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Mongolia Deserto dei Gobi & Festival delle aquile reali Tappe: Ulaanbaatar, P. N. Hustain Nuruu, Kharkhorin, Monastero Ongiin Khiid, Bajanzag (Flaming Cliffs), Deserto dei Gobi, Dune di sabbia Khongoriin Els, P. N. Gurvan Saihan, Baga Gazryn Chuluu, Bayan Ulgii Date: dal 18 settembre al 4 ottobre 2017 Durata: 17 giorni, 15 notti In pensione completa, con accompagnatore dall’Italia e guida locale parlante italiano Un viaggio avventuroso in cui si avrà modo di partecipare al Festival delle aquile reali che si tiene annualmente in una natura straordinaria nella provincia di Bayan-Ulgii. Questa festa della minoranza etnica kazaka, la sola che pratica ancora la tradizione della caccia con i rapaci, è uno degli eventi più affascinanti della Mongolia. E poi il Deserto dei Gobi, Ulaanbaatar, Kharkhorin che noi conosciamo come Karakorum, o forse solo supponiamo perché, più che realtà geografiche, sono luoghi dell’immaginario collettivo che ognuno si porta nella memoria, ricollegati ai viaggi di Marco Polo e alle gesta di Gengis Khan. ITINERARIO 1° giorno: lunedì 18 settembre ITALIA - ISTANBUL Ritrovo dei partecipanti e partenza con pullman G. T. per l’aeroporto di Venezia in tempo utile per il volo di linea Turkish Airlines TK 1872 in partenza alle ore 14:15. (Su richiesta la partenza può essere effettuata da Milano o Roma). Arrivo a Istanbul alle ore 17:40. Partenza per Ulaanbaatar Buyant con il volo di linea Turkish Airlines TK 342 alle ore 19:05. 2° giorno: martedi 19 settembre ISTANBUL – ULAANBAATAR Pasti e pernottamento a bordo. Arrivo a Ulaanbaatar Buyant alle ore 11:05. Incontro con la guida parlante italiano e trasferimento al Best Western Premier Tuushin Hotel 4*. Nel pomeriggio visita della città. DOIT Viaggi di I.T.P. Srl – Galleria San Carlo, 5 – 35133 Padova Tel 049618500 Fax 049613955 Email [email protected] Web www.doitviaggi.com 1 I nostri viaggi 2017 Mongolia Ulaanbaatar, città di contrasti Come quasi la metà della popolazione mongola, anche la capitale Ulaanbaatar è nomade. La città ha cambiato sede più di venti volte negli ultimi 350 anni prima di mettere radici nell’attuale collocazione in una valle ampia delimitata da quattro vette sacre, tra cui la montagna Bogd Khan a sud. Oltre alla posizione, la capitale ha cambiato nome nel corso degli anni: Urguu dal 1639 al 1706, Ih Urée dal 1706 al 1911, Niislel Huree dal 1911 al 1923, infine dal 1924 Ulaanbaatar. Ma nonostante le sue molte trasformazioni, la capitale della Mongolia è rimasta costantemente il centro politico, economico e culturale della nazione, città ricca nel carattere e nei contrasti. In effetti non esistono molte capitali al mondo in cui sia possibile andare a cavallo, visitare una famiglia nomade, disponendo nel contempo di ottimi ristoranti e di trattamenti in lussuosi centri benessere, tutto nello stesso giorno. Ulaanbaatar oggi è una vivace città con oltre un milione di abitanti. Presenta una puntuale e talvolta divertente sovrapposizione di tradizioni nomadi e modernità, ad esempio nel suo panorama punteggiato sia dalle gher, le tende di feltro, che dai grattacieli, o nelle persone coi tradizionali indumenti da pastori che camminano accanto a uomini e donne d'affari con costosi abiti di Armani. Solo ad Ulaanbaatar può capitare di vedere un carretto trainato da un cavallo sobbalzare lungo il viale centrale a fianco di una Mercedes Benz, o, nello stesso mercato, la vendita di bestiame e accanto di abiti firmati. Il cuore di Ulaanbaatar è costituito dalla piazza Sukhbaatar, vasta due volte la Piazza Rossa moscovita, che prende il nome dall’eroe della rivoluzione. Gran parte della città si estende da est a ovest lungo il corso principale, chiamato Enkh Taivny Orgon Choloo o più semplicemente Peace Avenue, che sfocia nella piazza. Visita del Museo Nazionale della Storia Mongola. Offre una panoramica generale sulla storia e sulle differenti etnie della Mongolia dall'era preistorica fino al XX secolo. La sala preistorica spiega le diverse età con utensili e copie di dipinti rupestri e di abitazioni dell'epoca. La sezione etnografica è sicuramente la più interessante del museo. Un'intera sala è dedicata a costumi e cappelli tipici di ciascuna etnia mongola, compresi ornamenti femminili (pettini d'argento con pietre semi-preziose, orecchini, decorazioni per acconciature). Il museo possiede inoltre una discreta quantità di antichi costumi da guerriero, armi e dipinti che risalgono all'epoca del Grande Impero Mongolo di Gengis Khan. Vi sono numerosi oggetti di uso quotidiano di pietra, giochi tradizionali, strumenti musicali, prodotti artigianali e utensili da cucina. L'ultima sezione è dedicata alla storia recente del paese e raccoglie documenti del XX secolo. Si sale infine al Memoriale sulla collina Zaisan situato a sud di