioni nell'ordine inverso. Poi le
ottanta superstizioni grossolane della mente sorgono, si formano gli
skanda, e l'essere prende il corpo intermedio.
L'evoluzione dalla morte allo stato intermedio è simile al passare dal
sonno al sogno. (Durante questo periodo possiamo vedere il mondo, i
parenti e il nostro corpo morto, ma karmicamente non ricordiamo
nulla, quindi non abbiamo il desiderio di tornarvi.)
Il corpo del bardo è formato dal karma e dalle afflizioni precedenti.
La causa principale della mente dello stato intermedio è la mente
sottile e la sua causa cooperante è il prana, che è insieme alla mente
sottile. La causa principale del corpo dello stato intermedio è il prana
e la sua causa cooperante è la mente sottile.
La forma del corpo del bardo è quella della rinascita successiva, il
corpo non subisce l'ostacolo della materia, nulla lo può respingere, è
indistruttibile ed ha molti poteri psichici posseduti karmicamente, come
la capacità di volare o di fare qualunque cosa pensa.
La durata dell'esistenza di ogni corpo del bardo è di sette giorni, dopo
tale tempo quell'essere intermedio muore, riprendendo un corpo simile
ancora per sette giorni, oppure trova un corpo fisico. Questo processo
può avvenire al massimo per sette volte, l'esistenza massima nel bardo
è di quarantanove giorni.
Se si nasce nel reame senza forma non si passa attraverso il bardo.
La coscienza lascia il corpo fisico in accordo con il reame di rinascita
karmicamente determinato dell'essere:
reame infernale: dall'ano
reame dei preta: dalla bocca
reame animale: dall'organo sessuale
reame umano: dagli occhi
reame dei deva dei sensi: dall'ombelico
Spiriti negativi e demoni: dal naso.
reame della forma: dal ciakra della fronte
reame senza forma: dal ciakra superiore del capo
terra pura: dal ciakra superiore del capo.
Poi l'essere entra nello stadio intermedio. La coscienza lascia il corpo,
come abbiamo spiegato sopra, in accordo a dove la persona rinascerà,
dalla cima del capo, dall'ano e così via.
Il calore lascia il corpo in due modi diversi, o dalla testa scende al
cuore, se la persona ha coltivato la non virtù, oppure dai piedi verso il
112
MORTE E RINASCITA
cuore se la persona ha creato molto merito. Le persone hanno visioni
differenti mentre entrano nello stato intermedio in accordo con la
futura rinascita che prenderanno.
La causa principale della mente dell'essere dello stato intermedio è la
mente molto sottile della persona, che funge anche da causa
cooperante del corpo dell'essere dello stato intermedio. La causa
principale del corpo dell'essere dello stato intermedio è il vento che
sostiene la mente molto sottile; questo vento funge anche da causa
cooperante della mente dell'essere dello stato intermedio.
Quando la persona entra nello stato intermedio, le visioni che
avvengono durante il processo della morte si ripetono, ma in ordine
inverso: nera, rossa e bianca, poi sorgono le ottanta superstizioni.
Il corpo dello stato intermedio è indistruttibile, come un vajra, come
un diamante. Non ha ostacoli, nulla può opporgli resistenza. Ha anche
dei poteri psichici determinati karmicamente. Può istantaneamente
arrivare ovunque pensa di essere. Tuttavia patisce anche molta
sofferenza, per esempio la sensazione di essere sepolto sotto terra e
di essere schiacciato da enormi montagne. Ha anche delle visioni
illusorie, ma non realizza che sono proiettate dalla sua stessa mente,
ne rimane molto spaventato. Si sente come se fosse spinto qua e là,
incontrollabilmente, di luogo in luogo da un forte vento rosso o da
una violenta tempesta, o impigliato in un fuoco turbolento, o si sente
affogare in un oceano con enormi onde paurose. Può vedere yama creati
karmicamente, mostri con corpi terrificanti e teste spaventose di
animali: leoni, pecore, scorpioni ecc., che lo inseguono, gridando,
cercando di picchiarlo e distruggerlo. Ha molte spaventose esperienze
come queste. Non c'è un momento di relax nello stato intermedio, ci
sono molta paura e sofferenza.
Se l'essere dello stato intermedio potesse riconoscere il corpo della
sua vita precedente sarebbe in grado di rientrarci, ma non può. Una
volta che la coscienza è uscita dimentica completamente la sua vita
passata.
La vita di ogni corpo dello stato intermedio è di sette giorni. A volte
può trovare rinascita prima della fine dei primi sette giorni, in tal caso
muore e ripercorre di nuovo il processo dell'evoluzione della morte,
molto velocemente, e si ritrova nel corpo della vita successiva. Se
questo non avviene, dopo sette giorni il corpo dello stato intermedio
muore e ne viene preso un altro di tipo simile. Questo processo può
avvenire fino a un massimo di sette volte, lo stato intermedio non può
durare più di quarantanove giorni. Pertanto i tibetani compiono la puja
per il deceduto ogni sette giorni dopo la morte per sette settimane,
l'ultima nel quarantanovesimo giorno.
Descrivendo di nuovo il processo della morte, possiamo dire che
quando moriamo è simile al cadere addormentati; quando si sogna è
simile all'essere nello stato intermedio e al risveglio da un sogno è
come rinascere.
Tutto a un tratto, come al risveglio improvviso da un sogno, trovarsi
rinati in un incredibile, terrificante luogo. L'intero terreno è di ferro
incandescente e su quella base molte case roventi senza porte o
finestre, solo solidi muri fatti di ferro rovente, in cui soffriamo senza
scampo, oppure case incandescenti doppie [in cui la sola via di fuga da
una è nell'altra]. Tali case non sono state edificate per noi da
nessuno, si tratta di creazioni karmiche, create dal nostro karma;
113
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
dobbiamo soffrire in esse per eoni. Anche se riusciamo a fuggire da una
casa per via di uno specifico karma che si sta esaurendo
automaticamente ci troviamo in un'altra casa di ferro incandescente
creata karmicamente.
Nei reami infernali inoltre i corpi creati karmicamente dagli esseri
senzienti sofferenti sono enormi, come se fossero fatti specialmente
per soffrire. i corpi sono grandi e la pelle estremamente sottile, non
come la pelle spessa dei nostri talloni, per esempio. E' come la prima
pelle nuova che cresce per coprire una ferita; è sottilissima. Oltre a
questo, per quanto si possa soffrire, non si muore facilmente. Nel
reame umano è facile morire – per una iniezione, per la puntura di una
spina, per molte piccole cose. Nei reami infernali non è così. Per
quanto la sofferenza sia grande e prolungata, poiché è creata
karmicamente, gli esseri senzienti non muoiono.
Ho udito che una volta, in Occidente, un uomo fu messo in una bara e
portato al cimitero, ma prima di poterlo sotterrare furono uditi dei
rumori provenire dall'interno della bara, allora la aprirono e
trovarono che era vivo. Studiarono il caso ma non riuscirono a
determinare come fosse accaduto; egli era stato certificato come morto
in quanto il respiro si era fermato e così via, ma era ancora vivo.
Domanda: Tutta l'evoluzione del bardo è determinata karmicamente?
Rinpoce: Sì, come ho spiegato.
Domanda: Cosa accade alla persona che muore velocemente, come in un
incidente automobilistico, e non ha il tempo di percorrere il processo
normale?
Rinpoce: La coscienza esce direttamente. Dipende dai casi individuali,
come da quanto la persona sia gravemente ferita. È possibile che la
coscienza esca direttamente.
Domanda: C'è più sofferenza per la persona se la coscienza deve uscire
velocemente?
Rinpoce: Non si può essere certi, ma è assai probabile che la persona
rinascerà nei reami inferiori. Dipende comunque dall'individuo. Se la
persona che muore ha controllo, è pressoché impossibile che rinasca
nei reami inferiori, anche con una morte improvvisa.
