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Maggio/Giugno 2007
Sommario
in questo numero
Giugno Agroalimentare
Piano per l’agricoltura salernitana
pag
4
Festival itinerante della dieta mediterranea
6
Salerno incontra l’Europa
7
Dieci anni di Medisalus
8
Il festival di Pioppi
9
Premio della Cucina Mediterranea
11
Speciale Pir 3
Lungo le strade della storia
13
Boom di finanziamenti per le Aziende agricole
25
Viaggio nei sapori
28
News Piana del Sele
UPA: “tre le priorità per il comparto agricolo”
30
Anno II- N° 3 Maggio/Giugno 2007
News Agro
Conservieri: la scommessa del Made in Italy L’intervista
CCIAA: in crescita il turismo
31
Reg. Tribunale di Salerno
n. 08/2007del 10.04.2007
Direttore Responsabile
Demetrio Cuzzola
32
I prodotti
Il fascino dell’annurca
33
Agricoltura & scuola
34
Il progetto
Biodistretto & biospiagge
L’evento
Ad Albanella il live8 dell’ecologia
Estate salernitana
Gli eventi di Luglio e Agosto
Direzione Amm.va - Editoriale
Francesco Pepe (Soggetto Resp. PIR 4)
Coordinamento Istituzionale
Ass.to Prov.le Agricoltura - Salerno
Redazione
Vera Arabino-Coordinamento
Walter Brancaccio - Diletta De Sio
Caterina La Bella - Luciana Mauro
Francesca Rinauro - Gerardo Russo
Annavelia Salerno - Patrizia Sereno
35
36
Segreteria
Anna Pellegrino
37
Progetto Grafico/Impaginazione
Maria Rosaria Di Maio
Ernesto D’Agostino
Fotografie
Claudio Sessa by Foto Sessa - Baronissi
Nel prossimo numero
Speciale
P I R Ambito 4
Alburni - Calore
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Incisivo-Salerno
Maggio/Giugno2007
Entra nel vivo l’estate salernitana...
P
residente Villani,
quali sono le attese per la stagione
turistica 2007?
L’anno in corso rappresenta una sfida importante per il turismo, soprattutto a Salerno, alla luce del
sottoscritto Programma
operativo interregionale
Attrattori culturali, naturali
e turismo. E’ un prezioso strumento attraverso il quale si attueranno
le indicazioni del Quadro Strategico Nazionale nelle Regioni del Mezzogiorno di Italia per il prossimo ciclo di programmazione 2007/2013.
Ci sono, infatti, 9 miliardi di euro per lanciare la sfida per il futuro
del Turismo. Punteremo sulla riqualificazione del tessuto urbano e
nell’innovazione dell’impresa turistica (in primo luogo quella ricettiva).
Non ultimo, nel far avvicinare il divario tra prezzi e qualità.
Quali le strategie messe in atto dalla Provincia?
La parola d’ordine è destagionalizzare. Che, semplificando, vuol dire:
portare la stagione turistica da quattro a sei mesi. Non più il solo periodo estivo ma anche e soprattutto i mesi precedenti e successivi. La
primavera e l’inizio dell’autunno. Come? Puntando sulla promozione
del turismo, salvaguardia ambientale e sapori locali. Puntare sulla
filiera di prodotti tipici facendoli sposare con le risorse naturali del
territorio. Enogastronomia, bellezze paesaggistiche e archeologiche:
ecco, una filiera, come dicevo, composta da anelli che si intrecciano,
tutti fondamentali per un pacchetto di promozione turistico che sappia
far fronte alle richieste di ogni singolo. Come Delegato al Turismo per
l’UPI (unione piccoli comuni), considero questa realtà come parte
integrante dello sviluppo economico di un Paese che va difesa. La
difesa delle tradizioni salernitane, per capirci. Stiamo parlando, in
termini più tecnici, di un modello di sviluppo territoriale flessibile,
che coinvolge tutta la comunità e non soltanto, per esempio, grandi
gruppi imprenditoriali che potrebbero avere interessi di altra natura,
un lavoro di impresa collettivo, che contribuisce a far fare un passo in
avanti straordinario allo sviluppo del turismo inteso, proprio dai piccoli
Comuni, come risorsa economica.
Pochi eventi ma “mirati”: si continuerà con questa politica?
Sono del parere che bisogna puntare su eventi importanti e soprattutto utili, che sappiano dare frutti. La questione non è numerica,
ma sostanziale. La Provincia di Salerno promuove manifestazioni
di eco internazionale che, con dati alla mano, creano turismo, registrano presenze, danno risposte. E, non ultimo, abbracciano le più
svariate richieste. Mi spiego con degli esempi: la Borsa Archeologica
di Paestum; la Borsa Verde; il Salone della Mozzarella. Come non
menzionare il Progetto Prusst. Quest’ultimo vede protagoniste due
aree: Salerno e il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. Si
punta sulla riqualificazione urbana e ambientale dei comuni interessati, sulle infrastrutture di rete per la mobilità; sull’ospitalità diffusa.
In corso, la riqualificazione di strutture fatiscenti che diventeranno
punti di ricettività.
Punto di forza e punto di debolezza del turismo salernitano.
Paradossalmente, i punti di forza a volte riescono a diventare punti
di debolezza. Cosa voglio dire: le bellezze naturali del territorio, paesaggistiche e archeologiche sono attrattori naturali talmente forti che,
inevitabilmente, non saranno mai paragonabili a qualsiasi grande e
importante evento. E penso alla Costiera Amalfitana.
Cosa ne pensa del nuovo Testo Unico sul turismo varato (anche
se non ancora approvato) dalla Regione Campania?
Si tratta sicuramente di un provvedimento importante che disciplina in
maniera compiuta l’intero settore turistico, anche nell’ottica del decentramento delle funzioni amministrative, precisando competenze e funzioni
di tutti gli operatori del settore e dando ampio spazio alla formazione
e alla qualificazione del personale interessato. L’obiettivo primario è
ripristinare il pilastro fondamentale su cui deve reggersi tutto il sistema
turistico campano: l’accoglienza e la ospitalità professionale rispettando
sempre le vocazioni per ogni singolo territorio di appartenenza.
Oggi come oggi il turismo è davvero l’unico comparto dell’economia sul quale poter puntare in provincia di Salerno?
E’ sicuramente il punto di forza. E sarebbe sbagliato non lavorare
per valorizzare le risorse che offre il territorio. Naturalmente, non
abbiamo mai trascurato gli altri comparti, quale quello imprenditoriale,
universitario, agroalimentare, per citarne alcuni.
... gustosa partenza con giugno agroalimentare
A
ssessore Martinangelo, l’estate salernitana si è aperta
in “verde”, grazie al cartellone di eventi del “Giugno dell’Agroalimentare Salernitano”. Quale il bilancio?
Coordinare tutti gli eventi in un unico cartellone ci ha consentito di
potenziare l’effetto attrattivo sul pubblico, nonché di massimizzare la
promozione della nostra eccellenza agroalimentare. Una full immersion
nei sapori di una terra che, da sempre, porta la qualità sulle tavole di
tutto il mondo, ma anche un’occasione di approfondimento su tematiche di fondamentale importanza per il comparto, con la presentazione
del piano strategico per l’agricoltura salernitana.
Non a caso, il momento clou di questo mese è stata la visita a
Salerno degli europarlamentari della Commissione all’Agricolture
dell’UE.
Il 12 giugno una delegazione della Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo ha visitato la Provincia di Salerno, unica tappa con
Bari, nel Mezzogiorno d’Italia. Segno che l’attenzione dell’Europa è
concentrata sui veri territori d’eccellenza dell’agroalimentare italiano.
E’ stata l’occasione per fissare le priorità d’azione, per fare in modo
che la nostra agricoltura sia in grado di affrontare le sfide del mercato
globalizzato.
Quali sono queste priorità?
Il sistema agroalimentare è da troppo tempo in tensione e solo una
operazione di grande trasparenza può restituire il rapporto di fiducia
con i consumatori. Etichettatura, rintracciabilità, monitoraggio degli
Maggio/Giugno 2007
alimenti sono le priorità dalle quali
non si può prescindere. I sistemi
attuali, se pur più efficienti rispetto
ad altri paesi, hanno però delle
maglie larghe e delle competenze
che non si incrociano e hanno
difficoltà a coordinarsi tra i vari ministeri e le autorità locali; in queste
contraddizioni si possono inserire
le importazioni clandestine, le
frodi alimentari e i commerci senza
scrupoli. E’ ormai maturo il tempo
per la costituzione di un’Autorità
italiana per la sicurezza alimentare coordinata con quella europea.
La definizione di specifiche competenze e l’autonomia di iniziativa,
all’interno di un raccordo con il Ministero dell’Agricoltura e della Sanità,
rappresentano le garanzie per gli interessi generali dei consumatori in
materia di sicurezza alimentare affinché, questi non vengano sottovalutati nel processo decisionale dell’autorità pubblica. Di pari passo è
necessario sviluppare una moderna rappresentanza dei consumatori,
oggi fondamentale nel nostro Paese, una rappresentanza che abbia
nell’autonomia di giudizio e nell’autorganizzazione i suoi punti di forza.
L’agricoltura è stata sottratta alle tavole, per questo occorre una forte
iniziativa di educazione alimentare che coinvolga principalmente le
attività educative e scolastiche, per diffondere il valore dei prodotti
alimentari naturali e il loro rapporto con la salute.
Giugno Agroalimentare
Apertura in verde per l’estate salernitana
Grande successo per i sei eventi del “Giugno dell’Agroalimentare Salernitano”, con la regia
unitaria dell’Assessorato provinciale all’Agricoltura
D
alla produzione di qualità fino alla buona tavola,
espressione di tradizione culinaria doc e garanzia di
benessere con la dieta mediterranea. E’ stato l’Agroalimentare il protagonista, a 360 gradi, del Giugno salernitano.
Merito della politica unitaria di promozione e di valorizzazione
del settore, messa in campo dall’Assessorato Provinciale
all’Agricoltura.
La Provincia di Salerno è infatti un autentico scrigno della
qualità agroalimentare, grazie a prodotti tipici che sono alla
base della celebre dieta mediterranea e sono protagonisti di
una rinomata tradizione gastronomica.
La valorizzazione di questo patrimonio straordinario passa
attraverso una politica di sistema.
Ecco perchè la regia unitaria dell’Assessorato Provinciale
all’Agricoltura, sul versante sia strutturale che promozionale,
ha mirato a massimizzare l’apporto di tutti i soggetti coinvolti
in un comparto che ha grande rilevanza economico-produt-
Museo Archeologico
di
Pontecagnano Faiano - 6
tiva, ma anche una valenza socio-culturale, ambientale e di
salvaguardia della biodiversità.
Elementi che hanno costituito il filo conduttore del cartellone
di eventi del “Giugno dell’Agroalimentare Salernitano”. Una
full immersion nei sapori di una terra che, da sempre, porta la
qualità sulle tavole di tutto il mondo.
“Coordinare tutti gli eventi in un unico cartellone, che ha inaugurato l’estate salernitana, ci ha consentito di potenziare l’effetto
attrattivo sul pubblico, nonché di massimizzare la promozione
della nostra eccellenza agroalimentare, in un arco ideale che
va dalla storia fino al piatto – spiega l’Assessore Corrado
Martinangelo – Infatti, se la conclusione del mese verde è stata
affidata al Premio di Cucina Mediterranea che ha visto sfidarsi
i giovani chef a colpi di piatti prelibati, l’inaugurazione è avvenuta non a caso nel Museo Archeologico di Pontecagnano, dal
momento che consideriamo l’agroalimentare un bene prezioso
ed un giacimento storico-culturale da valorizzare”.
giugno
Tre Distretti per l’agricoltura salernitana:
presentato il piano strategico
A
d inaugurare il “Giugno dell’Agroalimentare Salernitano” è stata mercoledì 6 giugno presso il Museo
Archeologico di Pontecagnano Faiano
- la “Conferenza Provinciale per l’Agroalimentare Salernitano”, che ha presentato
ufficialmente il nuovo Piano Strategico
per l’Agricoltura salernitana, con un
ampio parterre di relatori: coinvolti tutti i
protagonisti del settore, a livello politico,
amministrativo, economico-imprenditoriale, scientifico, sindacale.
Una grande Provincia in una grande
Regione. Con questo obiettivo, l’Assessorato all’Agricoltura ha gettato le
basi per il rilancio della competitività
del sistema agroalimentare salernitano
a livello regionale e nazionale. E lo ha
fatto con tre concrete proposte, che
rappresentano il fulcro dell’ambizioso
Piano Strategico.
“All’attenzione della Regione Campania
poniamo tre progetti concreti, che si
fondano su un patto collaborativo tra le
istituzioni e su una reale concertazione
tra queste, le imprese e tutti i soggetti del
mondo agricolo – ha spiegato l’Assessore Corrado Martinangelo – Il primo è il
Distretto dell’Agroalimentare di Qualità
nella Piana del Sele, a Battipaglia, che
naturalmente sarà in rete con il nascente
Polo regionale agroalimentare di Eboli;
il secondo è l’istituzione di un unico Distretto Rurale per le aree interne delle
12 Comunità montane; il terzo è il pieno
rilancio del Distretto industriale NoceraGragnano, a beneficio delle importanti
realtà dell’Agro-nocerino-sarnese”.
Al Ministero dell’Agricoltura, rappresentato dal Sottosegretario on. Guido Tampieri, l’Assessore provinciale ha invece
avanzato formalmente la richiesta di
istituire a Salerno un Centro di Ricerca
specializzato, che operi in sinergia con
l’istituenda Agenzia Nazionale per la
Sicurezza Alimentare.
Nell’ottica della piena concertazione, il
Piano per l’Agricoltura Salernitana nei
prossimi mesi sarà aperto al contributo
di tutte le realtà del comparto, per essere poi condotto in forma definitiva in
Consiglio Provinciale per l’approvazione,
con l’obiettivo ultimo di divenire parte integrante del Piano Strategico di Sviluppo
della Provincia e di raccordarsi al meglio
con la nuova Agenda 2007-2013 ed i tre
fondi europei Fers, Fse, Fears.
E un contributo costruttivo e concreto è
venuto da tutti i partecipanti all’evento.
Tra di essi Antonio Valiante, Vice Presidente della Regione Campania; Giorgio
Donsì, Presidente della Commissione
di Valutazione del Patto Formativo Filiera Agroalimentare; Antonio Lubritto,
Coordinatore della Cabina di Regia
per il Polo Agroalimentare; Crescenzo
Dell’Aquila dell’Assessorato Regionale
all’Agricoltura; Renato losca, Presidente
della Commissione Agricoltura della Provincia ed il dirigente del Settore Attività
produttive, Domenico Ranesi; Lorenzo
Guarnaccia, Presidente del Distretto
Industriale Nocera/Gragnano; Giuseppe
Amato, Presidente del Gruppo Alimentare Confindustria Salerno; Giuseppe Marotta, Coordinatore Scientifico del Piano
Strategico; Patrizia Consiglio, Direttore
Generale della Fondazione Metes; Bruno
Danise, Dirigente STAPA Salerno ed
ancora i Presidenti Provinciali di Cia,
Coldiretti ed UPA ed i Segretari Provinciali di Flai Cigl, Fai Cisl e Uila Uil.
Maggio/Giugno2007
al
Sottosegretario
alle
Politiche Agricole
Definire il sistema economico agroalimentare attraverso un
passaggio graduale da azienda agricola ad impresa, che opera
su un modello multilevel nell’interazione con le istituzioni e le
agenzie di sviluppo: questo il suggerimento del sottosegretario
all’Agricoltura, Guido Tampieri, alla prima giornata del giugno
agroalimentare della provincia di Salerno. Una giornata nella
quale si determina sul piano progettuale la stipula di un patto tra
il settore pubblico e quello privato, un sistema di interreazione
tra gli attori dello sviluppo e gli stessi fruitori, a vario livello, di
questa crescita economica. “Ce n’è assolutamente bisogno”
dice il sottosegretario “io dico sempre che nessuno si basta da
solo. Qui siamo in una terra di grandi potenzialità, secondo me
ci sono i prodotti giusti per stare dentro la competizione globalizzata, non tutti i prodotti sono adatti. Qui c’è un patrimonio
identitario che rappresenta un valore competitivo negli scenari
mondiali. Poi con questi prodotti, visto che da soli al mercato non
ci vanno, bisogna organizzarsi per portarli nel modo efficace,
da questo punto di vista c’è bisogno di una compenetrazione
funzionale efficace tra i diversi profili istituzionali, cosa sulla
quale giustamente è stato posto l’accento. E’ un territorio, ma
abbiamo bisogno di collocarlo nel made in Italy, c’è bisogno di
una forma di collaborazione tra dimensione privata e dimensione
pubblica: il privato deve scegliere su quali mercati andare con
quei prodotti e il pubblico ha il compito progettuale di accompagnarli sui diversi teatri di operazione. Questa è la chiave di
volta, quindi non basta avere solo buoni prodotti, che ci sono;
serve organizzarsi al meglio. Questo è un problema nazionale
non solo di queste terre”.
Da questa giornata emerge una pianificazione volta ad
una relazione più diretta tra pubblico e privato, i due attori
maggiori dello sviluppo: pubblica amministrazione ed
impresa.
“Non può che essere così, del resto le istituzioni non producono
e non commercializzano: abbiamo bisogno di far lievitare con
grande efficacia una stagione di nuove politiche che veda protagonisti le imprese e i sistemi di impresa. Abbiamo bisogno che
le aziende agricole diventino imprenditrici, ma abbiamo bisogno
che tra di esse facciano sistema. In questo caso abbiamo delle
buone chance per affermarci sui mercati. Il momento pubblico
deve accompagnare questo percorso, aderire intelligentemente
alle diversificate situazioni del territorio. Io parlo sempre di una
agricoltura polifonica: non c’è solo una agricoltura, ce ne sono
on.
Guido Tampieri
tante. Parlo di una agricoltura senza modelli, il futuro richiederà
grande flessibilità, grande duttilità e grande capacità organizzativa. Delle tre questioni, qualità, prezzo ed organizzazione,
riporrei l’accento sulla questione organizzativa”.
Del resto sembra che dalla programmazione provinciale
emerga questa gestione delle polifonie: due pianure,
quella dell’agro nocerino-sarnese e quella pestana dove
si definisce un sistema di polarizzazione agroalimentare, il
comprensorio collinare del meridione della provincia e del
picentino dove si parla di un sistema distrettuale.
