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DELLA
ANNO XXXV
17 APRILE 2010
E 1,20
15
DIOCESI
DI
COMO
PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A.
SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV.
IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO
Cari amici, questa è la vera
ragione di speranza dell’umanità:
la storia ha un senso, perché è
“abitata” dalla Sapienza di Dio.
E tuttavia, il disegno divino non si
compie automaticamente, perché
è un progetto d’amore, e l’amore
genera liber
tà e chiede liber
tà.
libertà
libertà.
Il Regno di Dio viene cer
tamente,
certamente,
anzi, è già presente nella storia
e, grazie alla venuta di Cristo,
ha già vinto la forza negativa del
maligno. Ma ogni uomo e donna
è responsabile di accoglierlo
nella pr
opria vita, gior
no per
propria
giorno
gior
no. Per
ciò, anche il 2010
giorno.
Perciò,
sarà più o meno “buono” nella
misura in cui ciascuno, secondo
le proprie responsabilità, saprà
collaborare con la grazia di Dio.
NEL QUINTO ANNIVERSARIO DELLA SUA ELEZIONE
(Benedetto XVI, Angelus, 3 gennaio 2010)
Papa Benedetto, in mezzo a noi!
I
l 19 aprile di cinque anni
fa - anche allora era un lunedì - venne eletto papa il
card. Joseph Ratzinger che
prese il nome di Benedetto XVI. Non passò molto tempo
- anche i papi godono di una
breve “luna di miele”? - e si ebbero le prime avvisaglie di una
strategia offensiva che cercava
di mettere in cattiva luce la
persona di papa Benedetto XVI
in modo subdolo, usando l’arma
dello scandalo tanto cara al nostro mondo mediatico. Si è cercato di dipingerlo ora come il
nemico dell’Islam – è la polemica seguita alla lezione di Ratisbona del settembre 2006 ora come il negatore del cammino di amicizia con gli ebrei
– pensiamo al caso Williamson
scoppiato nel gennaio 2009, ma
anche al recentissimo caso
Cantalamessa – ora come l’affossatore dell’ecumenismo e il
tradizionalista ripiegato su un
passato preconciliare. E sono
solo i capitoli più ricorrenti in
Sindone
SABATO 10 APRILE È
INIZIATA L’OSTENSIONE
DELLA SINDONE. IN VISTA
DEL PELLEGRINAGGIO
DIOCESANO A TORINO DEL
4 MAGGIO 2010, NON
PERDERE IL PROSSIMO
NUMERO DE «IL
SETTIMANALE DELLA
DIOCESI DI COMO»
CHE CONTERRÀ UN
INSERTO SPECIALE
questi anni, dentro e fuori la
Chiesa, quella Chiesa di cui
proprio il card. Ratzinger, durante la Via Crucis del 2005,
aveva deplorato la «sporcizia».
Da ultimo, ecco riaprirsi lo
scandalo della pedofilia, colpa
gravissima di cui si sarebbero
resi colpevoli sacerdoti protetti
dalla gerarchia della Chiesa e,
in primis, dal card. Ratzinger,
quando era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, durante il pontificato di
Giovanni Paolo II. La grande
stampa internazionale ha addirittura operato una precisa selezione dei crimini, così da poter colpire personalmente il
pontefice. Sembra il bollettino
di una guerra, che avrebbe lasciato sul campo qualunque generale. Invece, abbiamo sempre
avuto in mezzo a noi un uomo –
papa Benedetto XVI – capace
di reagire con ponderazione e
fermezza. Nella domenica delle Palme non ha esitato a tacciare tanta di questa «sporcizia» che circola nei media mondiali con il nome giusto: «chiacchiericcio», da cui non lasciarsi
impressionare.
Eppure la gente rischia di cadere nella rete della disinformazione e nella trama di chi
vuole infangare il Papa. E chi
gli è vicino lo dice provato da
questa ignobile campagna condotta con l’appoggio dei moderni bombardieri, i quotidiani e i
siti internet, e appoggiata dal
silenzio o dalla “cultura del sospetto” di alcuni, che pure si dicono cristiani. Sia chiaro, la
Chiesa deve evitare il panico e
deve saper riconoscere le proprie colpe, ma è chiamata a gestire sapientemente la sua immagine, difendendola da attacchi ingiustificati e salvaguardando la buona fede della gente più semplice. Chi scrive fu
tra i firmatari di un appello alla
RAI perché non mandasse in
onda nel maggio 2007 un documentario-spazzatura della
BBC (punteggiato da affermazioni clamorosamente false o
fondate sull’ignoranza dei più
elementari principi del diritto
canonico) che, già allora, cercava di colpire papa Benedetto
XVI sul terreno della pedofilia.
Il documentario andò poi in
onda in una puntata di “Annozero” di Santoro. Ora, la polemica è ripresa ancora più veemente. E che si tratti di un
attacco ad personam, lo dimostra, tra gli altri, un fatto. L’associazione “Meter” di don Fortunato Di Noto nell’ultima settimana ha denunciato più di
500 siti pedopornografici e ha
fatto segnalazioni dettagliate
su situazioni delicatissime, ma
non c’è un quotidiano – eccetto
Avvenire – che riprenda la notizia. Un conto è il Papa – che
si attacca con incredibile gratuità – e un conto è il mercato
globalizzato ed economicamente proficuo della pornografia –
che invece non si tocca! Viene il
sospetto che le vittime della
pedofilia – sicuramente anche
quelle di cui si sono resi colpevoli alcuni sacerdoti, ma perché
non parlare anche di registi,
giornalisti, avvocati, medici,
magari ebrei o musulmani o
agnostici e atei? – non interessano veramente gli orditori di
questa trama anticattolica.
Usano la pedofilia come un pretesto contro il Papa e contro la
Chiesa. Come già fecero i farisei
che un giorno portarono a Gesù
una donna sorpresa in flagrante adulterio, non perché avessero a cuore la sua vita o quella delle persone coinvolte e vittime di quell’adulterio, ma solo
per screditare Gesù agli occhi
della gente. L’operazione fallì.
L’adulterio non venne cancellato dalla lista dei peccati. La
donna tornò a casa perdonata.
Gesù s’avvicinò ancora di più al
suo martirio...
La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, ha
invitato tutte le comunità ecclesiali lunedì 19 aprile “a stringersi nella preghiera intorno al
Papa, centro di unità e segno
visibile di comunione”. In tale
occasione, “si individueranno a
livello locale le forme più adatte (quali, per esempio, l’Eucaristia, la liturgia della Parola,
veglie di preghiera, l’adorazione eucaristica e la recita del
rosario) per rendere grazie a
Dio per il magistero illuminato
e la cristallina testimonianza
del Papa”. “Nello stesso tempo,
in quest’ora di prova – si legge
ancora nel comunicato - la Chiesa in Italia non viene meno al
dovere della purificazione, pregando in particolare per le vittime di abusi sessuali e per
quanti, in ogni parte del mon-
do, si sono macchiati di tali
odiosi crimini”. “Confidando
nella Sua parola”, la Cei infine
“implora dal Signore energie
nuove, perché ne rafforzi la passione educativa, sorretta dalla
dedizione e dal generoso impegno di tanti sacerdoti che, insieme ai religiosi, alle religiose
e ai laici, ogni giorno si spendono soprattutto nelle situazioni
più difficili”.
È un modo per essere insieme cristiani e cittadini del mondo, laici e credenti. Cerchiamo
di non essere timorosi e, in autentico spirito di preghiera,
mostriamo che la nostra fede in
Gesù Cristo trova la sua più
bella incarnazione nella Chiesa, formata da uomini e donne
capaci di peccato, semper reformanda, ma già ora, nel mistero della redenzione, «una,
santa, cattolica, apostolica». È
la Chiesa che papa Benedetto
da cinque anni ci testimonia,
stando in mezzo a noi.
don AGOSTINO CLERICI
LIBRETTO
PER LA
BENEDIZIONE
DELLE FAMIGLIE
SONO DISPONIBILI
ANCORA COPIE
Prenotazioni
(da lunedì a venerdì, dalle
ore 8.30 alle ore 18.30):
031-263533
P A G I N A
2
RIFLESSIONI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
LA CARNE E IL CUORE
NOVITÀ IN LIBRERIA
STORIE DI DONNE
I PADRI E LA PAROLA DI DIO
T
estimonianze di una femminilità diversa, fuori
dagli schemi, libera da
pressioni sociali e dogmi
ideologici, che si confronta apertamente sui temi della
maternità, fortemente voluta, rimandata o rifiutata, della clausura, della lotta sul lavoro, della
pubblicità, dell’educazione. In
questo libro Carlo Bellieni lascia
la parola alle donne, porgendo
l’orecchio con grazia ed attenzione
alle loro storie, e invita i suoi lettori a riflettere su quali siano i
reali desideri delle donne di oggi,
troppo spesso messi a tacere o condizionati dai modelli culturali
contemporanei. Da questi racconti traspare una grande preoccupazione per il futuro, frutto di
una tendenza sociale che, invece
di proteggere le donne, le lascia
sole davanti alle scelte importanti e troppo spesso preclude loro la
possibilità concreta di fare progetti a lungo termine in cui sentirsi pienamente realizzate.
Un libro dedicato a tutte le
donne che non si riconoscono nei
modelli di omologazione e perfezione estetica, imposti dalla nostra società attraverso la sovraesposizione mediatica di un corpo femminile irreale, pensato
solo a uso e consumo della pubblicità e del desiderio maschile, e
che hanno scelto di ribellarsi a
“quello che ci si aspetta da loro”
e scegliere la via più diffìcile, forse, ma che indubbiamente meglio rappresenta un’idea chiara e
personalissima di essere donna.
MARIAVERA SPECIALE
CARLO BELLIENI (a
cura di), La carne e il
cuore: storie di donne,
Cantagalli, pagine
116, euro 9,00
ELLEDICI PER L’OSTENSIONE DEL SACRO LINO
La Sindone spiegata anche ai bambini
S
abato 10 aprile ha avuto inizio l’Ostensione della Sindone (un inserto speciale sul prossimo numero de Il Settimanale della diocesi
di Como). Parecchie case editrici colgono questa occasione per presentare novità o ristampare guide e monografie dedicate all’argomento. L’Editrice Elledici - che ha la sua sede proprio a Torino
- offre in questi giorni importanti novità sull’argomento: una ricca serie
di sussidi per preparare, vivere e rivivere l’esperienza del pellegrinaggio
o semplicemente per informarsi e meditare.
La proposta editoriale viene incontro a tutte le esigenze ed ha l’avvallo
scientifico di esperti quali mons. Giuseppe Ghiberti (presidente della
Commissione Diocesana della Sindone) e Bruno Barberis (direttore
Scientifico del Centro Internazionale di Sindonologia).
Il nuovo volume scritto da più autori Sindone: Vangelo, Storia, Scienza (pagine 296, euro 16,00) raccoglie una serie di saggi dei più noti ed
apprezzati studiosi del telo sindonico (fra i quali il nuovissimo L’immagine «inspiegabile». Studio crìtico di una vera sfida scientifica del
francese Yves Saillard) da ritenersi come il “punto fermo” sull’attuale
situazione degli studi sul sacro Lino.
Ma soprattutto sono interessanti tre proposte per bambini e ragazzi.
Bruno Ferrero e Anna Peiretti hanno preparato il libricino La Sindone
raccontata ai bambini (pagine 16, euro 1,80): due bambini, facendo
una ricerca scolastica su Torino, si imbattono per caso nel “Museo della
Sindone”. Inizierà per loro un viaggio straordinario: scopriranno la storia e le curiosità sull’”oggetto più misterioso del mondo”. Bruno Barberis
firma l’agile volumetto La Sindone spiegata ai ragazzi (pagine 48,
euro 4,00), un bel libro illustrato, una guida storico-scientifica essenziale, scritta con linguaggio adatto ai ragazzi d’oggi, ma utile a tutti.
Infine - autore è lo stesso Barberis - c’è un agile opuscolo illustrato intitolato Sindone. Il messaggio universale (pagine 32, euro 2,00): pensato come una guida storico-scientifica essenziale, scritta con linguaggio adatto ai ragazzi d’oggi e studiato per un utilizzo scolastico e catechistico.
a cura di AGOSTINO CLERICI
Cominciamo con un volume, che è ormai da
considerarsi un classico nel suo genere, e
in cui Jean Daniélou si propone di trattare
dell’incontro che, tra II e III secolo, il messaggio cristiano ha con l’ambiente
ellenistico e degli aspetti che di quest’ultimo trattiene nell’elaborazione del proprio
pensiero. La materia, di per sé immensa, è
indagata attenendosi a quanto appare più
significativo nel contatto col mondo greco,
senza trascurare tuttavia la tradizione ecclesiale e l’eredità giudeo-cristiana. L’interesse del saggio non sta soltanto nella ricchezza della documentazione, ma anche
nell’interpretazione proposta, ancor oggi
interessante per l’acume e la cultura con
cui l’autore riesce a offrire il quadro delle problematiche d’insieme. Esaurita l’edizione del 1975, le edizioni Dehoniane di Bologna ripropongono questo classico nella collana “Economica” che
vanta già titoli prestigiosi. JEAN DANIÉLOU, Messaggio evangelico e cultura ellenistica, EDB, pagine 634, euro 31,50.
Nell’undicesimo centenario della fondazione di Cluny (910 – 2010) le Edizioni Paoline
offrono in prima traduzione italiana 41 delle 193 lettere dell’epistolario di Pietro il
Venerabile,“che rimane la fonte principale
per scoprire l’uomo e il suo inserimento nel
XII secolo” (Torrell Bouthillier). Accanto a
“trattati”, come la Lettera 20 sulla vita solitaria, o la Lettera 111 a Bernardo, autentico manifesto contro ogni fondamentalismo, troviamo scritti che hanno per tema
l’amicizia, la vocazione religiosa, la preghiera, la speranza oltre la morte; altri che mostrano un saggio uomo di governo, tanto
energico nel difendere i diritti della “chiesa cluniacense” quanto deciso a riformare
la vita monastica, un cuore misericordioso
che accoglie il perseguitato Abelardo, un intellettuale singolarmente attento all’emergere dell’Islam, di cui fa tradurre il
Corano.La grande varietà dei destinatari, la diversità delle loro
posizioni nella società civile e nel mondo ecclesiale, la complessità dei problemi affrontati di volta in volta permette di tracciare
un affresco molto ricco sul panorama della prima metà del sec.
XII. Il testo si avvale della traduzione e di una approfondita introduzione di Domenico Pezzini, apprezzato studioso in ambito
medioevale. PIETRO IL VENERABILE, Un monaco nel cuore
del mondo. Lettere scelte, Paoline, pagine 448, euro 32,00.
La collana “Testi patristici” di Città Nuova
non ha bisogno di presentazioni ed è giunta
al volume numero 211. Il commento di Girolamo alla lettera agli Efesini e alla lettera a
Tito (386 d.C.) si caratterizza per una grande
varietà di approcci al testo: storico, letterale,
morale, spirituale allegorico. L’indagine di
Girolamo si dispiega soprattutto sul piano linguistico: ottimo conoscitore del latino e del
greco e discreto conoscitore dell’ebraico, fa continue osservazioni sulla sintassi e la grammatica del testo, sul lessico, sui problemi di
traduzione da una lingua all’altra, sulla punteggiatura, sugli errori nella trasmissione
dei manoscritti. GIROLAMO, Commento
alla lettera agli Efesini. Commento alla
lettera a Tito, Città Nuova, pagine 352, euro 35,00.
TERZA DOMENICA DI PASQUA - ANNO C
Parola
FRA
noi
AT 5,27-32.40-41
SAL 29
AP 5,11-14
GV 21,1-19
Il Risorto abita
dentro la trama
di una vita normale
di don AGOSTINO CLERICI
TERZA SETTIMANA
del Salterio
LA PASQUA DEI SETTE DISCEPOLI PESCATORI
S
ette apostoli insieme sul
mare di Tiberiade: tutto
sembra tornato indietro
di tre anni. Gli apostoli
sono ridiventati pescatori... di pesci? Sembra di sì. Cristo
è risorto, ma il filo della vita quotidiana riprende. Vuol dire che la
risurrezione di Gesù non è un
fatto che cambia la vita come
potrebbe cambiarla la vincita
milionaria ad una lotteria. Non è
un fatto così. Quegli uomini a cui
il Risorto si è già manifestato
sono normali, hanno fame, e, siccome devono procurarsi il cibo, lo
fanno nel modo in cui sono esperti. Che cosa fanno di mestiere? I
pescatori. Allora, escono a pescare. Vale a dire: il Risorto abita
dentro la trama di una vita normale, non scombussola le regole
della storia, non toglie la fatica
quotidiana. È confortante sapere
che è stato così anche per gli apostoli, perché è esattamente quello che è capitato a noi: è venuta
Pasqua, abbiamo celebrato la
gioia del Risorto, continuiamo a
celebrarla in questo tempo solenne sino a Pentecoste, eppure abbiamo l’impressione che la vita
sia la stessa di prima, e tutte le
mattine dobbiamo uscire di
casa… a lavorare. Come prima.
Non solo. A Pietro e agli altri
non è risparmiato il fallimento:
continuano a fare l’esperienza
più frustrante per un pescatore,
quella di stare fuori in mare tutta la notte e non pescare nulla.
Che diamine! È risorto o non è
risorto questo Gesù Cristo? Siamo o non siamo i suoi apostoli?
Non si è rivelato a noi annunciando cose grandi? Come si spiega allora questa ennesima esperienza deludente di una rete vuota? È forte la tentazione di pensare che in fondo non è cambiato
proprio nulla. Non solo bisogna
uscire a pescare, ma c’è ancora la
possibilità di non pescare nulla!
A che serve la fede in uno che è
tornato dal regno dei morti, in un
Risorto, se poi non ho nemmeno
il privilegio di una rete piena di
pesci?
Per fortuna, c’è il Risorto sulla
riva del mare. Ma per accorgertene devi essere uscito con la barca a pescare e aver fatto l’esperienza di un fallimento umano.
Se credi, però, ecco che la vita in
qualche modo cambia. Ecco che
la voce del Signore ti raggiunge.
Tu sei sulla barca, ma sulla riva
c’è il tuo Salvatore. E ti consiglia,
ti dice come devi fare. Paradossale che a istruire dei pescatori di
professione circa il dove gettare
le reti sia uno che di mestiere ha
fatto il falegname! Talvolta anche nella nostra vita è così: l’aiuto arriva nel modo più semplice,
forse il consiglio stesso ci sembra
banale, ma se la voce da cui arriva è quella del Signore, vale la
pena fidarsi della sua parola e
gettare le reti come Lui vuole,
dove Lui indica.
La sovrabbondanza della pesca fatta seguendo le indicazioni
di Gesù rimane nascosta sino
alla riva, non può essere verificata se non dalla sensazione data
da quelle reti che devono essere
colme per stare sott’acqua, non
può essere contata (ma lo sarà,
alla fine). Così è di ogni azione di
pesca operata dai cristiani: il risultato resta nascosto sino alla
fine, non ci è quasi mai permesso di quantificarlo, visto dal di
fuori può anche non apparire un
successo. Eppure è solo così che
la Chiesa nata dalla risurrezione
del suo Signore prosegue il suo
cammino nella storia: con le reti
che sono in fase di riempimento,
ma con i pesci che saranno contati solo a riva e, per ora, restano
sott’acqua. Quindi, da parte nostra, nessuna fretta, nessuna
paura, nessuna angoscia, ma un
grande senso di responsabilità e
di impegno nell’evangelizzazione
e nella testimonianza. È vero, è il
Signore che pesca dalla riva, ma
vuole Pietro e i suoi saldamente
sulla barca, di notte e di giorno,
pronti a seguire i suoi consigli,
allenati alla fatica, impermeabili
alle delusioni. Così vuole anche
noi, sulla barca ma senza la pretesa di conteggiare da lì la pesca.
P A G I N A
3
SOCIETÀ
PRIMOPIANO
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
DENTRO AL CERN UNA GIOVANE COMASCA CI SPIEGA I SEGRETI DELLA RICERCA CHE CAMBIERA’ IL MONDO O QUASI
VIAGGIO AL CENTRO DELLA MATERIA
C
anche
un
30 marzo scorso al
Cern di Ginevra, il
più grande laboratorio di fisica delle particelle al
mondo, quando è andato in scena il primo atto di un esperimento internazionale che potrebbe rivoluzionare le conoscenze scientifiche in materia.
Tra gli oltre dieci mila scienziati impegnati al Cern, quel
pomeriggio di fine marzo, c’era
anche Silvia Taroni, dottoranda
in fisica delle particelle all’Università di Milano Bicocca, all’interno della collaborazione tra il
Cern e l’Istituto Italiano di Fisica Nucleare. La incontriamo
a Carate Urio, dove vive, approfittando del suo rientro per le
vacanze di Pasqua. “Sono passati alcuni giorni ma ancora
non mi sono ripresa”, racconta
sorridendo. Un primo tentativo
di far partire l’esperimento nell’autunno del 2008 si era interrotto nelle fasi preparatorie a
causa di un guasto. “Al momento della prima collisione – racconta – ero all’interno della sala
operativa. Si respirava un’aria
di grande tensione per la pressione dei media venuti a seguire l’esperimento. Fortunatamente è andato tutto bene e alle
13.06 è avvenuta la prima collisione, salutata da un lungo
applauso e da grida di gioia”.
Prima di qualsiasi altra
domanda, è vero che l’esperimento del Cern è pericoloso e potrebbe addirittura,
Uno dei rilevatori del CERN
come sostenuto da alcuni,
costituire buchi neri in grado di risucchiare il mondo?
“State tranquilli la fine del
mondo non inizierà a Ginevra!
(sorride ndr). Alcune teorie prevedono la creazione di nano
buchi neri ma vivrebbero per
frazioni infinitesime di secondo. Siamo lontani dai buchi neri
presenti nello spazio, che inghiottono luce e materia, quindi non c’e` da preoccuparsi”.
Perché l’esperimento del
Silvia Taroni (quarta fila dal
basso - sulla sinistra) nella
foto di gruppo
Cern è così importante?
“Per prima cosa bisogna ricordare che al Cern è in funzione
l’acceleratore di particelle più
grande (ben 27 km) e potente
del mondo, chiamato LHC.
L’idea alla base dell’esperimento è quella di spingere due fasci di protoni (una della particelle che compongono l’atomo)
che corrono in direzioni opposte a scontrarsi nel tentativo di
frantumarli e generare, con
l’energia rilasciata, nuove par-
ticelle. Ogni giro i fasci sono
costretti a collidere quattro volte, in prossimità di grandi
rilevatori che fotografano ogni
attimo dell’impatto. Noi sappiamo da altri esperimenti che
esistono altre particelle oltre a
quelle già studiate in dettaglio
ma poco sappiamo della loro
composizione e delle loro caratteristiche fisiche. Lo scopo e`
indagare la fisica che ancora
non conosciamo gettando uno
sguardo verso l’ignoto”.
Nel tunnel
GLI ESPERIMENTI DEL CERN RIACCENDONO IL DIBATTITO TRA FEDE E SCIENZA
“SOLO INSIEME POSSONO SPIEGARE IL MISTERO”
recenti esperimenti di fisica delle particelle che si
sono svolti presso l’acceleratore del Cern di Ginevra
ci offrono lo spunto per qualche riflessione riguardo il rapporto che intercorre tra la scienza, studiata e approfondita dall’uomo attraverso la ragione, e
la fede. Possiamo iniziare la nostra riflessione ponendoci una
domanda: perché l’uomo studia la scienza? Perché l’uomo indaga la realtà che lo
circonda?
Soffermandosi un istante a
riflettere, ci si rende conto di
come la ricerca scientifica di
base (e gli esperimenti del Cern,
in prima istanza, ne fanno parte) fornisca risultati che non
hanno una ricaduta diretta sulla vita dell’uomo, permettendo
di ricavare informazioni che, in
un certo senso, non servono a
nulla. Non servono a nulla se
I
La riflessione
di Alberto Dolcini,
laureato in astrofisica
nel 2007 e,
attualmente, al
secondo anno di
teologia al Seminario
diocesano di Como
non a soddisfare quella profonda curiosità che abita l’uomo e
che lo spinge a trovare il senso
della propria vita, a partire dal
senso intrinsecamente presente nella realtà che lo circonda.
La ricerca dell’uomo,
supportata dalla sua ragione,
nasce dunque da questo desiderio che egli sente nel profondo
del suo cuore e che lo spinge ad
aprirsi ad una realtà che si rivela essere comprensibile e fonte di stupore. Così l’uomo si
rende conto di quanto sia grande la sua ragione, capace di leg-
gere il libro della natura, di
scrutarne i segreti e di svelarne il funzionamento. La storia
della scienza ci mostra quali
grandi conquiste l’uomo, attraverso la ragione alimentata da
questo desiderio, ha compiuto
in campo scientifico e quante
ancora oggi continua a farne.
Nonostante ciò, nel cuore dell’uomo in ricerca continua a
sussistere questo insaziabile
desiderio che la scienza, da sola,
non riesce a spegnere. L’uomo
si trova di fronte al mistero della sua esistenza, ad una realtà
che si svela ed è comprensibile
alla ragione, ma che è anche
immensamente più grande e
continuamente sfugge e si nasconde. E’ questo mistero,
insondabile e sfuggente ma anche profondamente affascinante, che apre l’uomo alla dimensione della fede; ciò che è impenetrabile per la sola ragione, è
illuminato dalla fede in un Dio
che si rivela e che mostra nel
suo volto d’amore il fine ultimo della realtà e dell’uomo.
Questa fede non rinnega la ragione, anzi la stimola ad approfondire sempre più i suoi studi, acquisendo nuove conoscenze da sottoporre all’esame della fede stessa: si crea così un
circolo ermeneu-tico tra scienza e fede che illumina il mistero dell’uomo da entrambe le
direzioni. Solo la stretta collaborazione tra questi due importanti aspetti consente all’uomo
la sua più profonda ed autentica realizzazione. La scienza
attraverso la ragione e la fede
non sono in contrasto, dunque.
Anzi costituiscono due ambiti
fondamentali attraverso cui
l’uomo è chiamato a indagare
sul senso della realtà e ad illuminare il bellissimo mistero
della propria vita.
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
era
’ pezzetto di Como il
Qual è la particolarità di
questo esperimento?
“E’ l’energia a cui vengono fatte scontare le particelle ad essere differente. Fino ad oggi gli
acceleratori erano arrivati a
1.96 TeV (l’unità di misura ndr),
al Cern siamo arrivati a 7 TeV:
oltre tre volte. E’ un po’ come
passare da una cinquecento ad
una Ferrari”
Questo cosa cambia?
“Fino ad oggi la fisica delle
particelle, ovvero, quella branca che indaga i componenti della materia, è stata spiegata attraverso un modello chiamato
standard. Alcune ricerche negli
ultimi decenni hanno rivelato
come questa teoria spieghi bene
dei fenomeni ma, ve ne siano
altri che sfuggono. Questo ha
spinto gli scienziati a credere
che vi siano leggi al di là della
fisica fino ad oggi conosciuta ,
presupponendo l’esistenza di
particelle ad oggi sconosciute. Il
più ricercato è il Bosone di
Higgs. Due degli esperimenti
del Cern hanno la ricerca di
questa particella come primo
obiettivo del programma”.
La famosa “particella di
Dio”, di cosa si tratta?
“Questa definizione è stata da
un lato la sfortuna e dall’altro
la fortuna dell’esperimento perché ne ha fatto crescere la risonanza ma anche i malintesi.
Non è facile spiegare cosa sia il
Bosone di Higgs ma, per semplificare, potremmo dire che sia
questa particella a dare massa
a tutte le altre, alla materia”.
C’è persino chi ha parlato
di ricreare il Big Bang e l’origine dell’universo?
“Si è parlato di Big Bang perché nell’istante dell’impatto tra
i fasci l’energia generata è talmente alta da avvicinarsi a
quella che ha dato origine all’universo. Ma nel nostro caso
tutto avviene molto più in piccolo, sono fenomeni che hanno
dimensioni infinitesimali”.
Scusi la domanda: che senso ha tutto questo?
“Mi sta chiedendo quali implicazioni avrà un’eventuale scoperta sulla vita della gente comune? Forse nessuna, direi che
il fine ultimo della ricerca è la
ricerca stessa. Anche se il lavoro di preparazione dell’esperimento sta già avendo ricadute
nella nostra vita”.
In che senso?
“Nella costruzione dell’acceleratore, dei rilevatori e dei
software sono state utilizzate
tecnologie nuove, create appositamente, che, come già avvenuto con altri esperimenti, finiranno per essere utilizzate in ambiti quotidiani. Basti pensare
alle ricadute che queste scoperte potranno avere nel mondo
della fisica medica (strumenti
per la diagnostica per immagini o nella cura dei tumori – basti pensare ai sistemi di
radioterapia), nel campo dei
conduttori e dei materiali, dei
sistemi di controllo. Per non
parlare dell’informatica e delle
comunicazioni: il World Wide
Web, che tutti oggi conosciamo
e utilizziamo per navigare in
rete attraverso vari siti, ad
esempio, è nato proprio al Cern
nel 1989 per favorire lo scambio di dati tra ricercatori. Per
questo nuovo esperimento è stata creata un nuovo protocollo
chiamato Grid che si appresta
a diventare WEB del futuro”.
MICHELE LUPPI
SOCIETÀ
P A G I N A
4
INTERNIESTERI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
COLPO
D’OCCHIO
NIENTE DI NUOVO:
DAGLI ASSI STORICI
AL CLORO AL CLERO
iente di nuovo sotto il
sole. È sempre tempo di assi. No, non
parliamo degli assi di
briscola ma di assi
politici, e non nel senso di “campioni”, che ormai nella politica
non ci sono più. Ai giornali il
termine “asse” piace particolarmente: per la sua brevità si presta a fare i titoli, condensando
in una sola parola il concetto
di alleanza, di concordanza di
vedute e di intenti. Buono per
tutte le stagioni, alla prima occasione che càpita, pàffete, ecco
rispuntare l’asse. Questa volta
è stato l’incontro BerlusconiSarkozy a far rispolverare ai
giornali la storia dell’asse. Il
Tempo titolava: “Dal nucleare
alla difesa - Nasce l’asse ItaliaFrancia”. Il Giornale, tra il
duro e il confidenziale, annunciava: “La corsa al nucleare riparte sull’asse di ferro SilvioSarkozy”; visto che c’era, avrebbe potuto sostituire “l’asse di
ferro” con “il patto d’acciaio” e
la storia ne avrebbe guadagnato. Altri, come L’Arena, nello
storico incontro vedevano la
nascita “dell’asse Roma-Parigi”. Meno male che, in simili
occasioni, a nessuno viene in
mente di scrivere l’Asse, con la
maiuscola. Ma non solo i vertici internazionali, anche fatti
più circoscritti, casalinghi per
non dire caserecci, offrono
l’estro per tirar fuori l’asse…
dalla manica. Nel medesimo
giorno l’altro quotidiano romano, Il Messaggero, titolava: “I
fondatori del Pdl divisi - Torna
l’asse Colle-Camera”. Dove qui
l’asse si riferiva a una presunta sintonia tra il presidente
della Repubblica e il presidente della Camera Fini nel bocciare alcune proposte in tema
di riforme della Lega Nord benedette da Berlusconi. In precedenza molti giornali, e non
solo romani, avevano visto sorgere sui colli fatali “l’asse
Polverini-Alemanno”, mentre
la pillola abortiva Ru486 faceva nascere, a detta del Secolo
XIX, “l’asse Vaticano-Lega”.
Nulla di nuovo sotto il sole,
anche passando ad altro. La
vecchia imprecazione anticlericale “Cloro al clero” è passata di moda. Roba d’altri tempi.
Ora sostituita dalla generalizzazione secondo cui il clero,
per dire tutti i preti, sarebbe
pedofilo. Insomma, dall’aggressione “chimica”, tutto sommato innocua, si è passati all’aggressione mediatica, più subdola, sostenuta da giornali e
agenzie (alcuni e alcune) con
ostinazione fin troppo sospetta. Passerà. La Chiesa ha visto
passare ben altro. Per finire
con un sorriso ricordiamo l’episodio del parroco romano che
una mattina, nel pieno degli
anni della contestazione, si
vide imbrattato il muro esterno della sua chiesa dalla scritta vistosa in vernice rossa:
“Cloro al clero”. Prima di farla
cancellare il parroco non resistette alla tentazione di rispondere per le rime all’ignoto
imbrattatore. Per due giorni e
due notti si poté leggere sotto
il risicato “Cloro al clero”,
ugualmente vistoso e in vernice rossa, uno scioglilingua
senz’altro migliore: “E cloro a
coloro che dicono cloro al clero”.
N
PIERO ISOLA
EUROPA VERSO LA GRECIA
Pronto il “meccanismo di soccorso”
D
opo qualche legittima
perplessità, indugi
più o meno prevedibili, mezze promesse e pacche sulle spalle, l’Europa comunitaria ha
mosso un passo importante in
direzione di Atene. La Grecia
ha, per diverse ragioni e anche
per qualche colpa politica interna, i conti fuori posto. Non è
l’unico Paese in Europa ad attraversare difficoltà finanziarie
(ne sanno qualcosa Portogallo,
Irlanda, Italia e Spagna che, assieme alla stessa Grecia, sono
definiti in modo dispregiativo
Piigs dalla stampa britannica):
la crisi ha colpito a ogni latitudine, anche se è un dato di fatto che l’economia della patria di
Socrate e Omero traballa, innescando a sua volta disagio sociale e un grave malcontento
nell’opinione pubblica.
La Grecia, però, fa parte della zona euro e, come tale, ha
bisogno del sostegno solidale
degli altri 15 Stati che adottano la moneta unica, non fosse
altro che per evitare di trascinare con sé la valuta europea e
le economie che ad essa si affidano: dalla Germania alla
Francia, dall’Italia al Belgio,
dalla Spagna alla Slovacchia e
così via. Dell’argomento si era
parlato sia al vertice dei capi di
Stato Ue di febbraio, sia a quello di marzo. Nel frattempo erano intervenute trattative informali, diplomatiche e politiche,
coinvolgendo la Bce, custode
dell’euro, il Fondo monetario
internazionale, il settore bancario privato.
Infine, con la teleconferenza di
domenica 11 aprile, i ministri
delle finanze dell’Eurogruppo,
capitanati dal lussemburghese
Jean-Claude Juncker, hanno stabilito i particolari dell’operazione: il piano durerà tre anni, vengono messi a disposizione per il
primo anno 30 miliardi che
ognuno degli altri 15 Paesi
dell’euro verserà – qualora richiesti dalla Grecia – in base alle
quote di capitale sottoscritte nella Bce (per l’Italia si tratta di
circa 3,7 miliardi). Il tasso sarà
del 5%, due punti e mezzo in
meno di quello che Atene paga
sul mercato. Il Fmi aggiungerà
per parte sua una cifra compresa tra i 10 e 15 miliardi di euro.
La cifra andrebbe a coprire quasi totalmente l’ammontare dei
bond in scadenza quest’anno; i
fondi dei prossimi due anni verranno stabiliti in base alla evoluzione della situazione e dei
mercati.
Il meccanismo di soccorso
entrerà però in vigore solo se e
quando il governo di Atene lo
richiederà. Le prossime tappe
operative saranno condotte dalla Commissione Ue e dalla Bce
d’intesa con le autorità elleniche. Per il ministro delle finanze greco Giorgio Papaconstantinou si tratta di un
meccanismo che va considerato come “una rete di sicurezza”
e che verrà utilizzato “solo se
necessario”. Il premier Giorgio
Papandreou ha invece specificato: “Il punto è vedere se il
meccanismo convincerà i mercati” e per questo l’intervento
europeo va inteso come “un’arma sul tavolo” per scoraggiare
gli speculatori e consentire di
ridurre i tassi. Nel frattempo il
governo dovrà attuare i tagli e
le misure promesse per riequilibrare i conti pubblici.
Il riassunto più efficace dell’operazione si deve però al presidente della Commissione José
Manuel Barroso: “L’Europa si è
dimostrata solidale e responsabile”, ha detto, e “l’accordo aiuterà la Grecia a correggere in
maniera vigorosa gli squilibri
delle sue finanze e a fare le riforme strutturali necessarie”.
GIANNI BORSA
ATTACCHI ALLA CHIESA
Con fermezza e serenità
Certo preti pedofili ci sono, sono piccoli numeri, e vanno adeguatamente e fermamente sanzionati,
come il Papa e la Chiesa da tempo stanno facendo e sono risoluti a fare. Benedetto XVI ne ha già
dato più volte toccante testimonianza.
Ma nel grande chiasso mediatico di questi giorni c’è anche altro, su cui bisogna serenamente e
attentamente riflettere. È infatti in atto una campagna trasversale e transnazionale, che ha come
obiettivo proprio il Papa. In una lunga e articolata intervista a SIR Europa, Andrea Riccardi ha
giustamente ricordato che questo tipo di campagna non è un fenomeno nuovo: basta ritornare indietro di una trentina d’anni, alla seconda metà degli anni Sessanta, in particolare dopo l’enciclica
“Humanae vitae” di Paolo VI, quella in cui condannava la contraccezione. L’ultimo decennio di quel
pontificato e i primi anni di Giovanni Paolo II sono stati oggetto di durissime critiche sui giornali e,
in generale, nel sistema della comunicazione, che peraltro oggi è sempre più forte pervasivo. Si
tratta di stagioni differenti, osserva giustamente Riccardi, caratterizzate da critiche di carattere
diverso, che non vanno confuse tra di loro. Indubbiamente però c’è un fondo comune: “La Chiesa
cattolica, con il suo messaggio, la sua tradizione, la sua pretesa di cambiare l’uomo, risulta ostica nei
confronti della mentalità ‘liberale’, fosse quella rivoluzionaria e anti-istituzionale del 1968, fosse
quella neoliberale o radicale di tempi più recenti”.
Tentando di far passare l’equazione evidentemente inaccettabile tra comportamenti riprovevoli di
alcuni suoi membri – anche autorevoli – e tutta la Chiesa, a partire dal suo vertice, il Papa, si cerca
l’occasione per dare una spallata ad un’istituzione che per sua natura – quella natura pasquale che
risalta proprio in questi giorni, anche con l’ostensione a Torino della Sindone – non può essere
ridotta alle dinamiche secolari, alle categorie della politica e della comunicazione.
Si tenta insomma, ponendo l’enfasi su un crimine come la pedofilia, responsabilità individuale di
precisi individui, di minare la credibilità complessiva del messaggio. Che è e resta scomodo per
buona parte della cultura dominante. In particolare la dottrina sul matrimonio, l’identità sessuale,
la vita, al suo concepimento ed al suo termine naturale, sono scomode, perché in particolare all’Occidente secolarizzato, ricordano cose fondamentali che si vorrebbe dimenticare, ma danno all’uomo
ed alla donna di oggi prospettiva e speranza.
L’impegno allora, per i cattolici ovviamente, ma per l’intera opinione pubblica, è non subire passivamente il gioco mediatico. Ribattere nel merito, ovviamente, e rendere visibile la solidarietà prima di
tutto al Papa. E nello stesso tempo, come ricordava sempre Riccardi, continuare serenamente nella
testimonianza. Con un di più di consapevolezza culturale, semmai, come ha ricordato sempre al SIR
Giuseppe Savagnone. La gente sa cos’è la Chiesa, perché la conosce e l’ha vissuta. I cristiani insomma continuino con maggior lena a farsi presenti, personalmente, nella società e nella vita, mostrando in modo diretto e attraente il loro essere cristiani.
SERVIZIO INFORMAZIONE RELIGIOSA
MENTRE DIMINUISCE IL REDDITO E AUMENTA LA POVERTÀ
Famiglia: ancora poco sostegno
A
ncora una volta l’Istat segnala una diminuzione delle disponibilità economiche delle famiglie
italiane. Ad un anno di distanza il reddito disponibile è diminuito del 2,8%. Il calo registrato tra il 2008 e il 2009 è molto
forte. Non se ne era visto uno
così da almeno vent’anni.
L’effetto, come dimostra l’istituto nazionale di ricerca, si ripercuote su tutte le attività economiche delle famiglie, che rimangono incapaci di risparmiare (la propensione al risparmio
diminuisce ancora dello 0,7%)
e che non riducono la loro propensione ad investire (di un altro 0,7%).
La crisi economica ha continuato a colpire i nuclei familiari. Si possono riscontrare così
due aree diverse di bisogno sul-
le quali intervenire.