Domanda: Qual è miglior modo di dormire se si vuole addestrare la
mente?
Rinpoce: Molte cose si possono fare quando si va a letto. Una cosa
consiste nel percorrere l'evoluzione del processo della morte. Poi,
una volta arrivati alla visione della chiara luce, meditate come come
fate quando praticate la meditazione di guru Buddha Shakyamuni: la
visione della chiara luce, la santa mente di guru Buddha Shakyamuni e
la vostra mente, tutte e tre sono una. Cercate di addormentarvi con
questa concentrazione. Praticare così prepara anche la mente per la
pratica successiva di metodi tantrici più elevati. È ottima anche perché
serve a ricordare la morte e, ovviamente, permette di addestrare la
mente cosicché quando sarete nell'effettivo processo della morte
sarete familiari con la sua evoluzione. Svolgendo bene questa pratica
sarete in grado anche di meditare nei vostri sogni con concentrazione
continua.
Quando vi sdraiate per dormire, sdraiatevi sul fianco destro, come fece
guru Buddha Shakyamuni quando passò nel parinirvana. La mano destra
accoglie la testa e il dito anulare chiude la narice destra. Il braccio
sinistro poggia lungo il fianco sinistro e le gambe sono completamente
114
MORTE E RINASCITA
distese. Dormire in questo modo arreca molti benefici. Pensate “Quando
guru Buddha Shakyamuni è trapassato in questo modo ha mostrato la
natura dell'impermanenza e della sofferenza. Ricordando questo
seguirò i suoi insegnamenti.” Chiudere la narice destra serve per
fermare il vento mediante cui si muove l'afflizione dell'attaccamento.
È ottimo anche visualizzare se stessi nella forma di guru Buddha
Shakyamuni. Prima sedete in meditazione, visualizzandolo di fronte a
voi, che vi purifica; poi si assorbe in voi e diventate una cosa sola nella
forma, quindi coricatevi. Poi andate attraverso l'evoluzione del
processo della morte e così via come sopra. Al risveglio ricordate la
meditazione che avete fatto alla sera, la vostra mente come una cosa
sola con la santa mente di guru Buddha Shakyamuni e voi stessi nella
forma di guru Buddha Shakyamuni e poi alzatevi. Questo è molto
efficace ed è una buona preparazione per la pratica successiva dei
metodi tantrici superiori.
Conclusione
Sono disponibili molti ospedali e mezzi chimici per impedire la morte,
tuttavia pazienti e dottori comunque muoiono senza controllo. Dato
che il pensiero scientifico sostiene l'idea dell'assenza di vita dopo la
morte, non sarebbe meglio scegliere la morte, piuttosto che questa vita
complicata con tutte le sue numerose difficoltà, tanto impegno nel
cercare di risolvere i problemi quotidiani e le sue preoccupazioni per
la morte – una vita senza soddisfazione o risposte a questi problemi?
Secondo questa visione, questi problemi dopo la morte non esistono e
tale credenza rende lo sviluppo dei metodi esterni privo di significato.
Il pensiero limitato dalla conoscenza tecnica limita il potere della
mente di comprendere l'effettiva, vera natura dell'evoluzione della
mente. Se le menti scientifiche fossero veramente scientifiche – dotate
di una comprensione completa e pienamente affidabili – allora perché
gli scienziati non sono in grado di spiegare chiaramente e con logica le
ragioni per l'evoluzione della Terra? Perché ci sono esseri viventi
sulla Terra? Cosa ha causato la degenerazione della mente?
Con la loro grande conoscenza di fisica, medicina e psicologia, gli
scienziati osservano tutti i fenomeni in termini dei loro aspetti esterni
materiali, piuttosto che della loro intima natura. Con questa
conoscenza limitata non hanno alcun modo di vedere lo sviluppo della
perfetta felicità interiore senza essere materialisti o avidi. La
bramosia rimpiazza la conoscenza e questa conoscenza limitata è la
qualità o funzione dell'ignoranza.
C'è qualche scienziato o psicologo che può provare la sua idea
'scientifica' sulla morte? Essi possono vedere l'evoluzione della mente
o vedere pienamente ogni esistenza? Esaminate queste domande – le
pratiche di meditazione sono la migliore ricerca: il metodo migliore, il
più veloce e logico, per ottenere una piena conoscenza della scienza ad
ogni livello.
Senza l'esperienza che provi la loro comprensione scientifica della
morte e dell'inizio della vita, come possono provare che non esistono
le vite passate e future? Questa conoscenza scientifica è esattamente
come la mente limitata che vede solo oggi, dimenticando ieri e senza
percepire il domani.
Colophon:
115
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Lama Zopa Rinpoce ha trasmesso questo autocommentario alla sezione relativa
all'impermanenza e morte di The Wish-Fulfilling Golden Sun nel sesto corso
tenuto a Kopan nell'aprile 1974. Le sezioni in caratteri punto 11 sono tratte
dal testo radice; le sezioni in corsivo sono soggetti per la meditazione analitica
in prima persona. Il resto è il commentario di Rinpoce, edito dal Lama Yeshe
Wisdom Archive per il programma Discovering Buddhism della FPMT.
La traduzione italiana e una leggera revisione, sulla base del testo
Heart Advice for Death and Dying, di LZR, FPMT Education Publications,
sono di G. Aurora Maggio, per l'ILTK di Pomaia, luglio 2010.
116
MORTE E RINASCITA
117
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
LA MORTE E E IL PERCORSO
Ghesce Ngawang Dhargye
La tradizione della meditazione sulla morte insegnata qui ha origine da
Buddha Shakyamuni ed è stata praticata da famosi meditatori come
Shantideva, i primi ghesce Kadampa, Gampopa il discepolo di Milarepa, lo
yogi incomparabile Lama Je Tzong Khapa, i Dalai Lama e molti altri
rinomati maestri. Infine è stata trasmessa da Pabongka Rinpoce, uno dei
maggiori maestri vissuti all'inizio di questo secolo [il 20°]. Pabongka la
trasmise a Kyabje Trijang Dorje Chang, il Tutore Junior di Sua Santità
il Dalai Lama. È stato da questo guru perfetto, Kyabje Trijang Dorje
Chang, che l'ho udita.
Io mi sono formato sotto la guida di una ventina di guru, ognuno dei
quali era senza dubbio un Buddha pienamente illuminato; tuttavia, dal
punto di vista della mia personale disposizione karmica, il più gentile
tra tutti loro è stato Kyabje Trijang Dorje Chang. L'eccellenza di
questo maestro non può essere descritta. Il suo modo di insegnare e i
sottili mezzi abili da lui adottati per generare una vera esperienza del
Dharma nel discepolo sono così profondi che è pressoché impossibile,
anche per il più ottuso degli ascoltatori, non restarne influenzato.
È proprio molto triste che questo essere pienamente realizzato assuma
ora la forma di un anziano che può insegnare solo raramente5. Il solo
stare seduti in sua presenza conferisce controllo sulla propria mente.
Oltre ad aver cura dei suoi discepoli a livello spirituale, egli non
trascurava il livello fisico. Molte volte, nel corso del mio
addestramento, sono stato senza cibo giorno dopo giorno, con i vestiti
divenuti cenci sbrindellati, ed era Kyabje Trijang Dorje Chang che mi
salvava.
Accade che molte persone studiano e parlano del Dharma, ma non lo
praticano mai realmente. Il loro Dharma consiste solo nelle parole.
Questo perché non hanno trascorso abbastanza tempo meditando sulla
morte.
