festa del parco - Dopolavoro Ferroviario BOLOGNA
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festa del parco - Dopolavoro Ferroviario BOLOGNA
n5maggio2009 Spedizione in A.P. 45% art.2 comma 20/b Legge 662/96 Filiale di Bologna Anno XL - Distribuzione gratuita SOTTO LE DUE TORRI Festa del Parco in questo numero •Lettera alla redazione •Le terracotte di Guido Mazzoni •Bologna, laboratorio di idee •A proposito di Galilei •Festa del parco •Amianto cultura turismo solidarietà sport informazione la redazione Lettere alla Redazione A volte, nella scorsa degli articoli di Tempo Libero trovo evidente più che un susseguirsi ragionato e brillante di articoli e notizie, un affastellarsi caotico e squilibrato di “pezzi” profondi e seri (per es. la violenza) alternati, nella stessa pagina, a racconti di belle escursioni o tradizioni bolognesi dialettali. Non mi permetto certo di insegnare niente a nessuno, ma forse sarebbe più opportuno condurre il lettore dagli argomenti più seri a quelli più leggeri e spiritosi in modo più progressivo, dolce e sicuramente meno traumatico. So bene che concentrare tutto in 14 pagine è sempre impresa ardua e improba ma penso si possa e debba fare di meglio visto che ci si gloria, con giusta soddisfazione, di un editoriale cittadino di così prospera longevità. Un altro suggerimento pratico, è quello che ho appreso a scuola quando la maestra assegnava alla classe il titolo del tema. Era cioè doveroso per noi scolari sviluppare la frase contenuta nel titolo in modo che il lettore, cui era diretto lo scritto, sapesse in anticipo ciò di cui si stava trattando. Se lo svolgimento del pensiero non rendeva chiaro il tema, si andava “fuori tema” con rischio matematico di insufficienze. In altre parole se si vogliono fare gli auguri di buon lavoro per il nuovo consiglio direttivo recentemente insediatosi dopo le elezioni non penso proprio che il modo migliore sia quello di intitolare il breve pezzo “scopa vecchia, scopa nuova” che , oltre a non aver nulla a che fare col contenuto del messaggio, (raramente ho visto uomini fare le pulizie di casa) si presta a maliziose e sciocche interpretazioni. Inoltre e sempre che ciò fosse possibile non sarebbe meglio allargare la platea dei “pubblicisti” degli articoli? In 14 pagine ben 4 sono occupate da articoli delle stesse due persone. Infine, se avete la pazienza di ascoltarmi ancora, sarebbe opportuno talvolta ricordarsi delle finalità di Tempo Libero. Non sarebbe perciò male, prima di por mano alla penna o alla stampa chiedersi quale effettivamente sia lo scopo finale che questa associazione, attraverso il mensile, vuole raggiungere, quale contributo si vuol dare ai lettori magari rileggendosi ogni tanto lo statuto giusto per non perdere la rotta. Se il vs. lavoro saprà sinceramente essere più consapevole, più auto-critico anche se fosse solo l’annuncio di una bella rappresentazione teatrale, allora sono certa che sarà maggiormente gustato, apprezzato e diffuso. Chiedo scusa se vi ho annoiato, ma, come direbbe il Manzoni, non crediate l’abbia fatto apposta. Ho solo a cuore un buon contenuto del periodico teso alle sue finalità dopolavoristiche e la dignità e aspettative dei lettori. A volte invece colgo qua e là qualche Tempo Libero Sotto le due Torri evitabile svarione. Grazie Autorizzazione Tribunale di Bologna n. 3198 del 4.4.66 Indirizzo: Via Sebastiano Serlio 25/2° Bologna Elena Berti Se le opinioni espresse dalla signora Berti sono la premessa per una collaborazione fattiva per il lavoro dei volontari della redazione, saremmo lieti di accogliere e mettere a frutto consigli e contributi. Più volte da queste pagine è stato rivolto l’invito a partecipare a questo affascinante e non semplice impegno da volenterosi giornalisti improvvisati. Se invece consigli e contributi si fermano qui, resta semplicemente un’opinione di cui prendiamo atto, dandone il giusto risalto e ringraziando la lettrice per averci scritto. Fulvio Saiano 2 Tel. 0514193180 - Fax 051371905 Editore: Associazione DLF Bologna Direttore Responsabile: Giuseppe Caputo Responsabile Editoriale: Fulvio Saiano Capo Redazione: Pierluigi Gallo Redazione: Valter Serafini, Giuseppe Lizzi, Vittorio Baglieri, Renzo Pocaterra, Jandos Rossi, Giuseppe Stefanini, Gianfranco Bergami, Alberto Venturini, Umberto Romano, Giorgio Cremonini, Paolo Mattarozzi, Giulio Girotti, Paola Bacchi. Pubblicità: Tel. 051/4193180 - Fax 051/371905 e-mail: [email protected] Stampa: Futura Press - Bologna Chiuso in tipografia il 7 maggio 2009 Tirature copie: 11.000 In copertina: festa del parco 2009 Visita il sito www.dlfbo.it Per la posta elettronica, scrivi a [email protected] editoriale Un mese di svolta A di Fulvio Saiano distanza di appena tre mesi dalla nomina delle cariche sociali del DLF di Bologna, si profila un maggio denso di iniziative promosse dall’ Associazione di Bologna in collaborazione con i tanti partner che operano all’interno della sede di via Serlio o che svolgono attività collegate alla programmazione dei gruppi associativi di Bologna e dei Circoli Territoriali di S.Giovanni, Crevalcore, Imola, S.Benedetto, Porretta Terme. Si parte con il raduno dei centauri del Gruppo Moto Club DLF, per proseguire con la presentazione al Casanova RistoPub del catalogo “Viaggia con noi” dell’Agenzia IL TRENO di Bologna con la programmazione turistica 2009; il torneo provinciale UISP di calcio ad 11 si svolgerà fino all’inizio di giugno presso il campo in erba di via Serlio. Una conferenza stampa di lancio dell’iniziativa darà il via alla grande Festa del Parco dal 22 maggio al 1° giugno con spettacoli, mostre, dibattiti, concerti, tornei di calcio tennis , volley e la speciale iniziativa sulle donne. Il Ristorante, all’interno della Festa, proporrà quest’anno menù a prezzo fisso (12 euro per i soci DLF) e menù alla carta, crescentine e tigelle, spettacoli di musica nell’area verde dei giochi per bambini: all’impegno ed alla preziosa collaborazione dei soci volontari si aggiungerà quella altrettanto volontaria dei cuochi del circuito mense della Ristodlf di Bologna. Parte in questo mese il lancio e la presentazione dei Campi Estivi della Bologna Basket School per bambini e ragazzi che prevede, per la stagione estiva 2009, una quota settimanale di 99 euro, con un ricco programma settimanale a cui hanno aderito