Il controllo dei gas di combustione degli impianti termici

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Il controllo dei gas di combustione degli impianti termici
AUTONOME PROVINZ BOZEN - SÜDTIRO L
Landesagentur für Umwelt
PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - ALTO ADIGE
Agenzia provinciale per l’ambiente
Il controllo
dei gas
di combustione
degli impianti
termici
Nel marzo 2011 sono state approvate dalla Giunta
Provinciale con la delibera n. 413/2011, le nuove
disposizioni riguardanti il controllo delle emissioni
degli impianti termici. Il nuovo regolamento è
stato elaborato prendendo in considerazione le
disposizioni statali in materia ambientale (D.Lgs.
152/2006) e le norme vigenti in Europa.
Scopo del controllo della combustione
Da ogni processo di combustione si liberano
inquinanti che vanno ad incidere sulla qualità
dell’aria che respiriamo.
Gli impianti termici, unitamente agli impianti
industriali ed al traffico, costituisco una delle tre
principali fonti di emissione a livello locale.
Un impianto di riscaldamento controllato e gestito
correttamente consente di ridurre le emissioni
d’inquinanti e contestualmente di risparmiare sulle
spese di riscaldamento.
Ogni quanto devo misurare
il mio impianto?
Il regolamento entrato in vigore il 1° gennaio 2012
introduce alcune novità.
Tutti gli impianti termici con potenzialità nominale
superiore a 35 kW, siano essi alimentati con
combustibili gassosi, liquidi o solidi (legna), sono
soggetti al controllo annuale delle emissioni da
parte di uno spazzacamino autorizzato.
Il conduttore dell’impianto termico è pertanto
tenuto a rivolgersi ad uno spazzacamino autorizzato
per l’effettuazione del prescritto controllo.
Sono esclusi dal campo di applicazione della presente
norma i grandi impianti di combustione soggetti ad
autorizzazione delle emissioni ai sensi della Legge
provinciale n. 8/2000 (es. caldaie a metano sopra
i 3.000 kW, caldaie a legna o gasolio sopra i 1.000
kW).
Chi effettua la misura?
I controlli delle emissioni degli impianti termici
possono essere eseguiti esclusivamente dagli
spazzacamini autorizzati ed in possesso del diploma
di controllore fumi.
Lo spazzacamino è tenuto a rilasciare al gestore
dell’impianto un apposito attestato da cui si evince
l’esito del controllo. Lo spazzacamino è responsabile
del corretto svolgimento del controllo delle
emissioni.
La lista aggiornata degli spazzacamini autorizzati
è consultabile sul sito dell’Agenzia provinciale per
l’ambiente, al tema aria/emissioni in atmosfera.
Quali parametri vengono controllati
dallo spazzacamino
Nell’ambito del controllo lo spazzacamino
autorizzato verifica il rispetto dei seguenti valori
limite:
Impianti alimentati con combustibili gassosi
• monossido di carbonio: 350 mg/m³
• ossidi di azoto: 250 mg/m³
Impianti alimentati con combustibili liquidi
• monossido di carbonio: 350 mg/m³
• ossidi di azoto: 250 mg/m³
• indice di opacità dei gas di combustione non
superiore al valore “1” della scala Bacharach
• sostanze oleose: sulla carta da filtro impiegata
per la prova non devono apparire tracce
oleose visibili ad occhio nudo.
Impianti alimentati con combustibili solidi
Per gli impianti alimentati con combustibili solidi
il limite è variabile a seconda della potenzialità
dell’impianto:
Potenzialità
(kW)
Monossido di
carbonio
(mg/m3)
Polveri
(mg/m3)*
> 35 ≤150
1000
200
> 150 ≤1000
350
100
*A partire dal 1° gennaio 2016
Quali sono le caratteristiche
degli inquinanti misurati?
Indice di opacità: L’indice di opacità è una
caratteristica della buona combustione. Quanto più
elevato è il valore, tanto maggiore è la fuliggine
immessa nell’aria e quindi nell’ambiente. Inoltre,
ciò significa che nella caldaia ed in particolare
sullo scambiatore di calore, si verrà a formare in un
tempo relativamente breve, uno strato di fuliggine
che ostacolerà la trasmissione del calore. Come
conseguenza si avrà una maggiore temperatura dei
gas di combustione che a sua volta porta ad uno
spreco di energia.
