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Maggio/Giugno 2007 Sommario in questo numero Giugno Agroalimentare Piano per l’agricoltura salernitana pag 4 Festival itinerante della dieta mediterranea 6 Salerno incontra l’Europa 7 Dieci anni di Medisalus 8 Il festival di Pioppi 9 Premio della Cucina Mediterranea 11 Speciale Pir 3 Lungo le strade della storia 13 Boom di finanziamenti per le Aziende agricole 25 Viaggio nei sapori 28 News Piana del Sele UPA: “tre le priorità per il comparto agricolo” 30 Anno II- N° 3 Maggio/Giugno 2007 News Agro Conservieri: la scommessa del Made in Italy L’intervista CCIAA: in crescita il turismo 31 Reg. Tribunale di Salerno n. 08/2007del 10.04.2007 Direttore Responsabile Demetrio Cuzzola 32 I prodotti Il fascino dell’annurca 33 Agricoltura & scuola 34 Il progetto Biodistretto & biospiagge L’evento Ad Albanella il live8 dell’ecologia Estate salernitana Gli eventi di Luglio e Agosto Direzione Amm.va - Editoriale Francesco Pepe (Soggetto Resp. PIR 4) Coordinamento Istituzionale Ass.to Prov.le Agricoltura - Salerno Redazione Vera Arabino-Coordinamento Walter Brancaccio - Diletta De Sio Caterina La Bella - Luciana Mauro Francesca Rinauro - Gerardo Russo Annavelia Salerno - Patrizia Sereno 35 36 Segreteria Anna Pellegrino 37 Progetto Grafico/Impaginazione Maria Rosaria Di Maio Ernesto D’Agostino Fotografie Claudio Sessa by Foto Sessa - Baronissi Nel prossimo numero Speciale P I R Ambito 4 Alburni - Calore Direzione, Redazione e Amministrazione Via Giovanni Berta, 42 - 84127 Salerno tel. 089.794680 - fax 089.794673 e-mail: [email protected] Edizioni INTER PRESS -Salerno Impresa Editrice iscritta al n° 6475 del Registro Nazionale della Stampa ed al n° 5589 del ROC Registro degli Operatori di Comunicazione www.interpressedizioni.it Terre Salernitane è consultabile online su: www.interpressedizioni.it Stampa Incisivo-Salerno Maggio/Giugno2007 Entra nel vivo l’estate salernitana... P residente Villani, quali sono le attese per la stagione turistica 2007? L’anno in corso rappresenta una sfida importante per il turismo, soprattutto a Salerno, alla luce del sottoscritto Programma operativo interregionale Attrattori culturali, naturali e turismo. E’ un prezioso strumento attraverso il quale si attueranno le indicazioni del Quadro Strategico Nazionale nelle Regioni del Mezzogiorno di Italia per il prossimo ciclo di programmazione 2007/2013. Ci sono, infatti, 9 miliardi di euro per lanciare la sfida per il futuro del Turismo. Punteremo sulla riqualificazione del tessuto urbano e nell’innovazione dell’impresa turistica (in primo luogo quella ricettiva). Non ultimo, nel far avvicinare il divario tra prezzi e qualità. Quali le strategie messe in atto dalla Provincia? La parola d’ordine è destagionalizzare. Che, semplificando, vuol dire: portare la stagione turistica da quattro a sei mesi. Non più il solo periodo estivo ma anche e soprattutto i mesi precedenti e successivi. La primavera e l’inizio dell’autunno. Come? Puntando sulla promozione del turismo, salvaguardia ambientale e sapori locali. Puntare sulla filiera di prodotti tipici facendoli sposare con le risorse naturali del territorio. Enogastronomia, bellezze paesaggistiche e archeologiche: ecco, una filiera, come dicevo, composta da anelli che si intrecciano, tutti fondamentali per un pacchetto di promozione turistico che sappia far fronte alle richieste di ogni singolo. Come Delegato al Turismo per l’UPI (unione piccoli comuni), considero questa realtà come parte integrante dello sviluppo economico di un Paese che va difesa. La difesa delle tradizioni salernitane, per capirci. Stiamo parlando, in termini più tecnici, di un modello di sviluppo territoriale flessibile, che coinvolge tutta la comunità e non soltanto, per esempio, grandi gruppi imprenditoriali che potrebbero avere interessi di altra natura, un lavoro di impresa collettivo, che contribuisce a far fare un passo in avanti straordinario allo sviluppo del turismo inteso, proprio dai piccoli Comuni, come risorsa economica. Pochi eventi ma “mirati”: si continuerà con questa politica? Sono del parere che bisogna puntare su eventi importanti e soprattutto utili, che sappiano dare frutti. La questione non è numerica, ma sostanziale. La Provincia di Salerno promuove manifestazioni di eco internazionale che, con dati alla mano, creano turismo, registrano presenze, danno risposte. E, non ultimo, abbracciano le più svariate richieste. Mi spiego con degli esempi: la Borsa Archeologica di Paestum; la Borsa Verde; il Salone della Mozzarella. Come non menzionare il Progetto Prusst. Quest’ultimo vede protagoniste due aree: Salerno e il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. Si punta sulla riqualificazione urbana e ambientale dei comuni interessati, sulle infrastrutture di rete per la mobilità; sull’ospitalità diffusa. In corso, la riqualificazione di strutture fatiscenti che diventeranno punti di ricettività. Punto di forza e punto di debolezza del turismo salernitano. Paradossalmente, i punti di forza a volte riescono a diventare punti di debolezza. Cosa voglio dire: le bellezze naturali del territorio, paesaggistiche e archeologiche sono attrattori naturali talmente forti che, inevitabilmente, non saranno mai paragonabili a qualsiasi grande e importante evento. E penso alla Costiera Amalfitana. Cosa ne pensa del nuovo Testo Unico sul turismo varato (anche se non ancora approvato) dalla Regione Campania? Si tratta sicuramente di un provvedimento importante che disciplina in maniera compiuta l’intero settore turistico, anche nell’ottica del decentramento delle funzioni amministrative, precisando competenze e funzioni di tutti gli operatori del settore e dando ampio spazio alla formazione e alla qualificazione del personale interessato. L’obiettivo primario è ripristinare il pilastro fondamentale su cui deve reggersi tutto il sistema turistico campano: l’accoglienza e la ospitalità professionale rispettando sempre le vocazioni per ogni singolo territorio di appartenenza. Oggi come oggi il turismo è davvero l’unico comparto dell’economia sul quale poter puntare in provincia di Salerno? E’ sicuramente il punto di forza. E sarebbe sbagliato non lavorare per valorizzare le risorse che offre il territorio. Naturalmente, non abbiamo mai trascurato gli altri comparti, quale quello imprenditoriale, universitario, agroalimentare, per citarne alcuni. ... gustosa partenza con giugno agroalimentare A ssessore Martinangelo, l’estate salernitana si è aperta in “verde”, grazie al cartellone di eventi del “Giugno dell’Agroalimentare Salernitano”. Quale il bilancio? Coordinare tutti gli eventi in un unico cartellone ci ha consentito di potenziare l’effetto attrattivo sul pubblico, nonché di massimizzare la promozione della nostra eccellenza agroalimentare. Una full immersion nei sapori di una terra che, da sempre, porta la qualità sulle tavole di tutto il mondo, ma anche un’occasione di approfondimento su tematiche di fondamentale importanza per il comparto, con la presentazione del piano strategico per l’agricoltura salernitana. Non a caso, il momento clou di questo mese è stata la visita a Salerno degli europarlamentari della Commissione all’Agricolture dell’UE. Il 12 giugno una delegazione della Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo ha visitato la Provincia di Salerno, unica tappa con Bari, nel Mezzogiorno d’Italia. Segno che l’attenzione dell’Europa è concentrata sui veri territori d’eccellenza dell’agroalimentare italiano. E’ stata l’occasione per fissare le priorità d’azione, per fare in modo che la nostra agricoltura sia in grado di affrontare le sfide del mercato globalizzato. Quali sono queste priorità? Il sistema agroalimentare è da troppo tempo in tensione e solo una operazione di grande trasparenza può restituire il rapporto di fiducia con i consumatori. Etichettatura, rintracciabilità, monitoraggio degli Maggio/Giugno 2007 alimenti sono le priorità dalle quali non si può prescindere. I sistemi attuali, se pur più efficienti rispetto ad altri paesi, hanno però delle maglie larghe e delle competenze che non si incrociano e hanno difficoltà a coordinarsi tra i vari ministeri e le autorità locali; in queste contraddizioni si possono inserire le importazioni clandestine, le frodi alimentari e i commerci senza scrupoli. E’ ormai maturo il tempo per la costituzione di un’Autorità italiana per la sicurezza alimentare coordinata con quella europea. La definizione di specifiche competenze e l’autonomia di iniziativa, all’interno di un raccordo con il Ministero dell’Agricoltura e della Sanità, rappresentano le garanzie per gli interessi generali dei consumatori in materia di sicurezza alimentare affinché, questi non vengano sottovalutati nel processo decisionale dell’autorità pubblica. Di pari passo è necessario sviluppare una moderna rappresentanza dei consumatori, oggi fondamentale nel nostro Paese, una rappresentanza che abbia nell’autonomia di giudizio e nell’autorganizzazione i suoi punti di forza. L’agricoltura è stata sottratta alle tavole, per questo occorre una forte iniziativa di educazione alimentare che coinvolga principalmente le attività educative e scolastiche, per diffondere il valore dei prodotti alimentari naturali e il loro rapporto con la salute. Giugno Agroalimentare Apertura in verde per l’estate salernitana Grande successo per i sei eventi del “Giugno dell’Agroalimentare Salernitano”, con la regia unitaria dell’Assessorato provinciale all’Agricoltura D alla produzione di qualità fino alla buona tavola, espressione di tradizione culinaria doc e garanzia di benessere con la dieta mediterranea. E’ stato l’Agroalimentare il protagonista, a 360 gradi, del Giugno salernitano. Merito della politica unitaria di promozione e di valorizzazione del settore, messa in campo dall’Assessorato Provinciale all’Agricoltura. La Provincia di Salerno è infatti un autentico scrigno della qualità agroalimentare, grazie a prodotti tipici che sono alla base della celebre dieta mediterranea e sono protagonisti di una rinomata tradizione gastronomica. La valorizzazione di questo patrimonio straordinario passa attraverso una politica di sistema. Ecco perchè la regia unitaria dell’Assessorato Provinciale all’Agricoltura, sul versante sia strutturale che promozionale, ha mirato a massimizzare l’apporto di tutti i soggetti coinvolti in un comparto che ha grande rilevanza economico-produt- Museo Archeologico di Pontecagnano Faiano - 6 tiva, ma anche una valenza socio-culturale, ambientale e di salvaguardia della biodiversità. Elementi che hanno costituito il filo conduttore del cartellone di eventi del “Giugno dell’Agroalimentare Salernitano”. Una full immersion nei sapori di una terra che, da sempre, porta la qualità sulle tavole di tutto il mondo. “Coordinare tutti gli eventi in un unico cartellone, che ha inaugurato l’estate salernitana, ci ha consentito di potenziare l’effetto attrattivo sul pubblico, nonché di massimizzare la promozione della nostra eccellenza agroalimentare, in un arco ideale che va dalla storia fino al piatto – spiega l’Assessore Corrado Martinangelo – Infatti, se la conclusione del mese verde è stata affidata al Premio di Cucina Mediterranea che ha visto sfidarsi i giovani chef a colpi di piatti prelibati, l’inaugurazione è avvenuta non a caso nel Museo Archeologico di Pontecagnano, dal momento che consideriamo l’agroalimentare un bene prezioso ed un giacimento storico-culturale da valorizzare”. giugno Tre Distretti per l’agricoltura salernitana: presentato il piano strategico A d inaugurare il “Giugno dell’Agroalimentare Salernitano” è stata mercoledì 6 giugno presso il Museo Archeologico di Pontecagnano Faiano - la “Conferenza Provinciale per l’Agroalimentare Salernitano”, che ha presentato ufficialmente il nuovo Piano Strategico per l’Agricoltura salernitana, con un ampio parterre di relatori: coinvolti tutti i protagonisti del settore, a livello politico, amministrativo, economico-imprenditoriale, scientifico, sindacale. Una grande Provincia in una grande Regione. Con questo obiettivo, l’Assessorato all’Agricoltura ha gettato le basi per il rilancio della competitività del sistema agroalimentare salernitano a livello regionale e nazionale. E lo ha fatto con tre concrete proposte, che rappresentano il fulcro dell’ambizioso Piano Strategico. “All’attenzione della Regione Campania poniamo tre progetti concreti, che si fondano su un patto collaborativo tra le istituzioni e su una reale concertazione tra queste, le imprese e tutti i soggetti del mondo agricolo – ha spiegato l’Assessore Corrado Martinangelo – Il primo è il Distretto dell’Agroalimentare di Qualità nella Piana del Sele, a Battipaglia, che naturalmente sarà in rete con il nascente Polo regionale agroalimentare di Eboli; il secondo è l’istituzione di un unico Distretto Rurale per le aree interne delle 12 Comunità montane; il terzo è il pieno rilancio del Distretto industriale NoceraGragnano, a beneficio delle importanti realtà dell’Agro-nocerino-sarnese”. Al Ministero dell’Agricoltura, rappresentato dal Sottosegretario on. Guido Tampieri, l’Assessore provinciale ha invece avanzato formalmente la richiesta di istituire a Salerno un Centro di Ricerca specializzato, che operi in sinergia con l’istituenda Agenzia Nazionale per la Sicurezza Alimentare. Nell’ottica della piena concertazione, il Piano per l’Agricoltura Salernitana nei prossimi mesi sarà aperto al contributo di tutte le realtà del comparto, per essere poi condotto in forma definitiva in Consiglio Provinciale per l’approvazione, con l’obiettivo ultimo di divenire parte integrante del Piano Strategico di Sviluppo della Provincia e di raccordarsi al meglio con la nuova Agenda 2007-2013 ed i tre fondi europei Fers, Fse, Fears. E un contributo costruttivo e concreto è venuto da tutti i partecipanti all’evento. Tra di essi Antonio Valiante, Vice Presidente della Regione Campania; Giorgio Donsì, Presidente della Commissione di Valutazione del Patto Formativo Filiera Agroalimentare; Antonio Lubritto, Coordinatore della Cabina di Regia per il Polo Agroalimentare; Crescenzo Dell’Aquila dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura; Renato losca, Presidente della Commissione Agricoltura della Provincia ed il dirigente del Settore Attività produttive, Domenico Ranesi; Lorenzo Guarnaccia, Presidente del Distretto Industriale Nocera/Gragnano; Giuseppe Amato, Presidente del Gruppo Alimentare Confindustria Salerno; Giuseppe Marotta, Coordinatore Scientifico del Piano Strategico; Patrizia Consiglio, Direttore Generale della Fondazione Metes; Bruno Danise, Dirigente STAPA Salerno ed ancora i Presidenti Provinciali di Cia, Coldiretti ed UPA ed i Segretari Provinciali di Flai Cigl, Fai Cisl e Uila Uil. Maggio/Giugno2007 al Sottosegretario alle Politiche Agricole Definire il sistema economico agroalimentare attraverso un passaggio graduale da azienda agricola ad impresa, che opera su un modello multilevel nell’interazione con le istituzioni e le agenzie di sviluppo: questo il suggerimento del sottosegretario all’Agricoltura, Guido Tampieri, alla prima giornata del giugno agroalimentare della provincia di Salerno. Una giornata nella quale si determina sul piano progettuale la stipula di un patto tra il settore pubblico e quello privato, un sistema di interreazione tra gli attori dello sviluppo e gli stessi fruitori, a vario livello, di questa crescita economica. “Ce n’è assolutamente bisogno” dice il sottosegretario “io dico sempre che nessuno si basta da solo. Qui siamo in una terra di grandi potenzialità, secondo me ci sono i prodotti giusti per stare dentro la competizione globalizzata, non tutti i prodotti sono adatti. Qui c’è un patrimonio identitario che rappresenta un valore competitivo negli scenari mondiali. Poi con questi prodotti, visto che da soli al mercato non ci vanno, bisogna organizzarsi per portarli nel modo efficace, da questo punto di vista c’è bisogno di una compenetrazione funzionale efficace tra i diversi profili istituzionali, cosa sulla quale giustamente è stato posto l’accento. E’ un territorio, ma abbiamo bisogno di collocarlo nel made in Italy, c’è bisogno di una forma di collaborazione tra dimensione privata e dimensione pubblica: il privato deve scegliere su quali mercati andare con quei prodotti e il pubblico ha il compito progettuale di accompagnarli sui diversi teatri di operazione. Questa è la chiave di volta, quindi non basta avere solo buoni prodotti, che ci sono; serve organizzarsi al meglio. Questo è un problema nazionale non solo di queste terre”. Da questa giornata emerge una pianificazione volta ad una relazione più diretta tra pubblico e privato, i due attori maggiori dello sviluppo: pubblica amministrazione ed impresa. “Non può che essere così, del resto le istituzioni non producono e non commercializzano: abbiamo bisogno di far lievitare con grande efficacia una stagione di nuove politiche che veda protagonisti le imprese e i sistemi di impresa. Abbiamo bisogno che le aziende agricole diventino imprenditrici, ma abbiamo bisogno che tra di esse facciano sistema. In questo caso abbiamo delle buone chance per affermarci sui mercati. Il