“La diversità è il fatto caratteristico di queste produzioni, noi
sappiamo di avere, nella competizione mondiale delle strutture
piccole, comparativamente parlando, rispetto ai nostri competitori. La nostra forza può essere ampliata attraverso un processo
di aggregazione funzionale, cioè noi possiamo mettere assieme
le cosiddette funzioni strategiche, dal momento della ricerca al
momento della promozione sui mercati. Dobbiamo organizzarci
in questo modo. Qui poi abbiamo visitato uno splendido museo.
Qui puoi avere un flusso in due direzioni”
Lo sfruttamento delle risorse ambientali e archeologiche
“Esatto. Da un lato puoi andare in accompagnamento sui teatri
d’operazione di tutto il mondo che chiedono diversità dentro il
grande mare dell’omologazione; chiedono cioè distintività. Dall’altro
lato, seguendo il percorso dell’arte ed i percorsi paesaggistici in un
territorio come questo, tu puoi trovare sul territorio i prodotti.”
Come riuscire a conciliare?
“Bisogna lavorare nell’una e nell’altra direzione e credo che ci
siano tutte le possibilità di farlo e mi pare anche che gli amministratori, la provincia siano determinati a farlo”.
Fondi strutturali, diamo i primi passi nel nuovo sistema di
aiuti dell’Unione Europea, un periodo di transizione per il
sestennio 2000-2006. Quale bilancio per l’impiego dei fondi
che ha visto luci ed ombre, ma che certamente ha assicurato
una propensione sociale all’impresa?
“Io credo che abbiamo bisogno di tutto. Credo che non ci sia un
filo che, tirato, ci restituisce l’esito desiderato. Sono tante tessere
di un mosaico: c’è la dimensione e il carattere strutturale e c’è
la situazione di carattere immateriale che deve consentire ad un
sistema di impresa di essere in rete di crescere per questa via.
Del resto non c’è altra strada. Se non c’è un salto di qualità da
azienda ad impresa non si salverà nulla dell’agroalimentare”.
Gerardo Russo
Ecco gli obiettivi e gli strumenti di azione per il
sistema agroalimentare e rurale salernitano
I
l Piano Strategico per l’Agricoltura Salernitana rappresenta
un ricco insieme di proposte per il settore agroalimentare:
un carnet di idee divise in settori, visto che variegato ed eterogeneo è il territorio salernitano, contraddistinto da produzioni
e peculiarità che rendono necessaria l’implementazione di
strategie ad hoc, rapportate alle necessità di ogni segmento.
Il principale obiettivo del Piano, infatti, è quello di «individuare
gli obiettivi di sviluppo per il sistema agroalimentare e rurale
salernitano e identificare i possibili strumenti di azione»: per
questa ragione, dunque, le proposte del Piano si indirizzano
all’Agro Nocerino Sarnese, alla Piana del Sele, ai Territori Rurali, con particolare riguardo all’utilizzo delle energie rinnovabili
e con occhio sempre vigile alla valorizzazione e promozione
delle produzioni locali.
In un viaggio ideale che, partendo dall’agro nocerino sarnese attraversa la provincia, emergono bisogni da soddisfare,
tanto diversi per quante sono le molteplici caratteristiche di
Maggio/Giugno 2007
ciascuna area territoriale, ognuna con le sue risorse e le
sue individualità. L’Agro Nocerino Sarnese necessita di una
politica di sviluppo che punti alla promozione e al sostegno
delle forme di aggregazione dell’offerta agricola attraverso
la creazione di reti tra operatori locali; solo così si possono
ulteriormente valorizzare e migliorare la DOP pomodoro San
Marzano e le filiere di qualità superiore. È necessario, altresì,
fornire assistenza tecnica alle aziende agricole usufruendo di
consorzi di servizi e dell’empowerment degli operatori di filiera;
guidare verso l’insediamento le imprese floricole, utilizzando
in chiave energetica finanche le biomasse provenienti dalla
lavorazione industriale del pomodoro; occorre, in sintesi, realizzare un programma di recupero, riqualificazione e rilancio
del sistema produttivo locale.
Analoga strategia di sviluppo e valorizzazione è quella che
coinvolge la Piana del Sele, ponendo al centro dell’interesse
il sostegno alle imprese, da indirizzare sempre di più verso
Giugno Agroalimentare
Intervista
Giugno Agroalimentare
un moderno e competitivo management
aziendale per il raggiungimento di certificazione e riconoscibilità delle produzioni locali, attraverso l’innovazione dei
prodotti, le denominazioni D.O.P., I.G.P.
Necessaria è poi l’internazionalizzazione delle imprese e dei prodotti, così
come il rafforzamento delle posizioni
competitive sui mercati, la diffusione dell’associazionismo e della cooperazione
per la concentrazione dell’offerta e per
la trasformazione dei prodotti agricoli
da avviare nei circuiti delle logistica
moderna, la riqualificazione delle risorse umane e l’aggiornamento continuo
delle competenze. Particolare attenzione
richiede la promozione dell’orticoltura
della Piana del Sele, che ha l’obiettivo
di puntare sulla creazione di un sistema
che garantisca la qualità superiore del
prodotto, che quindi disponga di un disciplinare specifico e sia controllato da
un Ente Indipendente.
Le Aree rurali hanno bisogno di diversificare l’economia locale attraverso la
valorizzazione delle risorse enogastro-
Parco Eco-Archeologico
di
nomiche, naturali e paesaggistiche; gli
interventi di potenziamento della dotazione infrastrutturale territoriale; lo sviluppo
di servizi a supporto dell’economia locale
ed il potenziamento dei servizi pubblici a
carattere sociale; la qualificazione delle
risorse umane verso profili professionali
innovativi nel campo della diversificazione economica (agriturismo, turismo
ambientale ed enogastronomico).
I processi di sviluppo territoriali devono
tuttavia essere in linea con i programmi
di tutela ambientale, che puntano alla
promozione delle energie rinnovabili.
È auspicabile, quindi, la realizzazione
di impianti per la produzione di energia
termica ed elettrica da fonti rinnovabili
(biomasse, biogas), da affiancare ad una
rete energetica territoriale da impianti da
fonti rinnovabili di piccola taglia, ad interventi di efficienza energetica integrati nel
patrimonio edilizio pubblico dei territori
rurali, alla ricerca e sperimentazione
per lo sviluppo di vettori energetici, alla
promozione della cultura dello sviluppo
sostenibile tramite azioni di formazione,
Pontecagnano Faiano - 6/9
informazione e comunicazione territoriale.
Per raggiungere gli obiettivi la Provincia
di Salerno promuoverà l’utilizzo dei
seguenti strumenti: Misure PSR 20072013; Progetti Integrati di Filiera (PIF);
Progetti Integrati per le Aree Rurali
Protette (PIRAP); Progetti di Sviluppo
Locale (LEADER); Progetti Tematici di
sviluppo (PTS); Contratto di Programma
Regionale (PASER).
La Provincia, inoltre, propone l’istituzione
del Distretto Agroalimentare di Qualità
per la Piana del Sele; del Distretto Rurale
per le Aree Rurali Salernitane e dei Distretti Energetici ed il rilancio del Distretto
industriale n. 7 Nocera – Gragnano.
Alcune proposte prioritarie per le filiere
produttive salernitano sono inoltre: Contratto di programma regionale (PASER)
per la filiera zootecnica; “Città della
Produzione” (PASER) per Agro Nocerino
Sarnese e sistema Piana del Sele; Progetti Integrati di Filiera (P.I.F.) per la filiera
dell’olio di oliva e della frutta secca.
Annavelia Salerno
giugno
Festival itinerante della dieta mediterranea
A
l termine della “Conferenza Provinciale per l’Agroalimentare Salernitano”, nella serata del 6 giugno l’Assessore
Martinangelo ha tagliato il nastro del
Festival della Dieta Mediterranea, che
ha animato il Parco Eco-archeologico di
Pontecagnano fino al 9 giugno.
Sviluppato su una superficie di ben 22
ettari, l’incantevole scenario del Parco ha
accolto la manifestazione culturale, turistica ed enogastronomica di Pioppi che,
forte del successo della scorsa edizione,
si è ampliata con la promozione di tappe
itineranti sul territorio salernitano, sempre con la finalità di rivitalizzare tradizioni
virtuose, legate alla cultura locale.
L’evento, patrocinato dal Ministero alle
Politiche Agricole, è stato organizzato
dall’Associazione “Dieta Mediterranea”
presieduta da Carmine Battipede, in
collaborazione con l’Osservatorio delle
Tipicità e Bio-eccellenze Mediterranee
della Provincia di Salerno ed il Comune
di Pontecagnano Faiano, presso le cui
scuole è già attivo il servizio di mensa
scolastica, accompagnato da numerosi
progetti sulla sana e corretta alimentazione
Nel corso della quattro-giorni, è stato
garantito ampio spazio alla riflessione
convegnistica, alle attività laboratoriali,
all’arte, all’animazione, allo spettacolo
(anche la scelta musicale è stata legata
al territorio, con le tammurriate e le tamorre), all’esposizione di prodotti tipici
ed alla buona cucina. Grande attenzione è stata rivolta soprattutto ai giovani,
che sono stati guidati in un percorso di
conoscenza ed acquisizione di abitudini
alimentari sane. Il tutto attraverso la
partecipazione di scuole, associazioni e
singoli operanti sul territorio e come tali
in grado di valorizzarne le bellezze
e le potenzialità.
“La storia nel Piatto è lo slogan fondante della nostra
manifestazione,
in quanto proprio
nella storia si
trovano elementi
che giustificano
la relazione tra
la dieta mediterranea e questo
territorio, caratterizzato da una
grande ricchezza di paesaggi,
culture, tradizioni e biodiversità – ha
sottolineato Carmine Battipede – Tutto
ciò costituisce un valore importante che
va preservato anche per le generazioni
future e pertanto continuamente monitorato, tutelato e valorizzato, puntando,
in funzione turistica, proprio sul legame
tra gastronomia ed archeologia. Di qui la
scelta della suggestiva cornice del Parco
Archeologico e del vicino Museo Nazionale dell’Agro Picentino recentemente
inaugurato”.
Maggio/Giugno2007
della
Commissione
per l’Agricoltura e lo
Sviluppo Rurale - 12
Giugno Agroalimentare
Visita
giugno
Salerno incontra l’Europa
D
opo la presentazione dell’ambizioso
Piano Strategico, finalizzato a rilanciare la competitività dell’Agroalimentare
salernitano a livello regionale e nazionale, l’Assessorato retto da Corrado Martinangelo ha portato il comparto agricolo
provinciale alla ribalta europea.
Martedì 12 giugno, una delegazione
della Commissione UE per l’Agricoltura e
lo Sviluppo Rurale è stata infatti in visita
ufficiale a Salerno. Un incontro di grande
prestigio, anche in considerazione del
fatto che Salerno è stata, insieme con
Bari, l’unica tappa del tour della Commissione nell’Italia meridionale. Un’occasione unica per accendere i riflettori
sulla realtà agroalimentare salernitana
ed affrontare tematiche cruciali per lo
sviluppo di questo comparto strategico,
anche alla luce delle proposte di riforma
dell’organizzazione comune di mercato
(Ocm) del settore ortofrutticolo e vitivinicolo che sono attualmente al vaglio della
Commissione UE. Della delegazione
facevano parte, infatti, sia l’on. Katerina
Batzeli, greca, che è relatrice OCM Vino
che l’on. Maria Isabel Salinas Garcia,
spagnola, relatrice OCM Ortofrutta.
Insieme a loro l’on. Enzo Lavarra; l’on.
Bernadette Bourzai, francese; il capogruppo del PSE nella Commissione, l’on.
Marc Tarabella, belga. A fare da “cicerone” anche il collega europarlamentare
Alfonso Andria.
“Inizia oggi una sinergia importante con
la Commissione Ue Agricoltura — ha sottolineato Corrado Martinangelo — Intendiamo stabilizzare uno scambio continuo
di progettualità e di informazioni, per dar
vita ad iniziative importanti di sostegno
alla qualità delle nostre produzioni e
all’economia dei territori”. Martinangelo
Maggio/Giugno 2007
Sopra: l’incontro a Palazzo Sant’Agostino; in basso gli on. Lavarra e Taraballa, con l’assessore
provinciale all’agricoltura Corrado Martinangelo
ha annunciato anche una collaborazione
con la Puglia e in particolare la Fiera di
Levante e il Salone degli oli di Bari. “Continueremo a lavorare su identità, qualità
e sicurezza delle nostre produzioni — ha
aggiunto — per rilanciare l’agroalimentare salernitano”. “Questa missione è
l’inizio di una strategia importante per
l’agroalimentare del Mediterraneo — ha
spiegato Enzo Lavarra — per valorizzare
le eccellenze minacciate da una forte
competizione internazionale e, purtroppo, dal fenomeno delle contraffazioni. Le
produzioni del Mediterraneo si caratterizzano per l’unicità e i principi salutistici
e come tali vanno tutelate”.
Lavarra ha inoltre annunciato il raggiungimento degli obiettivi negoziali che il
Governo italiano si era posto all’interno
del Consiglio dei
Ministri dell’Agricoltura dell’Ue,
che ha approvato la proposta di
riforma della organizzazione di
mercato del settore ortofrutticolo:
“L’Unione europea
ha appena confermato il sostegno
finanziario alle
organizzazioni di
produttori, che saranno chiamate a
svolgere un ruolo
importante anche per la prevenzione
delle crisi di mercato, assai frequenti in
un comparto particolarmente esposto
a fenomeni di eccesso dell’offerta – ha
spiegato - Per l’Italia, che è il primo
Paese produttore di ortofrutticoli dell’eurozona, la riforma ha dunque confermato
il volume di sostegno attuale, pari a
circa 470 milioni di euro su un gettito
complessivo di circa 1,5 miliardi. L’Italia
resta quindi il primo beneficiario in questo comparto”.
IL TOUR
Gli Europarlamentari sono partiti
dall’oro bianco della Piana del Sele
(con visita all’azienda agricola “Vannulo” ed incontro all’Hotel Ariston
con gli operatori del comparto),
poi hanno fatto tappa a Palazzo
Sant’Agostino, per incontrare il
presidente Angelo Villani, le autorità e la stampa e saperne di più
sulla “Borsa Verde dei territori rurali europei – Salone Mediterraneo
degli Oli di qualità” in programma
a Vallo della Lucania dal 19 a 21
ottobre 2007. La tappa pomeridiana
ha avuto luogo invece nell’Agronocerino-sarnese per incontrare i
produttori dell’oro rosso (con visita,
all’azienda “Annalisa” di Castel San
Giorgio e summit con gli operatori
dell’Anicav). Chiusura con soireé
in Costa Diva, all’Hotel Bacco di
Furore, innaffiata da vini doc.
Giugno Agroalimentare
Lungomare
di
Salerno - 15/17
giugno
10 anni di Medisalus: porte aperte al naturale
B
enessere, salute e ambiente. Dal 15
al 17 giugno Medisalus - organizzata
da MediSalus 2000 Salerno Onlus e da
Blueline, con il sostegno dell’Assessorato provinciale all’Agricoltura ed il
patrocinio del Ministero dell’Agricoltura,
della Regione Campania e della Camera
di Commercio di Salerno - ha aperto
una finestra su tutto ciò che è naturale,
cavalcando nuovi stili di vita ma anche
sciogliendo i principali nodi legati ai
problemi dell’alimentazione.
L’iniziativa, pensata dieci anni fa per
promuovere l’incontro tra i vari operatori
del settore, ha offerto soluzioni suggerite
dal mondo del naturale e della medicina
ai tanti visitatori, che hanno affollato gli
stand allestiti sul Lungomare Trieste.
Una edizione che ha registrato migliaia
di presenze, con un considerevole giro
d´affari e con diverse centinaia di contatti
avviati dalle aziende espositive, oltre
che con decine di contratti per diverse
migliaia di euro.
Per la decima edizione si è voluto ridurre, in maniera sensibile, il numero delle
aziende partecipanti, a vantaggio della
qualità attraverso un’accurata selezione.
Riflettori puntati sulle discipline olistiche,
sulle tecniche di massaggio, sulla cristalloterapia e l’erboristeria in un’ampia area
specificamente attrezzata; ed ancora,
per il settore ambiente, sono state presentate le ultime novità in tema di energie rinnovabili e le proposte di “Salerno
Energia” e
di “Salerno
Sistemi”;
per il settore
alimentazione è stato
disegnato
un percorso ideale
del territorio
salernitano
legando i
prodotti in
esposizione
al luogo di
provenienza
con la presenza, di tutt’Italia. In particolare l’Aiab
(Associazione Italiana per l’Agricoltura
Biologica) ha proposto un carnet di
ingredienti biologici dei territori Irno-Picentini, Gelbison-Cervati e del Cilento,
mentre la Centrale del Latte di Salerno è
stata presente con la linea “Campania in
Tavola”. Molto successo hanno riscosso
anche le novità proposte nel campo del
benessere del corpo. In tantissimi, infatti,
hanno seguito i corsi organizzati nell’ambito delle discipline bionaturali orientali
ed occidentali, mentre numerosissimi
sono stati coloro che hanno conosciuto i benefici della medicina naturale e
delle cosiddette “cure dolci”. Altrettanti
consensi hanno riscosso i prodotti biologici dell’area dell’agroalimentare di
Medisalus. Il miele biologico, i salumi
tipici e le variegate tipologie di formaggi
proposti sono stati molto apprezzati dagli
avventori provenienti da ogni parte della
provincia di Salerno e non solo.
Positivo anche il riscontro per la terza
edizione di “Dipinginatura”, l´evento
nell´evento di Medisalus che, attraverso una delle più antiche ed affascinanti
arti, quella della pittura, ha presentato il
mondo del naturale in maniera artistica.
Su una tela lunga oltre trenta metri, artisti
di provata esperienza e giovani studenti
hanno dipinto il variegato mondo del naturale con scorci naturali della provincia
salernitana.
Il concorso è stato vinto da Marianna
Milione, 18 anni di Cava de Tirreni, studentessa del Liceo Artistico di Salerno.
La giovane artista ha dipinto la torre di
Cetara in rovina e lo ha fatto in riferimento alla città scomparsa di Atlantide,
abbinandola alle alici di Cetara. Questi
gli altri vincitori: al secondo posto Chiara
Pepe, al terzo Giuseppe Gorga, al quarto
Andreas Zampilla, al quinto Mauro Parisse e al sesto Katharina Drienovska. Per
la sezione bambini si sono distinti Michel
e Jo Trevisone e Valentina e Davide
Parrella. Le opere sono state giudicate
da una qualificata giuria presieduta dal
professor Michele Sabino.