Gli svantaggi di non meditare sulla morte
Gli svantaggi dovuti al non meditare sulla morte sono innumerevoli,
ma possono essere riassunti nei seguenti sei punti:
1) Se non si medita sulla morte non si sarà consapevoli della
propria pratica di Dharma. Tutto il tempo andrà perso a
perseguire scopi mondani. Uno dei primi ghesce Kadampa disse: “Se
non si medita sulla morte al mattino quando ci si sveglia, l'intera
mattinata sarà sprecata, se non si medita sulla morte a
mezzogiorno l'intero pomeriggio sarà sprecato e se non si medita
sulla morte alla sera l'intera notte sarà sprecata.” In questo
modo la maggior parte delle persone sprecano tutta la loro vita.
2) Benché si possano compiere delle pratiche di Dharma, la pratica
principale sarà la procrastinazione. Molti tibetani dicono ai loro
5
Kyabje Rinpoce è morto nel 1981.
118
MORTE E RINASCITA
guru di voler andare presto in ritiro ma, non avendo meditato a
sufficienza sulla morte, rinviano anno dopo anno e muoiono prima
di riuscire a farlo.
3) La propria pratica diventerà impura. Sarà mescolata alle
ambizioni mondane, come gli 'otto dharma mondani'. Molti
praticanti si prefiggono più di diventare eruditi o celebrità,
piuttosto che di ottenere realizzazioni spirituali. Una volta
chiesero a Jowo-je (Atisha): “Se qualcuno desidera solo la
felicità di questa vita, cosa guadagnerà?” Jowo-je rispose “Solo
ciò che ha desiderato!”; il discepolo chiede: “Cosa otterrà nelle
vite future?” e la risposta fu: “La rinascita nei reami degli
inferni, degli spiriti famelici o degli animali”. Si dice che, per
poter
praticare
perfettamente,
questa
vita
dev'essere
abbandonata. Cosa significa? Non che si devono abbandonare
l'attuale stile di vita, la casa, i possedimenti o la posizione, ma
che si devono abbandonare gli otto dharma mondani: desiderare di
sperimentare ricchezza, fama, lodi o felicità e di evitare la
povertà, la cattiva fama, le critiche e i disagi.
Distinguere un vero praticante spirituale da un non praticante è
semplice. Un praticante è qualcuno che ha abbandonato gli otto dharma
mondani, mentre un non praticante è qualcuno che subisce il loro
controllo. Ghesce Potowa una volta chiese a Lama Dromtömpa: “Qual è
il confine tra il Dharma e il non Dharma?” Lama Drom rispose “Ciò che
contraddice le credenze delle persone samsariche è Dharma, ciò che
non lo fa non è Dharma.”
4) La pratica sarà priva di vigore. Sebbene intraprendiate una
pratica, al primo ostacolo l'abbandonerete.
Fuori della grotta del Ghesce Kadampa Karag Gomchung cresceva un
piccolo cespuglio spinoso. Ogni volta che entrava o usciva le sue spine
gli graffiavano le carni ma quel cespuglio rimase lì fino alla sua
morte perché questo grande meditatore praticava con tale intensità
che non volle mai sprecare i pochi momenti necessari per tagliarlo.
Ghesce Karag Gomchung ha realizzato i frutti del meditare sulla
morte.
5) Si continuerà a creare karma negativo. Senza la continua
consapevolezza della morte persisterà l'attaccamento a questa
vita. Amici e parenti saranno considerati come maggiormente degni
di amore degli sconosciuti e degli esseri che vi arrecano disagio.
Lo squilibrio emozionale fa sorgere una serie infinita di
distorsioni mentali, che a loro volta risultano nella generazione
di infiniti karma negativi. In questo modo si perde la felicità di
questa vita nonché quella di tutte le vite future.
6) Si morirà in uno stato di rimpianto. È certo che la morte arriverà.
Senza vivere nella consapevolezza di essa, arriverà di sorpresa.
In quel momento cruciale realizzerete che tutte le attitudini
orientate in senso materialistico che avete coltivato per tutta la
vita non hanno alcun valore e che, similmente, la ricchezza, la
famiglia e il potere sono inutili. Al momento della morte non ha
valore null'altro che la realizzazione spirituale ma, avendo
trascurato la pratica della consapevolezza della morte, avete
119
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
trascurato la pratica del Dharma e ora rimanete a mani vuote, il
rincrescimento riempie la vostra mente. Shantideva, nella sua
Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva scrive:
Una volta afferrato dagli agenti della morte,
che valore hanno gli amici,
che valore hanno i parenti? In quel momento la sola protezione
è la forza della bontà,
ma di questo non mi sono mai occupato.
Ghesce Kadampa Kamaba una volta rimarcò che dovremmo aver paura
della morte ora, mentre c'è ancora tempo per agire, ed essere impavidi
al momento della morte. Gli esseri mondani si comportano all'opposto.
Quando sono forti e in salute non hanno mai un pensiero per la morte,
ma quando la morte arriva si battono il petto terrorizzati. La maggior
parte dei praticanti non inizia mai a praticare realmente, ma
procrastina giorno dopo giorno. Poi, mentre giacciono nel letto di
morte, pregano per solo pochi giorni ancora di vita, ma è troppo tardi:
ora sono nelle fauci del Signore della Morte e il tempo per praticare è
solo un ricordo – come un pezzo di carne che tenevamo in mano ma non
abbiamo mangiamo, che ci è sfuggito, ed ora è nella pancia di un cane e
non può essere ripreso. Sebbene il rammarico sia insensato, il
rammarico sorge.
I vantaggi di meditare sulla morte
Anche i vantaggi di meditare sulla morte sono innumerevoli, ma di
nuovo possiamo sintetizzarli sotto sei punti.
1. La vita si arricchisce di uno scopo. Nel Sutra del Trapasso del
Buddha (Mahaparinirvana Sutra) è detto: “Tra tutte le impronte,
quella dell'elefante è la più grande; tra tutte le meditazioni di
consapevolezza, quella sulla morte è suprema”. Se si pratica
correttamente la meditazione sulla morte, la mente desidererà
cercare una comprensione più profonda della vita. Si può vedere
questo nelle biografie dei santi. Buddha stesso fu distolto
dall'attrazione per l'esistenza mondana dopo aver visto prima un
uomo malato, poi un vecchio e infine un cadavere. Lo yogi Milarepa
fu ispirato a rinunciare alla magia nera e a cercare un sentiero
più significativo dall'assistere alla reazione del suo maestro di
magia alla morte di un protettore.
2. La consapevolezza della morte è un antidoto estremamente
potente alle afflizioni. L'antidoto più forte alle afflizioni è la
realizzazione della vacuità, ma la consapevolezza della morte la
segue da vicino. Se ci si ricorda della morte ogni volta che
l'attaccamento
o
l'avversione
sorgono
nella
mente,
quell'afflizione è immediatamente distrutta, così come il colpo di
un martello di ferro frantuma una pietra. Gli yogi e i mahasiddha
dell'antica India mangiavano il loro cibo in ciotole ricavate da
calotte craniche umane e suonavano delle trombe fatte con
femori umani. Similmente, i monaci ponevano teschi umani sulla
porta delle loro toilet. Questo non aveva lo scopo di spaventare
le persone ma di mantenere la consapevolezza della morte. Anche
120
MORTE E RINASCITA
oggigiorno, nei pressi dell'entrata principale della maggior parte
dei templi, c'è appeso un dipinto del Signore della Morte che tiene
l'intera esistenza condizionata nella bocca; non come decorazione
ma per ispirare il pensiero della morte nei visitatori. Nella
pratica tantrica visualizziamo i cimiteri pieni di cadaveri e così via
attorno al mandala mistico.
3. La meditazione sulla morte è importante all'inizio della pratica
perché ispira a praticare e a praticare bene.
4. La meditazione sulla morte è importante nel mezzo della pratica
perché ispira a esercitarsi intensamente e con purezza.
5. La meditazione sulla morte è importante alla fine della pratica
perché causa il perfezionamento e completamento della pratica.