momento pubblico deve accompagnare questo percorso, aderire intelligentemente alle diversificate situazioni del territorio. Io parlo sempre di una agricoltura polifonica: non c’è solo una agricoltura, ce ne sono on. Guido Tampieri tante. Parlo di una agricoltura senza modelli, il futuro richiederà grande flessibilità, grande duttilità e grande capacità organizzativa. Delle tre questioni, qualità, prezzo ed organizzazione, riporrei l’accento sulla questione organizzativa”. Del resto sembra che dalla programmazione provinciale emerga questa gestione delle polifonie: due pianure, quella dell’agro nocerino-sarnese e quella pestana dove si definisce un sistema di polarizzazione agroalimentare, il comprensorio collinare del meridione della provincia e del picentino dove si parla di un sistema distrettuale. “La diversità è il fatto caratteristico di queste produzioni, noi sappiamo di avere, nella competizione mondiale delle strutture piccole, comparativamente parlando, rispetto ai nostri competitori. La nostra forza può essere ampliata attraverso un processo di aggregazione funzionale, cioè noi possiamo mettere assieme le cosiddette funzioni strategiche, dal momento della ricerca al momento della promozione sui mercati. Dobbiamo organizzarci in questo modo. Qui poi abbiamo visitato uno splendido museo. Qui puoi avere un flusso in due direzioni” Lo sfruttamento delle risorse ambientali e archeologiche “Esatto. Da un lato puoi andare in accompagnamento sui teatri d’operazione di tutto il mondo che chiedono diversità dentro il grande mare dell’omologazione; chiedono cioè distintività. Dall’altro lato, seguendo il percorso dell’arte ed i percorsi paesaggistici in un territorio come questo, tu puoi trovare sul territorio i prodotti.” Come riuscire a conciliare? “Bisogna lavorare nell’una e nell’altra direzione e credo che ci siano tutte le possibilità di farlo e mi pare anche che gli amministratori, la provincia siano determinati a farlo”. Fondi strutturali, diamo i primi passi nel nuovo sistema di aiuti dell’Unione Europea, un periodo di transizione per il sestennio 2000-2006. Quale bilancio per l’impiego dei fondi che ha visto luci ed ombre, ma che certamente ha assicurato una propensione sociale all’impresa? “Io credo che abbiamo bisogno di tutto. Credo che non ci sia un filo che, tirato, ci restituisce l’esito desiderato. Sono tante tessere di un mosaico: c’è la dimensione e il carattere strutturale e c’è la situazione di carattere immateriale che deve consentire ad un sistema di impresa di essere in rete di crescere per questa via. Del resto non c’è altra strada. Se non c’è un salto di qualità da azienda ad impresa non si salverà nulla dell’agroalimentare”. Gerardo Russo Ecco gli obiettivi e gli strumenti di azione per il sistema agroalimentare e rurale salernitano I l Piano Strategico per l’Agricoltura Salernitana rappresenta un ricco insieme di proposte per il settore agroalimentare: un carnet di idee divise in settori, visto che variegato ed eterogeneo è il territorio salernitano, contraddistinto da produzioni e peculiarità che rendono necessaria l’implementazione di strategie ad hoc, rapportate alle necessità di ogni segmento. Il principale obiettivo del Piano, infatti, è quello di «individuare gli obiettivi di sviluppo per il sistema agroalimentare e rurale salernitano e identificare i possibili strumenti di azione»: per questa ragione, dunque, le proposte del Piano si indirizzano all’Agro Nocerino Sarnese, alla Piana del Sele, ai Territori Rurali, con particolare riguardo all’utilizzo delle energie rinnovabili e con occhio sempre vigile alla valorizzazione e promozione delle produzioni locali. In un viaggio ideale che, partendo dall’agro nocerino sarnese attraversa la provincia, emergono bisogni da soddisfare, tanto diversi per quante sono le molteplici caratteristiche di Maggio/Giugno 2007 ciascuna area territoriale, ognuna con le sue risorse e le sue individualità. L’Agro Nocerino Sarnese necessita di una politica di sviluppo che punti alla promozione e al sostegno delle forme di aggregazione dell’offerta agricola attraverso la creazione di reti tra operatori locali; solo così si possono ulteriormente valorizzare e migliorare la DOP pomodoro San Marzano e le filiere di qualità superiore. È necessario, altresì, fornire assistenza tecnica alle aziende agricole usufruendo di consorzi di servizi e dell’empowerment degli operatori di filiera; guidare verso l’insediamento le imprese floricole, utilizzando in chiave energetica finanche le biomasse provenienti dalla lavorazione industriale del pomodoro; occorre, in sintesi, realizzare un programma di recupero, riqualificazione e rilancio del sistema produttivo locale. Analoga strategia di sviluppo e valorizzazione è quella che coinvolge la Piana del Sele, ponendo al centro dell’interesse il sostegno alle imprese, da indirizzare sempre di più verso Giugno Agroalimentare Intervista Giugno Agroalimentare un moderno e competitivo management aziendale per il raggiungimento di certificazione e riconoscibilità delle produzioni locali, attraverso l’innovazione dei prodotti, le denominazioni D.O.P., I.G.P. Necessaria è poi l’internazionalizzazione delle imprese e dei prodotti, così come il rafforzamento delle posizioni competitive sui mercati, la diffusione dell’associazionismo e della cooperazione per la concentrazione dell’offerta e per la trasformazione dei prodotti agricoli da avviare nei circuiti delle logistica moderna, la riqualificazione delle risorse umane e l’aggiornamento continuo delle competenze. Particolare attenzione richiede la promozione dell’orticoltura della Piana del Sele, che ha l’obiettivo di puntare sulla creazione di un sistema che garantisca la qualità superiore del prodotto, che quindi disponga di un disciplinare specifico e sia controllato da un Ente Indipendente. Le Aree rurali hanno bisogno di diversificare l’economia locale attraverso la valorizzazione delle risorse enogastro- Parco Eco-Archeologico di nomiche, naturali e paesaggistiche; gli interventi di potenziamento della dotazione infrastrutturale territoriale; lo sviluppo di servizi a supporto dell’economia locale ed il potenziamento dei servizi pubblici a carattere sociale; la qualificazione delle risorse umane verso profili professionali innovativi nel campo della diversificazione economica (agriturismo, turismo ambientale ed enogastronomico). I processi di sviluppo territoriali devono tuttavia essere in linea con i programmi di tutela ambientale, che puntano alla promozione delle energie rinnovabili. È auspicabile, quindi, la realizzazione di impianti per la produzione di energia termica ed elettrica da fonti rinnovabili (biomasse, biogas), da affiancare ad una rete energetica territoriale da impianti da fonti rinnovabili di piccola taglia, ad interventi di efficienza energetica integrati nel patrimonio edilizio pubblico dei territori rurali, alla ricerca e sperimentazione per lo sviluppo di vettori energetici, alla promozione della cultura dello sviluppo sostenibile tramite azioni di formazione, Pontecagnano Faiano - 6/9 informazione e comunicazione territoriale. Per raggiungere gli obiettivi la Provincia di Salerno promuoverà l’utilizzo dei seguenti strumenti: Misure PSR 20072013; Progetti Integrati di Filiera (PIF); Progetti Integrati per le Aree Rurali Protette (PIRAP); Progetti di Sviluppo Locale (LEADER); Progetti Tematici di sviluppo (PTS); Contratto di Programma Regionale (PASER). La Provincia, inoltre, propone l’istituzione del Distretto Agroalimentare di Qualità per la Piana del Sele; del Distretto Rurale per le Aree Rurali Salernitane e dei Distretti Energetici ed il rilancio del Distretto industriale n. 7 Nocera – Gragnano. Alcune proposte prioritarie per le filiere produttive salernitano sono inoltre: Contratto di programma regionale (PASER) per la filiera zootecnica; “Città della Produzione” (PASER) per Agro Nocerino Sarnese e sistema Piana del Sele; Progetti Integrati di Filiera (P.I.F.) per la filiera dell’olio di oliva e della frutta secca. Annavelia Salerno giugno Festival itinerante della dieta mediterranea A l termine della “Conferenza Provinciale per l’Agroalimentare Salernitano”, nella serata del 6 giugno l’Assessore Martinangelo ha tagliato il nastro del Festival della Dieta Mediterranea, che ha animato il Parco Eco-archeologico di Pontecagnano fino al 9 giugno. Sviluppato su una superficie di ben 22 ettari, l’incantevole scenario del Parco ha accolto la manifestazione culturale, turistica ed enogastronomica di Pioppi che, forte del successo della scorsa edizione, si è ampliata con la promozione di tappe itineranti sul territorio salernitano, sempre con la finalità di rivitalizzare tradizioni virtuose, legate alla cultura locale. L’evento, patrocinato dal Ministero alle Politiche Agricole, è stato organizzato dall’Associazione “Dieta Mediterranea” presieduta da Carmine Battipede, in collaborazione con l’Osservatorio delle Tipicità e Bio-eccellenze Mediterranee della Provincia di Salerno ed il Comune di Pontecagnano Faiano, presso le cui scuole è già attivo il servizio di mensa scolastica, accompagnato da numerosi progetti sulla sana e corretta alimentazione Nel corso della quattro-giorni, è stato garantito ampio spazio alla riflessione convegnistica, alle attività laboratoriali, all’arte, all’animazione, allo spettacolo (anche la scelta musicale è stata legata al territorio, con le tammurriate e le tamorre), all’esposizione di prodotti tipici ed alla buona cucina. Grande attenzione è stata rivolta soprattutto ai giovani, che sono stati guidati in un percorso di conoscenza ed acquisizione di abitudini alimentari sane. Il tutto attraverso la partecipazione di scuole, associazioni e singoli operanti sul territorio e come tali in grado di valorizzarne le bellezze e le potenzialità. “La storia nel Piatto è lo slogan fondante della nostra manifestazione, in quanto proprio nella storia si trovano elementi che giustificano la relazione tra la dieta mediterranea e questo territorio, caratterizzato da una grande ricchezza di paesaggi, culture, tradizioni e biodiversità – ha sottolineato Carmine Battipede – Tutto ciò costituisce un valore importante che va preservato anche per le generazioni future e pertanto continuamente monitorato, tutelato e valorizzato, puntando, in funzione turistica, proprio sul legame tra gastronomia ed archeologia. Di qui la scelta della suggestiva cornice del Parco Archeologico e del vicino Museo Nazionale dell’Agro Picentino recentemente inaugurato”. Maggio/Giugno2007 della Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale - 12 Giugno Agroalimentare Visita giugno Salerno incontra l’Europa D opo la presentazione dell’ambizioso Piano Strategico, finalizzato a rilanciare la competitività dell’Agroalimentare salernitano a livello regionale e nazionale, l’Assessorato retto da Corrado Martinangelo ha portato il comparto agricolo provinciale alla ribalta europea. Martedì 12 giugno, una delegazione della Commissione UE per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale è stata infatti in visita ufficiale a Salerno. Un incontro di grande prestigio, anche in considerazione del fatto che Salerno è stata, insieme con Bari, l’unica tappa del tour della Commissione nell’Italia meridionale. Un’occasione unica per accendere i riflettori sulla realtà agroalimentare salernitana ed affrontare tematiche cruciali per lo sviluppo di questo comparto strategico, anche alla luce delle proposte di riforma dell’organizzazione comune di mercato (Ocm) del settore ortofrutticolo e vitivinicolo che sono attualmente al vaglio della Commissione UE. Della delegazione facevano parte, infatti, sia l’on. Katerina Batzeli, greca, che è relatrice OCM Vino che l’on. Maria Isabel Salinas Garcia, spagnola, relatrice OCM Ortofrutta. Insieme a loro l’on. Enzo Lavarra; l’on. Bernadette Bourzai, francese; il capogruppo del PSE nella Commissione, l’on. Marc Tarabella, belga. A fare da “cicerone” anche il collega europarlamentare Alfonso Andria. “Inizia oggi una sinergia importante con la Commissione Ue Agricoltura — ha sottolineato Corrado Martinangelo — Intendiamo stabilizzare uno scambio continuo di progettualità e di informazioni, per dar vita ad iniziative importanti di sostegno alla qualità delle nostre produzioni e all’economia dei territori”. Martinangelo Maggio/Giugno 2007 Sopra: l’incontro a Palazzo Sant’Agostino; in basso gli on. Lavarra e Taraballa, con l’assessore provinciale all’agricoltura Corrado Martinangelo ha annunciato anche una collaborazione con la Puglia e in particolare la Fiera di Levante e il Salone degli oli di Bari. “Continueremo a lavorare su identità, qualità e sicurezza delle nostre produzioni — ha aggiunto — per rilanciare l’agroalimentare salernitano”. “Questa missione è l’inizio di una strategia importante per l’agroalimentare del Mediterraneo — ha spiegato Enzo Lavarra — per valorizzare le eccellenze minacciate da una forte competizione internazionale e, purtroppo, dal fenomeno delle contraffazioni. Le produzioni del Mediterraneo si caratterizzano per l’unicità e i principi salutistici e come tali vanno tutelate”. Lavarra ha inoltre annunciato il raggiungimento degli obiettivi negoziali che il Governo italiano si era posto all’interno del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dell’Ue, che ha approvato la proposta di riforma della organizzazione di mercato del settore ortofrutticolo: “L’Unione europea ha appena confermato il sostegno finanziario alle organizzazioni di produttori, che saranno chiamate a svolgere un ruolo importante anche per la prevenzione delle crisi di mercato, assai frequenti in un comparto particolarmente esposto a fenomeni di eccesso dell’offerta – ha spiegato - Per l’Italia, che è il primo Paese produttore di ortofrutticoli dell’eurozona, la riforma ha dunque confermato il volume di sostegno attuale, pari a circa 470 milioni di euro su un gettito complessivo di circa 1,5 miliardi. L’Italia resta quindi il primo beneficiario in questo comparto”. IL TOUR Gli Europarlamentari sono partiti dall’oro bianco della Piana del Sele (con visita all’azienda agricola “Vannulo” ed incontro all’Hotel Ariston con gli operatori del comparto), poi hanno fatto tappa a Palazzo Sant’Agostino, per incontrare il presidente Angelo Villani, le autorità e la stampa e saperne di più sulla “Borsa Verde dei territori rurali europei – Salone Mediterraneo degli Oli di qualità” in programma a Vallo della Lucania dal 19 a 21 ottobre 2007. La tappa pomeridiana ha avuto luogo invece nell’Agronocerino-sarnese per incontrare i produttori dell’oro rosso (con visita, all’azienda “Annalisa” di Castel San Giorgio e summit con gli operatori dell’Anicav). Chiusura con soireé in Costa Diva, all’Hotel Bacco di Furore, innaffiata da vini doc. Giugno Agroalimentare Lungomare di Salerno - 15/17 giugno 10 anni di Medisalus: porte aperte al naturale B enessere, salute e ambiente. Dal 15 al 17 giugno Medisalus - organizzata da MediSalus 2000 Salerno Onlus e da Blueline, con il sostegno dell’Assessorato provinciale all’Agricoltura ed il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Regione Campania e della Camera di Commercio di Salerno - ha aperto una finestra su tutto ciò che è naturale, cavalcando nuovi stili di vita ma anche sciogliendo i principali nodi legati ai problemi dell’alimentazione. L’iniziativa, pensata dieci anni fa per promuovere l’incontro tra i vari operatori del settore, ha offerto soluzioni suggerite dal mondo del naturale e della medicina ai tanti visitatori, che hanno affollato gli stand allestiti sul Lungomare Trieste. Una edizione che ha registrato migliaia di presenze, con un considerevole giro d´affari e con diverse centinaia di contatti avviati dalle aziende espositive, oltre che con decine di contratti per diverse migliaia di euro. Per la decima edizione si è voluto ridurre, in maniera sensibile, il numero delle aziende partecipanti, a vantaggio della qualità attraverso un’accurata selezione. Riflettori puntati sulle discipline olistiche, sulle tecniche di massaggio, sulla cristalloterapia e l’erboristeria in un’ampia area specificamente attrezzata; ed ancora, per il settore ambiente, sono state presentate le ultime novità in tema di energie rinnovabili e le proposte di “Salerno Energia” e di “Salerno Sistemi”; per il settore alimentazione è stato disegnato un percorso ideale del territorio salernitano legando i prodotti in esposizione al luogo di provenienza con la presenza, di tutt’Italia. In particolare l’Aiab (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) ha proposto un carnet di ingredienti biologici dei territori Irno-Picentini, Gelbison-Cervati e del Cilento, mentre la Centrale del Latte di Salerno è stata presente con la linea “Campania in Tavola”. Molto successo hanno riscosso anche le novità proposte nel campo del benessere del corpo. In tantissimi, infatti, hanno seguito i corsi organizzati nell’ambito delle discipline bionaturali orientali ed occidentali, mentre numerosissimi sono stati coloro che hanno conosciuto i benefici della medicina naturale e delle cosiddette “cure dolci”. Altrettanti consensi hanno riscosso i prodotti biologici