tutte le associazioni che operano nel parco di via Serlio: Azucar, Sempre Avanti, New Musokan, Bologna Tennis Academy, DLF. Riparte l’attività del Bar del Parco, con una nuova gestione e con una rinnovata organizzazione degli spazi che prevede un’ampia sala biliardo ed una sala giochi da tavolo. L’allestimento dell’Arena Puccini farà da preludio, per la stagione estiva 2009, alle proiezioni cinematografiche promosse dalla Cineteca Comunale di Bologna. Maggio è anche il mese in cui il Consiglio Direttivo inizia il proprio ciclo di incontri con i ferrovieri di Bologna con assemblee presso gli impianti ferroviari. Sarà anche l’occasione per una specifica iniziativa pubblica sul Parco di via Serlio con le problematiche connesse ai rapporti tra FS e Comune di Bologna e con la presentazione ufficiale del progetto di riqualificazione del parco promosso e sostenuto, con fondi propri, dalle Associazioni che aderiscono al Coordinamento Parco DLF. I Circoli Territoriali avvieranno presso le loro sedi incontri con i soci DLF della provincia per illustrare i propri programmi e per lanciare la campagna elettorale di rinnovo delle cariche di responsabilità di circolo fissate per i giorni 15, 16 e 17 giugno. Un momento particolare sarà rappresentato dall’iniziativa promossa dal Consiglio Direttivo di Bologna per l’intitolazione del Parco DLF ad Ettore Bufalieri e di viali, piazzali e sale a soci che, nel recente passato, hanno contribuito a rendere grande questa associazione. Ancora in questo mese, la serata dedicata ad Ettore Bufalieri con uno spettacolo di musica popolare napoletana, con la raccolta di contributi per Telethon e per le vittime del terremoto in Abruzzo. Infine, le programmazioni per la stagione estiva: Tornei di Calcio e Tennis a giugno in Val Gardena, la Settimana della Cultura di settembre alla Casa Alpina, i soggiorni estivi individuali in Val Gardena e nell’albergo Nuovo Diana di Senigallia. Partecipare a questo fitto maggio di iniziative permetterà a tutti i soci di vedere e “toccare con mano” il lavoro fatto in questi mesi da tutta la macchina organizzativa del DLF di Bologna (consiglieri, soci, dipendenti), visitare le nuove sedi di Agenzia Viaggi, Area Progetto Associativa, Area Gruppi Associativi, comprendere e condividere gli sforzi fatti per rilanciare l’immagine del DLF di Bologna pur nel quadro di una crisi economica globale che la nostra realtà associativa condivide con i soci e familiari che partecipano alla vita di questo DLF, cercando di dare le risposte possibili per mantenere inalterato il diritto sociale e collettivo allo sport, alla cultura, al turismo. sommario Pag. 03 – Editoriale Pag. 04 – Flash ed errata corrige Pag. 05 – Bologna, laboratorio di idee Pag. 06 – Riti e miti - ferrovieri Pag. 07 – Festa Parco: Programma Pag. 11 – Il pointer - la tajadela Pag. 12 – Panzèta in Patagonia Pag. 13 – Terracotte Pag. 14 – A proposito di Galilei Pag. 15 – Amianto comunicazioni ● Appello dell’associazione Nazionale DLF La sede del Dopolavoro Ferroviario de L’Aquila è crollata in conseguenza del terremoto del 6 aprile u.s. La struttura aveva subito irreparabili lesioni per cui si è reso inevitabile, data la pericolosità che ne conseguiva, il suo immediato abbattimento da parte di FS. Il fabbricato era stato da poco ristrutturato e arredato. L’Associazione DLF L’Aquila è una piccola struttura, ma molto vivace e ben inserita nel tessuto cittadino. La mensa del Dopolavoro attigua alla Stazione si è messa subito a disposizione degli sfollati e ha costituito e costituisce un significativo contributo al centro di accoglienza delle FS per oltre 800 persone. L’obiettivo che ci ripromettiamo è quello di “ricostruire la sede del DLF de L’Aquila” dando in questo modo il nostro contributo alla più generale ricostruzione della città. A questo punto facciamo appello a tutti i soci affinchè offrano il proprio piccolo contributo che verrà raccolto sul conto corrente di Banca del Monte dei Paschi di Siena IBAN IT19L 0103003201000001763318 Specificando nella causale del versamento la dicitura “ Ricostruzione DLF L’Aquila.” ● Ringraziamento Il Dopolavoro Ferroviario di Bologna ringrazia l’Istituto RAMAZZINI per i rilevanti contributi forniti che hanno consentito una consistente ed efficace prestazione di servizi ai bisognosi. ● Comuncazione organizzativa Come avrete letto nella piccola finestra che pubblichiamo in ogni numero, e nella quale tanto indegnamente vengono elencati i nominativi dei redazionisti della Rivista, è inserito l’indirizzo del nostro sito che con l’occasione riproponiamo www.dlfbo.it. Chi volesse leggere la nostra rivista ammortizzando i tempi necessari alla stampa e alla spedizione postale può farlo visitando il sito e “cliccando” sull’opportuna dicitura. Ancora: chi volesse riceverlo sulla propria e-mail può comunicarlo alla segreteria dell’Associazione, tel. 051-4193180 oppure all’e-mail: dlfbologna@ dlf.it. ● Attenzione Nel numero 4 aprile 2009 a pag 2, nell’informativa sulle concessioni di viaggio è stata trascritta una informazione incompleta: alla voce PERMIS infatti, limitatamente ai pensionati, la concessione del biglietto internazionale annuale gratuito è subordinato allo Stato Europeo che si vuole visitare. Esiste un elenco dei paesi diverso da quello per gli agenti in servizio, che viene consegnato allo sportello al momento di richiesta della tessera FIP e/o relativo bollino. Sul modulo con l’elenco degli Stati convenzionati vi sono delle note, a fianco di ciascuno che indica se al familiare verrà praticata la sola riduzione sul costo del biglietto. ● Errata Corrige L’articolo “L come Legalità” del numero 4 aprile 2009 è di Giovanni Fortuzzi e non Giuseppe. Ci scusiamo con l’interessato. 