Cinquanta strofe sulla natura della coscienza di

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Cinquanta strofe sulla natura della coscienza di
Cinquanta strofe sulla natura della coscienza di Thich Nhat Hanh
Sabato 31 Gennaio 2009 10:40
PRIMA PARTE
Coscienza deposito
1 La mente è un campo su cui è sparso ogni tipo di seme. Il nome di questa mente-campo può
essere anche “Tutti i semi”.
2 In noi c’è infinita varietà di semi: semi del samsara, semi del nirvana, dell’illusione,
dell’illuminazione, semi di sofferenza e di felicità, semi di percezioni, di nomi, di parole.
3 Semi che si manifestano come corpo e come mente, come sfere dell’esistenza, come stadi, e
mondi, sono depositati tutti nella nostra coscienza. Ecco perché questa è detta “deposito”.
4 Alcuni semi sono innati, trasmessici dagli antenati; alcuni seminati che eravamo ancora nel
grembo, altri quando eravamo bambini.
5 Che sia trasmesso dalla famiglia o da amici, dalla società o dall’istruzione, per sua natura
ogni seme, in noi, è individuale ed è anche collettivo.
6 La qualità della nostra vita dipende dalla qualità dei semi che giacciono nel profondo della
nostra coscienza.
7 Funzione della coscienza deposito è ricevere e conservare i semi e le loro energie abitudinali;
così possono manifestarsi nel mondo, o restare sopiti.
8 Le manifestazioni della coscienza deposito si possono percepire direttamente come
cose-in-sé, come rappresentazioni o come mere immagini. Tutte sono comprese nei diciotto
elementi dell’essere.
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9 Tutte le manifestazioni portano il marchio sia dell’individuale sia del collettivo. Allo stesso
modo si compie la maturazione della coscienza deposito, nel suo partecipare ai diversi stadi e
alle diverse sfere dell’essere.
10 Senza velo, indeterminata, la coscienza deposito scorre e cambia di continuo; e insieme, è
correlata di continuo con le cinque formazioni mentali universali [contatto, attenzione,
sensazioni, percezione e volizione].
11 Sebbene impermanente e priva di un sé separato, la coscienza deposito contiene tutti i
fenomeni del cosmo, condizionati e incondizionati, sotto forma di seme.
12 Seme può produrre seme. Seme può produrre formazione. Formazione può produrre seme.
Formazione può produrre formazione.
13 Semi e formazioni, entrambi, per natura inter-sono e si interpenetrano. L’uno è prodotto dal
tutto, il tutto dipende dall’uno.
14 La coscienza deposito non è la stessa né altra; non è individuale né collettiva. Identità e
alterità inter-sono. Il collettivo e l’individuale si generano a vicenda.
15 Quando si supera l’illusione si comprende e la coscienza deposito non è più soggetta ad
afflizioni: diventa Saggezza Grande Specchio, che riflette il cosmo in ogni direzione, e prende
nome di Pura Coscienza.
PARTE SECONDA
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Manas
16 Semi di illusione danno origine a formazioni interne di avidità e di afflizioni, forze che
animano la nostra coscienza nelle manifestazioni della mente e del corpo.
17 Con la coscienza deposito come sostegno, sorge manas. Sua funzione è la proliferazione
mentale; si aggrappa ai semi e li considera un “sé”.
18 L’oggetto di manas è il marchio di un sé che si trova nel campo delle rappresentazioni, nel
punto in cui
manas e coscienza deposito si toccano.
19 In quanto base del sano e del malsano della altre sei coscienze che si manifestano, manas
discrimina di continuo. Per natura, è indeterminata e offuscata.
20 Manas si accompagna alle cinque formazioni universali, a mati [percezione erronea di cui si
è convinti] tra le cinque particolari [zelo, determinazione, consapevolezza, concentrazione,
saggezza], e alle quattro afflizioni principali [ignoranza di sé, visione egocentrica, orgoglio di sé,
amore di sé] e alle otto secondarie [rabbia, ostilità, ipocrisia, persecuzione, invidia, avarizia,
inganno, disonestà]. Tutte sono indeterminate e offuscate.
21 Come l’ombra segue la forma, manas segue sempre la coscienza deposito, nel tentativo
inconsulto di sopravvivere, bramando continuità e soddisfazione cieca.
22 Raggiunto il primo stadio della via del bodhisattva, gli ostacoli di conoscenza e afflizioni si
trasformano. All’ottavo stadio, lo yogi trasforma la convinzione di un sé separato, e la coscienza
deposito è liberata da manas.
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PARTE TERZA
Coscienza mentale
23 Con manas per base e i fenomeni per oggetti, si manifesta la coscienza mentale. La sua
sfera cognitiva è la più vasta.
24 La coscienza mentale percepisce in tre modi [percezione diretta, inferenza o deduzione,
percezione diretta o inferenza erronea]. Ha accesso a tre campi della percezione [la sfera delle
cose in-sé, la sfera della rappresentazione, la sfera delle mere immagini], sa essere di tre
nature diverse. In essa si manifestano tutte le formazioni mentali: universali, particolari, salutari,
non salutari o indeterminate.