dell’area dell’agroalimentare di Medisalus. Il miele biologico, i salumi tipici e le variegate tipologie di formaggi proposti sono stati molto apprezzati dagli avventori provenienti da ogni parte della provincia di Salerno e non solo. Positivo anche il riscontro per la terza edizione di “Dipinginatura”, l´evento nell´evento di Medisalus che, attraverso una delle più antiche ed affascinanti arti, quella della pittura, ha presentato il mondo del naturale in maniera artistica. Su una tela lunga oltre trenta metri, artisti di provata esperienza e giovani studenti hanno dipinto il variegato mondo del naturale con scorci naturali della provincia salernitana. Il concorso è stato vinto da Marianna Milione, 18 anni di Cava de Tirreni, studentessa del Liceo Artistico di Salerno. La giovane artista ha dipinto la torre di Cetara in rovina e lo ha fatto in riferimento alla città scomparsa di Atlantide, abbinandola alle alici di Cetara. Questi gli altri vincitori: al secondo posto Chiara Pepe, al terzo Giuseppe Gorga, al quarto Andreas Zampilla, al quinto Mauro Parisse e al sesto Katharina Drienovska. Per la sezione bambini si sono distinti Michel e Jo Trevisone e Valentina e Davide Parrella. Le opere sono state giudicate da una qualificata giuria presieduta dal professor Michele Sabino. A Medisalus, infine, come da tradizione, sono stati presenti le associazioni ambientaliste (Legambiente, WWF e Lipu) e l’Inbar, Istituto Nazionale di Bioarchitettura di Salerno. Nella foto a sinistra i vincitori della terza edizione di “Dipinginatura” Maggio/Giugno2007 giugno Il festival della Dieta Mediterranea di Diletta De Sio I l Festival della Dieta Mediterranea, alla sua seconda edizione, ha sperimentato la formula di evento diffuso sul territorio tracciando un significativo itinerario di storia e tradizioni della provincia di Salerno, partendo da Pontecagnano per coinvolgere, in successione, Salerno, Pioppi ed Elea/Velia. La manifestazione ha così inaugurato una simbiosi tra aree della provincia di Salerno disegnando un itinerario turistico che, oltre l’impareggiabile paesaggio, offre due tesori come l’eno-gastronomia e le vestigia storiche. Due facce della stessa medaglia perché il cibo è cultura. Ed è sul percorso storico antico, ma anche sul più recente della civiltà contadina e marinara, che è proseguito il cammino del Festival dal 21 al 24 giugno, nel prezioso scenario del piccolo borgo di Pioppi. Ancora una volta la voluta coincidenza del Festival della Dieta Mediterranea con il solstizio d’estate ha inteso sottolineare e celebrare “la stagionalità”, valore e significativo elemento di qualità delle produzioni agro alimentari, ma non solo. E’ stata festeggiata anche la notte di San Giovanni, il 24 giugno, legata a tanti riti e leggende: la notte delle erbe, dell’iperico, della rugiada, delle streghe, dei sortilegi e dei riti augurali, della fertilità. Queste tradizioni sono state rievocate attorno al tradizionale falò in riva al mare con la partecipazione di Guido Arcangelo Medolla. La sessione quotidiana di discussione ha visto invece un parterre di autorevoli ricercatori alternarsi su temi disparati, nella ricerca di coordinate nuove ed attuali sul tema della Dieta Mediterranea. Questo spazio è stato battezzato “Oi Dialogoi” e tra i protagonisti ha visto i professori Dario Giugliano e Katerine Esposito della seconda Facoltà dell’Università di Napoli, che hanno recentemente curato l’organizzazione di un Master di II livello di Medicina del Benessere: Sessuologia clinica e Medicina estetica. Grande apprezzamento e partecipazione hanno riscosso il Mercatino del Biologico (in collaborazione con Osservatorio e AIAB); le visite guidate al Museo Vivo del Mare ed al Museo Vivente della Dieta Mediterranea; il corso di cucina tradizionale cilentana. Un’autentica chicca il “Banco d’aromatario”, a cura del dott. Guido Arcangelo Medolla, ossia la simulazione dell’antica bottega del farmacista nel medioevo salernitano, secondo le regole del Regimen Sanitatis. Molto interessante la Rassegna Docufilm sull’Alimentazione, che ha visto la proiezione in prima nazionale de “La Dieta salvavita”, regia di Attilio Rossi, testi di Clodomiro Tarsia, produzione Mekanè. Un docufilm realizzato in collaborazione con il Museo Vivente della Dieta Mediterranea e con il Festival di Pioppi. E successivamente la proiezione della serie “Il Cibo dell’anima” del regista Paolo Cannizzaro: “Storie Valdesi”, “Storie di Clausura”, “Storie Ebraiche”, “Storie dell’Islam”. Né sono mancati momenti di spettacolo, con gli stage di ballo (tarantella, tammurriata e pizzica); di tammorra e tamburello e di chitarra battente ed i concerti (Li Ariarule di Salvatore Villan; Tammurriare di Valerio Ricciarelli; Rotumbe’ di Giancarlo Siano e la musica itinerante di Musici e Cantori del Cilento). Buon riscontro Nella foto a sinistra il 2° Forum del BioDistretto Colline di Elea Velia, che si è tenuto il 23 giugno presso la Fondazione Alario-Ascea Maggio/Giugno 2007 Giugno Agroalimentare Pioppi - 21/24 Giugno Agroalimentare anche per le mostre: Memoria delle tradizioni, esposizione di fotografie e strumenti musicali della tradizione cilentana a cura di Giancarlo Siano, Rotumbè e Frutta da Museo, estratto dalla recentissima mostra a cura dell’Accademia Nazionale di Agricoltura di Bologna. Arte e Scienza al servizio di Pomona, UNIBO; Eros e Cibo, sculture erotiche in ceramica di Raffaele Falcone. Il vernissage della mostra di sculture falliche si è tenuto in combinazione con la lectio magistralis del prof. Dario Giugliano dal titolo “Eros a Tavola”, che ha svelato i risultati di ricerche che attribuiscono alla Dieta Mediterranea significative proprietà stimolanti per la sessualità. Chiusura in bellezza, domenica 24 giugno, con la consegna del Premio “Le chiavi di Ancel” per la divulgazione di corretti stili di vita. Il Premio per la divulgazione 2007 è stato assegnato al regista Piero Cannizzaro, per la serie “Il Cibo dell’anima”; al regista Attilio Rossi ed al giornalista Clodomiro Tarsia per il documentario “La Dieta Salvavita”; a Luciano Pignataro per la sua attività di giornalista e critico, autore di autorevoli guide dell’agro alimentare italiano; ad Antonio Vacca, nutrizionista, saggista e ormai storico analista dei fenomeni della dieta mediterranea (o “meridionale”, come preferisce definirla); a Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania per le incisive attività di formazione ed informazione svolte a favore del sociale, dell’ambiente e dei sani stili di vita; a Salvatore Basile, presidente di AIAB Campania, per il costante impegno nella promozione di attività tecniche e divulgative a vantaggio di un’agricoltura sostenibile e salutare che difende e valorizza il territorio. La copertina del Time Magazine del 18 gennaio 1961 dedicata ad Ancel Keys, padre della Dieta Mediterranea Pioppi, Capitale mondiale della Dieta Mediterranea Incantevole villaggio alle porte del Cilento, Pioppi conta appena 400 anime. E’ qui che è di casa la Dieta Mediterranea ed è qui che affondano le radici della filosofia elaborata dallo scienziato americano Ancel Keys che vi abitò per circa quarant’anni. Di recente scomparso, Keys battezzò con il nome di Minnelea la sua dimora. Il perché è legato all’unione di Minne (acqua) - etimo prelevato dalla lingua degli Indiani d’America (Minne-apolis, Minne-sota) - con Elea, il nome della mitica città sede della scuola di Parmenide e della filosofia eleatica, antichissima stazione climatica e “centro-benessere” della Magna Graecia, la cui torre si scorge netta da casa Keys. Come lui, altri studiosi scelsero di vivere a Pioppi: il professor Jeremiah Stamler, dell’Università di Chicago, assoluta autorità mondiale nello studio epidemiologico dell’ipertensione arteriosa; oppure Martti Karvonen, professore finlandese del Seven Countries e, ancora, Flaminio Fidanza, il primo contatto che Keys ebbe a Napoli e anch’egli organizzatore del lungo studio dei Sette Paesi. In questo lembo marino del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano (che ogni anno viene premiato con le cinque Vele di Legambiente e con la Bandiera Blu d’Europa per il mare pulito e per la qualità della vita) si realizzò, negli anni Sessanta del secolo appena passato, un laboratorio scientifico per studiare i dati dello studio, provenienti da tutto il mondo. E gli studiosi, Keys per primo, si compenetrarono nello stile di vita “mediterraneo”. Keys disponeva di oltre un ettaro di giardino con un frutteto di alberi speciali (il chinotto, il tamarindo, il carrubo) e poi uliveti e vigne, che assicuravano vino ed olio per tutto l’anno, e creò un orto, insieme ad Angelo, un giardiniere del posto. Ancel Keys dichiarò, nelle sue rare interviste, che questo territorio rappresenta la vera eccellenza di quella che egli ha il merito d’aver definito “Dieta Mediterranea”. Nello studio che portò avanti, fu coinvolta anche l’intera popolazione del villaggio: tutti furono reclutati nell’esperimento che riscontrò mediamente un ottimo stato di salute della popolazione. Ma a Pioppi si fece di più, per un breve periodo, Keys tentò persino una controprova, fornendo ai cittadini pasti tipici dell’alimentazione americana, estremamente ricca di grassi e le ripercussioni negative sugli esami clinici non si fecero attendere. Gli abitanti di Pioppi ricordano ancora il “Primo Convegno Internazionale di Epidemiologia Cardiovascolare” che si tenne nel ’69. I ricercatori giunsero da tutto il mondo e invasero il piccolo borgo (molti descrivono le tuniche esotiche di alcuni dei partecipanti indiani), le Poste del capoluogo furono letteralmente sommerse da telegrammi e messaggi dalle più alte autorità del pianeta: Pioppi era diventata in quei giorni il centro del mondo. Nel 1998 Keys ritornò in America e se pochissima era stata, al di fuori della stretta cerchia degli addetti ai lavori, la risonanza del suo nome, dei suoi studi e delle sue geniali intuizioni nel nostro Paese, dopo la sua partenza si è rischiato di cancellare per sempre un patrimonio di grande valore che egli rappresenta, e non solo per il Cilento o per la Campania. Implicate nei risultati dei suoi studi, vi sono formidabili risorse di sviluppo per tutti i paesi del Mediterraneo, e per ragioni che esulano dalle iniziali, grandi scoperte riguardanti la dieta: il tipo di alimentazione è legato al territorio, alle tradizioni, alla cultura, allo stile di vita delle popolazioni, dunque si spalancano porte per la riscoperta e per la rivalutazione di luoghi e civiltà. Oggi Pioppi ospita, in memoria di Keys e del suo lavoro, un museo dedicato all’alimentazione e agli stili di vita cilentani. Ecco perché da Pioppi si è lanciata l’idea di un Festival per celebrare e promuovere la Dieta Mediterranea, e con essa il territorio che ne esprime eccellenze culturali, ambientali e produttive, dichiarando la vocazione, in prospettiva, di comprendere l’intero mezzogiorno in una corale rivendicazione di appartenenza ad una millenaria tradizione che ha sacralizzato la “triade alimentare mediterranea” dell’ulivo, della vite e del frumento. Il Festival si propone anche come forum e tavolo di concertazione per territori, attori economici ed istituzioni al fine di elaborare strategie di sviluppo che guardino alla Dieta Mediterranea come straordinario ed efficace strumento di marketing territoriale coniugato alla mission della divulgazione salutistica. In questo spirito è stato organizzato anche il 2° Forum del Bio-Distretto Colline di Elea Velia, che si è tenuto sabato 23 giugno presso la Fondazione Alario-Ascea, allo scopo di evidenziare il lavoro già avviato dai comuni del bio-distretto per la salvaguardia della biodiversità e la valorizzazione dei prodotti di qualità del territorio: olio, legumi, capra cilentana, fico bianco, miele, alici di menaica, maiale nero. (D.D.S.) 10 Maggio/Giugno2007 Tra i tanti ospiti della soirée, il Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole, Guido Tampieri ed i senatori Anna Serafini e Marco Pecoraro Scanio A nche quest’anno sono stati i giovani i protagonisti del “Premio della Cucina Mediterranea”, che si propone di scoprire i talenti della gastronomia mediterranea e di valorizzare le tradizioni delle cucine regionali, di cui gli aspiranti chef - giovanissimi allievi degli Istituti Alberghieri di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia - saranno gli ambasciatori del domani. Ad idearlo Rosario Cancro e Marco Noschese della PromoSalerno, in collaborazione con l’Academia Barilla di Parma, Centro internazionale di riferimento dedicato alla diffusione della Cultura Gastronomica Italiana, e con l’immagine coordinata curata da Immedia-Salerno. Nella suggestiva cornice del Lloyd’s Baia Hotel di Vietri sul Mare, il Premio patrocinato da Ministero delle Politiche Agricole, Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Salerno, Comune ed E.P.T. di Salerno, Regione Puglia, Regione Calabria, Regione Sicilia ed Assessorato al Turismo della Provincia di Potenza ha incoronato vincitore Alessandro Specchia dell’Istituto superiore “Castaldo Agostinelli” di Ceglie Messapica (BR). Il giovane rappresentante della Regione Puglia, con la ricetta delle “Cicerchie con cozze nere e cavatelli freschi” ha conquistato la giuria presieduta da Gian Paolo Belloni (Executive chef Zeffirino - Ambasciatore della cucina italiana nel mondo) e composta da Lamberto Sposini (giornalista), Gianluigi Zenti (amministratore delegato Academia Barilla), Salvatore de Riso (membro dell’Accademia maestri pasticcieri italiani) e Antonio Vacca (nutrizionista) e si è aggiudicato uno stage del valore di 15mila euro presso l’Academia Barilla. Ha preceduto, nell’ordine, i rappresentanti della Regione Cam- Maggio/Giugno 2007 pania, Salvatore Scoppetta dell’IPSSAR di Nocera Inferiore (SA); della Regione Sicilia, Domenico Belfiore dell’IPSSAR di Giarre (CT); della Regione Basilicata, Pio Michele Zannella dell’IPSSAR di Melfi e della Regione Calabria, Massimo Tassone dell’Istituto di Serra San Bruno (VV). Altra novità di quest’anno è stata la presenza di una nazione ospite, il Portogallo. Un noto chef lusitano, Fredrico Abrantes de Carvalho, selezionato dall’Ambasciata, ha presentato una ricetta tipica portoghese ed è stato premiato dall’Amministratore dell’EPT di Salerno, Rino Avella, come “Ambasciatore delle tradizioni mediterranee”. La kermesse all’insegna del gusto mediterraneo – a cui ha partecipato l’on. Guido Tampieri, Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole e, in visita privata, la senatrice Anna Serafini, consorte del segretario nazionale dei DS, Piero Fassino, nonché il senatore Marco Pecoraro Scanio – ha dedicato spazio anche all’approfondimento, con un dibattito sul tema “Cosa c’è nel piatto dei giovani cuochi? Tipicità e contraffazione nel Mediterraneo”. Moderato dal giornalista Gabriele Bojano, il convegno ha visto confrontarsi il Vice Presidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania, Ugo Carpinelli; l’Assessore al Turismo della Provincia di Potenza, Gianfranco D’Angelo; il Deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana, Nino D’Asero; l’Assessore all’Agricoltura della Provincia di Salerno, Corrado Martinangelo; l’Assessore al Turismo del Comune di Salerno, Enzo Maraio; l’Amministratore di Accademia Barilla, Gian Luigi Zenti; lo Chef Gian Paolo Belloni. Chiusura affidata all’on. Guido Tampieri. Un convegno-provocazione per definire la quota minima di “Made in Italy” indispensabile affinché la nostra enogastronomia non sia sottoposta a contaminazioni troppo azzardate, oltre che messa in pericolo da prodotti di “origine non controllata”. E soprattutto un’occasione preziosa per i giovani chef di incontro con le istituzioni regionali del Mezzogiorno e con i maggiori protagonisti del comparto eno-gastronomico. L’assegnazione del 3° Premio della Cucina Mediterranea chiude in bellezza il cartellone di eventi del “Giugno dell’Agroalimentare Salernitano”, scommessa vincente dell’Assessorato provinciale all’Agricoltura. 