SPIFFERO MAGGIO 2016 - liceo scientifico “E.Medi”.
Transcript
SPIFFERO MAGGIO 2016 - liceo scientifico “E.Medi”.
S...PIFFERO - liceo Medi Periodico degli studenti del liceo scientifico e linguistico statale “E.Maggio Medi” Battipaglia 2016di pag 1/b La voce degli studenti! Piffero Supplemento mensile del giornale LA NUOVA GRATICOLA - iscr. RegistroStampa Trib. di SA n 755 del 1989-A nno XVI - Maggio 2016 Storia del web Ogni giorno, senza neanche accorgercene, controlliamo la posta elettronica, siamo in contatto con i nostri amici postando ogni nostro pensiero sui social network, navighiamo sul Web senza sapere cosa esso sia fino in fondo. La prima proposta di un sistema ipertestuale si può far risalire agli studi di Vanner Bush del 1945 pubblicati nell’articolo “As We May Think” ma, in realtà il primo sito ufficiale che ha fatto nascere il World Wide Web (WWW) è stato creato da Tim Berners-Lee, un fisico, che, nel 1991, aveva la necessità di condividere le informazioni e le ricerche con tutti gli altri colleghi nel mondo. Proprio a tale scopo, presentò un programma di database e in questa occasione fu collaudata la prima forma di ipertesto. Da quel momento Tim unì le sue forze con quelle di un altro fisico Robert Cailliau il quale ripensò al progetto di Tim in altri termini: combinare l’ipertesto con Internet per creare le nostre pagine web. Nessuno in quel momento si rendeva conto di come questo avrebbe cambiato la vita di tutti noi. All’inizio l’interesse delle persone verso il progetto di Tim sembrò piuttosto debole. Piano piano che il Web cresceva e si sviluppava, fra il 1995-2000, raccoglieva maggiori consensi e soprattutto interesse fra i vari gruppi di business, che iniziavano a cambiare la loro visione sul web e ad utilizzare i propri capitali in progetti altamente tecnologici. La forma primordiale dei social network può essere considerata il BBS (Bulletin Board System) ovvero un computer che utilizza un software che consente agli utenti di utilizzare funzioni di messaggistica e file sharing. Ma solo dal 2000 in poi iniziò la corsa al social più popolare: Myspace, Friendster, Linkedln. Ai giorni d’oggi il social in assoluto più usato tra i giovani è Facebook. Gli utenti hanno iniziato a connettersi dai dispositivi mobili fin dagli anni ’90, ma è stato dal 2007 che le cose sono cambiate quando si è introdotto il concetto di applicativi mobili che consente tutte quelle attività impensabili fino a 30 anni fa. Roberta Petti Il mondo sommeso …! Oggi giorno tutti conosciamo internet e il mondo virtuale, o meglio, crediamo di conoscerlo. In realtà “Internet” come lo conosciamo tutti è solo una minima parte del Web e il motore di ricerca Google non comprende tante nozioni che invece possiamo trovare nel Deep Web. Il Deep Web è grande circa 500 volte quello “pubblico” (detto Clear Web). E’lì che agiscono governi, terroristi, pedofili, trafficanti di droga e tanta altra bella gente. Il Deep Web è una sorta di mondo sommerso, anonimo, dove la maggior parte delle attività svolte sono illegali; ma perché c’è bisogno del Deep Web? Vi si accede attraverso il browser TOR (The Onion Router), liberamente scaricabile e utilizzabile. Questo browser, che è una versione modificata di Firefox, procede anche a criptare i dati, nascondere l’indirizzo IP (tramite il quale si potrebbe essere rintracciati) e rendere relativamente anonima la navigazione. Il Deep Web è un grande centro di propaganda jihadista, qui i terroristi possono essere in comunicazione fra loro “liberamente” grazie all’anonimato e alla segretezza delle attività possibili anche grazie al Browser TOR. Il Deep Web è continuamente monitorato dalla polizia postale, sempre alla ricerca di criminali che s p e s s o v e n g o n o arrestati e le loro attività criminali sono bloccate. Sara Matteo Di WEB: una gabbia dorata! E’ diventato il “brodo vitale” in cui la generazione 2.0 è nata evi nuota come in un ambiente “naturalizzato”. Tutto bene,allora? Oggi la comunicaz i o n e sociale è sostenuta d a moderni strumenti c h e consentono d i superare le barriere e i vincoli di tempo e di spazio e il web è certamente uno degli strumenti che offre maggiori opportunità. T r a diffidenze e l e attrazioni, il popolo d e i navigatori è cresciuto, senza distinzioni di razza o di età. Gli utenti sono rappresentati da tutte le categorie: i bambini che trovano nuove opportunità di gioco; i giovani che interagiscono con i loro coetanei in tutti i paesi del mondo; gli adulti che utilizzano il web per lavoro o svago e perfino i nonni telematici che comunicano e sperimentano se stessi attraverso il mondo virtuale. Il web è stato paragonato al cervello umano da uno studioso americano (Kevin Kelly): come i neuroni sono collegati l’uno con l’altro così nel mondo vi sono miliardi di processori e agenti di calcolo che presi singolarmente hanno scarso valore ma considerati tutti insieme danno luogo ad un’intelligenza inimmaginabile. Quello che rende così importante Internet ed il WEB è la possibilità della comunicazione di massa: anche la semplice possibilità di comunicare un proprio stato d’animo può essere importante, al punto tale che si può affermare che comunicare è essenziale per la felicità degli individui. Il WEB consente di rivolgersi alle persone che non conosciamo con un sorriso (virtuale) sia per lavoro che per interazione sociale aprendo spazi che prima erano inimmaginabili e facendo entrare le persone nelle case e negli uffici aumentando considerevolmente la produttività umana sul piano lavorativo e su quello sociale. Uno studio australiano sostiene che chi naviga sul web è più