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DELLA ANNO XXXV 17 APRILE 2010 E 1,20 15 DIOCESI DI COMO PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A. SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO Cari amici, questa è la vera ragione di speranza dell’umanità: la storia ha un senso, perché è “abitata” dalla Sapienza di Dio. E tuttavia, il disegno divino non si compie automaticamente, perché è un progetto d’amore, e l’amore genera liber tà e chiede liber tà. libertà libertà. Il Regno di Dio viene cer tamente, certamente, anzi, è già presente nella storia e, grazie alla venuta di Cristo, ha già vinto la forza negativa del maligno. Ma ogni uomo e donna è responsabile di accoglierlo nella pr opria vita, gior no per propria giorno gior no. Per ciò, anche il 2010 giorno. Perciò, sarà più o meno “buono” nella misura in cui ciascuno, secondo le proprie responsabilità, saprà collaborare con la grazia di Dio. NEL QUINTO ANNIVERSARIO DELLA SUA ELEZIONE (Benedetto XVI, Angelus, 3 gennaio 2010) Papa Benedetto, in mezzo a noi! I l 19 aprile di cinque anni fa - anche allora era un lunedì - venne eletto papa il card. Joseph Ratzinger che prese il nome di Benedetto XVI. Non passò molto tempo - anche i papi godono di una breve “luna di miele”? - e si ebbero le prime avvisaglie di una strategia offensiva che cercava di mettere in cattiva luce la persona di papa Benedetto XVI in modo subdolo, usando l’arma dello scandalo tanto cara al nostro mondo mediatico. Si è cercato di dipingerlo ora come il nemico dell’Islam – è la polemica seguita alla lezione di Ratisbona del settembre 2006 ora come il negatore del cammino di amicizia con gli ebrei – pensiamo al caso Williamson scoppiato nel gennaio 2009, ma anche al recentissimo caso Cantalamessa – ora come l’affossatore dell’ecumenismo e il tradizionalista ripiegato su un passato preconciliare. E sono solo i capitoli più ricorrenti in Sindone SABATO 10 APRILE È INIZIATA L’OSTENSIONE DELLA SINDONE. IN VISTA DEL PELLEGRINAGGIO DIOCESANO A TORINO DEL 4 MAGGIO 2010, NON PERDERE IL PROSSIMO NUMERO DE «IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO» CHE CONTERRÀ UN INSERTO SPECIALE questi anni, dentro e fuori la Chiesa, quella Chiesa di cui proprio il card. Ratzinger, durante la Via Crucis del 2005, aveva deplorato la «sporcizia». Da ultimo, ecco riaprirsi lo scandalo della pedofilia, colpa gravissima di cui si sarebbero resi colpevoli sacerdoti protetti dalla gerarchia della Chiesa e, in primis, dal card. Ratzinger, quando era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, durante il pontificato di Giovanni Paolo II. La grande stampa internazionale ha addirittura operato una precisa selezione dei crimini, così da poter colpire personalmente il pontefice. Sembra il bollettino di una guerra, che avrebbe lasciato sul campo qualunque generale. Invece, abbiamo sempre avuto in mezzo a noi un uomo – papa Benedetto XVI – capace di reagire con ponderazione e fermezza. Nella domenica delle Palme non ha esitato a tacciare tanta di questa «sporcizia» che circola nei media mondiali con il nome giusto: «chiacchiericcio», da cui non lasciarsi impressionare. Eppure la gente rischia di cadere nella rete della disinformazione e nella trama di chi vuole infangare il Papa. E chi gli è vicino lo dice provato da questa ignobile campagna condotta con l’appoggio dei moderni bombardieri, i quotidiani e i siti internet, e appoggiata dal silenzio o dalla “cultura del sospetto” di alcuni, che pure si dicono cristiani. Sia chiaro, la Chiesa deve evitare il panico e deve saper riconoscere le proprie colpe, ma è chiamata a gestire sapientemente la sua immagine, difendendola da attacchi ingiustificati e salvaguardando la buona fede della gente più semplice. Chi scrive fu tra i firmatari di un appello alla RAI perché non mandasse in onda nel maggio 2007 un documentario-spazzatura della BBC (punteggiato da affermazioni clamorosamente false o fondate sull’ignoranza dei più elementari principi del diritto canonico) che, già allora, cercava di colpire papa Benedetto XVI sul terreno della pedofilia. Il documentario andò poi in onda in una puntata di “Annozero” di Santoro. Ora, la polemica è ripresa ancora più veemente. E che si tratti di un attacco ad personam, lo dimostra, tra gli altri, un fatto. L’associazione “Meter” di don Fortunato Di Noto nell’ultima settimana ha denunciato più di 500 siti pedopornografici e ha fatto segnalazioni dettagliate su situazioni delicatissime, ma non c’è un quotidiano – eccetto Avvenire – che riprenda la notizia. Un conto è il Papa – che si attacca con incredibile gratuità – e un conto è il mercato globalizzato ed economicamente proficuo della pornografia – che invece non si tocca! Viene il sospetto che le vittime della pedofilia – sicuramente anche quelle di cui si sono resi colpevoli alcuni sacerdoti, ma perché non parlare anche di registi, giornalisti, avvocati, medici, magari ebrei o musulmani o agnostici e atei? – non interessano veramente gli orditori di questa trama anticattolica. Usano la pedofilia come un pretesto contro il Papa e contro la Chiesa. Come già fecero i farisei che un giorno portarono a Gesù una donna sorpresa in flagrante adulterio, non perché avessero a cuore la sua vita o quella delle persone coinvolte e vittime di quell’adulterio, ma solo per screditare Gesù agli occhi della gente. L’operazione fallì. L’adulterio non venne cancellato dalla lista dei peccati. La donna tornò a casa perdonata. Gesù s’avvicinò ancora di più al suo martirio... La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, ha invitato tutte le comunità ecclesiali lunedì 19 aprile “a stringersi nella preghiera intorno al Papa, centro di unità e segno visibile di comunione”. In tale occasione, “si individueranno a livello locale le forme più adatte (quali, per esempio, l’Eucaristia, la liturgia della Parola, veglie di preghiera, l’adorazione eucaristica e la recita del rosario) per rendere grazie a Dio per il magistero illuminato e la cristallina testimonianza del Papa”. “Nello stesso tempo, in quest’ora di prova – si legge ancora nel comunicato - la Chiesa in Italia non viene meno al dovere della purificazione, pregando in particolare per le vittime di abusi sessuali e per quanti, in ogni parte del mon- do, si sono macchiati di tali odiosi crimini”. “Confidando nella Sua parola”, la Cei infine “implora dal Signore energie nuove, perché ne rafforzi la passione educativa, sorretta dalla dedizione e dal generoso impegno di tanti sacerdoti che, insieme ai religiosi, alle religiose e ai laici, ogni giorno si spendono soprattutto nelle situazioni più difficili”. È un modo per essere insieme cristiani e cittadini del mondo, laici e credenti. Cerchiamo di non essere timorosi e, in autentico spirito di preghiera, mostriamo che la nostra fede in Gesù Cristo trova la sua più bella incarnazione nella Chiesa, formata da uomini e donne capaci di peccato, semper reformanda, ma già ora, nel mistero della redenzione, «una, santa, cattolica, apostolica». È la Chiesa che papa Benedetto da cinque anni ci testimonia, stando in mezzo a noi. don AGOSTINO CLERICI LIBRETTO PER LA BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE SONO DISPONIBILI ANCORA COPIE Prenotazioni (da lunedì a venerdì, dalle ore 8.30 alle ore 18.30): 031-263533 P A G I N A 2 RIFLESSIONI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 LA CARNE E IL CUORE NOVITÀ IN LIBRERIA STORIE DI DONNE I PADRI E LA PAROLA DI DIO T estimonianze di una femminilità diversa, fuori dagli schemi, libera da pressioni sociali e dogmi ideologici, che si confronta apertamente sui temi della maternità, fortemente voluta, rimandata o rifiutata, della clausura, della lotta sul lavoro, della pubblicità, dell’educazione. In questo libro Carlo Bellieni lascia la parola alle donne, porgendo l’orecchio con grazia ed attenzione alle loro storie, e invita i suoi lettori a riflettere su quali siano i reali desideri delle donne di oggi, troppo spesso messi a tacere o condizionati dai modelli culturali contemporanei. Da questi racconti traspare una grande preoccupazione per il futuro, frutto di una tendenza sociale che, invece di proteggere le donne, le lascia sole davanti alle scelte importanti e troppo spesso preclude loro la possibilità concreta di fare progetti a lungo termine in cui sentirsi pienamente realizzate. Un libro dedicato a tutte le donne che non si riconoscono nei modelli di omologazione e perfezione estetica, imposti dalla nostra società attraverso la sovraesposizione mediatica di un corpo femminile irreale, pensato solo a uso e consumo della pubblicità e del desiderio maschile, e che hanno scelto di ribellarsi a “quello che ci si aspetta da loro” e scegliere la via più diffìcile, forse, ma che indubbiamente meglio rappresenta un’idea chiara e personalissima di essere donna. MARIAVERA SPECIALE CARLO BELLIENI (a cura di), La carne e il cuore: storie di donne, Cantagalli, pagine 116, euro 9,00 ELLEDICI PER L’OSTENSIONE DEL SACRO LINO La Sindone spiegata anche ai bambini S abato 10 aprile ha avuto inizio l’Ostensione della Sindone (un inserto speciale sul prossimo numero de Il Settimanale della diocesi di Como). Parecchie case editrici colgono questa occasione per presentare novità o ristampare guide e monografie dedicate all’argomento. L’Editrice Elledici - che ha la sua sede proprio a Torino - offre in questi giorni importanti novità sull’argomento: una ricca serie di sussidi per preparare, vivere e rivivere l’esperienza del pellegrinaggio o semplicemente per informarsi e meditare. La proposta editoriale viene incontro a tutte le esigenze ed ha l’avvallo scientifico di esperti quali mons. Giuseppe Ghiberti (presidente della Commissione Diocesana della Sindone) e Bruno Barberis (direttore Scientifico del Centro Internazionale di Sindonologia). Il nuovo volume scritto da più autori Sindone: Vangelo, Storia, Scienza (pagine 296, euro 16,00) raccoglie una serie di saggi dei più noti ed apprezzati studiosi del telo sindonico (fra i quali il nuovissimo L’immagine «inspiegabile». Studio crìtico di una vera sfida scientifica del francese Yves Saillard) da ritenersi come il “punto fermo” sull’attuale situazione degli studi sul sacro Lino. Ma soprattutto sono interessanti tre proposte per bambini e ragazzi. Bruno Ferrero e Anna Peiretti hanno preparato il libricino La Sindone raccontata ai bambini (pagine 16, euro 1,80): due bambini, facendo una ricerca scolastica su Torino, si imbattono per caso nel “Museo della Sindone”. Inizierà per loro un viaggio straordinario: scopriranno la storia e le curiosità sull’”oggetto più misterioso del mondo”. Bruno Barberis firma l’agile volumetto La Sindone spiegata ai ragazzi (pagine 48, euro 4,00), un bel libro illustrato, una guida storico-scientifica essenziale, scritta con linguaggio adatto ai ragazzi d’oggi, ma utile a tutti. Infine - autore è lo stesso Barberis - c’è un agile opuscolo illustrato intitolato Sindone. Il messaggio universale (pagine 32, euro 2,00): pensato come una guida storico-scientifica essenziale, scritta con linguaggio adatto ai ragazzi d’oggi e studiato per un utilizzo scolastico e catechistico. a cura di AGOSTINO CLERICI Cominciamo con un volume, che è ormai da considerarsi un classico nel suo genere, e in cui Jean Daniélou si propone di trattare dell’incontro che, tra II e III secolo, il messaggio cristiano ha con l’ambiente ellenistico e degli aspetti che di quest’ultimo trattiene nell’elaborazione del proprio pensiero. La materia, di per sé immensa, è indagata attenendosi a quanto appare più significativo nel contatto col mondo greco, senza trascurare tuttavia la tradizione ecclesiale e l’eredità giudeo-cristiana. L’interesse del saggio non sta soltanto nella ricchezza della documentazione, ma anche nell’interpretazione proposta, ancor oggi interessante per l’acume e la cultura con cui l’autore riesce a offrire il quadro delle problematiche d’insieme. Esaurita l’edizione del 1975, le edizioni Dehoniane di Bologna ripropongono questo classico nella collana “Economica” che vanta già titoli prestigiosi. JEAN DANIÉLOU, Messaggio evangelico e cultura ellenistica, EDB, pagine 634, euro 31,50. Nell’undicesimo centenario della fondazione di Cluny (910 – 2010) le Edizioni Paoline offrono in prima traduzione italiana 41 delle 193 lettere dell’epistolario di Pietro il Venerabile,“che rimane la fonte principale per scoprire l’uomo e il suo inserimento nel XII secolo” (Torrell Bouthillier). Accanto a “trattati”, come la Lettera 20 sulla vita solitaria, o la Lettera 111 a Bernardo, autentico manifesto contro ogni fondamentalismo, troviamo scritti che hanno per tema l’amicizia, la vocazione religiosa, la preghiera, la speranza oltre la morte; altri che mostrano un saggio uomo di governo, tanto energico nel difendere i diritti della “chiesa cluniacense” quanto deciso a riformare la vita monastica, un cuore misericordioso che accoglie il perseguitato Abelardo, un intellettuale singolarmente attento all’emergere dell’Islam, di cui fa tradurre il Corano.La grande varietà dei destinatari, la diversità delle loro posizioni nella società civile e nel mondo ecclesiale, la complessità dei problemi affrontati di volta in volta permette di tracciare un affresco molto ricco sul panorama della prima metà del sec. XII. Il testo si avvale della traduzione e di una approfondita introduzione di Domenico Pezzini, apprezzato studioso in ambito medioevale. PIETRO IL VENERABILE, Un monaco nel cuore del mondo. Lettere scelte, Paoline, pagine 448, euro 32,00. La collana “Testi patristici” di Città Nuova non ha bisogno di presentazioni ed è giunta al volume numero 211. Il commento di Girolamo alla lettera agli Efesini e alla lettera a Tito (386 d.C.) si caratterizza per una grande varietà di approcci al testo: storico, letterale, morale, spirituale allegorico. L’indagine di Girolamo si dispiega soprattutto sul piano linguistico: ottimo conoscitore del latino e del greco e discreto conoscitore dell’ebraico, fa continue osservazioni sulla sintassi e la grammatica del testo, sul lessico, sui problemi di traduzione da una lingua all’altra, sulla punteggiatura, sugli errori nella trasmissione dei manoscritti. GIROLAMO, Commento alla lettera agli Efesini. Commento alla lettera a Tito, Città Nuova, pagine 352, euro 35,00. TERZA DOMENICA DI PASQUA - ANNO C Parola FRA noi AT 5,27-32.40-41 SAL 29 AP 5,11-14 GV 21,1-19 Il Risorto abita dentro la trama di una vita normale di don AGOSTINO CLERICI TERZA SETTIMANA del Salterio LA PASQUA DEI SETTE DISCEPOLI PESCATORI S ette apostoli insieme sul mare di Tiberiade: tutto sembra tornato indietro di tre anni. Gli apostoli sono ridiventati pescatori... di pesci? Sembra di sì. Cristo è risorto, ma il filo della vita quotidiana riprende. Vuol dire che la risurrezione di Gesù non è un fatto che cambia la vita come potrebbe cambiarla la vincita milionaria ad una lotteria. Non è un fatto così. Quegli uomini a cui il Risorto si è già manifestato sono normali, hanno fame, e, siccome devono procurarsi il cibo, lo fanno nel modo in cui sono esperti. Che cosa fanno di mestiere? I pescatori. Allora, escono a pescare. Vale a dire: il Risorto abita dentro la trama di una vita normale, non scombussola le regole della storia, non toglie la fatica quotidiana. È confortante sapere che è stato così anche per gli apostoli, perché è esattamente quello che è capitato a noi: è venuta Pasqua, abbiamo celebrato la gioia del Risorto, continuiamo a celebrarla in questo tempo solenne sino a Pentecoste, eppure abbiamo l’impressione che la vita sia la stessa di prima, e tutte le mattine dobbiamo uscire di casa… a lavorare. Come prima. Non solo. A Pietro e agli altri non è risparmiato il fallimento: continuano a fare l’esperienza più frustrante per un pescatore, quella di stare fuori in mare tutta la notte e non pescare nulla. Che diamine! È risorto o non è risorto questo Gesù Cristo? Siamo o non siamo i suoi apostoli? Non si è rivelato a noi annunciando cose grandi? Come si spiega allora questa ennesima esperienza deludente di una rete vuota? È forte la tentazione di pensare che in fondo non è cambiato proprio nulla. Non solo bisogna uscire a pescare, ma c’è ancora la possibilità di non pescare nulla! A che serve la fede in uno che è tornato dal regno dei morti, in un Risorto, se poi non ho nemmeno il privilegio di una rete piena di pesci? Per fortuna, c’è il Risorto sulla riva del mare. Ma per accorgertene devi essere uscito con la barca a pescare e aver fatto l’esperienza di un fallimento umano. Se credi, però, ecco che la vita in qualche modo cambia. Ecco che la voce del Signore ti raggiunge. Tu sei sulla barca, ma sulla riva c’è il tuo Salvatore. E ti consiglia, ti dice come devi fare. Paradossale che a istruire dei pescatori di professione circa il dove gettare le reti sia uno che di mestiere ha fatto il falegname! Talvolta anche nella nostra vita è così: l’aiuto arriva nel modo più semplice, forse il consiglio stesso ci sembra banale, ma se la voce da cui arriva è quella del Signore, vale la pena fidarsi della sua parola e gettare le reti come Lui vuole, dove Lui indica. La sovrabbondanza della pesca fatta seguendo le indicazioni di Gesù rimane nascosta sino alla riva, non può essere verificata se non dalla sensazione data da quelle reti che devono essere colme per stare sott’acqua, non può essere contata (ma lo sarà, alla fine). Così è di ogni azione di pesca operata dai cristiani: il risultato resta nascosto sino alla fine, non ci è quasi mai permesso di quantificarlo, visto dal di fuori può anche non apparire un successo. Eppure è solo così che la Chiesa nata dalla risurrezione del suo Signore prosegue il suo cammino nella storia: con le reti che sono in fase di riempimento, ma con i pesci che saranno contati solo a riva e, per ora, restano sott’acqua. Quindi, da parte nostra, nessuna fretta, nessuna paura, nessuna angoscia, ma un grande senso di responsabilità e di impegno nell’evangelizzazione e nella testimonianza. È vero, è il Signore che pesca dalla riva, ma vuole Pietro e i suoi saldamente sulla barca, di notte e di giorno, pronti a seguire i suoi consigli, allenati alla fatica, impermeabili alle delusioni. Così vuole anche noi, sulla barca ma senza la pretesa di conteggiare da lì la pesca. P A G I N A 3 SOCIETÀ PRIMOPIANO IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 DENTRO AL CERN UNA GIOVANE COMASCA CI SPIEGA I SEGRETI DELLA RICERCA CHE CAMBIERA’ IL MONDO O QUASI VIAGGIO AL CENTRO DELLA MATERIA C anche un 30 marzo scorso al Cern di Ginevra, il più grande laboratorio di fisica delle particelle al mondo, quando è andato in scena il primo atto di un esperimento internazionale che potrebbe rivoluzionare le conoscenze scientifiche in materia. Tra gli oltre dieci mila scienziati impegnati al Cern, quel pomeriggio di fine marzo, c’era anche Silvia Taroni, dottoranda in fisica delle particelle all’Università di Milano Bicocca, all’interno della collaborazione tra il Cern e l’Istituto Italiano di Fisica Nucleare. La incontriamo a Carate Urio, dove vive, approfittando del suo rientro per le vacanze di Pasqua. “Sono passati alcuni giorni ma ancora non mi sono ripresa”, racconta sorridendo. Un primo tentativo di far partire l’esperimento nell’autunno del 2008 si era interrotto nelle fasi preparatorie a causa di un guasto. “Al momento della prima collisione – racconta – ero all’interno della sala operativa. Si respirava un’aria di grande tensione per la pressione dei media venuti a seguire l’esperimento. Fortunatamente è andato tutto bene e alle 13.06 è avvenuta la prima collisione, salutata da un lungo applauso e da grida di gioia”. Prima di qualsiasi altra domanda, è vero che l’esperimento del Cern è pericoloso e potrebbe addirittura, Uno dei rilevatori del CERN come sostenuto da alcuni, costituire buchi neri in grado di risucchiare il mondo? “State tranquilli la fine del mondo non inizierà a Ginevra! (sorride ndr). Alcune teorie prevedono la creazione di nano buchi neri ma vivrebbero per frazioni infinitesime di secondo. Siamo lontani dai buchi neri presenti nello spazio, che inghiottono luce e materia, quindi non c’e` da preoccuparsi”. Perché l’esperimento del Silvia Taroni (quarta fila dal basso - sulla sinistra) nella foto di gruppo Cern è così importante? “Per prima cosa bisogna ricordare che al Cern è in funzione l’acceleratore di particelle più grande (ben 27 km) e potente del mondo, chiamato LHC. L’idea alla base dell’esperimento è quella di spingere due fasci di protoni (una della particelle che compongono l’atomo) che corrono in direzioni opposte a scontrarsi nel tentativo di frantumarli e generare, con l’energia rilasciata, nuove par- ticelle. Ogni giro i fasci sono costretti a collidere quattro volte, in prossimità di grandi rilevatori che fotografano ogni attimo dell’impatto. Noi sappiamo da altri esperimenti che esistono altre particelle oltre a quelle già studiate in dettaglio ma poco sappiamo della loro composizione e delle loro caratteristiche fisiche. Lo scopo e` indagare la fisica che ancora non conosciamo gettando uno sguardo verso l’ignoto”. Nel tunnel GLI ESPERIMENTI DEL CERN RIACCENDONO IL DIBATTITO TRA FEDE E SCIENZA “SOLO INSIEME POSSONO SPIEGARE IL MISTERO” recenti esperimenti di fisica delle particelle che si sono svolti presso l’acceleratore del Cern di Ginevra ci offrono lo spunto per qualche riflessione riguardo il rapporto che intercorre tra la scienza, studiata e approfondita dall’uomo attraverso la ragione, e la fede. Possiamo iniziare la nostra riflessione ponendoci una domanda: perché l’uomo studia la scienza? Perché l’uomo indaga la realtà che lo circonda? Soffermandosi un istante a riflettere, ci si rende conto di come la ricerca scientifica di base (e gli esperimenti del Cern, in prima istanza, ne fanno parte) fornisca risultati che non hanno una ricaduta diretta sulla vita dell’uomo, permettendo di ricavare informazioni che, in un certo senso, non servono a nulla. Non servono a nulla se I La riflessione di Alberto Dolcini, laureato in astrofisica nel 2007 e, attualmente, al secondo anno di teologia al Seminario diocesano di Como non a soddisfare quella profonda curiosità che abita l’uomo e che lo spinge a trovare il senso della propria vita, a partire dal senso intrinsecamente presente nella realtà che lo circonda. La ricerca dell’uomo, supportata dalla sua ragione, nasce dunque da questo desiderio che egli sente nel profondo del suo cuore e che lo spinge ad aprirsi ad una realtà che si rivela essere comprensibile e fonte di stupore. Così l’uomo si rende conto di quanto sia grande la sua ragione, capace di leg- gere il libro della natura, di scrutarne i segreti e di svelarne il funzionamento. La storia della scienza ci mostra quali grandi conquiste l’uomo, attraverso la ragione alimentata da questo desiderio, ha compiuto in campo scientifico e quante ancora oggi continua a farne. Nonostante ciò, nel cuore dell’uomo in ricerca continua a sussistere questo insaziabile desiderio che la scienza, da sola, non riesce a spegnere. L’uomo si trova di fronte al mistero della sua esistenza, ad una realtà che si svela ed è comprensibile alla ragione, ma che è anche immensamente più grande e continuamente sfugge e si nasconde. E’ questo mistero, insondabile e sfuggente ma anche profondamente affascinante, che apre l’uomo alla dimensione della fede; ciò che è impenetrabile per la sola ragione, è illuminato dalla fede in un Dio che si rivela e che mostra nel suo volto d’amore il fine ultimo della realtà e dell’uomo. Questa fede non rinnega la ragione, anzi la stimola ad approfondire sempre più i suoi studi, acquisendo nuove conoscenze da sottoporre all’esame della fede stessa: si crea così un circolo ermeneu-tico tra scienza e fede che illumina il mistero dell’uomo da entrambe le direzioni. Solo la stretta collaborazione tra questi due importanti aspetti consente all’uomo la sua più profonda ed autentica realizzazione. La scienza attraverso la ragione e la fede non sono in contrasto, dunque. Anzi costituiscono due ambiti fondamentali attraverso cui l’uomo è chiamato a indagare sul senso della realtà e ad illuminare il bellissimo mistero della propria vita. ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ era ’ pezzetto di Como il Qual è la particolarità di questo esperimento? “E’ l’energia a cui vengono fatte scontare le particelle ad essere differente. Fino ad oggi gli acceleratori erano arrivati a 1.96 TeV (l’unità di misura ndr), al Cern siamo arrivati a 7 TeV: oltre tre volte. E’ un po’ come passare da una cinquecento ad una Ferrari” Questo cosa cambia? “Fino ad oggi la fisica delle particelle, ovvero, quella branca che indaga i componenti della materia, è stata spiegata attraverso un modello chiamato standard. Alcune ricerche negli ultimi decenni hanno rivelato come questa teoria spieghi bene dei fenomeni ma, ve ne siano altri che sfuggono. Questo ha spinto gli scienziati a credere che vi siano leggi al di là della fisica fino ad oggi conosciuta , presupponendo l’esistenza di particelle ad oggi sconosciute. Il più ricercato è il Bosone di Higgs. Due degli esperimenti del Cern hanno la ricerca di questa particella come primo obiettivo del programma”. La famosa “particella di Dio”, di cosa si tratta? “Questa definizione è stata da un lato la sfortuna e dall’altro la fortuna dell’esperimento perché ne ha fatto crescere la risonanza ma anche i malintesi. Non è facile spiegare cosa sia il Bosone di Higgs ma, per semplificare, potremmo dire che sia questa particella a dare massa a tutte le altre, alla materia”. C’è persino chi ha parlato di ricreare il Big Bang e l’origine dell’universo? “Si è parlato di Big Bang perché nell’istante dell’impatto tra i fasci l’energia generata è talmente alta da avvicinarsi a quella che ha dato origine all’universo. Ma nel nostro caso tutto avviene molto più in piccolo, sono fenomeni che hanno dimensioni infinitesimali”. Scusi la domanda: che senso ha tutto questo? “Mi sta chiedendo quali implicazioni avrà un’eventuale scoperta sulla vita della gente comune? Forse nessuna, direi che il fine ultimo della ricerca è la ricerca stessa. Anche se il lavoro di preparazione dell’esperimento sta già avendo ricadute nella nostra vita”. In che senso? “Nella costruzione dell’acceleratore, dei rilevatori e dei software sono state utilizzate tecnologie nuove, create appositamente, che, come già avvenuto con altri esperimenti, finiranno per essere utilizzate in ambiti quotidiani. Basti pensare alle ricadute che queste scoperte potranno avere nel mondo della fisica medica (strumenti per la diagnostica per immagini o nella cura dei tumori – basti pensare ai sistemi di radioterapia), nel campo dei conduttori e dei materiali, dei sistemi di controllo. Per non parlare dell’informatica e delle comunicazioni: il World Wide Web, che tutti oggi conosciamo e utilizziamo per navigare in rete attraverso vari siti, ad esempio, è nato proprio al Cern nel 1989 per favorire lo scambio di dati tra ricercatori. Per questo nuovo esperimento è stata creata un nuovo protocollo chiamato Grid che si appresta a diventare WEB del futuro”. MICHELE LUPPI SOCIETÀ P A G I N A 4 INTERNIESTERI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 COLPO D’OCCHIO NIENTE DI NUOVO: DAGLI ASSI STORICI AL CLORO AL CLERO iente di nuovo sotto il sole. È sempre tempo di assi. No, non parliamo degli assi di briscola ma di assi politici, e non nel senso di “campioni”, che ormai nella politica non ci sono più. Ai giornali il termine “asse” piace particolarmente: per la sua brevità si presta a fare i titoli, condensando in una sola parola il concetto di alleanza, di concordanza di vedute e di intenti. Buono per tutte le stagioni, alla prima occasione che càpita, pàffete, ecco rispuntare l’asse. Questa volta è stato l’incontro BerlusconiSarkozy a far rispolverare ai giornali la storia dell’asse. Il Tempo titolava: “Dal nucleare alla difesa - Nasce l’asse ItaliaFrancia”. Il Giornale, tra il duro e il confidenziale, annunciava: “La corsa al nucleare riparte sull’asse di ferro SilvioSarkozy”; visto che c’era, avrebbe potuto sostituire “l’asse di ferro” con “il patto d’acciaio” e la storia ne avrebbe guadagnato. Altri, come L’Arena, nello storico incontro vedevano la nascita “dell’asse Roma-Parigi”. Meno male che, in simili occasioni, a nessuno viene in mente di scrivere l’Asse, con la maiuscola. Ma non solo i vertici internazionali, anche fatti più circoscritti, casalinghi per non dire caserecci, offrono l’estro per tirar fuori l’asse… dalla manica. Nel medesimo giorno l’altro quotidiano romano, Il Messaggero, titolava: “I fondatori del Pdl divisi - Torna l’asse Colle-Camera”. Dove qui l’asse si riferiva a una presunta sintonia tra il presidente della Repubblica e il presidente della Camera Fini nel bocciare alcune proposte in tema di riforme della Lega Nord benedette da Berlusconi. In precedenza molti giornali, e non solo romani, avevano visto sorgere sui colli fatali “l’asse Polverini-Alemanno”, mentre la pillola abortiva Ru486 faceva nascere, a detta del Secolo XIX, “l’asse Vaticano-Lega”. Nulla di nuovo sotto il sole, anche passando ad altro. La vecchia imprecazione anticlericale “Cloro al clero” è passata di moda. Roba d’altri tempi. Ora sostituita dalla generalizzazione secondo cui il clero, per dire tutti i preti, sarebbe pedofilo. Insomma, dall’aggressione “chimica”, tutto sommato innocua, si è passati all’aggressione mediatica, più subdola, sostenuta da giornali e agenzie (alcuni e alcune) con ostinazione fin troppo sospetta. Passerà. La Chiesa ha visto passare ben altro. Per finire con un sorriso ricordiamo l’episodio del parroco romano che una mattina, nel pieno degli anni della contestazione, si vide imbrattato il muro esterno della sua chiesa dalla scritta vistosa in vernice rossa: “Cloro al clero”. Prima di farla cancellare il parroco non resistette alla tentazione di rispondere per le rime all’ignoto imbrattatore. Per due giorni e due notti si poté leggere sotto il risicato “Cloro al clero”, ugualmente vistoso e in vernice rossa, uno scioglilingua senz’altro migliore: “E cloro a coloro che dicono cloro al clero”. N PIERO ISOLA EUROPA VERSO LA GRECIA Pronto il “meccanismo di soccorso” D opo qualche legittima perplessità, indugi più o meno prevedibili, mezze promesse e pacche sulle spalle, l’Europa comunitaria ha mosso un passo importante in direzione di Atene. La Grecia ha, per diverse ragioni e anche per qualche colpa politica interna, i conti fuori posto. Non è l’unico Paese in Europa ad attraversare difficoltà finanziarie (ne sanno qualcosa Portogallo, Irlanda, Italia e Spagna che, assieme alla stessa Grecia, sono definiti in modo dispregiativo Piigs dalla stampa britannica): la crisi ha colpito a ogni latitudine, anche se è un dato di fatto che l’economia della patria di Socrate e Omero traballa, innescando a sua volta disagio sociale e un grave malcontento nell’opinione pubblica. La Grecia, però, fa parte della zona euro e, come tale, ha bisogno del sostegno solidale degli altri 15 Stati che adottano la moneta unica, non fosse altro che per evitare di trascinare con sé la valuta europea e le economie che ad essa si affidano: dalla Germania alla Francia, dall’Italia al Belgio, dalla Spagna alla Slovacchia e così via. Dell’argomento si era parlato sia al vertice dei capi di Stato Ue di febbraio, sia a quello di marzo. Nel frattempo erano intervenute trattative informali, diplomatiche e politiche, coinvolgendo la Bce, custode dell’euro, il Fondo monetario internazionale, il settore bancario privato. Infine, con la teleconferenza di domenica 11 aprile, i ministri delle finanze dell’Eurogruppo, capitanati dal lussemburghese Jean-Claude Juncker, hanno stabilito i particolari dell’operazione: il piano durerà tre anni, vengono messi a disposizione per il primo anno 30 miliardi che ognuno degli altri 15 Paesi dell’euro verserà – qualora richiesti dalla Grecia – in base alle quote di capitale sottoscritte nella Bce (per l’Italia si tratta di circa 3,7 miliardi). Il tasso sarà del 5%, due punti e mezzo in meno di quello che Atene paga sul mercato. Il Fmi aggiungerà per parte sua una cifra compresa tra i 10 e 15 miliardi di euro. La cifra andrebbe a coprire quasi totalmente l’ammontare dei bond in scadenza quest’anno; i fondi dei prossimi due anni verranno stabiliti in base alla evoluzione della situazione e dei mercati. Il meccanismo di soccorso entrerà però in vigore solo se e quando il governo di Atene lo richiederà. Le prossime tappe operative saranno condotte dalla Commissione Ue e dalla Bce d’intesa con le autorità elleniche. Per il ministro delle finanze greco Giorgio Papaconstantinou si tratta di un meccanismo che va considerato come “una rete di sicurezza” e che verrà utilizzato “solo se necessario”. Il premier Giorgio Papandreou ha invece specificato: “Il punto è vedere se il meccanismo convincerà i mercati” e per questo l’intervento europeo va inteso come “un’arma sul tavolo” per scoraggiare gli speculatori e consentire di ridurre i tassi. Nel frattempo il governo dovrà attuare i tagli e le misure promesse per riequilibrare i conti pubblici. Il riassunto più efficace dell’operazione si deve però al presidente della Commissione José Manuel Barroso: “L’Europa si è dimostrata solidale e responsabile”, ha detto, e “l’accordo aiuterà la Grecia a correggere in maniera vigorosa gli squilibri delle sue finanze e a fare le riforme strutturali necessarie”. GIANNI BORSA ATTACCHI ALLA CHIESA Con fermezza e serenità Certo preti pedofili ci sono, sono piccoli numeri, e vanno adeguatamente e fermamente sanzionati, come il Papa e la Chiesa da tempo stanno facendo e sono risoluti a fare. Benedetto XVI ne ha già dato più volte toccante testimonianza. Ma nel grande chiasso mediatico di questi giorni c’è anche altro, su cui bisogna serenamente e attentamente riflettere. È infatti in atto una campagna trasversale e transnazionale, che ha come obiettivo proprio il Papa. In una lunga e articolata intervista a SIR Europa, Andrea Riccardi ha giustamente ricordato che questo tipo di campagna non è un fenomeno nuovo: basta ritornare indietro di una trentina d’anni, alla seconda metà degli anni Sessanta, in particolare dopo l’enciclica “Humanae vitae” di Paolo VI, quella in cui condannava la contraccezione. L’ultimo decennio di quel pontificato e i primi anni di Giovanni Paolo II sono stati oggetto di durissime critiche sui giornali e, in generale, nel sistema della comunicazione, che peraltro oggi è sempre più forte pervasivo. Si tratta di stagioni differenti, osserva giustamente Riccardi, caratterizzate da critiche di carattere diverso, che non vanno confuse tra di loro. Indubbiamente però c’è un fondo comune: “La Chiesa cattolica, con il suo messaggio, la sua tradizione, la sua pretesa di cambiare l’uomo, risulta ostica nei confronti della mentalità ‘liberale’, fosse quella rivoluzionaria e anti-istituzionale del 1968, fosse quella neoliberale o radicale di tempi più recenti”. Tentando di far passare l’equazione evidentemente inaccettabile tra comportamenti riprovevoli di alcuni suoi membri – anche autorevoli – e tutta la Chiesa, a partire dal suo vertice, il Papa, si cerca l’occasione per dare una spallata ad un’istituzione che per sua natura – quella natura pasquale che risalta proprio in questi giorni, anche con l’ostensione a Torino della Sindone – non può essere ridotta alle dinamiche secolari, alle categorie della politica e della comunicazione. Si tenta insomma, ponendo l’enfasi su un crimine come la pedofilia, responsabilità individuale di precisi individui, di minare la credibilità complessiva del messaggio. Che è e resta scomodo per buona parte della cultura dominante. In particolare la dottrina sul matrimonio, l’identità sessuale, la vita, al suo concepimento ed al suo termine naturale, sono scomode, perché in particolare all’Occidente secolarizzato, ricordano cose fondamentali che si vorrebbe dimenticare, ma danno all’uomo ed alla donna di oggi prospettiva e speranza. L’impegno allora, per i cattolici ovviamente, ma per l’intera opinione pubblica, è non subire passivamente il gioco mediatico. Ribattere nel merito, ovviamente, e rendere visibile la solidarietà prima di tutto al Papa. E nello stesso tempo, come ricordava sempre Riccardi, continuare serenamente nella testimonianza. Con un di più di consapevolezza culturale, semmai, come ha ricordato sempre al SIR Giuseppe Savagnone. La gente sa cos’è la Chiesa, perché la conosce e l’ha vissuta. I cristiani insomma continuino con maggior lena a farsi presenti, personalmente, nella società e nella vita, mostrando in modo diretto e attraente il loro essere cristiani. SERVIZIO INFORMAZIONE RELIGIOSA MENTRE DIMINUISCE IL REDDITO E AUMENTA LA POVERTÀ Famiglia: ancora poco sostegno A ncora una volta l’Istat segnala una diminuzione delle disponibilità economiche delle famiglie italiane. Ad un anno di distanza il reddito disponibile è diminuito del 2,8%. Il calo registrato tra il 2008 e il 2009 è molto forte. Non se ne era visto uno così da almeno vent’anni. L’effetto, come dimostra l’istituto nazionale di ricerca, si ripercuote su tutte le attività economiche delle famiglie, che rimangono incapaci di risparmiare (la propensione al risparmio diminuisce ancora dello 0,7%) e che non riducono la loro propensione ad investire (di un altro 0,7%). La crisi economica ha continuato a colpire i nuclei familiari. Si possono riscontrare così due aree diverse di bisogno sul- le quali intervenire. Una prima area interessa le famiglie, di quello che un tempo sarebbe stato definito ceto medio. Manca in Italia una politica che sostenga la pratica familiare. Ci sono molte