11 Giugno Agroalimentare E’Alessandro Specchia il vincitore del 3° Premio della Cucina Mediterranea Giugno Agroalimentare I relatori del Convegno Da sinistra: l’Amministratore di Academia Barilla, Gian Luigi Zenti; il Deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana, Nino D’Asero; l’Assessore al Turismo della Provincia di Potenza, Gianfranco D’Angelo; il Vice Presidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania, Ugo Carpinelli; il giornalista Gabriele Bojano; il Sottosegretario Guido Tampieri; l’Assessore all’Agricoltura della Provincia di Salerno, Corrado Martinangelo; lo Chef Gian Paolo Belloni; l’organizzatore Rosario Cancro e l’Assessore al Turismo del Comune di Salerno, Enzo Maraio. I giovani chef, finalisti del Premio: il vincitore, Alessandro Specchia dell’Istituto superiore “Castaldo Agostinelli” di Ceglie Messapica (BR); Salvatore Scoppetta dell’IPSSAR di Nocera Inferiore (SA); Domenico Belfiore dell’IPSSAR di Giarre (CT); Pio Michele Zannella dell’IPSSAR di Melfi e Massimo Tassone dell’Istituto di Serra San Bruno (VV). La giuria del Premio. Da destra il presidente Gian Paolo Belloni (Executive chef Zeffirino - Ambasciatore della cucina italiana nel mondo); Gianluigi Zenti (amministratore delegato Academia Barilla); Lamberto Sposini (giornalista); Salvatore de Riso (membro dell’Accademia maestri pasticcieri italiani) e Antonio Vacca (nutrizionista). L’Assessore Corrado Martinangelo con la senatrice Anna Serafini ed il Sottosegretario Guido Tampieri Foto di Giuseppe Storniello 12 Maggio/Giugno2007 Speciale PIR 3 Lungo le strade della storia, dove il buon vivere ha radici antiche di Vera Arabino Viaggio nei comuni del Sele - Tanagro, crogiolo d’archeologia ed arte, natura e gastronomia “…una terra ove la vita antica e la vita presente si trovano saldate in un’intimità e continuità tanto profonde…” Maggio/Giugno 2007 13 Speciale PIR 3 P asseggiando nel Parco Archeologico Urbano dell’antica Volcei, lungo l’itinerario che si snoda nel centro storico dell’odierna Buccino, riaffiorano alla memoria le parole con cui lo scrittore Michele Prisco descriveva i luoghi campani, capaci di offrire al visitatore la suggestione irripetibile dell’intreccio di secoli e secoli di storia. In termini tecnici è quello che si definisce “allestimento diffuso” nel cuore di un tessuto urbano, in cui è possibile ammirare la coesistenza dei diversi momenti di vita dell’antichissima città: lucana, romana, medievale. Un’atmosfera da “macchina del tempo” che caratterizza l’intero comprensorio, adagiato lungo il corso dei fiumi Sele e Tanagro. Si respira davvero la storia nei dieci Comuni che fanno parte dell’ambito del Progetto Integrato Rurale 3 “I Paesi del buon vivere”, che abbraccia un’area che, fin dall’antichità, è stata crocevia di strade di collegamento tra nord e sud della penisola e, per la presenza ininterrotta dell’uomo, è divenuta coacervo di popolazioni e culture diverse. Lo testimonia appunto la straordinaria ricchezza di siti archeologici risalenti all’epoca greco-romana, di ruderi bizantini, di castelli medievali, di palazzi e di conventi borbonici. Un patrimonio eccezionale, che si somma alla bellezza di una natura intatta, ricca di boschi, corsi d’acqua, grotte naturali e sorgenti termali. Cinque dei Comuni del Pir 3 appartengono alla Comunità montana dell’Alto e Medio Sele. Come un presepe, Colliano sembra aggrappato alla roccia posta ai piedi del maestoso monte Marzano. Probabilmente deve il suo nome alla gens Collia che lo abitò in epoca romana, ma le sue origini sono ancora più antiche, come dimostrano i ritrovamenti effettuati in località San Priscolo e San Vittore. Di particolare interesse archeologico è l’area di Bisigliano, dove è venuto alla luce un agglomerato urbano di età imperiale. Durante il Medioevo, invece, per sfuggire alle incursioni bar- Colliano - Chiesa Madonna dell’Assunta bariche la popolazione si rifugiò nelle zone rocciose più alte. A testimonianza degli antichi fasti del borgo medievale restano i caratteristici centri storici di Colliano e Collianello, ricchi di palazzi gentilizi e chiese, tra cui meritano una visita le chiese di San Martino e Madonna dell’Assunta e la Chiesa Madre dei SS. Pietro e Paolo. Mentre del Castello Normanno, intorno a cui si sviluppò il borgo nell’800 d.C., restano le mura di cinta e le torri. Ma Colliano offre anche altre gustose sorprese: l’area compresa tra i boschi di Marzano, Nescara, Piano di Pecora, Saraceni e Dardano e l’oasi dei Monti Eremita e Marzano è infatti nota come “terra del tartufo”. Il prezioso fungo ipogeo fu scoperto in una faggeta alla fine degli anni Sessanta ed oggi è una gemma della gastronomia locale. Il percorso tra le bellezze ed i sapori dell’Alto Sele prosegue alle falde orientali del monte Marzano, da cui Valva si affaccia sull’ampia conca della valle del fiume. Già il nome, che nell’etimologia latina significa “porta”, lascia presagire la capacità di questo centro di schiudere un nuovo mondo di bellezza e quiete ai suoi abitanti, prima i greci, poi i romani ed i picentini. Molto floridi furono il periodo longobardo e quello aragonese, durante il quale fu costruito lo splendido palazzo Villa d’Ayala, possedimento dei baroni Valva, che successivamente fu fatto ampliare da re Ferdinando IV, che fece creare il meraviglioso Parco. L’ingresso Sopra: Colliano - Chiesa Madre SS. Pietro e Paolo A destra: Colliano - Area archeologica di Bisigliano 14 Maggio/Giugno2007 Valva - Villa D’Ayala, particolare del Castello Maggio/Giugno 2007 15 Speciale PIR 3 Valva - Parco di Villa d’Ayala al Parco, da piazza del Calvario, si apre in una piccola torre con porta neogotica. A poca distanza c’è la Cappella della Madonna di Filermo, mentre il primo corpo di fabbrica che si incontra è il Coffee House con portico neogotico, abbellito da sculture di donne. Di fronte una fontana con le figure di Diana e un cervo in bronzo, nel verde di un lussureggiante giardino all’italiana. Procedendo nel parco, ci si imbatte in un anfiteatro settecentesco di forma semicircolare, che può contenere più di mille persone. Il Parco prosegue poi fino alla villa marchesale e al castello. Merita una visita anche la chiesa di San Giacomo, nel centro antico di Valva, con i suoi portali barocchi del primo Settecento. Così come gli scenari naturali, che offrono sentieri nei boschi di noci, cerri e castagni fino alle Grotte di San Michele. Lasciando Valva, immerso nei profumi della montagna, intorno al versante nord-occidentale del monte Marzano sorge il nuovo abitato di Laviano, paese storico dell’Alto Sele che fu distrutto dal sisma dell’Ottanta. In epoca romana fu un centro importante grazie alla presenza del collegium dendrophorum, dedito al commercio di legname. Fulgido fu il periodo normanno, durante il quale furono edificati il Castello Svevo-normanno per volere del conte Guglielmo, alla fine del X secolo e la Chiesa Madre dell’Assunta, completamente restaurata dopo il sisma. Per gli amanti delle escursioni, da non perdere una rilassante passeggiata tra i boschi di Spagarino, della Montagna Grande, del Monte Faito e soprattutto dell’Oasi di protezione naturale – Riserva dei Monti Eremita e Marzano. Una full immersion nella salubrità, che caratterizza anche il piccolo centro di Santomenna, ultimo paese della provincia di Salerno ai confini con la provincia di Avellino. Anche questo comune ha origini antiche, essendosi sviluppato intorno ad un eremo bene- dettino, le cui origini risalgono al VI secolo, quando l’eremita Menna – poi divenuto santo – costruì la propria cella nella parte alta della montagna. Gli eventi sismici - già nel 990 Santomenna fu distrutto da un terremoto – hanno purtroppo compromesso molte delle bellezze artistiche del piccolo borgo che, tuttavia, offre al visitatore la suggestione del suo caratteristico centro storico. E’ qui che sorgono la chiesa Madre di Santa Maria delle Grazie, che custodisce un maestoso altare in marmo ed il Palazzo de Ruggeri, che oggi è sede del Museo cittadino. Proseguendo lungo le suggestive stradine medievali, si incontrano poi la Congregazione dell’Immacolata Concezione e, a pochi chilometri dal centro, il Convento dei Cappuccini, eretto sulle macerie dell’antico Convento dei Benedettini. L’ultimo dei paesi dell’Alto Sele è l’antichissimo centro di Castelnuovo di Conza che, adagiato su una rigogliosa collina, offre panorami mozzafiato. Purtroppo tre terribili terremoti Valva - Chiesa di san Giacomo 16 Maggio/Giugno2007 Speciale PIR 3 si sono abbattuti sulla cittadina nel 1466, nel 1694 e nel 1980. Oggi, tra i resti dei siti archeologici, troviamo reperti molto significativi nelle frazioni di Cupone, Torretta e S. Ilarione, ricche di insediamenti sannitici. Recenti scavi hanno invece portato alla luce reperti di un insediamento risalente ad un’epoca compresa tra il V ed il III secolo a.C. Meritano una visita anche i resti dell’antico Castello longobardo e, nella parte vecchia del paese, la chiesa di Santa Maria della Petrarca, con un portale duecentesco ancora intatto. I restanti cinque Comuni del Pir 3 appartengono invece alla Comunità montana “Zona del Tanagro”, un territorio con una posizione baricentrica tra le province di Salerno, Avellino e Potenza e che funge da “testa di ponte” tra Alto-medio Sele, versante cilentano degli Alburni e Vallo di Diano. E se il sistema montuoso rappresenta un autentico polmone verde, il sistema fluviale riveste un’importanza strategica, con il Tanagro che è “fiume di punta”, ma anche con il Melandro ed il Platano che segnano il confine con la Basilicata e regalano lo spettacolo unico di cascate, mulini, fontane, fenomeni carsici e grotte. Tutti arroccati sui monti, i cinque comuni offrono ai visitatori un ampio ventaglio di itinerari: dall’archeologia lungo l’antica via Popilia, al percorso tra centri storici, palazzi e castelli; dal percorso fluviale tra gole e canyon, al percorso di trekking lungo i sentieri tracciati dal CAI, senza trascurare le delizie del palato nella tante masserie della zona. Aggrappato su un colle, Palomonte fino al 1862 – quando, con regio decreto, acquisì l’attuale denominazione - era conosciuto come Palus-Palo, da “pal” ossia roccia. E’ sulla rocca infatti che il paese ha il suo centro, ma è a valle che si è espanso per la presenza di pianure fertili - dopo che, alla fine dell’Ottocento, fu prosciugato un lago paludoso – e delle acque del torrente Vonghia. Ed è al limitare dell’antico lago paludoso che si trovano i boschi di Monte Tre Croci, intorno al quale si sviluppa l’abitato. Merita una visita il complesso monumentale di S. Maria della Sperlonga, In alto: Laviano - Resti del Castello Svevonormanno; Sopra: Laviano - Chiesa Madre dell’Assunta; A sinistra: Castelnuovo di Conza - Centro storico Maggio/Giugno 2007 17 Speciale PIR 3 che risale al VII – VIII secolo e sorge non lontano dal colle dell’antico abitato di Palo. La Chiesa ed i suoi pregevoli affreschi, la statua della Madonna, le leggende popolari legate ai luoghi e alle grotte circostanti, l’area naturale sottostante che vede la confluenza di due torrenti, che mettevano in funzione nei secoli passati un grosso molino per il grano, ne fanno un luogo di grande fascino. Molto suggestivi anche la Chiesa Madre di Santa Croce, che presenta colonnati di epoca aragonese e facciata del ‘700; l’ex Convento dei Cappuccini, oggi sede del Municipio, che è dotato di un bellissimo chiostro; i ruderi del castello longobardo-normanno, situato nelle vicinanze del Convento, alla sommità del monte da cui si gode un meraviglioso panorama. Adagiato tra i prati ed i campi coltivati tra i fiumi Platano e Sele, San Gregorio Magno deve il suo nome ad una leggenda fiorita nel VI secolo d.C. secondo cui il Santo – che fu pontefice con il nome di Gregorio I – salvò la popolazione locale da una terribile pestilenza. E’ verosimile pensare che il borgo sorse intorno al XII secolo, come casale di Buccino, per poi divenire feudo autonomo alla fine del XV secolo. Tra i beni artistici, meritano menzione la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e la Chiesa Madre in stile romano, edificata sui resti di un sepolcro a pianta quadrata; l’antico Borgo di S. Zaccaria dove sono ancora visibili i resti della torre di origine bizantina, nei cui pressi si trova una famosa sorgente che alimenta un piccolo acquedotto collegato al centro abitato. Da non perdere anche una visita nel centro storico e alle grotte scavate nella roccia di via Bacco, dove gli abitanti di San Gregorio Magno conservano l’ottimo vino locale. Da menzionare infine anche il Centro sportivo di San Gregorio Magno, che è considerato tra i più moderni complessi del Sud Italia e dispone di campo da calcio regolamentare, campi da calcetto e da tennis, pista di atletica e palestra coperta, nonché di una struttura alberghiera. Paese dalle molte anime, l’antichissimo centro di Buccino fa risalire i primi insediamenti al neolitico. E’ stato il sisma del 1980 a portare alla luce le tracce dell’antica Volcei, il borgo rurale di epoca preromana e romana, cui si sono sovrapposte le vestigia medievali e poi l’abitato moderno. Un intreccio che si manifesta in tutta la sua suggestione in cima al colle, dove resti di mosaici, strade, botteghe e monumenti volceiani si mescolano a palazzi, chiese e viuzze medievali. Un giacimento straordinario, per cui tutta la città è compresa nel perimetro del Parco Archeologico Urbano. La prima tappa è il Museo archeologico, sede della mostra permanente “Volcei: i luoghi della memoria”. Non lontano dall’Antiquarium, è venuto invece alla luce un complesso rupestre di grande suggestione. Si procede poi attraverso Porta S. Elia, per accedere nell’area di Palazzo Forcella. Ma meritano una visita le botteghe romane del I secolo a.C. in via Falcone; le In alto: Palomonte - Chiesa Madre di Santa Croce; Sopra: Palomonte - Interno dell’ex Convento, sede del Municipio; A sinistra: Particolare degli affreschi all’interno del complesso monumentale Santa Maria della Sperlonga. 18 Maggio/Giugno2007 mura lucane del V secolo a.C.; il mosaico di via Canali; il foro antico che oggi è piazza Amendola; il complesso monumentale di S. Stefano, che nel III secolo a.C. era dedicato al culto dell’acqua; il Convento degli Eremitani di Sant’Agostino; la Chiesa Madre, con gli interni barocchi; il Castello imperiale; il Tempio di Santo Spirito. Un tesoro d’archeologia e d’arte, che ha inserito a pieno diritto Buccino tra le mete più interessanti del turismo culturale campano. In alto: San Gregorio Magno - Centro sportivo; Sopra: San Gregorio Magno - Scorcio del centro storico; A destra: San Gregorio Magno - Interno delle grotte di via Bacco, adibite dagli abitanti a cantine. Maggio/Giugno 2007 19 Speciale PIR 3 Alla sinistra del fiume Tanagro, sorge il delizioso centro di Auletta, che si sviluppò in epoca medievale, quando intorno al Castello e alla Chiesa sorse un’imponente cinta muraria che aveva tre ingressi: Porta Castello, Porta del Fiume e Porta Rivellino. Dalle ultime due tuttora si accede al cuore della cittadina, dove spicca la chiesa trecentesca di San Nicola di Mira. Nella parte più alta del centro storico è collocato invece il Castello Marchesale, che risale al XII secolo. Intorno al centro storico domina la natura incontaminata. Da non perdere, per tutti gli amanti delle escursioni, una visita all’eremitaggio dello Jesus, alle Grotte dell’Acqua e della Signora – ricche di stalattiti e stalagmiti – e soprattutto alla celebre Grotta dell’Angelo, tra Auletta e Pertosa, che è uno straordinario complesso speleologico lungo 2500 metri, sotto il massiccio degli Alburni. A pochi chilometri da Auletta sorge l’abitato di Caggiano che, con 828 metri sul livello del mare, è il secondo comune salernitano per altezza. Bagnato dal fiume Tanagro e dal suo affluente Melandro, è delimitato da rocce e strapiombi tuttora inaccessibili. L’impianto urbano medievale è racchiuso da una cinta muraria ancora in perfetto stato di conservazione, così come il Castello. Ma la Caggiano romano-medievale sorse sulle rovine dell’antica Ursentum, distrutta durante la seconda guerra punica, mentre è nelle preistoriche Grotte dello Zachito che sarebbero avvenuti i più remoti insediamenti. Di grande suggestione è il centro storico di Caggiano, con viuzze strette e lastricate, palazzi gentilizi, chiese di grande bellezza come quella del SS. Salvatore, che custodisce ricchi affreschi o l’antica Santa Maria dei Greci o ancora la chiesa di S. Caterina, con sei opere di Nicola Peccheneda, artista della scuola napoletana del 700. Merita una visita anche il seicentesco convento dei Padri riformati, che ospita l’antiquarium, all’interno del quale si può ammirare la mostra dei reperti del Monumento Funerario degli Insteii di età romana. Al di fuori dell’abitato, come per gli altri nove comuni dell’ambito del Pir 3, a farla da padrona è la natura incontaminata. Anche Caggiano è ricca infatti di superbi sentieri naturalistici. Su tutti l’Alta via dei Monti Caggianesi, straordinario percorso di montagna tra costruzioni rupestri di pastori e l’itinerario fluviale che, dipartendosi dalle gole del Melandro, lambisce il complesso ipogeo dello Zachito, i ruderi di un antico Monastero dei Templari ed i resti della villa di Gabriele Altilio, vescovo e poeta latino del 1400. Paesi del buon vivere, dunque, per coloro che vi conducono un’esistenza al riparo dai ritmi frenetici delle grandi aree urbane, ma anche per quanti desiderano concedersi il piacere di un soggiorno rilassante, all’insegna dell’arte e della cultura, della natura e dello sport all’aria aperta, della genuina gastronomia a base di prodotti tipici di qualità. Speciale PIR 3 Buccino - Castello Normanno-angioino Buccino - Panorama 20 Maggio/Giugno2007 Speciale PIR 3 Caggiano - Monumento funerario degli Instei di età romana Caggiano - Interni Chiesa Madre SS. Salvatore Maggio/Giugno 2007 21 Speciale PIR 3 Auletta - Castello Marchesale La misura 4.24 del POR Campania 2000-2006 “Gestione di strategie integrate di sviluppo rurale da parte dei Partenariati locali” ha promosso l’integrazione fra gli interventi di sviluppo rurale previsti dalle Misure del Piano Operativo Regionale, attraverso il nuovo strumento dei Progetti Integrati Rurali (PIR), attuati da Partenariati rappresentativi degli interessi locali. La