A Medisalus, infine, come da tradizione,
sono stati presenti le associazioni ambientaliste (Legambiente, WWF e Lipu)
e l’Inbar, Istituto Nazionale di Bioarchitettura di Salerno.
Nella foto a sinistra i vincitori
della terza edizione di “Dipinginatura”
Maggio/Giugno2007
giugno
Il festival della Dieta Mediterranea
di Diletta De Sio
I
l Festival della Dieta Mediterranea, alla
sua seconda edizione, ha sperimentato
la formula di evento diffuso sul territorio
tracciando un significativo itinerario di
storia e tradizioni della provincia di Salerno, partendo da Pontecagnano per
coinvolgere, in successione, Salerno,
Pioppi ed Elea/Velia. La manifestazione
ha così inaugurato una simbiosi tra aree
della provincia di Salerno disegnando un
itinerario turistico che, oltre l’impareggiabile paesaggio, offre due tesori come
l’eno-gastronomia e le vestigia storiche.
Due facce della stessa medaglia perché
il cibo è cultura.
Ed è sul percorso storico antico, ma anche sul più recente della civiltà contadina
e marinara, che è proseguito il cammino
del Festival dal 21 al 24 giugno, nel
prezioso scenario del piccolo borgo di
Pioppi. Ancora una volta la voluta coincidenza del Festival della Dieta Mediterranea con il solstizio d’estate ha inteso
sottolineare e celebrare “la stagionalità”,
valore e significativo elemento di qualità
delle produzioni agro alimentari, ma
non solo. E’ stata festeggiata anche la
notte di San Giovanni, il 24 giugno, legata a tanti riti e leggende: la notte delle
erbe, dell’iperico, della rugiada, delle
streghe, dei sortilegi e dei riti augurali,
della fertilità. Queste tradizioni sono state
rievocate attorno al tradizionale falò in
riva al mare con la partecipazione di
Guido Arcangelo Medolla. La sessione
quotidiana di discussione ha visto invece un parterre di autorevoli ricercatori
alternarsi su temi disparati, nella ricerca
di coordinate nuove ed attuali sul tema
della Dieta Mediterranea. Questo spazio è stato battezzato “Oi Dialogoi” e
tra i protagonisti ha visto i professori
Dario Giugliano e Katerine Esposito
della seconda Facoltà dell’Università di
Napoli, che hanno recentemente curato
l’organizzazione di un Master di II livello
di Medicina del Benessere: Sessuologia
clinica e Medicina estetica.
Grande apprezzamento e partecipazione
hanno riscosso il Mercatino del Biologico
(in collaborazione con Osservatorio e
AIAB); le visite guidate al Museo Vivo
del Mare ed al Museo Vivente della Dieta
Mediterranea; il corso di cucina tradizionale cilentana. Un’autentica chicca
il “Banco d’aromatario”, a cura del dott.
Guido Arcangelo Medolla, ossia la simulazione dell’antica bottega del farmacista
nel medioevo salernitano, secondo le
regole del Regimen Sanitatis.
Molto interessante la Rassegna Docufilm sull’Alimentazione, che ha visto la
proiezione in prima nazionale de “La
Dieta salvavita”, regia di Attilio Rossi,
testi di Clodomiro Tarsia, produzione
Mekanè. Un docufilm realizzato in collaborazione con il Museo Vivente della
Dieta Mediterranea e con il Festival di
Pioppi. E successivamente la proiezione
della serie “Il Cibo dell’anima” del regista Paolo Cannizzaro: “Storie Valdesi”,
“Storie di Clausura”, “Storie Ebraiche”,
“Storie dell’Islam”.
Né sono mancati momenti di spettacolo,
con gli stage di ballo (tarantella, tammurriata e pizzica); di tammorra e tamburello
e di chitarra battente ed i concerti (Li Ariarule di Salvatore Villan; Tammurriare di
Valerio Ricciarelli; Rotumbe’ di Giancarlo
Siano e la musica itinerante di Musici
e Cantori del Cilento). Buon riscontro
Nella foto a sinistra il 2° Forum del BioDistretto Colline di Elea Velia, che si è tenuto il
23 giugno presso la Fondazione Alario-Ascea
Maggio/Giugno 2007
Giugno Agroalimentare
Pioppi - 21/24
Giugno Agroalimentare
anche per le mostre: Memoria delle
tradizioni, esposizione di fotografie
e strumenti musicali della tradizione
cilentana a cura di Giancarlo Siano,
Rotumbè e Frutta da Museo, estratto
dalla recentissima mostra a cura dell’Accademia Nazionale di Agricoltura
di Bologna. Arte e Scienza al servizio
di Pomona, UNIBO; Eros e Cibo, sculture erotiche in ceramica di Raffaele
Falcone. Il vernissage della mostra di
sculture falliche si è tenuto in combinazione con la lectio magistralis del
prof. Dario Giugliano dal titolo “Eros
a Tavola”, che ha svelato i risultati di
ricerche che attribuiscono alla Dieta
Mediterranea significative proprietà
stimolanti per la sessualità.
Chiusura in bellezza, domenica 24
giugno, con la consegna del Premio
“Le chiavi di Ancel” per la divulgazione
di corretti stili di vita. Il Premio per la
divulgazione 2007 è stato assegnato
al regista Piero Cannizzaro, per la
serie “Il Cibo dell’anima”; al regista Attilio Rossi ed al giornalista Clodomiro
Tarsia per il documentario “La Dieta
Salvavita”; a Luciano Pignataro per
la sua attività di giornalista e critico,
autore di autorevoli guide dell’agro
alimentare italiano; ad Antonio Vacca, nutrizionista, saggista e ormai
storico analista dei fenomeni della
dieta mediterranea (o “meridionale”,
come preferisce definirla); a Michele
Buonomo, presidente di Legambiente
Campania per le incisive attività di
formazione ed informazione svolte
a favore del sociale, dell’ambiente e
dei sani stili di vita; a Salvatore Basile,
presidente di AIAB Campania, per il
costante impegno nella promozione
di attività tecniche e divulgative a
vantaggio di un’agricoltura sostenibile
e salutare che difende e valorizza il
territorio.
La copertina del Time Magazine del 18
gennaio 1961 dedicata ad Ancel Keys, padre
della Dieta Mediterranea
Pioppi, Capitale mondiale della Dieta Mediterranea
Incantevole villaggio alle porte del Cilento, Pioppi conta appena 400 anime. E’ qui
che è di casa la Dieta Mediterranea ed è qui che affondano le radici della filosofia elaborata dallo scienziato americano Ancel Keys che vi abitò per circa quarant’anni.
Di recente scomparso, Keys battezzò con il nome di Minnelea la sua dimora. Il perché è legato all’unione di Minne (acqua) - etimo prelevato dalla lingua degli Indiani
d’America (Minne-apolis, Minne-sota) - con Elea, il nome della mitica città sede della
scuola di Parmenide e della filosofia eleatica, antichissima stazione climatica e “centro-benessere” della Magna Graecia, la cui torre si scorge netta da casa Keys.
Come lui, altri studiosi scelsero di vivere a Pioppi: il professor Jeremiah Stamler,
dell’Università di Chicago, assoluta autorità mondiale nello studio epidemiologico
dell’ipertensione arteriosa; oppure Martti Karvonen, professore finlandese del Seven
Countries e, ancora, Flaminio Fidanza, il primo contatto che Keys ebbe a Napoli e
anch’egli organizzatore del lungo studio dei Sette Paesi.
In questo lembo marino del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano (che
ogni anno viene premiato con le cinque Vele di Legambiente e con la Bandiera Blu
d’Europa per il mare pulito e per la qualità della vita) si realizzò, negli anni Sessanta
del secolo appena passato, un laboratorio scientifico per studiare i dati dello studio,
provenienti da tutto il mondo. E gli studiosi, Keys per primo, si compenetrarono
nello stile di vita “mediterraneo”. Keys disponeva di oltre un ettaro di giardino con
un frutteto di alberi speciali (il chinotto, il tamarindo, il carrubo) e poi uliveti e vigne,
che assicuravano vino ed olio per tutto l’anno, e creò un orto, insieme ad Angelo,
un giardiniere del posto. Ancel Keys dichiarò, nelle sue rare interviste, che questo
territorio rappresenta la vera eccellenza di quella che egli ha il merito d’aver definito
“Dieta Mediterranea”.
Nello studio che portò avanti, fu coinvolta anche l’intera popolazione del villaggio:
tutti furono reclutati nell’esperimento che riscontrò mediamente un ottimo stato di
salute della popolazione. Ma a Pioppi si fece di più, per un breve periodo, Keys
tentò persino una controprova, fornendo ai cittadini pasti tipici dell’alimentazione
americana, estremamente ricca di grassi e le ripercussioni negative sugli esami
clinici non si fecero attendere.
Gli abitanti di Pioppi ricordano ancora il “Primo Convegno Internazionale di Epidemiologia Cardiovascolare” che si tenne nel ’69. I ricercatori giunsero da tutto il
mondo e invasero il piccolo borgo (molti descrivono le tuniche esotiche di alcuni
dei partecipanti indiani), le Poste del capoluogo furono letteralmente sommerse da
telegrammi e messaggi dalle più alte autorità del pianeta: Pioppi era diventata in
quei giorni il centro del mondo.
Nel 1998 Keys ritornò in America e se pochissima era stata, al di fuori della stretta
cerchia degli addetti ai lavori, la risonanza del suo nome, dei suoi studi e delle sue
geniali intuizioni nel nostro Paese, dopo la sua partenza si è rischiato di cancellare
per sempre un patrimonio di grande valore che egli rappresenta, e non solo per il
Cilento o per la Campania. Implicate nei risultati dei suoi studi, vi sono formidabili
risorse di sviluppo per tutti i paesi del Mediterraneo, e per ragioni che esulano
dalle iniziali, grandi scoperte riguardanti la dieta: il tipo di alimentazione è legato
al territorio, alle tradizioni, alla cultura, allo stile di vita delle popolazioni, dunque si
spalancano porte per la riscoperta e per la rivalutazione di luoghi e civiltà.
Oggi Pioppi ospita, in memoria di Keys e del suo lavoro, un museo dedicato all’alimentazione e agli stili di vita cilentani. Ecco perché da Pioppi si è lanciata l’idea di un
Festival per celebrare e promuovere la Dieta Mediterranea, e con essa il territorio che
ne esprime eccellenze culturali, ambientali e produttive, dichiarando la vocazione,
in prospettiva, di comprendere l’intero mezzogiorno in una corale rivendicazione di
appartenenza ad una millenaria tradizione che ha sacralizzato la “triade alimentare
mediterranea” dell’ulivo, della vite e del frumento.
Il Festival si propone anche come forum e tavolo di concertazione per territori, attori
economici ed istituzioni al fine di elaborare strategie di sviluppo che guardino alla
Dieta Mediterranea come straordinario ed efficace strumento di marketing territoriale coniugato alla mission della divulgazione salutistica. In questo spirito è stato
organizzato anche il 2° Forum del Bio-Distretto Colline di Elea Velia, che si è tenuto
sabato 23 giugno presso la Fondazione Alario-Ascea, allo scopo di evidenziare il
lavoro già avviato dai comuni del bio-distretto per la salvaguardia della biodiversità
e la valorizzazione dei prodotti di qualità del territorio: olio, legumi, capra cilentana,
fico bianco, miele, alici di menaica, maiale nero. (D.D.S.)
10
Maggio/Giugno2007
Tra i tanti ospiti della soirée, il Sottosegretario al Ministero delle
Politiche Agricole, Guido Tampieri ed i senatori Anna Serafini e Marco Pecoraro Scanio
A
nche quest’anno sono stati i giovani i protagonisti del
“Premio della Cucina Mediterranea”, che si propone
di scoprire i talenti della gastronomia mediterranea
e di valorizzare le tradizioni delle cucine regionali, di cui gli
aspiranti chef - giovanissimi allievi degli Istituti Alberghieri di
Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia - saranno gli
ambasciatori del domani.
Ad idearlo Rosario Cancro e Marco Noschese della PromoSalerno, in collaborazione con l’Academia Barilla di Parma,
Centro internazionale di riferimento dedicato alla diffusione
della Cultura Gastronomica Italiana, e con l’immagine coordinata curata da Immedia-Salerno.
Nella suggestiva cornice del Lloyd’s Baia Hotel di Vietri sul
Mare, il Premio patrocinato da Ministero delle Politiche Agricole, Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Salerno, Comune ed E.P.T. di Salerno, Regione Puglia, Regione Calabria,
Regione Sicilia ed Assessorato al Turismo della Provincia di
Potenza ha incoronato vincitore Alessandro Specchia dell’Istituto superiore “Castaldo Agostinelli” di Ceglie Messapica (BR).
Il giovane rappresentante della Regione Puglia, con la ricetta
delle “Cicerchie con cozze nere e cavatelli freschi” ha conquistato la giuria presieduta da Gian Paolo Belloni (Executive
chef Zeffirino - Ambasciatore della cucina italiana nel mondo)
e composta da Lamberto Sposini (giornalista), Gianluigi Zenti
(amministratore delegato Academia Barilla), Salvatore de Riso
(membro dell’Accademia maestri pasticcieri italiani) e Antonio
Vacca (nutrizionista) e si è aggiudicato uno stage del valore di
15mila euro presso l’Academia Barilla.
Ha preceduto, nell’ordine, i rappresentanti della Regione Cam-
Maggio/Giugno 2007
pania, Salvatore Scoppetta dell’IPSSAR di Nocera Inferiore
(SA); della Regione Sicilia, Domenico Belfiore dell’IPSSAR di
Giarre (CT); della Regione Basilicata, Pio Michele Zannella
dell’IPSSAR di Melfi e della Regione Calabria, Massimo Tassone dell’Istituto di Serra San Bruno (VV).
Altra novità di quest’anno è stata la presenza di una nazione
ospite, il Portogallo. Un noto chef lusitano, Fredrico Abrantes
de Carvalho, selezionato dall’Ambasciata, ha presentato una
ricetta tipica portoghese ed è stato premiato dall’Amministratore dell’EPT di Salerno, Rino Avella, come “Ambasciatore
delle tradizioni mediterranee”. La kermesse all’insegna del
gusto mediterraneo – a cui ha partecipato l’on. Guido Tampieri,
Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole e, in visita
privata, la senatrice Anna Serafini, consorte del segretario
nazionale dei DS, Piero Fassino, nonché il senatore Marco
Pecoraro Scanio – ha dedicato spazio anche all’approfondimento, con un dibattito sul tema “Cosa c’è nel piatto dei giovani
cuochi? Tipicità e contraffazione nel Mediterraneo”.
Moderato dal giornalista Gabriele Bojano, il convegno ha visto
confrontarsi il Vice Presidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania, Ugo Carpinelli; l’Assessore al
Turismo della Provincia di Potenza, Gianfranco D’Angelo; il
Deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana, Nino D’Asero;
l’Assessore all’Agricoltura della Provincia di Salerno, Corrado
Martinangelo; l’Assessore al Turismo del Comune di Salerno,
Enzo Maraio; l’Amministratore di Accademia Barilla, Gian Luigi
Zenti; lo Chef Gian Paolo Belloni. Chiusura affidata all’on.
Guido Tampieri. Un convegno-provocazione per definire la
quota minima di “Made in Italy” indispensabile affinché la
nostra enogastronomia non sia sottoposta a contaminazioni
troppo azzardate, oltre
che messa in pericolo
da prodotti di “origine
non controllata”. E soprattutto un’occasione
preziosa per i giovani
chef di incontro con
le istituzioni regionali
del Mezzogiorno e con
i maggiori protagonisti
del comparto eno-gastronomico.
L’assegnazione del 3°
Premio della Cucina
Mediterranea chiude
in bellezza il cartellone
di eventi del “Giugno
dell’Agroalimentare Salernitano”, scommessa
vincente dell’Assessorato provinciale all’Agricoltura.
11
Giugno Agroalimentare
E’Alessandro Specchia
il vincitore del 3° Premio
della Cucina Mediterranea
Giugno Agroalimentare
I relatori del Convegno
Da sinistra: l’Amministratore di Academia Barilla, Gian Luigi
Zenti; il Deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana, Nino
D’Asero; l’Assessore al Turismo della Provincia di Potenza,
Gianfranco D’Angelo; il Vice Presidente della Commissione
Agricoltura della Regione Campania, Ugo Carpinelli; il
giornalista Gabriele Bojano; il Sottosegretario Guido Tampieri;
l’Assessore all’Agricoltura della Provincia di Salerno, Corrado
Martinangelo; lo Chef Gian Paolo Belloni; l’organizzatore
Rosario Cancro e l’Assessore al Turismo del Comune di Salerno,
Enzo Maraio.
I giovani chef, finalisti del Premio: il vincitore, Alessandro
Specchia dell’Istituto superiore “Castaldo Agostinelli” di
Ceglie Messapica (BR); Salvatore Scoppetta dell’IPSSAR
di Nocera Inferiore (SA); Domenico Belfiore dell’IPSSAR di
Giarre (CT); Pio Michele Zannella dell’IPSSAR di Melfi e
Massimo Tassone dell’Istituto di Serra San Bruno (VV).
La giuria del Premio. Da destra il presidente Gian
Paolo Belloni (Executive chef Zeffirino - Ambasciatore
della cucina italiana nel mondo); Gianluigi Zenti
(amministratore delegato Academia Barilla); Lamberto
Sposini (giornalista); Salvatore de Riso (membro
dell’Accademia maestri pasticcieri italiani) e Antonio
Vacca (nutrizionista).
L’Assessore Corrado Martinangelo con la
senatrice Anna Serafini ed il Sottosegretario
Guido Tampieri
Foto di Giuseppe Storniello
12
Maggio/Giugno2007
Speciale PIR 3
Lungo le strade della storia,
dove il buon vivere ha radici antiche
di Vera Arabino
Viaggio nei comuni
del Sele - Tanagro, crogiolo
d’archeologia ed arte,
natura e gastronomia
“…una terra ove la vita antica e la vita presente
si trovano saldate in un’intimità e continuità tanto
profonde…”
Maggio/Giugno 2007
13
Speciale PIR 3
P
asseggiando nel Parco Archeologico Urbano dell’antica
Volcei, lungo l’itinerario che si
snoda nel centro storico dell’odierna
Buccino, riaffiorano alla memoria le
parole con cui lo scrittore Michele
Prisco descriveva i luoghi campani,
capaci di offrire al visitatore la suggestione irripetibile dell’intreccio di
secoli e secoli di storia.
