Geox rinvia il rilancio e il 2013 resta caratterizzato
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Geox rinvia il rilancio e il 2013 resta caratterizzato
Geox rinvia il rilancio e il 2013 resta caratterizzato dal segno negativo Il gruppo veneto si prepara a chiudere il 2013 con ricavi tendenti ai 750 milioni, pari ad una flessione prossima al 10% come nei primi sei mesi dell’anno, e un Ebitda in ulteriore contrazione ma comunque superiore ai 20 milioni se risulteranno confermate le ipotesi che indicano un Ebitda margin nell’ordine del 3 per cento; questo in quanto anche nella seconda parte dell’anno dovrebbe essere riprodotta la riduzione di sette punti percentuali come riscontrato al 30 giugno. Il conto economico dovrebbe quindi chiudersi con un saldo in rosso e il rosso dovrebbe comparire anche sulla posizione finanziaria se verranno confermati gli investimenti nei nuovi negozi. Risultati condizionati dal permanere delle difficoltà congiunturali in Europa, ove Geox realizza oltre il 76% dei ricavi, di cui circa il 32% in Italia, mercato ancora caratterizzato dalla recessione. Scenario aggravato da alcune caratteristiche specifiche quali una certa disaffezione dei consumatori, forse anche perché la crisi ha portato a una riduzione dell’attenzione sulla tecnologia non sostituita dall’aumento del contenuto fashion, mentre permangono segnali di debolezza nel canale wholesale ed anche nei negozi gestiti direttamente con inevitabili ricadute sulla redditività. Una serie di caratteristiche penalizzanti che, salvo sorprese, dovrebbero riprodursi anche nel 2014 facendo slittare il riscatto a quando si consoliderà la ripresa in Europa e si presenterà l’inversione del trend in Italia. Ipotesi a cui sono vincolate anche le attenzioni degli analisti, che riservano a Geox valutazioni negative anche se ricordano che potrebbe rappresentare un’opportunità di investimento per chi vuole scommettere sulla ripresa congiunturale. NYC - Madison Ave negozio Geox Geox non è ancora riuscita a superare la crisi annunciatasi nel 2008 Geox continua a soffrire e registra l’ennesima contrazione di ricavi e margini, lasciando definitivamente nel cassetto dei ricordi i tassi di crescita a doppia cifra, spesso nell’ordine del 30 per cento, che hanno caratterizzato i primi tredici anni della sua storia. Fondata nel 1995 da una geniale intuizione del suo fondatore, Mario Moretti Polegato, ancora oggi presidente di Geox, il gruppo ha infatti conseguito una crescita sfavillante fino al 2009, anche se i primi sintomi dell’inversione del trend sono emersi nel 2008 quando la crisi finanziaria originata dai mutui sub-prime americani si è scaricata sull’economia reale del globo terrestre. La retromarcia è però emersa in modo netto partire dal 2009 e da allora, come ribadiscono gli analisti, “la Geox non è più riuscita a invertire il trend, lasciando invece intravvedere le amare conseguenze del declino in assenza di una strategia che sappia correggere gli effetti di una crisi che continua a mietere vittime”. Mario Moretti Polegatto, Presidente del gruppo Geox Erosione sostanzialmente costante e ancora oggi presente. Dinamica i cui sintomi si sono manifestati a partire dal primo semestre 2008, quando per la prima volta i conti hanno messo in luce quella decrescita, allora ancora felice, dei tassi di sviluppo e dei principali indicatori reddituali. I ricavi dei primi sei mesi di cinque anni fa hanno infatti continuato a crescere a doppia cifra, anche se la velocità è scivolata da un più 28% del 2007 ad un più 21% del 2008, mentre la crescita dell’Ebitda è crollata dal 36% ad un misero 5% e ancora peggio è andata all’Ebit, i cui tassi di sviluppo sono passati dal 39% del primo semestre 2007 a un risicato più 4% di dodici mesi dopo. La redditività ne ha quindi risentito e l’Ebitda margin è scivolato dal 28,9% dei primi sei mesi del 2007 al 25,5% del primo semestre 2008, quando anche il ros ha perso quasi quattro punti al 22% pur restando a livelli di eccellenza. Giorgio Presca, Ceo del