25 La coscienza mentale è radice di ogni azione di corpo e parola. Sua natura è manifestare
formazioni mentali, ma non ha esistenza continua. La coscienza mentale fa sorgere azioni che
poi fa maturare; gioca il ruolo del giardiniere che sparge ogni seme.
26 Sempre attiva è la coscienza mentale, tranne che negli stati di non-percezione: nei due
raggiungimenti [due stati meditativi], nel sonno profondo, da svenuti e nel coma.
27 La coscienza mentale opera in cinque modi: insieme alle cinque coscienze sensoriali o
indipendentemente da esse, dispersa, concentrata o instabile.
PARTE QUARTA
Coscienze sensoriali
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28 Basate sulla coscienza mentale, le cinque coscienze sensoriali si manifestano, come onde
sull’acqua, da sole o insieme alla coscienza mentale.
29 Il loro campo di percezione è quello delle cose in-sé, la loro modalità di percezione è diretta.
Sono di natura salutare, non salutare o neutra. Agiscono sugli organi di senso e sui centri
sensoriali del cervello.
30 Sorgono con le formazioni mentali universali, particolari, salutari, con quelle non salutari, sia
fondamentali sia secondarie, e con quelle indeterminate.
PARTE QUINTA
La natura della realtà
31 La coscienza include sempre soggetto e oggetto. Sé e altro, dentro e fuori, sono tutte
creazioni della mente concettuale.
32 Tre parti ha la coscienza: percettore, percepito e intero. Tutti i semi e le formazioni mentali
sono uguali.
33 Nascita e morte dipendono da condizioni. Per sua natura la coscienza è una manifestazione
discriminante. Percettore e percepito dipendono l’un dall’altro in quanto soggetto e oggetto della
percezione.
34 Nella loro manifestazione individuale e collettiva sé e non-sé non sono due. Il ciclo di nascita
e morte si compie in ogni momento. La coscienza fluttua nell’oceano di nascita e morte.
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35 Spazio, tempo e i quattro grandi elementi [terra, acqua, fuoco, aria: le energie dell’universo
materiale] sono tutte manifestazioni della coscienza. Nel processo dell’interessere e
dell’interpentrazione, la coscienza deposito matura ogni momento.
36 Gli esseri si manifestano quando le condizioni sono sufficienti; quando mancano le
condizioni, essi non compaiono più. Eppure non c’è venire né andare, non c’è essere né non
essere.
37 Un seme che fa sorgere una formazione è la sua causa prima. Il soggetto percettore
dipende dall’oggetto della percezione. Quest’ultimo è un oggetto-causa.
38 Le condizioni propizie e non di ostacolo sono cause sussidiarie. Il quarto tipo di condizione è
la continuità immediata.
39 La manifestazione interdipendente ha due aspetti: la mente illusa e la mente veritiera. La
prima è costruzione immaginaria, la seconda è natura pienamente compiuta.
40 L’immaginazione impregna la mente di semi di illusione: ne risulta l’infelicità del samsara. La
natura compiuta spalanca la porta della saggezza sul regno delle cose nella loro vera essenza.
PARTE SESTA
La via della pratica
41 Meditare sulla natura dell’interdipendenza può trasformare l’illusione in illuminazione.
Samsara e vera essenza non sono due, sono una cosa sola, la stessa.
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42 Anche in boccio, il fiore è già nel compost, il compost è già presente nel fiore. Fiore e
compost non sono due. Illusione e illuminazione inter-sono.
43 Non rifuggire nascita e morte, osserva solo a fondo le tue formazioni mentali. Una volta vista
la vera natura dell’interdipendenza si comprende la verità dell’interessere.
44 Pratica il respiro consapevole per innaffiare i semi del risveglio. Retta visione è un fiore che
sboccia nel campo della coscienza mentale.
45 Quando il sole splende, fa crescere ogni pianta. Quando la consapevolezza splende,
trasforma ogni formazione mentale.
46 Riconosciamo nodi interni e tendenze latenti, così da poterli trasformare. Dissipate le
energie dell’abitudine, ecco la trasformazione alla radice.
47 Il momento presente contiene il passato e il futuro. Il segreto della trasformazione sta nel
modo di trattare l’attimo in corso.
48 La trasformazione ha luogo nella vita di tutti i giorni. Per facilitarle il compito pratica insieme
a un Sangha.
49 Nulla nasce, nulla muore. Nulla da trattenere, nulla da lasciar andare. Il samsara è il nirvana.
Non c’è nulla da raggiungere.
50 Compreso che le afflizioni non sono che illuminazione, possiamo cavalcare le onde di
nascita e morte, in pace, solcare l’oceano dell’illusione sulla barca della compassione,
sorridendo senza paura alcuna.
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Tratto da: Thich Nhat Hanh, La via della trasformazione, Mondadori, 2004.
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