4 cultura Bologna sei un cantiere! Per ora di idee, ma c’è molta voglia di fare di Giuseppe Stefanini A vevo intenzione di parlare di Bologna, del momento di fervore, di progetti e di opere che sta attraversando (che non mi sembra affatto male nonostante quello che si legge sul “Resto del Carlino” o nei discorsi dei vari candidati sindaci) e mercoledì 15 ho avuto dalla Redazione l’incarico di scrivere l’articolo. Ho scelto allora di raccontare, a titolo d’esempio, gli eventi, le notizie e i progetti che, sul futuro di Bologna città, sono stati presentati lo stesso mercoledì 15 aprile e il giorno dopo, il 16 aprile. Seguitemi ancora un po’ e vedrete, ne sono stato sorpreso anch’io. vene creative in sala borsa Per la sera di mercoledì presso la Sala borsa era prevista, sponsor LegaCoop, una conferenza di Mario Cucinella (è l’architetto delle “Gocce” e della sede unica del Comune) con a fianco Patrizio Roversi. L’intervento era titolato “Vene creative, pensieri per una città sostenibile”. Lo spettacolo c’è stato: proiettati sull’intero pavimento della Sala si sono via via succedute, a colori vivacissimi, immagini della città di oggi, e di una città piena di verde, di edifici eco-compatibili e, finalmente, a misura di biciclette. I temi trattati sono stati quelli del risparmio energetico (in modo un po’ “fiacco” per la verità), del trasporto sostenibile, dello sport, dell’innovazione. È parlando del fantastico Parco Creativo, posto a nord della città, oltre la ex Manifattura Tabacchi, che Cucinella ci ha meglio trasmesso il suo sogno, che è sogno di una città che innova, che fa sistema, che si mette in campo lavorando e investendo. AREE MILITARI DISMESSE IN CAPPELLA FARNESE È stato il sindaco Cofferati a presentare, giovedì 16 in Cappella Farnese, il “Programma di valorizzazione per 19 aree militari dismesse a Bologna”, ovvero l’accordo raggiunto fra lo Stato (proprietario delle aree) e il Comune (che dispone gli indirizzi e i vincoli urbanistici) per la valorizzazione e l’utilizzazione di complessivi 828.000 mq. Sarà la più grande trasformazione urbana degli ultimi 50 anni ha detto Cofferati e l’enfasi era senz’altro motivata: alcune di queste aree sono veramente importanti per Bologna che era in attesa della loro restituzione ai rispettivi territori addirittura da alcuni decenni. Vediamo qualche esempio. Aree Prati di Caprara est e ovest: vi troveranno sistemazione un grande parco urbano (più grande dei Giardini Margherita), impianti sportivi e parcheggi (anche a servizio della Fermata del Servizio Ferroviario Metropolitano). Area ex Staveco: sono quasi 5 ettari di superficie in una bellissima posizione fra i viali di circonvallazione e la collina. Verranno realizzati parcheggi pubblici, un nuovo parco urbano di raccordo fra la città e San Michele in Bosco, uno studentato. Caserme Sani (ex Stabilimento Militare Casaralta): gli edifici sono stati dichiarati in parte di interesse storico-artistico e verranno recuperati. Saranno realizzate aree verdi e nuove dotazioni di servizi pubblici. Cosa ne pensate? Niente male, vero, per lo sviluppo di Bologna. È ora chiaro del resto che il futuro di Bologna non sarà quello di estendersi, ma che si rivolgerà, al suo interno, alle aree ex industriali, commerciali, militari, ferroviarie, omogeneizzando così il tessuto urbano e potenziandolo con i servizi, impianti, connessioni ora carenti. A me questo va bene. LA FABBRICA DEL FUTURO NELLA MANIFATTURA TABACCHI Questa ultima notizia, annunciata sempre giovedì 16, è forse ancora più importante della precedente. La Manifattura Tabacchi di via Stalingrado passa dalla British American Tabacco Co. alla Regione Emilia-Romagna. Sull’area potranno così iniziare i lavori per realizzare quella cittadella della ricerca, o della scienza applicata (già denominata TECNOBO) che, a partire dal 2010 ospiterà 500 ricercatori (a regime saranno 1000) e laboratori scientifici degli Istituti Ortopedici Rizzoli, Università di Bologna, Unindustria, Lega Coop, Enea (CNR), Istituto sul clima ecc… Ci vorranno circa 100 milioni di euro per gli impianti e le attrezzature scientifiche, ma è già concordato che metà siano a carico degli Enti e metà della Regione. Voglio citare anche un particolare: è previsto che giovani ricercatori e coppie troveranno alloggi nelle aree della Ex Caserma Sani (vedi sopra). Insomma in due giorni del futuro di Bologna senz’altro ne è stato tracciato. E stavolta non mi sembrano idee peregrine . Finalmente sono progetti a rete, di sistema città, che dovrebbero ottenere il consenso, se non di tutti, di molti. Andiamo avanti. 5 cultura Riti e miti D a “Il canto dell’uccello” di Antony de Mello: “Quando il guru si sedeva per le funzioni religiose ogni sera arrivava il gatto del santuario e distraeva i fedeli. Così egli ordinò che durante le funzioni serali il gatto venisse legato. Molto tempo dopo la morte del guru si continuava a legare il gatto durante le funzioni serali. E quando alla fine il gatto morì, portarono al santuario un altro gatto per legarlo debitamente durante le funzioni serali. Secoli dopo i discepoli del guru scrissero dotti trattati sul ruolo essenziale del gatto in ogni funzione correttamente condotta.” In un “Tempo Libero” del 2008 pubblicammo brevi saggi di A. de Mello, gesuita e psicoterapeuta indiano, che pubblicò alcuni libri divenuti poi dei best-sellers mondiali, che indussero l’allora cardinale Ratzinger a scrivere e fare diffondere una diffida, precisando che le idee del de Mello erano pericolose e non conformi al pensiero della Chiesa. L’oggetto di questo racconto è lo stesso oggetto della conferenza tenuta recentemente dall’archeologa M.Grazia Maioli presso la sede del Gruppo Archeologico Bolognese dal titolo”Le feste Romane: Lupercalia e Saturnalia”. (Erano presenti alcuni soci del DLF.Bo). In questa occasione, la dott. ssa Maioli ha spiegato come certi riti tradizionali siano riferibili a fatti storici, di cui però il tempo ha poi cancellato la memoria, pur nella continuazione della pratica di quei riti. Successivamente qualcuno, alla ricerca di una spiegazione, provvide ad una ricostruzione pseudostorica, solitamente intrisa di pensiero magico, creando così un mito completamente 6 di Alberto Venturini fuori dalla realtà. Ecco così che nel mito della nascita di Roma, troviamo Romolo e Remo allattati da una lupa e poi allevati dalla moglie di un pastore, che fece loro da madre. Sembra che tale moglie avesse per soprannome “Lupa”, indicativo dell’attività di prostituta. Ricordiamoci che i postriboli erano chiamati appunto ”lupanari” dai romani. Una revisione storico-mitologica, se scritta da Trilussa, avrebbe potuto così avere per titolo:”Come un fijo de mignotta è diventato er primo Re de Roma”. Ferrovieri O’ umane genti, che di ferro vestite siete e di lito in lito movete i passi vostri, voi siete color ch’a genti altre, mondi novi aprite e ne lo incessar di cotanto cammino rotante, da