Ulaanbaatar, eretto nel 50° anniversario della rivoluzione comunista per commemorare i soldati sovietici e mongoli morti nella seconda guerra mondiale nella lotta contro il Giappone e la Germania nazista. Accanto alla monumentale statua del soldato, un mosaico su un grande pannello circolare in cemento armato illustra il tema dell'amicizia tra i mongoli e i popoli sovietici. Al centro di una grande ciotola di granito arde una fiamma eterna. Coloro che salgono i 300 gradini saranno premiati con una bella vista panoramica della capitale, del fiume Tuul e della campagna circostante. Nelle vicinanze un’enorme statua dorata di Buddha. Pernottamento in Hotel. Pensione completa. L'eredità di Gengis Khan Anche se le sue origini affondano in un antico passato tribale, Gengis Khan diede forma al mondo moderno del commercio e della comunicazione, e, prima di ogni altro individuo, gettò le DOIT Viaggi di I.T.P. Srl – Galleria San Carlo, 5 – 35133 Padova Tel 049618500 Fax 049613955 Email [email protected] Web www.doitviaggi.com 2 I nostri viaggi 2017 Mongolia basi per i grandi stati laici. Fu un uomo moderno nella sua epoca, un professionista della guerra, che sviluppò il commercio globale e stabilì lo stato di diritto laico internazionale. Al suo apice l'impero copriva una superficie continua di circa 12 milioni di miglia quadrate. Si estendeva dalle nevose tundre della Siberia alle pianure calde dell'India, dalle risaie del Vietnam ai campi di grano dell’Ungheria, dalla Corea ai Balcani. L'impero di Gengis Khan ha riunito e amalgamato le molte civiltà intorno a lui in un nuovo ordine mondiale. Al momento della sua nascita nel 1162, il Vecchio Mondo consisteva in una serie di civiltà regionali ciascuna delle quali non aveva alcuna conoscenza di altre civiltà se non quella del suo vicino più prossimo. Nessuno in Cina aveva sentito parlare di Europa, e nessuno in Europa aveva sentito parlare della Cina, e, per quanto si sa, nessuno aveva viaggiato da una all'altra. Al momento della sua morte, nel 1227, esse erano collegate con i contatti diplomatici e commerciali che rimangono tuttora intatti. 3° giorno: mercoledì 20 settembre ULAANBAATAR – PARCO NAZIONALE HUSTAIN NURUU (km 110) Visita al Monastero Gandantegchinleng, la sede del buddismo in Mongolia. La cultura nomade della Mongolia è infatti un intreccio fra una ricca tradizione tibetana buddista con le pratiche sciamaniche antiche ancora evidenti. Anche se i monasteri buddisti sono stati distrutti o convertiti in musei durante le purghe staliniste del 1930, il Monastero Gandantegchinleng ha continuato ad operare come un "fiore all'occhiello" per i funzionari governativi. Infatti, nonostante gli sforzi del governo per sopprimere il buddismo e le altre credenze religiose, la spiritualità della Mongolia non è andata perduta e una ripresa significativa del buddismo ha avuto inizio nel 1990, quando la Mongolia è diventata una democrazia. In tutto il paese i monasteri hanno aperto ancora le porte ai fedeli e i pochi lama che sono sopravvissuti alle purghe stanno formando una nuova generazione di monaci. Il monastero è stato ricostruito e rinnovato. Era arrivato ad ospitare oltre diecimila monaci, mentre oggi ve ne risiedono 150. Uno dei templi ospita la più alta statua del Buddha in piedi in Asia centrale e orientale, alta 25 metri, dorata in oro zecchino e vestita di seta e pietre preziose, la Megjid Janraisag, la versione mongola di Avalokiteśvara, il bodhisattva della compassione, "il signore che guarda in tutte le direzioni". Gli intricati tetti dei monasteri quali il Chenrezig recentemente ristrutturato e i templi Kalachakra, testimoniano della tecnica artistica perfezionata nei secoli e trasmessa di generazione in generazione. I ciottoli dei monasteri di Gandantegchilen, Dashchoilon Khiid, e Choijing Lama, quest'ultimo trasformato in un museo, potrebbero raccontare le storie fin dai primi insediamenti a partire dal 17° secolo. Si arriva presto al monastero per assistere alle preghiere e alle cerimonie del mattino. Oltre a visitare i templi e le zone circostanti si apprenderà la storia del monastero con descrizioni dettagliate delle immagini, delle statue e degli oggetti di rilievo e si scopriranno i progetti attualmente in corso a Gandan. Ci potrà essere l’opportunità di incontrare l’Hamba Lama e i lama più importanti che vivono nel monastero. Si raggiunge il Monastero Choijin Lama, dove si trova una vasta raccolta di 108 maschere utilizzate per la danza cerimoniale Cham. Partenza per il Parco Nazionale Hustain nella provincia (“aimag”) di Tuv, il cui nome significa “montagna delle betulle” dove si potranno osservare nel loro habitat naturale i cavalli selvaggi Takhi, il cavallo di Przewalski anche noto come pony della Mongolia, parente più prossimo tra quelli attualmente esistenti del cavallo domestico, simbolo della