In termini tecnici è quello che si
definisce “allestimento diffuso” nel
cuore di un tessuto urbano, in cui è
possibile ammirare la coesistenza
dei diversi momenti di vita dell’antichissima città: lucana, romana,
medievale. Un’atmosfera da “macchina del tempo” che caratterizza
l’intero comprensorio, adagiato lungo
il corso dei fiumi Sele e Tanagro.
Si respira davvero la storia nei dieci Comuni che fanno parte
dell’ambito del Progetto Integrato Rurale 3 “I Paesi del buon
vivere”, che abbraccia un’area che, fin dall’antichità, è stata
crocevia di strade di collegamento tra nord e sud della penisola
e, per la presenza ininterrotta dell’uomo, è divenuta coacervo
di popolazioni e culture diverse. Lo testimonia appunto la
straordinaria ricchezza di siti archeologici risalenti all’epoca
greco-romana, di ruderi bizantini, di castelli medievali, di palazzi e di conventi borbonici. Un patrimonio eccezionale, che
si somma alla bellezza di una natura intatta, ricca di boschi,
corsi d’acqua, grotte naturali e sorgenti termali.
Cinque dei Comuni del Pir 3 appartengono alla Comunità
montana dell’Alto e Medio Sele.
Come un presepe, Colliano sembra aggrappato alla roccia
posta ai piedi del maestoso monte Marzano. Probabilmente
deve il suo nome alla gens Collia che lo abitò in epoca romana,
ma le sue origini sono ancora più antiche, come dimostrano i
ritrovamenti effettuati in località San Priscolo e San Vittore. Di
particolare interesse archeologico è l’area di Bisigliano, dove
è venuto alla luce un agglomerato urbano di età imperiale.
Durante il Medioevo, invece, per sfuggire alle incursioni bar-
Colliano - Chiesa Madonna dell’Assunta
bariche la popolazione si rifugiò nelle zone rocciose più alte. A
testimonianza degli antichi fasti del borgo medievale restano
i caratteristici centri storici di Colliano e Collianello, ricchi di
palazzi gentilizi e chiese, tra cui meritano una visita le chiese
di San Martino e Madonna dell’Assunta e la Chiesa Madre dei
SS. Pietro e Paolo. Mentre del Castello Normanno, intorno a
cui si sviluppò il borgo nell’800 d.C.,
restano le mura di cinta e le torri.
Ma Colliano offre anche altre gustose
sorprese: l’area compresa tra i boschi
di Marzano, Nescara, Piano di Pecora,
Saraceni e Dardano e l’oasi dei Monti
Eremita e Marzano è infatti nota come
“terra del tartufo”. Il prezioso fungo
ipogeo fu scoperto in una faggeta alla
fine degli anni Sessanta ed oggi è una
gemma della gastronomia locale.
Il percorso tra le bellezze ed i sapori
dell’Alto Sele prosegue alle falde
orientali del monte Marzano, da cui
Valva si affaccia sull’ampia conca
della valle del fiume. Già il nome, che
nell’etimologia latina significa “porta”,
lascia presagire la capacità di questo
centro di schiudere un nuovo mondo di
bellezza e quiete ai suoi abitanti, prima
i greci, poi i romani ed i picentini. Molto
floridi furono il periodo longobardo e
quello aragonese, durante il quale fu
costruito lo splendido palazzo Villa d’Ayala, possedimento dei
baroni Valva, che successivamente fu fatto ampliare da re Ferdinando IV, che fece creare il meraviglioso Parco. L’ingresso
Sopra:
Colliano - Chiesa Madre SS. Pietro e Paolo
A destra:
Colliano - Area archeologica di Bisigliano
14
Maggio/Giugno2007
Valva - Villa D’Ayala, particolare del Castello
Maggio/Giugno 2007
15
Speciale PIR 3
Valva - Parco di Villa d’Ayala
al Parco, da piazza del Calvario, si apre in una piccola torre
con porta neogotica. A poca distanza c’è la Cappella della
Madonna di Filermo, mentre il primo corpo di fabbrica che
si incontra è il Coffee House con portico neogotico, abbellito
da sculture di donne. Di fronte una fontana con le figure di
Diana e un cervo in bronzo, nel verde di un lussureggiante
giardino all’italiana. Procedendo nel parco, ci si imbatte in
un anfiteatro settecentesco di forma semicircolare, che può
contenere più di mille persone. Il Parco prosegue poi fino alla
villa marchesale e al castello.
Merita una visita anche la chiesa di San Giacomo, nel centro
antico di Valva, con i suoi portali barocchi del primo Settecento.
Così come gli scenari naturali, che offrono sentieri nei boschi
di noci, cerri e castagni fino alle Grotte di San Michele.
Lasciando Valva, immerso nei profumi della montagna, intorno
al versante nord-occidentale del monte Marzano sorge il nuovo
abitato di Laviano, paese storico dell’Alto Sele che fu distrutto
dal sisma dell’Ottanta. In epoca romana fu un centro importante grazie alla presenza del collegium dendrophorum, dedito
al commercio di legname. Fulgido fu
il periodo normanno, durante il quale
furono edificati il Castello Svevo-normanno per volere del conte Guglielmo,
alla fine del X secolo e la Chiesa
Madre dell’Assunta, completamente
restaurata dopo il sisma.
Per gli amanti delle escursioni, da non
perdere una rilassante passeggiata tra
i boschi di Spagarino, della Montagna
Grande, del Monte Faito e soprattutto
dell’Oasi di protezione naturale – Riserva dei Monti Eremita e Marzano.
Una full immersion nella salubrità, che
caratterizza anche il piccolo centro
di Santomenna, ultimo paese della
provincia di Salerno ai confini con la
provincia di Avellino. Anche questo
comune ha origini antiche, essendosi
sviluppato intorno ad un eremo bene-
dettino, le cui origini risalgono al VI secolo, quando l’eremita
Menna – poi divenuto santo – costruì la propria cella nella
parte alta della montagna.
Gli eventi sismici - già nel 990 Santomenna fu distrutto da
un terremoto – hanno purtroppo compromesso molte delle
bellezze artistiche del piccolo borgo che, tuttavia, offre al visitatore la suggestione del suo caratteristico centro storico. E’
qui che sorgono la chiesa Madre di Santa Maria delle Grazie,
che custodisce un maestoso altare in marmo ed il Palazzo de
Ruggeri, che oggi è sede del Museo cittadino. Proseguendo
lungo le suggestive stradine medievali, si incontrano poi
la Congregazione dell’Immacolata Concezione e, a pochi
chilometri dal centro, il Convento dei Cappuccini, eretto sulle
macerie dell’antico Convento dei Benedettini.
L’ultimo dei paesi dell’Alto Sele è l’antichissimo centro di Castelnuovo di Conza che, adagiato su una rigogliosa collina,
offre panorami mozzafiato. Purtroppo tre terribili terremoti
Valva - Chiesa di san Giacomo
16
Maggio/Giugno2007
Speciale PIR 3
si sono abbattuti sulla cittadina nel
1466, nel 1694 e nel 1980. Oggi, tra
i resti dei siti archeologici, troviamo
reperti molto significativi nelle frazioni
di Cupone, Torretta e S. Ilarione,
ricche di insediamenti sannitici.
Recenti scavi hanno invece portato
alla luce reperti di un insediamento
risalente ad un’epoca compresa tra
il V ed il III secolo a.C. Meritano una
visita anche i resti dell’antico Castello
longobardo e, nella parte vecchia del
paese, la chiesa di Santa Maria della
Petrarca, con un portale duecentesco ancora intatto.
I restanti cinque Comuni del Pir 3
appartengono invece alla Comunità
montana “Zona del Tanagro”, un
territorio con una posizione baricentrica tra le province di Salerno,
Avellino e Potenza e che funge da
“testa di ponte” tra Alto-medio Sele,
versante cilentano degli Alburni
e Vallo di Diano. E se il sistema
montuoso rappresenta un autentico
polmone verde, il sistema fluviale
riveste un’importanza strategica, con
il Tanagro che è “fiume di punta”, ma
anche con il Melandro ed il Platano
che segnano il confine con la Basilicata e regalano lo spettacolo unico
di cascate, mulini, fontane, fenomeni
carsici e grotte.
Tutti arroccati sui monti, i cinque
comuni offrono ai visitatori un ampio
ventaglio di itinerari: dall’archeologia
lungo l’antica via Popilia, al percorso
tra centri storici, palazzi e castelli; dal
percorso fluviale tra gole e canyon, al
percorso di trekking lungo i sentieri
tracciati dal CAI, senza trascurare le
delizie del palato nella tante masserie della zona.
Aggrappato su un colle, Palomonte
fino al 1862 – quando, con regio decreto, acquisì l’attuale denominazione - era conosciuto come Palus-Palo,
da “pal” ossia roccia. E’ sulla rocca
infatti che il paese ha il suo centro,
ma è a valle che si è espanso per la
presenza di pianure fertili - dopo che,
alla fine dell’Ottocento, fu prosciugato
un lago paludoso – e delle acque del
torrente Vonghia. Ed è al limitare dell’antico lago paludoso che si trovano
i boschi di Monte Tre Croci, intorno
al quale si sviluppa l’abitato.
Merita una visita il complesso monumentale di S. Maria della Sperlonga,
In alto:
Laviano - Resti del Castello Svevonormanno;
Sopra:
Laviano - Chiesa Madre dell’Assunta;
A sinistra:
Castelnuovo di Conza - Centro storico
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Speciale PIR 3
che risale al VII – VIII secolo e sorge non lontano
dal colle dell’antico abitato di Palo. La Chiesa ed i
suoi pregevoli affreschi, la statua della Madonna,
le leggende popolari legate ai luoghi e alle grotte
circostanti, l’area naturale sottostante che vede la
confluenza di due torrenti, che mettevano in funzione
nei secoli passati un grosso molino per il grano, ne
fanno un luogo di grande fascino. Molto suggestivi
anche la Chiesa Madre di Santa Croce, che presenta
colonnati di epoca aragonese e facciata del ‘700; l’ex
Convento dei Cappuccini, oggi sede del Municipio,
che è dotato di un bellissimo chiostro; i ruderi del
castello longobardo-normanno, situato nelle vicinanze del Convento, alla sommità del monte da cui si
gode un meraviglioso panorama.
Adagiato tra i prati ed i campi coltivati tra i fiumi
Platano e Sele, San Gregorio Magno deve il suo
nome ad una leggenda fiorita nel VI secolo d.C. secondo cui il Santo – che fu pontefice con il nome di Gregorio
I – salvò la popolazione locale da una terribile pestilenza. E’
verosimile pensare che il borgo sorse intorno al XII secolo,
come casale di Buccino, per poi divenire feudo autonomo alla
fine del XV secolo.
Tra i beni artistici, meritano menzione la Chiesa di Santa Maria
delle Grazie e la Chiesa Madre in stile romano, edificata sui
resti di un sepolcro a pianta quadrata; l’antico Borgo di S.
Zaccaria dove sono ancora visibili i resti della torre di origine
bizantina, nei cui pressi si trova una famosa sorgente che
alimenta un piccolo acquedotto collegato al centro abitato. Da
non perdere anche una visita nel centro storico e alle grotte
scavate nella roccia di via Bacco, dove gli abitanti di San
Gregorio Magno conservano l’ottimo vino locale. Da menzionare infine anche il Centro sportivo di San Gregorio Magno,
che è considerato tra i più moderni complessi del Sud Italia e
dispone di campo da calcio regolamentare, campi da calcetto
e da tennis, pista di atletica e palestra coperta, nonché di una
struttura alberghiera.
Paese dalle molte anime, l’antichissimo centro di Buccino fa
risalire i primi insediamenti al neolitico. E’ stato il sisma del
1980 a portare alla luce le tracce dell’antica Volcei, il borgo
rurale di epoca preromana e romana, cui si sono sovrapposte
le vestigia medievali e poi l’abitato moderno. Un intreccio che
si manifesta in tutta la sua suggestione in cima al colle, dove
resti di mosaici, strade, botteghe e monumenti volceiani si
mescolano a palazzi, chiese e viuzze medievali. Un giacimento
straordinario, per cui tutta la città è compresa nel perimetro
del Parco Archeologico Urbano.
La prima tappa è il Museo archeologico, sede della mostra
permanente “Volcei: i luoghi della memoria”. Non lontano dall’Antiquarium, è venuto invece alla luce un complesso rupestre
di grande suggestione. Si procede poi attraverso Porta S. Elia,
per accedere nell’area di Palazzo Forcella. Ma meritano una
visita le botteghe romane del I secolo a.C. in via Falcone; le
In alto: Palomonte - Chiesa Madre di Santa Croce;
Sopra: Palomonte - Interno dell’ex Convento, sede del Municipio;
A sinistra: Particolare degli affreschi all’interno del complesso
monumentale Santa Maria della Sperlonga.
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Maggio/Giugno2007
mura lucane del V secolo a.C.; il mosaico di via Canali; il foro
antico che oggi è piazza Amendola; il complesso monumentale di S. Stefano, che nel III secolo a.C. era dedicato al culto
dell’acqua; il Convento degli Eremitani di Sant’Agostino; la
Chiesa Madre, con gli interni barocchi; il Castello imperiale; il
Tempio di Santo Spirito. Un tesoro d’archeologia e d’arte, che
ha inserito a pieno diritto Buccino tra le mete più interessanti
del turismo culturale campano.
In alto: San Gregorio Magno - Centro sportivo;
Sopra: San Gregorio Magno - Scorcio del centro storico;
A destra: San Gregorio Magno - Interno delle grotte di via Bacco, adibite
dagli abitanti a cantine.
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19
Speciale PIR 3
Alla sinistra del fiume Tanagro, sorge il delizioso
centro di Auletta, che si sviluppò in epoca medievale, quando intorno al Castello e alla Chiesa sorse
un’imponente cinta muraria che aveva tre ingressi:
Porta Castello, Porta del Fiume e Porta Rivellino.
Dalle ultime due tuttora si accede al cuore della
cittadina, dove spicca la chiesa trecentesca di San
Nicola di Mira. Nella parte più alta del centro storico
è collocato invece il Castello Marchesale, che risale
al XII secolo.
Intorno al centro storico domina la natura incontaminata. Da non perdere, per tutti gli amanti delle
escursioni, una visita all’eremitaggio dello Jesus,
alle Grotte dell’Acqua e della Signora – ricche di
stalattiti e stalagmiti – e soprattutto alla celebre
Grotta dell’Angelo, tra Auletta e Pertosa, che è uno
straordinario complesso speleologico lungo 2500
metri, sotto il massiccio degli Alburni.
A pochi chilometri da Auletta sorge l’abitato di Caggiano
che, con 828 metri sul livello del mare, è il secondo comune
salernitano per altezza. Bagnato dal fiume Tanagro e dal suo
affluente Melandro, è delimitato da rocce e strapiombi tuttora
inaccessibili. L’impianto urbano medievale è racchiuso da una
cinta muraria ancora in perfetto stato di conservazione, così
come il Castello. Ma la Caggiano romano-medievale sorse
sulle rovine dell’antica Ursentum, distrutta durante la seconda
guerra punica, mentre è nelle preistoriche Grotte dello Zachito
che sarebbero avvenuti i più remoti insediamenti.
Di grande suggestione è il centro storico di Caggiano, con
viuzze strette e lastricate, palazzi gentilizi, chiese di grande
bellezza come quella del SS. Salvatore, che custodisce ricchi
affreschi o l’antica Santa Maria dei Greci o ancora la chiesa di
S. Caterina, con sei opere di Nicola Peccheneda, artista della
scuola napoletana del 700. Merita una visita anche il seicentesco convento dei Padri riformati, che ospita l’antiquarium,
all’interno del quale si può ammirare la mostra dei reperti del
Monumento Funerario degli Insteii di età romana. Al di fuori
dell’abitato, come per gli altri nove comuni dell’ambito del
Pir 3, a farla da padrona è la natura incontaminata. Anche
Caggiano è ricca infatti di superbi sentieri naturalistici. Su
tutti l’Alta via dei Monti Caggianesi, straordinario percorso
di montagna tra costruzioni rupestri di pastori e l’itinerario
fluviale che, dipartendosi dalle gole del Melandro, lambisce il
complesso ipogeo dello Zachito, i ruderi di un antico Monastero
dei Templari ed i resti della villa di Gabriele Altilio, vescovo e
poeta latino del 1400.
Paesi del buon vivere, dunque, per coloro che vi conducono
un’esistenza al riparo dai ritmi frenetici delle grandi aree urbane, ma anche per quanti desiderano concedersi il piacere di un
soggiorno rilassante, all’insegna dell’arte e della cultura, della
natura e dello sport all’aria aperta, della genuina gastronomia
a base di prodotti tipici di qualità.
Speciale PIR 3
Buccino - Castello Normanno-angioino
Buccino - Panorama
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Speciale PIR 3
Caggiano - Monumento funerario degli Instei di età romana
Caggiano - Interni Chiesa Madre SS. Salvatore
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Speciale PIR 3
Auletta - Castello Marchesale
La misura 4.24 del POR Campania 2000-2006 “Gestione di strategie integrate di sviluppo rurale da parte dei Partenariati locali” ha promosso l’integrazione
fra gli interventi di sviluppo rurale previsti dalle Misure
del Piano Operativo Regionale, attraverso il nuovo
strumento dei Progetti Integrati Rurali (PIR), attuati da
Partenariati rappresentativi degli interessi locali.
La Provincia di Salerno ha accompagnato la realizzazione di 6 PIR. L’Ambito 3 è quello denominato SeleTanagro “I Paesi del Buon vivere”, che fa leva su un
ampio partenariato, per garantire la rappresentanza
di ogni interesse e categoria, giungendo a coinvolgere
un considerevole numero di soggetti pubblici e privati:
da tutti i Comuni dell’ambito e delle aree contigue alle
Comunità Montane, dai soggetti della programmazione
negoziata agli ulteriori strumenti dello sviluppo locale,
dalle associazioni di categoria alle rappresentanze sindacali, da esponenti del settore agricolo a rappresentanti
degli operatori del turismo rurale, dalle associazioni femminili a quelle culturali e ambientali. I partners sono 65:
i dieci comuni interamente ricompresi (Auletta, Buccino,
Caggiano, Castelnuovo di Conza, Colliano, Laviano,
Palomonte, San Gregorio Magno, Santomenna, Valva),
i comuni delle Aree Contigue (Atena Lucana, Petina,
Pertosa, Polla, Romagnano al Monte, Ricigliano, Salvitelle, Contursi Terme), le Comunità Montane Zona del
Tanagro, Alto e Medio Sele, Alburni e Vallo di Diano, i
G.A.L. ADAT e Colline Salernitane, il Patto Sele-Tanagro,
il PIT Antica Volcei, il Contratto d’Area, il Parco nazionale
del Cilento e Vallo di Diano, la Camera di Commercio di
Salerno, Assindustria Salerno, il Piano di Zona Ambito
SA/4, la Banca della Campania e le BCC di Buccino e
Sassano, l’Università della Basilicata, il Consorzio di Bonifica Diano-Tanagro, ed ancora numerose associazioni
di categoria e sindacali (tra cui Cia, Coldiretti, C.G.I.L.,
C.I.S.L., UIL, UPA, CNA), l’AIAB, diverse associazioni
e consorzi d’imprese, di promozione e di tutela, le Pro
loco, Legambiente.
