Oslo, attrazione cosmopolita tra cultura e natura

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Oslo, attrazione cosmopolita tra cultura e natura
Oslo, attrazione cosmopolita tra cultura e natura
Oslo una città che respira all’unisono con l’arte e la cultura. Un museo a
cielo aperto che abbraccia la vastità dei suoi tesori.
di Antonella Iozzo
Oslo – Oslo, il battito della cultura,
l’anima della natura. Connessioni per la
meraviglia adagiate sul fiordo Oslofjord,
all’interno del bacino di Skagerrak, per
un soggiorno che regala tutte le
emozioni della Norvegia, tutta la magia
del
Nord.
Fascino,
storia,
contemporaneità, l’attitudine di Oslo in
un crescendo dinamico di vita
cosmopolita.
Evocazioni di un passato remoto
lambiscono il nome Oslo, “Os” potrebbe
significare collina o un antico dio, “lo”
pianura. Dalla loro unione la favola si
veste di favolistiche intuizioni che ci
rimandano ad una pianura degli “dei” sita sotto la collina. Origini che si perdono nella
notte dei tempi. Nel 2000, i suoi primi mille anni di storia, di leggende e tradizioni che
sono ritornati alla luce attraverso diversi scavi archeologici, ed è come se dalla terra
rinasce la vita, nella forma di un piccolo insediamento urbano prima dell’anno 1000, ma
la sua fondazione è stata storicamente accertata al 1046, per mano del re Harald III di
Norvegia. Nel 1624 il re Cristiano IV cambio il suo nome in Christiana, lo sviluppo
economico influì anche sulla crescita della popolazione e l’antica città norvegese,
lentamente, ma costantemente divenne un grande centro economico e commerciale che
sviluppò nel tempo il sentimento nazionale, tanto che nel 1925 riottenne il nome
originario di Oslo.
La fiaba diventa scenografica estensione moderna
Oslo, la fiaba diventa scenografica
estensione moderna, pulsazione in
continuo cambiamento, essenza
economica e artistico – culturale. La
città si trasforma in un’opera d’arte in
divenire, una sinfonia danzante che
dilata le prospettive e si apre a nuove
aree, come il lungomare e il fiordo.
Petali di una stella del nord che suggella
cultura e natura. Natura incontaminata,
natura selvaggia a due passi dal centro e
facilmente raggiungibile, natura
considerata dai norvegesi quasi una
seconda pelle dell’uomo e alla quale viene data particolare attenzione. Oslo, è a tutti gli
effetti, una città sostenibile grazie a programmi di efficienza energetica, tecnologie
innovative e nuove infrastrutture, non è un caso, infatti, se per l’impegno nella politica
ambientale ha ricevuto numerosi premi, ad iniziare dal 2003 quando è stata votata come
migliore città sostenibile in Europa e nel 2007 quando il Reader’s Digest, la classificata
tra le prime città più verdi e più vivibili del mondo.
Virtuose sinergie che vibrano di vitalità
nel centro storico di Oslo con una
moltitudine di bar, caffetterie e
ristoranti, molti di prestigio, moltissimi
di qualità superiore, tanti storici, nei
quali il tempo ha scolpito le epoche e le
società hanno lasciato i loro effluvi di
quotidianità. Sulla centralissima e vivace
Karl Johan Gate, tra fashion e verve
internazionale, si percepisce lo
splendore intimo e magnetico di una city
che ridefinisce l’orizzonte e chiama a se
la bellezza della joie de vivre.
Semplicemente ascoltando la voce della
natura e orchestrandola con l’armonia
architettonica e la dinamicità intellettiva di menti aperte. Oslo night and day,
palcoscenico sul quale le quinte teatrali assumono la maestosità del Grand Hotel, luogo
simbolo della città, che ogni anno ospita gli insigniti del Premio Nobel per la Pace, sito
proprio sulla Karl Johan Gate, di fronte al Parlamento norvegese (Stortinget), con la sua
architettura in stile neo-romanico, alloggiarvi è un’esperienza unica, ed è come se
avvertissimo un diapason sul passato cittadino edificato da tempo in pezzi di storia
sociale.