nazione, ma a rischio estinzione. Il panorama offerto dalla steppa spazia dalla prateria alla foresta. Il momento migliore per i visitatori DOIT Viaggi di I.T.P. Srl – Galleria San Carlo, 5 – 35133 Padova Tel 049618500 Fax 049613955 Email [email protected] Web www.doitviaggi.com 3 I nostri viaggi 2017 Mongolia di vedere i cavalli selvatici e altri animali come cervi e gazzelle è all'alba e al tramonto. All'interno della riserva ci sono tombe turche e figure in pietra (Khun Chuluu). Nelle vicinanze si trova il complesso archeologico di Ongot che risale al periodo in cui la Mongolia era parte dell'Impero turco (552-742 a.C.). Oltre 500 Khun Chulum o Balbals sono allineati ad indicare all'anima del defunto il percorso per raggiungere il paradiso. Pensione completa. Pernottamento nelle ger. Ger Durante il tour si pernotterà nei campi allestiti con le ger, le tradizionali tende di feltro dei pastori nomadi. La ger, anche detta yurta nel termine russo, è la casa dei nomadi delle steppe mongole sin dai tempi di Gengis Khaan. Interamente montabili e smontabili in sole tre ore, non hanno chiodi, nè viti, nè cemento; sono strutture circolari con intelaiature di legno ad incastro che formano una meravigliosa raggiera, ricoperta di strati di feltro e tela, dove si entra stando in piedi. Alla sua sommità l’unica finestra, aperta a segnare il collegamento inscindibile tra uomo e cielo, tra uomo e cosmo; da essa si protendono i raggi che formano il tetto ovvero la volta celeste che viene chiusa durante la notte per impedire l'accesso degli spiriti maligni. E al centro della tenda mongola, sui tappeti che rivestono il terreno, in unico asse, i 4 elementi naturali sono allineati: la terra in basso, il fuoco che scalda corpi e cibo, l’acqua che alimenta e ristora, l’aria che ci unisce al cielo. Ogni ger è riscaldata da una stufa a legna e arredata con letti di legno dipinti con lenzuola pulite, cuscini e coperte. Il ristorante è in stile occidentale, i servizi igienici e le docce sono situati in un edificio centrale che si trova a poche decine di metri dalle ger. Ogni ger dispone di 2 posti letto e un piccolo tavolo con 2-4 sedie e tutti i giorni è rifornita di acqua calda. I campi con le ger sono dotati di energia elettrica, 220 volt, anche se la sua erogazione non avviene di norma per 24 ore al giorno, ma secondo modalità ed orari indicati in loco. A volte c’è il collegamento diretto con la rete pubblica, in altri casi c’è la disponibilità di autonomi generatori. Quasi sempre è possibile utilizzare prese elettriche per caricare telefonini, telecamere, ecc. presenti nelle stesse ger o nelle strutture comuni. Ci permettono una autentica ed indimenticabile esperienza della cultura mongola e consentono di raggiungere zone altrimenti non raggiungibili per mancanza di sistemazioni. La loro visione stupisce e lascia senza parole e la maggior parte dei visitatori ricordano i soggiorni nelle ger tra le loro esperienze più piacevoli in Mongolia. 4° giorno: giovedì 21 settembre KHARKHORIN (km 280) Dopo la prima colazione, partenza per Kharkhorin, che Gengis Khan iniziò a costruire come capitale dell'impero mongolo nel 1220 nella valle di Orkhon e suo figlio Ogodei completò nel 1235. Per 140 anni Kharkhorin fu la capitale del Regno delle tribù mongole fino alla sua distruzione da parte delle truppe cinesi nel 1391, quando il nuovo Kubilai Khan decise di spostare a Pechino il centro dell’Impero mongolo. Della capitale che si trovava all'incrocio della Via della Seta restano estesi beni archeologici sotterranei e due tartarughe di granito poste una volta sul cancello principale della città. Quattro di queste statue raffiguranti una tartaruga erano utilizzate per indicare i confini dell'antica Kharkhorin e proteggerla in quanto le tartarughe venivano considerate simboli dell'eternità. Nel 1586 Erdene Zuu, il primo monastero, dopo l’introduzione e la diffusione in Mongolia del buddismo tibetano, venne costruito sulle rovine della capitale del 13° secolo. DOIT Viaggi di I.T.P. Srl – Galleria San Carlo, 5 – 35133 Padova Tel 049618500 Fax 049613955 Email [email protected] Web www.doitviaggi.com 4 I nostri viaggi 2017 Mongolia Nel pomeriggio inizia l’esplorazione di Kharkhorim e del monastero circondato da un muro di 400 metri e con 108 stupa, numero sacro per il buddismo, come il numero dei grani del rosario buddista, 25 per ogni lato e 2 per ogni angolo. Quando era all’apice il monastero era composto da più di 60 templi e ospitava 5000 monaci. Il tempo e la storia non sono stati clementi, ma si possono ancora rinvenire le tracce del suo antico splendore e intuire quale sia stato il ricco passato religioso e culturale della Mongolia. Il monumento Maanit con una iscrizione in turco fu eretto nel 731 a.C. nel mezzo delle steppe di Uvurkhangai. Pensione completa. Pernottamento nelle