dichiarazioni di intenti però poi ci sono 5 campi strategici, come ha evidenziato chiaramente Francesco Belletti durante una conferenza nazionale delle Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani): lavoro (e quindi reddito), casa e città, cura e assistenza, educazione e ricostruzione di valori condivisi. Attraverso questi cinque impegni, secondo il presidente del Forum delle associazioni familiari, è possibile iniziare a costruire una società a misura di famiglia. Importante non solo per sostenere chi è nel bisogno, ma anche per rimettere in moto un’economia in difficoltà. Allo stesso tempo, c’è una seconda area problematica che ha bisogno di essere affrontata per sostenere i nuclei familiari. Riguarda la fascia della popolazione più povera. A questo proposito proprio le Acli nell’anno europeo di lotta alla povertà e all’esclusione sociale, durante la loro conferenza organizzativa, hanno lanciato l’idea di una nuova social card. Una misura di integrazione del reddito elaborata assieme ad un gruppo di esperti, coordinati da Cristiano Gori, docente di politiche sociali all’Università Cattolica di Milano. Applicando delle modifiche alla social card già esistente in tre anni sarebbe possibile arrivare a 133 euro mensili di media contro i 40 attuali, senza nessun limite di età e nessuna preclusione verso cit- tadini stranieri stabilmente residenti in Italia. Si raggiungerebbero così quasi 2 milioni e mezzo di poveri. Questa misura andrebbe poi integrata con i servizi alle persone che a partire dalla legge 328 del 2000 sono gestiti dai Comuni. Ovviamente per iniziare a costruire un percorso di politiche sociali attente alla famiglia sarebbe opportuno tenere presenti entrambe le aree perché altrimenti si potranno ricucire degli strappi su un tessuto lacero, ma non si riuscirà a cambiare passo per dirigersi verso una società dinamica capace di riattivare anche i circuiti economici che ormai sono chiusi su se stessi. ANDREA CASAVECCHIA SOCIETÀ P A G I N A 5 FATTIePROBLEMI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 UNIVERSITÀ CATTOLICA LA 86.ESIMA GIORNATA NAZIONALE Uno slancio creativo « U no slancio creativo per nuovi modelli di sviluppo”. È il titolo dell’86ª Giornata per l’Università Cattolica che viene celebrata, domenica 18 aprile, in tutte le parrocchie d’Italia. Un invito a “recuperare lo slancio dei fondatori” in un mondo oggi più che mai segnato dalla crisi economica. Nata nel 1921 a Milano grazie all’impegno di padre Agostino Gemelli, l’Università Cattolica è oggi con le sue cinque sedi (Milano, Roma, Brescia, Piacenza-Cremona e Campobasso), le 14 facoltà e i circa 42 mila studenti, la più grande Università Cattolica d’Europa. “Questa giornata – scrive nel suo messaggio il rettore dell’Ateneo, Lorenzo Ornaghi – intende rappresentare il nostro accresciuto impegno a lavorare a quelle soluzioni nuove per le grandi novità che già ci coinvolgono e, ancor più, ci attendono nell’imminente domani”. Un bisogno espresso dallo stesso papa Benedetto XVI nella sua enciclica “Caritas in Veritate” in cui “richiede una revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo, per correggerne le disfunzioni”. Un modello nuovo che, secondo il rettore, ci riguarda da vicino toccando direttamente “la famiglia, i nostri figli, ogni associazione e istituzioni, il nostro intero Paese”. “Ecco perché – scrive – diventa urgente e sempre più indispensabile uno slancio creativo in tutti coloro che hanno a cuore il bene delle generazioni più giovani. E già nella prossima Giornata dell’Università Cattolica, da ognuno di noi deve incominciare”. È in questo senso che l’Istituto “Giuseppe Toniolo”, ente fondatore e garante dell’Università, ha promosso nei mesi scorsi un ciclo di quattro seminari di studio su lavoro, ambiente, impresa e sanità, tenuto in altrettante città italiane: Palermo, Napoli, Verona e Ancona. Da questi seminari è nato anche un libro, intitolato“Per un nuovo modello di sviluppo”, in cui il giornalista Umberto Folena, riassume i contenuti dei diversi incontri e le riflessioni di docenti e ricercatori dell’Ateneo. L’attività accademica, basata sul lavoro di 54 istituti, 22 dipartimenti e 70 centri ricerca, si è concentrata in questi anni sulle questioni cruciali della nostra società: dalle nuove frontiere dell’economia alla bioetica, dal recupero dei beni culturali, alle trasformazioni nel campo del diritto e alle dinamiche familiari, dalla medicina alla ricerca ambientale. Un patrimonio di sapere che ogni anno viene arricchito dall’attività di ricerca e specializzazione, il cui accesso è favorito da centinaia di borse di studio destinate a studenti meritevoli e dal progetto educativo promosso nei Collegi universitari. Nel 2010, attingendo anche a quanto raccolto in occasione della 85ª Giornata, l’Istituto Toniolo ha destinato circa 1 milione e 500 mila euro a borse di studio, corsi di formazione, progetti di ricerca e iniziative culturali. Un impegno che non può essere solo degli addetti ai lavori ma che necessita il contributo di tutta la comunità ecclesiale. Da qui l’appello del rettore ad ogni cattolico italiano per “la vicinanza e la preghiera”. Un radicamento nel tessuto ecclesiale che, secondo quanto scrivono i vescovi italiani nel messaggio per la Giornata, “va riaffermato e rinnovato”. “Il progresso delle scienze, mentre individua in maniera sempre più approfondita le leggi che regolano l’universo e si arricchisce di mirabili scoperte – scrivono i vescovi – si trova pericolosamente esposto, nella sua rivendicazione di autonomia, a un’insignificanza che precipita nel nichilismo: quanto più l’universo ci risulta comprensibile, tanto più ci appare senza scopo”. Di fronte a questo scenario in cui appare “la drammatica tentazione di abbandonare il campo”, occorre reagire riscoprendo l’idea di una “formazione integrale”. Da qui l’invito della Chiesa italiana alle diocesi, “affinché valorizzino la Giornata, occasione preziosa per sensibilizzare le loro comunità quanto al ruolo e alle concrete necessità di un’istituzione accademica di irrinunciabile valore”. Un cammino di rilancio che vede coinvolti, oltre all’associazione Amici dell’Università Cattolica – attiva con iniziative di orientamento e sensibilizzazione in tutta Italia – anche i servizi di pastorale giovanile e l’Ufficio educazione, scuola e università della Cei. CORSIVO di AGOSTINO CLERICI «POPOLO DEL GIORNO» CERCASI... Mi sento inadatto a risolvere certi gravi problemi amministrativi. E ammiro assai chi, invece, dimostra polso e lungimiranza. Certo, ci vuole anche grande capacità ad inseguire i voti (che è altra cosa dall’incontrare i volti). Siccome sono sempre di meno quelli che vanno a deporre schede nell’urna, conviene tener buoni i pochi e magari fare qualcosa di «trasversalmente corretto» per convincere i riottosi, sia quelli di destra che quelli di sinistra. La verità è che problematiche che una volta erano affidate all’etica ed al buon senso - si dice ancora così? - sono diventate veri nodi amministrativi e politici, e ci vuole quasi la stoffa dello statista per destreggiarsi nei vicoli bui o illuminati della città, prima e dopo la fatidica mezzanotte di Cenerentola. A proposito: tornare a casa ai dodici rintocchi della notte, ormai, è retaggio delle favole per bambini. L’etica è un lusso per centenari. Il buon senso è anch’esso meno buono di una volta... E voi che di giorno lavorate e di notte vi piacerebbe dormire, rassegnatevi: il mondo è nelle mani del «popolo della notte», quello che rende veramente turistica una città. Voi comprate il pane e il latte la mattina, e il negozietto sotto casa che ve li vendeva è sparito ormai da qualche anno... Ma l’economia decolla nei wine bar, nei pub, negli open bar, nei night più esclusivi, e quelli aprono quando i vostri occhi si chiudono! Contro il tintinnio del guadagno non potete accampare alcun diritto. Data la nostra propensione ad utilizzare le ore del giorno per esercitare quella funzione noiosa del vivere umano che chiamiamo «lavoro», è ovviamente la notte l’unico tempo libero che resta per divertere, per volgere altrove lo sguardo. «Il divertimento è l’unico motivo valido per andare a scuola», mi ha detto con piglio convinto e voce sicura un quindicenne posato e di buona famiglia. Mi ha fatto sentire saggio, ma anche un pochino impotente... Divertirsi, si sa, non accetta regole di orario, come nella fiaba di Cenerentola. E quando sei alla decima birretta, e di fianco c’è una biondina travolgente o un macho irresistibile, non rispondi più nemmeno del volume della tua voce e della civiltà delle tue azioni. Agli occhi sempre aperti del «popolo della notte» ogni regolamentazione appare come una proibizione, come il tentativo di imbrigliare la vita. E l’«indotto» della movida notturna si sente defraudato del giusto e sudato guadagno. Insomma, è un grave problema e non vorrei essere nei panni di chi deve risolverlo, e magari non ci dormirà la notte... Una proposta rivoluzionaria per trasformare il fastidioso «popolo della notte» in un allegro «popolo del giorno» ci sarebbe: andare a scuola e lavorare di notte, così da poter usufruire di tutto il giorno per divertirsi. I locali notturni diventerebbero diurni. I «vecchietti» che la sera sono stanchi potrebbero riposare tutta notte. Che cosa mi consigliate? Di aprire un gruppo su Facebook per vedere chi è d’accordo? Lo chiamerei così: popolo del giorno cercasi... la forza della Parola, il peccato del discepolo L a morte di Gesù provoca scandalo e abbandono. Poi l’annuncio: «Dio ha risuscitato questo Gesù che voi avete crocifisso». L’iniziativa viene da Dio che ha risuscitato Gesù, e dal Cristo stesso che si fa vedere ai discepoli in modo nuovo per confermare che è proprio lui, il crocifisso, ad essere risorto. La fede dei cristiani si fonda sulla testimonianza dei discepoli. Si è credenti per dono di Dio: all’uomo il saper riconoscere come e dove il Dio di Gesù gli va incontro. Riconosciuta l’iniziativa di Dio, il credente la accoglie e la propone. Il tempo delle comunità cristiane oggi è abitato da nuovi ed assillanti interrogativi. Novità e domande che hanno interpellato pure le prime comunità cristiane. Esse, per comprendere come rispondere alle novità, fanno memoria del passato: ritornano alle parole e ai gesti di Gesù compresi alla luce della Risurrezione. Certamente non trovano -in questi ricordi resi vivi dallo Spirito- le risposte immediate a situazioni nuove. Esse, tuttavia, trovano nella “lieta notizia” annunciata e vissuta da Gesù una luce, un dinamismo, una logica per “inventare” -con l’aiuto della potenza creatrice dello Spirito- soluzioni coerenti con il Vangelo e con la Pasqua di Gesù. * * * Tanto i cristiani delle prime comunità come quelli di oggi non trovano nel Vangelo risposte dirette a tanti problemi concreti che le nuove situazioni di vita pongono. Tuttavia essi sono chiamati ad operare lo stesso movimento messo in atto dalle prime generazioni cristiane: ricordare per “inventare”, innovare nella fedeltà alle parole e alle scelte di Gesù che Dio ha confermato nella Risurrezione. E’ necessario che i credenti e le comunità facciano delle scelte, assumano stili di vita, propongano soluzioni ai problemi nuovi vivendo in sintonia con il Vangelo e la Pasqua del Cristo. I credenti sono chiamati a testimoniare questa speranza, particolarmente in questi tempi segnati dall’incapacità, spesso, di andare oltre ciò che è negativo e che -proprio perché tale- sembra indurre molti più alla rassegnazione e al disimpegno che alla speranza e all’impegno. Alla luce di una duplice certezza e di una speranza. La prima: il peccato dei battezzati - di ogni battezzato - non è la smentita della validità della via proposta da Gesù; è inve- ce la constatazione che i credenti sono in cammino e che come tali ancora non hanno fatto propria pienamente la logica del Vangelo. La seconda: i credenti ogni credente - è dentro una storia, attua scelte concrete di cui deve rispondere a Dio, a se stesso, e alla comunità. I credenti sono sì peccatori perdonati, ma non uomini irresponsabili. Delle loro mancanze - per quanto gravi - essi devono rispondere agli uomini e a Dio. La speranza: non mancano i segni di risurrezione, ma è necessario avere occhi limpidi e cuore sincero per riconoscerli. C’è il male, e lo si constata ogni giorno; ma c’è tanta gente - anche - che nel quotidiano silenzio sta realmente costruendo una umanità nuova. Non fa rumore, non fa notizia ma - in profondità dice una speranza che nessun potere del male può vincere. E’ la “debole forza” del vangelo a cui i credenti devono ritornare se vogliono avere criteri nuovi di azione e di rapporti rinnovati tra di loro e verso tutti. * * * La storia delle comunità cristiane è segnata dal peccato dei credenti, certamente! Un peccato che diventa scandalo e motivo di sconforto. Peccati che “fanno notizia”; peccati che chiedono segni visibili di cambiamento. Ma la storia delle comunità cristiane è abitata – da sempre e per sempre- dal perdono di Dio. E’ all’amore di Dio –capace di perdonare- che occorre guardare per trovare la giusta strada del reale pentimento. Dentro gli scandali. Con gli offesi e al loro fianco per aprire spazi di speranza che sappiano dire la responsabilità dei credenti. Responsabilità che si affida alla libertà dell’uomo. E ogni uomo – proprio perché tale- è limitato e fallibile. Non per giustificare gli errori dei credenti, ma per ricordare a tutti che anche l’umano e grave errare può diventare momento di comune riflessione e di rinnovato impegno. FUORI dal CORO ARCANGELO BAGNI I NCIDENTE FERROVIARIO MERANO: MONS. GOLSER (BOLZANO), “CONFORTO E SOSTEGNO” “La speranza cristiana dona forza proprio nei momenti di dolore”. Queste le parole che il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Karl Golser, rivolge ai feriti e alle famiglie delle vittime dell’incidente ferroviario che si è verificato lunedì mattina in Val Venosta, nel quale - secondo un bilancio provvisorio - nove persone sono morte e 28 sono rimaste ferite. Mons. Golser ha detto di ricordare le vittime nella sua preghiera auspicando “che la fede pasquale nella resurrezione possa donare a tutti conforto e sostegno”. L’incidente ferroviario si è verificato attorno alle 9 di lunedì 12 aprile nel tratto tra Castelbello e Laces. Mentre il treno stava transitando, dall’alto si è staccata una frana che ha investito il convoglio. A nulla sono serviti i modernissimi dispositivi di sicurezza, a bordo dei treni, che bloccano i vagoni nel caso in cui i binari siano ostruiti da detriti di qualsiasi natura. In questo caso – come ipotizzato dal direttore della linea ferroviaria Moroder – la rottura di un impianto di irrigazione a monte avrebbe inzuppato pesantemente il terreno che sarebbe franato a valle proprio mentre passava il treno. “Solidarietà e affettuosa vicinanza” sono stati espressi dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. P A G I N A 6 SOCIETÀ EUROP A EUROPA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 3 APRILE 2010 DOPO LA TRAGEDIA DI SMOLENSK L'IMMANE TRAGEDIA DELLA NAZIONE POLACCA « C ome tutti sappiamo, ieri si è verificato il tragico incidente aereo a Smolensk in cui sono periti il presidente della Polonia, Signor Lech Kaczynski, la moglie, diverse alte Autorità dello Stato polacco e tutto il seguito, compreso l’Arcivescovo Ordinario Militare. Nell’esprimere il mio profondo cordoglio, assicuro di cuore la preghiera di suffragio per le vittime e di sostegno per l’amata Nazione polacca”. Dopo il telegramma inviato subito aver appreso la tragica notizia della tragedia all’aeroporto di Smolensk Benedetto XVI ha voluto esprimere anche domenica 11 aprile dopo la recita del Regina Coeli il suo cordoglio e la sua preghiera. Rivolgendosi ai pellegrini polacchi e nella Domenica della Divina Misericordia voluta da Giovanni Paolo II, ha ricordato che i loro 96 concittadini “sono periti nel viaggio a Katyn, il luogo del supplizio di migliaia di ufficiali militari polacchi assassinati settant’anni fa. Affido tutti al misericordioso Signore della vita. Lo faccio unendomi con i pellegrini radunati nel Santuario di Lagiewniki e con tutti i devoti della Misericordia di Dio nel mondo intero”. Sabato, prendendo la parola nell’edizione speciale del telegiornale del primo canale della Tv pubblica, il presidente della Conferenza episcopale polacca mons. Jozef Michalik ha sottolineato il parallelismo tra la catastrofe aerea nella quale è morto il presidente polacco Lech Kaczynski insieme ad altre 95 persone, e la morte di Giovanni Paolo II avvenuta cinque anni fa’, anch’essa alla vigilia della Domenica della Divina Misericordia. Il presule ha annunciato che le preghiere per le vittime durante i sette giorni di lutto nazionale saranno un’invocazione particolare alla Divina Misericordia. Rilevando il valore simbolico della tragedia, ha affermato: “Il meglio delle elite polacche di oggi, i più alti funzionari dello stato e i capi dell’esercito con la propria vita hanno reso omaggio a coloro che 70 anni fa’ erano il meglio dell’intellighenzia della Polonia” attaccata da Hitler e Stalin. “Oggi, ha ribadito il presule, quel sacrificio è stato reso in nome dei più alti valori del popolo polacco, dei valori imprescindibili sia per le elite del passato che quelle attuali, i valori di libertà e di amore della patria”. Sottolineando che nella catastrofe ha perso la vita anche l’ordinario militare cattolico mons. Tadeusz Ploski, mons. Michalik ha sottolineato il significato simbolico della morte nella stessa tragedia del vescovo ortodosso Miron Chodakowski, e quella del rev. Adam Pilch della Chiesa evangelica. “Solo la fede in Cristo Risorto salva il senso di quel sacrificio, di quel dolore” ha affermato il primate della Polonia mons. Henryk Muszynski, definendo la catastrofe di Smolensk come “compimento dei terribili sacrifici del popolo polacco resi durante la seconda guerra mondiale che tuttavia, allo stesso tempo, costituisce un appello per continuare gli sforzi volti a superare le divisioni interne e impegnarsi nella costruzione del bene comune della nazione”. Il presule, colto dalla tragica notizia mentre partecipava alle celebrazioni d’insediamento del nuovo primate della Republica Ceca mons. Dominik Duka, ha deciso di ritornare senza indugio a Gniezno, particolarmente commosso anche in ragione della personale amicizia che lo legava al Presidente Kaczynski il quale, partecipando qualche settimana fa’ dell’Assemblea di Gniezno, gli aveva chiesto di pregare per la sua mamma anziana, e gravemente malata. “La tragica morte dei responsabili per il bene e le sorti del paese deve essere vista alla luce della fede” ha sottolineato nell’omelia il card. Stanislaw Dziwisz celebrando sabato sera nella cattedrale di Wawel a Cracovia la solenne messa di suffragio per le vittime della catastrofe aerea di Smolensk. a cura di Anna Kowalska (SIR Europa) QUELLA VIGNETTA AGGHIACCIANTE... In un certo senso ce l'aspettavamo, ma speravamo che nessuno potesse disegnarla. Invece Staino c'è riuscito, e L'Unità l'ha pubblicata in prima pagina nell'edizione di domenica. «Novantasei membri del governo polacco spariti in un colpo!». «La solita storia: a chi troppo e a chi niente»... Eppure a dirigere il quotidiano che già fu dei comunisti c'è una donna, Concita De Gregorio. Della serie: c'era una volta - oltre al decoro - anche il gentil sesso! ago.cle. L'Ue in breve Sicurezza alimentare nei Paesi in via di sviluppo La Commissione ha presentato a Consiglio e Parlamento Ue una serie di progetti “per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare il problema della sicurezza alimentare, nelle situazioni di emergenza e a lungo termine”. Ampio il ventaglio di iniziative suggerite, che dovrebbero guidare l’azione comunitaria ma applicabili anche da altri attori internazionali, le quali presuppongono che “la sicurezza alimentare sia basata su tre concetti basilari: disponibilità di cibo, accesso al cibo, qualità del cibo”. In tal senso la Commissione intende promuovere un “modello agricolo ecologico e sostenibile, consono alla realtà dei Paesi e dei mercati in via di sviluppo e in grado di garantire la disponibilità, l’accessibilità e un’adeguata qualità nutrizionale dei prodotti alimentari”. Particolare attenzione è assegnata all’incremento della produttività dei piccoli agricoltori, al potenziamento dei meccanismi di assistenza alle fasce di popolazione particolarmente vulnerabili, al miglioramento delle produzioni rurali e del commercio dei beni di prima necessità. “È inaccettabile - ha spiegato il commissario Andris Piebalgs - che nel 2010 un miliardo di persone soffra ancora di fame e malnutrizione”. L’Ue deve dunque “fornire un aiuto più strutturale ai Paesi in via di sviluppo nella lotta contro due flagelli strettamente collegati, la fame e la povertà, così da conseguire gli Obiettivi di sviluppo del millennio”. Rom: l’azione Ue per l’integrazione. “No ai ghetti” “La nostra è un’Unione fondata su valori forti, ragion per cui dobbiamo assicurare il rispetto dei diritti fondamentali dei Rom. La discriminazione contro questa minoranza etnica è inaccettabile”: Viviane Reding, commissario per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, ha riassunto la posizione delle istituzioni Ue sulle condizioni di vita della minoranza rom e sinti in Europa. In occasione della Giornata internazionale dedicata ai rom, l’Ue ha promosso il secondo summit continentale, svoltosi l’8 e il 9 aprile a Cordova (Spagna). La Commissione ha dal canto suo pubblicato una relazione che “sollecita gli Stati membri a usare i fondi comunitari ai fini dell’integrazione socioeconomica dei rom”, indirizzando le azioni per “l’accesso a posti di lavoro, a un’istruzione non segregata, ad alloggi e a servizi sanitari” adeguati, “essenziali per la loro inclusione”. “L’integrazione dei 10-12 milioni di rom - una popolazione grande come quella del Belgio o della Grecia - costituisce una responsabilità comune degli Stati membri e delle istituzioni Ue”. L’Esecutivo ha inoltre presentato un documento che valuta i progressi realizzati negli ultimi due anni, dove si sottolinea che, “sebbene la situazione di molti rom presenti in Europa rimanga difficile”, si sono registrati alcuni progressi sul piano dell’integrazione. László Andor, commissario per l’occupazione e gli affari sociali, ha sottolineato: “Gli sforzi per l’integrazione” di questi cittadini Ue “devono riguardare l’intero ciclo di vita, dalla scuola per l’infanzia al sistema scolastico generale per i bambini, dai posti di lavoro per gli adulti all’assistenza per gli anziani. Il nostro obiettivo è che siano accettati su un piano di parità e integrati nella società”. CHIESA P A G I N A 7 CHIESA LOCALE ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 MONASTERO DELLA VISITAZIONE AGENDA del VESCOVO La professione solenne di suor Maria Enrica N Al mattino, a Como, Consiglio Episcopale; nel pomeriggio, udienze e colloqui personali; a Como, presso la chiesa di san Rocco, alle ore 20.30, S. Messa in ricordo di Chiara Lubich. VENERDÌ 16 A Como, al mattino, Commissione per la Salvaguardia del Duomo; nel pomeriggio, a Bergamo, Commissione regionale per le sette e i nuovi movimenti religiosi. SABATO 17 Al mattino, conclusione visita pastorale a Uggiate Trevano; a Menaggio, amministrazione del sacramento della Confermazione per i ragazzi delle comunità di Menaggio, Loveno, Croce e Nobiallo. DOMENICA 18 Visita pastorale alla zona Lario: Pognana e Careno. LUNEDÌ 19 Alle ore 21.00, chat per la visita pastorale alla zona Prealpi. MARTEDÌ 20 A Como, al mattino, Consiglio Presbiterale; a Como, nel pomeriggio, udienze e colloqui personali. MERCOLEDÌ 21 A Roma, giunta del Consiglio nazionale della Scuola cattolica. GIOVEDÌ 22 A Como, al mattino, Consiglio episcopale; nel pomeriggio udienze e colloqui personali. SABATO 24 Al mattino, a Solbiate, nell’ambito della visita pastorale alla zona Prealpi, incontro con i religiosi; a Lenno, nel pomeriggio, partecipazione al pellegrinaggio vocazionale diocesano alla Madonna del Soccorso. DOMENICA 25 A Como, in Seminario, istituzione lettori e accoliti dei candidati al presbiterato; a Gravedona, alle ore 18.00, S. Messa in occasione del 150° anniversario della nascita del beato Enrico Rebuschini. LUNEDÌ 26 Mattino e pomeriggio: incontri con il clero (vedi a pagina 15 di questo stesso numero del Settimanale). MARTEDÌ 27 A Colda, aggiornamento del Clero della provincia di Sondrio. ci e intense parole pronunciate dalla Madre, secondo il Cerimoniale dell’Ordine della Visitazione, eco della parola paterna e autorevole di Sua Eccellenza monsignor Diego Coletti, sono state il suggello della santa Chiesa sul “sì per sempre” che suor Maria Enrica Preite ha detto a Dio come risposta d’amore alla sua infinita misericordia che l’ha prevenuta, scelta, chiamata. “Ecco il vero protagonista della Celebrazione solenne di oggi: la Divina Misericordia”, ha detto Sua Eccellenza all’inizio della Santa Messa. In realtà sembrava che ognuno ne fosse convinto perché tutto si è percepito come dono gratuito dell’amore di Dio e la Chiesa del Monastero della Visitazione sembrava essersi trasformata in un grande turibolo dal quale si è elevato all’unisono un umile, riconoscente inno alla infinita, Divina Misericordia. Dono di Dio e del suo amore è apparsa la parrocchia di Maccio, fertile terreno nel “Suor Maria Enrica, ecco ora tu fai definitivamente parte della nostra Comunità. Vivi con noi nella pace e nell’amore del nostro unico Signore Gesù Cristo”. Queste sempli- INCONTRO DEI FAMILIARI DEL CLERO L’incontro in programma il prossimo 22 aprile non sarà in Seminario ma presso il Centro Pastorale Cardinal Ferrari di Como. Il ritrovo è previsto alle ore 14.30, per terminare intorno alle ore 16.30. Presiederà monsignor Armando Bernasconi. Seguiranno comunicazioni e approfondimenti circa “Lo Speciale” della rivista di marzo. COOPERATORI SALESIANI • Il 18 aprile ci sarà l’incon- tro a Chiari, presso l’Istituto san Bernardino. Da Como la partenza è prevista, in auto, alle ore 7.15, in via Pretorio: da lì ci si dirigerà al Salesianum di Tavernola da dove si partirà in direzione Chiari. • Sono ancora aperte le iscrizioni per partecipare a Caravaggio, il prossimo 24 aprile, alla festa della famiglia salesiana della Lombardia: iscrizioni presso “I viaggi di Oscar”, telefono 031.304524. • Infine il 9 maggio a Tavernola, presso il Salesianum, a partire dalle ore 9.00, è in programma la giornata di spiritualità e la prima conferenza annuale. è previsto l’intervento di don Antonio Simeon. DALLA Curia NOMINE E PROVVEDIMENTI • don Pierino Riva, amministratore parrocchiale di Bernate (Co); • don Giuseppe Negri, amministratore parrocchiale di Cepina (So). ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ GIOVEDÌ 15 el pomeriggio di domenica 11 aprile suor Maria Enrica Preite della parrocchia di Maccio ha vissuto la propria Professione Solenne nel Monastero della Visitazione Santa Maria in Como. Si tratta di un avvenimento particolarmente significativo per il Monastero e per la nostra Chiesa locale che si trova ulteriormente arricchita, in questo anno quarto centenario della Fondazione dell’Ordine Ecco un breve scritto delle monache del Monastero all’indomani della celebrazione, umile e semplice testimonianza di come questo evento è stato vissuto tra le mura del Monastero. Proprio per la sua semplicità, non ci pare utile aggiungere altro commento. Foto William quale è nata la vocazione di suor Maria Enrica insieme a tante altre; comunità orante che, unita al suo Pastore, ai genitori e ai parenti, invocava la protezione della Vergine con la recita del santo Rosario. Dono di Dio e del suo amore è stata la presenza di diversi Presbiteri che “facevano da corona” a Sua Eccellenza: presenza particolarmente significativa poiché la vita di nascondimento e di preghiera, di umiltà e di totale dedizione nella quale suor Maria Enrica si è impegnata per sempre è per la gloria di Dio, a servizio della Santa Chiesa e di tutte le anime, ma specialmente per la santificazione del Clero. Dono di Dio e del suo amore è la presenza di suor Maria Enrica e di noi sue sorelle che, senza l’aiuto e la grazia divini non potremmo scegliere di abbracciare per sempre la vita di perfetta castità, obbedienza e povertà che fu scelta dal Signore Gesù e dalla sua Vergine Madre e divenire cosi un umile segno dell’eterno Amore e della presenza del Regno nel mondo e nella nostra Chiesa diocesana. Nel cuore grato e lieto rimane un desiderio, una preghiera perché sia sempre più frequente il miracolo della grazia nel quale esistenze semplici e libere scelgano di aderire al Signore Gesù e di consegnarsi al suo progetto di amore per la salvezza dell’umanità. Dio sia benedetto. ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ Vita pastorale e Seminario di don ROBERTO BARTESAGHI IL SEMINARIO SI RACCONTA U no degli aspetti che hanno caratterizzato la revisione della vita del Seminario in questi ultimi anni è l’organizzazione delle esperienze pastorali nelle parrocchie. Si è cercato di dare una progressione alle esperienze stesse, perché potessero diventare un cammino di crescita il più possibile utile per i seminaristi dal punto di vista pastorale. In prima teologia i giovani, in genere a coppie, sono mandati nel fine settimana in una parrocchia dove iniziare a guardarsi intorno senza troppe responsabilità: si tratta di iniziare a prendere le misure. Il secondo anno è invece dedicato al servizio presso il Centro Diocesano Vocazioni. Oltre ad avere la possibilità di sperimentare tanti diversi tipi di impegni pastorali, è anche l’occasione per girare tutte le Zone Pastorali della Diocesi e insieme per imparare a riflettere sulle esperienze che si fanno: le attività infatti sono intervallate da incontri di forma- zione nei quali si riflette sui progetti pastorali diocesani, si verifica il lavoro fatto e si progetta il lavoro successivo, per diventare pian piano sempre più autonomi. Dal terzo al quinto anno si viene inseriti in una parrocchia dove, a questo punto, ci si fa carico di qualche responsabilità pastorale, sempre affiancati a quanti si occupano ordinariamente di quelle attività nelle parrocchie. Sarà poi con il sesto anno, una volta diventati diaconi, che i seminaristi si cimenteranno dal giovedì alla domenica con le prime vere responsabilità in una parrocchia. Il tentativo, come si vede, è quello di far sì che tutte queste attività siano un’esperienza per crescere. Non sempre si riesce a realizzare pienamente questo impegno e forse occorrerebbe avere anche un po’ più di tempo per seguire singolarmente i seminaristi e le attività, però è già un modo utile di accrescere il bagaglio di esperienza dei nostri futuri preti. P A G I N A 8 CHIESA CHIESALOCALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 GIOVEDÌ SANTO: L’OMELIA DEL VESCOVO NELLA MESSA CRISMALE INSIEME, IN MISSIONE: LA CHIESA MANDATA AD ANNUNCIARE IL VANGELO P ti in questa che è la vostra chiesa. È la chiesa di tutta la Diocesi. È la chiesa che si chiama Cattedrale, perché qui c’è la cattedra del Vescovo, ma è la chiesa di tutta la Diocesi, nella quale ogni cristiano di questa nostra vastissima Diocesi deve sentirsi a casa sua. Dopo i saluti, vorrei invitarvi a seguire con attenzione qualche riflessione sulla Parola che ci è stata rivolta e sul gesto della benedizione degli Oli. Il protagonista di questo momento liturgico e celebrativo potrebbe essere individuato nello Spirito Santo. «Lo Spirito Santo è sopra di me». L’ha detto Isaia. L’ha ripetuto Gesù nella sinagoga di Nazareth – come abbiamo sentito nel Vangelo –, ma è una frase che ciascuno di noi può dire di se stesso. Lo Spirito Santo è sopra di me. Lo Spirito Santo è sopra la sua Chiesa. Oggi. Qui. E come nessuno conosce il Padre, se non il Figlio, e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare – la risposta di Gesù a Filippo: «Chi vede me, vede il Padre» – così, allo stesso modo, nessuno conosce lo Spirito Santo se non attraverso una profonda familiarità con Cristo. Noi siamo tutti invitati a una partecipazione vitale a Lui, a Gesù, al suo stesso respiro: «soffiò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo». E come sta scritto nel vangelo di Giovanni, lo Spirito Santo ci guida verso tutta la verità, perché «prenderà – dice Gesù – da quello che è mio e ve lo annuncerà». Allora dobbiamo fare come quel gruppetto di fedeli Giudei, nella sinagoga di Nazareth, dei quali, il vangelo ci ha detto: «gli occhi GIOVEDÌ SANTO: L’OMELIA DEL VESCOVO NELLA MESSA IN COENA DOMINI Imparare ad amare fino alla fine... e mettiamo insieme alcune parole di Paolo con alcune parole del Vangelo ci accorgiamo che il contrasto non potrebbe essere più profondo di così. Paolo colloca l’istituzione dell’Eucaristia nella notte in cui Egli veniva tradito. E Giovanni, uno dei presenti, dice: avendo amato i suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine. Lui, testimone dell’inaudito amore di Dio, che viene condannato come bestemmiatore. Lui, fonte di un’amicizia nuova, che diventa per i suoi amici il senso pieno della vita, che viene tradito da uno dei dodici. Lui, annunciatore di una vita senza fine, condannato a morte. Lui, l’uomo della perfetta e piena esperienza religiosa, processato e condannato da un tribunale di religiosi… Lui, che è passato beneficando, viene rifiutato e condannato dalla piazza piena di folla… E potremmo continuare. Potremmo continuare e vedere da una parte l’arrivo definitivo e pieno, finalmente svelato della bontà, della bellezza, della verità, del volto di Dio e, dall’altro lato, la meschinità, la chiusura, l’impermeabilità, la diffidenza, l’ingiustizia, l’imbroglio, la violenza, da parte dell’umanità… Questo contrasto ci chiama in causa. L’abbiamo detto all’inizio: non è uno spettacolo, non è una memoria di cose accadute chissà quando… ma il fatto è che qui, davanti a noi, si ripresenta, nella nostra esperienza di fede, questo nostro stesso contrasto e ci chiama in causa. Siamo dentro a questa tensione. I nostri peccati, i nostri fallimenti, le nostre contraddizioni, le nostre debolezze, di fronte a uno che ci ha amato fino alla fine. Di fronte a uno che ha anticipato questa fine spezzando un pane e dicendo “questo è il mio corpo”, distribuendo un calice di vino dicendo “questo è il sangue della nuova alleanza”. E c’è una parola nel Vangelo che abbiamo ascoltato che dovremmo mettere in cima alle nostre riflessioni e come base fondamentale dei nostri esami di coscienza. Questa parola è “come”. Fate come vi ho fatto io. Sapeva bene che uno dei dodici era un traditore. Sapeva bene che l’altro l’avrebbe rinnegato tre volte. Sapeva bene che quasi tutti gli altri se ne sarebbero scappati. E gli S ha lavato i piedi. E si è messo di fronte a loro come l’ultimo, il più inutile e stupido dei servi, perché il compito di lavare i piedi era riservato al servo che era in punizione o al servo che non era capace di fare altro… E notiamolo bene. Questo, per Gesù, non è un gesto per esercitare la virtù dell’umiltà. È una manifestazione della Verità di Dio: “voi mi chiamate Signore e Maestro, e dite bene, perché lo sono”. Io sono il Signore e il Maestro. Non uno qualsiasi. Non uno dei tanti “signori”, uno dei tanti “maestri”. Quello vero, quello che viene da Dio, quello che vi presenta la Verità di Dio. Ebbene, io mi sono messo ai vostri piedi e ve li ho lavati. Qual è il senso della vita? Amare fino alla fine. Lavarvi i piedi gli uni altri: io vi ho fatto questo, perché “come” vi ho fatto io, così facciate anche voi. Ci viene in mente la formula del nuovo comandamento, che non è più generico e non ha più come misura l’amore di se stessi – “ama il prossimo tuo come te stesso”, questo era il primo e il più importante dei comandamenti “vecchi” – ma il comandamento nuovo è: amatevi gli uni altri “come” io ho amato voi. Vedete, allora, quale passo sostanziale il Signore ci fa fare rispetto all’antica alleanza, quando era ancora il sangue di un agnello a significare, per il popolo di Israele, a differenza di altri, la misericordia di Dio. Qui è lo stesso sangue di Dio e del suo Figlio, che si sparge su tutte le genti per chiamare tutti alla salvezza e alla libertà. E questo passaggio è dentro a questo “come”, perché “come” ho fatto io, così facciate anche voi. Ma c’è un’ultima riflessione che vorrei condividere con voi, cari fratelli e sorelle, questa sera, perché il discorso non rimanga astratto, generico. Lavare i piedi è un gesto ben preciso. Andare, nell’amore, fino alla fine, fino al compimento, non richiede necessariamente e soltanto qualche atto eroico. Ma si traduce, quasi sempre, in una serie di gesti, di atti, di scelte, molto concreti, che costituiscono la trama della nostra vita quotidiana, così come sono espressi in questo gesto della lavanda dei piedi. E notiamo che nessuno glielo chiede. Anzi, Pietro si meraviglia, vorrebbe sottrarsi… Nessuno glielo propone. Gesù ci insegna la gratuità, Gesù ci insegna che Dio è questa gratuità, che Dio ha il coraggio di mettersi all’ultimo posto se è necessario… Compiendo gesti semplici, quotidiani, di attenzione, di disponibilità, di aiuto alle persone che amiamo, senza bisogno di essere implorati, senza bisogno che qualcuno insista o che ci faccia intravedere una ricompensa. Non vi chiamo più servi, ma amici. E se gli amici hanno bisogno sono pronto, anche a scapito dei miei interessi, dei miei gusti, del mio tempo, delle mie cose… perché ho capito che il bello della vita sta nel servire per amore. Fotoservizio William ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ rima di proporvi qualche riflessione sulla parola che abbiamo ascoltato e sulle circostanze straordinarie di questa Eucarestia, vorrei – visto che siamo in famiglia – salutarci, gli uni gli altri. Voglio salutare il mio fratello Vescovo Franco, che ci onora della sua presenza, e insieme a lui voglio salutare tutti gli altri miei fratelli nel presbiterato, guardate quanti sono! Che Dio li benedica! E poi tutti voi, cari fratelli e sorelle! In particolare ho visto, entrando in Cattedrale, una notevole rappresentanza dei nostri fratelli e sorelle più giovani che si stanno preparando alla Cresima… E non dimentichiamo i religiosi e le religiose che vediamo qui, grazie a Dio, abbondantemente presenti. Sentitevi tutti riconosciuti, salutati e benvenu- di tutti erano fissi sul volto di Cristo». Sarebbe bello che attraverso le parole, i gesti, i segni, di questa liturgia, gli occhi del nostro cuore – che sono quelli che vedono le cose importanti – rimanessero fissi su Gesù. E non so se ricordate come ci è stato presentato Gesù nei versetti dell’Apocalisse che abbiamo ascoltato come Seconda Lettura. «Da Lui viene l’amore gratuito di Dio e la pace». Lui che è fedele nella testimonianza. Lui che ha vinto sulla morte. Lui che esprime attraverso la donazione di sé una regalità nuova e in qualche misura fuori serie su tutti i principi della Terra. La regalità fatta non di potere, non di dominio, ma di servizio e di amore. Ancora l’Apocalisse ci ha detto: «Lui ci ama. Lui ci perdona». E non soltanto ci ama e ci perdona – cari fratelli nel sacerdozio – ma, in modo particolare, ci associa al suo servizio sacerdotale per la gloria del Padre. Quindi lo Spirito viene non come un dono, un favore, un privilegio per noi… Viene per mandarci. Lo Spirito del Signore è su di me: per questo mi ha mandato. Noi siamo in missione. Ma non soltanto noi presbiteri. Noi cristiani siamo in missione. Noi siamo una Chiesa mandata, non tutta preoccupata di conservare se stessa o di difendere se stessa, ma mandata ad annunciare, a servire, ad amare, a perdonare… e a sentire questo brano del profeta Isaia sembra che non ci sia nulla di più facile. Nulla di più gradito, nei contenuti di questa missione. Perché lo Spirito ci dice che dobbiamo andare a portare un lieto messaggio. Dobbiamo annunciare la libertà, la guarigione dalla cecità, l’emancipazione dall’oppressione… Sembrerebbe, dunque, che questa missione possa svolgersi in una specie di passaggio di trionfo in trionfo. Di gioia in gioia. Di facilità in facilità… Ma basterebbe proseguire la lettura del vangelo di Luca per vedere come va a finire questo incontro di Gesù con i suoi compaesani. Qualche minuto dopo il suo commento a questa lettura di Isaia, qualche minuto dopo che tutti gli occhi erano fissi su di Lui, lo trascinano a forza sull’orlo di un precipizio per sbatterlo giù… Proprio nel contesto della promessa dello Spirito. E vedremo domani, quali sono le conseguenze di questa missione, a cosa dobbiamo prepararci, se saremo fedeli a questa missione. Permettetemi, allora, di leggere con voi, una pagina del vangelo di Giovanni, che mi è tornata alla mente spesso in questi ultimi giorni e che collego volentieri, questa mattina, al vangelo che abbiamo ascoltato, ricordandomi come si è conclusa drammaticamente la vicenda di quel sabato nella Sinagoga di Nazareth. Gesù dice ai suoi: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo. Poiché, invece, non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto. Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. E tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono Colui che mi ha mandato». Allora, noi cristiani in missione nel mondo, non dobbiamo aspettarci che il mondo applauda, che il mondo ci faccia degli sconti, che il mondo ci accolga con facilità. Lo Spirito Santo ci manda in una missione che è una “lotta”. Non una lotta contro qualcuno. Ma una lotta contro il male. Contro il maligno. Contro il peccato. Contro tutto ciò che è disumano. Contro tutto ciò che fa soffrire inutilmente. Contro la morte: l’ultimo e definitivo dei nemici dell’uomo. È una lotta. E anche se l’olio può sembrare uno strumento di profumo e di bellezza – non dimentichiamo che l’olio ci ricorda quanto gli atleti, da sempre, anche oggi, utilizzano per “mettere a punto” i propri muscoli – l’olio è ciò che da forza, l’olio è ciò che prepara al combattimento. Tra poco ne benediremo tre, diversi, di oli: l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi, che segnano l’inizio e la fine, la prima e l’ultima delle nostre lotte per essere creature nuove. La prima lotta, che è la vittoria sul male, che va verso il nostro Battesimo, dove finalmente nasciamo a una vita nuova. E la lotta ultima, dell’agonia, quando il Signore ci chiamerà a mettere il nostro spirito nelle sue mani. E sarà la vittoria sulla morte. Sapete che siamo chiamati a nascere due volte? E nessuna delle due coincide con la nostra data di nascita! Perché la prima nascita è il nostro Battesimo. E la seconda nascita è il giorno in cui renderemo l’anima a Dio. E al nostro Battesimo, in preparazione a questo gesto di rinascita, e di fronte al pericolo incombente della morte, questi due oli che stiamo per benedire, ci saranno di conforto e di segno del dono della forza del dono dello Spirito Santo. E poi c’è il terzo olio, il Crisma, che viene usato nel Battesimo, nella Cresima, nell’Ordinazione sacerdotale, nella dedicazione delle nuove chiese e degli altari, che sostiene la nostra lotta in una vita interpretata e vissuta come servizio, nel quale noi continueremo a proclamare l’anno di grazia del Signore. Ancora il vangelo di Giovanni dice: «quando verrà il Consolatore, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di Verità, che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza», ed ecco il nostro compito, fratelli e sorelle: «e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio». Rendere testimonianza a Gesù. A Gesù che ci ha amati fino al compimento. A Gesù che ha dato se stesso per la vita e la conversione dei peccatori, consapevoli che solo la misericordia può veramente lenire le ferite. Consapevoli che ai servi è chiesto solo di essere fedeli. Consapevoli che sarà chiesto molto a coloro ai quali molto è stato affidato. P A G I N A CHIESA CHIESALOCALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 VENERDÌ SANTO: IL PENSIERO DEL VESCOVO DOPO LA PROCESSIONE LA LIBERTÀ DEL DONO DI DIO PER NOI V davanti Dio, Signore della storia, Re della nostra vita, che liberamente si offre per noi. Non è un destino cieco, ma una scelta. La Croce è il trionfo di una libertà spesa bene, da Dio. Racconta il Vangelo di Giovanni che, un certo giorno, un gruppo di Giudei provenienti dalla Grecia, andarono da Filippo, uno dei dodici, e gli dissero: vogliamo vedere Gesù. Chissà cosa desideravano di incontrare… Qualche mago, stregone, qualche presenza di Dio sconvolgente e affascinante… Cosa risponde Gesù? Sta per arrivare la mia ora. Se il chicco di grano caduto in terra non muore, resta solo. Se, invece, muore, porta molto frutto. E dette queste parole – prosegue il Vangelo di Giovanni – si nascose da loro. Nel senso che non c’era niente da vedere, se non il chicco di grano caduto in terra che muore per amore, e in questo modo porta molto frutto. I nostri occhi, fratelli e sorelle, possono fissarsi su questo atto supremo di libertà e di amore. La seconda cosa è che questa libertà del Figlio di Dio si gioca tutta intorno a uno scopo, a un fine, all’adempimento di una missione che è stata affidata al Figlio dal Padre ed è sostenuta dalla potenza dello Spirito. La vita di Gesù ha uno scopo, la vita di Gesù ha un’ora decisiva. Non è un insieme di impegni, di scadenze, di responsabilità frantumate… La vita di Gesù ha una sua ora, ha un suo Battesimo, una sua immersione. “Ho un Battesimo di cui devo essere battezzato – diceva Gesù – e come desidero che questo si compia”. Poi, alla vigilia di tale ora, dirà: “Padre, se possibile, passi da me questo calice senza che io lo beva… Ma non come voglio io, ma come vuoi tu”. E la volontà del Padre, e l’ora di Gesù, e lo scopo della sua vita è rendere possibile agli uomini di fissare lo sguardo sulla pienezza sconfinata, incondizionata del- IL VESCOVO NEL PONTIFICALE DI PASQUA Un tempo per stare insieme a Gesù N ei resoconti evangelici degli incontri con il Risorto mi colpiscono sempre due cose. Anzitutto la totale mancanza di ogni sottolineatura spettacolare. Noi che siamo abituati a vedere nella sfera magica del televisore le cose più sconcertanti ci saremmo aspettati uno sforzo in più dai nostri evangelisti, qualche effetto speciale… Niente di tutto questo. I resoconti evangelici sono di un’essenzialità quasi scarna, non seguono le nostre fantasie o curiosità. E questo è uno dei sigilli più importanti della loro credibilità. Ma c’è un’altra cosa che mi colpisce e spero, qualche volta, abbia fatto riflettere anche voi. In molti casi, il Risorto appare e non viene riconosciuto. O viene riconosciuto solo a fatica… O solo dopo che l’incontro si espande e si diffonde in un dialogo, in un cammino fatto insieme, in un momento di convivenza: allora, i Vangeli dicono “si aprirono loro gli occhi”… O perché si sentono chiamati per nome… O perché il Signore fa determinati gesti… O perché il cuore si riscalda all’ascolto della sua Parola… Bene, mi sono fermato su questa mia riflessione per condividere con voi questa mattina, cari fratelli e sorelle, una mia preoccupazione. Che è quella di dire: questa Pasqua che traccia lascerà nel nostro animo e nella nostra vita? O, se volete, la stessa domanda formulata in modo diverso: noi abbiamo incontrato il Risorto? L’abbiamo visto? L’abbiamo riconosciuto? Chi si accorge della risurrezione del Signore è chi è stato con Lui non soltanto fisicamente presente ai suoi gesti, ma partecipe delle sue intenzioni. Chi riconosce il Risorto e si lascia inondare della gioia dell’incontro con Lui è chi è stato con Lui, chi si è sentito amato da Lui, chi lo ha ascoltato, chi l’ha seguito, chi, stando dietro Lui, ha intravisto la bellezza sconvolgente della sua manifestazione come Figlio di Dio. Non so se riesco a esprimermi con questo gioco di parole. Ma quello che è importante, non è tanto dire: “Gesù è risorto”… Ma quello che è importante è dire: “Chi che è risorto, è proprio Gesù”… Cioè è quello che ci ha fatto vedere, quando stavamo con Lui, quando abbiamo ascoltato la sua Parola, quando abbiamo camminato sulle sue tracce, che la vita è una cosa straordinaria, che la vita è bellissima, che la vita è libera, che siamo degni figli di Dio… Questo è ciò che ci fa riconoscere nel Risorto il cambiamento positivo della vita del mondo. Il pensare semplicemente al fatto di uno che muore e poi risorge non sconvolge molto la nostra vita… Ma se chi risorge è chi ha pronunciato determinate parole, fatto certi gesti, e, soprattutto, chi ha dato il segno definitivo del suo amore, portato al compimento, fino alla morte e alla morte di Croce, se questo risorge, questa è la vita. Allora, il problema nostro, di tutti i credenti – anche il mio, sapete – è quello di verificare l’intimità della mia personale consuetudine di vita con Gesù; è quello di verificare la serietà e la profondità della mia conoscenza della sua parola; della familiarità che ho maturato nella conoscenza del suo volto, in modo da poterlo riconoscere, perché Gesù è risorto, Gesù è vivo, è oggi nelle nostre strade, entra nel nostro cuore, si manifesta attraverso la testimonianza dei suoi amici e dei suoi discepoli, così come Egli ha detto: “Voi sarete testimoni di me, fino ai confini della terra”. Ma i nostri occhi lo riconoscono? Ma le nostre orecchie avvertono, immediatamente, la sintonia di certe parole con le sue e la distonia di altre, che pure si presentano ammantate di grande saggezza, ma non hanno altro scopo che non quello di imbrogliare le persone? Siamo capaci di incontrare il Risorto? Non è facile riconoscerlo. Non è automatico. Lui, che avrebbe potuto sfolgorare davanti ai nostri occhi, preferisce proporsi come ai discepoli di Emmaus, come un viandante che si accosta nel nostro cammino, come un compagno di viaggio e parlarci, attraverso le parole della Scrittura, di tutto quello che il Padre ha rivelato su di Lui. Lo conosciamo? Siamo familiari, per consuetudine quotidiana, con la Parola di Dio? Abbiamo sintonizzato la nostra vita sul canale giusto, che è quello sul quale Dio trasmette la nostra verità e la nostra gioia? Cosa ci ha detto San Paolo, nella seconda lettura? «Voi che siete battezzati in Cristo, vi siete immersi in Lui. La vostra vita è nascosta con Cristo in Dio». Fratelli e sorelle, queste non sono parole vuote, non solo parole magiche! Bisogna che ci chiediamo, una volta per tutte, se dav- vero la nostra vita è in Cristo… Se guardando la nostra vita il Padre può dire: “Guarda, è come mio Figlio Gesù. La pensa come Gesù. Sceglie come Gesù, spera come Gesù, progetta come Gesù…”. La vostra vita è nascosta con Cristo, in Dio. E allora, se la vostra vita è in Cristo, Dio, che ha dato la pienezza della vita a suo Figlio, obbediente fino alla morte e alla morte di Croce, volete che non dia la vita anche a voi? Volete che non venga a liberare coloro che, per paura della morte, rischiano di vivere schiavi per ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ orrei che da questo nostro annuale incontro con il nostro Crocifisso portassimo con noi due convinzioni. La prima è che non si è trattato di un atroce destino. Non si è trattato di un fato ineluttabile. Il Figlio di Dio, Dio in persona, nato da Maria Vergine, vissuto in mezzo agli uomini come servo obbediente del Padre per amore di tutti noi, non è stato costretto da circostanze avverse. Il luogo da cui ha regnato – con sopra la sua testa scritto, da un pignolo procuratore romano, “Questo è il re dei Giudei” – è stato il luogo da cui, in un supremo atto di libertà e di coerenza, Egli ha dato la vita. E l’aveva predetto: nessuno me la toglie, la offro da me stesso… Questo non toglie nulla alla nostra responsabilità di peccatori. Non ci mette al riparo da un doveroso impegno di conversione, di espiazione e di riparazione dei nostri peccati. Ma ci fa apparire 9 l’amore di Dio per noi. Quando uno ha uno scopo così alto nella vita, si capisce perché accetta con tutta l’agonia e la fatica di questa accettazione, accetta di morire. E di morire in Croce. Rimane obbediente fino alla morte. E alla morte di Croce. Perché soltanto chi ha uno scopo così alto, per cui è disposto a morire, soltanto costui ha motivi adeguati per continuare a vivere. Questo è il messaggio che dovremmo ricavare dall’incontro che questa città ha voluto, ancora una volta, ripetere con il suo Crocifisso. Questo è il tesoro inestimabile che dobbiamo portarci a casa questa sera. La nostra libertà, formata sul modello della libertà di Gesù, lo scopo della nostra vita, il motivo per cui ogni giorni viviamo, fatichiamo e soffriamo, conformati, ispirati alla forma dello scopo della vita di Gesù. Qual è la nostra ora, fratelli e sorelle? Come a dire: cosa ci aspettiamo di lasciare dietro le nostre spalle, nella nostra vita? Per cosa lottiamo? Per cosa fatichiamo? Per cosa soffriamo? Per cosa ci impegniamo? La nostra libertà è messa in gioco in maniera finalmente adeguata solo se la nostra vita ha come scopo, lo stesso scopo della vita di Gesù: come me… Se io vi ho lavato i piedi, così dovete lavarli gli uni agli altri. Se vi ho sopportato e perdonato, dovete sopportarvi e perdonarvi gli uni gli altri. Se sono morto per voi, dovete spendere gratuitamente la vostra vita per coloro che dite di amare. Per coloro che dovete amare. Senza nessun interesse, senza nessuna pretesa, senza pensare alle convenienze… Ed ecco, allora, fratelli e sorelle, che concludendo, consegno a voi, una preghiera che viene da lontano e che i Padri custodi di questo Santuario hanno voluto stampare sul retro dell’immaginetta del nostro Crocifisso. È una preghiera che viene da lontano perché è stata firmata da san Carlo Borromeo, ma è una preghiera che san Carlo Borromeo introduce, radica, in una tradizione del XVI secolo che aveva, a suo sostegno, altri grandissimi santi, come Ignazio di Loyola o Teresa d’Avila. È una preghiera bellissima. Di fronte al Crocifisso. Una preghiera che, secondo me, indica una cosa, e non una tra le tante, ma forse quella decisiva, che indica la qualità propria della nostra fede cristiana. La qualità propria della nostra fede cristiana è amare Gesù gratuitamente. Volergli bene. Senza aver bisogno di altri motivi per essergli fedeli. Senza aver bisogno di porre altre condizioni se non quella di poter essere suoi amici, liberamente capaci di condividere l’ora decisiva che ha dato unità a tutta la sua vita, che ha dato uno scopo alla sua libertà. Gesù crocifisso, ti vogliamo bene. E siamo qui per quello e per nessun altro motivo. Ascoltate le parole di san Carlo Borromeo, che spero presto potrete fare vostre, avete in mano il testo di questa preghiera: Ciò che mi attira a te, Signore, sei tu. Tu solo, inchiodato alla Croce, con il corpo straziato tra agonie di morte. E il tuo amore si è talmente impadronito del mio cuore, che quand’anche non ci fosse il Paradiso, io ti amerei lo stesso. Nulla devi darmi, per provocare il mio amore, perché quand’anche non sperassi ciò che spero, pure ti amerei come ti amo. Amen. tutta la vita? Ecco la gioia della Pasqua! Ecco il motivo del nostro “alleluia”! Siamo risorti con Cristo, la nostra vita è con Cristo in Dio, e quando Gesù si manifesterà, saremo con Lui, nella gloria. Ci interessa questo? Lo desideriamo? O, ripeto, sono parole vuote, formule magiche… Usciamo da questa Pasqua, cari fratelli e sorelle, con un proposito preciso: approfondire, nella meditazione della Scrittura (soprattutto i Vangeli), nella preghiera, nell’adorazione eucaristica, nel tempo dedicato al Signore, approfondire la nostra conoscenza e la nostra familiarità con Lui… SABATO SANTO: UNA CHIESA CHE SI RINNOVA, ANNUNCIA E VIVE IN COMUNIONE CON DIO Cari fratelli e sorelle, questa notte è illuminata dalla nostra certezza che il Signore ha vinto. Questa notte ci ha restituito una speranza che non delude. Questa notte è arricchita anche dalla fecondità della Chiesa, perché davanti a me ci sono otto fratelli e sorelle che stanno per ricevere il Battesimo, la Prima Comunione e la Cresima nel sacramento della salvezza, dell’iniziazione cristiana, concentrato in questa notte meravigliosa. Le letture che abbiamo ascoltato ci hanno ricordato il principio e la fine. Come dire, la risposta alle due domande: “Ma da dove vengo?” e “Dove vado?”. Qual è l’origine, il senso della mia vita? Qual è lo scopo, il fine di tutte le mie fatiche, del mio cammino? Vengo da un progetto luminoso di Dio? Le pagine poetiche, cadenzate, meravigliose del Libro della Genesi, che abbiamo ascoltato nella Prima Lettura, non sono certamente una rappresentazione della Creazione, ma sono una meditazione profondissima e verissima di quello che Dio ha nel cuore e ha in mente per ciascuno di noi. Quando tutto è stato studiato, inventato e creato perché fosse il luogo della dimora dell’amico e dell’amica di Dio, dell’uomo e della donna fatti a immagine e somiglianza del loro Creatore… Non veniamo dal caso. E non veniamo dalla necessità di leggi fisiche o storiche comunque indipendenti da una volontà di amore. È la volontà d’amore di Dio. È la sua passione per la vita. È il suo desiderio di espandere la propria gioia che ci ha messo al mondo. Anche voi e me, non soltanto Adamo ed Eva… Noi veniamo da Dio. È stato un pensiero che cercava la bellezza. Un affetto profondo di comunione materna e paterna che sono alle radici della nostra esistenza. Penso ai miei fratelli atei. Ce ne sono molto pochi in giro, sapete? Oggi è molto più di moda fare gli agnostici, gli incerti, coloro che dicono “non lo so, non mi interessa, non vedo chiaro”… Penso a questi miei fratelli e a queste mie sorelle che non sanno o dubitano che la loro vita sia scaturita da un progetto di amore… Sia partita dal cuore materno e paterno di Dio e questa sera la Parola che abbiamo ascoltato e che dobbiamo meditare ce lo ricorda… Ma noi veniamo anche dalla schiavitù che ci siamo procurati con le nostre fallaci astuzie. Noi veniamo da tante schiavitù, che, in fondo, riteniamo abbastanza comode per starci dentro… Come era per il popolo di Israele in Egitto. È vero, c’era da lavorare, c’erano da preparare i mattoni perché il faraone si stava costruendo le sue “cittàdeposito” di Pitom e di Ramses… Però c’era la pentola della carne e delle cipolle… E allora ci si rassegna a essere schiavi. Veniamo dalla schiavitù. E siamo qui, questa sera, consapevoli delle tante nostre schiavitù e dei tanti nostri compromessi, ai quali ci siamo rassegnati, per poter usufruire, per quel tanto che ci garba, del comodo dell’essere schiavi… Ma il Signore non ci lascia lì. Nonostante le nostre superficialità. Nonostante la nostra preferenza per la schiavitù, il Signore ci chiama fuori, è pronto ad aprire il mare davanti ai nostri passi, è pronto a farci entrare dentro nelle acque rigeneratrici del Battesimo, perché diventiamo figli di Dio e non schiavi del faraone. E, quindi, se siamo partiti dall’amore di Dio, siamo indirizzati verso la libertà. Una libertà che finalmente incontra la sua finalità adeguata. “Le mie idee non sono le vostre idee”. “I miei pensieri non sono i vostri pensieri”, ci ha detto il profeta. La libertà nostra, finalmente, ci fiorisce in mano quando comprendiamo che è fatta per essere spesa per amore. Attraverso la Parola di Dio, le intenzioni di Dio ci raggiungono. Attraverso la Parola di Dio l’orientamento della nostra libertà dovrebbe convincerci a essere, finalmente, tutti impegnati solo nella ricerca di un amore dato e ricevuto, all’altezza della nostra dignità di figli di Dio. Andiamo verso una nuova umanità. Un’umanità libera e degna. Un’umanità che non ha più un cuore di pietra ma un cuore di carne. Un’umanità che accoglie e lascia abitare in sé lo Spirito di Dio, dentro di noi. E infine, andiamo verso Cristo. Nel quale, Paolo ci ha ricordato, noi siamo stati immersi. Andiamo verso Lui, la cui vittoria sull’egoismo, sulla cattiveria, sull’ingiustizia, sul male e sulla morte è qui rappresentata dalla Luce che brilla dall’alto del cero pasquale. Andiamo verso Lui: questa è luce che illumina il nostro cammino e guida i nostri passi. E Lui ci manda, come ha mandato le donne, nel benedetto mattino del primo giorno della settimana, il giorno della Risurrezione, ci manda ad annunciare ai fratelli, che vale la pena di vivere se si vive in comunione con Gesù. P A G I N A 10 CHIESA CHIESALOCALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 LABORATORIO PERMANENTE DI PASTORALE IL PRIMO ANNUNCIO ALCUNE NOTE LOGISTICHE È urgente che le parrocchie o persone interessate si iscrivano al più presto così da permettere la preparazione di tutto il materiale necessario per il corso; alle parrocchie si chiede un eventuale contributo per sostenere i propri iscritti; la data del 31 maggio 2010, come termine ultimo per le iscrizioni è improrogabile per esigenze logistiche dell’ente ospitante. È previsto anche un servizio di assistenza dei figli minori, se qualche coppia ne avesse la necessità, ma anche per questo è urgente conoscere il numero e l’età così da provvedere in modo adeguato. I dépliants che illustrano il corso estivo sono stati inviati a tutte le zone pastorali. Può darsi che qualche parrocchia ne sia ancora sprovvista. Si possono richiedere all’Ufficio Catechistico Diocesano e verranno inviati al più presto. Il numero di telefono è lo 031-241249: tutte le mattine dal lunedì al venerdì; lunedì e giovedì anche al pomeriggio. mande che nascono, in varie direzioni disciplinari, mentre si procede all’elaborazione di un progetto o all’approfondimento di un argomento. mentalità sociale, per una adeguata valorizzazione dei laici e – non nascondiamolo – per una sensibile diminuzione di ministri ‘ordinati’. Tutti questi fatti sono stati accompagnati da studi, documenti, ricerche e indicazioni che hanno come obiettivo diretto la formazione degli operatori. È una sfida che la nostra Diocesi non può lasciar cadere. Molto è già stato fatto in passato anche con una vasta eco a livello nazionale. Molto si sta facendo per esempio nell’ambito della formazione degli operatori della pastorale familiare, degli insegnanti RC, dei ministri straordinari dell’eucarestia, dei ministranti animatori della liturgia e canto sacro e altri ancora. Nasce per questo la proposta di un laboratorio permanente di pastorale, in cui i diversi uffici pastorali della Curia Diocesana sono coinvolti a vario titolo. Vi sono delle tematiche comuni, che riguardano tutti i diversi settori della pastorale, per i quali è possibile un percorso formativo comune. Questo, ovviamente non toglie la necessità di momenti specifici di formazione nei diversi settori, che continueranno ad esistere; magari precisandosi meglio. La scelta del metodo del laboratorio nasce dalla convinzione che sia più produttiva, soprattutto là dove si tratta di preparare materiale di utilizzo immediato, ma soprattutto che risponda meglio all’esigenza di chi realizza la propria formazione cercando risposte alle do- IL PRIMO ANNUNCIO Quest’anno la proposta del laboratorio pastorale è presa in carico dall’Ufficio Catechistico e si propone di affrontare l’argomento del primo annuncio. Una tematica cui si fa continuamente riferimento proprio in diversi documenti ecclesiali a partire dal 2005. Ma soprattutto un argomento che ci riguarda molto da vicino se pensiamo ai genitori che chiedono il Battesimo per i loro figli o di completare l’iniziazione cristiana per gli stessi in età scolare. Quante volte ci accorgiamo che è necessario riproporre l’annuncio di Gesù Cristo e del suo Vangelo, in queste situazioni, per rimotivare delle scelte, per rinnovare un percorso di fede interrotto, per aiutare nella GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI Il pellegrinaggio alla Madonna del Soccorso 47^ GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI 25 APRILE 2010: UN SEMPLICE SEGNO NELLA PREGHIERA Pubblichiamo la Preghiera per le Vocazioni scritta da papa Benedetto XVI per la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni di quest’anno. Spirito Santo, fuoco ardente di luce e calore, donaci la passione per una profonda intimità con il Signore, per rimanere nel suo amore. Come i discepoli di Gesù si sono scambiati l’annuncio gioioso e stupito dell’incontro con Lui, dona a ciascuno di noi la trasparenza del cuore per raccontare, con gratitudine e meraviglia, quello che di Lui abbiamo conosciuto, vissuto e amato. Rendi la nostra umile testimonianza, segnata dalla scelta della croce e accolta nella speranza della gioia pasquale, segno di fecondità e occasione preziosa perché i giovani possano riflettere sulla propria vocazione con semplicità, fiducia e piena disponibilità. Vergine Maria, Madre della Chiesa, custodisci con tenerezza ogni piccolo germoglio di vocazione; possa divenire albero rigoglioso, carico di frutti per il bene della Chiesa e dell’intera umanità. Amen Invitiamo i parroci a far recitare questa preghiera al termine di tutte le sante Messe della Giornata, coinvolgendo in particolare in questo gesto tutti i giovani che avranno partecipato al Pellegrinaggio Diocesano dei Giovani al Santuario della Madonna del Soccorso di sabato 24 aprile. don ROBERTO BARTESAGHI ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ L a realtà pastorale di questi ultimi anni, così bisognosa di aggiornamento per tenere il passo dei cambiamenti vorticosi della realtà sociale sia dal punto di vista ecclesiale che culturale in genere, richiede sempre maggiore attenzione alla voce ‘formazione’. E direi che alcune ‘svolte’ indicate, per esempio dalle CEI, o dalle conferenze episcopali regionali o dalle singole diocesi, hanno sempre insistito sulla necessità di una formazione adeguata degli operatori. Pensiamo al nuovo volto della parrocchia ‘missionaria’, alle scelte relative al catecumenato degli adulti con relative ricadute sull’iniziazione cristiana dei ragazzi, o ancora al fatto delle unità pastorali: scelta necessaria per una cresciuta riscoperta della gioia di una vita cristiana dentro la comunità. Ma lo stesso vale per i ministri straordinari dell’Eucarestia che spesso si trovano a contatto con persone che a causa della malattia o della sofferenza ‘si interrogano’ intorno alla fede e hanno bisogno di fare chiarezza, di riscoprire un annuncio autentico. Così pure tanti insegnanti di RC che a contatto con molti giovani avvertono la necessità di un annuncio che rievangelizzi dentro posizioni a volte confuse o pregiudiziali. Ma anche nell’accompagnamento per il catecumenato degli adulti o per delle scelte vocazionali sia verso il matrimonio che verso la vita consacrata, quanta necessità di un primo annuncio sfrondato da molte incrostazioni. è la ‘sfida della fede’, scrivono i Vescovi lombardi, perché porta non solo all’inizio del percorso, ma al ‘centro’, al ‘cuore’ del nostro credere: è l’annuncio del Cristo Risorto, il Vivente. Ci sembra una problematica che ci riguarda molto da vicino, dunque, soprattutto là dove sono in gioco adulti che hanno a che fare con adulti nelle differenti esperienze pastorali, che anche nella nostra diocesi sono in atto, magari con fatica proprio per esigenza di formazione più adeguata. LO SVILUPPO DEL LABORATORIO DI PASTORALE Il laboratorio di pastorale sul primo annuncio si terrà a Livigno dal 22 al 25 luglio 2010. Sono previste alcune relazioni: don Battista Galli, vicario per la provincia di Sondrio, ci intratterrà sui grandi cambiamenti sociali che sono sfida per la Chiesa; sr. Silvia delle Suore Maestre di Santa Dorotea di Monteolimpino, parlerà delle attenzioni necessarie, dello stile, nell’accompagnamento alla fede degli adulti; don Battista Rinaldi, responsabile dell’Ufficio Catechistico diocesano, tenterà di descrivere, per quanto possibile, i tratti di una fede adulta e di adulti. I corsisti saranno poi invitati a partecipare a un laboratorio a scelta che si svilupperà nei pomeriggi della ‘due-giorni’ e continuerà anche in alcuni incontri (quattro) che verranno proposti durante l’anno pastorale prossimo, nelle zone da cui provengono i partecipanti. Le tre aree scelte per i laboratori sono quelle della famiglia (genitori che chiedono il battesimo o l’iniziazione cristiana dei figli), dei giovani che sentono una necessità di un risveglio della fede, degli operatori pastorali laici in parrocchie di piccole dimensioni. Lo scopo è quello di elaborare dei progetti operativi da utilizzare in questi settori considerati. don BATTISTA RINALDI P A G I N A 11 CHIESA VISIT AP ASTORALE VISITAP APASTORALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 Dopo la pausa per le celebrazioni Pasquali il vescovo Diego Coletti riprende, domenica 18 aprile, la visita pastorale alle parrocchie della diocesi. Il viaggio toccherà nei prossimi mesi la zona “Lario” ognana Lario, chiamata anche “Montagna d’oro”, è situata sulla sponda orientale del ramo comasco del lago, ai piedi del monte Preaola. E’ composto da diverse frazioni caratteristiche per le stradine dal sapore antico: Quarzano, Rovasco, Canzaga, Riva di Pognana, Sigiano, Fichino o Castello. Anticamente l’economia si basava sulla coltivazione della vite e dell’ ulivo sostituito nei secoli dalle fabbriche per la produzione di tela metallica. Se dovessimo fare un confronto della vita del paese di oggi, con quella di cinquant’ anni fa, vedremmo un abisso. Al termine della seconda guerra mondiale la maggior parte della popolazione (che era di 932 persone nel 1951) faceva lavori poveri: muratori, scalpellini, cava pietra (sassi di Moltrasio), agricoltori, artigiani, pescatori. Erano tanti gli uomini che andavano all’estero a prestare la loro mano d’opera, rientrando in paese a novembre per l’inverno. Le donne e gli uomini che restavano a casa, lavoravano la terra e allevavano animali. C’erano però anche due fabbriche di rete metallica dove lavoravano circa una cinquantina di operai. Ma il lavoro lo si poteva fare anche a casa disponendo di un telaio ed andando in fabbrica a prendere la materia prima. Anche i bambini dopo la scuola facevano le pagliette per pulire le pentole; le ragazze più grandi, facevano invece le “gabiette” per i turaccioli delle bottiglie di vino; tutto serviva per avere qualche soldo in più. Verso la fine degli anni cinquanta, primi anni sessanta, sono sorte in paese diverse imprese artigianali; lavora- IL VESCOVO RIPRENDE LA VISITA PASTORALE IN DIOCESI POGNANA E CARENO TRA PASSATO E FUTURO P vano tutti il ferro producendo gabbie, espositori, pensili per cucina. Iniziò anche, l’allevamento di polli. IL BOOM ECONOMICO Con il passare degli anni, si preferì andare in città presso le grosse fabbriche a lavorare, anche perché era iniziato il boom economico e c’erano tante possibilità di trovare un’occupazione. Iniziò così il pendolarismo: il paese iniziò a svuotarsi al mattino e rientrare alla sera. I mezzi di trasporto erano il battello e la corriera, anche se c’era chi andava sempre, anche d’inverno, in bicicletta. Fino all’arrivo delle automobili. In quegli anni a Pognana c’erano molti negozi di alimentari, due mercerie, due falegnami e un negozio di scarpe. Il paese era molto vivace ed attivo. Non c’erano i supermercati e la maggioranza della popolazione viveva in paese. Le osterie erano un punto di aggregazione per gli uomini che si trovavano per giocare a carte , alla “ mura” e ricordare gli avvenimenti della guerra. Oggi le osterie non ci sono più, sono rimasti due bar, due negozi di generi alimentari (dei piccoli market). Allora transitava anche da Pognana il Giro d’Italia; tutti scendevano in strada ad applaudire i campioni. FESTE E TRADIZIONI La festa principala e più frequentata, era la festa della Madonna, la seconda domenica di settembre. La settimana precedente i bambini venivano reclutati per togliere l’erba dalle strade, si preparavano le ghirlande di fiori di carta e le donne adornavano la statua della Vergine con i fiori più belli. La processione era organizzata ogni sette anni, così in caso di brutto tempo si dovevano aspettare altri sette anni prima che la Madonna percorresse la strada sino a S. Rocco e ritorno. Altra data importante era la festa di Quarzano, la prima domenica dopo Pasqua. A Rovasco si festeggia il patrono S.Miro, il secondo venerdì di maggio in ricordo del passaggio del Santo dal nostro paese e che promise, grazie all’aiuto ricevuto, che a Pognana non sarebbe mai mancata l’acqua e che i bambini che sarebbero stati portati sul sagrato della chiesa, avrebbero imparato a camminare bene e subito. Il forte delle feste è S. Rocco, quando, dopo la solenne funzione in chiesa, le famiglie di Canzaga, preparano gli gnocchi invitando a pranzo gli Dai celti ad oggi: una lunga storia La prima volta che viene citato il nome Pognana, è in una carta del marzo 1140 a proposito di una donazione al monastero di S.Abbondio in Como, dell’olio prodotto dalla Terra di Pognana. Solo nel 1938 il Comune assume definitivamente il nome di Pognana Lario. Alcune sue frazioni affondano le radici in tempi antichi: Rovasco fu il primo centro abitato in età preromana grazie alla sua posizione elevata e protetta, mentre l’esistenza della località di Quarzano è certa di età carolingia. Un documento del 18 luglio 885 parla di un “fundo do Quarciano” di proprietà dei Longobardi. Sigiano, si dice derivi dal francese Saint Jean; in una carta del 28 maggio 1095 viene riportata l’esistenza della chiesa di S. Giovanni Battista in occasione della sosta del Papa Urbano II che stava girando l’Europa per raccogliere fondi per le crociate. Fichino o Castello frazione di Canzaga , non tradisce l’indubbia esistenza di una fortificazione sin dalla dominazione longobarda, se non addirittura bizantina. A Pognana esistono tre tre chiese: la Parrocchiale dedicata alla SS. Trinità, è la più recente, iniziata nel 1732 e terminata nel 1744 con le elargizioni della famiglia Rebay che aveva una fiorente attività commerciale a Gùnzburg in Germania. Visitata dal Vescovo Paolo Cernuschi nel 1746, fu dichiarata parrocchia il 16 dicembre 1747 e solennemente consacrata dal vescovo Albrici Pellegrini. La chiesa di S.Rocco, è l’antica parrocchiale dedicata alla SS. Trinità in frazione di Canzaga; è stata costruita tra la fine del 1200 e l’inizio del 1300; è di stile prettamente lombardo. E’ rimasta parrocchia sino al 16 settembre 1747, quando cedette il titolo e la dedicazione all’attuale chiesa edificata in Pognana. La chiesa di S. Miro in Rovasco merita ancora studi approfonditi, perché al pari di S.Rocco, è un monumento di grande valore storico artistico. E’ protetto dal vincolo della Soprintendenza ai Monumenti della Lombardia. Edificata anch’essa nel secolo XIII, probabilmente qualche decennio prima di S. Rocco. La sua pianta sopraelevata, a struttura gotica, fa pensare che sul posto sorgesse un tempio molto più antico. amici e i parenti. Come si vede la popolazione di Pognana cerca di mantenere le tradizioni. In paese è funzionante un Asilo Infantile, fatto costruire da padre Vitale Bindolini, missionario, venuto in paese nel 1922 a tenere le Missioni in parrocchia: presidente il parroco e tre membri del comune di maggioranza, uno di minoranza ed un rappresentante del Provveditorato agli Studi. Come avete visto in mezzo secolo, sono stati fatti passi da giganti. La vita è migliorata, la gente vive in modo ottimale ma si è perso quel sapore antico tanto caro a noi che l’abbiamo assaporato in tempi passati. Resiste