Per-donare - Santuario di Santa Rita da Cascia

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Per-donare - Santuario di Santa Rita da Cascia
SPED. IN ABB. POST. ART. 2 COMMA 20/C L. 662/96 - FILIALE DI TERNI
SOMMARIO
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Editoriale del direttore
Per-donare
Passione armena
Il sacrificio negato
Rita quotidiana
«Vivere il perdono m’infonde pace»
Carità di Santa Rita
Nuova direttrice in Alveare
Nel mondo
Quello sguardo dolce
Cascia Eventi
Appuntamenti
Vieni a Cascia, per la Festa di Santa Rita!
Agostiniani
Sant’Agostino sulla Pasqua
Tracce di Rita
Il bene più autentico
Pia Unione Primaria
Come portiamo Rita alla gente
Sulla buona strada
Pellegrina nel cuore
Dialogo col Monastero
L’aritmetica del cristiano
Voglia d’amore
ERRATA CORRIGE. Nella foto di pag. 12 pubblicata
sul nr. 1-2012 di Dalle Api alle Rose, accanto a P.
Mario De Santis c’è p. Luigi Giuliani, e non p. Remo
Piccolomini. Ci scusiamo per l’errore.
DALLE API
ALLE ROSE
bimestrale del Monastero
di Santa Rita da Cascia
nr. 2 marzo-aprile 2012
Aut. Trib. Spoleto n. 9 del 26-06-1954
Iscritto al ROC con il n. 2460
Edizione italiana: anno LXXXIX.
Edizione inglese: anno LI.
Edizione francese: anno L.
Edizione spagnola: anno XL.
Edizione tedesca: anno XL.
In copertina: Cristo Redentore, Corcovado, Rio de Janeiro.
Direttore responsabile
Pasquale Grossi
Comitato di Redazione
Sr. M. Giacomina Stuani (direttore editoriale)
P. Mario De Santis, P. Giuseppe Caruso, Roger Bergonzoli
Monica Guarriello (caporedattore)
In redazione
M. M. Natalina Todeschini, Sr. Maria Rosa Bernardinis,
P. Angelo Lemme, P. Remo Piccolomini, Fra Paolo Zecca,
Alessandra Paoloni, Cristina Siccardi, Marta Ferraro,
Rita Gentili, Maria Chiara Albanese, Natalino Monopoli
Hanno collaborato a questo numero
P. Luciano De Michieli, Loriana Vescovile, Violanda Lleshaj
Foto
Vsurkov, Marty Kropp, David Mzareulyan, Abet / Fotolia
Progetto Grafico e Impaginazione
Studio Pardini Apostoli Maggi - www.pardiniapostolimaggi.it
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N
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Rita in tutto il mondo.
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Monastero S. Rita - 06043 Cascia (PG)
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Finito di stampare nel mese di febbraio 2012
da Tau Editrice srl - Via Umbria 148, 06059 Todi (PG).
Sr. M. Giacomina Stuani,
direttore editoriale
La rivista Dalle Api alle Rose è stampata
su carta ecologica certificata col marchio FSC
EDITORIALE DEL DIRETTORE
si è sacrificato per noi, impariamo a fare
altrettanto per il nostro prossimo, che ci
può ferire e crocifiggere nel dolore, ma che
è come noi, in tutto e per tutto. E questo
vuol dire che anche noi potremmo ferire e
crocifiggere. Sono pensieri personali, ma
credo rendano l’idea di ciò che ho voluto
uando penso al significato del
verbo “perdonare”, mi vengono in
mente alcuni sinonimi, tipo
“assolvere da” o “rimettere” una
colpa. “Perdonare” è composto dalla
particella “per” e da un altro verbo che è
“donare”. Qui il “per” serve a insistere sul
significato di donare, come a dire che
perdonare significa “donare
completamente”. Completamente, vi
rendete conto? Cioè, quando per-dono
qualcuno, non c’è nessun confine dentro
cui sto “tranquillo e beato”, non c’è una
parte di me che non sia coinvolta nell’atto
del perdonare. Tutto il mio io deve darsi
all’altro, affinché possa dire che lo sto perdonando. E questo implica che devo
mettere da parte ogni tipo di egoismo,
orgoglio ferito, dolore subìto.
Tutta colpa di una particella: il “per”
che vuol dire “completamente”. Ma, in
fondo, chi se lo ricorda più il significato di
quel “per”? Una gran fatica, questa storia
del “per-donare”, un vero sacrificio.
Mi vengono in aiuto le parole del Beato
Giovanni Paolo II, pronunciate nel
messaggio Urbi Et Orbi, nella domenica di
Pasqua del 31 marzo 2002: «Risuona oggi,
in questo giorno solennissimo, l’augurio di
Cristo: Pace a voi! Pace agli uomini e alle
donne di tutto il mondo! Cristo è veramente
risorto, e porta a tutti la pace! È questa la
“buona notizia” della Pasqua». Cristo è
veramente risorto. In un determinato
momento storico, un fatto è accaduto, per
restituire al mondo la sua prima bellezza. E
quale sarebbe questa “prima bellezza”? La
pace. È il Suo dono per noi tutti, che si
manifesterà pienamente alla fine, ma che
già è in atto. E noi siamo portatori di quella
pace, di quel dono che il Padre ci ha dato
per mezzo del sacrificio del Figlio. Il dono.
Ecco cosa dovevo donare completamente,
la pace! Tutto merito di una particella. Non
è forse un gesto di accoglienza, di dialogo,
di pace ogni regalo che facciamo?
Ricapitolando: “perdonare” ha a che
fare con il “donare pace completamente”.
E il per-dono passa sempre dal sacrificio, è
una strada affatto facile. Così come Cristo
Q
Per-donare
Particolare del Sarcofago che ha contenuto il corpo di Santa
Rita dal 1457-62 al 1745 (Monastero, Cella di Santa Rita).
condividere con voi su questo numero di
“Dalle Api alle Rose”, dedicato alla
Pasqua. Ci ritroviamo qui, tra due mesi, ma
intanto vi aspettiamo tutti sul nuovo sito
www.santaritadacascia.org, completamente
rinnovato per cercare di fortificare questo
nostro dialogo. Santa Pasqua dalla Madre
Badessa, da tutte noi Monache, insieme ai
Padri Agostiniani, alle Apette e ai Millefiori
del Progetto Alveare! Sia con voi la pace
del Cristo Risorto, primo dono della
Risurrezione.
Sr. M. Giacomina Stuani osa
3
Il sacrificio negato
Mons. Kevork Noradounguian, rettore del Pontificio Collegio Armeno di Roma,
risponde alle domande di Rita Gentili
onsignore, cosa rappresenta il
cristianesimo per il suo popolo?
Il cristianesimo è uno degli elementi fondanti dell’identità armena. Ovunque stabilitisi, gli armeni, molto
spesso privi di uno stato o di una rappresentanza politica, si sono sempre radunati
attorno alle strutture ecclesiastiche.
Secondo lei, il popolo armeno può perdonare il popolo turco per il massacro subito? Il perdono è un imperativo per ogni cristiano. Il popolo armeno ha già perdonato
il popolo turco. Non tutti i turchi condividevano il piano del genocidio progettato dai loro capi. Molte famiglie turche
hanno accolto tanti armeni per salvarli da
una morte certa.
La Francia ha recentemente approvato
una legge che dispone un anno di reclusione e 45 mila euro di ammenda a chi nega i
genocidi, anche quello armeno. Quanto
influisce la presa di posizione ufficiale di altri stati contro il negazionismo del genocidio armeno, rispetto alla chiusura
portata avanti dalla Turchia?
Le leggi che dispongono
penalità per chi nega un
M
genocidio hanno il loro peso, certamente, in
quanto sono preventive di altri eventuali genocidi. I riconoscimenti sono più efficaci e
meno costosi delle guerre. Dei riconoscimenti simili provenienti da altre parti serviranno
a creare una pressione morale intorno a chi progetta, pianifica,
esegue genocidi,
pensando di poter vincere la
storia e le memorie. Quanto
prima si compiono i riconoscimenti dei genocidi, tanto più si evitano massacri.
Mons. Kevork Noradounguian.
Una scena del film di Paolo e Vittorio Taviani "La Masseria delle
Allodole" (2007), sul genocidio armeno.
