Domenica Quinta domenica di Pasqua (anno A) UN PAIO DI SCARPE

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Domenica Quinta domenica di Pasqua (anno A) UN PAIO DI SCARPE
Domenica Quinta domenica di Pasqua (anno A)
Domenica 18 maggio 2014
Continua il Tempo di Pasqua (siamo alla V domenica) e ci offre l’occasione
per darci il tempo (50 giorni) di “abituarci” alla compagnia di Gesù Risorto,
per provare ad assimilare la sua presenza accanto a noi…
E oggi – con i brani della liturgia della Parola di questa domenica - ci
vengono in aiuto i santi Pietro e Paolo (le colonne) con alcuni preziosi
suggerimenti.
Pietro, il primo degli apostoli, nel brano degli Atti in occasione dell’incontro
con il centurione pagano Cornelio ha questa espressione: “In verità sto
rendendomi conto che…”!
“Rendersi conto” è forse la cosa più difficile, ma la più importante nella vita.
Spesso la vita ci travolge con i suoi ritmi e rimaniamo come prigionieri
dentro un contesto di superficialità, di leggerezza, di distrazione, di
confusione.
In un clima così fatichiamo a “renderci conto” dell’esatto valore delle cose,
dell’esatta importanza di alcuni comportamento, dell’esatto significato di
alcuni fatti.
Ora Pietro dice: “sto rendendomi conto”!
“Il meglio” della vita lo sperimentiamo “quando ci rendiamo conto” che non
è nient’altro che dare spazio alla nostra intelligenza!
Intelligente non è colui che acquisisce tante nozioni, ma chi riesce a “leggere
dentro” la vita… rendendosi conto!
Il cammino di ogni uomo è un cammino faticoso per acquisire questa
capacità di “rendersi conto”, cercando ogni giorno di diventare più
intelligenti!
E di cosa si è reso conto Pietro?
“che Dio non fa preferenze di persone”!
Tutt’altro che banale e scontato.
Pietro ripensando a tutti i fatti che hanno riguardato Gesù, da vivo e da
Risorto, riconosce questa grande Verità: Dio non fa preferenze di persone,
non ci sono per lui persone di serie A e persone di serie B!
Lui non è come noi! Per Lui siamo tutti suoi figli… tutti capolavori… in tutti
lui “ha posto il suo compiacimento”!
E Pietro riassume in un verbo lo stile di Dio, di cui ha fatto esperienza diretta
nella sua vita:“Sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persona,
ma accoglie…”.
Dio accoglie!
Dio non conosce altri verbi: allontanare, respingere, condannare, punire…
Dio sempre e solo accoglie!
Ogni giorno della nostra vita…Dio accoglie!
Ci accoglie così come siamo… sempre pronto a gioire per le cose belle;
ci accoglie anche quando siamo fragili e peccatori, quando lo deludiamo,
quando lo tradiamo… Lui, sempre e solo accoglie!
Paolo nel brano della lettera ai Filippesi ci regala un’altra perla: “E’ Dio
infatti che suscita… secondo il suo disegno di amore”.
Bellissimo anche questo verbo: suscitare!
Dio che provoca, innalza, fa sorgere…
Dio suscita… non ordina, non comanda, non impone!
Dio che suscita… cioè propone, offre un’opportunità, ma sempre secondo il
suo disegno di amore.
Perche Dio ha un disegno di amore su ciascuno di noi!
Dio ha solo disegni di amore…
E il progetto di amore più grande è che ogni suo figlio possa “risplendere
come astro nel mondo”!
Creati per… risplendere!
La vocazione di ogni uomo è diventare luminoso come un astro.
La missione dei discepoli di Gesù è divenire “la luce del mondo”! (Mt 5)
Chiediamo allora in questa V domenica di Pasqua, “piccola Pentecoste
parrocchiale” con 105 Cresime nel pomeriggio, di renderci sempre conto che
“il nostro Dio è un Dio che accoglie e che suscita”… senza mai stancarsi!!!
UN PAIO DI SCARPE
Un bimbo di 10 anni scalzo e tremante per il freddo stava incantato di fronte
a una vetrina di scarpe.
Una signora gli si avvicinò. “Che cosa stai guardando con tanto interesse?”,
gli chiese.
“Sto chiedendo a Dio un paio di scarpe”, fu la risposta del bambino.
La signora lo prese per mano, entrò nel negozio e ordinò al commesso una
mezza dozzina di calzini per il bambino.
Poi gli chiese anche una bacinella di acqua e un asciugamano.
La signora entrò nel retro del negozio con il bambino, gli lavò i piedi e glieli
asciugò.
Il commesso arrivò con i calzini.
La signora ne fece calzare un paio al bambino e quindi gli comprò un paio di
scarpe. Diede al bimbo gli altri calzini.
Gli accarezzò la testa e gli disse:
“Piccolo mio, adesso va meglio, vero?”.
Il bimbo le afferrò la mano e guardandola con gli occhi colmi di lacrime le
domandò:
“Tu sei la moglie di Dio?”.