Una prima area interessa le
famiglie, di quello che un tempo sarebbe stato definito ceto
medio. Manca in Italia una politica che sostenga la pratica
familiare. Ci sono molte dichiarazioni di intenti però poi ci
sono 5 campi strategici, come
ha evidenziato chiaramente
Francesco Belletti durante una
conferenza nazionale delle Acli
(Associazioni cristiane lavoratori italiani): lavoro (e quindi
reddito), casa e città, cura e assistenza, educazione e ricostruzione di valori condivisi. Attraverso questi cinque impegni,
secondo il presidente del Forum
delle associazioni familiari, è
possibile iniziare a costruire
una società a misura di famiglia. Importante non solo per
sostenere chi è nel bisogno, ma
anche per rimettere in moto
un’economia in difficoltà.
Allo stesso tempo, c’è una seconda area problematica che ha
bisogno di essere affrontata per
sostenere i nuclei familiari. Riguarda la fascia della popolazione più povera. A questo proposito proprio le Acli nell’anno
europeo di lotta alla povertà e
all’esclusione sociale, durante
la loro conferenza organizzativa, hanno lanciato l’idea di
una nuova social card. Una misura di integrazione del reddito elaborata assieme ad un
gruppo di esperti, coordinati da
Cristiano Gori, docente di politiche sociali all’Università Cattolica di Milano. Applicando
delle modifiche alla social card
già esistente in tre anni sarebbe possibile arrivare a 133 euro
mensili di media contro i 40 attuali, senza nessun limite di età
e nessuna preclusione verso cit-
tadini stranieri stabilmente
residenti in Italia. Si raggiungerebbero così quasi 2 milioni
e mezzo di poveri. Questa misura andrebbe poi integrata con
i servizi alle persone che a partire dalla legge 328 del 2000
sono gestiti dai Comuni.
Ovviamente per iniziare a
costruire un percorso di politiche sociali attente alla famiglia
sarebbe opportuno tenere presenti entrambe le aree perché
altrimenti si potranno ricucire
degli strappi su un tessuto lacero, ma non si riuscirà a cambiare passo per dirigersi verso
una società dinamica capace di
riattivare anche i circuiti economici che ormai sono chiusi su
se stessi.
ANDREA CASAVECCHIA
SOCIETÀ
P A G I N A
5
FATTIePROBLEMI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
UNIVERSITÀ CATTOLICA LA 86.ESIMA GIORNATA NAZIONALE
Uno slancio creativo
«
U
no slancio creativo
per nuovi modelli
di sviluppo”. È il titolo dell’86ª Giornata per l’Università Cattolica che viene celebrata, domenica 18 aprile, in tutte
le parrocchie d’Italia. Un invito a “recuperare lo slancio dei
fondatori” in un mondo oggi più
che mai segnato dalla crisi economica.
Nata nel 1921 a Milano grazie all’impegno di padre Agostino Gemelli, l’Università Cattolica è oggi con le sue cinque
sedi (Milano, Roma, Brescia,
Piacenza-Cremona e Campobasso), le 14 facoltà e i circa 42
mila studenti, la più grande
Università Cattolica d’Europa.
“Questa giornata – scrive nel
suo messaggio il rettore dell’Ateneo, Lorenzo Ornaghi –
intende rappresentare il nostro
accresciuto impegno a lavorare a quelle soluzioni nuove per
le grandi novità che già ci coinvolgono e, ancor più, ci attendono nell’imminente domani”.
Un bisogno espresso dallo stesso papa Benedetto XVI nella
sua enciclica “Caritas in
Veritate” in cui “richiede una
revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo,
per correggerne le disfunzioni”.
Un modello nuovo che, secondo il rettore, ci riguarda da vicino toccando direttamente “la
famiglia, i nostri figli, ogni associazione e istituzioni, il nostro intero Paese”. “Ecco perché
– scrive – diventa urgente e
sempre più indispensabile uno
slancio creativo in tutti coloro
che hanno a cuore il bene delle
generazioni più giovani. E già
nella prossima Giornata dell’Università Cattolica, da ognuno di noi deve incominciare”.
È in questo senso che l’Istituto “Giuseppe Toniolo”, ente
fondatore e garante dell’Università, ha promosso nei mesi
scorsi un ciclo di quattro seminari di studio su lavoro, ambiente, impresa e sanità, tenuto in altrettante città italiane:
Palermo, Napoli, Verona e Ancona.
Da questi seminari è nato
anche un libro, intitolato“Per
un nuovo modello di sviluppo”,
in cui il giornalista Umberto
Folena, riassume i contenuti
dei diversi incontri e le riflessioni di docenti e ricercatori
dell’Ateneo.
L’attività accademica, basata sul lavoro di 54 istituti, 22
dipartimenti e 70 centri ricerca, si è concentrata in questi
anni sulle questioni cruciali
della nostra società: dalle nuove frontiere dell’economia alla
bioetica, dal recupero dei beni
culturali, alle trasformazioni
nel campo del diritto e alle dinamiche familiari, dalla medicina alla ricerca ambientale.
Un patrimonio di sapere che
ogni anno viene arricchito dall’attività di ricerca e specializzazione, il cui accesso è favorito da centinaia di borse di
studio destinate a studenti
meritevoli e dal progetto educativo promosso nei Collegi
universitari. Nel 2010, attingendo anche a quanto raccolto
in occasione della 85ª Giornata, l’Istituto Toniolo ha destinato circa 1 milione e 500 mila
euro a borse di studio, corsi di
formazione, progetti di ricerca
e iniziative culturali.
Un impegno che non può essere solo degli addetti ai lavori
ma che necessita il contributo
di tutta la comunità ecclesiale.
Da qui l’appello del rettore ad
ogni cattolico italiano per “la
vicinanza e la preghiera”. Un
radicamento nel tessuto ecclesiale che, secondo quanto scrivono i vescovi italiani nel messaggio per la Giornata, “va
riaffermato e rinnovato”. “Il
progresso delle scienze, mentre
individua in maniera sempre
più approfondita le leggi che
regolano l’universo e si arricchisce di mirabili scoperte –
scrivono i vescovi – si trova pericolosamente esposto, nella
sua rivendicazione di autonomia, a un’insignificanza che
precipita nel nichilismo: quanto più l’universo ci risulta comprensibile, tanto più ci appare
senza scopo”. Di fronte a questo scenario in cui appare “la
drammatica tentazione di abbandonare il campo”, occorre
reagire riscoprendo l’idea di
una “formazione integrale”. Da
qui l’invito della Chiesa italiana alle diocesi, “affinché valorizzino la Giornata, occasione
preziosa per sensibilizzare le
loro comunità quanto al ruolo
e alle concrete necessità di
un’istituzione accademica di irrinunciabile valore”.
Un cammino di rilancio che
vede coinvolti, oltre all’associazione Amici dell’Università
Cattolica – attiva con iniziative di orientamento e sensibilizzazione in tutta Italia –
anche i servizi di pastorale giovanile e l’Ufficio educazione,
scuola e università della Cei.
CORSIVO
di AGOSTINO CLERICI
«POPOLO
DEL GIORNO»
CERCASI...
Mi sento inadatto a risolvere certi gravi problemi
amministrativi. E ammiro
assai chi, invece, dimostra
polso e lungimiranza. Certo,
ci vuole anche grande capacità ad inseguire i voti (che
è altra cosa dall’incontrare
i volti). Siccome sono sempre di meno quelli che vanno a deporre schede nell’urna, conviene tener buoni i
pochi e magari fare qualcosa di «trasversalmente corretto» per convincere i riottosi, sia quelli di destra che
quelli di sinistra. La verità
è che problematiche che una
volta erano affidate all’etica ed al buon senso - si dice
ancora così? - sono diventate veri nodi amministrativi
e politici, e ci vuole quasi la
stoffa dello statista per destreggiarsi nei vicoli bui o illuminati della città, prima
e dopo la fatidica mezzanotte di Cenerentola.
A proposito: tornare a casa ai dodici rintocchi della
notte, ormai, è retaggio delle favole per bambini. L’etica è un lusso per centenari.
Il buon senso è anch’esso
meno buono di una volta...
E voi che di giorno lavorate
e di notte vi piacerebbe dormire, rassegnatevi: il mondo è nelle mani del «popolo
della notte», quello che rende veramente turistica una
città. Voi comprate il pane e
il latte la mattina, e il negozietto sotto casa che ve li
vendeva è sparito ormai da
qualche anno... Ma l’economia decolla nei wine bar, nei
pub, negli open bar, nei night
più esclusivi, e quelli aprono quando i vostri occhi si
chiudono! Contro il tintinnio
del guadagno non potete accampare alcun diritto.
Data la nostra propensione ad utilizzare le ore del
giorno per esercitare quella
funzione noiosa del vivere
umano che chiamiamo «lavoro», è ovviamente la notte
l’unico tempo libero che resta per divertere, per volgere altrove lo sguardo. «Il divertimento è l’unico motivo
valido per andare a scuola»,
mi ha detto con piglio convinto e voce sicura un quindicenne posato e di buona
famiglia. Mi ha fatto sentire saggio, ma anche un pochino impotente... Divertirsi, si sa, non accetta regole
di orario, come nella fiaba di
Cenerentola. E quando sei
alla decima birretta, e di
fianco c’è una biondina travolgente o un macho irresistibile, non rispondi più
nemmeno del volume della
tua voce e della civiltà delle
tue azioni. Agli occhi sempre
aperti del «popolo della notte» ogni regolamentazione
appare come una proibizione, come il tentativo di imbrigliare la vita. E l’«indotto» della movida notturna si
sente defraudato del giusto
e sudato guadagno.
Insomma, è un grave problema e non vorrei essere
nei panni di chi deve risolverlo, e magari non ci dormirà la notte... Una proposta rivoluzionaria per trasformare il fastidioso «popolo della notte» in un allegro
«popolo del giorno» ci sarebbe: andare a scuola e lavorare di notte, così da poter usufruire di tutto il giorno per divertirsi. I locali notturni diventerebbero diurni. I «vecchietti» che la sera sono stanchi potrebbero riposare tutta notte. Che cosa mi consigliate? Di aprire un gruppo
su Facebook per vedere chi è
d’accordo? Lo chiamerei così:
popolo del giorno cercasi...
la forza della Parola,
il peccato del discepolo
L
a morte di Gesù provoca
scandalo e abbandono.
Poi l’annuncio: «Dio ha
risuscitato questo Gesù
che voi avete crocifisso».
L’iniziativa viene da Dio che
ha risuscitato Gesù, e dal Cristo stesso che si fa vedere ai
discepoli in modo nuovo per
confermare che è proprio lui,
il crocifisso, ad essere risorto.
La fede dei cristiani si fonda
sulla testimonianza dei discepoli. Si è credenti per dono di
Dio: all’uomo il saper riconoscere come e dove il Dio di
Gesù gli va incontro. Riconosciuta l’iniziativa di Dio, il credente la accoglie e la propone.
Il tempo delle comunità cristiane oggi è abitato da nuovi
ed assillanti interrogativi.
Novità e domande che hanno
interpellato pure le prime comunità cristiane. Esse, per
comprendere come rispondere alle novità, fanno memoria
del passato: ritornano alle parole e ai gesti di Gesù compresi alla luce della Risurrezione.
Certamente non trovano -in
questi ricordi resi vivi dallo
Spirito- le risposte immediate a situazioni nuove. Esse,
tuttavia, trovano nella “lieta
notizia” annunciata e vissuta
da Gesù una luce, un dinamismo, una logica per “inventare” -con l’aiuto della potenza
creatrice dello Spirito- soluzioni coerenti con il Vangelo e con
la Pasqua di Gesù.
*
*
*
Tanto i cristiani delle prime
comunità come quelli di oggi
non trovano nel Vangelo risposte dirette a tanti problemi
concreti che le nuove situazioni di vita pongono. Tuttavia
essi sono chiamati ad operare
lo stesso movimento messo in
atto dalle prime generazioni
cristiane: ricordare per “inventare”, innovare nella fedeltà
alle parole e alle scelte di Gesù
che Dio ha confermato nella
Risurrezione. E’ necessario che
i credenti e le comunità facciano delle scelte, assumano stili
di vita, propongano soluzioni
ai problemi nuovi vivendo in
sintonia con il Vangelo e la
Pasqua del Cristo. I credenti
sono chiamati a testimoniare
questa speranza, particolarmente in questi tempi segnati dall’incapacità, spesso, di
andare oltre ciò che è negativo
e che -proprio perché tale- sembra indurre molti più alla rassegnazione e al disimpegno che
alla speranza e all’impegno.
Alla luce di una duplice certezza e di una speranza. La
prima: il peccato dei battezzati
- di ogni battezzato - non è la
smentita della validità della
via proposta da Gesù; è inve-
ce la constatazione che
i credenti
sono
in
cammino e
che come
tali ancora
non hanno
fatto propria pienamente la logica
del
Vangelo. La
seconda: i
credenti ogni credente - è
dentro una
storia, attua scelte concrete di cui deve
rispondere a Dio, a se stesso,
e alla comunità. I credenti
sono sì peccatori perdonati, ma
non uomini irresponsabili.
Delle loro mancanze - per
quanto gravi - essi devono rispondere agli uomini e a Dio.
La speranza: non mancano i
segni di risurrezione, ma è
necessario avere occhi limpidi e cuore sincero per riconoscerli. C’è il male, e lo si constata ogni giorno; ma c’è tanta gente - anche - che nel quotidiano silenzio sta realmente costruendo una umanità
nuova. Non fa rumore, non fa
notizia ma - in profondità dice una speranza che nessun
potere del male può vincere. E’
la “debole forza” del vangelo a
cui i credenti devono ritornare se vogliono avere criteri
nuovi di azione e di rapporti
rinnovati tra di loro e verso
tutti.
*
*
*
La storia delle comunità cristiane è segnata dal peccato
dei credenti, certamente! Un
peccato che diventa scandalo
e motivo di sconforto. Peccati
che “fanno notizia”; peccati che
chiedono segni visibili di cambiamento. Ma la storia delle
comunità cristiane è abitata –
da sempre e per sempre- dal
perdono di Dio. E’ all’amore di
Dio –capace di perdonare- che
occorre guardare per trovare
la giusta strada del reale pentimento. Dentro gli scandali.
Con gli offesi e al loro fianco
per aprire spazi di speranza
che sappiano dire la responsabilità dei credenti. Responsabilità che si affida alla libertà dell’uomo. E ogni uomo –
proprio perché tale- è limitato e fallibile. Non per giustificare gli errori dei credenti, ma
per ricordare a tutti che anche
l’umano e grave errare può
diventare momento di comune riflessione e di rinnovato
impegno.
FUORI
dal
CORO
ARCANGELO BAGNI
I NCIDENTE FERROVIARIO MERANO:
MONS. GOLSER (BOLZANO),
“CONFORTO E SOSTEGNO”
“La speranza cristiana dona forza proprio nei momenti di dolore”.
Queste le parole che il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Karl
Golser, rivolge ai feriti e alle famiglie delle vittime dell’incidente
ferroviario che si è verificato lunedì mattina in Val Venosta, nel
quale - secondo un bilancio provvisorio - nove persone sono morte
e 28 sono rimaste ferite. Mons. Golser ha detto di ricordare le vittime nella sua preghiera auspicando “che la fede pasquale nella
resurrezione possa donare a tutti conforto e sostegno”. L’incidente
ferroviario si è verificato attorno alle 9 di lunedì 12 aprile nel tratto tra Castelbello e Laces. Mentre il treno stava transitando, dall’alto si è staccata una frana che ha investito il convoglio. A nulla
sono serviti i modernissimi dispositivi di sicurezza, a bordo dei
treni, che bloccano i vagoni nel caso in cui i binari siano ostruiti da
detriti di qualsiasi natura. In questo caso – come ipotizzato dal
direttore della linea ferroviaria Moroder – la rottura di un impianto di irrigazione a monte avrebbe inzuppato pesantemente il
terreno che sarebbe franato a valle proprio mentre passava il treno. “Solidarietà e affettuosa vicinanza” sono stati espressi dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
P A G I N A
6
SOCIETÀ
EUROP
A
EUROPA
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 3 APRILE 2010
DOPO LA TRAGEDIA DI SMOLENSK
L'IMMANE TRAGEDIA
DELLA NAZIONE POLACCA
«
C
ome tutti sappiamo,
ieri si è verificato il
tragico incidente aereo a Smolensk in
cui sono periti il presidente della Polonia, Signor
Lech Kaczynski, la moglie, diverse alte Autorità dello Stato
polacco e tutto il seguito, compreso l’Arcivescovo Ordinario
Militare. Nell’esprimere il mio
profondo cordoglio, assicuro di
cuore la preghiera di suffragio
per le vittime e di sostegno per
l’amata Nazione polacca”. Dopo
il telegramma inviato subito
aver appreso la tragica notizia
della tragedia all’aeroporto di
Smolensk Benedetto XVI ha
voluto esprimere anche domenica 11 aprile dopo la recita del
Regina Coeli il suo cordoglio e
la sua preghiera. Rivolgendosi
ai pellegrini polacchi e nella Domenica della Divina Misericordia voluta da Giovanni Paolo II,
ha ricordato che i loro 96 concittadini “sono periti nel viaggio a Katyn, il luogo del supplizio di migliaia di ufficiali militari polacchi assassinati settant’anni fa. Affido tutti al misericordioso Signore della vita.
Lo faccio unendomi con i pellegrini radunati nel Santuario di
Lagiewniki e con tutti i devoti
della Misericordia di Dio nel
mondo intero”.
Sabato, prendendo la parola
nell’edizione speciale del telegiornale del primo canale della
Tv pubblica, il presidente della
Conferenza episcopale polacca
mons. Jozef Michalik ha sottolineato il parallelismo tra la catastrofe aerea nella quale è
morto il presidente polacco
Lech Kaczynski insieme ad altre 95 persone, e la morte di
Giovanni Paolo II avvenuta cinque anni fa’, anch’essa alla vigilia della Domenica della Divina Misericordia. Il presule ha
annunciato che le preghiere per
le vittime durante i sette giorni di lutto nazionale saranno
un’invocazione particolare alla
Divina Misericordia. Rilevando
il valore simbolico della tragedia, ha affermato: “Il meglio
delle elite polacche di oggi, i più
alti funzionari dello stato e i
capi dell’esercito con la propria
vita hanno reso omaggio a coloro che 70 anni fa’ erano il
meglio dell’intellighenzia della
Polonia” attaccata da Hitler e
Stalin. “Oggi, ha ribadito il
presule, quel sacrificio è stato
reso in nome dei più alti valori
del popolo polacco, dei valori
imprescindibili sia per le elite
del passato che quelle attuali, i
valori di libertà e di amore della
patria”. Sottolineando che nella
catastrofe ha perso la vita anche l’ordinario militare cattolico
mons. Tadeusz Ploski, mons.
Michalik ha sottolineato il significato simbolico della morte nella stessa tragedia del vescovo
ortodosso Miron Chodakowski, e
quella del rev. Adam Pilch della
Chiesa evangelica.
“Solo la fede in Cristo Risorto
salva il senso di quel sacrificio,
di quel dolore” ha affermato il
primate della Polonia mons.
Henryk Muszynski, definendo
la catastrofe di Smolensk come
“compimento dei terribili sacrifici del popolo polacco resi durante la seconda guerra mondiale che tuttavia, allo stesso
tempo, costituisce un appello
per continuare gli sforzi volti a
superare le divisioni interne e
impegnarsi nella costruzione
del bene comune della nazione”.
Il presule, colto dalla tragica
notizia mentre partecipava alle
celebrazioni d’insediamento del
nuovo primate della Republica
Ceca mons. Dominik Duka, ha
deciso di ritornare senza indugio a Gniezno, particolarmente
commosso anche in ragione della personale amicizia che lo legava al Presidente Kaczynski il
quale, partecipando qualche
settimana fa’ dell’Assemblea di
Gniezno, gli aveva chiesto di
pregare per la sua mamma anziana, e gravemente malata.
“La tragica morte dei responsabili per il bene e le sorti del paese deve essere vista alla luce
della fede” ha sottolineato nell’omelia il card. Stanislaw Dziwisz celebrando sabato sera
nella cattedrale di Wawel a
Cracovia la solenne messa di
suffragio per le vittime della
catastrofe aerea di Smolensk.
a cura di Anna Kowalska (SIR Europa)
QUELLA VIGNETTA
AGGHIACCIANTE...
In un certo senso ce l'aspettavamo, ma speravamo che nessuno potesse disegnarla. Invece Staino c'è riuscito, e L'Unità l'ha pubblicata in prima pagina nell'edizione di domenica.
«Novantasei membri del governo polacco spariti in un colpo!».
«La solita storia: a chi troppo e
a chi niente»... Eppure a dirigere il quotidiano che già fu dei
comunisti c'è una donna, Concita De Gregorio. Della serie:
c'era una volta - oltre al decoro - anche il gentil sesso!
ago.cle.
L'Ue in breve
Sicurezza alimentare nei
Paesi in via di sviluppo
La Commissione ha presentato a Consiglio e Parlamento
Ue una serie di progetti “per
aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare il problema della sicurezza alimentare, nelle situazioni di emergenza e a lungo termine”.
Ampio il ventaglio di iniziative suggerite, che dovrebbero
guidare l’azione comunitaria
ma applicabili anche da altri
attori internazionali, le quali
presuppongono che “la sicurezza alimentare sia basata su
tre concetti basilari: disponibilità di cibo, accesso al cibo,
qualità del cibo”. In tal senso
la Commissione intende promuovere un “modello agricolo
ecologico e sostenibile, consono alla realtà dei Paesi e dei
mercati in via di sviluppo e in
grado di garantire la disponibilità, l’accessibilità e un’adeguata qualità nutrizionale dei
prodotti alimentari”. Particolare attenzione è assegnata
all’incremento della produttività dei piccoli agricoltori, al
potenziamento dei meccanismi di assistenza alle fasce di
popolazione particolarmente
vulnerabili, al miglioramento
delle produzioni rurali e del
commercio dei beni di prima
necessità. “È inaccettabile - ha
spiegato il commissario Andris Piebalgs - che nel 2010 un
miliardo di persone soffra ancora di fame e malnutrizione”.
L’Ue deve dunque “fornire un
aiuto più strutturale ai Paesi
in via di sviluppo nella lotta
contro due flagelli strettamente collegati, la fame e la povertà, così da conseguire gli
Obiettivi di sviluppo del millennio”.
Rom: l’azione Ue per l’integrazione. “No ai ghetti”
“La nostra è un’Unione fondata su valori forti, ragion per
cui dobbiamo assicurare il rispetto dei diritti fondamentali dei Rom. La discriminazione contro questa minoranza
etnica è inaccettabile”:
Viviane Reding, commissario
per la
giustizia, i diritti fondamentali e la
cittadinanza,
ha riassunto la
posizione delle
istituzioni Ue
sulle condizioni di vita della
minoranza rom e sinti in Europa. In occasione della Giornata internazionale dedicata
ai rom, l’Ue ha promosso il
secondo summit continentale,
svoltosi l’8 e il 9 aprile a Cordova (Spagna). La Commissione ha dal canto suo pubblicato una relazione che “sollecita
gli Stati membri a usare i fondi comunitari ai fini dell’integrazione socioeconomica dei
rom”, indirizzando le azioni
per “l’accesso a posti di lavoro, a un’istruzione non segregata, ad alloggi e a servizi sanitari” adeguati, “essenziali
per la loro inclusione”. “L’integrazione dei 10-12 milioni di
rom - una popolazione grande
come quella del Belgio o della
Grecia - costituisce una responsabilità comune degli
Stati membri e delle istituzioni Ue”. L’Esecutivo ha inoltre
presentato un documento che
valuta i progressi realizzati
negli ultimi due anni, dove si
sottolinea che, “sebbene la situazione di molti rom presenti in Europa rimanga difficile”, si sono registrati alcuni
progressi sul piano dell’integrazione. László Andor, commissario per l’occupazione e
gli affari sociali, ha sottolineato: “Gli sforzi per l’integrazione” di questi cittadini Ue “devono riguardare l’intero ciclo di
vita, dalla scuola per l’infanzia
al sistema scolastico generale
per i bambini, dai posti di lavoro per gli adulti all’assistenza per gli anziani. Il nostro
obiettivo è che siano accettati
su un piano di parità e integrati
nella società”.
CHIESA
P A G I N A
7
CHIESA LOCALE
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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
MONASTERO DELLA VISITAZIONE
AGENDA
del
VESCOVO
La professione solenne
di suor Maria Enrica
N
Al mattino, a Como, Consiglio Episcopale; nel pomeriggio, udienze e colloqui
personali; a Como, presso
la chiesa di san Rocco, alle
ore 20.30, S. Messa in ricordo di Chiara Lubich.
VENERDÌ 16
A Como, al mattino, Commissione per la Salvaguardia del Duomo; nel pomeriggio, a Bergamo, Commissione regionale per le
sette e i nuovi movimenti
religiosi.
SABATO 17
Al mattino, conclusione visita pastorale a Uggiate
Trevano; a Menaggio,
amministrazione del sacramento della Confermazione
per i ragazzi delle comunità di Menaggio, Loveno,
Croce e Nobiallo.
DOMENICA 18
Visita pastorale alla zona
Lario: Pognana e Careno.
LUNEDÌ 19
Alle ore 21.00, chat per la
visita pastorale alla zona
Prealpi.
MARTEDÌ 20
A Como, al mattino, Consiglio Presbiterale; a Como, nel pomeriggio, udienze e colloqui personali.
MERCOLEDÌ 21
A Roma, giunta del Consiglio nazionale della Scuola
cattolica.
GIOVEDÌ 22
A Como, al mattino, Consiglio episcopale; nel pomeriggio udienze e colloqui
personali.
SABATO 24
Al mattino, a Solbiate, nell’ambito della visita pastorale alla zona Prealpi, incontro con i religiosi; a Lenno, nel pomeriggio, partecipazione al pellegrinaggio
vocazionale diocesano alla
Madonna del Soccorso.
DOMENICA 25
A Como, in Seminario, istituzione lettori e accoliti dei
candidati al presbiterato; a
Gravedona, alle ore 18.00,
S. Messa in occasione del
150° anniversario della nascita del beato Enrico Rebuschini.
LUNEDÌ 26
Mattino e pomeriggio: incontri con il clero (vedi a
pagina 15 di questo stesso
numero del Settimanale).
MARTEDÌ 27
A Colda, aggiornamento
del Clero della provincia di
Sondrio.
ci e intense parole pronunciate dalla Madre, secondo il Cerimoniale dell’Ordine della
Visitazione, eco della parola
paterna e autorevole di Sua
Eccellenza monsignor Diego
Coletti, sono state il suggello
della santa Chiesa sul “sì per
sempre” che suor Maria Enrica Preite ha detto a Dio come risposta d’amore alla sua
infinita misericordia che l’ha
prevenuta, scelta, chiamata.
“Ecco il vero protagonista
della Celebrazione solenne di
oggi: la Divina Misericordia”,
ha detto Sua Eccellenza all’inizio della Santa Messa. In realtà sembrava che ognuno ne
fosse convinto perché tutto si
è percepito come dono gratuito dell’amore di Dio e la Chiesa del Monastero della Visitazione sembrava essersi trasformata in un grande turibolo
dal quale si è elevato all’unisono un umile, riconoscente
inno alla infinita, Divina Misericordia.
Dono di Dio e del suo amore è apparsa la parrocchia di
Maccio, fertile terreno nel
“Suor Maria Enrica, ecco ora
tu fai definitivamente parte
della nostra Comunità. Vivi
con noi nella pace e nell’amore del nostro unico Signore
Gesù Cristo”. Queste sempli-
INCONTRO DEI
FAMILIARI DEL CLERO
L’incontro in programma il
prossimo 22 aprile non sarà
in Seminario ma presso il
Centro Pastorale Cardinal
Ferrari di Como. Il ritrovo è
previsto alle ore 14.30, per
terminare intorno alle ore
16.30. Presiederà monsignor
Armando Bernasconi. Seguiranno comunicazioni e approfondimenti circa “Lo Speciale” della rivista di marzo.
COOPERATORI
SALESIANI
• Il 18 aprile ci sarà l’incon-
tro a Chiari, presso l’Istituto
san Bernardino. Da Como la
partenza è prevista, in auto,
alle ore 7.15, in via Pretorio:
da lì ci si dirigerà al Salesianum di Tavernola da dove si
partirà in direzione Chiari.
• Sono ancora aperte le iscrizioni per partecipare a Caravaggio, il prossimo 24 aprile,
alla festa della famiglia salesiana della Lombardia: iscrizioni presso “I viaggi di Oscar”, telefono 031.304524.
• Infine il 9 maggio a Tavernola, presso il Salesianum, a
partire dalle ore 9.00, è in programma la giornata di spiritualità e la prima conferenza
annuale. è previsto l’intervento di don Antonio Simeon.
DALLA
Curia
NOMINE E
PROVVEDIMENTI
• don Pierino Riva,
amministratore parrocchiale di Bernate (Co);
• don Giuseppe Negri,
amministratore parrocchiale di Cepina (So).
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GIOVEDÌ 15
el pomeriggio di domenica 11 aprile
suor Maria Enrica
Preite della parrocchia di Maccio ha
vissuto la propria Professione
Solenne nel Monastero della
Visitazione Santa Maria in
Como. Si tratta di un avvenimento particolarmente significativo per il Monastero e per
la nostra Chiesa locale che si
trova ulteriormente arricchita, in questo anno quarto centenario della Fondazione dell’Ordine
Ecco un breve scritto delle
monache del Monastero all’indomani della celebrazione,
umile e semplice testimonianza di come questo evento è stato vissuto tra le mura del Monastero. Proprio per la sua
semplicità, non ci pare utile
aggiungere altro commento.
Foto William
quale è nata la vocazione di
suor Maria Enrica insieme a
tante altre; comunità orante
che, unita al suo Pastore, ai
genitori e ai parenti, invocava la protezione della Vergine
con la recita del santo Rosario. Dono di Dio e del suo amore è stata la presenza di diversi Presbiteri che “facevano da
corona” a Sua Eccellenza: presenza particolarmente significativa poiché la vita di nascondimento e di preghiera, di
umiltà e di totale dedizione
nella quale suor Maria Enrica
si è impegnata per sempre è
per la gloria di Dio, a servizio
della Santa Chiesa e di tutte
le anime, ma specialmente
per la santificazione del Clero. Dono di Dio e del suo amore è la presenza di suor Maria
Enrica e di noi sue sorelle che,
senza l’aiuto e la grazia divini
non potremmo scegliere di
abbracciare per sempre la vita
di perfetta castità, obbedienza e povertà che fu scelta dal
Signore Gesù e dalla sua Vergine Madre e divenire cosi un
umile segno dell’eterno Amore e della presenza del Regno
nel mondo e nella nostra Chiesa diocesana.
Nel cuore grato e lieto rimane un desiderio, una preghiera perché sia sempre più frequente il miracolo della grazia nel quale esistenze semplici e libere scelgano di aderire al Signore Gesù e di consegnarsi al suo progetto di
amore per la salvezza dell’umanità.
Dio sia benedetto.
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Vita pastorale
e Seminario
di don ROBERTO BARTESAGHI
IL
SEMINARIO
SI
RACCONTA
U
no degli aspetti che hanno caratterizzato la revisione della vita del Seminario in questi ultimi anni è l’organizzazione delle esperienze pastorali nelle parrocchie. Si è cercato di dare una
progressione alle esperienze stesse, perché
potessero diventare un cammino di crescita
il più possibile utile per i seminaristi dal punto di vista pastorale.
In prima teologia i giovani, in genere a coppie, sono mandati nel fine settimana in una
parrocchia dove iniziare a guardarsi intorno
senza troppe responsabilità: si tratta di iniziare a prendere le misure.
Il secondo anno è invece dedicato al servizio presso il Centro Diocesano Vocazioni.
Oltre ad avere la possibilità di sperimentare
tanti diversi tipi di impegni pastorali, è anche
l’occasione per girare tutte le Zone Pastorali
della Diocesi e insieme per imparare a riflettere sulle esperienze che si fanno: le attività
infatti sono intervallate da incontri di forma-
zione nei quali si riflette sui progetti pastorali diocesani, si verifica il lavoro fatto e si progetta il lavoro successivo, per diventare pian
piano sempre più autonomi.
Dal terzo al quinto anno si viene inseriti in
una parrocchia dove, a questo punto, ci si fa
carico di qualche responsabilità pastorale,
sempre affiancati a quanti si occupano ordinariamente di quelle attività nelle parrocchie.
Sarà poi con il sesto anno, una volta diventati diaconi, che i seminaristi si cimenteranno dal giovedì alla domenica con le prime vere
responsabilità in una parrocchia.
Il tentativo, come si vede, è quello di far sì
che tutte queste attività siano un’esperienza
per crescere. Non sempre si riesce a realizzare pienamente questo impegno e forse occorrerebbe avere anche un po’ più di tempo per
seguire singolarmente i seminaristi e le attività, però è già un modo utile di accrescere il
bagaglio di esperienza dei nostri futuri preti.
P A G I N A
8
CHIESA
CHIESALOCALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
GIOVEDÌ SANTO:
L’OMELIA DEL VESCOVO NELLA MESSA CRISMALE
INSIEME, IN MISSIONE: LA CHIESA
MANDATA AD ANNUNCIARE IL VANGELO
P
ti in questa che è la vostra chiesa. È la chiesa di tutta la Diocesi. È la chiesa che si chiama Cattedrale, perché qui c’è la cattedra del Vescovo, ma è la chiesa
di tutta la Diocesi, nella quale
ogni cristiano di questa nostra
vastissima Diocesi deve sentirsi
a casa sua.
Dopo i saluti, vorrei invitarvi a
seguire con attenzione qualche
riflessione sulla Parola che ci è
stata rivolta e sul gesto della benedizione degli Oli.
Il protagonista di questo momento liturgico e celebrativo potrebbe essere individuato nello Spirito Santo. «Lo Spirito Santo è
sopra di me». L’ha detto Isaia.
L’ha ripetuto Gesù nella sinagoga di Nazareth – come abbiamo
sentito nel Vangelo –, ma è una
frase che ciascuno di noi può dire
di se stesso. Lo Spirito Santo è
sopra di me. Lo Spirito Santo è
sopra la sua Chiesa. Oggi. Qui.
E come nessuno conosce il Padre,
se non il Figlio, e colui al quale il
Figlio lo voglia rivelare – la risposta di Gesù a Filippo: «Chi
vede me, vede il Padre» – così,
allo stesso modo, nessuno conosce lo Spirito Santo se non attraverso una profonda familiarità
con Cristo. Noi siamo tutti invitati a una partecipazione vitale
a Lui, a Gesù, al suo stesso respiro: «soffiò su di loro e disse:
ricevete lo Spirito Santo». E come
sta scritto nel vangelo di Giovanni, lo Spirito Santo ci guida verso tutta la verità, perché «prenderà – dice Gesù – da quello che
è mio e ve lo annuncerà».
Allora dobbiamo fare come quel
gruppetto di fedeli Giudei, nella
sinagoga di Nazareth, dei quali,
il vangelo ci ha detto: «gli occhi
GIOVEDÌ SANTO: L’OMELIA DEL VESCOVO
NELLA MESSA IN COENA DOMINI
Imparare ad amare fino alla fine...
e mettiamo insieme alcune parole di Paolo con
alcune parole del Vangelo ci accorgiamo che il
contrasto non potrebbe
essere più profondo di così. Paolo colloca l’istituzione dell’Eucaristia nella notte in cui Egli veniva tradito. E Giovanni, uno dei
presenti, dice: avendo amato i
suoi che erano nel mondo li amò
sino alla fine. Lui, testimone dell’inaudito amore di Dio, che viene condannato come bestemmiatore. Lui, fonte di un’amicizia
nuova, che diventa per i suoi
amici il senso pieno della vita,
che viene tradito da uno dei dodici. Lui, annunciatore di una
vita senza fine, condannato a
morte. Lui, l’uomo della perfetta
e piena esperienza religiosa, processato e condannato da un tribunale di religiosi… Lui, che è
passato beneficando, viene rifiutato e condannato dalla piazza
piena di folla… E potremmo continuare.
Potremmo continuare e vedere
da una parte l’arrivo definitivo e
pieno, finalmente svelato della
bontà, della bellezza, della verità, del volto di Dio e, dall’altro
lato, la meschinità, la chiusura,
l’impermeabilità, la diffidenza,
l’ingiustizia, l’imbroglio, la violenza, da parte dell’umanità…
Questo contrasto ci chiama in
causa. L’abbiamo detto all’inizio:
non è uno spettacolo, non è una
memoria di cose accadute chissà
quando… ma il fatto è che qui,
davanti a noi, si ripresenta, nella nostra esperienza di fede, questo nostro stesso contrasto e ci
chiama in causa.
Siamo dentro a questa tensione.
I nostri peccati, i nostri fallimenti, le nostre contraddizioni, le
nostre debolezze, di fronte a uno
che ci ha amato fino alla fine. Di
fronte a uno che ha anticipato
questa fine spezzando un pane e
dicendo “questo è il mio corpo”,
distribuendo un calice di vino
dicendo “questo è il sangue della
nuova alleanza”.
E c’è una parola nel Vangelo che
abbiamo ascoltato che dovremmo
mettere in cima alle nostre riflessioni e come base fondamentale
dei nostri esami di coscienza.
Questa parola è “come”. Fate
come vi ho fatto io. Sapeva bene
che uno dei dodici era un traditore. Sapeva bene che l’altro
l’avrebbe rinnegato tre volte. Sapeva bene che quasi tutti gli altri se ne sarebbero scappati. E gli
S
ha lavato i piedi. E si è messo di
fronte a loro come l’ultimo, il più
inutile e stupido dei servi, perché il compito di lavare i piedi era
riservato al servo che era in punizione o al servo che non era
capace di fare altro… E notiamolo bene. Questo, per Gesù, non è
un gesto per esercitare la virtù
dell’umiltà. È una manifestazione della Verità di Dio: “voi mi
chiamate Signore e Maestro, e
dite bene, perché lo sono”. Io sono
il Signore e il Maestro. Non uno
qualsiasi. Non uno dei tanti “signori”, uno dei tanti “maestri”.
Quello vero, quello che viene da
Dio, quello che vi presenta la Verità di Dio. Ebbene, io mi sono
messo ai vostri piedi e ve li ho
lavati. Qual è il senso della vita?
Amare fino alla fine.
Lavarvi i piedi gli uni altri: io vi
ho fatto questo, perché “come” vi
ho fatto io, così facciate anche voi.
Ci viene in mente la formula del
nuovo comandamento, che non è
più generico e non ha più come
misura l’amore di se stessi –
“ama il prossimo tuo come te
stesso”, questo era il primo e il
più importante dei comandamenti “vecchi” – ma il comandamento nuovo è: amatevi gli uni altri
“come” io ho amato voi.
Vedete, allora, quale passo sostanziale il Signore ci fa fare rispetto all’antica alleanza, quando era ancora il sangue di un
agnello a significare, per il popolo di Israele, a differenza di altri,
la misericordia di Dio. Qui è lo
stesso sangue di Dio e del suo
Figlio, che si sparge su tutte le
genti per chiamare tutti alla salvezza e alla libertà.
E questo passaggio è dentro a
questo “come”, perché “come” ho
fatto io, così facciate anche voi.
Ma c’è un’ultima riflessione che
vorrei condividere con voi, cari
fratelli e sorelle, questa sera, perché il discorso non rimanga
astratto, generico. Lavare i piedi
è un gesto ben preciso. Andare,
nell’amore, fino alla fine, fino al
compimento, non richiede necessariamente e soltanto qualche
atto eroico. Ma si traduce, quasi
sempre, in una serie di gesti, di
atti, di scelte, molto concreti, che
costituiscono la trama della nostra vita quotidiana, così come
sono espressi in questo gesto della lavanda dei piedi. E notiamo
che nessuno glielo chiede. Anzi,
Pietro si meraviglia, vorrebbe sottrarsi… Nessuno glielo propone.
Gesù ci insegna la gratuità, Gesù
ci insegna che Dio è questa gratuità, che Dio ha il coraggio di
mettersi all’ultimo posto se è necessario… Compiendo gesti semplici, quotidiani, di attenzione, di
disponibilità, di aiuto alle persone che amiamo, senza bisogno di
essere implorati, senza bisogno
che qualcuno insista o che ci faccia intravedere una ricompensa.
Non vi chiamo più servi, ma amici. E se gli amici hanno bisogno
sono pronto, anche a scapito dei
miei interessi, dei miei gusti, del
mio tempo, delle mie cose… perché ho capito che il bello della
vita sta nel servire per amore.
