Visioni PrivateVII - Fondazione CittàItalia

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Visioni PrivateVII - Fondazione CittàItalia
VISIONI PRIVATE
La Fondazione CittàItalia, costituita nel 2003 da alcune Città d’arte, Fondazioni di origine
bancaria e dall’Associazione Mecenate 90, promuove e organizza campagne di
sensibilizzazione e di raccolta fondi presso i cittadini e le aziende, finalizzate al recupero,
alla tutela, alla conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, nonché alla
sua fruizione da parte dei cittadini.
In questo ambito, alcuni tra i più importanti Maestri dell’arte contemporanea e collezionisti,
sostengono le attività della Fondazione CittàItalia donando le proprie opere.
Con l’iniziativa “Visioni private”, vogliamo mettere il nostro patrimonio di opere d’arte a
disposizione di nostri selezionati donatori affinchè possano fruirne per sé o esporle per la
propria clientela.
Le opere d’arte saranno affidate al donatore per brevi periodi, a fronte di una donazione da
concordare. Concluso tale periodo, valutato l’effettivo valore di mercato dell’opera in
oggetto, sarà possibile fare un’ulteriore offerta di donazione per la cessione definitiva
dell’opera, sottraendo l’importo del contributo già versato in precedenza.
Un’occasione unica per entrare in contatto diretto con l’arte contemporanea, goderne
quotidianamente e, al tempo stesso, contribuire a salvare opere d’arte a rischio.
Giovanni ALBANESE
Davide BRAMANTE
Mauro CAPPELLETTI
Mimmo CENTONZE
Ettore CONSOLAZIONE
Giulio DE MITRI
Diego ESPOSITO
Mario FALLANI
Francesco GUERRIERI
Luigi MAINOLFI
Giuliano MENEGON
Barbara NAHMAD
Martino OBERTO
Tullio PERICOLI
Turi RAPISARDA
Marcello REBOANI
Alessandro SANSONI
Mario SASSO
Luigi STOISA
Ernesto TATAFIORE
Piero VIGNOZZI
GIOVANNI ALBANESE
Pollo per te,2009
tecnica mista, cm 25 x 57
Giovanni Albanese è nato a Bari nel 1955, vive ed opera a
Roma, insegna presso l’Accademia di Belle Arti di
Foggia, è considerato uno tra gli artisti di spicco
affermatisi negli anni ’90.
L’artista esplora vari territori linguistici, passando con
disinvoltura dalla pittura alla scultura alle
installazioni ambientali. Come scenografo ha
realizzato lavori per la RAI, per il teatro nello
spettacolo Giù al Nord di Antonio Albanese e Michele
Serra, per il cinema le scenografie e i costumi di
Silenzio si nasce di Giovanni Veronesi con Paolo Rossi
e Sergio Castellitto; infine è in uscita il suo primo film
come regista A.A.Achille scritto con Vincenzo Cerami
(musiche di Nicola Piovani) e interpretato da Sergio
Rubini.Tra le numerose mostre personali e collettive
vanno ricordate le partecipazioni alla mostra Le
Tribù dell’arte, curata da Achille Bonito Oliva presso
la Galleria Comunale d’arte moderna di Roma, la XII
Quadriennale Nazionale di Roma, la rassegna Dal
Futurismo al laser a cura di Maurizio Calvesi e
Rossella Siligato a Barcellona e Berlino. Un video su
Giovanni Albanese è stato realizzato dal regista
Daniele Lucchetti.
Albanese è certamente un artista poliedrico che ha
elaborato una personale cifra stilistica basata sul
gioco dei linguaggi, sulla spettacolarità delle forme,
sulle emozioni della memoria, al fine di realizzare da
adulto un sogno: quello di diventare bambino.
DAVIDE BRAMANTE
My own rave (Marilyn Manson), 1998/2010
acquerello su foto in b/n, cm 79x62
Davide Bramante nasce a Siracusa nel 1970. Dopo l’Istituto
d’Arte si laurea a Torino all’Accademia Albertina di
Belle Arti. Quindi si trasferisce negli USA, vincitore di
due borse di studio (unico artista italiano dal 1969)
presso la prestigiosa Franklin Fournace Foundation e
partecipa ad una mostra collettiva al MoMA di New
York. Dopo un breve soggiorno a Londra, rientra
definitivamente a Siracusa nel 2000.
E’ riconosciuto a livello internazionale per aver esposto in
Cina, Corea del Sud, Stati Uniti, Spagna. Oggetto di
ammirazione sono le sue photos di grosso formato
dedicate alle metropoli del mondo e realizzate con
un’originalissima e personale tecnica fotografica
risultato di esposizioni multiple, non digitali,
realizzate in fase di ripresa.