Il 24 aprile ricorre il Medz Yeghern (Grande Male), ovvero: il Giorno della Memoria armena, a
ricordo di quella retata da parte dei turchi che, nel 1915, diede “ufficialmente” inizio alla
persecuzione genocidiaria che causò la morte di circa un milione e mezzo di armeni. La “passione armena” resta tutt’oggi un sacrificio negato dal governo turco. Tra sacrificio e perdono,
sentiamo cosa ne pensa Mons. Kevork Noradounguian, rettore del Pontificio Collegio Armeno
di Roma.
PASSIONE ARMENA
Nel 2006, un suo connazionale, il giornalista Hrant Dink, ucciso per le sue idee, criticò aspramente questa legge affermando
che «Bisogna arrivare a un riconoscimento
internazionale del genocidio armeno, ma non
al prezzo di limitare la libertà di espressione». L’idea di Dink era che se i Turchi continuano a negare il genocidio è perché non ne
sanno nulla… Condivido. Il negazionismo in
Turchia non è una scelta che l’individuo fa,
ma è una conseguenza di una storia insegnata fin dalla più tenera età. Il cittadino è lo
specchio di quello che lo stato ne fa per
mezzo di un rigido sistema educativo, di valori che si trasmettono incondizionatamente.
Tuttavia si può e si deve, a mio avviso, trovare un modo di dialogare, di instaurare un
confronto sereno tra turchi e armeni, che
non costringa i primi a un’umiliazione eccessiva e insopportabile, e nello stesso tempo
renda piena giustizia ai secondi.
Negli anni più recenti si è sempre più
spesso parlato del genocidio armeno, compresi libri e film. Lei ha avuto testimonianze dirette di sopravvissuti? Appartengo a un
Istituto religioso che nel 1915 ha contato
ben 14 sacerdoti e un vescovo tra le vittime, morti insieme alla loro gente. Il vescovo è stato beatificato da Giovanni Paolo II
nel 2001, ed è il Beato Ignazio Maloyan.
Purtroppo spesso contro i religiosi ci si accaniva di più, e sono tante le memorie di
tremende torture cui i sacerdoti sono andati
particolarmente esposti.
SANTA RITA, IL NUOVO SITO UFFICIALE
È online il sito ufficiale di Santa Rita da Cascia www.santaritadacascia.org, completamente rinnovato nei contenuti e nella fruibilità. Collegandosi al nuovo sito, sarà possibile, infatti, interagire col Santuario di Cascia in modo attivo, inviando richieste o segnalando le proprie preferenze attraverso i social network più utilizzati. Cliccando su NOTIZIE, dalla home page, sarete sempre aggiornati
sulle ultime novità che riguardano la comunità
delle monache e quella dei padri agostiniani. L’AGENDA consentirà a tutti di conoscere gli appuntamenti più importanti dell’anno e parteciparvi.
Nelle sezioni SANTA RITA e APPROFONDIMENTI,
potrete conoscere in dettaglio la vita di Santa Rita, della Beata Fasce e il mondo agostiniano.
Nella sezione SOGGIORNO A CASCIA i contenuti
sono stati pensati per il pellegrino che desidera
arrivare a Cascia e visitare il Santuario; per chi
vuole unire alla ricerca dello spirito, una gita alla
scoperta delle meraviglie paesaggistiche, storiche
e culinarie della Valnerina, la terra dove Santa Rita è vissuta.
Nella sezione PREGHIERE, è possibile scaricare la Novena, il Rosario e la Supplica a
Santa Rita e tante altre preghiere ritiane, oppure richiedere online la celebrazione di una
Santa Messa o inviare un’intenzione di preghiera alle monache, per affidarla alla Patrona
dei casi impossibili. In ogni momento, potete avere dettagli sull’Alveare e sulle altre opere di carità che le monache portano avanti per aiutare i più bisognosi.
Insomma, le novità online sono davvero tante! Tutte pensate per voi, sperando che siano
d’aiuto e da stimolo a condividere sempre più il mondo agostiniano di Santa Rita da Cascia, raggiungendoci, noi e voi, in tempo reale tramite web. Visitate il nuovo sito ufficiale
di Santa Rita da Cascia www.santaritadacascia.org, vi aspettiamo online!
5
La strage di Erba è una delle vicende di cronaca nera più drammatiche degli ultimi anni, avvenuta a Erba, in provincia di Como, l’11 dicembre 2006. Una coppia di coniugi uccide in modo
efferato la giovane vicina di casa Raffaella Castagna, il figlio di
due anni Youssef Marzouk, la madre, Paola Galli, e la vicina Valeria Cherubini (mentre il marito di Valeria, Mario Frigerio, si salva perché creduto morto dagli assalitori). Carlo Castagna, che in
questa vicenda perde la moglie Paola, la figlia Raffaella e il nipotino, da subito pronuncia parole di perdono. Il perdono di Carlo non è il frutto della riflessione di un uomo addolcito dal dolore, ma di una persona che vive il Vangelo nella sua pienezza...
«Vivere
il perdono
m’infonde pace»
Carlo Castagna risponde alle domande di Marta Ferraro
l suo perdono è arrivato
Nel suo libro “Il perdono di
subito dopo il “fatto”,
Erba” [Lucia Bellaspiga con
quando ancora non si coCarlo Castagna, Il perdono di
nosceva il nome dei reErba, Ed. Ancora] lei afferma
sponsabili. Come si arriva a
“Io il perdono non lo do. Lo viCarlo Castagna
perdonare tanta crudeltà? Non
vo”. Quanto e come la aiuta
so, io credo che il perdono sia il frutto di
nel quotidiano aver perdonato? Il perdono
un cammino fatto magari anche controvoper me è stato un dono dall’alto. Io sono un
glia o inconsapevolmente. Nella mia vita,
misero, un povero che quella notte ha incontrato l’infinita Misericordia di Dio. Il perfin da ragazzo ho avuto testimoni forti della
dono mi fa sentire in pace, mi infonde tranfede, anche mia moglie Paola è stata un
quillità. Di solito quando si riceve un torto,
dono dal cielo in tal senso. Il ”fatto” è stato
si dice: “Me la lego al dito!” Lei crede che
solo l’occasione per mettere in pratica i
per quello che è successo a me, fasciarmi
frutti di questo percorso.
I
6
RITA QUOTIDIANA
I
PREND I
E LEGG
Subito all’indomani della tragedia, mia suocera, mamma Lidia, mi ha detto queste parole:
Il perdono di Erba
“Ricordati che dobbiamo trovare spazio nel
Lucia Bellaspiga
cuore anche per gli assassini dei nostri cari e
con Carlo Castagna
chiedere la forza al buon Dio di sdraiarci sulla
Ancora Ed., 14 €
croce”. Nella strage di Erba gli hanno ucciso la
moglie Paola, la figlia Raffaella, il nipotino
Youssef. Come fa Carlo Castagna a pronunciare parole di perdono che suonano incomprensibili? In questo libro, la testimonianza di un “povero cristiano” che riesce a mettere in pratica
il Vangelo del Perdono.
Nel Vangelo c’è scritto
“Ama il tuo nemico”
un dito sarebbe bastato? Mi sarei dovuto fasciare un dito, la mano, il braccio.. tutto il
corpo e poi sarei morto, io credo. Invece, vivere il perdono m’infonde pace, permettendomi di credere che i miei cari sono nella
luce, dopo aver subito un martirio, quindi li
considero dei santi che possono fare del bene a tutti e che mi proteggono.
Molti devoti considerano Santa Rita la
Santa del perdono; anche lei concesse il perdono a chi le uccise il marito, lasciandola
sola con due figli piccoli. Questa esperienza
le è stata di esempio? Lei crede che sia pos-
sibile “insegnare” a perdonare? Fin da giovane mi sono imbattuto nella figura di Santa
Rita, ma forse la ricordavo di più come la
Santa della stigmata, solo dopo, avvicinandomi ai padri agostiniani e alle suore di clausura, ho fatto mia la sua storia completamente. Santa Rita è una santa mondiale,
non solo italiana. I suoi insegnamenti hanno
oltrepassato tutti i confini. Molto spesso, mi
chiedono di farmi testimone, per essere da
esempio agli altri. Ma io sono solo un povero
che ha trovato la Misericordia di Dio. Nel
Vangelo c’è scritto ”Ama il tuo nemico”. È
questo quello che faccio pregando per i “poveri soggetti” (gli assassini della famiglia di
Castagna, ndr), che sono le prime vittime di
questa storia e il mio cuore non sanguina
più. Io sono un miracolato.