Sostanze oleose: Le sostanze oleose sono residui
di combustibile non bruciato, di cui si avverte la
presenza per il loro odore sgradevole. Tali residui
vengono prodotti in presenza di una cattiva
combustione. Ciò ha ovviamente gravi ripercussioni
sull’ambiente e sul consumo di combustibile.
Monossido di carbonio (CO): Il monossido di
carbonio è un inquinante inodore ed incolore,
perciò la sua presenza è riscontrabile solo con
l’aiuto di strumenti di misura. Le cause della sua
formazione sono molteplici (impianto regolato
male, sporco ecc.). Elevati valori di monossido di
carbonio nei fumi sono sempre indice di una cattiva
qualità della combustione e di conseguenza di un
consumo elevato di combustibile.
Ossidi di azoto (NOX): Pur essendo presenti in
atmosfera diverse tipologie di ossidi di azoto, per
quanto riguarda l’inquinamento dell’aria si fa
riferimento al termine (NOX) che sta ad indicare la
somma del monossido di azoto (NO) e del biossido
di azoto (NO2).
Polveri: Le polveri (PM10) sono sostanze che a
causa delle loro piccole dimensioni restano sospese
in atmosfera per tempi più o meno lunghi. Gli
impianti di riscaldamento emettono polveri, in
particolare quelli alimentati a legna ma anche quelli
alimentati a gasolio ed ad olio combustibile, mentre
sono da ritenersi trascurabili le emissioni da impianti
alimentati a metano.
Cosa fare se l’impianto non rispetta i
limiti di Legge?
In tal caso è necessario rivolgersi al proprio
installatore/manutentore di fiducia al fine di
sottoporre l’impianto termico a revisione.
Se la ditta di manutenzione verifica che nonostante
un’ottimizzazione della combustione l’impianto
termico installato prima del 1° gennaio 2012, non
è in grado di rispettare i valori limite di emissione,
il gestore può richiedere una proroga per i tempi
d’adeguamento dell’impianto.
La proroga è concessa dall’Ufficio aria e rumore per
una durata massima di tre anni, fermo restando
l’obbligo da parte del gestore di provvedere a
ridurre al minimo possibile le emissioni inquinanti
dell’impianto, ad effettuare una regolare
manutenzione dello stesso ed a far eseguire i
controlli periodici delle emissioni.
Novità per gli installatori e per i
tecnici collaudatori di impianti termici
A partire dal 1° gennaio 2012, gli impianti termici
alimentati con combustibili liquidi e gassosi possono
essere messi in esercizio solo se rispettano determinati
valori limite di emissione certificati dal costruttore
dell’impianto stesso.
Gli impianti termici alimentati con legna spezzata,
installati a partire dal 1° gennaio 2012, devono essere
dotati di regolazione automatica della combustione.
Al termine dei lavori d’installazione di un nuovo
impianto termico alimentato con combustibili gassosi,
liquidi o solidi, il tecnico collaudatore rilascia una
dichiarazione in cui attesta che l’impianto rispetta le
disposizioni di legge.
• La manutenzione dell’impianto termico deve
essere effettuata regolarmente e comunque con
la periodicità prevista dal costruttore.
• La caldaia compreso il relativo accumulatore
termico,
devono
essere
adeguatamente
dimensionati.
• Particolarmente con gli impianti alimentati a legna
la differenza spesso la fa il conduttore (legna ben
essiccata, caricamento camera di combustione
ecc.).
• Non bruciare rifiuti! I gas e gli acidi particolarmente
aggressivi che si formano dalla combustione di
rifiuti sono responsabili della notevole riduzione
della durata degli impianti. Gli inquinanti che si
liberano dalla combustione di rifiuti sono dannosi
per l’ambiente e rappresentano un rischio per la
Vostra salute.
Altre domande?
Rivolgetevi all’Ufficio aria e rumore
Palazzo 9, Via Amba Alagi 35 • 39100 Bolzano
Tel. 0471 41 18 20 • Fax 0471 41 18 39
www.provincia.bz.it/agenzia-ambiente/aria.asp
Progettazione grafica: classe III Operatore grafico editoriale - Scuola professionale provinciale L. Einaudi di Bolzano
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