11/10/2007 La Sicilia: Uomini e topi par sono

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11/10/2007 La Sicilia: Uomini e topi par sono
GIOVEDÌ 11 OT TOBRE 2007
LA SICILIA
2.
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di ieri
Pena di morte
Chiedo la pena di morte. Non
bastano gli ergastoli. Da
questo processo mi aspetto
minimo minimo due
ergastoli ciascuno. Ci sono state quattro
persone uccise e una che per fortuna si è
salvata. Provo rabbia, soltanto rabbia.
Azouz Marzouk
ENRICO CISNETTO
P
rima Almunia e poi Draghi. Era difficile sperare in una promozione anche
stiracchiata per la Finanziaria "light"
del governo Prodi, ma due bocciature
così nette e circostanziate dovrebbero
perlomeno far riflettere. Per quanto riguarda lo scontro con Bruxelles, ha ragione Padoa-Schioppa quando fa notare che
al taglio complessivo del deficit pari al
2,1% nel triennio 2006-2008 si arriverà, e
quindi gli accordi con l’Ue verranno rispettati. Ma Almunia fa altrettanto giustamente notare che nel prossimo anno
l’aggiustamento strutturale sarà solo dello 0,2%, invece dello 0,5% degli impegni
presi. E quello che preoccupa in special
modo la commissione Ue è l’inversione
di tendenza, perché anche loro sanno
che una volta abbandonata la via virtuosa - per di più, al solo scopo di regalare
qualche elemosina "elettorale" - è difficile, politicamente, tornare indietro.
Ancora più impietoso il giudizio di Mario
Draghi, che pone l’accento sui modesti
progressi nella riduzione dello squilibrio
nei conti pubblici, l’aumento netto delle
spese di quasi 4 miliardi rispetto al tendenziale, e il carico fiscale che continua
ad essere troppo alto. E il Governatore ha
fatto bene a sottolineare che, invece, la
sfida cruciale della finanza pubblica italiana dovrebbe consistere nel realizzare
congiuntamente l’abbattimento del peso del debito e la riduzione del carico fiscale che grava sui contribuenti onesti.
Ma a questo punto dovrebbe essere chiaro a tutti che, così come è giusto utilizzare l’avanzo primario e sarebbe stato corretto devolvere il tesoretto per ridurre
l’indebitamento, non è certo con un cucchiaio che riusciremo a svuotare il mare.
E’ vero, infatti, che il processo di risanamento, iniziato nel 1995 dopo che nel
1994 il debito-pil aveva toccato il record
di 126 punti di pil, ha portato ad una discesa di 19,2 punti ad oggi. Ma l’Italia si
era assunta l’impegno, firmando il patto
di Maastricht, di ridurre il debito al 60%
del pil in un tempo congruo (non si è mai
messo nero su bianco quanto fosse, ma
informalmente si era stabilito che fosse
tra un minimo di uno e un massimo di
due decenni), e che nel frattempo (dal
1992), tenendo conto anche delle privatizzazioni si sia spesa l’astronomica cifra
di oltre 900 miliardi di euro in moneta rivalutata per cancellare la parte eccedente il 60% di deficit-pil per ritrovarci ancora lontani di ben 46,8 punti percentuali
da quell’obiettivo.
E allora, per uscirne, è necessario immaginare un’operazione di tipo straordinario, che consenta di abbattere in un
colpo solo il debito di alcune decine di
punti. Un po’ quello che ha cominciato a
dire Veltroni, senza però riuscire a specificare quali metodi utilizzare per raggiungere l’obiettivo. Giuseppe Guarino,
ex ministro del governo Amato, ha provato a ragionare su un intervento che
abbatta il debito al 70% del pil, pari a circa 430 miliardi. Il meccanismo potrebbe
essere quello di costituire una spa, di cui
il Tesoro avrebbe il 100%, per poi gradualmente scendere grazie alla quotazione
nelle maggiori Borse, nella quale confluirebbero partecipazioni (Eni, Enel,
ecc.) e beni immobili per un ammontare
di 430 miliardi. Insomma, una public
company per abbattere il debito e, risolti i problemi di finanza pubblica, per rilanciare l’economia.
Una cura che, non fosse altro per la portata della ricetta, richiede una condizione ben diversa da quella rappresentata
dal ministro Padoa-Schioppa nel suo generoso spendersi a difesa della sua Finanziaria. Ovvero: avrà anche ragione il
ministro dell’Economia quando dice che
"nelle condizioni date" - leggasi: a causa
dell’estrema fragilità della coalizione di
governo - questa è la migliore delle Finanziarie possibili, ma a questo punto
forse bisognerebbe anche domandarsi
se l’aver sprecato un periodo di (relativa)
crescita economica - peraltro già finito,
viste le previsioni al ribasso di quest’anno e soprattutto del prossimo - per distribuire mance e mancette non costituisca un’occasione ormai irrimediabilmente (e colpevolmente) perduta. Lo
stesso ragionamento vale per gli interventi straordinari che, pare di capire, gli
altri paesi dell’euro ci chiedono: l’abbattimento del debito non lo si fa "nelle
condizioni date", cioè con un sistema
politico inadeguato a produrre maggioranze capaci di prendere decisioni strategiche. Almunia e Draghi non ce lo potevano dire, ma il vero punto da cui partire è proprio questo.