invece il sentimento di aiuto reciproco e collaborazione. Oggi il paese si svuota durante la giornata; tutti si spostano in città per lavoro e studio. In paese ci sono solo le scuole elementari; per le medi i ragazzi devono raggiungere Torno e, per le superiori Como. L’INVITO DEL PARROCO Il 18 aprile prossimo il nostro Vescovo Diego verrà a visitare le comunità cristiane di Pognana Lario e Careno per confermarci nella fede e per indicarci la strada da percorrere per i prossimi anni. Il Concilio Vaticano II nel Decreto sull’Ufficio pastorale dei Vescovi nella Chiesa (Christus Dominus), dice a riguardo della funzione del Vescovo diocesano: “Il Vescovo conosca la sua gente e sia da essa conosciuto. Raccolga intorno a sé l’intera famiglia dei credenti e dia ad essa una formazione tale che tutti vivano ed operino nella comunione della carità. Si adoperi a conoscere a fondo le necessità della diocesi nelle condizioni sociali in cui essa vive. Si dimostri premuroso verso tutti…” Qualche notazione più direttamente riferita alla Visita Pastorale può essere raccolta dal Codice di Diritto Canonico che ricorda come essa sia un grave dovere del Vescovo, e dal Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi: “La Visita Pastorale è una delle forme con le quali il Vescovo… mantiene i contatti personali con il clero e con gli altri membri del popolo di Dio per conoscerli e dirigerli, esortarli alla fede e alla vita cristiana, nonché per vedere coi propri occhi nella loro concreta efficienza, e quindi valutarli, le strutture e gli strumenti destinati al servizio pastorale. La carità pastorale è come l’anima della Visita; il suo scopo non tende ad altro che al buon andamento della comunità. Con la Visita Pastorale il Vescovo si presenta in modo concreto come principio e fondamento visibile dell’unità nella Chiesa particolare affidatagli”. Un occasione in cui “chiamare tutti i fedeli al rinnovamento della propria coscienza e ad una più intensa attività apostolica”. Con quale spirito accogliamo il nostro vescovo? Mi auguro che tutti noi ci disponiamo in un sereno atteggiamento di fede per poter leggere con gli occhi del cuore quanto avrà da dirci e da consigliarci. Sono certo che la comunità tutta saprà stringersi intorno al nostro pastore e da lui lasciarsi amare e confermare nella fede e nei cammini futuri che emergeranno da questa visita. don ALESSANDRO DI PASCALE LA FEDE A noi però interessa il lato spirituale della nostra gente. Come succede dappertutto, anche qui c’è lo svuotamento della chiesa, in particolare da parte dei giovani. Solo nelle feste principali le chiese si riempiono. Noi pensiamo sempre in positivo, speriamo che il bene seminato oggi, porti frutti quando questi saranno papà e mamme. La gente, però, è molto generosa; basta chiedere un aiuto per le opere delle chiese, per l’asilo, per qualsiasi altra iniziativa, missionaria o raccolta alimentare per i poveri, che risponde in modo encomiabile. I gruppi di volontariato sono molto attivi ed efficienti. Dal 1993 sosteniamo con “adozione a distanza” ben 26 famiglie ad Asmara (Eritrea), e da cinque anni aiutiamo anche gli studenti di padre Protasio a Massaua con borse di studio. Cinque anni fa un gruppo di parrocchiani è andato, per una settimana, a trovare i missionari e i bimbi adottati. Per tutti è stata una esperienza emozionante e molto bella. CESARINA PROGRAMMA Domenica 18 Aprile Ore 9.00 Incontro con il Consiglio Pastorale Parrocchiale, il Consiglio per gli Affari Economici e le catechiste Ore 10.15 Incontro in Municipio con l’Amministrazione Comunale, le associazioni operanti in paese e i carabinieri Ore 11.15 S. Messa a Careno a cui segue pranzo comunitario allo Sporting e incontro con la comunità di Careno. Ore 15.00 incontro con i bambini e ragazzi in oratorio, salita alla chiesa di S. Rocco e domande dei bambini al Vescovo Ore 17.30 incontro cresimandi con il Vescovo Ore 18.00 Celebrazione della S. Messa con amministrazione della Cresima Ore 19.30 incontro con il parroco P A G I N A 12 CHIESA CHIESAMONDO IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 LE TESTIMONIANZE DI PADRE EUGENIO CALIGARI ED ENRICA VALENTINI SUDAN, LA LUNGA VIA VERSO LA PACE Dopo il cammino che ci ha guidato in Quaresima alla scoperta della nostra missione diocesana in Cameroun riprendiamo, attraverso le loro lettere, il filo con i nostri missionari sparsi per il mondo. Un modo per sentirci parte di un’unica Chiesa e cittadini di un solo mondo. In questa pagina trovate un approfondimento sulla realtà del Sudan. Nella prossima vi proponiamo due riflessioni dal Kenya e dalla Giordania C ari Amici, mi dicono che in Italia fa ancora molto freddo. Qui mentre vi scrivo siamo già a 40 gradi e verso le 3-4 saliranno a 45. Da noi questo caldo è venuto con circa un mese di anticipo ed è molto noioso e non aiuta a, non solo a lavorare, ma anche a vivere con un po’ di agio. Sembra che il clima atmosferico si stia mettendo in sintonia con il clima politico del Sudan: tra un mese ci saranno per la prima volta le elezioni a cui per la pace che godiamo da 5 anni possono partecipare tutti per votare. E il clima si va arroventando. Anche Raja, regione dimenticata da tutti e da qualsiasi sviluppo, questa settimana sarà invasa dai candidati che prometteranno mari e monti. Oggi, il Presidente Omar Bashir, domani il Vice, Salva Kir e così via per tutta la settimana. Dopo ritorneremo al normale. ASPETTANDO IL VOTO In una lettera inviata per Pasqua l’operatrice di Caritas Como in Sud Sudan, ci racconta l’attesa delle elezioni che si sono tenute questa settimana, dal’11 al 16 aprile. Grazie alla Pasqua abbiamo un po’ di vacanza e quindi anche un po’ di tempo in più per scrivervi. Speriamo che siano elezioni giuste, libere e soprattutto in pace. E che il risultato aiuti a consolidare il processo di pace. Questi tre mesi dopo Natale sono stati mesi intensi e caratterizzati da alcuni eventi. La visita del nostro Vescovo Mons. Rudolf Deng Majak. Con lui siamo andati in tutti i centri fuori per poi concludere con Cresima e un mare di gente qui a Raja il 24 gennaio. Poi con lui sono andato in visita ai centri sulla strada di Wau e il 31 gennaio c’è stata l’apertura di Deim Zubeir come parrocchia autonoma e staccata da Raja, affidata al clero locale. Ringraziamo il Signore perché questo è un passo importante per la chiesa e il clero locale. Lentamente i Sacerdoti aumentano e si prendono cura pastorale dei Cristiani. Sarà anche un bene per noi a Raja perchè toglie un gran fetta di territorio a cui badare. Per noi il mese di gennaio è stato piuttosto pesante anche perché tra le altre cose da fare abbiamo dovuto dare di persona l’ultimo insegnamento ai candidati al Battesimo, Cresima e Prima comunione dalle mani del Vescovo. Poi, per riposare, il giorno 8 febbraio abbiamo cominciato dieci giorni di Corso per i Catechisti rimasti in Parrocchia dopo la divisione con Deim Zubeir. Anche durante questa quaresima continuo il lavoro pastorale normale, la catechesi e il sostegno ai poveri. Stiamo recuperando anche coloro che per un motivo o un altro non hanno potuto ricever i Sacramenti quando è venuto il Vescovo e cerchiamo di prepararli per la prossima Pentecoste. In questo tempo ho anche comprato il cibo per i 13 asili della parrocchia e l’ho spedito quasi tutto. Dobbiamo completare il cibo e la cancelleria e altre cose in modo da spedirle prima delle grandi piogge se no le strade diventano impraticabili. Stiamo anche preparando 200 banchi per le scuole primarie e devono essere pronti per il primo di aprile quando cominciamo le scuole. Come vedete c’è sempre tanto lavoro così non ho tempo di pensare che sto diventado vecchio. Del resto, sempre, ma specialmente quando sono solo, dico al Signore, se vuoi che lavoro qui per la tua gente, guarda che non mi ammali seriamente. E difatti mi lascia solo con gli acciacchi normali. Anche questa volta ho voluto condividere con voi un po’ della mia vita missionaria per rendervi partecipi del bene che il Signore continua a fare e per farvi toccare con mano tutto quello che voi mi aiutate a fare con le vostre preghiere e con il vostro generoso aiuto. Che il Padrone della Messe vi benedica e ricambi. PADRE EUGENIO CALIGARI NEL MESE DI GENNAIO 2011 IL SUD SUDAN ANDRA’ AL REFERENDUM PER L’INDIPENDENZA LE ELEZIONI IN UN PAESE IN BILICO N el momento in cui andiamo in stampa (martedì 13 aprile) la commissione elettorale del Sudan ha appena annunciato il prolungamento delle elezioni per due giorni: un modo per dare la possibilità a tutti i sudanesi di esprimere il proprio voto, nonostante il caos organizzativo e le difficoltà che stanno caratterizzando diversi seggi. Quelle aperte nel più grande Paese africano, domenica 11 aprile, sono infatti le prime elezioni multipartitiche degli ultimi vent’anni, frutto del cammino intrapreso nel 2005 con la firma dell’Accordo Globale di Pace firmato dal governo di Karthum – guidato dal presidente alBashir, salito al potere nel 1989 con un colpo di stato e accusato di crimini contro l’umanità dal Tribunale Penale Internazionale per la guerra in Darfur – e dai leader del Movimento Popolare di Liberazione del Sudan, il principale partito e gruppo armato del Sud. L’accordo aveva posto fine ad una tra le più sanguinose guerre del continente in cui le truppe del Nord (di tra- dizione e cultura araba) si erano scontrate con i ribelli del Sud (cristiano-animisti). Ma non si è trattato di una guerra religiosa o etnica (erano diverse le etnie che si fronteggiavano) quanto di una lotta da parte del sud per guadagnare autonomia ed avere le possibilità di autogovernarsi e gestire le proprie risorse (tra cui grandi giacimenti di petrolio), di fronte ad un governo che tendeva ad egemonizzare il paese da un punto di vista economico, poli- tico e culturale. Le elezioni, appena concluse, sono una tappa importante di questo percorso in cui i cittadini sudanesi sono chiamati non solo ad eleggere il nuovo presidente del Sudan ma anche i membri dei due parlamenti (quello nazionale e quello della regione semi-autonoma del Sud Sudan), delle assemblee regionali e dei governatori. Le lunghe file ai seggi hanno dimostrato l’importanza di questo momento così come il clima di calma in cui si stanno tenendo alimenta la speranza di un futuro di pace. Ci sono, però delle nuvole che si addensano sul futuro del Paese: primo fra tutti i brogli denunciati da vari partiti di opposizione, tanto che i principali avversari del presidente al-Bashir si sono ritirati dalla competizione a pochi giorni dal voto, spiando così al presidente la strada della rielezione. Dall’altra parte le difficoltà organizzative evidenziate dagli osservatori internazionali denotano le debolezze strutturali di un Paese ancora lontano dallo sviluppo. Senza dimenticare l’instabilità e le violenze che ancora si verificano in varie parti del Sudan, specialmente nel Darfur, ma non solo. Passate le elezioni, indipendentemente dagli esisti (attesi per la fine di aprile), gli occhi di tutti sono rivolti al gennaio 2011, quando è previsto il referendum con cui il Sud Sudan potrà dichiarare l’indipendenza. Un appuntamento che secondo molti osservatori potrebbe scatenare nuove violenze perché si teme che il regime di al-Bashir non sia disposto ad accettare L’11, 12 e 13 aprile ci saranno le elezioni qui in Sudan e in tutto il paese, oltre alla campagna elettorale, ci sono attività per informare la gente su cosa significa votare, come si fa e perchè. Ho partecipato a un corso per tutto il personale della diocesi di Wau per fornire a tutti informazioni da dare a quelli che vengono nei nostri uffici a chiedere chiarimenti. È stato decisamente illuminante, voglio dire, io sapevo già tutto: come si mette la crocetta senza uscire dal bordo, che non si deve scrivere fuori dagli spazi, come si infila la scheda elettorale nell’apposito contenitore, che il voto è segreto...mentre qui tutto questo è assolutamente nuovo, ci sono voluti 20 minuti per spiegare cos’è un seggio, altrettanti per far vedere un fac-simile di una scheda elettorale e come completarla, senza tralasciare che se tu sei morto, tuo fratello non può votare per te. La città intanto si è riempita di osservatori venuti a monitorare le elezioni...si vedono sempre più facce pallide in giro. Ovviamente loro sono imparziali e non possono esprimere giudizi, ma da quello che hanno fatto trasparire, a livello organizzativo, la situazione sembra più positiva rispetto a quanto preventivato. In questi giorni sono anche iniziati gli esami di fine anno della scuola primaria e secondaria, quindi dopo tanto tempo sono ricomparsi in giro i ragazzi in divisa pronti per andare a scuola. Finalmente poi il 16 aprile comincerà il nuovo anno scolastico, così io non rischierò più la vita mentre vado a lavorare, visto che i bambini per raccogliere i manghi lanciano per aria mattoni e pietre senza guardare chi c’è intorno. Mi ero scordata anche di dirvi che siamo nel pieno della stagione dei manghi...ce ne sono dovunque, sugli alberi e per terra e tutti passano le giornate a raccoglierli... soprattutto considerato che per molti è l’unica cosa che possono mangiare (senza doverla comprare). ENRICA VALENTINI operatrice di Caritas Como a Wau Sud Sudan l’indipendenza o, quantomeno, cercherà di rivendicare il controllo di alcune regioni contese. Molto dipenderà dall’atteggiamento della Comunità Internazionale incapace, in questi anni, di trovare soluzioni ai tanti nodi che ancora oscurano il futuro del Paese. MICHELE LUPPI CHIESA CHIESAMONDO P A G I N A 13 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 LA RILFESSIONE DI PADRE STEFANO GIUDICI DA KOROGOCHO (SLUM DI NAIROBI) SEGNI DI RESURREZIONE DAL KENYA Da Nairobi - Kenya D avvero qui i giorni scorrono velocissimi, ognuno con il suo carico di umanità a volte ferita, altre volte esultante. Un po’ come la quaresima che ci ricorda la nostra fragilità ma ci invita ad alzare gli occhi, a vedere oltre, a rivalutare la nostra dignità di persone perdonate. Ho trovato nei giorni scorsi una frase molto bella di una poetessa inglese, Elizabeth Barrett Browning, che riassume splendidamente quello che vorrei dirvi: “la terra stipata di cielo, e ogni comune roveto che brucia di Dio. Ma solo chi sa vedere si toglie i calzari. Gli altri siedono attorno e colgono more”. Ecco, riesco a vedere il bello, lo straordinario che Dio sta facendo sotto i miei occhi? È una sfida enorme, perché quando mi guardo attorno e vedo dolore, sconforto, spazzatura, fogne a cielo aperto, stracci, volti disfatti dall’alcool, occhi persi per il continuo sniffare la colla... Eppure la resurrezione è proprio la sfida a vedere le cose in modo totalmente diverso, in una prospettiva che sulla terra nessun uomo, nessuna donna, nessuna ricerca avrebbe mai saputo proporre. È la Vita di Dio che sfonda nella nostra vita e ci costringe a prendere posizione, non per lottare ma per contemplare in modo nuovo quello che c’è attorno a me. Questa è la Pasqua! E allora cerco di raccontarvi qualcuno di questi piccoli segni di Resurrezione che vediamo qui a Korogocho; da questa prospettiva che è la vita quotidiana dei poveri fatta di lotte, pianti, ma anche di gioia grande e grande condivisione. A CASA DI TERESIA Qualche tempo fa sono entrato in casa di Teresia. Quasi non ci stavamo, tanto la baracca era piccola e gli occhi ci hanno messo un po’ ad abituarsi all’oscurità, anche se fuori era pieno giorno. Teresia, un’anziana donna, era a letto, molto debole per l’età e con un dito gonfio per un’infezione ormai di qualche giorno. Attorno il niente, o quasi. Parliamo con lei e cerchiamo di convincerla a trasferirsi nella casa per anziani che c’è a Kariobangi, non lontano dalla parrocchia; rifiuta perché, dice, chi si prenderà cura dei miei due nipoti? E chi pagherà per la casa? I suoi due nipoti, lasciati dalla figlia defunta, sono due ragazzi di strada che è difficilissimo incontrare perché tornano sempre a sera tarda, quasi sempre ubriachi o “fatti” di colla; ovviamente non sarebbero in grado di prendersi cura della nonna, né hanno intenzione di farlo... Eppure Teresia si preoccupa per loro. Continuiamo a parlare con lei, e tra noi per vedere cosa si può fare, quando sulla porta appare una giovane donna, una delle vicine di casa e scopriamo improvvisamente la rete di solidarietà e di cure quotidiane che va avanti ormai da tempo: le vicine la vengono a trovare, le preparano da mangiare, addirittura si prenderanno l’onere di pagare l’affitto per il tempo che la nonna sarà ospitata nella casa per anziani. Così, senza clamori, senza annunci sui giornali, senza libri, come se davvero fosse la cosa più normale da farsi, come se fosse strano il contrario, cioè il non fare tutto questo per una vicina nel bisogno. Ecco il cambio di prospettiva: posso vedere il roveto ardente di Dio o continuare a cogliere more. LA VIA CRUCIS Ieri pomeriggio sono tornato al centro Ushirikiano (“Condivisione”), non lontano dalla nostra casa, per l’incontro con ragazzi di strada. Sono arrivato un po’ in ritardo e li ho trovati già fuori, sulla strada, felici dell’incontro appena concluso, ognuno con la sua bottiglietta di colla sotto il naso. Vestiti stracciati, sporchi, occhi persi, il sacco per raccogliere le immondizie in spalla, eppure già proiettati a martedì, quando ci sarà il prossimo incontro con loro. Li ho ritrovati poi alla sera, all’ultima stazione della via Crucis, vicino ad una delle loro “basi” di ritrovo: un po’ stu- piti per quello che stava accadendo, qualcuno si accosta, qualcuno addirittura appoggia il sacco e si toglie il berretto in segno di rispetto. Cosa vedo qui: roveto ardente o more? Là dove io vedo stracci sporchi e puzzolenti Dio vede un uomo con tutta la sua dignità, mai diminuita, men che meno persa. Non è questa la Buona Notizia? La Via Crucis di ieri sera, per i vicoletti di Grogon, la parte più “malfamata” di Korogocho, è stata un’esperienza davvero stupenda. Già l’inizio è stato straordinario. Ci siamo ritrovati davanti al luogo dove si ritrova, tutti i lunedì, la piccola comunità cristiana dei lebbrosi, l’Ujamaa (“Comunità”); stavamo per iniziare, sotto un sole abbastanza forte, e improvvisamente si mette a piovere. C’era sole, pioggia e arcobaleno, chiaro segno della benedizione e benevolenza di Dio. Poi ci siamo incamminati, passando per i vicoletti di questo quartiere. A volte in fila indiana perché non c’era spazio abbastanza, cercando di evitare una fogna, un rivoletto d’acqua. La gente ci guardava, a volte incuriosita, ma sempre con profondo rispetto (in Africa si rispetta la religione, si rispetta Dio, anche se non è il tuo). La Croce che passava dove la croce la si vive ogni giorno. Roveto ardente o more? Martedì sera, mentre noi eravamo a Kariobangi dalle suore comboniane, è successo un fatto di cui la gente ha parlato per due giorni interi. La famiglia di un ragazzo di strada, Kirio, che conoscevamo bene, morto poco più di un mese fa, ha portato la bara (vuota) davanti alla nostra porta, chiedendo a noi di pagare il conto dell’obitorio. Un segno fortissimo per la gente di qui (non si scherza con i morti, né con quello che ha che fare con il mondo dei morti). Un gesto scandaloso per i cristiani che vi hanno letto una sfida ingiusta ai padri comboniani. Sarà quel che sarà, la nostra casa è sempre punto di riferimento per tantissimi, per ri- chieste che a volte sono pretese che sfiorano la violenza. Eppure ognuna di queste persone che bussa alla porta ha una richiesta, un’aspettativa che non sempre potremo soddisfare, ma che sempre cerchiamo di ascoltare. Ascoltare è già dare dignità, è elevare l’altro a interlocutore, è fargli capire che quello che ha da dire è importante. Cosa colgo qui, la presenza di Dio o fastidi quotidiani? E potrei continuare a lungo a raccontarvi questi piccoli germi di resurrezione. Due bambini che sfrecciano sulla nuova strada asfaltata, ognuno di loro con un pattino solo al piede; hanno trovato i due pattini nella discarica (si vede chiaramente che provengono da lì) e invece di far felice uno solo di loro, li hanno condivisi: due pattini, due piedi, due bambini felici. Oppure due squadre, una di ragazzi, l’altra di ragazze, un solo campo da calcio, quello di S. John: che si fa? Si litiga? Nemmeno a parlarne! Una squadra gioca e l’altra guarda? Ma va’! E allora? E allora si gioca tutti insieme, due palloni, due partite in contemporanea sullo stesso campo da calcio, tutti si divertono, nessuno è infastidito. Ancora: un handicappato spinge con le mani i pedali che muovono la sua carrozzella, trasformata in...taxi; dietro siede una donna che si fa trasportare alla fermata dei matatu: lei felice, lui felice, e nessuno recrimina contro un destino ingiusto. Piccole situazioni che aprono uno squarcio di Cielo sulla Terra e che mi fanno gioire di essere qui e poter esser testimone di tutto questo. Imparo, continuo a imparare, ogni giorno, e non è retorica. Questa gente è straordinaria, a volte capocciona, a volte che non si riesce proprio a capire (ma riuscirà mai un muzungu, un bianco, a capire la testa e il cuore di un africano?), ma incredibilmente simpatica e coraggiosa. Yesu amefufuka, hoye! (“Gesù è risorto, hoye!”, è il grido della comunità di S. John durante la celebrazione della veglia pasquale). miglie arabe, sono trattate molto male. Anche noi suore siamo rimaste in poche e non più giovani, ma teniamo duro perché la nostra presenza qui fatta di carità e preghiera è molto importante per le comunità cristiane. In settembre ci sarà il Sinodo per le Chiese del Medio Oriente. C’è un grande bisogno di unità tra le varie confessioni cristiane, unitevi a noi nella preghiera perché possa portare frutti copiosi di unità e rinnovato fervore. In questo momento dalle torri dei minareti il Meuscem sta lanciando il grido di invito alla preghie- ra e si può vedere anche qui in ospedale che i più musulmani stendono il loro tappeto e rivolti alla Mecca pregano. Ad ogni occasione invocano il nome di Dio, Allah misericordioso, Allah pietoso. Qui le donne sono tenute ancora sotto la potestà del marito o del padre. La maggior parte porta il velo integrale. Anche le nostre infermiere hanno maniche lunghe e velo parziale anche in servizio. Per quanto ci è possibile cerchiamo di far loro capire l’importanza di una graduale emancipazione e istruzione che gradualmente possano essere liberate, nel modo giusto, dal dominio maschile. La Regina Rania sta facendo moltissimo per l’educazione. La Giordania è un paese generoso, accoglie tutti ed è l’unico paese del Medio Oriente in pace, nonostante sia circondato da Paesi quasi sempre in guerra. La Caritas internazionale con la quale noi collaboriamo aiuta moltissimo i profughi irakeni. A nostra volta cerchiamo per quanto ci è possibile di aiutare i poveri che bussano alla nostra porta. PICCOLI SEGNI GIORDANIA Una presenza preziosa Testimoniare la fede cristiana in un Paese mussulmano. L’esperienza di Suor Clara Roncoroni missionaria comboniana a Kerak. Kerak è il secondo paese più importante della Giordania, dopo la capitala Amman, adagiata sui monti che circondano la famosa valle di Moab, di qui passò Mosè che dall’Egitto con tutto il popolo israelita, arrivò al Monte Nebo dove morì. Da Moab venne Ruth la moabita delle cui discendenze venne il Re Davide. In fondo alla valle a nord si adagia il Mar Morto che va a finire in Israele. Nelle notti serene riusciamo a vedere le luci di Gerusalemme. La storia di questi posti è molto ricca e antica, poco lontano da noi, ci sono i resti di Sodoma e Gomorra ed altre città antiche. Esiste pure una formazione di terre e Sali che dicono sia la moglie di Lot salificata. Poi ci sono le rovine dei castelli dei crociati costruiti sui monti attorno alle città per difesa e anche altre cose interessanti come Le noadi del deserto, Petra e Jeresa. Ma cosa facciamo noi qui? È molto importante la nostra presenza in questi paesi musulmani: lavoriamo in ospedale che appartiene a una società caritativa italiana C.N.S.M.I, comprende il nostro ospedale qui al Kerak, l’ospedale italiano di Amman (da dove siamo venute via per mancanza di suore dopo averlo passato alle suore irakene, Domenicane dell’Apparizione). C’è anche un ospedale ad Haifa (Israele) a Damasco (Siria) e in Turchia. Il nostro qui a Kerak non è tanto grande ma comprende tutti i ser- vizi essenziali: medicine, chirurgia, maternità, dialisi, raggi X, laboratorio. I nostri pazienti sono per la maggior parte musulmani, i cristiani di ogni confessione sono la minoranza però vivono bene insieme senza rivalità. Il nostro lavoro oltre alla parte sanitaria consiste nel donare accoglienza serena e professionale senza distinzione né di razza né di religione. Ci sono tanti stranieri dall’Egitto, dalle Filippine, dallo Sri-Lanka, ai quali sono riservati i lavori manuali e pesanti, molte volte specialmente le ragazze, che sono a servizio di fa- P A G I N A 14 I comandamenti ci offrono lo spunto e la guida per l’assunzione di stili di vita non “contro natura”. Si tratta di saperli leggere con attenzione. Ecco come pagina a cura del’Ufficio Diocesano Pastorale Sociale e del Lavoro - Salvaguardia del Creato e Stili di vita CHIESA Salvaguardia Creato SalvaguardiaCreato del IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 QUARESIMA E STILI DI VITA AMERAI IL SIGNORE DIO TUO... G esù ha riassunto i doveri dell’uomo verso Dio con l’affermazione: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore , con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. (Mt 2,37). Questa esortazione fa immediatamente eco al primo comandamento: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai.”(Es 20, 2-5.) Con il primo comandamento da una parte Dio rivela la sua gloria ad Israele e dall’altra rivela che la vocazione dell’uomo è di manifestare la sua gloria agendo in conformità con l’essere creato a sua immagine e somiglianza. Ci chiede di rispondere al suo amore, amandolo al di sopra di tutto, ma anche amando il creato e tutte le creature per lui e a causa di lui. Con il decalogo Dio ci indica come amarlo e che le vie per avvicinarci a Lui hanno come punto di partenza la creazione: il mondo materiale e la perso- na umana. Per quanto concerne il mondo, partendo dal divenire, dall’ordine e dalla bellezza del mondo si può giungere a conoscere Dio come origine e fine dell’universo. Sant’Agostino dice: “Interroga la bellezza della terra, del mare, dell’aria rarefatta e dovunque espansa; interroga la bellezza del cielo (…) interroga tutte queste realtà. Tutte ti ri- sponderanno: guardaci pure ed osserva come siamo belle. (…) Ora queste creature, così belle, ma pur mutevoli, chi le ha fatte se non uno che è bello in modo immutabile?”.(Sermo 241) Per quanto riguarda l’uomo, con la sua apertura alla verità e alla bellezza, con il suo senso del bene morale, con la sua aspirazione all’infinito e alla felicità, si sente creatura e si interroga sull’esistenza di Dio. Dio si rivela all’uomo e gli dona la grazia di accogliere questa rivelazione nella fede, ma non solo, gli offre con il decalogo le 10 parole di vita per aiutarlo a rimanere sulla retta via: quella di mettere Dio al centro della propria vita. Sappiamo che i primi 3 comandamenti indicano chiaramente che al primo posto c’è Dio, ma proviamo ad analizzarli nell’ottica di uno stile di vita che ci libera dalla schiavitù dell’egoismo. Con il primo comandamento: “Non avrai altro Dio all’infuori di me” veniamo esortati a credere e sperare in lui e ad amarlo al di sopra di tutto. Il nostro amore si esprime attraverso il rispetto del creato e di tutto ciò che ci ha donato e soprattutto abbandonando quell’ansia di accumulare ricchezza potere, prestigio che contraddistingue lo stile di vita fondato sull’egoismo e l’orgoglio. Il secondo comandamento: “Non nominare il nome di Dio invano” prescrive di rispettare il nome del Signore, inserendolo nelle nostre parole per lodarlo, benedirlo e glorificarlo. Significa anche non invocare Dio per richieste miracolistiche, se semino zizzania, nascerà zizzania e non buon grano, per quanto invoco e prego Dio “Non chiunque mi dice Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio” (Mt7,21). Dio, di regola, non opera nel mondo mediante miracoli, ma per mezzo delle nostre mani mosse da un cuore che cerca di essere simile al suo. Pregando, chiedendo, meditando, cresce la somiglianza con Lui. Il terzo comandamento “Ricordati di santificare le feste” è finalizzato a santificare il giorno del Signore con l’intento di liberare l’uomo “affaccendato” perché possa ritrovare se stesso, mettendo Dio al centro della sua vita e della sua storia, ricordando che nell’essere stati creati a sua immagine e somiglianza Dio ci ha voluto coronare della sua gloria. ANTONELLA NICASTRO IL SEMINARIO DI STUDIO SULLA CUSTODIA DEL CREATO DEL 20 MARZO SCORSO “SI PRENDE CURA DI NOI” Ho partecipato al Seminario di Studio sulla Custodia del Creato del 20 marzo 2010, a cura della CEI, Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e del Lavoro e del Servizio Nazionale per il Progetto Culturale dal titolo "Si prende cura di noi" e fra i vari interventi succedutisi è stato particolarmente interessante quello di mons. Mario Toso, Segretario Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, dal titolo "Se vuoi coltivare la pace, custodici il Creato" facente riferimento al messaggio di Papa Benedetto XVI del 1 gennaio 2010 che è un rilancio di contenuti propri della Dottrina sociale in specie della "Caritas in Veritate". E' stato evidenziato quanto il campo educativo tra famiglia, scuola di ogni ordine e grado, mass-media, comunità religiose, organizzazioni non governative sia una colonna portante per puntualizzare "i criteri del discernimento e della progettualità" in relazione alla crisi ecologica. Sono stati sottolineati la responsabilità storica dei Paesi industrializzati ed anche di quelli meno sviluppati perchè il "dovere di adottare gradualmente misure e politiche ambientali efficaci appartiene a tutti" e suggeriti alcuni orientamenti pratici particolari quali lo sviluppo delle energie rinnovabili, l'attenzione alla gestione dell'acqua, delle foreste e dello smaltimento dei rifiuti, l’adozione di tecniche agricole rispettose dell'ambiente. Per chi intende coltivare l'ecologia e l'etica ad essa connessa, senza che diventino degli assoluti terrestri, oggi infatti non pochi sono coloro che fanno della Custodia del Creato una religione, giungendo a fondamentalismi ed a fanatismi irrazionali, le riflessioni di Benedetto XVI sono decisive: si comprende una nuova etica ecologica e che le virtù ad esse richieste possano essere fondate e vissute se percepite ed inserite in un contesto di fede. Nel messaggio si avanzano, con le indicazioni di motivazioni profonde per l'azione, proposte di possibili politiche da adottare che specialmente con riferimento alle risorse energetiche si possono così elencare: a) individuazione di strategie condivise e sostenibili per soddisfare i bisogni di energia della presente generazione e di quelle future; b) comportamenti improntati alla sobrietà, con conseguente diminuito fabbisogno di energia e miglioramento delle condizioni del suo utilizzo; c) promozione della ricerca e della applicazone di energie di minor impatto ambientale; d) ridistribuzione planetaria delle risorse energetiche affinchè possano accedervi anche i Paesi che ne sono privi. Gli orientamenti offerti meriterebbero più di qualche commento chiarificatore, ba- sti qui accennare al fatto che l'incoraggiamento delle ricerche volte ad individuare le modalità più efficaci per sfruttare le potenzialità dell'energia solare non esclude il potenziamento dell'energia nucleare ad uso civile. La stessa Santa Sede risulta, infatti, tra i fondatori della IAEA (International Atomic Energy Agency), organizzazione indipendente delle Nazioni Unite, nata il 29 Luglio 1957, con lo scopo di promuovere l'uso pacifico dell'energia nucleare e di inibirne quello militare. Va ricordato che la stessa Santa Sede, nello Stato della Città del Vaticano, sta compiendo sforzi significativi nel campo della tutela ambientale, promuovendo e realizzando progetti di diversificazione energetica volti allo sviluppo di energia rinnovabile, con l'obiettivo di ridurre le imissioni di anidride carbonica ed il consumo di combustibili fossili. SALVINO ZIRAFA STILI DI VITA L’UFFICIO... SOSTENIBILE1 Lo abbiamo detto più volte e lo ribadiamo. Uno stile di vita sostenibile passa da scelte quotidiane impegnate, attente, rispettose dell’ambiente e delle persone che ci circondano. Quotidianità è consumi, vita familiare, governo della casa. Ma è anche, per buona parte della giornata, lavoro. Lavoro d’ufficio.Ci siamo mai chiesti quanta energia consumiamo in ufficio? O se sia possibile assumere un comportamento eco-sostenibile anche in contesti come questo? Si calcola che l’industria pesi sugli usi finali dell’energia per circa il 28%, mentre il settore civile per oltre il 32% (di cui circa il 21% in ambito residenziale e l’11% nel terziario). Un dato che conferma il carico apportato alla voce consumi anche da milioni di italiani impiegati in aziende e uffici medio-piccoli. Che cosa possiamo fare noi, lavoratori appartenenti a questa fetta del sistema produttivo? La chiave è sempre la stessa: piccoli, semplici, gesti di attenzione quotidiana. Partiamo da uno strumento assai diffuso nei nostri uffici: l’evidenziatore. Forse non tutti sanno che proprio gli evidenziatori contengono solventi organici inquinanti. Meglio sarebbe sostituirne l’uso con matite colorate. Meglio ancora se matite con fusti in plastica riciclata, mais o cartone, riutilizzabili cambiando mina quando si esaurisce. Passiamo all’energia elettrica. A casa è più facile ricordarsi di spegnere tutti gli apparecchi quando si va a dormire. Vale lo stesso per l’ufficio al termine della giornata di lavoro? Attenzione, dunque, a spegnere il terminale, i video, le stampanti o le calcolatrici, eventuali stufette ed altri dispositivi elettrici. Evitare, se possibile, di lasciare in stand by le macchine quando non vengono utilizzate. Secondo l’Energy saving trust, organismo che in Inghileterra si occupa di combattere le cause del riscaldamento del Pianeta, il 90% circa di tutta l’energia elettrica usata per alimentare computer, fax, scanner, fotocopiatrici se ne va quando gli apparecchi sono in stand-by. Attenzione anche al salvaschermo del nostro pc, che di certo non risparmia energia. Meglio regolarlo sull’opzione “sleep mode”, che usa circa il 70% di energia in meno. Uso della carta: Per produrre una tonnellata di carta cellulosa occorrono 15 alberi, 440 mila litri d’acqua e 7.600 KWh di energia elettrica. Una ragione in più per non sprecarla. Se ogni giorno in ufficio si decide di riutilizzare 10 fogli stampati per scriverci, sul retro, appunti o bozze, si possono risparmiare 13 kg di Co2 in un anno e 6 kg di carta. Quanti di noi usano, inoltre, la funzione fronte/retro nelle stampanti e fotocopiatrici? E se non si è obbligati per legge ad avere la copia cartacea dei documenti si può archiviarli sul computer, senza stamparli. Ricordiamo, inoltre, che le mail hanno oggi lo stesso valore legale di una lettera o di una raccomandata, a patto di utilizzare la posta elettronica certificata. Anche in questo caso, dunque, la stampa si può evitare. (continua) MARCO GATTI P A G I N A 15 CHIESA CHIESALOCALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 L’INCONTRO DI AGGIORNAMENTO DEL CLERO A COMO LA LECTIO BIBLICA E LA RIFLESSIONE SULLA PASTORALE DIOCESANA pico dei cristiani (cfr. 1 Pt 4,1216). La persecuzione, pertanto, rappresenta per la Chiesa una “chiamata” e una “grazia”, un’occasione di purificazione come lo è, per l’oro, il crogiuolo del fuoco (cfr. 1 pt 1,6-9). La miglior risposta, per i cristiani, sarà allora di “adorare Cristo nei cuori”, sempre pronti a dare risposte limpide e ragionevoli ad ogni contestazione, ma “con dolcezza e rispetto”, anzi non desistendo dal “continuare ad operare il bene” (cfr. 1 Pt 3,12-17). Più che evidente, nelle parole del Vescovo, un riferimento all’attualità dei nostri giorni. Nella seconda parte mons. Coletti ha affrontato temi di carattere pastorale. Ha ribadito le scelte, coraggiose e impegnative, che come preti e Chiesa diocesana stiamo facendo e siamo chiamati a consolidare: le forme di pastorale integrata, il rinnovamento dell’iniziazione cristiana e della preparazione al matrimonio, l’investimento nella formazione dei laici, i riferimenti “alti” (l’Eucaristia e la Parola) della prossima programmazione pastorale sul tema dell’educare. S i è svolto in Seminario, martedì 13 aprile, il terzo incontro di aggiornamento del clero per i preti del Comasco e delle Valli Varesine. È toccato a monsignor Vescovo esplorare le esigenze attuali del ministero sacerdotale, dopo che, nei due precedenti incontri, il professor Greshake e don Michele Gianola ne avevano proposto una rivisitazione in chiave di futuro (le sfide della post-modernità) e di passato (l’eredità del Santo Curato d’Ars). L’incontro ha occupato l’intera mattinata, concludendosi con il pranzo, e ha visto la partecipazione di un centinaio di sacerdoti. Mons. Coletti ha diviso il suo intervento in due parti. Nella prima, di carattere spirituale, il Vescovo ha proposto un momento di lectio biblica a partire dal testo della Prima Lettera di Pietro. Si tratta di una catechesi battesimale, proposta a una comunità cristia- na di fresca conversione e inserita in un contesto sociale pagano nei costumi e fortemente avverso alla novità cristiana. Proprio per questo – ha sottolineato il Vescovo – le esortazioni dell’apostolo Pietro si attagliano perfettamente al clima culturale nel quale anche noi siamo inseriti, come cristiani e come preti. In particolare quell’”incendio di persecuzione”, del quale occorre non essere affatto sorpresi, dal momento che i pagani non possono che “trovare strano” il modo di vivere ti- Tuttavia il Vescovo ha tenuto a precisare l’orizzonte di fondo, nel quale tali scelte si inseriscono e dal quale esse stesse traggono vitalità e senso. In particolare, da una parte, la custodia delle relazioni interpersonali, a cominciare da quella decisiva e strutturante con Gesù Cristo. Non sono – ha sottolineato il Vescovo – le relazioni funzionali alle scelte pastorali in corso d’opera, ma precisamente il contrario: le scelte pastorali sono funzionali alla miglior qualità delle relazioni interpersonali. In secondo luogo la decisività della maturazione di una scelta di fede consapevole e convinta, rispetto a uno sfondo genericamente “religioso” nel quale ancora ci muoviamo, benché esso non sia da disprezzare ma da valorizzare. Proprio tale sfondo, favorito dal clima culturale odierno (sempre più multireligioso e multietnico), rischia però di stemperare la “differenza” e la “novità” cristiana nella melassa di una religiosità diffusa che poco ha da spartire con l’autenticità evangelica. mons. ANGELO RIVA LE DATE DEGLI INCONTRI DEL VESCOVO CON I SACERDOTI Gli incontri si svolgono tutti in Vescovado a Como • 26 aprile: al mattino, classe di ordinazione 1984; al pomeriggio, classe di ordinazione 1966; • 30 aprile: al mattino, classe di ordinazione 1981, 1982, 1983; • 12 maggio: al mattino, classe di ordinazione 1967 e 1968. P A G I N A 16 Como CRONACA DI E P R O V I N C I A ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 I RAPPORTO CASE DI RIPOSO DELLA CISL RSA: numeri e conferme P oche novità e una conferma. L’ultimo rapporto predisposto dall’Osservatorio Case di riposo della provincia di Como della Cisl lariana fornisce un quadro sostanzialmente simile ai precedentiti, in termini numerici e di tariffe. Al 25 marzo scorso 56 risultavano, in tutta la provincia, le RSA accreditate, 4431 i posti letto, 1703 gli anziani in attesa di una possibile collocazione. 