la ora prima, financo a girar di tutte ch’avanti avrite, di cittade da lor distanti, d’un sol paese n’unite. Di giorni e notti, valor pè voi non ha confino, che’l pensieri vanno omai alla futura meta tant’ innata l’esser in voi, di nullo spazio, infino. E ne lo medesimo fattor, ch’annulla il di vostro tempo di mille gioghi d’astri alterni, foste si guardiani, quant’anche ancor eppiù ne verranno, ne’ l’infinito lampo. (dalla raccolta “Umanae Vitae” di Luigi Piazza) Questi pochi versi da me vergati vogliono solo essere un modesto contributo, seppur in chiave poetica, ad una categoria di lavoratori quali sono i ferrovieri, che con alto senso del dovere unito ad uno spirito di abnegazione assoluto, si erigono a paladini della sicurezza altrui, su di un mezzo che ha un unico e solo suono, del quale la sola pronuncia evoca dimensioni magiche, fatte di emozioni, vissute da ogni persona a seconda della propria chiave di lettura: Treno. Così come l’alfabetizzazione ha contribuito a unire culturalmente il paese, allo stesso modo il sistema ferroviario e per esso i suoi lavoratori, hanno modificato il concetto stesso di viaggio, in una continua metamorfosi crisalica, che spazia dalle sbuffanti locomotive a vapore ai mezzi veloci odierni dalle sinuose movenze. Ma tutto ciò resterebbe soltanto un notevole sfoggio di puro esercizio tecnologico se non vi fosse dietro tutta una moltitudine di lavoratori che con la loro professionalità e nei ruoli più diversi, fanno sì che tale sistema funzioni alla perfezione e vada poi a fornire quel servizio che rende unico il viaggio fatto in treno rispetto ad altri mezzi di trasporto. Festa del Parco DLF Rassegna Express Festival dal 22 maggio al 1 giugno Via Serlio 25/2° - Via Stalingrado 12 - Bologna Con il patrocinio ● Venerdì 22 Maggio Campo calcio 16.00 - Torneo dei circoli provinciali (calcio a 7) Sala Verde 18.00 - Inaugurazione Mostra Collettiva (a cura Officina dell’Arte DLF) Osteria Puccini 19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF) Giardino dell’Osteria 21.00 - Concerto Bandistico Banda Puccini ● sabato 23 Maggio Parco DLF 8.00 - Cicloraduno Provinciale (a cura Gruppo ciclismo DLF): Ritrovo e partenza Parco DLF di Via S. Serlio 9.30 - Proiezione continuata del filmato “La nostra strada”: l’evolversi storico-sociale della figura femminile nei luoghi di lavoro e nella società, attraverso documenti filmati delle teche RAI, spezzoni di films e video originali. Mostra fotografica: “Noi ci mettiamo la faccia” mostra di ritratti femminili 15.00 - Una moto non invecchia mai!!! Motoraduno (a cura gruppo Motoclub DLF) 15.30 - Dimostrazione di aikido reale 17.00 - Spettacolo di narrazione teatrale a cura del Gruppo Zoè 20.00 - Spettacolo teatrale Allegro ma non troppo 21.30 - Intervento musicale del gruppo Calicante Sala Verde 10.30 - Tavola rotonda: “La strada che faremo” con la partecipazione del direttore del quotidiano L’Unità Concita De Gregorio Osteria Puccini 19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF) Campo calcio 21.30 - Ma le stelle stanno a guardare? Intanto le guardiamo noi! postazione telescopica (a cura gruppo Astrofili DLF) Per l’intera giornata: Spazio bimbi: attività di baby-sitteraggio e momenti artistico-creativi a cura della Associazione Zoè Writers artistici: gruppo di writers al femminile (a cura Associazione Figliefemmine) Skaters e Giocolieri. Tavolo informativo sullo “sportello donna” Tavolo informativo Komen Italia onlus Tavolo informativo Progetti Donna Associazione S. Maria della Venenta Banchetti informativi dell’associazionismo bolognese: Fiori di strada, Emergency, Piazza Grande, Amnesty International, Gruppi di acquisto Solidale, AVIS, Associazione Multietnica, SOS Donne, Casa delle Donne, Sokos, ecc… ● domenica 24 Maggio Campo calcio 09.00 - Triangolare di Calcio ad 11 “Memorial Bandiera” 21.30 - Ma le stelle stanno a guardare? Intanto le guardiamo noi! postazione telescopica (a cura gruppo Astrofili DLF) Osteria Puccini 19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF) Sala Gialla 21.30 - La sera della taranta: esibizione del gruppo Paranza Ammiscata ● mercoledì 27 Maggio Stazione FS Casalecchio di Reno 8.30 - Escursione guidata del Canale Navile (a cura del Gruppo Escursionismo del DLF) Sala Verde 11.00 - “I Giornali dei DLF”: Incontro - seminario dei redattori delle testate giornalistiche del circuito DLF (a cura redazione Tempo Libero) Campo Tennis 19.00 - Quadrangolare Tennis Memorial Nerozzi Osteria Puccini 19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF) Pista Pattinaggio 20.00 - Laboratorio Danza Africana ● lunedì 25 Maggio (laboratorio a cura dell’Associazione Oltre) Campo calcio 17.30 – 1° “Memorial Ettore Bufalieri”: Torneo di Campo calcio 20.30 – Torneo UISP-DLF di Calcio ad 11 calcio a 7 (primo turno di qualificazione) Giardino dell’Osteria Osteria Puccini 19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF) 21.30 - Ensemble Mandolinistico Estense: orchestra a plettro (concerto “canzone Locomotiv Club napoletana d’autore”) - nel corso dello spettacolo: 20.30 - La Compagnia Teatrale del Dlf As fa Esibizione di Danza del Ventre quall ch’as pôl presenta: “A t al zûr” commedia dialettale in tre atti di Cesarina Tugnoli. La ● giovedì 28 Maggio rappresentazione sarà preceduta da un incontro Campo Tennis dei gruppi Handicap, Turismo, Ciclismo e Pesca 14.00 - Giornata FESTENNIS: festa di tutti i del DLF con i presenti in teatro corsisti che hanno partecipato ai Corsi 2008/2009 Campi Tennis 19.00 - Quadrangolare Tennis Memorial Nerozzi 21,00 - Triangolare Pallavolo Palestra DLF ● martedì 26 Maggio Parco DLF 18.30 - Gara podistica: Staffetta a squadre Sala Riunioni 18.30 - Proiezione diapositive a tema: “il ghetto ebraico di Bologna” (a cura di Roberto Bertocchi, organizzazione Gruppo Turismo DLF) Campo Tennis 19.00 - Quadrangolare Tennis Memorial Nerozzi Osteria Puccini 19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF) Inoltre: Le crescentine del Gruppo Pesca: serata di crescentine e vino rosso Campo calcio 20.30 – Torneo UISP-DLF di Calcio ad 11 Giardino dell’Osteria 21.00 - Serata Canora Musicarti DLF: saggio scuola canto 16.00 - Saggio-dimostrazione scuola judo bambini e ragazzi (a cura di New Musokan) 18.30 - Saggio-dimostrazione scuola judo adulti (a cura di New Musokan) Osteria