Geox rinvia il rilancio e il 2013 resta caratterizzato

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Geox rinvia il rilancio e il 2013 resta caratterizzato
Geox rinvia il rilancio e il 2013 resta caratterizzato dal segno
negativo
Il gruppo veneto si prepara a chiudere il 2013 con
ricavi tendenti ai 750 milioni, pari ad una flessione
prossima al 10% come nei primi sei mesi dell’anno, e
un Ebitda in ulteriore contrazione ma comunque superiore ai 20 milioni se risulteranno confermate le ipotesi
che indicano un Ebitda margin nell’ordine del 3 per cento; questo in quanto anche nella seconda parte
dell’anno dovrebbe essere riprodotta la riduzione di sette punti percentuali come riscontrato al 30 giugno. Il
conto economico dovrebbe quindi chiudersi con un saldo in rosso e il rosso dovrebbe comparire anche sulla
posizione finanziaria se verranno confermati gli investimenti nei nuovi negozi. Risultati condizionati dal
permanere delle difficoltà congiunturali in Europa, ove Geox realizza oltre il 76% dei ricavi, di cui circa il 32%
in Italia, mercato ancora caratterizzato dalla recessione. Scenario aggravato da alcune caratteristiche
specifiche quali una certa disaffezione dei consumatori, forse anche perché la crisi ha portato a una
riduzione dell’attenzione sulla tecnologia non sostituita dall’aumento del contenuto fashion, mentre
permangono segnali di debolezza nel canale wholesale ed anche nei negozi gestiti direttamente con
inevitabili ricadute sulla redditività. Una serie di caratteristiche penalizzanti che, salvo sorprese, dovrebbero
riprodursi anche nel 2014 facendo slittare il riscatto a quando si consoliderà la ripresa in Europa e si
presenterà l’inversione del trend in Italia. Ipotesi a cui sono vincolate anche le attenzioni degli analisti, che
riservano a Geox valutazioni negative anche se ricordano che potrebbe rappresentare un’opportunità di
investimento per chi vuole scommettere sulla ripresa congiunturale.
NYC - Madison Ave negozio Geox
Geox non è ancora riuscita a superare la crisi annunciatasi nel 2008
Geox continua a soffrire e registra l’ennesima contrazione di ricavi e margini, lasciando definitivamente nel
cassetto dei ricordi i tassi di crescita a doppia cifra, spesso nell’ordine del 30 per cento, che hanno
caratterizzato i primi tredici anni della sua storia. Fondata nel
1995 da una geniale intuizione del suo fondatore, Mario Moretti
Polegato, ancora oggi presidente di Geox, il gruppo ha infatti
conseguito una crescita sfavillante fino al 2009, anche se i primi
sintomi dell’inversione del trend sono emersi nel 2008 quando la
crisi finanziaria originata dai mutui sub-prime americani si è
scaricata sull’economia reale del globo terrestre. La retromarcia
è però emersa in modo netto partire dal 2009 e da allora, come
ribadiscono gli analisti, “la Geox non è più riuscita a invertire il
trend, lasciando invece intravvedere le amare conseguenze del
declino in assenza di una strategia che sappia correggere gli
effetti di una crisi che continua a mietere vittime”.
Mario Moretti Polegatto, Presidente del gruppo Geox
Erosione sostanzialmente costante e ancora oggi presente. Dinamica i cui sintomi si sono manifestati a
partire dal primo semestre 2008, quando per la prima volta i conti hanno messo in luce quella decrescita,
allora ancora felice, dei tassi di sviluppo e dei principali indicatori reddituali. I ricavi dei primi sei mesi di
cinque anni fa hanno infatti continuato a crescere a doppia cifra, anche se la velocità è scivolata da un più
28% del 2007 ad un più 21% del 2008, mentre la crescita dell’Ebitda è crollata dal 36% ad un misero 5% e
ancora peggio è andata all’Ebit, i cui tassi di sviluppo sono passati dal 39% del primo semestre 2007 a un
risicato più 4% di dodici mesi dopo. La redditività ne ha quindi risentito e l’Ebitda margin è scivolato dal
28,9% dei primi sei mesi del 2007 al 25,5% del primo semestre 2008, quando anche il ros ha perso quasi
quattro punti al 22% pur restando a livelli di eccellenza.