Provincia di Salerno ha accompagnato la realizzazione di 6 PIR. L’Ambito 3 è quello denominato SeleTanagro “I Paesi del Buon vivere”, che fa leva su un ampio partenariato, per garantire la rappresentanza di ogni interesse e categoria, giungendo a coinvolgere un considerevole numero di soggetti pubblici e privati: da tutti i Comuni dell’ambito e delle aree contigue alle Comunità Montane, dai soggetti della programmazione negoziata agli ulteriori strumenti dello sviluppo locale, dalle associazioni di categoria alle rappresentanze sindacali, da esponenti del settore agricolo a rappresentanti degli operatori del turismo rurale, dalle associazioni femminili a quelle culturali e ambientali. I partners sono 65: i dieci comuni interamente ricompresi (Auletta, Buccino, Caggiano, Castelnuovo di Conza, Colliano, Laviano, Palomonte, San Gregorio Magno, Santomenna, Valva), i comuni delle Aree Contigue (Atena Lucana, Petina, Pertosa, Polla, Romagnano al Monte, Ricigliano, Salvitelle, Contursi Terme), le Comunità Montane Zona del Tanagro, Alto e Medio Sele, Alburni e Vallo di Diano, i G.A.L. ADAT e Colline Salernitane, il Patto Sele-Tanagro, il PIT Antica Volcei, il Contratto d’Area, il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, la Camera di Commercio di Salerno, Assindustria Salerno, il Piano di Zona Ambito SA/4, la Banca della Campania e le BCC di Buccino e Sassano, l’Università della Basilicata, il Consorzio di Bonifica Diano-Tanagro, ed ancora numerose associazioni di categoria e sindacali (tra cui Cia, Coldiretti, C.G.I.L., C.I.S.L., UIL, UPA, CNA), l’AIAB, diverse associazioni e consorzi d’imprese, di promozione e di tutela, le Pro loco, Legambiente. L’assemblea del Partenariato Locale ha unanimemente individuato la Comunità Montana Zona del Tanagro come Soggetto Responsabile del PIR 3 e ha scelto come Tema Strategico per lo sviluppo dell’area la “Valorizzazione turistica delle aree rurali”. Info: www.cmtanagro.it Caggiano- Area pic-nic di Veteranurso Auletta - Porta Rivellino Auletta - Panorana con la cupola della chiesa San Nicola di Mira 22 Maggio/Giugno2007 Speciale PIR 3 Buccino - Complesso rupestre di via Egito Buccino - Mosaico di via Canali ( Edificio del I-II sec. d.C.) Il Parco Archeologico Urbano Antica Volcei “Il Parco Archeologico dell’Antica Volcei” (info 0828.951268 – www.anticavolcei.it) è stato definito “urbano” perché esso si sviluppa interamente sotto l’antico centro storico del comune di Buccino. La sua specificità è data dalla circostanza che l’area urbana dell’antica Volcei, municipio romano, coincide esattamente con il centro storico attuale, che ne conserva l’impianto stradale e il perimetro delle mura. Per questa sua peculiarità esso rappresenta ormai una realtà di grande interesse scientifico e d’enorme fascino. L’intero centro storico è stato fortemente danneggiato dal terremoto del 1980. Il successivo programma di ricostruzione è stato convertito dall’Amministrazione comunale, per richiesta della Soprintendenza Archeologica di Salerno, in un piano di recupero e di restauro. E’ stato così possibile procedere all’esplorazione sistematica dei livelli sottostanti o inglobati nei fabbricati e portare alla luce in tal modo importanti testimonianze della città romana, senza compromettere la stabilità della città sovrastante. Questo ha permesso di definire un progetto di “parco archeologico urbano” unico nel suo genere, una vera e propria città nella città, nel quale i ritrovamenti antichi si fondono armonicamente con le strutture medievali e recenti presenti nel tessuto urbano, inserendosi nei normali ritmi di vita della comunità. E’ perciò possibile affermare che Buccino abbia creato un’inedita forma di sito archeologico, nel quale antichità e quotidianità sono un tutt’uno. Buccino - Vicolo Falcone Buccino - Tempio di Santo Spirito, interno cisterna Maggio/Giugno 2007 23 Speciale PIR 3 La Riserva Naturale Regionale Foce Sele e Tanagro La riserva comprende un vasto sistema fluviale, quello del Sele nella sua piana, e il corso del Tanagro dal Vallo di Diano alla confluenza nel fiume maggiore. Il Sele presenta lembi di zone umide che ospitano una ricchissima varietà di specie acquatiche e terrestri: in particolare nell’Oasi di Persano (info: tel. 0828 974684, Sito di interesse comunitario e zona umida di importanza internazionale) gli appassionati di birdwatching potranno osservare cicogne nere, aironi e diverse specie di falchi e anatre. Questa è anche la zona più ricca di lontre in Italia. Da segnalare, nel territorio di Buccino, è l’Itinerario fluviale Vallone delle canne - bosco di S. Giovanni - gole rocciose di Ponte S. Cono, che percorre le sponde fluviali attraverso una folta vegetazione, caratterizzata da salici, giunchi e canneti, oltre che dalla tipica foresta a galleria in cui si inseriscono fitti tratti boschivi con pioppi, frassini, ontani. La Riserva Naturale Regionale dei Monti Eremita-Marzano La Riserva, un territorio montuoso di media altezza situato al confine con la Basilicata, si estende per più di 3.600 ettari in un’area ancora incontaminata. Per le caratteristiche ambientali, geologiche, vegetazionali e faunistiche è sito di interesse comunitario. La gran parte delle escursioni sono consigliabili a camminatori esperti, in condizioni fisiche adeguate e con un’attrezzatura adatta, ma ci sono anche splendide passeggiate da fare a bassa quota. Agli appassionati di trekking sono riservati alcuni sentieri posti sotto la tutela del CAI (Club Alpino Italiano) che attraversano boschi incantevoli. La vegetazione è in gran parte d’alta quota, con faggi, lecci, roverelle e ontani tra i quali è possibile avvistare lupi, cinghiali, volpi, faine e numerose specie di uccelli. Percorsi montani: Alta quota tra il Melara ed il Cerreta Il Club Alpino Italiano ha individuato un percorso naturalistico lungo le vette del Melara, tra Buccino e San Gregorio Magno e Ogna a Palomonte. Si segue il sentiero dalla località Cerreta, dove è villa Elefante, forse un tempio romano, anticamente utilizzata come stazione postale, dunque come luogo di sosta. Di là è possibile raggiungere, attraverso la catena montuosa, direttamente il centro storico di Buccino, l’antica Volcei, passando però per via Bacco e San Gregorio per ammirare le caratteristiche cantine scavate nella roccia. Il Percorso della Vecchia ferrovia o dell’alleanza è invece una variante affascinante, proposta dal GET (Gruppo Escursionistico Trekking), che si snoda lungo il corso del fiume Tanagro. Un itinerario che inizia nel ter¬ritorio di Auletta, presso le grotte dell’Angelo e raggiunge il centro storico di questa cittadina per continuare verso Pertosa, Petina e Polla. Mentre il Percorso ‘’Alta Via dei Monti Caggianesi” è una seconda variante per gli amanti del trekking, anch’essa realizzata dalla Comunità Montana in collaborazione con GET e CAI. Un percorso ad anello che parte da Caggiano, per fare ritorno dopo aver am¬mirato le gole della Basilicata, gli Alburni, il Vallo di Diano e gli antichi rifugi dei pastori in pietra a secco. 24 Maggio/Giugno2007 Molte le partnership per progetti nel campo culturale e per interventi nel settore agricolo ed enogastronomico di Vera Arabino I l punto di forza del Progetto Integrato Rurale 3 è stata la capacità di integrazione con gli altri strumenti della programmazione negoziata, come il PIT “Antica Volcej”, i Programmi Leader e Leader Plus, il programma di aiuti alle imprese promosso dalla Sviluppo Sele Tanagro spa. Un’azione sinergica finalizzata a perseguire l’obiettivo di valorizzazione turistica delle aree rurali, integrando la vocazione culturale e quella naturalistica del comprensorio, e a favorire il dinamismo del tessuto sociale ed economico-imprenditoriale, anche per contrastare il fenomeno di abbandono dei piccoli centri. Tuttavia Giovanni Caggiano, presidente della Comunità Montana “Zona del Tanagro”, soggetto capofila del Pir 3 “Paesi del Buon Vivere”, mette l’accento sulla necessità di un maggior adeguamento della programmazione regionale alle esigenze specifiche dei vari sistemi territoriali. “A fronte della grande mole di manifestazioni d’interesse, registrate dal nostro Pir, solo un numero ridotto di realtà è riuscito ad avere accesso ai finanziamenti – spiega – Ad esempio, in questa zona si concentra una buona percentuale della produzione olivicola provinciale, ma nessun operatore ha avuto accesso ai fondi perché i criteri sono decisamente tarati su dimensioni industriali e non di piccole imprese”. In ogni caso, il 2006 si è chiuso con un buon bilancio per il Pir 3: sono stati 49 i progetti approvati, per un investimento complessivo di oltre 5milioni di euro, di cui più di 3milioni di contributo pubblico. La misura di gran lunga più gettonata è risultata la 4.8, che finanzia azioni di “ammodernamento strutturale delle aziende agricole” ed ha visto ben 33 progetti approvati. A seguire la 4.13 “Interventi per favorire la diversificazione delle attività agricole e lo sviluppo di quelle affini allo scopo di implementare fonti alternative di reddito” con 5 progetti; la 4.14 “Incentivazione di attività turistiche ed artigianali” con 4 progetti; la misura 1.13 per la “Sistemazione idraulico forestale e tutela delle risorse naturali” con 3 progetti; la 4.12 per il “Miglioramento dei villaggi rurali e per la protezione e Maggio/Giugno 2007 la tutela del patrimonio rurale” con 2 progetti; un solo progetto infine per la 4.15 “Primo insediamento dei giovani agricoltori”. “Il Progetto Integrato Rurale ci ha consentito comunque di far affluire risorse importanti sul territorio, allo scopo di creare occasioni di sviluppo legate alle nostre vocazioni – prosegue Caggiano – Infatti, grazie ad una consolidata prassi partenariale, siamo impegnati costantemente nella concreta promozione del nostro patrimonio storico-artistico, culturale ed ambientale, nonché nella valorizzazione delle rinomate produzioni enogastronomiche, la cui bontà e qualità è un vanto della nostra offerta turistica”. Vanno in tale direzione alcuni importanti progetti, posti in essere in partnership con enti locali, associazioni, università ed istituti di ricerca. Sul versante artistico e culturale, si segnalano il progetto sugli “Antichi Itinerari” - realizzato di concerto con i Comuni del PIT Antica Volcej e con 25 le due Soprintendenze - per la realizzazione di cartellonistica ad hoc, per la messa in rete delle risorse archeologiche ed ambientali ed il progetto condotto con la Facoltà di Sociologia dell’università partenopea Federico II, che mira a realizzare un sistema “ecomuseale”. Mentre, sul versante enogastronomico, merita menzione il progetto di promozione e sviluppo “I Formaggi del Monte Marzano” che – condotto di concerto con l’Associazione ANFOSC, la rivista di settore Caseus e lo STAPA-Cepica - si propone di valorizzare i formaggi prodotti sul territorio, attraverso la formazione dei “casari” e la definizione, a scopo promozionale, del “Paniere dei formaggi del Sele-Tanagro”. Ed ancora il progetto “La Fiera del Villaggio” che – in partnership con Osservatorio Medes ed Università della Basilicata – è finalizzato a tutelare il patrimonio agricolo tradizionale dell’antico Ager Silarus–Tanager, attraverso l’individuazione e successiva valorizzazione delle cultivar tipiche (oli- Speciale PIR 3 Boom di finanziamenti per ammodernare le aziende agricole Speciale PIR 3 vo, vite, frutticoli, cereali e ortive). Senza dimenticare il progetto per il miglioramento delle filiere zootecniche del territorio, in collaborazione con l’Università di Salerno. “A tutto ciò si aggiunge l’azione di promozione del pane, dei salumi e di altre tipicità, come l’olio extravergine del Tanagro – spiega Caggiano - per il quale con le amministrazioni comunali abbiamo creato il programma di certificazioni De.C.O. ossia Denominazioni di Origine Comunale, propedeutico alla certificazione Res Tipica”. Ed altri piani sono in corso in collaborazione con i tecnici dell’Ersac e dell’ASL per la identificazione e la piena sicurezza delle carni prodotte sul territorio; con l’Istituto Sperimentale per l’Orticoltura (ISPORT) del Mi.PAF di Pontecagnano per la valorizzazione del Carciofo Bianco del Basso Tanagro; con il Consorzio Provinciale Olivicoltori per migliorare tutta la filiera dell’olio di oliva. “Un’autentica chicca è infine il progetto relativo alla individuazione dei vitigni autoctoni, in collaborazione con il Centro ricerche di Turi – conclude il presidente – E’ denominato progetto “Lucio Manneo Quinto”, dal nome del medico la cui epigrafe è stata ritrovata in una villa in località Massavetere, tra Caggiano e Pertosa”. Un medico che, come precisato nell’epi- L’ECONOMIA DEL PIR 3 Il comprensorio Sele-Tanagro è baricentrico rispetto all’ideale asse produttivo, che collega il polo industriale di Battipaglia-Eboli e di Salerno con le aree industriali della Provincia di Potenza, di Tito e di Melfi. Importanti sono le aree industriali di Buccino e Palomonte, le aree di insediamento produttivo di Caggiano e San Gregorio Magno, le aree artigianali di Auletta e Caggiano. Buccino e Palomonte sono altresì inclusi nel Contratto d’Area del Cratere Salernitano. L’intera area si caratterizza inoltre per l’ampia presenza di agriturismi, a conferma della spiccata vocazione al turismo rurale ed enogastronomico. grafe bilingue (in latino e greco), usava il vino a scopo terapeutico, secondo gli insegnamenti di Asclepiade di Bitinia. Un giusto omaggio, dunque, ad una storia millenaria che si riverbera tangibilmente sulla cultura di questo comprensorio. Olevano sul Tusciano - Convento Santa Maria di Costantinopoli 26 Maggio/Giugno2007 Caggiano - Vicolo del centro storico Maggio/Giugno 2007 27 Speciale PIR 3 Viaggio nei sapori del PIR 3 Sele-Tanagro: colori, profumi e aromi di un’antica tradizione di Luciana Mauro F ascino, tradizione, sentimento si mescolano come in un sapiente cocktail, nella terra che ospita da sempre antichi riti, tra i quali l’arte culinaria, coltivata in modo passionale e deciso dalle donne che qui sono nate e cresciute, assimilando tutta la cultura di un territorio che ancora resiste agli “orrori” della modernità. Sele come acqua sorgiva, aria pura, verde incontaminato. Tanagro come profumi della terra che risorge a nuova vita, fresca di rugiada e scrosciante di fluidi ritmi di ruscelli. La poesia di questo clima si rispecchia nella buona tavola: nell’aroma deciso e inconfondibile del tartufo di Colliano, nella fresca manualità della pasta fatta in casa, nel colore limpido dell’olio, luminoso come l’oro. Entriamo senza bussare, nell’intimo di una realtà che ci accoglie con la sua grande ospitalità e sfogliamo insieme i segreti dei prodotti tipici, le ricette e i programmi delle istituzioni per custodire adeguatamente questi tesori. Il tartufo e la sua storia Nella satira V Giovenale racconta la storia di un nuovo ricco libico chiamato Virrone, che si divertiva ad offendere gli invitati di origini modeste, suoi “clienti” nel senso latino del termine, facendo servire loro un menù povero quanto le loro finanze. Sotto i loro stessi occhi egli faceva scorpacciate con i piatti più sontuosi: “Dinanzi al padrone fumano un enorme fegato d’oca...Seguono poi dei tartufi, se si è in primavera e se la pioggia desiderata ha permesso questo graditissimo supplemento. ‘Oh libico!’ - Grida Alledius - conserva per te il tuo grano, mangiati i tuoi buoi ma dacci i tuoi tartufi”. Inoltre, le testimonianze dell’impiego di sciroppo di tartufo, per curare qualsiasi forma di dolore, e di pasta come cicatrizzante antibiotico, attribuiscono a questo fungo qualità medicamentose oltre che culinarie. Tuttavia la sua maggiore fama è dovuta alle preziose sostanze aromatiche, capaci di condire, naturalmente e in assoluto, anche un piatto di pasta in bianco, senza grassi aggiunti. Un aroma che, inoltre, ha anche funzione stimolante e afrodisiaca. Mostra mercato del tartufo Nel mese di ottobre, Colliano si apre ad una manifestazione molto seguita sia dalla gente del territorio che dagli appassionati di gastronomia. La Pro Loco di Colliano, il 13 e 14 ottobre dello scorso anno, ha aperto le porte del paese a visitatori e standisti per un full immersion in odori e sapori del nostro territorio. Centinaia di espositori hanno animato la grande Piazza Epifani per tre giorni consecutivi mostrando i loro prodotti e la loro arte. Il tartufo, nella sua preziosità, è stato proposto in molteplici funzioni, come alimento e come delizioso ornamento ai più raffinati menù. Insomma, un’esplosione di creatività che ha dato l’esatta misura di quanto la passione per la natura (e per la buona tavola) riescano insieme a realizzare connubi eccezionali. Particolare cura è stata data all’allestimento dei punti di ristoro, lungo il centro storico del paese, che si è aperto ai visitatori offrendo degustazioni di tutte le specialità tipiche del luogo. LA RICETTA PAPPARDELLE AL TARTUFO Una delizia dal potere afrodisiaco Ingredienti per sei persone: 500 gramnmi di pappardelle all’uovo; mezzo bicchiere di olio di oliva di Colliano; prezzemolo tritato con uno spicchio d’aglio; un tartufo medio di Colliano. Il tartufo è un prodotto vegetale con un alto potere nutritivo, nella sua composizione chimica si rileva un’alta percentuale di sostanze azotate, di sali minerali, di materie grasse, di idrati di carbonio, di materie coloranti e principi olfattivi. Esecuzione: Lessare al dente le pappardelle e dopo averle scolate girarle velocemente nella padella dove avrete fatto rosolare l’aglio con l’olio e una manciatina di prezzemolo e, a piacere, peperoncino. Versare poi in una zuppiera e grattugiare sopra la pasta il tartufo a crudo finemente tritato. Amalgamare il tutto e servire caldo. A scelta il piatto può essere arricchito con formaggio parmigiano e pecorino romano. Il piatto esalta in pieno l’aroma intenso del tartufo. 