Alcune persone, appena avuti i primi approcci col Dharma,
sviluppano molto facilmente un senso di rinuncia ed entrano in
ritiro, ma dopo alcuni mesi il loro entusiasmo è svanito e bramano
di tornare a casa. Tuttavia si sento costretti a restare e
completare il ritiro come previsto perché temono di cadere nel
ridicolo se interrompono la loro pratica. Essi finiscono per
maledire la loro rinuncia, considerando che sia stata per loro
nient'altro che una fonte di fastidi.
6. La morte avverrà felicemente e senza rincrescimenti. Mantenendo
la consapevolezza della morte durante la vita si sarà
spontaneamente inclini verso la virtù e la pratica del Dharma. La
morte non arriverà come una sorpresa e non porterà né paura né
rincrescimento. È detto che i migliori praticanti muoiono in uno
stato di beatitudine, i praticanti mediocri muoiono felicemente ed
anche un praticante scarso non avrà né rincrescimento né
spavento al momento della morte. Dovremmo mirare, tra questi, ad
essere per lo meno come il praticante inferiore. Milarepa
dichiarò: “Terrorizzato dalla morte, sono fuggito sulle
montagne, dove ho realizzato la natura ultima della mente. Ora
non sono più spaventato.” Se pratichiamo intensamente come fece
Milarepa, non c'è motivo per cui non dovremmo ottenere un uguale
livello di realizzazione. Abbiamo lo stesso tipo di corpo e di
capacità mentale che ebbe lui, e i vari metodi che ha applicato
sono giunti a noi in un puro flusso ininterrotto tramite i vari
guru del lignaggio. In un certo senso la nostra opportunità di
diventare illuminati è persino maggiore della sua, poiché abbiamo
a disposizione molte trasmissioni orali di cui Milarepa non
disponeva.
Dunque questi sono gli svantaggi del non meditare sulla morte e i
vantaggi di meditare.
Come meditare sulla morte
Come si dovrebbe meditare sulla morte? I modi principali sono due.
A. Il primo modo consiste nella meditazione sulla morte in nove parti
(le tre radici, le nove ragioni e le tre determinazioni).
121
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Questo metodo è insegnato nei Sutra e si trova sia nel Gioiello
Ornamento della Liberazione di Gampopa che nella Grande Esposizione
degli Stadi del Sentiero di Lama Tzong Khapa.
B. Il secondo è una tecnica in cui si visualizza se stessi mentre si
attraversa il processo della morte. Questo è un metodo tantrico e si
trova in ogni sistema di Tantra dello Yoga Supremo nella fase della
meditazione del mandala conosciuta come prendere i tre kaya come
sentiero.
A. La meditazione sulla morte in nove parti
Le tre radici su cui meditare sono:
1. l'inevitabilità della morte
2. l'incertezza del momento della morte
3. al momento della morte nulla, a parte la propria realizzazione
spirituale, ha valore.
Le nove ragioni e le tre determinazioni sono equamente divise tra
queste tre radici nel modo seguente:
1. L'inevitabilità della morte
Anche se la morte ha in progetto di colpirci, la maggior parte delle
persone vive fingendo che non esiste. Non è difficile provare
logicamente che ogni singola persona morirà. Prendendo se stessi come
esempio, certamente si morirà, poiché la morte è inevitabile. Come
sappiamo che è inevitabile? Meditando su queste tre ragioni:
(a) Sinora la morte è arrivata per tutti gli umani. Senza menzionare
gli esseri ordinari, anche i grandi esseri realizzati, come gli arhat, i
bodhisattva e i buddha, sono morti. Dunque perché dovremmo aspettarci
di sopravvivere? Buddha Shakyamuni stesso è morto, dimostrando così
l'impermanenza ai suoi discepoli. Chi conoscete che sia anche solo
centenario? In base a questi fatti è difficile credere che solo noi
saremmo immortali.
(b) Giorno dopo giorno la vita decresce, non c'è possibilità di
accrescerla. La lunghezza della vita umana può essere paragonata a un
laghetto, a cui è stato interrotto l'afflusso d'acqua: momento per
momento la sua acqua diminuisce; oppure è simile a un monaco che
possiede solo 1000 rupie e nient'altro come entrata: se spende dieci
rupie al giorno alla fine sarà al verde. Shantideva scrisse: “Senza
fermarsi, giorno e notte, la vita scorre via e non diventa mai più lunga.
Perché la morte non dovrebbe venire da me?” La lunghezza della
nostra vita è andata decrescendo dal momento del concepimento.
Quando 100 pecore sono portate al macello per essere uccise in serata,
l'uccisione di ciascuna rende più vicina la morte dell'ultima pecora. È
lo stesso per la durata della nostra vita: mentre i minuti si consumano
le ore passano, come le ore si consumano trascorrono i giorni, come i
giorni si consumano trascorrono i mesi e una volta consumati i mesi gli
anni passano. Con il consumarsi dei nostri anni la morte si avvicina
rapidamente.
(c). Nel corso della vita troviamo poco tempo per praticare il Dharma.
La nostra vita può probabilmente essere ripartita come segue: venti
anni trascorrono dormendo, venti anni lavorando, dieci anni giocando,
cinque anni mangiando e così via. Forse impieghiamo quattro o cinque
122
MORTE E RINASCITA
anni nella pratica. Queste sono le parti che compongono il fenomeno
composto che è la vita di una persona media. Come ha indicato Buddha,
ogni cosa che è composta è destinata a disintegrarsi; ciò che è un
insieme di parti esiste in dipendenza da quelle parti, che prima o poi si
devono disintegrare.
Se si medita intensamente su questa prima radice e le sue tre ragioni si
può, in capo a sette giorni, realizzare l'inevitabilità della morte. Da
questa realizzazione sorgerà la prima delle tre determinazioni: la
determinazione di praticare il Dharma.
2. L'incertezza del momento della morte
Questa seconda radice è più difficile da realizzare pienamente. Molte
persone vivono con la comprensione che alla fine devono morire, ma
poche credono veramente che potrebbero essere morte tra un minuto.
Per generare questa consapevolezza, meditate sulle tre ragioni
seguenti:
(a) La lunghezza della vita degli umani su questo pianeta non è fissa.
Migliaia di anni fa la lunghezza della vita era misurata in secoli; ora è
inferiore ai cento anni; in seguito durerà solo una decade. La vita
umana è instabile in particolare in questa fase degenerata dell'eone.
Si può pensare che si ha molto tempo da vivere perché si è ancora
giovani, ma guardate le persone più anziane che portano i loro figli
morti al cimitero. Si può pensare che si vivrà a lungo perché si ha
abbastanza ricchezza per comprare buon cibo e medicine, ma guardate i
mendicanti vecchi e i milionari che muoiono giovani. Si può pensare di
vivere a lungo perché si è in buona salute, ma anche questo non è un
pensiero fondato, infatti molte persone muoiono pur essendo sane
mentre altre malate continuano a vivere, anno dopo anno.
(b) Molte forze contrastano la vita e poche la sostengono. Gli spiriti
malvagi che possono porre fine a una vita umana sono più di 80.000; le
424 malattie aleggiano intorno a noi come nebbia. Questi spiriti e
malattie ci aspettano come un gatto fuori della tana di un topo. Per di
più, i quattro elementi che costituiscono la base fisica del nostro
essere – terra, acqua, fuoco e aria – sono simili a quattro serpenti in
un solo contenitore, il più forte cerca continuamente di sopraffare il
più debole. Quando questi elementi sono in armonia, godiamo di buona
salute, ma quando diventano squilibrati la nostra vita è in pericolo.