Giorgio Presca, Ceo del gruppo Geox
Marcata, invece, la contrazione della generazione di cassa e delle disponibilità finanziarie. La prosecuzione
della politica di aperture di nuovi negozi e i massicci
investimenti che questa strategia ha richiesto ha infatti ridotto
il free cash flow da oltre 41 a meno di sette milioni nel
periodo considerato, mentre la disponibilità finanziaria netta
ha registrato lo stop della crescita dopo aver raggiunto 107
milioni alla fine del 2007. Da allora si è così avviata quella
lenta ma inesorabile flessione che di fatto porterà al
sostanziale azzeramento delle disponibilità: al 30 giungo
2013 la cassa netta si era ridotta a 13 milioni rispetto agli 80
di 12 mesi prima e per fine anno tale valore risulterà
inesorabilmente negativo, salvo sorprese.
Geox resta ancora sovraesposta all’Europa e all’Italia
Fatturato per area geografica del gruppo Geox
Declino rintracciabile anche negli aggregati economici già
dai primi sei mesi del 2009, quando Ebitda, Ebit e risultato
netto diminuiscono,
testimoniando gli
effetti della crisi
emersa nella tarda
primavera del 2007 a
causa della
richiamata
esplosione della bolla dei mutui sub-prime americani. Una crisi che ha devastato i mercati finanziari mondiali
rendendo necessario l’intervento dello Stato nell’economia con l’obiettivo di porre un argine al dissesto,
anche se, purtroppo, si sono susseguiti i fallimenti di primarie istituzioni negli Stati Uniti e in Europa. Il vero
dramma emerge però con violenza nell’autunno del 2008, dopo il fallimento della banca d’affari americana
Lehman, quando la crisi finanziaria si è estesa all’economia con effetti devastanti in Europa e nel nostro
paese, ove si concretizza il blocco degli ordini con una caduta verticale del fatturato e della redditività di
quasi tutte le attività. E al 30 giugno 2008 l’Europa rappresentava ancora quasi l’82% dei ricavi consolidati,
seppur cinque punti inferiori al 2006, di cui 36,6 rappresentati dall’Italia, che nel 2006 era al 42,4 per cento.
Valori dai quali emerge l’eccessiva esposizione a una delle aree che sarà fra le più colpite da una crisi che,
purtroppo, non è ancora stata pienamente superata accanto a quella recessione che ancora caratterizza
l’Italia.
Fatturato per business del gruppo Geox
Sovraesposizione i cui effetti sono evidenti dai conti dei cinque anni successivi poiché dal 2008 il trend è
decrescente e la decrescita non è ancora finita se solo consideriamo che i primi sei mesi del 2013 si sono
chiusi con ricavi in flessione di circa il 10% a 387 milioni ed Ebitda margin in contrazione di ben sette punti
dal 12,7% del 30 giugno 2012 al 5,7% del 2013. Nel contempo l’Ebit rettificato è crollato dai 37 milioni dello
scorso anno ai 6,8 milioni del 30 giugno 2013 e la cassa netta si è bruscamente ridimensionata da 80 a 13
milioni.
Anche nei primi sei mesi del 2013 continua la flessione di ricavi e margini
Dati a fronte dei quali il consiglio di amministrazione di Geox ha rilevato che: “il primo semestre del 2013 si è
concluso con un risultato condizionato dalla difficile e perdurante congiuntura economica che sta colpendo
Paesi per noi rilevanti come quelli dell’Europa mediterranea, per i quali è molto difficile prevedere i tempi di
ripresa. Il 2013 sarà quindi, come già anticipato, un anno di transizione in cui il Gruppo, grazie alla solidità
patrimoniale e finanziaria di cui gode, continuerà a investire con determinazione sia nello sviluppo di nuovi
prodotti, sia nel bilanciamento geografico delle vendite. L’obiettivo è cogliere le rilevanti potenzialità di
crescita, in particolare in mercati come Cina, Hong Kong e Russia dove la presenza del Gruppo è ancora
limitata ma in rapida e positiva espansione. Questi fattori hanno indotto il Management a intraprendere forti
azioni di riorganizzazione, razionalizzazione e focalizzazione del business che costituiranno una solida base
per la realizzazione di un Business Plan 2014-2016, in fase di completamento, finalizzato al perseguimento
del ritorno alla crescita e alla redditività”.
