SPIFFERO MAGGIO 2016 - liceo scientifico “E.Medi”.

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SPIFFERO MAGGIO 2016 - liceo scientifico “E.Medi”.
S...PIFFERO
- liceo
Medi
Periodico degli
studenti
del liceo scientifico e linguistico statale
“E.Maggio
Medi”
Battipaglia
2016di pag
1/b
La voce
degli studenti!
Piffero
Supplemento mensile del giornale LA NUOVA GRATICOLA - iscr. RegistroStampa Trib. di SA n 755 del 1989-A nno XVI - Maggio 2016
Storia del web
Ogni giorno, senza neanche accorgercene, controlliamo
la posta elettronica, siamo in contatto con i nostri amici
postando ogni nostro pensiero sui social network,
navighiamo sul Web senza sapere cosa esso sia fino in
fondo. La prima proposta di un sistema ipertestuale si
può far risalire agli studi di Vanner Bush del 1945
pubblicati nell’articolo “As We May Think” ma, in
realtà il primo sito ufficiale che ha fatto nascere il World
Wide Web (WWW) è stato creato da Tim Berners-Lee,
un fisico, che, nel 1991, aveva la necessità di condividere
le informazioni e le ricerche con tutti gli altri colleghi
nel mondo. Proprio a tale scopo, presentò un
programma di database e in questa occasione fu
collaudata la prima forma di ipertesto.
Da quel momento Tim unì le sue forze con quelle di un
altro fisico Robert Cailliau il quale ripensò al progetto
di Tim in altri termini: combinare l’ipertesto con Internet
per creare le nostre pagine web. Nessuno in quel
momento si rendeva conto di come questo avrebbe
cambiato la vita di tutti noi. All’inizio l’interesse delle
persone verso il progetto di Tim sembrò piuttosto
debole. Piano piano che il Web cresceva e si sviluppava,
fra il 1995-2000, raccoglieva maggiori consensi e
soprattutto interesse fra i vari gruppi di business, che
iniziavano a cambiare la loro visione sul web e ad
utilizzare i propri capitali in progetti altamente
tecnologici. La forma primordiale dei social network
può essere considerata il BBS (Bulletin Board System)
ovvero un computer che utilizza un software che
consente agli utenti di utilizzare funzioni di
messaggistica e file sharing. Ma solo dal 2000 in poi
iniziò la corsa al social più popolare: Myspace,
Friendster, Linkedln. Ai giorni d’oggi il social in assoluto
più usato tra i giovani è Facebook. Gli utenti hanno
iniziato a connettersi dai dispositivi mobili fin dagli
anni ’90, ma è stato dal 2007 che le cose sono cambiate
quando si è introdotto il concetto di applicativi mobili
che consente tutte quelle attività impensabili fino a 30
anni fa.
Roberta Petti
Il mondo sommeso …!
Oggi giorno tutti conosciamo internet e il mondo virtuale,
o meglio, crediamo di conoscerlo. In realtà “Internet”
come lo conosciamo tutti è solo una minima parte del
Web e il motore di ricerca Google non comprende tante
nozioni che invece possiamo trovare nel Deep Web. Il
Deep Web è grande circa 500 volte quello
“pubblico” (detto Clear Web). E’lì che agiscono governi,
terroristi, pedofili, trafficanti di droga e tanta altra bella
gente. Il Deep Web è una sorta di mondo sommerso,
anonimo, dove la maggior parte delle attività svolte sono
illegali; ma perché c’è bisogno del Deep Web? Vi si
accede attraverso il browser TOR (The Onion Router),
liberamente scaricabile e utilizzabile. Questo browser,
che è una versione modificata di Firefox, procede anche
a criptare i dati, nascondere l’indirizzo IP (tramite il
quale si potrebbe essere rintracciati) e rendere
relativamente anonima la navigazione. Il Deep Web è
un grande centro di propaganda jihadista, qui i terroristi
possono essere in comunicazione fra loro “liberamente”
grazie all’anonimato e alla segretezza delle attività
possibili anche grazie al Browser TOR. Il Deep Web è
continuamente monitorato dalla polizia postale, sempre
alla ricerca di
criminali che
s p e s s o
v e n g o n o
arrestati e le
loro attività
criminali sono
bloccate.
Sara
Matteo
Di
WEB: una gabbia dorata!
E’ diventato il “brodo vitale” in cui la generazione 2.0 è nata evi
nuota come in un ambiente “naturalizzato”. Tutto bene,allora?
Oggi la
comunicaz i o n e
sociale è
sostenuta
d
a
moderni
strumenti
c h e
consentono
d
i
superare
le barriere
e i vincoli
di tempo
e
di
spazio e il
web
è
certamente
uno degli
strumenti
che offre
maggiori
opportunità.
T
r
a
diffidenze e
l
e
attrazioni,
il popolo
d
e
i
navigatori è
cresciuto, senza distinzioni di razza o di età.
Gli utenti sono rappresentati da tutte le categorie: i
bambini che trovano nuove opportunità di gioco; i
giovani che interagiscono con i loro coetanei in tutti i
paesi del mondo; gli adulti che utilizzano il web per
lavoro o svago e perfino i nonni telematici che
comunicano e sperimentano se stessi attraverso il
mondo virtuale.
Il web è stato paragonato al cervello umano da uno
studioso americano (Kevin Kelly): come i neuroni
sono collegati l’uno con l’altro così nel mondo vi sono
miliardi di processori e agenti di calcolo che presi
singolarmente hanno scarso valore ma considerati tutti
insieme danno luogo ad un’intelligenza inimmaginabile.
Quello che rende così importante Internet ed il WEB
è la possibilità della comunicazione di massa: anche la
semplice possibilità di comunicare un proprio stato
d’animo può essere importante, al punto tale che si
può affermare che comunicare è essenziale per la felicità
degli individui.