ger. La cultura nomade equestre I mongoli sono una delle ultime popolazioni nomadi rimaste in tutto il mondo; sono ancora in giro per vaste praterie senza recinzioni e vivono nelle tradizionali ger coperte di feltro. Anche se dipendono dalle pecore per il loro sostentamento di base, il loro animale più prezioso è il cavallo. È ciò che definisce la cultura nomade ed è al centro di un elaborato sistema culturale. Che si tratti di arte o cucina, in ogni elemento della cultura c'è sempre qualcosa su un cavallo. Nei racconti epici della Mongolia, il secondo condottiero è sempre il cavallo, che dà buoni consigli all'eroe. Negli scacchi mongoli il pezzo più importante è il cavallo e non la regina. Lo strumento musicale nazionale è uno strumento a due corde con una testa di cavallo scolpita, chiamato Morin Khuur, ideato secondo la leggenda da un pastore che volle esprimere il suo profondo dolore per la morte del suo cavallo preferito. Il latte di cavalla fermentato è una bevanda nazionale molto apprezzata chiamata Airag che si ritiene abbia qualità nutrizionali e toniche speciali servita in quasi ogni festa o celebrazione. I cavalli mongoli sono di piccole dimensioni, con una grande cassa toracica e le gambe corte e sono incredibilmente resistenti. Vivono tutto l'anno in branchi semiselvatici e vengono riuniti solo per la selezione e la cattura. Sono parzialmente sorvegliati dai pastori per difenderli dai lupi. I bambini imparano a cavalcarli fin da piccoli e si divertono a correre con il cavallo. 5° giorno: venerdì 22 settembre MONASTERO ONGIIN KHIID (km 250) Dopo la prima colazione inizieremo il nostro viaggio via terra verso sud passando dal monastero Ongiin Khiid. Nel pomeriggio, raggiungeremo le rovine del monastero che si trova sulla punta settentrionale del deserto del Gobi. Il monastero Ongiin Khiid anticamente chiamato la "Perla del Gobi," era un crocevia della Via della Seta per le carovane di cammelli in Asia centrale. E’ l'unico monastero su nove sopravvissuto alle purghe staliniste attraverso la trasformazione in magazzino e negozio. Venne poi riaperto nel 1990 e fu visitato dall’attuale Dalai Lama nel 1992. Nel monastero restaurato per commemorare la prima visita in assoluto del Dalai Lama in Mongolia vivevano una volta 500 lama. Pensione completa. Pernottamento nelle ger sulle rive del fiume Ongi. 6° giorno: sabato 23 settembre BAJANZAG – FLAMING CLIFFS (km 230) Dopo la prima colazione si raggiunge la zona di Bajanzag. Qui nel 1921 il paleontologo naturalista Roy Chapman Andrews rinvenne i primi resti fossili e le prime uova di dinosauro. Tra gli altri rinvenimenti va annoverato l'esemplare di un Velociraptor, ora esposto nel Museo di Storia DOIT Viaggi di I.T.P. Srl – Galleria San Carlo, 5 – 35133 Padova Tel 049618500 Fax 049613955 Email [email protected] Web www.doitviaggi.com 5 I nostri viaggi 2017 Mongolia Naturale di Ulaanbaatar. E’ anche nota con il soprannome inglese Flaming cliffs, che si deve al vivido colore fiammeggiante che le formazioni rocciose assumono al tramonto e gli fu dato dall'esploratore statunitense. Da allora si sono succedute negli ultimi 80 anni spedizioni di paleontologi provenienti da molti paesi, tra cui Polonia, Giappone e Russia. Ogni anno la pioggia e il vento fanno emergere altri fossili e ogni estate vengono fatte nuove scoperte. Pensione completa. Pernottamento nelle ger. La provincia di Umnugovi Si estende per quasi 2000 km nella parte inferiore della Mongolia e l’11% della superficie è costituito da vegetazione sparsa, zone aride, neve o ghiaccio. Per quel che concerne la flora è di primaria importanza, anche per i suoi endemismi: ampie zone aride o semi-aride, dove su suolo prevalentemente sabbioso cresce una vegetazione sparsa, preziosa perché esercita la funzione di controllare i movimenti delle sabbie: l’Haloxylon, noto con il nome saxaul, il Prunus armeniaca, la Rosa dahurica, il Ribes diacantha fra le altre, con alcuni endemismi rari, come la Cistanche deserticola usata a scopo medicinale. E ancora: il Thymus gobicus, una particolare varietà di timo o l’Atraphaxis manshurica, un arbusto caduco alto fino a 1 metro che porta delicati fiori rosa a cinque petali. La specie più importante è rappresentata dal genere Chenopodiacee, piante che hanno un’ottima resistenza all’aridità del deserto, dove sopravvivono con meno di 100 mm annuali di pioggia. Alla stessa famiglia, che conta circa 1.400 specie, appartiene anche il nostro popolare spinacio importato in Europa proprio dall’Asia Centrale. Fra gli animali troviamo cavalli selvatici, mufloni, stambecchi, cammelli selvatici, antilopi dalla coda nera, antilopi bianche, linci, volpi, conigli e tassi. La più grande provincia del paese ha una densità di popolazione di soli 0,3 persone per kmq. Le poche persone che vivono qui sono del gruppo etnico Khalkh. Non è difficile capire perché gli esseri umani preferiscono vivere altrove. Con una precipitazione media annuale di soli 130 millimetri l'anno, e temperature estive che arrivano in media fino ai 38°, questa è la più calda e secca regione del paese. In compenso nella provincia si trova un quarto (93.000 esemplari circa) dei cammelli addomesticati della Mongolia. La parte sud-est è l'ultimo grande baluardo del khulan o asino selvatico. Il sud della provincia è ricco in giacimenti minerari di oro e rame in gran parte non ancora sfruttati: Ojuu Tolgoj è il più grande di essi. La popolazione è prevalentemente nomade e pratica l'allevamento di cavalli, capre e cammelli. 