chiunque ama vuole imitare: è il segreto della mia vita
Transcript
chiunque ama vuole imitare: è il segreto della mia vita
UOMINI DI DIO: BEATO FRATEL CHARLES DE FOUCAULD (Incontro con la Parrocchia di Lonate Ceppino – 20 maggio 2014) 1. UNA SUA PREGHIERA PER INIZIARE Mio Creatore, mio Padre, mio Amato … sei la suprema bellezza! Ogni bellezza creata, bellezza della natura, del cielo al tramonto, del mare compatto come ghiaccio sotto un cielo blu, delle foreste cupe, di giardini fioriti, delle montagne, dei vasti orizzonti del deserto, delle nevi e dei ghiacciai, bellezza di un’anima bella che si riflette in un bel volto, bellezza di una buona azione, di una vita bella, di una grande anima, tutte queste bellezze sono solo pallidissimi riflessi della tua, mio Dio. Tutto ciò che ha incantato i miei occhi in questo mondo è solo il più povero, il più umile riflesso della tua infinita bellezza. LA SUA FANCIULLEZZA (1858 – 1876) 1858, 15 settembre: Charles Eugène visconte di Pontbriand nasce a Strasburgo, in una famiglia nobile e agiata; 1861 nasce la sorella Maria 1864: I genitori muoiono a pochi mesi di distanza l’uno dall’altra: - 13 marzo la mamma per un aborto spontaneo; - 9 agosto il papà per nevrastenia. - I due orfani vanno a vivere con la nonna paterna, la viscontessa Clothilde de Foucauld, che muore però poco dopo per un infarto - I due orfani vengono affidati al nonno materno, il colonnello Beaudet de Morlet, uomo buono ma debole. 1870: Dopo la guerra franco-prussiana, la Francia perde l'Alsazia e la Lorena. La famiglia sceglie la Francia, lascia Strasburgo per vivere a Nancy. 1872, 28 aprile: riceve la prima Comunione e la Cresima dal vescovo di Nancy 1874: si diploma a Nancy con buoni voti; si trasferisce a Parigi e studia presso la scuola Sainte Geneviève dei gesuiti: «A 17 anni dentro di me c’erano soltanto egoismo, vanità, cattiveria, desiderio di male, ero come impazzito …». 1876, marzo 1876 viene espulso dalla scuola «per pigrizia e indisciplina»: Dai suoi Scritti «Mio Dio, noi tutti dobbiamo cantare la Tua misericordia: figlio di una santa madre, ho imparato da lei a conoscerTi, ad amarTi e a pregarTi: il mio primo ricordo non è forse la preghiera che mi faceva recitare al mattino e alla sera: “Mio Dio, benedici il papà, la mamma, il nonno, le nonne e la sorellina”?… » Ad un amico non credente, H. Duveyrier (21 febbraio 1892) Lei mi rimprovera amichevolmente di non averle raccontato molto della mia vita passata: è semplice. Eccola in poche parole. All’età di cinque anni e mezzo, nel 1864, ho perso mio padre e mia madre: da quel momento sono stato educato dai miei nonni materni: mia madre era figlia unica. Ho una sorella, che, come me. È LONATE CEPPINO – CHARLES DE FOUCAULD – 20 MAGGIO 2014 [1] stata educata da nonni eccellenti. […] Ero stato educato cristianamente, ma, dall’età di quindici anni, la fede era del tutto scomparsa in me; le letture di cui ero avido avevano fatto quest’opera. Non mi inquadravo più in nessuna dottrina filosofica, non trovandone nessuna solidamente fondata; restavo nel dubbio completo, lontano soprattutto dalla fede cattolica, di cui parecchi dogmi, a mio avviso, offendevano profondamente la ragione. […]In quello stesso periodo la mia vita divenne dissipata, lo restò a lungo senza impedire un’inclinazione vivissima allo studio. Al reggimento fui molto sregolato, ero lontano dai miei. Dal Diario La mia fede, purtroppo, morì completamente per anni: durante dodici anni vissi senza fede alcuna. Nulla mi sembrava sufficientemente dimostrato; l’eguale fede con cui si segue religioni così diverse, mi sembrava la condanna di tutte quante: meno d’ogni altra mi pareva accettabile