Un lascito,
dono d’amore
Destinare anche un piccolo lascito testamentario al Monastero Santa Rita da
Cascia significa lasciare il segno della
tua presenza nel tempo.
Grazie ai lasciti, possiamo sostenere il
progetto “Alveare di Santa Rita”, una
speranza per tutti i bambini che erediteranno il tuo amore.
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del Monastero S. Rita, invia un’email con il tuo nome e cognome a
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hanno bisogno di te.
7
Classe 1983, la sua patria è l’Albania. Arriva in Italia per frequentare la facoltà di psicologia mantenendosi agli studi con piccoli lavori. Subito dopo l’abilitazione, la dott.ssa Violanda Lleshaj si
dedica all’integrazione scolastica dei bambini disabili. Un percorso di umanità e professionalità in
crescendo, che la porta alla direzione dell’Alveare nell’ottobre dello scorso anno…
Nuova direttrice
in Alveare
SOSTIENI CON NOI
IL PROGETTO ALVEARE
intervista di Roger Bergonzoli
iao, Violanda, quando ti ho chiamato
per avere la tua disponibilità a un incontro per l’intervista, tu mi hai risposto “mi trovi a casa”, intendendo per
“casa” l’Alveare di Santa Rita... Si è cosi.
Sant’Agostino dice «È dove abbiamo il cuore
che noi abitiamo». L’Alveare mi ha dato questa sensazione di stare in famiglia. Una famiglia che per me si raccoglie in serata dopo
l’orario lavorativo… che fa parte di una famiglia più grande che è il Monastero, in tutte le
sue parti!
Quale sarà l’Alveare che ha in mente Violanda? L’Alveare che ho in mente, rispecchia
proprio la casa. Quale posto migliore, che la
casa, per crescere, educare, formare? Oggi, il
miglior “investimento e progetto” per questi
bambini è quello di potenziare e valorizzare il
concetto di famiglia (sempre più in bilico)
nella continua ricerca di percorsi educativi
C
10€
consentono di comprare un
libro di testo per una ragazza che ha bisogno.
€
20
assicurano un’ora di sostegno pedagogico alle giovani
seguite nel doposcuola.
50€
è il costo di una settimana
di mensa per una delle ragazze in difficoltà.
100
garantiscono una visita medica specialistica ad una
giovane che ne ha bisogno.
€
200
€
ci permettono di acquistare
un kit di materiale didattico
completo per una ragazza.
La nuova direttrice dell'Alveare, Violanda Lleshaj.
L’Alveare è una struttura che vive unicamente grazie alle offerte di persone che
rendono concreta la loro devozione, attraverso l’aiuto ai più deboli. L’Alveare,
infatti, non riceve sovvenzioni pubbliche
di alcun tipo.
Per sostenere le Apette e i Millefiori,
basta una donazione, anche piccola,
tramite:
posta c/c nr. 5058 intestato a:
Monastero S. Rita da Cascia - banca
IBAN IT27D0631538330000001001328
SWIFT CRSPIT3S
specificando nella causale “Alveare”
8
CARITÀ DI SANTA RITA
adeguati. Vedo l’Alveare come una seconda
casa per le ragazze che vi abitano ed è importante proseguire e avere lo stesso filo conduttore con le famiglie di provenienza. Una casa
d’accoglienza, con il valore aggiunto di formare ed educare ragazze e future donne in grado
di poter affrontare le sfide, ma anche di saper
assaporare le meraviglie della vita. Poi c’è anche da proseguire il progetto dei Millefiori,
cercando di migliorare il servizio che viene offerto alla comunità casciana.
A pochi mesi dall’inizio del tuo incarico,
quali strategie stai mettendo in campo? Beh,
ho ancora tantissime cose da conoscere e osservare, proprio perché una realtà molto complessa e delicata. La priorità, verso le Apette
e tutti i piccoli dei Millefiori che “profumano”
nell’Alveare, è renderli più responsabili e autonomi; creare gruppo. Questo sarà possibile
anche grazie alla formazione progettata, sia
per le Apette, sia per le educatrici, condotta
dall’associazione salvatoriana “Cascada”. Un
lavoro con la finalità ultima di stimolare l’auto-individuazione, in un contesto di valori cristiani, con approcci centrati sulla dignità della persona.
Quanto sono importanti i benefattori dell’Alveare per Apette e Millefiori? Direi che so-
no fondamentali. Senza di loro, l’Alveare non
potrebbe esistere. È un’opera eccezionale e,
personalmente, spero che possano continuare
a sostenere con lo stesso entusiasmo la crescita di questi bambini. E a tutti un grazie di
cuore per la bontà: unico generatore di vita
virtuosa e di speranza.
Il 20 novembre 2011,
cinque, tra Appette e
Millefiori, hanno ricevuto
la Prima Comunione, mentre quattro Apette sono state
Cresimate, nella Basilica Santa
Rita da Cascia.
Nelle foto qui sopra: Emanuela
Mustafa (a sinistra), Jonas Sbornicchia (in alto) Omar Rasi (sopra).
Foto in basso, da sinistra: Adriano
Raponi e (sotto) Elisabeth Meledje Allabasson Felicité. Accanto: Emmauella Djendei,
Antonia Santini (in alto),
Maria Alina Fernandez Pedroso (in basso), Romina
Runci.
Quello
sguardo dolce
di Marco Cattaneo, Friburgo (Svizzera)
ella piccola cappella della Cité St-Justin a
Friburgo, gli abitanti devoti di Santa Rita e
gli studenti che risiedono nella casa si ritrovano quasi ogni giorno per pregare davanti alla nuova statua di Santa Rita. Durante il pellegrinaggio 2010 ad Assisi-Cascia-La Verna, mentre effettuavo delle compere, i miei occhi incrociarono uno
sguardo molto dolce, quello del viso di una statua di
Santa Rita, di dimensioni quasi reali. «Come starebbe bene da noi!» pensai.
Di ritorno a Friburgo, ancor prima di essermi occupato dei miei affari, squilla il
telefono. Una signora sconosciuta
mi dice: «mio marito
RITA È ANCHE QUI
ed io abbiamo deciso
di fare un dono per
comprare una statua
di Santa Rita per la
cappella: troviamo
che l’altare che le è
dedicato sia un po’
povero». In questa
chiamata mi è sembrato di vedere l’opera della Provvidenza.
Qualche settimana
più tardi, cercando
l’ortografia del nome
Paese Svizzera
di un donatore che
Città Friburgo
non riuscivo a leggeDa sapere Capitale del Cantone omonimo,
re, sono capitato per
Friburgo è una delle poche città bilingue
caso sul sito di una
della Svizzera (francese e tedesco). Santa
ditta che fabbrica ogRita è molto amata dalla popolazione, che
getti di arte sacra in
è in maggioranza cattolica. Con la catteItalia. Esploro il sito
drale di San Nicola, la città è sede vescoe sono riempito di
vile della Diocesi di Losanna, Ginevra e
Friburgo, dove sono attive oltre 260 pargioia, scoprendo una
rocchie.
statua di Santa Rita
con lo stesso sguardo
La statua di Santa Rita, posta nella cappella di Saint Justin.
N
10
NEL MONDO
S.O.S. RAZZISMO
Il rapporto 2010 della “Rete di consulenza per le vittime del razzismo” porta all’attenzione dell’opinione pubblica gli episodi di razzismo in Svizzera. «Gli episodi di razzismo» sostiene Jürg Schertenleib, presidente di Humanrights.ch «possono verificarsi in tutti gli ambiti di vita, nessuno escluso. In particolare, sono aumentate le segnalazioni di atti razzisti
contro persone di colore. È probabile che gli episodi di razzismo siano espressione di quello stesso atteggiamento di fondo che ha portato alla chiara accettazione dell’iniziativa popolare per l’espulsione dei criminali stranieri. Come già accaduto per l’iniziativa antiminareti, anche in questo caso il dibattito è stato contrassegnato da generalizzazioni populiste». Questo clima di esclusione e xenofobia, contribuisce ad abbassare la soglia di inibizione delle persone che, secondo Georg Kreis, presidente della Commissione Federale contro il Razzismo «iniziano a loro volta a trattare in modo denigratorio interi gruppi di popolazione. Il trattamento sprezzante del prossimo da parte di persone che, in virtù della funzione che ricoprono, dovrebbero fungere da esempio, danneggia lo Stato di diritto e la coesione sociale».