gruppo Geox Marcata, invece, la contrazione della generazione di cassa e delle disponibilità finanziarie. La prosecuzione della politica di aperture di nuovi negozi e i massicci investimenti che questa strategia ha richiesto ha infatti ridotto il free cash flow da oltre 41 a meno di sette milioni nel periodo considerato, mentre la disponibilità finanziaria netta ha registrato lo stop della crescita dopo aver raggiunto 107 milioni alla fine del 2007. Da allora si è così avviata quella lenta ma inesorabile flessione che di fatto porterà al sostanziale azzeramento delle disponibilità: al 30 giungo 2013 la cassa netta si era ridotta a 13 milioni rispetto agli 80 di 12 mesi prima e per fine anno tale valore risulterà inesorabilmente negativo, salvo sorprese. Geox resta ancora sovraesposta all’Europa e all’Italia Fatturato per area geografica del gruppo Geox Declino rintracciabile anche negli aggregati economici già dai primi sei mesi del 2009, quando Ebitda, Ebit e risultato netto diminuiscono, testimoniando gli effetti della crisi emersa nella tarda primavera del 2007 a causa della richiamata esplosione della bolla dei mutui sub-prime americani. Una crisi che ha devastato i mercati finanziari mondiali rendendo necessario l’intervento dello Stato nell’economia con l’obiettivo di porre un argine al dissesto, anche se, purtroppo, si sono susseguiti i fallimenti di primarie istituzioni negli Stati Uniti e in Europa. Il vero dramma emerge però con violenza nell’autunno del 2008, dopo il fallimento della banca d’affari americana Lehman, quando la crisi finanziaria si è estesa all’economia con effetti devastanti in Europa e nel nostro paese, ove si concretizza il blocco degli ordini con una caduta verticale del fatturato e della redditività di quasi tutte le attività. E al 30 giugno 2008 l’Europa rappresentava ancora quasi l’82% dei ricavi consolidati, seppur cinque punti inferiori al 2006, di cui 36,6 rappresentati dall’Italia, che nel 2006 era al 42,4 per cento. Valori dai quali emerge l’eccessiva esposizione a una delle aree che sarà fra le più colpite da una crisi che, purtroppo, non è ancora stata pienamente superata accanto a quella recessione che ancora caratterizza l’Italia. Fatturato per business del gruppo Geox Sovraesposizione i cui effetti sono evidenti dai conti dei cinque anni successivi poiché dal 2008 il trend è decrescente e la decrescita non è ancora finita se solo consideriamo che i primi sei mesi del 2013 si sono chiusi con ricavi in flessione di circa il 10% a 387 milioni ed Ebitda margin in contrazione di ben sette punti dal 12,7% del 30 giugno 2012 al 5,7% del 2013. Nel contempo l’Ebit rettificato è crollato dai 37 milioni dello scorso anno ai 6,8 milioni del 30 giugno 2013 e la cassa netta si è bruscamente ridimensionata da 80 a 13 milioni. Anche nei primi sei mesi del 2013 continua la flessione di ricavi e margini Dati a fronte dei quali il consiglio di amministrazione di Geox ha rilevato che: “il primo semestre del 2013 si è concluso con un risultato condizionato dalla difficile e perdurante congiuntura economica che sta colpendo Paesi per noi rilevanti come quelli dell’Europa mediterranea, per i quali è molto difficile prevedere i tempi di ripresa. Il 2013 sarà quindi, come già anticipato, un anno di transizione in cui il Gruppo, grazie alla solidità patrimoniale e finanziaria di cui gode, continuerà a investire con determinazione sia nello sviluppo di nuovi prodotti, sia nel bilanciamento geografico delle vendite. L’obiettivo è cogliere le rilevanti potenzialità di crescita, in particolare in mercati come Cina, Hong Kong e Russia dove la presenza del Gruppo è ancora limitata ma in rapida e positiva espansione. Questi fattori hanno indotto il Management a intraprendere forti azioni di riorganizzazione, razionalizzazione e focalizzazione del business che costituiranno una solida base per la realizzazione di un Business Plan 2014-2016, in fase di completamento, finalizzato al perseguimento del ritorno alla crescita e alla redditività”. Prodotti