Oltretutto, quello che usiamo per sostenere la vita può facilmente
diventare una causa di morte: le case crollano, uccidendo gli abitanti;
il cibo può diventare un veleno; le medicine usate impropriamente
possono causare la morte, i vari mezzi di trasporto, pensati per aiutare
l'esistenza umana, spesso arrecano la morte. Nella sua Preziosa
Ghirlanda, Nagarjuna scrisse: “O re, la vita è come una lampada al
burro in una tempesta di vento”. Sia che la lampada sia piena, a metà o
quasi vuota ha poca importanza, essa può estinguersi in qualsiasi
momento. Similmente, l'età non è un'indicazione di quanto si sia vicini
alla morte.
(c) Il corpo umano è estremamente fragile. Possiamo dire: “Certo, ci
sono molte cose che ostacolano alla vita, ma io sono abbastanza forte
per resistere a tutte”, ma si tratta solo di voler credere quello che si
desidera. Il corpo umano è distrutto così facilmente come una goccia di
rugiada è scossa va dalla punta di un filo d'erba. Come disse Nagarjuna
nella sua Lettera a un Amico: “Se l'intero mondo sarà distrutto alla
123
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
fine di questo eone, cosa dire dei corpi degli umani?” Kunga Rinpoce
una volta disse: “Se pensate che prima finirete le vostre attività
mondane e poi praticherete il Dharma, tenete in mente che la morte di
oggi può venire prima della pratica di domani”.
Meditando con diligenza su questa seconda radice e sulle sue tre
ragioni, sorgerà la seconda delle tre determinazioni: praticare il
Dharma immediatamente.
3. Al momento della morte nulla, tranne la propria realizzazione
spirituale, ha valore.
Per ottenere convinzione su questa terza radice, meditate le seguenti
tre ragioni:
(a) Ricchezza, possedimenti, fama o potere sociale non hanno valore. Al
momento della vostra morte potete avere centinaia di lingotti d'oro in
casa, ma neppure uno sarà di beneficio. Un mendicante deve lasciare
perfino il suo bastone. Un re può avere milioni di sudditi e un migliaio
di regine ma nessuno sarà in grado di accompagnarlo nella vita
successiva. Come disse Buddha: “Anche se si può avere abbastanza cibo
e abiti per la durata di cento anni, quando si muore si prosegue soli,
nudi e senza cibo”.
(b) La famiglia, gli amici e i parenti non hanno valore. Si nasce soli e si
deve morire soli. Quando si sta morendo, tutti i propri cari possono
stringersi intorno al vostro corpo cercando di impedire alla morte di
portarvi via, ma sarà inutile; neppure uno solo vi accompagnerà. Il
mahasiddha Maitripa disse: “Amico mio, morire è come passare da solo
attraverso una valle pericolosa piena di predoni. Nessuno, tra le tue
regine, figlie, figli o sudditi, verrà con te. Perciò preparati bene”.
Nella sua Guida allo Stile di Vita di un Bodhisattva, Shantideva
scrisse: “Lasciando tutto, devo partire da solo. Ahimè, non conoscendo
questo ho commesso tutti i tipi di negatività per il fine della famiglia e
degli amici, ma chi tra loro mi aiuterà di fronte al Signore della
Morte?”
(c) Neppure il proprio corpo avrà valore. Pur avendo avuto il vostro
corpo dal momento in cui avete lasciato l'utero di vostra madre, lo
avete vestito e protetto dalla sofferenza del caldo e del freddo e
nutrito per risparmiargli i morsi della fame, alla morte dovrete
abbandonarlo. Il flusso della coscienza se ne va solo.
Meditando intensamente su questa terza radice e sulle sue tre ragioni,
sorgerà la terza delle tre determinazioni: praticare il Dharma
puramente, senza mescolarlo con tendenze materialistiche.
Shantideva scrisse: “Al momento della morte solo la bontà ha valore,
ma di questo non mi sono mai occupato!”. Se sapete che vi state
muovendo in un paese in cui la sola valuta valida è l'oro, sarebbe
saggio convertire tutta la vecchia valuta mentre se ne ha ancora
l'opportunità. Al momento della morte la sola valuta valida è la
realizzazione spirituale, quindi dovreste praticare il Dharma
intensamente per ottenere quella valuta mentre ancora avete la
possibilità.
Come si conduce esattamente questa meditazione in nove parti?
Sedete nella posizione corretta, iniziando con lo scorrere
mentalmente i sei svantaggi del non ricordare la morte e i sei vantaggi
124
MORTE E RINASCITA
del ricordarla. Dopo aver trascorso cinque-dieci minuti su questo, date
uno sguardo ad ognuna delle tre radici con le rispettive ragioni e
determinazioni. Poi tornate con la mente indietro alla prima ragione
della prima radice e rimaneteci per venti-trenta minuti, entrando nella
stabilizzazione meditativa su questo punto. Il primo giorno la
stabilizzazione meditativa avrà come oggetto la prima delle nove
ragioni, il secondo giorno la seconda e così via, procedendo
gradualmente attraverso l'intera meditazione.
Per concludere ogni sessione, scorrete i punti rimanenti,
soffermandovi per breve tempo sulle tre determinazioni e al termine
recitate una breve preghiera di dedica come la seguente:
Per il potere di questa pratica,
possa velocemente ottenere la buddhità perfetta,
e così possa ogni essere senziente
arrivare a realizzare la felicità della saggezza eterna.
B. Visualizzare se stessi mentre si attraversa il processo della
morte.
I metodi per praticare questa tecnica possono essere sia essoterici che
esoterici.
Il metodo essoterico
Visualizzatevi sdraiati sul vostro letto, morenti. I vostri genitori e
amici vi circondano, lamentandosi. La luce del vostro volto è svanita e
le narici hanno perso vigore. Le labbra seccano e della bava fangosa
inizia a formarsi sui vostri denti. Tutta la grazia è svanita dalle vostre
forme e il corpo appare piuttosto brutto. Il calore del corpo scema, il
respiro diventa pesante e l'epirazione è più lunga dell'inspirazione. Si
ricorda tutto il karma negativo creato durante la vita e si è colmi di
rincrescimento. Si cerca aiuto da tutte le parti ma non c'è nulla da
trovare. Pensate questo in modo tanto più convincente possibile e
osservate come vi sentite. Sorgono l'attaccamento o la paura?
Meditando in questo modo si può scoprire quali afflizioni vi
disturberanno alla morte e lavorare per abbandonarle anche da oggi
stesso.
Il metodo esoterico
La tecnica di meditazione esoterica sul processo della morte è molto
più complessa. Per compierla completa di tutti i dettagli è necessaria
l'iniziazione tantrica. Questo metodo è svolto in tutti i sistemi di
Tantra dello Yoga Supremo nella fase conosciuta come prendere i tre
kaya come sentiero. Solo una parte limitata dell'insegnamento può
essere impartita apertamente; la spiegazione relativa al mandala, alle
cinque famiglie di buddha e alla chiara luce devono essere omesse.
Questa meditazione riguarda la dissoluzione delle venticinque
sostanze grossolane, un soggetto importante nella pratica tantrica.
Quali sono le venticinque sostanze grossolane?
1. cinque costituenti psicofisici (skandha): forma, sensazione,
discriminazione, fattori compositivi e coscienza.
2. Le cinque saggezze di base: la saggezza simile allo specchio, la
saggezza dell'uguaglianza, la saggezza dell'investigazione
individuale, la saggezza che compie le attività e la saggezza della
natura dei fenomeni. Queste saggezze sono chiamate 'imperfette' o
'di base' perché sono menzionate in riferimento a qualcuno che
125
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
non ha ottenuto la buddhità.
3. I quattro elementi: terra, acqua, fuoco e vento.
4. Le sei sorgenti: le facoltà sensoriali dell'occhio, dell'orecchio,
del naso, del corpo e della mente
5. : I cinque oggetti: colori e configurazioni, suoni, odori, sapori e
oggetti tangibili.