L’assemblea del Partenariato Locale ha unanimemente
individuato la Comunità Montana Zona del Tanagro
come Soggetto Responsabile del PIR 3 e ha scelto come
Tema Strategico per lo sviluppo dell’area la “Valorizzazione turistica delle aree rurali”.
Info: www.cmtanagro.it
Caggiano- Area pic-nic di Veteranurso
Auletta - Porta Rivellino
Auletta - Panorana con la cupola della chiesa San Nicola di Mira
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Speciale PIR 3
Buccino - Complesso rupestre di via Egito
Buccino - Mosaico di via Canali ( Edificio del I-II sec. d.C.)
Il Parco
Archeologico Urbano
Antica Volcei
“Il Parco Archeologico dell’Antica Volcei” (info
0828.951268 – www.anticavolcei.it) è stato definito “urbano” perché esso si sviluppa interamente sotto l’antico
centro storico del comune di Buccino. La sua specificità
è data dalla circostanza che l’area urbana dell’antica
Volcei, municipio romano, coincide esattamente con il
centro storico attuale, che ne conserva l’impianto stradale e il perimetro delle mura. Per questa sua peculiarità
esso rappresenta ormai una realtà di grande interesse
scientifico e d’enorme fascino.
L’intero centro storico è stato fortemente danneggiato
dal terremoto del 1980. Il successivo programma di
ricostruzione è stato convertito dall’Amministrazione comunale, per richiesta della Soprintendenza Archeologica
di Salerno, in un piano di recupero e di restauro. E’ stato
così possibile procedere all’esplorazione sistematica
dei livelli sottostanti o inglobati nei fabbricati e portare
alla luce in tal modo importanti testimonianze della città
romana, senza compromettere la stabilità della città
sovrastante.
Questo ha permesso di definire un progetto di “parco
archeologico urbano” unico nel suo genere, una vera
e propria città nella città, nel quale i ritrovamenti antichi
si fondono armonicamente con le strutture medievali
e recenti presenti nel tessuto urbano, inserendosi nei
normali ritmi di vita della comunità.
E’ perciò possibile affermare che Buccino abbia creato
un’inedita forma di sito archeologico, nel quale antichità
e quotidianità sono un tutt’uno.
Buccino - Vicolo Falcone
Buccino - Tempio di Santo Spirito, interno cisterna
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Speciale PIR 3
La Riserva Naturale Regionale
Foce Sele e Tanagro
La riserva comprende un vasto sistema fluviale, quello del
Sele nella sua piana, e il corso del Tanagro dal Vallo di Diano
alla confluenza nel fiume maggiore. Il Sele presenta lembi di
zone umide che ospitano una ricchissima varietà di specie
acquatiche e terrestri: in particolare nell’Oasi di Persano
(info: tel. 0828 974684, Sito di interesse comunitario e zona
umida di importanza internazionale) gli appassionati di birdwatching potranno osservare cicogne nere, aironi e diverse
specie di falchi e anatre. Questa è anche la zona più ricca
di lontre in Italia.
Da segnalare, nel territorio di Buccino, è l’Itinerario fluviale
Vallone delle canne - bosco di S. Giovanni - gole rocciose di
Ponte S. Cono, che percorre le sponde fluviali attraverso una folta vegetazione, caratterizzata da salici, giunchi e canneti,
oltre che dalla tipica foresta a galleria in cui si inseriscono fitti tratti boschivi con pioppi, frassini, ontani.
La Riserva Naturale Regionale
dei Monti Eremita-Marzano
La Riserva, un territorio montuoso di media altezza situato al
confine con la Basilicata, si estende per più di 3.600 ettari in
un’area ancora incontaminata. Per le caratteristiche ambientali, geologiche, vegetazionali e faunistiche è sito di interesse
comunitario. La gran parte delle escursioni sono consigliabili
a camminatori esperti, in condizioni fisiche adeguate e con
un’attrezzatura adatta, ma ci sono anche splendide passeggiate da fare a bassa quota.
Agli appassionati di trekking sono riservati alcuni sentieri posti
sotto la tutela del CAI (Club Alpino Italiano) che attraversano
boschi incantevoli. La vegetazione è in gran parte d’alta quota, con faggi, lecci, roverelle e ontani tra i quali è possibile
avvistare lupi, cinghiali, volpi, faine e numerose specie di uccelli.
Percorsi montani:
Alta quota tra il Melara ed il Cerreta
Il Club Alpino Italiano ha individuato un percorso naturalistico
lungo le vette del Melara, tra Buccino e San Gregorio Magno e Ogna a Palomonte. Si segue il sentiero dalla località
Cerreta, dove è villa Elefante, forse un tempio romano,
anticamente utilizzata come stazione postale, dunque come
luogo di sosta. Di là è possibile raggiungere, attraverso la
catena montuosa, direttamente il centro storico di Buccino,
l’antica Volcei, passando però per via Bacco e San Gregorio
per ammirare le caratteristiche cantine scavate nella roccia.
Il Percorso della Vecchia ferrovia o dell’alleanza è invece
una variante affascinante, proposta dal GET (Gruppo Escursionistico Trekking), che si snoda lungo il corso del fiume
Tanagro. Un itinerario che inizia nel ter¬ritorio di Auletta,
presso le grotte dell’Angelo e raggiunge il centro storico
di questa cittadina per continuare verso Pertosa, Petina e
Polla. Mentre il Percorso ‘’Alta Via dei Monti Caggianesi” è
una seconda variante per gli amanti del trekking, anch’essa
realizzata dalla Comunità Montana in collaborazione con
GET e CAI. Un percorso ad anello che parte da Caggiano,
per fare ritorno dopo aver am¬mirato le gole della Basilicata,
gli Alburni, il Vallo di Diano e gli antichi rifugi dei pastori in
pietra a secco.
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Maggio/Giugno2007
Molte le partnership per progetti nel campo culturale e per interventi nel settore agricolo ed
enogastronomico
di Vera Arabino
I
l punto di forza del Progetto Integrato
Rurale 3 è stata la capacità di integrazione con gli altri strumenti della
programmazione negoziata, come il PIT
“Antica Volcej”, i Programmi Leader
e Leader Plus, il programma di aiuti
alle imprese promosso dalla Sviluppo
Sele Tanagro spa. Un’azione sinergica
finalizzata a perseguire l’obiettivo di
valorizzazione turistica delle aree rurali,
integrando la vocazione culturale e
quella naturalistica del comprensorio, e a
favorire il dinamismo del tessuto sociale
ed economico-imprenditoriale, anche per
contrastare il fenomeno di abbandono
dei piccoli centri.
Tuttavia Giovanni Caggiano, presidente
della Comunità Montana “Zona del Tanagro”, soggetto capofila del Pir 3 “Paesi
del Buon Vivere”, mette l’accento sulla
necessità di un maggior adeguamento
della programmazione regionale alle
esigenze specifiche dei vari sistemi
territoriali.
“A fronte della grande mole di manifestazioni d’interesse, registrate dal nostro
Pir, solo un numero ridotto di realtà è riuscito ad avere accesso ai finanziamenti
– spiega – Ad esempio, in questa zona
si concentra una buona percentuale
della produzione olivicola provinciale,
ma nessun operatore ha avuto accesso
ai fondi perché i criteri sono decisamente
tarati su dimensioni industriali e non di
piccole imprese”.
In ogni caso, il 2006 si è chiuso con un
buon bilancio per il Pir 3: sono stati 49
i progetti approvati, per un investimento
complessivo di oltre 5milioni di euro, di
cui più di 3milioni di contributo pubblico.
La misura di gran lunga più gettonata è
risultata la 4.8, che finanzia azioni di “ammodernamento strutturale delle aziende
agricole” ed ha visto ben 33 progetti
approvati. A seguire la 4.13 “Interventi
per favorire la diversificazione delle
attività agricole e lo sviluppo di quelle
affini allo scopo di implementare fonti
alternative di reddito” con 5 progetti; la
4.14 “Incentivazione di attività turistiche
ed artigianali” con 4 progetti; la misura
1.13 per la “Sistemazione idraulico forestale e tutela delle risorse naturali” con
3 progetti; la 4.12 per il “Miglioramento
dei villaggi rurali e per la protezione e
Maggio/Giugno 2007
la tutela del patrimonio rurale” con 2
progetti; un solo progetto infine per la
4.15 “Primo insediamento dei giovani
agricoltori”.
“Il Progetto Integrato Rurale ci ha consentito comunque di far affluire risorse
importanti sul territorio, allo scopo di
creare occasioni di sviluppo legate alle
nostre vocazioni – prosegue Caggiano
– Infatti, grazie ad una consolidata prassi
partenariale, siamo impegnati costantemente nella concreta promozione
del nostro patrimonio storico-artistico,
culturale ed ambientale, nonché nella
valorizzazione delle rinomate produzioni enogastronomiche, la cui bontà e
qualità è un vanto della nostra offerta
turistica”.
Vanno in tale direzione alcuni importanti
progetti, posti in essere in partnership
con enti locali, associazioni, università
ed istituti di ricerca. Sul versante artistico
e culturale, si segnalano il progetto sugli
“Antichi Itinerari” - realizzato di concerto
con i Comuni del PIT Antica Volcej e con
25
le due Soprintendenze - per la realizzazione di cartellonistica ad hoc, per la
messa in rete delle risorse archeologiche
ed ambientali ed il progetto condotto con
la Facoltà di Sociologia dell’università
partenopea Federico II, che mira a realizzare un sistema “ecomuseale”.
Mentre, sul versante enogastronomico,
merita menzione il progetto di promozione e sviluppo “I Formaggi del Monte
Marzano” che – condotto di concerto
con l’Associazione ANFOSC, la rivista
di settore Caseus e lo STAPA-Cepica
- si propone di valorizzare i formaggi
prodotti sul territorio, attraverso la formazione dei “casari” e la definizione, a
scopo promozionale, del “Paniere dei
formaggi del Sele-Tanagro”. Ed ancora il
progetto “La Fiera del Villaggio” che – in
partnership con Osservatorio Medes ed
Università della Basilicata – è finalizzato
a tutelare il patrimonio agricolo tradizionale dell’antico Ager Silarus–Tanager,
attraverso l’individuazione e successiva
valorizzazione delle cultivar tipiche (oli-
Speciale PIR 3
Boom di finanziamenti
per ammodernare le aziende agricole
Speciale PIR 3
vo, vite, frutticoli, cereali e ortive).
Senza dimenticare il progetto per il miglioramento delle filiere zootecniche del
territorio, in collaborazione con l’Università di Salerno.
“A tutto ciò si aggiunge l’azione di
promozione del pane, dei salumi e di
altre tipicità, come l’olio extravergine
del Tanagro – spiega Caggiano - per il
quale con le amministrazioni comunali
abbiamo creato il programma di certificazioni De.C.O. ossia Denominazioni
di Origine Comunale, propedeutico alla
certificazione Res Tipica”.
Ed altri piani sono in corso in collaborazione con i tecnici dell’Ersac e dell’ASL
per la identificazione e la piena sicurezza
delle carni prodotte sul territorio; con
l’Istituto Sperimentale per l’Orticoltura
(ISPORT) del Mi.PAF di Pontecagnano
per la valorizzazione del Carciofo Bianco
del Basso Tanagro; con il Consorzio Provinciale Olivicoltori per migliorare tutta la
filiera dell’olio di oliva.
“Un’autentica chicca è infine il progetto
relativo alla individuazione dei vitigni
autoctoni, in collaborazione con il Centro
ricerche di Turi – conclude il presidente
– E’ denominato progetto “Lucio Manneo Quinto”, dal nome del medico la
cui epigrafe è stata ritrovata in una villa
in località Massavetere, tra Caggiano e
Pertosa”.
Un medico che, come precisato nell’epi-
L’ECONOMIA DEL PIR 3
Il comprensorio Sele-Tanagro è baricentrico rispetto all’ideale asse
produttivo, che collega il polo industriale di Battipaglia-Eboli e di Salerno
con le aree industriali della Provincia di Potenza, di Tito e di Melfi.
Importanti sono le aree industriali di Buccino e Palomonte, le aree di
insediamento produttivo di Caggiano e San Gregorio Magno, le aree
artigianali di Auletta e Caggiano. Buccino e Palomonte sono altresì
inclusi nel Contratto d’Area del Cratere Salernitano.
L’intera area si caratterizza inoltre per l’ampia presenza di agriturismi,
a conferma della spiccata vocazione al turismo rurale ed enogastronomico.
grafe bilingue (in latino e greco), usava
il vino a scopo terapeutico, secondo gli
insegnamenti di Asclepiade di Bitinia. Un
giusto omaggio, dunque, ad una storia
millenaria che si riverbera tangibilmente
sulla cultura di questo comprensorio.
Olevano sul Tusciano - Convento Santa Maria di Costantinopoli
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Maggio/Giugno2007
Caggiano - Vicolo del centro storico
Maggio/Giugno 2007
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Speciale PIR 3
Viaggio
nei sapori del
PIR 3
Sele-Tanagro: colori, profumi e aromi
di un’antica tradizione
di Luciana Mauro
F
ascino, tradizione, sentimento si
mescolano come in un sapiente
cocktail, nella terra che ospita
da sempre antichi riti, tra i quali l’arte
culinaria, coltivata in modo passionale
e deciso dalle donne che qui sono nate
e cresciute, assimilando tutta la cultura
di un territorio che ancora resiste agli
“orrori” della modernità.
Sele come acqua sorgiva, aria pura,
verde incontaminato. Tanagro come
profumi della terra che risorge a nuova
vita, fresca di rugiada e scrosciante di
fluidi ritmi di ruscelli. La poesia di questo
clima si rispecchia nella buona tavola:
nell’aroma deciso e inconfondibile del
tartufo di Colliano, nella fresca manualità
della pasta fatta in casa, nel colore limpido dell’olio, luminoso come l’oro.
Entriamo senza bussare, nell’intimo di
una realtà che ci accoglie con la sua
grande ospitalità e sfogliamo insieme
i segreti dei prodotti tipici, le ricette e i
programmi delle istituzioni per custodire
adeguatamente questi tesori.
Il tartufo e la sua storia
Nella satira V Giovenale racconta la
storia di un nuovo ricco libico chiamato
Virrone, che si divertiva ad offendere gli
invitati di origini modeste, suoi “clienti”
nel senso latino del termine, facendo
servire loro un menù povero quanto le
loro finanze. Sotto i loro stessi occhi
egli faceva scorpacciate con i piatti più
sontuosi:
“Dinanzi al padrone fumano un enorme
fegato d’oca...Seguono poi dei tartufi, se
si è in primavera e se la pioggia desiderata ha permesso questo graditissimo
supplemento. ‘Oh libico!’ - Grida Alledius
- conserva per te il tuo grano, mangiati i
tuoi buoi ma dacci i tuoi tartufi”.
Inoltre, le testimonianze dell’impiego di
sciroppo di tartufo, per curare qualsiasi
forma di dolore, e di pasta come cicatrizzante antibiotico, attribuiscono a questo
fungo qualità medicamentose oltre che
culinarie. Tuttavia la sua maggiore fama
è dovuta alle preziose sostanze aromatiche, capaci di condire, naturalmente e
in assoluto, anche un piatto di pasta in
bianco, senza grassi aggiunti.
Un aroma che, inoltre, ha anche funzione
stimolante e afrodisiaca.
Mostra mercato del tartufo
Nel mese di ottobre, Colliano si apre ad
una manifestazione molto seguita sia
dalla gente del territorio che dagli appassionati di gastronomia. La Pro Loco
di Colliano, il 13 e 14 ottobre dello scorso
anno, ha aperto le porte del paese a visitatori e standisti per un full immersion
in odori e sapori del nostro territorio.
Centinaia di espositori hanno animato
la grande Piazza Epifani per tre giorni
consecutivi mostrando i loro prodotti e la
loro arte. Il tartufo, nella sua preziosità,
è stato proposto in molteplici funzioni,
come alimento e come delizioso ornamento ai più raffinati menù. Insomma,
un’esplosione di creatività che ha dato
l’esatta misura di quanto la passione
per la natura (e per la buona tavola)
riescano insieme a realizzare connubi
eccezionali. Particolare cura è stata data
all’allestimento dei punti di ristoro, lungo
il centro storico del paese, che si è aperto
ai visitatori offrendo degustazioni di tutte
le specialità tipiche del luogo.
LA RICETTA
PAPPARDELLE AL TARTUFO
Una delizia
dal potere afrodisiaco
Ingredienti per sei persone: 500 gramnmi di pappardelle all’uovo; mezzo
bicchiere di olio di oliva di Colliano; prezzemolo tritato con uno spicchio
d’aglio; un tartufo medio di Colliano.
Il tartufo è un prodotto vegetale con un
alto potere nutritivo, nella sua composizione chimica si rileva un’alta percentuale di sostanze azotate, di sali minerali,
di materie grasse, di idrati di carbonio,
di materie coloranti e principi olfattivi.
Esecuzione: Lessare al dente le pappardelle e dopo averle scolate girarle velocemente nella padella dove avrete fatto rosolare l’aglio con l’olio e una manciatina
di prezzemolo e, a piacere, peperoncino. Versare poi in una zuppiera e grattugiare
sopra la pasta il tartufo a crudo finemente tritato. Amalgamare il tutto e servire
caldo. A scelta il piatto può essere arricchito con formaggio parmigiano e pecorino
romano. Il piatto esalta in pieno l’aroma intenso del tartufo.
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Speciale PIR 3
Intervista a Gerardo Strollo,
presidente Proloco Colliano
P
residente, quale il ruolo del tartufo, oggi, per lo sviluppo delle aree
forestali e rurali?