Puccini 19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF) Campo calcio 20.30 – Torneo UISP-DLF di Calcio ad 11 Sala Gialla 21.00 - Musica, Canto e... Danza del Ventre (a cura di Sempre Avanti) Sala Riunioni 21.00 - Incontro dibattito con candadati al Parlamento europeo: L’acqua un bene pubblico (a cura del Comitato Bolognese di difesa acqua bene comune) Arena Puccini 21.30 - Rassegna Express Festival: Psychic TV (a cura Locomotiv Club) ● venerdì 29 Maggio Palestra DLF 16.00 – Esibizione di balli caraibici Afro-Salsa (a cura Accademia Danza Azucar) Campo calcio 17.30 – 1° “Memorial Ettore Bufalieri”: Torneo di calcio a 7 (secondo turno di qualificazione) Campo Tennis 18.00 - Quadrangolare Tennis Memorial Nerozzi Finale Sala Riunioni 18.30 - “Re Enzo – la storia” (proiezione diapositive a cura di Roberto Bertocchi, organizzazione Gruppo Turismo DLF) Osteria Puccini 19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF) Sala Biliardi Bar del Parco 20.00 – Gara/Esibizione di Biliardo Sala Gialla 20.30 - Manifestazione Nazionale di Boxe (a cura Sempre Avanti) Arena Puccini 21.30 - Rassegna Express Festival: God is an Astronaut (a cura Locomotiv Club) ● sabato 30 Maggio Piazzale Sala Gialla/Campo di calcio 14.00 - Il Parco dei bambini: giochi, mercatino, mostra scambio e altro. 15.00 - Laboratorio ceramica RAKU di Franco Chiappetta 15.00 - Museo Ferroviario / Fermodellistico del DLF: dimostrazione dinamica del funzionamento dei plastici ferroviari (a cura del Gruppo Fermodellistico DLF) 15.00 – In collaborazione con “The Warrior’s Show” - Animazione per bambini: magie, giocolerie, fiammate, equilibrismi e tante altre follie entusiasmanti. Zucchero filato, saltaballa gonfiabili, porta fai gol, spettacolo finale. Sala Gialla 15.30 - Sabato ring: Speciale Thai Boxe (a cura di Sempre Avanti) Sala Verde 17.00 - Maestri ed allievi in musica: pomeriggio musicale (a cura Scuola Musica DLF) Osteria Puccini 19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF) Arena Puccini 21.30 - Rassegna Express Festival: MATMOS (a cura Locomotiv Club) Campo calcio 21.30 - Ma le stelle stanno a guardare? Intanto le guardiamo noi! postazione telescopica (a cura gruppo Astrofili DLF) ● domenica 31 maggio Lago Sapaba 9.30 - Io pesco e tu…..? La Festa in gita al lago. Giornata di pesca, divertimento, primi piatti e mega grigliata in compagnia del Gruppo Pesca del DLF di Bologna (pranzo campestre € 12.00 da prenotare al 334 1972807 - Lucchetti) Osteria Puccini 19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF) Arena Puccini 21.30 - Rassegna Express Festival: AKRON FAMILY + WOMEN (a cura Locomotiv Club) Sala Gialla 21.30 - Serata di Ballo (a cura di Sempre Avanti) ● lunedì 1 giugno Campo calcio 17.30 - 1° “Memorial Ettore Bufalieri”: Torneo di calcio a 7 (semifinali e finale) Osteria Puccini 19.30 - Ristomusica dal vivo (a cura Musicarti DLF) Locomotiv Club 21.30 - Rassegna Express Festival: SUNN O + PAN SONIC (a cura Locomotiv Club) Per tutta la durata della festa • Stand gastronomico – ristorante dalle 19,00 (sabato anche a pranzo) • Bar – panini – piadine – bibite • Mostra collettiva: i pittori dell’Officina dell’Arte DLF Pianta della festa caccia Il pointer del cacciatore di Moreno Santandrea I l Pointer Club d’Italia in collaborazione con la FIDC Regionale Emilia Romagna e la FIDC Provinciale di Bologna ha organizzato questa manifestazione, che ha come obiettivo quello di avvicinare gli utilizzatori del Pointer che non partecipano a prove di lavoro o esposizioni ufficiali, e ampliare il campo di osservazione e controllo sulla popolazione dei soggetti impiegati alla caccia e sui prodotti dell’allevamento. La manifestazione, autorizzata dall’Enci come Prova Speciale in conformità al regolamento delle prove per cani da ferma, mira a controllare nei soggetti partecipanti il bagaglio di qualità attitudinali all’esercizio venatorio e una indispensabile conformità di tipo. Essa consiste in una prova di lavoro con selvatico abbattuto e una verifica morfologica il cui giudizio affidato a esperti giudici Enci. La manifestazione si è svolta il 4 Aprile presso la ATV Val di Zena a Pianoro (BO) gentilmente concessa dalla FIDC di Bologna, 20 i Pointer partecipanti anche extra regionali che, suddivisi in due batterie, si sono cimentati nella prova individuale su starne, nella prova a coppie e alla verifica morfologica. Purtroppo la stagione non è stata clemente, in quanto a metà mattina- ta la pioggia è scesa copiosa, ciò nonostante grazie all’ottima organizzazione la prova si è svolta regolarmente e la selvaggina si è dimostrata ottima volatrice. I giudici Enci Piero Frangini e Piero Monti hanno espresso soddisfazione per la qualità dei soggetti presentati riscontrando una buona tipicità di razza e corretta costruzione ed hanno stilato le classifiche come di seguito elencate: 1a Batteria Giudice Piero Monti 1° Penny f cond. Spina 2° Pluchin m cond. Magnani 3° Paco m cond. Cavallaro 4° Pepe m cod. Galvani 2a Batteria Giudice Piero Frangini 1° Basil m cond. Galli 2° Caelum Neve f cond. Zavaglia 3° Ivan m cond. Pieni Classifica finale dopo i turni in coppia e verifica morfologica 1° Basil m di Galli 2° Caelum Neve f di Zavaglia 3° Paco m di Cavallaro Alla fine, bagnati ma contenti, tutti a tavola con una fumante grigliata di carne e un buon bicchiere di vino. La tajadela scundè (la storia che ritorna) di Valter Serafini 1)Le Ronde e La Crisi Economica... nel ‘300 La crisi economica è al centro dei dibattiti odierni, così come lo è l’istituzione delle “ronde”, ma cosa succedeva a Bologna poco più di settecento anni fa? Il celebre notaio Rolandino dei Passeggeri, uomo d’idee Guelfe, nel 1265 si era dato alla politica con un’idea fissa, cacciare da Bologna gli odiati Ghibellini. La città era divisa tra chi simpatizzava per i Geremei, (favorevoli ai Guelfi), e chi per i Lambertazzi (favorevoli ai Ghibellini), e fu solo con una cruenta battaglia armata, segnata da morti, incendi e saccheggi, che nel 1274 Rolandino riuscì nel suo intento. I Lambertazzi e i loro seguaci furono costretti ad abbandonare Bologna, ma i disordini, però, continuarono. Allora Rolandino istituì una “ronda” di 2000 uomini armati, chiamata Compagnia della Croce, perché “vigilasse” sui reietti giorno e notte. Tutto ciò aumentò ancora le spese, e quando lo “statista-notaio” nel 1300 lasciò questo mondo, Bologna si trovò economicamente in ginocchio! Ed ecco le “soluzioni” adottate dai Governanti per risolvere la crisi finanziaria. 