Quando la morte arriva naturalmente giunge come un processo di
disintegrazione graduale. La prima fase di questo processo è la
disintegrazione simultanea di (i) il costituente psicofisico della forma,
(ii) la saggezza imperfetta simile allo specchio, (iii) l'elemento terra,
(iv) la facoltà visiva e (v) colori e configurazioni. Un segno esterno si
manifesta come risultato della disintegrazione di ognuno di questi
cinque , rispettivamente come segue:
(i) il corpo avvizzisce e perde vitalità. (ii) gli occhi diventano oscurati,
(iii) non si riesce più a muovere gli arti, (iv) cessa il battito delle
palpebre e (v) la luminosità del corpo svanisce. Questi segni sono
esterni e pertanto possono essere notati dagli altri. Con la
disintegrazione di questi cinque fattori la persona morente sperimenta
un segno interno, che può essere visto solo da quella persona: una
visione simile a un miraggio che riempie tutto lo spazio.
Nella seconda fase ha luogo la disintegrazione di: (i) il costituente
psicofisico
della
sensazione
(ii)
la
saggezza
imperfetta
dell'eguaglianza, (iii) l'elemento acqua, (iv) la facoltà dell'udito (v) i
suoni. Di nuovo c'è un segno esterno che accompagna la disintegrazione
di ognuno dei cinque. I segni esterni sono: (i) si perde la
discriminazione rispetto al fatto che le sensazioni fisiche siano
piacevoli, spiacevoli o indifferenti, (ii) non si è più consci delle
sensazioni che accompagnano la coscienza mentale, (iii) le labbra si
seccano, la traspirazione si ferma e il sangue e lo sperma coagulano,
(iv) i suoni interni ed esterni non possono più essere uditi e (v).anche il
sottile ronzio nelle orecchie cessa. La persona morente sperimenta il
segno interno che è la visione simile a fumo che riempie tutto lo spazio.
La terza fase è la disintegrazione di (i) il costituente psicofisico della
discriminazione o riconoscimento, (ii) la saggezza imperfetta della
discriminazione o investigazione individuale, (iii) l'elemento fuoco, (iv)
la facoltà dell'olfatto e (v) gli odori. I segni esterni sono : (i) non si
riconosce più il proposito di qualunque cosa detta da coloro che ci
circondano, (ii) svanisce la memoria anche dei nomi dei genitori, dei
familiari, degli amici ecc. (iii) il calore del corpo scema e i poteri della
digestione e dell'assimilazione del cibo cessano, (iv) l'espirazione è più
forte mentre l'inspirazione si indebolisce e (v) il potere di riconoscere
gli odori svanisce. La persona morente sperimenta come segno interno
la visione come di faville di fuoco che riempiono lo spazio.
La quarta fase è la disintegrazione di: (i) il costituente psicofisico dei
fattori compositivi, (ii) la saggezza imperfetta del compimento delle
azioni, (iii) l'elemento vento, (iv) la facoltà del gusto, (v) i sapori e (vi)
la facoltà sensoriale tattile e gli oggetti tangibili. I segni esterni
sono: (i) tutte le capacità fisiche vengono meno, (ii) si dimenticano tutti
gli scopi per le attività, (iii) i venti maggiori e minori si dissolvono nel
ciakra del cuore e l'inspirazione e l'espirazione cessano, (iv) la lingua
diventa spessa e corta e la radice diventa bluastra, (v) tutti i poteri
del gusto svaniscono e (vi) non si possono sperimentare la morbidezza
126
MORTE E RINASCITA
o la ruvidità. Il segno interno è una visione di una luce simile a quella
dell'ultimo tremolio di una candela.
A questo punto del processo, un medico dichiarerebbe che la persona è
morta. Tuttavia, dato che la coscienza si trova ancora nel corpo, la
persona è ancora viva.
Nella quinta fase, con la perdita dell'energia vento che lo sostiene,
un residuo dello sperma originale, che proviene dal padre al momento
del concepimento e da allora è stato depositato nel ciakra del capo,
fluisce giù dal canale centrale e arriva al cuore. A causa del suo
passaggio attraverso i nodi dei ciakra è sperimentata una visione di
biancore niveo.
Nella sesta fase, con la perdita dell'energia vento che lo sostiene, un
residuo dell'ovulo originale, che proviene dalla madre al momento del
concepimento e da allora è stato depositato nel ciakra dell'ombelico,
fluisce verso l'alto nel canale centrale e giunge anch'esso al cuore. A
causa del suo passaggio attraverso i nodi dei ciakra è sperimentata una
visione di rossore simile alla luce del tramonto.
Nella settima fase, i residui dello sperma e dell'ovulo si incontrano e
si sperimenta una visione di oscurità, come quando il cielo è
completamente coperto da spesse nubi. Qui la persona ordinaria cade
nell'incoscienza, mentre per un yogi tantrico questa è una condizione
eccellente per la meditazione speciale.
Nell'ottava fase, alla fine il cuore ha un leggero tremito e la
coscienza esce dal corpo. Avviene un'esperienza di chiara luce, come il
sorgere dell'alba in un buio mattino privo di luna. Questa è la chiara
luce della morte, la cui apparenza indica che il processo della morte è
completo. Per la maggioranza degli esseri queste esperienze sono
totalmente incontrollate e terrificanti, ma grazie alla preparazione
fatta nel corso della vita, i praticanti tantrici hanno padronanza su di
esse e le usano a loro vantaggio. Molti lama hanno ottenuto
l'illuminazione proprio in questo momento della morte.
Nel tantra i soggetti principali sono il vento e la coscienza. Entrambi
hanno aspetti grossolani e sottili. Il vento grossolano forma il corpo
di questa vita; la coscienza grossolana fornisce la consapevolezza
sensoriale. Al momento della morte entrambe queste qualità
grossolane si dissolvono nei loro aspetti sottili, che perdurano fino
all'illuminazione.
Il palazzo reale della mente è il cuore. Qui la mente risiede nella
goccia che non si dissolve tra i residui dell'ovulo e dello sperma della
madre e del padre. Questa è la goccia che non si dissolve grossolana; si
dice che non si dissolve perché permane fino alla morte. La goccia che
non si dissolve sottile è la combinazione del vento e della coscienza
sottili; si dice che non si dissolve perché permane fino
all'illuminazione. La meditazione sul processo della morte include la
meditazione su entrambe queste gocce.
L'importanza di meditare sulla morte
La meditazione sull'impermanenza è di suprema importanza. È stato il
primo insegnamento del Buddha quando ha insegnato le quattro nobili
verità nel Parco dei Daini, a Sarnath, ed è stato il suo insegnamento
finale, poiché morì per imprimere l'idea dell'impermanenza nelle menti
dei suoi discepoli.
127
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Buddha una volta disse: “Ogni cosa nei tre mondi è impermanente come
le nuvole d'autunno. La nascita e la morte degli esseri sono come scene
di un dramma. La vita umana è come il balenare di un lampo nel cielo o
come l'acqua di un torrente di montagna.”
Se meditate correttamente sulla morte in accordo con uno dei due
metodi – la meditazione sulla morte in nove parti o la tecnica di
visualizzare se stessi nel corso del processo della morte – non c'è
dubbio che ne trarrete beneficio.
Se un cane si slancia per mordervi, non serve provare meramente
paura, occorre usare la paura che si sente per evitare di essere morso.
Similmente, non ha senso temere meramente la morte, usate la paura
della morte per sviluppare la saggezza che è al di là delle zanne della
morte.
Dovreste cercare di praticare il Dharma, praticarlo proprio ora e
praticarlo puramente. Il Dharma è la mappa che mostra il modo per
realizzare i modi di esistenza convenzionale e ultimo; è il cibo che
nutre i pellegrini, la guida che accompagna attraverso i rischiosi
passaggi della strada verso l'illuminazione.