59,89 euro il costo della retta media minima giornaliera, 70,52 euro quello della massima. Ampia la disparità tra le case, si va infatti dai 13.859 euro annui di Villa Citterio (Lezzeno), ai ben 73 mila della Foscolo di Guanzate (anche se quest’ultima, va precisato, presenta particolari caratteristiche, trattandosi di una RSA solo per persone in coma o stato vegetativo). 11, invece, in Centri diurni integrati, con 333 posti accreditati. «I numeri di questo rapporto - ci spiega Alfredo Puglia, segretario generale Fnp Cisl Como - si presentano più o meno in linea con il passato. Anche se va detto che, molto spesso, i dati pubblicati dall’Asl appaiono discordanti dalla situazione reale in quanto non tempestivamente aggiornati. In Aumenti in linea con l’Istat per le 56 strutture accreditate della provincia. Un sistema che, secondo la Cisl, va ripensato di MARCO GATTI [email protected] generale per tutte la RSA si registrano aumenti in linea con l’indice Istat. Pochi i picchi evidenti, in termini di costi. Su tutte la “Foscolo” di Guanzate, anche se la rata è legata alla particolare tipologia della struttura». Modeste novità, dunque. Ma veniamo alle conferme. «Questi numeri prosegue Alfredo Puglia convalidano una tesi che da tempo, ormai, sosteniamo. Le RSA rappresentano, oggi, dei veri e propri cronicari che poco rispondono al reale bisogno di assistenza che il territorio esprime. Sul fronte della non autosufficienza occorre definire politiche nuove, invertire una tendenza cronicizzata, partendo dalla creazione dei cosiddetti Cead, i famosi Centri per l’assistenza domiciliare. Occorre, in sostanza, creare le condizioni, attivando i servizi opportuni, perché le persone, laddove sia possibile, possano essere assistite tra le mura domestiche. Quella delle RSA non può nè deve rappresentare l’unica via. Oggi Regione Lombardia spende qualcosa come 900 milioni di euro l’anno per sostenere le RSA. Altrettanto spendono, più o meno, le famiglie (il costo della retta è, infatti, per metà coperto dalla Regione e per metà dai familiari dei degenti) per servizi che, però, non completano il reale bisogno di assistenza oggi espresso». «È tempo di cambiare mentalità - prosegue il segretario generale Fnp Cisl Como -. Un passo importante lo abbiamo compiuto qualche mese fa, grazie all’accordo sottoscritto con la Regione. Intesa che fissa i termini di impegno delle risorse a disposizione affinchè vengano investite sul territorio per la promozione di iniziative mirate. Regione Lombardia metterà nel piatto 50 milioni di euro a questo fine, a integrazione di quanto concesso dallo Stato. Un primo risultato concreto di questa intesa sono proprio i Cead, alla realizzazione dei quali si sta lavorando. Questi Centri saranno, però, scatole vuote se non si sarà in grado di attivare una serie di servizi a supporto e di favorirne una efficace integrazione con i servizi già erogati dai Comuni. Lo scopo è di tessere una rete di assistenza, fatta di servizi organici, complementari e coerenti tra loro, non certo creare inutili doppioni. In questo quadro la domiciliarità deve rappresentare il punto nodale, mentre le RSA soltanto l’ultima ratio, il punto di arrivo quando ogni altra possibilità di accoglienza sia decaduta. Oggi avviene esattamente il contrario e le Case di riposo sono spesso il pri- UNA NEO ASSOCIAZIONE PRESENTE IN CITTÀ VeLa Dislessia: diagnosi e cura na sede comasca per la diagnosi e la riabilitazione di problema che interessa circa il 5% della popolazione in età scolare: la dislessia. Nelle settimane scorse è stata inaugurata a Como la sede dell’associazione “VeLa Dislessia, neo-associazione che si occupa di diagnosi, riabilitazione e supporto agli alunni con difficoltà a leggere e scrivere. Primo esempio nazionale di sodalizio interistituzionale, grazie al coinvolgimento di Comune di Como, Ufficio Scolastico provinciale, Ospedale Sant’Anna, Azienda sanitaria locale, La Nostra Famiglia, più uno sponsor locale. Sono un milione e mezzo circa i dislessici oggi presenti in Italia. “La dislessia - spiega Giacomo Stella, psicologo e fondatore dell’Associazione U La collocazione è presso la sede della Ca’ d’Industria a Como in via Volta, (civico 83) Italiana Dislessia - è il più conosciuto dei disturbi di apprendimento scolastico. Questa parola, che ormai è entrata nel lessico quotidiano di tutti noi, viene spesso utilizzata con un significato sbagliato. Dislessia significa disturbo di lettura, non significa disturbo del linguaggio né definisce genericamente una difficoltà ad apprendere. I bambini dislessici hanno problemi con tutto quello che riguarda la lingua scritta. Non hanno problemi di intelligenza, né problemi di socializzazione, almeno fino al momento in cui il confronto scolastico con i coetanei non li determina…” (Storie di dislessia. I bambini di oggi e di ieri raccontano la loro battaglia quotidiana, Libriliberi, 2002). VeLa Dislessia ha sede in via Volta 83. I locali sono stati concessi dal Comune (che ha stanziato anche un contributo di 21mila euro) attraverso la Cà d’Industria. “La vita di un bambino dislessico non è facile - spiegano Verena Bassani (che è presidente della sezione cittadina dell’ Aid) e Laura Gabaglio, le due vere anime del progetto - . La scuola non è pronta e di questo disturbo ancora si parla poco. In Lombardia siamo riusciti ad avere una legge regionale, ma a livello nazionale non c’è ancora nulla. Il punto importante è quello della diagnosi e con questa associazione saremo in grado di dare risposte tempestive. Se l’associazione Dislessia offre un importantissimo supporto per la diagnosi, con VeLa, oltre alla diagnosi, siamo in grado di attivare anche un percorso di riabilitazione. Per un privato che debba accedere a questi servizi i costi sono alti e i tempi di attesa sono lunghi”. L’attività di VeLa sarà rivolta a tutti i residenti nella provincia di Como. L’Associazione VeLa dislessia si trova presso la sede della Ca’ d’Industria a Como in via Volta, (civico 83). Per avere informazioni è necessario rivolgersi ai docenti Verena Bassani e Laura Ga-baglio, telefonando ai numeri: 031-4896262, 339-44 96221, info via Volta 83, Como tel. 031-4896262, 339-4496221, sito: www. veladislessia.it, e-mail: [email protected] mo luogo a cui si pensa quando si ha in casa un anziano non autosufficiente». «Il mutamento di mentalità che invochiamo conclude Puglia - dovrà riguardare le stesse RSA. Non più strutture di mera accoglienza e assistenza, ma anche centri erogatori di servizi aperti all’intero territorio. Le Case di riposo dovranno, cioè, essere in grado di riproporre all’esterno quanto oggi svolto all’interno delle proprie mura, con servizi di riabilitazione e assistenza anche a domicilio. Ciò predisponendo dei piani individuali di assistenza. Questa è la strada. Questa è la sfida del domani. Un impegno difficile che ci dovrà vedere tutti coinvolti per restituire dignità e futuro al mondo della non autosufficienza». CRONACA P A G I N A 17 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 LA SCORSA SETTIMANA Nuovo lungolago partita la 2° fase L a scorsa settimana, mercoledì 7 aprile per la precisione, è iniziata la seconda fase dei lavori per la riqualificazione del lungolago e la posa delle opere antiesondazione. Fino al prossimo mese di luglio gli addetti della ditta Sacaim di Venezia saranno quindi impegnati anche nel tratto di viale Geno compreso tra piazza Sant’Agostino ed il vicolo Bonola. Come nella prima area di cantiere, che si avvia verso la conclusione, il primo intervento sarà quello legato all’impermeabilizzazione del sottosuolo attraverso la tecnica del jet grouting, ovvero l’iniezione di cemento stabilizzante ad altissima pressione che ha come scopo il consolidamento del terreno stesso per migliorarne le caratteristiche quali la resistenza e la impermeabilità. L’intervento, che sarà eseguito in viale Fino al prossimo mese di luglio gli addetti della ditta Sacaim di Venezia saranno impegnati anche nel tratto di viale Geno compreso tra piazza Sant’Agostino ed il vicolo Bonola Geno, ricalca le modalità già eseguite in viale Cavallotti e in parte nei giardini a lago. I sette alberi che si trovano in questo tratto di viale Geno verranno, quindi, spostati per essere ripiantumati altrove. Successivamente si procederà all’infissione di palancole sul lungolago, nel tratto compreso tra il bar che si affaccia sul porticciolo di Sant’ Agostino e la darsena, per poi concludere l’intervento attraverso la finitura del marciapiede e del Foto William tratto di viale Geno interessato dai lavori. Dal punto di vista finanziario i lavori del secondo lotto di questo cantiere non sono correlati all’approvazione del Bilancio comunale 2010, tema di cui il Consiglio Comunale cittadino si occuperà proprio nelle prossime settimane. Questi interventi, infatti, non sono stati modificati dalla conferenza di servizi che ha determinato la realizzazione del sistema anti-esondazione attraverso palancole manuali, e il cui finanziamento è legato alla gara d’appalto a suo tempo indetta dall’amministrazione cittadina. L’avvio del cantiere nel tratto di viale Geno ha comportato, invece, qualche piccolo disagio alla viabilità in zona con la creazione di un “mini girone” a senso unico. Ma questo nuovo lotto di lavori, oltre alle opere relative al lungolago, alla sua conclusione porterà “in dote” alla città anche due nuovi pontili, che saranno realizzati entro giugno. Si tratta dei pontili numero 4 e 5, che si trovano tra via Cairoli e piazza Cavour, di fronte al ristorante presente in loco. Regione Lombardia, attraverso il Consorzio del Lario e Laghi minori ha, infatti, finanziato la realizzazione di tutti e i cinque i nuovi pontili cittadini a servizio della Navigazione Lario, per un importo complessivo di 1.680.000,00 euro, di cui 730mila euro per la realizzazione dei pontili 4 e 5. Questo progetto ha già acquisito i necessari pareri. Particolare risulta il progetto del pontile 4 che sarà dotato di un sistema di sollevamento dell’appoggio sul muro di sponda, per consentire la discesa dei passeggeri, anche in caso di massima esondazione. Tra due settimane, infine, la recinzione in legno relativa alla cosiddetta fase uno del cantiere e corrispondente al tratto di lungolago tra piazza Cavour e i giardini a lago verrà sostituita con una recinzione costituita da un basamento in cemento dell’altezza di 40 centimetri (tipo new jersey) su cui verrà poggiata una rete metallica alta un metro e 60 centimetri. Nel mese di giugno, in corrispondenza dei nuovi pontili 4 e 5, verranno aperti dei corridoi per consentire l’accesso ai battelli della Navigazione. L.CL. UNA PROMESSA MANTENUTA E UN IMPEGNO La Famiglia Comasca e il parco di Villa Olmo na Fagus Sylvatica “Fastigliata”. Da qualche giorno questa pianta fa bella mostra all’interno del parco di villa Olmo. A tenerla a battesimo la Famiglia Comasca, che in questo modo ha tenuto fede ad una parola data a suo tempo con i cittadini comaschi, quando lanciò U la campagna per l’abbattimento del maestoso cedro posto davanti al Teatro Sociale. «Partiamo da quando ci è stato chiesto dal maestro Del Bon dell’As.Li. Co. - ha dichiarato Piercesare Bordoli, presidente della Famiglia Comasca nell’ambito della presentazione della “Fastigliata” - di aiutarlo nel- la sua battaglia per togliere l’albero che stava davanti al Teatro Sociale. Da parte nostra abbiamo espresso un parere che a molti non è piaciuto ma che, in realtà, non ha mutato il destino di tale pianta, in quanto deciso altrove… Fatta questa doverosa premessa, noi allora abbiamo espresso alla città che in caso di abbatti- mento dell’albero in questione avremmo donato un’altra essenza da piantare a Villa Olmo».«Eccoci dunque - ha aggiunto Bordoli - alla conclusione ed al mantenimento della parola data, dome è nostra abitudine. E la cosa potrebbe concludersi qui se non fosse che il parco di Villa Olmo è abbastanza malridotto ed IN EDICOLA UN NUOVO NUMERO DELLA RIVISTA BROLETTO Pubblicazione trimestrale € 3,00 Spedizione in A.P. - 70% Filiale di Como É in edicola il nuovo numero della rivista trimestrale Broletto (n. 98, una copia 3 euro). Nel primo numero del 2010 si parla come sempre di vicende storiche “di casa nostra”: dalla pace di Santa Lucia (1439) tra fazioni guelfe e ghibelline di Como, alle tristi circostanze della Prima Guerra Mondiale raccontate della corrispondenza dal fronte dei soldati di Montemezzo, al tipo di educazione che veniva impartita ai giovani della “Como bene che fu” della seconda metà dell’Ottocento. Tra i personaggi di ieri e di oggi si ricordano il grande scultore barocco vallintelvese Ercole Ferrata; il finanziere Ugo Cacioli, vittima nel 1918 di una valanga che colpì la sua casermetta nell’alta valle del Liro; il campione di pattinaggio Giulio Fasana; il pedagogista Antonio Rossetto scomparso lo scorso anno; il dottor Carlo Peverelli, volontario dell’Associazione Karibuni Onlus che si occupa di progetti scolastici e sanitari in Kenia; Augusto Panini, collezionista d’arte africana e appassionato di archeologia; Natale Traversa innamorato delle montagne e autore di un libro su questo argomento. Per il circondario, spazio al piccolo borgo alto lariano di Brenzio, alla riserva Naturale Regionale Lago del Piano, a San Lucio patrono dei formaggiai originario della Val Cavargna, al calcio di Blevio, alla Villa Pliniana nelle stampe antiche. Lo sport, i libri, l’arte e le mostre (con un ritratto del grande Rubens e l’esposizione “L’età dell’eleganza”, dedicata alla storia delle seterie Costa e che vede la collaborazione tra la Fondazione Ratti - Museo Studio del Tessuto e l’Archivio di Stato di Como) sono ormai un appuntamento “classico”. Dulcis in fundo, l’angolo del buongustaio. 2010/1 Numero 98 MOSTRA: MODA ANNI CINQUANTA IL LAGO DI PIANO ANTEPRIMA: RUBE NS A VILLA OLMO CAPPELLETTI-GI LARDONI: 10 TITOL I MONDIALI SAN LUCIO IL BORGO DI BREN ZIO BLEVIO: MUNICIPIO E CALCIO PERSONAGGI: IANA VILLA PLIN DI TORNO E NELLE STAMP ANTICHE Un’altra battaglia per la città nella testa e nel cuore della Famiglia Comasca. ALBESE CON CASSANO E LA GIORNATA DEL VERDE PULITO L’Amministrazione Comunale di Albese con Cassano invita alla giornata del verde pulito in programma domenica 18 aprile con il seguente programma: ore 8.00 Attività di pulizia per associazioni e volontari. Ritrovo presso il Comune; ore 9.00 Escursione naturalistica in valle con visita all’Agriturismo Cascina Mirandola per ragazzi, genitori e accompagnatori. Ritrovo piazzale antistante le Scuole M.o Luigi Frigerio; ore 11.45 associazioni, escursionisti, volontari, tutti insieme per un simpatico spuntino all’Agriturismo Cascina Mirandola. NATALE TRAVERSA , AUGUSTO PANI NI RICORDO DI: ERCO LE FERRATA, ANTONIO ROSS ETTO, GIULIO FASA NA BORGO VICO ANNI ‘30 ISTRUZIONE DELL A “COMO BENE CHE FU” SOLDATI COMASCH I NELLA GRANDE GUERRA ASSOCIAZIONE KARIBUNI ERRORI “FILATELIC I” altresì disposti a raccogliere i fondi provenienti da cittadini, associazioni, enti, etc. ovviamente con una gestione trasparente e con una contabilità controllabile in ogni momento…». ha bisogno dell’affetto di noi comaschi per ritornare ad essere un polmone verde per la città. Ciò vale anche per le serre in completo abbandono. Noi siamo disposti a mettere a disposizione tutta la nostra organizzazione per studiare una ricostruzione filologica del parco e delle serre con i relativi preventivi di costo. Siamo A.S.D. ALTA BR IANZA CALCIO ...hai l'ALCOLISMO in casa? ...VUOI saperne di più? ...hai bisogno di AIUTO? I GRUPPI FAMILIARI AL-ANON condividono le loro esperienze in modo anonimo e gratuito e possono offrirti le informazioni che cerchi. telefona al: 800-087897 CRONACA P A G I N A 18 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 IL RICHIAMO DEL TERZO SETTORE AI CANDIDATI/1 «Dare voce alla società comasca» I l responso delle urne, alle ultime elezioni regionali, è noto per il Comasco. Il trionfo del centro destra, con quasi il 67% di consensi di Pdl e Lega, lasciando la coalizione a sostegno di Penati al 28%. Quattro i comaschi entrati in Regione. Giorgio Pozzi e Gianluca Rinaldin (Pdl), Dario Bianchi (Lega) e Luca Gaffuri (Pd). Risultano noti, in particolar modo ai lettori del Settimanale (si veda pag. 15, nr. 12), gli appelli rivolti ai futuri candidati dal Forum regionale delle associazioni familiari, dalla Cisl di Como e da Confcooperative Lombardia, con la richiesta di attenzioni e impegni specifici. Il primo a voler rispondere a questo sollecito, direttamente dalle colonne del nostro giornale, è stato Luca Gaffuri, il candidato più votato in Como città, con circa 12.800 preferenze. «È tempo per gli eletti e per le forze politiche presenti al Pirellone - ci ha spiegato Gaffuri - di dare corpo agli impegni assunti in campagna elettorale. Forum lombardo delle famiglie, CISL comasca e Confcooperative Lombardia si sono espressi in vista delle elezioni: Luca Gaffuri (Pd), il candidato più votato in Como città riparte dalle richieste del Forum regionale delle associazioni familiari, Cisl e Confcooperative per delineare il suo impegno al Pirellone a cura di MARCO GATTI l’ascolto delle voci della società comasca è un impegno che intendo continuare nel prossimo mandato». In che modo? «Il nuovo Statuto regionale e il nuovo regolamento consiliare introducono in maniera forte il principio della partecipazione dei cittadini, anche in forma associata, nell’indirizzo dell’attività regionale e nel processo di formazione delle leggi: è importante che le organizzazioni di rappresentanza sociale pretendano adesso dalla Regione l’ attuazione di tali principi. La Regione, infatti, ha bisogno di confrontarsi con voci competenti ed esigenti: Forum familiare, CISL e Confcooperative, nel riconoscere l’inizio di percorsi regionali positi- vi, indicano che resta molto da fare per rispondere alle attese. È arduo, però, non rilevare che l’attesa dura da un quindicennio, cioè da quando la maggioranza che ancora governerà la Lombardia ha ricevuto il compito di amministrare. L’incalzare delle forze sociali attive e intelligenti, consapevoli delle proprie prerogative, sarà uno stimolo per il governo della Lombardia a essere meno autoreferenziale e consentirà anche alla minoranza di offrire il suo contributo in termini di proposte e di controllo dell’efficacia dell’attività della Regione». Parliamo di contenuti, obiettivi, idee... «Il riconoscimento del ruolo fondamentale della famiglia nella società richiede interventi struttu- rali. In campo fiscale il programma del PD lombardo prevede di riorganizzare l’Irpef regionale in funzione del carico familiare e di sostenere la cura dei figli, sgravando anche i redditi delle giovani coppie che lavorano. Negli anni Regione Lombardia ha introdotto il sistema dei buoni/voucher: esaurire con queste misure le politiche familiari, sociali e della formazione è insufficiente. Occorrono più risorse: perciò abbiamo proposto uno specifico fondo per la non autosufficienza e la vita indipendente delle persone con disabilità. Occorrono nuovi indirizzi d’azione: il modello ospedalizzato della sanità lombarda va ripensato in funzione di forme d’assistenza a domicilio, più vicine alle famiglie e al territorio. La libertà di scelta per le persone e le famiglie, nel campo della formazione e dei servizi, va resa effettiva anche istituendo strumenti d’orientamento tra le diverse opportunità e di valutazione indipendente dei risultati, per impedire il proliferare di iniziative improvvisate o non rispondenti alle richieste reali del territorio e favorendo il ruolo di operatori radicati nella società locale. Occorre trasparenza: un migliore sostegno all’associazionismo e alla cooperazione verrà se la Regione applicherà l’indirizzo, votato su mia proposta, per procedure snelle, chiare e trasparenti nella concessione di finanziamenti regionali. Chiarezza significa anche che Regione Lombardia, al di là degli annunci di provvedimenti anticrisi, deve far giungere effettivamente i finanziamenti già decisi e non attendere, come oggi avviene, mesi. Ascoltare la voce dell’economia reale ha per me voluto dire richiedere che la Regione s’impegnasse a sostenere, con risorse sostanziose, i contratti di rete tra imprese, per agevolare la collaborazione e la competitività anche dei piccoli imprenditori: il voto contrario della maggioranza è stato un errore. Farlo notare, da parte del mondo produttivo, è un modo per iniziare la nuova legislatura sotto migliori auspici». Nelle prossime settimane la parola agli altri consiglieri regionali comaschi. diventano infine una preziosa occasione per far conoscere l’Hospice San Martino, struttura che nel 2009 ha accolto 122 persone, e soprattutto poter stimolare nuove persone a diventare volontari. La figura del volontario in hospice è infatti una risorsa importante che lavora in équipe con le figure professionali per riuscire a migliorare, pur in una situazione difficile e problematica come quella terminale, la qualità di vita del malato e della sua famiglia. I servizi in hospice, a cui si accede gratuitamente su invio del medico, sono organizzati in modo da garantire il benessere psicologico e relazionale del malato e dei suoi cari, il comfort ambientale, la sicurezza nell’utilizzo degli spazi, la partecipazione attiva dei familiari. Gli appuntamenti in programma sono: giove- dì 15 aprile, ore 20.45, Cinema Gloria, proiezione del film di animazione “Up!” regia Pete Docter e Bob Peterson, 2009. Si proseguirà con due incontri in Biblioteca a Como il primo previsto per sabato 24 aprile ore 16.45 con la proiezione del film documentario “Il silenzio prima della musica” (di Eric Metzgar, 2009); chiuderà la rassegna infine la serata di giovedì 29 aprile alle ore 20.45 dal titolo “I giorni rinascono dai giorni…” un incontro sul tema della elaborazione del lutto a cui parteciperanno come relatori il dott. Enrico Cazzaniga, psicologo-psicoterapeuta che ha attivato diversi gruppi AMA, Auto Mutuo Aiuto per le persone in lutto e il filosofo Fabio Gabrielli, la giornalista Maria Castelli farà da moderatore. PROSEGUE IL CICLO DI INCONTRI “Il tempo che resta”. Il senso del prendersi cura D opo l’avvio di giovedì 8 aprile della rassegna cinematografica “Il tempo che resta” continua il ciclo di proiezioni promossi dall’associazione Accanto onlus - Amici dell’Hospice S. Martino di Como, con il contributo della Fondazione Provinciale Cav. ROBERTO TREBINO s.n.c. 16036 USCIO (Ge) Italy Tel. 0185.919410 • Fax 0185.919427 e-mail: [email protected] www.trebino.it L’iniziativa, giunta alla sua quarta edizione, ha anche lo scopo di far conoscere l’attività dell’Hospice S. Martino della Comunità Comasca e i patrocini della Provincia di Como - Assessorato Servizi Sociali, Sanità, Pari opportunità, del Comune di Como - Settore Servizi Sociali e dell’ASL di Como. L’obiettivo della rassegna, giunta alla sua quarta edizione, è di sensibilizzare e promuovere sul territorio una nuova cultura del “prendersi cura”. Perché il cinema? Perchè le immagini possano arrivare laddove le parole non riescono, offrendo uno spunto di riflessione più intimista su temi considerati tabù come la malattia e la mor- te. Il criterio di scelta dei film è infatti la loro attinenza con i temi portati avanti dall’Associazione e affrontati quotidianamente in Hospice: la malattia, il prendersi cura, l’accompagnamento alla fine vita e, ancora, l’elaborazione del lutto. Il cinema dunque per raccontate storie di chi si trova a confrontarsi con la malattia, l’attesa della morte e con il bisogno di fare i conti con tutto ciò che rimane in sospeso: gli affetti, i rancori, gli incontri mancati, il desiderio di trasmettere alle persone che restano la propria storia…Con questa iniziativa “Accanto” vuole stimolare una riflessione su temi normalmente rimossi e considerati “difficili” come la sofferenza psico-affettiva e sociale dell’ammalato inguaribile, la fine vita e la perdita. Gli incontri della rassegna “Il tempo che resta” CRONACA P A G I N A 19 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE MARZO 2010 PROPOSTE PER TUTTE LE ETÀ Si prepara l’estate guanelliana I prossimi luglio, agosto, settembre saranno “mesi speciali” per la Pastorale giovanile e vocazionale guanelliana. Secondo una tradizione ormai collaudata da diversi decenni, anche quest’anno il Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile di Como offre alcune interessanti proposte per utilizzare questo periodo di riposo in modo costruttivo, riservando un maggiore spazio alla riflessione, alla fraternità, alla preghiera e al servizio, alla luce del messaggio dei Beati Luigi Guanella e Chiara Bosatta. Don Domenico Scibetta con l’Equipe del Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile spiegano: «Siamo consapevoli che molti ragazzi e giovani, soprattutto oggi, sono alla ricerca di esperienze “forti” che diano significato alla loro vita. Noi siamo convinti che l’avvicinarsi a Dio grazie ad un’esperienza di condivisione, di preghiera o di servizio sia un’esperienza veramente preziosa, in quanto aiuta a ridimensionare le preoccupazioni che sempre più se- Luglio, agosto e settembre, come da tradizione, saranno mesi “speciali” per la Pastorale giovanile e vocazionale guanelliana di SILVIA FASANA gnano la vita di tutti i giorni, riportando al centro l’unica fonte di senso che rende più bella e vera la nostra vita. Ecco allora la nostra proposta per stare in compagnia, creare nuove amicizie, riflettere, donare un sorriso e una mano a chi magari vive il disagio o la solitudine, per camminare tra l’incanto di una meravigliosa natura montana, per gioire, per pregare e partecipare alla Messa, per stare in silenzio, per riposare». Molte e varie sono le iniziative proposte. Cominciamo dai preadolescenti (11-13 anni), a cui è rivolto il “Campo preadolescenti” in due tur- PROGETTO “CI ASSOCIAMO CI”. PROSSIMI INCONTRI: 16 APRILE E 23 APRILE Dopo l’avvio del 19 marzo, sul tema “La famiglia e il bene comune”, svolto dal prof. Ermes Rigon, il progetto “Ci associamo ci”, promosso dal Forum delle associazioni familiari, riprende con gli incontri curati da singole associazioni. Nel mese di aprile ne sono in programma due. Venerdì 16 aprile, alle ore 20.45, presso l’Istituto “Orsoline” di viale Varese 30, incomincia l’Aiart(associazione telespettatori) con una relazione del prof. Giovanni Baggio, del Comitato nazionale “Media e minori”, dal titolo “La famiglia e i media, le famiglie e i media”. Seguirà la testimonianza dei responsabili dell’Aiart di Como. Venerdì 23 aprile, alle 20.45, presso la “Scuola Media Parini”, toccherà all’associazione “Mamme separate”, la cui testimonianza sarà preceduta dalla relazione della dottoressa Miriam Bordoli, psicologa psicoterapeuta, sul tema “Le famiglie monoparentali: responsabilità e ruoli nell’ambito educativo”. Gli incontri, che sono aperti a tutti, sono rivolti in particolare a genitori, gruppi familiari, operatori e persone interessate alle tematiche della famiglia e dell’associazionismo. MEIC: SABATO 17 APRILE ULTIMO INCONTRO SULLA “LUMEN GENTIUM” Sabato 17 aprile, alle ore 17.30, si svolgerà presso il Centro “Card. Ferrari” l’ultimo incontro di riflessione sulla costituzione dogmatica del Vaticano II, “Lumen gentium”, promosso dal MEIC. Sotto la guida di don Ivan Salvadori sarà preso in esame il capitolo VIII sulla “Beata Maria Vergine…”. La proposta è rivolta a tutti coloro che sono interessati. La casa natale del beato Luigi Guanella a Fraciscio ni, dall’1 all’11 luglio (con don Domenico e suor Ginetta) e dal 14 al 25 luglio (con don Roberto e suor Pia), che si terrà proprio presso la Casa natale del Beato don Luigi Guanella, a Fraciscio di Campodolcino (parte della quale è stata riservata all’accoglienza dei gruppi). In questo modo è come se i ragazzi siano proprio ospiti del Beato e possano condividere i punti di riferimento della sua infanzia, l’atmosfera in cui è cresciuto, i valori di quel mondo “montanaro” a cui è rimasto sempre molto legato. I ragazzi, guidati da religiosi guanelliani e dagli animatori, avranno la possibilità di vivere un’esperienza di crescita nella fede e di condivisione con i loro coetanei, in un ambiente che favorisce la riflessione e la disten- sione dei ritmi sempre più pressanti delle loro giornate. Per gli adolescenti (dai 14-17 anni) invece le proposte riguardano la “Caritatend” (con Padre Charles e suor Pia) dal 5 all’11 luglio, un’esperienza di volontariato e fraternità in tenda al servizio degli anziani ospiti della RSA della “Casa Divina Provvidenza” di Como in vacanza a Sormano (nel Triangolo Lariano) e il “Campo servizio per adolescenti” (con suor Cristina) dal 9 al 17 luglio, con i disabili ospiti della casa delle suore guanelliane in via della Nocetta a Roma. Per i giovani dai 18 anni in avanti viene invece proposta la “Baita” in due turni: dal 2 all’8 agosto e dal 9 al 15 agosto e la “Baita Vocazionale” dal 26 luglio al 1 agosto. Si tratta di momenti di lavoro, riflessione, preghiera e fraternità presso la Baita dello Scoiattolo, una semplice struttura rustica a 1800 metri di quota sopra Motta di Campodolcino, inserita in uno splendido contesto naturale tra prati e boschi di abeti, lontano dall’abitato. Si tratta di un luogo molto suggestivo, pur nella sua austerità ed essenzialità. L’isolamento rispetto al “mondo”, la semplicità delle strutture, la mancanza di comodità (elettricità e telefono), invitano a rinunciare per un attimo alla vita consueta e fermarsi un momento per prendere fiato, per ritrovare se stessi e Dio. Assoluta novità di quest’anno sarà il “Cammino Guanelliano itinerante” in Val Chiavenna dal 22 al 29 agosto, alla scoperta dei luoghi di don Luigi Guanella lungo un percorso, non solo fisico, di formazione e crescita. Nei mesi estivi c’è inoltre l’opportunità per gruppi o singoli giovani di svolgere periodi di volontariato presso le Case guanelliane del Nord Italia, con disabili, anziani e minori, seguiti e accompagnati dai religiosi. In questo caso date e modalità sono da concordare con il Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile di Como. Per ulteriori informazioni sulle singole iniziative e per iscrizioni: Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile, via Don Guanella 13, Como, tel. 031-296783; e-mail: como. [email protected]; sito internet: www. giovani guanelliani.it. SABATO 24 APRILE AULA MAGNA POLITECNICO COMO Cure palliative: un convegno D .I.P.O - Dipartimento Interaziendale Provinciale Onco-logico di Como e l’Ordine dei Medici Chirurghi della provincia di Como si sono resi promotori, per sabato 24 aprile, dalle 9 alle 13, di un convegno dal titolo: “Le cure palliative: un bisogno, un diritto”, presso l’ Aula Magna Politecnico di Milano, via Castenuovo 7, a Como. Le cure palliative, secondo la definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità, costituiscono una serie di interventi terapeutici ed assistenziali finalizzati alla “cura attiva, totale, di malati la cui malattia di base non risponde più a trattamenti specifici. Fondamentalmente è il controllo del dolore e degli altri sintomi, e in generale dei problemi psicologici, sociali e spirituali. L’obiettivo delle cure palliative è il raggiungimento della migliore qualità di vita possibile per i malati e le loro famiglie.” Le cure palliative affermano la centralità della persona malata e il suo diritto ad essere aiutata a controllare il dolore e la sofferenza attraverso le terapie più avanzate, ma anche ponendo attenzione a tutti bisogni, psichici, fisici, sociali e spirituali, in modo da creare la migliore qualità di vita per lui e per la sua famiglia. Il convegno fa parte del progetto più ampio dal titolo “Costruire la rete delle cure palliative nella provincia di Como” messo a punto dal DIPO - Dipartimento Interaziendale provinciale oncologico di Como in collaborazione con l’Ordine dei Medici di Como. Il progetto punta sulla formazione avanzata di Medici di Medicina Generale/Pediatri di famiglia che accetteranno di diventare “nodi della rete”, futuri punti di riferimento territoriale per colleghi e pazienti al fine di collocare la richiesta di cure palliative nel giusto contesto per ogni malato. “L’Ordine dei Medici di Como, - dichiara il presidente Gianluigi Spata ha partecipato a questo progetto fin dall’inizio e si fa garante delle finalità di questa iniziativa, del contenuto altamente qualificato degli argomenti che verranno trattati dai docenti e dello sviluppo successivo di questa rete di relazioni che nel tempo diverrà rete di servizi dove diversi professionisti si incontreranno sullo stesso piano in una logica di collaborazione e di integrazione nella presa in carico del malato ; integrazione che risulta essere una necessità sempre più impellente nella professione medica”. LA CONVENZIONE EUROPEA DEL PAESAGGIO A 10 ANNI DALLA SUA ENTRATA IN VIGORE L’Universitè d’Etè e la Società Ortofloricola Comense propongono per sabato 17 aprile, a partire dalle ore 16.30 presso Villa del Grumello di Como (via per Cernobbio 11), l’incontro “La Convenzione Europea del Paesaggio a 10 anni dalla sua entrata in vigore”, a cura degli architetti Cristiana Storelli e Darko Pandakovic. Ingresso libero Per informazioni: Società Ortofloricola Comense, tel. 031.531705, tel. 031.572177; e-mail: [email protected]; sito internet: www.ortofloricola.it. CRONACA P A G I N A 20 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 TRE RAGAZZI LARIANI PRENDERANNO PARTE AL MONGOL RALLY 2010 Como chiama Mongolia i sa, l’avventura è una delle compagne più affascinanti che accarezzano i sogni di ciascuno di noi. E quando ad essa si abbina anche la possibilità di fare qualcosa di buono per gli altri ecco che il cerchio si chiude. Di avventura, ma non solo, si parla in riferimento ad un’iniziativa alla quale un gruppo di ragazzi comaschi prenderà parte nei prossimi mesi. A spiegarcelo è uno dei suoi protagonisti, Gabriele Cuda. «Faccio parte del Co-Mo Team un gruppo di ragazzi comaschi che prenderà parte ufficialmente, come primo team comasco, al prossimo Mongol Rally 2010. Abbiamo deciso di viveere questa esperienza perché unisce avventura e beneficienza in un unico evento». Di che cosa si tratta? «È un’avventura amatoriale a scopo benefico con Partenza da Como e arrivo in Mongolia a bordo di una piccola utilitaria. La nostra avventura aiuterà il CESVI a sostenere le comunità più svantaggiate dei paesi in via di sviluppo, o in paesi in grave difficoltà a causa di guerre, calamità naturali e disastri ambientali, aiutando non solo coloro che soffrono, ma contribuendo anche al benessere globale». Como- Mongolia: più di 16 mila chilometri da percorrere, 2 mari e 2 deserti da attraversare e «una sola regola da rispettare - prosegue Gabriele con entusiasmo - raggiungere Ulan Bator, la capitale della Mongolia, con un’automobile dalla cilindrata massima di 1200 cc.» Il mezzo scelto per questo viaggio? Una Fiat Palio. Data di partenza: 24 luglio da Milano. Ma veniamo agli scopi di questo viaggio. Dietro S l’adrenalina legata alla percezione di accostarsi ad un’esperienza indimenticabile anche l’opportunità di fare qualcosa di buono. Il Mongol Rally si prefigura, infatti, come una manifestazione internazionale retta da uno scopo benefico. “Ogni team partecipante leggiamo nella pagina informativa del sito www. co-mo.it - deve raccogliere almeno 1000 sterline da devolvere in beneficenza ad organizzazioni che operano sul territorio Mongolo a favore dei gruppi di popolazione più disagiati e tra questi in particolare i