2)Bloccare gli stipendi ai muratori e a chi lavora nell’edilizia! 3)Ai matrimoni gli invitati devono essere poche decine, e il pranzo di nozze non superare le tre portate. 4)Nell’abbigliamento delle donne, lo strascico, (di moda a quei tempi), non deve superare i cinquanta centimetri. Seguono altre limitazioni, ma interessante è la postilla finale, dove si legge che i signori, gli ufficiali, e i dottori dello studio, unitamente alle loro mogli, sono esentati dal rispettare queste norme!” 11 turismo Panzèta in Patagonia visita la Penisola Valdes di Valter Serafini “G irare la PATAGONIA in auto da solo – dissero le ragazze dell’Agenzia Viaggi il Treno del DLF a Panzèta – sia per le enormi distanze da percorrere in zone completamente desertiche, sia per le pessime condizioni delle strade, non è consigliabile”- Fu questo il motivo per cui Panzèta accettò d’aggregarsi ad un gruppo, (prontamente trovato per lui dall’Agenzia Viaggi Il Treno), che da Buenos Aires sarebbe volato in PATAGONIA. Dopo due ore di volo Panzèta si trovò così nella PENISOLA VALDES, una delle RISERVE FAUNISTICHE PIU’ BELLE AL MONDO. Grande come la Provincia di Bologna, con oltre 400 km. di linea costiera, l’area, piatta come un biliardo, ha una vegetazione bassa e cespugliosa. Costantemente battuta da un vento sferzante, è abitata da animali che solitamente noi vediamo sui libri e nei documentari! Un luogo stupendamente selvaggio, caratterizzato dalla mancanza di “campo” per i cellulari, e dalla inesistente linea telefonica! Ci fu nel gruppo chi mugugnò, ma anche chi, come Panzèta, apprese la notizia come una liberazione dalla schiavitù del telefonino! Nel tragitto in pullman che intercorse 12 dall’aeroporto a PUERTO MADRYN, la guida locale preannunciò al gruppo l’avvistamento della Balena franca australe, presente in queste acque dal mese di Giugno ai primi di Dicembre. Panzèta, scettico, pensò che queste balene a rischio d’estinzione avessero altro da fare che farsi fotografare da un nugolo di turisti, ma dovette ricredersi! Appena al largo, infatti, apparvero diverse balene e alcuni balenotteri, che iniziarono a far salti ed evoluzioni facendo traballare l’imbarcazione! A quel punto il difficile per Panzèta non fu il restare in equilibrio sul natante, ma evitare le gomitate dei turisti, impegnati come lui nel fotografare un evento per tutti...unico! Dopo questa emozione, la guida accompagnò il gruppo ad osservare gli elefanti marini, che, quasi immobili sulla spiaggia, ad un primo sguardo possono essere scambiati per massi o dune di sabbia. I maschi, (che sono molto più grandi delle femmine), arrivano a pesare fino a 3.500 kg., e possono avere un harem anche di 100 femmine, (e c’è chi si lamenta dell’unica moglie che ha, pensò Panzèta!). Non mancò di fotografare poi i leoni marini, un po’ più piccoli degli elefanti e con un harem meno numeroso! Quando arrivarono a PUNTA DELGADA, Panzèta scoprì che l’albergo era una ex scuola della Marina Militare Argentina, con tanto di faro, e che era anche l’unica costruzione esistente, e ciò aggiunse fascino alla sua avventura! Passeggiare poi nella Steppa Patagonica armato di macchina fotografica, fu per Panzèta un’esperienza indimenticabile! La prima foto la scattò ad un armadillo che sgattaiolò subito nella tana. Poi fotografò un paio di lepri patagoniche (roditori abbastanza simili ai capibara), seguite da un gruppo di nandù, (un tipo di struzzo originario di queste zone), e alcuni guana- co, che si disputano con le pecore, (allevate libere per la carne e per la lana), il rado pascolo esistente. Non fu però facile per Panzèta, resistere a lungo allo sferzante vento patagonico, e si rese conto del perché la Penisola Valdes è praticamente disabitata! Quando fu accompagnato a PUNTA NORTE, Panzèta si stupì della colonia di pinguini di Magellano esistenti! Animali curiosissimi, emigrano su questa spiaggia da Agosto ad Aprile, e si avvicinavano alle persone senza timore, come se volessero fare amicizia, (è però proibito toccarli o dar loro cibo)! Fantastici! L’ultima tappa fu a TRELEW, una cittadina nata nel 1865 dallo spirito avventuroso di alcuni Gallesi, il cui orgoglio è il fantastico Museo Paleontologico. Il Museo è intitolato a Egidio Feruglio, un paleontologo italiano arrivato in Argentina nel 1925, che fece ritrovamenti eccezionali, tra cui diversi fossili di dinosauro! Allestito in modo stupefacente, è una esposizione assolutamente da non perdere! I cellulari, intanto, avevano nuovamente campo, e mentre tutti si tranquillizzavano, Panzèta sentenziò che la Penisola Valdes è un luogo così straordinario, che una persona, almeno una volta nella vita, “deve” visitare! cultura Si fa presto a dire scultura Le terrecotte di Guido Mazzoni e Antonio Begarelli in mostra a Modena di Renzo Pocaterra S ull’argomento fa testo la distinzione di Michelangelo che privilegiava l’arte del togliere da quella del mettere. E aveva naturalmente ragione. Non per nulla passava tanto tempo sulle pendici delle Apuane alla ricerca dei marmi nei quali già intravedeva le forme delle sue creazioni. Nelle regioni ricche di pietre naturali si è sviluppata nei millenni una tradizione fondata su martello e scalpello: per le pietre della pavimentazioni e delle costruzioni: case, palazzi, ponti, torri e castelli; per le decorazioni, capitelli, insegne, pietre tombali. Dal nord e dalla Toscana vennero a frotte scultori e scalpellini al servizio dei potenti. Tutto ciò che si vede scolpito in pietra in città, a cominciare dalle centinaia di capitelli che reggono gli archi dei portici, è in gran parte dovuto a ignoti scalpellini comaschi. L’Emilia, tolti i fragili macigni di arenaria dell’Appennino, non ha pietre naturali . Ha quindi dovuto sviluppare l’arte del laterizio e della terracotta. Mattoni e tegole per le case, terrecotte per le stoviglie (il cui nome stesso ha questo significato), le decorazioni e splendide figure in terracotta alcune delle quali sono giunte fino a noi. A Bologna abbia- mo avuto il pugliese Nicolò dell’Arca che ci ha lasciato le più belle terrecotte del mondo: la splendida Madonna di piazza che sta sulla facciata del Palazzo d’Accursio, l’aquila