Trasferimento della coscienza
La pratica ha molti livelli, quello basilare consiste nel mantenere un
buon cuore, un cuore di amore e compassione. Anche se non si riesce a
trovare la forza o il tempo di impegnarsi nelle pratiche di meditazione
superiori o negli studi filosofici, dovreste per lo meno cercare di
mantenere un'attitudine simpatetica verso i propri simili, un'attitudine
che evita sempre di danneggiare e cerca solo di aiutare gli altri. Se
riuscite a fare questo le negatività lentamente vi abbandoneranno. Poi,
al momento della morte, sarete in grado di prendere rifugio nei Tre
Gioielli e di essere fiduciosi di ottenere una buona rinascita. Questo è
il metodo del trasferimento della coscienza (po-wa) per i praticanti di
minime capacità.
I praticanti più ambiziosi cercano di sviluppare la rinuncia, i tre
addestramenti superiori – moralità, concentrazione e saggezza – e
l'attitudine illuminata di bodhicitta, il desiderio di ottenere lo stato di
buddha per beneficare tutti gli esseri senzienti. Quando tali praticanti
hanno acquisito un certo grado di realizzazione di queste qualità
entrano nell'oceano del tantra per realizzare le loro aspirazioni
spirituali più velocemente; solo attraverso la pratica del tantra è
possibile ottenere la buddhità pienamente completa in un breve
periodo, come due o tre anni. Comunque, anche se è possibile ottenere
l'illuminazione così velocemente, non tutti i praticanti possono farlo.
Pertanto, le varie tecniche di trasferimento della coscienza per i
praticanti di motivazione superiore sono state insegnate.
Trasferimento della coscienza alla lettera significa 'migrazione'.
Questo perché l'ultimo pensiero che si ha quando si muore è la forza
che determina la successiva rinascita. Molte persone hanno condotto
vite virtuose ma, per il fatto di aver avuto un pensiero negativo mentre
morivano, sono caduti in un reame inferiore, mentre altri hanno
condotto vite malvagie ma, per il fatto di avere avuto un pensiero
positivo mentre morivano, hanno conseguito una rinascita superiore. Lo
yoga del trasferimento della coscienza trae profitto da questo
fenomeno.
128
MORTE E RINASCITA
Le tecniche esclusive mahayana del trasferimento della coscienza
possono essere divise in due categorie: quelle insegnate nei sutra e
quelle insegnate nei tantra.
Trasferimento della coscienza nei sutra: i cinque poteri
Il metodo del sutra è chiamato applicazione dei cinque poteri, poiché
quando quando si sa che la morte si sta avvicinando si applicano i
poteri dell'intenzione, del seme bianco, della familiarità, della
distruzione e della preghiera.
1. Il potere dell'intenzione. Generate la ferma intenzione di non
permettere che la vostra mente sia separata, durante la morte, lo stato
intermedio o la rinascita, dall'aspirazione ad ottenere la buddhità
pienamente completa per il beneficio di tutti gli esseri.
2. Il potere del seme bianco. Cercate di sbarazzare la vostra mente da
tutte le forme di attaccamento fisico, dando via tutte le vostre
ricchezze, proprietà e beni.
3. Il potere della distruzione. Cercate di distruggere le macchie di
tutti i karma negativi che avete accumulato durante la vita applicando i
quattro poteri opponenti: pentimento, ferma decisione di non creare di
nuovo tali karma negativi, prendere rifugio nei Tre Gioielli e generare
bodhicitta; purificate la radice della macchie meditando sulla vacuità,
Vajrasattva e così via. Se avete ricevuto un'iniziazione tantrica
chiedete al vostro lama di iniziarvi di nuovo o, se questo non è
possibile, svolgete il rituale dell'auto iniziazione.
4. Il potere della familiarità. Generate bodhicitta quanto più
intensamente possibile.
5. Il potere della preghiera. Il termine preghiera si riferisce
all'aspirazione del vero praticante mahayana che tutte le oscurazioni,
il karma negativo e le sofferenze degli altri possano maturare su se
stesso e di non essere mai separato dall'attitudine mahayana di voler
ottenere l'illuminazione completa per il beneficio di tutti gli esseri
senzienti.
Un giorno Ghesce Potowa era seduto sul suo trono tenendo una
conferenza, quando improvvisamente disse “Possa io sempre essere un
protettore per coloro che sono privi di aiuto e una guida per coloro
nella confusione”. Poi morì.
Quando era vicino a morire, Ghesce Chekawa disse ai suoi discepoli che
aveva praticato a lungo per rinascere negli inferni più bassi, per
essere in grado di beneficare lì gli esseri senzienti, ma che
recentemente aveva avuto un sogno che indicava che sarebbe rinato in
una terra pura. Egli chiese ai suoi discepoli di fare molte offerte ai
buddha e bodhisattva affinché questo potesse essere evitato e la sua
preghiera fosse esaudita.
Questa applicazione dei cinque poteri al momento della morte
garantisce una rinascita con condizioni adatte a continuare la pratica
del Dharma.
Trasferimento della coscienza nel Tantra
Se avete ricevuto un'iniziazione tantrica dovreste cercare di praticare
il metodo tantrico di trasferimento della coscienza. Ci sono molte
varianti a questo metodo in dipendenza dal sistema tantrico in cui si è
stati iniziati e da dove si vuole rinascere. Una delle più popolari è
quella che si trova nel tantra di Vajrayogini. Si dice che l'iniziazione
nella pratica di Vajrayogini sia un biglietto per la terra delle dakini.
129
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
Il trasferimento della coscienza come insegnato nei tantra è chiamato
'metodo potente' perché anche una persona estremamente afflitta che
ha compiuto le azioni più negative durante la vita può rinascere in una
terra pura con questo mezzo. La sua pratica durante la vita per
prepararsi alla morte è chiamata la 'pratica potente' perché meramente
pronunciando la sillaba PHAT! la coscienza è fatta uscire dal corpo e
pronunciando la sillaba HIC! è riportata indietro. Il segno dell'aver
completato questa pratica è la comparsa di una pustola sulla cima del
capo che si rompe e trasuda poche gocce di sangue e pus.
Tuttavia non è permesso insegnare i metodi tantrici ai non iniziati.
Buddha Vajradhara stesso disse: “Non si dovrebbe versare il latte di
un leone delle nevi in una tazza di terracotta”. Non solo il latte
diventa acido, ma anche la tazza si rovina. Alcune persone accusano i
maestri tantrici di essere troppo rigidi nel mantenere il segreto, ma si
tratta di un'accusa stupida, fatta da coloro che ovviamente non
comprendono il tantra. Insegnare il tantra a un essere spiritualmente
immaturo è come legare un bambino a un elefante selvaggio. Pertanto,
grandi praticanti come il Quinto Dalai Lama hanno insistito
sull'importanza di acquisire un'esperienza dei fondamenti comuni sia al
sutra che al tantra prima di specializzarsi nella pratica tantrica.
Domanda: Cosa si può fare a beneficio di una persona morente?
Gen Rinpoce: E' utile recitare mantra nell'orecchio della persona. I
mantra di Buddha Shakyamuni, OM MUNI MUNI MAHA MUNAYE SOHA; di
Avalokiteshvara, OM MANI PADME HUM; di Arya Tara, OM TARE TUTTARE
TURE SOHA; di Manjushri, OM AH RA PA TSA NA DHIH, sono facili da
dire e anche molto efficaci nel lasciare forti impronte karmiche nel
continuum mentale della persona morente. Questi mantra sono
estremamente potenti e, senza dubbio, saranno di immenso beneficio per
una persona morente. È utile anche porre un'immagine di un buddha o di
un bodhisattva dove la persona può osservarla. In particolare, se la
persona è un praticante religioso, si dovrebbe recitare il mantra del
suo maestro spirituale e mostrare a lui/lei una fotografia di quel
maestro.