bambini. Cesvi è l’organizzazione italiana beneficiaria del Mongol Rally. Cesvi è un’organizzazione laica e indipendente, fondata nel 1985 a Bergamo che crede fortemente che sostenere le comunità più svantaggiate dei paesi in via di sviluppo, o in paesi in grave difficoltà a causa di guerre, calamità naturali e disastri ambientali, non aiuti solo coloro che soffrono, ma contribuisca anche al benessere globale. Inoltre l’auto arrivati a destinazione verrà donata alle autorità locali e messa al servizio della popolazione”. Poche e semplici le regole per prendere parte a questo viaggio: una macchina, come detto, di media cilindrata, e un percorso a scelta del team partecipante, con partenze possibili da Londra, Madrid o Milano, passaggio obbligato da Praga, per poi arrivare ad Ulan Bator capitale della Mongolia. Il primo passo, ovviamente, una volta recuperato il mezzo, consiste nel trovare la necessaria copertura finanziaria per prendervi parte, sia per i costi “vivi” del viaggio (benzina, viveri, etc.) sia per contribuire alle attività del Cesvi. Proprio Non solo un’avventura, ma anche l’opportunità di sostenere progetti di sviluppo in Asia centrale CHE COS’È IL MONGOL RALLY Il Mongol Rally è nato a seguito dell’idea di due ragazzi inglesi di raggiungere la Mongolia a bordo di una vecchia Fiat 126 portandosi dietro pochi vestiti ma una più cospicua scorta di sigarette: non raggiunsero la meta finale ma rimasero così soddisfatti dall’esperienza che decisero di riprovarci l’anno successivo. Così nel 2004 partirono con altri 5 team, diventati 43 nel 2005 e 167 nel 2006. L’ultima edizione, quella del 2009, ha contato ben 500 equipaggi con partenze da Londra, Milano e Madrid. La partenza è fissata per il 24 luglio da Milano, ma il vero punto d’arrivederci all’Europa sarà Praga, l’ultimo degli start-point presso i quali i team dovranno registrarsi prima di iniziare l’avventura che porterà molti a raggiungere Ulan Bator. allo scopo di raccogliere contributi da qualche giorno il Co-Mo team ha avviato una campagna informativa dal suo sito e attraverso facebook. Proprio su facebook così si presentano questi ragazzi: “Sapevi di avere tre amici fuori di testa che quest’estate partiranno da Como e arriveranno fino in Mongolia su una Fiat Palio?!?! Dagli una mano a portare a termine questa pazza impresa! fai una donazione, aiutali a fare il pieno di benzina!” Sempre dalla pagina di facebook il link per possibili donazioni da parte di chi desidera contribuire, oltre a qualche immagine del mezzo e della “pattuglia” che prenderà parte a questo viaggio. Si tratta di Gabriele Cuda 25 anni residente a Como, Alberto Martegani 25 anni residente a Torno, Loris Macrì 25 anni residente a Senna comasco. “Il nostro obiettivo più Nelle foto in alto il mezzo che sarà utilizzato. Qui accanto, da sinistra: Gabriele Cuda, al centro Alberto Martegani e a destra Loris Macrì importante - spiegano i ragazzi - oltre, ovviamente, raggiungere la Mongolia, è raccogliere almeno 1000 sterline per due enti benefici che si occupano dell’infanzia in difficoltà, tuttavia tenete presente che la partecipazione in sè ha un costo non trascurabile quindi ogni aiuto sarà il benvenuto… Cerchiamo donazioni, anche di modico valore per gli Enti benefici da noi prescelti ma anche sponsor “tecnici” che possano rendere più agevole la nostra avventura. Meccanici e preparatori, fornitori di ricambi per auto, produttori o distributori di abbigliamento e attrezzature tecniche sportive sono i nostri sosteni- tori più naturali ma se avete qualche altra cosa che possa esserci utile, contattateci. Dateci uno striscione, un cartello, un adesivo o una bandiera e noi vi porteremo una foto ricordo dall’Asia centrale. Basta anche un solo euro di benzina! Potete darcelo a mano o metterlo nel nostro salvadanaio virtuale…” “Il nostro team - leggiamo ancora dal sito - ha deciso di seguire il “percorso sud” che prevede il passaggio da Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Turchia, Iran, Turkmenistan, Uzbekistanm, Kazakhistan, Tirjikistan, Russia e Mongolia. Dalle 3 alle 6 settimane attraverso strade, sentieri e mulattiere di mezzo mondo: una rotta che ci porterà dal Mediterraneo alla Siberia, dal torrido deserto del Karakum (Turkmenistan) alle steppe del Kazakhistan alle foreste della Siberia”. «Ci CROCERA SUI NAVIGLI CON L’ASSOCIAZIONE “SCACCIAPENSIERI” L’associazione Culturale Scacciapensieri promuove per domenica 9 maggio una crociera lungo i Navigli di Leonardo. Un viaggio nella natura con un’imbarcazione, partendo da Boffalora sopra Ticino, lungo il più bel tratto di tutto il Naviglio Grande fino a Robecco, con le sue ville di delizia. Il sistema dei Navigli ha un’origine antichissima e tutt’ora è uno degli aspetti più caratteristici e affascinanti di Milano. I Navigli sono stati luoghi d’incontro, canali di scambio, linfa per il commercio, fonte d’ispirazione artistica. Sulle rive dei Navigli vivevano lavoratori e artigiani; oggi i laboratori artigianali e gli antichi lavatoi, coperti di tetti di legno ricordano una Milano scomparsa. Rimangono i circoli, le trattorie, gli studi dei pittori che si avvicendano di generazione in generazione, le opere di ingegneria idraulica come i ponti levatoi, le chiuse e le dighe, a testimoniare e a continuare l’esperienza di secoli. I Navigli Grande e Pavese sono diventati il cuore del divertimento notturno milanese ed è stata avviata un’attività di navigazione turistica per la riscoperta di un patrimonio come quello delle “ville di delizia” lungo le rive, luoghi di svago e fasti del passato, circondate da eleganti giardini. Per maggiori informazioni e iscrizioni: Associazione Culturale Scacciapensieri, cell. 345-3302077; e-mail: [email protected]; sito internet: http://scacciapensieriisa.blogspot.com. aspettiamo di conoscere “vivere” luoghi e persone», aggiunge Gabriele Cuda. Ma siamo proprio certi che una Fiat Palio possa condurre ad una meta così lontana? «Assolutamente no - conclude Cuda - ma il bello sta proprio in questo; molti inconvenienti significano aiuto reciproco tra i team e coinvolgimento della popolazione locale, non è certo la Parigi-Dakar in cui arriva un elicottero a recuperarti!» E quindi in Mongolia, sulle ali di una Fiat. Appuntamento al 24 luglio dunque. Buon viaggio ragazzi. A risentirci al vostro ritorno. Per chi fosse interessato a seguire in diretta l’avventura del Co-Mo Team si fa presente che il sito co-mo.it verrà aggiornato costantemente e, anche durante il viaggio, reportage verranno inviati tramite collegamento satellitare e internet-point. CRONACA P A G I N A 21 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE MARZO 2010 LOTTA AI PARADISI FISCALI Denaro sporco: la guerra al riciclaggio I l transito di capitali opportunamente occultati è, da decenni ormai, un fatto appurato che riguarda i territori di confine tra gli Stati. Dall’istituzione del Regno d’Italia, ma anche prima, le autorità di Como hanno sempre dovuto occuparsi di questo reato. A tutt’oggi, se è pur vero che il mondo è ormai “un villaggio globale” e che coloro che vogliono occultare all’estero i propri guadagni, spesso illeciti, hanno sempre trovato nazioni disposte a mantenere il segreto su quali somme venissero accatastate nei loro forzieri, senza volerne sapere di certo la provenienza, in quest’ultimo anno le cose sembrano essere diventate un poco più complicate. L’Unione Europea, ha infatti, dichiarato una specie di guerra ai “paradisi fiscali” e lo “scudo fiscale” varato lo scorso anno dal Governo italiano ha visto numerosi capitali usciti illecitamente fare ritorno nel nostro paese. Senza addentrarci sulle motivazioni politiche alla base di decisioni come lo “scudo fiscale”, che tra l’altro hanno causato non poche discussioni e proteste soprattutto in Svizzera, qui vale la pena segnalare Nel 2009, i casi di questo genere nella vicina Confederazione elvetica hanno toccato un nuovo record: 896, in crescita del 5,3% rispetto al 2008. In Canton Ticino ne sono stati riscontrati 97, l’11% del totale di LUIGI CLERICI che, nel 2009, i casi di riciclaggio di denaro nella vicina Confederazione hanno toccato un nuovo record: 896, in crescita del 5,3% rispetto al 2008. In Canton Ticino ne sono stati riscontrati 97, l’11% del totale. Si tratta di alcuni dei dati più salienti contenuti nella relazione annuale realizzata dall’Ufficio federale di Polizia (Fedpol). Cifre e numeri che sembrano confermare un trend in crescita per questo fenomeno ormai da tre anni. Il 2009 è stato l’anno in cui si è registrato il valore più alto dal 1998: 2,23 miliardi di franchi. Il tema del riciclaggio di denaro risulta, come abbiamo già Foto William sottolineato, particolarmente significativo per Como e provincia soprattutto considerata la vasta operazione relativa allo scudo fiscale promossa lo scorso anno dal Governo italiano. Ed i dati diramati dall’Ufficio Federale di Polizia non hanno mancato certo di essere attentamente analizzati dal Comando provinciale della Guardia di Finanza. Analizzando ulteriormente la nota, infatti, si scopre che il 94% delle 896 comunicazioni provengono da intermediari finanziari domiciliati nei Cantoni di Zurigo, Ginevra, Berna, San Gallo, Ticino e Basilea Città. Si tratta di cantoni con un settore di servizi finanziari particolarmente sviluppato oppure con settori di “com- pliance” istituiti all’interno di società o centralizzati a livello regionale. Da diversi anni il reato più frequentemente correlato alle comunicazioni di sospetto è la truffa (2009: 37%). Buona parte dei 2,23 miliardi di franchi è dovuta ad alcune singole comunicazioni. In due segnalazioni sussiste il sospetto che si tratti di truffa su investimenti e di manipolazione dei corsi in cui sarebbero implicati 725 milioni di franchi. In altre due segnalazioni sarebbero coinvolti beni patrimoniali per oltre 100 milioni di franchi. Una riguarda un presunto caso di appropriazione indebita all’estero, l’altra un sospetto di truffa. Sette invece le comunicazioni di sospetto finanzia- mento al terrorismo, due riconducibili a liste ufficiali di organizzazioni del terrore. Fedpol ha manifestato la propria “sorpresa per l’entità quasi insignificante dei beni patrimoniali globalmente interessati, 9.500 franchi. Ciò conferma quanto ormai noto da tempo: il finanziamento del terrorismo è caratterizzato dal trasferimento di piccole somme di denaro”. Infine da segnalare che neppure la Svizzera, ed il Canton Ticino in particolare, sono immuni dal mercato delle banconote false. Secondo questo rapporto l’anno scorso sono stati denunciati 150 casi, in diminuzione certo rispetto agli anni precedenti ma pur sempre un quadro preoccupante. Il calo, secondo la Sezione reati economici e finanziari, sarebbe riconducibile una diminuzione dello spaccio presso le case da gioco. Aumentano però rispetto allo scorso anno, le banconote sequestrate: 1.222 contro le 936 del 2008, in particolare dollari statunitensi. Le indagini contro lo smercio di banconote false ha portato giusto un anno fa all’arresto di due persone e alla denuncia di altrettanti, tutti residenti in Ticino che si erano stampati 100 banconote da 1.000 Franchi svizzeri. Il caso più eclatante, comunque, riguardò una cittadina italiana e si verificò nel mese di novembre. La donna finì in carcere perché in possesso di 76 banconote false da 100 dollari. PROTOCOLLO D’INTESA Asl e Gdf: occhi aperti sulla spesa sanitaria sl e Guardia di Finanza insieme per prevenire e combattere gli sprechi in materia di spesa sanitaria: il capitolo principale del bilancio regionale. E’ questo l’obiettivo del protocollo d’intesa siglato, venerdì 9 aprile, alla ex “Casa del Fascio” di Como, tra il comandante provinciale delle Fiamme Gialle, Rodolfo Mecarelli, e il direttore dell’Azienda Sanitara Locale, Roberto Antinozzi. Secondo quanto stabilito dall’accordo l’Asl metterà a disposizione della Guardia di Finanza la propria banca dati e la documentazione amministrativa sull’attività dei presidi ospedalieri, del personale medico e paramedico, dei medici di base, delle farmacie e le proprie analisi sociali e epidemiologiche. “Partendo da questo materiale - ha spiegato il colonnello Mecarelli - i nostri uomini potranno fare A L’accordo è stato sottoscritto la scorsa settimana presso la sede della Guardia di Finanza di Como di MICHELE LUPPI un lavoro di indagine che, in caso di situazioni sospette, potrebbe dar luogo anche a verifiche di tipo fiscale con possibili perquisizioni e controlli dei libri contabili a carico ad esempio di specialisti, medici e farmacie. Operazioni di tipo amministrativo che non necessariamente si tramuteranno nella segnalazione alla Procura della Repubblica”. A Como, come nel resto della Lombardia, non è nuova la collaborazione tra Fiamme Gialle e Aziende Sanitarie. Un primo protocollo era stato siglato a livello regionale nel 2003 e aveva visto la concentrazione del- le ricerche soprattutto per quanto riguarda le autocertificazioni per l’esenzione del ticket. “Verifiche che anche in provincia di Como - spiega il comandante Mecarelli hanno evidenziato alcuni illeciti. Episodi che comunque rientrano in un quadro generale che vede in Como, una realtà virtuosa”. Il nuovo protocollo, della durata di 3 anni, si inserisce proprio in questo filone andando ad allargare gli ambiti di indagine: dalla corrispondenza tra esecuzione e prescrizione degli esami di laboratorio, al controllo del personale pubblico che presta servizio in strutture polispecialistiche accreditate. Dal controllo dell’attività dei liberi professionisti a quello delle farmacie con un’attenzione particolare alla vendita di medicinali co- stosi e alle forniture mediche per gli ospedali. “I controlli riguarderanno anche le strutture sanitarie locali - ha spiegato Roberto Antinozzi - dove già manteniamo un monitoraggio di tipo amministrativo. Dal nostro osservatorio, confrontando le spese dei distretti con le statistiche epidemiologiche, ci è capitato di evidenziare in alcune zone spese anomale o l’ec- cesso di prescrizioni da parte dei medici di base”. Nel caso venissero evidenziate delle ipotesi di reato la documentazione passerebbe alla Procura della Repubblica che avrà il compito di constatare eventuali illeciti. In quel caso, le Fiamme Gialle passerebbero la documentazione all’Asl per favorire il recupero delle risorse indebitamente percepite. Il protocollo, hanno più volte ribadito i vertici delle due strutture, non vuole però semplicemente avere un valore repressivo, ma anche e soprattutto preventivo. “Nel momento in cui viene evidenziato un illecito - ha concluso Mecarelli - possiamo punirlo, ma ormai il danno è fatto. Questo protocollo vuole, invece, favorire un meccanismo virtuoso che, stimolando la corretta collaborazione tra istituzioni, spinga a correggere eventuali comportamento negativi”. CRONACA P A G I N A 22 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 UN CONVEGNO PROMOSSO DALLE ACLI SABATO 24 APRILE Per un fisco a misura di famiglia n fisco a misura di famiglia. Idee e proposte per realizzare una equità orizzontale”. Con questo titolo le Acli regionali, e comasche, mantengono alta l’attenzione sul tema della fiscalità. La proposta, questa volta, è di un convegno in programma sabato 24 aprile, a partire dalle ore 9.30, presso il Salesianum Don Bosco, in via Conciliazione 98, a Como. A spiegarci il senso di questa iniziativa è Franco Fragolino, già presidente delle Acli Comasche e oggi responsabile regionale delle politiche sociali e familiari dello stesso movimento. «Da qualche tempo - ci spiega Franco Fragolino - ci siamo posti il problema di incominciare a riflettere e approfondire la questione di un fisco a favore della famiglia. Anche perché nei prossimi mesi questo sarà, di fatto, un problema dell’agenda politica. Del resto sia dal punto di vista dell’applicazione del federalismo fiscale sia della riforma fiscale, che tutti si augurano vada avanti, questa voce rappresenta uno degli snodi cruciali. Attualmente le proposte sul campo ci sono già, non è che si debba inventare qualcosa di nuovo. Quello che serve è ripensare lo stesso concetto di equità sociale. Infatti per un fisco che sia effettivamente “giusto”, biso- U “ Idee e proposte per realizzare una “equità orizzontale”. Appuntamento presso il Salesianum Don Bosco di MARCO GATTI gna rivedere i meccanismi di tassazione delle famiglie (calcolo delle deduzioni, delle aliquote, delle sogliedi incapienza e così via). Si tratta di cambiare, seppur gradualmente, il principale interlocutore a cui si rivolge lo Stato: dal singolo contribuente alla famiglia contribuente. Tale cambiamento di prospettiva viene ad introdurre un principio di revisione del sistema tributario che porta allo scoperto un diverso modo di intendere l’equità fiscale». In che senso? « L’equità fiscale rispetto al soggetto-famiglia non consiste solo nella redistribuzione dei carichi fiscali sui produttori di reddito secondo un criterio individualistico di eguaglianza di partenza, ma nella considerazione che la famiglia è una comunità sia nel produrre ricchezza che nell’utilizzare risorse. Essa non è la pura somma degli interessi e dei bisogni dei suoi componenti, ma un soggetto cooperativo che ripartisce oneri e costi, I SAPORI DEL MONDO. CENA MULTICULTURALE PROMOSSA DA ACLICOLF, FAMIGLIE IN CAMMINO E GAS S.AGATA L’Associazione ACLI Colf in collaborazione con l’Associazione Famiglie in Cammino e GAS Sant’Agata organizza una cena multiculturale dal titolo: “I sapori del mondo”, un’occasione per conoscere, attraverso la cucina, sapori, colori e usanze di altri paesi, per incontrarsi, per stare insieme. L’appuntamento è per venerdì 16 aprile. Il menù prevede: involtini primavera (antipasto delle Filippine), jolly rice (dal Ghana), arros di pollo (dal Perù), bibimka e hoppia (dolci delle Filippine). I piatti sono realizzati dalle volontarie dell’associazione Aclicolf Contributo per i soci: euro 18,00 tutto compreso (euro 9,00 per i bambini fino a 12 anni). La serata è prevista presso l’ENAIP di Como, in via Dante, 127, dalle ore 19.30. Per informazioni e prenotazioni: Acli, via Brambilla 35 tel. 031-3312727, a Como. IL PROGRAMMA Ecco il programma della giornata: ore 9.30 accoglienza partecipanti. ore 9.45 Introduce: Franco Fragolino, Responsabile Regionale ACLI Politiche Sociali e Famigliari; ore 10.00 Interventi: - Luigi Campiglio, prorettore Università Cattolica del Sacro Cuore Milano; - Roberto Bolzonaro, vice presidente “Forum Nazionale Associazioni Famigliari”; - Un rappresentante della Direzione Generale Assessorato Famigliae Solidarietà Sociale della Regione Lombardia. - Paola Vacchina, vice Presidente Nazionale ACLI, presidenteCAF. ore 11.45 Dibattito ore 12.30 Conclusioni: Gianbattista Armelloni, presidente Regionale ACLI Lombardia ore 13.00 Aperitivo generando in un’ottica d’insieme beni relazionali unici e non monetizzabili. In altri termini, considerare il soggetto famiglia negli ingranaggi fiscali,significa dar vita ad una politica per la famiglia, in cui venga effettivamente riconosciuto il difficile compito di cura, educazione e riproduzione che la stessa assolve». C’è chi sostiene che l’introduzione del quoziente familiare possa rappresentare un passo importante nella costruzione di un fisco realmente a misura di famiglia… «Il quoziente familiare rappresenta, a mio avviso, oggi, uno strumento di difficile applicazione. Vedrei, invece, più adatto un modello simile a quello applicato in Germania. Un sistema, cioè, sicuramente rapportato alla situazione familiare, ma che si basi, anche, su un impianto di detrazioni fiscali, aumentandole per i componenti familiari, e in particolare per i figli minori. Quello che davvero serve è un fisco stretta- IL MOVIMENTO APOSTOLICO CIECHI INCONTRA DON RENZO MIGLIORINI Il Movimento Apostolico Ciechi di Como rende noto che domenica 25 aprile avrà la gioia d’incontrare don Renzo Migliorini, assistente nazionale del MAC. Egli s’intratterà con i soci di Como e della Lombardia per meditare insieme gli obiettivi e i problemi e per fissare le linee guida del Movimento, già dibattute nel congresso di ottobre, e rielaborate nelle giornate della condivisione a Parma. Sono invitati anche i simpatizzanti. L’incontro avverrà, come di consueto, presso l’Istituto don Guanella, alle h.9.30. Dopo la celebrazione eucaristica, seguirà il pranzo presso la medesima sede, per il quale occorre prenotarsi entro il mercoledì precedente. mente a misura di famiglia, proprio perché la crisi che stiamo vivendo, vista al di là delle persone che perdono il lavoro, di fatto colpisce in maniera diretta e profonda le famiglie che hanno figli minori, adolescenti, etc. Ecco perché abbiamo deciso di proporre un momento di riflessione su questi argomenti. Abbiamo invitato Luigi Campiglio, prorettore Università Cattolica di Milano, perché è uno degli economisti che, in questi anni, su questa materia, ha più di altri concentrato attenzione e lavoro. Ci sarà anche Roberto Bolzonaro, vicepresidente del “Forum Nazionale Associazioni Familiari”, persona che ha seguito, all’interno del Forum Nazionale, la partita fiscale. E poi ci sarà, tra gli altri, Paola Vacchina, vicepresidente nazionale Acli, che sarà chiamata a fornire il quadro delle proposte Acli sul tema in questione». La fiscalità è un tema molto dibattuto oggi. Vi sono davvero le condizioni perché si arrivi a compiere dei passi che vadano nell’interesse della popolazione? «La percezione che ho è che si sia giunti ad un punto di svolta. Oggi una riforma fiscale è ritenuta, da tutti, indispensabile. Il problema è capire quali sono gli obiettivi che ci si vuol porre con questa riforma. Obiettivi che mantengano il senso di una progressività verticale, ma permettano anche una corretta equità orizzontale. Credo, in ogni caso, che le condizioni per far bene ci siano. Poi, certo, tutto dovrà giocarsi sulla base delle risorse che si avranno a disposizione e su come si intenderà applicare il federalismo fiscale. La grande incognita del momento è capire quanto potere verrà riconosciuto alle Regioni e agli Enti locali in materia fiscale. Tra le altre questioni delicate, che non affronteremo però durante il convegno, le tariffe dei servizi, ma anche l’Isee, strumento in se stesso valido per la sua conformazione, ma ormai superato. L’Isee non tiene, infatti, conto, in misura significativa, della presenza, dentro il nucleo familiare, di figli minori piuttosto che di soggetti deboli o di soggetti aventi bisogno di assistenza. Un ulteriore strumento sul quale sarà necessario riflettere insieme per renderlo meglio rispondente alle necessità del momento». RACCOLTA DI OGGETTI USATI DEI GRUPPI DI VOLONTARIATO VINCENZIANO In vista della vendita benefica che si terrà al Broletto dal 5 al 9 maggio i gruppi di Volontariato Vincenziano di Como hanno attivato, dal 13 al 29 aprile (nei giorni di martedì dalle ore 15 alle 17.30 e giovedì delle ore 10 alle 12), uno spazio di raccolta in via Dante 70, di oggetti usati. Per chi fosse disponibile sarà possibile offrire: - libri usati (no enciclopedie) - biancheria e pizzi “della nonna” - borse- cappelli - cinture - abiti vintage (in ottimo stato) - dischi in vinile CRONACA P A G I N A Como 23 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 IL BILANCIO DI DUE INTERESSANTI INIZIATIVE RIVOLTE AL MONDO DELLA SCUOLA Cecità: un mondo da conoscere Lo scopo dei due progetti: sensibilizzare rispetto ai problemi della minorazione visiva, sull’affinamento dei sensi residui e sulla conoscenza in concreto della scrittura in rilievo L a cecità, una questione non di pochi. Un mondo da conoscere, da scandagliare, da scoprire. Ben lo sa l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Como che, su iniziativa del proprio Consiglio Direttivo e in stretta collaborazione con lo Sportello Scuola e Volontariato con sede presso l’Istituto professionale Commercio, Turismo e Sociale G. Pessina e con l’Ufficio Scolastico Provinciale, ha promosso nel 2009 e nei mesi di febbraio e marzo 2010 due importanti iniziative rivolte alla sensibilizzazione sui problemi della cecità, sull’affinamento dei sensi residui e sulla conoscenza in concreto della scrittura in rilievo. Percorsi che hanno coinvolto, nel primo caso gli alunni delle quinte elementari e delle classi di 1 media (complessivamente per ora 600 bambini) e nel secondo caso 11 classi degli istituti di scuola secondaria di secondo grado (250 studenti). “Giochiamo al buio” e “Comunicare nel buio” il nome dato alle due proposte. «Nell’ambito di “Giochiamo al buio” - ci spiega il presidente uscente dell’Uici di Como Mario Mazzoleni - iniziativa svolta in ambienti oscura- ti, i giovanissimi alunni bendati sono stati divisi in gruppi (5 o 6) e hanno vissuto diverse esperienze spostandosi in 4 postazioni diverse dedicate all’udito, tatto, olfatto e gusto. I piccoli alunni hanno anche affrontato brevi percorsi, sempre bendati, con l’uso del bastone bianco accompagnati dagli amici soci non vedenti della sezione che hanno aderito a questa iniziativa». «Io che ero seduta di fronte agli scolari di una seconda elementare e che sono vedente - commenta la prof.ssa Teresa Arioli, da decenni attiva collaboratrice dell’Uici di Como - nella fioca lama di luce che filtrava da una finestra ho visto un bambino. che forse per alleggerirne la tensione si era tolta temporaneamente la mascherina, ascoltare le musiche proposte da Piero Alpino, con gli occhi chiusi. Occhi chiusi all’esterno ma aperti all’interno, al riconoscimento e alla risonanza interiore, per distinguere meglio la musica, per interiorizzarla e interiorizzare significa fare propria la proposta sensoriale, farla percettiva, cioè integrata nel proprio mondo interiore. Anche per questa si tratta di una esperienza vissuta e perciò estensibile di integrazione: fina- lità ultima della proposta dei non vedenti. A tutto marzo 590 alunni hanno approfittato della iniziativa, hanno avuto un primo incontro con persone cieche, sono stati aiutati da queste che si sono fatte docenti, le hanno riconosciute e apprezzate: un domani in un possibile incontro non le eviteranno ma si avvicineranno loro con spontaneità...» Per quanto riguarda “Comunicare al buio” il progetto consisteva in un itinerario di incontri con gli studenti delle superiori finalizzato all’insegnamento della scrittura Braille e della sua lettura. Gli incontri, di due ore ciascuno, hanno coinvolto complessivamente 11 classi degli Istituti Carlo Porta, San Vincenzo, Liceo Volta, Teresa Ciceri. Gli incontri sono stati modulati su segmenti interattivi sulla presentazione di: - significative esperienze personali che evidenziano le risorse positive ADOZIONI INTERNAZIONALI A DIECI ANNI DALL’ENTRATA IN VIGORE DELLA NUOVA LEGGE Lunedì 19 aprile, alle ore 20.45, presso la sala Arcobaleno della Casa Divina Provvidenza in via Tommaso Grossi 18 a Como (ampio parcheggio interno), l’Associazione “Genitori si diventa”, in collaborazione con il Centro Servizi alla Famiglia “La Grande Corte” dell’Opera Don Guanella, propone un incontro sul tema “A dieci anni dall’entrata in vigore della “nuova” legge sulle adozioni internazionali: la 476, dati, luci ed ombre sulla sua applicazione”. Relatrice sarà la dott.ssa Cinzia Bernicchi, esperta nel settore dell’adozione e portavoce del Coordinamento di Enti “Oltre l’Adozione”. La serata fa parte di un ciclo di incontri dal titolo “Parliamone Con” riguardanti non solo il percorso adottivo, ma anche le tematiche dell’educare e della genitorialità in generale. L’ingresso è libero. Per informazioni: tel. 031-296752-749; cell. 348-0119671 (ore serali); e-mail [email protected]. Per maggiori informazioni si può consultare anche il sito www.genitorisidiventa. org. attivate da chi non vede per superare le tante barriere determinate nel concreto dall’impossibilità di percepire immagini; - i principi alla base del metodo Braille che ha consentito di comunicare con il mondo esterno; - esercitazioni dirette da parte degli studenti sull’uso del Braille, - piccola gara concorso con trascrizione in Braille di semplici messaggi. «Si è trattato quindi di un momento diretto e coinvolgente - spiega Mazzoleni - nel quale gli studenti, supportati dai propri docenti e dai dirigenti dell’UICI, sono stati invitati ad avvicinarsi in modo concreto alla realtà associativa con contatti e scambi interpersonali con gli stessi soggetti disabili visivi. L’apposita Commissione Giudicatrice, istituita dal consiglio direttivo sezionale, ha poi esaminato e valutato attentamente gli elaborati dei singoli gruppi e ha insindacabilmente scelto i vincitori in relazione alla precisa scrittura in Braille degli elaborati e ai contenuti delle significative frasi riportate (sempre rigorosamente in braille) alla fine del testo obbligatorio e uguale per tutti». «Il messaggio che si è voluto far passare attraverso l’iniziativa – spiega ancora la prof.ssa Teresa Arioli - è molto bello e, direi, universale: occorre iniziare un viaggio verso gli altri e negli altri, un percorso di conoscenza dell’altro che ci riporti a noi stessi, ma arricchiti e pacificati. Occorre aprirsi alla ricchezza e a quel senso di stupore liberatorio che alberga dentro di noi quando tace la voce dell’egocentrismo e della buia indifferenza. Occorre calarsi nella differenza per riconoscere quella che è in noi per poi aprirsi all’incontro con gli altri con animo nuovo, l’animo di chi conosce e non teme. Questo è stato l’obiettivo della iniziativa e i pensieri scritti dai ra- gazzi al termine degli incontri confermano che questo fine è stato raggiunto e non solo, come ci si poteva aspettare, sfiorato. Un seme è stato gettato e il terreno era fertile e pronto a ricevere. Ne sono prova l’attenzione e il silenzio con cui i ragazzi hanno seguito gli interventi, confermati dai loro brevi scritti redatti rigorosamente in braille; se alcuni sono espressione semplice ed immediata di interesse e gratitudine, altri testimoniano una elaborazione interiore in cui si sente lo stupore per l’aprirsi di un orizzonte sconosciuto. Non mancano osservazioni di valore esistenziale in cui si esprime considerazione per le qualità personali dei relatori: forza, coraggio, ottimismo…» Ai 33 studenti selezionati, prima dell’inizio della prima assemblea soci del 17 aprile che inizierà alle 14.30, verranno consegnati i premi istituiti dal Consiglio Direttivo sezionale. VISTE GUIDATE ALLA CITTÀ DI COMO CON MONDO TURISTICO CON L’ANTEAS A CRESPI D’ADDA E A SOTTO IL MONTE L’Associazione culturale Mondo Turistico, con il patrocinio degli Assessorati al Turismo della Provincia e del Comune di Como, propone da aprile a fine settembre due visite guidate alla città di Como ogni settimana, il sabato mattina alle ore 10.00 e il giovedì pomeriggio alle ore 14.30. L’appuntamento con la guida è davanti all’Ufficio Info Point, di fianco al Duomo (Via Maestri Cumacini). La visita, con spiegazioni in italiano ed in inglese, comprende una passeggiata a piedi nel centro storico di Como con le visite al Duomo e alla Basilica di S. Fedele, della durata di circa due ore. Per le persone singole non sono necessarie le prenotazioni; per i gruppi, invece, è richiesta la prenotazione. Il costo di partecipazione è di 8 euro per persona; per i possessori di WelComo Card 6 euro e per i bambini fino a 15 anni gratis. Per informazioni: Mondo Turistico, tel. 339.4163108; e-mail: [email protected]; sito internet: www.mondoturistico.it L’ ANTEAS Associazione Nazionale Terza Età Attiva per la Solidarietà organizza per giovedì 6 maggio 2010 una visita guidata al villaggio operaio di Crespi d’Adda, dichiarato patrimonio dell’umanità e a Sotto il Monte, il paese di Papa Giovanni XXIII. Quota di partecipazione: 55 euro; per iscritti Anteas e Fnp 45 euro. La quota comprende: viaggio, pranzo, visita guidata, assicurazione. Per informazioni ed iscrizioni ANTEAS, via Rezzonico 34, Como. Tel. 031304000, e- mail: anteas [email protected], numero Verde: 800737654 CRONACA P A G I N A 24 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 BIBLIOTECA COMUNALE DI COMO La Sindone e il volto di Cristo nell’arte I n occasione dell’ostensione della Sindone nel duomo di Torino dal 10 aprile al 23 maggio, martedì 20 aprile 2010 alle ore 20.45 presso la Biblioteca Comunale di Como, si svolgerà La Sindone e il volto di Cristo nell’arte organizzato dalla Fondazione Cardinal Ferrari - Diocesi di Como, dal Centro Culturale Paolo VI e dal Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (Meic), secondo incontro del ciclo Tre proposte culturali. Le prenotazioni per visitare la Santa Sindone hanno già superato il milione, segno indubbio dell’attenzione che questa «immagine misteriosa per la scienza, sfida per l’intelligenza», come l’ha definita Giovanni Paolo II, continua a destare. “Sarà un’occasione quanto mai propizia, ne sono Appuntamento il 20 aprile. L’incontro è promosso dalla Fondazione Cardinal Ferrari – Diocesi di Como, dal Centro Culturale Paolo VI e dal Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (Meic) di ELENA GENTILI certo - ha affermato Benedetto XVI - per contemplare quel misterioso Volto, che silenziosamente parla al cuore degli uomini, invitandoli a riconoscervi il volto di Dio, il quale «ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv 3, 16)”. Parole semplici e profonde come sempre quelle del nostro Papa, cui fanno eco quelle del card. Severino Paletto, arcivescovo di Torino: “La nostra fede in Gesù non ha bisogno della Sindone bensì del Vangelo; ma la Sindone è un grande aiuto alla fede e alla preghiera dei credenti, perché ci invita a meditare commossi e stupiti sulla Passione del Signore, di cui essa ci presenta i segni visibili, ed il nostro animo è rapito dal pensiero di come e a quale prezzo il Signore Gesù ci ha amati fino a morire per noi.”