gruppo Geox Congiuntura e bassa diversificazione geografica pesano sui conti Un messaggio di fiducia rettificato nella parte del comunicato ove si descrive la possibile evoluzione dei conti. Sezione nella quale il comunicato della Geox precisa che: “nel primo semestre 2013 il contesto macroeconomico e finanziario si è confermato difficile in Europa, soprattutto nell’area del Mediterraneo, con il verificarsi di politiche di crescente inasprimento fiscale, restrizioni dell’accesso al credito per la distribuzione commerciale e peggioramento delle aspettative dei consumatori. In questo contesto il management ha ritenuto di adottare prudenti politiche di contenimento del rischio di business, di razionalizzazione della rete di vendita, di controllo del circolante e di attenzione alla marginalità che si sono concretizzate, tra l’altro, in selettive cancellazioni di ordini di clienti in difficoltà finanziaria. Considerando le aspettative generalizzate di permanenza delle suddette criticità anche nel proseguo del 2013, specialmente in paesi commercialmente importanti come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia, il management ipotizza che, nel secondo semestre, il canale wholesale baricentrato sull’Europa mantenga segnali di debolezza e che le vendite comparabili (comparable same store sales) dei negozi gestiti direttamente possano risultare leggermente inferiori a quelle dello stesso periodo dell’esercizio precedente. Di conseguenza l’obiettivo prefissosi di mantenimento del fatturato del secondo semestre dipenderà dal successo nella realizzazione del piano di aperture di negozi monomarca, gestiti direttamente ed in franchising, e dall’effettivo andamento delle vendite comparabili. A fronte di questa situazione il Gruppo Geox ha reagito con importanti investimenti relativi ad aperture di nuovi negozi e al potenziamento delle strutture commerciali in Asia, nei paesi dell’Europa dell’Est e in Russia che ci permetteranno di cogliere, in futuro, le rilevanti potenzialità di crescita di questi paesi dove la presenza del Gruppo è ancora limitata, seppur in rapida e positiva espansione. I suddetti fattori, la necessità di ricorrere a iniziative promozionali per favorire le vendite, ed in particolare la perdurante debolezza del canale Wholesale con la conseguente maggior importanza dei negozi gestiti direttamente, porteranno però, anche nel secondo semestre 2013, ad una pressione sul risultato operativo comparato con lo stesso periodo dell’esercizio precedente con le stesse dinamiche di quella verificatasi nel primo semestre. ll Management ha pertanto intrapreso forti azioni di riorganizzazione, razionalizzazione e focalizzazione del business volte ad una semplificazione delle attività ed alla riduzione dei costi del Gruppo”. amphibiox geox Conto economico e indici per azione... Stato patrimoniale e grado di... A fine 2013 anche la disponibilità finanziaria sarà finita Cassa gruppo Geox L’Ebitda margin dovrebbe quindi continuare a flettere con gli stessi ritmi della prima parte dell’anno e registrare anche nel secondo semestre una contrazione di circa sette punti collocandosi sostanzialmente vicino allo zero rispetto al 7,7% del secondo semestre del 2012. In ragione d’anno, il 2013, dovrebbe così presentare un margine in forte flessione e risultare nell’ordine del 3% dopo che il primo semestre aveva messo in luce una contrazione dal 12,7 al 5,7% come ricordato. L’Ebitda dovrebbe di conseguenza posizionarsi poco al di sopra dei 20 milioni sulla base di un giro d’affari che dovrebbe collocarsi non troppo lontano dai 750 milioni rispetto agli 807 del 2012. Anche in questo caso dovrebbe essere infatti riproposta la dinamica della prima parte dell’anno e cioè il calo di quasi il 10 per cento. È quindi probabile che il conto economico riproponga il rosso del primo semestre e che anche la cassa netta scivoli al rosso se verranno confermate le politiche di investimento indicate anche nella citazione sopra esposta. Uno scenario che difficilmente troverà