28 Maggio/Giugno2007 Speciale PIR 3 Intervista a Gerardo Strollo, presidente Proloco Colliano P residente, quale il ruolo del tartufo, oggi, per lo sviluppo delle aree forestali e rurali? Il tartufo, negli ultimi anni, sta acquisendo un ruolo strategico per il recupero e lo sviluppo delle aree forestali e rurali. La sua produzione incide infatti sugli aspetti economici, forestali, idrogeologici e ambientali del territorio. Cosa ci comunica, in merito, il mercato? Il mercato che interessa questo prodotto si sta ampliando notevolmente, così come la diffusione dei cosiddetti “manufatti aromatizzati”, vale a dire oli, burri, creme e quant’altro. Come e quanto ha inciso la promozione del prodotto? L’impegno che la Pro Loco con la Mostra Mercato ha profuso in questi anni, ha fatto si che il tartufo, illustre sconosciuto fino agli anni ‘60, attraverso una capillare e costante promozione divenisse una grande risorsa, una vera e propria ricchezza per il territorio e la diffusione di una cultura per l’utilizzo del tartufo nella cucina è la prova di questa costante azione di promozione. Le produzioni nostrane ritiene siano sufficientemente protette e tutelate? L’attenzione della Pro Loco è rivolta anche, incessantemente, alla promulgazione della legge Regionale perchè crei le condizioni per garantire la tutela del tartufo e per proteggere le più pregiate ed apprezzate produzioni nostrane. Quale la sfida per difendere l’autenticità del prodotto? Può essere vinta, a mio avviso, solo attraverso una strategia d’azione integrata fra i raccoglitori ufficiali, le Comunità Montane, gli Studi di Ricerca le Scuole di settore e quanti altri intendono anteporre a garanzia del consumatore la qualità dei prodotti rispetto a produzioni scadenti e non caratterizzate da elementi di pregio. Il carciofo bianco, una prelibatezza conosciuta in tutto il mondo D odici coltivatori riuniti in un Consorzio e un presidente che parla del “suo” prodotto con entusiasmo e spirito d’iniziativa. Si, perchè il carciofo bianco è distribuito in più di “tremila esemplari” in tutto il mondo, grazie all’impegno di Giovanni Pucciarelli, a capo del Consorzio e “animatore” della famosa sagra annuale. Presidente, da quanti anni dirige il Consorzio? Da quattro, e devo agli altri dodici coltivatori che mi affiancano il successo del prodotto, che riscuote sempre maggiori consensi per la sua genuina versatilità. Quali le caratteristiche? Il carciofo bianco ha un retrogusto dolce, molto delicato, e un cuore bianco tenerissimo. La prelibatezza è dovuta al fatto che viene coltivato in terreni ben climatizzati, medio freddi. Quale la stagione del raccolto? Aprile-maggio, ma la raccolta dura fino all’inizio dell’estate. Ci parli della famosa Sagra. Da anni, con successo di pubblico, si svolge a Pertosa la Sagra del Carciofo Bianco”. L’appuntamento è il 12 maggio, vi affluiscono molti turisti e comitive provenienti soprattutto dal napoletano. Negli appositi stand si possono gustare le ricette tipiche, i preparati naturali e sotto vetro, da portare a casa o regalare. Quali sono? Il più richiesto è il “patè di carciofo bianco”, sbollentato nell’aceto poi frullato e mescolato ad olio extra vergine d’oliva del posto, che gli conferisce un gusto inconfondibile. Come si può gustare, in tavola, il carciofo bianco? Può essere inserito in vari piatti, sia semplici che elaborati. E’ ottimo imbottito con un morbido ripieno a base di carne, al naturale, a tortino con le uova, e infine nella tipica ricetta con fave e pancetta, molto buona e richiestissima. Il prodotto viene anche esportato? Da quest’anno abbiamo istituito un laboratorio per la trasformazione, ed esportiamo il prodotto in Germania, in Francia e anche negli Stati Uniti. Di solito ci vengono richiesti più di tremila barattoli. Qui il patè di carciofo bianco è richiestissimo, gli stranieri ne vanno pazzi e lo usano sia a crudo, sul pane tostato, che per condire pasta e carni. LeUnastrade dell’olio 2007 strategia per la filiera degli oli di qualità 19/21 Ottobre Borsa Verde dei territori rurali europei Salone Mediterraneo degli Oli Maggio/Giugno 2007 29 News Piana del Sele “Tre le priorità per il comparto agricolo” Il Presidente dell’UPA - Unione Provinciale Agricoltori di Salerno analizza il PSR di Francesca Rinauro N uove sfide e nuovi orizzonti per l’agricoltura campana si dischiudono con il PSR, il nuovo Programma di Sviluppo Rurale. “Il PSR è un treno da non perdere per l’agricoltura della nostra regione e noi, come Confagricoltura, abbiamo subito indicato tre obiettivi prioritari - dichiara il Presidente dell’UPA Salerno, Gennaro Bonomo – In primis la concentrazione e la qualificazione della spesa, per indirizzare le risorse disponibili verso le imprese agricole vitali, che hanno concreta possibilità di rimanere sul mercato, anche attraverso l’incentivazione di progetti collegati al sistema di filiera. In secondo luogo una forte integrazione tra PSR ed i programmi operativi FESR e FSE, al fine di creare condizioni “esterne alle aziende”, che consentano a queste ultime di recuperare maggiore competività sul mercato e in ultimo, l’assicurazione che alle imprese giunga il massimo delle risorse disponibili, evitando la dispersione delle stesse a vantaggio di soggetti estranei al mondo agricolo”. La prima impressione sul grande lavoro compiuto in sede regionale è decisamente positiva: “Dopo aver esaminato i documenti elaborati dalla Regione Campania, possiamo dirci soddisfatti dei risultati raggiunti, nonostante la presenza di una regolamentazione comunitaria troppo vincolante, che ha di molto limitato l’autonomia degli enti locali – spiega Bonomo - Abbiamo apprezzato il fatto che la ripartizione delle risorse sui vari assi del PSR abbia privilegiato un approccio il più possibile selettivo di intervento pubblico, così come la scelta di mettere al centro dell’intervento rurale la moderna impresa agricola, nei suoi legami con il territorio e nella sua integrazione con la filiera in cui opera, prestando particolare attenzione alle nuove prospettive imprenditoriali che sia aprono sul terreno della multifunzionalità”. Altrettanto condivisibili, secondo il Presidente dell’UPA, sono le due opzioni di fondo alla base dell’impianto programmatico del PSR e la scelta di aver riproposto, anche per il periodo 2007-2013, l’assetto procedimentale già collaudato con la programmazione in corso: i bandi a scadenza aperta e l’affidamento alle Province dell’attuazione delle misure a carattere individuale, salvo alcuni interventi riservati alla competenza regionale. Una scelta che ha fatto della Campania un modello da prendere a riferimento come best practice. “ Siamo però ancora a metà dell’opera. In questa fase anche il problema del peso burocratico deve ricevere una risposta decisiva. Ci sono troppi vincoli sulle imprese e l’intreccio di competenze si traduce in costi che gravano sulla competitività delle imprese – conclude Bonomo - Auspichiamo, perciò, che il metodo della concertazione, che ha prodotto buoni risultati, possa guidare il lavoro che ci aspetta nei prossimi mesi. Come Confagricoltura Campania siamo pronti a dare il nostro contributo”. E dal direttore, Luigi Orsitto, l’invito ad allentare i legacci della “burocrazia” per gli imprenditori agricoli “E’ necessario abbattere i costi burocratici, che attanagliano la vita e il lavoro degli imprenditori agricoli. Una burocrazia farraginosa danneggia il mercato e soprattutto blocca la competitività - spiega il Direttore dell’UPA Salerno, Luigi Orsitto – Abbiamo invece necessità di far emergere le potenzialità del settore e vincere la concorrenza, lavorando sull’aggregazione”. Orsitto snocciola i dati di uno studio di Confagricoltura, secondo il quale sono circa mille le istituzioni pubbliche, a livello comunitario, centrale e locale - tra Commissione, Ministeri, Assessorati, Enti e società regionali, Province, Comunità montane – che si occupano a vario titolo di agricoltura. Una gigantesca macchina burocratica, che occupa centinaia di migliaia di dipendenti, e che si traduce, per l’imprenditore agricolo, in una mole insostenibile di carte, timbri, procedure che, in ultima analisi, significano tempo sprecato e costi elevati: “Confagricoltura ha fatto una stima: cento giornate lavorative di 8 ore ciascuna, un impegno medio di 2 giornate alla settimana, da dedicare alla burocrazia – dice Orsitto - Per questo Confagricoltura ha commissionato ad un team di esperti un rapporto sulla semplificazione in agricoltura, di cui è stata presentata una prima parte, con l’obiettivo di avviare un dibattito positivo con il mondo della politica, le amministrazioni e tutte le componenti che vorranno partecipare a questo sforzo”. L’agricoltura e gli imprenditori vanno dunque tutelati da parte della politica: “La politica deve essere intesa anche come giusto recepimento di richieste ed adeguamento alle esigenze del mondo produttivo – conclude il Direttore dell’UPA - Ora abbiamo di fronte a noi una grande sfida, che non si gioca più nelle aziende, ma sul mercato e per affrontarla al meglio occorrono scelte strategiche. Attendiamo in tal senso la messa a punto definitiva e soprattutto l’attuazione del nuovo piano agricolo disposto dall’amministrazione provinciale”. (F.R.) 30 Maggio/Giugno2007 Made in Italy di Patrizia Sereno U na campagna conserviera su cui si addensano tante, troppe incognite e che sarà decisiva per la sopravvivenza delle piccole e medie aziende agro-alimentari. In particolare nell’area a nord di Salerno che dalle diverse centinaia di siti degli anni d’oro, è arrivata a contarne appena una ottantina. Le previsioni fanno pensare ad una “selezione naturale” delle imprese. Insomma, una selezione di darwiniana memoria che potrebbe portare alla scomparsa quelle attività che non possono trovare una boccata d’ossigeno – a differenza dei colossi come La Doria di Angri, con il blasone della quotazione in borsa – nella commerciliazzazione di altre produzione. Succhi di frutta e legumi, per esempio. Non nasconde la testa sotto la sabbia il presidente dell’Anicav Luigi Salvati. I problemi con i quali i conservieri debbono confrontarsi sono numerosi e di preoccupante portata. “Innanzitutto – spiega Salvati – dobbiamo fare i conti con il rinnovo del contratto di lavoro. E poi c’è la semina per la quale non abbiamo ancora sicurezza per l’acqua. Giugno è stato un mese caratterizzato da temperature particolarmente elevate e questo potrebbe provocare seri danni alla qualità ed alla quantità del prodotto”. Dunque, precauzione e cautela rappresentano le parole d’ordine che del presidente Luigi Salvati ha sottoposto all’assemblea annuale dei soci dell’Anicav del 12 giugno. In prospettiva è probabile che la via da battere, secondo gli esperti, sia quella di tornare ai 40 milioni di quintali di pomodoro degli Anni Novanta, rispetto agli attuali 64 milioni. O, comunque, di mantenersi sui quantitativi dello scorso anno. La ricetta, secondo Luigi Salvati sta nel costante miglioramento qualitativo, in quella scommessa che si chiama Made in Italy. “Non dobbiamo dimenticare – suggerisce il numero uno dell’Anicav – che siamo gli unici a fare i pelati oltre alla California”. Da qui le linee guida: qualità, tracciabilità, sicurezza del prodotto. Tenendo conto che un terzo dell’oro rosso veniva indirizzato verso la produzione di concentrato. “Prodotto – spiega il presidente Salvati – che non è più una prerogativa della nostra trasformazione visto che ci arriva da altri paesi (Cina innanzitutto) con costi più contenuti”. Da qui l’urgenza di trovare nuovi mercati per pelati, passata, polpa. “Oppure – suggerisce ancora Luigi Salvati – optare per il percorso che porta all’adeguamento della quantità di prodotto da trasformare”. Tenendo conto che le imprese conserviere stanno ancora smaltendo la superproduzione del 2004 (dovuta ad una campagna di commercializzazione non all’altezza delle aspettative e che non ha portato alle aziende un utile margine di introiti) e che non poco affanno è derivato dall’improrogabile necessità di adeguamenti tecnologici non sostenuti da alcun tipo di agevolazione, ma che hanno pesato interamente sulle economia delle aziende. Il presidente dell’Anicav chiosa sottolineando che il comparto conserviero vive quella che definisce “svolta epocale, visto anche che – precisa – questo è anche l’ultimo anno in cui sarà possibile godere dei benefici della Comunità Europea per l’agricoltura. Infatti, il 2008 porterà la riforma della politica agricola con meno contributi a favore degli agricoltori che, quindi, chiederanno all’industria un prezzo più alto”. Maggio/Giugno 2007 31 News Agro Industria conserviera: la scommessa del L’Intevista L’economia in provincia di Salerno In crescita il turismo: Salerno subito dopo Napoli Il presidente della Camera di Commercio, Augusto Strianese, analizza il dato economico provinciale, redatto dall’Istituto Tagliacarne di Caterina La Bella “R ipresina con segnali positivi da stabilizzare”. Il presidente della Camera di Commercio di Salerno, Augusto Strianese, è ottimista ma cauto nell’analizzare la ripresa economica provinciale, emersa dai dati presentati nel corso della Giornata dell’Economia. Dall’indagine, redatta dall’Istituto Tagliacarne, si sottolineano “diversi segnali di ripresa, sintetizzabili in una estensione del tessuto imprenditoriale, in un aumento dell’occupazione e in una crescita delle esportazioni”. In crescita il turismo. La provincia di Salerno si colloca, infatti, secondo l’indagine, per numero di arrivi e presenze, subito dopo Napoli con 1,3 milioni di visitatori nell’ultimo anno, concentrati soprattutto nella stagione estiva. “L’analisi del Tagliacarne – spiega Strianese - fa risalire le difficoltà vissute dal settore turistico nazionale negli ultimi anni a fattori negativi di tipo congiunturale e strutturale, quali l’instabilità internazionale, una frammentazione del sistema turistico, rapporto qualità/ prezzo spesso inadeguato e una scarsa capacità di promozione del prodotto Italia all’estero”. “La riflessione a cui siamo tutti chiamati riguarda il rapporto qualità/ prezzo e, in particolare, la componente qualità – aggiunge Strianese - sul punto intendiamo richiamare quanto detto a proposito delle risorse umane e del deficit di professionalità che nell’attività turistica è fondamentale. Una annotazione riguarda la qualità del sistema alberghiero: la provincia di Salerno, in cui il 20% delle 461 strutture alberghiere appartiene ad una categoria superiore (4 o 5 stelle), si colloca al 14° posto in Italia in questa fascia. La presenza di strutture a 3 stelle (205) e di categoria inferiore (130), di centinaia di agriturismi e B&B in continuo aumento, rende l’offerta ricettiva particolarmente ampia e diversificata”. “Viene confermato, inoltre – ribadisce Strianese - il dato positivo relativo alla permanenza media degli stranieri nella nostra provincia (6,8 giorni, contro 4,6 Campania e 3,9 Italia) che ci colloca al primo posto fra le province campane e all’8° in Italia”. Negativi, e peggiori che a livello regionale e nazionale, i dati relativi agli arrivi (-6,1%) e alle presenze (-4,8%), riferiti alle variazioni 2005 sul 2004. Nel 2006 gli arrivi sono stati 1.316.316 (-1,5 rispetto al 2005) e le presenze 7.553.806 (-0,8 rispetto al 2005). Per Strianese, “c’è ancora da lavorare molto sul piano della promozione, tenuto conto dell’aumento dell’offerta della ricettività e dell’andamento dei dati”. I dati, ad ogni modo, sono in crescita in quasi tutti i settori. “L’analisi dello scorso anno riguardava il 2005, l’anno della stagnazione, della crescita zero, dei timori per il debito pubblico, della preoccupazione per l’assalto dei giganti asiatici – sottolinea Strianese - nel 2006 i segnali di ripresa sono diventati evidenti. Il PIL ha ricominciato a crescere arrivando all’1,9% e nel 2007 arriverà al 2%, secondo le previsioni dell’Istituto Tagliacarne, che ha elaborato per Unioncamere il Rapporto Italia che abbiamo reso disponibile. Come Camera di Commercio di Salerno ci uniamo al resto del sistema camerale per lanciare lo stesso segnale ai governi nazionale e regionale e chiedere che garantiscano le condizioni di fondo per l’efficienza e per lo sviluppo: grandi reti, infrastrutture, meno burocrazia. Questa Camera, al pari delle altre, è pronta a contribuire. Intende farlo senza la pretesa di rappresentanza delle imprese, che spetta alla associazioni, ma con la forte determinazione di assumere il ruolo costituzionale di sussidiarietà e di collaborazione con le altre istituzioni e con le imprese”. Per il presidente dell’Ente Camerale, “nell’ottica dello sviluppo economico del territorio, occorre stimolare gli investimenti privati, potenziandone l’efficacia; modernizzare il sistema camerale creando reti funzionali allo sviluppo; favorire l’internazionalizzazione delle imprese anche utilizzando il sistema camerale mondiale; potenziare le sinergie istituzionali”. I principali indicatori Imprese attive 116.122 (più 1.562 rispetto al 2005) Fallimenti 95 (meno 46 rispetto al 2005) Export 1.653.010677 euro (più 17,2 per cento rispetto al 2005) Import 1.445.241.530 euro (meno 6,9 per cento rispetto al 2005) Tasso di disoccupazione 11,6 per cento Salerno, con il 17,2 per cento in più dell’export nel 2006, registra il maggior incremento delle esportazioni (quasi il doppio della media nazionale), in seconda posizione, dopo Napoli, per il contributo al valore delle vendite campane all’estero. Seconda posizione a livello regionale anche per il Pil procapite, pari a 17.325 che invece è all’84esima postazione nella classifica nazionale. Partecipazione alla ricchezza della Campania: Salerno ha visto crescere nel 2006 dell’1 per cento questo valore che in termini assoluti è di 16.910,4 milioni. Le imprese attive, che hanno evidenziato un incremento dell’1,3 per cento, sono 97 mila e collocano la provincia al secondo posto dopo Napoli per numero di aziende in valore assoluto. Buono il mercato del lavoro, più 0,5 per cento per il tasso di occupazione che arriva al 49,2 per cento, secondo in Campania dopo Benevento. 