Fotoservizio William
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
rima di proporvi qualche
riflessione sulla parola
che abbiamo ascoltato e
sulle circostanze straordinarie di questa Eucarestia, vorrei – visto che siamo in
famiglia – salutarci, gli uni gli
altri. Voglio salutare il mio fratello Vescovo Franco, che ci onora della sua presenza, e insieme
a lui voglio salutare tutti gli altri miei fratelli nel presbiterato,
guardate quanti sono! Che Dio li
benedica! E poi tutti voi, cari fratelli e sorelle! In particolare ho
visto, entrando in Cattedrale,
una notevole rappresentanza dei
nostri fratelli e sorelle più giovani che si stanno preparando alla
Cresima… E non dimentichiamo
i religiosi e le religiose che vediamo qui, grazie a Dio, abbondantemente presenti. Sentitevi tutti
riconosciuti, salutati e benvenu-
di tutti erano fissi sul volto di
Cristo». Sarebbe bello che attraverso le parole, i gesti, i segni, di
questa liturgia, gli occhi del nostro cuore – che sono quelli che
vedono le cose importanti – rimanessero fissi su Gesù.
E non so se ricordate come ci è
stato presentato Gesù nei versetti dell’Apocalisse che abbiamo
ascoltato come Seconda Lettura.
«Da Lui viene l’amore gratuito di
Dio e la pace». Lui che è fedele
nella testimonianza. Lui che ha
vinto sulla morte. Lui che esprime attraverso la donazione di sé
una regalità nuova e in qualche
misura fuori serie su tutti i principi della Terra. La regalità fatta non di potere, non di dominio,
ma di servizio e di amore. Ancora l’Apocalisse ci ha detto: «Lui
ci ama. Lui ci perdona».
E non soltanto ci ama e ci perdona – cari fratelli nel sacerdozio –
ma, in modo particolare, ci associa al suo servizio sacerdotale per
la gloria del Padre. Quindi lo Spirito viene non come un dono, un
favore, un privilegio per noi…
Viene per mandarci. Lo Spirito
del Signore è su di me: per questo mi ha mandato.
Noi siamo in missione. Ma non
soltanto noi presbiteri. Noi cristiani siamo in missione. Noi siamo una Chiesa mandata, non
tutta preoccupata di conservare
se stessa o di difendere se stessa, ma mandata ad annunciare,
a servire, ad amare, a perdonare… e a sentire questo brano del
profeta Isaia sembra che non ci
sia nulla di più facile. Nulla di
più gradito, nei contenuti di questa missione. Perché lo Spirito ci
dice che dobbiamo andare a portare un lieto messaggio. Dobbiamo annunciare la libertà, la guarigione dalla cecità, l’emancipazione dall’oppressione… Sembrerebbe, dunque, che questa missione possa svolgersi in una specie di passaggio di trionfo in
trionfo. Di gioia in gioia. Di facilità in facilità… Ma basterebbe
proseguire la lettura del vangelo
di Luca per vedere come va a finire questo incontro di Gesù con
i suoi compaesani. Qualche minuto dopo il suo commento a questa lettura di Isaia, qualche minuto dopo che tutti gli occhi erano fissi su di Lui, lo trascinano a
forza sull’orlo di un precipizio per
sbatterlo giù…
Proprio nel contesto della promessa dello Spirito. E vedremo
domani, quali sono le conseguenze di questa missione, a cosa dobbiamo prepararci, se saremo fedeli a questa missione.
Permettetemi, allora, di leggere
con voi, una pagina del vangelo
di Giovanni, che mi è tornata alla
mente spesso in questi ultimi
giorni e che collego volentieri,
questa mattina, al vangelo che
abbiamo ascoltato, ricordandomi
come si è conclusa drammaticamente la vicenda di quel sabato
nella Sinagoga di Nazareth. Gesù
dice ai suoi: «Se il mondo vi odia,
sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo. Poiché, invece, non siete del mondo,
ma io vi ho scelti dal mondo, per
questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto.
Un servo non è più grande del
suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche
voi. Se hanno osservato la mia
parola, osserveranno anche la
vostra. E tutto questo vi faranno
a causa del mio nome, perché non
conoscono Colui che mi ha mandato».
Allora, noi cristiani in missione
nel mondo, non dobbiamo aspettarci che il mondo applauda, che
il mondo ci faccia degli sconti, che
il mondo ci accolga con facilità.
Lo Spirito Santo ci manda in una
missione che è una “lotta”. Non
una lotta contro qualcuno. Ma
una lotta contro il male. Contro
il maligno. Contro il peccato. Contro tutto ciò che è disumano. Contro tutto ciò che fa soffrire inutilmente. Contro la morte: l’ultimo e definitivo dei nemici dell’uomo. È una lotta. E anche se l’olio
può sembrare uno strumento di
profumo e di bellezza – non dimentichiamo che l’olio ci ricorda
quanto gli atleti, da sempre, anche oggi, utilizzano per “mettere
a punto” i propri muscoli – l’olio
è ciò che da forza, l’olio è ciò che
prepara al combattimento. Tra
poco ne benediremo tre, diversi,
di oli: l’olio dei catecumeni e l’olio
degli infermi, che segnano l’inizio e la fine, la prima e l’ultima
delle nostre lotte per essere creature nuove. La prima lotta, che
è la vittoria sul male, che va verso il nostro Battesimo, dove finalmente nasciamo a una vita nuova. E la lotta ultima, dell’agonia,
quando il Signore ci chiamerà a
mettere il nostro spirito nelle sue
mani. E sarà la vittoria sulla
morte. Sapete che siamo chiamati a nascere due volte? E nessuna delle due coincide con la nostra data di nascita! Perché la
prima nascita è il nostro Battesimo. E la seconda nascita è il
giorno in cui renderemo l’anima
a Dio. E al nostro Battesimo, in
preparazione a questo gesto di rinascita, e di fronte al pericolo incombente della morte, questi due
oli che stiamo per benedire, ci saranno di conforto e di segno del
dono della forza del dono dello
Spirito Santo. E poi c’è il terzo
olio, il Crisma, che viene usato
nel Battesimo, nella Cresima,
nell’Ordinazione sacerdotale,
nella dedicazione delle nuove
chiese e degli altari, che sostiene
la nostra lotta in una vita interpretata e vissuta come servizio,
nel quale noi continueremo a proclamare l’anno di grazia del Signore.
Ancora il vangelo di Giovanni
dice: «quando verrà il Consolatore, che io vi manderò dal Padre,
lo Spirito di Verità, che procede
dal Padre, egli mi renderà testimonianza», ed ecco il nostro compito, fratelli e sorelle: «e anche voi
mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio». Rendere testimonianza a
Gesù. A Gesù che ci ha amati fino
al compimento. A Gesù che ha
dato se stesso per la vita e la conversione dei peccatori, consapevoli che solo la misericordia può
veramente lenire le ferite. Consapevoli che ai servi è chiesto solo
di essere fedeli. Consapevoli che
sarà chiesto molto a coloro ai
quali molto è stato affidato.
P A G I N A
CHIESA
CHIESALOCALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
VENERDÌ SANTO:
IL PENSIERO DEL VESCOVO DOPO LA PROCESSIONE
LA LIBERTÀ DEL DONO DI DIO PER NOI
V
davanti Dio, Signore della storia,
Re della nostra vita, che liberamente si offre per noi. Non è un
destino cieco, ma una scelta. La
Croce è il trionfo di una libertà
spesa bene, da Dio. Racconta il
Vangelo di Giovanni che, un certo giorno, un gruppo di Giudei
provenienti dalla Grecia, andarono da Filippo, uno dei dodici, e
gli dissero: vogliamo vedere
Gesù. Chissà cosa desideravano
di incontrare… Qualche mago,
stregone, qualche presenza di Dio
sconvolgente e affascinante…
Cosa risponde Gesù? Sta per arrivare la mia ora. Se il chicco di
grano caduto in terra non muore, resta solo. Se, invece, muore,
porta molto frutto. E dette queste parole – prosegue il Vangelo
di Giovanni – si nascose da loro.
Nel senso che non c’era niente da
vedere, se non il chicco di grano
caduto in terra che muore per
amore, e in questo modo porta
molto frutto. I nostri occhi, fratelli e sorelle, possono fissarsi su
questo atto supremo di libertà e
di amore.
La seconda cosa è che questa libertà del Figlio di Dio si gioca
tutta intorno a uno scopo, a un
fine, all’adempimento di una missione che è stata affidata al Figlio dal Padre ed è sostenuta dalla potenza dello Spirito. La vita
di Gesù ha uno scopo, la vita di
Gesù ha un’ora decisiva. Non è
un insieme di impegni, di scadenze, di responsabilità frantumate… La vita di Gesù ha una sua
ora, ha un suo Battesimo, una
sua immersione. “Ho un Battesimo di cui devo essere battezzato
– diceva Gesù – e come desidero
che questo si compia”. Poi, alla
vigilia di tale ora, dirà: “Padre,
se possibile, passi da me questo
calice senza che io lo beva… Ma
non come voglio io, ma come vuoi
tu”. E la volontà del Padre, e l’ora
di Gesù, e lo scopo della sua vita
è rendere possibile agli uomini
di fissare lo sguardo sulla pienezza sconfinata, incondizionata del-
IL VESCOVO NEL PONTIFICALE DI PASQUA
Un tempo per stare insieme a Gesù
N
ei resoconti evangelici
degli incontri con il
Risorto mi colpiscono
sempre due cose. Anzitutto la totale mancanza di ogni sottolineatura
spettacolare. Noi che siamo abituati a vedere nella sfera magica del televisore le cose più sconcertanti ci saremmo aspettati
uno sforzo in più dai nostri evangelisti, qualche effetto speciale…
Niente di tutto questo. I resoconti
evangelici sono di un’essenzialità quasi scarna, non seguono le
nostre fantasie o curiosità. E questo è uno dei sigilli più importanti della loro credibilità.
Ma c’è un’altra cosa che mi colpisce e spero, qualche volta, abbia fatto riflettere anche voi. In
molti casi, il Risorto appare e non
viene riconosciuto. O viene riconosciuto solo a fatica… O solo
dopo che l’incontro si espande e
si diffonde in un dialogo, in un
cammino fatto insieme, in un
momento di convivenza: allora, i
Vangeli dicono “si aprirono loro
gli occhi”… O perché si sentono
chiamati per nome… O perché il
Signore fa determinati gesti… O
perché il cuore si riscalda all’ascolto della sua Parola…
Bene, mi sono fermato su questa
mia riflessione per condividere
con voi questa mattina, cari fratelli e sorelle, una mia preoccupazione. Che è quella di dire:
questa Pasqua che traccia lascerà nel nostro animo e nella nostra vita? O, se volete, la stessa
domanda formulata in modo diverso: noi abbiamo incontrato il
Risorto? L’abbiamo visto? L’abbiamo riconosciuto? Chi si accorge della risurrezione del Signore
è chi è stato con Lui non soltanto
fisicamente presente ai suoi gesti, ma partecipe delle sue intenzioni. Chi riconosce il Risorto e
si lascia inondare della gioia dell’incontro con Lui è chi è stato con
Lui, chi si è sentito amato da Lui,
chi lo ha ascoltato, chi l’ha seguito, chi, stando dietro Lui, ha intravisto la bellezza sconvolgente
della sua manifestazione come
Figlio di Dio.
Non so se riesco a esprimermi con
questo gioco di parole. Ma quello
che è importante, non è tanto
dire: “Gesù è risorto”… Ma quello che è importante è dire: “Chi
che è risorto, è proprio Gesù”…
Cioè è quello che ci ha fatto vedere, quando stavamo con Lui,
quando abbiamo ascoltato la sua
Parola, quando abbiamo camminato sulle sue tracce, che la vita
è una cosa straordinaria, che la
vita è bellissima, che la vita è libera, che siamo degni figli di
Dio… Questo è ciò che ci fa riconoscere nel Risorto il cambiamento positivo della vita del
mondo. Il pensare semplicemente al fatto di uno che muore e poi
risorge non sconvolge molto la
nostra vita… Ma se chi risorge è
chi ha pronunciato determinate
parole, fatto certi gesti, e, soprattutto, chi ha dato il segno definitivo del suo amore, portato al
compimento, fino alla morte e
alla morte di Croce, se questo risorge, questa è la vita.
Allora, il problema nostro, di tutti
i credenti – anche il mio, sapete
– è quello di verificare l’intimità
della mia personale consuetudine di vita con Gesù; è quello di
verificare la serietà e la profondità della mia conoscenza della
sua parola; della familiarità che
ho maturato nella conoscenza del
suo volto, in modo da poterlo riconoscere, perché Gesù è risorto,
Gesù è vivo, è oggi nelle nostre
strade, entra nel nostro cuore, si
manifesta attraverso la testimonianza dei suoi amici e dei suoi
discepoli, così come Egli ha detto: “Voi sarete testimoni di me,
fino ai confini della terra”. Ma i
nostri occhi lo riconoscono? Ma
le nostre orecchie avvertono, immediatamente, la sintonia di certe parole con le sue e la distonia
di altre, che pure si presentano
ammantate di grande saggezza,
ma non hanno altro scopo che
non quello di imbrogliare le persone?
Siamo capaci di incontrare il Risorto? Non è facile riconoscerlo.
Non è automatico. Lui, che avrebbe potuto sfolgorare davanti ai
nostri occhi, preferisce proporsi
come ai discepoli di Emmaus,
come un viandante che si accosta nel nostro cammino, come un
compagno di viaggio e parlarci,
attraverso le parole della Scrittura, di tutto quello che il Padre
ha rivelato su di Lui.
Lo conosciamo? Siamo familiari,
per consuetudine quotidiana, con
la Parola di Dio? Abbiamo sintonizzato la nostra vita sul canale giusto, che è quello sul quale
Dio trasmette la nostra verità e
la nostra gioia?
Cosa ci ha detto San Paolo, nella
seconda lettura? «Voi che siete
battezzati in Cristo, vi siete immersi in Lui. La vostra vita è
nascosta con Cristo in Dio». Fratelli e sorelle, queste non sono
parole vuote, non solo parole
magiche! Bisogna che ci chiediamo, una volta per tutte, se dav-
vero la nostra vita è in Cristo…
Se guardando la nostra vita il
Padre può dire: “Guarda, è come
mio Figlio Gesù. La pensa come
Gesù. Sceglie come Gesù, spera
come Gesù, progetta come Gesù…”.
La vostra vita è nascosta con
Cristo, in Dio. E allora, se la vostra vita è in Cristo, Dio, che ha
dato la pienezza della vita a suo
Figlio, obbediente fino alla morte e alla morte di Croce, volete
che non dia la vita anche a voi?
Volete che non venga a liberare
coloro che, per paura della morte, rischiano di vivere schiavi per
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
orrei che da questo
nostro annuale incontro con il nostro Crocifisso portassimo con
noi due convinzioni.
La prima è che non si è trattato
di un atroce destino. Non si è
trattato di un fato ineluttabile.
Il Figlio di Dio, Dio in persona,
nato da Maria Vergine, vissuto in
mezzo agli uomini come servo obbediente del Padre per amore di
tutti noi, non è stato costretto da
circostanze avverse. Il luogo da
cui ha regnato – con sopra la sua
testa scritto, da un pignolo procuratore romano, “Questo è il re
dei Giudei” – è stato il luogo da
cui, in un supremo atto di libertà e di coerenza, Egli ha dato la
vita. E l’aveva predetto: nessuno
me la toglie, la offro da me stesso… Questo non toglie nulla alla
nostra responsabilità di peccatori. Non ci mette al riparo da un
doveroso impegno di conversione,
di espiazione e di riparazione dei
nostri peccati. Ma ci fa apparire
9
l’amore di Dio per noi. Quando
uno ha uno scopo così alto nella
vita, si capisce perché accetta con
tutta l’agonia e la fatica di questa accettazione, accetta di morire. E di morire in Croce. Rimane obbediente fino alla morte. E
alla morte di Croce. Perché soltanto chi ha uno scopo così alto,
per cui è disposto a morire, soltanto costui ha motivi adeguati
per continuare a vivere.
Questo è il messaggio che dovremmo ricavare dall’incontro
che questa città ha voluto, ancora una volta, ripetere con il suo
Crocifisso. Questo è il tesoro inestimabile che dobbiamo portarci
a casa questa sera. La nostra libertà, formata sul modello della
libertà di Gesù, lo scopo della
nostra vita, il motivo per cui ogni
giorni viviamo, fatichiamo e soffriamo, conformati, ispirati alla
forma dello scopo della vita di
Gesù.
Qual è la nostra ora, fratelli e
sorelle? Come a dire: cosa ci
aspettiamo di lasciare dietro le
nostre spalle, nella nostra vita?
Per cosa lottiamo? Per cosa fatichiamo? Per cosa soffriamo? Per
cosa ci impegniamo? La nostra
libertà è messa in gioco in maniera finalmente adeguata solo
se la nostra vita ha come scopo,
lo stesso scopo della vita di Gesù:
come me… Se io vi ho lavato i
piedi, così dovete lavarli gli uni
agli altri. Se vi ho sopportato e
perdonato, dovete sopportarvi e
perdonarvi gli uni gli altri. Se
sono morto per voi, dovete spendere gratuitamente la vostra vita
per coloro che dite di amare. Per
coloro che dovete amare. Senza
nessun interesse, senza nessuna
pretesa, senza pensare alle convenienze…
Ed ecco, allora, fratelli e sorelle,
che concludendo, consegno a voi,
una preghiera che viene da lontano e che i Padri custodi di questo Santuario hanno voluto stampare sul retro dell’immaginetta
del nostro Crocifisso. È una preghiera che viene da lontano perché è stata firmata da san Carlo
Borromeo, ma è una preghiera
che san Carlo Borromeo introduce, radica, in una tradizione del
XVI secolo che aveva, a suo sostegno, altri grandissimi santi,
come Ignazio di Loyola o Teresa
d’Avila. È una preghiera bellissima. Di fronte al Crocifisso. Una
preghiera che, secondo me, indica una cosa, e non una tra le tante, ma forse quella decisiva, che
indica la qualità propria della
nostra fede cristiana. La qualità
propria della nostra fede cristiana è amare Gesù gratuitamente.
Volergli bene. Senza aver bisogno
di altri motivi per essergli fedeli.
Senza aver bisogno di porre altre condizioni se non quella di
poter essere suoi amici, liberamente capaci di condividere l’ora
decisiva che ha dato unità a tutta la sua vita, che ha dato uno
scopo alla sua libertà. Gesù crocifisso, ti vogliamo bene. E siamo qui per quello e per nessun
altro motivo. Ascoltate le parole
di san Carlo Borromeo, che spero presto potrete fare vostre, avete in mano il testo di questa preghiera:
Ciò che mi attira a te, Signore, sei
tu. Tu solo, inchiodato alla Croce,
con il corpo straziato tra agonie
di morte. E il tuo amore si è talmente impadronito del mio cuore, che quand’anche non ci fosse
il Paradiso, io ti amerei lo stesso.
Nulla devi darmi, per provocare
il mio amore, perché quand’anche
non sperassi ciò che spero, pure ti
amerei come ti amo. Amen.
tutta la vita? Ecco la gioia della
Pasqua! Ecco il motivo del nostro
“alleluia”! Siamo risorti con Cristo, la nostra vita è con Cristo in
Dio, e quando Gesù si manifesterà, saremo con Lui, nella gloria.
Ci interessa questo? Lo desideriamo? O, ripeto, sono parole vuote, formule magiche… Usciamo
da questa Pasqua, cari fratelli e
sorelle, con un proposito preciso:
approfondire, nella meditazione
della Scrittura (soprattutto i Vangeli), nella preghiera, nell’adorazione eucaristica, nel tempo dedicato al Signore, approfondire la
nostra conoscenza e la nostra familiarità con Lui…
SABATO SANTO: UNA CHIESA CHE SI RINNOVA,
ANNUNCIA E VIVE IN COMUNIONE CON DIO
Cari fratelli e sorelle, questa notte è illuminata dalla nostra certezza che il Signore ha vinto. Questa notte ci ha restituito una speranza che non delude. Questa notte è arricchita anche dalla fecondità
della Chiesa, perché davanti a me ci sono otto fratelli e sorelle che stanno per ricevere il Battesimo,
la Prima Comunione e la Cresima nel sacramento della salvezza, dell’iniziazione cristiana, concentrato in questa notte meravigliosa.
Le letture che abbiamo ascoltato ci hanno ricordato il principio e la fine. Come dire, la risposta alle
due domande: “Ma da dove vengo?” e “Dove vado?”. Qual è l’origine, il senso della mia vita? Qual è
lo scopo, il fine di tutte le mie fatiche, del mio cammino? Vengo da un progetto luminoso di Dio? Le
pagine poetiche, cadenzate, meravigliose del Libro della Genesi, che abbiamo ascoltato nella Prima Lettura, non sono certamente una rappresentazione della Creazione, ma sono una meditazione
profondissima e verissima di quello che Dio ha nel cuore e ha in mente per ciascuno di noi. Quando
tutto è stato studiato, inventato e creato perché fosse il luogo della dimora dell’amico e dell’amica
di Dio, dell’uomo e della donna fatti a immagine e somiglianza del loro Creatore…
Non veniamo dal caso. E non veniamo dalla necessità di leggi fisiche o storiche comunque indipendenti da una volontà di amore. È la volontà d’amore di Dio. È la sua passione per la vita. È il suo
desiderio di espandere la propria gioia che ci ha messo al mondo. Anche voi e me, non soltanto
Adamo ed Eva… Noi veniamo da Dio. È stato un pensiero che cercava la bellezza. Un affetto
profondo di comunione materna e paterna che sono alle radici della nostra esistenza. Penso ai miei
fratelli atei. Ce ne sono molto pochi in giro, sapete? Oggi è molto più di moda fare gli agnostici, gli
incerti, coloro che dicono “non lo so, non mi interessa, non vedo chiaro”… Penso a questi miei
fratelli e a queste mie sorelle che non sanno o dubitano che la loro vita sia scaturita da un progetto
di amore… Sia partita dal cuore materno e paterno di Dio e questa sera la Parola che abbiamo
ascoltato e che dobbiamo meditare ce lo ricorda… Ma noi veniamo anche dalla schiavitù che ci
siamo procurati con le nostre fallaci astuzie. Noi veniamo da tante schiavitù, che, in fondo, riteniamo abbastanza comode per starci dentro… Come era per il popolo di Israele in Egitto. È vero, c’era
da lavorare, c’erano da preparare i mattoni perché il faraone si stava costruendo le sue “cittàdeposito” di Pitom e di Ramses… Però c’era la pentola della carne e delle cipolle… E allora ci si
rassegna a essere schiavi. Veniamo dalla schiavitù. E siamo qui, questa sera, consapevoli delle
tante nostre schiavitù e dei tanti nostri compromessi, ai quali ci siamo rassegnati, per poter usufruire, per quel tanto che ci garba, del comodo dell’essere schiavi… Ma il Signore non ci lascia lì.
Nonostante le nostre superficialità. Nonostante la nostra preferenza per la schiavitù, il Signore ci
chiama fuori, è pronto ad aprire il mare davanti ai nostri passi, è pronto a farci entrare dentro nelle
acque rigeneratrici del Battesimo, perché diventiamo figli di Dio e non schiavi del faraone. E,
quindi, se siamo partiti dall’amore di Dio, siamo indirizzati verso la libertà. Una libertà che finalmente incontra la sua finalità adeguata. “Le mie idee non sono le vostre idee”. “I miei pensieri non
sono i vostri pensieri”, ci ha detto il profeta. La libertà nostra, finalmente, ci fiorisce in mano
quando comprendiamo che è fatta per essere spesa per amore. Attraverso la Parola di Dio, le intenzioni di Dio ci raggiungono. Attraverso la Parola di Dio l’orientamento della nostra libertà dovrebbe convincerci a essere, finalmente, tutti impegnati solo nella ricerca di un amore dato e ricevuto,
all’altezza della nostra dignità di figli di Dio. Andiamo verso una nuova umanità.
Un’umanità libera e degna. Un’umanità che non ha più un cuore di pietra ma un cuore di carne.
Un’umanità che accoglie e lascia abitare in sé lo Spirito di Dio, dentro di noi. E infine, andiamo
verso Cristo. Nel quale, Paolo ci ha ricordato, noi siamo stati immersi. Andiamo verso Lui, la cui
vittoria sull’egoismo, sulla cattiveria, sull’ingiustizia, sul male e sulla morte è qui rappresentata
dalla Luce che brilla dall’alto del cero pasquale. Andiamo verso Lui: questa è luce che illumina il
nostro cammino e guida i nostri passi. E Lui ci manda, come ha mandato le donne, nel benedetto
mattino del primo giorno della settimana, il giorno della Risurrezione, ci manda ad annunciare ai
fratelli, che vale la pena di vivere se si vive in comunione con Gesù.
P A G I N A
10
CHIESA
CHIESALOCALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
LABORATORIO PERMANENTE DI PASTORALE
IL PRIMO ANNUNCIO
ALCUNE NOTE LOGISTICHE
È urgente che le parrocchie o persone interessate si
iscrivano al più presto così da permettere la preparazione di tutto il materiale necessario per il corso; alle parrocchie si chiede un eventuale contributo per sostenere i propri
iscritti; la data del 31 maggio 2010, come termine ultimo
per le iscrizioni è improrogabile per esigenze logistiche dell’ente ospitante. È previsto anche un servizio di assistenza
dei figli minori, se qualche coppia ne avesse la necessità,
ma anche per questo è urgente conoscere il numero e l’età
così da provvedere in modo adeguato.
I dépliants che illustrano il corso estivo sono stati inviati a
tutte le zone pastorali. Può darsi che qualche parrocchia ne
sia ancora sprovvista. Si possono richiedere all’Ufficio Catechistico Diocesano e verranno inviati al più presto. Il numero di telefono è lo 031-241249: tutte le mattine dal
lunedì al venerdì; lunedì e giovedì anche al pomeriggio.
mande che nascono, in varie
direzioni disciplinari, mentre si
procede all’elaborazione di un
progetto o all’approfondimento
di un argomento.
mentalità sociale, per una adeguata valorizzazione dei laici e
– non nascondiamolo – per una
sensibile diminuzione di ministri ‘ordinati’. Tutti questi fatti
sono stati accompagnati da studi, documenti, ricerche e indicazioni che hanno come obiettivo diretto la formazione degli
operatori.
È una sfida che la nostra Diocesi non può lasciar cadere.
Molto è già stato fatto in passato anche con una vasta eco a
livello nazionale. Molto si sta
facendo per esempio nell’ambito della formazione degli operatori della pastorale familiare, degli insegnanti RC, dei ministri straordinari dell’eucarestia, dei ministranti animatori
della liturgia e canto sacro e
altri ancora.
Nasce per questo la proposta
di un laboratorio permanente di pastorale, in cui i diversi uffici pastorali della Curia
Diocesana sono coinvolti a vario titolo. Vi sono delle tematiche comuni, che riguardano
tutti i diversi settori della pastorale, per i quali è possibile
un percorso formativo comune.
Questo, ovviamente non toglie
la necessità di momenti specifici di formazione nei diversi
settori, che continueranno ad
esistere; magari precisandosi
meglio.
La scelta del metodo del laboratorio nasce dalla convinzione che sia più produttiva,
soprattutto là dove si tratta di
preparare materiale di utilizzo
immediato, ma soprattutto che
risponda meglio all’esigenza di
chi realizza la propria formazione cercando risposte alle do-
IL PRIMO ANNUNCIO
Quest’anno la proposta del
laboratorio pastorale è presa in
carico dall’Ufficio Catechistico
e si propone di affrontare l’argomento del primo annuncio.
Una tematica cui si fa continuamente riferimento proprio in
diversi documenti ecclesiali a
partire dal 2005. Ma soprattutto un argomento che ci riguarda molto da vicino se pensiamo
ai genitori che chiedono il Battesimo per i loro figli o di completare l’iniziazione cristiana
per gli stessi in età scolare.
Quante volte ci accorgiamo che
è necessario riproporre l’annuncio di Gesù Cristo e del suo Vangelo, in queste situazioni, per
rimotivare delle scelte, per rinnovare un percorso di fede interrotto, per aiutare nella
GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI
Il pellegrinaggio alla Madonna del Soccorso
47^ GIORNATA MONDIALE
DI PREGHIERA
PER LE VOCAZIONI
25 APRILE 2010:
UN SEMPLICE SEGNO
NELLA PREGHIERA
Pubblichiamo la Preghiera per le Vocazioni scritta da
papa Benedetto XVI per la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni di quest’anno.
Spirito Santo, fuoco ardente di luce e calore,
donaci la passione per una profonda intimità
con il Signore, per rimanere nel suo amore.
Come i discepoli di Gesù si sono scambiati
l’annuncio gioioso e stupito dell’incontro con Lui,
dona a ciascuno di noi la trasparenza del cuore
per raccontare, con gratitudine e meraviglia,
quello che di Lui abbiamo conosciuto, vissuto e amato.
Rendi la nostra umile testimonianza,
segnata dalla scelta della croce
e accolta nella speranza della gioia pasquale,
segno di fecondità e occasione preziosa
perché i giovani possano riflettere
sulla propria vocazione con semplicità,
fiducia e piena disponibilità.
Vergine Maria, Madre della Chiesa,
custodisci con tenerezza ogni piccolo germoglio
di vocazione; possa divenire albero rigoglioso,
carico di frutti per il bene della Chiesa
e dell’intera umanità.
Amen
Invitiamo i parroci a far recitare questa preghiera al
termine di tutte le sante Messe della Giornata, coinvolgendo in particolare in questo gesto tutti i giovani che
avranno partecipato al Pellegrinaggio Diocesano dei
Giovani al Santuario della Madonna del Soccorso di
sabato 24 aprile.
don ROBERTO BARTESAGHI
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
L
a realtà pastorale di questi ultimi anni, così bisognosa di aggiornamento
per tenere il passo dei
cambiamenti vorticosi
della realtà sociale sia dal punto di vista ecclesiale che culturale in genere, richiede sempre
maggiore attenzione alla voce
‘formazione’. E direi che alcune
‘svolte’ indicate, per esempio
dalle CEI, o dalle conferenze
episcopali regionali o dalle singole diocesi, hanno sempre insistito sulla necessità di una
formazione adeguata degli operatori. Pensiamo al nuovo volto
della parrocchia ‘missionaria’,
alle scelte relative al catecumenato degli adulti con relative
ricadute sull’iniziazione cristiana dei ragazzi, o ancora al fatto delle unità pastorali: scelta
necessaria per una cresciuta
riscoperta della gioia di una
vita cristiana dentro la comunità. Ma lo stesso vale per i ministri straordinari dell’Eucarestia che spesso si trovano a contatto con persone che a causa
della malattia o della sofferenza ‘si interrogano’ intorno alla
fede e hanno bisogno di fare
chiarezza, di riscoprire un annuncio autentico. Così pure tanti insegnanti di RC che a contatto con molti giovani avvertono la necessità di un annuncio che rievangelizzi dentro posizioni a volte confuse o pregiudiziali. Ma anche nell’accompagnamento per il catecumenato degli adulti o per delle
scelte vocazionali sia verso il
matrimonio che verso la vita
consacrata, quanta necessità di
un primo annuncio sfrondato
da molte incrostazioni. è la ‘sfida della fede’, scrivono i Vescovi lombardi, perché porta non
solo all’inizio del percorso, ma
al ‘centro’, al ‘cuore’ del nostro
credere: è l’annuncio del Cristo
Risorto, il Vivente.
Ci sembra una problematica
che ci riguarda molto da vicino,
dunque, soprattutto là dove
sono in gioco adulti che hanno
a che fare con adulti nelle differenti esperienze pastorali, che
anche nella nostra diocesi sono
in atto, magari con fatica proprio per esigenza di formazione più adeguata.
LO SVILUPPO
DEL LABORATORIO
DI PASTORALE
Il laboratorio di pastorale sul
primo annuncio si terrà a Livigno dal 22 al 25 luglio
2010. Sono previste alcune relazioni: don Battista Galli, vicario per la provincia di Sondrio, ci intratterrà sui grandi
cambiamenti sociali che sono
sfida per la Chiesa; sr. Silvia
delle Suore Maestre di Santa
Dorotea di Monteolimpino, parlerà delle attenzioni necessarie,
dello stile, nell’accompagnamento alla fede degli adulti; don
Battista Rinaldi, responsabile
dell’Ufficio Catechistico diocesano, tenterà di descrivere, per
quanto possibile, i tratti di una
fede adulta e di adulti. I corsisti
saranno poi invitati a partecipare a un laboratorio a scelta
che si svilupperà nei pomeriggi
della ‘due-giorni’ e continuerà
anche in alcuni incontri
(quattro) che verranno proposti durante l’anno pastorale prossimo, nelle zone da
cui provengono i partecipanti.
Le tre aree scelte per i laboratori sono quelle della famiglia
(genitori che chiedono il battesimo o l’iniziazione cristiana dei
figli), dei giovani che sentono
una necessità di un risveglio
della fede, degli operatori pastorali laici in parrocchie di piccole dimensioni. Lo scopo è quello di elaborare dei progetti operativi da utilizzare in questi
settori considerati.
don BATTISTA RINALDI
P A G I N A
11
CHIESA
VISIT
AP
ASTORALE
VISITAP
APASTORALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
Dopo la
pausa per le
celebrazioni
Pasquali
il vescovo
Diego Coletti
riprende,
domenica
18 aprile,
la visita
pastorale
alle
parrocchie
della diocesi.
Il viaggio
toccherà nei
prossimi mesi
la zona
“Lario”
ognana Lario, chiamata anche “Montagna d’oro”, è situata
sulla sponda orientale del ramo comasco del lago, ai piedi del monte Preaola. E’ composto da
diverse frazioni caratteristiche per le stradine dal sapore
antico: Quarzano, Rovasco,
Canzaga, Riva di Pognana,
Sigiano, Fichino o Castello.
Anticamente l’economia si
basava sulla coltivazione della vite e dell’ ulivo sostituito
nei secoli dalle fabbriche per
la produzione di tela metallica.
Se dovessimo fare un confronto della vita del paese di
oggi, con quella di cinquant’
anni fa, vedremmo un abisso.
Al termine della seconda
guerra mondiale la maggior
parte della popolazione (che
era di 932 persone nel 1951)
faceva lavori poveri: muratori, scalpellini, cava pietra (sassi di Moltrasio), agricoltori,
artigiani, pescatori. Erano
tanti gli uomini che andavano all’estero a prestare la loro
mano d’opera, rientrando in
paese a novembre per l’inverno. Le donne e gli uomini che
restavano a casa, lavoravano
la terra e allevavano animali.
C’erano però anche due fabbriche di rete metallica dove
lavoravano circa una cinquantina di operai. Ma il lavoro lo
si poteva fare anche a casa disponendo di un telaio ed andando in fabbrica a prendere
la materia prima. Anche i
bambini dopo la scuola facevano le pagliette per pulire le
pentole; le ragazze più grandi, facevano invece le
“gabiette” per i turaccioli delle bottiglie di vino; tutto serviva per avere qualche soldo
in più. Verso la fine degli anni
cinquanta, primi anni sessanta, sono sorte in paese diverse imprese artigianali; lavora-
IL VESCOVO RIPRENDE LA VISITA PASTORALE IN DIOCESI
POGNANA E CARENO
TRA PASSATO E FUTURO
P
vano tutti il ferro producendo
gabbie, espositori, pensili per
cucina. Iniziò anche, l’allevamento di polli.
IL BOOM ECONOMICO
Con il passare degli anni, si
preferì andare in città presso
le grosse fabbriche a lavorare, anche perché era iniziato
il boom economico e c’erano
tante possibilità di trovare
un’occupazione. Iniziò così il
pendolarismo: il paese iniziò
a svuotarsi al mattino e rientrare alla sera. I mezzi di trasporto erano il battello e la
corriera, anche se c’era chi
andava sempre, anche d’inverno, in bicicletta. Fino all’arrivo delle automobili. In
quegli anni a Pognana c’erano molti negozi di alimentari,
due mercerie, due falegnami
e un negozio di scarpe. Il paese era molto vivace ed attivo. Non c’erano i supermercati e la maggioranza della
popolazione viveva in paese.
Le osterie erano un punto di
aggregazione per gli uomini
che si trovavano per giocare
a carte , alla “ mura” e ricordare gli avvenimenti della
guerra. Oggi le osterie non ci
sono più, sono rimasti due
bar, due negozi di generi alimentari (dei piccoli market).
Allora transitava anche da
Pognana il Giro d’Italia; tutti
scendevano in strada ad applaudire i campioni.
FESTE E TRADIZIONI
La festa principala e più frequentata, era la festa della
Madonna, la seconda domenica di settembre. La settimana precedente i bambini venivano reclutati per togliere l’erba dalle strade, si preparavano le ghirlande di fiori di carta e le donne adornavano la
statua della Vergine con i fiori più belli. La processione era
organizzata ogni sette anni,
così in caso di brutto tempo si
dovevano aspettare altri sette anni prima che la Madonna percorresse la strada sino
a S. Rocco e ritorno. Altra
data importante era la festa
di Quarzano, la prima domenica dopo Pasqua. A Rovasco
si festeggia il patrono S.Miro,
il secondo venerdì di maggio
in ricordo del passaggio del
Santo dal nostro paese e che
promise, grazie all’aiuto ricevuto, che a Pognana non sarebbe mai mancata l’acqua e
che i bambini che sarebbero
stati portati sul sagrato della
chiesa, avrebbero imparato a
camminare bene e subito. Il
forte delle feste è S. Rocco,
quando, dopo la solenne funzione in chiesa, le famiglie di
Canzaga, preparano gli gnocchi invitando a pranzo gli
Dai celti ad oggi: una lunga storia
La prima volta che viene citato il nome Pognana,
è in una carta del marzo 1140 a proposito di una
donazione al monastero di S.Abbondio in Como,
dell’olio prodotto dalla Terra di Pognana. Solo
nel 1938 il Comune assume definitivamente il
nome di Pognana Lario.
Alcune sue frazioni affondano le radici in tempi
antichi: Rovasco fu il primo centro abitato in età
preromana grazie alla sua posizione elevata e
protetta, mentre l’esistenza della località di
Quarzano è certa di età carolingia. Un documento
del 18 luglio 885 parla di un “fundo do Quarciano”
di proprietà dei Longobardi.
Sigiano, si dice
derivi dal francese Saint Jean; in una carta del 28
maggio 1095 viene riportata l’esistenza della
chiesa di S. Giovanni Battista in occasione della
sosta del Papa Urbano II che stava girando l’Europa per raccogliere fondi per le crociate. Fichino
o Castello frazione di Canzaga , non tradisce l’indubbia esistenza di una fortificazione sin dalla
dominazione longobarda, se non addirittura
bizantina. A Pognana esistono tre tre chiese: la
Parrocchiale dedicata alla SS. Trinità, è la più
recente, iniziata nel 1732 e terminata nel 1744
con le elargizioni della famiglia Rebay che aveva
una fiorente attività commerciale a Gùnzburg in
Germania. Visitata dal Vescovo Paolo Cernuschi
nel 1746, fu dichiarata parrocchia il 16 dicembre
1747 e solennemente consacrata dal vescovo
Albrici Pellegrini.
La chiesa di S.Rocco, è l’antica parrocchiale dedicata alla SS. Trinità in frazione di Canzaga; è
stata costruita tra la fine del 1200 e l’inizio del
1300; è di stile prettamente lombardo. E’ rimasta parrocchia sino al 16 settembre 1747, quando
cedette il titolo e la dedicazione all’attuale chiesa
edificata in Pognana.
La chiesa di S. Miro in Rovasco merita ancora
studi approfonditi, perché al pari di S.Rocco, è un
monumento di grande valore storico artistico. E’
protetto dal vincolo della Soprintendenza ai Monumenti della Lombardia. Edificata anch’essa nel
secolo XIII, probabilmente qualche decennio prima di S. Rocco. La sua pianta sopraelevata, a
struttura gotica, fa pensare che sul posto sorgesse un tempio molto più antico.
amici e i parenti. Come si
vede la popolazione di
Pognana cerca di mantenere
le tradizioni. In paese è funzionante un Asilo Infantile,
fatto costruire da padre Vitale Bindolini, missionario, venuto in paese nel 1922 a tenere le Missioni in parrocchia:
presidente il parroco e tre
membri del comune di maggioranza, uno di minoranza ed
un rappresentante del Provveditorato agli Studi.
Come avete visto in mezzo
secolo, sono stati fatti passi da
giganti. La vita è migliorata,
la gente vive in modo ottimale
ma si è perso quel sapore
antico tanto caro a noi che
l’abbiamo assaporato in tempi passati. Resiste invece il
sentimento di aiuto reciproco
e collaborazione. Oggi il paese si svuota durante la giornata; tutti si spostano in città
per lavoro e studio. In paese
ci sono solo le scuole elementari; per le medi i ragazzi devono raggiungere Torno e, per
le superiori Como.