Ha sperimentato i linguaggi video - realizzando con il
Gruppo ANDA video istallazioni interattive e oltre 20
opere esposte in Italia e all’estero - istallazioni
materiche e istallazioni ambientali.
MAURO CAPPELLETTI
Monocromopluritono – pensiero blu I, 2011
acrilici e pigmenti su tela, cm 70 x 100
Mauro Cappelletti nasce a Trento nel 1948. Inizia l’attività
espositiva nel 1966 ed oggi ha al suo attivo numerose
mostre personali e di gruppo in Italia e all’estero.
Frequenta per un periodo il DAMS di Bologna, ma poi
decide di concentrare il suo interesse sulla ricerca
pittorica e sulla sperimentazione delle varie tecniche
grafiche.
Nel 1976 firma il manifesto Astrazione Oggettiva e
partecipa all’attività e alle esposizioni del gruppo.
Negli anni Ottanta elabora la sua poetica legata agli
elementi pittorici essenziali (superficie, segno,
colore) come soggetti dell’arte, che illustra egli stesso
in un testo pubblicato nel 1981 sul catalogo della
mostra "Il lavoro dell’artista".
La biografia più recente lo vede esporre nel 1996 alla
Galleria Civica, Primo Premio Trevi Flash Art
Museum (Perugia), alla Galleria "Mitte" di Berlino con
Bruno Colorio e Ines Fedrizzi, e alle rassegne "Poesia
del Volo" presso il Museo Caproni di Trento, "L’acqua
che unisce" a Castel Mareccio di Bolzano e
"Begegnungen" presso il Museo "Kloser Asbach" a
Passau. Espone anche a Ferrara, allo Studio d’Arte
l’Argentario di Trento, alla Galerie Solitarie di Berlino
e Galleria San Gregorio di Venezia . Nel 1998 espone a
Palazzo Guerini di Venezia e al Castello Scaligero di
Malcesine (VR).
MIMMO CENTONZE
Capannone, 2010
olio e alchidico su tela, cm 35 x 40
Nato a Matera il 10 giugno 1979, si avvicina alla realtà
artistica da autodidatta, riproducendo, già in giovane
età, alcune opere dei grandi pittpri del passato.
Frequenta il DAMS a Bologna e si dedica
all’approfondimento del disegno e della pittura “dal
vero”, soprattutto dello studio della figura umana,
sviluppando anche l’interesse per il ritratto senza
trascurare la conoscenza delle allegorie e dei simboli
soprattutto dell’iconografia occidentale. Nel 2007 le
sue opere sono selezionate dalla commissione della
LVII Edizione del Premio Michetti per la mostra
“Nuovi realismi” del MUMI – Museo Michetti. Nello
stesso anno, partecipa alla mostra “Nuovi pittori della
realtà” del PAC – Padiglione di Arte Contemporanea di
Milano, presentata da Vittorio Sgarbi.
Il superamento della frontiera della figurazione lo condurrà
alla concezione di interni industriali nei quali
l’energia del gesto si fonde con la meticolosa
attenzione per lo studio del colore e della luce.
Nel 2009 la prima personale “Lo spazio e il nulla” ideata e
curata da Vittorio Sgarbi con testi di Oliviero Toscani
e Marco Vallora negli spazi della Galleria Il
Mappamondo di Milano. Nel 2010 espone nella
Sezione Arte del 53° Festival Dei Due Mondi di
Spoleto, inoltre gli viene assegnato il “Premio Speciale
Fondazione Roma. Nel 2011 espone alla 54.
Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di
Venezia nel Museo della Mafia all’interno del
Padiglione Italia dell’Arsenale a Venezia e nel 2012 al
Palazzo delle Esposizioni a Roma.
ETTORE CONSOLAZIONE
In hoc signo…n.12, 2013
legno - carta dipinti, cm 30 x 30 x 5
Ettore Consolazione (Roma 1941), vive e lavora a Roma.
Frequenta la facoltà di Architettura e l’Accademia di Belle
Arti di Roma, e ad Urbino, l’Istituto Superiore di Grafica e
Incisione. Approda alla scultura attraverso le esperienze di
grafica, fotografia e scenografia. La volontà di creare un
prodotto artistico originale lo induce alla sperimentazione
dei materiali, quali terracotta e stoffa, interventi sonori e
invadenze ambientali. Le attività di scenografo lo portano
ad inserire le sue opere in un contesto teatrale , spesso
ironico. Sculture leggere, facilmente trasportabili, nate
dall’idea del mondo in tasca .