(www.enricocisnetto.it)
Troppi comici tra i politici
I politici hanno rubato il mestiere a noi comici per
tanto tempo, non mi sorprende che adesso con
Beppe Grillo succeda il contrario. Non credo
che fonderò mai un partito, né farò politica. Penso
che chi fa satira non deve frequentare luoghi di potere, né cercare
potere.
Paolo Rossi
APPUNTI
Falcone, Borsellino e un certo Miccichè
SALVATORE SCALIA
S
upponiamo che Totò Riina o Bernardo
Provenzano atterrino all’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo. Proveranno
fastidio o rabbia pensando che quei due nomi
rappresentano quanto di meglio la Sicilia abbia generato, perché avversari irriducibili, fino
al martirio, di una piaga come la mafia. Ogni
siciliano può seguirne l’esempio e sbandierare il sacrifico dei due giudici come prova irrefutabile contro il pregiudizio radicato che tutti nell’isola siano mafiosi, o, perlomeno, partecipi di una mentalità che costituisce il retroterra culturale dell’agire mafioso. Questo ragionamento è elementare. Possono capirlo tutti,
o meglio quasi tutti, tranne Gianfranco Micciché. Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, di Forza Italia, per troppo amore verso
la sua terra ritiene che il nome dell’aeroporto
dia un’immagine negativa dell’isola in quanto,
in un ipotetico quanto ignaro turista, favorisce
l’associazione immediata tra Sicilia e mafia. A
suo giudizio si tratta di autolesionismo e di
masochistica voglia di afflizione, per cui sarebbe opportuno cambiare nome. Riina e Provenzano sarebbero d’accordo anche se non lo
direbbero mai per omertà. Il silenzio è la regola di cosa nostra. Miccichè ha dovuto chiedere scusa. L’amore è cieco e fa dire spropositi.
Gerhard Ertl . Un altro tedesco insignito del riconoscimento svedese
dopo quello sulla fisica. Sue le scoperte sull’emissione di gas a contatto
con superfici solide e sulle possibilità di ridurre il buco dell’ozono
I L D I BAT TITO
UOMINI
E TOPI
PAR SONO
GIORGIO MONTAUDO
E
Il Nobel per la chimica
alle marmitte catalitiche
U
na rivoluzione chimica venuta in
soccorso dell’ambiente, tanto da
meritare il Nobel. È un premio
meritato, il Nobel per la Chimica assegnato ieri al tedesco Gerhard Ertl, dell’Istituto Max Planck di Berlino. Nato a Stoccarda 71 anni fa, proprio il 10 ottobre, Ertl è
stato il protagonista del passaggio dalla
chimica tradizionale, basata sullo studio
delle reazioni nei liquidi, alla nuova chimica delle reazioni sulle superfici solide
che vengono a contatto con un gas. Grazie
ai suoi studi è stato possibile produrre dispositivi utili per limitare le emissioni inquinanti delle automobili, come le marmitte catalitiche, ma hanno anche permesso di capire i processi chimici alla base di fenomeni di grande interesse ambientale, come l’assottigliamento della
fascia di ozono. Le stesse ricerche hanno
aperto la via tecnologie nuove, come
quelle che sono alla base delle celle a
combustibile.
Quando la molecola di un gas colpisce
una superficie solida possono avvenire
processi molto diversi. Ad esempio, la
molecola può essere respinta indietro oppure può essere assorbita. In quest’ultimo
caso l’impatto può essere così forte che la
GRUENBERG
«HO AVUTO ERTL
COME CONCORRENTE»
Peter Gruenberg, il tedesco che ha
vinto il premio Nobel per la fisica
2007, si è congratulato con il collega
Gerhard Ertl, il vincitore del Nobel
per la chimica 2007. "In varie
occasioni l’ho avuto come
concorrente per altri premi" ha detto
sorridendo Gruenberg durante una
conferenza stampa a Berlino. Ertl e
Gruenberg sono ambedue fisici.
"Due premi Nobel sono una gran
bella cosa per la Germania" ha detto
Gruenberg, che è stato premiato
con Fert per i suoi studi sugli hard
disk e la capacità di raccogliere
memoria. "Ma anche se non
riceviamo il premio Nobel, non vuol
però dire che non siamo bravi" ha
detto Gruenberg a proposito del
fatto che la ricerca tedesca al
momento è in buone condizioni
indipendentemente dalle
onorificenze.
molecola può essere frantumata negli
atomi che la compongono e questi ultimi
possono interagire direttamente con la
superficie fino a scatenare reazioni che
possono modificare le proprietà chimiche
della superficie. Una terza possibilità è
che la molecola incontri un’altra già entrata in contatto con la superficie, avviando così una reazione chimica binaria.