produttivo del 9%. Il WEB apre spazio alle idee e all’immaginazione, e “l’immaginazione è più importante della conoscenza” (A. Einstein). BOCCAGNA LUCREZIA WEB: DIPENDENZA, NECESSITÀ, SOLIPSISMO TELEMATICO... Per certi versi il web con i social network aiuta a non invecchiare e, forse, a non morire proprio perché le idee e l’immaginazione non possono morire. Ma la rete, ricca di potenzialità e opportunità di informazioni, a volte può divenire “una sorta di dipendenza”. In proposito ci sono stati studi scientifici e conferenze avvenuti in modo particolare in Giappone. Il malessere si è manifestato soprattutto tra gli adolescenti (i cosiddetti hikikomori), avvalorando la tesi che anche i soggetti che non hanno mai avvertito alcun disturbo psicologico, hanno talvolta assunto comportamenti che portano alla riduzione delle esperienze di vita e di relazione reali. Gli studi di competitività aziendale affermano che la possibilità di reperire una gran quantità di informazioni sul web, che prima erano inimmaginabili, ha consentito alle aziende ed agli individui di aumentare la propria competitività e produttività, ma nello stesso tempo ha creato le condizioni per cui essendo tutti più competitivi e produttivi ci troviamo nella difficoltà di poter utilizzare in formula esclusiva il patrimonio di conoscenze rinvenibile sul web. L’abuso nell’utilizzare informazioni disponibili in rete, può essere rischioso, riducendo l’attenzione razionale e paradossalmente può produrre isolamento sociale. A volte Internet può sconvolgere i delicati equilibri dell’identità e generare il cosiddetto “Solipsismo telematico “, ossia la propensione a eleggere il Web come luogo di rifugio e a volte clausura in cui appartarsi per trovare sollievo da problemi quotidiani, tra bisogni, emozioni ed illusioni. Il rischio è che la rete potenzialmente potrebbe conquistare fette sempre più ampie del tempo, accrescendo sempre di più il numero di ore trascorso on-line, rinunciando a salutari e reali esperienze di vita. Ma forse il nemico più forte è una sorta di isolamento protettivo, filtrato dai valori culturali più che dalla tecnologia, che deforma la realtà rendendo sempre più difficile l’adattamento a relazioni scolasticolavorativa. L’unica soluzione per uscirne è un utilizzo non patologico della rete. La socializzazione reale non deve mai essere sostituita totalmente con quella virtuale. Lucrezia Boccagna DOSSIER WEB S...PIFFERO - liceo Medi Maggio 2016 pag 2/b I social e le app La storia di Facebook Facebook è un servizio di rete sociale lanciato il 4 febbraio 2004, posseduto e gestito dalla società Facebook Inc., basato su una piattaforma software dotata di vari linguaggi di programmazione. Il nome “Facebook” prende spunto da un elenco contenente nome e fotografia degli studenti che le università statunitensi distribuiscono all’inizio dell’anno accademico per aiutare gli iscritti a socializzare tra loro. Il sito, fondato ad Harvard negli Stati Uniti da Mark Zuckerberg e dai suoi compagni di università, era stato originariamente progettato esclusivamente per gli studenti dell’Università di Harvard, ma fu presto aperto anche agli studenti delle altre scuole superiori e a chiunque dichiarasse di avere più di 13 anni di età. Da allora Facebook ha raggiunto un enorme successo: risulta essere il secondo sito più visitato al mondo dopo Google. Il 28 ottobre 2003 Mark Zuckerberg mandò in rete Facemash, predecessore di Facebook, mentre frequentava il secondo anno all’università di Harvard. Per realizzare il progetto, Zuckerberg si introdusse in aree protette della rete universitaria per copiare le foto dei documenti di riconoscimento degli studenti. Facemash registrò più di 450 visitatori e 22.000 foto visualizzate durante le prime quattro ore di visibilità del sito, ma fu chiuso pochi giorni dopo dai responsabili dell’università; infatti Zuckerberg fu accusato di aver violato la sicurezza, i copyright e la privacy individuale, rischiando così l’espulsione, ma alla fine non fu preso nessun provvedimento.Nel gennaio 2004 Zuckerberg cominciò a programmare un nuovo sito web, che vide la luce il 4 febbraio 2004; il sito era raggiungibile all’indirizzo thefacebook.com. Sei giorni dopo altri tre studenti di Harvard accusarono Zuckerberg di averli truffati, in quanto avrebbe promesso loro di aiutarli a creare un servizio di rete sociale chiamato “HarvardConnection.com” mentre era intenzionato a rubargli l’idea per creare un sito concorrente. L’accusa si tradusse in una causa legale.Per la fine del mese di febbraio, più della metà della popolazione universitaria di Harvard era registrata al servizio e nel marzo 2004 Facebook si espanse all’Università di Stanford, alla Columbia University e all’Università Yale. Ad aprile del 2004 il servizio si allargò al resto della Ivy League, al MIT, alla Boston University e al Boston College. Fu poi la volta di altri istituti negli Stati Uniti e a metà del 2004 fu fondata la corporation Facebook, Inc. della quale l’imprenditore Sean Parker divenne presidente. A fine mese ricevettero il primo finanziamento da Peter Thiel ,cofondatore di PayPal.Tra aprile e agosto del 2005 venne registrato il dominio attuale, facebook.com, per la cifra di 200.000 dollari. Col tempo, persone con un indirizzo di posta elettronica con dominio universitario acquisirono i diritti per diventare utenti. Il 27 febbraio 2006 il servizio fu aperto anche ai licei e ad alcune grandi compagnie, tra cui Apple e Microsoft. Dal 26 settembre 2006 chiunque abbia più di 13 anni può parteciparvi. In Italia si è registrato un boom di presenze nel 2008: nel mese di agosto