Prodotti gruppo Geox
Congiuntura e bassa diversificazione geografica pesano sui conti
Un messaggio di fiducia rettificato nella parte del comunicato ove si descrive la possibile evoluzione dei
conti. Sezione nella quale il comunicato della Geox precisa che: “nel primo semestre 2013 il contesto
macroeconomico e finanziario si è confermato difficile in Europa, soprattutto nell’area del Mediterraneo, con
il verificarsi di politiche di crescente inasprimento fiscale, restrizioni dell’accesso al credito per la
distribuzione commerciale e peggioramento delle aspettative dei consumatori. In questo contesto il
management ha ritenuto di adottare prudenti politiche di contenimento del rischio di business, di
razionalizzazione della rete di vendita, di controllo del circolante e di attenzione alla marginalità che si sono
concretizzate, tra l’altro, in selettive cancellazioni di ordini di clienti in difficoltà finanziaria. Considerando le
aspettative generalizzate di permanenza delle suddette criticità anche nel proseguo del 2013, specialmente
in paesi commercialmente importanti come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia, il management ipotizza che,
nel secondo semestre, il canale wholesale baricentrato sull’Europa mantenga segnali di debolezza e che le
vendite comparabili (comparable same store sales) dei negozi gestiti direttamente possano risultare
leggermente inferiori a quelle dello stesso periodo dell’esercizio precedente. Di conseguenza l’obiettivo
prefissosi di mantenimento del fatturato del secondo semestre dipenderà dal successo nella realizzazione
del piano di aperture di negozi monomarca, gestiti direttamente ed in franchising, e dall’effettivo andamento
delle vendite comparabili. A fronte di questa situazione il Gruppo Geox ha reagito con importanti investimenti
relativi ad aperture di nuovi negozi e al potenziamento delle strutture commerciali in Asia, nei paesi
dell’Europa dell’Est e in Russia che ci permetteranno di cogliere, in futuro, le rilevanti potenzialità di crescita
di questi paesi dove la presenza del Gruppo è ancora limitata, seppur in rapida e positiva espansione.
I suddetti fattori, la necessità di ricorrere a iniziative promozionali per favorire le vendite, ed in particolare la
perdurante debolezza del canale Wholesale con la conseguente maggior importanza dei negozi gestiti
direttamente, porteranno però, anche nel secondo semestre 2013, ad una pressione sul risultato operativo
comparato con lo stesso periodo dell’esercizio precedente con le stesse dinamiche di quella verificatasi nel
primo semestre. ll Management ha pertanto intrapreso forti azioni di riorganizzazione, razionalizzazione e
focalizzazione del business volte ad una semplificazione delle attività ed alla riduzione dei costi del Gruppo”.
amphibiox geox
Conto economico e indici per azione...
Stato patrimoniale e grado di...
A fine 2013 anche la disponibilità finanziaria sarà finita
Cassa gruppo Geox
L’Ebitda margin dovrebbe quindi continuare a
flettere con gli stessi ritmi della prima parte
dell’anno e registrare anche nel secondo
semestre una contrazione di circa sette punti
collocandosi sostanzialmente vicino allo zero
rispetto al 7,7% del secondo semestre del 2012.
In ragione d’anno, il 2013, dovrebbe così
presentare un margine in forte flessione e
risultare nell’ordine del 3% dopo che il primo semestre aveva messo in luce una contrazione dal 12,7 al
5,7% come ricordato. L’Ebitda dovrebbe di conseguenza posizionarsi poco al di sopra dei 20 milioni sulla
base di un giro d’affari che dovrebbe collocarsi non troppo lontano dai 750 milioni rispetto agli 807 del 2012.
Anche in questo caso dovrebbe essere infatti riproposta la dinamica della prima parte dell’anno e cioè il calo
di quasi il 10 per cento. È quindi probabile che il conto economico riproponga il rosso del primo semestre e
che anche la cassa netta scivoli al rosso se verranno confermate le politiche di investimento indicate anche
nella citazione sopra esposta.
