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NIGERIANO UCCISO A FERMO, DUE VERITA’ A
CONFRONTO: IL RACCONTO DEI TESTIMONI
7 Luglio 2016 ore 14:01
Autore: redazione cagliaripad,
[email protected]
Categoria:
Flash news / Brevi
URL della pagina:
http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=30729&l=2
Data scaricamento: 15 Marzo 2017 ore 21:33
Stando a quanto riportato dal sito ilrestodelcarlino.it alla base dello scontro fisico tra i due, probabilmente, un aggressione verbale dell’italiano alla moglie di Chidi
Namdi che in quel momento era con lui
E’ morto circa alle 21 Emmanuel Chidi Namdi Il richiedente asilo nigeriano di 36 anni finito in coma
dopo essere stato colpito da un ultrà della Fermana.
Stando a quanto riportato dal quotidiano ilrestodelcarlino.it alla base dello scontro fisico tra i due,
probabilmente, un aggressione verbale dell’italiano alla moglie di Chidi Namdi che in quel momento era
con lui. La donna, 24 anni, ha detto di essere stata chiamata «Scimmia africana».
Da un lato la moglie della vittima accusa A.M. di insulti razzisti e di una brutale aggressione senza
motivi apparenti; dall’altro la versione fornita dall’indagato, confermata da quattro testimoni (il giovane
che era in compagnia del 39enne e tre donne): tutti, già sentiti separatamente dalla polizia, avrebbero
ricostruito i fatti nello stesso modo dell’ultrà 39enne di Fermo.
Erano da poco passate le 15 quando Chidi Namdi, sua moglie e un altro uomo di colore, stavano
passando nei pressi delle panchine del belvedere di viale Veneto. In quel momento A.M. avrebbe detto
qualcosa nei confronti dei rifugiati politici. Lui sostiene di averli rimbrottati perché stavano aggirandosi in
modo sospetto intorno alle auto, la moglie della vittima dice di essere stata chiamata scimmia.
I tre hanno continuato la loro passeggiata, scendendo in direzione di piazza Ostili Ricci. Dopo circa
cinque minuti Chidi Namdi e la donna sono tornati indietro. Da qui le versioni si fanno nuovamente
contrastanti: A.M. e i testimoni sostengono che la moglie della vittima abbia inveito contro il 39enne,
tentando di mettergli le mani addosso e che il marito abbia spinto il suo contendente fino all’altra parte
della strada, per poi imbracciare ilpalo della segnaletica stradale e colpirlo, facendolo cadere a terra.
A.M. a quel punto si sarebbe rialzato e avrebbe sferrato un pugno al volto a Chidi Namdi, facendolo
finire sull’asfalto, dove ha sbattuto la nuca. La moglie della vittima, invece, sostiene che sia stato A.M. a
colpire il nigeriano con il segnale stradale, per poi infierire insieme al suo amico.
Sta di fatto che il 36enne di colore era subito rimasto incosciente ed era stato necessario l’intervento
dei sanitari del 118 con il defibrillatore. Chidi Namdi era stato trasportato in ospedale già in coma e
quindi ricoverato in rianimazione. Da una prima ispezione medico legale i traumi riscontrati sono quelli
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al volto e alla nuca. Traumi compatibili con la versione fornita dal 39enne fermano. La polizia ha intanto
sequestrato il segnale stradale utilizzato presumibilmente per l’aggressione e, dopo l’esame degli
uomini della Scientifica, è risultata l’assenza di tracce di sangue.
Fonte: ilrestodelcarlino.it
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