si sono contate oltre un milione e trecentomila visite, con un incremento sull’anno precedente del 961%; il terzo trimestre ha poi visto l’Italia in testa alla lista dei paesi con il maggiore incremento del numero di utenti. L’impatto che Facebook ha avuto sulla popolazione mondiale è stato davvero significativo: il sito ha coinvolto persone di ogni età che navigano quotidianamente sui social network dove sono possibili incontri virtuali,spazi di confidenza privata, rapporti professionali. Anche Facebook, come ogni altra cosa, può rivelarsi pericoloso se usato inconsideratamente: spesso, soprattutto i giovani, si lasciano ingannare da profili fasulli o forniscono troppo superficialmente i propri dati privati andando incontro a seri problemi. Quindi Facebook è davvero una finestra sul mondo, uno strumento di comunicazione utile ed efficiente, ma da utilizzare correttamente. Francesca Alfinito Le applicazioni : Un’ applicazione mobile, o app, è un piccolo software che si istalla e si utilizza sul proprio dispositivo mobile. Le app ci permettono di fare un’ infinità di cose dal nostro smartphone. Ogni applicazione ha una funzione differente, infatti esistono app che ci permettono di restare in contatto con i nostri amici fino ad applicazioni che vengono utilizzate per ingannare il tempo. Oggi siamo in grado di personalizzare il nostro smartphone, con un solo apparecchio abbiamo sostituito una quantità incredibile di oggetti: lo possiamo usare come calcolatrice, sveglia, agenda, registratore e persino come promemoria per appuntamenti importanti. Lo smartphone non solo ha rimpiazzato la macchina fotografica ma anche il vecchio lettore mp3. Grazie alle app non è solo possibile giocare, fotografare e chattare ma ci permettono di portarci dietro vocabolari, enciclopedie, ebook o restare informato sul meteo e su ciò che accade nel mondo e anche per raggiungere qualsiasi destinazione grazie al GPS. Con un semplice click possiamo acquistare qualsiasi cosa online; grazie ai Social Network si può interagire con amici a distanza, ma comunque anche quando si è in gruppo e si ha la possibilità di relazionare direttamente con le persone non si fa a meno di condividere e postare foto. Lo smartphone diventa inseparabile personal trainer delle nostre attività sportive dove rimane traccia dei progressi ottenuti e obiettivi realizzati. Si nota come le app hanno cambiato profondamente il modo di relazionarci con il mondo e gli altri, modificando il nostro comportamento e le nostre abitudini. Francesca Apolito HOME Google ha lanciato ufficialmente Home, la sua cassa connessa che andrà a competere con Amazon Echo. Come da copione, Home è una cassa di piccole dimensioni da collegare alla presa elettrica e al Wi-Fi di casa. A questo punto i suoi microfoni saranno in grado di ascoltare ogni cosa che succede in casa, ma soprattutto di rispondere ai nostri comandi. Chiaramente è in grado di riprodurre musica ma, proprio come Echo consente di controllare la domotica a voce, di cercare informazioni in Rete. È, insomma, l’assistente vocale fuori dal cellulare, ma con una scocca tondeggiante che non disdegna il design. La cupola in basso infatti può essere sostituita per adattarsi allo stile del nostro salotto, i quattro LED sopra hanno i colori di Google e non sono fastidiosi come quelli di un router mentre il multiroom permette, per esempio, di impartire gli ordini a una cassa e di riprodurre la musica a un’altra. Questo è merito di Cast la tecnologia che ci permette anche di controllare la riproduzione video di Chromecast, creando una rete multimediale in tutta casa. Insomma, le potenzialità sono parecchie, ma l’arrivo di Home è previsto per fine anno (negli States). Non ci resta che iscriversi al sito dedicato e aspettare. De Vita Vittorio INSTAGRAM Instagram è un social network usato per condividere foto e video applicando su di essi dei filtri. Instagram, inizialmente, non era ciò che vediamo oggi, ma i suoi fondatori, Kevin Systrom e Mike Krieger, lavoravano a un altro progetto: Burbn. L’app era, e lo è tuttora, gratuita. Così nel giro di pochissimi mesi, già a dicembre 2010, Instagram tagliò il traguardo del primo milione di utenti. Nel 2011 venne fornita la possibilità di aggiungere gli #hashtag alle foto, un primo passo per imporsi sul mercato come il “Twitter delle immagini”. Come su Twitter, moltissime sono le celebrità che hanno su Instagram un profilo ufficiale. È ovvio che i fan di questi ultimi accorrono in massa sull’app per essere “follower” del loro idolo. Dopo soli due anni dal lancio Instagram è stato acquistato da Mark Zuckerberg, padre di Facebook, per circa 1 miliardo di dollari. Oggi conta circa 150 milioni di utenti attivi e più di 50 milioni di foto caricate ogni giorno. La parola d’ordine di questo simpatico social è “selfie”: quasi 35 milioni delle foto caricate su Instagram sono autoscatti. Tutti, anche personaggi famosi, non esitano ad allungare il braccio e autoritrarsi con il telefonino in qualsiasi occasione. A dimostrazione poi del fatto che questo social è prettamente dei teenager, il più seguito in assoluto è Justin Bieber, con c.12 milioni di followers, seguito da Kim Kardashian e Rihanna. Miley Cyrus, anch’essa icona delle ragazze, è in 6 posizione con oltre 8 milioni di followers. Il primo personaggio non dello spettacolo è Barak Obama in 40 posizione. I primi tre marchi, sono Nike, Starbucks e NBA che però insieme non arrivano a fare i followers di Miley C y r u s . Roberta Petti Su Facebook piccoli boss con le armi Sulle pagine Facebook dei giovani rampolli delle famiglie malavitose di Napoli e provincia (alcuni sono i nipoti di boss un tempo temutissimi) il mito di «Scarface» resiste inossidabile nonostante gli anni. Resiste e si affianca al rilancio del trailer di Gomorra, seconda serie su Sky, che pure tira alla grande tra i ragazzini, tantissimi i minorenni. Così il principale social mondiale diventa un’antologia di esistenze bruciate. Vite segnate da cognomi ingombranti, da logiche di clan di giovanissimi che indossano tutti le stesse, costosissime, magliette firmate da due stilisti nordeuropei; che impennano sui loro motocicli «perché — scrivono — la normalità mi annoia»; che si fanno fotografare mentre stappano maxibottiglie di Champagne. E poi ragazzi più grandi alla guida di Porsche o Audi. Tutte lussuose, tutte sgargianti. Uno di loro scrive: «Mi è costata 50 barbettoni...» intendendo quasi certamente cinquantamila euro. Altri, più piccoli, pubblicano foto di coltelli a serramanico, oppure intere collezioni di Rolex di incerta provenienza. È una esibizione continua, ossessiva, ostentata, di beni di lusso e di aggressività. Di post sprezzanti nei confronti degli «infami» e delle forze dell’ordine. «Stann’ semp’ annanz’ a me..chitemm...» si sfoga uno, pubblicando dalla sua auto la foto di un posto di blocco dei carabinieri. Ma a destare impressione è l’enorme quantità di pistole e fucili che è possibile vedere liberamente nelle foto di quei profili. Come quella che ritrae un giovane, giubbetto in pelle nera, bottiglia di birra tra le mani e accanto a lui un’avvenente ragazza in minigonna. Lei tende le braccia impugnando un’arma. I due sono su un balcone. Non è dato sapere se abbia davvero sparato o se si sia trattato solo di una esibizione a beneficio di chi legge. C’è chi posta un video Hip-hop in cui si vede un uomo che armeggia con un’automatica e commenta: «Per me non sei una usa e getta, non sei solo un oggetto. È bello svegliarmi e vedere che sei nel mio letto». Le armi sono un’ossessione, ma chi si fa fotografare mentre le maneggia, è consapevole dei rischi e commenta: «La tua vita cambia nel momento che premi quel grilletto...». È notte, il giovanissimo è in sella a un motociclo fermo in un quartiere periferico e punta l’arma contro un bersaglio immaginario. «Ma lievete sta’ cos’a piumbin a man...» lo apostrofa un amico. Il refrain prevede i soliti post di odio verso le forze dell’ordine: «Tr...e polizia, stessa porcheria». Oppure: «Finché vivrò contro di te starò» corollario di un muro con la scritta Acab (acronimo inglese di «tutti i poliziotti sono bastardi»). Ma ci sono anche commenti malinconici, quelli riservati ai padri o ai fratelli in cella. Scrive la figlia di un detenuto: «Vita mia, oggi è il tuo onomastico e con questo sono cinque che non festeggiamo insieme...Auguri di una presta libertà». Un ragazzo posta: «Tra poche ore il leone uscirà dalla sua gabbia» e pubblica la foto del padre nell’atto di lanciargli un bacio. Poi si lascia andare a una riflessione più lunga che ha il sapore di una confessione esistenziale: «Veniamo dal quartiere del male, perché non abbiamo un’istruzione, perché a scuola non ci andiamo. Ma da noi a scuola non ci puoi andare, perché prima devi pensare a mangiare, a fare la vita che fanno tutti i ragazzi normali. Solo che a loro ci pensano i genitori. Da noi no...Ci sono ragazzi che scelgono la strada del male, di comandare il quartiere. Ma vi dico che hanno un cuore e la forza di combattere. Contro tutto e tutti». È una guerra senza fine. Come la notte di Napoli. Fonte: http:// corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/16_aprile_ De Vita Vittorio S...PIFFERO - liceo Medi DOSSIER WEB Maggio 2016 pag 3/b Marketing-Ebook-Giornali- etc. I due volti del social marketing Il Web 2.0 ha rivoluzionato non solo la società e la cultura del nostro secolo, ma ha cambiato radicalmente anche le relazioni economiche tra azienda e consumatore; infatti, tramite internet, gli utenti, e dunque i consumatori, si trasformano in veri e propri operatori di marketing, scambiandosi informazioni su brand e prodotti. Colpire questa ampissima fascia di utenza in modo corretto determina il successo del proprio business. I social network (quali ad esempio Facebook, Twitter, YouTube) sono sempre più utilizzati dalle aziende per promuoversi e comunicare con clienti acquisiti e potenziali. Queste nuove piattaforme si rivelano utili complementi ai siti web e aumentando esponenzialmente le probabilità di vendita. Milioni di utenti,infatti, utilizzano quotidianamente i social network, siti di condivisione di foto e video, per scambiare con la propria rete di amici/contatti informazioni, opinioni e materiali multimediali come foto e video. Grazie ai social media l’azienda avrà la possibilità di controllare la percezione da parte dei consumatori dei prodotti e servizi erogati. Svolgere attività di social media marketing significa utilizzare i social network per comunicare con i consumatori, instaurando di rapporti continuativi dove il trasferimento di informazioni è bidirezionale. Speciali tecniche di pubblicazione dei propri contenuti sui social media danno notevoli risultati per il miglioramento del posizionamento sui motori di ricerca facendo sì che i nostri prodotti preferiti diventino più evidenti. La scelta di quali social network utilizzare, oltre che come impiegarli, è decisa in base a quale categoria appartiene l’attività e alla tipologia di prodotti commercializzati. Un corretto uso dei social media, dunque, offre numerosi vantaggi alle grandi e piccole aziende: promuovere il marchio portando l’attenzione sui propri prodotti migliorandone l’opinione; colpire un numero elevato