7° giorno: domenica 24 settembre DESERTO DEI GOBI – DUNE DI SABBIA KHONGORIIN ELS (km 160) Dopo la prima colazione, ci dirigeremo a sud ovest verso le altissime dune di Khongoryn Els, depositi di sabbia che si estendono per oltre 100 Km e sono stati portati dal vento tra le vette da secoli di tempeste. Conosciute anche come il Duut Mankhan, "le dune che cantano", dai suoni intriganti che il vento produce scorrendo nei loro anfratti e spostandone la sabbia che crolla in piccole valanghe, si stagliano con i loro sinuosi e luminosi profili contro le rocce scure delle montagne e la piana desertica tutt’intorno. Ai piedi delle dune scorre un fiume sacro dove i nomadi portano le loro greggi di capre cashmere e di cavalli ad abbeverarsi. Qui potremo scalare la duna più alta che raggiunge in altezza 800 m. formando il più grande accumulo di sabbia nel Deserto dei Gobi e ha permesso alla località di Umnugovi di vincere nel 2008 nella classifica di meta più avventurosa del National Geographic Adventure. Visiteremo poi una famiglia di pastori dove si potrà provare a cavalcare il famoso cammello a due gobbe (Camelus bactrianus). Pensione completa. Pernottamento nelle ger. DOIT Viaggi di I.T.P. Srl – Galleria San Carlo, 5 – 35133 Padova Tel 049618500 Fax 049613955 Email [email protected] Web www.doitviaggi.com 6 I nostri viaggi 2017 Mongolia Deserto dei Gobi Un tempo faceva parte di un vasto mare interno, con acquitrini, paludi, fiumi e laghi, oggi è uno dei più insoliti paesaggi desertici del mondo con le spettacolari Khongoryn Els; la casa degli ultimi cammelli a due gobbe del mondo e degli orsi del Gobi, gli unici orsi che si possono trovare in un paesaggio desertico; e per gli appassionati di storia, Bayanzag, un antico fondale marino, il sito di numerosi notevoli reperti paleontologici, come il primo scheletro di dinosauro completo trovato nel canyon di Khermen tsav. 8° giorno: lunedì 25 settembre PARCO NAZIONALE GURVAN SAIHAN (km 180) Dopo la prima colazione ci dirigeremo al Parco Nazionale Gurvan Saihan. Deve il suo nome alle montagne Gurvan Saihan, “le tre bellezze del Gobi", le tre vette più alte della catena del Gobi-Altai: Baruun Saihan “la bellissima occidentale", Dund Saihan, "la bella centrale", Zuun Saihan, la "bella orientale". La più alta di queste tre vette è la “bella orientale” che raggiunge i 2846 m. E’ area protetta dal 1965 ma solo dal 1993 ha raggiunto l’attuale estensione includendo i territori delle dune di sabbia di Khongor, così come i preziosi siti paleontologici di Nemegt, Khermen Tsav, e il fiume di Zulganai. Visiteremo il canyon del Ghiacciaio Yollin Am. Si estende per 27 milioni di ettari ed è quindi il più grande parco nazionale del paese. Vi crescono più di 620 specie di piante endemiche dell'Asia centrale. Il parco ospita anche molti animali: gazzelle della Mongolia, gazzelle subgutturose, onagri, stambecchi, mufloni, l’argali siberiano, capre selvatiche, e il leopardo delle nevi. Ci sono 52 specie di mammiferi di cui otto sono specie protette. Pensione completa. Pernottamento nelle ger. 9° giorno: martedì 26 settembre DESERTO DEI GOBI – BAGA GAZRYN CHULUU (Km 350) Dopo la prima colazione, ripartiremo in direzione nord per tornare a Ulaanbaatar. Ci si ferma per la notte nella provincia centrale del Gobi, a Baga Gazryn Chuluu. Pensione completa. Pernottamento nelle ger. 10° giorno: mercoledì 27 settembre BAGA GAZRYN CHULUU – ULAANBAATAR (Km 250 ) Dopo la prima colazione, ripartiremo per rientrare nella capitale. All'arrivo trasferimento al Best Western Premier Tuushin Hotel 4*. Si visita il Museo di Storia Naturale che illustra la fauna, la flora e la geologia del paese. La sezione paleontologica ospita interessanti reperti di dinosauro portati alla luce nei giacimenti fossili del Gobi, tra cui lo scheletro completo di un gigantesco Tarbosauro e un Velociraptor. La giornata finisce in uno dei più grandi mercati all'aperto del mondo, Narantuul, con più di 250 venditori che vendono tutto sotto il sole. Pensione completa. Pernottamento in hotel. 