Il WEB consente di rivolgersi alle persone che non
conosciamo con un sorriso (virtuale) sia per lavoro
che per interazione sociale aprendo spazi che prima
erano inimmaginabili e facendo entrare le persone
nelle case e negli uffici aumentando considerevolmente
la produttività umana sul piano lavorativo e su quello
sociale. Uno studio australiano sostiene che chi naviga
sul web è più produttivo del 9%.
Il WEB apre spazio alle idee e all’immaginazione, e
“l’immaginazione è più importante della conoscenza”
(A. Einstein).
BOCCAGNA LUCREZIA
WEB: DIPENDENZA, NECESSITÀ, SOLIPSISMO TELEMATICO...
Per certi versi il web con i social network aiuta a non
invecchiare e, forse, a non morire proprio perché le
idee e l’immaginazione non possono morire. Ma la
rete, ricca di potenzialità e opportunità di informazioni,
a volte può divenire “una sorta di dipendenza”. In
proposito ci sono stati studi scientifici e conferenze
avvenuti in modo particolare in Giappone. Il malessere
si è manifestato soprattutto tra gli adolescenti (i
cosiddetti hikikomori), avvalorando la tesi che
anche i soggetti che non hanno mai avvertito alcun
disturbo psicologico, hanno talvolta assunto
comportamenti che portano alla riduzione delle
esperienze di vita e di relazione reali. Gli studi di
competitività aziendale affermano che la
possibilità di reperire una gran quantità di
informazioni sul web, che prima erano
inimmaginabili, ha consentito alle aziende ed agli
individui di aumentare la propria competitività e
produttività, ma nello stesso tempo ha creato le
condizioni per cui essendo tutti più competitivi
e produttivi ci troviamo nella difficoltà di poter
utilizzare in formula esclusiva il patrimonio di
conoscenze rinvenibile sul web. L’abuso
nell’utilizzare informazioni disponibili in rete,
può essere rischioso, riducendo l’attenzione
razionale e paradossalmente può produrre
isolamento sociale. A volte Internet può
sconvolgere i delicati equilibri dell’identità e
generare il cosiddetto “Solipsismo telematico “,
ossia la propensione a eleggere il Web come luogo
di rifugio e a volte clausura in cui appartarsi per
trovare sollievo da problemi quotidiani, tra
bisogni, emozioni ed illusioni. Il rischio è che la
rete potenzialmente potrebbe conquistare fette
sempre più ampie del tempo, accrescendo sempre
di più il numero di ore trascorso on-line,
rinunciando a salutari e reali esperienze di vita.
Ma forse il nemico più forte è una sorta di isolamento
protettivo, filtrato dai valori culturali più che dalla
tecnologia, che deforma la realtà rendendo sempre più
difficile l’adattamento a relazioni scolasticolavorativa. L’unica soluzione per uscirne è un utilizzo
non patologico della rete. La socializzazione reale non
deve mai essere sostituita totalmente con quella
virtuale.
Lucrezia Boccagna
DOSSIER WEB
S...PIFFERO - liceo Medi
Maggio 2016
pag 2/b
I social e le app
La storia di
Facebook
Facebook è un servizio di rete sociale lanciato il
4 febbraio 2004, posseduto e gestito dalla
società Facebook Inc., basato su una
piattaforma software dotata di vari linguaggi di
programmazione. Il nome “Facebook” prende
spunto da un elenco contenente nome
e fotografia degli
studenti
che
le
università statunitensi distribuiscono all’inizio
dell’anno accademico per aiutare gli iscritti a
socializzare tra loro. Il sito, fondato
ad Harvard negli Stati
Uniti da Mark
Zuckerberg e dai suoi compagni di università, era
stato originariamente progettato esclusivamente
per gli studenti dell’Università di Harvard, ma fu
presto aperto anche agli studenti delle altre scuole
superiori e a chiunque dichiarasse di avere più di
13 anni di età. Da allora Facebook ha raggiunto
un enorme successo: risulta essere il secondo sito
più visitato al mondo dopo Google.
Il 28 ottobre 2003 Mark Zuckerberg mandò in
rete Facemash, predecessore di Facebook, mentre
frequentava il secondo anno all’università di
Harvard. Per realizzare il progetto, Zuckerberg
si introdusse in aree protette della rete
universitaria per copiare le foto dei documenti
di riconoscimento degli studenti. Facemash
registrò più di 450 visitatori e 22.000 foto
visualizzate durante le prime quattro ore di
visibilità del sito, ma fu chiuso pochi giorni dopo
dai responsabili dell’università; infatti
Zuckerberg fu accusato di aver violato la
sicurezza, i copyright e la privacy individuale,
rischiando così l’espulsione, ma alla fine non fu
preso nessun provvedimento.Nel gennaio 2004
Zuckerberg cominciò a programmare un nuovo
sito web, che vide la luce il 4 febbraio 2004; il
sito era raggiungibile all’indirizzo
thefacebook.com. Sei giorni dopo altri tre studenti
di Harvard accusarono Zuckerberg di averli
truffati, in quanto avrebbe promesso loro di
aiutarli a creare un servizio di rete sociale chiamato
“HarvardConnection.com” mentre era
intenzionato a rubargli l’idea per creare un sito
concorrente. L’accusa si tradusse in una causa
legale.Per la fine del mese di febbraio, più della
metà della popolazione universitaria di Harvard
era registrata al servizio e nel marzo 2004
Facebook si espanse all’Università di Stanford,
alla Columbia University e all’Università Yale.
Ad aprile del 2004 il servizio si allargò al resto
della Ivy League, al MIT, alla Boston
University e al Boston College. Fu poi la volta
di altri istituti negli Stati Uniti e a metà del 2004 fu
fondata la corporation Facebook, Inc. della quale
l’imprenditore Sean Parker divenne presidente.
A fine mese ricevettero il primo finanziamento
da Peter Thiel ,cofondatore di PayPal.Tra aprile
e agosto del 2005 venne registrato il dominio
attuale, facebook.com, per la cifra di 200.000
dollari. Col tempo, persone con un indirizzo di
posta elettronica con dominio universitario
acquisirono i diritti per diventare utenti. Il 27
febbraio 2006 il servizio fu aperto anche ai licei e
ad alcune grandi compagnie, tra
cui Apple e Microsoft. Dal 26 settembre 2006
chiunque abbia più di 13 anni può parteciparvi.
