Blackstone vuole gli hotel Boscolo

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Blackstone vuole gli hotel Boscolo
-MSGR - 20 CITTA - 15 - 07/01/16-N:
15
Economia
Giovedì 7 Gennaio 2016
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(C) Il Messaggero S.p.A. | ID: 00070799 | IP: 93.62.51.98
Blackstone vuole gli hotel Boscolo
Il fondo Usa corteggia il gruppo alberghiero alle prese `La proprietà vuole 80 milioni per dare il via libera
con il piano di ristrutturazione dei 320 milioni di debiti Al timone in arrivo Elena David al posto di Pompei
`
RILANCI
ROMA Blackstone prenota una suite al Boscolo group, la catena alberghiera padovana ancora alle
prese con un piano di ristrutturazione finanziaria. Il gigante di
New York del private equity, attraverso il suo braccio nel real
estate, in Italia guidato da Paolo
Bottelli, secondo quanto risulta
al Messaggero, sarebbero interessato ad acquisire il gruppo turistico-alberghiero reduce dal
completamento di una cura dimagrante e di riposizionamento
del business previsti nel piano di
riscadenziamento del debito, sceso a 320 milioni, di cui 10 di circolante. Tra Blackstone e Angelo
Boscolo, presidente-patron della
catena, ci sarebbero però distanze sul prezzo.
A metà mese, è previsto un cda
della Nuova Boscolo Hotels nel
quale dovrebbe avvenire la staffetta al timone. Esce Tommaso
Pompei, divenuto ad di Enel
OpEn Fiber, la società specializzata nella banda larga e, al suo
posto, le principali banche creditrici guidate da Mps sponsorizzano l’arrivo di Elena David. Si tratta di una manager di esperienza e
capacità, qualità apprezzate dalle grandi banche: dal 2000 è al timone di Una hotels & Resorts, ac-
PRIMA DI NATALE
COMPLETATO IL RIASSETTO
SOCIETARIO: IL BUSINESS
SI CONCENTRA SUI 5 STELLE
IL POTENZIALE ACQUIRENTE
DISPOSTO A PAGARE MENO
quisita dal gruppo Unipol attraverso Atahotel, dove ha dimostrato, nonostante tutte le avversità, grande professionalità. Alla
David il compito di dare impulso
al riposizionamento strategico
sul segmento cinque stelle, dopo
la chiusura dei cinque hotel a 4
stelle e la vendita dell’Aleph e del
Palace di Roma: al termine del
riassetto societario mediante fusione in Boscolo group di Boscolo hotels, Boscolo Tours e di altre
cinque controllate con la nascita
della Nuova Boscolo Hotels, il
gruppo proseguirà l’attività con
13 hotels, dei quali cinque in Italia. Il piano di risanamento sta
lentamente dando i primi risultati: a fine 2015 i ricavi avrebbero
sfiorato i 180 milioni con un ebitda di 28 milioni, di cui 26 relativi
alla parte alberghiera.
Blackstone che sarebbe assistita dallo studio Lombardi Molinari Segni, avrebbe compiuto
un’analisi sul gruppo per rendersi conto del suo valore, a parte i
debiti. Il presidente Boscolo che
agisce anche per conto dei fratelli con i quali non ci sarebbe sempre unità di vedute, vorrebbe 80
milioni cash e l’accollo da parte
del fondo Usa delle passività che
potrebbero essere abbattute dalla vendita di sette immobili da
cui si stima un incasso di 250 milioni. A questi valori, Boscolo, assistito dallo studio Dla Piper, valuta il gruppo circa 15 volte il
margine lordo, un parametro
nettamente fuori mercato. La
proposta di Blackstone, infatti,
sarebbe nettamente più bassa. In
questo tira-e-molla potrebbero
intervenire le banche favorevoli
ad accelerare una svolta.
r. dim.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I debiti di Boscolo
Dati in milioni di euro
Mps
60
Veneto banca
Altri istituti
90
Bnl
TOTALE
320
10
Unipol banca
14
27
Banco Popolare
25
Popolare Vicenza
19
Un hotel Boscolo a Roma
Shopping estero su imprese italiane
nel 2015 investimenti per 28 miliardi
RAPPORTO KPMG
ROMA Il 2015 sarà ricordato (tra le
altre cose) come l’anno dello shopping estero sulle aziende italiane:
sono state 179 le operazioni di acquisizione di aziende italiane da
parte di investitori esteri, per un
controvalore complessivo di 28 miliardi, il 55% del mercato complessivo m&a italiano che equivale a
50,1 miliardi su un totale di 506
operazioni concluse.
Il trend dell’espansione estera è
stato documentato da un rapporto
di Kpmg e si era già manifestato
nel 2014, quando si erano concluse
201 operazioni di acquisizione
estero su Italia per circa 26 miliardi. In sostanza negli ultimi due anni sono passate in mano straniera
circa 380 aziende italiane per un
controvalore di circa 54 miliardi.
Sempre nel 2015 tra le prime 10
operazioni per controvalore, ben 5
sono state messe a segno da operatori esteri su alcuni nostri grandi
campioni nazionali. Tra queste si
segnala l’opa della Marco Polo holding (65% ChemChina e 35% Camfin) per più di 7 miliardi: va eviden-
ziato però, che si tratta di un’acquisizione solo azionaria visto che per
cinque anni la gestione e le grandi
decisioni strategiche sono affidate
a Marco Tronchetti Provera cui
spetterà anche designare il suo
successore. Sempre lo scorso anno
da registrare inoltre, l’incremento
della partecipazione di Vivendi in
Telecom Italia salito al 20,2% per
un investimento di circa 3 miliardi, la fusione di Sorin nell’americana Cyberonics per un controvalore
di 1,4 miliardi, l’acquisizione di
World Duty Free, uno dei maggiori
operatori mondiali di retail aero-
-TRX IL:06/01/16
Made in Italy,
in mani straniere
il 51% delle spa
quotate in borsa
Gli investitori esteri hanno il
51% della spa quotate italiane.
Secondo lo studio fatto da
Unimpresa, la
capitalizzazione di Borsa
delle imprese del nostro
Paese è cresciuta in un anno
di 36 miliardi arrivando a 545
miliardi complessivi con
un'impennata di 52 miliardi
della fetta in mano ai colossi
internazionali prima
attestati al 44%. Va deto che il
43% di tutte le imprese (anche
le non quotate) è controllato
dalle famiglie. Da giugno 2014
a giugno 2015, i capitali esteri
hanno acquistato il 7% in più
delle aziende quotate. Sul
listino tricolore cresce il peso
degli azionisti non italiani
che ora hanno partecipazioni
di imprese quotate della
Penisola pari a 278,7 miliardi.
Unicredit
75
Unimpresa
portuale, da parte della svizzera
Dufry per 2,5 miliardi. «Si è confermato il trend dell’anno precedente
- sottolinea Max Fiani, partner
Kpmg e curatore del rapporto -,
grandi player dell’economia globale trovano nel nostro sistema produttivo asset interessanti in termini di brand e know how produttivo. Ci aspettiamo che il fenomeno
si consolidi anche perché molte famiglie storiche del capitalismo italiano accettano ormai di diluirsi all’interno di grandi gruppi internazionali». Più contenuto lo shopping italiano all’estero sempre nel
2015: solo 85 operazioni per circa
9,9 miliardi di controvalore.
r. dim.
21:21-NOTE:
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