un turnaround nel 2014, salvo l’emergere di novità sul versante congiunturale europeo e italiano in particolare. Questo in quanto non sono ancora emerse in modo deciso le iniziative che il management dovrebbe attuare per riportare il gruppo sui binari della crescita, congiuntura permettendo. Interventi necessari per dare una risposta anche si numerosi quesiti che gli operatori e gli analisti si pongono in merito a come risolvere la costosa avventura nell’abbigliamento; come riposizionare il prezzo di un prodotto, le scarpe, considerato eccessivo rispetto alla qualità percepita; come riportare il focus sulle calzature ridando vigore a quella tecnologia che ha rappresentato una chiave del successo del passato, cercando nel contempo di arricchire la componente fashion sia per l’uomo che per la donna; come aumentare la presenza nei Paesi emergenti a scapito di quelli maturi quali il vecchio continente e l’Italia, che però potrebbero rappresentare un trampolino di lancio qualora il nostro Paese ritrovi il percorso di crescita; come dare una soluzione al ruolo dei negozi multimarca che da troppo tempo soffrono anche per tutti gli elementi sopra esposti, pur considerando che oggi i negozi diretti, Dos, scontano la progressiva perdita di fatturato e ciò rende difficile assorbirne i costi di gestione con un effetto leva amplificato. Numero di negozi del gruppo Geox Il futuro rischia quindi di presentarsi ancora grigio, se si escludono gli sprazzi di rosso già emersi nei conti 2013, e sono una vera rarità gli analisti che si azzardano a ipotizzare l’evoluzione dei principali aggregati, anche se il “sentiment” del mercato resta negativo pur aprendo uno spiraglio qualora la congiuntura in Europa, e in particolare in Italia, volga al bello. Scenario condizionato anche dalle scelte di un management che troppo spesso dimostra scarsa sensibilità alle esigenze del mercato e della comunicazione finanziaria, “mettendo in luce una capacità percepita sicuramente inferiore alle reali doti, anche se forse il fondatore dovrebbe fare alcune riflessioni in merito”. Cassa gruppo Geox Ebitda adjusted gruppo Geox Analisti – il sell è pressoché unanime, ma c'è chi intravvede la luce, congiuntura permettendo Coverage and consensus Geox Intermonte ripropone l’underperform con prezzo obiettivo a 1,8 euro in quanto “deve ancora completare il piano di efficientamento e la riorganizzazione della rete distributiva, in particolare in Italia”. Siamo negativi anche perché, aggiunge l’analista, “resta sovraesposta all’Europa e poco presente nei Paesi emergenti in forte crescita, mentre il posizionamento dei prodotti non è stato definito con puntualità dopo che il cliente tipo è stato fra quelli più colpiti dalla crisi che ha attraversato l’Europa e continua a pesare sull’Italia”. Questo anche se, completano all’Intermonte, “Geox potrebbe riservare sorprese positive dopo aver sottoperformato e qualora si palesi la ripresa dei consumi nel nostro Paese”. Equita mantiene il reduce con target a 1,9 euro perché “il settore continua a essere caratterizzato da una forte competizione, in particolare nel canale multimarca, che rappresenta ancora più del 40% dei ricavi, mentre l’esposizione all’Europa resta superiore al 75% e quindi eccessiva, con l’Italia ancora prossima al 32% nonostante il permanere di una recessione che falcidia i ricavi”. La cautela è quindi d’obbligo in quanto, completa l’analista, “restiamo in attesa dell’evoluzione dello scenario macro in Italia e in Europa, oltreché di una maggiore visione su cosa vuole fare l’azienda per interrompere l’emorragia di ricavi e margini, mentre la cassa si è praticamente esaurita ”. Banca Akros rilancia il reduce perché “la società è bloccata e non riesce a concretizzare il turnaround di una ristrutturazione che dura da troppo tempo senza dare uno scossone percepibile e sostanziale. In sostanza – prosegue l’analista – non si vedono ancora i frutti degli sforzi realizzati negli ultimi due anni, mentre i ricavi continuano a flettere e non emergono