In Italia si è registrato un boom di presenze nel
2008: nel mese di agosto si sono contate oltre un
milione e trecentomila visite, con un incremento
sull’anno precedente del 961%; il terzo trimestre
ha poi visto l’Italia in testa alla lista dei paesi con
il maggiore incremento del numero di utenti.
L’impatto che Facebook ha avuto sulla
popolazione mondiale è stato davvero
significativo: il sito ha coinvolto persone di ogni
età che navigano quotidianamente sui social
network dove sono possibili incontri
virtuali,spazi di confidenza privata, rapporti
professionali. Anche Facebook, come ogni altra
cosa, può rivelarsi pericoloso se usato
inconsideratamente: spesso, soprattutto i giovani,
si lasciano ingannare da profili fasulli o forniscono
troppo superficialmente i propri dati privati
andando incontro a seri problemi. Quindi
Facebook è davvero una finestra sul mondo, uno
strumento di comunicazione utile ed efficiente,
ma da utilizzare correttamente.
Francesca Alfinito
Le applicazioni : Un’ applicazione mobile, o app, è un piccolo software che si istalla e si utilizza
sul proprio dispositivo mobile. Le app ci permettono di fare un’ infinità di cose dal nostro smartphone. Ogni
applicazione ha una funzione differente, infatti esistono app che ci permettono di restare in contatto con i nostri amici
fino ad applicazioni che vengono utilizzate per ingannare il tempo. Oggi siamo in grado di personalizzare il nostro
smartphone, con un solo apparecchio abbiamo sostituito una quantità incredibile di oggetti: lo possiamo usare come
calcolatrice, sveglia, agenda, registratore e persino come promemoria per appuntamenti importanti. Lo smartphone
non solo ha rimpiazzato la macchina fotografica ma anche il vecchio lettore mp3. Grazie alle app non è solo possibile
giocare, fotografare e chattare ma ci permettono di portarci dietro vocabolari, enciclopedie, ebook o restare informato
sul meteo e su ciò che accade nel mondo e anche per raggiungere qualsiasi destinazione grazie al GPS. Con un semplice
click possiamo acquistare qualsiasi cosa online; grazie ai Social Network si può interagire con amici a distanza, ma
comunque anche quando si è in gruppo e si ha la possibilità di relazionare direttamente con le persone non si fa a meno
di condividere e postare foto. Lo smartphone diventa inseparabile personal trainer delle nostre attività sportive dove
rimane traccia dei progressi ottenuti e obiettivi realizzati. Si nota come le app hanno cambiato profondamente il modo
di relazionarci con il mondo e gli altri, modificando il nostro comportamento e le nostre abitudini. Francesca Apolito
HOME
Google ha lanciato ufficialmente Home, la sua
cassa connessa che andrà a competere con Amazon
Echo. Come da copione, Home è una cassa di
piccole dimensioni da collegare alla presa elettrica
e al Wi-Fi di casa. A questo punto i suoi microfoni
saranno in grado di ascoltare ogni cosa che succede
in casa, ma soprattutto di rispondere ai nostri
comandi. Chiaramente è in grado di riprodurre
musica ma, proprio come Echo consente di
controllare la domotica a voce, di cercare
informazioni in Rete. È, insomma, l’assistente
vocale fuori dal cellulare, ma con una scocca
tondeggiante che non disdegna il design. La cupola
in basso infatti può essere sostituita per adattarsi
allo stile del nostro salotto, i quattro LED sopra
hanno i colori di Google e non sono fastidiosi
come quelli di un router mentre il multiroom
permette, per esempio, di impartire gli ordini a
una cassa e di riprodurre la musica a un’altra.
Questo è merito di Cast la tecnologia che ci
permette anche di controllare la riproduzione
video di Chromecast, creando una rete
multimediale in tutta casa. Insomma, le
potenzialità
sono parecchie,
ma l’arrivo di
Home è previsto
per fine anno
(negli States).
Non ci resta che
iscriversi al sito
dedicato
e
aspettare.
De Vita Vittorio
INSTAGRAM
Instagram è un social network usato per condividere foto e video
applicando su di essi dei filtri. Instagram, inizialmente, non era
ciò che vediamo oggi, ma i suoi fondatori, Kevin Systrom e Mike
Krieger, lavoravano a un altro progetto: Burbn. L’app era, e lo è
tuttora, gratuita. Così nel giro di pochissimi mesi, già a dicembre
2010, Instagram tagliò il traguardo del primo milione di utenti.
Nel 2011 venne fornita la possibilità di aggiungere gli #hashtag
alle foto, un primo passo per imporsi sul mercato come il “Twitter
delle immagini”. Come su Twitter, moltissime sono le celebrità
che hanno su Instagram un profilo ufficiale. È ovvio che i fan di
questi ultimi accorrono in massa sull’app per essere “follower”
del loro idolo. Dopo soli due anni dal lancio Instagram è stato
acquistato da Mark Zuckerberg, padre di Facebook, per circa 1
miliardo di dollari. Oggi conta circa 150 milioni di utenti attivi e
più di 50 milioni di foto caricate ogni giorno. La parola d’ordine
di questo simpatico social è “selfie”: quasi 35 milioni delle foto
caricate su Instagram sono autoscatti. Tutti, anche personaggi
famosi, non esitano ad allungare il braccio e autoritrarsi con il
telefonino in qualsiasi occasione. A dimostrazione poi del fatto
che questo social è prettamente dei teenager, il più seguito in
assoluto è Justin Bieber, con c.12 milioni di followers, seguito da
Kim Kardashian e Rihanna. Miley Cyrus, anch’essa icona delle
ragazze, è in 6 posizione con oltre 8 milioni di followers. Il primo
personaggio non
dello spettacolo è
Barak Obama in 40
posizione. I primi
tre marchi, sono
Nike, Starbucks e
NBA che però
insieme
non
arrivano a fare i
followers di Miley
C y r u s .