Discover the tradition
Costume e società ancora più carichi di
suggestioni li troviamo al Grand Cafè,
dove è d’obbligo sedersi per ammirare il
via vai e farsi ammirare, magari, durante
l’Afternoon Tea, servito deliziosamente
con manicaretti dolci e salati. Più avanti
il Teatro Nazionale (Nationaltheateret),
costruito nel 1899, in stile neoclassico e
con gli interni in stile rococò che
custodiscono le statue di Henrik Ibsen e
Bjørnstjerne Bjørnson). Sul lato opposto
un altro frammento di storia indossa la classe dell’Hotel Continental, stile senza tempo,
sobrietà, eleganza e un toccò di autenticità norvegese nel raffinato Theatercaféen,
discover the tradition fra moderne intuizioni di stile.
Sul lunghissimo viale la parte più antica dell’Università di Oslo, costruita nel 1852,
all’interno, tre grandi opere del pittore Edvard Munch. Ed in cima alla collina, quasi a
dominare il viale l’eleganza del Palazzo Reale, sede dell’attuale monarca norvegese.
Imponente vastità circondata da un bellissimo parco dove predomina la statua di Jean
Baptiste Bernadotte (1763-1844), un generale francese originario di Pau, diventato re di
Norvegia e di Svezia con il nome di Carlo XIV Giovanni di Svezia e Carlo III Giovanni di
Norvegia.
Dalla parte opposta la Cattedrale di Oslo l’edificio religioso più importante della città, con
la sua splendida vetrata realizzata da Emanuel Vigeland, fratello di Gustav, realizzata tra
gli anni ‘30 e ‘50 del secolo scorso, spettacolare il soffitto dipinto, anch’esso realizzato tra
il 1936 ed il 1950. Un senso di religiosità ci pervade sostenuto anche dall’ottima acustica,
casualmente ci troviamo, infatti, ad assistere alle prove di un concerto per coro e
orchestra di musica contemporanea, esperienza su esperienza.
Le forme della cultura disegnano la città
Oslo, una città che respira all’unisono
con l’arte e la cultura, e si risveglia sotto
un azzurro carico di espressività multisfaccettata. In ogni luogo, dietro ogni
angolo, troviamo, infatti, una
testimonianza culturale sottoforma di
scultura, di design, di arte figurativa, un
museo a cielo aperto che abbraccia la
vastità dei suoi tesori. Altro simbolo
della città è il Municipio di Oslo, di
recente edificazione, 1950. Un mix
d’architettura neoclassicista e
funzionalista, tipica del periodo e
decisamente lontana dai canoni storici di una delle più antiche città d’Europa. Colpo
d’occhio innegabile con i suoi mattoni rossi e le due alte torri, all’interno poi, in una delle
sue sale arricchite con le opere di Edvard Munch, Henrik Sørensen e Dagfin Werenskiold,
viene insignito il Premio Nobel per la Pace. Tra le maggiori attrazioni di Oslo, il Parco
Frogner, nel cui interno è ospitato il Parco di Vigeland e il Museo. Più di duecento
sculture, in granito e bronzo, create da Gustav Vigeland, rappresentano le diverse fasi
della vita. 30 ettari di terreno e il nervo scultoreo di un grande artista che ha dato corpo,
sostanza e materia alla curva della vita e al destino nel suo profondo pulsare. Creature
che s’impongono allo sguardo ed
inducono alla riflessione e all’eterno che
desta il sonno del tempo come con il
Monolito di Vigeland, un intreccio di
sculture in granito, formanti una colonna
di 17 metri posta in cima ad una collina
al centro del parco.
Le forme della cultura disegnano la città
e i quartieri, si aprono al mondo dei
sensi, un poetico sogno, un inno alle
emozioni. Felice combinazione nella
renaissance del mistero dell’Arte, quello
della Universitetsgaten, la più ampia
raccolta d’arte in Norvegia, in mostra
alla
Galleria
Nazionale
(Nasjonalgalleriet), da Christian Krohg a JC Dahl, da Picasso a El Greco, Matisse a Van
Gogh. Visione di ere passate al Museo dell’Università, diviso in una sezione storica con
reperti vichinghi, pietre runiche ed arte religiosa, e una sezione etnologica con
testimonianze provenienti da tutto il mondo.