Tre mesi più tardi la
statua era terminata
dolce di quello che mi aveva colpito a Cascia. Ho subito contattato i responsabili
della ditta, lo scultore della statua e i donatori. Tre mesi più tardi, a fine settembre
2010, la statua era terminata e sono andato a cercarla in Italia.
La cappella di Saint Justin si trova al
centro della Cité St-Justin che, con altre
due case per studenti a Ginevra ed a Zurigo,
è uno dei luoghi di vita dell’Opera di St-Justin. Fondata nel 1927 dal canonico e futuro vescovo François Charrière, l’Opera permette a dei giovani di paesi in via di sviluppo di venire a formarsi nel nostro paese, per
poi trasmettere le loro conoscenze nei loro
paesi d’origine. Ogni anno, l’Opera offre tra
le 40 e le 50 borse di studio per questi giovani. Purtroppo, i visti per venire a studiare
Il gruppo di pellegrini provenienti da Friburgo,
sullo Scoglio di Roccaporena.
in Svizzera sono sempre più difficili da ottenere. L’Opera di St-Justin va avanti unicamente grazie a doni di benefattori e la mia
preoccupazione maggiore è di sensibilizzare
nuovi donatori. Attualmente, quasi 300 giovani di più di 70 paesi abitano alla Cité StJustin. In questa piccola ONU, i responsabili incoraggiano il dialogo interculturale e interreligioso. Come istituzione della Chiesa
cattolica svizzera, l’Opera promuove i valori
cristiani nella vita di tutti i giorni degli studenti che le sono affidati.
INVIACI LA TUA TESTIMONIANZA
Se, come noi, ami Santa Rita e desideri raccontarci la devozione popolare che coinvolge la tua
comunità, descrivere come festeggiate la festa della Santa o condividere le altre iniziative intraprese in suo onore, manda un articolo con le foto a [email protected]
11
APPUNTAMENTI
Cascia (Perugia), 4-7 aprile
Convegno “Pasqua e sfide del mondo: i sentieri di speranza oggi”
In occasione della Settimana Santa, l’Associazione “Amici di Sant’Agostino” realizza
un interessante convegno aperto a tutti presso l’Hotel delle Rose, a Cascia. Il tema dell’incontro viene affrontato dal dott. Ermes
Luparia. Per partecipare: tel. 0742.355622
- www.amicidisantagostino.com
Cascia (Perugia), 5-8 aprile
Triduo Pasquale e Pasqua
Giovedì Santo: ore 18.00 Messa in Coena
Domini; ore 21.00 Adorazione del SS.mo
Sacramento, fino alle ore 24.00.
Venerdì Santo: ore 18.00 Adorazione della
Croce; ore 21.30 Processione del Cristo
morto.
Sabato Santo: ore 21.30 Veglia Pasquale; il
giorno di Pasqua le SS. Messe avranno il seguente orario: 7.00 / 8.00 / 9.00 / 10.00 /
11.00 / 12.00 / 16.00 / 18.00.
Cascia (Perugia), 6 aprile
Via della spina
Alle ore 10.30 del Venerdì Santo, nel Monastero Santa Rita, ripercorriamo insieme la testimonianza di fede nella sofferenza della
nostra cara Rita, attraverso la suggestiva processione nota come “la via della spina”.
12
a cura di Fra Paolo Zecca osa
Santa Cruz (Brasile), aprile
Gemellaggio
In aprile inizia la prima fase del Gemellaggio annuale, che vede come protagoniste
Cascia e una città italiana o estera che ha
in sé un forte legame con Santa Rita. Quest’anno la città scelta è Santa Cruz, nello
Stato del Rio Grande do Norte, Brasile. È
talmente forte la devozione che questo popolo nutre verso Santa Rita, da costruire in
suo onore la statua religiosa più alta del
mondo (oltre 56 m d’altezza). La delegazione casciana, con a capo il sindaco Gino
Emili, in aprile, sarà accolta a Santa Cruz
dal sindaco della città, dando così inizio alle celebrazioni. La seconda e ultima fase
del Gemellaggio si concluderà a Cascia durante la festa di Santa Rita, ospitando noi
una delegazione dal Brasile.
Cascia (Perugia), aprile-ottobre
Omaggio a Santa Rita
Da aprile fino a ottobre, ogni ultimo giovedì
del mese, al termine della S. Messa delle
ore 18.00, renderemo omaggio a S. Rita, recandoci in processione fino all’interno della
Cappella che custodisce il suo corpo. Siete
tutti invitati a partecipare. Di seguito le date
dell’evento: 26/4 - 31/5 - 28/6 - 26/7 30/8 - 27/9 - 25/10.
Cascia (Perugia), 1 maggio
Mese Mariano
Tutte le sere del mese di maggio, alle ore
21.00, nella nostra Basilica ci ritroveremo
per la recita del S. Rosario.
Cascia (Perugia), 6 maggio
Festa della Famiglia
Il 6 maggio, alle ore 16.00, avrà luogo la S.
Messa per tutte le famiglie che celebrano
l’anniversario del loro matrimonio. Chi nel
2012 festeggia il 10° / 20° / 25° / 30° / 40°
/ 50° / 60° anno di matrimonio, durante la
Celebrazione riceverà la Pergamena Ricordo
di Santa Rita e una rosa. Per ricevere la Pergamena, è fondamentale essere presenti e
prenotarsi prima presso la segreteria della
Basilica al tel. 0743.75091.
Invia le foto dei tuoi piccoli a [email protected] con il consenso alla pubblicazione di entrambi i genitori.
SORRIDONO ALLA VITA
CASCIA EVENTI
Vieni a Cascia,
per la Festa
di Santa Rita!
12-20 maggio - Novena di Santa Rita
Con la partecipazione dei paesi della Diocesi di Spoleto-Norcia, il 12 maggio inizia la Novena di Santa
Rita, che ci prepara alla grande Festa del 22. Ecco il
programma (tutti i giorni): ore 15.30 Accoglienza dei
pellegrini; ore 16.00 Confessioni; ore 17.00 Visita
guidata in Monastero; ore 18.00 S. Messa; a conclusione preghiera nella Cappella contenente il corpo di
Santa Rita.
19 maggio - Processione dello Stendardo
Quest’anno, la processione che per tradizione si tiene
la domenica prima della Festa di Santa Rita, avrà luogo eccezionalmente sabato 19, alle ore 21.00. Con la
Processione dello Stendardo, Cascia rievoca il momento in cui Rita lascia Roccaporena e viene a Cascia, nel
Monastero di Santa Maria Maddalena. Lo Stendardo
Processionale raffigura quest’episodio. È la processione ufficiale del popolo di Cascia che ringrazia la sua
grande Santa, insieme ai pellegrini.
20-21-22 maggio - FESTA DI SANTA RITA
20 maggio
ore 21.00: Conferenza stampa in Basilica per presentare le donne la cui vita si avvicina molto a quella di
Rita, scelte per ricevere il Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2012.
21 maggio
ore 16.30: la Famiglia Agostiniana si ritroverà riunita
per la Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da P. Robert Prevost, Priore Generale dell’Ordine
Agostiniano.
ore 17.30: Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2012; a seguire, la Solenne Celebrazione del Transito di Santa Rita, che ricorda il passaggio della nostra Santa dalla vita terrena a quella del Paradiso,
presieduto dall’Arcivescovo di Spoleto-Norcia, Mons.
Renato Boccardo.
ore 21.30: arrivo della Fiaccola proveniente da Santa
Cruz, gemellata con Cascia.