di utenti generando passaparola; Aumentare la fidelizzazione dei consumatori rafforzando il servizio clienti; ascoltare i pareri dei clienti ricevendo commenti e pareri sui propri prodotti; rafforzare i contatti commerciali e migliorare le relazioni personali. Dunque i vantaggi per le aziende sono numerose, ma la nostra libertà e la nostra privacy vengono messe pericolosamente in secondo piano. Questa è l’altra faccia del web 2.0 che non va assolutamente sottovalutata. Il web é come il “grande fratello” immaginato dallo scrittore Orwell nel secolo scorso: un’entità che controlla ogni nostra piccola mossa. Parlare con un amico scambiandosi informazioni e pareri può diventare un pretesto per bombardarci di pubblicità; ecco che il web, apparentemente luogo libero, diventa,invece, una gabbia. CHIARA BATTIPAGLIA IL “WEB COME GABBIA” Il film polacco “Sala Samobòjcòw”, tradotto “La camera dei suicidi”, è una crudissima pellicola del 2011 che descrive con attenzione le vicende di un giovane adolescente che resta incastrato tra le grinfie del web. Popolare nella sua scuola, ma privato di ogni attenzione da parte dei suoi genitori troppo immersi nel loro lavoro, il giovane Dominik si imbatte in un sito dove conosce Sylwia (dietro il nickname di “the suicide room”) che lo invita ad entrare in un gioco 3D nel quale lei ed un gruppo di ragazzi si “incontrano”; il ragazzo, attratto dalla personalità di Sylwia, si rinchiude nella sua camera per rimanere costantemente online (lei confesserà di non uscire dalla sua camera da tre anni). A questo punto il destino di Dominik è segnato: si rinchiude nel suo mondo rifiutando la realtà ed i genitori che finalmente bussano alla sua porta, lo trovano con le vene tagliate, in profonda depressione. Questi ultimi gli vietano internet e organizzano appuntamenti con uno psichiatra che imporrà una cura a base di psicofarmaci. Il giovane, in un pub coi medicinali e una birra, “incontra” l’allucinazione di Sylwia, ma poco dopo resta in overdose sul pavimento. Sua madre scoprirà il video games e darà la triste notizia ai giocatori della Camera dei suicidi attraverso l’account di suo figlio. Solo in questo momento Sylwia lascerà le sue quattro mura correndo, per poi piangere in giardino la perdita della sua morbosa amicizia. Il film drammatico ci mostra come il network possa influenzarci e plasmarci a sua immagine e somiglianza o diventare addirittura una piaga incurabile per le personalità più deboli. Sylwia riacquisisce il senso della realtà solo dopo un avvenimento terribile, ma tutti gli avvenimenti terribili possono essere prevenuti ed evitati. Non ci facciamo minacciare dalle nostre stesse creazioni. Giulia Caruso Detective su Facebook Alla ex moglie aveva detto di non poter andare a prendere i figli al calcetto perché immobilizzato da una tibia rotta. Invece era su un panfilo a Montecarlo (e senza ombra di gesso alla gamba). Al ritorno dalle vacanze si è trovato un’intimazione del giudice e il rischio di vedere la responsabilità genitoriale sospesa. Niente investigatori privati o amici che fanno la spia: è bastato sfogliare le sue foto su Facebook, dove le lussuose ferie erano documentate con selfie e foto di gruppo. «Si credeva furbo perché aveva bloccato la ex dai suoi contatti. Ma lei ha creato un account falso con la foto di una donna bella e provocante e gli ha chiesto l’amicizia: lui ha accettato subito ed è caduto in trappola», racconta Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani (Ami). Di casi così ne vede ogni giorno. Da anni. C’è quello che sostiene di non avere i mezzi per pagare l’assegno di mantenimento e poi pubblica su Facebook le foto su uno yacht alle Maldive, quella che nega relazioni extraconiugali e poi su Instagram posta foto romantiche con l’hashtag #love. C’è l’irreprensibile che si geolocalizza sempre nello stesso posto, e così si viene a sapere che ha una seconda casa segreta comprata all’insaputa del partner. Segreta, si fa per dire. Perché la posizione, l’arrendamento e pure le piante sul terrazzo sono a disposizione con pochi click, frugando tra un social e l’altro. Ma soprattutto sono tutti documenti facili da stampare e da inserire nei dossier da portare davanti ai giudici. Ormai ciò che si trova sui social non è altro che una prova in più e come tale utilizzabile nei processi sul diritto alla famiglia, che si tratti di dimostrare un’infedeltà o di valutare la potenzialità economiche di una persona. DE VITA VITTORIO Testate On line Un giornale on-line è una testata giornalistica, regolarmente iscritta, che non viene pubblicata su supporto cartaceo ma solamente sul web. Esistono diverse tipologie di testate web. Possono essere portali di informazione, riviste dedicate ad un’arte specifica (poesie, racconti, fotografie...), progetti sperimentali di giornalismo partecipativo. La scrittura per il web è di tipo diverso da quella per la carta stampata: deve essere sintetica, rapida, molto chiara e spesso supportata da un video. Tutti i giornali hanno dei redattori il cui compito è quello di raccogliere gli articoli e di svolgere un controllo di qualità per assicurare che tutto il materiale che viene pubblicato incontri le aspettative di coloro che investono tempo e denaro nella sua produzione e soprattutto sono garanti della qualità nei confronti degli utenti. Esempi di giornali online sono i giornali letterari, notiziari e settimanali di interesse popolare, giornali che si occupano di argomenti specialistici come pubblicazione professionali o accademiche. Spesso le testate giornalistiche più importanti hanno una versione online della versione cartacea, con