Girato l’angolo, un brivido di fascinazione norvegese per “congelare “ le emozioni
artistiche provate e viverle in un secondo momento, a fuoco lento, perché adesso
l’aperitivo è servito al Magic Ice Bar. Design cool ottenuto da tonnellate di ghiaccio,
modellato da abili artisti in incredibili sculture ghiacciate, dalle quali riflessi azzurri si
accordano alle note di sottofondo. È una
musica d’atmosfera che ci rimanda al
bianco inverno nordico, all’aurora
boreale, all’immensità sotto zero,
ghiacciata di un universo tanto lontano
da noi eppure così vicino, now. The ice
touch, si fa sentire nonostante
l’equipaggiamento fornito dallo staff, ma
il drink servitoci scioglie in gocce di
piacere l’anima ice di Oslo. Ritornando
all’Arte in senso classico, il fascino
sconcertante dell’espressionismo si
rivela al Museo di Munch, custode di
molte opere del celebre espressionista norvegese, come la celebre versione dell’Urlo,
rubata nel 2004 e poi recuperata dalla polizia norvegese nel 2008. Fino al 4 Gennaio
2015, un’originale lettura delle opere di Munch ci viene offerta dalla mostra “Through
Nature” le su opere sono messe in connessione con le scienze naturali, un’interessante
versione che rivela quanto cultura e natura sono strettamente collegate.
Tjuvholmen, contemporaneo sul fiordo
Passeggiando verso l’anima di Oslo,
s’innalza dinanzi a noi una stupefacente
linea architettonica che si distende nella
memoria e nel mare, scandendo arte e
passione, vivendo design e
contemporaneità, aprendosi a
suggestioni dettate dalla natura, è
Tjuvholmen, contemporaneo sul fiordo.
Un quartiere d’importanza assoluta per
l’architettura
internazionale
contemporanea, spazi esterni in
un’armonica partitura volumetrica
cadenzano i ritmi delle emozioni, giochi
di pieni e vuoti, di quinte prospettiche, di tagli asimmetrici interagiscono con l’ambiente,
le prospettive avanzano, poi curvano e si flettono sull’acqua, protagonista assoluta, musa
sulla quale si specchiano le sequenze melodiche degli edifici. Il progetto per l’intera area
è stato curato dall’architetto Niels Torp, tra gli altri architetti norvegesi Kristin Jarmund,
MAD, Kari Nissen Brodtkorb, Jensen & Skodvin e Lund Hagem, il danese Schmidt
Hammer Lassen, il finlandese Gullichsen
Vormala, e naturalmente l’italiano Renzo
Piano, che ha progettato il nuovo museo
Astrup Fearnley.
Appena varcato Aker Brygge, negozi,
gallerie d’arte, ristoranti, ben 35 luoghi
dove l’arte culinaria è una costante e
dove la materia prima quasi sempre è il
pesce, freschissimo, e qui per fresco
s’intende di qualche ora. Ma ciò che
rende l’incanto del luogo è la poesia, il
sentimento, la sensazione da sfiorare
con gli occhi il silenzio musicale del mare, il dolce naufragare che è come un sognare tra
il fruscio dell’acqua. Pause verdi, il calore del legno e la voce solista dell’arte che
imperiosafluttua,rinsalda,completal’atmosfera.
Qui, e solo qui, l’altro suono dell’estetica
diventa design, e il design diventa
ispirazione del vivere contemporaneo,
nasce The Thief Hotel, interazione di
Arte e confort, la seduzione del design,
le forme delle emozioni. Il lusso è una
questione di feeling, of course.
Rigenerasi a Tjuvholmen è un piacere in
tutte le sue cadenze, dal gustare un
cremosissimo gelato, al prendere il sole
sulle comode panchine lungo il pontile,
praticamente delle sedute che ti
permettono di sdraiarti sui ricordi e sul presente che avanza, empasse sotto il sole del
nord. Oppure respirare appieno il mare, duettando con una delle tante sculture all’aperto
del Astrup Fearnley museo. Lo stile di Renzo Piano è evidentissimo, la sua nuvola plana
sul fiordo e le sue dolci curve seguono l’andamento delle onde. All’interno la versatilità
più trendy, frizzante, profonda, moderna, attuale e concettuale dell’arte contemporanea.
Molte interpretazioni, mille letture, una sola certezza essere oggi per vivere domani, il
segno artistico dell’universo in fermento.