quella della mia infanzia, col suo 1 = 3 cui non potevo decidermi a dare credito. LA CARRIERA MILITARE (1876 – 1881) 1876, giugno: entra all'Accademia di Saint Cyr (82° su 412 candidati) 1878, 3 febbraio: muore il nonno; - Carlo eredita una grande fortuna: più di 353.500 franchi! - In ottobre entra nella Scuola di Cavalleria di Saumur, dove conduce, dice un amico, «un'esistenza di dolce filosofo epicureo»: cibo e feste - viene soprannominato Gros Foucauld (= Foucauld il ciccione): «Dormo a lungo. Mangio molto. Penso poco». - Punito con diciannove giorni di arresto e quaranta giorni di cella di rigore 1879: Esce dalla Scuola di Cavalleria, classificandosi 87° su 87. - Inviato a Pont-à-Mousson - organizza orge, sperpera i soldi in libri, sigari, serate: «Ero un maiale, più che un uomo»; - convive con Marie Cardinal (detta Mimì), un'attrice di Parigi, di dubbia reputazione. - «Ero un maiale, più che un uomo» - Sua zia, Inès Moitessier lo fa interdire: ha sperperato più di un quarto della sua eredità. 1880: Il suo reggimento è inviato in Algeria, a Sétif. - Conduce con sé Mimì, facendola passare per sua moglie. - Scoperto, gli viene ordinato di rimpatriarla. - Carlo si rifiuta: sospeso dall'Esercito «per indisciplina aggravata da notoria cattiva condotta» - Torna a vivere in Francia a Evian con Mimì. 1881: giugno: - chiede di essere reintegrato nel 4° reggimento dei Cacciatori d'Africa - Abbandona Mimi, come gli è richiesto; - raggiunge i suoi commilitoni che combattono contro la rivolta di Bu Amama a sud di Orano; - si dimostra un eccellente ufficiale … per otto mesi; LONATE CEPPINO – CHARLES DE FOUCAULD – 20 MAGGIO 2014 [2] Dagli Scritti Spirituali Facevo il male, ma non l’approvavo né l’amavo. Mi facevi sentire una tristezza profonda, un vuoto doloroso, una tristezza che non avevo mai provata che allora… Mi ritornava ogni era, quando mi trovavo solo nel mio appartamento … mi teneva muto e abbattuto durante quelle che chiamano feste: le organizzavo, ma, quando era giunto il momento, le passavo in un mutismo, un disgusto, una noia infiniti… Mi davi quella inquietudine vaga che viene da una coscienza cattiva, addormentata, ma non del tutto morta e ciò bastava per mettermi un malessere che avvelenava la mia vita… Mio Dio, era dunque un dono tuo… Come ero lontano dal pensarlo… "Detesto la vita di guarnigione: il lavoro mi sembra noioso... da tempo avevo deciso di lasciare un giorno o l'altro la carriera militare. Così ho preferito andarmene subito: non serviva a niente trascinare questa vita per qualche anno senza scopo e in cui non trovavo alcun interesse; preferisco approfittare della gioventù per viaggiare; in questo modo almeno posso istruirmi e non perdere tempo..." ESPLORATORE (1882 – 1886) 1882, 28 - gennaio: si dimette dell'Esercito: non sopporta la vita di ozio in caserma si trasferisce ad Algeri per preparare un viaggio scientifico; vuole esplorare il Marocco; studia l'arabo e l'ebraico. Giugno 1883 - Maggio 1884: percorre clandestinamente le strade del Marocco, travestito da rabbino e accompagnato dal rabbino marocchino Mardocheo. 1884, 23 maggio: Carlo ritorna ad Algeri - si fidanza con Marie-Marguerite Titre, ma la famiglia di lei è contraria al matrimonio. - Rientra a Parigi e pubblica Ricognizione in Marocco: diventa celebre. 1885, 9 gennaio: riceve la medaglia d'oro dalla Società Francese di Geografia per i suo scritti sul Marocco. 1885-1886: Viaggio nelle oasi dell'Algeria del sud e della Tunisia. 