Uno scenario che difficilmente troverà un turnaround nel 2014, salvo l’emergere di novità sul versante
congiunturale europeo e italiano in particolare. Questo in quanto non sono ancora emerse in modo deciso le
iniziative che il management dovrebbe attuare per riportare il gruppo sui binari della crescita, congiuntura
permettendo. Interventi necessari per dare una risposta anche si numerosi quesiti che gli operatori e gli
analisti si pongono in merito a come risolvere la costosa avventura nell’abbigliamento; come riposizionare il
prezzo di un prodotto, le scarpe, considerato eccessivo rispetto alla qualità percepita; come riportare il focus
sulle calzature ridando vigore a quella tecnologia che ha rappresentato una chiave del successo del
passato, cercando nel contempo di arricchire la componente fashion sia per l’uomo che per la donna; come
aumentare la presenza nei Paesi emergenti a scapito di quelli maturi quali il vecchio continente e l’Italia, che
però potrebbero rappresentare un trampolino di lancio qualora il nostro Paese ritrovi il percorso di crescita;
come dare una soluzione al ruolo dei negozi multimarca che da troppo tempo soffrono anche per tutti gli
elementi sopra esposti, pur considerando che oggi i negozi diretti, Dos, scontano la progressiva perdita di
fatturato e ciò rende difficile assorbirne i costi di gestione con un effetto leva amplificato.
Numero di negozi del gruppo Geox
Il futuro rischia quindi di presentarsi ancora
grigio, se si escludono gli sprazzi di rosso già
emersi nei conti 2013, e sono una vera rarità
gli analisti che si azzardano a ipotizzare l’evoluzione dei principali aggregati, anche se il “sentiment” del
mercato resta negativo pur aprendo uno spiraglio qualora la congiuntura in Europa, e in particolare in Italia,
volga al bello. Scenario condizionato anche dalle scelte di un management che troppo spesso dimostra
scarsa sensibilità alle esigenze del mercato e della comunicazione finanziaria, “mettendo in luce una
capacità percepita sicuramente inferiore alle reali doti, anche se forse il fondatore dovrebbe fare alcune
riflessioni in merito”.
Cassa gruppo Geox
Ebitda adjusted gruppo Geox
Analisti – il sell è pressoché unanime, ma c'è chi intravvede la luce, congiuntura permettendo
Coverage and consensus Geox
Intermonte ripropone l’underperform con prezzo obiettivo a 1,8 euro in quanto “deve ancora completare il
piano di efficientamento e la riorganizzazione della rete distributiva, in particolare in Italia”. Siamo negativi
anche perché, aggiunge l’analista, “resta sovraesposta all’Europa e poco presente nei Paesi emergenti in
forte crescita, mentre il posizionamento dei prodotti non è stato definito con puntualità dopo che il cliente tipo
è stato fra quelli più colpiti dalla crisi che ha attraversato l’Europa e continua a pesare sull’Italia”. Questo
anche se, completano all’Intermonte, “Geox potrebbe riservare sorprese positive dopo aver sottoperformato
e qualora si palesi la ripresa dei consumi nel nostro Paese”.
Equita mantiene il reduce con target a 1,9 euro perché “il settore continua a essere caratterizzato da una
forte competizione, in particolare nel canale multimarca, che rappresenta ancora più del 40% dei ricavi,
mentre l’esposizione all’Europa resta superiore al 75% e quindi eccessiva, con l’Italia ancora prossima al
32% nonostante il permanere di una recessione che falcidia i ricavi”. La cautela è quindi d’obbligo in quanto,
completa l’analista, “restiamo in attesa dell’evoluzione dello scenario macro in Italia e in Europa, oltreché di
una maggiore visione su cosa vuole fare l’azienda per interrompere l’emorragia di ricavi e margini, mentre la
cassa si è praticamente esaurita ”.
Banca Akros rilancia il reduce perché “la società è bloccata e non riesce a concretizzare il turnaround di
una ristrutturazione che dura da troppo tempo senza dare uno scossone percepibile e sostanziale. In
sostanza – prosegue l’analista – non si vedono ancora i frutti degli sforzi realizzati negli ultimi due anni,
mentre i ricavi continuano a flettere e non emergono gli effetti sui conti delle iniziative attuate”. Questo anche
perché, completano a Banca Akros, “non è ancora stato definito con puntualità il posizionamento dei prodotti
dopo che si è affievolito il tema tecnologico”.