Ertl è stato il primo a osservare reazioni di
questo tipo sulla superficie del platino. Si
deve a lui anche la possibilità di utilizzare la microscopia fotoelettronica e di fare
così osservazioni a livello molecolare, seguendo così "in diretta" le reazioni che avvengono su scala microscopica. Per il direttore dell’Istituto di Chimica dei composti organo-metallici del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Firenze, Claudio Bianchini, Ertl "è stato fra i primi a studiare, alla fine degli anni ’70, il modo di
’attaccarè ai metalli strati sottilissimi,
spessi anche un solo atomo, di catalizzatori, e di far avvenire le reazioni su queste
superfici. Questa nuova chimica ha stravolto quella precedente, e l’ha sostituita in
campi fondamentali come l’energia".
Le applicazioni degli studi di Ertl, ha aggiunto, sono già molte, ma la ricerca con-
tinua in tutto il mondo: "l’uso di superfici con catalizzatori depositati è vastissimo" e la marmitta catalitica è un esempio. Lo stesso principio è utilizzato, per
esempio, anche nei pannelli fotovoltaici,
che utilizzano materiali sulla superficie
dei quali sono ancorate molecole capaci
di catturare l’energia. Adesso, ha rilevato
l’esperto dell’Enea Ennio Rossi, la prossima sfida è nel campo delle celle a combustibile, le celle a idrogeno che producono
elettricità senza emettere fumi. Le basi
teoriche ci sono, e sono quelle scoperte da
Ertl, mancano gli ultimi dettagli tecnici.
Si devono a lui anche le particolari attrezzature usate nei laboratori di tutto il
mondo per queste misure. Gerhard Ertl è
stato il primo a capire cosa avviene esattamente nelle reazioni all’interfaccia fra
materiali solidi e gas: grazie agli studi del
ricercatore tedesco, oggi si possono pilotare i processi di questo tipo, ’costringendò il materiale a reagire nel modo voluto. Questa è una vera e propria nuova
chimica, la cui nascita è dovuta anche al
lavoro di Ertl, che studia le reazioni che
avvengono sulla superficie dei metalli anzichè nei liquidi.
GIORGIO FUMAGALLI
chi di certa stampa a proposito de
Nobel a Capecchi: «Ha rispettato
gli embrioni umani, si è limitato
ad operare sugli embrioni dei topi». «Ha
condotto i suoi studi sulle cellule staminali embrionali dei topi, senza alcuna
strumentalizzazione della vita umana».
Strano modo di guardare ai risultati della
spettacolare tecnica del "gene targeting",
una ricerca scientifica che ha portato ai
topi transgenici. E’ mistificante rivestire di
significati pseudo etici quelle che sono
semplici necessità scientifiche. La ragione
per cui Capecchi ha utilizzato gli embrioni di topo sta nella loro somiglianza a
quelli umani. La sperimentazione procede per gradi, si spera di scoprire l’origine
di alcune gravissime malattie che ci affliggono. Ma dobbiamo avere chiaro che i
topi transgenici prodotti nel laboratorio di
Capecchi sono stati sottoposti ad una manipolazione radicale del corredo genetico
originale, sono dei "mostri artificiali". E’
terrificante essere costretti a creare questi artefatti, ma ciò è strettamente necessario se vogliamo progredire nell’esplorazione delle strutture biologiche e dei
meccanismi di funzionamento del nostro
corpo. Alcuni persistono nell’errore di
considerare l’uomo intrinsecamente diverso dagli altri animali. Sono così indotti a credere che l’uomo sia legittimato a
disporre degli animali e della natura.
Non è vero. E’ profondamente ingiusto
pensare di essere legittimati a sacrificare
gli embrioni di topo al solo scopo di preservare quelli umani (rispettare la vita). La
sacralità della vita investe tutte le sue
forme, è un principio etico basilare, non
c’è modo di sfuggire da questo imperativo. Producendo topi transgenici, siamo
coscienti di agire in modo scorretto, né
più né meno di quando ci cibiamo di animali che abbiamo allevato al solo scopo di
mangiarli (sappiamo bene di peccare ogni
giorno). Ma al presente non abbiamo alternativa, se vogliamo sopravvivere. Che
ci piaccia o no, nella nostra epoca così tecnologica siamo ancora in una fase iniziale della civilizzazione umana. Ed è la
scienza che detta i tempi ed i modi del
progresso. Le rivoluzioni scientifiche si
susseguono ormai ad un ritmo parossistico, fino a che la nuova biologia si sarà
consolidata e la rivoluzione biologica ci
avrà messo in condizione di controllare i
processi biologici.