Rody Mirri, rivincita contro «Striscia»

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Rody Mirri, rivincita contro «Striscia»
Trento
l'Adige
IL CASO
venerdì 26 aprile 2013
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La procura di Rimini ha inviato un avviso di conclusione «Sono stato sputtanato per un mese in prima serata
delle indagini alla presentatrice, accusata di diffamazione Ora la giustizia ha fatto il suo corso. Il futuro?
Nei guai, anche per altri reati, Massimiliano Laudadio
Sto scrivendo un libro con Katharina Miroslawa»
Rody Mirri, rivincita contro «Striscia»
Il talent scout di Pinzolo nel mirino della tv
Ora indagati la Hunziker e il suo inviato
SERGIO DAMIANI
Ha la testa dura, da rendenero
doc, Rodolfo - ma tutti lo chiamano da sempre Rody - Mirri.
Per un mese nel 2010 Michelle
Hunziker e «Striscia la notizia»
gli hanno sparato addosso bordate pesanti in prima serata. Lui
ha tenuto duro. Tre anni dopo,
a sorpresa, le parti si sono ribaltate. A finire nel registro degli indagati sono la Hunziker
(di cui Mirri fu il primo manager ma anche qualcosa di più
come testimoniano molte foto
scattate all’epoca tra Campiglio
e Pinzolo), un inviato della trasmissione e i suoi aiutanti . La
presentatrice, a cui nelle settimane scorse è stato notificato
dalla procura di Rimini un avviso di conclusione delle indagini, avrebbe offeso l’onore del
talent scout trentino dicendo
in trasmissione «che si doveva
vergognare». Ancor più pesante il capo di imputazione contestato all’inviato di Striscia
Max Laudadio che con altre tre
persone è indagato per reati che
vanno dalla violazione di domicilio alla diffamazione fino all’interferenza illecita nella vita
privata. Per capire i contorni
della vicenda bisogna fare un
passo indietro e tornare al marzo del 2010 quando Mirri finì nel
mirino di Striscia la notizia. Venne accusato di essere un «furbetto del quartierone», un millantatore, un conta balle e - peggio - addirittura un agente che
cercava di approfittare delle ragazze che speravano di entrare nel mondo dello spettacolo.
La cosa che stupì fu l’insistenza con cui «Striscia» tenne nel
mirino Rody Mirri, oggetto di
ripetuti, pesanti servizi. «Mi
hanno sputtanato per un mese
davanti a 8 milioni di spettatori - racconta lui - io in quel momento potevo solo resistere
cercando di spiegare le mie ragioni. Sapevo che dopo il buio
c’era però la luce. Non avevo
nulla da nascondere, in tutti
questi anni non ho mai ricevuto una sola denuncia. Reagii
querelando quelli di Striscia.
Non è tollerabile che una persona possa essere diffamata a
quel modo in tv. Io ho le spalle
larghe, due bravi avvocati e un
po’ di soldi e me la sono cavata. Ma un poveraccio qualsiasi
infilato in quel tritacarne che fine avrebbe fatto?».
Rody Mirri ha dovuto aspettare tre anni, ma alla fine ha avuto soddisfazione: l’avviso di
conclusione delle indagini suona come il preludio ad una ri-
Sopra, Rody
Mirri (a
sinistra) con
Michelle
Hunziker in
una foto
scattata a
Riccione nel
1995. A
sinistra con
Brigitte
Nielsen
Michelle Hunziker a Pinzolo con i genitori di Rody Mirri
AMBIENTE
PERSONAGGIO
Nato a Pinzolo
Dalle stelline a Bill Clinton
Rody Mirri è nato a Pinzolo 60 anni fa. Aprì un’agenzia di
pubblicità a Tione e negli anni della «Milano da bere» approdò nella metropoli lombarda dove si ritagliò uno spazio nella moda.
Alcuni anni fa conquistò una certa popolarità con il libro
«It’s your song» nel quale descrisse la storia tra Gianni Versace e Antonio D’Amico.
Lunga la «carriera» di Mirri sulla stampa rosa. Negli anni
Ottanta appariva su Eva Espress come manager e amico
della regina delle telenovelas Veronica Castro. Modelle, attrici, fino a quando nella sua carriera e agente di spettacolo è arrivata Michelle Hunziker della quale, sempre secondo i rotocalchi, Mirri sarebbe stato qualcosa più del semplice manager.
Ma poi (presa di mira frontalmente da «Striscia la notizia»
nel 2010) c’è anche la parte imprenditoriale di Mirri. Shanghai collection, la vetrina cinese della moda italiana venne presentata in pompa magna alla Borsa di Milano alla
presenza anche di cinesi. Dell’iniziativa parlò anche la stampa economica, «Sole 24 Ore» in testa.