gli effetti sui conti delle iniziative attuate”. Questo anche perché, completano a Banca Akros, “non è ancora stato definito con puntualità il posizionamento dei prodotti dopo che si è affievolito il tema tecnologico”. Banca Imi conferma il giudizio negativo “in attesa di capire come verrà riposizionato il prodotto Geox e quali saranno le influenze sul business dell'elevata esposizione all'Europa e al bacino del mediterraneo, oltreché dell'elevato peso della distribuzione wholesale, che negli ultimi anni ha messo in luce un andamento particolarmente volatile”. La cautela è d’obbligo anche se, completa l’analista, “forti segnali di ripresa dell’economia europea, e italiana in particolare, potrebbero dare nuovo appeal al titolo considerando che gli attuali multipli restano sotto la media del settore. Deutsche bank ripropone l’hold con prezzo obiettivo a 2,2 euro perché “la quotazione sconta già tutte le difficoltà in cui il gruppo è incappato, mentre novità positive potrebbero giungere dall’evoluzione della congiuntura in Europa oltreché dalle attese risposte ai temi del posizionamento del prodotto, delle priorità industriali e della visione sull’evoluzione del business. Una serie di risposte che il mercato attende inutilmente da troppi trimestri”. Raccomandazioni analisti per titolo Geox Exane mantiene l’underperform con prezzo obiettivo a 1,5 euro perché “la società soffre anche della non favorevole combinazione fra i costi di produzione, sostenuti principalmente nei mercati emergenti e quindi soggetti all’inflazione e al gioco dei cambi, mentre i ricavi sono concentrati in Europa, il cui peso è superiore al 75 per cento, con l’Italia che continua a rappresentare quasi il 32% rendendo difficile trasferire gli aumenti dei costi sui prezzi. Questo anche a causa del permanere di uno scenario macro difficile e della competizione nel settore mass market”. Goldman Sachs ripropone il sell in quanto “continuerà a sottoperformare i marchi del lusso e del retail finché non comincerà a registrare una crescita stabile nei ricavi e nei margini operativi, su cui si riflette anche l’effetto leva causato da una flessione delle vendite nei Dos. In questa fase riteniamo quindi sia prematuro individuare un aumento nella performance operativa poiché i principali mercati restano sotto pressione e la rete retail rimane sotto utilizzata”. Banca Profilo ribadisce l'hold, ma taglia il target price da 4,30 a 2,60 a causa "dell'alta esposizione all’Europa e in particolare all’Italia, dove permane la recessione, mentre resta contenuta la presenza in Usa e nell'area del Pacifico, regioni in cui ci aspettiamo una crescita decisamente più forte". L'analista prosegue affermando che le principali ragioni del taglio delle stime sono da ricercarsi “nella riduzione dell'attività economica, con le conseguenze negative sulle spese dei consumatori, e nell’intensificarsi delle tensioni nei mercati finanziari, oltreché nelle nuove misure fiscali restrittive attuate da diversi Paesi europei che avranno probabilmente l'effetto di contrarre il reddito disponibile delle famiglie rappresentando così un freno al consumo". Borsa - Geox scatta oltre i 2 euro, ma la volatilità resta elevata e le incognite numerose. Geox si gode un attimo di gloria con le quotazioni che nell’apertura di venerdì 11 hanno messo in luce un balzo di quasi il 3% al di sopra di quota 2,3 euro sostenute anche dalle aspettative sulla positiva evoluzione del shutdown americano, e, magari, anche di una possibile ricaduta sull’economia globale, Italia inclusa. Una variabile, questa ultima, considerata da molti analisti la chiave per il riscatto di un titolo che ha sofferto decisamente molto negli ultimi anni. Il tutto dopo che venerdì 4 il titolo era risalito dell’1,74% di sopra di 2,1 euro, mentre nel corso della settimana aveva denotato una serie di saliscendi a testimonianza della volatilità che caratterizza il titolo e più in generale la Borsa dalla crisi dei mutui sub-prime americani della tarda primavera del 2007. Una