11° giorno: giovedì 28 settembre ULAANBAATAR – BAYAN-ULGII Dopo la prima colazione trasferimento in aeroporto per il volo a Ulgii, la capitale della provincia di Bayan-Ulgii. DOIT Viaggi di I.T.P. Srl – Galleria San Carlo, 5 – 35133 Padova Tel 049618500 Fax 049613955 Email [email protected] Web www.doitviaggi.com 7 I nostri viaggi 2017 Mongolia La provincia di Bayan-Ulgii La bellezza selvaggia della provincia di Bayan-Ulgii con le sue cime appuntite che raggiungono il cielo e le larghe valli attraversate da corsi d'acqua serpeggianti si è sempre imposta nella regione occidentale della Mongolia. I kazaki, nomadi prevalentemente musulmani, che la abitano costituiscono il secondo più grande gruppo etnico e continuano a cacciare con le aquile reali addestrate oltre a vivere di pastorizia con le capre. Nella regione di Altai si trovano tanti importanti siti archeologici risalenti al paleolitico, testimonianze della presenza umana da 12000 a 40000 anni fa: incisioni rupestri dell’età del bronzo, figure umane in pietra dell’ultimo periodo turco, tumuli funerari, ossa di cervo. In questa regione ricca di meraviglie naturali e archeologiche sono state rinvenute anche tombe di guerrieri sciti e di principesse. Le pitture rupestri di Tsagaan Salaan e di Baga Oirog raffiguranti scene di caccia e di allevamenti di bestiame sono importanti testimonianze artistiche della transizione da antichi cacciatori a comunità riunitesi per l'allevamento del bestiame e l'inizio della classica economia nomade in Mongolia. La catena montuosa Altai che si estende per 900 km attraverso Russia, Mongolia e Cina e il Parco Nazionale di Tavan Bogd si sono sempre differenziati da qualsiasi altra parte della Mongolia. La cima più alta, il Khuiten Uul a 4374 m affiancata da altre quattro cime insieme al fiume Potanin, la fonte di un enorme ghiacciaio, sono comunemente conosciuti come Tavan Bogd o i Cinque Santi. Il rigido clima secco ha costretto la gente dei monti Altai ad essere molto resistente. Gli animali selvatici non sono diversi. La velocità e la potenza dell’aquila reale o il terrore che incute il lupo grigio sembrano essere incarnazioni di antichi spiriti di guerrieri nomadi che si contendono il territorio con altri animali aggressivi come il leopardo delle nevi, le pecore Argali con le corna d’ariete, stambecchi, linci, i marla, grandi cervi siberiani simili alle alci, alci, orsi bruni, falchi, le volpi Corsac, e il colossale avvoltoio monaco. Pensione completa. Pernottamento nelle ger. 12° giorno: venerdì 29 settembre BAYAN-ULGII Dopo la prima colazione breve giro per scoprire la città e visitare il suo mercato con la possibilità di acquistare oggetti del famoso artigianato kazako tra cui i tappeti. Visita al museo della provincia. Nel pomeriggio sessione privata di fotografia con un cacciatore con l’aquila al nostro campo. 13° e 14°giorno: sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre FESTIVAL DELLE AQUILE REALI Per due giorni, assisteremo al magnifico Festival delle aquile reali. Il festival inizia con una sfilata dei cacciatori che fanno il loro ingresso nel campo centrale mostrando le loro aquile al pubblico. L’abilità delle aquile viene poi verificata facendo loro spiccare il volo dalla cima di una rupe per misurare la velocità impiegata per atterrare sulle braccia dei loro proprietari quando vengono chiamate. Assisteremo anche ad una tradizionale gara di tiro alla fune chiamata kukbar, nella quale si gareggia stando sui cavalli. Uno dei momenti salienti del festival sarà la gara di tiro con l'arco nella quale i concorrenti di etnia urianhaj metteranno in campo la loro abilità con gli archi della tradizione mongola rimasti gli stessi dal 13° secolo. Pensione completa. Pernottamento nelle ger. DOIT Viaggi di I.T.P. Srl – Galleria San Carlo, 5 – 35133 Padova Tel 049618500 Fax 049613955 Email [email protected] Web www.doitviaggi.com 8 I nostri viaggi 2017 Mongolia Festival delle aquile reali Questa secolare tradizione è ancora praticata tra i kazaki mongoli che vivono nel Bayan Ulgii, la provincia più occidentale del paese. I kazaki catturano e addestrano le aquile reali, possenti rapaci da preda, per cacciare. Il piumaggio è di colore bruno scuro con penne dorate sul capo che, ricordando una corona, le hanno conferito il titolo di "reale". Questi enormi uccelli pesano fino a 6,5 chilogrammi con un'apertura alare di oltre 2 metri. Il becco è robusto e ricurvo, le zampe sono forti e ricoperte di piume, gli artigli sono lunghi ed affilati ed il quarto dito, opposto agli altri, è munito di un'unghia più lunga che trafigge le prede. Ciò ha conferito alle aquile il nome di rapaci, che deriva dalla parola latina "rapere", che significa afferrare. Le aquile sono "rapaci", cioè cacciano per il loro cibo. A differenza di altri uccelli, che si nutrono di semi o insetti in spazi ristretti, volano a grande distanza per procurarsi la caccia e sono molto abili nelle impennate e nelle picchiate. Cavalcano i flussi