Banca Imi conferma il giudizio negativo “in attesa di capire come verrà riposizionato il prodotto Geox e quali
saranno le influenze sul business dell'elevata esposizione all'Europa e al bacino del mediterraneo, oltreché
dell'elevato peso della distribuzione wholesale, che negli ultimi anni ha messo in luce un andamento
particolarmente volatile”. La cautela è d’obbligo anche se, completa l’analista, “forti segnali di ripresa
dell’economia europea, e italiana in particolare, potrebbero dare nuovo appeal al titolo considerando che gli
attuali multipli restano sotto la media del settore.
Deutsche bank ripropone l’hold con prezzo obiettivo a 2,2 euro perché “la quotazione sconta già tutte le
difficoltà in cui il gruppo è incappato, mentre novità positive potrebbero giungere dall’evoluzione della
congiuntura in Europa oltreché dalle attese risposte ai temi del posizionamento del prodotto, delle priorità
industriali e della visione sull’evoluzione del business. Una serie di risposte che il mercato attende
inutilmente da troppi trimestri”.
Raccomandazioni analisti per titolo Geox
Exane mantiene l’underperform con prezzo obiettivo a 1,5 euro perché “la società soffre anche della non
favorevole combinazione fra i costi di produzione, sostenuti principalmente nei mercati emergenti e quindi
soggetti all’inflazione e al gioco dei cambi, mentre i ricavi sono concentrati in Europa, il cui peso è superiore
al 75 per cento, con l’Italia che continua a rappresentare quasi il 32% rendendo difficile trasferire gli aumenti
dei costi sui prezzi. Questo anche a causa del permanere di uno scenario macro difficile e della
competizione nel settore mass market”.
Goldman Sachs ripropone il sell in quanto “continuerà a sottoperformare i marchi del lusso e del retail
finché non comincerà a registrare una crescita stabile nei ricavi e nei margini operativi, su cui si riflette anche
l’effetto leva causato da una flessione delle vendite nei Dos. In questa fase riteniamo quindi sia prematuro
individuare un aumento nella performance operativa poiché i principali mercati restano sotto pressione e la
rete retail rimane sotto utilizzata”.
Banca Profilo ribadisce l'hold, ma taglia il target price da 4,30 a 2,60 a causa "dell'alta esposizione
all’Europa e in particolare all’Italia, dove permane la recessione, mentre resta contenuta la presenza in Usa
e nell'area del Pacifico, regioni in cui ci aspettiamo una crescita decisamente più forte". L'analista prosegue
affermando che le principali ragioni del taglio delle stime sono da ricercarsi “nella riduzione dell'attività
economica, con le conseguenze negative sulle spese dei consumatori, e nell’intensificarsi delle tensioni nei
mercati finanziari, oltreché nelle nuove misure fiscali restrittive attuate da diversi Paesi europei che avranno
probabilmente l'effetto di contrarre il reddito disponibile delle famiglie rappresentando così un freno al
consumo".
Borsa - Geox scatta oltre i 2 euro, ma la volatilità resta elevata e le incognite numerose.
Geox si gode un attimo di gloria con le quotazioni che nell’apertura di venerdì 11 hanno messo in luce un
balzo di quasi il 3% al di sopra di quota 2,3 euro sostenute anche dalle aspettative sulla positiva evoluzione
del shutdown americano, e, magari, anche di una possibile ricaduta sull’economia globale, Italia inclusa. Una
variabile, questa ultima, considerata da molti analisti la chiave per il riscatto di un titolo che ha sofferto
decisamente molto negli ultimi anni. Il tutto dopo che venerdì 4 il titolo era risalito dell’1,74% di sopra di 2,1
euro, mentre nel corso della settimana aveva denotato una serie di saliscendi a testimonianza della volatilità
che caratterizza il titolo e più in generale la Borsa dalla crisi dei mutui sub-prime americani della tarda
primavera del 2007. Una ripresa, quella della fine della scorsa settimana, connessa pure al superamento,
almeno momentaneo, della crisi politica che stava riportando l’Italia nel caos con le inevitabili conseguenze
sui listini. Questo anche se è doveroso ricordare che il triplo salto mortale con avvitamento realizzato da
Silvio Berlusconi nel tentativo di riportarsi al centro della scena votando la fiducia al governo guidato da
Enrico Letta apre nuovi scenari di incertezza sulla tenuta del quadro politico emerso dopo la condanna di
Berlusconi per frode fiscale.