L’INVITO
DEL PARROCO
Il 18 aprile prossimo il nostro
Vescovo Diego verrà a visitare
le comunità cristiane di Pognana Lario e Careno per confermarci nella fede e per indicarci la strada da percorrere
per i prossimi anni. Il Concilio Vaticano II nel Decreto sull’Ufficio pastorale dei Vescovi
nella Chiesa (Christus Dominus), dice a riguardo della funzione del Vescovo diocesano:
“Il Vescovo conosca la sua gente
e sia da essa conosciuto. Raccolga intorno a sé l’intera famiglia
dei credenti e dia ad essa una
formazione tale che tutti vivano ed operino nella comunione
della carità. Si adoperi a conoscere a fondo le necessità della
diocesi nelle condizioni sociali
in cui essa vive. Si dimostri premuroso verso tutti…”
Qualche notazione più direttamente riferita alla Visita Pastorale può essere raccolta dal
Codice di Diritto Canonico che
ricorda come essa sia un grave
dovere del Vescovo, e dal
Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi: “La Visita
Pastorale è una delle forme con
le quali il Vescovo… mantiene i
contatti personali con il clero e
con gli altri membri del popolo
di Dio per conoscerli e dirigerli,
esortarli alla fede e alla vita cristiana, nonché per vedere coi
propri occhi nella loro concreta
efficienza, e quindi valutarli, le
strutture e gli strumenti destinati al servizio pastorale. La
carità pastorale è come l’anima
della Visita; il suo scopo non tende ad altro che al buon andamento della comunità. Con la
Visita Pastorale il Vescovo si
presenta in modo concreto come
principio e fondamento visibile
dell’unità nella Chiesa particolare affidatagli”. Un occasione
in cui “chiamare tutti i fedeli al
rinnovamento della propria coscienza e ad una più intensa
attività apostolica”.
Con quale spirito accogliamo il
nostro vescovo? Mi auguro che
tutti noi ci disponiamo in un
sereno atteggiamento di fede
per poter leggere con gli occhi del
cuore quanto avrà da dirci e da
consigliarci. Sono certo che la
comunità tutta saprà stringersi
intorno al nostro pastore e da
lui lasciarsi amare e confermare nella fede e nei cammini futuri che emergeranno da questa
visita.
don ALESSANDRO DI PASCALE
LA FEDE
A noi però interessa il lato
spirituale della nostra gente.
Come succede dappertutto,
anche qui c’è lo svuotamento
della chiesa, in particolare da
parte dei giovani. Solo nelle
feste principali le chiese si
riempiono. Noi pensiamo
sempre in positivo, speriamo
che il bene seminato oggi,
porti frutti quando questi saranno papà e mamme. La
gente, però, è molto generosa; basta chiedere un aiuto
per le opere delle chiese, per
l’asilo, per qualsiasi altra iniziativa, missionaria o raccolta alimentare per i poveri, che
risponde in modo encomiabile.
I gruppi di volontariato sono
molto attivi ed efficienti. Dal
1993 sosteniamo con “adozione a distanza” ben 26 famiglie
ad Asmara (Eritrea), e da cinque anni aiutiamo anche gli
studenti di padre Protasio a
Massaua con borse di studio.
Cinque anni fa un gruppo di
parrocchiani è andato, per
una settimana, a trovare i missionari e i bimbi adottati. Per
tutti è stata una esperienza
emozionante e molto bella.
CESARINA
PROGRAMMA
Domenica 18 Aprile
Ore 9.00 Incontro con
il Consiglio Pastorale Parrocchiale, il Consiglio per
gli Affari Economici e le
catechiste
Ore 10.15 Incontro in
Municipio con l’Amministrazione Comunale, le associazioni operanti in paese e i carabinieri
Ore 11.15 S. Messa a
Careno a cui segue pranzo comunitario allo Sporting e incontro con la comunità di Careno.
Ore 15.00 incontro con
i bambini e ragazzi in oratorio, salita alla chiesa di
S. Rocco e domande dei
bambini al Vescovo
Ore 17.30 incontro
cresimandi con il Vescovo
Ore 18.00 Celebrazione della S. Messa con amministrazione della Cresima
Ore 19.30 incontro con
il parroco
P A G I N A
12
CHIESA
CHIESAMONDO
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
LE TESTIMONIANZE DI PADRE EUGENIO CALIGARI ED ENRICA VALENTINI
SUDAN, LA LUNGA VIA VERSO LA PACE
Dopo il cammino
che ci ha guidato
in Quaresima alla
scoperta della nostra
missione diocesana
in Cameroun
riprendiamo,
attraverso le loro
lettere, il filo con i
nostri missionari
sparsi per il mondo.
Un modo per sentirci
parte di un’unica
Chiesa e cittadini di
un solo mondo. In
questa pagina trovate
un approfondimento
sulla realtà del
Sudan.
Nella prossima vi
proponiamo due
riflessioni dal Kenya
e dalla Giordania
C
ari Amici, mi dicono
che in Italia fa ancora
molto freddo. Qui
mentre vi scrivo siamo già a 40 gradi e verso le 3-4 saliranno a 45. Da noi
questo caldo è venuto con circa
un mese di anticipo ed è molto
noioso e non aiuta a, non solo a
lavorare, ma anche a vivere con
un po’ di agio. Sembra che il clima atmosferico si stia mettendo in sintonia con il clima politico del Sudan: tra un mese ci
saranno per la prima volta le
elezioni a cui per la pace che
godiamo da 5 anni possono partecipare tutti per votare. E il
clima si va arroventando. Anche Raja, regione dimenticata
da tutti e da qualsiasi sviluppo, questa settimana sarà invasa dai candidati che prometteranno mari e monti. Oggi, il
Presidente Omar Bashir, domani il Vice, Salva Kir e così via
per tutta la settimana. Dopo ritorneremo al normale.
ASPETTANDO
IL VOTO
In una lettera inviata
per Pasqua l’operatrice
di Caritas Como in Sud
Sudan, ci racconta l’attesa delle elezioni che si
sono tenute questa settimana, dal’11 al 16 aprile.
Grazie alla Pasqua abbiamo
un po’ di vacanza e quindi anche un po’ di tempo in più per
scrivervi.
Speriamo che siano elezioni
giuste, libere e soprattutto in
pace. E che il risultato aiuti a
consolidare il processo di pace.
Questi tre mesi dopo Natale
sono stati mesi intensi e caratterizzati da alcuni eventi.
La visita del nostro Vescovo
Mons. Rudolf Deng Majak. Con
lui siamo andati in tutti i centri fuori per poi concludere con
Cresima e un mare di gente qui
a Raja il 24 gennaio. Poi con lui
sono andato in visita ai centri
sulla strada di Wau e il 31 gennaio c’è stata l’apertura di Deim
Zubeir come parrocchia autonoma e staccata da Raja, affidata
al clero locale.
Ringraziamo il Signore perché questo è un passo importante per la chiesa e il clero locale.
Lentamente i Sacerdoti aumentano e si prendono cura pastorale dei Cristiani. Sarà anche
un bene per noi a Raja perchè
toglie un gran fetta di territorio a cui badare. Per noi il mese
di gennaio è stato piuttosto pesante anche perché tra le altre
cose da fare abbiamo dovuto
dare di persona l’ultimo insegnamento ai candidati al Battesimo, Cresima e Prima comunione dalle mani del Vescovo.
Poi, per riposare, il giorno 8
febbraio abbiamo cominciato
dieci giorni di Corso per i Catechisti rimasti in Parrocchia
dopo la divisione con Deim
Zubeir. Anche durante questa
quaresima continuo il lavoro
pastorale normale, la catechesi
e il sostegno ai poveri. Stiamo
recuperando anche coloro che
per un motivo o un altro non
hanno potuto ricever i Sacramenti quando è venuto il Vescovo e cerchiamo di prepararli
per la prossima Pentecoste. In
questo tempo ho anche comprato il cibo per i 13 asili della parrocchia e l’ho spedito quasi tutto. Dobbiamo completare il cibo
e la cancelleria e altre cose in
modo da spedirle prima delle
grandi piogge se no le strade
diventano impraticabili.
Stiamo anche preparando
200 banchi per le scuole primarie e devono essere pronti per il
primo di aprile quando cominciamo le scuole. Come vedete c’è
sempre tanto lavoro così non ho
tempo di pensare che sto
diventado vecchio. Del resto,
sempre, ma specialmente quando sono solo, dico al Signore, se
vuoi che lavoro qui per la tua
gente, guarda che non mi ammali seriamente. E difatti mi
lascia solo con gli acciacchi normali. Anche questa volta ho voluto condividere con voi un po’
della mia vita missionaria per
rendervi partecipi del bene che
il Signore continua a fare e per
farvi toccare con mano tutto
quello che voi mi aiutate a fare
con le vostre preghiere e con il
vostro generoso aiuto. Che il
Padrone della Messe vi benedica e ricambi.
PADRE EUGENIO CALIGARI
NEL MESE DI GENNAIO 2011 IL SUD SUDAN ANDRA’ AL REFERENDUM PER L’INDIPENDENZA
LE ELEZIONI IN UN PAESE IN BILICO
N
el momento in cui
andiamo in stampa
(martedì 13 aprile) la
commissione elettorale del Sudan ha appena annunciato il prolungamento delle elezioni per due
giorni: un modo per dare la possibilità a tutti i sudanesi di
esprimere il proprio voto, nonostante il caos organizzativo e le
difficoltà che stanno caratterizzando diversi seggi. Quelle
aperte nel più grande Paese
africano, domenica 11 aprile,
sono infatti le prime elezioni
multipartitiche degli ultimi
vent’anni, frutto del cammino
intrapreso nel 2005 con la firma dell’Accordo Globale di Pace
firmato dal governo di Karthum
– guidato dal presidente alBashir, salito al potere nel 1989
con un colpo di stato e accusato
di crimini contro l’umanità dal
Tribunale Penale Internazionale per la guerra in Darfur – e
dai leader del Movimento Popolare di Liberazione del Sudan,
il principale partito e gruppo armato del Sud. L’accordo aveva
posto fine ad una tra le più sanguinose guerre del continente
in cui le truppe del Nord (di tra-
dizione e cultura araba) si erano scontrate con i ribelli del Sud
(cristiano-animisti). Ma non si
è trattato di una guerra religiosa o etnica (erano diverse le
etnie che si fronteggiavano)
quanto di una lotta da parte
del sud per guadagnare autonomia ed avere le possibilità di
autogovernarsi e gestire le proprie risorse (tra cui grandi giacimenti di petrolio), di fronte ad
un governo che tendeva ad
egemonizzare il paese da un
punto di vista economico, poli-
tico e culturale.
Le elezioni, appena concluse,
sono una tappa importante di
questo percorso in cui i cittadini sudanesi sono chiamati non
solo ad eleggere il nuovo presidente del Sudan ma anche i
membri dei due parlamenti
(quello nazionale e quello della regione semi-autonoma del
Sud Sudan), delle assemblee
regionali e dei governatori. Le
lunghe file ai seggi hanno dimostrato l’importanza di questo momento così come il clima
di calma in cui si stanno tenendo alimenta la speranza di un
futuro di pace. Ci sono, però delle nuvole che si addensano sul
futuro del Paese: primo fra tutti i brogli denunciati da vari
partiti di opposizione, tanto che
i principali avversari del presidente al-Bashir si sono ritirati
dalla competizione a pochi giorni dal voto, spiando così al presidente la strada della
rielezione. Dall’altra parte le
difficoltà organizzative evidenziate dagli osservatori internazionali denotano le debolezze
strutturali di un Paese ancora
lontano dallo sviluppo. Senza dimenticare l’instabilità e le violenze che ancora si verificano in
varie parti del Sudan, specialmente nel Darfur, ma non solo.
Passate le elezioni, indipendentemente dagli esisti (attesi
per la fine di aprile), gli occhi di
tutti sono rivolti al gennaio
2011, quando è previsto il referendum con cui il Sud Sudan potrà dichiarare l’indipendenza.
Un appuntamento che secondo
molti osservatori potrebbe scatenare nuove violenze perché si
teme che il regime di al-Bashir
non sia disposto ad accettare
L’11, 12 e 13 aprile ci saranno
le elezioni qui in Sudan e in
tutto il paese, oltre alla campagna elettorale, ci sono attività per informare la gente su
cosa significa votare, come si
fa e perchè.
Ho partecipato a un corso per
tutto il personale della diocesi di Wau per fornire a tutti
informazioni da dare a quelli
che vengono nei nostri uffici
a chiedere chiarimenti. È stato decisamente illuminante,
voglio dire, io sapevo già tutto: come si mette la crocetta
senza uscire dal bordo, che
non si deve scrivere fuori dagli spazi, come si infila la
scheda elettorale nell’apposito contenitore, che il voto è
segreto...mentre qui tutto questo è assolutamente nuovo, ci
sono voluti 20 minuti per spiegare cos’è un seggio, altrettanti per far vedere un fac-simile
di una scheda elettorale e
come completarla, senza tralasciare che se tu sei morto, tuo
fratello non può votare per te.
La città intanto si è riempita
di osservatori venuti a
monitorare le elezioni...si vedono sempre più facce pallide
in giro. Ovviamente loro sono
imparziali e non possono
esprimere giudizi, ma da quello che hanno fatto trasparire,
a livello organizzativo, la situazione sembra più positiva
rispetto a quanto preventivato.
In questi giorni sono anche
iniziati gli esami di fine anno
della scuola primaria e secondaria, quindi dopo tanto tempo sono ricomparsi in giro i
ragazzi in divisa pronti per
andare a scuola. Finalmente
poi il 16 aprile comincerà il
nuovo anno scolastico, così io
non rischierò più la vita mentre vado a lavorare, visto che i
bambini per raccogliere i
manghi lanciano per aria
mattoni e pietre senza guardare chi c’è intorno. Mi ero scordata anche di dirvi che siamo
nel pieno della stagione dei
manghi...ce ne sono dovunque, sugli alberi e per terra e
tutti passano le giornate a raccoglierli... soprattutto considerato che per molti è l’unica
cosa che possono mangiare
(senza doverla comprare).
ENRICA VALENTINI
operatrice di Caritas Como a Wau
Sud Sudan
l’indipendenza o, quantomeno,
cercherà di rivendicare il controllo di alcune regioni contese.
Molto dipenderà dall’atteggiamento della Comunità Internazionale incapace, in questi
anni, di trovare soluzioni ai tanti nodi che ancora oscurano il
futuro del Paese.
MICHELE LUPPI
CHIESA
CHIESAMONDO
P A G I N A
13
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
LA RILFESSIONE DI PADRE STEFANO GIUDICI DA KOROGOCHO (SLUM DI NAIROBI)
SEGNI DI RESURREZIONE DAL KENYA
Da Nairobi - Kenya
D
avvero qui i giorni
scorrono velocissimi,
ognuno con il suo carico di umanità a volte ferita, altre volte
esultante. Un po’ come la quaresima che ci ricorda la nostra
fragilità ma ci invita ad alzare
gli occhi, a vedere oltre, a rivalutare la nostra dignità di persone perdonate. Ho trovato nei
giorni scorsi una frase molto
bella di una poetessa inglese,
Elizabeth Barrett Browning,
che riassume splendidamente
quello che vorrei dirvi: “la terra stipata di cielo, e ogni
comune roveto che brucia di
Dio. Ma solo chi sa vedere si
toglie i calzari. Gli altri siedono attorno e colgono
more”. Ecco, riesco a vedere il
bello, lo straordinario che Dio
sta facendo sotto i miei occhi?
È una sfida enorme, perché
quando mi guardo attorno e
vedo dolore, sconforto, spazzatura, fogne a cielo aperto, stracci, volti disfatti dall’alcool, occhi persi per il continuo sniffare
la colla... Eppure la resurrezione è proprio la sfida a vedere le
cose in modo totalmente diverso, in una prospettiva che sulla
terra nessun uomo, nessuna
donna, nessuna ricerca avrebbe mai saputo proporre. È la
Vita di Dio che sfonda nella
nostra vita e ci costringe a prendere posizione, non per lottare
ma per contemplare in modo
nuovo quello che c’è attorno a
me. Questa è la Pasqua!
E allora cerco di raccontarvi
qualcuno di questi piccoli segni
di Resurrezione che vediamo
qui a Korogocho; da questa prospettiva che è la vita quotidiana dei poveri fatta di lotte, pianti, ma anche di gioia grande e
grande condivisione.
A CASA DI TERESIA
Qualche tempo fa sono entrato in casa di Teresia. Quasi non
ci stavamo, tanto la baracca era
piccola e gli occhi ci hanno messo un po’ ad abituarsi all’oscurità, anche se fuori era pieno
giorno. Teresia, un’anziana donna, era a letto, molto debole per
l’età e con un dito gonfio per
un’infezione ormai di qualche
giorno. Attorno il niente, o quasi. Parliamo con lei e cerchiamo di convincerla a trasferirsi
nella casa per anziani che c’è a
Kariobangi, non lontano dalla
parrocchia; rifiuta perché, dice,
chi si prenderà cura dei miei
due nipoti? E chi pagherà per
la casa? I suoi due nipoti, lasciati dalla figlia defunta, sono due
ragazzi di strada che è difficilissimo incontrare perché tornano sempre a sera tarda, quasi sempre ubriachi o “fatti” di
colla; ovviamente non sarebbero in grado di prendersi cura
della nonna, né hanno intenzione di farlo... Eppure Teresia
si preoccupa per loro. Continuiamo a parlare con lei, e tra
noi per vedere cosa si può fare,
quando sulla porta appare una
giovane donna, una delle vicine di casa e scopriamo improvvisamente la rete di solidarietà e di cure quotidiane che va
avanti ormai da tempo: le vicine la vengono a trovare, le preparano da mangiare, addirittura si prenderanno l’onere di
pagare l’affitto per il tempo che
la nonna sarà ospitata nella
casa per anziani. Così, senza
clamori, senza annunci sui
giornali, senza libri, come se
davvero fosse la cosa più normale da farsi, come se fosse
strano il contrario, cioè il non
fare tutto questo per una vicina nel bisogno. Ecco il cambio
di prospettiva: posso vedere il
roveto ardente di Dio o continuare a cogliere more.
LA VIA CRUCIS
Ieri pomeriggio sono tornato
al
centro
Ushirikiano
(“Condivisione”), non lontano
dalla nostra casa, per l’incontro con ragazzi di strada. Sono
arrivato un po’ in ritardo e li
ho trovati già fuori, sulla strada, felici dell’incontro appena
concluso, ognuno con la sua bottiglietta di colla sotto il naso.
Vestiti stracciati, sporchi, occhi
persi, il sacco per raccogliere le
immondizie in spalla, eppure
già proiettati a martedì, quando ci sarà il prossimo incontro
con loro. Li ho ritrovati poi alla
sera, all’ultima stazione della
via Crucis, vicino ad una delle
loro “basi” di ritrovo: un po’ stu-
piti per quello che stava accadendo, qualcuno si accosta,
qualcuno addirittura appoggia
il sacco e si toglie il berretto in
segno di rispetto. Cosa vedo qui:
roveto ardente o more? Là dove
io vedo stracci sporchi e puzzolenti Dio vede un uomo con tutta la sua dignità, mai diminuita, men che meno persa. Non è
questa la Buona Notizia?
La Via Crucis di ieri sera, per
i vicoletti di Grogon, la parte
più “malfamata” di Korogocho,
è stata un’esperienza davvero
stupenda. Già l’inizio è stato
straordinario. Ci siamo ritrovati davanti al luogo dove si ritrova, tutti i lunedì, la piccola comunità cristiana dei lebbrosi,
l’Ujamaa (“Comunità”); stavamo per iniziare, sotto un sole
abbastanza forte, e improvvisamente si mette a piovere. C’era
sole, pioggia e arcobaleno, chiaro segno della benedizione e
benevolenza di Dio. Poi ci siamo incamminati, passando per
i vicoletti di questo quartiere.
A volte in fila indiana perché
non c’era spazio abbastanza,
cercando di evitare una fogna,
un rivoletto d’acqua. La gente
ci guardava, a volte incuriosita, ma sempre con profondo rispetto (in Africa si rispetta la
religione, si rispetta Dio, anche
se non è il tuo). La Croce che
passava dove la croce la si vive
ogni giorno. Roveto ardente o
more?
Martedì sera, mentre noi eravamo a Kariobangi dalle suore
comboniane, è successo un fatto di cui la gente ha parlato per
due giorni interi. La famiglia di
un ragazzo di strada, Kirio, che
conoscevamo bene, morto poco
più di un mese fa, ha portato la
bara (vuota) davanti alla nostra
porta, chiedendo a noi di pagare il conto dell’obitorio. Un segno fortissimo per la gente di
qui (non si scherza con i morti,
né con quello che ha che fare
con il mondo dei morti). Un gesto scandaloso per i cristiani
che vi hanno letto una sfida ingiusta ai padri comboniani.
Sarà quel che sarà, la nostra
casa è sempre punto di riferimento per tantissimi, per ri-
chieste che a volte sono pretese
che sfiorano la violenza. Eppure ognuna di queste persone che
bussa alla porta ha una richiesta, un’aspettativa che non
sempre potremo soddisfare, ma
che sempre cerchiamo di ascoltare. Ascoltare è già dare dignità, è elevare l’altro a
interlocutore, è fargli capire che
quello che ha da dire è importante. Cosa colgo qui, la presenza di Dio o fastidi quotidiani?
E potrei continuare a lungo a
raccontarvi questi piccoli germi
di resurrezione. Due bambini
che sfrecciano sulla nuova strada asfaltata, ognuno di loro con
un pattino solo al piede; hanno
trovato i due pattini nella discarica (si vede chiaramente
che provengono da lì) e invece
di far felice uno solo di loro, li
hanno condivisi: due pattini,
due piedi, due bambini felici.
Oppure due squadre, una di
ragazzi, l’altra di ragazze, un
solo campo da calcio, quello di
S. John: che si fa? Si litiga?
Nemmeno a parlarne! Una
squadra gioca e l’altra guarda?
Ma va’! E allora? E allora si gioca tutti insieme, due palloni,
due partite in contemporanea
sullo stesso campo da calcio,
tutti si divertono, nessuno è infastidito. Ancora: un handicappato spinge con le mani i pedali che muovono la sua
carrozzella,
trasformata
in...taxi; dietro siede una donna che si fa trasportare alla fermata dei matatu: lei felice, lui
felice, e nessuno recrimina contro un destino ingiusto.
Piccole situazioni che aprono
uno squarcio di Cielo sulla Terra e che mi fanno gioire di essere qui e poter esser testimone
di tutto questo. Imparo, continuo a imparare, ogni giorno, e
non è retorica. Questa gente è
straordinaria, a volte capocciona, a volte che non si riesce
proprio a capire (ma riuscirà
mai un muzungu, un bianco, a
capire la testa e il cuore di un
africano?), ma incredibilmente
simpatica e coraggiosa.
Yesu amefufuka, hoye! (“Gesù
è risorto, hoye!”, è il grido della
comunità di S. John durante la
celebrazione della veglia pasquale).
miglie arabe, sono trattate molto male. Anche noi suore siamo
rimaste in poche e non più giovani, ma teniamo duro perché la
nostra presenza qui fatta di carità e preghiera è molto importante per le comunità cristiane.
In settembre ci sarà il Sinodo per
le Chiese del Medio Oriente. C’è
un grande bisogno di unità tra le
varie confessioni cristiane, unitevi a noi nella preghiera perché
possa portare frutti copiosi di
unità e rinnovato fervore.
In questo momento dalle torri dei
minareti il Meuscem sta lanciando il grido di invito alla preghie-
ra e si può vedere anche qui in
ospedale che i più musulmani
stendono il loro tappeto e rivolti alla Mecca pregano. Ad ogni
occasione invocano il nome di
Dio, Allah misericordioso,
Allah pietoso. Qui le donne
sono tenute ancora sotto la potestà del marito o del padre. La
maggior parte porta il velo integrale. Anche le nostre infermiere hanno maniche lunghe
e velo parziale anche in servizio. Per quanto ci è possibile
cerchiamo di far loro capire
l’importanza di una graduale
emancipazione e istruzione che
gradualmente possano essere
liberate, nel modo giusto, dal
dominio maschile. La Regina
Rania sta facendo moltissimo
per l’educazione. La Giordania
è un paese generoso, accoglie
tutti ed è l’unico paese del Medio Oriente in pace, nonostante sia circondato da Paesi quasi sempre in guerra. La Caritas
internazionale con la quale noi
collaboriamo aiuta moltissimo
i profughi irakeni. A nostra volta cerchiamo per quanto ci è
possibile di aiutare i poveri che
bussano alla nostra porta.
PICCOLI SEGNI
GIORDANIA
Una presenza preziosa
Testimoniare la fede cristiana in un Paese
mussulmano. L’esperienza di Suor Clara
Roncoroni missionaria comboniana a Kerak.
Kerak è il secondo paese più
importante della Giordania,
dopo la capitala Amman, adagiata sui monti che circondano la famosa valle di Moab, di
qui passò Mosè che dall’Egitto
con tutto il popolo israelita,
arrivò al Monte Nebo dove
morì. Da Moab venne Ruth la
moabita delle cui discendenze
venne il Re Davide. In fondo
alla valle a nord si adagia il
Mar Morto che va a finire in
Israele. Nelle notti serene riusciamo a vedere le luci di
Gerusalemme. La storia di
questi posti è molto ricca e antica, poco lontano da noi, ci
sono i resti di Sodoma e
Gomorra ed altre città antiche.
Esiste pure una formazione di
terre e Sali che dicono sia la
moglie di Lot salificata. Poi ci
sono le rovine dei castelli dei crociati costruiti sui monti attorno
alle città per difesa e anche altre
cose interessanti come Le noadi
del deserto, Petra e Jeresa.
Ma cosa facciamo noi qui? È molto importante la nostra presenza in questi paesi musulmani: lavoriamo in ospedale che appartiene a una società caritativa italiana C.N.S.M.I, comprende il nostro ospedale qui al Kerak, l’ospedale italiano di Amman (da dove
siamo venute via per mancanza
di suore dopo averlo passato alle
suore irakene, Domenicane dell’Apparizione). C’è anche un ospedale ad Haifa (Israele) a
Damasco (Siria) e in Turchia.
Il nostro qui a Kerak non è tanto
grande ma comprende tutti i ser-
vizi essenziali: medicine, chirurgia, maternità, dialisi, raggi X,
laboratorio. I nostri pazienti sono
per la maggior parte musulmani,
i cristiani di ogni confessione
sono la minoranza però vivono
bene insieme senza rivalità. Il
nostro lavoro oltre alla parte sanitaria consiste nel donare accoglienza serena e professionale
senza distinzione né di razza né
di religione. Ci sono tanti stranieri dall’Egitto, dalle Filippine,
dallo Sri-Lanka, ai quali sono riservati i lavori manuali e pesanti, molte volte specialmente le ragazze, che sono a servizio di fa-
P A G I N A
14
I comandamenti
ci offrono
lo spunto
e la guida per
l’assunzione
di stili di vita
non “contro
natura”.
Si tratta
di saperli
leggere con
attenzione.
Ecco come
pagina a cura
del’Ufficio Diocesano
Pastorale Sociale
e del Lavoro - Salvaguardia
del Creato e Stili di vita
CHIESA
Salvaguardia
Creato
SalvaguardiaCreato
del
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
QUARESIMA E STILI DI VITA
AMERAI
IL SIGNORE
DIO TUO...
G
esù ha riassunto i doveri dell’uomo verso
Dio con l’affermazione: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il
tuo cuore , con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”.
(Mt 2,37).
Questa esortazione fa immediatamente eco al primo comandamento: “Io sono il Signore, tuo
Dio, che ti ho fatto uscire dal
paese d’Egitto, dalla condizione
di schiavitù: non avrai altri dèi
di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò
che è lassù nel cielo né di ciò che
è quaggiù sulla terra, né di ciò
che è nelle acque sotto la terra.
Non ti prostrerai davanti a loro
e non li servirai.”(Es 20, 2-5.)
Con il primo comandamento
da una parte Dio rivela la sua
gloria ad Israele e dall’altra rivela che la vocazione dell’uomo
è di manifestare la sua gloria
agendo in conformità con l’essere creato a sua immagine e
somiglianza. Ci chiede di rispondere al suo amore, amandolo al di sopra di tutto, ma
anche amando il creato e tutte
le creature per lui e a causa di
lui.
Con il decalogo Dio ci indica
come amarlo e che le vie per
avvicinarci a Lui hanno come
punto di partenza la creazione:
il mondo materiale e la perso-
na umana.
Per quanto concerne il mondo, partendo dal divenire, dall’ordine e dalla bellezza del
mondo si può giungere a conoscere Dio come origine e fine
dell’universo.
Sant’Agostino dice: “Interroga la bellezza della terra, del
mare, dell’aria rarefatta e dovunque espansa; interroga la
bellezza del cielo (…) interroga
tutte queste realtà. Tutte ti ri-
sponderanno: guardaci pure ed
osserva come siamo belle. (…)
Ora queste creature, così belle,
ma pur mutevoli, chi le ha fatte
se non uno che è bello in modo
immutabile?”.(Sermo 241)
Per quanto riguarda l’uomo,
con la sua apertura alla verità
e alla bellezza, con il suo senso
del bene morale, con la sua
aspirazione all’infinito e alla
felicità, si sente creatura e si
interroga sull’esistenza di Dio.
Dio si rivela all’uomo e gli
dona la grazia di accogliere questa rivelazione nella fede, ma
non solo, gli offre con il decalogo
le 10 parole di vita per aiutarlo
a rimanere sulla retta via: quella di mettere Dio al centro della propria vita.
Sappiamo che i primi 3 comandamenti indicano chiaramente che al primo posto c’è
Dio, ma proviamo ad analizzarli
nell’ottica di uno stile di vita
che ci libera dalla schiavitù
dell’egoismo.
Con il primo comandamento:
“Non avrai altro Dio all’infuori
di me” veniamo esortati a credere e sperare in lui e ad amarlo al di sopra di tutto. Il nostro
amore si esprime attraverso il
rispetto del creato e di tutto ciò
che ci ha donato e soprattutto
abbandonando quell’ansia di
accumulare ricchezza potere,
prestigio che contraddistingue
lo stile di vita fondato sull’egoismo e l’orgoglio.
Il secondo comandamento:
“Non nominare il nome di Dio
invano” prescrive di rispettare
il nome del Signore, inserendolo nelle nostre parole per lodarlo, benedirlo e glorificarlo.
Significa anche non invocare
Dio per richieste miracolistiche,
se semino zizzania, nascerà
zizzania e non buon grano, per
quanto invoco e prego Dio “Non
chiunque mi dice Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del
Padre mio” (Mt7,21). Dio, di regola, non opera nel mondo mediante miracoli, ma per mezzo
delle nostre mani mosse da un
cuore che cerca di essere simile
al suo. Pregando, chiedendo,
meditando, cresce la somiglianza con Lui.
Il terzo comandamento “Ricordati di santificare le feste” è
finalizzato a santificare il giorno del Signore con l’intento di
liberare l’uomo “affaccendato”
perché possa ritrovare se stesso, mettendo Dio al centro della sua vita e della sua storia,
ricordando che nell’essere stati
creati a sua immagine e somiglianza Dio ci ha voluto coronare della sua gloria.
ANTONELLA NICASTRO
IL SEMINARIO DI STUDIO SULLA CUSTODIA DEL CREATO DEL 20 MARZO SCORSO
“SI PRENDE CURA DI NOI”
Ho partecipato al Seminario di Studio sulla Custodia
del Creato del 20 marzo 2010,
a cura della CEI, Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali
e del Lavoro e del Servizio
Nazionale per il Progetto Culturale dal titolo "Si prende
cura di noi" e fra i vari interventi succedutisi è stato particolarmente interessante
quello di mons. Mario Toso,
Segretario Pontificio Consiglio della Giustizia e della
Pace, dal titolo "Se vuoi coltivare la pace, custodici il Creato" facente riferimento al
messaggio di Papa Benedetto
XVI del 1 gennaio 2010 che è
un rilancio di contenuti propri della Dottrina sociale in
specie della "Caritas in Veritate". E' stato evidenziato
quanto il campo educativo tra
famiglia, scuola di ogni ordine e grado, mass-media, comunità religiose, organizzazioni non governative sia una
colonna portante per puntualizzare "i criteri del discernimento e della progettualità"
in relazione alla crisi ecologica. Sono stati sottolineati la
responsabilità storica dei Paesi industrializzati ed anche
di quelli meno sviluppati
perchè il "dovere di adottare
gradualmente misure e politiche ambientali efficaci appartiene a tutti" e suggeriti alcuni orientamenti pratici
particolari quali lo sviluppo
delle energie rinnovabili, l'attenzione alla gestione dell'acqua, delle foreste e dello
smaltimento dei rifiuti, l’adozione di tecniche agricole rispettose dell'ambiente.
Per chi intende coltivare
l'ecologia e l'etica ad essa connessa, senza che diventino
degli assoluti terrestri, oggi
infatti non pochi sono coloro
che fanno della Custodia del
Creato una religione, giungendo a fondamentalismi ed a
fanatismi irrazionali, le riflessioni di Benedetto XVI sono
decisive: si comprende una
nuova etica ecologica e che le
virtù ad esse richieste possano essere fondate e vissute se
percepite ed inserite in un
contesto di fede.
Nel messaggio si avanzano,
con le indicazioni di motivazioni profonde per l'azione,
proposte di possibili politiche
da adottare che specialmente
con riferimento alle risorse
energetiche si possono così
elencare:
a) individuazione di strategie condivise e sostenibili per
soddisfare i bisogni di energia
della presente generazione e
di quelle future;
b) comportamenti improntati alla sobrietà, con conseguente diminuito fabbisogno
di energia e miglioramento
delle condizioni del suo utilizzo;
c) promozione della ricerca
e della applicazone di energie
di minor impatto ambientale;
d) ridistribuzione planetaria delle risorse energetiche
affinchè possano accedervi anche i Paesi che ne sono privi.
Gli orientamenti offerti meriterebbero più di qualche
commento chiarificatore, ba-
sti qui accennare al fatto che
l'incoraggiamento delle ricerche volte ad individuare le
modalità più efficaci per sfruttare le potenzialità dell'energia solare non esclude il
potenziamento dell'energia
nucleare ad uso civile.
La stessa Santa Sede risulta, infatti, tra i fondatori della IAEA (International Atomic Energy Agency), organizzazione indipendente delle
Nazioni Unite, nata il 29 Luglio 1957, con lo scopo di promuovere l'uso pacifico dell'energia nucleare e di inibirne quello militare.
Va ricordato che la stessa
Santa Sede, nello Stato della
Città del Vaticano, sta compiendo sforzi significativi nel
campo della tutela ambientale, promuovendo e realizzando progetti di diversificazione
energetica volti allo sviluppo
di energia rinnovabile, con
l'obiettivo di ridurre le imissioni di anidride carbonica ed
il consumo di combustibili fossili.
SALVINO ZIRAFA
STILI DI VITA
L’UFFICIO...
SOSTENIBILE1
Lo abbiamo detto più volte e
lo ribadiamo. Uno stile di vita
sostenibile passa da scelte quotidiane impegnate, attente, rispettose dell’ambiente e delle
persone che ci circondano.
Quotidianità è consumi, vita
familiare, governo della casa.
Ma è anche, per buona parte
della giornata, lavoro. Lavoro
d’ufficio.Ci siamo mai chiesti
quanta energia consumiamo
in ufficio? O se sia possibile assumere un comportamento
eco-sostenibile anche in contesti come questo? Si calcola che
l’industria pesi sugli usi finali dell’energia per circa il 28%,
mentre il settore civile per oltre il 32% (di cui circa il 21%
in ambito residenziale e l’11%
nel terziario). Un dato che conferma il carico apportato alla
voce consumi anche da milioni di italiani impiegati in
aziende e uffici medio-piccoli.
Che cosa possiamo fare noi,
lavoratori appartenenti a questa fetta del sistema produttivo? La chiave è sempre la stessa: piccoli, semplici, gesti di attenzione quotidiana.
Partiamo da uno strumento
assai diffuso nei nostri uffici:
l’evidenziatore. Forse non tutti sanno che proprio gli
evidenziatori contengono solventi organici inquinanti. Meglio sarebbe sostituirne l’uso
con matite colorate. Meglio
ancora se matite con fusti in
plastica riciclata, mais o cartone, riutilizzabili cambiando
mina quando si esaurisce.
Passiamo all’energia elettrica. A casa è più facile ricordarsi di spegnere tutti gli apparecchi quando si va a dormire. Vale lo stesso per l’ufficio al
termine della giornata di lavoro? Attenzione, dunque, a
spegnere il terminale, i video,
le stampanti o le calcolatrici,
eventuali stufette ed altri
dispositivi elettrici. Evitare, se
possibile, di lasciare in stand
by le macchine quando non
vengono utilizzate. Secondo
l’Energy saving trust, organismo che in Inghileterra si occupa di combattere le cause del
riscaldamento del Pianeta, il
90% circa di tutta l’energia
elettrica usata per alimentare
computer, fax, scanner, fotocopiatrici se ne va quando gli
apparecchi sono in stand-by.
Attenzione anche al salvaschermo del nostro pc, che di
certo non risparmia energia.
Meglio regolarlo sull’opzione
“sleep mode”, che usa circa il
70% di energia in meno.
Uso della carta: Per produrre una tonnellata di carta
cellulosa occorrono 15 alberi,
440 mila litri d’acqua e 7.600
KWh di energia elettrica. Una
ragione in più per non sprecarla. Se ogni giorno in ufficio si
decide di riutilizzare 10 fogli
stampati per scriverci, sul retro, appunti o bozze, si possono risparmiare 13 kg di Co2 in
un anno e 6 kg di carta. Quanti
di noi usano, inoltre, la funzione fronte/retro nelle stampanti e fotocopiatrici? E se non si
è obbligati per legge ad avere
la copia cartacea dei documenti si può archiviarli sul computer, senza stamparli. Ricordiamo, inoltre, che le mail hanno oggi lo stesso valore legale
di una lettera o di una raccomandata, a patto di utilizzare
la posta elettronica certificata.
Anche in questo caso, dunque,
la stampa si può evitare.
(continua)
MARCO GATTI
P A G I N A
15
CHIESA
CHIESALOCALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
L’INCONTRO
DI AGGIORNAMENTO DEL CLERO A COMO
LA LECTIO BIBLICA E LA RIFLESSIONE
SULLA PASTORALE DIOCESANA
pico dei cristiani (cfr. 1 Pt 4,1216). La persecuzione, pertanto,
rappresenta per la Chiesa una
“chiamata” e una “grazia”, un’occasione di purificazione come lo
è, per l’oro, il crogiuolo del fuoco (cfr. 1 pt 1,6-9). La miglior
risposta, per i cristiani, sarà
allora di “adorare Cristo nei
cuori”, sempre pronti a dare risposte limpide e ragionevoli ad
ogni contestazione, ma “con dolcezza e rispetto”, anzi non desistendo dal “continuare ad operare il bene” (cfr. 1 Pt 3,12-17).
Più che evidente, nelle parole
del Vescovo, un riferimento all’attualità dei nostri giorni.
Nella seconda parte mons.
Coletti ha affrontato temi di
carattere pastorale. Ha ribadito le scelte, coraggiose e impegnative, che come preti e Chiesa diocesana stiamo facendo e
siamo chiamati a consolidare:
le forme di pastorale integrata,
il rinnovamento dell’iniziazione
cristiana e della preparazione
al matrimonio, l’investimento
nella formazione dei laici, i riferimenti “alti” (l’Eucaristia e la
Parola) della prossima programmazione pastorale sul
tema dell’educare.
S
i è svolto in Seminario,
martedì 13 aprile, il terzo incontro di aggiornamento del clero per i
preti del Comasco e delle Valli Varesine. È toccato a
monsignor Vescovo esplorare le
esigenze attuali del ministero
sacerdotale, dopo che, nei due
precedenti incontri, il professor
Greshake e don Michele Gianola ne avevano proposto una
rivisitazione in chiave di futuro (le sfide della post-modernità) e di passato (l’eredità del
Santo Curato d’Ars).
L’incontro ha occupato l’intera mattinata, concludendosi
con il pranzo, e ha visto la partecipazione di un centinaio di
sacerdoti.
Mons. Coletti ha diviso il suo
intervento in due parti.
Nella prima, di carattere spirituale, il Vescovo ha proposto
un momento di lectio biblica a
partire dal testo della Prima
Lettera di Pietro. Si tratta di
una catechesi battesimale, proposta a una comunità cristia-
na di fresca conversione e inserita in un contesto sociale pagano nei costumi e fortemente
avverso alla novità cristiana.