redazioni che hanno il compito di integrare e approfondire le tematiche del cartaceo. Una testata online, come quella tradizionale cartacea, deve essere registrata nei tribunali e avere un direttore responsabile, a differenza di quella cartacea però ha l’obbligo di scegliere un webmaster. In Italia sono ancora vive le polemiche circa la necessità che i siti web che forniscono informazioni (quindi anche e soprattutto blog e social) abbiano una regolare registrazione in Tribunale ed evitino così di rimanere senza vincoli legislativi. Nell’ottobre del 2007 il governo aveva presentato un disegno di legge di riforma dell’editoria web in cui aveva stabilito per i blog l’obbligo della registrazione. La materia è ancora in discussione in parlamento. Staremo a vedere. Sara Di Matteo E-BOOK TRA CONSERVATORI E RIVOLUZIONARI Gli e-book, i cosiddetti libri elettronici, spopolano ormai da qualche anno. Questi danno la possibilità di approcciarsi alla lettura di nuovi best-seller o grandi classici da pc, da tablet, da smatphone o da apparecchi appositi, eliminando peso dagli zaini e spazio sugli scaffali. Tant’è vero che la nuova tecnologia dà l’opportunità di creare una libreria personalizzata nella quale raccorgliere i “libri” scaricati dalla rete consentendoci di portarli con noi sempre tutti e senza più la paura di perdere il segnalibro. Un grande passo verso il futuro. Ma ne siamo tutti contenti? Come quasi per ogni novità, c’è chi la apprezza e chi invece si schiera per la tradizione. I primi la sfruttano al meglio, per letture di piacere in treno, in metro, sul divano di casa propria, in spiaggia o anche per gli studi liceali o universitari, portando con loro l’intera libreria virtuale, aspettando solo che la “pagina” scelta si carichi, ed evitando un massiccio abbattimento degli alberi, ma sempre con il caricabatteria a portata di mano; apprezzano soprattutto la comodità e la leggerezza degli apparecchi ed il risparmio economico di scaricare un testo dal web piuttosto che acquistarlo cartaceo in una vera libreria,. I secondi, invece, disobbediscono alla massa che cambia a seconda di una nuova moda e continuano a cercare, scegliere e comprare i propri libri preferiti salutando il libraio all’uscita del negozio e come un rito indiscutibile sfogliano ogni pagina, venendone chiaramente l’inizio o la fine e poi lo ripongono in borse e zaini, fieri del “peso della cultura” che sentono sulle spalle, oppure lo poggiano sul comodino senza la preoccupazione di impostare il risparmio energetico oppure di ricaricarne la batteria; gli amanti del cartaceo apprezzano le sfumature della copertina oppure un’edizione limitata, i segni del tempo, il profumo e il tatto delle pagine e la sicurezza di ottenere proprio ciò che si desidera, a scanso di ogni tipo di equivoco. Leggere è un’arte ed ogni arte ha bisogno dei propri strumenti. Giulia Caruso “Mercatino online “ Vi è mai capitato di scambiare panni, scarpe e oggetti vari con i vostri fratelli o con qualche amico? Da qualche anno, a seguito della forte crisi economica si sono diffusi i mercatini dell’usato. Come tutte le cose ormai anche questi mercatini hanno raggiunto il web. Migliaia di persone hanno la possibilità di vendere e acquistare oggetti usati. Per diffondere questa attività sono nati dei siti specifici e ancora tantissime sono le pagine “mercatino online “ nate sui social e principalmente su facebook. Ma come avviene lo scambio? Il venditore pubblica sul sito o sulla pagina facebook le foto della merce con prezzo correlato e gli interessati in privato concordano un appuntamento con il veditore, la vendita o lo scambio avverrà a mano. Questi mercatini online sono davvero tanto amati dagli Italiani che spesso hanno la possibilità di acquistare oggetti unici e introvabili a poco prezzo. Tutto questo permette anche di farsi un regalo con poco. È importante sottolineare, però, che bisogna tenere sempre alta la guardia, accertarsi che quel contatto non sia un fake, che la merce non sia troppo rovinata e poi magari, procedere con l’acquisto. Sara Di Matteo La Cyber Warfare La Cyberwarfare o Guerra Cibernetica è un nuovo modo di fare la guerra con il computer che può colpire chiunque, dovunque e in qualunque momento. Il concetto di guerra convenzionale è molto lontano, non servono munizioni o pezzi di artiglieria. L’offensiva di una guerra cibernetica, infatti, può essere sferrata da un ragazzo di 15 anni che ha semplicemente a disposizione un Pc e una rete internet. Questo modo di “guerreggiare” sta sconvolgendo il modo di intendere la guerra, confondendo addirittura il concetto di “nemico”. Ma cos’è veramente la guerra cibernetica? Con il termine Cyber Warfare ci si riferisce al complesso di attività difensive (cyber-security) e offensive (cyber-attack) condotte mediante l’uso combinato e distribuito di tecnologie elettroniche, informatiche e infrastrutture di telecomunicazione; queste attività prevedono l’intercettazione, la manipolazione o la distruzione dell’informazione e dei sistemi di comunicazione del “nemico”. La Cyber Warfare rappresenta un vero e proprio pericolo specialmente per le grandi aziende e per i governi mondiali che infatti stanno investendo tanto nella ricerca di tecnologie Cyberwarfare prevention and Cyber-attack, le nazioni che spiccano sulla ricerca, sono nazioni come Serbia, Svezia, Egitto e Russia. Sara Di Matteo S...PIFFERO - liceo Medi CRONACHE dal MEDI Maggio 2016 pag 4/b INCONTRO CON VALENTINO BALDI INCONTRO CON ROMANO LUPERINI Nelle giornate del 29 e del 30 aprile 2016 il nostro liceo ha accolto con orgoglio insieme al prof.Romano Luperini un