Il passaggio da un attenzione del quotidiano a una dimensione
lirica dell’arte avviene con le sculture in stoffa. Il Sogno di
Costantino (1976), una tenda percorribile dal fruitore,
diviene ambiente capace di evocare sensazioni. Alcune
opere degli anni Settanta manifestano un impegno politico
espresso in modo giocoso, liberatorio, rispetto alla tragicità
del periodo. La scultura di Ettore Consolazione nasce dalla
meditazione sulla materia e sulla sua capacità di
autotrasformarsi.Tra le numerose mostre alle quali
partecipa, ricordiamo la sua presenza nel 1976 alla XXXVII
Biennale di Venezia, alla X e XI Quadriennale di Roma e alla
XII Biennale di Gubbio e a tutte le rassegne sulla scultura
curate da Filiberto Menna. Negli anni novanta la ricerca di
Consolazione subisce un processo di ulteriore
semplificazione, concentrandosi prevalentemente
sull’aspetto progettuale e strutturale dell’opera
accentuando il carattere ambientale del evento.
Nel 2000 la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea
di Roma acquista i nove bronzi esposti alla mostra Arte
Contemporanea Lavori in Corso 9 .
GIULIO DE MITRI
Anima mundi, 2012
inchiostro su cartoncino, cm 70 x 101
Nato a Taranto, è professore ordinario di prima
fascia in Tecniche e tecnologie della Pittura
nell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro.
Campo della sua poetica è la Mediterraneità tra
spiritualità e identità geo-politica. La sua
ricerca si caratterizza con un particolare
linguaggio – tra progetto e processo del fare,
utilizzo di elementi naturali e di nuove
tecnologie (medium la luce artificiale) – che
codifica un significativo percorso tra materia e
immaterialità, manifestandosi con opere
installative, ambientali, light-box e video.
È stato invitato a rassegne nazionali ed
internazionali, tra le quali, ricordiamo le più
recenti: LIV Biennale, Venezia; LII Biennale,
Venezia; XV Quadriennale, Roma; 20 artisti
per i 150° dell’Unità d’Italia, Palazzo Reale,
Torino; Intramoenia Extra Art (a cura di A.
Bonito Oliva e G. Caroppo), Castelli di Puglia;
XV e XIV Biennale d’Arte Sacra
Contemporanea, Museo Stauròs d’Arte Sacra
Contemporanea, San Gabriele, Isola del Gran
Sasso (Teramo); Videoart Yearbook (a cura di
R. Barilli), Bologna.
DIEGO ESPOSITO
Tavola per naviganti, 2011
MDF e colore, cm 40 x 100 x 3
Diego Esposito è una delle figure più significative nel
panorama dell'arte italiana. Nasce a Teramo il 10
dicembre 1940. Vive e lavora a Venezia e Milano. E'
titolare della cattedra di pittura all'Accademia di
Brera.
L'infanzia vissuta intensamente nello storico quartiere di
San Berardo e nei prati adiacenti la stazione
ferroviaria. Luoghi della memoria giocosa e riflessiva,
ad un tempo, con la smania di sapere, conoscere,
guardare la pittura attraverso libri e riviste d'arte ma
soprattutto dal vivo. Tanto da restare incantato
davanti allo splendido Jacobello del Fiore nel Duomo
di Teramo o contemplando gli affreschi di Andrea
Delitio nella Cattedrale di Atri. Durante gli studi a
Napoli, i luoghi che preferiva frequentare erano le
sale degli affreschi pompeiani. "Là ho capito - ama
sottolineare l'artista -, che tra l'arte antica e l'arte
moderna esiste una contemporaneità".
Diego Esposito dal '68 al '72 è vissuto a Philadelfia e a New
York, il cuore delle nuove avanguardie internazionali.
In seguito, dal '72, ha cominciato a viaggiare nel
Mediterraneo indagando nella mescolanza di culture
da quella sumera a quella fenicia, da quella greca a
quella araba.
MARIO FALLANI
Il trasloco, 1990
olio su cartone, cm 60 X 60
Mario Fallani è nato il 28 giugno 1934 a Firenze. Compie gli
studi con il Prof. Pietro Parigi nell'Istituto d'Arte di
Porta Romana, Firenze.
Nel 1963 riceve il diploma di "Master of Fine Arts" dall'Art
Institue of Chicago. Rimane dal 1961 al 1968 negli
Stati Uniti d'America. Insegna prima all'Art Institue
of Chicago e poi al Pratt Insitute e alla School of
Visual Arts di New York. Dal 1968 è di nuovo in Italia
dove vive e lavora. Nel 1975 esegue i dipinti per il
film "Il Casanova” di Federico Fellini. Esegue dei
bozzetti per il film "E la nave va" di Federico Fellini.