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1. Allegra Salerno, Ardeer - Australia
2. Davide Iannuzzi, Orta Nova, Foggia - Italia
3. Emanuele Contu, Settimo San Pietro, Cagliari - Italia
4. Emma Rita Impellizzeri, North York, Ontario - Canada
5. Gioele, Samuele e Andrea Mattanzi
6. Marco e Michal Coretti Harvey, Montreal Canada
7. Matteo Maria Dezio, Vittoria, Ragusa Italia
8. Nicola Sauro, Orta Nova, Foggia - Italia
9. Nicolas Lamparezzi, Rutigliano, Bari - Italia
10. Nicole Rita Planta, Cagliari - Italia
11. Rebecca Panni, Bagnolo Mella, Brescia
- Italia
12. Sofia Rita Costanzo, Catania - Italia
22 maggio
ore 5.00: inizio delle SS. Messe, con il suono festoso
di tutte le campane di Cascia, proseguendo poi alle
ore 6.00 / 7.00 / 8.00 / 9.00.
ore 10.15: arrivo del Corteo storico sul Sagrato della
Basilica.
ore 11.00: inizio del Solenne Pontificale; a conclusione, benedizione delle rose e Supplica alla Santa.
ore 18.00: ultima Celebrazione Eucaristica, per i Benefattori del Santuario.
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Sant’Agostino sulla Pasqua
di P. Remo Piccolomini osa
a Cristo partono
due
strade:
quella della fede e quella dello scandalo; non si arriva mai
alla fede se non per mezza
dello scandalo», così ha scritto il filosofo danese di religione luterana, Sǿ ren Kierkegaard. Lo scandalo di cui parla il filosofo è quello della sofferenza suprema: la morte in
croce. Tu che leggi, non sii
sorpreso da questa affermazione: la vita di ogni uomo è un
cammino di sofferenza, di sacrificio, di lotte. Nella situazione attuale dell’uomo è così:
la salita è quella del Calvario.
Dio è sceso in terra per vivere
accanto all’uomo, condividerne le tribolazioni, ma carichi
di speranza in attesa del giorno della risurrezione. Sentiamo la voce di Agostino: «Cristo è vero Dio, nato da Dio Padre senza alcun inizio temporale; e nello stesso tempo è
vero uomo, nato da madre che
fu creatura umana nel momento fissato dalla pienezza
dei tempi; e che la sua umanità, per la quale è minore del
Padre, non diminuisce in nulla la sua divinità, per la quale
è uguale al Padre. Ma in questa doppia natura Cristo è
uno, e come Dio dice in assoluta verità: Io e il Padre siamo
uno, e come uomo con altrettanta verità afferma: Il Padre è
maggiore di me» (Il dono della
perseveranza 24, 67).
Gesù, figlio di Maria è il
mediatore tra Dio e gli uomini. «Il mediatore fra Dio e gli
uomini doveva rassomigliare
«D
Sant’Agostino, particolare dell’affresco
sulla volta del cappellone, nella Basilica
di San Nicola a Tolentino (MC).
Foto di P. Bruno Silvestrini.
14
in qualche cosa a Dio, in
qualche cosa rassomigliare
agli uomini: simile in tutto
agli uomini, sarebbe stato
lontano da Dio; simile in tutto
a Dio, sarebbe stato lontano
dagli uomini; e così non sarebbe stato un mediatore»
(Conf. X, 42, 67). «La via ti
sembra scabrosa, ti rende pigro, e così ti rifiuti d’andare
dietro a lui. Va’ dietro a lui. È
scabroso ciò che l’uomo ha
reso tale a se stesso, ma sono
state ridotte in polvere le sperità che Cristo cancellò ritornando al cielo» (Discorso 96,
3, 3). «Egli per offrire una via
di ritorno all’uomo che per superbia era uscito fuori del paradiso si degnò mostrargli in
se stesso la via dell’umiltà»
(Discorso 50, 11).
«Egli stesso si è fatto via,
una via attraverso il mare. È
per questo che ha voluto camminare sul mare (cf. Mt 14,
25), per mostrarti che la via è
attraverso il mare. … credi
nel Crocifisso e potrai arrivare. È per te che si è fatto crocifiggere, per insegnarti l’umiltà; e anche perché, se fosse venuto come Dio, non sarebbe stato riconosciuto. Se
fosse venuto come Dio, infatti, non sarebbe venuto per
quelli che erano incapaci di
vedere Dio. Come Dio, non si
può dire che è venuto né che
se n’è andato, perché, come
Dio, egli è presente ovunque,
e non può essere contenuto in
alcun luogo. Come è venuto,
invece? Nella sua visibile
umanità» (Comm. al Vang. di
Gv. 2,4).
AGOSTINIANI
MADRE FASCE
NON ESISTE LA FEDE SE NON C’È LA CROCE
di Cristina Siccardi
«Chi non soffre non ama» è un ammonimento, più che un insegnamento, quello di Madre Teresa Fasce e in una lettera all’amata sorella Carmelia annota: «… le anime elette devono somigliare a Gesù Crocifisso». Volle imitare Santa Rita: la spina che l’aveva trafitta era stata,
per la taumaturga umbra, una grazia d’immenso valore; anche Madre Teresa desiderò trovare
e conquistare quella grazia. Dirà: «Quanto sarei felice se come Lui, mio Sposo, potessi spargere fino all’ultima stilla il mio sangue per amor suo!». Venne esaudita: per più di trent’anni
portò in sé, senza lamenti, un cancro maligno che custodirà come pegno d’amore. Non esiste
la Fede se non c’è la Croce: portata con amore e abbandono alla volontà di Dio, essa è parte
integrante del piano della Salvezza di ciascuna anima. E la Croce non ottiene la sua finalità
redentiva, per sé e per gli altri, se non è accompagnata dal perdono. Madre Teresa Fasce,
dall’animo materno, non perdeva occasione per nutrire sentimenti di perdono, pur mantenendo fermo il principio di giustizia, imitando così, anche in questo, Gesù Crocifisso, che implorò: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34).
CORSI PER LAICI
28 giugno - 2 luglio
“Santa Rita tutta a Lui si diede” (tenuto da
P. Angelo Lemme osa)
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Per un’esperienza di alta spiritualità e di
formazione, vieni a Cascia e partecipa ai
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Santa Rita. La quota di partecipazione,
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30 luglio (pranzo) - 4 agosto
“L’umanità di Cristo secondo Sant’Agostino” (tenuto da P. Remo Piccolomini osa)
17 - 21 agosto
“Una Regola per tutti” (tenuto da Mons.
Giovanni Scanavino osa)
24 - 26 agosto
Corso per fidanzati (tenuto da Don Gianmario Pagano)
Referente: Sophie Alicino - Cell. + 39 333
8180 301 - E-mail: [email protected]
CORSI PER SACERDOTI E DIACONI
2 (pranzo) - 7 luglio
“Evangelizzazione e affettività” (tenuto dall’Istituto Patristico Augustinianum)
Aperto a tutti i sacerdoti e i diaconi
10 - 14 settembre
“Qual è la volontà di Dio: educarsi alla Parola” (tenuto da P. Francesco M. Giuliani osa)
17 (pranzo) - 20 settembre
“Amici e collaboratori (anche potenziali)
degli Agostiniani” (tenuto da P. Ludovico
Centra osa)
1 (sera) - 6 ottobre
Collegio Internazionale S. Monica
Aperto agli altri Agostiniani
CORSI PER RELIGIOSI E CONSACRATI
16 (pranzo) - 21 (mattino) luglio
Per religiosi e religiose con la Regola Agostiniana (tenuto da P. Giuseppe Pagano osa)
8 (pranzo) - 13 ottobre
“L’anno della fede: la vita nello Spirito” (tenuto da Mons. Giovanni Scanavino osa)
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Il bene più autentico
di P. Giuseppe Caruso osa
sentimento che talvolta ci porta a fare quotidiana memoria dei torti subiti, del male sofferto. Ovviamente nessuno vuol dire che certi dolori possano essere agevolmente lasciati dietro
le spalle: certi lutti possono cambiare l’intero
corso della vita e Rita, vedova di un uomo ucciso, lo sapeva bene. Chi aveva versato il san-
a morte di Paolo, il marito di Rita, avvenne in circostanze che si possono ricostruire solo ipoteticamente, facendo
leva solo su pochi indizi; ma anche se
i dettagli sfuggono, si coglie con sufficiente
chiarezza che quel tragico delitto maturò nell’ambito delle lotte che dividevano la popolazione di Cascia: lotte per acquisire e mantenere potere, ricchezza e prestigio. In un clima
carico di tanta violenza il delitto era all’ordine
del giorno: a un’intimidazione si rispondeva
con un’altra intimidazione, all’assalto con l’assalto, all’omicidio con l’omicidio, in una spirale di vendette che sembrava non dovere avere
Ferruccio Ferrazzi, Santa Rita nella gloria, abside di
Santa Rita, Basilica.
