Dal periodico "PUNTO D`INCONTRO" ISEO n. 24

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Dal periodico "PUNTO D`INCONTRO" ISEO n. 24
Titolo Rubrica: Chiacchierando con lo Psicologo
Titolo Articolo: “Regalo di Natale”.
A cura di: Dott. Alessandro Faita – Psicologo e Psicoterapeuta. Studio "Metis", Via del Dosso,
16. Provaglio d'Iseo (BS). Tel.: 333 3322842. Sito Internet: www.psicologiainbreve.it
Eccoci qua, nuovamente alla vigilia del periodo più "felice" dell'anno, in cui l’enfasi sulla
bontà e sulla famiglia è massima. Tutte le persone sono più sorridenti, i cibi più vari e più
buoni, le feste più lunghe e più divertenti, le vie più colorate e animate da persone che
passeggiano contente, i telegiornali mostrano i regali più originali e costosi e la gente che si
affolla nei negozi per acquistare un pensiero per i suoi cari. Già da novembre la pubblicità ci
ha imposto di entrare nel clima natalizio e ci ha proposto le cose indispensabili da acquistare
per essere felici e anche quest'anno c'è riuscita; perfino la chiesa per la messa di mezzanotte si
riempirà. Le persone intorno a noi appaiono gioiose, si salutano e si scambiano auguri, baci e
regali, anche quelle che per tutto l'anno si sono evitate e...
... e poi, ci si ferma un attimo, ci si guarda intorno con un po' di calma e attenzione e cosa si
vede?
La festa più attesa dell'anno non suscita solo buoni sentimenti. Il disagio è palpabile, si
percepisce per le strade affollate, nelle corsie del supermercato, nelle tavolate familiari dove
spesso il tentativo di nascondere vecchi conflitti non basta a mantenere sereni gli animi.
Paradossalmente è proprio in questi giorni che molte persone vivono un malessere più intenso,
quello natalizio è il periodo dell’anno in cui più facilmente si può sperimentare la depressione.
Le cardiopatie e i tassi suicidari in dicembre sono, infatti, più alti della media; dato che ci
suggerisce quanto la depressione natalizia sia una cosa seria. I fattori che entrano in gioco
sono molteplici: la solitudine, i fallimenti, le recenti separazioni. A rendere le cose ancora più
difficili, tutti attorno sembrano così gioiosi. Tristezza e malinconia prendono il sopravvento,
alzarsi dal letto al mattino risulta più difficile, ci si chiude in se stessi, spesso non si desidera
né gravare gli altri del proprio dolore né attirare l’attenzione su di sé, ma ci si sente diversi e
lontani. Ci si sente in colpa, ci si chiede cosa non vada in sé e come mai non si possa
semplicemente gioire delle feste come le persone che ci circondano.
Il malessere natalizio non colpisce solo chi ha avuto perdite o vissuto fallimenti, ma anche
tutte le persone sulle quali le aspettative sociali gravano pesantemente. Ogni anno la spinta a
prepararsi alle feste è sempre più grande e rischia di diventare schiacciante. Anche nelle
migliori case possono, infatti, irrompere tensioni e discussioni dovute proprio al fatto che
ognuno cerca di comportarsi nel migliore dei modi prescritti.
Cosa fare? Innanzitutto dovremmo ricominciare a pensare con la nostra testa e ridefinire il
Natale chiedendoci cosa significa per noi questa festa. Potremmo iniziare con l'evitare di
pretendere da noi stessi di sentirci felici, per poi decidere cosa vogliamo fare delle cose che a
Natale ci sentiamo "obbligati" a fare. Se scegliere e fare regali ci stressa, meglio non farli. Se
pensiamo che fare l'albero di natale o il presepio sia una perdita di tempo, meglio non farlo...
riprendiamoci la libertà di determinare la nostra vita e di scegliere cosa è meglio per noi
stessi. Potremmo sfruttare questo periodo per fare più cose insieme alle persone a cui
vogliamo bene: condividere le esperienze rafforza e migliora i legami. E’ bene stare attenti agli
eccessi: moderare la frenesia negli acquisti o nel consumo di cibo, affrontando il Natale in
modo equilibrato, lo renderà un momento piacevole e non una fonte di stress. Prendersi del
tempo per sé, contemplando anche momenti di pausa e relax, aiuterà a non stravolgere i
propri ritmi abituali. Fare dell’attività fisica anche moderata, come, per esempio, una
passeggiata, allevia lo stress e giova sia al fisico che alla mente. Per quanto riguarda i
propositi per l’anno nuovo è importante non porsi degli obiettivi troppo grandi o
irraggiungibili, in quanto potrebbero trasformarsi in una fonte di frustrazione. Se serve, non
abbiate paura a chiedere aiuto, senza però esagerare con le prolungate lamentele o i noiosi
piagnistei. Se si sta vivendo un momento buio, riconoscerlo ed esprimere il proprio dolore è
molto più salutare che negare la situazione, facendo finta di niente; saper chiedere aiuto è un
segno di forza, non di debolezza. Infine, se i vissuti depressivi persistono anche per il periodo
successivo alle feste, chiedere una consulenza psicologica potrà aiutare a uscire dalla
situazione difficile e a recuperare più velocemente l'equilibrio psicofisico e il conseguente
benessere.