Ha tenuto molte mostre personali in Italia e all’estero:
Galleria Numero, Venezia, Galleria 32, Milano,
Galleria Giulia, Roma, Galleria il Gabbiano, Roma,
Galleria Davico, Torino, Galleria Schema, Firenze.
Galleria Michaud, Firenze Galleria Forni, Bologna,
Galleria la Nuova Figurazione, Ragusa, Galleria Il
Sale, Catania, Sala D'Armi a Palazzo Vecchio, Firenze,
Pittsburgh Plan for Art, Pittsburgh Pa, USA, Hewlett
Gallery Carnegie Institute of Technology, Pittsburgh
Pa, USA, Galleria Solomon, Londra, Galleria Forni,
Amsterdam Olanda, Galleria Prom, Monaco
Germania, Galleria Kunstkeller, Berna Svizzera,
Galleria Forni, Tokyo, Galleria Prom, Algarve
Portogallo.
FRANCESCO GUERRIERI
Interno luce 2010, 2010
acrilico su tela e legno, cm 45 x 45
Francesco Guerrieri, nato a Borgia (CZ) nel 1931,
vive a Roma dal 1939.
Ha frequentato i Corsi dell'Accademia di Francia, a Villa
Medici, dal 1958 al 1960. Nel 1962 è stato tra i
fondatori del Gruppo 63. Successivamente forma con
Lia Drei lo Sperimentale p. (1963-68) e svolge
un'íntensa attività teorica, organizzativa e di ricerca,
partecipando a Strutture visive, a Strutture
significanti e collaborando ad Arte oggi e ad altre
riviste. Dal 1968 al 1971 realizza happenings, anche
con la partecipazione del pubblico ("Un modo di farsi
l'arte insieme all'artista", L'Uscita, etc.).
Dal 1972 inizia un nuovo ciclo pittorico che, attraverso
progressive riduzioni ed emarginazioni del segno
pittorico, culminerà nella grande opera-ambiente
Immarginazione (1977), cui seguirà "Interno
d'artista" (1979-80).
Da qui deriva la partecipazione a "Memoria della
Pittura/Pittura della Memoria" 1981) e il ciclo
"Sublime e Pittoresco" (1981-82). Dal 1982 partecipa
a tutte le mostre di Meta¬pittura, di cui ha
sottoscritto il primo e il secondo Manifesto.
Più volte premiato in mostre nazionali, Guerrieri è presente
in numerosi Musei, raccolte pubbliche e in importanti
rassegne.
LUIGI MAINOLFI
Polvere, senza data
tecnica mista su carta, cm 53x53
Irpino di nascita, Luigi Mainolfi si è formato artisticamente
a Napoli; vive e lavora a Torino. Noto a livello
internazionale, è uno dei principali rappresentanti
della cosiddetta scultura post-concettuale, impostasi
al principio degli anni ottanta. Realizza sculture
utilizzando materiali poveri e naturali e fusioni in
bronzo. I primi lavori, realizzati fra il 1972-76,
indagano il corpo e il gesto: nelle prime esposizioni e
performance, presenta calchi del proprio corpo in
gesso che lascia consumare nell’acqua facendo sì che
la scultura si trasformi e si degradi. Le sue grandi
terrecotte, opere contenenti paesaggi e soggetti di
ispirazione fiabesca e di quello che si può definire
‘immaginario mainolfiano’.
Partecipa alla Biennale di Sao Paulo (1981); espone Alle
forche Caudine alla XL Biennale di Venezia e a
Documenta 7 di Kassel, (1982); partecipa alla
Biennale de Paris (1982) con Le Basi del cielo (198182) e alla Biennale di Venezia (1986) espone il
bronzo Trionfo (Elefantessa, 1982). Ha partecipato
alla XI e XII Quadriennale d'Arte Nazionale di Roma.
È il disegno ad accompagnare tutta la produzione di
Mainolfi. Nel 1987 vince Il Superior Prixe al 5th
Henry Moore G.P. in Giappone, con il grande bronzo
Città Gigante (1986) e ottiene il Premio Michelangelo
per la scultura (2007) conferitogli dalla città di
Carrara. Nel 1990 ha una sala personale alla Biennale
di Venezia dove installa Sole nero (acqua, cera, legno,
1988-89.
Numerose le personali e retrospettive in Italia e all’estero.
GIULIANO MENEGON
Uomo che guarda il nulla, 2006
olio su tela, cm 96 x 70
Giuliano Menegon è nato a Venezia il 26 febbraio 1945.