1886: Rientra in Francia - Si stabilisce a Parigi vicino alla cugina Maria di Bondy: «Poiché quest'anima è così intelligente, la religione nella quale crede così profondamente non dovrà essere una follia come penso io». «Che sia forse in questa religione la verità che non è sulla terra in nessun'altra religione, né in nessun sistema filosofico?». - Si interroga sulla vita interiore e sulla spiritualità. Dalla Cronaca del viaggio in Marocco «Nel 1883 nelle terre del sultano l’europeo può muoversi liberamente e senza pericoli, ma nel resto del Marocco non può entrare se non travestito e mettendo in pericolo la sua vita: è visto come una spia e, se venisse riconosciuto, sarebbe massacrato. Quasi tutto il mio viaggio si è svolto nella parte indipendente del paese. Mi sono travestito partendo da Tangeri al fine di evitare dei riconoscimenti imbarazzanti. Mi sono fatto passare per un ebreo. Durante il viaggio il mio abbigliamento era quello degli ebrei marocchini, la mia religione era la loro, il mio nome era rabbino Giuseppe. Pregavo e cantavo nella sinagoga, i genitori mi supplicavano di benedire i loro bambini […] A coloro che si informavano sul mio luogo di nascita io rispondevo alcune volte Gerusalemme, altre Mosca e altre ancora Algeri e se mi chiedevano il motivo del viaggio? Per il musulmano ero un rabbino mendicante che chiedeva di città in città; per l’ebreo ero un rabbino pio venuto in Marocco nonostante le fatiche e i pericoli per informarsi sulla condizione dei suoi LONATE CEPPINO – CHARLES DE FOUCAULD – 20 MAGGIO 2014 [3] fratelli. […] Nessuno si è mai accorto di niente, anche nelle carovane più numerose; prendevo la precauzione di camminare davanti o dietro a tutti i miei compagni così che, con l’aiuto dell’ampiezza dei miei vestiti, non percepissero per nulla il leggero movimento delle mani, mentre scrivevo appunti […] Durante il breve soggiorno a Tisint, ho fatto parecchie conoscenze: tutti gli Hadjs volevano vedermi. Per il semplice fatto che venivo da Algeri, dove avevano ricevuto una buona accoglienza, tutti si sono rivolti a me nel modo migliore; parecchi, ma questo l’ho saputo solo dopo, avevano il dubbio che fossi cristiano, ma non dissero una sola parola, comprendendo, forse meglio di me, i pericoli nei quali potevo incorrere. Arrivando ad Agadir, mi fermai da Hadi Bou Rhim. Non riesco a dire quanto lo lodai, né quanta riconoscenza gli devo: egli fu per me l’amico più sicuro, più disinteressato, più devoto; in due occasioni rischiò la sua vita per proteggermi. Dopo un certo tempo aveva capito che ero cristiano; io stesso glielo ho confermato in seguito: questa prova di fiducia non fece che aumentare il mio attaccamento». Dalla Lettera a Henri de Castries (8 luglio 1901) L’islam mi ha sedotto in una maniera smisurata. La vista di questa fede, di queste anime che vivono alla continua presenza di Dio, mi ha fatto intuire qualcosa di più grande e di più vero di ciò di cui si interessano gli uomini. Mi sono messo a studiare l’Islam, in seguito la Bibbia. LA CONVERSIONE (1886 – 1889) 1886: 29/30 ottobre: entra nella chiesa di Sant'Agostino a Parigi … … per chiedere a Padre Huvelin di fargli qualche lezione … 1887: si trasferisce in provincia, presso la sorella Maria - comincia a pensare alla vita religiosa. - La trappa gli sembra il luogo più adatto. - Dicembre 1888 - Gennaio 1889: si reca in Terra Santa su consiglio di Padre Hivelin 1889, 18 dicembre: lascia tutti i suoi beni alla sorella. L’incontro della sua vita: Dalla Lettera a Henri de Castries (14 agosto 1901) Mentre ero a Parigi e facevo stampare il mio viaggio in Marocco, mi trovai con persone molto intelligenti, molto virtuose e molto cristiane. Mi dissi «che forse questa religione non era assurda» e nello stesso tempo una grazia interiore estremamente forte m’incalzava: cominciai ad andare in chiesa, senza credere; mi trovavo bene soltanto