Professionalmente e personalmente ho da sempre sostenuto che l'obbligo del regalo natalizio è
un fattore negativo sul benessere delle persone, lo dimostra lo stress che molti provano nei
giorni precedenti al venticinque dicembre. Nel periodo di crisi che stiamo attraversando, tale
malessere è inevitabilmente aumentato, ma ciò potrebbe essere anche una cosa positiva,
potrebbe, infatti, favorire il riuscire ad uscire dal vincolo del regalo a tutti i costi e,
soprattutto, del regalo costoso... si potrebbe imparare a fare regali che non costano un
centesimo, ma che ci avvicinano sinceramente agli altri: un atteggiamento, una parola, un
complimento, un po' del nostro tempo così prezioso... un racconto... ecco, un racconto (tratto
dal libro "Brodo caldo per l'anima" di J. Canfield e M.V. Hansen) sarà il mio regalo di Natale.
Una insegnante decise di onorare i suoi studenti dell'ultimo anno delle superiori spiegando
perché fosse importante ognuno di essi. Prima disse in che modo lo studente fosse importante
per lei e per la classe, poi consegnò a ciascuno un nastro azzurro su cui era stampata a lettere
d'oro la dicitura: "Chi sono io è importante". Dopo alcuni giorni consegnò a ciascuno
studente altri tre nastri e incaricò tutti di andare a diffondere questa cerimonia di
riconoscimento. Uno dei ragazzi della classe andò da un giovane impiegato di un'azienda dei
dintorni e gli diede il riconoscimento per averlo aiutato nella pianificazione degli studi. Gli
diede un nastro azzurro e glielo appuntò sulla camicia. Poi gli consegnò gli altri due nastri
dicendogli: "A scuola stiamo facendo una ricerca sul riconoscimento, e vorremmo che lei
trovasse qualcuno da onorare, gli consegnasse un nastro azzurro e un altro in più perché
questi possa onorare una terza persona". Più tardi, lo stesso giorno, il giovane impiegato si
presentò al suo capo, che era noto tra l'altro per essere un brontolone. Lo fece sedere e gli
disse che lo ammirava profondamente perché era un genio creativo. Il capo sembrò molto
sorpreso. L'impiegato gli domandò il permesso di consegnargli il dono del nastro azzurro e di
appuntarglielo. Il capo sorpreso acconsentì. L'impiegato prese il nastro azzurro e lo appuntò
sulla giacca del capo, giusto sopra il cuore. Consegnandogli l'altro nastro gli chiese: "Mi
farebbe un favore? Potrebbe prendere quest'altro nastro e usarlo per onorare qualcuno?"
Quella sera il capo tornò a casa dal figlio quattordicenne e lo fece sedere. Gli raccontò: "Oggi
mi è successa una cosa incredibile. Ero in ufficio e uno degli impiegati entra e mi dice che mi
ammira e mi dà un nastro azzurro perché sono un genio creativo. Immagina, mi considera un
genio creativo. Poi mi mette sulla giacca, sopra il cuore, questo nastro azzurro che dice 'chi
sono io è importante'. Mi dà un altro nastro e mi chiede di trovare qualcun altro da onorare.
Tornando a casa in macchina ho cominciato a pensare chi onorare con questo nastro e ho
pensato a te. Voglio onorare te. Le mie giornate sono davvero frenetiche e quando torno a casa
non ti presto molta attenzione. A volte ti sgrido perché non hai voti abbastanza buoni a scuola
e perché la tua camera è un caos, ma stasera volevo proprio sedermi qui e farti sapere che per
me sei davvero importante. Assieme a tua madre sei la persona più importante della mia vita.
Sei un ottimo ragazzo e ti voglio bene!"
Il ragazzo sbalordito cominciò a singhiozzare e non finiva più di piangere. Tremava con tutto
il corpo. Guardò suo padre e disse fra le lacrime: "Prevedevo di suicidarmi domani, papà,
perché pensavo che non mi volessi bene. Adesso non serve".