Vive e lavora a Genova. Espone in mostre personali e
collettive dal 1972, sia in Italia che all’estero.
I quadri di Giuliano Menegon, ispirati alle poesie di alcune
tra le più importanti voci del Novecento, da Eugenio
Montale a Rainer Maria Rilke, da Dino Campana a
Thomas S. Eliot, da Ezra Pound a Thomas Bernhard,
per arrivare ai più recenti lavori suggestionati dalle
drammatiche tensioni liriche di Paul Celan,
proiettano lo spettatore nel duplice drammatico
abisso della solitudine disperata della vittima e
dell’abiezione spaventosa del carnefice, entrambi
privi della loro umanità.
Proprio davanti all’umano non umano rappresentato da
Menegon, ci si commuove, si soffre, si partecipa alla
tragedia collettiva della shoah, la cui memoria si
conserva intatta, tramandandosi alle generazioni
future.
L’intenso percorso artistico di Menegon, caratterizzato da
una totale adesione alla musicalità dei versi poetici e
da una estrema sensibilità a cogliere lo spirito
narrativo di alcuni tra i più significativi episodi
letterari contemporanei, rivela un’efficace sinergia
tra differenti campi espressivi, che esalta le
potenzialità espressive della sua pittura.
BARBARA NAHMAD
Fissione, 2006
olio e smalto su tela, cm 60x70
Nasce a Milano nel 1967, città dove vive e lavora, ha
conseguito il diploma in Scenografia all’Accademia di
Belle Arti di Brera. Ha esposto nelle più grandi
gallerie e sedi museali italiane e straniere (Londra,
Berlino, Rotterdam).
Nel web e nelle riviste specializzate, Nahmad ha trovato un
campionario infinito di soggetti che ha passato al
vaglio di una pittura rigorosa, capace di mescolare i
toni caldi della carne e della pelle dei corpi dipinti ad
olio con la piatta e fredda astrazione degli sfondi
smaltati. I suoi ritratti della persona pubblica
rimangano sempre un ritratto dell'individuo in
quanto persona: cioe', una rappresentazione che cerca
di svelare l'umanita' e la vacuita' di cio' che appare.
In una recente intervista l'artista parlando del suo lavoro
dice: " La mia è una pittura che trae spunto dalla
fotografia, senza peraltro mai identificarsi o
coincidere con essa. Nella rappresentazione
michelangiolesca della Creazione della Cappella
Sistina, le dita di Dio e di Adamo sono vicinissime, ma
non si toccano. In quello spazio passa l'energia della
creazione. In quel vuoto si pone una domanda. Quello
scarto è il medesimo che esiste tra la fotografia e la
mia pittura: sono vicine, ma non si toccano mai. Per
questo motivo, non mi sono mai considerata
un'artista iperrealista’.
MARTINO OBERTO
La mia Liguria è Rossa, 2011
acrilico su tela, cm 65 x 90
Martino Oberto si ferma a Pegli, alla periferia culturale, fino
al giorno della sua morte, nel giugno 2011. Studia
violino, l’economia politica all’Università, poi si
iscrive all’Accademia Lingustica.
Filosofo d’avanguardia, destabilizzatore del linguaggio,
esponente storico, a partire dai primi anni Cinquanta,
di una sua "ana-pittura". E’ una figura carismatica del
movimento della Scrittura visuale, soggetto
spontaneamente anarchico, nella definizione del
poeta visivo Ugo Carrega, autore di Aforismi della vita
spensierata, intellettuale di aspetto ascetico,
costantemente vestito di grigio e poi di nero.
Si forma, dagli esordi, sul Tractatus logico-philosophicus di
Wittgenstein, di cui adotta, anche pittoricamente,
l’invito a gettare via la scala dopo esservi saliti. Sono
gli anni dell’underground postbellico, quando
Martino, con Anna Oberto e Gabriele Stocchi fondano, nel
1958, la rivista Ana Eccetera, nata per un
atteggiamento culturale off kulchur, dalla definizione
di Ezra Pound, ma in pochi anni diffusa a livello
internazionale. Sono gli anni infatti in cui Oberto
collabora con il poeta dei Pisan Cantos, padre in nuce
della Poesia visiva, gli anni in cui legge Joyce,
Cummings, Isou.
TULLIO PERICOLI
Senza titolo, 2010
acquerello e china su carta, cm 30x30
Tullio Pericoli nasce a Colli del Tronto (Ascoli Piceno). Dal
1961 vive a Milano dove si afferma come pittore e
disegnatore.
Espone le sue opere in Italia e all’estero presso gallerie
private e musei.