Dal segno del contemporaneo alla storia
Dal segno del contemporaneo alla
materica presenza della storia, con la
Fortezza di Akershus, residenza di re e
più tardi, nel 1592, servì da fortezza
armata con i suoi cannoni, oggi in bella
vista. Al suo interno l’ufficio dello
scrittore Henrik Wergeland, la chiesa del
castello, il mausoleo Reale e il Museo
della Resistenza. Dalla collina sembra
catturare lo splendore del mare,
presenza carica di memoria, testimone
del tempo, archivio di tradizioni e di
vicende in un presente figlio della sua
storia. Ancora oggi l’esercito utilizza alcune aree del forte e ogni giorno alle 13.30 è
possibile ammirare la suggestiva cerimonia del cambio della guardia.
Sotto la Fortezza, attraverso l’
Akershusstranda si raggiunge la
banchina Vippetangen, da dove partono i
battelli per le isole del fiordo di Oslo. In
30 minuti, scenografiche ripartizioni
spaziali ridefiniscono l’orizzonte dei
nostri pensieri. L’immaginazione si veste
di natura e la natura suggella il paradiso
che ci viene incontro. Un viaggio, per i
nostri occhi, infinito, che s’inoltra oltre il
tempo reale, che dipinge ogni scorcio
d’impressioni carezzevoli, così fuggevoli
eppure così reali. La vista sulla città è
strepitosa, ad iniziare dal quartiere
moderno quasi preannunciato dalla
Norwegian National Opera e Ballet. Essenziale, dirompente, impact puro. Nessun
ornamento superfluo, linee dinamiche, bianco che riflette la luce.
Sembra quasi che la musica debordi la
sua naturale eleganza. L’estetica, in un
gioco di corrispondenza con la natura,
crea la bellezza da vivere, da percepire,
da intuire nel segno ampio di un accordo
che risuona di purezza e inafferrabilità.
Allontanandoci la scultura in mezzo al
mare, quasi una sentinella o una sirena
contemporanea, preludio della visione
che verrà o ultimo scorcio di una quiete
musicale che rilascia la sua segreta
musicalità tra le onde del mare.
E dal passato al domani che verrà
Una delle prossime mete potrebbe
essere con le rovine di un monastero
cistercense costruito dai monaci di
Kirkstead, provenienti dall’Inghilterra,
durante il XII secolo, oppure puntando
verso Bygdøy il Museo delle Navi
Vichinghe, il Museo della Marina
Norvegese, il Museo di Fram, il Museo
del Kon-Tiki, una full immersion nella
cultura tipica norvegese, che può
continuare con una visita alle Case in
legno di Oslo di Damstredet e di
Telshusbakken, due quartieri situati nel
piccolo distretto di San Hanshaugen. La
tipicità delle casette in legno, circondate
da colorati giardini, è il motivo dominante. La prima casa del quartiere venne eretta nel
1756 dallo scultore Ole Meyer e tra i suoi residenti più noti vi fu lo scultore Andreas
Hansen Meyer. Nel quartiere di Telthusbakken è particolarmente interessante la chiesa
di Aker (Gamle Aker Kirke), la più antica di Oslo ed ancora in attività, ed il cimitero di Vår
Frelsers gravlund.
Oslo a 360° ad Holmenkollen, l’arena dei grandi eventi internazionali. Cielo e terra, sulle
palpebre della natura è la dimensione che si vive dalla torre del salto con gli sci.
Oslo vive, pulsa, freme, un corollario artistico che rilascia attimo dopo attimo la vita nelle
sue forme più eccelse.
Per un soggiorno indimenticabile a Oslo:
Hotel Continental – Stortingsgaten 24/26. P.O. Box 1510 Vika, N – 0117 Oslo
Phone: +47 22 82 40 00 – http://www.hotelcontinental.no
The Thief Hotel – Landgangen 1, 0252 Oslo, Norvegia
Tel. +47 24 00 40 00 – http://thethief.com/
Grand Hotel – Karl Johans Gate 31 – NO-0159 Oslo- Norway
Tel. +47 23 21 20 00 – http://www.grand.no
Ufficio del Turismo – Jernbanetorget 1 – OsloS ( at the Central Station) –
www.visitoslo.com
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(17/09/2014)
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