Roberta Petti
Su Facebook piccoli boss con le armi
Sulle pagine Facebook dei giovani rampolli delle famiglie malavitose di Napoli e provincia (alcuni sono i nipoti di boss
un tempo temutissimi) il mito di «Scarface» resiste inossidabile nonostante gli anni. Resiste e si affianca al rilancio del
trailer di Gomorra, seconda serie su Sky, che pure tira alla grande tra i ragazzini, tantissimi i minorenni. Così il
principale social mondiale diventa un’antologia di esistenze bruciate. Vite segnate da cognomi ingombranti, da logiche
di clan di giovanissimi che indossano tutti le stesse, costosissime, magliette firmate da due stilisti nordeuropei; che
impennano sui loro motocicli «perché — scrivono — la normalità mi annoia»; che si fanno fotografare mentre
stappano maxibottiglie di Champagne. E poi ragazzi più grandi alla guida di Porsche o Audi. Tutte lussuose, tutte
sgargianti. Uno di loro scrive: «Mi è costata 50 barbettoni...» intendendo quasi certamente cinquantamila euro. Altri,
più piccoli, pubblicano foto di coltelli a serramanico, oppure intere collezioni di Rolex di incerta provenienza. È una
esibizione continua, ossessiva, ostentata, di beni di lusso e di aggressività. Di post sprezzanti nei confronti degli
«infami» e delle forze dell’ordine. «Stann’ semp’ annanz’ a me..chitemm...» si sfoga uno, pubblicando dalla sua auto la
foto di un posto di blocco dei carabinieri. Ma a destare impressione è l’enorme quantità di pistole e fucili che è
possibile vedere liberamente nelle foto di quei profili. Come quella che ritrae un giovane, giubbetto in pelle nera,
bottiglia di birra tra le mani e accanto a lui un’avvenente ragazza in minigonna. Lei tende le braccia impugnando
un’arma. I due sono su un balcone. Non è dato sapere se abbia davvero sparato o se si sia trattato solo di una esibizione
a beneficio di chi legge. C’è chi posta un video Hip-hop in cui si vede un uomo che armeggia con un’automatica e
commenta: «Per me non sei una usa e getta, non sei solo un oggetto. È bello svegliarmi e vedere che sei nel mio letto».
Le armi sono un’ossessione, ma chi si fa fotografare mentre le maneggia, è consapevole dei rischi e commenta: «La tua
vita cambia nel momento che premi quel grilletto...». È notte, il giovanissimo è in sella a un motociclo fermo in un
quartiere periferico e punta l’arma contro un bersaglio immaginario. «Ma lievete sta’ cos’a piumbin a man...» lo
apostrofa un amico. Il refrain prevede i soliti post di odio verso le forze dell’ordine: «Tr...e polizia, stessa porcheria».
Oppure: «Finché vivrò contro di te starò» corollario di un muro con la scritta Acab (acronimo inglese di «tutti i
poliziotti sono bastardi»). Ma ci sono anche commenti malinconici, quelli riservati ai padri o ai fratelli in cella. Scrive
la figlia di un detenuto: «Vita mia, oggi è il tuo onomastico e con
questo sono cinque che non festeggiamo insieme...Auguri di una
presta libertà». Un ragazzo posta: «Tra poche ore il leone uscirà
dalla sua gabbia» e pubblica la foto del padre nell’atto di lanciargli un
bacio. Poi si lascia andare a una riflessione più lunga che ha il sapore
di una confessione esistenziale: «Veniamo dal quartiere del male,
perché non abbiamo un’istruzione, perché a scuola non ci andiamo.
Ma da noi a scuola non ci puoi andare, perché prima devi pensare a
mangiare, a fare la vita che fanno tutti i ragazzi normali. Solo che a
loro ci pensano i genitori. Da noi no...Ci sono ragazzi che scelgono la
strada del male, di comandare il quartiere. Ma vi dico che hanno un
cuore e la forza di combattere. Contro tutto e tutti». È una guerra
senza fine. Come la notte di Napoli. Fonte: http://
corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/16_aprile_ De Vita Vittorio
S...PIFFERO - liceo Medi
DOSSIER WEB
Maggio 2016
pag 3/b
Marketing-Ebook-Giornali- etc.
I due volti del social marketing
Il Web 2.0 ha rivoluzionato non solo la società e la cultura del nostro secolo, ma
ha cambiato radicalmente anche le relazioni economiche tra azienda e consumatore;
infatti, tramite internet, gli utenti, e dunque i consumatori, si trasformano in veri
e propri operatori di marketing, scambiandosi informazioni su brand e prodotti.
Colpire questa ampissima fascia di utenza in modo corretto determina il successo
del proprio business. I social network (quali ad esempio Facebook, Twitter,
YouTube) sono sempre più utilizzati dalle aziende per promuoversi e comunicare
con clienti acquisiti e potenziali. Queste nuove piattaforme si rivelano utili
complementi ai siti web e aumentando esponenzialmente le probabilità di vendita.