. Già Giovanni Paolo II infatti, quando nel 1998 si recò in pellegrinaggio a Torino, affermò: “L’impronta del corpo martoriato del Crocifisso, testimoniando la tremenda capacità dell’uomo di procurare dolore e morte ai suoi simili, si pone come l’icona della sofferenza dell’innocente di tutti i tempi. [Eppure] soltanto la luce che promana da Gesù sofferente e risorto riesce ad arricchire di significato redentivo, molto spesso misterioso ma sempre efficace, tutte le nostre sofferenze.” Tuttavia il Sacro Lenzuolo non ha avuto un ruolo determinante soltanto nello sviluppo della storia spirituale dei singoli e dei popoli, bensì an- che in quello dell’arte. Un esempio è il fatto che anticamente Gesù fosse rappresentato imberbe, come l’Apollo dei modelli pagani. A partire dal IV secolo, invece, il volto di Gesù è sempre rappresentato «secondo la Sindone»: con grandi occhiaie asimmetriche, barba lunga, capelli divaricati che coprono le orecchie (un ciuffetto sulla fronte sostituisce il particolare rivolo di sangue), baffi cadenti… (La Sindone. Guida alla lettura di un’immagine piena di mistero, San Paolo 1997). Perciò la storia dell’arte diventa una delle fonti privilegiate per lo studio della Sindone. Ed è proprio attraverso un affascinante percorso, con la proiezione di ritratti del volto di Cristo legati alla Sindone dal VI al XIV secolo, che si svilupperà l’incontro di martedì sera condotto da don Andrea Straffi, responsabile dell’Ufficio diocesano per l’inventariazione dei beni ecclesiastici e docente di arte cristiana presso il Seminario vescovile di Como. Il filosofo francese Fabrice Hadjadj, a testimonianza di questo legame, ha recentemente affermato, rilevando la trasparenza soprannaturale della dimensione artistico-rappresentativa: “Basta considerare un attimo quel telo e si percepirà che si situa al di là del concetto di raffigurazione e non-raffigurazione. Anche al di là della bruttezza e della bellezza normale. Quel che si comunica è un bello insperato: lì vi sono le linee scure lasciate da un supplizio, ma al tempo stesso si tratta della presenza di un volto sovrano. Allora, come non ammirare con tremore questo lenzuolo? Un lenzuolo che è al tempo stesso sottile e sublime, lenzuolo di Dio, crisalide di Dio”. CRONACA P A G I N A 25 Bassa&territorio IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 BOSISIO PARINI EDIZIONE NUMERO 37 La Camminata dell’Amicizia B osisio Parini ospiterà, domenica 18 aprile, la 37° Camminata dell’Amicizia, tradizionale marcia non competitiva di 12 Km che in Lombardia vanta una partecipazione di podisti seconda solo alla Stramilano. Quest’anno la manifestazione, che ha come testimonial d’eccezione Gerry Scotti e Bruno Pizzul, concentrerà la propria attenzione sui progetti: - “Facciamo crescere insieme l’ospedale amico” finalizzato alla creazione, presso il Polo di Bosisio Parini, di nuovi ambulatori e posti letto per bambini con malattie neuropsichiatriche; - apertura di un dispensario pediatrico a Khartoum, in Sudan; - partecipazione di alcuni ragazzi al Pellegrinaggio a Lourdes. Dopo l’arrivo della fiaccola portata da Ponte L’appuntamento è per domenica 18 aprile. Testimonial di quest’anno Gerry Scotti e Bruno Pizzul Lambro dall’Unione Sportiva San Maurizio di Erba, si partirà alle ore 9.00 dal campo sportivo del Centro La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, dove Fabio Triboli, il campione paralimpico di Pechino 2008, accenderà il tripode che darà il via ufficiale alla corsa. Al termine della manifestazione la festa proseguirà con gruppi folkloristici e corpi musicali (saranno presenti gli Sbandieratori e Musici lariani, il Corpo musicale San Fermo di Cesana Brianza, i Firlinfeu di Pusiano, le Majorettes di Biassono e la Besana Marching Band di Besana Brianza); per i bambi- ni grande divertimento con parco giochi gonfiabili, pista veicoli e palestra free climbing. Continuerà, anche per questa Camminata, la collaborazione con Life Gate Radio, media-partner della manifestazione. Anche la 37° Camminata dell’Amicizia sarà infatti a Impatto Zero, il progetto di LifeGate che concretizza gli intenti del Protocollo di Kyoto, riduce le emissioni di anidride carbonica e le compensa attraverso la creazione di nuove foreste. L’energia elettrica utilizzata, l’alle- stimento, i trasporti, la realizzazione dei materiali promozionali, i rifiuti e tutto ciò che ruota intorno all’evento produrrà inevitabilmente notevoli emissioni di anidride carbonica, principale responsabile dell’effetto serra e degli sconvolgimenti del clima. Nella scorsa edizione sono stati venduti 15.000 biglietti: il comitato organizzatore è composto da più di 50 persone mentre il giorno della camminata prestano il loro aiuto oltre 600 volontari. Gli obiettivi raggiunti negli ultimi 5 anni sono stati: - realizzazione di un Centro per bambini disabili in Sudan - acquisto di un nuovo scuolabus attrezzato e climatizzato - adeguamento e acquisto delle attrezzature per la palestra - progetto Casa Amica e progetto Abbattibarriere - offerta del Pellegrinaggio a Lourdes a 150 bambini - rifacimento dei campi e delle aree dedicate al gioco e allo sport - rifacimento dei fondi stradali per la viabilità ordinaria e per la manifestazione della Camminata. VERTEMATE CON MINOPRIO SABATO 24 APRILE Uniti contro la sindrome di Ondine R accogliere fondi da investire nella ricerca e nella cura di una grave e rara malattia come la Sindrome da Ipoventilazione Centrale Congenita, meglio conosciuta come Sindrome di Ondine, è l’obiettivo dello spettacolo organizzato dagli “Amici di Matteo”che si terrà sabato 24 aprile alle ore 20,30 nel Salone teatrale dell’oratorio di Vertemate con Minoprio. Il Gruppo “Amici di Matteo” è stato creato dalla famiglia di Matteo, un bambino di Fino Mornasco vittima di una malattia di cui si contano attualmente in Italia soltanto 45 casi. I soggetti colpiti da questa sindrome devono trascorrere le proprie giornate in compagnia del respiratore artificiale perché quando si addormentano smettono di respirare. Il loro corpo se ne “dimentica” e in pochi istanti rischiano di passare dal sonno alla morte. La respirazione autonoma, infatti, è regolata da un gene e tutte le alterazioni che riguardano questo gene provocano un difetto più o meno grave nel controllo della respirazione nel sonno. Nonostante i passi avanti compiuti dalla ricerca al giorno d’oggi ancora non esiste una terapia in grado di guarire da questa malattia che può essere CON IL GRUPPO ASTROFILI LARIANI AL PLANETARIO DI LECCO FESTA DEI COMPLEANNI ALLA CASA DI RIPOSO DI LOMAZZO Venerdì 16 aprile il Gruppo Astrofili Lariani, nell’ambito del corso introduttivo all’Astronomia 2010, propone una visita ai “cugini” del Gruppo Deep Space di Lecco, per conoscere da vicino il “cielo artificiale” generato da un planetario professionale. Il ritrovo è previsto alle 20.30 presso il Centro Civico Rosario Livatino di Tavernerio. Per partecipare è necessaria la prenotazione. Per informazioni e prenotazioni, la sede del Gruppo Astrofili Lariani si trova in via Risorgimento, 21 a Tavernerio, presso il Centro Civico “Rosario Livatino”; tel. 328-0976491 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 21); e-mail: astrofili_ lariani @virgilio.it; sito web: www.astrofililariani. org. Sabato 17 aprile, nella Casa di via Del Laghetto 9, si festeggeranno gli ospiti che hanno compiuto gli anni nel mese di aprile. La festa, organizzata dal servizio di animazione della casa con la collaborazione dei volontari, avrà inizio alle ore 15.30. Il pomeriggio sarà allietato dalla musica e dalla compagnia della Signora Vittoria di Mozzate. Vi potranno partecipare parenti, amici, volontari e chiunque altro vorrà intervenire. Gli ospiti festeggiati saranno: Rossi Mariuccia (64 anni), Rossi Rosina (81 anni), Cini Amida (82 anni), Pozzetti Maria, , Fusetti Elisa , Zilio Maria Assunta e Furega Lea (83 anni), Monti Giuseppina e Clerici Vittorina (84 anni), Figini Vittorina e Visconti Margherita (88 anni), Sarzi Amadè Clorinda ( 89 anni), Carola Gaetano (90 anni), Pini Maria (91 anni). estremamente variabile potendo coinvolgere non solo l’apparato respiratorio ma anche il sistema gastroenterico, cardiaco e nervoso. Lo spettacolo avrà come protagonista la Compagnia teatrale amatoriale “Gli Antistress” che ha sede e svolge la sua attività presso l’Oratorio della Parrocchia Madonna di Fatima di Meda Sud e dispone di un repertorio che comprende opere classiche, in verna- colo, e fiabe per bambini. E’ diretta da Patrizia Del Fabbro e Stefano Minà e ha già partecipato a diverse rassegne teatrali e concorsi, vincendo anche diversi premi. La commedia che presenterà sabato 24 aprile alle ore 20,30 nel Salone dell’Oratorio di Vertemate in Via Roma è una fiaba in due atti di Emilio Gerola dal titolo “Pennellino e Melaverde”. L’ingresso è libero con libera offerta che gli “Ami- ci di Matteo” devolveranno interamente all’ Associazione italiana per la Sindrome da Ipoventilazione Centrale Congenita (Sindrome di Ondine), perché l’unica speranza per questi pazienti è nella ricerca e nella possibilità di trovare una cura. Per qualsiasi informazione si può contattare il numero telefonico 3395043140. PAOLO BORGHI FINESTRA SUL CAMPIONATO: IL COMO VINCE CON LA PAGANESE E SPERA NELLA SALVEZZA LA NUOVA CAMPAGNA DELLA CRI DI LOMAZZO Dopo l’importantissimo successo in chiave salvezza colto domenica scorsa allo stadio Sinigaglia contro l’ormai retrocessa Paganese, il Como cerca sul difficile campo di Lumezzane almeno un punto per continuare a sperare di non dover disputare i play-out. Se, infatti, il campionato fosse finito domenica scorsa gli azzurri sarebbero salvi direttamente. Purtroppo, invece, mancano ancora quattro incontri alla fine del torneo e per il Como due di questi sono veramente difficili. Si tratta delle trasferte di Lumezzane e di Cremona. Tornando a domenica scorsa, dopo un gol annullato agli ospiti e qualche nervosismo di troppo in campo, il Como è passato in vantaggio al 37° con un gol di Cozzolino ma ha subito il pareggio nella ripresa, al 71°. Sull’1-1 la partita è stata molto agitata e sul campo la tensione si è manifestata con una serie di falli, frutto sicuramente del nervosismo legato al risultato. Al 38° il Como si è riportato in vantaggio ancora con Cozzolino ed ha arrotondato il successo proprio allo scadere con un calcio di rigore realizzato in due occasioni da Filippini. Per il Como, quindi, un successo sofferto, ma meritato ed ottenuto con la determinazione giusta che serve per raggiungere quella salvezza che invece appare una chimera per i “cugini” del Lecco che sono stati strapazzati per 4-0 dal Pergocrema. Da segnalare che proprio il Lecco sarà ospite al Sinigaglia nella 34° ed ultima giornata di campionato per uno scontro che potrebbe essere decisivo per la salvezza diretta degli azzurri che sono chiamati, in queste ultime quattro giornate del torneo, a vincere i due scontri casalinghi ed a non perdere le due difficili trasferte di Lumezzane e Cremona delle quali abbiamo già accennato. All'insegna del motto "volenterosi si nasce, Volontari di Croce Rossa di diventa" è partita la nuova campagna reclutamento per Volontari C.R.I., organizzata dal Comitato Locale di Lomazzo. Il prossimo corso di formazione avrà inizio nel mese di settembre. Informazioni e adesioni al n° 02-96370880 oppure consultando il sito web www.cri lomazzo. it L.CL. CRONACA P A G I N A 26 Lago&Valli IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 S. MESSA A GRAVEDONA DOMENICA 25 APRILE NEL 150° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA Beato Rebuschini, figlio delle Tre Pievi arà il vescovo monsignor Diego Coletti, il prossimo 25 aprile, a presiedere, presso la chiesa parrocchiale di Gravedona, alle ore 18.00, la Santa Messa in ricordo del centocinquantesimo anniversario della nascita del beato Enrico Rebuschini. «Un figlio delle Tre Pievi», così lo definisce padre Mario Viganò, cappellano dell’ospedale Sant’Anna di Como. Nato a Gravedona il 28 aprile 1860 e cresciuto a Dongo, il beato Rebuschini studiò presso il Liceo Volta di Como. Si impegnò nel volontariato, intraprese l’impegnativo percorso teologico presso l’Università Gregoriana di Roma, fu ragioniere S A presiedere la cerimonia, presso la chiesa parrocchiale, sarà mons. Diego Coletti, vescovo di Como presso l’ospedale Sant’Anna di Como quando la sua sede era in via Cadorna, nella struttura che oggi ospita il Conservatorio. Nel 1887 decise di entrare nell’Ordine camilliano e, divenuto sacerdote, trascorse la maggior parte della propria vita nella clinica dei padri Camilliani a Cremona. «La sua attività - ci spiega ancora padre Viganò, anch’egli camilliano - si distinse per il grande amore nei confronti dei malati: era spontaneo, partecipe, sincero. Ogni giorno una visita, un saluto, una parola e un’immancabile benedizione». Fu un uomo dalle grandi intuizioni. «Sviluppò una notevole rete di assistenze domiciliari ai malati – prosegue padre Mario –, anche notturna, nella quale coinvolse i fratelli religiosi della comunità». Perché è importante ricordare la figura del beato Rebuschini? «Era straordinario nella quotidianità - ci risponde il cappellano del Sant’Anna - era uomo di preghiera, di contemplazione e di una mistica che sapeva comunque rapportarsi anche ai più semplici. Da non dimenticare la sua cultura, tanto che seppe realizzare una biblioteca che, ai tempi, aveva davvero ben pochi riscontri nella tradizione della sua provincia religiosa». Morì a Cremona nel 1938. A proclamarlo beato fu Giovanni Paolo II il 4 maggio 1997 con queste parole: «Ha testimoniato la carità misericordiosa, esercitandola in tutti gli ambienti in cui ha operato il suo saldo proposito di consumare il proprio essere per dare a Dio il prossimo, vedendo in esso il volto del Signore». Il 28 aprile, a Cremona, alle ore 10.00, a presiedere in Cattedrale la Messa per il beato Enrico Rebus-chini sarà il vescovo di natali comaschi monsignor Dante Lafranconi. E.L. A MUSSO IL RITORNO ALL’ANTICO SPLENDORE DELLA CAPPELLA DELLA B.V DEL CARMINE La comunità parrocchiale di Musso, proprio nel triduo pasquale, ha avuto la gioia di rivedere, dopo tantissimi anni, ritornare all’antico splendore ed uso al culto la Cappella della B.V. del Carmine, conosciuta come “Cappella dei Confratelli”, costruita nel ‘600 dietro l’altare della Madonna nella chiesa parrocchiale. Grazie all’impegno, competenza e costanza di tante persone di buona volontà che gratuitamente e con gioia hanno donato il loro tempo la cappella, caduta in disuso e diventata deposito, è ritornata a nuovo ed a svolgere le sue funzioni liturgiche. Non poteva esserci giorno migliore per inaugurarla se non la sera del giovedì santo dove proprio li è stato deposto il Santissimo Sacramento. È stato commovente vedere gli occhi di tante persone anziane lucidi di gioia e sorpresa nel rivedere questo oratorio ritornare agli antichi splendori. Per loro è stato un ritorno ai vecchi tempi quando, nei giorni di festa, le confraternite di Sant’Agnese e San Luigi, si ritrovavano proprio lì per pregare. Per descrivere questi sentimenti di nostalgia, gioia ed emozione, che han permesso di fare un salto indietro negli anni a tanta gente, non servono parole ma solo un grazie sincero a chi si è preso a cuore questa opera. Un pezzo di storia è tornato a vivere, non è un film, non servono occhiali tridimensionali, basta guardare questa cappella con gli occhi, con il cuore e con quella fede che, vista come valore, non ha età, spazi e confini ma ha solo tanta voglia di entrare dentro di noi per illuminare la nostra vita. ROCCO PONCIA RICORDI PRIMAVERILI DALLA VAL D’INTELVI Sapori e odori della Valle oggi dimenticati Q ual e è il condimento più saporito per un piatto a tavola? Naturalmente ci viene subito alla, mente il sale, certo. Ma c’è un altro elemento di maggiore importanza che, in passato, ci legava alla cucina: la fame! Quella fame che ci faceva desiderare ardentemente qualcosa che da tempo non gustavamo più, tanto da farci sentire l’acquolina in bocca. Non cercate di indovinare, non ci riuscireste. Quel piatto a cui mi riferisco, così prelibato ai palati dei valligiani di pochi decenni fa, ora quasi non esiste più. Per arrivarci bisogna prima sapere che durante l‘inverno, dati la neve e il gelo, la verdura fresca nei nostri orti e prati era quasi sconosciuta. Gli orti erano praticamente fermi. Si poteva solo accedere alle patate o a qualche verdura conservata, ma solo per poco tempo, dentro le cantine, piantate in piccoli mucchietti di sabbia, mantenuti umidi. Tutto questo, però, perdeva sapore per chi era abituato a correre all’ultimo momento a cogliere l’insalata, il prezzemolo, le verzette, per portarle direttamente in tavola così in fretta che sapevano ancora di sole. Si può ben capire, allora, con quanta impazienza si aspettava che la neve e il gelo lasciassero liberi i piccoli prati e i campi coltivati, dove di solito, sotto Pasqua, spuntava un’insalatina fresca e dura che mi piace ancora chiamare con il suo vero nome: l’insalata mata. Oggi si potrebbe ben dire essere un piatto di crisi. In realtà non è così. Lavata e rilavata più vol- te per liberarla dalla terra ancora tenacemente attaccata le nostre casalinghe sapevano farne, con pochi alimenti a loro disposizione, un piatto che forse solo un grande cuoco d’albergo a quattro stelle saprebbe presentare, anche se c’è da scommettere che il gusto non è sarebbe quello. L’insalata veniva tagliata molto finemente, condita con pancetta, arrostita con aceto aggiunto all’ultimo momento direttamente nel padella e accompagnata da uova sode o polenta fredda passata alla griglia, sul fuoco . Era questa il piatto preferito dagli uomini che tagliavano e raccoglievano l’ultima legna primaverile, ma anche dalle lavandaie che in questo periodo di primavera avevano il loro grande da fare a lavare i “bugadon” direttamente alle fontane. Era tradizione che, d’inverno, tovaglie, lenzuola, e specialmente la biancheria più delicata, non potessero essere lavate, dato il tempo e il freddo. Per tale ragione si piegavano in buon ordine per ritrovare la luce al primo sole di Pasqua e ai venticelli di primavera, quando si trascorrevano intere giornate a lavare e a stendere su corde di fortuna fra le piante vicine al lavatoio. Al punto che, al termine della giornata la gerla, con la biancheria pulita appariva molto, ma molto, più leggera. A mezzogiorno poi, lo spuntino mandato da casa sembrava più gustoso, e intanto che attendevamo che il bucato asciugasse, dai lavatoi, quasi tutti posizionati verso il fondo della valle, salivano canti femminili dedicati alle cerimonie della Settimana Santa. Un’altra pietanza di cui abbiamo dimenticato il sapore, e che le nostre mamme erano maestre nel cucinare, era il fegato delicato dei capretti degli agnelli. Cotto a piccoli pezzi nel vino rosso e con le gustose cipolline in agro-dolce, si mangiava con la polenta, ma solo nelle feste di Pasqua, perché tra Quaresima e Settimana Santa i digiuni non si contavano, e venivano sedati quasi esclusivamente con uova e polenta uncia. Il gusto della frittata con l’erba mara triturata finemente resta oggi solo un ricordo. Un’altra delle cose di cui abbiamo perso la memoria era come facevano le nostre mamme a tingere le uova pasquali. Cestini e cestini di colori sgargianti, rossi, blu, gialli, verdi, che mettevano allegria solo alla vista. Ognuna aveva il suo metodo, segreto ma a furia di nasconderla abbiamo perso le tracce di come realizzare questa simpatica tradizione Anche quest’anno, però, le ragazzine dei resegatt non hanno mancato di portare in chiesa le loro uova sode, cotte all’ultimo momento e avvolte in carta colorata, senza pretesa di eleganza. Uova che il parroco, don Barocco, ha benedetto e deposto dopo il suono dell’agonia ai piedi del Crocefisso, e che poi sono state portate in dono a tutto il paese, specialmente ai malati e agli anziani delle case di riposo. Così tante cose restano nei nostri ricordi, ma altre, altrettanto belle, nascono spontanee dalle idee dei nostri nipoti. Tutto perché la vita continui il suo corso come la natura che fa spuntare a primavera l’erba verde nei prati e i fiori e le foglie sui rami delle piante. RINA CARMINATI FRANCHI P A G I N A 28 CRONACA ValliVaresine IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 CUGLIATE FABIASCO ANNIVERSARIO PER LA “SAN GIULIO” In festa per i 120 anni della corale L a corale “San Giulio” di Cugliate Fabiasco festeggia venti anni di fondazione e tutta la comunità, in un momento così festoso e solenne, le si stringe intorno. Ad ogni appuntamento solenne dell’anno la corale San Giulio è sempre presente e forse proprio per questo riscuote grande simpatia presso la popolazione. Sono passati 20 anni, da quella sera del 1990 quando Enrico Ricciardi, musicista autodidatta e grande appassionato del canto polifonico, decise di fondare una corale in pieno accordo con l’allora parroco di Cugliate Fabiasco don Piero Piazzoli. Altri direttori si sono succeduti nel tempo: Claudio Chini e, attualmente, Pino Di Zonno con l’organista Giovanni Mascioni. Questi venti anni sono stati un cammino non sempre facile ma sicuramente ricco di risultati positivi e incoraggianti che hanno spronato tutti soprattutto nei momenti difficili. Sono circa un centinaio i cantori che in questi venti anni si sono succeduti tra i ranghi della corale e alcuni di essi sono presenti dal 1990. Questo felice compleanno sarà solennemente festeggiato il 17 e 18 aprile 2010. Infatti sabato 17 aprile, alle ore 21.00, nella chiesa di Cugliate sarà presentato un cd ricco di ricordi, documenti, fotografie e spezzoni di filmati che aiuteranno a ripercorrere questi venti anni di attività della corale San Giulio che si esibirà, nel corso della stessa serata, con alcuni pezzi. Domenica 18 aprile, alle ore 10.30, solenne Santa Messa di ringraziamento accompagnata dalla corale San Giulio. Dopo la santa Messa ci si reche- rà in corteo al cimitero di Cugliate dove verrà scoperta una targa marmorea a ricordo dei cantori scomparsi. Parteciperà alla manifestazione, quasi come un fratello maggiore, il Corpo Musicale di Cugliate che, l’anno venturo, festeggerà 140 anni di fondazione (1871-2011) auguri sin da ora! Seguiranno un festoso aperitivo ed un gioioso pranzo. Durante tutta la manifestazione sarà possibile visitare in oratorio una interessantissima mostra fotografica sulla corale dal titolo: “E... venti!”. Con lo stesso titolo verrà, per l’occasione, stampato un libricino corredato di fotografie e ricordi da parte dei coristi. Alla corale “San Giulio” gli auguri da parte di tutta la popolazione che spera di godere per molti anni ancora della presenza e dei servizi di un sodalizio così utile per la socializzazione e l’unità di tutta la cittadinanza. ANGELO RIBOLZI BRINZIO DOMENICA L’INTERA COMUNITÀ IN FESTA Cento anni: tanti auguri a Carlo D omenica, 18 aprile con la Santa Messa celebrata nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, e con un rinfresco offerto sulla piazza della chiesa al termine della celebrazione, tutto il paese di Brinzio festeggerà coralmente il compleanno di Carlo Scaramuzzi che il prossimo 21 aprile compirà 100 anni. A lui – che già lo scorso anno aveva festeggiato i 70 anni di matrimonio con Maria Piccinelli – gli auguri e le felicitazione di tutti i lettori del “Settimanale”. GEMONIO: TEATRO E RESTAURI Presso il Salone Parrocchiale - Oratorio San Giovanni Bosco di Gemonio la Compagnia gemoniese “Sale&Pepe” si è esibita il 10 e 11 aprile scorsi in una due giorni di spettacoli durante i quali ha proposto la Commedia in 2 atti di Camillo Vittici Il morto in casa. L’iniziativa è nata per sostenere il restauro degli affreschi della Chiesa romanica di San Pietro e per promuovere e far conoscere ai cittadini del paese l’iniziativa “Adotta un affresco”. Nell’antica chiesa gemoniese di San Pietro, infatti tutto è pronto per iniziare l’importante ciclo di restauro conservativo degli affreschi che decorano l’abside centrale della chiesa. Dopo anni di attesa, finalmente sono arrivati tutti i permessi necessari ed è stato dato l’incarico alla Cooperativa del Restauro di Milano che già si era occupata nel recente passato e con ottimi risultati, del restauro dei dipinti posti nell’abside di destra della chiesa. Complessivamente il preventivo ammonta a circa 220mila euro e per questo la parrocchia di Gemonio si è mossa per ricercare finanziamenti e recuperare fondi da destinare ai lavori. Tra le tante iniziative anche la proposta denominata “Adotta un affresco” che permetterà a chi vorrà, di finanziare il restauro di una singola figura affrescata. Ci sarà, però, anche la possibilità di contribuire con piccole offerte che confluiranno tutte in un unico fondo che i responsabili della parrocchia vorrebbero destinare al restauro del dipinto più significativo dell’intero ciclo pittorico della chiesa, la raffigurazione di San Pietro in cattedra. INCONTRI DI PRIMAVERA A GEMONIO: IL CALENDARIO La biblioteca civica e la Commissione Cultura del comune di Gemonio ripropongono anche per il 2010 la manifestazione “Incontri di Primavera”, tre serate di aggregazione che si susseguiranno in altrettanti giovedì tra aprile e maggio – con inizio alle ore 21.00 – la prima presso il teatro dell’Oratorio don Bosco, gli altri presso la sala conferenze del museo civico “Bodini” di via Marsala: • giovedì 22 aprile, nel salone parrocchiale sarà proiettato il film “Gente Così”, del regista Cerchio, con la sceneggiatura di Giovannino Guareschi. Si tratta di un film girato nel 1950 a Pianazzo e Madesimo. Presenta e introduce: Laura Ferrerio; • giovedì 29 aprile: …Venga avanti dottore…. Serata di presentazione dei Neo Laureati gemoniesi che hanno conseguito una laurea (triennale o di specializzazione) nell’anno accademico 2008 o 2009; • giovedì 6 maggio: Armonia & Benessere, a cura di Adelia Turuali, naturopata con gli aderenti all’associazione “Insieme”. Parleranno del legame tra essere umano e Gaia Attraverso la cromologia (scienza del colore); • sabato 15 maggio, inoltre, con inizio alle ore 14.30, sempre presso il Museo Bodini, si svolgerà – ma solo su prenotazione – un laboratorio per bambini con la partecipazione di Chiara Patarino, scrittrice per l’infanzia; • da ultimo ricordiamo che dal 23 al 30 maggio prossimo si svolgerà presso Casa Jemoli la mostra delle opere di Giò Barabino. L’inaugurazione è fissata per le ore 11.00 di sabato 22 maggio. AGENDA ZONALE CAVONA Sabato 17 aprile, settimo appuntamento col pellegrinaggio vocazionale di zona. Ritrovo al mattino, alle ore 7.00, presso la cappelletta di Santa Teresa per la recita del Santo Rosario. Alle 7.30 Messa in Santa Casa a Cavona. Animeranno l’incontro le parrocchie di Bedero e Masciago. 14ENNI Organizzata dalla Commissione giovanile e vocazionale di zona, si terrà sabato 17 aprile, alle ore 20.30, all’oratorio di Ponte Tresa, l’incontro zonale per 14enni Pre-Molo 14. AZZIO CONCERTO Sabato 17 aprile, alle ore 21.00 presso la suggestiva chiesa dell’ex convento francescano di Azzio, si terrà – con il patrocinio della Provincia di Varese - la rassegna corale “In Canto – la coralità della musica sacra” con la partecipazione del “Coro da Camera” di Varese, diretto da Gabriele Conti e del “Choro Lauda Sion” di Caronno Varesino, diretto da Francesco Barbuto. «SOLIDARIETÀ 90» AVANTI! Il 7 marzo scorso moriva Beniamino Panozzo, fondatore e anima da vent’anni, della Cooperativa Solidarietà 90 di Cuvio. Oggi, il seme gettato da Beniamino – è il caso di dirlo - continua a dare frutti e la Cooperativa va avanti. Sabato 17 aprile, in località Pradaccio a Laveno, dove la Cooperativa Sociale Solidarietà 90 ha un appezzamento di terra e le sue serre, si inaugura il nuovo Garden Center ove ci sarà la possibilità di acquistare i prodotti (fiori e piante) coltivate dagli ospiti della cooperativa. “Ogni acquisto - spiegano alla Cooperativa – ci aiuterà concretamente a dare lavoro, ma soprattutto speranza e dignità a persone con disabilità, spesso emarginate dalla società”. Ciò che viene prodotto in questi campi, infatti, è frutto del lavoro di persone svantaggiate che vengono aiutate e sostenute nel loro sforzo da professionisti esperti e motivati che uniscono alle loro competenze professionali anche la sensibilità necessaria a sostenere il lavoro e l’impegno di tutti, “affinché la Cooperativa – spiegano ancora i responsabili - continui ad essere un’opportunità sicura e concreta dove chi è in difficoltà si può sentire valorizzato per il contributo lavorativo che riesce a dare e trova continue occasioni di crescita personale e professionale”. Sondrio CRONACA DI E P R O V I N C I A P A G I N A 29 ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 CONVEGNO A SONDRIO IL 16 APRILE UN’OCCASIONE PER FAMIGLIE, OPERATORI, INSEGNANTI Adozione, storie che si incrociano I l Centro Adozione dell’Asl della provincia di Sondrio, coordinato da Santo D’Auria, organizza, in collaborazione con il Tavolo di Coordinamento per le Adozioni, il convegno Adozione, Storie che si incrociano. L’iniziativa che si tiene a Sondrio venerdì 16 aprile alle ore 14.00 presso la Sala Vitali di via delle Pergole, 10. Il pomeriggio di riflessione è rivolto alle famiglie aspiranti adottive, alle famiglie adottive, agli operatori degli Enti Autorizzati per le adozioni internazionali, degli Uffici di Piano, dei Consultori Familiari, dei Servizi di Neuropsichiatria Infantile e delle Scuole. L’incontro si propone di: promuovere una riflessione sul tema delle origini nelle diverse fasi evolutive del figlio adottato; considerare il significato dell’incontro tra storia familiare e storia del minore adottato; sviluppare un dibattito su possibili interventi a sostegno delle famiglie nelle diverse tappe del percorso adottivo sul tema delle origini del bambino; offrire un’occasione di confronto fra gli operatori coinvolti (scuole e operatori dei Servizi). Interverranno Gregorio Mazzonis, psicologo e psicoterapeuta; Stefania Moltoni, psicologa e psicoterapeuta presso il Centro Adozione dell’Asl di Sondrio; Raffaella Ratti, responsabile del servizio Adozioni Internazionali dell’istituto “La Casa” sede di Sondrio; Francesco Mazza, presidente della Fondazione Melazzini (che ha realizzato una ricerca sull’adozione in Valtellina e Valchiavenna); e Sanita Arrigotti, che racconterà la sua esperienza di figlia adottiva. Lo scorso anno una ricerca promossa dalla Fondazione Melazzini tra le coppie che hanno adottato bambini nel periodo 2001 – 2007 ha permesso di tracciare un quadro interessante e completo su questa realtà così importante e de- licata. L’indagine è stata svolta con il metodo del questionario, composto da un minimo di 70 domande, rivolte alle 57 famiglie interessate dall’adozione in questo periodo. Ben 44 di loro hanno risposto (le percentuali di adesione in simili lavori sono decisamente più basse) e 19 si sono dichiarate disponibili ad approfondire l’indagine. Il questionario era diviso in sei sezioni, riguardanti la coppia, i coniugi, la famiglia originaria, l’iter dell’adozione, l’inserimento del minore, i figli adottati e la scuola. Dalle risposte (che sono ancora in fase di elaborazione) è emersa anzi- SONDRIO IL 24 APRILE E IL 6 MAGGIO PROSSIMI Iniziative a sostegno Abio edizione 2010 di Trenta Ore per la Vita quest’anno sosterrà Fondazione Abio Italia onlus – l’Associazione per il bambino in ospedale – con una campagna di sensibilizzazione e di raccolta fondi che coinvolgerà le sessantaquattro associazioni Abio presenti in tutta Italia. Dal 19 al 25 aprile all’interno dei palinsesti televisivi, radiofonici e multimediali della Rai sarà attivata una campagna di informazione e di raccolta fondi che proseguirà, con eventi ed iniziative in tutta Italia, fino al 15 settembre. L ’ Abio-Sondrio organizzerà per l’occasione: un concerto di musica moderna dei “Colours” diretti dal maestro Giovanni Campia della Civica Scuola di Musica della provincia di Sondrio sabato 24 aprile alle ore 21.00 presso la sala teatro San Rocco di Sondrio; un torneo di burraco presso la sala delle Acque del Palazzo del BIM, in Lungo Mallero Diaz, 18, a Sondrio alle ore 16.00 di giovedì 6 maggio. Abio Sondrio è attiva presso l’ospedale cittadino dal 1996. Informazioni si possono avere inviando una e-mail ad [email protected]. L’associazione Trenta Ore per la Vita onlus, con i progetti della campagna di raccolta fondi 2010 a favore di Abio, si impegna a rendere meno traumatico l’impatto dei bambini e degli adolescenti con l’ospedale e, al fianco degli oltre 5 mila volontari Abio, ad accompagnarli con un sorriso, insieme ai loro genitori, nel percorso di cura. L’Associazione Trenta Ore per la Vita Onlus (www.trentaore.org) dal 1994 ad oggi ha portato a termine più di 725 progetti concreti di assistenza, ricerca e prevenzione, che hanno aiutato e continuano ad aiutare migliaia di persone in tutta Italia e in molti paesi nel resto del mondo. Abio, Associazione per il Bambino in Ospedale Onlus (www.a bio.org) è stata fondata a Milano nel 1978 per promuovere l’umanizzazione dell’ospedale. Da 30 anni i volontari Abio si occupano di sostenere e accogliere, in collaborazione con medici e operatori sanitari, bambini e famiglie che entrano in contatto con la struttura ospedaliera. tutto una fotografia della famiglia adottiva. Essa è costituita naturalmente dal figlio e dai genitori, che hanno un’età media di 40 anni, con 10-12 anni di matrimonio alle spalle, con un grado di scolarità alta, entrambi occupati e con un reddito complessivo inferiore ai 40.000 euro. Questa famiglia è ben sostenuta da una buona rete parentale, in cui hanno un ruolo primario i nonni, che spesso vivono vicino e che danno un valido aiuto. L’iter dell’adozione mediamente inizia dopo 7 anni di matrimonio e dura 3 anni; molti giudicano le procedure troppo complicate; il costo medio dell’adozione internazionale è di 14.000 euro (ma la cifra, a seconda dei Paesi, può salire e di molto); il Centro Adozione dell’Asl fornisce un valido aiuto, sia sul piano informativo, sia nell’assistenza diretta. I bambini adottati dalle famiglie nella nostra provincia provengono per un quarto dall’Italia e per tre quarti dall’estero (22 dal Brasile) e sono prevalentemente nell’età della scuola materna o primaria. Le principali difficoltà che essi incontrano sono dovute alle relazioni con i genitori, ai rapporti con fratelli e sorelle (soprattutto nella fase adolescenziale), ai problemi della lingua e all’inserimento scolastico. Dai genitori è emersa soprattutto la richiesta di creare un’organizzazione di famiglie allo scopo di fornire una reciproca assistenza. Per quanto riguarda lo specifico delle adozioni internazionali, a Sondrio se ne occupa il consultorio “La famiglia”, che dal 2003 ad oggi ha portato undici coppie ad adottare sedici bambini di età compresa tra i sei mesi e i sei anni, provenienti da Bolivia, Colombia e Cile. Il Consultorio si preoccupa di informare le coppie con incontri gratuiti sulle procedure di adozione nei paesi dove opera l’Istituto La Casa e sulla realtà dell’adozione internazionale; organizza percorsi di gruppo con esperti per preparare alla genitorialità adottiva (da novembre scorso è attivo un percorso di coppia in un piccolo gruppo, strutturato su sei incontri settimanali di due ore); da novembre avrà inizio anche un corso di lingua spagnola di otto incontri a cadenza bimestrale per le coppie in attesa di partire per i paesi latino americani. Il Consultorio affianca e sostiene la coppia anche nel disbrigo di tutte le pratiche burocratiche, nell’organizzazione del viaggio e del soggiorno nel paese di origine del bambino e nel periodo post-adottivo. E.L. P A G I N A 30 CRONACA Valchiavenna IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 CHIAVENNA L’INCONTRO CON DON GINO RIGOLDI Non ci sono ragazzi cattivi, ma le azioni N puntamento, pomeridiano e serale, per incontrare giovani e adulti nell’ambito della manifestazione per il decennale della tragica scomparsa di suor Maria Laura Mainetti, venerdì 9 aprile al cineteatro Victoria. «E’ importante che i ragazzi al termine del loro percorso in carcere capiscano di avere sbagliato - ha detto don Rigoldi -. Ma questo non basta. Perché se una volta usciti la loro unica prospettiva di vita è quella di commettere un reato, inevitabilmente lo commetteranno. Bisogna dare loro, quindi, una prospettiva diversa. Le parole che posso dire io non servono per mangiare né per mettersi un CHIAVENNA DOMENICA 11 APRILE IN COLLEGIATA Bene il concerto d’organo nche quest’anno, come tradizione vuole, il Concerto d’organo nella collegiata di San Lorenzo, domenica 11 aprile, ha aperto la “Stagione musicale Valchiavenna in musica 2010” organizzata dal Comitato de “Le chiavi d’argento”. Un concerto di alto livello proposto dal maestro Edoardo Bellotti, che, da grande organista, clavicembalista e musicologo qual è, oltre ad avere alle spalle un’intensa attività concertistica e numerose conferenze di musicologia in tutto il mondo, è attualmente professore di Organo e di improvvisazione presso la Musikhochschule di Brema in Germania e presso il Conservatorio di Trento. Per l’occasione, il maestro Bellotti ha A scelto un programma tutto dedicato a J. S. Bach, dal titolo “Surrexit Christus, spes mea”, perfettamente intonato al tempo liturgico pasquale della Domenica “in albis”. L’organista stesso, presentando il programma, ha raccomandato agli attenti ascoltatori di tener presente l’inscindibile legame della musica con i testi liturgici che celebrano gli eventi della Passione e Risurrezione di Cristo. La prima parte del programma infatti sottolineava, con tonalità minore e un suono più meditativo, la Passione e Morte di Cristo; la seconda parte, invece, aveva al centro la gioia della Risurrezione espressa con una musica vivace, intensa, brillante, con tonalità maggiore, come appunto si è potuto chia- ramente avvertire nell’esecuzione di uno dei pezzi più famosi e difficili di Bach: “Preludio e Fuga in Re maggiore”. Un concerto d’organo molto apprezzato, una vera “Elevazione spirituale” come devono essere i concerti di musica in chiesa. Al maestro Bellotti, tra l’altro, è andato l’onore di inaugurare la nuova centrale elettronica installata l’estate scorsa sulla consolle dell’organo della Collegiata, che ora può memorizzare e richiamare circa 4000 combinazioni foniche. Un aggiornamento suggerito e raccomandato dallo stesso maestro per rendere il prezioso e valido strumento musicale più idoneo nell’esecuzione dei concerti. ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ « on esistono ragazzi cattivi. Gli atti possono essere cattivi, non i ragazzi». Appassionato e coinvolgente don Gino Rigoldi, salito a Chiavenna per portare la sua esperienza di vita come cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano. Doppio ap- tetto sopra la testa». Ricerca di un alloggio, ricerca di un lavoro. Sono questi due i settori di attività che per quasi quarant’anni hanno tenuto impegnato don Rigoldi nel suo lavoro con i ragazzi. Dentro il Beccaria dove «ormai faccio parte dell’arredamento», come ha detto lo stesso religioso, ma anche al di fuori con la sua “Comunità Nuova”. «In alcuni quartiere di Milano trovare lavoro è facilissimo. Basta essere disponibili a spacciare droga. Noi dobbiamo costruire un futuro alternativo per i giovani». Nell’incontro serale, davanti a un pubblico di adulti che gremiva la sala del Cinema, don Gino, continuando la sua riflessione in modo semplice e discorsivo, ha sottolineato che il rapporto educativo tra adulti e giovani si attua soprattutto attraverso i gesti quotidiani, le scelte concrete di vita e non con le prediche. Sono gli adulti perciò che devono interrogarsi in che cosa credono veramente, qual è il senso della loro vita, prima di pretenderlo dai giovani. Questi ultimi si rendono perfettamente conto se le persone sono credibili e rispettabili o se viceversa dicono in un modo e fanno il contrario. Per migliorare la società occorre che i vari luoghi di educazione (famiglia, scuola, oratorio, associazioni, società sportive ecc.) siano guidati da persone mature, capaci di ascoltare veramente i ragazzi e i giovani, i quali, al di là di tante difficoltà, sanno ancora prestare attenzione a chi ha veramente qualcosa di serio e di valido da trasmettere loro, in grado di aiutarli a resistere alle innumerevoli tentazioni fuorvianti (denaro, successo, droga, sesso…) che ossessionano il mondo attuale. La testimonianza di don Gino è stata accolta con vivo interesse da tutti i presenti in sala, PASQUA IN MUSICA CON GLI OTTONI DI SAMOLACO Due bande per il concerto di Pasqua: anche quest’anno a Samolaco c’è stata una Pasqua in musica. Nella serata di domenica, il salone della scuola dell’infanzia parrocchiale di San Pietro ha accolto il concerto del Corpo musicale del paese. Nel rispetto di una tradizione sempre più consolidata, nel corso di questa iniziativa il gruppo di casa è stato affiancato da un’altra formazione. Dopo l’esecuzione di cinque brani da parte della banda di Sorico guidata dal maestro Ivan Moggia, gli ottoni di Samolaco hanno eseguito cinque pezzi, raccogliendo applausi con alcune marce e pezzi di Ennio Morricone. Nel finale, le due formazioni sono salite insieme sul palco per interpretare gli ultimi due motivi, due marce applaudite dal pubblico. Secondo Fabrizio Tonni, presidente della banda diretta dal chiavennasco Adriano Nava, il bilancio della manifestazione è senza dubbio positivo. «Il concerto di Pasqua è un appuntamento tradizionale per la nostra formazione - spiega -. Come era avvenuto in passato, abbiamo scelto di ospitare un gruppo proveniente da una zona limitrofa alla Valchiavenna, con l’obiettivo di costruire insieme l’iniziativa e promuovere una reciproca conoscenza». Il prossimo concerto del Corpo musicale di Samolaco è in programma per gennaio. I musicisti si prepareranno ad eseguire nuovi brani. Nei giorni delle feste di Pasqua, le frazioni del comune valchiavennasco hanno accolto diverse manifestazioni a carattere culturale, con una buona attenzione da parte della cittadinanza. DUOMO DI CIOCCOLATA, HOPPLÀ È NEL GUINNESS Hopplà e solidarietà, a Pasqua è stata un’accoppiata da Guinness. Lo staff dell’agenzia di animazione di Chiavenna guidata da Mauro Ferrari ha coordinato e organizzato nei giorni scorsi un evento eccezionale, la realizzazione di un Duomo di Milano di cioccolato bianco di 4.868 kg. Si tratta di un’opera d’arte prodotta dal maestro artigiano Mirco Della Vecchia, che si è aggiudicato con questo lavoro il “Guinness World Record 2010”. Il Duomo di cioccolato è stato creato in occasione di una manifestazione al centro commerciale Carosello di Carugate, in provincia di Milano. Delle Vecchia non ha fatto tutto da solo: per raggiungere il proprio obiettivo ha avuto lo straordinario aiuto da parte di altri otto pasticceri. Hanno lavorato per una settimana, otto ore al giorno, e a quanto pare il sacrificio è stato ricompensato. Insieme hanno superato il precedente record del 2009, 3.500 kg. Al termine dell’impresa questa splendida golosità è stata pesata e premiata da un giudice londinese, Tarika Vara. Al record si affianca l’aspetto benefico della manifestazione. Fino ad oggi questa iniziativa è riuscita a raccogliere, grazie alla generosità della clientela del centro commerciale, 5mila euro. I fondi saranno destinati al progetto “Una casa per Hubens” della Fondazione Francesca Rava Italia Onlus (http:// www.nphitalia.org). Saranno utilizzati per la ricostruzione delle abitazioni dei bambini di Haiti rimasti senza tetto a seguito del terremoto dello scorso 12 gennaio. Ma ancora non è finita: la speranza del Carosello è quella di superare i 7mila euro entro l’8 maggio, ultimo giorno utile per vedere la scultura e quando Martina Colombari, testimonial della Fondazione, ritirerà il ricavato dell’iniziativa. Nella sede di Hopplà è evidente la soddisfazione per il risultato raggiunto e per i possibili sviluppi dell’iniziativa. a cura di STEFANO BARBUSCA consapevoli che quanto egli andava dicendo era frutto della sua lunga esperienza di vita in mez- zo ai giovani ma perfettamente condivisibile da tutte le persone responsabili e di buon senso. REGISTI IN ERBA CRESCONO CON IL VICTORIA I filmati realizzati nelle scuole valtellinesi negli ultimi tre anni scolastici in concorso a fine maggio a Chiavenna. È l’iniziativa del Cinema Victoria che, in collaborazione con l’associazione Campo lungo, ha indetto la prima edizione del Festival di cortometraggi “I bambini e i ragazzi ci guardano”. Una manifestazione che vuole valorizzare i progetti scolastici e la creatività degli studenti. La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado della provincia di Sondrio, che possono partecipare con un numero illimitato di opere. Ben sei le sezioni del concorso: scuole materne, scuole elementari, scuole medie, scuole superiori (aperta anche a lavori realizzati da singoli studenti o gruppi di studenti ma iscritti al concorso degli istituti scolastici), animazioni e “Doc”, documentari della durata massima di 20 minuti. Il concorso è a tema libero e i cortometraggi devono essere stati completati dopo l’1 gennaio 2008. Il regolamento e la scheda di adesione possono essere richiesti all’indirizzo email [email protected], e i dvd dovranno essere spediti entro il 25 maggio all’indirizzo: Cinema Victoria, Via Picchi 4, 23022 Chiavenna. L’organizzazione selezionerà le opere da proiettare nei giorni del Festival e comunicherà l’entità dei premi messi in palio. La giuria sarà composta da esperti del settore e assegnerà il premio di miglior film per ciascuna sezione e un riconoscimento a un’opera di particolare valenza sociale. Il pubblico presente in sala assegnerà con il proprio voto il premio “Visti da Vicino”, l’organizzazione si riserva di assegnare ulteriori premi. N. FAL. CRONACA Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 P A G I N A 31 PER LA NUOVA STRUTTURA DEL SAN GIUSEPPE TANTI GLI INCONTRI FRA MAGGIO E GIUGNO A Morbegno un fitto calendario stato il musical del Gruppo Teatro Oratorio Morbegno “Una storia d’amore” il primo appuntamento ufficiale nella nuova struttura del San Giuseppe di Morbegno. Con musiche di Fabio Baggio, visto il tutto È esaurito della prima serata (quella dell’inaugurazione di venerdì 19 marzo) i ragazzi guidati da Daniela Scarinzi hanno replicato sabato 20 marzo con altrettanto successo. Domenica 28 marzo è stata la volta della visita guidata alle sale, accompagnati dai tecnici che hanno spiegato scelte di luci, materiali e colori della nuova struttura che, ben lungi dal voler sostituire l’oratorio San Luigi del centro, vuole essere di sostegno e oltre. Sabato 10 aprile i Ba- PREMIAZIONE PROGETTO DI PREVENZIONE Giovedì 22 aprile alle ore 17.00 presso il Policampus di Sondrio (in via Tirano) ci sarà la premiazione del concorso della Comunità Montana Valtellina di Sondrio sulla prevenzione del fenomeno di abuso di sostanze alcoliche. Il bando, rientrante nell’ambito dell’azione “Sulle strade sicure del divertimento” del Progetto GEdA (Giovani Energie di Attivazione) ha coinvolto ragazzi dai 14 ai 19 anni, organizzati in gruppi, nella realizzazione di un prodotto nell’area musicale, tecnologica o creativa. INCONTRO ALOMAR SULL’ANCA DOLOROSA L’associazione Alomar promuove mercoledì 21 aprile alle ore 15.00 presso la Sala Vitali di Sondrio, in via delle Pergole, un incontro informativo aperto a tutti su: Coxalgia (anca dolorosa), diagnosi, cura e riabilitazione. L’argomento verrà illustrato da Luigi Di Palma, chirurgo ortopedico presso l’ospedale di Sondrio e da Marco Gianoncelli, fisioterapista, che tratterà la parte riabilitativa. L’anca, come tutte le articolazioni particolarmente sottoposte al peso corporeo, è normalmente soggetta a pressioni elevatissime durante il suo funzionamento. Per non aver problemi di dolore e deambulazione è quindi indispensabile il mantenimento di una sua forma perfettamente sferica, di un adeguato rivestimento cartilagineo e di una buona lubrificazione. Quando questo delicato equilibrio entra in crisi, l’anca diventa dolorosa e rigida, portando in breve tempo alla claudicazione e ad una limitazione di movimenti. Un’anca ammalata si manifesta essenzialmente con dolore, rigidità e zoppia. Il dolore che origina dall’anca , detto anche coxalgia, è localizzato tipicamente all’inguine, esteso talora al gluteo e con frequenza irradiato lungo la coscia fino al ginocchio. I dolori possono manifestarsi in relazione a diverse cause quali traumi, processi degenerativi o infiammazioni acute o croniche dei tessuti articolari (artrosi, artriti e malattie sistemiche), ad alterazioni congenite e così via… Ogni paziente va valutato dallo specialista il quale, dopo accurate indagini, individuerà la diagnosi e gli prescriverà la terapia più adeguata che varierà in rapporto alle cause che hanno provocato la manifestazione dolorosa. L’attività fisica in assenza di carico e la kinesiterapia sono inoltre importanti per conservare un buon trofismo muscolare, un buon “range” articolare e riacquistare una sufficiente forza e resistenza. La chirurgia ortopedica è utilizzabile nelle fasi più avanzate della malattia, quando il dolore e l’inabilità non sono più controllate con le terapia medica e fisioterapica. LA FONTE DEPURA: VALORIZZAZIONE DELL’ACQUA Giovedì 22 aprile verrà presentato lo stato di avanzamento lavori del progetto “La fonte depura. Campagna di tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale”, promosso dalla società di depurazione “Lovero & Uniti”, dal Comune di Lovero (ente capofila) con la collaborazione dell’Associazione 2020. Interverranno il presidente della società “Lovero & Uniti” Franco Cenini, il sindaco di Lovero Annamaria Saligari, il presidente dell’Associazione 2020 Mauro Del Barba, la coordinatrice Lorena Moretti, la responsabile didattica Francesca Mogavero e il referente scolastico del progetto Simonpietro Angelone. È prevista anche la visita al depuratore di Lovero, dove sarà illustrato il progetto di naturalizzazione dell’area cui stanno lavorando le classi VA e VB dell’Istituto tecnico per Geometri Pinchetti di Tirano. Durante la visita alcuni studenti delle due classi saranno i “ciceroni” per gli alunni della scuola media di Sondalo, le autorità (sarà presente anche il sindaco di Sondalo, Luigi Grassi). L’iniziativa sarà l’occasione da una parte per conoscere lo studio di rinaturalizzazione dell’area del depuratore di Lovero che avverrà attraverso la realizzazione di due percorsi (uno naturalistico ed uno tematico), dall’altra per promuovere una maggiore consapevolezza della risorsa acqua e una spinta alla conservazione. rabba’s Clowns del centro salesiano San Domenico Savio di Arese hanno portato in scena lo spettacolo per tutti “Clowns in corsa”. Lo spettacolo è stato preceduto da un’attività dedicata ai giovani della parrocchia con cena (divertente!) insieme ai clowns. Venerdì 7 maggio, nell’ambito del percorso promosso dalla scuola di formazione socio-politica diocesana, il professor Stefano Zamagni terrà una interessante relazione su “Cristianesimo e sistema economico nell’attuale congiuntura mondiale”, alle ore 20.45. Sabato 8 maggio alle ore 21.00 ancora tutti a teatro con i ragazzi di terza media del T.O.M. (Gruppo Teatro Oratorio Morbegno): balli, canti e qualche spunto di riflessione con il musical “Vola solo chi osa Farlo” con musiche di Giovanni Panozzo e altri. La School Band – Allievi della scuola di musica Dante Milani suonerà per la prima volta nella capiente Sala Ipogea, con oltre 300 posti a sedere, sabato 15 maggio alle ore 21.00: in programma una “Serata... in musica”. Infine l’estate al San Giuseppe di Morbegno inizia domenica 20 giugno alle ore 21.00 con la serata di inizio di “Estate…in festa”. “Ora tocca a voi rendere viva questa casa con la vostra presenza, con la vostra capacità di iniziativa, di impegno e di fantasia” si è augurato qualche tempo fa l’arciprete di Morbegno don Andrea Salandi rivolgendosi ai giovani: a quanto sembra l’auspicio non è stato disatteso. MELLO E CIVO: BAGNO DI FOLLA E DI EMOZIONI PER LA SACRA RAPPRESENTAZIONE QUO VADIS? Bagno di folla e di emozioni per il “Quo vadis?”, la sacra rappresentazione messa in scena sabato sera dalle comunità parrocchiali di Mello e Civo, che sono riuscite ancora una volta a stupire, proponendo una Pasqua davvero originale, andando al di là delle tradizioni. Quest’anno, infatti, le due parrocchie, con un grande impegno corale, hanno riproposto le ultime ore della vita terrena di Gesù in chiave moderna. Il titolo richiama il famoso romanzo di fine ‘800 in cui si racconta una storia ambientata a Roma nel periodo Imperiale. La rappresentazione prende spunto dall’episodio in cui Pietro, a capo della comunità cristiana allora perseguitata da Nerone, fugge da Roma e sulla Via Appia incontra il Cristo. Dopo questo incontro Gesù ha ripercorso le grandi tappe che hanno segnato due millenni di storia: le Crociate, la scoperta dell’America, il Concilio di Trento e il Risorgimento... e ha incontrato personaggi storici e testimoni della fede vissuti in quei periodi come san Francesco, Cristoforo Colombo, san Carlo Borromeo, Renzo e Lucia, Giuseppe Verdi, don Bosco… Quindi è giunto sino a noi, nel 2010, nel nostro paese: qui ha rivissuto la sua Passione incontrando i ragazzi e i giovani delle nostre comunità, chiamando i suoi apostoli dai professionisti del mondo d’oggi. Sono stati i ragazzi i veri protagonisti, più di 50, oltre agli adulti e ai bambini. Essi sono stati valorizzati sin dal lancio della proposta perché, come ha ricordato don Giacomo, veramente soddisfatto per la buona riuscita dell’iniziativa, “è stata una scommessa vinta in partenza, si è investito tutto sui giovani e da loro non ci si poteva aspettare che una risposta favorevole”. Accanto a loro abbiamo potuto sentire la voce di un cronista del telegiornale che ha commentato i vari accadimenti che si sono succeduti. Alcuni sono stati veramente di grande effetto, primo fra tutti la morte di Gesù per fucilazione, da tutti inaspettata, punto chiave della Pasqua moderna. La rappresentazione è stata ravvivata, inoltre, da musica dal vivo e balletti, splendidamente interpretati da un gruppo di ragazze. Gesù quest’anno ha voluto fare breccia nella nostra quotidianità per rispondere alla domanda che ognuno di noi gli rivolge: “Quo vadis Domine?” ovvero: “Dove vai Signore?” e ricordarci che Lui c’è dove c’è l’uomo, dove c’è la vita che si incontra e che seguirLo è l’unico modo per raggiungere la salvezza. A MORBEGNO INCONTRO DI AD FONTES PER LA XII SETTIMANA DELLA CULTURA L’Associazione culturale Ad Fontes, in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica per la Lombardia, con il patrocinio dell’Archivio di Stato di Sondrio, il contributo del Comune di Morbegno, della Biblioteca civica “Ezio Vanoni” di Morbegno e di “AL.BO. per l’Arte. Galleria d’arte in Morbegno”, invita alla conferenza che Massimo Della Misericordia, ricercatore dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, terrà presso la Sala Boffi del Convento domenicano di Sant’Antonio sabato 17 alle ore 16.30. L’incontro, che avrà per titolo “Figure e parole di Comunità - Morbegno e la Valtellina nel Medioevo attraverso Ad Fontes”, si colloca entro la prestigiosa cornice della XII Settimana della Cultura, promossa quest’anno dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nei giorni tra il 16 e il 25 aprile. Durante l’incontro saranno presentate le risorse multimediali pubblicate nel sito di Ad Fontes, come tappe del cammino nel mondo delle comunità valtellinesi del passato, che il relatore proporrà ai partecipanti. L’incontro fornirà anche l’occasione per presentare un nuovo e-book di Della Misericordia. Prima della relazione Evangelina Laini guiderà la visita al refettorio cinquecentesco del convento domenicano di Sant’Antonio. La giornata sarà conclusa da un aperitivo nel chiostro del convento. PRESTO AL VIA I LAVORI PER LA TERZA PORTA DEL PARCO È stato appaltato dal comune di Albosaggia l’intervento per la realizzazione della terza Porta del Parco delle Orobie che troverà spazio nella struttura dell’ex scuola elementare in località Moia, inutilizzata dal 1996 e risalente agli anni ’30. Le dimensioni sono ragguardevoli, visto che si tratta di 3.000 metri cubi di volumetria che raggiungerà i 4.000 con gli ampliamenti previsti. Il progetto della Porta del Parco di Albosaggia si struttura su tre piani cui si aggiunge il sottotetto. Il secondo seminterrato sarà occupato dal magazzino, l’archivio e l’autorimessa, il primo seminterrato da due ambienti differenti divisi in foresteria con soggiorno, cucina e servizi, e dal laboratorio didattico. Al piano terra troverà spazio il centro visitatori della Porta del Parco e al primo piano saranno collocati gli uffici. Il sottotetto ospiterà infine la sala conferenze e una sala riunioni. Particolare attenzione è riservata all’utilizzo di materiale di recupero, come le piode della vecchia copertura, e di materiali locali come la pietra a vista della struttura. Il cappotto isolante voluto per garantire il risparmio energetico sarà completato nella seconda parte dell’intervento con la posa di pannelli fotovoltaici e l’applicazione di altre nuove tecnologie ecocompatibili. P A G I N A 32 CRONACA Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 UNIONE ITALIANA CIECHI L’ASSEMBLEA ANNUALE DELL’ASSOCIAZIONE Uniti per informare L’ASSEMBLEA DELLA FISM DELLA PROVINCIA DI SONDRIO Sabato 17 aprile, a Sondrio, presso la scuola materna Sacro Cuore e Angelo Custode si svolgerà l’assemblea ordinaria dei presidenti delle scuole materne della provincia di Sondrio. L’ordine del giorno prevede la relazione sulle attività svolte nell’anno 2009; i problemi aperti; l’approvazione conto consuntivo 2009. All’incontro sono stati invitati il Vicario Episcopale per la Valtellina e la Valchiavenna monsignor Battista Galli e il Presidente della Fism della provincia di Como Claudio Bianchi. Alla mattina di lavoro interverrà anche Tiziana Forni, coordinatore pedagogico provinciale. A GROSIO CON LA SOCIETÀ STORICA VALTELLINESE n’attenzione e una sensibilità particolari nei confronti dei non vedenti. Queste le priorità dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti sezione di Sondrio, che nel fine settimana ha celebrato la propria assemblea annuale. La sede di via Fiume 24 è aperta tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e sempre, anche in orari non di ufficio, si trova, grazie alla segreteria telefonica, un’indicazione, un’informazione, una spiegazione – il numero è lo U 0342.216529. Secondo la presidente Valeria Magro anche questo è un modo per assicurare il sostegno ai disabili visivi, magari fornendo suggerimenti su come accedere a fondi, a modalità di acquisto agevolato di mezzi e ausilii, conoscere recapiti e contatti. All’associazione UIC sono iscritte la metà delle persone cieche o ipovedenti censite in provincia di Sondrio: 202 su un totale di 406. «Con l’attuale congiuntura economica sfavorevole – sottolinea la Magro – siamo stati costretti a ri- La Società Storica Valtellinese, in collaborazione con parrocchia di Grosio, organizza per sabato 24 una visita guidata da Gabriele Antonioli, vicepresidente dell’Istituto di Dialettologia e di Etnografia della Valtellina e della Valchiavenna, ai complessi architettonici della parrocchiale di San Giuseppe e della chiesa di San Giorgio. L’iniziativa è aperta a tutti e il ritrovo è fissato per le ore 14.30 presso il piazzale della chiesa di San Giuseppe. durre le nostre attività e a spendere molte energie per far comprendere le problematiche del nostro vivere quotidiano, perché se ne tenga conto nelle modifiche legislative in atto». Nonostante le difficoltà e grazie al sostegno del volontariato, gli uffici dell’Uic hanno curato con precisione le pratiche, relati- ve alla presentazione delle istanze di aggravamento della condizione visiva e hanno supportato gli utenti nell’iter necessario all’ottenimento delle agevolazioni cui hanno diritto. Grazie all’intervento di privati è stato inoltre possibile proseguire l’importante attività dello Sportello Autonomia. LA SETTIMANA DI UNITRE A SONDRIO E A TIRANO Ecco prossimi incontri nel calendario di Unitre di Sondrio: venerdì 16, Daniela Mari, docente di geriatria e gerontologia presso l’Università degli Studi di Milano e direttore dell’U.O. di medicina generale ad indirizzo geriatrico dell’Istituto Auxologico Italiano, con l’ausilio di proiezioni in power-point parlerà de L’osteoporosi: diagnosi e terapia; lunedì 19, Graziano Barbera, musicologo e direttore del coro “Claudio Monteverdi” di Morbegno, presenterà la Polacca op. 53 di Fryderyk Chopin; mercoledì 21, Maria Beatrice Milvio, notaio in Sondrio, con proiezioni in power-point tratterà de Il testamento biologico; venerdì 23, i soci, che si sono iscritti, potranno assistere con inizio alle ore 19.30 - presso il Teatro alla Scala di Milano alla messa in scena dell’opera Lulu di Alan Berg, diretta dal maestro Daniele Gatti; lunedì 26, Gianpaolo Palmieri, presidente degli apicoltori valtellinesi, presenterà Il mondo delle api e il loro linguaggio. Si segnala che, per partecipare alla gita di domenica 16 maggio lungo i navigli lombardi Parco del Ticino - Abbiategrasso con visita a Villa Gaia e al convento e alla chiesa dell’Annunciata ad Abbiategrasso, occorre prenotarsi entro lunedì 26 aprile. Salvo diversa indicazione, tutti gli incontri si tengono a partire dalle ore 15.30 presso la sede di Unitre in via Battisti 29. Questi gli appuntamenti più prossimi dell’Unitre di Tirano: venerdì 16 alle 15, Marcello Iafisco curerà il Cine-caffè parlando di Film e registi degli anni ‘50; martedì 20 alle 15, il magistrato Pietro Dalla Pona tratterà de L’Amministrazione di sostegno: una nuova forma di attenzione al debole; martedì 27, alla stessa ora, l’artista Wanda Guanella intratterrà sul tema Sulle orme della speranza. Le lezioni si svolgono presso la Sala del Credito Valtellinese in piazza Marinoni. CRONACA Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2010 P A G I N A 33 SONDRIO VITA PASTORALE La Chiesa si rinnova Foto William V enerdì 16 aprile, alle ore 17.00, in Collegiata, a Sondrio, è in calendario un momento di preghiera, con adorazione eucaristica e la celebrazione del vespro, per accompagnare con la preghiera «il rinnovamento riguardante la vita ecclesiale della città». Qui di seguito riportiamo i testi integrali dei comunicati rivolti ai fedeli di Sondrio lo scorso 4 aprile. COMUNICATO ALLA COMUNITÀ CRISTIANA DI SONDRIO Carissimi sorelle e fratelli di Sondrio, vi chiedo preghiera e disponibilità per condividere un profondo rinnovamento riguardante la vita ecclesiale della città di Sondrio, nella quale abitate. Dopo aver ascoltato i Sacerdoti della città, avendo avuto la loro piena adesione alla proposta, ho chiesto loro di informarvi sul progetto pastorale riguardante le Parrocchie della Beata Vergine del Rosario e della Collegiata in Sondrio. Saranno loro stessi a fornirvi i dettagli dei cambiamenti, nella direzione da me più volte indicata di una pastorale di grande collaborazione. Proseguendo e valorizzando il servizio già svolto lodevolmente in questi anni dai sacerdoti impegnati al servizio di Sondrio e dai loro collaboratori, diaconi, religiosi e laici, questo progetto di pastorale unitaria dovrà prevedere dei passi progressivi, il reale coinvolgimento delle comunità e una precisa articolazione delle attività e degli organismi pastorali. Mi auguro che nelle parrocchie e nei vari ambiti pastorali, nelle associazioni, nelle comunità, nei gruppi e nei movimenti ecclesiali si affronti con responsabilità la fase di preparazione al cambiamento, perché ognuno venga aiutato ad accogliere con la maggiore disponibilità possibile la nuova prospettiva. I sacerdoti stessi, anche attraverso la predicazione e la preghiera, con l’aiuto dei Consigli Pastorali, coinvolgeranno tutta la comunità nel capire e condividere l’attuale necessità di rinnovamento, le sue ragioni, le sue finalità e le sue difficoltà, per affrontarla con spirito di comunione e di fede. L’augurio di una Santa Pasqua, unito al mandato missionario che ci caratterizza come discepoli di Gesù Cristo, vi conforti e vi conceda fiducia e speranza. Domenica di Pasqua 4 aprile 2010 Il vostro Vescovo, Diego Coletti COMUNICATO UNITARIO DEI SACERDOTI DELLE PARROCCHIE DELLA COLLEGIATA E DELLA BEATA VERGINE DEL ROSARIO IN OCCASIONE DELLA SOLENNITÀ DI PASQUA 2010 Monsignor Diego Coletti, Vescovo della Diocesi di Como, ormai da oltre tre anni sta portando la responsabilità pastorale delle nostre parrocchie, insieme a tutti i Sacerdoti che collaborano generosamente con lui. Con loro, e in particolare con i suoi collaboratori più vicini, il Vescovo ha potuto definire alcuni orientamenti da proporre e realizzare, con gradualità ed entusiasmo, su tutto il terri- torio della nostra vasta Diocesi. In sintesi si può dire che si tratta innanzitutto di rinnovare in ciascun cristiano una fede più ferma e incisiva in Cristo Gesù, come centro e fine di ogni esperienza cristiana, nella convinzione che proprio la riscoperta della centralità della fede in Gesù sarà in grado di promuovere una maggiore comunione all’interno delle comunità, una più fattiva fraternità fra i sacerdoti e una più consapevole responsabilità missionaria nei confronti di una società sempre più confusa e contraddittoria, e insieme sempre più bisognosa di certezze e di testimonianze credibili. Proprio in ordine a queste considerazioni, sembra opportuno che anche a Sondrio si avvii con rinnovato impegno uno sforzo di rinno- vamento della comunità cristiana, valorizzando le risorse ecclesiali e pastorali che già ci sono, facendole convergere con più evidenza in una pastorale più unitaria ed efficace. A questo scopo appare utile contare anche su nuove risorse sacerdotali che, anche di fronte alle due comunità parrocchiali e all’intera città, diano più facilmente un segnale convincente di percorso nuovo e condiviso. Il Vescovo intende nominare prossimamente un nuovo Arciprete di Sondrio che farà il suo ingresso, entro la fine dell’estate, come parroco unico delle due parrocchie, la Collegiata e la parrocchia della Beata Vergine del Rosario. Conterà sulla la collaborazione di monsignor Valerio Modenesi, di don Silverio Raschetti e di don Ferruccio Citterio. Due nuovi Vicari sostituiranno don Fabio Fornera e don Mariano Margnelli che saranno chiamati ad altri servizi in Diocesi. Confidiamo che il cambiamento possa essere più facilmente compreso e accolto tenendo conto che monsignor Valerio Modenesi e don Silverio Raschetti saranno valorizzati nel contesto cittadino, con residenza presso l’Arcipretura ristrutturata e con precisi compiti pastorali che verranno a suo tempo precisati, per poter offrire al nuovo Arciprete il prezioso contributo della loro esperienza. PRIMAVERA DI CULTURA A SONDRIO L’associazione Amici della Biblioteca di Sondrio promuove una primavera di cultura con quattro incontri di poesia e due assaggi di lettura “Vi racconto un libro”. La prima data è il 22 aprile, alle ore 17.00 presso la biblioteca civica Pio Rajna di Sondrio, con l’incontro di poesia tenuto da Anna Bordoni Di Trapani, socia del sodalizio, sul tema “Ma che cos’è la poesia”. Le iniziative sono promosse in collaborazione con la civica Pio Rajna. Info: amicibibliotecaso@ gmail.com. ATTIVITÀ ESTIVE PER I GIOVANI Lavops, all’interno dell’iniziativa “Io ci sono” e del progetto G.E.d.A.-Giovani Energie di Attivazione, promuove venerdì 16 aprile alle ore 21.00 presso la sede del CSV di Morbegno in via Morelli, 16, una serata informativa di presentazione di una serie di proposte di Volontariato all’estero rivolte ai giovani, in particolare in Brasile, Colombia e Moldavia. Info: formazio [email protected], telefono 0342- 200058. P A G I N A 35 MASSMEDIA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 17 APRILE 2009 GOOGLE: CONDANNA PER IL VIDEO DEL DISABILE PICCHIATO Una sentenza “storica” l giudice competente ha depositato la sentenza relativa ai tre dirigenti di Google, ritenuti responsabili della diffusione di un video in cui si mostrava un alunno disabile preso in giro e picchiato da alcuni compagni di scuola. Il filmato è stato per lungo tempo uno dei più “cliccati” in rete. Lo scorso 24 febbraio i tre erano stati condannati a sei mesi, con la sospensione condizionale della pena, per violazione della privacy, mentre erano stati assolti dall’accusa di diffamazione. Al di là dell’entità della pena e della sua eventuale efficacia, sono interessanti alcuni principi affermati dal giudice nelle 111 pagine della sentenza. Nel caso specifico, l’informativa sulla privacy era stata in qualche modo fornita ma - spiega il magistrato - era “talmente nascosta nelle condizioni generali di contratto da risultare assolutamente inefficace per i fini previsti dalla legge”. C’è da aggiungere che certamente nessuno ha chiesto alla vittima l’autorizzazione per diffondere il filmato di cui era suo malgrado protagonista. La condanna era stata duramente criticata dall’ambasciata Usa a Roma, che aveva rivendicato il “principio fondamentale della libertà di internet” come elemento “vitale per la democrazia”. La sentenza risponde indirettamente all’obiezione, laddove specifica che non può esistere “la Tele IL comando I LETTERE AL DIRETTORE ‘sconfinata’ prateria di Internet dove tutto è permesso e niente può essere vietato”, pena una sorta di “scomunica mondiale del popolo del web”. In effetti anche la democrazia mediatica, come qualunque altra, si fonda non sulla possibilità per chiunque di fare in assoluto ciò che vuole, ma su regole di base condivise e capaci di garantire al contempo i diritti di tutti, quelli propri come quelli altrui. Compreso quello di non vedere la propria persona e la propria immagine date in pasto alla pubblica curiosità senza un esplicito consenso. La responsabilità di chi ha girato il filmato è evidente, come pure lo è - anche se in misura diversa - quella di chi non ne ha impedito la diffusione. Ma uno dei dati più inquietanti riguarda il tempo intercorso tra la pubblicazione del video su Google e l’intervento censorio. Le immagini erano state realizzate da alcuni studenti torinesi nel maggio 2006 e caricate sul sito nel settembre dello stesso anno. Soltanto nel marzo 2007 la vicenda era FAX: 031.3109325 POSTA: V.le Cesare Battisti 8 22100 COMO ✉ E-MAIL: [email protected] INFORMATIVA PER GLI ABBONATI La società Editrice de Il Settimanale della Diocesi di Como, titolare del trattamento, tratta i dati, liberamente conferiti per ricevere il ns. periodico in abbonamento, in ottemperanza al D.Lgs. 196/2003. Per i diritti di cui all’art. 7 (aggiornamento, cancellazione, ecc.) e per l’elenco di tutti i responsabili del trattamento, rivolgersi al Titolare del Trattamento presso la sede di viale Cesare Battisti 8, 22100 Como, tel. 031-263533. I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all’amministrazione e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione del periodico e per l’invio di materiale promozionale. DELLA DIOCESI DI COMO il settimanale balzata agli onori delle cronache, con il conseguente sequestro del video e l’avvio delle indagini. I moltissimi che nel frattempo hanno visto e rivisto il filmato non sono meno colpevoli di chi lo ha realizzato e di chi non ne ha impedito la divulgazione. Certo, si può sempre rispondere che lo si è guardato soltanto “per rendersi conto della brutalità degli aggressori” oppure “per verificare quanto la rete continui a essere un vero e proprio Far West”… La realtà è che tutti quanti siamo assai guardoni nel nostro approccio verso i media. E il fatto che questi ultimi facciano di tutto per catturare la curiosità del nostro sguardo non è un motivo sufficiente ad (auto)assolverci. Come tutti i mezzi di comunicazione, Internet è soltanto uno strumento. La sua positività e la sua negatività dipendono da come viene utilizzato. Chissà perché, di fronte a una pagina web ci sentiamo tutti più disinvolti e per molti versi più stimolati a farci gli affari altrui. La connessione è solitamente un’attività individuale, mentre guardare la tv o leggere un giornale sono comportamenti spesso condivisi in pubblico. Forse per questo molti di noi si sentono autorizzati a spiare le faccende altrui o a visionare immagini “rubate” dai molti pirati del web che poi si divertono a renderle pubbliche. Un po’ di sana autodisciplina renderebbe meno necessari gli interventi istituzionali di censura o di condanna. E indurrebbe qualche deficiente a resistere alla tentazione di filmare e rendere pubbliche le sue imprese a danno degli altri. Domenica 18 Le frontiere dello Spirito, C5,8,50. Riflessioni su violenza e conflitti nel mondo con E. Bianchi. A sua immagine, Rai1, 10,30. Racconti di vita, Rai3, 12,55. Cervelli d’italia. La Bibbia, R4, 15,45. Film del 1966. Il faro in capo al mondo, La7, 18,00. Film d’avventura con K.Douglas. Man in black, It1, 19,30. Film di fantascienza con una buona dose di ironia e demenzialità. School of rock, Rai4, 21,10. Film commedia garbato per famiglie. Tutti pazzi per amore 2, Rai1, 21,30. Fiction di successo . Che tempo che fa, Rai3, 20,10. NCIS, Rai2, 21,00. Telefilm. Report, Rai3, 21,30. Disunione europea. Il problema della politica estera. Speciale Tg1, Rai1, 23,45. Glob l’osceno del villaggio, Rai3, 23,35. Il bravo Bertolino continua a parlare di comunicazione con ironia. Lunedì 19 Montalbano, Rai1, 21,10. Fiction: La forma dell’acqua. L’infedele, La7, 21,10. Attualità con G. Lerner. Chi l’ha visto?, Rai3, 21,05. Attualità. Iyalia’s got talent, C5, 21,10. Spettacolo alla ricerca di talenti. Galileo, Iris, 22,45 Ottimo film di L.Cavani sul grande scienziato. Cuore di tuono, R4, 23,35. Film poliziesco ambientato tra gli indiani d’America. Bello. Martedì 20 Ballarò, Rai3, 21.10. Attualità. The wedding date, C5, 21,10. Film commedia piacevole. Hulk, It1, 21,10. Film fantastico per ragazzi. Senza traccia, Rai2, 21,05. Francesco, R4, 21,10. Biografico con Raoul Bova. Mandela, RaiStoria 21,00. Doc. Mercoledì 21 Donne detective 2, Rai1, 21,10. Fiction. I delitti del cuoco, C5, 21,10. Fiction in 6 puntate con B. Spencer. Le iene show, It1, 21,10. Programma pungente che fa le pulci ai grandi. Memento, Rai4, 21,00. Film drammatico. Leny ha perso la memoria a breve termine, come fare per scoprire l’assassino di sua moglie? La storia siamo noi, Rai2, 23,40. Documentario. Giovedì 22 Donne detective 2, Rai1, 21,10. Fiction. Continuavano a chiamarlo Trinità, R4, 21,10. Western con T, Hill e B. Spencer. Ris Roma, C5, 21,10. Fiction italiana. Madre terra, Rai Storia 21,00. Documentari. SOS Tata, La7, 21,10. Reality istruttivo. L’uomo dell’anno, R4, 23,45. Commedia con R. Williams comico tv che si candida alla Casa Bianca. Venerdì 23 Mi manda Raitre, 21,10. Attualità. La bussola d’oro, Rai2, 21,05. Film fantastico per ragazzi. Gli intoccabili R4, 21,10. Ottimo poliziesco di De Palma con K.Costner alla caccia di Al Capone. CSI, It1, 21,10. Poliziesco. Tv7, Rai1, 22,20. Attualità. Una questione privata, Raistoria, 21,00. Fiction. Sabato 24 Sulla via di Damasco, Rai2, 10,15. Rubrica religiosa. A sua immagine, Rai, 17,10. Ti lascio una canzone, Rai1, 21,10. Spettacolo con A. Clerici alla ricerca di nuovi talenti. Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie, It1, 21,10. Film fantastico con D. Hoffman. Ulisse, Rai3, 21,30. La casa del’uomo: storia dell’umanità a partire dalle sue abitazioni. L’ispettore Barnaby, La7, 21,35. poliziesco inglese. Bones, R4,20,30.Telefilm. Tg2 Dossier, Rai2, 23,35. Vivere, Rai3, 23,40. Documentario. Gli anni della 2° guerra mondiale visti attraverso gli occhi di De Sica. a cura di TIZIANO RAFFAINI MARCO DERIU AMARCORD DI FRO “L’uomo di paglia” La c Direttore responsabile: A GOSTINO CLERICI Editrice de Il Settimanale della Diocesi Coop.r .l. Coop.r.l. • Sede (direzione, redazione e amministrazione): V.le Cesare Battisti,8 - 22100 Como. T ELEFONO 031-26.35.33 FAX REDAZIONE 031-30.00.33 FAX SEGRETERIA 031-31.09.325 E-MAIL: [email protected] conto corrente postale n. 20059226 intestato a a: Il Settimanale della Diocesi di Como • Redazione di Sondrio: Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio. TELEFONO E FAX: 0342-21.00.43 E.MAIL: [email protected] Stampa: A. G. Bellavite S.r .l. - Missaglia (Lc) S.r.l. Registrazione TTribunale ribunale di Como numero 24/76 del 23.12.1976 Pubblicità: La Pr ovincia Essepiemme Pubblicità Via Pasquale Paoli, 21 Provincia 22100 Como - telefono: 031-58.22.11 fax: 031-52.64.50 tariffe: euro 31 a modulo commerciale Prezzo abbonamenti 2010: Annuale euro 50 Europeo ed extraeuropeo euro 50 più spese postali La testata Il settimanale della diocesi di Como fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250. Questo giornale è associato alla FISC (Federazione Italiana USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) Settimanali Cattolici) e all’USPI Tra il 1956 e il 1959 Germi girò gli unici tre film nei quali compare come attore (in tutti i casi come protagonista) di cui i primi due, Il Ferroviere e L’Uomo di Paglia, sono degli asciuttissimi melodrammi mentre il terzo (Un Maledetto Imbroglio) è uno dei migliori noir italiani. L’uomo di paglia (1958) è una tormentata storia del tipo “Quando la moglie è in vacanza”, che trafigge il cuore e pesa sulla coscienza dei protagonisti. Un elaborato e lucido confronto tra innamoramento e amore. Tra clandestinità e sensi di colpa, la vicenda di un sentimento “sbagliato” alla disperata ricerca della sua dignità. Protagonista è un operaio al quale il regista conferisce una sottile capacità di introspezione psicologica e di disagio esistenziale che allora attirò al film le critiche anche feroci da parte di chi riteneva il film un classico dramma borghese calato in una dimensione operaia che non poteva appartenergli. Valga per tutte una citazione. Scriveva Umberto Barbaro, nel 1958:«Cari amici, a me questi operai di Germi che si comportano senza intelligenza e senza volontà, senza coscienza di classe e senza solidarietà umana - metodici e abitudinari come piccoli borghesi - la cui socialità si esaurisce in partite di caccia domenicali o davanti ai tavoli delle osterie - che non hanno né brio né slanci, sempre musoni e disappetenti, persino nelle cose dell’amore, che ora fanno i crumiri e ora inguaiano qualche brava ragazza, spingendola al suicidio - questi operai di celluloide, che, se fossero di carne ed ossa, voterebbero per i socialdemocratici e ne approverebbero le alleanze, fino all’estrema destra, non solo sembrano caricature calunniose ma mi urtano maledettamente i nervi». Si dice che ormai, travolti dal nuovo che avanza, negli anni a venire gli operai saranno sempre meno, fino a scomparire del tutto. Ci resteranno solo gli operai di celluloide di Pietro Germi. L’uomo di paglia; Domenica 18 Aprile 2010; Ore 9,25; Raitre a cura di DANIELA GIUNCO L a ro tr fo n lo di dare e di inter sguardo tare imp Ci aug tizie, sap discernim meno ac sono due primo lu gnità del question È chiar strumen dare not de del n l’autonom sforma l altri inte modo la