Kevin Lynch

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Kevin Lynch
Kevin
Lynch
L’ immagine della città
Kevin Lynch
è un urbanista, allievo di Frank Lloyd Wright,
e professore al Massachussets Institute of Technology.
Egli deriva alcuni stimoli, fondamentali per la sua analisi,
dalla Psicologia della forma (Gestalt),
secondo la quale la percezione
comporta una selezione e una configurazione per schemi.
Le domande
1. Le diverse forme delle diverse città sono tutte ugualmente leggibili e
memorizzabili da parte dei loro abitanti?
2. C’è un legame tra pianta urbana e processi percettivi?
3. Esistono «formae urbis» che si leggono bene e restano impresse, e altre
meno leggibili e più confuse, che si memorizzano con difficoltà?
4. Esiste una immagine collettiva o pubblica della città, cioè comune a tutti i
suoi abitanti?
Lynch parla di imageability :
la capacità di una pianta urbana di rimanere impressa
nella mente e nella memoria.
Il metodo adottato da Lynch è quello delle interviste agli
abitanti. Egli prende in esame tre città americane con piante
marcatamente differenti, rispondenti a modelli ben distinti tra
loro: Boston, Los Angeles, Jersey City, e ne considera solo le aree
centrali, il cosiddetto downtown.
Infine chiede ad un campione di abitanti delle rispettive città di
disegnare la propria mental map.
Le risposte risultano diversificate per ceto, sesso, età,
residenza, tuttavia emerge una base comune
sufficiente a consentire alcune generalizzazioni
che costituiscono
gli elementi percettivi fondamentali della pianta.
Sovrapponendo le diverse mappe Lynch individua i punti e le
aree della città che sono stati memorizzati chiaramente da
tutti, e dunque appartengono ad una immagine condivisa e
dunque rappresentano l’immagine “pubblica”
o collettiva della città.
Boston è una città della vecchia
America, fondata dai primi
colonizzatori sulla sponda atlantica.
E’ un vecchio porto proteso su una
penisola. Gli elementi evidenti nel
tessuto urbano del centro sono il
grande parco centrale, il palazzo del
governo (State House), la collina
vicina, il quartiere dei negozi, il
quartiere del mercato, la zona dei
teatri. Il Charles River segna nella
città un chiaro e netto margine,
mentre la Massachussets Avenue
costituisce un asse centrale del
tessuto urbano che resta impressa
nella mente come struttura
funzionale e la Atlantic Avenue trae
leggibilità dalla sua adiacenza alle
banchine portuali.
Nel complesso analizzando le mappe
rilevate dagli abitanti la tipologia e l’identità
dei quartieri appaiono
chiare, ma è confusa la
ragnatela dei percorsi.
La Boston che
tutti conoscono
Los Angeles
Los Angeles è costituita da una
immensa area metropolitana. Il centro
contiene soprattutto il quartiere degli
affari, che le persone conoscono solo
nella misura in cui vi lavorano come
impiegati di uffici o negozi. La gran
parte degli abitanti non vi accede in
quanto si rivolge primariamente a
centri secondari.
Questo decentramento urbano rende
il downtown meno chiaro nella mente
degli intervistati, mentre la pianta a
scacchiera, e le freeways, arterie
urbane a scorrimento veloce,
generano una impressione di grande
fluidità ambientale e di
indifferenziazione dello schema
che non agevola la localizzazione
dei singoli elementi architettonici.
Il decentramento urbano rende
il downtown poco chiaro nella
mente degli intervistati,
mentre la pianta a scacchiera,
e le freeways, arterie urbane a
scorrimento veloce,
generano una impressione
di grande fluidità ambientale
e di indifferenziazione dello
schema che non agevola la
localizzazione dei singoli elementi
architettonici.
Jersey City
La pianta di Jersey City rivela una totale assenza di forma ordinata. La città è percorsa in
ogni senso da ferrovie e da sopraelevate; appare come un luogo di attraversamento
piuttosto che un centro di vita stabile. E’ divisa in subaree distinte su base etnica e
sociale, e non presenta un singolo centro, ma 4-5 aree centrali.
L’esame delle mappe disegnate
dagli intervistati rivela che la
pianta di Jersey City si mostra
povera di riferimenti e di punti di
riconoscimento. La sua pianta
appare quasi vuota di elementi
significativi. Nessuno degli
intervistati sembra possedere una
visione generale della città, ma
piuttosto disegna piante
frammentarie, con ampie lacune e
spazi bianchi. In complesso
emerge l’ immagine di una città.
La prima impressione che suscita
è quella di confusione.
Dalle mappe mentali degli abitanti
emergono gli elementi percettivi
fondamentali della pianta.
Sotto: gli elementi nella mappa di Boston
I margini sono fratture lineari nel
complesso cittadino: spiagge, ferrovie,
barriere che bloccano gli spostamenti
(nel caso di Roma: il Tevere, il Muro Torto).
i percorsi sono le vie abituali od
occasionali, linee di riferimento in base
a cui localizzare gli altri elementi
(per Roma il Corso, via del Babuino, via di Ripetta).
i nodi sono gli incroci ove avvengono
gli scambi o le rotture di carico (Roma:
Piazza del Popolo, Piazza dei
Cinquecento).
I quartieri tipici sono i grandi settori
della città
(es. il Ghetto, i rioni barocchi, l’Eur).
I riferimenti sono i punti di alta
rilevanza per l’orientamento
dell’osservatore
( il Colosseo, Trinità dei Monti, Villa borghese, il
monumento a Vittorio Emanuele , Piazza del Popolo
Con Lynch scopriamo una nuova geografia urbana,
diversa da quella proposta dalla analisi spaziale.
E’ una interpretazione
più vicina alla
prospettiva offerta
dall’ analisi
morfologica e legata ai
concetti di pianta, di
sito-posizione, di
storia urbana;
con la differenza che
in questo caso (lynch)
emerge una
particolare attenzione
anche alla percezione
ambientale e alla
soggettività del
quadro di vita.
A fianco: Gerusalemme,
XVI secolo.