Milioni di utenti,infatti, utilizzano quotidianamente i social network, siti di
condivisione di foto e video, per scambiare con la propria rete di amici/contatti
informazioni, opinioni e materiali multimediali come foto e video. Grazie ai
social media l’azienda avrà la possibilità di controllare la percezione da parte dei
consumatori dei prodotti e servizi erogati. Svolgere attività di social media
marketing significa utilizzare i social network per comunicare con i consumatori,
instaurando di rapporti continuativi dove il trasferimento di informazioni è
bidirezionale. Speciali tecniche di pubblicazione dei propri contenuti sui social
media danno notevoli risultati per il miglioramento del posizionamento sui motori
di ricerca facendo sì che i nostri prodotti preferiti diventino più evidenti. La
scelta di quali social network utilizzare, oltre che come impiegarli, è decisa in
base a quale categoria appartiene l’attività e alla tipologia di prodotti
commercializzati. Un corretto uso dei social media, dunque, offre numerosi
vantaggi alle grandi e piccole aziende: promuovere il marchio portando l’attenzione
sui propri prodotti migliorandone l’opinione; colpire un numero elevato di utenti
generando passaparola; Aumentare la fidelizzazione dei consumatori rafforzando
il servizio clienti; ascoltare i pareri dei clienti ricevendo commenti e pareri sui
propri prodotti; rafforzare i contatti commerciali e migliorare le relazioni
personali. Dunque i vantaggi per le aziende sono numerose, ma la nostra libertà
e la nostra privacy vengono messe pericolosamente in secondo piano. Questa è
l’altra faccia del web 2.0 che non va assolutamente sottovalutata. Il web é come
il “grande fratello” immaginato dallo scrittore Orwell nel secolo scorso: un’entità
che controlla ogni nostra piccola mossa. Parlare con un amico scambiandosi
informazioni e pareri può diventare un pretesto per bombardarci di pubblicità;
ecco che il web, apparentemente luogo libero, diventa,invece, una gabbia.
CHIARA BATTIPAGLIA
IL “WEB COME GABBIA”
Il film polacco “Sala Samobòjcòw”, tradotto “La camera dei suicidi”, è una
crudissima pellicola del 2011 che descrive con attenzione le vicende di un giovane
adolescente che resta incastrato tra le grinfie del web. Popolare nella sua scuola,
ma privato di ogni attenzione da parte dei suoi genitori troppo immersi nel loro
lavoro, il giovane Dominik si imbatte in un sito dove conosce Sylwia (dietro il
nickname di “the suicide room”) che lo invita ad entrare in un gioco 3D nel quale
lei ed un gruppo di ragazzi si “incontrano”; il ragazzo, attratto dalla personalità
di Sylwia, si rinchiude nella sua camera per rimanere costantemente online (lei
confesserà di non uscire dalla sua camera da tre anni). A questo punto il destino
di Dominik è segnato: si rinchiude nel suo mondo rifiutando la realtà ed i genitori
che finalmente bussano alla sua porta, lo trovano con le vene tagliate, in profonda
depressione. Questi ultimi gli vietano internet e organizzano appuntamenti con
uno psichiatra che imporrà una cura a base di psicofarmaci. Il giovane, in un pub
coi medicinali e una birra, “incontra” l’allucinazione di Sylwia, ma poco dopo
resta in overdose sul pavimento. Sua madre scoprirà il video games e darà la
triste notizia ai giocatori della Camera dei suicidi attraverso l’account di suo
figlio. Solo in questo momento Sylwia lascerà le sue quattro mura correndo, per
poi piangere in giardino la perdita della sua morbosa amicizia. Il film drammatico
ci mostra come il network possa influenzarci e plasmarci a sua immagine e
somiglianza o diventare addirittura una piaga incurabile per le personalità più
deboli. Sylwia riacquisisce il senso della realtà solo dopo un avvenimento terribile,
ma tutti gli avvenimenti terribili possono essere prevenuti ed evitati. Non ci
facciamo minacciare dalle nostre stesse creazioni.
Giulia Caruso
Detective su Facebook
Alla ex moglie aveva detto di non poter andare a prendere i figli al calcetto perché
immobilizzato da una tibia rotta. Invece era su un panfilo a Montecarlo (e senza
ombra di gesso alla gamba). Al ritorno dalle vacanze si è trovato un’intimazione
del giudice e il rischio di vedere la responsabilità genitoriale sospesa. Niente
investigatori privati o amici che fanno la spia: è bastato sfogliare le sue foto su
Facebook, dove le lussuose ferie erano documentate con selfie e foto di gruppo.
«Si credeva furbo perché aveva bloccato la ex dai suoi contatti. Ma lei ha creato
un account falso con la foto di una donna bella e provocante e gli ha chiesto
l’amicizia: lui ha accettato subito ed è caduto in trappola», racconta Gian Ettore
Gassani, presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani (Ami).
Di casi così ne vede ogni giorno.
Da anni. C’è quello che sostiene di non avere i mezzi per pagare l’assegno di
mantenimento e poi pubblica su Facebook le foto su uno yacht alle Maldive,
quella che nega relazioni extraconiugali e poi su Instagram posta foto romantiche
con l’hashtag #love. C’è l’irreprensibile che si geolocalizza sempre nello stesso
posto, e così si viene a sapere che ha una seconda casa segreta comprata
all’insaputa del partner. Segreta, si fa per dire. Perché la posizione, l’arrendamento
e pure le piante sul terrazzo sono a disposizione con pochi click, frugando tra un
social e l’altro. Ma soprattutto sono tutti documenti facili da stampare e da
inserire nei dossier da portare davanti ai giudici. Ormai ciò che si trova sui social
non è altro che una prova in più e come tale utilizzabile nei processi sul diritto
alla famiglia, che si tratti di dimostrare un’infedeltà o di valutare la potenzialità
economiche di una persona.
DE VITA VITTORIO
Testate On line
Un giornale on-line è una testata giornalistica, regolarmente iscritta, che non viene
pubblicata su supporto cartaceo ma solamente sul web. Esistono diverse tipologie di
testate web. Possono essere portali di informazione, riviste dedicate ad un’arte specifica
(poesie, racconti, fotografie...), progetti sperimentali di giornalismo partecipativo.
La scrittura per il web è di tipo diverso da quella per la carta stampata: deve essere
sintetica, rapida, molto chiara e spesso supportata da un video. Tutti i giornali hanno
dei redattori il cui compito è quello di raccogliere gli articoli e di svolgere un controllo
di qualità per assicurare che tutto il materiale che viene pubblicato incontri le aspettative
di coloro che investono tempo e denaro nella sua produzione e soprattutto sono
garanti della qualità nei confronti degli utenti. Esempi di giornali online sono i giornali
letterari, notiziari e settimanali di interesse popolare, giornali che si occupano di
argomenti specialistici come pubblicazione professionali o accademiche. Spesso le
testate giornalistiche più importanti hanno una versione online della versione cartacea,
con redazioni che hanno il compito di integrare e approfondire le tematiche del cartaceo.