Proprio per questo – ha sottolineato il Vescovo – le esortazioni
dell’apostolo Pietro si attagliano perfettamente al clima
culturale nel quale anche noi
siamo inseriti, come cristiani e
come preti. In particolare quell’”incendio di persecuzione”, del
quale occorre non essere affatto sorpresi, dal momento che i
pagani non possono che “trovare strano” il modo di vivere ti-
Tuttavia il Vescovo ha tenuto a precisare l’orizzonte di fondo, nel quale tali scelte si inseriscono e dal quale esse stesse
traggono vitalità e senso.
In particolare, da una parte,
la custodia delle relazioni
interpersonali, a cominciare da
quella decisiva e strutturante
con Gesù Cristo. Non sono – ha
sottolineato il Vescovo – le relazioni funzionali alle scelte
pastorali in corso d’opera, ma
precisamente il contrario: le
scelte pastorali sono funzionali
alla miglior qualità delle relazioni interpersonali.
In secondo luogo la decisività
della maturazione di una scelta di fede consapevole e convinta, rispetto a uno sfondo genericamente “religioso” nel quale
ancora ci muoviamo, benché
esso non sia da disprezzare ma
da valorizzare. Proprio tale
sfondo, favorito dal clima culturale odierno (sempre più
multireligioso e multietnico),
rischia però di stemperare la
“differenza” e la “novità” cristiana nella melassa di una religiosità diffusa che poco ha da spartire con l’autenticità evangelica.
mons. ANGELO RIVA
LE DATE DEGLI INCONTRI
DEL VESCOVO
CON I SACERDOTI
Gli incontri si svolgono tutti in Vescovado a Como
• 26 aprile: al mattino, classe di ordinazione 1984;
al pomeriggio, classe di ordinazione 1966;
• 30 aprile: al mattino, classe di ordinazione 1981, 1982,
1983;
• 12 maggio: al mattino, classe di ordinazione 1967 e 1968.
P A G I N A
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Como
CRONACA DI
E
P R O V I N C I A
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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
I RAPPORTO CASE DI RIPOSO DELLA CISL
RSA: numeri
e conferme
P
oche novità e una
conferma. L’ultimo rapporto predisposto dall’Osservatorio Case
di riposo della provincia
di Como della Cisl lariana
fornisce un quadro sostanzialmente simile ai
precedentiti, in termini
numerici e di tariffe.
Al 25 marzo scorso 56
risultavano, in tutta la
provincia, le RSA accreditate, 4431 i posti letto,
1703 gli anziani in attesa di una possibile collocazione. 59,89 euro il costo della retta media minima giornaliera, 70,52
euro quello della massima. Ampia la disparità
tra le case, si va infatti dai
13.859 euro annui di Villa Citterio (Lezzeno), ai
ben 73 mila della Foscolo
di Guanzate (anche se
quest’ultima, va precisato, presenta particolari
caratteristiche, trattandosi di una RSA solo per
persone in coma o stato
vegetativo).
11, invece, in Centri
diurni integrati, con 333
posti accreditati.
«I numeri di questo rapporto - ci spiega Alfredo
Puglia, segretario generale Fnp Cisl Como - si
presentano più o meno in
linea con il passato. Anche se va detto che, molto
spesso, i dati pubblicati
dall’Asl appaiono discordanti dalla situazione reale in quanto non tempestivamente aggiornati. In
Aumenti in linea
con l’Istat per
le 56 strutture
accreditate
della provincia.
Un sistema che,
secondo la Cisl,
va ripensato
di MARCO GATTI
[email protected]
generale per tutte la RSA
si registrano aumenti in
linea con l’indice Istat.
Pochi i picchi evidenti, in
termini di costi. Su tutte
la “Foscolo” di Guanzate,
anche se la rata è legata
alla particolare tipologia
della struttura».
Modeste novità, dunque. Ma veniamo alle conferme. «Questi numeri prosegue Alfredo Puglia convalidano una tesi che
da tempo, ormai, sosteniamo. Le RSA rappresentano, oggi, dei veri e
propri cronicari che poco
rispondono al reale bisogno di assistenza che il
territorio esprime. Sul
fronte della non autosufficienza occorre definire
politiche nuove, invertire
una tendenza cronicizzata, partendo dalla creazione dei cosiddetti
Cead, i famosi Centri per
l’assistenza domiciliare.
Occorre, in sostanza, creare le condizioni, attivando i servizi opportuni, perché le persone, laddove
sia possibile, possano essere assistite tra le mura
domestiche. Quella delle
RSA non può nè deve rappresentare l’unica via.
Oggi Regione Lombardia
spende qualcosa come
900 milioni di euro l’anno per sostenere le RSA.
Altrettanto spendono, più
o meno, le famiglie (il costo della retta è, infatti,
per metà coperto dalla
Regione e per metà dai
familiari dei degenti) per
servizi che, però, non completano il reale bisogno di
assistenza oggi espresso».
«È tempo di cambiare
mentalità - prosegue il
segretario generale Fnp
Cisl Como -. Un passo
importante lo abbiamo
compiuto qualche mese
fa, grazie all’accordo sottoscritto con la Regione.
Intesa che fissa i termini
di impegno delle risorse a
disposizione affinchè vengano investite sul territorio per la promozione di
iniziative mirate. Regione
Lombardia metterà nel
piatto 50 milioni di euro
a questo fine, a integrazione di quanto concesso
dallo Stato. Un primo risultato concreto di questa
intesa sono proprio i
Cead, alla realizzazione
dei quali si sta lavorando. Questi Centri saranno, però, scatole vuote se
non si sarà in grado di
attivare una serie di servizi a supporto e di favorirne una efficace integrazione con i servizi già erogati dai Comuni. Lo scopo è di tessere una rete di
assistenza, fatta di servizi organici, complementari e coerenti tra loro, non
certo creare inutili doppioni. In questo quadro la
domiciliarità deve rappresentare il punto nodale, mentre le RSA soltanto l’ultima ratio, il
punto di arrivo quando
ogni altra possibilità di
accoglienza sia decaduta.
Oggi avviene esattamente il contrario e le Case di
riposo sono spesso il pri-
UNA NEO ASSOCIAZIONE PRESENTE IN CITTÀ
VeLa Dislessia: diagnosi e cura
na sede comasca
per la diagnosi e
la riabilitazione
di problema che
interessa circa
il 5% della popolazione in
età scolare: la dislessia.
Nelle settimane scorse è
stata inaugurata a Como
la sede dell’associazione
“VeLa Dislessia, neo-associazione che si occupa di
diagnosi, riabilitazione e
supporto agli alunni con
difficoltà a leggere e scrivere. Primo esempio nazionale di sodalizio interistituzionale, grazie al
coinvolgimento di Comune di Como, Ufficio Scolastico provinciale, Ospedale Sant’Anna, Azienda sanitaria locale, La Nostra
Famiglia, più uno sponsor
locale. Sono un milione e
mezzo circa i dislessici
oggi presenti in Italia. “La
dislessia - spiega Giacomo Stella, psicologo e fondatore dell’Associazione
U
La collocazione
è presso la sede
della Ca’
d’Industria
a Como in via
Volta, (civico 83)
Italiana Dislessia - è il
più conosciuto dei disturbi di apprendimento scolastico. Questa parola,
che ormai è entrata nel
lessico quotidiano di tutti noi, viene spesso utilizzata con un significato
sbagliato. Dislessia significa disturbo di lettura,
non significa disturbo del
linguaggio né definisce
genericamente una difficoltà ad apprendere. I
bambini dislessici hanno
problemi con tutto quello
che riguarda la lingua
scritta. Non hanno problemi di intelligenza, né
problemi di socializzazione, almeno fino al momento in cui il confronto
scolastico con i coetanei
non li determina…” (Storie di dislessia. I bambini
di oggi e di ieri raccontano la loro battaglia quotidiana, Libriliberi, 2002).
VeLa Dislessia ha sede
in via Volta 83. I locali
sono stati concessi dal
Comune (che ha stanziato anche un contributo di
21mila euro) attraverso
la Cà d’Industria.
“La vita di un bambino dislessico non è facile
- spiegano Verena Bassani (che è presidente della sezione cittadina dell’
Aid) e Laura Gabaglio, le
due vere anime del progetto - . La scuola non è
pronta e di questo disturbo ancora si parla poco. In
Lombardia siamo riusciti ad avere una legge regionale, ma a livello nazionale non c’è ancora
nulla. Il punto importante è quello della diagnosi
e con questa associazione
saremo in grado di dare
risposte tempestive. Se
l’associazione Dislessia
offre un importantissimo
supporto per la diagnosi,
con VeLa, oltre alla diagnosi, siamo in grado di
attivare anche un percorso di riabilitazione. Per
un privato che debba accedere a questi servizi i
costi sono alti e i tempi di
attesa sono lunghi”.
L’attività di VeLa sarà
rivolta a tutti i residenti
nella provincia di Como.
L’Associazione VeLa
dislessia si trova presso la
sede della Ca’ d’Industria
a Como in via Volta, (civico 83). Per avere informazioni è necessario rivolgersi ai docenti Verena
Bassani e Laura Ga-baglio, telefonando ai numeri: 031-4896262, 339-44
96221, info via Volta 83,
Como tel. 031-4896262,
339-4496221, sito: www.
veladislessia.it, e-mail:
[email protected]
mo luogo a cui si pensa
quando si ha in casa un
anziano non autosufficiente».
«Il mutamento di mentalità che invochiamo conclude Puglia - dovrà riguardare le stesse RSA.
Non più strutture di mera
accoglienza e assistenza,
ma anche centri erogatori
di servizi aperti all’intero territorio. Le Case di riposo dovranno, cioè, essere in grado di riproporre
all’esterno quanto oggi
svolto all’interno delle
proprie mura, con servizi
di riabilitazione e assistenza anche a domicilio.
Ciò predisponendo dei
piani individuali di assistenza. Questa è la strada. Questa è la sfida del
domani. Un impegno difficile che ci dovrà vedere
tutti coinvolti per restituire dignità e futuro al
mondo della non autosufficienza».
CRONACA
P A G I N A
17
Como
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
LA SCORSA SETTIMANA
Nuovo lungolago
partita
la 2° fase
L
a scorsa settimana, mercoledì 7
aprile per la precisione, è iniziata la
seconda fase dei
lavori per la riqualificazione del lungolago e
la posa delle opere antiesondazione. Fino al prossimo mese di luglio gli addetti della ditta Sacaim di
Venezia saranno quindi
impegnati anche nel tratto di viale Geno compreso tra piazza Sant’Agostino ed il vicolo Bonola. Come nella prima
area di cantiere, che si avvia verso la conclusione,
il primo intervento sarà
quello legato all’impermeabilizzazione del sottosuolo attraverso la tecnica del jet grouting, ovvero l’iniezione di cemento stabilizzante ad altissima pressione che ha
come scopo il consolidamento del terreno stesso
per migliorarne le caratteristiche quali la resistenza e la impermeabilità. L’intervento, che
sarà eseguito in viale
Fino al prossimo
mese di luglio gli
addetti della ditta
Sacaim di Venezia
saranno impegnati
anche nel tratto
di viale Geno
compreso
tra piazza
Sant’Agostino ed
il vicolo Bonola
Geno, ricalca le modalità
già eseguite in viale
Cavallotti e in parte nei
giardini a lago. I sette alberi che si trovano in questo tratto di viale Geno
verranno, quindi, spostati per essere ripiantumati
altrove. Successivamente si procederà all’infissione di palancole sul lungolago, nel tratto compreso tra il bar che si affaccia sul porticciolo di Sant’
Agostino e la darsena, per
poi concludere l’intervento attraverso la finitura
del marciapiede e del
Foto William
tratto di viale Geno interessato dai lavori. Dal
punto di vista finanziario
i lavori del secondo lotto
di questo cantiere non
sono correlati all’approvazione del Bilancio comunale 2010, tema di cui il
Consiglio Comunale cittadino si occuperà proprio
nelle prossime settimane.
Questi interventi, infatti,
non sono stati modificati
dalla conferenza di servizi che ha determinato la
realizzazione del sistema
anti-esondazione attraverso palancole manuali,
e il cui finanziamento è
legato alla gara d’appalto a suo tempo indetta
dall’amministrazione cittadina. L’avvio del cantiere nel tratto di viale Geno
ha comportato, invece,
qualche piccolo disagio
alla viabilità in zona con
la creazione di un “mini
girone” a senso unico. Ma
questo nuovo lotto di lavori, oltre alle opere relative al lungolago, alla sua
conclusione porterà “in
dote” alla città anche due
nuovi pontili, che saranno realizzati entro giugno. Si tratta dei pontili
numero 4 e 5, che si trovano tra via Cairoli e
piazza Cavour, di fronte
al ristorante presente in
loco. Regione Lombardia,
attraverso il Consorzio
del Lario e Laghi minori
ha, infatti, finanziato la
realizzazione di tutti e i
cinque i nuovi pontili cittadini a servizio della Navigazione Lario, per un
importo complessivo di
1.680.000,00 euro, di cui
730mila euro per la realizzazione dei pontili 4 e
5. Questo progetto ha già
acquisito i necessari pareri. Particolare risulta il
progetto del pontile 4 che
sarà dotato di un sistema
di sollevamento dell’appoggio sul muro di sponda, per consentire la discesa dei passeggeri, anche in caso di massima
esondazione. Tra due settimane, infine, la recinzione in legno relativa alla
cosiddetta fase uno del
cantiere e corrispondente
al tratto di lungolago tra
piazza Cavour e i giardini a lago verrà sostituita
con una recinzione costituita da un basamento in
cemento dell’altezza di 40
centimetri (tipo new
jersey) su cui verrà poggiata una rete metallica
alta un metro e 60 centimetri. Nel mese di giugno,
in corrispondenza dei
nuovi pontili 4 e 5, verranno aperti dei corridoi
per consentire l’accesso ai
battelli della Navigazione.
L.CL.
UNA PROMESSA MANTENUTA E UN IMPEGNO
La Famiglia Comasca e il parco di Villa Olmo
na Fagus Sylvatica “Fastigliata”. Da qualche giorno questa pianta fa
bella mostra all’interno
del parco di villa Olmo. A
tenerla a battesimo la
Famiglia Comasca, che in
questo modo ha tenuto
fede ad una parola data a
suo tempo con i cittadini
comaschi, quando lanciò
U
la campagna per l’abbattimento del maestoso cedro posto davanti al Teatro Sociale.
«Partiamo da quando ci
è stato chiesto dal maestro Del Bon dell’As.Li.
Co. - ha dichiarato Piercesare Bordoli, presidente della Famiglia Comasca nell’ambito della
presentazione della “Fastigliata” - di aiutarlo nel-
la sua battaglia per togliere l’albero che stava
davanti al Teatro Sociale.
Da parte nostra abbiamo
espresso un parere che a
molti non è piaciuto ma
che, in realtà, non ha mutato il destino di tale pianta, in quanto deciso altrove… Fatta questa doverosa premessa, noi allora
abbiamo espresso alla città che in caso di abbatti-
mento dell’albero in questione avremmo donato
un’altra essenza da piantare a Villa Olmo».«Eccoci
dunque - ha aggiunto
Bordoli - alla conclusione
ed al mantenimento della parola data, dome è
nostra abitudine. E la
cosa potrebbe concludersi qui se non fosse che il
parco di Villa Olmo è abbastanza malridotto ed
IN EDICOLA UN NUOVO NUMERO DELLA RIVISTA BROLETTO
Pubblicazione
trimestrale € 3,00
Spedizione in
A.P. - 70% Filiale
di Como
É in edicola il nuovo numero della rivista trimestrale Broletto (n.
98, una copia 3 euro). Nel primo numero del 2010 si parla come sempre di vicende storiche “di casa nostra”: dalla pace di Santa Lucia
(1439) tra fazioni guelfe e ghibelline di Como, alle tristi circostanze
della Prima Guerra Mondiale raccontate della corrispondenza dal
fronte dei soldati di Montemezzo, al tipo di educazione che veniva
impartita ai giovani della “Como bene che fu” della seconda metà
dell’Ottocento. Tra i personaggi di ieri e di oggi si ricordano il grande scultore barocco vallintelvese Ercole Ferrata; il finanziere Ugo
Cacioli, vittima nel 1918 di una valanga che colpì la sua casermetta
nell’alta valle del Liro; il campione di pattinaggio Giulio Fasana; il
pedagogista Antonio Rossetto scomparso lo scorso anno; il dottor
Carlo Peverelli, volontario dell’Associazione Karibuni Onlus che si
occupa di progetti scolastici e sanitari in Kenia; Augusto Panini,
collezionista d’arte africana e appassionato di archeologia; Natale
Traversa innamorato delle montagne e autore di un libro su questo argomento.
Per il circondario, spazio al piccolo borgo alto lariano di Brenzio,
alla riserva Naturale Regionale Lago del Piano, a San Lucio patrono dei formaggiai originario della Val Cavargna, al calcio di
Blevio, alla Villa Pliniana nelle stampe antiche.
Lo sport, i libri, l’arte e le mostre (con un ritratto del grande Rubens e l’esposizione “L’età
dell’eleganza”, dedicata alla storia delle seterie Costa e che vede la collaborazione tra la Fondazione
Ratti - Museo Studio del Tessuto e l’Archivio di Stato di Como) sono ormai un appuntamento “classico”. Dulcis in fundo, l’angolo del buongustaio.
2010/1
Numero 98
MOSTRA:
MODA ANNI
CINQUANTA
IL LAGO DI PIANO
ANTEPRIMA: RUBE
NS A VILLA OLMO
CAPPELLETTI-GI
LARDONI: 10 TITOL
I MONDIALI
SAN LUCIO
IL BORGO DI BREN
ZIO
BLEVIO: MUNICIPIO
E CALCIO
PERSONAGGI:
IANA
VILLA PLIN
DI TORNO
E
NELLE STAMP
ANTICHE
Un’altra battaglia per
la città nella testa e nel
cuore della Famiglia Comasca.
ALBESE CON CASSANO
E LA GIORNATA DEL VERDE PULITO
L’Amministrazione Comunale di Albese con
Cassano invita alla giornata del verde pulito in
programma domenica 18 aprile con il seguente
programma:
ore 8.00 Attività di pulizia per associazioni e volontari. Ritrovo presso il Comune;
ore 9.00 Escursione naturalistica in valle con visita all’Agriturismo Cascina Mirandola per ragazzi, genitori e accompagnatori. Ritrovo piazzale
antistante le Scuole M.o Luigi Frigerio;
ore 11.45 associazioni, escursionisti, volontari,
tutti insieme per un simpatico spuntino
all’Agriturismo Cascina Mirandola.
NATALE TRAVERSA
, AUGUSTO PANI
NI
RICORDO DI: ERCO
LE FERRATA,
ANTONIO ROSS
ETTO, GIULIO FASA
NA
BORGO VICO ANNI
‘30
ISTRUZIONE DELL
A “COMO BENE
CHE FU”
SOLDATI COMASCH
I NELLA GRANDE
GUERRA
ASSOCIAZIONE
KARIBUNI
ERRORI “FILATELIC
I”
altresì disposti a raccogliere i fondi provenienti
da cittadini, associazioni,
enti, etc. ovviamente con
una gestione trasparente
e con una contabilità
controllabile in ogni momento…».
ha bisogno dell’affetto di
noi comaschi per ritornare ad essere un polmone
verde per la città. Ciò vale
anche per le serre in completo abbandono. Noi siamo disposti a mettere a
disposizione tutta la nostra organizzazione per
studiare una ricostruzione filologica del parco e
delle serre con i relativi
preventivi di costo. Siamo
A.S.D.
ALTA BR
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condividono le loro esperienze in modo
anonimo e gratuito e possono offrirti le
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CRONACA
P A G I N A
18
Como
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
IL RICHIAMO DEL TERZO SETTORE AI CANDIDATI/1
«Dare voce
alla società
comasca»
I
l responso delle urne,
alle ultime elezioni
regionali, è noto per il
Comasco. Il trionfo
del centro destra, con
quasi il 67% di consensi
di Pdl e Lega, lasciando
la coalizione a sostegno di
Penati al 28%. Quattro i
comaschi entrati in Regione. Giorgio Pozzi e
Gianluca Rinaldin (Pdl),
Dario Bianchi (Lega) e
Luca Gaffuri (Pd).
Risultano noti, in particolar modo ai lettori del
Settimanale (si veda pag.
15, nr. 12), gli appelli rivolti ai futuri candidati
dal Forum regionale delle associazioni familiari,
dalla Cisl di Como e da
Confcooperative Lombardia, con la richiesta di attenzioni e impegni specifici.
Il primo a voler rispondere a questo sollecito,
direttamente dalle colonne del nostro giornale, è
stato Luca Gaffuri, il
candidato più votato in
Como città, con circa
12.800 preferenze.
«È tempo per gli eletti
e per le forze politiche
presenti al Pirellone - ci
ha spiegato Gaffuri - di
dare corpo agli impegni
assunti in campagna elettorale. Forum lombardo
delle famiglie, CISL comasca e Confcooperative
Lombardia si sono espressi in vista delle elezioni:
Luca Gaffuri (Pd),
il candidato più
votato in Como
città riparte
dalle richieste del
Forum regionale
delle associazioni
familiari, Cisl e
Confcooperative
per delineare
il suo impegno
al Pirellone
a cura di MARCO GATTI
l’ascolto delle voci della
società comasca è un impegno che intendo continuare nel prossimo mandato».
In che modo?
«Il nuovo Statuto regionale e il nuovo regolamento consiliare introducono in maniera forte il
principio della partecipazione dei cittadini, anche
in forma associata, nell’indirizzo dell’attività regionale e nel processo di
formazione delle leggi: è
importante che le organizzazioni di rappresentanza sociale pretendano
adesso dalla Regione l’
attuazione di tali principi. La Regione, infatti, ha
bisogno di confrontarsi
con voci competenti ed
esigenti: Forum familiare,
CISL e Confcooperative,
nel riconoscere l’inizio di
percorsi regionali positi-
vi, indicano che resta molto da fare per rispondere
alle attese. È arduo, però,
non rilevare che l’attesa
dura da un quindicennio,
cioè da quando la maggioranza che ancora governerà la Lombardia ha ricevuto il compito di amministrare. L’incalzare
delle forze sociali attive e
intelligenti, consapevoli
delle proprie prerogative,
sarà uno stimolo per il
governo della Lombardia
a essere meno autoreferenziale e consentirà
anche alla minoranza di
offrire il suo contributo in
termini di proposte e di
controllo dell’efficacia dell’attività della Regione».
Parliamo di contenuti, obiettivi, idee...
«Il riconoscimento del
ruolo fondamentale della
famiglia nella società richiede interventi struttu-
rali. In campo fiscale il
programma del PD lombardo prevede di riorganizzare l’Irpef regionale
in funzione del carico familiare e di sostenere la
cura dei figli, sgravando
anche i redditi delle giovani coppie che lavorano.
Negli anni Regione Lombardia ha introdotto il sistema dei buoni/voucher:
esaurire con queste misure le politiche familiari,
sociali e della formazione
è insufficiente. Occorrono
più risorse: perciò abbiamo proposto uno specifico fondo per la non
autosufficienza e la vita
indipendente delle persone con disabilità. Occorrono nuovi indirizzi d’azione: il modello ospedalizzato della sanità lombarda va ripensato in funzione di forme d’assistenza
a domicilio, più vicine alle
famiglie e al territorio. La
libertà di scelta per le persone e le famiglie, nel
campo della formazione e
dei servizi, va resa effettiva anche istituendo
strumenti d’orientamento
tra le diverse opportunità e di valutazione indipendente dei risultati, per
impedire il proliferare di
iniziative improvvisate o
non rispondenti alle richieste reali del territorio
e favorendo il ruolo di operatori radicati nella società locale. Occorre trasparenza: un migliore sostegno all’associazionismo e
alla cooperazione verrà se
la Regione applicherà l’indirizzo, votato su mia proposta, per procedure snelle, chiare e trasparenti
nella concessione di
finanziamenti regionali.
Chiarezza significa anche
che Regione Lombardia,
al di là degli annunci di
provvedimenti anticrisi,
deve far giungere effettivamente i finanziamenti
già decisi e non attendere, come oggi avviene,
mesi. Ascoltare la voce
dell’economia reale ha
per me voluto dire richiedere che la Regione s’impegnasse a sostenere, con
risorse sostanziose, i contratti di rete tra imprese,
per agevolare la collaborazione e la competitività
anche dei piccoli imprenditori: il voto contrario
della maggioranza è stato un errore. Farlo notare, da parte del mondo
produttivo, è un modo per
iniziare la nuova legislatura sotto migliori auspici».
Nelle prossime settimane la parola agli altri consiglieri regionali comaschi.
diventano infine una preziosa occasione per far
conoscere l’Hospice San
Martino, struttura che
nel 2009 ha accolto 122
persone, e soprattutto poter stimolare nuove persone a diventare volontari. La figura del volontario in hospice è infatti una
risorsa importante che
lavora in équipe con le figure professionali per riuscire a migliorare, pur in
una situazione difficile e
problematica come quella terminale, la qualità di
vita del malato e della sua
famiglia. I servizi in
hospice, a cui si accede
gratuitamente su invio
del medico, sono organizzati in modo da garantire
il benessere psicologico e
relazionale del malato e
dei suoi cari, il comfort
ambientale, la sicurezza
nell’utilizzo degli spazi, la
partecipazione attiva dei
familiari.
Gli appuntamenti in
programma sono: giove-
dì 15 aprile, ore 20.45,
Cinema Gloria, proiezione del film di animazione “Up!” regia Pete
Docter e Bob Peterson,
2009.
Si proseguirà con due
incontri in Biblioteca a
Como il primo previsto
per sabato 24 aprile ore 16.45 con la proiezione del film documentario
“Il silenzio prima della
musica” (di Eric Metzgar,
2009); chiuderà la rassegna infine la serata di
giovedì 29 aprile alle
ore 20.45 dal titolo “I
giorni rinascono dai giorni…” un incontro sul
tema della elaborazione
del lutto a cui parteciperanno come relatori il
dott. Enrico Cazzaniga,
psicologo-psicoterapeuta
che ha attivato diversi
gruppi AMA, Auto Mutuo
Aiuto per le persone in
lutto e il filosofo Fabio
Gabrielli, la giornalista
Maria Castelli farà da
moderatore.
PROSEGUE IL CICLO DI INCONTRI
“Il tempo che resta”.
Il senso del prendersi cura
D
opo l’avvio di
giovedì 8 aprile
della rassegna
cinematografica
“Il tempo che resta” continua il ciclo di
proiezioni promossi dall’associazione Accanto
onlus - Amici dell’Hospice S. Martino di Como,
con il contributo della
Fondazione Provinciale
Cav. ROBERTO TREBINO s.n.c.
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L’iniziativa,
giunta alla sua
quarta edizione,
ha anche lo scopo
di far conoscere
l’attività
dell’Hospice
S. Martino
della Comunità Comasca
e i patrocini della Provincia di Como - Assessorato
Servizi Sociali, Sanità,
Pari opportunità, del Comune di Como - Settore
Servizi Sociali e dell’ASL
di Como.
L’obiettivo della rassegna, giunta alla sua quarta edizione, è di sensibilizzare e promuovere
sul territorio una nuova
cultura del “prendersi
cura”.
Perché il cinema?
Perchè le immagini possano arrivare laddove le
parole non riescono, offrendo uno spunto di riflessione più intimista su
temi considerati tabù
come la malattia e la mor-
te. Il criterio di scelta dei
film è infatti la loro attinenza con i temi portati
avanti dall’Associazione e
affrontati quotidianamente in Hospice: la malattia, il prendersi cura,
l’accompagnamento alla
fine vita e, ancora, l’elaborazione del lutto. Il cinema dunque per raccontate storie di chi si trova
a confrontarsi con la malattia, l’attesa della morte e con il bisogno di fare
i conti con tutto ciò che
rimane in sospeso: gli affetti, i rancori, gli incontri mancati, il desiderio di
trasmettere alle persone
che restano la propria
storia…Con questa iniziativa “Accanto” vuole
stimolare una riflessione
su temi normalmente rimossi e considerati “difficili” come la sofferenza
psico-affettiva e sociale
dell’ammalato inguaribile, la fine vita e la perdita. Gli incontri della rassegna “Il tempo che resta”
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Como
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE MARZO 2010
PROPOSTE PER TUTTE LE ETÀ
Si prepara
l’estate
guanelliana
I
prossimi luglio, agosto, settembre saranno “mesi speciali” per
la Pastorale giovanile e vocazionale guanelliana. Secondo
una tradizione ormai collaudata da diversi decenni, anche quest’anno il
Centro Guanelliano di
Pastorale Giovanile di
Como offre alcune interessanti proposte per utilizzare questo periodo di
riposo in modo costruttivo, riservando un maggiore spazio alla riflessione, alla fraternità, alla
preghiera e al servizio,
alla luce del messaggio
dei Beati Luigi Guanella
e Chiara Bosatta.
Don Domenico Scibetta
con l’Equipe del Centro
Guanelliano di Pastorale
Giovanile spiegano: «Siamo consapevoli che molti
ragazzi e giovani, soprattutto oggi, sono alla ricerca di esperienze “forti” che
diano significato alla loro
vita. Noi siamo convinti
che l’avvicinarsi a Dio
grazie ad un’esperienza di
condivisione, di preghiera
o di servizio sia un’esperienza veramente preziosa, in quanto aiuta a ridimensionare le preoccupazioni che sempre più se-
Luglio, agosto
e settembre,
come da
tradizione,
saranno mesi
“speciali”
per la Pastorale
giovanile
e vocazionale
guanelliana
di SILVIA FASANA
gnano la vita di tutti i
giorni, riportando al centro l’unica fonte di senso
che rende più bella e vera
la nostra vita. Ecco allora la nostra proposta per
stare in compagnia, creare nuove amicizie, riflettere, donare un sorriso e
una mano a chi magari
vive il disagio o la solitudine, per camminare tra
l’incanto di una meravigliosa natura montana,
per gioire, per pregare e
partecipare alla Messa,
per stare in silenzio, per
riposare».
Molte e varie sono le
iniziative proposte. Cominciamo dai preadolescenti (11-13 anni), a cui
è rivolto il “Campo preadolescenti” in due tur-
PROGETTO “CI ASSOCIAMO CI”.
PROSSIMI INCONTRI:
16 APRILE E 23 APRILE
Dopo l’avvio del 19 marzo, sul tema “La famiglia
e il bene comune”, svolto dal prof. Ermes Rigon, il
progetto “Ci associamo ci”, promosso dal Forum
delle associazioni familiari, riprende con gli incontri curati da singole associazioni. Nel mese di aprile
ne sono in programma due.
Venerdì 16 aprile, alle ore 20.45, presso l’Istituto “Orsoline” di viale Varese 30, incomincia
l’Aiart(associazione telespettatori) con una relazione del prof. Giovanni Baggio, del Comitato nazionale “Media e minori”, dal titolo “La famiglia e
i media, le famiglie e i media”. Seguirà la testimonianza dei responsabili dell’Aiart di Como.
Venerdì 23 aprile, alle 20.45, presso la “Scuola
Media Parini”, toccherà all’associazione “Mamme
separate”, la cui testimonianza sarà preceduta dalla relazione della dottoressa Miriam Bordoli, psicologa psicoterapeuta, sul tema “Le famiglie
monoparentali: responsabilità e ruoli nell’ambito
educativo”.
Gli incontri, che sono aperti a tutti, sono rivolti in particolare a genitori, gruppi familiari, operatori e persone interessate alle tematiche della
famiglia e dell’associazionismo.
MEIC: SABATO 17 APRILE
ULTIMO INCONTRO
SULLA “LUMEN GENTIUM”
Sabato 17 aprile, alle ore 17.30, si svolgerà
presso il Centro “Card. Ferrari” l’ultimo incontro
di riflessione sulla costituzione dogmatica del Vaticano II, “Lumen gentium”, promosso dal MEIC.
Sotto la guida di don Ivan Salvadori sarà preso in
esame il capitolo VIII sulla “Beata Maria Vergine…”. La proposta è rivolta a tutti coloro che sono
interessati.
La casa natale
del beato
Luigi Guanella
a Fraciscio
ni, dall’1 all’11 luglio (con
don Domenico e suor
Ginetta) e dal 14 al 25
luglio (con don Roberto e
suor Pia), che si terrà proprio presso la Casa natale del Beato don Luigi
Guanella, a Fraciscio di
Campodolcino (parte della quale è stata riservata
all’accoglienza dei gruppi). In questo modo è come
se i ragazzi siano proprio
ospiti del Beato e possano condividere i punti di
riferimento della sua infanzia, l’atmosfera in cui
è cresciuto, i valori di quel
mondo “montanaro” a cui
è rimasto sempre molto
legato. I ragazzi, guidati
da religiosi guanelliani e
dagli animatori, avranno
la possibilità di vivere
un’esperienza di crescita
nella fede e di condivisione con i loro coetanei, in
un ambiente che favorisce
la riflessione e la disten-
sione dei ritmi sempre più
pressanti delle loro giornate.
Per gli adolescenti (dai
14-17 anni) invece le proposte riguardano la
“Caritatend” (con Padre
Charles e suor Pia) dal 5
all’11 luglio, un’esperienza di volontariato e
fraternità in tenda al servizio degli anziani ospiti
della RSA della “Casa Divina Provvidenza” di
Como in vacanza a Sormano (nel Triangolo Lariano) e il “Campo servizio per adolescenti” (con
suor Cristina) dal 9 al 17
luglio, con i disabili ospiti della casa delle suore
guanelliane in via della
Nocetta a Roma.
Per i giovani dai 18
anni in avanti viene invece proposta la “Baita” in
due turni: dal 2 all’8 agosto e dal 9 al 15 agosto e
la “Baita Vocazionale”
dal 26 luglio al 1 agosto.
Si tratta di momenti di
lavoro, riflessione, preghiera e fraternità presso la Baita dello Scoiattolo, una semplice struttura rustica a 1800 metri di
quota sopra Motta di
Campodolcino, inserita in
uno splendido contesto
naturale tra prati e boschi di abeti, lontano dall’abitato. Si tratta di un
luogo molto suggestivo,
pur nella sua austerità ed
essenzialità. L’isolamento
rispetto al “mondo”, la
semplicità delle strutture,
la mancanza di comodità
(elettricità e telefono), invitano a rinunciare per
un attimo alla vita consueta e fermarsi un momento per prendere fiato,
per ritrovare se stessi e
Dio. Assoluta novità di
quest’anno sarà il “Cammino Guanelliano itinerante” in Val Chiavenna
dal 22 al 29 agosto, alla
scoperta dei luoghi di don
Luigi Guanella lungo un
percorso, non solo fisico,
di formazione e crescita.
Nei mesi estivi c’è inoltre l’opportunità per
gruppi o singoli giovani di
svolgere periodi di volontariato presso le
Case guanelliane del
Nord Italia, con disabili,
anziani e minori, seguiti
e accompagnati dai religiosi. In questo caso date
e modalità sono da concordare con il Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile di Como.
Per ulteriori informazioni sulle singole iniziative e per iscrizioni: Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile, via Don
Guanella 13, Como, tel.
031-296783; e-mail: como.
[email protected];
sito internet: www. giovani guanelliani.it.
SABATO 24 APRILE AULA MAGNA POLITECNICO COMO
Cure palliative: un convegno
D
.I.P.O - Dipartimento Interaziendale Provinciale Onco-logico di Como e
l’Ordine dei Medici Chirurghi della provincia di
Como si sono resi promotori, per sabato 24 aprile,
dalle 9 alle 13, di un convegno dal titolo: “Le cure
palliative: un bisogno, un
diritto”, presso l’ Aula
Magna Politecnico di Milano, via Castenuovo 7, a
Como. Le cure palliative,
secondo la definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità, costituiscono una serie di interventi terapeutici ed assistenziali finalizzati alla
“cura attiva, totale, di
malati la cui malattia di
base non risponde più a
trattamenti specifici.
Fondamentalmente è il
controllo del dolore e degli altri sintomi, e in generale dei problemi psicologici, sociali e spirituali.
L’obiettivo delle cure
palliative è il raggiungimento della migliore qualità di vita possibile per i
malati e le loro famiglie.”
Le cure palliative affermano la centralità della
persona malata e il suo
diritto ad essere aiutata
a controllare il dolore e la
sofferenza attraverso le
terapie più avanzate, ma
anche ponendo attenzione a tutti bisogni, psichici,
fisici, sociali e spirituali,
in modo da creare la migliore qualità di vita per
lui e per la sua famiglia.
Il convegno fa parte del
progetto più ampio dal titolo “Costruire la rete delle cure palliative nella
provincia di Como” messo a punto dal DIPO - Dipartimento Interaziendale provinciale oncologico di Como in collaborazione con l’Ordine dei
Medici di Como.
Il progetto punta sulla
formazione avanzata di
Medici di Medicina Generale/Pediatri di famiglia
che accetteranno di diventare “nodi della rete”,
futuri punti di riferimento territoriale per colleghi
e pazienti al fine di collocare la richiesta di cure
palliative nel giusto contesto per ogni malato.
“L’Ordine dei Medici di
Como, - dichiara il presidente Gianluigi Spata ha partecipato a questo
progetto fin dall’inizio e si
fa garante delle finalità di
questa iniziativa, del contenuto altamente qualificato degli argomenti che
verranno trattati dai docenti e dello sviluppo successivo di questa rete di
relazioni che nel tempo
diverrà rete di servizi
dove diversi professionisti
si incontreranno sullo
stesso piano in una logica di collaborazione e di
integrazione nella presa
in carico del malato ; integrazione che risulta essere una necessità sempre più impellente nella
professione medica”.
LA CONVENZIONE EUROPEA DEL PAESAGGIO
A 10 ANNI DALLA SUA ENTRATA IN VIGORE
L’Universitè d’Etè e la Società Ortofloricola Comense propongono per sabato 17 aprile, a partire dalle
ore 16.30 presso Villa del Grumello di Como (via per Cernobbio 11), l’incontro “La Convenzione Europea del Paesaggio a 10 anni dalla sua entrata in vigore”, a cura degli architetti Cristiana Storelli e
Darko Pandakovic. Ingresso libero
Per informazioni: Società Ortofloricola Comense, tel. 031.531705, tel. 031.572177; e-mail:
[email protected]; sito internet: www.ortofloricola.it.
CRONACA
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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
TRE RAGAZZI LARIANI PRENDERANNO PARTE AL MONGOL RALLY 2010
Como chiama
Mongolia
i sa, l’avventura
è una delle compagne più affascinanti che accarezzano i sogni
di ciascuno di noi. E quando ad essa si abbina anche la possibilità di fare
qualcosa di buono per gli
altri ecco che il cerchio si
chiude.
Di avventura, ma non
solo, si parla in riferimento ad un’iniziativa alla
quale un gruppo di ragazzi comaschi prenderà parte nei prossimi mesi. A
spiegarcelo è uno dei suoi
protagonisti, Gabriele
Cuda. «Faccio parte del
Co-Mo Team un gruppo
di ragazzi comaschi che
prenderà parte ufficialmente, come primo team
comasco, al prossimo
Mongol Rally 2010. Abbiamo deciso di viveere
questa esperienza perché
unisce avventura e beneficienza in un unico evento».
Di che cosa si tratta? «È
un’avventura amatoriale
a scopo benefico con Partenza da Como e arrivo in
Mongolia a bordo di una
piccola utilitaria. La nostra avventura aiuterà il
CESVI a sostenere le comunità più svantaggiate
dei paesi in via di sviluppo, o in paesi in grave difficoltà a causa di guerre,
calamità naturali e disastri ambientali, aiutando
non solo coloro che soffrono, ma contribuendo anche al benessere globale».
Como- Mongolia: più di
16 mila chilometri da percorrere, 2 mari e 2 deserti da attraversare e «una
sola regola da rispettare
- prosegue Gabriele con
entusiasmo - raggiungere
Ulan Bator, la capitale
della Mongolia, con
un’automobile dalla cilindrata massima di 1200
cc.»
Il mezzo scelto per questo viaggio? Una Fiat Palio. Data di partenza: 24
luglio da Milano.
Ma veniamo agli scopi
di questo viaggio. Dietro
S
l’adrenalina legata alla
percezione di accostarsi
ad un’esperienza indimenticabile anche l’opportunità di fare qualcosa di buono. Il Mongol
Rally si prefigura, infatti, come una manifestazione internazionale retta da uno scopo benefico.
