INTRODUZIONE - Opera Santa Teresa del Bambino Gesù
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INTRODUZIONE - Opera Santa Teresa del Bambino Gesù
INTRODUZIONE “Siete il mio fidanzato e che pena quindi lo starvi lontano. E non potrei scrivervi?”. Per questo don Angelo Lolli scrive durante tutta la sua vita un diario che registra il suo continuo dialogo con il Signore. Poco sotto, nella stessa pagina, continua: “Ho bisogno del tuo amore che mi assorba tutto, che si impadronisca del mio intelletto, della mia fantasia, acciocché non veda, non sogni altro che te, della mia volontà acciocché non voglia altri che te, del mio cuore affinché non palpiti, non sia in tumulto per altri che per te”. Bellissima è l’incoerenza letteraria che lo fa partire da un rispettoso “Voi” per arrivare, dopo poche righe, al più familiare ed intimo “tu”: in qualche modo, esprime il passaggio dall’amore “teologico”, a quello “sperimentato”, dall’amore “da prete” a quello “da fidanzato”. I diari di don Angelo Lolli sono un dialogo continuo con l’Amato. Le poche righe riportate mostrano a sufficienza come egli sappia fondere e fare proprie in modo originale espressioni delle “Confessioni” di S. Agostino con espressioni di Francesco d’Assisi (cfr. Regola non bollata XXIII, 23-34: Fonti Francescane 69-71). Le pagine qui pubblicate ricostruiscono il diario interiore di don Angelo Lolli dal 1905 al 1950, attingendo a vari suoi scritti. In queste impressioni, emozioni, riflessioni e preghiere scritte quasi ogni giorno, troviamo una persona che si mette coraggiosamente e fiduciosamente a nudo. Gli scritti – soprattutto i suoi diari – parlano da sé. E lo fanno, oltre che sinceramente, anche brillantemente, perché don Lolli ha profonda sensibilità e grande capacità espressiva. Questa pubblicazione tiene conto della cronologia, e questo è molto importante per conoscere don Angelo. La cosa che colpisce particolarmente in questo sacerdote è la tanta strada che riesce a fare nel cammino di maturazione umana e spirituale: dalla serenità del seminario, al dramma interiore che prova nei primi anni di sacerdozio, quando avverte dentro di sé una forza esplosiva di affetto e di entusiasmo che deve incanalare concretamente, fino alla scoperta dei tre “oggetti” sui quali riverserà esistenzialmente e totalmente la ricchezza interiore che gli urge dal di dentro: il “buon Dio”, “le anime che il Signore mi manda” e “i bisognosi”. Questo cammino, fedelmente documentato dal diario, passa attraverso circostanze concrete, spesso umanamente terribili da accettare, ma lette sempre come provvidenziali e con un’obbedienza alla volontà divina che si può chiamare eroica e che rivela una qualità eccezionale di fede. La fedeltà a “meditare scrivendo” ogni giorno, per tanti anni, rivela una notevole costanza, un forte dominio su di sé, uno sguardo perennemente vigile sul proprio cammino interiore. Più di una volta noterà egli stesso che, in certo modo, questo diario fa le veci del padre spirituale che vorrebbe avere e che non ha mai trovato. Ha un modo di scrivere brillante e rivela una simpatica libertà espressiva (“Il predicatore ha fatto, per dirla col suo vero termine, una porcata di predica”), ma don Angelo si colloca sempre “all’interno del sistema”, con amore filiale. Don Lolli ha dato vita a realtà straordinarie che ancor oggi vivono e testimoniano la creatività della sua carità; ma in questo libro non si parla del tronco, dei rami e dei frutti, bensì delle sue radici profonde e interiori, della “bella e profonda intimità” con il Signore, per usare le sue parole dei diari e delle meditazioni. “Vieni, vieni, o felicità, o vita dell’universo. Accogli anche me, povera creatura; sazia anche me con le acque del tuo infinito amore. Che l’anima mia ti abbracci tremante, che io ti possieda senza fine. Chi siete, o mio Dio?”. C’è esperienza mistica dietro tanti suoi dialoghi diretti con il suo Signore. Altre volte medita tra sé, ma ci si 2 rende ben conto che è solo un brillante genere letterario per parlare di Lui che “ti ha portato in casa sua perché non solo gli fossi servo, ma anche amico; ti ha fatto sacerdote. Ti ha detto: non mi importa dei tuoi peccati, basta che mi ami”; per passare poi quasi inavvertitamente alla riflessione in prima persona: “Egli ha cercato il mio amore quasi ne avesse necessità, come un amante che non vuol essere abbandonato”. Ma, dialogo o riflessione, in seconda o prima persona, ciò che emerge con tutta evidenza è l’intimità con il Signore che don Angelo sperimenta ed esprime: non servo, ma amico, sacerdote, amante. Tra santi ci si intende. Non è per caso che don Lolli resta colpito e trascrive quanto “dice il Curato d’Ars, che se noi potessimo intuire anche un solo istante come e quanto Dio ci ama, noi diventeremmo pazzi dalla gioia… Se noi pensassimo che cosa vuol dire amare Dio, avremmo terminato di soffrire e incominceremmo il nostro Paradiso qui in terra”. Il suo confessore degli ultimi anni, il mio confratello Vincenzo Bandini, attuale padre guardiano dei Cappuccini di Ravenna, ripete spesso che restava colpito dalla serenità e dalla gioia di don Lolli, anche tra i vari problemi e gli acciacchi dell’età. Dall’esperienza dell’amore che Dio ha per lui, nasce in don Angelo l’esigenza di corrispondervi totalmente, amando Dio. Ma nasce anche l’esigenza di amare ciò che Dio ama e chi Dio ama: “Fate che io possa esprimere questo amore nel fare del bene a tutti, nel trattar bene tutti come se tutti fossero Voi”. Sintetica e di sapore quasi infantile è la riflessione profonda che fa: “Essere buoni davanti a Dio vuol dire essere buoni anche davanti agli uomini”. Don Angelo Lolli è un cristiano e un sacerdote che si è consegnato con fiducia allo Spirito del Signore, che lo ha interiormente pacificato e unificato, lo ha guidato al dono totale di sé ai più sofferenti, ne ha fatto una guida forte e sicura per le tante anime che a lui si sono affidate. Aveva grandi doni di natura: acuta intelligenza, profonda sensibilità, straordinaria forza d’animo, notevoli capacità organizzative, enorme spirito di sacrificio. Ancora più evidenti sono stati i suoi doni di grazia: una fede matura, una speranza incrollabile, una carità concreta, un’umiltà profonda che si esprimeva in un’obbedienza eroica. Il Signore, con cui lungamente e affettuosamente don Angelo parlava ogni giorno, lo ha preso per mano e lo ha guidato con dolcezza e forza verso il volto sofferente di Dio nei fratelli infermi, facendone un capolavoro di santità. Questo libro ripercorre dall’interno il lungo cammino che don Lolli ha fatto con il Signore. È la corrispondenza tra due innamorati. Dino Dozzi