Una testata online, come quella tradizionale cartacea, deve essere registrata nei tribunali
e avere un direttore responsabile, a differenza di quella cartacea però ha l’obbligo di
scegliere un webmaster. In Italia sono ancora vive le polemiche circa la necessità che i
siti web che forniscono informazioni (quindi anche e soprattutto blog e social) abbiano
una regolare registrazione in Tribunale ed evitino così di rimanere senza vincoli legislativi.
Nell’ottobre del 2007 il governo aveva presentato un disegno di legge di riforma
dell’editoria web in cui aveva stabilito per i blog l’obbligo della registrazione. La
materia è ancora in discussione in parlamento. Staremo a vedere. Sara Di Matteo
E-BOOK
TRA CONSERVATORI E RIVOLUZIONARI
Gli e-book, i cosiddetti libri elettronici, spopolano ormai da qualche anno. Questi
danno la possibilità di approcciarsi alla lettura di nuovi best-seller o grandi classici da
pc, da tablet, da smatphone o da apparecchi appositi, eliminando peso dagli zaini e
spazio sugli scaffali. Tant’è vero che la nuova tecnologia dà l’opportunità di creare una
libreria personalizzata nella quale raccorgliere i “libri” scaricati dalla rete consentendoci
di portarli con noi sempre tutti e senza più la paura di perdere il segnalibro. Un grande
passo
verso
il
futuro.
Ma
ne
siamo
tutti
contenti?
Come quasi per ogni novità, c’è chi la apprezza e chi invece si schiera per la tradizione.
I primi la sfruttano al meglio, per letture di piacere in treno, in metro, sul divano di casa
propria, in spiaggia o anche per gli studi liceali o universitari, portando con loro l’intera
libreria virtuale, aspettando solo che la “pagina” scelta si carichi, ed evitando un
massiccio abbattimento degli alberi, ma sempre con il caricabatteria a portata di mano;
apprezzano soprattutto la comodità e la leggerezza degli apparecchi ed il risparmio
economico di scaricare un testo dal web piuttosto che acquistarlo cartaceo in una vera
libreria,.
I secondi, invece, disobbediscono alla massa che cambia a seconda di una
nuova moda e continuano a cercare, scegliere e comprare i propri libri preferiti salutando
il libraio all’uscita del negozio e come un rito indiscutibile sfogliano ogni pagina,
venendone chiaramente l’inizio o la fine e poi lo ripongono in borse e zaini, fieri del
“peso della cultura” che sentono sulle spalle, oppure lo poggiano sul comodino senza
la preoccupazione di impostare il risparmio energetico oppure di ricaricarne la batteria;
gli amanti del cartaceo apprezzano le sfumature della copertina oppure un’edizione
limitata, i segni del tempo, il profumo e il tatto delle pagine e la sicurezza di ottenere
proprio ciò che si desidera, a scanso di ogni tipo di equivoco. Leggere è un’arte ed ogni
arte ha bisogno dei propri strumenti.
Giulia Caruso
“Mercatino online “
Vi è mai capitato di scambiare panni, scarpe
e oggetti vari con i vostri fratelli o con
qualche amico? Da qualche anno, a seguito
della forte crisi economica si sono diffusi i
mercatini dell’usato. Come tutte le cose ormai anche questi mercatini hanno raggiunto
il web. Migliaia di persone hanno la possibilità di vendere e acquistare oggetti usati.
Per diffondere questa attività sono nati dei siti specifici e ancora tantissime sono le
pagine “mercatino online “ nate sui social e principalmente su facebook. Ma come
avviene lo scambio? Il venditore pubblica sul sito o sulla pagina facebook le foto della
merce con prezzo correlato e gli interessati in privato concordano un appuntamento
con il veditore, la vendita o lo scambio avverrà a mano. Questi mercatini online sono
davvero tanto amati dagli Italiani che spesso hanno la possibilità di acquistare oggetti
unici e introvabili a poco prezzo. Tutto questo permette anche di farsi un regalo con
poco. È importante sottolineare, però, che bisogna tenere sempre alta la guardia,
accertarsi che quel contatto non sia un fake, che la merce non sia troppo rovinata e poi
magari, procedere con l’acquisto.
Sara Di Matteo
La Cyber Warfare
La Cyberwarfare o Guerra Cibernetica è un nuovo modo di fare la guerra con il computer
che può colpire chiunque, dovunque e in qualunque momento. Il concetto di guerra
convenzionale è molto lontano, non servono munizioni o pezzi di artiglieria. L’offensiva
di una guerra cibernetica, infatti, può essere sferrata da un ragazzo di 15 anni che ha
semplicemente a disposizione un Pc e una rete internet. Questo modo di “guerreggiare”
sta sconvolgendo il modo di intendere la guerra, confondendo addirittura il concetto di
“nemico”. Ma cos’è veramente la guerra cibernetica? Con il termine Cyber Warfare ci
si riferisce al complesso di attività difensive (cyber-security) e offensive (cyber-attack)
condotte mediante l’uso combinato e distribuito di tecnologie elettroniche, informatiche
e infrastrutture di telecomunicazione; queste attività prevedono l’intercettazione, la
manipolazione o la distruzione dell’informazione e dei sistemi di comunicazione del
“nemico”. La Cyber Warfare rappresenta un vero e proprio pericolo specialmente per
le grandi aziende e per i governi mondiali che infatti stanno investendo tanto nella
ricerca di tecnologie Cyberwarfare prevention and Cyber-attack, le nazioni che spiccano
sulla ricerca, sono nazioni come Serbia, Svezia, Egitto e Russia. Sara Di Matteo
S...PIFFERO - liceo Medi
CRONACHE dal MEDI
Maggio 2016
pag 4/b
INCONTRO CON VALENTINO BALDI
INCONTRO CON ROMANO LUPERINI
Nelle giornate del 29 e del 30 aprile 2016
il nostro liceo ha accolto
con orgoglio insieme al
prof.Romano Luperini
un ex alunno molto
speciale. Si tratta di
Valentino Baldi, classe
1982,
laureato
all’Università di Siena e
docente di Letteratura
Italiana e Letterature
Comparate presso la
University of Malta. Ha
pubblicato diversi saggi
su Pirandello, Svevo,
Joyce e Kafka su riviste di italianistica.