“Ogni team partecipante leggiamo nella pagina informativa del sito www.
co-mo.it - deve raccogliere
almeno 1000 sterline da
devolvere in beneficenza
ad organizzazioni che
operano sul territorio
Mongolo a favore dei
gruppi di popolazione più
disagiati e tra questi in
particolare i bambini.
Cesvi è l’organizzazione
italiana beneficiaria del
Mongol Rally. Cesvi è
un’organizzazione laica e
indipendente, fondata nel
1985 a Bergamo che crede fortemente che sostenere le comunità più svantaggiate dei paesi in via di
sviluppo, o in paesi in grave difficoltà a causa di
guerre, calamità naturali
e disastri ambientali, non
aiuti solo coloro che soffrono, ma contribuisca anche
al benessere globale. Inoltre l’auto arrivati a destinazione verrà donata alle
autorità locali e messa al
servizio della popolazione”.
Poche e semplici le regole per prendere parte a
questo viaggio: una macchina, come detto, di media cilindrata, e un percorso a scelta del team
partecipante, con partenze possibili da Londra,
Madrid o Milano, passaggio obbligato da Praga,
per poi arrivare ad Ulan
Bator capitale della Mongolia.
Il primo passo, ovviamente, una volta recuperato il mezzo, consiste nel
trovare la necessaria copertura finanziaria per
prendervi parte, sia per i
costi “vivi” del viaggio
(benzina, viveri, etc.) sia
per contribuire alle attività del Cesvi. Proprio
Non solo
un’avventura,
ma anche
l’opportunità
di sostenere
progetti
di sviluppo
in Asia centrale
CHE COS’È IL MONGOL RALLY
Il Mongol Rally è nato a seguito dell’idea di
due ragazzi inglesi di raggiungere la Mongolia a
bordo di una vecchia Fiat 126 portandosi dietro
pochi vestiti ma una più cospicua scorta di sigarette: non raggiunsero la meta finale ma rimasero così soddisfatti dall’esperienza che decisero
di riprovarci l’anno successivo.
Così nel 2004 partirono con altri 5 team, diventati 43 nel 2005 e 167 nel 2006. L’ultima edizione, quella del 2009, ha contato ben 500 equipaggi con partenze da Londra, Milano e Madrid.
La partenza è fissata per il 24 luglio da Milano, ma il vero punto d’arrivederci all’Europa sarà
Praga, l’ultimo degli start-point presso i quali i
team dovranno registrarsi prima di iniziare l’avventura che porterà molti a raggiungere Ulan
Bator.
allo scopo di raccogliere
contributi da qualche
giorno il Co-Mo team ha
avviato una campagna informativa dal suo sito e
attraverso facebook. Proprio su facebook così si
presentano questi ragazzi: “Sapevi di avere tre
amici fuori di testa che
quest’estate partiranno da
Como e arriveranno fino
in Mongolia su una Fiat
Palio?!?! Dagli una mano
a portare a termine questa pazza impresa! fai
una donazione, aiutali a
fare il pieno di benzina!”
Sempre dalla pagina di
facebook il link per possibili donazioni da parte di
chi desidera contribuire,
oltre a qualche immagine
del mezzo e della “pattuglia” che prenderà parte
a questo viaggio. Si tratta di Gabriele Cuda 25
anni residente a Como,
Alberto Martegani 25
anni residente a Torno,
Loris Macrì 25 anni residente a Senna comasco.
“Il nostro obiettivo più
Nelle foto in alto
il mezzo che sarà
utilizzato.
Qui accanto,
da sinistra: Gabriele
Cuda, al centro
Alberto Martegani
e a destra Loris Macrì
importante - spiegano i
ragazzi - oltre, ovviamente, raggiungere la Mongolia, è raccogliere almeno
1000 sterline per due enti
benefici che si occupano
dell’infanzia in difficoltà,
tuttavia tenete presente
che la partecipazione in sè
ha un costo non trascurabile quindi ogni aiuto
sarà il benvenuto… Cerchiamo donazioni, anche
di modico valore per gli
Enti benefici da noi prescelti ma anche sponsor
“tecnici” che possano rendere più agevole la nostra
avventura.
Meccanici e preparatori, fornitori di ricambi per
auto, produttori o distributori di abbigliamento e
attrezzature tecniche sportive sono i nostri sosteni-
tori più naturali ma se
avete qualche altra cosa
che possa esserci utile,
contattateci. Dateci uno
striscione, un cartello, un
adesivo o una bandiera e
noi vi porteremo una foto
ricordo dall’Asia centrale.
Basta anche un solo euro
di benzina! Potete darcelo a mano o metterlo nel
nostro salvadanaio virtuale…”
“Il nostro team - leggiamo ancora dal sito - ha
deciso di seguire il “percorso sud” che prevede il passaggio da Svizzera, Austria, Repubblica Ceca,
Ungheria, Romania, Turchia, Iran, Turkmenistan,
Uzbekistanm, Kazakhistan, Tirjikistan, Russia e
Mongolia. Dalle 3 alle 6
settimane attraverso strade, sentieri e mulattiere di
mezzo mondo: una rotta
che ci porterà dal Mediterraneo alla Siberia, dal torrido deserto del Karakum
(Turkmenistan) alle steppe del Kazakhistan alle
foreste della Siberia”. «Ci
CROCERA SUI NAVIGLI CON L’ASSOCIAZIONE “SCACCIAPENSIERI”
L’associazione Culturale Scacciapensieri promuove per domenica 9 maggio una crociera lungo i Navigli di Leonardo. Un viaggio nella natura con un’imbarcazione, partendo da Boffalora sopra Ticino, lungo il più bel tratto di tutto il Naviglio Grande fino a
Robecco, con le sue ville di delizia. Il sistema dei Navigli ha un’origine antichissima e
tutt’ora è uno degli aspetti più caratteristici e affascinanti di Milano. I Navigli sono
stati luoghi d’incontro, canali di scambio, linfa per il commercio, fonte d’ispirazione
artistica. Sulle rive dei Navigli vivevano lavoratori e artigiani; oggi i laboratori artigianali e gli antichi lavatoi, coperti di tetti di legno ricordano una Milano scomparsa. Rimangono i circoli, le trattorie, gli studi dei pittori che si avvicendano di generazione in
generazione, le opere di ingegneria idraulica come i ponti levatoi, le chiuse e le dighe, a
testimoniare e a continuare l’esperienza di secoli. I Navigli Grande e Pavese sono diventati il cuore del divertimento notturno milanese ed è stata avviata un’attività di navigazione turistica per la riscoperta di un patrimonio come quello delle “ville di delizia”
lungo le rive, luoghi di svago e fasti del passato, circondate da eleganti giardini.
Per maggiori informazioni e iscrizioni: Associazione Culturale Scacciapensieri, cell.
345-3302077; e-mail: [email protected]; sito internet: http://scacciapensieriisa.blogspot.com.
aspettiamo di conoscere
“vivere” luoghi e persone»,
aggiunge Gabriele Cuda.
Ma siamo proprio certi
che una Fiat Palio possa
condurre ad una meta
così lontana? «Assolutamente no - conclude Cuda
- ma il bello sta proprio in
questo; molti inconvenienti significano aiuto
reciproco tra i team e
coinvolgimento della popolazione locale, non è
certo la Parigi-Dakar in
cui arriva un elicottero a
recuperarti!»
E quindi in Mongolia,
sulle ali di una Fiat. Appuntamento al 24 luglio
dunque. Buon viaggio ragazzi. A risentirci al vostro ritorno. Per chi fosse
interessato a seguire in
diretta l’avventura del
Co-Mo Team si fa presente che il sito co-mo.it verrà aggiornato costantemente e, anche durante il
viaggio, reportage verranno inviati tramite collegamento satellitare e internet-point.
CRONACA
P A G I N A
21
Como
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE MARZO 2010
LOTTA AI PARADISI FISCALI
Denaro sporco:
la guerra
al riciclaggio
I
l transito di capitali
opportunamente occultati è, da decenni
ormai, un fatto appurato che riguarda i
territori di confine tra gli
Stati. Dall’istituzione del
Regno d’Italia, ma anche
prima, le autorità di Como hanno sempre dovuto
occuparsi di questo reato.
A tutt’oggi, se è pur vero
che il mondo è ormai “un
villaggio globale” e che coloro che vogliono occultare all’estero i propri guadagni, spesso illeciti, hanno sempre trovato nazioni disposte a mantenere
il segreto su quali somme
venissero accatastate nei
loro forzieri, senza volerne sapere di certo la provenienza, in quest’ultimo
anno le cose sembrano
essere diventate un poco
più complicate. L’Unione
Europea, ha infatti, dichiarato una specie di
guerra ai “paradisi fiscali” e lo “scudo fiscale” varato lo scorso anno dal
Governo italiano ha visto
numerosi capitali usciti
illecitamente fare ritorno
nel nostro paese. Senza
addentrarci sulle motivazioni politiche alla base di
decisioni come lo “scudo
fiscale”, che tra l’altro
hanno causato non poche
discussioni e proteste soprattutto in Svizzera, qui
vale la pena segnalare
Nel 2009,
i casi
di questo genere
nella vicina
Confederazione
elvetica hanno
toccato un nuovo
record: 896,
in crescita
del 5,3% rispetto
al 2008.
In Canton Ticino
ne sono stati
riscontrati 97,
l’11% del totale
di LUIGI CLERICI
che, nel 2009, i casi di
riciclaggio di denaro nella vicina Confederazione
hanno toccato un nuovo
record: 896, in crescita del
5,3% rispetto al 2008. In
Canton Ticino ne sono
stati riscontrati 97, l’11%
del totale. Si tratta di alcuni dei dati più salienti
contenuti nella relazione
annuale realizzata dall’Ufficio federale di Polizia (Fedpol). Cifre e numeri che sembrano confermare un trend in crescita per questo fenomeno ormai da tre anni. Il
2009 è stato l’anno in cui
si è registrato il valore più
alto dal 1998: 2,23 miliardi di franchi. Il tema del
riciclaggio di denaro risulta, come abbiamo già
Foto William
sottolineato, particolarmente significativo per
Como e provincia soprattutto considerata la vasta
operazione relativa allo
scudo fiscale promossa lo
scorso anno dal Governo
italiano. Ed i dati diramati dall’Ufficio Federale di
Polizia non hanno mancato certo di essere attentamente analizzati dal Comando provinciale della
Guardia di Finanza. Analizzando ulteriormente la
nota, infatti, si scopre che
il 94% delle 896 comunicazioni provengono da intermediari finanziari
domiciliati nei Cantoni di
Zurigo, Ginevra, Berna,
San Gallo, Ticino e Basilea Città. Si tratta di
cantoni con un settore di
servizi finanziari particolarmente sviluppato oppure con settori di “com-
pliance” istituiti all’interno di società o centralizzati a livello regionale. Da
diversi anni il reato più
frequentemente correlato
alle comunicazioni di sospetto è la truffa (2009:
37%). Buona parte dei
2,23 miliardi di franchi è
dovuta ad alcune singole
comunicazioni. In due
segnalazioni sussiste il
sospetto che si tratti di
truffa su investimenti e di
manipolazione dei corsi in
cui sarebbero implicati
725 milioni di franchi. In
altre due segnalazioni
sarebbero coinvolti beni
patrimoniali per oltre 100
milioni di franchi. Una
riguarda un presunto
caso di appropriazione
indebita all’estero, l’altra
un sospetto di truffa. Sette invece le comunicazioni di sospetto finanzia-
mento al terrorismo, due
riconducibili a liste ufficiali di organizzazioni del
terrore. Fedpol ha manifestato la propria “sorpresa per l’entità quasi insignificante dei beni patrimoniali globalmente interessati, 9.500 franchi. Ciò
conferma quanto ormai
noto da tempo: il finanziamento del terrorismo è
caratterizzato dal trasferimento di piccole somme
di denaro”. Infine da segnalare che neppure la
Svizzera, ed il Canton
Ticino in particolare, sono
immuni dal mercato delle banconote false. Secondo questo rapporto l’anno
scorso sono stati denunciati 150 casi, in diminuzione certo rispetto agli
anni precedenti ma pur
sempre un quadro preoccupante. Il calo, secondo
la Sezione reati economici e finanziari, sarebbe
riconducibile una diminuzione dello spaccio presso
le case da gioco. Aumentano però rispetto allo
scorso anno, le banconote
sequestrate: 1.222 contro
le 936 del 2008, in particolare dollari statunitensi. Le indagini contro lo
smercio di banconote false ha portato giusto un
anno fa all’arresto di due
persone e alla denuncia di
altrettanti, tutti residenti in Ticino che si erano
stampati 100 banconote
da 1.000 Franchi svizzeri. Il caso più eclatante,
comunque, riguardò una
cittadina italiana e si verificò nel mese di novembre. La donna finì in carcere perché in possesso di
76 banconote false da 100
dollari.
PROTOCOLLO D’INTESA
Asl e Gdf: occhi aperti sulla spesa sanitaria
sl e Guardia di
Finanza insieme per prevenire e combattere gli sprechi
in materia di spesa sanitaria: il capitolo principale del bilancio regionale.
E’ questo l’obiettivo del
protocollo d’intesa siglato,
venerdì 9 aprile, alla ex
“Casa del Fascio” di
Como, tra il comandante
provinciale delle Fiamme
Gialle, Rodolfo Mecarelli,
e il direttore dell’Azienda
Sanitara Locale, Roberto
Antinozzi. Secondo quanto stabilito dall’accordo
l’Asl metterà a disposizione della Guardia di Finanza la propria banca
dati e la documentazione
amministrativa sull’attività dei presidi ospedalieri, del personale medico e paramedico, dei medici di base, delle farmacie e le proprie analisi sociali e epidemiologiche.
“Partendo da questo materiale - ha spiegato il colonnello Mecarelli - i nostri uomini potranno fare
A
L’accordo è stato
sottoscritto la
scorsa settimana
presso la sede
della Guardia di
Finanza di Como
di MICHELE LUPPI
un lavoro di indagine che,
in caso di situazioni sospette, potrebbe dar luogo anche a verifiche di
tipo fiscale con possibili
perquisizioni e controlli
dei libri contabili a carico
ad esempio di specialisti,
medici e farmacie. Operazioni di tipo amministrativo che non necessariamente si tramuteranno
nella segnalazione alla
Procura della Repubblica”. A Como, come nel
resto della Lombardia,
non è nuova la collaborazione tra Fiamme Gialle
e Aziende Sanitarie. Un
primo protocollo era stato siglato a livello regionale nel 2003 e aveva visto la concentrazione del-
le ricerche soprattutto
per quanto riguarda le
autocertificazioni per
l’esenzione del ticket. “Verifiche che anche in provincia di Como - spiega il
comandante Mecarelli hanno evidenziato alcuni
illeciti. Episodi che comunque rientrano in un
quadro generale che vede
in Como, una realtà virtuosa”. Il nuovo protocollo, della durata di 3 anni,
si inserisce proprio in
questo filone andando ad
allargare gli ambiti di indagine: dalla corrispondenza tra esecuzione e
prescrizione degli esami
di laboratorio, al controllo del personale pubblico
che presta servizio in
strutture polispecialistiche accreditate. Dal controllo dell’attività dei liberi professionisti a quello
delle farmacie con un’attenzione particolare alla
vendita di medicinali co-
stosi e alle forniture mediche per gli ospedali. “I
controlli riguarderanno
anche le strutture sanitarie locali - ha spiegato
Roberto Antinozzi - dove
già manteniamo un
monitoraggio di tipo amministrativo. Dal nostro
osservatorio, confrontando le spese dei distretti
con le statistiche epidemiologiche, ci è capitato di
evidenziare in alcune
zone spese anomale o l’ec-
cesso di prescrizioni da
parte dei medici di base”.
Nel caso venissero evidenziate delle ipotesi di
reato la documentazione
passerebbe alla Procura
della Repubblica che avrà
il compito di constatare
eventuali illeciti. In quel
caso, le Fiamme Gialle
passerebbero la documentazione all’Asl per favorire il recupero delle risorse indebitamente percepite.
Il protocollo, hanno più
volte ribadito i vertici delle due strutture, non vuole però semplicemente
avere un valore repressivo, ma anche e soprattutto preventivo. “Nel momento in cui viene evidenziato un illecito - ha
concluso Mecarelli - possiamo punirlo, ma ormai
il danno è fatto. Questo
protocollo vuole, invece,
favorire un meccanismo
virtuoso che, stimolando
la corretta collaborazione
tra istituzioni, spinga a
correggere eventuali comportamento negativi”.
CRONACA
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Como
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
UN CONVEGNO PROMOSSO DALLE ACLI SABATO 24 APRILE
Per un fisco
a misura
di famiglia
n fisco a
misura di
famiglia.
Idee e proposte per
realizzare una equità
orizzontale”. Con questo
titolo le Acli regionali, e
comasche, mantengono
alta l’attenzione sul tema
della fiscalità. La proposta, questa volta, è di un
convegno in programma
sabato 24 aprile, a partire dalle ore 9.30, presso
il Salesianum Don Bosco,
in via Conciliazione 98, a
Como.
A spiegarci il senso di
questa iniziativa è Franco Fragolino, già presidente delle Acli Comasche e oggi responsabile regionale delle politiche sociali e familiari dello stesso movimento. «Da qualche tempo - ci spiega
Franco Fragolino - ci siamo posti il problema di incominciare a riflettere e
approfondire la questione
di un fisco a favore della
famiglia. Anche perché
nei prossimi mesi questo
sarà, di fatto, un problema dell’agenda politica.
Del resto sia dal punto di
vista dell’applicazione del
federalismo fiscale sia
della riforma fiscale, che
tutti si augurano vada
avanti, questa voce rappresenta uno degli snodi
cruciali. Attualmente le
proposte sul campo ci
sono già, non è che si debba inventare qualcosa di
nuovo. Quello che serve è
ripensare lo stesso concetto di equità sociale. Infatti
per un fisco che sia effettivamente “giusto”, biso-
U
“
Idee e proposte
per realizzare
una “equità
orizzontale”.
Appuntamento
presso
il Salesianum
Don Bosco
di MARCO GATTI
gna rivedere i meccanismi di tassazione delle famiglie (calcolo delle deduzioni, delle aliquote, delle
sogliedi incapienza e così
via). Si tratta di cambiare, seppur gradualmente,
il principale interlocutore
a cui si rivolge lo Stato:
dal singolo contribuente
alla famiglia contribuente. Tale cambiamento di
prospettiva viene ad introdurre un principio di
revisione del sistema tributario che porta allo scoperto un diverso modo di
intendere l’equità fiscale».
In che senso?
« L’equità fiscale rispetto al soggetto-famiglia
non consiste solo nella
redistribuzione dei carichi fiscali sui produttori
di reddito secondo un criterio individualistico di
eguaglianza di partenza,
ma nella considerazione
che la famiglia è una comunità sia nel produrre
ricchezza che nell’utilizzare risorse. Essa non è la
pura somma degli interessi e dei bisogni dei suoi
componenti, ma un soggetto cooperativo che
ripartisce oneri e costi,
I SAPORI DEL MONDO. CENA
MULTICULTURALE PROMOSSA
DA ACLICOLF, FAMIGLIE IN CAMMINO
E GAS S.AGATA
L’Associazione ACLI Colf in collaborazione con
l’Associazione Famiglie in Cammino e GAS
Sant’Agata organizza una cena multiculturale
dal titolo: “I sapori del mondo”, un’occasione per
conoscere, attraverso la cucina, sapori, colori e
usanze di altri paesi, per incontrarsi, per stare
insieme. L’appuntamento è per venerdì 16 aprile.
Il menù prevede: involtini primavera (antipasto delle Filippine), jolly rice (dal Ghana), arros
di pollo (dal Perù), bibimka e hoppia (dolci delle
Filippine).
I piatti sono realizzati dalle volontarie dell’associazione Aclicolf
Contributo per i soci: euro 18,00 tutto compreso (euro 9,00 per i bambini fino a 12 anni).
La serata è prevista presso l’ENAIP di Como,
in via Dante, 127, dalle ore 19.30.
Per informazioni e prenotazioni: Acli, via
Brambilla 35 tel. 031-3312727, a Como.
IL PROGRAMMA
Ecco il programma della giornata:
ore 9.30 accoglienza partecipanti.
ore 9.45 Introduce: Franco Fragolino, Responsabile Regionale ACLI Politiche Sociali e
Famigliari;
ore 10.00 Interventi:
- Luigi Campiglio, prorettore Università Cattolica del Sacro Cuore Milano;
- Roberto Bolzonaro, vice presidente “Forum
Nazionale Associazioni Famigliari”;
- Un rappresentante della Direzione Generale
Assessorato Famigliae Solidarietà Sociale della
Regione Lombardia.
- Paola Vacchina, vice Presidente Nazionale
ACLI, presidenteCAF.
ore 11.45 Dibattito
ore 12.30 Conclusioni: Gianbattista Armelloni,
presidente Regionale ACLI Lombardia
ore 13.00 Aperitivo
generando in un’ottica
d’insieme beni relazionali
unici e non monetizzabili.
In altri termini, considerare il soggetto famiglia
negli ingranaggi fiscali,significa dar vita ad
una politica per la famiglia, in cui venga effettivamente riconosciuto il
difficile compito di cura,
educazione e riproduzione che la stessa assolve».
C’è chi sostiene che
l’introduzione del quoziente familiare possa
rappresentare un passo importante nella costruzione di un fisco
realmente a misura di
famiglia…
«Il quoziente familiare
rappresenta, a mio avviso, oggi, uno strumento di
difficile applicazione. Vedrei, invece, più adatto un
modello simile a quello
applicato in Germania.
Un sistema, cioè, sicuramente rapportato alla situazione familiare, ma
che si basi, anche, su un
impianto di detrazioni fiscali, aumentandole per i
componenti familiari, e in
particolare per i figli minori. Quello che davvero
serve è un fisco stretta-
IL MOVIMENTO APOSTOLICO
CIECHI INCONTRA
DON RENZO MIGLIORINI
Il Movimento Apostolico Ciechi di Como
rende noto che domenica 25 aprile avrà la
gioia d’incontrare don Renzo Migliorini, assistente nazionale del MAC. Egli s’intratterà
con i soci di Como e della Lombardia per
meditare insieme gli obiettivi e i problemi e
per fissare le linee guida del Movimento, già
dibattute nel congresso di ottobre, e
rielaborate nelle giornate della condivisione
a Parma. Sono invitati anche i simpatizzanti. L’incontro avverrà, come di consueto, presso l’Istituto don Guanella, alle h.9.30.
Dopo la celebrazione eucaristica, seguirà
il pranzo presso la medesima sede, per il quale occorre prenotarsi entro il mercoledì precedente.
mente a misura di famiglia, proprio perché la crisi che stiamo vivendo, vista al di là delle persone
che perdono il lavoro, di
fatto colpisce in maniera
diretta e profonda le famiglie che hanno figli minori, adolescenti, etc. Ecco
perché abbiamo deciso di
proporre un momento di
riflessione su questi argomenti. Abbiamo invitato
Luigi Campiglio, prorettore Università Cattolica
di Milano, perché è uno
degli economisti che, in
questi anni, su questa
materia, ha più di altri
concentrato attenzione e
lavoro. Ci sarà anche Roberto Bolzonaro, vicepresidente del “Forum Nazionale Associazioni Familiari”, persona che ha seguito, all’interno del
Forum Nazionale, la partita fiscale. E poi ci sarà,
tra gli altri, Paola Vacchina, vicepresidente nazionale Acli, che sarà
chiamata a fornire il quadro delle proposte Acli sul
tema in questione».
La fiscalità è un tema
molto dibattuto oggi.
Vi sono davvero le condizioni perché si arrivi a compiere dei passi che vadano nell’interesse della popolazione?
«La percezione che ho è
che si sia giunti ad un
punto di svolta. Oggi una
riforma fiscale è ritenuta,
da tutti, indispensabile. Il
problema è capire quali
sono gli obiettivi che ci si
vuol porre con questa riforma. Obiettivi che mantengano il senso di una
progressività verticale,
ma permettano anche
una corretta equità orizzontale. Credo, in ogni
caso, che le condizioni per
far bene ci siano. Poi, certo, tutto dovrà giocarsi
sulla base delle risorse
che si avranno a disposizione e su come si intenderà applicare il federalismo fiscale. La grande
incognita del momento è
capire quanto potere verrà riconosciuto alle Regioni e agli Enti locali in materia fiscale. Tra le altre
questioni delicate, che
non affronteremo però
durante il convegno, le tariffe dei servizi, ma anche
l’Isee, strumento in se
stesso valido per la sua
conformazione, ma ormai
superato. L’Isee non tiene,
infatti, conto, in misura
significativa, della presenza, dentro il nucleo familiare, di figli minori
piuttosto che di soggetti
deboli o di soggetti aventi bisogno di assistenza.
Un ulteriore strumento
sul quale sarà necessario
riflettere insieme per renderlo meglio rispondente
alle necessità del momento».
RACCOLTA DI OGGETTI USATI
DEI GRUPPI DI VOLONTARIATO
VINCENZIANO
In vista della vendita benefica che si terrà al
Broletto dal 5 al 9 maggio i gruppi di Volontariato
Vincenziano di Como hanno attivato, dal 13 al 29
aprile (nei giorni di martedì dalle ore 15 alle 17.30
e giovedì delle ore 10 alle 12), uno spazio di raccolta in via Dante 70, di oggetti usati.
Per chi fosse disponibile sarà possibile offrire:
- libri usati (no enciclopedie)
- biancheria e pizzi “della nonna”
- borse- cappelli - cinture
- abiti vintage (in ottimo stato)
- dischi in vinile
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Como
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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
IL BILANCIO DI DUE INTERESSANTI INIZIATIVE RIVOLTE AL MONDO DELLA SCUOLA
Cecità: un
mondo da
conoscere
Lo scopo dei due progetti:
sensibilizzare rispetto ai problemi
della minorazione visiva,
sull’affinamento dei sensi residui
e sulla conoscenza in concreto
della scrittura in rilievo
L
a cecità, una questione non di pochi.
Un mondo da conoscere, da scandagliare, da scoprire.
Ben lo sa l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di
Como che, su iniziativa
del proprio Consiglio
Direttivo e in stretta collaborazione con lo Sportello Scuola e Volontariato con sede presso
l’Istituto professionale
Commercio, Turismo e
Sociale G. Pessina e con
l’Ufficio Scolastico Provinciale, ha promosso nel
2009 e nei mesi di febbraio e marzo 2010 due importanti iniziative rivolte
alla sensibilizzazione sui
problemi della cecità, sull’affinamento dei sensi residui e sulla conoscenza
in concreto della scrittura in rilievo. Percorsi che
hanno coinvolto, nel primo caso gli alunni delle
quinte elementari e delle
classi di 1 media (complessivamente per ora
600 bambini) e nel secondo caso 11 classi degli istituti di scuola secondaria
di secondo grado (250 studenti).
“Giochiamo al buio” e
“Comunicare nel buio” il
nome dato alle due proposte.
«Nell’ambito di “Giochiamo al buio” - ci spiega il presidente uscente
dell’Uici di Como Mario
Mazzoleni - iniziativa
svolta in ambienti oscura-
ti, i giovanissimi alunni
bendati sono stati divisi
in gruppi (5 o 6) e hanno
vissuto diverse esperienze spostandosi in 4
postazioni diverse dedicate all’udito, tatto, olfatto
e gusto. I piccoli alunni
hanno anche affrontato
brevi percorsi, sempre
bendati, con l’uso del bastone bianco accompagnati dagli amici soci non
vedenti della sezione che
hanno aderito a questa
iniziativa».
«Io che ero seduta di
fronte agli scolari di una
seconda elementare e che
sono vedente - commenta
la prof.ssa Teresa Arioli,
da decenni attiva collaboratrice dell’Uici di Como
- nella fioca lama di luce
che filtrava da una finestra ho visto un bambino.
che forse per alleggerirne
la tensione si era tolta
temporaneamente la
mascherina, ascoltare le
musiche proposte da Piero Alpino, con gli occhi
chiusi. Occhi chiusi all’esterno ma aperti all’interno, al riconoscimento e
alla risonanza interiore,
per distinguere meglio la
musica, per interiorizzarla e interiorizzare significa fare propria la
proposta sensoriale, farla
percettiva, cioè integrata
nel proprio mondo interiore. Anche per questa si
tratta di una esperienza
vissuta e perciò estensibile di integrazione: fina-
lità ultima della proposta
dei non vedenti. A tutto
marzo 590 alunni hanno
approfittato della iniziativa, hanno avuto un primo incontro con persone
cieche, sono stati aiutati
da queste che si sono fatte docenti, le hanno riconosciute e apprezzate: un
domani in un possibile
incontro non le eviteranno ma si avvicineranno
loro con spontaneità...»
Per quanto riguarda
“Comunicare al buio” il
progetto consisteva in un
itinerario di incontri con
gli studenti delle superiori finalizzato all’insegnamento della scrittura
Braille e della sua lettura.
Gli incontri, di due ore
ciascuno, hanno coinvolto
complessivamente 11
classi degli Istituti Carlo
Porta, San Vincenzo, Liceo Volta, Teresa Ciceri.
Gli incontri sono stati
modulati su segmenti
interattivi sulla presentazione di:
- significative esperienze personali che evidenziano le risorse positive
ADOZIONI INTERNAZIONALI
A DIECI ANNI DALL’ENTRATA IN VIGORE
DELLA NUOVA LEGGE
Lunedì 19 aprile, alle ore 20.45, presso la sala Arcobaleno della
Casa Divina Provvidenza in via Tommaso Grossi 18 a Como (ampio parcheggio interno), l’Associazione “Genitori si diventa”, in collaborazione con il Centro Servizi alla Famiglia “La Grande Corte”
dell’Opera Don Guanella, propone un incontro sul tema “A dieci
anni dall’entrata in vigore della “nuova” legge sulle adozioni internazionali: la 476, dati, luci ed ombre sulla sua applicazione”.
Relatrice sarà la dott.ssa Cinzia Bernicchi, esperta nel settore
dell’adozione e portavoce del Coordinamento di Enti “Oltre l’Adozione”.
La serata fa parte di un ciclo di incontri dal titolo “Parliamone
Con” riguardanti non solo il percorso adottivo, ma anche le
tematiche dell’educare e della genitorialità in generale. L’ingresso
è libero.
Per informazioni: tel. 031-296752-749; cell. 348-0119671 (ore serali); e-mail [email protected]. Per maggiori informazioni si può consultare anche il sito www.genitorisidiventa.
org.
attivate da chi non vede
per superare le tante barriere determinate nel concreto dall’impossibilità di
percepire immagini;
- i principi alla base del
metodo Braille che ha
consentito di comunicare
con il mondo esterno;
- esercitazioni dirette
da parte degli studenti
sull’uso del Braille,
- piccola gara concorso
con trascrizione in
Braille di semplici messaggi.
«Si è trattato quindi di
un momento diretto e
coinvolgente - spiega
Mazzoleni - nel quale gli
studenti, supportati dai
propri docenti e dai dirigenti dell’UICI, sono stati invitati ad avvicinarsi
in modo concreto alla realtà associativa con contatti e scambi interpersonali con gli stessi soggetti disabili visivi. L’apposita Commissione Giudicatrice, istituita dal
consiglio direttivo sezionale, ha poi esaminato e
valutato attentamente gli
elaborati dei singoli gruppi e ha insindacabilmente
scelto i vincitori in relazione alla precisa scrittura in Braille degli elaborati e ai contenuti delle significative frasi riportate
(sempre rigorosamente in
braille) alla fine del testo
obbligatorio e uguale per
tutti».
«Il messaggio che si è
voluto far passare attraverso l’iniziativa – spiega
ancora la prof.ssa Teresa
Arioli - è molto bello e,
direi, universale: occorre
iniziare un viaggio verso
gli altri e negli altri, un
percorso di conoscenza
dell’altro che ci riporti a
noi stessi, ma arricchiti e
pacificati. Occorre aprirsi alla ricchezza e a quel
senso di stupore liberatorio che alberga dentro di
noi quando tace la voce
dell’egocentrismo e della
buia indifferenza. Occorre calarsi nella differenza per riconoscere quella
che è in noi per poi aprirsi all’incontro con gli altri con animo nuovo, l’animo di chi conosce e non
teme. Questo è stato
l’obiettivo della iniziativa
e i pensieri scritti dai ra-
gazzi al termine degli incontri confermano che
questo fine è stato raggiunto e non solo, come ci
si poteva aspettare, sfiorato. Un seme è stato gettato e il terreno era fertile e pronto a ricevere. Ne
sono prova l’attenzione e
il silenzio con cui i ragazzi hanno seguito gli interventi, confermati dai loro
brevi scritti redatti rigorosamente in braille; se
alcuni sono espressione
semplice ed immediata di
interesse e gratitudine,
altri testimoniano una
elaborazione interiore in
cui si sente lo stupore per
l’aprirsi di un orizzonte
sconosciuto. Non mancano osservazioni di valore
esistenziale in cui si
esprime considerazione
per le qualità personali
dei relatori: forza, coraggio, ottimismo…»
Ai 33 studenti selezionati, prima dell’inizio della prima assemblea soci
del 17 aprile che inizierà
alle 14.30, verranno consegnati i premi istituiti
dal Consiglio Direttivo
sezionale.
VISTE GUIDATE
ALLA CITTÀ DI COMO
CON MONDO TURISTICO
CON L’ANTEAS A
CRESPI D’ADDA
E A SOTTO
IL MONTE
L’Associazione culturale Mondo Turistico, con il
patrocinio degli Assessorati al Turismo della Provincia e del Comune di Como, propone da aprile a
fine settembre due visite guidate alla città di Como
ogni settimana, il sabato mattina alle ore 10.00 e
il giovedì pomeriggio alle ore 14.30. L’appuntamento con la guida è davanti all’Ufficio Info Point, di
fianco al Duomo (Via Maestri Cumacini).
La visita, con spiegazioni in italiano ed in inglese, comprende una passeggiata a piedi nel centro
storico di Como con le visite al Duomo e alla Basilica di S. Fedele, della durata di circa due ore. Per
le persone singole non sono necessarie le prenotazioni; per i gruppi, invece, è richiesta la prenotazione.
Il costo di partecipazione è di 8 euro per persona; per i possessori di WelComo Card 6 euro e per
i bambini fino a 15 anni gratis.
Per informazioni: Mondo Turistico, tel.
339.4163108; e-mail: [email protected];
sito internet: www.mondoturistico.it
L’ ANTEAS Associazione
Nazionale Terza Età Attiva per la Solidarietà organizza per giovedì 6
maggio 2010 una visita
guidata al villaggio operaio di Crespi d’Adda, dichiarato patrimonio dell’umanità e a Sotto il
Monte, il paese di Papa
Giovanni XXIII.
Quota di partecipazione:
55 euro; per iscritti
Anteas e Fnp 45 euro.
La quota comprende:
viaggio, pranzo, visita
guidata, assicurazione.
Per informazioni ed iscrizioni ANTEAS, via Rezzonico 34, Como. Tel. 031304000, e- mail: anteas
[email protected], numero Verde: 800737654
CRONACA
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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
BIBLIOTECA COMUNALE DI COMO
La Sindone
e il volto di
Cristo nell’arte
I
n occasione dell’ostensione della Sindone nel duomo di Torino dal 10 aprile al 23
maggio, martedì 20
aprile 2010 alle ore
20.45 presso la Biblioteca Comunale di Como,
si svolgerà La Sindone
e il volto di Cristo nell’arte organizzato dalla
Fondazione Cardinal
Ferrari - Diocesi di Como,
dal Centro Culturale Paolo VI e dal Movimento
Ecclesiale di Impegno
Culturale (Meic), secondo
incontro del ciclo Tre proposte culturali.
Le prenotazioni per visitare la Santa Sindone
hanno già superato il milione, segno indubbio dell’attenzione che questa
«immagine misteriosa
per la scienza, sfida per
l’intelligenza», come l’ha
definita Giovanni Paolo
II, continua a destare.
“Sarà un’occasione quanto mai propizia, ne sono
Appuntamento
il 20 aprile.
L’incontro è
promosso dalla
Fondazione
Cardinal Ferrari –
Diocesi di Como,
dal Centro
Culturale Paolo VI
e dal Movimento
Ecclesiale di
Impegno Culturale
(Meic)
di ELENA GENTILI
certo - ha affermato Benedetto XVI - per contemplare quel misterioso Volto, che silenziosamente
parla al cuore degli uomini, invitandoli a riconoscervi il volto di Dio, il
quale «ha tanto amato il
mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché
chiunque crede in Lui non
muoia, ma abbia la vita
eterna» (Gv 3, 16)”. Parole semplici e profonde
come sempre quelle del
nostro Papa, cui fanno eco
quelle del card. Severino
Paletto, arcivescovo di
Torino: “La nostra fede in
Gesù non ha bisogno della Sindone bensì del Vangelo; ma la Sindone è un
grande aiuto alla fede e
alla preghiera dei credenti, perché ci invita a meditare commossi e stupiti
sulla Passione del Signore, di cui essa ci presenta
i segni visibili, ed il nostro
animo è rapito dal pensiero di come e a quale prezzo il Signore Gesù ci ha
amati fino a morire per
noi.”. Già Giovanni Paolo
II infatti, quando nel
1998 si recò in pellegrinaggio a Torino, affermò:
“L’impronta del corpo
martoriato del Crocifisso,
testimoniando la tremenda capacità dell’uomo di
procurare dolore e morte
ai suoi simili, si pone
come l’icona della sofferenza dell’innocente di
tutti i tempi. [Eppure] soltanto la luce che promana
da Gesù sofferente e risorto riesce ad arricchire di
significato redentivo, molto spesso misterioso ma
sempre efficace, tutte le
nostre sofferenze.”
Tuttavia il Sacro Lenzuolo non ha avuto un
ruolo determinante soltanto nello sviluppo della
storia spirituale dei singoli e dei popoli, bensì an-
che in quello dell’arte. Un
esempio è il fatto che anticamente Gesù fosse rappresentato imberbe, come l’Apollo dei modelli
pagani. A partire dal IV
secolo, invece, il volto di
Gesù è sempre rappresentato «secondo la Sindone»: con grandi occhiaie asimmetriche, barba
lunga, capelli divaricati
che coprono le orecchie
(un ciuffetto sulla fronte
sostituisce il particolare
rivolo di sangue), baffi
cadenti… (La Sindone.
Guida alla lettura di
un’immagine piena di
mistero, San Paolo 1997).
Perciò la storia dell’arte
diventa una delle fonti
privilegiate per lo studio
della Sindone. Ed è proprio attraverso un affascinante percorso, con la
proiezione di ritratti del
volto di Cristo legati alla
Sindone dal VI al XIV secolo, che si svilupperà l’incontro di martedì sera
condotto da don Andrea
Straffi, responsabile dell’Ufficio diocesano per
l’inventariazione dei beni
ecclesiastici e docente di
arte cristiana presso il
Seminario vescovile di
Como. Il filosofo francese
Fabrice Hadjadj, a testimonianza di questo legame, ha recentemente affermato, rilevando la trasparenza soprannaturale
della dimensione artistico-rappresentativa: “Basta considerare un attimo
quel telo e si percepirà
che si situa al di là del
concetto di raffigurazione
e non-raffigurazione. Anche al di là della bruttezza e della bellezza normale. Quel che si comunica è
un bello insperato: lì vi
sono le linee scure lasciate da un supplizio, ma al
tempo stesso si tratta della presenza di un volto
sovrano. Allora, come non
ammirare con tremore
questo lenzuolo? Un lenzuolo che è al tempo stesso sottile e sublime, lenzuolo di Dio, crisalide di
Dio”.
CRONACA
P A G I N A
25
Bassa&territorio
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
BOSISIO PARINI EDIZIONE NUMERO 37
La Camminata dell’Amicizia
B
osisio Parini ospiterà, domenica
18 aprile, la 37°
Camminata dell’Amicizia, tradizionale marcia non competitiva di 12 Km che in
Lombardia vanta una
partecipazione di podisti
seconda solo alla Stramilano.
Quest’anno la manifestazione, che ha come
testimonial d’eccezione
Gerry Scotti e Bruno
Pizzul, concentrerà la
propria attenzione sui
progetti:
- “Facciamo crescere insieme l’ospedale amico”
finalizzato alla creazione,
presso il Polo di Bosisio
Parini, di nuovi ambulatori e posti letto per bambini con malattie neuropsichiatriche;
- apertura di un dispensario pediatrico a
Khartoum, in Sudan;
- partecipazione di alcuni ragazzi al Pellegrinaggio a Lourdes.