ex alunno molto speciale. Si tratta di Valentino Baldi, classe 1982, laureato all’Università di Siena e docente di Letteratura Italiana e Letterature Comparate presso la University of Malta. Ha pubblicato diversi saggi su Pirandello, Svevo, Joyce e Kafka su riviste di italianistica. Nel 2010 esce il suo primo libro Reale Romano Luperini nasce a Lucca il 6 dicembre 1940 ed è un critico letterario, scrittore e politico italiano. Ha frequentato il liceo classico a Pisa e ha compiuto studi universitari umanistici. Nel 1969 è stato tra i fondatori della “Lega dei comunisti pisani”, che poi mutò nome in Lega dei C o m u n i s t i , un’organizzazione che porterà alla formazione del partito di Democrazia Proletaria nel 5. È uno dei massimi esponenti della critica letteraria italiana. Ha insegnato letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Siena ed è stato professore aggiunto all’Università di Toronto, in Canada. Dirige riviste e collane di letteratura e di critica letteraria Gli insegnanti di Hawking << Tutto inizia con l’amore, l’amore per la musica, l’amore per la storia e nel mio caso l’amore per la scienza. Nella scuola di Albans c’è stato un professore di matematica, per me fonte di ispirazione: Mr. Ricardo. Mi ha aperto gli occhi sull’universo, che ho studiato grazie alla matematica. Non sono mai stato lo studente migliore: la mia grafia era orribile ed ero anche pigro. Molti insegnanti erano noiosi, tranne Mr. Tahta, le cui lezioni erano vivaci e stimolanti e durante le quali tutto poteva essere messo in discussione. Insieme abbiamo costruito il mio primo computer. Grazie a lui sono diventato professore di matematica a Cambridge, ottenendo la stessa cattedra che una volta aveva Isaac Newton. Ho trascorso la mia vita cercando di risolvere i misteri dell’universo. Quando ognuno di noi pensa a cosa può fare nella vita noi possiamo realizzarlo grazie a un professore. Dietro ogni persona eccezionale c’è un insegnante eccezionale. Oggi abbiamo bisogno di grandi insegnanti più che mai. Dobbiamo sempre ricordare che gli insegnanti CONTANO. >> De Vita Vittorio Up&Up: l’arte di vivere Chi abbia avuto il piacere di vedere il video di Up&Up, canzone del celeberrimo gruppo dei Coldplay, è certo rimasto sorpreso e forse emozionato dalla fantasia dirompente con la quale immagini di ogni sorta si alternano in quello che potrebbe essere un sogno. Pesci che nuotano nel cielo e uccelli che volano nell’acqua, un uomo che dorme serenamente sull’atomica mentre viene sganciata, un vulcano che erutta pop-corn. Si tratta di immagini vigorosamente suggestive, alcune delle quali nascondono anche l’amara consapevolezza di un presente difficile, nella rappresentazione ad esempio dei miseri barconi dei migranti in una vasca da bagno. Se la canzone allude ad una rinascita imminente, ad una fiducia nella possibilità metaforica di rialzarsi, il video, davvero stupendo, è la dimostrazione di come l’arte possa trattare temi ostici e sconvenienti, con leggerezza. Chris Martin e la sua band divengono giganti, possono guardare il mondo con una maggiore consapevolezza e al tempo stesso con un maggiore distacco. E’ la magia della loro arte che rende possibile questa trasformazione e sensibilizza lo spettatore con la bellezza anziché con la solita triste brutalità d e l l e informazioni d a telegiornale Messano Antonio Invisibile e nel 2014 pubblica Psicoanalisi, critica e letteratura, mentre il suo ultimo lavoro è in pubblicazione e si chiama Il sole e la morte ed è incentrato sulla teoria letteraria di Francesco Orlando. Insieme al professor Romano Luperini sta curando un numero di Moderna dedicato alla letteratura e alla teoria delle emozioni e lo ha accompagnato negli incontri dedicati alla presentazione del suo nuovo romanzo La Rancura. Alessandra Soriente La scuola digitale Oggi il digitale ci rende capaci di innovare la scuola coinvolgendo insegnanti e studenti, facendo cooperare docenti, alunni e famiglie con nuovi strumenti didattico-interattivi, formativi ed informativi, ottimizzando al massimo le risorse. In questo contesto il rivoluzionario Argo Software risalente al 2000 con la prima versione di DidArgo, ha assunto in 5 anni un ruolo trainante nell’evoluzione digitale, grazie ad importanti accordi siglati con il Ministero della Pubblica Istruzione. Argo Software è stata la prima azienda sul mercato nazionale produttrice del registro informatico di classe e del professore. La piattaforma offre una soluzione digitale rispetto al tradizionale metodo di trascrizione sui registri cartacei. Oggi in tempo reale è possibile far interagire la scuola con la famiglia. In una politica di “Spending review” i costi di licenza sono azzerati. Inoltre il Portale Argo Alunni Web rende visibile alle famiglie la gestione di presenze, archiviazione e stampa documenti, comunicazione tra famiglie e scuola. La scuola italiana è stata la prima a sostituire i vecchi registri cartacei con quelli digitali nel 2008 ed il salto della dematerializzazione è ormai definitivo, senza penalizzazione di qualità e sicurezza. Tutto è possibile da ogni sede, da ogni luogo, con un collegamento Internet. Lucrezia Boccagna Stress e neuroni Dopo tante ricerche sui danni dello stress, una che segna una inversione di tendenza . Secondo uno studio dell’Università del Texas su 300 individui di età compresa tra i 50 e gli 89 anni e pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience, infatti, gestire molti impegni potrebbe aiutare a mantenere in salute il cervello. I ricercatori hanno interrogato i volontari sui loro programmi giornalieri e li hanno sottoposti a una