VIVONO IN CRISTO
L
mai fine. In effetti, e su questo occorrerebbe
riflettere continuamente, la violenza sembra
rigenerarsi continuamente, e l’odio richiama
altro odio, come il sangue richiama altro sangue. Forse nella nostra esperienza quotidiana
non viviamo più situazioni tanto cruente, ma
questo non significa che non siamo anche noi
vulnerabili al fascino terribile della vendetta, a
quella sorta di oscuro compiacimento che si
prova nel causare il male a quelli che, in un
modo o nell’altro, ci hanno fatto soffrire. Eppure nulla è più distruttivo della vendetta, che
tende sempre e soltanto a suscitare nuove
vendette, nuovi scontri, nuovi odi. Allo stesso
modo nulla è più distruttivo del rancore, quel
16
A te, Signore, umilmente raccomandiamo questi nostri defunti,
perché come nella loro vita mortale
sono stati sempre amati da Te d’immenso amore, così ora, liberati da
ogni male, entrino, per Tua grazia
nel riposo eterno. Portali nel tuo
Paradiso, dove non vi è più lutto,
né dolore, né lacrime, ma pace e
gioia con il Tuo Figlio e con lo Spirito Santo, nei secoli dei secoli.
Amen.
Ada e Maria Broetto (Cervarese
Santa Croce, Padova - Italia)
Antonia Zini in Cenzon (Grantorto,
Padova - Italia)
Gino Antinori (Cascia, Perugia Italia)
Giovanni De Angelis (Cascia,
Perugia - Italia)
Maria Di Bernardo (Calzolaro di
Umbertide, Perugia - Italia)
Maria Matteucci (Fumone,
Frosinone - Italia)
Maria Picci (Quartu Sant’Elena,
Cagliari - Italia)
Maria Teresa Corsi in Montanari
(Siena - Italia)
Mariella D’Angelica (Roma - Italia)
Maurizio Mercadenti (Roma - Italia)
Paolo Pucciotti (Vallo di Nera,
Perugia - Italia)
Rina Rizzi (Mantova - Italia)
Rosaria Cicero (Frigintini, Ragusa Italia)
Don Vittorio Paci (Fermo- Italia)
TESTIMONIANZA DI GIORGIO SPADONI
(ROCCAFLUVIONE, ASCOLI PICENO - ITALIA)
All’età di nove mesi, nel lontano 1944, mi ammalai di enterite. A quell’epoca, quando la seconda guerra mondiale era in pieno svolgimento, non si trovavano i farmaci per curare tale
malattia. Molti bambini della mia zona morirono; io ero sulla stessa strada, dato che, da come raccontava la mamma, da una decina di giorni, bevevo solo poche gocce di latte. Ormai
presa dalla disperazione, la mamma, devotissima a Santa Rita, pensò di affidarmi a lei e iniziò la Novena facendole le promesse che, in caso di guarigione, mi avrebbe portato a Cascia
a fare la Prima Comunione.
Al terzo giorno di Novena, sognò che stavo affogando nel bottaccio del mulino ad acqua, antistante la nostra casa; non sapeva cosa fare perché, se si fosse buttata in acqua per tentare di
salvarmi, rischiava di affogare anche lei, così sarebbero rimaste sole le due sorelle. Ad un
tratto vide che, nuotando, un cagnolino bianco si avvicinò a me, mi prese per il collo e mi
portò a riva dove ad aspettarmi c’era Santa Rita vestita di bianco. Mia madre, presa dallo
spavento, si svegliò, corse al mio lettino ed osservò che dormivo tranquillo; da quella notte le
mie condizioni fisiche migliorarono fino alla completa guarigione.
Il 15 agosto 1954, mantenne la promessa fatta, mi portò a Cascia, nella Basilica, per fare la
Prima Comunione. Per me fu un’emozione fortissima; da quel giorno ho sempre mantenuto
nel cuore Santa Rita, dalla quale, ne sono certissimo, non mi allontanerò mai.
LA PREGHIERA
gue di Paolo aveva cambiato tutto, intorno a
lei e, provocandole un dispiacere così grande,
anche in lei: ma non aveva cambiato la sua
convinzione profonda che il bene, alla fine,
seppur in modo misterioso, trionfa. Siamo così
arrivati al punto centrale del nostro argomento: il male che qualcuno mi infligge può ferirmi in molti modi, può anche uccidermi, ma
non può cambiare il mio sguardo sulla vita,
non può farmi diventare una persona disillusa
e incattivita, a meno che non sia io, e solo io,
GRAZIA RICEVUTA
TRACCE DI RITA
a volerlo. Perdonare, lo si è detto tante volte,
non è facile; a volte è un cammino che dura
l’intera vita; eppure è un cammino che vale la
pena di percorrere sempre, perché il rancore e
la vendetta sono, anche se non sembra, ben
più dure e costose. Una volta di più troviamo
conferma che il Signore Gesù, quando ci ha
comandato di offrire con generosità il perdono, ha voluto il nostro più autentico bene: Rita
lo ha creduto fermamente, e in questo è per
noi una buona maestra.
PER LA MORALITÀ NELLA VITA PUBBLICA
Signore, che hai creato tutto l’universo e hai dotato la terra di ricchezze sufficienti a
mantenere tutti coloro che vi abitano, vieni in nostro soccorso.
Signore, che pensi ai gigli del campo e agli uccelli dell’aria, li vesti e li nutri e li fai
prosperare, manifesta anche a noi la Tua Provvidenza paterna. Aiutaci, Signore: poiché la nostra salvezza può venire soltanto da uomini onesti e buoni, metti nel cuore
nostro e del nostro prossimo il senso della giustizia, dell’onestà e della carità. Guarda
la nostra famiglia, che fiduciosamente aspetta da te il pane quotidiano. Fortifica i nostri corpi. Rasserena la nostra vita, perché possiamo corrispondere più facilmente alla
tua grazia divina e sentire che su noi, sulle nostre preoccupazioni e angustie, veglia il
Tuo amore di Padre. Amen
(da Insegnaci a pregare. Pregare insieme a Santa Rita, a cura di P. Giustino Casciano
osa, Ed. Monastero Santa Rita da Cascia)
17
PIA UNIONE PRIMARIA
a cura di Natalino Monopoli
L’Associazione Santa Rita è nata ad Orta Nova (in provincia di
Foggia) nel dicembre 1988. Nel gennaio del 1989, dietro richiesta del parroco don Luciano Avagliano, è giunta una preziosa reliquia, che ha dato maggiore impulso all’amore verso la
Santa e stimolo a seguirne le orme. Oggi l’Associazione conta
circa 53 iscritti che si riuniscono il giorno 22 di ogni mese, per
recitare il Santo Rosario e partecipare alla Celebrazione Eucaristica; non mancano inoltre alcuni incontri formativi…
Come portiamo
Rita alla gente
Associazione Santa Rita, Orta Nova
l 4 aprile 2011, il vescovo della diocesi di Cerignola - Ascoli Satriano, S.
E. Mons. Felice di Molfetta, ha benedetto e inaugurato
la nuova edicola di Santa Rita
da Cascia, dov’è conservata
una reliquia della Santa, presso la parrocchia B.V.M. di
Lourdes in Orta Nova. Il progetto è stato curato da lui
stesso con generosità e zelo
apostolico, fornendo indicazioni affinché venisse realizzata
un’opera sobria, nel rispetto
delle norme liturgiche.
L’Associazione Santa Rita
della Parrocchia B.V.M. di
Lourdes si è impegnata nella
diffusione della spiritualità
agostiniana, cercando di presentare alla gente Santa Rita
come modello di vita cristiana;
durante tutto l’anno, gli associati si recano settimanalmente nelle famiglie per leggere
una pagina del Vangelo e recitare il Rosario, portandovi la
I
statua pellegrina della Santa.