Dopo l’arrivo della fiaccola portata da Ponte
L’appuntamento è
per domenica 18
aprile. Testimonial
di quest’anno
Gerry Scotti
e Bruno Pizzul
Lambro dall’Unione Sportiva San Maurizio di
Erba, si partirà alle ore
9.00 dal campo sportivo
del Centro La Nostra Famiglia di Bosisio Parini,
dove Fabio Triboli, il campione paralimpico di Pechino 2008, accenderà il
tripode che darà il via ufficiale alla corsa.
Al termine della manifestazione la festa proseguirà con gruppi folkloristici e corpi musicali
(saranno presenti gli
Sbandieratori e Musici
lariani, il Corpo musicale
San Fermo di Cesana
Brianza, i Firlinfeu di
Pusiano, le Majorettes di
Biassono e la Besana
Marching Band di Besana Brianza); per i bambi-
ni grande divertimento
con parco giochi gonfiabili, pista veicoli e palestra free climbing.
Continuerà, anche per
questa Camminata, la
collaborazione con Life
Gate Radio, media-partner della manifestazione.
Anche la 37° Camminata
dell’Amicizia sarà infatti
a Impatto Zero, il progetto di LifeGate che concretizza gli intenti del Protocollo di Kyoto, riduce le
emissioni di anidride
carbonica e le compensa
attraverso la creazione di
nuove foreste. L’energia
elettrica utilizzata, l’alle-
stimento, i trasporti, la
realizzazione dei materiali promozionali, i rifiuti e
tutto ciò che ruota intorno all’evento produrrà
inevitabilmente notevoli
emissioni di anidride
carbonica, principale responsabile dell’effetto serra e degli sconvolgimenti
del clima.
Nella scorsa edizione
sono stati venduti 15.000
biglietti: il comitato organizzatore è composto da
più di 50 persone mentre
il giorno della camminata prestano il loro aiuto
oltre 600 volontari.
Gli obiettivi raggiunti
negli ultimi 5 anni sono
stati:
- realizzazione di un
Centro per bambini disabili in Sudan
- acquisto di un nuovo
scuolabus attrezzato e
climatizzato
- adeguamento e acquisto delle attrezzature per
la palestra
- progetto Casa Amica
e progetto Abbattibarriere
- offerta del Pellegrinaggio a Lourdes a 150
bambini
- rifacimento dei campi
e delle aree dedicate al
gioco e allo sport
- rifacimento dei fondi
stradali per la viabilità
ordinaria e per la manifestazione della Camminata.
VERTEMATE CON MINOPRIO SABATO 24 APRILE
Uniti contro la sindrome di Ondine
R
accogliere fondi
da investire nella ricerca e nella cura di una
grave e rara
malattia come la Sindrome da Ipoventilazione
Centrale Congenita, meglio conosciuta come Sindrome di Ondine, è l’obiettivo dello spettacolo organizzato dagli “Amici di
Matteo”che si terrà sabato 24 aprile alle ore 20,30
nel Salone teatrale dell’oratorio di Vertemate
con Minoprio. Il Gruppo
“Amici di Matteo” è stato
creato dalla famiglia di
Matteo, un bambino di
Fino Mornasco vittima di
una malattia di cui si contano attualmente in Italia soltanto 45 casi. I soggetti colpiti da questa sindrome devono trascorrere
le proprie giornate in
compagnia del respiratore artificiale perché quando si addormentano smettono di respirare. Il loro
corpo se ne “dimentica” e
in pochi istanti rischiano
di passare dal sonno alla
morte. La respirazione
autonoma, infatti, è regolata da un gene e tutte le
alterazioni che riguardano questo gene provocano
un difetto più o meno grave nel controllo della respirazione nel sonno. Nonostante i passi avanti
compiuti dalla ricerca al
giorno d’oggi ancora non
esiste una terapia in grado di guarire da questa
malattia che può essere
CON IL GRUPPO
ASTROFILI LARIANI
AL PLANETARIO
DI LECCO
FESTA DEI COMPLEANNI
ALLA CASA DI RIPOSO
DI LOMAZZO
Venerdì 16 aprile il Gruppo Astrofili Lariani, nell’ambito
del
corso
introduttivo all’Astronomia
2010, propone una visita ai
“cugini” del Gruppo Deep
Space di Lecco, per conoscere da vicino il “cielo artificiale” generato da un planetario professionale.
Il ritrovo è previsto alle
20.30 presso il Centro Civico Rosario Livatino di
Tavernerio. Per partecipare è necessaria la prenotazione.
Per informazioni e prenotazioni, la sede del Gruppo
Astrofili Lariani si trova in
via Risorgimento, 21 a
Tavernerio, presso il Centro Civico “Rosario Livatino”; tel. 328-0976491 (dal
lunedì al venerdì dalle 9
alle 21); e-mail: astrofili_
lariani @virgilio.it; sito
web: www.astrofililariani.
org.
Sabato 17 aprile, nella Casa di
via Del Laghetto 9, si festeggeranno gli ospiti che hanno compiuto
gli anni nel mese di aprile.
La festa, organizzata dal servizio di animazione della casa con
la collaborazione dei volontari,
avrà inizio alle ore 15.30.
Il pomeriggio sarà allietato dalla musica e dalla compagnia della
Signora Vittoria di Mozzate.
Vi potranno partecipare parenti, amici, volontari e chiunque altro vorrà intervenire.
Gli ospiti festeggiati saranno:
Rossi Mariuccia (64 anni), Rossi Rosina (81 anni), Cini Amida (82
anni), Pozzetti Maria, , Fusetti
Elisa , Zilio Maria Assunta e
Furega Lea (83 anni), Monti Giuseppina e Clerici Vittorina (84
anni), Figini Vittorina e Visconti
Margherita (88 anni), Sarzi
Amadè Clorinda ( 89 anni), Carola
Gaetano (90 anni), Pini Maria (91
anni).
estremamente variabile
potendo coinvolgere non
solo l’apparato respiratorio ma anche il sistema
gastroenterico, cardiaco e
nervoso. Lo spettacolo
avrà come protagonista la
Compagnia teatrale amatoriale “Gli Antistress”
che ha sede e svolge la
sua attività presso l’Oratorio della Parrocchia
Madonna di Fatima di
Meda Sud e dispone di un
repertorio che comprende
opere classiche, in verna-
colo, e fiabe per bambini.
E’ diretta da Patrizia Del
Fabbro e Stefano Minà e
ha già partecipato a diverse rassegne teatrali e
concorsi, vincendo anche
diversi premi. La commedia che presenterà sabato 24 aprile alle ore 20,30
nel Salone dell’Oratorio
di Vertemate in Via Roma
è una fiaba in due atti di
Emilio Gerola dal titolo
“Pennellino e Melaverde”.
L’ingresso è libero con libera offerta che gli “Ami-
ci di Matteo” devolveranno interamente all’ Associazione italiana per la
Sindrome da Ipoventilazione Centrale Congenita (Sindrome di Ondine), perché l’unica speranza per questi pazienti
è nella ricerca e nella possibilità di trovare una
cura.
Per qualsiasi informazione si può contattare il
numero telefonico 3395043140.
PAOLO BORGHI
FINESTRA SUL CAMPIONATO:
IL COMO VINCE CON LA PAGANESE
E SPERA NELLA SALVEZZA
LA NUOVA
CAMPAGNA
DELLA CRI
DI LOMAZZO
Dopo l’importantissimo successo in chiave salvezza colto
domenica scorsa allo stadio Sinigaglia contro l’ormai retrocessa Paganese, il Como cerca sul difficile campo di Lumezzane
almeno un punto per continuare a sperare di non dover disputare i play-out. Se, infatti, il campionato fosse finito domenica scorsa gli azzurri sarebbero salvi direttamente. Purtroppo, invece, mancano ancora quattro incontri alla fine del
torneo e per il Como due di questi sono veramente difficili. Si
tratta delle trasferte di Lumezzane e di Cremona. Tornando
a domenica scorsa, dopo un gol annullato agli ospiti e qualche nervosismo di troppo in campo, il Como è passato in vantaggio al 37° con un gol di Cozzolino ma ha subito il pareggio
nella ripresa, al 71°. Sull’1-1 la partita è stata molto agitata
e sul campo la tensione si è manifestata con una serie di falli,
frutto sicuramente del nervosismo legato al risultato. Al 38°
il Como si è riportato in vantaggio ancora con Cozzolino ed
ha arrotondato il successo proprio allo scadere con un calcio
di rigore realizzato in due occasioni da Filippini. Per il Como,
quindi, un successo sofferto, ma meritato ed ottenuto con la
determinazione giusta che serve per raggiungere quella salvezza che invece appare una chimera per i “cugini” del Lecco
che sono stati strapazzati per 4-0 dal Pergocrema. Da segnalare che proprio il Lecco sarà ospite al Sinigaglia nella 34° ed
ultima giornata di campionato per uno scontro che potrebbe
essere decisivo per la salvezza diretta degli azzurri che sono
chiamati, in queste ultime quattro giornate del torneo, a vincere i due scontri casalinghi ed a non perdere le due difficili
trasferte di Lumezzane e Cremona delle quali abbiamo già
accennato.
All'insegna
del motto "volenterosi si nasce, Volontari
di Croce Rossa
di diventa" è
partita la nuova campagna
reclutamento
per Volontari
C.R.I., organizzata dal Comitato Locale di
Lomazzo.
Il prossimo
corso di formazione avrà inizio nel mese di
settembre.
Informazioni
e adesioni al n°
02-96370880
oppure consultando il sito
web www.cri
lomazzo. it
L.CL.
CRONACA
P A G I N A
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Lago&Valli
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
S. MESSA A GRAVEDONA DOMENICA 25 APRILE NEL 150° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA
Beato Rebuschini,
figlio delle Tre Pievi
arà il vescovo
monsignor Diego
Coletti, il prossimo 25 aprile, a
presiedere, presso la chiesa parrocchiale
di Gravedona, alle ore
18.00, la Santa Messa in
ricordo del centocinquantesimo anniversario della
nascita del beato Enrico
Rebuschini. «Un figlio
delle Tre Pievi», così lo definisce padre Mario Viganò, cappellano dell’ospedale Sant’Anna di
Como. Nato a Gravedona
il 28 aprile 1860 e cresciuto a Dongo, il beato Rebuschini studiò presso il
Liceo Volta di Como. Si
impegnò nel volontariato,
intraprese l’impegnativo
percorso teologico presso
l’Università Gregoriana
di Roma, fu ragioniere
S
A presiedere
la cerimonia,
presso la chiesa
parrocchiale,
sarà mons. Diego
Coletti, vescovo
di Como
presso l’ospedale Sant’Anna di Como quando la
sua sede era in via Cadorna, nella struttura che
oggi ospita il Conservatorio. Nel 1887 decise di entrare nell’Ordine camilliano e, divenuto sacerdote, trascorse la maggior
parte della propria vita
nella clinica dei padri
Camilliani a Cremona.
«La sua attività - ci spiega ancora padre Viganò,
anch’egli camilliano - si
distinse per il grande
amore nei confronti dei
malati: era spontaneo,
partecipe, sincero. Ogni
giorno una visita, un saluto, una parola e un’immancabile benedizione».
Fu un uomo dalle grandi
intuizioni. «Sviluppò una
notevole rete di assistenze domiciliari ai malati –
prosegue padre Mario –,
anche notturna, nella
quale coinvolse i fratelli
religiosi della comunità».
Perché è importante ricordare la figura del beato Rebuschini? «Era straordinario nella quotidianità - ci risponde il
cappellano del Sant’Anna
- era uomo di preghiera,
di contemplazione e di
una mistica che sapeva
comunque rapportarsi
anche ai più semplici. Da
non dimenticare la sua
cultura, tanto che seppe
realizzare una biblioteca
che, ai tempi, aveva davvero ben pochi riscontri
nella tradizione della sua
provincia religiosa». Morì
a Cremona nel 1938. A
proclamarlo beato fu Giovanni Paolo II il 4 maggio 1997 con queste parole: «Ha testimoniato la
carità misericordiosa,
esercitandola in tutti gli
ambienti in cui ha operato il suo saldo proposito di
consumare il proprio essere per dare a Dio il prossimo, vedendo in esso il
volto del Signore». Il 28
aprile, a Cremona, alle
ore 10.00, a presiedere in
Cattedrale la Messa per
il beato Enrico Rebus-chini sarà il vescovo di natali comaschi monsignor
Dante Lafranconi.
E.L.
A MUSSO IL RITORNO ALL’ANTICO SPLENDORE DELLA CAPPELLA DELLA B.V DEL CARMINE
La comunità parrocchiale di Musso, proprio nel triduo pasquale, ha avuto la gioia di
rivedere, dopo tantissimi anni, ritornare all’antico splendore ed uso al culto la Cappella della B.V. del Carmine, conosciuta come “Cappella dei Confratelli”, costruita nel
‘600 dietro l’altare della Madonna nella chiesa parrocchiale. Grazie all’impegno, competenza e costanza di tante persone di buona volontà che gratuitamente e con gioia
hanno donato il loro tempo la cappella, caduta in disuso e diventata deposito, è ritornata a nuovo ed a svolgere le sue funzioni liturgiche. Non poteva esserci giorno migliore per inaugurarla se non la sera del giovedì santo dove proprio li è stato deposto il
Santissimo Sacramento. È stato commovente vedere gli occhi di tante persone anziane lucidi di gioia e sorpresa nel rivedere questo oratorio ritornare agli antichi splendori. Per loro è stato un ritorno ai vecchi tempi quando, nei giorni di festa, le
confraternite di Sant’Agnese e San Luigi, si ritrovavano proprio lì per pregare. Per
descrivere questi sentimenti di nostalgia, gioia ed emozione, che han permesso di fare
un salto indietro negli anni a tanta gente, non servono parole ma solo un grazie sincero a chi si è preso a cuore questa opera. Un pezzo di storia è tornato a vivere, non è un
film, non servono occhiali tridimensionali, basta guardare questa cappella con gli occhi, con il cuore e con quella fede che, vista come valore, non ha età, spazi e confini ma
ha solo tanta voglia di entrare dentro di noi per illuminare la nostra vita.
ROCCO PONCIA
RICORDI PRIMAVERILI DALLA VAL D’INTELVI
Sapori e odori della Valle oggi dimenticati
Q
ual e è il condimento più saporito per un
piatto a tavola? Naturalmente ci viene subito alla,
mente il sale, certo. Ma c’è
un altro elemento di maggiore importanza che, in
passato, ci legava alla cucina: la fame!
Quella fame che ci faceva desiderare ardentemente qualcosa che da
tempo non gustavamo
più, tanto da farci sentire
l’acquolina in bocca.
Non cercate di indovinare, non ci riuscireste.
Quel piatto a cui mi riferisco, così prelibato ai palati dei valligiani di pochi
decenni fa, ora quasi non
esiste più.
Per arrivarci bisogna
prima sapere che durante l‘inverno, dati la neve
e il gelo, la verdura fresca
nei nostri orti e prati era
quasi sconosciuta.
Gli orti erano praticamente fermi. Si poteva
solo accedere alle patate
o a qualche verdura conservata, ma solo per poco
tempo, dentro le cantine,
piantate in piccoli mucchietti di sabbia, mantenuti umidi.
Tutto questo, però, perdeva sapore per chi era
abituato a correre all’ultimo momento a cogliere
l’insalata, il prezzemolo,
le verzette, per portarle
direttamente in tavola
così in fretta che sapevano ancora di sole.
Si può ben capire, allora, con quanta impazienza si aspettava che la
neve e il gelo lasciassero
liberi i piccoli prati e i
campi coltivati, dove di
solito, sotto Pasqua, spuntava un’insalatina fresca
e dura che mi piace ancora chiamare con il suo
vero nome: l’insalata
mata.
Oggi si potrebbe ben
dire essere un piatto di
crisi. In realtà non è così.
Lavata e rilavata più vol-
te per liberarla dalla terra ancora tenacemente
attaccata le nostre casalinghe sapevano farne,
con pochi alimenti a loro
disposizione, un piatto
che forse solo un grande
cuoco d’albergo a quattro
stelle saprebbe presentare, anche se c’è da scommettere che il gusto non
è sarebbe quello.
L’insalata veniva tagliata molto finemente,
condita con pancetta, arrostita con aceto aggiunto all’ultimo momento direttamente nel padella e
accompagnata da uova
sode o polenta fredda passata alla griglia, sul fuoco .
Era questa il piatto preferito dagli uomini che
tagliavano e raccoglievano l’ultima legna primaverile, ma anche dalle lavandaie che in questo periodo di primavera avevano il loro grande da fare
a lavare i “bugadon” direttamente alle fontane.
Era tradizione che, d’inverno, tovaglie, lenzuola,
e specialmente la biancheria più delicata, non
potessero essere lavate,
dato il tempo e il freddo.
Per tale ragione si piegavano in buon ordine per
ritrovare la luce al primo
sole di Pasqua e ai venticelli di primavera, quando si trascorrevano intere giornate a lavare e a
stendere su corde di fortuna fra le piante vicine
al lavatoio. Al punto che,
al termine della giornata
la gerla, con la biancheria pulita appariva molto, ma molto, più leggera.
A mezzogiorno poi, lo
spuntino mandato da
casa sembrava più gustoso, e intanto che attendevamo che il bucato asciugasse, dai lavatoi, quasi
tutti posizionati verso il
fondo della valle, salivano canti femminili dedicati alle cerimonie della Settimana Santa.
Un’altra pietanza di cui
abbiamo dimenticato il
sapore, e che le nostre
mamme erano maestre
nel cucinare, era il fegato
delicato dei capretti degli
agnelli. Cotto a piccoli
pezzi nel vino rosso e con
le gustose cipolline in
agro-dolce, si mangiava
con la polenta, ma solo
nelle feste di Pasqua, perché tra Quaresima e Settimana Santa i digiuni
non si contavano, e venivano sedati quasi esclusivamente con uova e polenta uncia.
Il gusto della frittata
con l’erba mara triturata
finemente resta oggi solo
un ricordo.
Un’altra delle cose di
cui abbiamo perso la memoria era come facevano
le nostre mamme a tingere le uova pasquali. Cestini e cestini di colori sgargianti, rossi, blu, gialli,
verdi, che mettevano allegria solo alla vista.
Ognuna aveva il suo metodo, segreto ma a furia di
nasconderla abbiamo perso le tracce di come realizzare questa simpatica
tradizione Anche quest’anno, però, le ragazzine dei resegatt non hanno mancato di portare in
chiesa le loro uova sode,
cotte all’ultimo momento
e avvolte in carta colorata, senza pretesa di eleganza. Uova che il parroco, don Barocco, ha benedetto e deposto dopo il
suono dell’agonia ai piedi
del Crocefisso, e che poi
sono state portate in dono
a tutto il paese, specialmente ai malati e agli
anziani delle case di riposo. Così tante cose restano nei nostri ricordi, ma
altre, altrettanto belle,
nascono spontanee dalle
idee dei nostri nipoti. Tutto perché la vita continui
il suo corso come la natura che fa spuntare a primavera l’erba verde nei
prati e i fiori e le foglie sui
rami delle piante.
RINA CARMINATI FRANCHI
P A G I N A
28
CRONACA
ValliVaresine
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
CUGLIATE FABIASCO ANNIVERSARIO PER LA “SAN GIULIO”
In festa per i 120
anni della corale
L
a corale “San Giulio” di Cugliate Fabiasco festeggia
venti anni di fondazione e tutta la
comunità, in un momento così festoso e solenne,
le si stringe intorno. Ad
ogni appuntamento solenne dell’anno la corale
San Giulio è sempre presente e forse proprio per
questo riscuote grande
simpatia presso la popolazione.
Sono passati 20 anni,
da quella sera del 1990
quando Enrico Ricciardi,
musicista autodidatta e
grande appassionato del
canto polifonico, decise di
fondare una corale in pieno accordo con l’allora
parroco di Cugliate Fabiasco don Piero Piazzoli.
Altri direttori si sono succeduti nel tempo: Claudio
Chini e, attualmente,
Pino Di Zonno con l’organista Giovanni Mascioni.
Questi venti anni sono
stati un cammino non
sempre facile ma sicuramente ricco di risultati
positivi e incoraggianti
che hanno spronato tutti
soprattutto nei momenti
difficili. Sono circa un centinaio i cantori che in questi venti anni si sono
succeduti tra i ranghi della corale e alcuni di essi
sono presenti dal 1990.
Questo felice compleanno
sarà solennemente festeggiato il 17 e 18 aprile
2010. Infatti sabato 17
aprile, alle ore 21.00, nella chiesa di Cugliate sarà
presentato un cd ricco di
ricordi, documenti, fotografie e spezzoni di filmati che aiuteranno a ripercorrere questi venti anni
di attività della corale
San Giulio che si esibirà,
nel corso della stessa serata, con alcuni pezzi.
Domenica 18 aprile,
alle ore 10.30, solenne
Santa Messa di ringraziamento accompagnata dalla corale San Giulio. Dopo
la santa Messa ci si reche-
rà in corteo al cimitero di
Cugliate dove verrà scoperta una targa marmorea a ricordo dei cantori
scomparsi. Parteciperà
alla manifestazione, quasi come un fratello maggiore, il Corpo Musicale di
Cugliate che, l’anno venturo, festeggerà 140 anni
di fondazione (1871-2011)
auguri sin da ora!
Seguiranno un festoso
aperitivo ed un gioioso
pranzo. Durante tutta la
manifestazione sarà possibile visitare in oratorio
una interessantissima
mostra fotografica sulla
corale dal titolo: “E... venti!”. Con lo stesso titolo
verrà, per l’occasione,
stampato un libricino corredato di fotografie e ricordi da parte dei coristi.
Alla corale “San Giulio”
gli auguri da parte di tutta la popolazione che spera di godere per molti
anni ancora della presenza e dei servizi di un sodalizio così utile per la
socializzazione e l’unità di
tutta la cittadinanza.
ANGELO RIBOLZI
BRINZIO DOMENICA L’INTERA COMUNITÀ IN FESTA
Cento anni: tanti auguri a Carlo
D
omenica, 18 aprile con la Santa
Messa celebrata
nella chiesa parrocchiale dei
Santi Pietro e Paolo, e con
un rinfresco offerto sulla
piazza della chiesa al termine della celebrazione,
tutto il paese di Brinzio
festeggerà coralmente il
compleanno di Carlo
Scaramuzzi che il prossimo 21 aprile compirà 100
anni. A lui – che già lo
scorso anno aveva festeggiato i 70 anni di matrimonio con Maria Piccinelli – gli auguri e le felicitazione di tutti i lettori
del “Settimanale”.
GEMONIO: TEATRO E RESTAURI
Presso il Salone Parrocchiale - Oratorio San Giovanni Bosco di Gemonio la Compagnia gemoniese “Sale&Pepe”
si è esibita il 10 e 11 aprile scorsi in una due giorni di spettacoli durante i quali ha proposto la Commedia in 2
atti di Camillo Vittici Il morto in casa. L’iniziativa è nata per sostenere il restauro degli affreschi della Chiesa
romanica di San Pietro e per promuovere e far conoscere ai cittadini del paese l’iniziativa “Adotta un affresco”.
Nell’antica chiesa gemoniese di San Pietro, infatti tutto è pronto per iniziare l’importante ciclo di restauro
conservativo degli affreschi che decorano l’abside centrale della chiesa. Dopo anni di attesa, finalmente sono
arrivati tutti i permessi necessari ed è stato dato l’incarico alla Cooperativa del Restauro di Milano che già si era
occupata nel recente passato e con ottimi risultati, del restauro dei dipinti posti nell’abside di destra della
chiesa. Complessivamente il preventivo ammonta a circa 220mila euro e per questo la parrocchia di Gemonio si
è mossa per ricercare finanziamenti e recuperare fondi da destinare ai lavori. Tra le tante iniziative anche la
proposta denominata “Adotta un affresco” che permetterà a chi vorrà, di finanziare il restauro di una singola
figura affrescata. Ci sarà, però, anche la possibilità di contribuire con piccole offerte che confluiranno tutte in un
unico fondo che i responsabili della parrocchia vorrebbero destinare al restauro del dipinto più significativo
dell’intero ciclo pittorico della chiesa, la raffigurazione di San Pietro in cattedra.
INCONTRI DI PRIMAVERA
A GEMONIO: IL CALENDARIO
La biblioteca civica e la Commissione Cultura del
comune di Gemonio ripropongono anche per il
2010 la manifestazione “Incontri di Primavera”, tre serate di aggregazione che si susseguiranno in altrettanti giovedì tra aprile e maggio –
con inizio alle ore 21.00 – la prima presso il teatro
dell’Oratorio don Bosco, gli altri presso la sala
conferenze del museo civico “Bodini” di via
Marsala:
• giovedì 22 aprile, nel salone parrocchiale sarà
proiettato il film “Gente Così”, del regista Cerchio,
con la sceneggiatura di Giovannino Guareschi. Si
tratta di un film girato nel 1950 a Pianazzo e
Madesimo. Presenta e introduce: Laura Ferrerio;
• giovedì 29 aprile: …Venga avanti dottore….
Serata di presentazione dei Neo Laureati
gemoniesi che hanno conseguito una laurea
(triennale o di specializzazione) nell’anno accademico 2008 o 2009;
• giovedì 6 maggio: Armonia & Benessere, a cura
di Adelia Turuali, naturopata con gli aderenti all’associazione “Insieme”. Parleranno del legame
tra essere umano e Gaia Attraverso la cromologia
(scienza del colore);
• sabato 15 maggio, inoltre, con inizio alle ore
14.30, sempre presso il Museo Bodini, si svolgerà
– ma solo su prenotazione – un laboratorio per
bambini con la partecipazione di Chiara Patarino,
scrittrice per l’infanzia;
• da ultimo ricordiamo che dal 23 al 30 maggio
prossimo si svolgerà presso Casa Jemoli la mostra delle opere di Giò Barabino. L’inaugurazione
è fissata per le ore 11.00 di sabato 22 maggio.
AGENDA ZONALE
CAVONA
Sabato 17 aprile, settimo appuntamento col
pellegrinaggio vocazionale di zona. Ritrovo al mattino, alle ore 7.00, presso la
cappelletta di Santa Teresa per la recita del
Santo Rosario. Alle 7.30 Messa in Santa Casa
a Cavona. Animeranno l’incontro le parrocchie
di Bedero e Masciago.
14ENNI
Organizzata dalla Commissione giovanile e
vocazionale di zona, si terrà sabato 17 aprile,
alle ore 20.30, all’oratorio di Ponte Tresa,
l’incontro zonale per 14enni Pre-Molo 14.
AZZIO CONCERTO
Sabato 17 aprile, alle ore 21.00 presso la suggestiva chiesa dell’ex convento francescano
di Azzio, si terrà – con il patrocinio della
Provincia di Varese - la rassegna corale “In
Canto – la coralità della musica sacra” con
la partecipazione del “Coro da Camera” di Varese,
diretto da Gabriele Conti e del “Choro Lauda
Sion” di Caronno Varesino, diretto da Francesco
Barbuto.
«SOLIDARIETÀ 90»
AVANTI!
Il 7 marzo scorso moriva Beniamino Panozzo, fondatore e anima da vent’anni, della Cooperativa
Solidarietà 90 di Cuvio. Oggi, il seme gettato da
Beniamino – è il caso di dirlo - continua a dare
frutti e la Cooperativa va avanti. Sabato 17 aprile, in località Pradaccio a Laveno, dove la Cooperativa Sociale Solidarietà 90 ha un appezzamento
di terra e le sue serre, si inaugura il nuovo Garden
Center ove ci sarà la possibilità di acquistare i
prodotti (fiori e piante) coltivate dagli ospiti della cooperativa. “Ogni acquisto - spiegano alla
Cooperativa – ci aiuterà concretamente a dare
lavoro, ma soprattutto speranza e dignità a persone con disabilità, spesso emarginate dalla società”. Ciò che viene prodotto in questi campi,
infatti, è frutto del lavoro di persone svantaggiate
che vengono aiutate e sostenute nel loro sforzo
da professionisti esperti e motivati che uniscono
alle loro competenze professionali anche la sensibilità necessaria a sostenere il lavoro e l’impegno di tutti, “affinché la Cooperativa – spiegano
ancora i responsabili - continui ad essere un’opportunità sicura e concreta dove chi è in difficoltà si può sentire valorizzato per il contributo lavorativo che riesce a dare e trova continue occasioni di crescita personale e professionale”.
Sondrio
CRONACA DI
E
P R O V I N C I A
P A G I N A
29
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
CONVEGNO A SONDRIO IL 16 APRILE UN’OCCASIONE PER FAMIGLIE, OPERATORI, INSEGNANTI
Adozione, storie che si incrociano
I
l Centro Adozione
dell’Asl della provincia di Sondrio, coordinato da Santo D’Auria, organizza, in collaborazione con il Tavolo di Coordinamento per
le Adozioni, il convegno
Adozione, Storie che si
incrociano. L’iniziativa che si tiene a Sondrio venerdì 16 aprile alle ore 14.00 presso la Sala Vitali di via
delle Pergole, 10. Il pomeriggio di riflessione è
rivolto alle famiglie
aspiranti adottive, alle
famiglie adottive, agli
operatori degli Enti Autorizzati per le adozioni
internazionali, degli Uffici di Piano, dei Consultori Familiari, dei Servizi di Neuropsichiatria
Infantile e delle Scuole.
L’incontro si propone di:
promuovere una riflessione sul tema delle origini nelle diverse fasi
evolutive del figlio adottato; considerare il significato dell’incontro
tra storia familiare e storia del minore adottato;
sviluppare un dibattito su possibili interventi a sostegno delle famiglie nelle diverse tappe
del percorso adottivo sul
tema delle origini del
bambino; offrire un’occasione di confronto fra
gli operatori coinvolti
(scuole e operatori dei
Servizi). Interverranno
Gregorio Mazzonis,
psicologo e psicoterapeuta; Stefania Moltoni,
psicologa e psicoterapeuta presso il Centro Adozione dell’Asl di Sondrio;
Raffaella Ratti, responsabile del servizio
Adozioni Internazionali
dell’istituto “La Casa”
sede di Sondrio; Francesco Mazza, presidente della Fondazione
Melazzini (che ha realizzato una ricerca sull’adozione in Valtellina e
Valchiavenna); e Sanita
Arrigotti, che racconterà la sua esperienza di
figlia adottiva.
Lo scorso anno una ricerca promossa dalla
Fondazione Melazzini
tra le coppie che hanno
adottato bambini nel periodo 2001 – 2007 ha permesso di tracciare un
quadro interessante e
completo su questa realtà così importante e de-
licata. L’indagine è stata svolta con il metodo
del questionario, composto da un minimo di 70
domande, rivolte alle 57
famiglie interessate dall’adozione in questo periodo. Ben 44 di loro hanno risposto (le percentuali di adesione in simili lavori sono decisamente più basse) e 19 si sono
dichiarate disponibili ad
approfondire l’indagine.
Il questionario era diviso in sei sezioni, riguardanti la coppia, i coniugi, la famiglia originaria,
l’iter dell’adozione, l’inserimento del minore, i
figli adottati e la scuola.
Dalle risposte (che sono
ancora in fase di elaborazione) è emersa anzi-
SONDRIO IL 24 APRILE E IL 6 MAGGIO PROSSIMI
Iniziative a sostegno Abio
edizione 2010
di Trenta Ore
per la Vita quest’anno sosterrà
Fondazione Abio Italia onlus – l’Associazione per il bambino
in ospedale – con una
campagna di sensibilizzazione e di raccolta fondi che coinvolgerà le
sessantaquattro associazioni Abio presenti in
tutta Italia. Dal 19 al 25
aprile all’interno dei palinsesti televisivi, radiofonici e multimediali della Rai sarà attivata una
campagna di informazione e di raccolta fondi che
proseguirà, con eventi
ed iniziative in tutta Italia, fino al 15 settembre.
L
’
Abio-Sondrio organizzerà per l’occasione: un
concerto di musica moderna dei “Colours” diretti dal maestro Giovanni Campia della Civica Scuola di Musica della provincia di Sondrio
sabato 24 aprile alle
ore 21.00 presso la
sala teatro San Rocco
di Sondrio; un torneo
di burraco presso la
sala delle Acque del
Palazzo del BIM, in
Lungo Mallero Diaz,
18, a Sondrio alle ore
16.00 di giovedì 6 maggio.
Abio Sondrio è attiva
presso l’ospedale cittadino dal 1996. Informazioni si possono avere inviando una e-mail
ad [email protected].
L’associazione Trenta Ore per la Vita onlus, con i progetti della
campagna di raccolta
fondi 2010 a favore di
Abio, si impegna a rendere meno traumatico
l’impatto dei bambini e
degli adolescenti con
l’ospedale e, al fianco
degli oltre 5 mila volontari Abio, ad accompagnarli con un sorriso, insieme ai loro genitori,
nel percorso di cura.
L’Associazione Trenta
Ore per la Vita Onlus
(www.trentaore.org) dal
1994 ad oggi ha portato
a termine più di 725
progetti concreti di
assistenza, ricerca e
prevenzione, che hanno aiutato e continuano
ad aiutare migliaia di
persone in tutta Italia e
in molti paesi nel resto
del mondo.
Abio, Associazione
per il Bambino in Ospedale Onlus (www.a
bio.org) è stata fondata
a Milano nel 1978 per
promuovere l’umanizzazione dell’ospedale.
Da 30 anni i volontari
Abio si occupano di sostenere e accogliere, in
collaborazione con medici e operatori sanitari,
bambini e famiglie che
entrano in contatto con
la struttura ospedaliera.
tutto una fotografia della famiglia adottiva.
Essa è costituita naturalmente dal figlio e dai
genitori, che hanno
un’età media di 40 anni,
con 10-12 anni di matrimonio alle spalle, con un
grado di scolarità alta,
entrambi occupati e con
un reddito complessivo
inferiore ai 40.000 euro.
Questa famiglia è ben
sostenuta da una buona
rete parentale, in cui
hanno un ruolo primario
i nonni, che spesso vivono vicino e che danno un
valido aiuto. L’iter dell’adozione mediamente inizia dopo 7 anni di matrimonio e dura 3 anni;
molti giudicano le procedure troppo complicate;
il costo medio dell’adozione internazionale è di
14.000 euro (ma la cifra,
a seconda dei Paesi, può
salire e di molto); il Centro Adozione dell’Asl fornisce un valido aiuto, sia
sul piano informativo,
sia nell’assistenza diretta. I bambini adottati dalle famiglie nella nostra
provincia provengono
per un quarto dall’Italia
e per tre quarti dall’estero (22 dal Brasile) e sono
prevalentemente nell’età della scuola materna o primaria. Le principali difficoltà che essi incontrano sono dovute alle relazioni con i genitori, ai rapporti con fratelli e sorelle (soprattutto
nella fase adolescenziale), ai problemi della lingua e all’inserimento
scolastico. Dai genitori è
emersa soprattutto la
richiesta di creare un’organizzazione di famiglie
allo scopo di fornire una
reciproca assistenza.
Per quanto riguarda lo
specifico delle adozioni
internazionali, a Sondrio se ne occupa il consultorio “La famiglia”, che
dal 2003 ad oggi ha portato undici coppie ad adottare sedici bambini di
età compresa tra i sei
mesi e i sei anni, provenienti da Bolivia, Colombia e Cile. Il Consultorio
si preoccupa di informare le coppie con incontri
gratuiti sulle procedure
di adozione nei paesi
dove opera l’Istituto La
Casa e sulla realtà dell’adozione internazionale; organizza percorsi di
gruppo con esperti per
preparare alla genitorialità adottiva (da novembre scorso è attivo un
percorso di coppia in un
piccolo gruppo, strutturato su sei incontri settimanali di due ore); da
novembre avrà inizio anche un corso di lingua
spagnola di otto incontri
a cadenza bimestrale per
le coppie in attesa di partire per i paesi latino americani. Il Consultorio
affianca e sostiene la coppia anche nel disbrigo di
tutte le pratiche burocratiche, nell’organizzazione del viaggio e del
soggiorno nel paese di
origine del bambino e
nel periodo post-adottivo.
E.L.
P A G I N A
30
CRONACA
Valchiavenna
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
CHIAVENNA L’INCONTRO CON DON GINO RIGOLDI
Non ci sono ragazzi
cattivi, ma le azioni
N
puntamento, pomeridiano e serale, per incontrare giovani e adulti
nell’ambito della manifestazione per il decennale della tragica scomparsa di suor Maria Laura
Mainetti, venerdì 9 aprile al cineteatro Victoria.
«E’ importante che i ragazzi al termine del loro
percorso in carcere capiscano di avere sbagliato
- ha detto don Rigoldi -.
Ma questo non basta.
Perché se una volta usciti la loro unica prospettiva di vita è quella di
commettere un reato,
inevitabilmente lo commetteranno. Bisogna
dare loro, quindi, una
prospettiva diversa. Le
parole che posso dire io
non servono per mangiare né per mettersi un
CHIAVENNA DOMENICA 11 APRILE IN COLLEGIATA
Bene il concerto d’organo
nche quest’anno, come tradizione vuole, il
Concerto d’organo nella collegiata di San Lorenzo,
domenica 11 aprile, ha
aperto la “Stagione musicale Valchiavenna in
musica 2010” organizzata dal Comitato de “Le
chiavi d’argento”. Un
concerto di alto livello
proposto dal maestro Edoardo Bellotti, che, da
grande organista, clavicembalista e musicologo
qual è, oltre ad avere alle spalle un’intensa attività concertistica e numerose conferenze di
musicologia in tutto il
mondo, è attualmente
professore di Organo e di
improvvisazione presso
la Musikhochschule di
Brema in Germania e
presso il Conservatorio
di Trento. Per l’occasione, il maestro Bellotti ha
A
scelto un programma
tutto dedicato a J. S. Bach, dal titolo “Surrexit
Christus, spes mea”, perfettamente intonato al
tempo liturgico pasquale della Domenica “in
albis”. L’organista stesso, presentando il programma, ha raccomandato agli attenti ascoltatori di tener presente
l’inscindibile legame della musica con i testi liturgici che celebrano gli
eventi della Passione e
Risurrezione di Cristo.
La prima parte del programma infatti sottolineava, con tonalità minore e un suono più meditativo, la Passione e
Morte di Cristo; la seconda parte, invece, aveva
al centro la gioia della
Risurrezione espressa
con una musica vivace,
intensa, brillante, con
tonalità maggiore, come
appunto si è potuto chia-
ramente avvertire nell’esecuzione di uno dei
pezzi più famosi e difficili di Bach: “Preludio e
Fuga in Re maggiore”.
Un concerto d’organo
molto apprezzato, una
vera “Elevazione spirituale” come devono essere i concerti di musica in chiesa. Al maestro
Bellotti, tra l’altro, è
andato l’onore di inaugurare la nuova centrale elettronica installata
l’estate scorsa sulla
consolle dell’organo della Collegiata, che ora
può memorizzare e richiamare circa 4000
combinazioni foniche.
Un aggiornamento suggerito e raccomandato
dallo stesso maestro per
rendere il prezioso e valido strumento musicale più idoneo nell’esecuzione dei concerti.
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
«
on esistono
ragazzi cattivi. Gli atti
possono essere cattivi,
non i ragazzi». Appassionato e coinvolgente don
Gino Rigoldi, salito a
Chiavenna per portare la
sua esperienza di vita
come cappellano del carcere minorile Beccaria
di Milano. Doppio ap-
tetto sopra la testa». Ricerca di un alloggio, ricerca di un lavoro. Sono
questi due i settori di attività che per quasi quarant’anni hanno tenuto
impegnato don Rigoldi
nel suo lavoro con i ragazzi. Dentro il Beccaria
dove «ormai faccio parte dell’arredamento»,
come ha detto lo stesso
religioso, ma anche al di
fuori con la sua “Comunità Nuova”. «In alcuni
quartiere di Milano trovare lavoro è facilissimo.
Basta essere disponibili
a spacciare droga. Noi
dobbiamo costruire un
futuro alternativo per i
giovani».
Nell’incontro serale,
davanti a un pubblico di
adulti che gremiva la
sala del Cinema, don Gino, continuando la sua
riflessione in modo semplice e discorsivo, ha sottolineato che il rapporto
educativo tra adulti e
giovani si attua soprattutto attraverso i gesti
quotidiani, le scelte concrete di vita e non con
le prediche. Sono gli adulti perciò che devono
interrogarsi in che cosa
credono
veramente,
qual è il senso della loro
vita, prima di pretenderlo dai giovani. Questi
ultimi si rendono perfettamente conto se le persone sono credibili e rispettabili o se viceversa
dicono in un modo e fanno il contrario.
Per migliorare la società occorre che i vari
luoghi di educazione (famiglia, scuola, oratorio,
associazioni, società sportive ecc.) siano guidati
da persone mature, capaci di ascoltare veramente i ragazzi e i giovani, i quali, al di là di
tante difficoltà, sanno
ancora prestare attenzione a chi ha veramente qualcosa di serio e di
valido da trasmettere
loro, in grado di aiutarli
a resistere alle innumerevoli tentazioni fuorvianti (denaro, successo,
droga, sesso…) che ossessionano il mondo attuale.