Nel 1995 la sua attività di scenografo e costumista lo porta
a lavorare per l’Opernhaus di Zurigo, il Teatro Studio
e il Teatro alla Scala di Milano.
Tra i suoi libri Woody, Freud und andere (1988), Ritratti
arbitrari (1990), Die Tafel des Königs (1993), Terre
(2000), I ritratti (2002), Otto scrittori (2003), La
casa ideale di Robert Louis Stevenson (2004), Viaggio
nel paesaggio (2004), L’anima del volto (2005), Parti
senza un tutto (2006), Robinson Crusoe di Tullio
Pericoli (2007) e Paesaggi (2007).
TURI RAPISARDA
+ candele,1992
stampa ai sali d’argento, cm 30x40
Nato a Catania, Turi Rapisarda si diploma nel 1982
all'Accademia di Belle Arti di Torino, sezione
Scenografia.
Nel 1983 fonda, insieme ad alcuni critici ed artisti,
l’Associazione Culturale VSV, trampolino di lancio
per giovani talenti e punto di riferimento nel tessuto
culturale torinese. Interessato all’Arteterapia, ha
curato diversi progetti, realizzando quattro video per
il Servizio di Educazione Sanitaria dell’Asl di Torino.
Nel 1996 ha aperto uno studio artistico privato, dove
insegna sporadicamente Fotografia Fineart a piccoli
gruppi di allievi.
Ha preso parte a numerose esposizioni in Italia e all'estero,
tra le quali “Turi Rapisarda” (Centro d'Arte
Contemporanea L. Pecci, Prato, 1995), “Il tempo di
Beuys” (Galleria Nova, Roma, 1995), “Equinozio”
(Castello di Rivara, Torino, 1997), “Rave Mutation
001” (Galleria Siberie, Amsterdam, 1999), “I
Sovversivi, l’arte a prezzo di Cd” con Davide
Bramante (Galleria La Veronica, Modica e Galleria
LIBRA, Catania e Ragusa, 2007), “I Sovversivi” con
Davide Bramante (Galleria Art Up, Viterbo, 2008) ed
“Enturage” (Galleria Dieffe, Torino, 2009).
MARCELLO REBOANI
Planisfero, 2013
tecnica mista, tessuti (lino) e pellami riciclati, cm 92x74
Marcello Reboani è nato a Roma nel 1957, allievo di Toti Scialoja all’Accademia
delle Belle Arti, si diploma in scenografia nel 1979 ed inizia ad esporre grandi tele
ad olio i cui soggetti ricorrenti sono nudi fluttuanti in spazi rarefatti. Il rapporto
con la materia lo affascina sin da subito. All’inizio degli anni Novanta intraprende
un lungo viaggio in barca a vela intorno al mondo dal quale tornerà trasformato, e
nel 1995 compaiono per la prima volta i Planisferi: pannelli di legno, alluminio,
gesso, decorati con tecniche miste a riprodurre la fisionomia terrestre.
Nel 1997 incontra Melissa Proietti, esperta di moda e curatrice di eventi artistici,
con la quale si instaura un rapporto di dialettica creativa che li porta collaborare
in spazi espositivi non convenzionali. Reboani, presente in importanti collezioni
private nazionali ed internazionali, sceglie allora di esporre in gallerie
“tradizionali”, ed è annoverato tra gli artisti dell’Electronic Art Cafè seguiti da
Achille Bonito Oliva._Nella storica saletta Sprovieri del ristorante “Dal Bolognese”
Reboani espone nel 2004 No Ordinary People, ciclo di ritratti materici raffiguranti
gli uomini più carismatici dello scorso secolo. Nel 2007 inizia una nuova
avventura al fianco di Melissa Proietti: insieme inaugurano il primo Must Have –
It’s a consumer jungle out there, in allestimento nel Concept Store Tad di Roma e
Milano. A queste seguiranno altre tappe, tra cui nel 2010 quella di Roma alla
galleria La Nuvola di Via Margutta e presso il Museo Civico di Cortina D’Ampezzo,
patrocinato dal Comune veneto e dal Consorzio del Turismo. Reboani collabora
con la Fondazione CittàItalia partecipando per tre edizioni all’asta L’arte di amare
l’arte (2008, 2009, 2010), a collettive impegnate e mostre di fund raising, per
esporre infine al Macro di Roma nel 2011 all’interno della rassegna C’era una
volta, patrocinata dal Comune di Roma. Nel 2009 viene scelto da RDS (Radio
Dimensione Suono) come artista-simbolo della green philosophy dell’emittente,
poiché Reboani da anni si serve per i suoi assemblage materici esclusivamente di
materiali di recupero, manifestando uno spiccato senso di impegno sociale. Per
RDS realizza 20 ritratti di celebri rock stars internazionali, allestite in tutta la sede
romana. Nel 2012 Reboani sbarca a Miami presso la Galleria Cà D’Oro di Coral
Gables con la rassegna collettiva Marilyn Monroe, Tribute to a Female Icon,
inaugurata precedentemente nello storico Palazzo Vedekind, Roma.