Rody Mirri in Rendena è noto non solo per aver portato a
Pinzolo una giovanissima Hunziker. All’ombra del Brenta
ha fatto arrivare nomi dello spettacolo come Umberto Tozzi, Loredana Bertè, Enrico Beruschi, Lorella Cuccarini,
Adriana Volpe, Samanta de Grenet, il comico Salvi. Arrivò
anche Katerina Miroslava, la protagonista del giallo di Parma, con cui oggi sta scrivendo un libro. Gli andò male invece con Bill Clinton: l’ex presidente americano doveva
inaugurare il golf club Rendena. «Il contatto c’era e anche
la possibilità di farlo arrivare - replica lui - ma il comune tirava indietro. Bisognava essere decisi, mica si trattava di
Gianni Morandi...».
chiesta di rinvio a giudizio. I
danni per il talent scout trentino sono stati notevoli: «Ho dovuto interrompere l’attività delle mie tre aziende con uffici a
Shanghai, Roma, Milano e Riccione, è stato un momento difficile ma l’ho superato. Ora chiederò i danni a Striscia e a tutti
i giornali che in quei giorni mi
hanno sputtanato senza neppure chiedere la mia versione dei
fatti». In tutta questa vicenda
Mirri ha trovato però anche un
aspetto positivo: «I miei amici dice - mi sono stati vicini, non
hanno creduto a quelle calunnie, soprattutto a casa mia. Torno ogni anno per trascorrere a
Pinzolo giornate bellissime e lì
tutti sono sempre stati dalla mia
parte. Daltronde ricordavano
quando Michelle Hunziker veniva in vacanza con me». Ma
perché la presentatrice televisiva avrebbe deciso di colpire
Rody Mirri? «Non ho mai parlato male di Michelle - replica - e
non lo farò neppure ora. Se mai
si arriverà al processo, la risposta la darò in quella sede».
Intanto Mirri è tornato a una
sua vecchia passione: la scrittura. «Sono a Venezia dove lavoro al mio sesto libro scritto
a quattro mani con con Katharina Miroslawa». È l’avvenente
ballerina di night protagonista
del «giallo di Parma» del 1986.
Condannata come mandante,
la donna è uscita dal carcere
l’anno scorso. «Dopo aver lasciato la Giudecca - ci racconta Mirri - Katharina mi ha chiamato per raccontare la sua storia. Io era stato il suo primo manager. Tra un mese saremo in
libreria».
Insieme a Riccione
Uno dei tanti servizi dedicati da «Striscia la notizia» a Rody Mirri
«Divieto in aree agricole e forestali. Non consumiamo territorio»
Fotovoltaico a terra, la Sat frena
Un impianto fotovoltaico a terra. La Sat dice no in aree agricole e forestali
La Sat chiede di porre un freno
- anzi un divieto - al proliferare
di impianti fotovoltaici a terra
in aeree agricole e forestali indirizzandone piuttosto la realizzazione in zone già urbanizzate. Il senso della richiesta è
quello di tutelare il più possibile una risorsa delicata come il
territorio.
Il consiglio centrale della Sat ha
approvato le «Linee guida per
l’installazione di pannelli fotovoltaici “a terra”». Il documento affronta prima il complesso
quadro normativi che regola la
materia, poi il caso di Fondo dove è prevista la realizzazione di
un impianto da 400 kWp, per il
supporto energetico al Palaghiaccio di Fondo, in località
Embriz de Valmora-Gaggio,
un’area di particolare pregio
ambientale. Il progetto ha destato da parte della sezione locale della Sat forti preoccupazioni di carattere ambientale ed
urbanistico. «Lungi dal voler
prendere posizione sul fotovoltaico nel suo complesso - si legge nel documento della Sat centrale - il caso di Fondo si presta
per approfondire alcune criticità legate specificatamente alla realizzazione di impianti fotovoltaici in aree di interesse
silvo-pastorale, i cosiddetti
“campi solari”. Tali problematiche riguardano il consumo di
territorio e l’impatto paesaggistico».
Nel documento la Sat chiede al-
la Provincia di impegnarsi al fine di limitare e se possibile vietare (con opportuna normativa) il diffondersi di simili impianti nelle aree agricole e forestali, incoraggiandone il posizionamento su aree già urbanizzate. Chiede inoltre che, in caso di parere favorevole all’impianto, l’area interessata venga
riportata alla destinazione urbanistica originaria (area agricola o bosco) nel momento di
dismissione dell’impianto.
In sintesi la Sat ritiene «il consumo di suolo un argomento di
prioritaria importanza e applica l’orientamento generale di
limitazione del consumo di suolo, sulla base di principi e regolamentazioni che tengano con-
to della preziosità e dell’equilibrio degli ecosistemi, anche all’installazione di pannelli fotovoltaici a terra».
La Sat ricorda infatti come «l’installazione di campi fotovoltaici in ambiente agricolo o forestale comporta il cambiamento di destinazione d’uso del terreno, da area boschiva o agricola ad “area produttiva”. Questo passaggio, oltre a privare
nell’immediato la comunità di
una superficie verde e di libero
accesso e a limitarne i servizi
ecosistemici (produzione di legname, stoccaggio di carbonio,
habitat per la fauna), apre inevitabilmente la strada a successive modifiche dell’area, anche
più radicali e irreversibili».