La testimonianza di
don Gino è stata accolta
con vivo interesse da
tutti i presenti in sala,
PASQUA IN MUSICA
CON GLI OTTONI DI SAMOLACO
Due bande per il concerto di Pasqua: anche quest’anno a Samolaco c’è stata una Pasqua in
musica. Nella serata di domenica, il salone della scuola dell’infanzia parrocchiale di San Pietro ha accolto il concerto del Corpo musicale
del paese. Nel rispetto di una tradizione sempre più consolidata, nel corso di questa iniziativa il gruppo di casa è stato affiancato da un’altra formazione. Dopo l’esecuzione di cinque brani
da parte della banda di Sorico guidata dal maestro Ivan Moggia, gli ottoni di Samolaco hanno
eseguito cinque pezzi, raccogliendo applausi con
alcune marce e pezzi di Ennio Morricone. Nel
finale, le due formazioni sono salite insieme sul
palco per interpretare gli ultimi due motivi, due
marce applaudite dal pubblico. Secondo Fabrizio Tonni, presidente della banda diretta dal
chiavennasco Adriano Nava, il bilancio della
manifestazione è senza dubbio positivo. «Il concerto di Pasqua è un appuntamento tradizionale per la nostra formazione - spiega -. Come era
avvenuto in passato, abbiamo scelto di ospitare
un gruppo proveniente da una zona limitrofa
alla Valchiavenna, con l’obiettivo di costruire
insieme l’iniziativa e promuovere una reciproca conoscenza». Il prossimo concerto del Corpo
musicale di Samolaco è in programma per gennaio. I musicisti si prepareranno ad eseguire
nuovi brani. Nei giorni delle feste di Pasqua, le
frazioni del comune valchiavennasco hanno accolto diverse manifestazioni a carattere culturale, con una buona attenzione da parte della
cittadinanza.
DUOMO DI CIOCCOLATA,
HOPPLÀ È NEL GUINNESS
Hopplà e solidarietà, a Pasqua è stata un’accoppiata da Guinness. Lo staff dell’agenzia di animazione di Chiavenna guidata da Mauro Ferrari
ha coordinato e organizzato nei giorni scorsi un
evento eccezionale, la realizzazione di un Duomo di Milano di cioccolato bianco di 4.868 kg. Si
tratta di un’opera d’arte prodotta dal maestro
artigiano Mirco Della Vecchia, che si è aggiudicato con questo lavoro il “Guinness World Record 2010”. Il Duomo di cioccolato è stato creato in occasione di una manifestazione al centro
commerciale Carosello di Carugate, in provincia di Milano. Delle Vecchia non ha fatto tutto
da solo: per raggiungere il proprio obiettivo ha
avuto lo straordinario aiuto da parte di altri otto
pasticceri. Hanno lavorato per una settimana,
otto ore al giorno, e a quanto pare il sacrificio è
stato ricompensato. Insieme hanno superato il
precedente record del 2009, 3.500 kg. Al termine dell’impresa questa splendida golosità è stata pesata e premiata da un giudice londinese,
Tarika Vara. Al record si affianca l’aspetto benefico della manifestazione. Fino ad oggi questa iniziativa è riuscita a raccogliere, grazie alla
generosità della clientela del centro commerciale, 5mila euro. I fondi saranno destinati al
progetto “Una casa per Hubens” della Fondazione Francesca Rava Italia Onlus (http://
www.nphitalia.org). Saranno utilizzati per la ricostruzione delle abitazioni dei bambini di Haiti
rimasti senza tetto a seguito del terremoto dello scorso 12 gennaio. Ma ancora non è finita: la
speranza del Carosello è quella di superare i
7mila euro entro l’8 maggio, ultimo giorno utile per vedere la scultura e quando Martina
Colombari, testimonial della Fondazione, ritirerà il ricavato dell’iniziativa. Nella sede di
Hopplà è evidente la soddisfazione per il risultato raggiunto e per i possibili sviluppi dell’iniziativa.
a cura di STEFANO BARBUSCA
consapevoli che quanto
egli andava dicendo era
frutto della sua lunga esperienza di vita in mez-
zo ai giovani ma perfettamente condivisibile da
tutte le persone responsabili e di buon senso.
REGISTI IN ERBA CRESCONO CON IL VICTORIA
I filmati realizzati nelle scuole valtellinesi negli ultimi tre anni scolastici in concorso a fine maggio a Chiavenna.
È l’iniziativa del Cinema Victoria che, in collaborazione con l’associazione Campo lungo, ha indetto la prima
edizione del Festival di cortometraggi “I bambini e i ragazzi ci guardano”. Una manifestazione che vuole valorizzare i progetti scolastici e la creatività degli studenti. La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti gli
istituti scolastici di ogni ordine e grado della provincia di Sondrio, che possono partecipare con un numero
illimitato di opere. Ben sei le sezioni del concorso: scuole materne, scuole elementari, scuole medie, scuole
superiori (aperta anche a lavori realizzati da singoli studenti o gruppi di studenti ma iscritti al concorso degli
istituti scolastici), animazioni e “Doc”, documentari della durata massima di 20 minuti. Il concorso è a tema
libero e i cortometraggi devono essere stati completati dopo l’1 gennaio 2008. Il regolamento e la scheda di
adesione possono essere richiesti all’indirizzo email [email protected], e i dvd dovranno essere
spediti entro il 25 maggio all’indirizzo: Cinema Victoria, Via Picchi 4, 23022 Chiavenna. L’organizzazione selezionerà le opere da proiettare nei giorni del Festival e comunicherà l’entità dei premi messi in palio. La giuria
sarà composta da esperti del settore e assegnerà il premio di miglior film per ciascuna sezione e un riconoscimento a un’opera di particolare valenza sociale. Il pubblico presente in sala assegnerà con il proprio voto il premio
“Visti da Vicino”, l’organizzazione si riserva di assegnare ulteriori premi.
N. FAL.
CRONACA
Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
P A G I N A
31
PER LA NUOVA STRUTTURA DEL SAN GIUSEPPE TANTI GLI INCONTRI FRA MAGGIO E GIUGNO
A Morbegno un fitto calendario
stato il musical del
Gruppo Teatro Oratorio Morbegno
“Una storia d’amore” il primo appuntamento ufficiale nella
nuova struttura del San
Giuseppe di Morbegno.
Con musiche di Fabio
Baggio, visto il tutto
È
esaurito della prima serata (quella dell’inaugurazione di venerdì 19
marzo) i ragazzi guidati
da Daniela Scarinzi hanno replicato sabato 20
marzo con altrettanto
successo. Domenica 28
marzo è stata la volta
della visita guidata alle
sale, accompagnati dai
tecnici che hanno spiegato scelte di luci, materiali e colori della nuova struttura che, ben
lungi dal voler sostituire l’oratorio San Luigi
del centro, vuole essere
di sostegno e oltre. Sabato 10 aprile i Ba-
PREMIAZIONE PROGETTO DI PREVENZIONE
Giovedì 22 aprile alle ore 17.00 presso il Policampus di Sondrio (in via
Tirano) ci sarà la premiazione del concorso della Comunità Montana
Valtellina di Sondrio sulla prevenzione del fenomeno di abuso di sostanze
alcoliche. Il bando, rientrante nell’ambito dell’azione “Sulle strade sicure
del divertimento” del Progetto GEdA (Giovani Energie di Attivazione) ha
coinvolto ragazzi dai 14 ai 19 anni, organizzati in gruppi, nella realizzazione di un prodotto nell’area musicale, tecnologica o creativa.
INCONTRO ALOMAR SULL’ANCA DOLOROSA
L’associazione Alomar promuove mercoledì 21 aprile alle ore 15.00 presso
la Sala Vitali di Sondrio, in via delle Pergole, un incontro informativo aperto a tutti su: Coxalgia (anca dolorosa), diagnosi, cura e riabilitazione. L’argomento verrà illustrato da Luigi Di Palma, chirurgo ortopedico
presso l’ospedale di Sondrio e da Marco Gianoncelli, fisioterapista, che
tratterà la parte riabilitativa. L’anca, come tutte le articolazioni particolarmente sottoposte al peso corporeo, è normalmente soggetta a pressioni
elevatissime durante il suo funzionamento. Per non aver problemi di dolore e deambulazione è quindi indispensabile il mantenimento di una sua
forma perfettamente sferica, di un adeguato rivestimento cartilagineo e di
una buona lubrificazione. Quando questo delicato equilibrio entra in crisi,
l’anca diventa dolorosa e rigida, portando in breve tempo alla claudicazione
e ad una limitazione di movimenti. Un’anca ammalata si manifesta essenzialmente con dolore, rigidità e zoppia. Il dolore che origina dall’anca ,
detto anche coxalgia, è localizzato tipicamente all’inguine, esteso talora al
gluteo e con frequenza irradiato lungo la coscia fino al ginocchio. I dolori
possono manifestarsi in relazione a diverse cause quali traumi, processi
degenerativi o infiammazioni acute o croniche dei tessuti articolari (artrosi,
artriti e malattie sistemiche), ad alterazioni congenite e così via… Ogni
paziente va valutato dallo specialista il quale, dopo accurate indagini, individuerà la diagnosi e gli prescriverà la terapia più adeguata che varierà in
rapporto alle cause che hanno provocato la manifestazione dolorosa. L’attività fisica in assenza di carico e la kinesiterapia sono inoltre importanti per
conservare un buon trofismo muscolare, un buon “range” articolare e riacquistare una sufficiente forza e resistenza. La chirurgia ortopedica è utilizzabile nelle fasi più avanzate della malattia, quando il dolore e l’inabilità
non sono più controllate con le terapia medica e fisioterapica.
LA FONTE DEPURA: VALORIZZAZIONE DELL’ACQUA
Giovedì 22 aprile verrà presentato lo stato di avanzamento lavori del progetto “La fonte depura. Campagna di tutela e valorizzazione del patrimonio
ambientale”, promosso dalla società di depurazione “Lovero & Uniti”, dal
Comune di Lovero (ente capofila) con la collaborazione dell’Associazione
2020. Interverranno il presidente della società “Lovero & Uniti” Franco
Cenini, il sindaco di Lovero Annamaria Saligari, il presidente dell’Associazione 2020 Mauro Del Barba, la coordinatrice Lorena Moretti, la responsabile didattica Francesca Mogavero e il referente scolastico del progetto
Simonpietro Angelone. È prevista anche la visita al depuratore di Lovero,
dove sarà illustrato il progetto di naturalizzazione dell’area cui stanno lavorando le classi VA e VB dell’Istituto tecnico per Geometri Pinchetti di
Tirano. Durante la visita alcuni studenti delle due classi saranno i “ciceroni” per gli alunni della scuola media di Sondalo, le autorità (sarà presente
anche il sindaco di Sondalo, Luigi Grassi). L’iniziativa sarà l’occasione da
una parte per conoscere lo studio di rinaturalizzazione dell’area del
depuratore di Lovero che avverrà attraverso la realizzazione di due percorsi (uno naturalistico ed uno tematico), dall’altra per promuovere una maggiore consapevolezza della risorsa acqua e una spinta alla conservazione.
rabba’s Clowns del centro salesiano San Domenico Savio di Arese hanno portato in scena lo
spettacolo per tutti
“Clowns in corsa”. Lo
spettacolo è stato preceduto da un’attività dedicata ai giovani della parrocchia con cena (divertente!) insieme ai clowns. Venerdì 7 maggio, nell’ambito del percorso promosso dalla
scuola di formazione socio-politica diocesana, il
professor Stefano Zamagni terrà una interessante relazione su “Cristianesimo e sistema economico nell’attuale congiuntura mondiale”, alle
ore 20.45. Sabato 8
maggio alle ore 21.00
ancora tutti a teatro con
i ragazzi di terza media
del T.O.M. (Gruppo Teatro Oratorio Morbegno):
balli, canti e qualche
spunto di riflessione con
il musical “Vola solo chi
osa Farlo” con musiche
di Giovanni Panozzo e
altri. La School Band –
Allievi della scuola di
musica Dante Milani
suonerà per la prima
volta nella capiente Sala
Ipogea, con oltre 300
posti a sedere, sabato
15 maggio alle ore
21.00: in programma
una “Serata... in musica”. Infine l’estate al San
Giuseppe di Morbegno
inizia domenica 20 giugno alle ore 21.00 con la
serata di inizio di “Estate…in festa”. “Ora tocca
a voi rendere viva questa casa con la vostra presenza, con la vostra capacità di iniziativa, di impegno e di fantasia” si è
augurato qualche tempo
fa l’arciprete di Morbegno don Andrea Salandi
rivolgendosi ai giovani:
a quanto sembra l’auspicio non è stato disatteso.
MELLO E CIVO: BAGNO DI FOLLA
E DI EMOZIONI PER LA SACRA
RAPPRESENTAZIONE QUO VADIS?
Bagno di folla e di emozioni per il “Quo vadis?”,
la sacra rappresentazione messa in scena sabato sera dalle comunità parrocchiali di Mello e
Civo, che sono riuscite ancora una volta a stupire, proponendo una Pasqua davvero originale, andando al di là delle tradizioni. Quest’anno, infatti, le due parrocchie, con un grande
impegno corale, hanno riproposto le ultime ore
della vita terrena di Gesù in chiave moderna. Il
titolo richiama il famoso romanzo di fine ‘800
in cui si racconta una storia ambientata a Roma
nel periodo Imperiale. La rappresentazione
prende spunto dall’episodio in cui Pietro, a capo
della comunità cristiana allora perseguitata da
Nerone, fugge da Roma e sulla Via Appia incontra il Cristo. Dopo questo incontro Gesù ha
ripercorso le grandi tappe che hanno segnato
due millenni di storia: le Crociate, la scoperta
dell’America, il Concilio di Trento e il Risorgimento... e ha incontrato personaggi storici e
testimoni della fede vissuti in quei periodi come
san Francesco, Cristoforo Colombo, san Carlo
Borromeo, Renzo e Lucia, Giuseppe Verdi, don
Bosco…
Quindi è giunto sino a noi, nel 2010, nel nostro paese: qui ha rivissuto la sua Passione incontrando i ragazzi e i giovani delle nostre comunità, chiamando i suoi apostoli dai professionisti del mondo d’oggi. Sono stati i ragazzi i
veri protagonisti, più di 50, oltre agli adulti e ai
bambini. Essi sono stati valorizzati sin dal lancio della proposta perché, come ha ricordato don
Giacomo, veramente soddisfatto per la buona
riuscita dell’iniziativa, “è stata una scommessa
vinta in partenza, si è investito tutto sui giovani e da loro non ci si poteva aspettare che una
risposta favorevole”. Accanto a loro abbiamo potuto sentire la voce di un cronista del telegiornale che ha commentato i vari accadimenti che
si sono succeduti. Alcuni sono stati veramente
di grande effetto, primo fra tutti la morte di Gesù
per fucilazione, da tutti inaspettata, punto chiave
della Pasqua moderna. La rappresentazione è
stata ravvivata, inoltre, da musica dal vivo e
balletti, splendidamente interpretati da un gruppo di ragazze.
Gesù quest’anno ha voluto fare breccia nella
nostra quotidianità per rispondere alla domanda che ognuno di noi gli rivolge: “Quo vadis Domine?” ovvero: “Dove vai Signore?” e ricordarci
che Lui c’è dove c’è l’uomo, dove c’è la vita che
si incontra e che seguirLo è l’unico modo per
raggiungere la salvezza.
A MORBEGNO INCONTRO DI AD FONTES
PER LA XII SETTIMANA DELLA CULTURA
L’Associazione culturale Ad Fontes, in collaborazione con la Soprintendenza
Archivistica per la Lombardia, con il patrocinio dell’Archivio di Stato di Sondrio,
il contributo del Comune di Morbegno, della Biblioteca civica “Ezio Vanoni” di
Morbegno e di “AL.BO. per l’Arte. Galleria d’arte in Morbegno”, invita alla conferenza che Massimo Della Misericordia, ricercatore dell’Università degli Studi
di Milano Bicocca, terrà presso la Sala Boffi del Convento domenicano di Sant’Antonio sabato 17 alle ore 16.30. L’incontro, che avrà per titolo “Figure e
parole di Comunità - Morbegno e la Valtellina nel Medioevo attraverso Ad
Fontes”, si colloca entro la prestigiosa cornice della XII Settimana della Cultura, promossa quest’anno dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nei giorni
tra il 16 e il 25 aprile. Durante l’incontro saranno presentate le risorse
multimediali pubblicate nel sito di Ad Fontes, come tappe del cammino nel mondo delle comunità valtellinesi del passato, che il relatore proporrà ai partecipanti. L’incontro fornirà anche l’occasione per presentare un nuovo e-book di Della
Misericordia. Prima della relazione Evangelina Laini guiderà la visita al refettorio cinquecentesco del convento domenicano di Sant’Antonio. La giornata sarà
conclusa da un aperitivo nel chiostro del convento.
PRESTO AL VIA I LAVORI PER LA TERZA PORTA DEL PARCO
È stato appaltato dal comune di Albosaggia l’intervento per la realizzazione
della terza Porta del Parco delle Orobie che troverà spazio nella struttura dell’ex
scuola elementare in località Moia, inutilizzata dal 1996 e risalente agli anni ’30.
Le dimensioni sono ragguardevoli, visto che si tratta di 3.000 metri cubi di
volumetria che raggiungerà i 4.000 con gli ampliamenti previsti. Il progetto della
Porta del Parco di Albosaggia si struttura su tre piani cui si aggiunge il sottotetto.
Il secondo seminterrato sarà occupato dal magazzino, l’archivio e l’autorimessa,
il primo seminterrato da due ambienti differenti divisi in foresteria con soggiorno, cucina e servizi, e dal laboratorio didattico. Al piano terra troverà spazio il
centro visitatori della Porta del Parco e al primo piano saranno collocati gli uffici.
Il sottotetto ospiterà infine la sala conferenze e una sala riunioni. Particolare
attenzione è riservata all’utilizzo di materiale di recupero, come le piode della
vecchia copertura, e di materiali locali come la pietra a vista della struttura. Il
cappotto isolante voluto per garantire il risparmio energetico sarà completato
nella seconda parte dell’intervento con la posa di pannelli fotovoltaici e l’applicazione di altre nuove tecnologie ecocompatibili.
P A G I N A
32
CRONACA
Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
UNIONE ITALIANA CIECHI L’ASSEMBLEA ANNUALE DELL’ASSOCIAZIONE
Uniti per informare
L’ASSEMBLEA DELLA FISM
DELLA PROVINCIA DI SONDRIO
Sabato 17 aprile, a Sondrio, presso la scuola materna Sacro Cuore e Angelo Custode si svolgerà
l’assemblea ordinaria dei presidenti delle scuole
materne della provincia di Sondrio. L’ordine del
giorno prevede la relazione sulle attività svolte nell’anno 2009; i problemi aperti; l’approvazione conto
consuntivo 2009. All’incontro sono stati invitati il Vicario Episcopale per la Valtellina e la Valchiavenna
monsignor Battista Galli e il Presidente della Fism
della provincia di Como Claudio Bianchi. Alla mattina di lavoro interverrà anche Tiziana Forni, coordinatore pedagogico provinciale.
A GROSIO CON LA SOCIETÀ
STORICA VALTELLINESE
n’attenzione e
una sensibilità
particolari nei
confronti dei
non vedenti.
Queste le priorità dell’Unione Italiana Ciechi
e Ipovedenti sezione di
Sondrio, che nel fine settimana ha celebrato la
propria assemblea annuale. La sede di via
Fiume 24 è aperta tutti
i giorni dalle ore 9.00 alle
ore 12.00 e sempre, anche in orari non di ufficio, si trova, grazie alla
segreteria telefonica,
un’indicazione, un’informazione, una spiegazione – il numero è lo
U
0342.216529. Secondo la
presidente Valeria Magro anche questo è un
modo per assicurare il
sostegno ai disabili visivi, magari fornendo suggerimenti su come accedere a fondi, a modalità
di acquisto agevolato di
mezzi e ausilii, conoscere recapiti e contatti.
All’associazione UIC
sono iscritte la metà delle persone cieche o ipovedenti censite in provincia di Sondrio: 202 su
un totale di 406. «Con
l’attuale congiuntura
economica sfavorevole –
sottolinea la Magro – siamo stati costretti a ri-
La Società Storica Valtellinese, in collaborazione con
parrocchia di Grosio, organizza per sabato 24 una visita guidata da Gabriele Antonioli, vicepresidente
dell’Istituto di Dialettologia e di Etnografia della
Valtellina e della Valchiavenna, ai complessi
architettonici della parrocchiale di San Giuseppe
e della chiesa di San Giorgio. L’iniziativa è aperta a
tutti e il ritrovo è fissato per le ore 14.30 presso il
piazzale della chiesa di San Giuseppe.
durre le nostre attività
e a spendere molte energie per far comprendere
le problematiche del nostro vivere quotidiano,
perché se ne tenga conto nelle modifiche legislative in atto». Nonostante le difficoltà e grazie al sostegno del volontariato, gli uffici dell’Uic
hanno curato con precisione le pratiche, relati-
ve alla presentazione
delle istanze di aggravamento della condizione
visiva e hanno supportato gli utenti nell’iter necessario all’ottenimento
delle agevolazioni cui
hanno diritto. Grazie all’intervento di privati è
stato inoltre possibile
proseguire l’importante
attività dello Sportello
Autonomia.
LA SETTIMANA DI UNITRE
A SONDRIO E A TIRANO
Ecco prossimi incontri nel calendario di
Unitre di Sondrio: venerdì 16, Daniela
Mari, docente di geriatria e gerontologia presso l’Università degli Studi di Milano e direttore dell’U.O. di medicina generale ad indirizzo
geriatrico dell’Istituto Auxologico Italiano, con
l’ausilio di proiezioni in power-point parlerà de
L’osteoporosi: diagnosi e terapia; lunedì 19,
Graziano Barbera, musicologo e direttore del
coro “Claudio Monteverdi” di Morbegno, presenterà la Polacca op. 53 di Fryderyk Chopin;
mercoledì 21, Maria Beatrice Milvio, notaio in Sondrio, con proiezioni in power-point tratterà de Il testamento biologico; venerdì 23, i
soci, che si sono iscritti, potranno assistere con inizio alle ore 19.30 - presso il Teatro alla
Scala di Milano alla messa in scena dell’opera
Lulu di Alan Berg, diretta dal maestro Daniele
Gatti; lunedì 26, Gianpaolo Palmieri, presidente degli apicoltori valtellinesi, presenterà Il mondo delle api e il loro linguaggio. Si
segnala che, per partecipare alla gita di domenica 16 maggio lungo i navigli lombardi Parco del Ticino - Abbiategrasso con visita a
Villa Gaia e al convento e alla chiesa dell’Annunciata ad Abbiategrasso, occorre prenotarsi
entro lunedì 26 aprile. Salvo diversa indicazione, tutti gli incontri si tengono a partire dalle
ore 15.30 presso la sede di Unitre in via Battisti 29.
Questi gli appuntamenti più prossimi
dell’Unitre di Tirano: venerdì 16 alle 15,
Marcello Iafisco curerà il Cine-caffè parlando di Film e registi degli anni ‘50; martedì 20
alle 15, il magistrato Pietro Dalla Pona tratterà de L’Amministrazione di sostegno: una
nuova forma di attenzione al debole; martedì
27, alla stessa ora, l’artista Wanda Guanella
intratterrà sul tema Sulle orme della speranza. Le lezioni si svolgono presso la Sala del
Credito Valtellinese in piazza Marinoni.
CRONACA
Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010
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SONDRIO VITA PASTORALE
La
Chiesa si
rinnova
Foto William
V
enerdì 16 aprile, alle ore
17.00, in Collegiata, a Sondrio, è in calendario un momento di
preghiera, con adorazione eucaristica e la celebrazione del vespro, per
accompagnare con la
preghiera «il rinnovamento riguardante la
vita ecclesiale della città». Qui di seguito riportiamo i testi integrali dei
comunicati rivolti ai fedeli di Sondrio lo scorso
4 aprile.
COMUNICATO
ALLA COMUNITÀ
CRISTIANA
DI SONDRIO
Carissimi sorelle e fratelli di Sondrio,
vi chiedo preghiera e
disponibilità per condividere un profondo rinnovamento riguardante la
vita ecclesiale della città di Sondrio, nella quale abitate.
Dopo aver ascoltato i
Sacerdoti della città,
avendo avuto la loro piena adesione alla proposta, ho chiesto loro di
informarvi sul progetto
pastorale riguardante le
Parrocchie della Beata
Vergine del Rosario e
della Collegiata in
Sondrio.
Saranno loro stessi a
fornirvi i dettagli dei
cambiamenti, nella direzione da me più volte
indicata di una pastorale di grande collaborazione.
Proseguendo e valorizzando il servizio già svolto lodevolmente in questi anni dai sacerdoti
impegnati al servizio di
Sondrio e dai loro collaboratori, diaconi, religiosi e laici, questo progetto di pastorale unitaria
dovrà prevedere dei passi progressivi, il reale
coinvolgimento delle comunità e una precisa
articolazione delle attività e degli organismi pastorali. Mi auguro che
nelle parrocchie e nei
vari ambiti pastorali,
nelle associazioni, nelle
comunità, nei gruppi e
nei movimenti ecclesiali si affronti con responsabilità la fase di preparazione al cambiamento, perché ognuno venga aiutato ad accogliere
con la maggiore disponibilità possibile la nuova
prospettiva.
I sacerdoti stessi, anche attraverso la predicazione e la preghiera,
con l’aiuto dei Consigli
Pastorali, coinvolgeranno tutta la comunità nel
capire e condividere l’attuale necessità di rinnovamento, le sue ragioni,
le sue finalità e le sue
difficoltà, per affrontarla con spirito di comunione e di fede.
L’augurio di una Santa Pasqua, unito al mandato missionario che ci
caratterizza come discepoli di Gesù Cristo, vi
conforti e vi conceda fiducia e speranza.
Domenica di Pasqua
4 aprile 2010
Il vostro Vescovo,
Diego Coletti
COMUNICATO
UNITARIO DEI
SACERDOTI
DELLE PARROCCHIE
DELLA COLLEGIATA
E DELLA BEATA
VERGINE DEL
ROSARIO
IN OCCASIONE
DELLA SOLENNITÀ
DI PASQUA 2010
Monsignor Diego Coletti, Vescovo della Diocesi di Como, ormai da
oltre tre anni sta portando la responsabilità pastorale delle nostre parrocchie, insieme a tutti
i Sacerdoti che collaborano generosamente con
lui.
Con loro, e in particolare con i suoi collaboratori più vicini, il Vescovo ha potuto definire alcuni orientamenti da
proporre e realizzare,
con gradualità ed entusiasmo, su tutto il terri-
torio della nostra vasta
Diocesi.
In sintesi si può dire
che si tratta innanzitutto
di rinnovare in ciascun
cristiano una fede più
ferma e incisiva in
Cristo Gesù, come centro e fine di ogni esperienza cristiana, nella
convinzione che proprio
la riscoperta della centralità della fede in Gesù
sarà in grado di promuovere una maggiore comunione all’interno
delle comunità, una più
fattiva fraternità fra i
sacerdoti e una più consapevole responsabilità missionaria nei confronti di una società sempre più confusa e contraddittoria, e insieme
sempre più bisognosa di
certezze e di testimonianze credibili.
Proprio in ordine a
queste considerazioni,
sembra opportuno che
anche a Sondrio si avvii con rinnovato impegno uno sforzo di rinno-
vamento della comunità cristiana, valorizzando le risorse ecclesiali e pastorali che già ci
sono, facendole convergere con più evidenza in
una pastorale più unitaria ed efficace.
A questo scopo appare
utile contare anche su
nuove risorse sacerdotali che, anche di fronte
alle due comunità parrocchiali e all’intera città, diano più facilmente
un segnale convincente
di percorso nuovo e condiviso.
Il Vescovo intende nominare prossimamente
un nuovo Arciprete di
Sondrio che farà il suo
ingresso, entro la fine
dell’estate, come parroco unico delle due parrocchie, la Collegiata e
la parrocchia della Beata Vergine del Rosario.
Conterà sulla la collaborazione di monsignor
Valerio Modenesi, di don
Silverio Raschetti e di
don Ferruccio Citterio.
Due nuovi Vicari sostituiranno don Fabio Fornera e don Mariano Margnelli che saranno chiamati ad altri servizi in
Diocesi.
Confidiamo che il cambiamento possa essere
più facilmente compreso
e accolto tenendo conto
che monsignor Valerio
Modenesi e don Silverio
Raschetti saranno valorizzati nel contesto cittadino, con residenza
presso l’Arcipretura ristrutturata e con precisi compiti pastorali che
verranno a suo tempo
precisati, per poter offrire al nuovo Arciprete il
prezioso contributo della loro esperienza.
PRIMAVERA DI CULTURA A SONDRIO
L’associazione Amici della Biblioteca di Sondrio
promuove una primavera di cultura con quattro incontri di poesia e due assaggi di lettura “Vi racconto
un libro”. La prima data è il 22 aprile, alle ore 17.00
presso la biblioteca civica Pio Rajna di Sondrio, con
l’incontro di poesia tenuto da Anna Bordoni Di Trapani, socia del sodalizio, sul tema “Ma che cos’è la poesia”. Le iniziative sono promosse in collaborazione
con la civica Pio Rajna. Info: amicibibliotecaso@
gmail.com.
ATTIVITÀ ESTIVE PER I GIOVANI
Lavops, all’interno dell’iniziativa “Io ci sono” e del progetto G.E.d.A.-Giovani Energie di Attivazione, promuove venerdì 16 aprile alle ore 21.00 presso la sede del
CSV di Morbegno in via Morelli, 16, una serata informativa di presentazione di una serie di proposte di
Volontariato all’estero rivolte ai giovani, in particolare in Brasile, Colombia e Moldavia. Info: formazio
[email protected], telefono 0342- 200058.
P A G I N A
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MASSMEDIA
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2009
GOOGLE: CONDANNA PER IL VIDEO DEL DISABILE PICCHIATO
Una sentenza “storica”
l giudice competente ha depositato la sentenza relativa ai tre dirigenti di Google, ritenuti responsabili
della diffusione di un video
in cui si mostrava un alunno
disabile preso in giro e picchiato
da alcuni compagni di scuola. Il
filmato è stato per lungo tempo
uno dei più “cliccati” in rete. Lo
scorso 24 febbraio i tre erano stati condannati a sei mesi, con la
sospensione condizionale della
pena, per violazione della privacy, mentre erano stati assolti
dall’accusa di diffamazione.
Al di là dell’entità della pena e
della sua eventuale efficacia,
sono interessanti alcuni principi
affermati dal giudice nelle 111
pagine della sentenza. Nel caso
specifico, l’informativa sulla privacy era stata in qualche modo
fornita ma - spiega il magistrato
- era “talmente nascosta nelle
condizioni generali di contratto
da risultare assolutamente inefficace per i fini previsti dalla legge”. C’è da aggiungere che certamente nessuno ha chiesto alla
vittima l’autorizzazione per diffondere il filmato di cui era suo
malgrado protagonista.
La condanna era stata duramente criticata dall’ambasciata
Usa a Roma, che aveva rivendicato il “principio fondamentale
della libertà di internet” come
elemento “vitale per la democrazia”. La sentenza risponde indirettamente all’obiezione, laddove
specifica che non può esistere “la
Tele
IL
comando
I
LETTERE
AL DIRETTORE
‘sconfinata’ prateria di Internet
dove tutto è permesso e niente
può essere vietato”, pena una
sorta di “scomunica mondiale del
popolo del web”.
In effetti anche la democrazia
mediatica, come qualunque altra, si fonda non sulla possibilità
per chiunque di fare in assoluto
ciò che vuole, ma su regole di
base condivise e capaci di garantire al contempo i diritti di tutti,
quelli propri come quelli altrui.
Compreso quello di non vedere la
propria persona e la propria immagine date in pasto alla pubblica curiosità senza un esplicito
consenso.
La responsabilità di chi ha girato il filmato è evidente, come
pure lo è - anche se in misura diversa - quella di chi non ne ha
impedito la diffusione. Ma uno
dei dati più inquietanti riguarda
il tempo intercorso tra la pubblicazione del video su Google e l’intervento censorio. Le immagini
erano state realizzate da alcuni
studenti torinesi nel maggio
2006 e caricate sul sito nel settembre dello stesso anno. Soltanto nel marzo 2007 la vicenda era
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l’invio di materiale promozionale.
DELLA DIOCESI DI COMO
il settimanale
balzata agli onori delle cronache,
con il conseguente sequestro del
video e l’avvio delle indagini.
I moltissimi che nel frattempo
hanno visto e rivisto il filmato
non sono meno colpevoli di chi lo
ha realizzato e di chi non ne ha
impedito la divulgazione. Certo,
si può sempre rispondere che lo
si è guardato soltanto “per rendersi conto della brutalità degli
aggressori” oppure “per verificare quanto la rete continui a essere un vero e proprio Far West”…
La realtà è che tutti quanti siamo assai guardoni nel nostro
approccio verso i media. E il fatto che questi ultimi facciano di
tutto per catturare la curiosità
del nostro sguardo non è un motivo sufficiente ad (auto)assolverci. Come tutti i mezzi di comunicazione, Internet è soltanto
uno strumento. La sua positività
e la sua negatività dipendono da
come viene utilizzato. Chissà
perché, di fronte a una pagina
web ci sentiamo tutti più disinvolti e per molti versi più stimolati a farci gli affari altrui. La
connessione è solitamente un’attività individuale, mentre guardare la tv o leggere un giornale
sono comportamenti spesso condivisi in pubblico. Forse per questo molti di noi si sentono autorizzati a spiare le faccende altrui
o a visionare immagini “rubate”
dai molti pirati del web che poi si
divertono a renderle pubbliche.
Un po’ di sana autodisciplina
renderebbe meno necessari gli
interventi istituzionali di censura o di condanna. E indurrebbe
qualche deficiente a resistere
alla tentazione di filmare e rendere pubbliche le sue imprese a
danno degli altri.
Domenica 18 Le frontiere dello Spirito, C5,8,50.
Riflessioni su violenza e conflitti nel mondo con E. Bianchi. A sua immagine, Rai1,
10,30. Racconti di vita,
Rai3, 12,55. Cervelli d’italia.
La Bibbia, R4, 15,45. Film
del 1966. Il faro in capo al
mondo, La7, 18,00. Film
d’avventura con K.Douglas.
Man in black, It1, 19,30.
Film di fantascienza con una
buona dose di ironia e demenzialità. School of rock,
Rai4, 21,10. Film commedia
garbato per famiglie. Tutti
pazzi per amore 2, Rai1,
21,30. Fiction di successo .
Che tempo che fa, Rai3,
20,10. NCIS, Rai2, 21,00.
Telefilm. Report, Rai3,
21,30. Disunione europea. Il
problema della politica estera. Speciale Tg1, Rai1,
23,45. Glob l’osceno del villaggio, Rai3, 23,35. Il bravo
Bertolino continua a parlare
di comunicazione con ironia.
Lunedì 19 Montalbano, Rai1, 21,10. Fiction: La
forma dell’acqua. L’infedele,
La7, 21,10. Attualità con G.
Lerner. Chi l’ha visto?,
Rai3, 21,05. Attualità.
Iyalia’s got talent, C5,
21,10. Spettacolo alla ricerca
di talenti. Galileo, Iris, 22,45
Ottimo film di L.Cavani sul
grande scienziato. Cuore di
tuono, R4, 23,35. Film poliziesco ambientato tra gli indiani d’America. Bello.
Martedì 20 Ballarò,
Rai3, 21.10. Attualità. The
wedding date, C5, 21,10.
Film commedia piacevole.
Hulk, It1, 21,10. Film fantastico per ragazzi. Senza
traccia, Rai2, 21,05. Francesco, R4, 21,10. Biografico
con Raoul Bova. Mandela,
RaiStoria 21,00. Doc.
Mercoledì 21 Donne
detective 2, Rai1, 21,10.
Fiction. I delitti del cuoco,
C5, 21,10. Fiction in 6 puntate con B. Spencer. Le iene
show, It1, 21,10. Programma
pungente che fa le pulci ai
grandi. Memento, Rai4,
21,00. Film drammatico. Leny ha perso la memoria a breve termine, come fare per scoprire l’assassino di sua moglie? La storia siamo noi,
Rai2, 23,40. Documentario.
Giovedì 22 Donne detective 2, Rai1, 21,10. Fiction. Continuavano a chiamarlo Trinità, R4, 21,10.
Western con T, Hill e B.
Spencer. Ris Roma, C5,
21,10. Fiction italiana. Madre terra, Rai Storia 21,00.
Documentari. SOS Tata,
La7, 21,10. Reality istruttivo.
L’uomo dell’anno, R4,
23,45. Commedia con R. Williams comico tv che si candida alla Casa Bianca.
Venerdì 23 Mi manda
Raitre, 21,10. Attualità. La
bussola d’oro, Rai2, 21,05.
Film fantastico per ragazzi.
Gli intoccabili R4, 21,10.
Ottimo poliziesco di De Palma con K.Costner alla caccia
di Al Capone. CSI, It1, 21,10.
Poliziesco. Tv7, Rai1, 22,20.
Attualità. Una questione
privata, Raistoria, 21,00.
Fiction.
Sabato 24 Sulla via di
Damasco, Rai2, 10,15. Rubrica religiosa. A sua immagine, Rai, 17,10. Ti lascio
una canzone, Rai1, 21,10.
Spettacolo con A. Clerici alla
ricerca di nuovi talenti. Mr.
Magorium e la bottega
delle meraviglie, It1, 21,10.
Film fantastico con D.
Hoffman. Ulisse, Rai3,
21,30. La casa del’uomo: storia dell’umanità a partire
dalle sue abitazioni. L’ispettore Barnaby, La7, 21,35.
poliziesco inglese. Bones,
R4,20,30.Telefilm. Tg2 Dossier, Rai2, 23,35. Vivere,
Rai3, 23,40. Documentario.
Gli anni della 2° guerra mondiale visti attraverso gli occhi
di De Sica.
a cura di
TIZIANO RAFFAINI
MARCO DERIU
AMARCORD
DI FRO
“L’uomo di paglia”
La c
Direttore responsabile: A GOSTINO CLERICI
Editrice de Il Settimanale della Diocesi Coop.r
.l.
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Settimanali Cattolici) e all’USPI
Tra il 1956 e il 1959 Germi girò gli unici tre film nei quali compare come attore (in tutti i casi come
protagonista) di cui i primi due, Il Ferroviere e L’Uomo di Paglia, sono degli asciuttissimi melodrammi
mentre il terzo (Un Maledetto Imbroglio) è uno dei migliori noir italiani.
L’uomo di paglia (1958) è una tormentata storia del tipo “Quando la moglie è in vacanza”, che
trafigge il cuore e pesa sulla coscienza dei protagonisti. Un elaborato e lucido confronto tra innamoramento e amore. Tra clandestinità e sensi di colpa, la vicenda di un sentimento “sbagliato” alla
disperata ricerca della sua dignità.
Protagonista è un operaio al quale il regista conferisce una sottile capacità di introspezione psicologica e di disagio esistenziale che allora attirò al film le critiche anche feroci da parte di chi riteneva il film un classico dramma borghese calato in una dimensione operaia che non poteva appartenergli.
Valga per tutte una citazione. Scriveva Umberto Barbaro, nel 1958:«Cari amici, a me questi operai di Germi che si comportano senza intelligenza e senza volontà, senza coscienza di classe e senza
solidarietà umana - metodici e abitudinari come piccoli borghesi - la cui socialità si esaurisce in partite
di caccia domenicali o davanti ai tavoli delle osterie - che non hanno né brio né slanci, sempre musoni e disappetenti, persino nelle cose dell’amore, che ora fanno i crumiri e ora inguaiano qualche brava ragazza, spingendola al suicidio - questi operai di celluloide, che, se fossero di carne ed ossa, voterebbero per i socialdemocratici e ne approverebbero le alleanze, fino all’estrema destra, non solo sembrano caricature calunniose ma mi urtano maledettamente i nervi».
Si dice che ormai, travolti dal nuovo che avanza, negli anni a venire gli operai saranno sempre
meno, fino a scomparire del tutto.
Ci resteranno solo gli operai di celluloide di Pietro Germi.
L’uomo di paglia; Domenica 18 Aprile 2010; Ore 9,25; Raitre
a cura di
DANIELA GIUNCO
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sguardo
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Ci aug
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sforma l
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