La primavera 2013 lo vede partecipare alla collettiva Omaggio a Verdi, Auditorium
Conciliazione di Roma e presentare la sua personale Ladies for Human Rights in
collaborazione con il Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights. A
giugno sarà presente al MACRO Testaccio – La Pelanda di Roma all’interno della
mostra collettiva POPNEWPOP, padiglione arte di Spazio Rosso, prima edizione
della manifestazione di beneficenza a sostegno dell’associazione Onlus Anlaids,
per la quale avrà l’onore di reinterpretare il logo con il red ribbon, simbolo della
lotta all’Aids.
ALESSANDRO SANSONI
Super carta igienica, 2010
tecnica mista, cm 90 x 60
Nasce a Roma il 6 febbraio 1963. Nei primi anni novanta
lavora presso un’agenzia di pubblicità di cui in seguito
diventa socio. Nel 1997 fa molte cose: la sua prima
mostra, si sposa e apre uno store di arte orientale a
Roma in Via Laurina di nome Roots, portando la
cultura orientale (tra i primi) nelle case di molti
romani e non.
Nel 2003 chiude il negozio e si dedica totalmente alla
pittura. Sviluppa una sua tecnica mista fatta di
fotografia, computer e pennello. Ragione e cuore.
Cerca la linea sottile e mai definita tra il figurativo e
l’astratto, tra lo scatto fotografico e la pittura classica
fatta di colore e pennello, tra il conscio e l’inconscio,
tra il definito e l’indefinito.
Vuole lasciare interdetto il fruitore delle sue opere, far si
che sia stimolato nel domandarsi la vera identità di
ciò che osserva. Il progetto in essere è quello
suggestivo della “Multirealtà” dove i piani di lettura
del reale si sovrappongono, si sfogliano, come se il
quadro fosse un libro da sfogliare.
MARIO SASSO
Le piazze, le strade e la j lunga, 2010
elaborazione digitale, stampa su pvc e pittura acrilica, cm 59 x 41
Nella seconda metà degli anni Novanta l’artista concentra
la propria attenzione sulle videoinstallazioni, genere
nel quale riassume compiutamente la ricerca nel
campo pittorico e la sperimentazione e ibridazione
tecnica e linguistica sul versante multimediale. Del
1998 è la Torre delle Trilogie totem di sessanta
monitor, con musiche di Nicola Sani, commissionato
da I Guzzini, opera nella quale per la prima volta
sperimenta uno sviluppo verticale del montaggio e
con cui vince il Premio Guggenheim.
Del 2008 è la sua grande antologica al Museo d’Arte
Moderna e Contemporanea di Mosca.
MARIO SASSO
Verso Via della Croce, 2010
elaborazione digitale, stampa su pvc e pittura acrilica, cm 22 x52
Nella seconda metà degli anni Novanta l’artista concentra
la propria attenzione sulle videoinstallazioni, genere
nel quale riassume compiutamente la ricerca nel
campo pittorico e la sperimentazione e ibridazione
tecnica e linguistica sul versante multimediale. Del
1998 è la Torre delle Trilogie totem di sessanta
monitor, con musiche di Nicola Sani, commissionato
da I Guzzini, opera nella quale per la prima volta
sperimenta uno sviluppo verticale del montaggio e
con cui vince il Premio Guggenheim.
Del 2008 è la sua grande antologica al Museo d’Arte
Moderna e Contemporanea di Mosca.
LUIGI STOISA
Le letture, 2010
grafite su carta, cm 30x21
Pittore e scultore, è nato a Selvaggio di Giaveno (Torino)
nel 1958 dove attualmente vive, lavora e insegna. Ha
iniziato a produrre lavori artistici già a partire dalla
fine degli anni ’70 quando ancora era studente
all’Accademia di Belle Arti di Torino. Allievo di Jole
Desanna all’Accademia di Brera e di Luciano Fabro e
Hidetoshi Nagasawa alla Casa degli Artisti di Milano.