Geox, comunque, si è riportata venerdì 11 al di sopra di 2,3 euro e quindi ben oltre il minimo storico di 1,47
euro registrato il 24 maggio alla fine dell’ennesimo trend decrescente che ha colpito i titoli della
multinazionale veneta salita agli onori della cronaca con il successo delle scarpe che respirano. Una
tecnologia perseguita con determinazione da Mario Moretti Polegato, fondatore e artefice del successo di
una formula oggi entrata in crisi anche perché non si è completato il superamento dei supporti che hanno
determinato il grande successo delle scarpe che respirano: la tecnologia.
In sostanza, ricordano gli analisti, “il consumatore non si accontenta più del tema tecnologico, anche perché
non ne percepisce l’evoluzione, e chiede altre motivazioni come la qualità e la moda di un prodotto
aspirazionale”. Contenuti che evidentemente il consumatore non trova più in Geox, che da troppi semestri
mette in luce una costante erosione di ricavi e margini. Questo anche perché il rapporto costi-ricavi soffre la
scelta di realizzare i prodotti nei paesi emergenti caratterizzati da un aumento continuo dei costi e sottoposti
all’effetto cambio, mentre i ricavi sono concentrati in Europa, il cui peso supera il 76% del fatturato globale,
con l’Italia ancora vicina al 32 per cento.
Mercati penalizzati dalla congiuntura poiché il continente europeo continua a soffrire di uno scenario macro
difficile, con l’Italia che da oltre due anni vive in una pesante recessione. Scenari all’interno dei quali il cliente
tipico di Geox, come ricordano gli operatori, “è fra quelli che ha sofferto di più e quindi ha reagito con la non
disponibilità a pagare un costo considerato eccessivo rispetto a quanto gli viene offerto anche perché, forse,
l’attenzione alla qualità è stata distratta dalla forte crescita conseguita per molti anni”.
Il format Geox, ricordano gli analisti, “è andato in crisi anche perché è venuto meno ciò che i consumatori si
attendono da una azienda che si è presentata per troppo tempo come l’avanguardia tecnologica per il
benessere di chi deve o vuole indossare scarpe di gomma. E la filosofia non è cambiata quando il gruppo ha
ampliato la gamma realizzando scarpe in cuoio sia per uomini sia per donne senza però modificare il
posizionamento e quindi rendendo difficile giustificare prezzi considerati eccessivi rispetto alla qualità e alla
percezione dell’offerta”.
E le quotazioni hanno seguito, accentuandola, la flessione dei ricavi e dei margini. I prezzi sono così crollati
dai picchi storici del 2007, quando il titolo, il 31 ottobre, aveva raggiunto il massimo di 16,5 euro e cioè circa
quattro volte il prezzo del collocamento dell’autunno del 2004, conservando però quella volatilità introdottasi
a seguito della crisi dei mutui sub-prime della tarda primavera del 2007 (vedere servizi in pagina). Dinamica
presente anche in questo 2013 poiché i prezzi sono passati dal massimo di 2,8 euro del 28 gennaio al
minimo di 1,8 euro del 21 giugno; un crollo del 36% in cinque mesi anche se i prezzi attuali restano
sostanzialmente allineati a quelli di sei mesi fa, in quanto all’inizio di aprile le quotazioni hanno registrato per
due volte valori inferiori a 2,1 euro, e anche a quelli di 12 mesi or sono poiché le quotazioni di fine settembre
e inizio ottobre erano ancora vicini o inferiori a 2,1 euro. Ma le oscillazioni risultano ancora più forti in periodi
più corti poiché, ad esempio, i prezzi dell’azione Geox sono scesi dai 2,396 euro del 15 maggio ai citati 1,8
euro del 21 giugno; trentun giorni borsa nel corso dei quali il titolo ha perso il 25% del proprio valore.