posta sulla facciata di San Giovanni in Monte e il Compianto di Santa Maria della Vita, considerato (con buona pace di Michelangelo) la più importante scultura del Quattrocento italiano. Non dimentichiamo poi che Bologna conserva le terrecotte del ferrarese Alfonso Lombardi. Il Compianto della cattedrale di San Pietro e il Funerale della Vergine in Santa Maria della Vita. A ben vedere qualche vantaggio, anche artistico, la terracotta ce l’ha in confronto al marmo. La sua leggerezza permette di ottenere una varietà di forme molto più difficili per il marmo Pensiamo agli abiti svolazzanti ed alle braccia spalancate della Maddalena di Nicolò. Questi particolari sono molto evidenti nelle opere di Guido Mazzoni (1450 ca-1518) e Antonio Begarelli (1499 ca-1565) in mostra a Modena, dal 21 marzo al 7 giugno, al Foro Boario e, per alcuni gruppi di difficile rimozione, in alcune chiese cittadine. Mazzoni e Begarelli ci mostrano anche un aspetto che nelle terrecotte bolognesi è andato perduto: la policro- Begarelli: Testa di Cristo Mazzoni: Testa di vecchio mia. La terracotta, come il legno e la ceramica, prende bene il colore e fa dell’immagine scolpita un dipinto tridimensionale. L’effetto ottenuto è tanto forte e realistico che non poche di queste opere poste nelle chiese, ne sono state private perché la loro evidenza distraeva i fedeli dalle funzioni. Secondo alcune testimonianze la figura della Maddalena, con gli abiti svolazzanti, coloratissimi ed aderenti al corpo, distraeva e turbava addirittura i sacerdoti che officiavano i riti sacri. Molte delle sessanta opere di Guido Mazzoni e Antonio Begarelli, esposte al Foro Boario hanno mantenuto i colori originali con effetti, in alcuni casi, di impressionante realismo. Si tratta di due grandi artisti poco conosciuti e poco studiati anche nella loro città come dimostrano alcune opere scoperte recentemente e qui presentate. Questo è il merito principale della mostra che mette anche in evidenza le relazioni che vi sono state fra scultura e pittura. Così Nicolò dell’Arca ha tratto ispirazione per il compianto da Ercole de Roberti e il Mazzoni dallo stesso Nicolò, mentre Antonio Begarelli non è sfuggito al fascino della grazia raffinata di Antonio Allegri. Un altro grande vantaggio della terracotta sulla pietra naturale è dato dalla possibilità di comporre gruppi di figure ottenendo suggestivi effetti pittorici tridimensionali. Il soggetto più frequente di queste composizioni è il Compianto, la scena drammatica della disperazione dopo la deposizione di Gesù dalla croce. Degli apostoli è presente il solo Giovanni, l’unico che assistette alla crocifissione. Vi sono poi: Giuseppe di Arimatea, che tolse Gesù dalla croce, lo avvolse nella sindone e gli fornì il sepolcro, e le tre Marie, la Madonna, Maria di Salome e Maria Maddalena, colei che appare sempre la più disperata e inconsolabile. Può esservi anche Nicodemo, il santo che, insieme a Giuseppe di Arimatea, imbalsamò Gesù. Nella mostra sono presentati numerosi Compianti. Altri gruppi sacri sono conservati nelle principali chiese di Modena: fra questi consigliamo la Deposizione di Cristo dalla croce nella Chiesa di San Francesco, il Compianto nella Chiesa di San Pietro e Gesù in casa di Marta e Maria in San Domenico. Sono tutti del Begarelli e sono bellissimi. 13 opinioni A proposito di Galilei... di Giovanni Fortuzzi L’ articolo Attualità della “Vita di Galileo” e di “Il fuoco della Ragione”, pubblicato in questa stessa rivista (marzo 2009, pag. 10) mi sembra un concentrato di luoghi comuni che dimostra come l’ideologia “razionalista” sia incapace di leggere obiettivamente la realtà, accusando la Chiesa di un oscurantismo che invece è proprio caratteristico di un certo laicismo di basso profilo. Premesso che i processi subiti da Galileo e Giordano Bruno (come da tanti altri) da parte dell’inquisizione romana sono stati un fatto gravissimo contro la libertà di pensiero e contro la verità scientifica, vorrei ricordare che di questi errori commessi la Chiesa ha piena consapevolezza e già da lungo tempo ne ha chiesto pubblicamente perdono a Dio e agli uomini; del resto, è già un grande atto di umiltà il fatto di chiedere perdono di colpe commesse da altri, come è stato fatto negli ultimi decenni dai Papi e dai rappresentanti della Chiesa universale: se lo si è fatto, è proprio nella consapevolezza che i peccati di ciascun membro della Chiesa fanno male a tutta la Chiesa e al mondo intero, essendo una controtestimonianza rispetto all’insegnamento del Vangelo. Peccato che non ci sia la stessa umiltà da parte di molti nel riconoscere le colpe contro la Chiesa e i cristiani; che nessuno metta in luce la persecuzione costante e ingiusta nei confronti dei discepoli di Cristo in tutto il mondo. In un’epoca dove si fa della libertà di pensiero e di espressione la bandiera della “mondo moderno”, gli unici che non hanno diritto di esprimere il proprio pensiero sono pro- 14 prio i pastori della Chiesa e i cristiani coerenti con la verità della fede che professano. Questo è il risultato dello “sviluppo della società laica rinascimentale e moderna”, che ha cercato di mettere a tacere la Chiesa in tutti i modi, anche con la violenza (basti pensare alla rivoluzione francese, portatrice – a suo dire di “libertà, uguaglianza, fraternità”). E anche oggi la violenza di questo laicismo razionalista è sotto gli occhi di tutti, anche se è vietato chiamare le cose con il loro nome. Ogni giorno, quante vittime innocenti della cosiddetta scienza e del progresso (aborto, eutanasia, soppressione di embrioni usati per soddisfare i capricci delle persone, eugenetica… tutte cose condannate se fatte dai nazisti, ma che ora si fanno con tutta naturalezza, rivestite di parole che le fanno diventare buone: libertà della donna, rispetto della sofferenza umana, diritto al figlio, diritto al figlio sano e bello, eccetera). Facile deplorare la violenza di un’Inquisizione del XVI secolo, dove la condanna a morte era considerata normale prassi per eliminare i nemici della pace e della verità; ma perché non lo si fa anche per le vittime delle ideologie derivate dall’illuminismo e dal rinascimento? Tanto di cappello a Galileo, un grandissimo scienziato e cercatore della verità (fra l’altro amico del Bellarmino che lo ammirava e che lo consigliò di ritrattare