Il tartufo, negli ultimi anni, sta acquisendo
un ruolo strategico per il recupero e lo
sviluppo delle aree forestali e rurali. La
sua produzione incide infatti sugli aspetti
economici, forestali, idrogeologici e ambientali del territorio.
Cosa ci comunica, in merito, il mercato?
Il mercato che interessa questo prodotto
si sta ampliando notevolmente, così
come la diffusione dei cosiddetti “manufatti aromatizzati”, vale a dire oli, burri,
creme e quant’altro.
Come e quanto ha inciso la promozione del prodotto?
L’impegno che la Pro Loco con la Mostra Mercato ha profuso in questi anni,
ha fatto si che il tartufo,
illustre sconosciuto fino
agli anni ‘60, attraverso
una capillare e costante
promozione divenisse una
grande risorsa, una vera
e propria ricchezza per il
territorio e la diffusione di
una cultura per l’utilizzo
del tartufo nella cucina
è la prova di questa costante azione di
promozione.
Le produzioni nostrane ritiene siano
sufficientemente protette e tutelate?
L’attenzione della Pro Loco è rivolta
anche, incessantemente, alla promulgazione della legge Regionale perchè crei
le condizioni per garantire la tutela del
tartufo e per proteggere le più pregiate
ed apprezzate produzioni nostrane.
Quale la sfida per difendere l’autenticità del prodotto?
Può essere vinta, a mio avviso, solo attraverso una strategia d’azione integrata
fra i raccoglitori ufficiali, le Comunità
Montane, gli Studi di Ricerca le Scuole di
settore e quanti altri intendono anteporre
a garanzia del consumatore la qualità dei
prodotti rispetto a produzioni scadenti e
non caratterizzate da elementi di pregio.
Il carciofo bianco, una prelibatezza
conosciuta in tutto il mondo
D
odici coltivatori riuniti
in un Consorzio e un
presidente che parla
del “suo” prodotto con entusiasmo e spirito d’iniziativa.
Si, perchè il carciofo bianco
è distribuito in più di “tremila
esemplari” in tutto il mondo,
grazie all’impegno di Giovanni Pucciarelli, a capo del
Consorzio e “animatore” della
famosa sagra annuale.
Presidente, da quanti anni
dirige il Consorzio?
Da quattro, e devo agli altri
dodici coltivatori che mi affiancano il successo del prodotto,
che riscuote sempre maggiori
consensi per la sua genuina
versatilità.
Quali le caratteristiche?
Il carciofo bianco ha un retrogusto dolce, molto delicato, e
un cuore bianco tenerissimo.
La prelibatezza è dovuta al
fatto che viene coltivato in
terreni ben climatizzati, medio
freddi.
Quale la stagione del raccolto?
Aprile-maggio, ma la raccolta
dura fino all’inizio dell’estate.
Ci parli della famosa Sagra.
Da anni, con successo di
pubblico, si svolge a Pertosa
la Sagra del Carciofo Bianco”. L’appuntamento è il 12
maggio, vi affluiscono molti
turisti e comitive provenienti
soprattutto dal napoletano.
Negli appositi stand si possono gustare le ricette tipiche, i
preparati naturali e sotto
vetro, da portare a casa o
regalare.
Quali sono?
Il più richiesto è il “patè di
carciofo bianco”, sbollentato nell’aceto poi frullato
e mescolato ad olio extra
vergine d’oliva del posto, che
gli conferisce un gusto inconfondibile.
Come si può gustare, in tavola, il carciofo bianco?
Può essere inserito in vari piatti, sia semplici che elaborati. E’
ottimo imbottito con un morbido ripieno a base di carne, al
naturale, a tortino con le uova,
e infine nella tipica ricetta con
fave e pancetta, molto buona
e richiestissima.
Il prodotto viene anche
esportato?
Da quest’anno abbiamo istituito un laboratorio per la
trasformazione, ed esportiamo
il prodotto in Germania, in
Francia e anche negli Stati
Uniti. Di solito ci vengono richiesti più di tremila barattoli.
Qui il patè di carciofo bianco
è richiestissimo, gli stranieri
ne vanno pazzi e lo usano sia
a crudo, sul pane tostato, che
per condire pasta e carni.
LeUnastrade
dell’olio
2007
strategia per la filiera degli oli di qualità
19/21 Ottobre
Borsa Verde dei territori rurali europei
Salone Mediterraneo degli Oli
Maggio/Giugno 2007
29
News Piana del Sele
“Tre le priorità per il comparto agricolo”
Il Presidente dell’UPA - Unione Provinciale
Agricoltori di Salerno analizza il PSR
di Francesca Rinauro
N
uove sfide e nuovi orizzonti per l’agricoltura campana
si dischiudono con il PSR, il nuovo Programma di
Sviluppo Rurale.
“Il PSR è un treno da non perdere per l’agricoltura della
nostra regione e noi, come Confagricoltura, abbiamo subito
indicato tre obiettivi prioritari - dichiara il Presidente dell’UPA
Salerno, Gennaro Bonomo – In primis la concentrazione e la
qualificazione della spesa, per indirizzare le risorse disponibili
verso le imprese agricole vitali, che hanno concreta possibilità
di rimanere sul mercato, anche attraverso l’incentivazione di
progetti collegati al sistema di filiera. In secondo luogo una
forte integrazione tra PSR ed i programmi operativi FESR
e FSE, al fine di creare condizioni “esterne alle aziende”,
che consentano a queste ultime di recuperare maggiore
competività sul mercato e in ultimo, l’assicurazione che alle
imprese giunga il massimo delle risorse disponibili, evitando
la dispersione delle stesse a vantaggio di soggetti estranei al
mondo agricolo”.
La prima impressione sul grande lavoro compiuto in sede
regionale è decisamente positiva: “Dopo aver esaminato i
documenti elaborati dalla Regione Campania, possiamo dirci
soddisfatti dei risultati raggiunti, nonostante la presenza di
una regolamentazione comunitaria troppo vincolante, che ha
di molto limitato l’autonomia degli enti locali – spiega Bonomo
- Abbiamo apprezzato il fatto che la ripartizione delle risorse
sui vari assi del PSR abbia privilegiato un approccio il più
possibile selettivo di intervento pubblico, così come la scelta
di mettere al centro dell’intervento rurale la moderna impresa
agricola, nei suoi legami con il territorio e nella sua integrazione
con la filiera in cui opera, prestando particolare attenzione alle
nuove prospettive imprenditoriali che sia aprono sul terreno
della multifunzionalità”.
Altrettanto condivisibili, secondo il Presidente dell’UPA, sono
le due opzioni di fondo alla base dell’impianto programmatico
del PSR e la scelta di aver riproposto, anche per il periodo
2007-2013, l’assetto procedimentale già collaudato con la
programmazione in corso: i bandi a scadenza aperta e l’affidamento alle Province dell’attuazione delle misure a carattere
individuale, salvo alcuni interventi riservati alla competenza
regionale. Una scelta che ha fatto della Campania un modello
da prendere a riferimento come best practice. “
Siamo però ancora a metà dell’opera. In questa fase anche
il problema del peso burocratico
deve ricevere una risposta decisiva. Ci sono troppi vincoli sulle
imprese e l’intreccio di competenze si traduce in costi che gravano
sulla competitività delle imprese
– conclude Bonomo - Auspichiamo, perciò, che il metodo della
concertazione, che ha prodotto
buoni risultati, possa guidare il
lavoro che ci aspetta nei prossimi
mesi. Come Confagricoltura Campania siamo pronti a dare il nostro
contributo”.
E dal direttore, Luigi Orsitto, l’invito
ad allentare i legacci della “burocrazia” per gli imprenditori agricoli
“E’ necessario abbattere i costi burocratici, che attanagliano
la vita e il lavoro degli imprenditori agricoli. Una burocrazia
farraginosa danneggia il mercato e soprattutto blocca la
competitività - spiega il Direttore dell’UPA Salerno, Luigi
Orsitto – Abbiamo invece necessità di far emergere le
potenzialità del settore e vincere la concorrenza, lavorando
sull’aggregazione”.
Orsitto snocciola i
dati di uno studio di
Confagricoltura, secondo il quale sono
circa mille le istituzioni pubbliche, a livello
comunitario, centrale
e locale - tra Commissione, Ministeri,
Assessorati, Enti e
società regionali,
Province, Comunità montane – che si occupano a vario
titolo di agricoltura. Una gigantesca macchina burocratica,
che occupa centinaia di migliaia di dipendenti, e che si traduce, per l’imprenditore agricolo, in una mole insostenibile
di carte, timbri, procedure che, in ultima analisi, significano
tempo sprecato e costi elevati: “Confagricoltura ha fatto
una stima: cento giornate lavorative di 8 ore ciascuna, un
impegno medio di 2 giornate alla settimana, da dedicare
alla burocrazia – dice Orsitto - Per questo Confagricoltura
ha commissionato ad un team di esperti un rapporto sulla
semplificazione in agricoltura, di cui è stata presentata una
prima parte, con l’obiettivo di avviare un dibattito positivo
con il mondo della politica, le amministrazioni e tutte le
componenti che vorranno partecipare a questo sforzo”.
L’agricoltura e gli imprenditori vanno dunque tutelati da
parte della politica: “La politica deve essere intesa anche
come giusto recepimento di richieste ed adeguamento
alle esigenze del mondo produttivo – conclude il Direttore
dell’UPA - Ora abbiamo di fronte a noi una grande sfida,
che non si gioca più nelle aziende, ma sul mercato e per
affrontarla al meglio occorrono scelte strategiche. Attendiamo in tal senso la messa a punto definitiva e soprattutto
l’attuazione del nuovo piano agricolo disposto dall’amministrazione provinciale”. (F.R.)
30
Maggio/Giugno2007
Made in Italy
di Patrizia Sereno
U
na campagna conserviera su cui si addensano tante,
troppe incognite e che sarà decisiva per la sopravvivenza delle piccole e medie aziende agro-alimentari.
In particolare nell’area a nord di Salerno che dalle diverse
centinaia di siti degli anni d’oro, è arrivata a contarne appena
una ottantina.
Le previsioni fanno pensare ad una “selezione naturale” delle
imprese. Insomma, una selezione di darwiniana memoria che
potrebbe portare alla scomparsa
quelle attività che non possono
trovare una boccata d’ossigeno
– a differenza dei colossi come
La Doria di Angri, con il blasone
della quotazione in borsa – nella
commerciliazzazione di altre produzione. Succhi di frutta e legumi,
per esempio.
Non nasconde la testa sotto la
sabbia il presidente dell’Anicav
Luigi Salvati.
I problemi con i quali i conservieri
debbono confrontarsi sono numerosi e di preoccupante portata. “Innanzitutto – spiega Salvati
– dobbiamo fare i conti con il rinnovo del contratto di lavoro. E
poi c’è la semina per la quale non abbiamo ancora sicurezza
per l’acqua. Giugno è stato un mese caratterizzato da temperature particolarmente elevate e questo potrebbe provocare
seri danni alla qualità ed alla quantità del prodotto”. Dunque,
precauzione e cautela rappresentano le parole d’ordine che del
presidente Luigi Salvati ha sottoposto all’assemblea annuale
dei soci dell’Anicav del 12 giugno.
In prospettiva è probabile che la via da battere, secondo gli
esperti, sia quella di tornare ai 40 milioni di quintali di pomodoro
degli Anni Novanta, rispetto agli attuali 64 milioni.
O, comunque, di mantenersi sui quantitativi dello scorso anno.
La ricetta, secondo Luigi Salvati sta nel costante miglioramento qualitativo, in quella scommessa che si chiama Made
in Italy. “Non dobbiamo dimenticare – suggerisce il numero
uno dell’Anicav – che siamo gli unici a fare i pelati oltre alla
California”.
Da qui le linee guida: qualità, tracciabilità, sicurezza del
prodotto. Tenendo conto che un terzo dell’oro rosso veniva
indirizzato verso la produzione di concentrato. “Prodotto
– spiega il presidente Salvati – che non è più una prerogativa
della nostra trasformazione visto che ci arriva da altri paesi
(Cina innanzitutto) con costi più contenuti”.
Da qui l’urgenza di trovare nuovi mercati per pelati, passata,
polpa.
“Oppure – suggerisce ancora Luigi Salvati – optare per il
percorso che porta all’adeguamento della quantità di prodotto
da trasformare”.
Tenendo conto che le imprese conserviere stanno ancora
smaltendo la superproduzione del 2004 (dovuta ad una
campagna di commercializzazione non all’altezza delle aspettative e che non ha portato alle aziende un utile margine di
introiti) e che non poco affanno è derivato dall’improrogabile
necessità di adeguamenti tecnologici non sostenuti da alcun
tipo di agevolazione, ma che hanno pesato interamente sulle
economia delle aziende.
Il presidente dell’Anicav chiosa sottolineando che il comparto
conserviero vive quella che definisce “svolta epocale, visto
anche che – precisa – questo è anche l’ultimo anno in cui
sarà possibile godere dei benefici della Comunità Europea
per l’agricoltura. Infatti, il 2008 porterà la riforma della politica
agricola con meno contributi a favore degli agricoltori che,
quindi, chiederanno all’industria un prezzo più alto”.
Maggio/Giugno 2007
31
News Agro
Industria conserviera:
la scommessa del
L’Intevista
L’economia
in provincia di
Salerno
In crescita il turismo:
Salerno subito dopo Napoli
Il presidente della Camera di Commercio, Augusto Strianese, analizza il dato economico provinciale, redatto dall’Istituto Tagliacarne
di Caterina La Bella
“R
ipresina con segnali positivi
da stabilizzare”. Il presidente
della Camera di Commercio
di Salerno, Augusto Strianese, è ottimista ma cauto nell’analizzare la ripresa
economica provinciale, emersa dai
dati presentati nel corso della Giornata
dell’Economia. Dall’indagine, redatta
dall’Istituto Tagliacarne, si sottolineano
“diversi segnali di ripresa, sintetizzabili in
una estensione del tessuto imprenditoriale, in un aumento dell’occupazione e in
una crescita delle esportazioni”. In crescita il turismo. La provincia di Salerno
si colloca, infatti, secondo l’indagine, per
numero di arrivi e presenze, subito dopo
Napoli con 1,3 milioni di visitatori nell’ultimo anno, concentrati soprattutto nella
stagione estiva. “L’analisi del Tagliacarne
– spiega Strianese - fa risalire le difficoltà
vissute dal settore turistico nazionale
negli ultimi anni a fattori negativi di tipo
congiunturale e strutturale, quali l’instabilità internazionale, una frammentazione
del sistema turistico, rapporto qualità/
prezzo spesso inadeguato e una scarsa
capacità di promozione del prodotto Italia
all’estero”. “La riflessione a cui siamo
tutti chiamati riguarda il rapporto qualità/
prezzo e, in particolare, la componente
qualità – aggiunge Strianese - sul punto
intendiamo richiamare quanto detto
a proposito delle risorse umane e del
deficit di professionalità che nell’attività
turistica è fondamentale. Una annotazione riguarda la qualità del sistema
alberghiero: la provincia di Salerno, in
cui il 20% delle 461 strutture alberghiere
appartiene ad una categoria superiore (4
o 5 stelle), si colloca al 14° posto in Italia
in questa fascia. La presenza di strutture
a 3 stelle (205) e di categoria inferiore
(130), di centinaia di agriturismi e B&B in
continuo aumento, rende l’offerta ricettiva particolarmente ampia e diversificata”.
“Viene confermato, inoltre – ribadisce
Strianese - il dato positivo relativo alla
permanenza media degli stranieri nella
nostra provincia (6,8 giorni, contro 4,6
Campania e 3,9 Italia) che ci colloca al
primo posto fra le province campane e
all’8° in Italia”. Negativi, e peggiori che a
livello regionale e nazionale, i dati relativi
agli arrivi (-6,1%) e alle presenze (-4,8%),
riferiti alle variazioni 2005 sul 2004. Nel
2006 gli arrivi sono stati 1.316.316 (-1,5
rispetto al 2005) e le presenze 7.553.806
(-0,8 rispetto al 2005). Per Strianese, “c’è
ancora da lavorare molto sul piano della
promozione, tenuto conto dell’aumento
dell’offerta della ricettività e dell’andamento dei dati”. I dati, ad ogni modo,
sono in crescita in quasi tutti i settori.
“L’analisi dello scorso anno riguardava
il 2005, l’anno della stagnazione, della
crescita zero, dei timori per il debito pubblico, della preoccupazione per l’assalto
dei giganti asiatici – sottolinea Strianese
- nel 2006 i segnali di ripresa sono diventati evidenti. Il PIL ha ricominciato a
crescere arrivando all’1,9% e nel 2007
arriverà al 2%, secondo le previsioni
dell’Istituto Tagliacarne, che ha elaborato
per Unioncamere il Rapporto Italia che
abbiamo reso disponibile. Come Camera
di Commercio di Salerno ci uniamo al
resto del sistema camerale per lanciare
lo stesso segnale ai governi nazionale e
regionale e chiedere che garantiscano le
condizioni di fondo per l’efficienza e per lo
sviluppo: grandi reti, infrastrutture, meno
burocrazia. Questa Camera, al pari delle
altre, è pronta a contribuire. Intende farlo
senza la pretesa di rappresentanza delle
imprese, che spetta alla associazioni, ma
con la forte determinazione di assumere
il ruolo costituzionale di sussidiarietà e
di collaborazione con le altre istituzioni
e con le imprese”.
Per il presidente dell’Ente Camerale,
“nell’ottica dello sviluppo economico del
territorio, occorre stimolare gli investimenti privati, potenziandone l’efficacia;
modernizzare il sistema camerale creando reti funzionali allo sviluppo; favorire
l’internazionalizzazione delle imprese
anche utilizzando il sistema camerale
mondiale; potenziare le sinergie istituzionali”.
I principali indicatori
Imprese attive 116.122 (più 1.562 rispetto al 2005)
Fallimenti 95 (meno 46 rispetto al 2005)
Export 1.653.010677 euro (più 17,2 per cento rispetto al 2005)
Import 1.445.241.530 euro (meno 6,9 per cento rispetto al 2005)
Tasso di disoccupazione 11,6 per cento
Salerno, con il 17,2 per cento in più dell’export nel 2006, registra il maggior incremento delle esportazioni (quasi il doppio
della media nazionale), in seconda posizione, dopo Napoli, per il contributo al valore delle vendite campane all’estero.