serie di test. Risulterebbe proprio che uno stile di vita denso di impegni comporti la presenza di un cervello sano. Le persone che hanno tanti impegni cui far fronte elaborano le informazioni in modo più rapido e hanno memoria, ragionamento e vocabolario superiore rispetto a quelle più dedite all’ozio. Secondo gli studiosi, fare diverse attività in un giorno aumenta la possibilità di imparare cose nuove, stimolando il cervello e sottoponendolo a sfide nuove. Messano Antonio ed è anche autore di un gran numero di saggi di critica letteraria. Si è occupato soprattutto della periodo storicoletterario compreso fraNaturalismoeAvanguardia, soffermandosi in p a r t i c o l a r e su Giovanni Verga, ma anche di poesia del Novecento, tra cui E u g e n i o Montale e Franco Fortini. La sua scrittura si distingue per la grande chiarezza e concisione formale, oltre alla precisione degli sfondi storici. È coautore del libro di testo La scrittura e l’interpretazione. Storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civiltà europea, uscito per la prima volta nel 1996 e oggi in uso in circa un quarto delle classi di letteratura dei licei. Alessandra Soriente Giochi di Chimica La Società Chimica Italiana (SCI) organizza ogni anno i Giochi della Chimica, una manifestazione culturale che ha lo scopo di stimolare tra i giovani l’amore per questa disciplina e anche di selezionare la squadra italiana per partecipare alle Olimpiadi internazionali della Chimica. I Giochi della Chimica sono nati nel 1984 in Veneto su iniziativa del prof. Scorrano dell’Università di Padova, e sono rimasti per tre anni una manifestazione a carattere regionale. Dal 1987 sono diventati una manifestazione nazionale e si svolgono in tre momenti: una fase regionale, una fase nazionale e una fase internazionale. E proprio nella fase regionale si è eccezionalmente distinto l’alunno del nostro liceo Davide Della Monica, della classe 5°H, meritando una menzione speciale nella categoria B (studenti del secondo triennio degli istituti “non specializzati in chimica”) della finale regionale dei Giochi della Chimica 2016 per la provincia di Salerno. Messano Antonio Giovanni Falcone: Il 23 Maggio 2016 è stato celebrato il 24°anniversario dalla morte di Giovanni Falcone. La strage di Capaci fu un attentato messo in atto da ”Cosa Nostra” in Sicilia, il 23 maggio 1992, sull’autostrada A29.Nell’attentato persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca e tre agenti della scorta. In occasione di questa celebre data cinquantamila studenti di tutta Italia hanno raggiunto Palermo, nel ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L’evento ‘Palermo chiama Italia’, organizzato dalla Fondazione ‘Giovanni e Francesca Falcone’, si è esteso in altre otto città italiane, in cui cittadini e studenti sono scesi in piazza per dare testimonianza del loro impegno per la legalità. Sara Di Matteo Captain America: Civil War Innegabile è il successo recente presso il vasto pubblico dei cinecomic, ossia di quelle pellicole che portano sul grande schermo i personaggi dei comics americani. Non fa eccezione Captain America: Civil War ,che affronta un tema caro al genere supereroistico, quello della necessità di controllare i supereroi. Coloro che infatti vigilano dall’alto le nostre città, agiscono al di fuori della legge, perseguendo un’idea di bene che non sempre conduce per tutti ad un rassicurante lieto fine. L’evento motore della trama è questa volta la strage di innocenti provocata da un’esplosione che la supereroina Scarlet Witch ha allontanato, per mezzo dei suoi poteri psichici, da se e dal capitano, condannando gli occupanti inermi di un palazzo vicino. L’opinione pubblica mondiale, disgustata dall’accaduto e preoccupata di evitare che accadimenti simili si ripetano in futuro, vorrebbe allora limitare lo strapotere dei supereroi, rappresentati dal gruppo degli Avengers, facendo di essi una squadra al servizio delle Nazioni Unite. I supereroi sono chiamati a decidere se accettare questo compromesso come farà Iron Man oppure divenire fuorilegge come Capitan America. Inevitabilmente scelte opposte non condivise portano gli eroi allo scontro. E’ qui che mi pare si riveli l’idoneità sorprendente dei cinecomic a rielaborare la materia fumettistica adattandola ad una sensibilità più attuale. La virtù propria di questi “nuovi” supereroi è la moderazione, la consapevolezza della loro fallibilità. All’eroe tutto d’un pezzo si sostituisce un Iron Man poco interessato alla contesa violenta e sempre disposto, anche sul campo di battaglia, al dialogo. Gli uomini che stanno dietro i costumi sanno di aver compiuto una scelta ben precisa, che però non esclude ripensamenti e non è comunque in grado di soffocare i sentimenti di amicizia e di affetto che legano il gruppo. L’umanità di questi eroi, sebbene sia un tratto distintivo della Marvel, è anche frutto di una sapiente trasposizione cinematografica. Al di là della forma che può essere criticata- certe battute ad esempio rasentano la banalità e suscitano il ridicolo- , i cinecomic, questo incontro fecondo tra cinema e fumetti, promettono forse una sorta di mitologia moderna, che sappia coniugare l’epicità di sempre con i gusti e l’ironia odierni. Messano Antonio S...piffero supplemento mensile de La Nuova Graticola a cura del: liceo scientifico-linguistico “ E. MEDI” e dell’ I.I.S. “Besta-Gloriosi” di Battipaglia Direttore: Mirra Gerardo detto Dino Professori Referenti: D’Aiuto Massimiliano Calì Giovanni Nino Repaci Sica Anna Maria Segretario di Redazione: Cerrato Fulvio Stampato c/o GraficaLitos Battipaglia email: [email protected]