di aria calda e possono accelerare fino a 30 km all'ora quasi senza sforzo. La loro vista è particolarmente notevole. Con una visione più nitida di quella umana di circa otto volte, possono individuare una volpe o un coniglio fino a un miglio di distanza. Di solito i cacciatori kazaki scelgono le femmine degli uccelli in quanto sono più pesanti rispetto ai maschi e molto più aggressive. L'addestramento di questi uccelli, che vengono catturati da piccoli, è lungo e impegnativo e il cacciatore lo inizia utilizzando come prede delle pelli di animali. Il rapace viene legato ad una corda e quando afferra la pelle gettata nelle sue vicinanze viene premiato con un pezzo di carne, che sarà sempre più consistente man mano che l’uccello perfeziona la propria abilità nell’artigliare la preda. Possono vivere fino a 50 anni, ma la maggior parte dei cacciatori mantiene gli uccelli per circa 10 anni e poi li lascia di nuovo liberi. In questi ultimi anni a Bayan Ulgii si tiene tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre il Festival delle aquile da caccia, una manifestazione colorata e pittoresca che attrae i migliori cacciatori e gli esemplari più belli in una celebrazione importante per la comunità locale. I cacciatori, provenienti da tutti gli angoli della regione, si ritrovano una volta all'anno per partecipare ad un’emozionante gara di caccia a cavallo utilizzando solo maestose aquile reali tenute su di un braccio protetto da un enorme guanto e sostenuto da un bastone che poggia sulla sella del cavallo. Gli uccelli vengono tenuti bendati con un cappuccio, fino a quando il cacciatore avvista una preda: l’aquila viene lanciata in aria e s’innalza in cielo per poi fiondarsi in picchiata. Questa gara è una vera e propria sfida di abilità e velocità dove alla fine viene eletto il cacciatore con l'aquila più precisa. Oggi nel Bayan Ulgii sono rimasti circa 450 cacciatori tradizionali e questo evento è importante anche perché e l’ultima occasione d’incontro collettivo prima della calata del freddo inverno. A contorno del contesto venatorio vengono celebrate feste con danze e canti tradizionali. 15° giorno: lunedì 2 ottobre ULGII – ULAANBAATAR Dopo la colazione trasferimento in aeroporto per il volo di ritorno a Ulaanbaatar. All'arrivo trasferimento al Best Western Premier Tuushin Hotel 4*. si giunge al Museo d’Inverno Bodg Khaan. È il più importante monumento della Mongolia dal punto di vista storico e architettonico. Il complesso è costituito da 7 templi e 20 porte di dimensioni diverse. I templi sono stati costruiti tra il 1893 e il 1903 per l'ottavo Bogd Jivsundamba. Pochi anni più tardi è stato costruito il palazzo d'inverno in stile europeo. Poiché l'imperatore Manchu non gradiva che lo stile del palazzo non DOIT Viaggi di I.T.P. Srl – Galleria San Carlo, 5 – 35133 Padova Tel 049618500 Fax 049613955 Email [email protected] Web www.doitviaggi.com 9 I nostri viaggi 2017 Mongolia rispecchiasse la sua religione, furono aggiunti ornamenti buddisti al tetto e fiori di loto dipinti sui muri. Il Bogd Khan era considerato il "re santo", perciò non solo governava, ma rappresentava anche la fede. Insieme alla regina trascorse in questo palazzo 20 inverni. Attualmente il museo conserva intatte le stanze così com'erano a quei tempi con mobili, suppellettili, strumenti musicali e oggetti usati nelle cerimonie religiose appartenenti al Bogd Khan e a sua moglie: troni, costumi con ricami d'oro o pelliccia di volpe, vasi preziosi, l'acconciatura della regina per le grandi occasioni, una gher ricoperta di ben 150 pelli di leopardo. All'interno dei templi si potranno ammirare una stupenda collezione di dipinti, tankha (pitture su tessuto) e sculture che risalgono al 17° secolo e arrivano al 20°. In serata ci si reca a teatro per assistere allo spettacolo del Mongolian National Song and Dance Academic Ensemble. Pernottamento in Hotel. Pensione completa. 16° giorno: martedì 3 ottobre ULAANBAATAR – ISTANBUL – ITALIA (Milano o Roma) Prima colazione in hotel. Partenza per l’aeroporto di Ulaanbaatar Buyant in tempo utile per il volo di linea Turkish Airlines TK 343 in partenza alle ore 11:05. Arrivo a Istanbul alle ore 17:25. Pernottamento in Hotel in aeroporto a Istanbul. (Su richiesta il rientro può essere effettuato su Milano o Roma). Per Milano il volo Turkish Airlines TK 1877 parte da Istanbul alle ore 21:45 e arriva alle ore 23:45. Per Roma il volo Turkish Airlines TK 1361 parte da Istanbul alle ore 22:20 e arriva alle ore 23:55. 