32 Maggio/Giugno2007 I Prodotti Il fascino dell’annurca La mela annurca è rinomata dalla notte dei tempi, la sua raffigurazione nei dipinti rinvenuti negli scavi di Ercolano testimonia l’antichissimo legame dell’Annurca con il mondo romano e la Campania felix. di Walter Brancaccio E’ più accattivante e intrigante della mela del Val di Non e dell’Alto Adige come conferma un recente studio dell’ANCI ed è certo che le sue proprietà organolettiche e nutrizionali sono eccezionali. E’ ricca di vitamine, di sali minerali e di fibre. Non matura sull’albero, ma a terra, in autunno, nei cosidetti “melai” in letti di paglia dove assume il caratteristico colore rossastro. Tra i tanti prodotti che fanno della Campania e del salernitano uno straordinario paniere di prodotti tipici e bioeccellenze che il mercato conosca, un posto di rilievo occupa la Melannurca Campana IGP, la “regina delle mele”. La mela annurca è rinomata dalla notte dei tempi, la sua raffigurazione nei dipinti rinvenuti negli scavi di Ercolano testimonia l’antichissimo legame dell’Annurca con il mondo romano e la Campania felix. Coltivata dapprima nell’area flegrea e vesuviana, la Melannurca Campana Igp si è diffusa nel secolo scorso nell’area casertana e beneventana e poi nel nell’irno e nei picentini dove però non sono molti i produttori di questo antico frutto su cui si intende scommettere per uno sviluppo ancora possibile che esalti il territorio attraverso l’immagine della sua Res Tipica. L’area di produzione comprende 137 comuni distribuiti in tutte le province campane. L’annurca gode del marchio comunitario IGP, di uno statuto, di un Consorzio di tutela, costituito nel 2005, con sede a Caserta, a cui il Ministero delle Politiche Agricole ha conferito l’incarico “a svolgere le funzioni di tutela, promozione e di cura generale degli interessi relativi alla denominazione protetta”. I dati economici e produttivi assicurano che La Melannurca Campana interessa complessivamente oltre 3 mila ettari di meleti, pari all’80 % circa del totale nazionale. Le aziende agricole interessate sono oltre un migliaio. La produzione si aggira intorno alle 60 mila tonnellate annue per un valore complessivo stimato in oltre 40 milioni di euro. Attualmente, essa è per Maggio/Giugno 2007 circa 2/3 assorbita dai mercati regionali di Campania e Lazio, mentre circa un 20% raggiunge i mercati di Lombardia, Piemonte e Toscana. Purtroppo però la superficie iscritta al sistema di certificazione dell’IGP è ancora di appena 300 ettari circa, mentre la produzione certificata è di poco superiore alle 3 mila tonnellate. Ampi sono quindi i margini di potenziamento del sistema, e l’avvenuto riconoscimento del Consorzio si spera possa stimolare tutti i produttori della filiera ad aderire al marchio comunitario portando così sui mercati esclusivamente prodotto IGP. Due gli ecotipi previsti dal disciplinare,con due diverse etichette: l’”Annurca” classica e la diretta discendente “Annurca Rossa del Sud”, che ha il pregio di produrre frutti a buccia rossa già sulla pianta. Per la mela annurca lavora l’Associazione Nazionale Città della Mela Annurca presieduta da Gaetano Napoletano, 33 sindaco di San Mango Piemonte, che ogni fine anno, a dicembre, riunisce nel centro picentino i comuni aderenti all’Associazione per fare una panoramica generale del settore, per uno scambio di idee e di progetti, per promuovere il territorio e il suo prodotto d’eccellenza coltivato nel rispetto dell’ambiente e del consumatore, attraverso iniziative anche di carattere eno-gastronomiche finalizzate a favorire la riscoperta delle tradizioni agro-alimentari e culturali del mondo rurale. Tante attenzioni con l’obiettivo di rivitalizzare coltivazioni che fanno parte integrante della storia di questi luoghi ,in sintonia con il progetto di Res Tipica portato avanti dall’ANCI, per rafforzare e qualificare un settore che per l’intero comprensorio si identica ancora come uno strumento di reddito e di crescita ma che ha bisogno di un rinnovato impegno interistituzionale. Non mancano tuttavia i problemi che sono soprattutto di carattere economico, anche sul fronte della visibilità e della conoscenza si può fare di più. I sindaci, e con essi gli imprenditori agricoli, denunciano grosse difficoltà, chiedono per la mela annurca incentivi, programmi capaci di promuovere e di sviluppare informazione, assistenza e consulenza per i coltivatori che non riescono più a reggere il mercato ed a sopravvivere con scarsi profitti , con la crisi del settore e la carenza di manodopera per la raccolta, in un clima di evidente disagio e sfiducia; oggi questo prodotto, presente su vetrine internazionali, in questo areale di produzione, rischia seriamente l’estinzione. E’ necessario ripensare la mappa degli interventi, insieme alla Provincia di Salerno, puntando decisamente a progetti finalizzati territoriali, in una parola alla commercializzazione e trasformazione del prodotto a fini industriali per non rischiare di vedere abbandonato un settore ancora ricco di possibilità di crescita: questa è la nuova parola d’ordine. In questo senso, si da una valutazione I Prodotti molto positiva del Piano strategico per l’agricoltura salernitana presentato di recente dall’Assessore provinciale Corrado Martinangelo, -definito da Napoletano una “sintesi efficace” caratterizzata da una forte tensione progettuale, ideale e politica” , laddove si prevedono “aree produttive di specializzazione e un unico distretto rurale per i territori per i 12 territori delle comunità montane. Dalla mela annurca già si ottengono dei succhi, di grande valore nutritivo, liquori ,ma si possono produrre anche i dolci per non dimenticare le tradizionali “mele cotte “al forno. Un ruolo importante è assegnato al nascente Osservatorio nazionale sul nocciolo che sorgerà a Giffoni che deve rispondere alle esigenze di tutte le imprese agricole e al rilancio dell’intero comparto agricolo del comprensorio estendendo i compiti della nascente struttura di ricerca a supporto di tutti i prodotti tipici del territorio, non solo del nocciolo. Con l’Osservatorio, occorrono interventi efficaci e straordinari perché la situazione della mela annurca è quasi da “allarme rosso”. Il dialogo con gli altri attori compresi nelle aree di produzione più forti e competitive deve proseguire tenendo conto che la politica dei prezzi deve essere improntata alla trasparenza e all’interesse generale non solo delle aree in cui si concentra la maggiore produzione di melannurca. Anche le abitudini alimentari vanno modificate a partire dalle giovani generazioni. Il fast-food è nocivo per tutti. Di rilievo, in tal senso, sono le iniziative promosse dall’Assessorato all’agricoltura della Provincia di Salerno per incentivare il consumo di mele a scuola e per una corretta e sana alimentazione basata sulle produzioni agroalimentare tipiche del territorio. Infatti, il progetto “Melamangio a scuola “ già introdotto in alcuni plessi scolastici, prevede la distribuzione, nei distributori automatici, di snack a base di ortofrutta. Il problema all’ordine del giorno è quello di sostenere la produzione e di spingere decisamente verso la trasformazione e commercializzazione in loco del prodotto che si concluda finalmente con realtà agro –industriali capaci di assicurare lavoro e reddito. Per molti è l’ultima chance per il futuro agricolo di queste zone, per permettere la sopravvivenza e la permanenza degli operatori agricoli nelle zone rurali . “Siamo determinati – afferma il presidente dell’Associazione Gaetano Napoletano- ad esplorare questa strada ed a favorire un sistema integrato che dovrà sostenere i nostri agricoltori, integrare nuove imprese e servizi. L’associazione che presiedo lavorerà sempre con grande impegno per salvaguardare le aree locali di produzione e le attività agricole attraverso programmi di commercializzazione e forme innovative di distribuzione. Tutelare la mela annurca equivale a preservare la memoria storica dei nostri territori e il proprio DNA”. Agricoltura & Scuola Andare a scuola …in fattoria Premiati gli alunni della “F.lli Linguiti” di Giffoni Valle Piana Nell’ambito del programma di Comunicazione ed Educazione Ambientale, promosso dalla Regione Campania- Assessorato all’Agricoltura e alle Attività Produttive- si è svolta a Napoli la cerimonia di premiazione del concorso regionale “La mia Fattoria 2007” riservato alle scuole medie di tutta la Campania. Tra le 10 Scuole Medie vincitrici del concorso figura come unica scuola salernitana l’I.C. “F.lli Linguiti” di Giffoni Valle Piana, di cui è preside il prof. Pietro Rinaldi con le classi II A e II E. Agli alunni è stato consegnato il premio che consiste in un buono valido per una giornata in fattoria didattica per un numero di 50 persone. Obiettivo dichiarato di tale iniziativa, come ha sottolineato l’Assessore regionale all’Agricoltura, Andrea Cozzolino, è quello di promuovere momenti di incontro tra le Fattorie Didattiche iscritte all’Albo regionale e il mondo scolastico, recuperando e valorizzando il rapporto città-campagna, consolidando il legame tra Agricoltura e Scuola, (ri)scoprendo sapori e valori del variegato universo rurale. La commissione che ha esaminato gli elaborati è rimasta piacevolmente sorpresa dalla capacità creativa riscontrate nei testi scritti dei giovanissimi alunni della Linguiti. Il progetto didattico di grande interesse presentato dagli studenti è stato curato dalle Prof.sse Giuseppa Basso (coordinatrice) Rocchina Caivano e Annamaria Cesaro, e mira a diffondere tra gli alunni la conoscenza delle risorse ambientali e agroalimentare del proprio territorio e si articola in due elaborati, che passano in rassegna, in modo sintetico ed esaustivo, l’albero dell’arancio e un’erba sempre più introvabile come la borragine. Storia, proprietà nutrizionali, usi officinali, componimenti poetici, racconti, acrostici, curiosità e ricette particolari e gustose, corredati da disegni e foto. Dai banchi alle campagne, rigorosamente a piedi. Le scolaresche, insieme agli insegnanti, sono andate a “lezione” dall’azienda agrituristica “Antico Borgo” di Giffoni gestita da Ennio Granese che ha illustrato alcuni metodi di produzione e tecniche agronomiche come l’innesto. Un’intensa esperienza a contatto con la natura che ha lasciato nei giovanissimi ragazzi emozioni, scoperte e memorie che spesso valgono più delle nozioni. Dal diario “campestre” degli alunni le impressioni su una istruttiva e divertente giornata “en plein air ” . “ Siamo stati accolti con molta gentilezza e competenza e abbiamo gustato un centrifugato d’arance e borragine, senza zucchero. La bevanda era ottima e ha suscitato la nostra attenzione con l’uso delle foglioline di borragine, di cui solamente due, su circa 40 alunni sapevano l’esistenza. Incuriositi, abbiamo seguito la guida nel campo vicino per la ricerca e la raccolta di nuove foglie di borragine. La pianta si è presentata con la romantica bellezza dei suoi fiori blu-viola e con l’aspetto solenne della sua vegetazione rigogliosa”. L’assessore comunale alla Pubblica Istruzione Antonello Iannuzzi ha voluto esprimere un riconoscimento per quanto la Linguiti sta facendo a favore della conoscenza dell’agricoltura e dei prodotti del territorio. “Tra gli impegni che l’Amministrazione Comunale sta sostenendo un ruolo importante rivestono le iniziative sui temi dell’educazione alimentare e della scoperta della ruralità del nostro territorio. La scuola rappresenta una gran risorsa per creare nuove sensibilità, approfondire le conoscenze in materia di agricoltura dei cittadini del domani, avvicinandoli al mondo della produzione e ai principi della corretta alimentazione”. Anche il sindaco di Giffoni Valle Piana, Paolo Russomando, ha fatto pervenire al preside e agli insegnanti della Linguiti il suo personale apprezzamento per la validità creativa del progetto e per il risultato ottenuto, accompagnandoli con un augurio di altri significativi successi. (w.b.) 34 Maggio/Giugno2007 di Gerardo Russo Promuovere il comprensorio interno partendo dalla fascia costiera, questo il senso del progetto biospiagge, lungo la costa cilentana da Acciaroli a Pisciotta: presidi attivi sulle spiagge e i prodotti tipici locali nella ristorazione, unitamente manifestazioni volte a sensibilizzare turisti e imprese. Nella prima edizione della scorsa estate, il progetto biospiagge si sviluppa nel comune di Ascea e si allarga a Pisciotta e a Casal Velino; si sperimenta una blanda azione di marketing territoriale: sulle spiagge viene distribuito materiale informativo sui prodotti tipici e sulle bellezze del comprensorio interno. Il riscontro è positivo, anche se si ferma alla soglia dell’informazione. Si tenta poi la costruzione delle filiere produttive puntando sui legumi e sul maiale nero del Cilento, a Pisciotta e a Casal Velino le prime esperienze dei mercatini del tipico. Mancano però le basi strutturali dell’offerta, si punta sui prodotti di nicchia senza operare un’azione tempestiva di riconversione e ristrutturazione imprenditoriale. Nel complesso la prima fase embrionale riesce; si riscontra, a settembre scorso, un notevole risultato di feed back. In autunno comincia la fase di lavoro sulle strutture della piccola impresa del tipico locale: si riattivano i propositi legati ad attività consortili per il fico bianco del Cilento, per il maiale nero, dove si scoprono sinergie col casertano, e per i legumi. Le imprese locali sembrano reaMaggio/Giugno 2007 gire alla sollecitazione: superate le prime diffidenze, ci si avvia alla cooperazione. Intervengono nelle fasi di strutturazione l’AIAB, l’ente parco del Cilento e Vallo di Diano, la nuova pianificazione dell’as- sessorato all’agricoltura della Provincia di Salerno, Slow Food; si unisce alla 35 progettualità originaria il comune di Pollica. In primavera il biodistretto acquista una connotazione territoriale e una pianificazione di marketing dell’offerta rilevanti sul piano strategico. Si giunge così al secondo Forum del Biodistretto delle Colline di Velia, scoltosi a fine giugno: una convention nella quale si pongono solide basi per una salda cooperazione tra le imprese del tipico e si attiva una più stretta sinergia sul piano istituzionale. Il nuovo progetto biospiagge vede così una forte aggregazione locale con azioni di promozione in bassa stagione: a settembre la settimana dei legumi, a ottobre una settimana a tema su un prodotto tipico del territorio. Si punta su tre prodotti territoriali: il fico bianco del Cilento, per cui si attende la DOP, il miele, sul quale opera un’associazione di 140 apicoltori, e il maiale nero. La progettualità è stata presentata nel corso della seconda giornata del Giugno dell’Agroalimentare. Su queste basi si può innestare la crescita di una nuova impresa locale funzionalizzata all’arricchimento dell’offerta turistica territoriale. Il Progetto Biodistretto & Biospiagge per promuovere il territorio L’Evento Ad Albanella il live 8 dell’ecologia: Powerstock nel Parco Eolico, dal 26 al 28 luglio, con Jean Michel Jarre, Moby, Planet Funk L’ emergenza ambientale, oggi, impone l’utilizzo di nuovi canali di comunicazione, per rendere i giovani maggiormente consapevoli del problema e convincerli che il potere di cambiare le cose risiede nel cittadino - consumatore e nelle sue singole azioni quotidiane. Con il “Powerstock Festival” la musica ed il life-style diventano gli strumenti privilegiati per comunicare ai giovani questi grandi temi. E l’evento musicale è solo una tappa del processo di comunicazione che il progetto intende