Seconda posizione a livello regionale anche per il Pil procapite, pari a 17.325 che invece è all’84esima postazione nella
classifica nazionale. Partecipazione alla ricchezza della Campania: Salerno ha visto crescere nel 2006 dell’1 per cento
questo valore che in termini assoluti è di 16.910,4 milioni. Le imprese attive, che hanno evidenziato un incremento dell’1,3
per cento, sono 97 mila e collocano la provincia al secondo posto dopo Napoli per numero di aziende in valore assoluto.
Buono il mercato del lavoro, più 0,5 per cento per il tasso di occupazione che arriva al 49,2 per cento, secondo in Campania
dopo Benevento.
32
Maggio/Giugno2007
I Prodotti
Il fascino dell’annurca
La mela annurca è rinomata dalla notte dei tempi, la sua raffigurazione
nei dipinti rinvenuti negli scavi di Ercolano testimonia l’antichissimo
legame dell’Annurca con il mondo romano e la Campania felix.
di Walter Brancaccio
E’ più accattivante e intrigante della mela
del Val di Non e dell’Alto Adige come
conferma un recente studio dell’ANCI
ed è certo che le sue proprietà organolettiche e nutrizionali sono eccezionali.
E’ ricca di vitamine, di sali minerali e di
fibre. Non matura sull’albero, ma a terra,
in autunno, nei cosidetti “melai” in letti
di paglia dove assume il caratteristico
colore rossastro. Tra i tanti prodotti che
fanno della Campania e del salernitano
uno straordinario paniere di prodotti tipici e bioeccellenze che
il mercato conosca, un posto
di rilievo occupa la Melannurca
Campana IGP, la “regina delle
mele”. La mela annurca è rinomata dalla notte dei tempi, la sua
raffigurazione nei dipinti rinvenuti
negli scavi di Ercolano testimonia
l’antichissimo legame dell’Annurca con il mondo romano e la
Campania felix. Coltivata dapprima nell’area flegrea e vesuviana,
la Melannurca Campana Igp si
è diffusa nel secolo scorso nell’area casertana e beneventana
e poi nel nell’irno e nei picentini
dove però non sono molti i produttori di questo antico frutto su
cui si intende scommettere per
uno sviluppo ancora possibile
che esalti il territorio attraverso
l’immagine della sua Res Tipica.
L’area di produzione comprende
137 comuni distribuiti in tutte le
province campane. L’annurca
gode del marchio comunitario
IGP, di uno statuto, di un Consorzio di tutela, costituito nel
2005, con sede a Caserta, a cui il
Ministero delle Politiche Agricole
ha conferito l’incarico “a svolgere
le funzioni di tutela, promozione e di cura
generale degli interessi relativi alla denominazione protetta”. I dati economici e
produttivi assicurano che La Melannurca
Campana interessa complessivamente
oltre 3 mila ettari di meleti, pari all’80 %
circa del totale nazionale. Le aziende
agricole interessate sono oltre un migliaio. La produzione si aggira intorno
alle 60 mila tonnellate annue per un
valore complessivo stimato in oltre 40
milioni di euro. Attualmente, essa è per
Maggio/Giugno 2007
circa 2/3 assorbita dai mercati regionali
di Campania e Lazio, mentre circa un
20% raggiunge i mercati di Lombardia,
Piemonte e Toscana. Purtroppo però
la superficie iscritta al sistema di certificazione dell’IGP è ancora di appena
300 ettari circa, mentre la produzione
certificata è di poco superiore alle 3 mila
tonnellate. Ampi sono quindi i margini
di potenziamento del sistema, e l’avvenuto riconoscimento del Consorzio
si spera possa stimolare tutti i produttori della filiera ad aderire al marchio
comunitario portando così sui mercati
esclusivamente prodotto IGP. Due gli
ecotipi previsti dal disciplinare,con due
diverse etichette: l’”Annurca” classica e
la diretta discendente “Annurca Rossa
del Sud”, che ha il pregio di produrre
frutti a buccia rossa già sulla pianta. Per
la mela annurca lavora l’Associazione
Nazionale Città della Mela Annurca
presieduta da Gaetano Napoletano,
33
sindaco di San Mango Piemonte, che
ogni fine anno, a dicembre, riunisce nel
centro picentino i comuni aderenti all’Associazione per fare una panoramica
generale del settore, per uno scambio
di idee e di progetti, per promuovere il
territorio e il suo prodotto d’eccellenza
coltivato nel rispetto dell’ambiente e
del consumatore, attraverso iniziative
anche di carattere eno-gastronomiche
finalizzate a favorire la riscoperta delle
tradizioni agro-alimentari e culturali del mondo rurale.
Tante attenzioni con l’obiettivo di
rivitalizzare coltivazioni che fanno parte integrante della storia
di questi luoghi ,in sintonia con
il progetto di Res Tipica portato
avanti dall’ANCI, per rafforzare
e qualificare un settore che per
l’intero comprensorio si identica
ancora come uno strumento di
reddito e di crescita ma che ha
bisogno di un rinnovato impegno
interistituzionale. Non mancano
tuttavia i problemi che sono soprattutto di carattere economico,
anche sul fronte della visibilità
e della conoscenza si può fare
di più. I sindaci, e con essi gli
imprenditori agricoli, denunciano
grosse difficoltà, chiedono per la
mela annurca incentivi, programmi capaci di promuovere e di sviluppare informazione, assistenza
e consulenza per i coltivatori che
non riescono più a reggere il mercato ed a sopravvivere con scarsi
profitti , con la crisi del settore e
la carenza di manodopera per la
raccolta, in un clima di evidente
disagio e sfiducia; oggi questo
prodotto, presente su vetrine
internazionali, in questo areale di produzione, rischia seriamente l’estinzione.
E’ necessario ripensare la mappa degli
interventi, insieme alla Provincia di Salerno, puntando decisamente a progetti
finalizzati territoriali, in una parola alla
commercializzazione e trasformazione
del prodotto a fini industriali per non
rischiare di vedere abbandonato un
settore ancora ricco di possibilità di crescita: questa è la nuova parola d’ordine.
In questo senso, si da una valutazione
I Prodotti
molto positiva del Piano strategico per
l’agricoltura salernitana presentato di
recente dall’Assessore provinciale Corrado Martinangelo, -definito da Napoletano una “sintesi efficace” caratterizzata
da una forte tensione progettuale, ideale
e politica” , laddove si prevedono “aree
produttive di specializzazione e un unico
distretto rurale per i territori per i 12 territori delle comunità montane. Dalla mela
annurca già si ottengono dei succhi, di
grande valore nutritivo, liquori ,ma si
possono produrre anche i dolci per non
dimenticare le tradizionali “mele cotte “al
forno. Un ruolo importante è assegnato
al nascente Osservatorio nazionale
sul nocciolo che sorgerà a Giffoni che
deve rispondere alle esigenze di tutte le
imprese agricole e al rilancio dell’intero
comparto agricolo del comprensorio
estendendo i compiti della nascente
struttura di ricerca a supporto di tutti i
prodotti tipici del territorio, non solo del
nocciolo. Con l’Osservatorio, occorrono
interventi efficaci e straordinari perché la
situazione della mela annurca è quasi da
“allarme rosso”. Il dialogo con gli altri
attori compresi nelle aree di produzione
più forti e competitive deve proseguire
tenendo conto che la politica dei prezzi
deve essere improntata alla trasparenza
e all’interesse generale non solo delle
aree in cui si concentra la maggiore produzione di melannurca. Anche le abitudini alimentari vanno modificate a partire
dalle giovani generazioni. Il fast-food è
nocivo per tutti. Di rilievo, in tal senso,
sono le iniziative promosse dall’Assessorato all’agricoltura della Provincia di
Salerno per incentivare il consumo di
mele a scuola e per una corretta e sana
alimentazione basata sulle produzioni
agroalimentare tipiche del territorio.
Infatti, il progetto “Melamangio a scuola
“ già introdotto in alcuni plessi scolastici,
prevede la distribuzione, nei distributori
automatici, di snack a base di ortofrutta.
Il problema all’ordine del giorno è quello
di sostenere la produzione e di spingere
decisamente verso la trasformazione e
commercializzazione in loco del prodotto
che si concluda finalmente con realtà
agro –industriali capaci di assicurare
lavoro e reddito. Per molti è l’ultima
chance per il futuro agricolo di queste
zone, per permettere la sopravvivenza
e la permanenza degli operatori agricoli
nelle zone rurali .
“Siamo determinati – afferma il presidente dell’Associazione Gaetano Napoletano- ad esplorare questa strada ed a
favorire un sistema integrato che dovrà
sostenere i nostri agricoltori, integrare
nuove imprese e servizi. L’associazione
che presiedo lavorerà sempre con grande impegno per salvaguardare le aree
locali di produzione e le attività agricole
attraverso programmi di commercializzazione e forme innovative di distribuzione.
Tutelare la mela annurca equivale a
preservare la memoria storica dei nostri
territori e il proprio DNA”.
Agricoltura & Scuola
Andare a scuola …in fattoria
Premiati gli alunni della “F.lli Linguiti” di Giffoni Valle Piana
Nell’ambito del programma di Comunicazione ed Educazione
Ambientale, promosso dalla Regione Campania- Assessorato
all’Agricoltura e alle Attività Produttive- si è svolta a Napoli la
cerimonia di premiazione del concorso regionale “La mia Fattoria
2007” riservato alle scuole medie di tutta la Campania. Tra le 10
Scuole Medie vincitrici del concorso figura come unica scuola
salernitana l’I.C. “F.lli Linguiti” di Giffoni Valle Piana, di cui è
preside il prof. Pietro Rinaldi con le classi II A e II E. Agli alunni
è stato consegnato il premio che consiste in un buono valido per
una giornata in fattoria didattica per un numero di 50 persone.
Obiettivo dichiarato di tale iniziativa, come ha sottolineato l’Assessore regionale all’Agricoltura, Andrea Cozzolino, è quello di
promuovere momenti di incontro tra le Fattorie Didattiche iscritte
all’Albo regionale e il mondo scolastico, recuperando e valorizzando il rapporto città-campagna, consolidando il legame tra
Agricoltura e Scuola, (ri)scoprendo sapori e valori del variegato
universo rurale. La commissione che ha esaminato gli elaborati è
rimasta piacevolmente sorpresa dalla capacità creativa riscontrate
nei testi scritti dei giovanissimi alunni della Linguiti. Il progetto
didattico di grande interesse presentato dagli studenti è stato
curato dalle Prof.sse Giuseppa Basso (coordinatrice) Rocchina Caivano e Annamaria Cesaro, e mira a diffondere tra gli
alunni la conoscenza delle risorse ambientali e agroalimentare
del proprio territorio e si articola in due elaborati, che passano
in rassegna, in modo sintetico ed esaustivo, l’albero dell’arancio
e un’erba sempre più introvabile come la borragine. Storia, proprietà nutrizionali, usi officinali, componimenti poetici, racconti,
acrostici, curiosità e ricette particolari e gustose, corredati da
disegni e foto. Dai banchi alle campagne, rigorosamente a piedi.
Le scolaresche, insieme agli insegnanti, sono andate a “lezione”
dall’azienda agrituristica “Antico Borgo” di Giffoni gestita da Ennio
Granese che ha illustrato alcuni metodi di produzione e tecniche
agronomiche come l’innesto. Un’intensa esperienza a contatto
con la natura che ha lasciato nei giovanissimi ragazzi emozioni,
scoperte e memorie che spesso valgono più delle nozioni. Dal
diario “campestre” degli alunni le impressioni su una istruttiva e
divertente giornata “en plein air ” .
“ Siamo stati accolti con molta gentilezza e competenza e abbiamo
gustato un centrifugato d’arance e borragine, senza zucchero.
La bevanda era ottima e ha suscitato la nostra attenzione con
l’uso delle foglioline di borragine, di cui solamente due, su circa
40 alunni sapevano l’esistenza. Incuriositi, abbiamo seguito la
guida nel campo vicino per la ricerca e la raccolta di nuove foglie
di borragine. La pianta si è presentata con la romantica bellezza
dei suoi fiori blu-viola e con l’aspetto solenne della sua vegetazione rigogliosa”. L’assessore comunale alla Pubblica Istruzione
Antonello Iannuzzi ha voluto esprimere un riconoscimento per
quanto la Linguiti sta facendo a favore della conoscenza dell’agricoltura e dei prodotti del territorio.
“Tra gli impegni che l’Amministrazione Comunale sta sostenendo
un ruolo importante rivestono le iniziative sui temi dell’educazione
alimentare e della scoperta della ruralità del nostro territorio. La
scuola rappresenta una gran risorsa per creare nuove sensibilità,
approfondire le conoscenze in materia di agricoltura dei cittadini
del domani, avvicinandoli al mondo della produzione e ai principi
della corretta alimentazione”. Anche il sindaco di Giffoni Valle
Piana, Paolo Russomando, ha fatto pervenire al preside e agli
insegnanti della Linguiti il suo personale apprezzamento per la
validità creativa del progetto e per il risultato ottenuto, accompagnandoli con un augurio di altri significativi successi. (w.b.)
34
Maggio/Giugno2007
di Gerardo Russo
Promuovere il comprensorio interno
partendo dalla fascia costiera, questo il
senso del progetto biospiagge, lungo la
costa cilentana da Acciaroli a Pisciotta:
presidi attivi sulle spiagge e i prodotti
tipici locali nella ristorazione, unitamente
manifestazioni volte a sensibilizzare turisti e imprese. Nella prima edizione della
scorsa estate, il progetto biospiagge si
sviluppa nel comune di Ascea e si allarga a Pisciotta e a Casal Velino; si sperimenta una blanda azione di marketing
territoriale: sulle spiagge viene distribuito materiale informativo sui prodotti
tipici e sulle bellezze del comprensorio
interno. Il riscontro è positivo, anche se
si ferma alla soglia dell’informazione.
Si tenta poi la costruzione delle filiere
produttive puntando sui legumi e sul
maiale nero del Cilento, a Pisciotta e
a Casal Velino le prime esperienze
dei mercatini del tipico. Mancano però
le basi strutturali dell’offerta, si punta
sui prodotti di nicchia senza operare
un’azione tempestiva di riconversione
e ristrutturazione imprenditoriale. Nel
complesso la prima fase embrionale
riesce; si riscontra, a settembre scorso,
un notevole risultato di feed back. In
autunno comincia la fase di lavoro sulle
strutture della piccola impresa del tipico locale: si riattivano i propositi legati
ad attività consortili per il fico bianco
del Cilento, per il maiale nero, dove si
scoprono sinergie col casertano, e per i
legumi. Le imprese locali sembrano reaMaggio/Giugno 2007
gire alla sollecitazione: superate le prime
diffidenze, ci si avvia alla cooperazione.
Intervengono nelle fasi di strutturazione
l’AIAB, l’ente parco del Cilento e Vallo
di Diano, la nuova pianificazione dell’as-
sessorato all’agricoltura della Provincia
di Salerno, Slow Food; si unisce alla
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progettualità originaria il comune di
Pollica. In primavera il biodistretto acquista una connotazione territoriale e una
pianificazione di marketing dell’offerta
rilevanti sul piano strategico.
Si giunge così al secondo Forum del
Biodistretto delle Colline di Velia, scoltosi a fine giugno: una convention nella
quale si pongono solide basi per una
salda cooperazione tra le imprese del
tipico e si attiva una più stretta sinergia
sul piano istituzionale. Il nuovo progetto
biospiagge vede così una forte aggregazione locale con azioni di promozione in
bassa stagione: a settembre la settimana dei legumi, a ottobre una settimana a
tema su un prodotto tipico del territorio.
Si punta su tre prodotti territoriali: il fico
bianco del Cilento, per cui si attende la
DOP, il miele, sul quale opera un’associazione di 140 apicoltori, e il maiale
nero. La progettualità è stata presentata
nel corso della seconda giornata del
Giugno dell’Agroalimentare. Su queste
basi si può innestare la crescita di una
nuova impresa locale funzionalizzata
all’arricchimento dell’offerta turistica
territoriale.
Il Progetto
Biodistretto & Biospiagge
per promuovere il territorio
L’Evento
Ad Albanella il live 8 dell’ecologia: Powerstock nel
Parco Eolico, dal 26 al 28 luglio, con Jean Michel
Jarre, Moby, Planet Funk
L’
emergenza ambientale, oggi, impone l’utilizzo di nuovi
canali di comunicazione, per rendere i giovani maggiormente consapevoli del problema e convincerli che il potere di
cambiare le cose risiede nel cittadino - consumatore e nelle
sue singole azioni quotidiane. Con il “Powerstock Festival” la
musica ed il life-style diventano gli strumenti privilegiati per
comunicare ai giovani questi grandi temi. E l’evento musicale è
solo una tappa del processo di comunicazione che il progetto
intende innescare. Powerstock rappresenta infatti una filosofia,
uno stile di vita, un grande obiettivo di cambiamento.
Ecco perché la semantica del logo, il significato del marchio
e la scelta di tenere il Powerstock Festival nella suggestiva
cornice del Parco Eolico di Albanella, nel cuore della piana del
Sele, concorrono a fare dell’evento programmato per il 26, 27
e 28 luglio un autentico “live 8 dell’ecologia”. Sul palco grandi
nomi della musica internazionale come Jean Michel Jarre,
Moby, Planet Funk, Klaxons, Black Strobe e tanti altri, per dare
una risposta incisiva all’esigenza di avvicinare i giovani alle
tematiche ambientali, come il cambiamento climatico.
“Mi emoziona pensare che una rassegna dedicata alla sostenibilità ambientale sarà capace di convogliare migliaia di
giovani, nel parco eolico più bello d’Italia – spiega il presidente
della Commissione provinciale Agricoltura Renato Josca che,
da sindaco di Albanella, sostenne la realizzazione del parco
– Un’occasione unica di promozione per il nostro territorio e
soprattutto un momento importante di sensibilizzazione, che
la Provincia di Salerno non poteva che appoggiare fortemente,
anche per le sue tante valenze sociali”.
L’evento pluriennale – che fa parte del decennio ONU per
l’educazione allo sviluppo sostenibile – concorre infatti alla
raccolta di fondi per il finanziamento di progetti dell’Unesco e
della Green Cross Italia, la ONG fondata da Gorbaciov.
E molte sono le iniziative collaterali che caratterizzeranno il
big event di Albanella: dalla promozione della raccolta differenziata, all’impiego della carta riciclata, fino all’utilizzo di una
speciale moneta – Power Cash – che, nell’area del parco,
servirà per acquistare cibo biologico e prodotti ecocompatibili,
esposti negli stand che saranno allestiti secondo i principi
della bioarchitettura.