Ha esordito nel 1984 con la sua prima mostra personale da
Tucci Russo. La sua ricerca prende le mosse con
l’inizio degli anni Ottanta, l’epoca del postmodernismo. Proprio a questo periodo risalgono le
sue prime opere “mature”. E’ stato protagonista di
importanti eventi espositivi all’Italia e all’estero. Tra
questi, alla Fundación Joan Miró di Barcellona
(1985), De Appel Foundation di Amsterdam (1986),
Museo d’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato
(1988), Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di
Nizza-Francia (1993), Neue Nationalgalerie di
Berlino (1996), Complesso Monumentale San Michele
a Ripa Grande di Roma (2004), Reggia di Caserta
(2005), XVIII Biennale di Scultura di Carrara “2008),
Ca’ d’Oro di Venezia (2009), Palazzo Litta di Milano
(2010), Accademia di Belle Arti di Torino (2010).
E’ stato vincitore di premi per la realizzazione di sculture
di arredo urbano e di edifici pubblici: Luci d’Artista di
Torino, A.I.S.M. Torino, Biblioteca Italo Calvino Lungo
Dora Agrigento Torino. Tutto il suo operato volge
verso una poetica legata al mutamento dei colori e
della materia che inesorabilmente modificano forme
immagini.
ERNESTO TATAFIORE
Campania Felix, 2005
acrilico su tela, cm 50 x 70
Ernesto Tatafiore è nato a Napoli nel 1943 dove vive e
lavora. Nel 1969 presentò la sua prima personale
nella galleria di Lucio Amelio; già in quell’occasione
Achille Bonito Oliva definì il suo lavoro “neoilluministico”, in quanto teso a indicare un legame
etico tra l’arte e la storia.
Le sue opere sono spesso abitate da eroi [Robespierre,
Mozart, Maradona, Danton, Masaniello, la Virtù, la
Libertà] oppure narrano di grandi eventi storici o di
permanenti vicende dell’umanità, che l’artista però
libera dal racconto logico-consequenziale del romanzo
storico per inserirli in un contesto rappresentativo
che ricorda le modalità associative del sogno o il
flusso continuo e non organizzabile della vita. L’unità
perduta sul piano narrativo si recupera a livello
strutturale. I dipinti di Tatafore hanno, infatti,
sempre esibito un tratto molto leggero e veloce
(spesso incorporando una serie di frasi, di scritte, di
assurdità e paradossi, di giochi di parole quasi
duchampiani) nel tentativo di costruire una
rappresentazione che scaturisca simultaneamente,
senza mediazioni, dalla realtà percepita.
Tatafiore, coltivando contemporaneamente la passione per
la ricerca psichiatrica e per la pittura, ha inteso con
quest’ultima dare corpo alla “visione distratta”
(quella, ad esempio, dei disegni spontanei che si fanno
mentre si telefona) che si può caricare di una forza
eversiva capace di annullare schemi, valori, gerarchie
e frontiere.
PIERO VIGNOZZI
Rametto di noce reciso, 2009
matita pastello e olio, cm 65 x 80
Nato a Firenze nel 1934, compie gli studi all'Istituto
Artistico. In campo pittorico esordisce solo nel 1957,
partecipando ad alcune mostre collettive fra le quali
ricordiamo una rassegna di Giovane pittura italiana
allestita presso diverse capitali dell'Est europeo. La
presenza di un amico quale Alfonso Gatto è decisiva
per questa sua definitiva scelta. Nel 1958 tiene la sua
prima personale alla Galleria L'Incontro di Arezzo
esponendo disegni e incisioni su legno. Intanto
comincia a dipingere tele legate all'informale una
versione che rappresenta una delle poche voci
fiorentine di questa poetica. Con un ciclo di dipinti di
questo genere inaugura nel 1961 la sua prima
personale di soli dipinti.
All'esperienza informale fa seguito un periodo di riflessione
che conduce l'artista ad un recupero dell’immagine e
della figurazione. Tale recupero passa attraverso un
non convenzionale filtro "pop" privato di ogni
assonanza americaneggiante e volto invece ad una
tematica raffinatamente artigiana. Sono gli oggetti e i
luoghi della quotidianità, intesi quali fonti di continue
esperienze, a diventare protagonisti delle opere di
Vignozzi. Ed è per l'appunto tale poetica "intimista",
tra Proust e Bonnard, a contrassegnare la sua
produzione più matura, percorrendo pur con
variazioni ed approfondimenti, anche i ricercati
pastelli odierni.
Nel 1977 gli è stato assegnato il XXIII Premio del Fiorino e
nel 1991 ha tenuto un'importante ed ampia rassegna
antologica al Palazzo dei Diamanti di Ferrara.
Per ulteriori informazioni
contattare la dr.ssa Mariella De Stefano
[email protected]
tel. 0636006206 fax 063208396
Corso Vittorio Emanuele II, 21 - 00186 Roma
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