lì e vi passavo lunghe ore a ripetere questa strana preghiera: “Mio Dio, se esisti, fa’ che Ti conosca”. Decisi che mi dovevo informare su questa religione, in cui forse si trovavano quelle verità di cui disperavo; e mi dissi che la cosa migliore era quella di prendere qualche lezione di religione cattolica, come avevo preso lezioni di arabo. Così come avevo cercato un buon thaleb perché mi insegnasse l’arabo, cercai un sacerdote istruito che mi desse informazioni sulla religione cattolica. Mi parlarono di un prete molto stimato (padre Huvelin), che univa ad una grande cultura, una virtù e una bontà ancora più grandi, ex alunno della Scuola Normale. Lo trovai in confessionale e gli dissi che non ero lì per confessarmi, perché non avevo la fede, ma che desideravo avere alcune informazioni sulla religione cattolica … Mi fece mettere in ginocchio e mi fece confessare e mi inviò a comunicarmi seduta stante. Dagli Scritti Spirituali (sul viaggio in Terra Santa) Il pellegrinaggio in Terra Santa, quale influenza benedetta ha avuto sulla mia vita, nonostante io lo abbia fatto non per mia volontà, ma per pura obbedienza all’abate LONATE CEPPINO – CHARLES DE FOUCAULD – 20 MAGGIO 2014 [4] Huvelin […] Dopo aver trascorso il Natale del 1888 a Betlemme, aver ascoltato la Messa di mezzanotte e ricevuto la Comunione nella Santa Grotta, dopo due o tre giorni sono ritornato a Gerusalemme. La dolcezza che ho provato a pregare in quella grotta, dove erano risuonate le voci di Gesù, Maria e Giuseppe è stata indicibile. […] Ho voglia di condurre la vita che ho intravisto, percepito camminando per le vie di Nazareth, dove Nostro Signore, povero artigiano perso nell’umiltà e nell’oscurità, ha appoggiato i piedi … » Dalla Lettera a Henri de Castries (14 agosto 1901) Appena credetti che c’era un Dio, compresi che non potevo fare altrimenti che vivere solo per lui: Dio è così grande, c’è una tale differenza tra Dio e tutto ciò che non è lui... LA DECISIONE DELLA TRAPPA (1890 – 1897) 1890: 15 gennaio: parte per la trappa Notre Dame des Neiges in Francia: - «Una settimana fa sono stato mandato a pregare un poco accanto a un povero operaio nativo del posto, cattolico, morto nella frazione vicina: quale differenza fra questa casa e le nostre abitazioni! Io agogno Nazareth» (A Madame de Bondy, 10 aprile 1894) - Giugno: parte per la trappa più povera dell’Ordine: Notre Dame du Sacré Coeur ad Akbes in Siria. 1893: Redige un primo progetto di congregazione religiosa a modo suo. Chiede di essere dispensato dai voti. 1896, 27 ottobre: giunge a Roma, dove è stato mandato per studiare, in vista del sacerdozio. 1897, 23 gennaio: L'abate generale dei trappisti gli concede di seguire la sua vocazione. 26 febbraio: parte da Roma per la Terra Santa Dagli Scritti Spirituali Seguirmi … Fare ciò che io farei. In ogni cosa domandati: “Che avrebbe fatto nostro Signore?” E fallo anche tu. È la tua sola regola, ma è la tua regola assoluta. Dalla Lettera all’amico non credente, H. Duveyrier (24 aprile 1887) Perché sono entrato nella trappa? Ecco cosa mi domanda la vostra cara amicizia. Per amore, unicamente per amore… Amo nostro Signore Gesù Cristo, benché con un cuore che vorrebbe amare di più e meglio, ma in fondo lo amo e non posso sopportare di fare una vita diversa dalla sua, una vita dolce e onorata, quando la sua è stata la più dura e disprezzata che mai ci sia stata… Io non voglio attraversare la vita in prima classe mentre colui che amo vi ha viaggiato in ultima… […] L’amore per Dio, l’amore per gli uomini, lo spero, è tutta la mia vita, sarà tutta la mia vita. NAZARETH (1897 – 1900) 1897, 10 marzo: arriva a Nazareth e vive in una capanna del giardino delle Clarisse, facendo il loro giardiniere; 1900: Rientra in Francia, a Notre Dame des Neiges per prepararsi al sacerdozio: «L'anima si accorge che gioisce, che giubila, che riceve molto. Ma se non dà niente diventa inutile. Più gioivo più desideravo lavorare». 