CONTADINI CHE MANGIANO LENTICCHIE
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CONTADINI CHE MANGIANO LENTICCHIE
CONTADINI CHE MANGIA NO LENTICCHIE Georges de la Tour, olio su tela 1620 ca. Gemäldegalerie, Berlino. L’OPERA Georges de la Tour (Vic-sur-Seille 1593 – Lunéville 1652) era un finissimo osservatore della realtà quotidiana. Con il suo gusto per il naturalismo e un attento occhio sui giochi di luce e ombre, risultava essere in Francia uno dei più originali continuatori della scuola del Caravaggio. Rispetto a quest'ultimo però, osservava André Malraux, "interpretava la parte serena delle tenebre". Il dipinto descrive una scena di genere, in cui un uomo e una donna con abiti popolani, sono intenti a mangiare in piedi il loro pasto frugale costituito da una ciotola di lenticchie. L’alimentazione della gente del popolo era costituita per lo più da alimenti poveri, come i legumi. Le lenticchie però furono il cibo contadino per eccellenza, considerate il migliore dei legumi perché sane e nutrienti. Esse rappresentano pertanto la continenza e la mortificazione del corpo. LE LENTICCHIE DI CASTELLUCCIO DI NORCIA Chiamata dagli abitanti di Castelluccio "Lénta", è il prodotto rappresentativo del paese per eccellenza. L'uso di questo legume è antichissimo come dimostra il ritrovamento di semi in tombe neolitiche datate 3000 a. C. La lenticchia è una pianta annuale, che fiorisce tra maggio e agosto, appartenente alla famiglia delle leguminose. L'inconfondibile sapore, le dimensioni molto piccole, la resistenza ai parassiti e la coltivazione esclusivamente biologica, oggi ne fanno un prodotto ricercatissimo. Viene seminata, non appena il manto nevoso è completament e disciolto. Verso la fine di Luglio primi di Agosto viene raccolta. Una volta questa operazione, "la carpitura", veniva svolta esclusivamente a mano. Affluiva manodopera dai paesi limitrofi: Gualdo, Pescara, Dan Benedetto Del Tronto, San Pellegrino, per la maggior parte donne, "le carpirine", che eseguivano un lavoro faticoso e lungo. Oggi si ricorre, quasi sempre, alle falciatrici meccaniche, ma comunque i ritmi e i "rituali", obbligatori, fanno della raccolta un momento di massimo impegno per i contadini del posto. FONTI IMMAGINI Malaguzzi Silvia, Il cibo e la tavola. Milano, Electa 2006. BIBLIOGRAFIA Malaguzzi Silvia, Il cibo e la tavola. Milano, Electa 2006. http://it.wikipedia.org/wiki/Georges_de_La_Tour http://www.castellucciodinorcia.it/italiano/lenticchia_castelluccio.htm http://it.wikipedia.org/wiki/Lenticchia_di_Castelluccio_di_Norcia