La parola “powerstock” proviene, non a caso, dalla
difficoltà che incontrano le attuali tecnologie nello
stoccare quantità sufficienti di energia prodotta da
fonti rinnovabili. Stesso discorso vale per l’acqua,
la risorsa naturale primaria del pianeta che è letteralmente il vero “stock” che ci da la vita. In questo
senso il progetto intende supportare e diffondere la
visione dell’UNESCO rispetto a questo grande tema: il
simbolo di interdipendenza e di pace che rappresenta
l’acqua oggi. E naturalmente il riferimento a Woodstock non è casuale: se in quella storica occasione si
professavano rivoluzione, pace e libertà, Powerstock
proporrà ad Albanella, con la stessa forza di un grande
raduno musicale, un’evoluzione fatta di responsabilità
e consapevolezza.
Per info: www.powerstock.org
TIMETABLE
Gio 26 luglio: Jean Michel Jarre
Ven 27 luglio: Moby | Klaxons | Black Strobe| Fennesz | Claudio Fabrianesi |Sid Le Roc |Metope
Sab 28 luglio: The MFA | Planet Funk |AlexKid |Deelay |Jake Fairley | Frank Martiniq | René Breibarth
Experience
AZIONI INTERNE
GENERATORI: Powerstock Festival verrà alimentato con generatori a bio olio.
PUBBLICITA’: Per tutta la campagna pubblicitaria verrà utilizzata carta riciclata.
MOBILITA’ SOSTENIBILE: Auto e scooter ibridi per la produzione e per lo staff.
BIO-ARCHITETTURA
GESTIONE RIFIUTI: I rifiuti del festival verranno trattati da aziende specializzate.
AZZERAMENTO CO2: Azzeramento delle emissioni dell’evento con Azzero CO2.
INIZIATIVE DI SENSIBILIZZAZIONE
FORMULARIO CO2: Per il calcolo delle emissioni del pubblico.
RACCOLTA DIFFERENZIATA: Verranno posizionati dei contenitori nell’area del festival.
ARTI VISIVE: Dedicate all’ecologia ed all’acqua.
ECO MARKET: Vendita di prodotti e merchandising eco-friendly.
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Maggio/Giugno2007
Estate
salernitana
Assessore Maraio, il cartellone estivo del Comune di Salerno coniuga la tradizione con la ricerca di eventi di grande respiro.
Salerno è una città di grande vivibilità, dinamica, con alte prospettive di sviluppo, al centro di una crescente offerta turistica,
culturale ed economica e si presenta come una realtà in continua trasformazione. Grazie all’intenso lavoro e alla tenacia del
Sindaco, on. Vincenzo De Luca, la città è diventata un esempio
in Italia di come, attraverso interventi importanti e puntuali, è
possibile crescere sotto l’aspetto economico e di rilancio della
offerta culturale e turistica.Ed è proprio in questo contesto che
l’amministrazione comunale ha promosso un notevole sforzo economico e organizzativo per definire un cartellone di manifestazioni
per la stagione estiva in città.
Altra novità è il fatto che le Arene diventano due e le opzioni
per gli spettatori aumentano.
La ritrovata Arena del Mare, che sarà allestita nei pressi della
spiaggia di Santa Teresa, accoglierà un cartellone di manifestazioni, che vanno dalla musica, al teatro, alla danza, al cabaret,
di altissimo livello.
E, poi, la chicca del grande concerto di Ricky Martin.
E’ un appuntamento di grande livello che la nostra città si appresta
a vivere il prossimo 18 luglio, quando, allo Stadio Arechi, si terrà
l’attesissimo concerto di Ricky Martin. Una data che, come ha
sottolineato lo stesso primo cittadino, ci dà lustro.
Tornando agli eventi che fanno riassaporare le tradizioni, c’è
quello che avrà come
epicentro il centro storico.
Importanti, in questo
contesto di recupero e
valorizzazione del patrimonio storico e artistico,
le iniziative che vedranno
coinvolto il centro storico
della città come il teatro
dei Barbuti che, anche
per quest’anno rinnova la sua tradizione.
Ma se dovesse indicare la caratterizzazione di questo cartellone estivo, a cosa penserebbe?
L’elemento distintivo del cartellone degli spettacoli estivi è rappresentato dal coinvolgimento dei quartieri cittadini e delle varie
associazioni che ne costituiscono il cuore. Fermo restando il settembre nei quartieri, appuntamento tradizionale, i parchi cittadini
saranno dei veri e propri contenitori per la programmazione estiva,
e le piazze un momento importante di socializzazione.
Insomma, la città si arricchisce di una cartellone che saprà tenere
viva l’attenzione dei nostri concittadini che preferiscono trascorrere
l’estate in città, ma le iniziative in programma saranno un’occasione anche per i tanti turisti che ogni anno scelgono Salerno, e la
sua splendida provincia, come meta delle proprie vacanze.
Concerto di Ricky Martin
18 luglio, Stadio Arechi
Con una tabella di marcia che lo ha portato a viaggiare in
diversi continenti, partendo dall’America Latina, attraversando
gli Stati Uniti Coast to Coast e il Canada, il Black & White Tour
ha iniziato a prendere forma lo scorso febbraio da Portorico per
arrivare quest’estate in Europa carico di consensi e recensioni
positive ottenuti da pubblico e critica. Salerno è una delle quattro
tappe italiane. Black & White Tour vede Martin al centro di una
produzione unica, di alto livello, che mette pienamente in risalto
il variegato talento dell’artista, il quale non solo divide la sua
abilità di intrattenitore con la sua celebre e pionieristica energia
latina, ma porta i suoi fans attraverso suoni rock, brasiliani e
musica africana. Per il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca
“è necessario puntare su eventi di grande livello per consentire
alla città di entrare in un circuito di proposte competitive e in
grado di attrarre turisti”. Un evento che, come evidenziato dal
promoter Alfonso Troiano, è
stato organizzato a Salerno
proprio “grazie ad un interlocutore dinamico e concreto come
il comune di Salerno”.
Venticinquemila i biglietti disponibili, quattro gli ordini di
posto, effetti strabilianti, giochi
di luce e un palco da star. “Un
evento di caratura mondiale
–sottolinea il sindaco De Luca
– che darà un ulteriore contributo alla promozione della
cultura, dell’immagine e della
creatività di questa città”.
http://www.rickymartin.it
Maggio/Giugno 2007
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Estate salernitana
SALERNO
ALBURNI-CALORE
Estate al Parco Pinocchio - Teatro, Jazz, Cabaret, Cinema/Teatro ragazzi, Serate
danzanti dal 15 giugno al 1 settembre 2007 - ore 21.30
Gustatigiovi – 9/15 luglio
Arena del mare - da luglio a settembre
Parco del Mercatello - da luglio a settembre
Teatro dei Barbuti - rassegna nel mese di agosto
Castello di Arechi – luglio: Moro Summer 2007 e Serate piano bar
Per info: Tel. +39 089 233900; sito web: www.ilcastellodiarechi.it
X edizione Premio Internazionale Narrativa “Lo Stellato-Le parole dei luoghi”
Molo Manfredi del porto di Salerno - 14 e 15 luglio
Info: www.comune.salerno.it – sezione Vivi Salerno
Laurino
JAZZINLAURINO - 6/12 agosto
Evento musicale dedicato al jazz con
artisti di fama internazionale: Roberto
Gatto, Danilo Rea, Maria Pia De Vito,
Marco Tindiglia, Dennis Irwin, Matt
Renzi, Irio De Paula, e gli straordinari
Tiuck&Patti.
COSTIERA AMALFITANA
Ravello
Ravello Festival 2007 - dal 29 giugno all’8 settembre
70 giorni di musica, danza, cinema, mostre: leitmotiv la Passione. PER INFO: 089 858422 – [email protected]
Positano
15ª edizione Mare, sole e cultura – 1/30 Luglio, Hotel Palazzo
Murat e Spiaggia grande - ore 21.00
Positano Città dei bambini - 26 Luglio/1 Agosto
Festa di S.Maria Assunta – 14/15 Agosto
Info: AAST Positano - Via Saraceno - tel. +39 089 875067
SELE – TANAGRO
Auletta
Aulettesi nel mondo - 1° sabato e domenica di Agosto
Sagra del cuculo fritto - 2° sabato e domenica di Agosto
Percorso enogastronomico nel centro storico - 13/14 Agosto
Festa del S. Patrono – 15/18 agosto
Buccino
Festa patronale S. Maria Immacolata - 1° dom luglio
Sagra della pasta di casa -16/18 agosto
Caggiano Fiera di S. Lorenzo – 6 agosto
Sagra del Ruospo (loc. Mattina) - 1° sab. e dom. agosto
Percorso gastronomico - prima decade d’agosto
Ferragosto caggianese – 10/15 agosto
Festa S. Rocco – 16 agosto
Sagra dello struffolo – 19/20 agosto
Incontri musicali di mezza estate – festival musicale dedicato a Nestore Caggiano
Praiano
“Festival della Tradizione 2007” - dal 27 luglio, ogni venerdì
di agosto in Piazza Antico Seggio e Piazza San Luca
Cetara
Sagra “A tutto tonno” - 28 luglio/5 agosto
AGRO-NOCERINO-SARNESE
Angri
Ferragosto in piazza Annunziata - 12/15 agosto
Palio Storico Città di Angri - 29 agosto e 15/23 settembre
Palomonte
Fiera località Valle – 15 luglio
Festa Madonna del Carmine – 15/16 luglio Manifestazione della civiltà contadina – agosto
Festa della Madonna della Sperlonga – 14/15 agosto
Festival canoro “Tanagro – Sele” – agosto
Sagra della fricassea - fine agosto
Bracigliano
Sagra d’ ‘o mascuotto braciglianese - 27/29 luglio
Castel San Giorgio
Sagra dell’Asparago e della Pizza di Grano - 2/4 agosto
Sagra del Fungo porcino, Tartufo e Frutti di bosco - 8/11 agosto
Sagra della Trippa e del Prosciutto - 16/20 agosto
Sagra dello Stoccafisso e Cavatielli - 22/25 agosto
Sagra della Pasta e fagioli con Pannocchia - 24/27 agosto
San Gregorio Magno
I Bacchanalia – agosto
Fiera S. Maria delle Grazie – 13 agosto
Sagra del fusillo, del formaggio e del vino – 1/15 agosto
Corbara
Calata dell’Angelo - 22 luglio
Festa patronale di San Bartolomeo - 28 agosto
Pagani
Festa di S. Alfonso Maria dei Liguori - 29 luglio/4 agosto
Roccapiemonte
La Fera Nova - 21/22 luglio
Festa patronale di Sant’Anna - 29/31 luglio
Festa della Vergine Immacolata - 23/27 agosto
Sarno
Sagra del fiume Sarno - 4/5 agosto
Sagra degli Antichi Sapori - 10/13 agosto
Festa dell’Assunta - 14/17 agosto
Siano
Sagra della Braciola di Capra e della Percoca - 10/13 agosto
Festa patronale di San Rocco - 14/18 agosto
Sagra Pizza e Mallone - 25/26 agosto
Sagra dei Fagioli e della Carne di Maiale - 19/20 agosto
Felitto
XXXII SAGRA DEL FUSILLO FELITTESE -14/25 agosto
PAESTUM
XIX edizione “PREMIO CHARLOT” – 22/29 luglio, Teatro dei
Templi Programma - Apertura con Simone Schettino (22
luglio), Ride Napoli (23 luglio), gara dei giovani cabarettisti
emergenti (24, 25 e 26 luglio), Gran Galà (27 luglio), Carlo
Buccirosso (28 luglio), Ficarra e Picone (29 luglio) e Massimo
Ranieri (18 agosto). http://www.premiocharlot.it/
Paestum Festival X Edizione lirica, danza, musica e
teatro nell’Area Archeologica di Paestum dal 7 al 26
agosto
- 7 agosto concerto dei Pooh
- 15 agosto concerto di Gigi Finizio
- 26 agosto “Anplagghed” con Aldo, Giovanni e Giacomo
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Per informazioni: Paestum Festival
0812295545 - 320/3354908
Maggio/Giugno2007
PICENTINI E VALLE DELL’IRNO
San Mango Piemonte
Antichi forni- Pizza in piazza Filetta 2-8 Agosto
Sagra del fusillo al tegamino e della salsiccia paesana
Fagiolata Vignalese 11-12 agosto
XVII edizione 14-15-16 luglio
Estate Sanciprianese 13-14-15 agosto
Festa del soffritto 19 Agosto
Sapori Picentini – Serate del gusto a tema in Piazza Umberto
Festa del pane, fagioli, pizza e … Sordina 21 22 luglio
I dal 14 al 19 agosto
Festa Santo Patrono San Magno 19 agosto
Giffoni Sei Casali
Olevano sul Tusciano
Asta dei prodotti tipici 15 agosto
Rassegna teatrale ITINERANDA
Festa della Crespella 16 agosto
10-21 Luglio –Villa Comunale Ariano Olevano sul Tusciano
Sieti Rivive il borgo antico - Agosto
Brigantaggio: “La saga di Nardantuono” 22 luglio e 19 agostoCannabosto Salitto
Acerno
Storia e gastronomia: “La Bagliva” 11-12 agosto –Ariano
Festa patronale di San Donato 7 agosto
Musica popolare: “Folklore in Festa“
Estate Acernese - Agosto
26 agosto: Ariano-Monticelli-Salitto
Festa della birra 16 -17 agosto
Castiglione del Genovesi
Sagra della Ciambotta 18 agosto
XXX Edizione del Ferragosto Castiglionese 8 -15 agosto
Giffoni Valle Piana
37a edizione del Giffoni Film Festival 12-21 luglio
Quality Village - I Percorsi del Gusto 12-21 luglio
X Edizione di Giffoni Teatro Giardino degli Aranci -Luglio-Agosto
Curti Estate 8 - 18 agosto
Fiera di S.Maria a Vico 14-15 agosto
2° torneo di calcio a 5 “Città di Giffoni “ 10 giugno -10 luglio
“VassInsieme” - X edizione Premio Il Gabbiano Vassi - 26 /29 luglio
Calvanico
Festa di San Gerardo Maiella 18 Luglio
Festa della Madonna di Loreto 10 Agosto
Festa del Boscaiolo - Ferragosto
Montecorvino Rovella
Festival de “I Mozartini” 6 -9 Luglio
Gauro: Festa e Sagra del Prosciutto 11-12-13 agosto
Festa Madonna Eterno 18-19-20 agosto Sant’Eustachio
“Universus” - Il futuro dell’umanità -Osservatorio G.C. Gloriosi
Rassegna delle bande musicali dal 30 luglio al 5 agosto
Montecorvino Opera Festival 6-8-11-12 agosto
Cover Band di Rino Gaetano 10 agosto
Fisciano
Gaiano- Melonata 14 - 15 agosto
Penta -Festa della melanzana 21- 22 luglio
Pizzolano- Sagra della mozzarella 27 - 31 agosto
Fisciano -Festa di S.Vincenzo 4 -5 agosto
Fisciano -Sagra della milza 7- 8- 9 agosto
Pizzolano- Festa di San Lorenzo 10-11 agosto
Fisciano -Festa della Madonna delle Grazie 12 -13 agosto
Gaiano- Estate gaianese 14-15 agosto
Penta -Festa di San Rocco 14 -17 agosto
Villa – Festa di Sant’Andrea 18 -19 agosto
Gaiano- Sagra della nocciola e del cinghiale 30/2 settembre
San Cipriano Picentino-Feste gustose estate Sanciprianese
Antica Fiera del Carmine Parco Madonnella 14-15- 16 luglio
Sagra dell’ortolano Campigliano 28-29 luglio
Montecorvino Pugliano
Sapore e Folklore 28-29 luglio
V Festa dei Sapori Contadini 14-15 luglio
Santa Tecla blues Festival 4-5 agosto
E…state a Santa Tecla 13-19 agosto
L’Amministrazione Comunale di Montecorvino Rovella ha predisposto
in località Mercato un’area attrezzata gratuita per i camper.
GELBISON-CERVATI
Castelnuovo Cilento
Festa di S. Maria Maddalena - dal 21 al 23 luglio
“Ritorno al borgo”-3 serate di musica e piatti tipici-3/5 agosto
Festa di Santa Chiara - frazione Pantana, 10-11-12 agosto
Sagra della Parmigiana - frazione Velina, 14-19 agosto
Ceraso
Festa dei rioni - 2-3-4 agosto
Apertura Centro storico – 8 agosto
Gioi Cilento
Fraz. Cardile:
Madonna del Camine – 12/16 luglio:
Concerto pianoforte e tenore – 12/7
Inaugurazione Organo del seicento restaurato – 14/7
Per Archi e Vuttari (enogastronomia) – 11/13 agosto
Festa del Patrono San Nicola – 18/19 agosto
Festa del belvedere – Gioi in Jazz – 20/25 agosto
Orria
Maggio/Giugno
2007 della Civiltà contadina – Luglio
Riapertura
del Museo
Arte&Sapori - Mostra Pennello d’Oro (Murales di Piano Vetrale) - dal 16 al 19 agosto
Perito
Festa del Bosco - dal 6 al 13 agosto
Vasci, Purtune e pur tosa – a Ostigliano, dal 10 al 15 agosto
Salento
Sagra della carne di capra - dal 20 al 24 luglio
Fiera di Santa Barbara - 24 luglio (solo mattina)
Festività di Santa Barbara - dal 28 al 30 agosto
Festività della Madonna di Loreto – 30 agosto/1 settembre
Vallo della Lucania
Sfilata storica “Surgite a Stu paese ‘bona gente” – 19 luglio
In terra di Briganti – 20/21 luglio
Festeggiamenti di San Pantaleone dal 26 al 29 luglio Plug and Play: Sport, Musica e movimento - 1-2-3 agosto
Stio Cilento
39Sagra dei Piatti Poveri - dal 17 al 23 luglio
Estate salernitana
Notte del Mito - 23 agosto, Marina di Camerota
Gia’ si prevede il tutto esaurito per la celebre Notte del Mito, l’evento degli eventi, la serata che dal 1982 fa del Ciclope di
Marina di Camerota uno dei luoghi simbolo dell’estate italiana. L’appuntamento con dj Fargetta in consolle, e’ previsto per il 23
agosto quando mito e magia si intrecceranno tra leggenda e storia in una rivisitazione della mitologia classica e dello sbarco
di Ulisse tra Palinuro e Marina di Camerota. Info: www.ilciclope.com
Auletta, Buccino, Caggiano, Castelnuovo di Conza, Colliano,
Laviano, Palomonte, San Gregorio40Magno, Santomenna, Valva Maggio/Giugno2007