ripresa, quella della fine della scorsa settimana, connessa pure al superamento, almeno momentaneo, della crisi politica che stava riportando l’Italia nel caos con le inevitabili conseguenze sui listini. Questo anche se è doveroso ricordare che il triplo salto mortale con avvitamento realizzato da Silvio Berlusconi nel tentativo di riportarsi al centro della scena votando la fiducia al governo guidato da Enrico Letta apre nuovi scenari di incertezza sulla tenuta del quadro politico emerso dopo la condanna di Berlusconi per frode fiscale. Geox, comunque, si è riportata venerdì 11 al di sopra di 2,3 euro e quindi ben oltre il minimo storico di 1,47 euro registrato il 24 maggio alla fine dell’ennesimo trend decrescente che ha colpito i titoli della multinazionale veneta salita agli onori della cronaca con il successo delle scarpe che respirano. Una tecnologia perseguita con determinazione da Mario Moretti Polegato, fondatore e artefice del successo di una formula oggi entrata in crisi anche perché non si è completato il superamento dei supporti che hanno determinato il grande successo delle scarpe che respirano: la tecnologia. In sostanza, ricordano gli analisti, “il consumatore non si accontenta più del tema tecnologico, anche perché non ne percepisce l’evoluzione, e chiede altre motivazioni come la qualità e la moda di un prodotto aspirazionale”. Contenuti che evidentemente il consumatore non trova più in Geox, che da troppi semestri mette in luce una costante erosione di ricavi e margini. Questo anche perché il rapporto costi-ricavi soffre la scelta di realizzare i prodotti nei paesi emergenti caratterizzati da un aumento continuo dei costi e sottoposti all’effetto cambio, mentre i ricavi sono concentrati in Europa, il cui peso supera il 76% del fatturato globale, con l’Italia ancora vicina al 32 per cento. Mercati penalizzati dalla congiuntura poiché il continente europeo continua a soffrire di uno scenario macro difficile, con l’Italia che da oltre due anni vive in una pesante recessione. Scenari all’interno dei quali il cliente tipico di Geox, come ricordano gli operatori, “è fra quelli che ha sofferto di più e quindi ha reagito con la non disponibilità a pagare un costo considerato eccessivo rispetto a quanto gli viene offerto anche perché, forse, l’attenzione alla qualità è stata distratta dalla forte crescita conseguita per molti anni”. Il format Geox, ricordano gli analisti, “è andato in crisi anche perché è venuto meno ciò che i consumatori si attendono da una azienda che si è presentata per troppo tempo come l’avanguardia tecnologica per il benessere di chi deve o vuole indossare scarpe di gomma. E la filosofia non è cambiata quando il gruppo ha ampliato la gamma realizzando scarpe in cuoio sia per uomini sia per donne senza però modificare il posizionamento e quindi rendendo difficile giustificare prezzi considerati eccessivi rispetto alla qualità e alla percezione dell’offerta”. E le quotazioni hanno seguito, accentuandola, la flessione dei ricavi e dei margini. I prezzi sono così crollati dai picchi storici del 2007, quando il titolo, il 31 ottobre, aveva raggiunto il massimo di 16,5 euro e cioè circa quattro volte il prezzo del collocamento dell’autunno del 2004, conservando però quella volatilità introdottasi a seguito della crisi dei mutui sub-prime della tarda primavera del 2007 (vedere servizi in pagina). Dinamica presente anche in questo 2013 poiché i prezzi sono passati dal massimo di 2,8 euro del 28 gennaio al minimo di 1,8 euro del 21 giugno; un crollo del 36% in cinque mesi anche se i prezzi attuali restano sostanzialmente allineati a quelli di sei mesi fa, in quanto all’inizio di aprile le quotazioni hanno registrato per due volte valori inferiori a 2,1 euro, e anche a quelli di 12 mesi or sono poiché le quotazioni di fine settembre e inizio ottobre erano ancora vicini o inferiori a 2,1 euro. Ma le oscillazioni risultano ancora più forti in periodi più corti poiché, ad esempio, i prezzi dell’azione Geox sono scesi dai 2,396 