Nonostante ciò, comunque, gli analisti restano negativi e il sentimento più diffuso resta la cautela “in attesa
di conoscere quali saranno le scelte strategiche di un gruppo che potrebbe incorporare un potenziale
importante” poiché, come ricordano gli stessi analisti, “Geox resta sovraesposta all’Italia, oltreché all’Europa,
e quindi si può scommettere sull’uscita dalla recessione del nostro Paese puntando sulle sue azioni, che
potrebbero trarre beneficio pure dalla definizione di quelle variabili strategiche che le hanno penalizzate
anche a causa di una comunicazione oggettivamente lacunosa”.
Criticità - La matrice mercati/prodotti resta insoddisfacente e il management sembra incerto sugli
interventi
Geox beneficia del recupero dei listini seguito al possibile superamento del shutdown americano oltreché
della ritrovata stabilità politica in Italia, ma le quotazioni restano bloccate poco al di sopra dei 2,3 euro, anche
se è significativo il recupero dai minimi storici segnati il 24 maggio a 1,47 euro. Il tutto dopo aver toccato
quota 6,7 euro il 28 aprile del 2009; un valore decisamente inferiore al massimo storico di 16,5 euro del 31
ottobre 2007 e cioè prima della crisi dei sub-prime americani. Una crisi che inizialmente ha devastato il
mondo finanziario prima di scaricarsi sulle principali economie mondiali, europee in primis, trascinandole in
quel vortice della recessione che continua a pesare come un macigno sul nostro Paese. E ciò ha avuto un
impatto particolarmente forte su Geox anche perché l’Europa pesa ancora più del 76% dei ricavi consolidati
e l’Italia, pur essendo scesa molto, si mantiene poco al di sotto del 32 per cento, mentre resta
ancora marginale il ruolo dei paesi emergenti. Geox ha quindi sofferto in modo marcato in questi ultimi
anni e, come sottolineano in coro gli operatori, non è ancora riuscita ad individuare un percorso per
interrompere l’emorragia di ricavi e margini, mentre la cassa si è esaurita. Pressoché tutti gli analisti restano
quindi negativi sul titolo, e nessuno suggerisce di comprare, anche perché “non si capisce quale è la
direzione che vuole intraprendere l’azienda”. L’andamento delle quotazioni sopra esposto rappresenta
comunque una sintesi del progressivo deterioramento dei conti di una società abituata a tassi di crescita da
capogiro. Crisi sopraggiunta proprio mentre Geox stava realizzando un ambizioso sviluppo della rete dei
negozi monomarca, molti dei quali ripensati anche per far spazio a quell’estensione della gamma
nell’abbigliamento che poi non si è completata. La congiuntura ha infatti penalizzato fortemente Geox
anche perché, come ricordano i critici, “si è affievolita la spinta propulsiva della tecnologiadella scarpa
che respira, mentre il gruppo non è riuscito a posizionarsi nell’alto di gamma, uno dei pochi segmenti del
lusso che ancora continua a crescere mentre i consumi stagnano in Europa e crollano in Italia”. Gli operatori
restano così perplessi e negativi anche perché “mancano risposte credibili al tema del posizionamento dei
prodotti e delle strategie sulla rete oltreché sul ribilanciamento nei varimercati e format distributivi.
Risposte a cui dovrà seguire la capacità di dare esecuzione ai programmi nei tempi stabiliti”. Una critica forte
a cui se ne affianca un’altra altrettanto forte poiché, secondo gli analisti, “da troppo tempo la comunicazione
finanziaria è lacunosa”. La multinazionale veneta ha poi pagato il conto della diversificazione verso
l’abbigliamento con l’aspetto distintivo della tecnologia traspirante. Una scelta che sino ad ora non si è
dimostrata vincente. C’è infine il tema del posizionamento in termini di prezzi; “troppo alti per i contenuti di
moda fashion in una fase congiunturale ove i clienti tradizionali di Geox sono stati tra i più colpiti dalla crisi e
quindi meno affascinati dal tema tecnologico”.
12 ottobre 2013 - 09:00:00