certe sue tesi per difenderlo da guai peggiori); riconosciamo la libertà intellettuale di Giordano Bruno (che pure fu giustamente dichiarato eretico dalla Chie- sa per le sue dottrine che anche oggi possiamo ben ritenere false, e talmente confuse da essere parimenti condannato dai luterani e dai calvinisti, da cui cercò successivamente rifugio!). Ma perché non si riconosce la stessa libertà intellettuale di grandi teologi e filosofi cristiani che hanno illuminato tutti questi secoli con la loro sapienza profetica? Perché liquidare i secoli XVI e XVII come i secoli della violenza di una “Fede organizzata”, tutta chiusa nella difesa di posizioni indifendibili, dimenticando una fioritura di santità e di esempi di amore per i poveri proprio in quel periodo così forte? Solo per ricordare alcuni nomi: Tommaso Moro (laico ucciso per la sua fedeltà al Papa e la sua coerenza di vita e di morale), Francesco Saverio (missionario in Cina e India, che deplorava l’assenza in quelle terre di tutti quei “sapienti” delle università europee che sapevano solo fare bei discorsi), Filippo Neri (fondatore degli oratori per l’assistenza e l’educazione dei giovani), di questi e di tanti altri non si ricorda nessuno, ma senza di loro, cosa sarebbe il nostro mondo? Un’ultima nota sul rapporto fede-ragione, considerati “due metodi di pensiero non conciliabili, dato che la scienza è “portatrice di verità”, mentre la fede è “portatrice di menzogna e sostegno del potere”. La loro coesistenza pacifica, dice il nostro autore, è possibile solo grazie al “pensiero laico e democratico”. In questo modo non si fa altro che condannare la ragione come “dogmatica”, una controparte di una fede altrettanto “dogmatica”. Questa visione mi sembra un po’ sorpassata! Perfino Galileo condannerebbe queste affermazioni. Si tratta infatti di una distinzione di campi, non di una contrapposizione per cui una è la verità e l’altra è la menzogna! Non si può condannare la mentalità chiusa della Chiesa al tempo di Galileo, se poi se ne assumono i medesimi principi! Fede e ragione sono due aspetti complementari della vita dell’uomo, dato che si occupano di due aspetti della realtà e della verità. La scienza si occupa di rispondere alle domande su ciò che si sperimenta coi sensi, mentre la fede dà le risposte al senso delle cose e della realtà. L’una senza l’altra è monca e non può avanzare, come noi abbiamo bisogno di due gambe per stare in piedi e camminare! “Credo per comprendere e comprendo per meglio credere” era il detto di Sant’Agostino Dottore della chiesa e filosofo del IV secolo. Invito l’autore, prima di fare certe affermazioni, di ascoltare la voce dello stesso Galileo, che aveva ben chiaro questo concetto, e di leggersi l’enciclica “Fides et Ratio” di Giovanni Paolo II, come anche il magistero di Benedetto XVI, molto attento a questi temi. lavoro Amianto: un subdolo assassino Un materiale straordinario che uccide senza pietà di Romano Cattani O rmai, oggi, tutti sanno quanto sia pericoloso lavorare a contatto con questo materiale e, di conseguenza, inalarlo. I minuscoli aghetti che compongono l’amianto, se inalati, si annidano per anni nei polmoni e quando si manifestano, anche dopo 25 o 30 anni, non c’è più nessuna speranza e nel giro di pochi anni, per le persone colpite non c’è più rimedio. Fino agli anni settanta non si era dato il necessario peso al problema e il personale continuava a lavorare in presenza del pericolo senza le necessarie protezioni. Nell’ambiente ferroviario, anche se in ritardo, e a seguito di spinte delle rappresentanze sindacali, si cominciò ad attivare un programma di protezione delle lavorazioni necessarie per le opportune decoibentazioni del materiale ferroviario dove l’amianto aveva trovato applicazione su larga scala. Intanto, però, chi era stato colpito, col passare degli anni, ne subiva le ter- ribili conseguenze. Venne anche attuato un programma di visite mirate ma, sappiamo bene che, sarebbero servite solo per anticipare il nefasto verdetto. Nel frattempo questo materiale è stato messo fuorilegge solo nel 1992. Questo accadeva nell’ambiente ferroviario, invece l’industria privata ha continuato per anni a produrre amianto e suoi derivati. Ancora oggi ci sono strut- L’angolo della poesia ture pubbliche e private ove non è stata fatta nessuna sanatoria, per non parlare delle discariche abusive ove si butta di tutto e di più. Del problema, in seguito, se ne è occupata anche la magistratura che, accogliendo le denuncie dei famigliari delle vittime e delle organizzazioni sindacali, si è attivata in indagini e processi. Di recente si è concluso un processo, per le morti avvenute in una delle officine ferroviarie della nostra città ove si è riconosciuta la responsabilità di alcuni dirigenti che avevano operato in quegli anni. Ma il problema è ben lungi dall’essere risolto in tutte le sue ramificazioni, per l’amianto e per tanti altri prodotti nocivi che il personale operaio si è trovato a manipolare prima che ci si attivasse con provvedimenti protettivi adeguati. Luigi Lepri (Gigén Lîvra – 2002) Da Dscårret in bulgnaiś? Di Daniele Vitali Prêda bulgnaiśa Pietra bolognese am pèr ed capîr i quî che t pû cuntèr. T naséss int na furnès, e däntr ed té S én amucè méll våuś ch’a vrévv dśgatièr. I én våuś che cme una spånga t è asurbé mi pare di comprendere i fatti che puoi raccontare. Sei nata in una fornace, e dentro di te Si sono ammucchiate mille voci che vorrei districare. Sono voci che hai assorbito come una spugna E mé ai sént tótti. Algrî o gran dulûr, suffrétt ch’al bói, ciâcher int un ruglàtt, bån säns,famai, padrón e servitûr, E io le sento tutte. Allegria o grande dolore, soffritto che bolle, chiacchiere dentro un capannello di persone, buon senso, famiglie, padroni e servitori, batâli ed libartè, pòpol bandàtt. E po’ stra l våuś e i méll e méll armûr A sént la melodî dal mî dialàtt. battaglie per la libertà, popolo benedetto. E poi, tra le voci e i mille e mille rumori Sento il dolce suono del mio dialetto. Prêda, Prêda ed Bulåggna, se ascultèr An è l amstîr ed tótt, adès t î qué Bän strécca int äl mî man, a vói pruvèr A sénter quall t um dî. Adèsa sé, Pietra, pietra di Bologna, se l’ascoltare non è mestiere di tutti, adesso sei qui ben stretta nelle mie mani, voglio provare di sentire quello che mi dici. Ora sì, 15