euro del 15 maggio ai citati 1,8 euro del 21 giugno; trentun giorni borsa nel corso dei quali il titolo ha perso il 25% del proprio valore. Nonostante ciò, comunque, gli analisti restano negativi e il sentimento più diffuso resta la cautela “in attesa di conoscere quali saranno le scelte strategiche di un gruppo che potrebbe incorporare un potenziale importante” poiché, come ricordano gli stessi analisti, “Geox resta sovraesposta all’Italia, oltreché all’Europa, e quindi si può scommettere sull’uscita dalla recessione del nostro Paese puntando sulle sue azioni, che potrebbero trarre beneficio pure dalla definizione di quelle variabili strategiche che le hanno penalizzate anche a causa di una comunicazione oggettivamente lacunosa”. Criticità - La matrice mercati/prodotti resta insoddisfacente e il management sembra incerto sugli interventi Geox beneficia del recupero dei listini seguito al possibile superamento del shutdown americano oltreché della ritrovata stabilità politica in Italia, ma le quotazioni restano bloccate poco al di sopra dei 2,3 euro, anche se è significativo il recupero dai minimi storici segnati il 24 maggio a 1,47 euro. Il tutto dopo aver toccato quota 6,7 euro il 28 aprile del 2009; un valore decisamente inferiore al massimo storico di 16,5 euro del 31 ottobre 2007 e cioè prima della crisi dei sub-prime americani. Una crisi che inizialmente ha devastato il mondo finanziario prima di scaricarsi sulle principali economie mondiali, europee in primis, trascinandole in quel vortice della recessione che continua a pesare come un macigno sul nostro Paese. E ciò ha avuto un impatto particolarmente forte su Geox anche perché l’Europa pesa ancora più del 76% dei ricavi consolidati e l’Italia, pur essendo scesa molto, si mantiene poco al di sotto del 32 per cento, mentre resta ancora marginale il ruolo dei paesi emergenti. Geox ha quindi sofferto in modo marcato in questi ultimi anni e, come sottolineano in coro gli operatori, non è ancora riuscita ad individuare un percorso per interrompere l’emorragia di ricavi e margini, mentre la cassa si è esaurita. Pressoché tutti gli analisti restano quindi negativi sul titolo, e nessuno suggerisce di comprare, anche perché “non si capisce quale è la direzione che vuole intraprendere l’azienda”. L’andamento delle quotazioni sopra esposto rappresenta comunque una sintesi del progressivo deterioramento dei conti di una società abituata a tassi di crescita da capogiro. Crisi sopraggiunta proprio mentre Geox stava realizzando un ambizioso sviluppo della rete dei negozi monomarca, molti dei quali ripensati anche per far spazio a quell’estensione della gamma nell’abbigliamento che poi non si è completata. La congiuntura ha infatti penalizzato fortemente Geox anche perché, come ricordano i critici, “si è affievolita la spinta propulsiva della tecnologiadella scarpa che respira, mentre il gruppo non è riuscito a posizionarsi nell’alto di gamma, uno dei pochi segmenti del lusso che ancora continua a crescere mentre i consumi stagnano in Europa e crollano in Italia”. Gli operatori restano così perplessi e negativi anche perché “mancano risposte credibili al tema del posizionamento dei prodotti e delle strategie sulla rete oltreché sul ribilanciamento nei varimercati e format distributivi. Risposte a cui dovrà seguire la capacità di dare esecuzione ai programmi nei tempi stabiliti”. Una critica forte a cui se ne affianca un’altra altrettanto forte poiché, secondo gli analisti, “da troppo tempo la comunicazione finanziaria è lacunosa”. La multinazionale veneta ha poi pagato il conto della diversificazione verso l’abbigliamento con l’aspetto distintivo della tecnologia traspirante. Una scelta che sino ad ora non si è dimostrata vincente. C’è infine il tema del posizionamento in termini di prezzi; “troppo alti per i contenuti di moda fashion in una fase congiunturale ove i clienti tradizionali di Geox sono stati tra i più colpiti dalla crisi e quindi meno affascinati dal tema tecnologico”. 12 ottobre 2013 - 09:00:00