La cosa più importante è di aiutare la persona morente a generare e
mantenere un'attitudine virtuosa. Non fate nulla che possa creare
agitazione o collera nella persona. Morire con un'attitudine positiva
garantisce pressoché con certezza una buona rinascita.
Dopo la morte i possedimenti della persona dovrebbero essere dati
come offerte agli oggetti virtuosi come i Tre Gioielli o usati nei rituali
dell'offerta tantrica (tsok). Si dovrebbe richiedere al maestro
spirituale della persona di fare preghiere speciali, poiché la relazione
guru-discepolo è particolarmente importante e qualunque cosa un
guru fa per un discepolo deceduto, o un discepolo per un guru
deceduto, ha effetti straordinari. Anche i genitori e gli amici
dovrebbero offrire preghiere, dato che anch'essi possono influenzare
grandemente la rinascita della persona. Ci sono molti esempi di
persone che sono morte con stati mentali negativi ed erano diretti a
una rinascita infernale ma che, grazie alle preghiere e alle offerte dei
loro cari, hanno preso una rinascita superiore.
Nel suo Compendio di Metafisica (Abhidharmasamuccaya), Arya Asanga
spiega a fondo come occuparsi di una persona morta o morente.
Domanda: Quanto sopra può essere fatto sia per i buddhisti che per i
non buddhisti?
130
MORTE E RINASCITA
Gen Rinpoce: I buddha e i bodhisattva sono protettori universali e non
discriminano, dunque perché dovremmo farlo noi? Tuttavia, se la
persona è un buddhista, a causa del legame tra di voi ogni cosa che
farete avrà un impatto maggiore.
Domanda: In occidente spesso non diciamo a una persona morente che
lui o lei sta, in effetti, morendo. Lei pensa che questo sia saggio o
insensato?
Gen Rinpoce: Dipende dalla persona. Ai praticanti è meglio dirlo, in
modo che possano mettere tutti i loro sforzi nella pratica. Essi non
saranno spaventati dal conoscere che stanno morendo e potranno
essere in grado di praticare il trasferimento della coscienza. Rispetto
alle persone che non sono praticanti, forse non c'è motivo di dirglielo.
Essi non devono essere terrorizzati.
Domanda: Quanto a lungo rimane la coscienza nel corpo, una volta che
una persona è apparentemente morta? Per quanto tempo il cadavere
dovrebbe essere lasciato senza essere toccato?
Gen Rinpoce: Se la persona morente è un grande yogi, la coscienza può
rimanere nel corpo per giorni o anche mesi. Per esempio, uno dei
precedenti Panchen Lama rimase nel suo corpo, in meditazione, quasi
per un anno dopo la morte apparente. Egli morì nel Kham, il Tibet
orientale, ma il suo corpo fu portato nel Tibet centrale, un viaggio di
molti mesi, prima che la sua coscienza lo lasciasse. Anche la coscienza
di un non praticante può rimanere fino a tre giorni. Pertanto, un
cadavere non dovrebbe mai essere mosso finché non appaiono i segni
che la coscienza è uscita. Il segno più evidente è l'uscita di una goccia
di sangue dalle narici o di fluido dall'organo sessuale. Un segno meno
certo è quello di un cattivo odore che emana dal cadavere. Se il corpo
è cremato prima di questo periodo equivale a un assassinio. In effetti è
preferibile che il corpo non sia nemmeno toccato prima che la
coscienza esca. Se lo è, la coscienza probabilmente uscirà dal punto in
cui il corpo è stato toccato per primo. Dato che è più favorevole che la
coscienza esca dalle parti superiori piuttosto che da quelle inferiori,
si dovrebbe toccare per prima la cima del capo.
Domanda: Perché la sepoltura era così rara in Tibet?
Gen Rinpoce: Era considerato preferibile offrire il corpo agli uccelli
come atto di carità finale della persona. Solo quando un corpo era
considerato inadatto a questo veniva sepolto. Era consueto che i
grandi praticanti facessero dei riti speciali tantrici di chöd prima di
morire, offrendo i loro corpi agli uccelli, quelli che non potevano
fare il rito da soli avevano un praticante di chöd che lo faceva per
loro. In questo modo il numero di uccelli invitati arrivavano al
banchetto. Se il cadavere era piccolo e poteva cibare solo dieci uccelli,
solo dieci uccelli arrivavano; se era abbastanza grande per cibarne
venti, ne arrivavano venti. È detto che gli uccelli invitati in questo
modo sono manifestazioni di dakini e seguono un codice etico nel
divorare il cadavere. Era consuetudine che il cervello fosse rimosso
dal cadavere e mescolato con farina di ceci. Quando gli uccelli avevano
finito di mangiare il resto del cadavere, veniva data loro questa
mistura da mangiare. Solo dopo questo essi volavano via, soddisfatti.
Domanda: Qual è la fonte dell'enorme quantità di letteratura tibetana
che descrive la morte e lo stato dopo la morte?
Gen Rinpoce: Questi testi furono scritti da yogi esperti che avevano
ottenuto la chiaroveggenza o percezioni extrasensoriali e non sono
131
ALLA SCOPERTA DEL BUDDHISMO
paragonabili ai libri scritti ai giorni nostri. Oggigiorno appena
qualcuno impara a scrivere inizia a comporre libri. Gli yogi di un tempo
scrivevano solo in base alla loro esperienza. Inoltre, Buddha stesso
insegnò molto sullo stato intermedio, sia nei sutra che nei tantra.
Colophon:
Questo insegnamento è stato dato a Dharamsala nel 1976, tradotto in
inglese da Michael Hellbach e Glenn H. Mullin. È stato pubblicato per la
prima volta nel 1977 nel lungo testo fuori commercio From Tushita. Una
versione leggermente revisionata è inclusa in Living in the Face of Death.
Questa versione è stata revisionata da Nicholas Ribush. La traduzione in
italiano è di G. Aurora Maggio per l'ILTK, Pomaia, luglio 2010.
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MORTE E RINASCITA
COME PRENDERSI CURA DEI TESTI DI DHARMA
I testi di Dharma contengono gli insegnamenti di Buddha Shakyamuni. La
preziosità del Buddhadharma consiste nell’essere una vera fonte di
felicità per tutti gli esseri e la causa per abbandonare ogni sofferenza
presente e futura. Quindi, testi che contengano insegnamenti o i nomi dei
propri Maestri, sono assai più preziosi di un oggetto materiale; mostrano
come mettere in pratica gli insegnamenti e integrarli nella propria vita, e
dovrebbero essere trattati con estrema cura e rispetto. Per questa
ragione, per favore, conservateli rispettosamente in luoghi alti, puliti,
separatamente da altri oggetti mondani.
Essi dovrebbero essere protetti in un tessuto se portati con sé. Si
dovrebbe evitare di appoggiarli sul pavimento, di calpestarli, non si
dovrebbero appoggiare su di essi oggetti di qualsiasi tipo, incluso il
rosario, e non dovrebbero essere usati come sedili.
Se in ogni caso si dovesse avere la necessità di eliminare del materiale di
Dharma, questo non dovrebbe essere gettato nella spazzatura ma
bruciato in un modo speciale.
Dovrebbe essere bruciato separatamente da altri materiali, recitando il
mantra om ah hum. Quindi, quando il fumo si sprigiona, si dovrebbe
visualizzare che esso, pervadendo l’intero spazio, trasporta l’essenza del
Dharma a tutti gli esseri senzienti dei sei reami, purifica la loro mente e
li allevia da ogni sofferenza portando loro ogni felicità, compresa la
felicità definitiva dell’illuminazione.
Infine, le ceneri rimanenti dovrebbero essere raccolte e sparse in luoghi
puliti, sotto alberi o piante, dove non possano essere calpestate.
Questa, che può sembrare una strana usanza, è in realtà, in accordo alla
tradizione, il modo di evitare di creare il karma che impedirebbe di
incontrare in futuro il Dharma.
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