17° giorno: mercoledì 4 ottobre ISTANBUL – ITALIA (Venezia) Partenza con il volo di linea Turkish Airlines TK 1867 alle ore 06:50. Arrivo a Venezia alle ore 08:25. Rientro a Padova con pullman riservato. DOIT Viaggi di I.T.P. Srl – Galleria San Carlo, 5 – 35133 Padova Tel 049618500 Fax 049613955 Email [email protected] Web www.doitviaggi.com 10 I nostri viaggi 2017 Mongolia PREZZI E INFORMAZIONI Quota in camera doppia € 3500 Supplemento camera singola € 370 Gruppo di minimo 15 persone Acconto all’iscrizione: 30% Le quote di partecipazione sono state calcolate in EURO. L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dal Contratto di Viaggio riportato nel sito www.doitviaggi.com e disponibili presso la nostra sede; la quota include una “Polizza di assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danni al bagaglio” fornita da AXA. Le normative, i massimali assicurati e le possibili integrazioni sono riportati nel sito www.doitviaggi.com e disponibili presso la nostra sede. LA QUOTA COMPRENDE: volo di linea TURKISH AIRLINES Venezia / Istanbul / Ulaanbatar / Istanbul / Venezia, inclusa franchigia bagaglio 23 Kg; (su richiesta la partenza può essere effettuata da Milano o Roma) voli nazionali da Ulaanbaatar per Ulgii e ritorno, e dal Deserto dei Gobi a Ulaanbaatar, inclusa franchigia bagaglio 20 Kg; tasse aeroportuali; assistenza in aeroporto (arrivo/partenza); trasferimenti aeroporto/hotel/aeroporto; trasferimenti, tour ed escursioni, come da programma con minivan riservato per tutto il tour (4WD minivan russi tipo UAZ 452 durante il Festival delle aquile, minivan giapponesi tipo Mitsubishi Delica nel Deserto dei Gobi; 6 passeggeri possono occupare il minivan russo + il conducente. Ci saranno 3 minivan per 15 partecipanti. 4 passeggeri possono occupare il minivan giapponese + il conducente. Ci saranno 4 minivan giapponesi per 15 partecipanti); 3 notti al Best Western Premier Tuushin Hotel 4*, 8 pernottamenti in ger doppie e singole in campi selezionati, 3 pernottamenti in ger doppie e singole nei pressi del Festival; trattamento di pensione completa; guida parlante italiano; accompagnatore DOIT VIAGGI dall’Italia; entrate ai Parchi Nazionali indicate nel programma; entrata al Festival delle aquile; un’ora di passeggiata a dorso di cammello nel Deserto dei Gobi; entrate ai Parchi Nazionali indicati nel programma; una bottiglia da 1 litro di acqua minerale al giorno a persona; assicurazione medico bagaglio. LA QUOTA NON COMPRENDE: bevande, mance (saranno raccolti € 70 dall’accompagnatore in loco) extra personali e quanto non indicato alla voce "la quota comprende"; visto di ingresso in Mongolia (Euro 95); assicurazione contro l’annullamento per cause mediche certificate senza franchigia (€ 130). DOIT Viaggi di I.T.P. Srl – Galleria San Carlo, 5 – 35133 Padova Tel 049618500 Fax 049613955 Email [email protected] Web www.doitviaggi.com 11 I nostri viaggi 2017 Mongolia INFORMAZIONI UTILI Un viaggio in Mongolia va affrontato con la necessaria consapevolezza: è richiesto un certo spirito di adattamento, sensibilità e tolleranza nei confronti di una realtà così lontana e diversa, con la consapevolezza che ogni eventuale disagio è ampiamente ripagato dall’eccezionalità e dalla bellezza dei luoghi. La sequenza delle visite indicata nel programma può subire variazioni dovute a motivi di ordine organizzativo, meteorologico o ambientale, senza che ciò sminuisca l’interesse complessivo. VISTO D’INGRESSO: Dal 1° gennaio 2016 è necessario richiedere il visto di ingresso anche per soggiorni brevi di turismo. Per la richiesta del visto servono: passaporto con validità residua di almeno sei mesi, una foto formato tessera e compilare un apposito formulario. FUSO ORARIO +7 ore rispetto all’Italia, +6 durante l’ora legale LINGUE Khalkha Mongol (mongolo). Diffusa è la conoscenza del russo, specialmente tra le generazioni più vecchie, e in misura minore del tedesco. Tra i giovani comincia a diffondersi l'inglese. RELIGIONI Buddismo, religione sciamanica. MONETA Tughrik o Tigrik (MNT) Cambio: circa 2620 tughrik per un euro TELEFONIA Prefisso per l'Italia: 0039; prefisso dall'Italia: 00976. I gestori italiani hanno accordi di “roaming” con il gestore locale Mobicom. E’ possibile comprare schede locali ricaricabili: ci sono punti vendita all’aeroporto e ad Ulaan Baatar. La copertura è limitata ai pochi centri urbani. Gli Internet café sono molto diffusi. CLIMA E ATTREZZATURA Il clima in settembre e ottobre è mediamente piuttosto secco e le temperature previste sono tra i 5 e i 15 gradi, con possibili punte minime notturne al di sotto dello zero. Prevedere un abbigliamento resistente ad acqua e vento, scarponcini tipo trekking leggeri possibilmente con l’interno in goretex, portare creme protettive per il sole e occhiali. Si tenga presente che lungo il percorso non ci sono lavanderie. Si ricorda che il clima in questa terra è sempre imprevedibile e incline a repentini cambiamenti, da giorni caldi di sole si può passare a nevicate improvvise. DOIT Viaggi di I.T.P. Srl – Galleria San Carlo, 5 – 35133 Padova Tel 049618500 Fax 049613955 Email [email protected] Web www.doitviaggi.com 12 I nostri viaggi 2017 Mongolia