Nel 2010 esce il suo primo libro Reale
Romano Luperini nasce a Lucca il 6
dicembre 1940 ed è un critico
letterario, scrittore e politico italiano.
Ha frequentato il
liceo classico a Pisa e
ha compiuto studi
universitari
umanistici. Nel 1969
è stato tra i fondatori
della “Lega dei
comunisti pisani”,
che poi mutò nome
in Lega
dei
C o m u n i s t i ,
un’organizzazione
che porterà alla
formazione del partito di Democrazia
Proletaria nel 5. È uno dei massimi
esponenti della critica letteraria italiana.
Ha
insegnato letteratura
italiana moderna e contemporanea
all’Università di Siena ed è stato
professore aggiunto all’Università di
Toronto, in Canada. Dirige riviste e
collane di letteratura e di critica letteraria
Gli insegnanti di Hawking
<< Tutto inizia con l’amore, l’amore
per la musica, l’amore per la storia e
nel mio caso l’amore per la scienza.
Nella scuola di Albans c’è stato un
professore di matematica, per me fonte
di ispirazione: Mr. Ricardo. Mi ha
aperto gli occhi sull’universo, che ho
studiato grazie alla matematica. Non
sono mai stato lo studente migliore: la
mia grafia era orribile ed ero anche pigro.
Molti insegnanti erano noiosi, tranne
Mr. Tahta, le cui lezioni erano vivaci e
stimolanti e durante le quali tutto
poteva essere messo in discussione.
Insieme abbiamo costruito il mio primo
computer. Grazie a lui sono diventato
professore di matematica a Cambridge,
ottenendo la stessa cattedra che una
volta aveva Isaac Newton. Ho trascorso
la mia vita cercando di risolvere i misteri
dell’universo. Quando ognuno di noi
pensa a cosa può fare nella vita noi
possiamo realizzarlo grazie a un
professore. Dietro ogni persona
eccezionale c’è un insegnante
eccezionale. Oggi abbiamo bisogno di
grandi insegnanti più che mai. Dobbiamo
sempre ricordare che gli insegnanti
CONTANO. >>
De Vita Vittorio
Up&Up: l’arte di vivere
Chi abbia avuto il piacere di vedere il
video di Up&Up, canzone del
celeberrimo gruppo dei Coldplay, è
certo rimasto sorpreso e forse
emozionato dalla fantasia dirompente
con la quale immagini di ogni sorta si
alternano in quello che potrebbe essere
un sogno. Pesci che nuotano nel cielo
e uccelli che volano nell’acqua, un
uomo che dorme serenamente
sull’atomica mentre viene sganciata, un
vulcano che erutta pop-corn. Si tratta
di immagini vigorosamente suggestive,
alcune delle quali nascondono anche
l’amara consapevolezza di un presente
difficile, nella rappresentazione ad
esempio dei miseri barconi dei migranti
in una vasca da bagno. Se la canzone
allude ad una rinascita imminente, ad
una fiducia nella possibilità metaforica
di rialzarsi, il video, davvero stupendo,
è la dimostrazione di come l’arte possa
trattare temi ostici e sconvenienti, con
leggerezza. Chris Martin e la sua band
divengono giganti, possono guardare il
mondo
con
una
maggiore
consapevolezza e al tempo stesso con
un maggiore distacco. E’ la magia della
loro arte che rende possibile questa
trasformazione e sensibilizza lo
spettatore con la bellezza anziché con
la solita
triste
brutalità
d e l l e
informazioni
d
a
telegiornale
Messano
Antonio
Invisibile e nel 2014 pubblica Psicoanalisi,
critica e letteratura,
mentre il suo ultimo lavoro
è in pubblicazione e si
chiama Il sole e la morte
ed è incentrato sulla teoria
letteraria di Francesco
Orlando. Insieme al
professor
Romano
Luperini sta curando un
numero di Moderna
dedicato alla letteratura e
alla teoria delle emozioni e
lo ha accompagnato negli
incontri dedicati alla
presentazione del suo nuovo romanzo La
Rancura.
Alessandra Soriente
La scuola digitale
Oggi il digitale ci rende capaci di innovare
la scuola coinvolgendo insegnanti e
studenti, facendo cooperare docenti,
alunni e famiglie con nuovi strumenti
didattico-interattivi, formativi ed
informativi, ottimizzando al massimo le
risorse. In questo contesto
il
rivoluzionario Argo Software risalente al
2000 con la prima versione di DidArgo,
ha assunto in 5 anni un ruolo trainante
nell’evoluzione digitale, grazie ad
importanti accordi siglati con il Ministero
della Pubblica Istruzione. Argo Software
è stata la prima azienda sul mercato
nazionale produttrice del registro
informatico di classe e del professore. La
piattaforma offre una soluzione digitale
rispetto al tradizionale metodo di
trascrizione sui registri cartacei. Oggi in
tempo reale è possibile far interagire la
scuola con la famiglia. In una politica di
“Spending review” i costi di licenza sono
azzerati. Inoltre il Portale Argo Alunni
Web rende visibile alle famiglie la gestione
di presenze, archiviazione e stampa
documenti, comunicazione tra famiglie e
scuola. La scuola italiana è stata la prima
a sostituire i vecchi registri cartacei con
quelli digitali nel 2008 ed il salto della
dematerializzazione è ormai definitivo,
senza penalizzazione di qualità e
sicurezza. Tutto è possibile da ogni sede,
da ogni luogo, con un collegamento
Internet.