Il 26 gennaio ha inizio la pia
pratica dei Quindici Giovedì, in
cui è impegnata l’intera comunità parrocchiale. Dal 13 al 21
maggio, viene vissuta in modo
intenso la solenne Novena, caratterizzata da alcuni momenti
quali: la benedizione delle gestanti e delle coppie che celebrano l’anniversario di matrimonio; la benedizione dei
bambini, delle vedove e delle
persone celibi e nubili. Una
giornata molto intensa è quella
dedicata alla solenne esposizione Eucaristica. Il giorno 21
maggio, vigilia della festa di
Santa Rita, alle ore 22.30, viene celebrata una veglia di preghiera, con il ricordo del dono
della spina. Alle ore 24.00 rievochiamo il beato transito della Santa e le campane suonano a festa; successivamente
vengono benedette le rose. La
festa solenne della Santa degli
Impossibili viene dunque vissuta con grande partecipazione di popolo e sentita come
culmine del cammino associativo: viene benedetto il pane
da portare alle persone ammalate; i bambini della scuola
dell’infanzia e delle scuole
primarie vengono ad onorare
la Santa. Momenti intensi della giornata sono: la S. Messa,
con la partecipazione degli
ammalati e degli studenti, la
recita della supplica, la Celebrazione Eucaristica, a cui
partecipano tutte le associazioni, le autorità civili e militari; per concludere, non manca
lo spettacolo di fuochi pirotecnici offerto dai devoti. Il 23
maggio il popolo ortese chiude
i festeggiamenti, celebrando
l’Eucarestia di ringraziamento
per i favori celesti ottenuti
mediante l’intercessione dell’amata Santa Rita.
ISCRIVITI ALLA PUP
Che tu sia una persona singola o membro di un gruppo, iscriviti alla PUP! Parteciperai così ai nostri
incontri regionali e nazionali, conoscendo chi, come te, è devoto alla cara S. Rita. Per informazioni,
puoi rivolgerti alla responsabile nazionale, Alessandra Paoloni: [email protected]
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SULLA BUONA STRADA
Pellegrina nel cuore
appy Nonna
Elsa!” Così
mi scrive la
sua nipotina,
Martina. Felice Elsa! Perché?
Per aver ascoltato la S. Messa
trasmessa dalla Basilica su
Rete 4 il 6 novembre 2011.
Mai venuta a Cascia, Elsa, ma
“H
sconosciuta. Domenica ho
colmato questa lacuna.
Ma il motivo per cui le
scrivo è un altro. Domenica,
quando l’ho vista in TV, caro
p. Mario, mi è tornato in mente mio zio Gesuita, P. Ludovico Marino, di S. Fedele di Milano, fondatore dell’Opera
lei. Non sono mai venuta a
Cascia ma questa emozione è
stata talmente forte che sono
“tornata” in me arricchita di
tante cose che avevo
scordato.
Grazie cara Signora Elsa,
felice anch’io di aver condiviso con lei questa esperienza e
di averla partecipata, con il
suo consenso, a quanti la leggeranno. Felice, inoltre, di
averla fatta sostare, da così
lontano, un attimo nel nostro
Santuario, come una pellegrina nel cuore, accanto a Santa
Rita.
Padre Mario De Santis osa,
Rettore Basilica Santa Rita
quel giorno era la prima volta;
era lì presente, in prima fila
tra i banchi, pregando con S.
Rita e contemplando il suo
bel Santuario, reso ancor più
bello dalle sfolgoranti luci
della tecnologia televisiva. Ma
lasciamo parlare lei: così si
racconta:
Molto spesso sono costretta a seguire la S. Messa domenicale in TV, non potendo
uscire. Domenica 6 novembre
ho assistito alla S. Messa trasmessa dalla Basilica. È una
vita che sognavo di recarmi al
Santuario di Cascia. La storia
di S. Rita mi era totalmente
Malati Poveri, morto 15 anni
fa. Era tale e quale a lei, da
giovane, con gli stessi occhi
“trasparenti”. Mi ha fatto
molto impressione seguirla
durante la sua S. Messa. Lui
era talmente buono con tutti,
umile e disponibile, tanto da
donare agli altri quanto di più
prezioso possedeva. Ogni volta che veniva ripreso in primo
piano mi rammentavo tutte
queste cose ed io scrutavo i
suoi occhi e sembrava che mi
guardassero come faceva lo
zio quando andavo a trovarlo.
È stata per me una Domenica
speciale, soprattutto grazie a
19
SCRIVI A PADRE MARIO
Ogni pellegrino che giunge
al Santuario Santa Rita da
Cascia, compie un viaggio
sulla buona strada dei valori ritiani. Invia a P. Mario
De Santis la tua testimonianza di pellegrinaggio a
[email protected] autorizzandoci
alla pubblicazione, per riflettere insieme sui valori
che Rita ci trasmette.
L’aritmetica
del cristiano
di Sr. M. Giacomina Stuani osa
iprendendo il filo dell’Editoriale, poiché il perdono presuppone l’amore, potremmo riscrivere così
l’inno alla carità di S. Paolo (1 Cor 13):
R
La carità non timbra il cartellino per il datore di lavoro
perché non ha orario la carità…
La carità è la virtù dalle tasche bucate perché dà tutto
la carità…
La carità ha sempre il portafoglio vuoto perché si spende
per tutti la carità…
La carità non si vergogna di essere giumento di Cristo
perché porta Cristo la carità
La carità si mette il grembiule perché è cameriera alle
dipendenze di Dio la carità…
E il perdono? Il perdono ha i colori dell’arcobaleno: il
verde della Speranza, il giallo della Pace, il rosso
dell’Amore, il violetto dell’Umiltà, l’azzurro della Gioia, il
blu del Regno dei Cieli.
La carità e il perdono non conoscono la matematica, loro
vivono solo per moltiplicarsi…
Il cristianesimo è la religione del “per”, ha detto una volta qualcuno… è l’unica operazione aritmetica che prende in
considerazione il cristiano. E il per-dono fa parte di questa
operazione. La strada del perdono è illuminata dalla fiaccola
della fede. La via sembra quella della sconfitta e invece è la
via della vittoria, la vittoria coraggiosa dell’amore. Perdona chi
ama… chi nel bivio del proprio cuore individua la segnaletica
che indica: Direzione Amore… Direzione Vita…
Ma non c’è solo il perdono all’altro, bensì anche il perdono
di Dio per noi creature. Perdonare perché prima di questo nostro atteggiamento sentiamo limpido nel cuore che il Padre
ci ha perdonato e ci guarda sorridendo, con amore. Dobbiamo essere disposti a ricominciare sempre di nuovo
a perdonare perché anche Dio ogni giorno ci perdona
di nuovo.
IN PAROLA
a cura di
P. Vittorino Grossi
E di nuovo, allontanatosi, [Gesù] pregava dicendo:
“Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che
io lo beva, sia fatta la tua volontà”.
(Mt, 26-42)
20
DIALOGO COL MONASTERO
Il peccato è caos, è buio. Quando Cristo
sulla croce morì portando su di sé tutti i peccati dell’umanità, si fece buio sulla terra, la
terra si scosse, il velo del tempio si squarciò
in due da cima a fondo… Il perdono è la luce della risurrezione che riporta ordine, l’ordine dell’amore, che ristabilisce unità, armonia, pace. Sul legno di quel patibolo è fiorita
la misericordia: “Padre, perdonali, perché
non sanno quello che fanno” (Lc 23, 34).
Anche noi siamo chiamati al perdono dei figli, proprio sull’esempio del Figlio che ha reso la Croce segno del perdono e non strumento di morte. Se preghiamo usando le
stesse parole di Gesù sulla Croce facciamo
esperienza della forza di quelle parole, perché il perdono è una forza interiore liberante.