innescare. Powerstock rappresenta infatti una filosofia, uno stile di vita, un grande obiettivo di cambiamento. Ecco perché la semantica del logo, il significato del marchio e la scelta di tenere il Powerstock Festival nella suggestiva cornice del Parco Eolico di Albanella, nel cuore della piana del Sele, concorrono a fare dell’evento programmato per il 26, 27 e 28 luglio un autentico “live 8 dell’ecologia”. Sul palco grandi nomi della musica internazionale come Jean Michel Jarre, Moby, Planet Funk, Klaxons, Black Strobe e tanti altri, per dare una risposta incisiva all’esigenza di avvicinare i giovani alle tematiche ambientali, come il cambiamento climatico. “Mi emoziona pensare che una rassegna dedicata alla sostenibilità ambientale sarà capace di convogliare migliaia di giovani, nel parco eolico più bello d’Italia – spiega il presidente della Commissione provinciale Agricoltura Renato Josca che, da sindaco di Albanella, sostenne la realizzazione del parco – Un’occasione unica di promozione per il nostro territorio e soprattutto un momento importante di sensibilizzazione, che la Provincia di Salerno non poteva che appoggiare fortemente, anche per le sue tante valenze sociali”. L’evento pluriennale – che fa parte del decennio ONU per l’educazione allo sviluppo sostenibile – concorre infatti alla raccolta di fondi per il finanziamento di progetti dell’Unesco e della Green Cross Italia, la ONG fondata da Gorbaciov. E molte sono le iniziative collaterali che caratterizzeranno il big event di Albanella: dalla promozione della raccolta differenziata, all’impiego della carta riciclata, fino all’utilizzo di una speciale moneta – Power Cash – che, nell’area del parco, servirà per acquistare cibo biologico e prodotti ecocompatibili, esposti negli stand che saranno allestiti secondo i principi della bioarchitettura. La parola “powerstock” proviene, non a caso, dalla difficoltà che incontrano le attuali tecnologie nello stoccare quantità sufficienti di energia prodotta da fonti rinnovabili. Stesso discorso vale per l’acqua, la risorsa naturale primaria del pianeta che è letteralmente il vero “stock” che ci da la vita. In questo senso il progetto intende supportare e diffondere la visione dell’UNESCO rispetto a questo grande tema: il simbolo di interdipendenza e di pace che rappresenta l’acqua oggi. E naturalmente il riferimento a Woodstock non è casuale: se in quella storica occasione si professavano rivoluzione, pace e libertà, Powerstock proporrà ad Albanella, con la stessa forza di un grande raduno musicale, un’evoluzione fatta di responsabilità e consapevolezza. Per info: www.powerstock.org TIMETABLE Gio 26 luglio: Jean Michel Jarre Ven 27 luglio: Moby | Klaxons | Black Strobe| Fennesz | Claudio Fabrianesi |Sid Le Roc |Metope Sab 28 luglio: The MFA | Planet Funk |AlexKid |Deelay |Jake Fairley | Frank Martiniq | René Breibarth Experience AZIONI INTERNE GENERATORI: Powerstock Festival verrà alimentato con generatori a bio olio. PUBBLICITA’: Per tutta la campagna pubblicitaria verrà utilizzata carta riciclata. MOBILITA’ SOSTENIBILE: Auto e scooter ibridi per la produzione e per lo staff. BIO-ARCHITETTURA GESTIONE RIFIUTI: I rifiuti del festival verranno trattati da aziende specializzate. AZZERAMENTO CO2: Azzeramento delle emissioni dell’evento con Azzero CO2. INIZIATIVE DI SENSIBILIZZAZIONE FORMULARIO CO2: Per il calcolo delle emissioni del pubblico. RACCOLTA DIFFERENZIATA: Verranno posizionati dei contenitori nell’area del festival. ARTI VISIVE: Dedicate all’ecologia ed all’acqua. ECO MARKET: Vendita di prodotti e merchandising eco-friendly. 36 Maggio/Giugno2007 Estate salernitana Assessore Maraio, il cartellone estivo del Comune di Salerno coniuga la tradizione con la ricerca di eventi di grande respiro. Salerno è una città di grande vivibilità, dinamica, con alte prospettive di sviluppo, al centro di una crescente offerta turistica, culturale ed economica e si presenta come una realtà in continua trasformazione. Grazie all’intenso lavoro e alla tenacia del Sindaco, on. Vincenzo De Luca, la città è diventata un esempio in Italia di come, attraverso interventi importanti e puntuali, è possibile crescere sotto l’aspetto economico e di rilancio della offerta culturale e turistica.Ed è proprio in questo contesto che l’amministrazione comunale ha promosso un notevole sforzo economico e organizzativo per definire un cartellone di manifestazioni per la stagione estiva in città. Altra novità è il fatto che le Arene diventano due e le opzioni per gli spettatori aumentano. La ritrovata Arena del Mare, che sarà allestita nei pressi della spiaggia di Santa Teresa, accoglierà un cartellone di manifestazioni, che vanno dalla musica, al teatro, alla danza, al cabaret, di altissimo livello. E, poi, la chicca del grande concerto di Ricky Martin. E’ un appuntamento di grande livello che la nostra città si appresta a vivere il prossimo 18 luglio, quando, allo Stadio Arechi, si terrà l’attesissimo concerto di Ricky Martin. Una data che, come ha sottolineato lo stesso primo cittadino, ci dà lustro. Tornando agli eventi che fanno riassaporare le tradizioni, c’è quello che avrà come epicentro il centro storico. Importanti, in questo contesto di recupero e valorizzazione del patrimonio storico e artistico, le iniziative che vedranno coinvolto il centro storico della città come il teatro dei Barbuti che, anche per quest’anno rinnova la sua tradizione. Ma se dovesse indicare la caratterizzazione di questo cartellone estivo, a cosa penserebbe? L’elemento distintivo del cartellone degli spettacoli estivi è rappresentato dal coinvolgimento dei quartieri cittadini e delle varie associazioni che ne costituiscono il cuore. Fermo restando il settembre nei quartieri, appuntamento tradizionale, i parchi cittadini saranno dei veri e propri contenitori per la programmazione estiva, e le piazze un momento importante di socializzazione. Insomma, la città si arricchisce di una cartellone che saprà tenere viva l’attenzione dei nostri concittadini che preferiscono trascorrere l’estate in città, ma le iniziative in programma saranno un’occasione anche per i tanti turisti che ogni anno scelgono Salerno, e la sua splendida provincia, come meta delle proprie vacanze. Concerto di Ricky Martin 18 luglio, Stadio Arechi Con una tabella di marcia che lo ha portato a viaggiare in diversi continenti, partendo dall’America Latina, attraversando gli Stati Uniti Coast to Coast e il Canada, il Black & White Tour ha iniziato a prendere forma lo scorso febbraio da Portorico per arrivare quest’estate in Europa carico di consensi e recensioni positive ottenuti da pubblico e critica. Salerno è una delle quattro tappe italiane. Black & White Tour vede Martin al centro di una produzione unica, di alto livello, che mette pienamente in risalto il variegato talento dell’artista, il quale non solo divide la sua abilità di intrattenitore con la sua celebre e pionieristica energia latina, ma porta i suoi fans attraverso suoni rock, brasiliani e musica africana. Per il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca “è necessario puntare su eventi di grande livello per consentire alla città di entrare in un circuito di proposte competitive e in grado di attrarre turisti”. Un evento che, come evidenziato dal promoter Alfonso Troiano, è stato organizzato a Salerno proprio “grazie ad un interlocutore dinamico e concreto come il comune di Salerno”. Venticinquemila i biglietti disponibili, quattro gli ordini di posto, effetti strabilianti, giochi di luce e un palco da star. “Un evento di caratura mondiale –sottolinea il sindaco De Luca – che darà un ulteriore contributo alla promozione della cultura, dell’immagine e della creatività di questa città”. http://www.rickymartin.it Maggio/Giugno 2007 37 Estate salernitana SALERNO ALBURNI-CALORE Estate al Parco Pinocchio - Teatro, Jazz, Cabaret, Cinema/Teatro ragazzi, Serate danzanti dal 15 giugno al 1 settembre 2007 - ore 21.30 Gustatigiovi – 9/15 luglio Arena del mare - da luglio a settembre Parco del Mercatello - da luglio a settembre Teatro dei Barbuti - rassegna nel mese di agosto Castello di Arechi – luglio: Moro Summer 2007 e Serate piano bar Per info: Tel. +39 089 233900; sito web: www.ilcastellodiarechi.it X edizione Premio Internazionale Narrativa “Lo Stellato-Le parole dei luoghi” Molo Manfredi del porto di Salerno - 14 e 15 luglio Info: www.comune.salerno.it – sezione Vivi Salerno Laurino JAZZINLAURINO - 6/12 agosto Evento musicale dedicato al jazz con artisti di fama internazionale: Roberto Gatto, Danilo Rea, Maria Pia De Vito, Marco Tindiglia, Dennis Irwin, Matt Renzi, Irio De Paula, e gli straordinari Tiuck&Patti. COSTIERA AMALFITANA Ravello Ravello Festival 2007 - dal 29 giugno all’8 settembre 70 giorni di musica, danza, cinema, mostre: leitmotiv la Passione. PER INFO: 089 858422 – [email protected] Positano 15ª edizione Mare, sole e cultura – 1/30 Luglio, Hotel Palazzo Murat e Spiaggia grande - ore 21.00 Positano Città dei bambini - 26 Luglio/1 Agosto Festa di S.Maria Assunta – 14/15 Agosto Info: AAST Positano - Via Saraceno - tel. +39 089 875067 SELE – TANAGRO Auletta Aulettesi nel mondo - 1° sabato e domenica di Agosto Sagra del cuculo fritto - 2° sabato e domenica di Agosto Percorso enogastronomico nel centro storico - 13/14 Agosto Festa del S. Patrono – 15/18 agosto Buccino Festa patronale S. Maria Immacolata - 1° dom luglio Sagra della pasta di casa -16/18 agosto Caggiano Fiera di S. Lorenzo – 6 agosto Sagra del Ruospo (loc. Mattina) - 1° sab. e dom. agosto Percorso gastronomico - prima decade d’agosto Ferragosto caggianese – 10/15 agosto Festa S. Rocco – 16 agosto Sagra dello struffolo – 19/20 agosto Incontri musicali di mezza estate – festival musicale dedicato a Nestore Caggiano Praiano “Festival della Tradizione 2007” - dal 27 luglio, ogni venerdì di agosto in Piazza Antico Seggio e Piazza San Luca Cetara Sagra “A tutto tonno” - 28 luglio/5 agosto AGRO-NOCERINO-SARNESE Angri Ferragosto in piazza Annunziata - 12/15 agosto Palio Storico Città di Angri - 29 agosto e 15/23 settembre Palomonte Fiera località Valle – 15 luglio Festa Madonna del Carmine – 15/16 luglio Manifestazione della civiltà contadina – agosto Festa della Madonna della Sperlonga – 14/15 agosto Festival canoro “Tanagro – Sele” – agosto Sagra della fricassea - fine agosto Bracigliano Sagra d’ ‘o mascuotto braciglianese - 27/29 luglio Castel San Giorgio Sagra dell’Asparago e della Pizza di Grano - 2/4 agosto Sagra del Fungo porcino, Tartufo e Frutti di bosco - 8/11 agosto Sagra della Trippa e del Prosciutto - 16/20 agosto Sagra dello Stoccafisso e Cavatielli - 22/25 agosto Sagra della Pasta e fagioli con Pannocchia - 24/27 agosto San Gregorio Magno I Bacchanalia – agosto Fiera S. Maria delle Grazie – 13 agosto Sagra del fusillo, del formaggio e del vino – 1/15 agosto Corbara Calata dell’Angelo - 22 luglio Festa patronale di San Bartolomeo - 28 agosto Pagani Festa di S. Alfonso Maria dei Liguori - 29 luglio/4 agosto Roccapiemonte La Fera Nova - 21/22 luglio Festa patronale di Sant’Anna - 29/31 luglio Festa della Vergine Immacolata - 23/27 agosto Sarno Sagra del fiume Sarno - 4/5 agosto Sagra degli Antichi Sapori - 10/13 agosto Festa dell’Assunta - 14/17 agosto Siano Sagra della Braciola di Capra e della Percoca - 10/13 agosto Festa patronale di San Rocco - 14/18 agosto Sagra Pizza e Mallone - 25/26 agosto Sagra dei Fagioli e della Carne di Maiale - 19/20 agosto Felitto XXXII SAGRA DEL FUSILLO FELITTESE -14/25 agosto PAESTUM XIX edizione “PREMIO CHARLOT” – 22/29 luglio, Teatro dei Templi Programma - Apertura con Simone Schettino (22 luglio), Ride Napoli (23 luglio), gara dei giovani cabarettisti emergenti (24, 25 e 26 luglio), Gran Galà (27 luglio), Carlo Buccirosso (28 luglio), Ficarra e Picone (29 luglio) e Massimo Ranieri (18 agosto). http://www.premiocharlot.it/ Paestum Festival X Edizione lirica, danza, musica e teatro nell’Area Archeologica di Paestum dal 7 al 26 agosto - 7 agosto concerto dei Pooh - 15 agosto concerto di Gigi Finizio - 26 agosto “Anplagghed” con Aldo, Giovanni e Giacomo 38 Per informazioni: Paestum Festival 0812295545 - 320/3354908 Maggio/Giugno2007 PICENTINI E VALLE DELL’IRNO San Mango Piemonte Antichi forni- Pizza in piazza Filetta 2-8 Agosto Sagra del fusillo al tegamino e della salsiccia paesana Fagiolata Vignalese 11-12 agosto XVII edizione 14-15-16 luglio Estate Sanciprianese 13-14-15 agosto Festa del soffritto 19 Agosto Sapori Picentini – Serate del gusto a tema in Piazza Umberto Festa del pane, fagioli, pizza e … Sordina 21 22 luglio I dal 14 al 19 agosto Festa Santo Patrono San Magno 19 agosto Giffoni Sei Casali Olevano sul Tusciano Asta dei prodotti tipici 15 agosto Rassegna teatrale ITINERANDA Festa della Crespella 16 agosto 10-21 Luglio –Villa Comunale Ariano Olevano sul Tusciano Sieti Rivive il borgo antico - Agosto Brigantaggio: “La saga di Nardantuono” 22 luglio e 19 agostoCannabosto Salitto Acerno Storia e gastronomia: “La Bagliva” 11-12 agosto –Ariano Festa patronale di San Donato 7 agosto Musica popolare: “Folklore in Festa“ Estate Acernese - Agosto 26 agosto: Ariano-Monticelli-Salitto Festa della birra 16 -17 agosto Castiglione del Genovesi Sagra della Ciambotta 18 agosto XXX Edizione del Ferragosto Castiglionese 8 -15 agosto Giffoni Valle Piana 37a edizione del Giffoni Film Festival 12-21 luglio Quality Village - I Percorsi del Gusto 12-21 luglio X Edizione di Giffoni Teatro Giardino degli Aranci -Luglio-Agosto Curti Estate 8 - 18 agosto Fiera di S.Maria a Vico 14-15 agosto 2° torneo di calcio a 5 “Città di Giffoni “ 10 giugno -10 luglio “VassInsieme” - X edizione Premio Il Gabbiano Vassi - 26 /29 luglio Calvanico Festa di San Gerardo Maiella 18 Luglio Festa della Madonna di Loreto 10 Agosto Festa del Boscaiolo - Ferragosto Montecorvino Rovella Festival de “I Mozartini” 6 -9 Luglio Gauro: Festa e Sagra del Prosciutto 11-12-13 agosto Festa Madonna Eterno 18-19-20 agosto Sant’Eustachio “Universus” - Il futuro dell’umanità -Osservatorio G.C. Gloriosi Rassegna delle bande musicali dal 30 luglio al 5 agosto Montecorvino Opera Festival 6-8-11-12 agosto Cover Band di Rino Gaetano 10 agosto Fisciano Gaiano- Melonata 14 - 15 agosto Penta -Festa della melanzana 21- 22 luglio Pizzolano- Sagra della mozzarella 27 - 31 agosto Fisciano -Festa di S.Vincenzo 4 -5 agosto Fisciano -Sagra della milza 7- 8- 9 agosto Pizzolano- Festa di San Lorenzo 10-11 agosto Fisciano -Festa della Madonna delle Grazie 12 -13 agosto Gaiano- Estate gaianese 14-15 agosto Penta -Festa di San Rocco 14 -17 agosto Villa – Festa di Sant’Andrea 18 -19 agosto Gaiano- Sagra della nocciola e del cinghiale 30/2 settembre San Cipriano Picentino-Feste gustose estate Sanciprianese Antica Fiera del Carmine Parco Madonnella 14-15- 16 luglio Sagra dell’ortolano Campigliano 28-29 luglio Montecorvino Pugliano Sapore e Folklore 28-29 luglio V Festa dei Sapori Contadini 14-15 luglio Santa Tecla blues Festival 4-5 agosto E…state a Santa Tecla 13-19 agosto L’Amministrazione Comunale di Montecorvino Rovella ha predisposto in località Mercato un’area attrezzata gratuita per i camper. GELBISON-CERVATI Castelnuovo Cilento Festa di S. Maria Maddalena - dal 21 al 23 luglio “Ritorno al borgo”-3 serate di musica e piatti tipici-3/5 agosto Festa di Santa Chiara - frazione Pantana, 10-11-12 agosto Sagra della Parmigiana - frazione Velina, 14-19 agosto Ceraso Festa dei rioni - 2-3-4 agosto Apertura Centro storico – 8 agosto Gioi Cilento Fraz. Cardile: Madonna del Camine – 12/16 luglio: Concerto pianoforte e tenore – 12/7 Inaugurazione Organo del seicento restaurato – 14/7 Per Archi e Vuttari (enogastronomia) – 11/13 agosto Festa del Patrono San Nicola – 18/19 agosto Festa del belvedere – Gioi in Jazz – 20/25 agosto Orria Maggio/Giugno 2007 della Civiltà contadina – Luglio Riapertura del Museo Arte&Sapori - Mostra Pennello d’Oro (Murales di Piano Vetrale) - dal 16 al 19 agosto Perito Festa del Bosco - dal 6 al 13 agosto Vasci, Purtune e pur tosa – a Ostigliano, dal 10 al 15 agosto Salento Sagra della carne di capra - dal 20 al 24 luglio Fiera di Santa Barbara - 24 luglio (solo mattina) Festività di Santa Barbara - dal 28 al 30 agosto Festività della Madonna di Loreto – 30 agosto/1 settembre Vallo della Lucania Sfilata storica “Surgite a Stu paese ‘bona gente” – 19 luglio In terra di Briganti – 20/21 luglio Festeggiamenti di San Pantaleone dal 26 al 29 luglio Plug and Play: Sport, Musica e movimento - 1-2-3 agosto Stio Cilento 39Sagra dei Piatti Poveri - dal 17 al 23 luglio Estate salernitana Notte del Mito - 23 agosto, Marina di Camerota Gia’ si prevede il tutto esaurito per la celebre Notte del Mito, l’evento degli eventi, la serata che dal 1982 fa del Ciclope di Marina di Camerota uno dei luoghi simbolo dell’estate italiana. L’appuntamento con dj Fargetta in consolle, e’ previsto per il 23 agosto quando mito e magia si intrecceranno tra leggenda e storia in una rivisitazione della mitologia classica e dello sbarco di Ulisse tra Palinuro e Marina di Camerota. Info: www.ilciclope.com Auletta, Buccino, Caggiano, Castelnuovo di Conza, Colliano, Laviano, Palomonte, San Gregorio40Magno, Santomenna, Valva Maggio/Giugno2007