Lucrezia Boccagna
Stress e neuroni
Dopo tante ricerche sui danni dello
stress, una che segna una inversione di
tendenza . Secondo uno studio
dell’Università del Texas su 300
individui di età compresa tra i 50 e gli
89 anni e pubblicato su Frontiers in
Aging Neuroscience, infatti, gestire
molti impegni potrebbe aiutare a
mantenere in salute il cervello. I
ricercatori hanno interrogato i volontari
sui loro programmi giornalieri e li hanno
sottoposti a una serie di test.
Risulterebbe proprio che uno stile di
vita denso di impegni comporti la
presenza di un cervello sano. Le
persone che hanno tanti impegni cui far
fronte elaborano le informazioni in
modo più rapido e hanno memoria,
ragionamento e vocabolario superiore
rispetto a quelle più dedite all’ozio.
Secondo gli studiosi, fare diverse
attività in un giorno aumenta la
possibilità di imparare cose nuove,
stimolando il cervello e sottoponendolo
a sfide nuove.
Messano Antonio
ed è anche autore di un gran numero di
saggi di critica letteraria. Si è occupato
soprattutto
della
periodo
storicoletterario compreso
fraNaturalismoeAvanguardia,
soffermandosi in
p a r t i c o l a r e
su Giovanni Verga, ma
anche di poesia del
Novecento, tra cui
E u g e n i o
Montale e Franco
Fortini. La sua
scrittura si distingue
per
la
grande
chiarezza e concisione formale, oltre alla
precisione degli sfondi storici. È
coautore del libro di testo La scrittura e
l’interpretazione. Storia e antologia della
letteratura italiana nel quadro della
civiltà europea, uscito per la prima volta
nel 1996 e oggi in uso in circa un quarto
delle classi di letteratura dei licei.
Alessandra Soriente
Giochi di Chimica
La Società Chimica Italiana (SCI)
organizza ogni anno i Giochi della
Chimica, una manifestazione culturale
che ha lo scopo di stimolare tra i giovani
l’amore per questa disciplina e anche di
selezionare la squadra italiana per
partecipare alle Olimpiadi internazionali
della Chimica. I Giochi della Chimica
sono nati nel 1984 in Veneto su iniziativa
del prof. Scorrano dell’Università di
Padova, e sono rimasti per tre anni una
manifestazione a carattere regionale. Dal
1987 sono diventati una manifestazione
nazionale e si svolgono in tre momenti:
una fase regionale, una fase nazionale e
una fase internazionale. E proprio nella
fase regionale si è eccezionalmente
distinto l’alunno del nostro liceo Davide
Della Monica, della classe 5°H,
meritando una menzione speciale nella
categoria B (studenti del secondo
triennio degli istituti “non specializzati
in chimica”) della finale regionale dei
Giochi della Chimica 2016 per la
provincia di Salerno. Messano Antonio
Giovanni Falcone: Il 23 Maggio 2016 è stato celebrato il 24°anniversario dalla morte di Giovanni Falcone. La strage
di Capaci fu un attentato messo in atto da ”Cosa Nostra” in Sicilia, il 23 maggio 1992, sull’autostrada A29.Nell’attentato
persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca e tre agenti della scorta. In occasione di questa
celebre data cinquantamila studenti di tutta Italia hanno raggiunto Palermo, nel ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
L’evento ‘Palermo chiama Italia’, organizzato dalla Fondazione ‘Giovanni e Francesca Falcone’, si è esteso in altre otto città
italiane, in cui cittadini e studenti sono scesi in piazza per dare testimonianza del loro impegno per la legalità. Sara Di Matteo
Captain America: Civil War
Innegabile è il successo recente presso il vasto pubblico dei cinecomic, ossia di quelle
pellicole che portano sul grande schermo i personaggi dei comics americani. Non fa
eccezione Captain America: Civil War ,che affronta un tema caro al genere
supereroistico, quello della necessità di controllare i supereroi. Coloro che infatti
vigilano dall’alto le nostre città, agiscono al di fuori della legge, perseguendo un’idea
di bene che non sempre conduce per tutti ad un rassicurante lieto fine. L’evento
motore della trama è questa volta la strage di innocenti provocata da un’esplosione
che la supereroina Scarlet Witch ha allontanato, per mezzo dei suoi poteri psichici,
da se e dal capitano, condannando gli occupanti inermi di un palazzo vicino. L’opinione
pubblica mondiale, disgustata dall’accaduto e preoccupata di evitare che accadimenti
simili si ripetano in futuro, vorrebbe allora limitare lo strapotere dei supereroi,
rappresentati dal gruppo degli Avengers, facendo di essi una squadra al servizio delle
Nazioni Unite. I supereroi sono chiamati a decidere se accettare questo compromesso
come farà Iron Man oppure divenire fuorilegge come Capitan America. Inevitabilmente
scelte opposte non condivise portano gli eroi allo scontro. E’ qui che mi pare si riveli
l’idoneità sorprendente dei cinecomic a rielaborare la materia fumettistica adattandola
ad una sensibilità più attuale. La virtù propria di questi “nuovi” supereroi è la
moderazione, la consapevolezza della loro fallibilità. All’eroe tutto d’un pezzo si
sostituisce un Iron Man poco interessato alla contesa violenta e sempre disposto,
anche sul campo di battaglia, al dialogo. Gli uomini che stanno dietro i costumi sanno
di aver compiuto una scelta ben precisa, che però non esclude ripensamenti e non è
comunque in grado di soffocare i sentimenti di amicizia e di affetto che legano il
gruppo. L’umanità di questi eroi, sebbene sia un tratto distintivo della Marvel, è
anche frutto di una sapiente trasposizione cinematografica. Al di là della forma che
può essere criticata- certe battute ad esempio rasentano la banalità e suscitano il
ridicolo- , i cinecomic, questo incontro fecondo tra cinema e fumetti, promettono
forse una sorta di mitologia moderna, che sappia coniugare l’epicità di sempre con i
gusti e l’ironia odierni.
Messano Antonio
S...piffero
supplemento mensile de
La Nuova Graticola
a cura del:
liceo scientifico-linguistico
“ E. MEDI”
e dell’ I.I.S.
“Besta-Gloriosi”
di Battipaglia
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