Perdono al prossimo, perdono di Dio… e
perdono a se stessi. Questo è il compito più
difficile: perdonarci e riconciliarci con noi
stessi. Riconciliarci con noi stessi è accogliermi in tutto ciò che sono, è dire di sì
ogni giorno a tutto ciò che è in me: capacità e difetti, punti forti e punti deboli,
gioie e dolori. È amarci, anche se non corrispondiamo all’immagine che ci siamo fatti
di noi stessi. È attraversare un fiume di lacrime per arrivare alla sponda della riconciliazione. È guardarci con lo stesso sguardo
d’amore con cui ci guarda Dio. È sentirci
magnificamente belli perché siamo un’opera d’arte di Dio. È sentire il cuore spalancarsi perché crediamo che Dio ci ha perdonato prima di noi, e continua a perdonarci
infinitamente.
Qualcuno ti chiAma
CORSO DI ORIENTAMENTO
VOCAZIONALE FEMMINILE
Cascia, 20-25 agosto
Per informazioni ed iscrizioni:
Monastero Santa Rita da Cascia
tel. 0743.76221 - fax 0743.76786
e-mail: [email protected]
Carissima sorella e amica,
in queste poche righe desideriamo ridirti
alcune parole chiave dette da Gesù, che
pensiamo possano essere significative
per la tua vita. Gesù è venuto a darci la
vita e vuole che tu l’abbia in abbondanza
(cfr. Gv 10, 10).
Che cosa cerchi? È una domanda che prima o poi ti devi porre…
Venite e vedrete… Non aver paura di varcare la soglia della Sua Casa, di parlare
con Lui faccia a faccia…
Se tu conoscessi il dono di Dio… Il dono
che Dio ti fa è qualcosa di grande: è Lui
stesso…
Prendi il largo… Prendi i remi della tua
vita e naviga in mare aperto…
Non temere, continua ad avere fede…
Perché con lei attraverserai il deserto…
Se vuoi… vieni e seguimi… La tua strada
è una sola: Cristo. Lui sta passando…
(estratto dell’articolo pubblicato nel 2008
sul bimestrale“Presenza agostiniana” degli
Agostiniani scalzi)
P. PROSPER GRECH NUOVO CARDINALE
Il 18 febbraio scorso, Benedetto XVI ha
creato 22 nuovi Cardinali. Fra questi, c’è
anche il nostro confratello, P. Prosper Grech osa, che vi presenteremo con un articolo sul prossimo numero. Nato a Birgu (Malta) 86 anni fa, P. Prosper entra nell’Ordine
di Sant’Agostino nel 1943; ha fondato l’Istituto Patristico Augustinianum.
Se vuoi vieni a trovarci… per condividere
con noi Gesù, la preghiera, ciò che porti
nel tuo cuore. “Non abbiate paura di cercare Dio, perché Egli vi sta cercando e vi
ama”(Giovanni Paolo II).
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DIALOGO COL MONASTERO
Da molti anni ormai (ho 42
anni, quasi 43) soffro terribilmente perché non ho un marito, una famiglia mia. Quando
qualcuno mi si è avvicinato si
è poi allontanato da me senza
motivo (tanto che siamo sempre rimasti amici - quelli veri)
per poi sposarsi con altre donne. A distanza di tempo mi
sento sempre dire che hanno
sbagliato. Ma intanto io sono
sola. Anni fa, ho pregato Santa Rita perché potesse intercedere per me per ottenere la
grazia del matrimonio, ma forse non sono stata abbastanza
brava. Il fatto è che la grazia non è mai arrivata e pur essendo stata molto vicino all’evento sono
ancora sola. Nelle riviste come la vostra, leggo sempre di grazie ottenute, di grandi gioie, di grazie
insperate e impossibili che invece sono arrivate. Perché non viene mai pubblicato nulla su chi, come me, soffre nell’anima e nel profondo del cuore? Non scrivetemi, vi prego, come mi sono sentita
dire da qualcuno, che potevo cercare la felicità altrove, magari facendo volontariato. Chiunque risponde così, credo non abbia capito che nella vita ciò che conta è poter amare (ed essere amati
aggiungerei con presunzione). Che senso ha fare volontariato se poi si rientra a casa con il vuoto
nel cuore perché aprendo la porta trovi solo quattro pareti e dei mobili? Credo che una vita senza
amore non è degna di essere vissuta. Una sincera cristiana.
Voglia
d’amore
Carissima,
mi piace come firmi la tua lettera: “una sincera cristiana”… perché pur nella prova che tanto ti
fa soffrire per un desiderio più che legittimo che ancora non vedi realizzato, avere al tuo fianco una
presenza che riempia di luce la tua vita, hai accolto il dono della fede e credi nei valori che rendono
più bella la vita. Ciascuno di noi desidera amare ed essere riamato, l’hai scritto anche tu. È l’amore
con il quale Dio ci ha amati per primo e che ha messo nel nostro cuore perché possa essere ridonato. A volte capita che un desiderio, per noi vitale, non si realizzi come vorremmo. E allora non dobbiamo più amare? La nostra felicità consiste nel fare della nostra vita un dono per gli altri. Tu hai
messo da parte la possibilità di fare il volontariato, forse ti è sembrata una soluzione di ripiego… È
qui che vorrei farti riflettere: hai mai pensato il volontariato come espressione di solidarietà verso
chi è nel bisogno? Conosco molte persone che dopo essere state provate dolorosamente dalla vita
hanno deciso di non piangersi addosso, ma di dare significato alla propria esistenza e hanno trovato, nel donarsi con amore ai fratelli, tanto amore al punto che mi dicono: “Quello che do è tanto poco, mentre quello che ricevo è tantissimo. I vecchietti mi aspettano con una gioia, con un sorriso
che mi fanno dimenticare i miei dolori e mi danno tanto amore che riempie di
gioia e di pienezza la mia vita”. L’amore è ricompensa a se stesso. Nel tuo cuore c’è tanto amore, perché lasciarlo lì con il rischio di inaridirsi? Donalo, si moltiplica, rende felici e potrai fare un’esperienza
che rende piena e gioiosa la tua vita. L’amore che
LA BADESSA RISPONDE
ti verrà donato riempirà anche la tua attuale soliSe desideri condividere
tudine. Perché non provare? Prega. Dio ti indicon noi i tuoi timori, i tuoi
cherà la via, perché Lui ha un progetto per tutti
dubbi o la tua felicità, scrivi a
noi. Su ciascuno, Dio ha un sogno. Lasciati [email protected],
minare dalla luce della Sua Parola e riscaldare
specificando di autorizzarci alla pubblicaziodal suo amore per comprendere qual è il sogno
ne della lettera. Madre M. Natalina risponche Dio ha per te. È questo che Lui vuole, perché
derà a tutti, sulla Rivista o in forma privata.
tu sei preziosa ai suoi occhi.
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Bomboniere
solidali
di Santa Rita.
Fatte per Amore.
!
Codice A - Rosa - portachiavi
Le Bomboniere solidali di Santa Rita sono
un prodotto di artigianato realizzato dal
Monastero Santa Rita da Cascia, per
sostenere i progetti di carità in favore dei
più bisognosi, come sempre, in modo
concreto e diretto. Da oggi puoi unire, alla
gioia della tua festa, un sentimento che ci
rende tutti parte della stessa famiglia:
l’amore per la solidarietà.
Codice B - Cuore
Per richiedere le Bomboniere solidali, basta compilare il modulo d'ordine e inviarlo
insieme alla ricevuta di avvenuto versamento, tramite
• fax 0743.750179
• e-mail [email protected]
• posta Monastero S. Rita da Cascia - 06043 Cascia (PG)
Al momento è possibile fare ordini solo per l’Italia. Per informazioni sulle Bomboniere solidali: tel. 0743.750941
cognome
nome
indirizzo
città
cap
tel.
provincia
cell.
e-mail
note (specificare l’indirizzo di consegna solo se diverso da quello indicato sopra)
Data cerimonia
Con la presente, si richiede l’invio delle seguenti Bomboniere Solidali (ordine minimo 10 pezzi)
Codice Descrizione
Quantità
Contributo unitario
A
Rosa - portachiavi
6€
B
Cuore
5€
Spese di spedizione
TOTALE COMPLESSIVO
TOTALE
10 €
Battesimo
Comunione
Cresima
Matrimonio
Nozze d’argento
Laurea
Modalità di versamento: posta: c/c postale nr. 5058 - intestato a: Monastero S. Rita da Cascia
banca: IBAN IT27D0631538330000001001328
Specificando nella causale “Bomboniere”
Data
Firma