1901: 9 giugno: viene ordinato sacerdote a Viviers (Ardèche, Francia): LONATE CEPPINO – CHARLES DE FOUCAULD – 20 MAGGIO 2014 [5] Dagli Scritti (sulla sua vita a Nazareth) «Il buon Dio mi ha fatto trovare ciò che cercavo: l’imitazione di ciò che fu la vita di Nostro Signore Gesù nella stessa Nazareth […] In questa capanna di legno, ai piedi del tabernacolo delle Clarisse, nelle mie giornate di lavoro e nelle mie nottate di preghiera ho così tanto quello che cercavo che è chiaro che il buon Dio mi aveva preparato questo posto». Dalla lettera a Mons. Caron, 8 aprile 1905 «Gli ultimi esercizi del diaconato e del sacerdozio mi hanno mostrato che questa vita di Nazareth, la mia vocazione, dovevo condurla non nella Terra Santa, tanto amata, ma tra le anime più malate, tra le pecorelle più abbandonate. Questo banchetto divino, di cui sono ministro, dovevo offrirlo, non ai fratelli, ai parenti, ai ricchi vicini, ma ai più zoppi, ai più ciechi, alle anime più derelitte che mancano di sacerdoti [...] E poiché nessun popolo mi è sembrato più abbandonato di questi, ho sollecitato e ottenuto dal Prefetto Apostolico del Sahara il permesso di stabilirmi nel Sahara algerino e di condurvi, nella solitudine, nella clausura e nel silenzio, nel lavoro manuale e nella santa povertà, solo, o con qualche sacerdote o laico fratelli in Gesù, una vita per quanto è possibile conforme alla vita del beneamato Gesù a Nazareth» La scoperta dell’imitazione di Gesù Tutta la nostra vita, per quanto muta essa sia, la vita di Nazaret, la vita del deserto, così come la vita pubblica, devono essere una predicazione del Vangelo mediante l’esempio; tutta la nostra esistenza, tutto il nostro essere deve gridare il Vangelo sui tetti; tutta la nostra persona deve respirare Gesù, tutti i nostri atti, tutta la nostra vita devono gridare che noi apparteniamo a Gesù, devono presentare l’immagine della vita evangelica, tutto il nostro essere deve essere una predicazione viva, un riflesso di Gesù, un profumo di Gesù, qualcosa che gridi Gesù, che faccia vedere Gesù, che risplenda come l’immagine di Gesù. BENI ABBES E I TUAREG (1901 – 1906) 1901: settembre: giunge trova ad Algeri 28 ottobre: va a Beni Abbès, nel Sahara occidentale: costruisce un eremo; 1902: Sensibilizza gli amici e le autorità sul dramma della schiavitù. 9 gennaio: riscatta il primo schiavo: «Quando il governo commette una grave ingiustizia contro coloro che ci sono stati, in qualche modo, affidati, bisogna dirlo, perché noi non abbiamo il diritto di essere delle "sentinelle addormentate", dei "cani muti", dei "pastori indifferenti"». 1904, 13 gennaio: primo viaggio fra i Tuareg (primo prete a farlo) 1905: impara la lingua Tuareg; comincia a tradurre il Vangelo. Giunge a Tamanrasset e decide di stabilirsi lì: sei mesi lì, tre a Beni Abbès, tre per le ricerche e gli studi in viaggio. 1906: un primo compagno, fratel Michele, ma non resiste alle fatiche e riparte: Dagli Scritti (sulla scelta di Beni Abbès) «Ho trascorso un anno in un convento a studiare e lì sono stato ordinato sacerdote. Subito dopo mi sono sentito chiamato ad andare verso le “pecore perdute”, le anime più abbandonate, più trascurate, per compiere verso di loro il comandamento dell’amore: "Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati, da questo riconosceranno che siete miei discepoli". Sapendo per esperienza che nessun popolo è più abbandonato dei musulmani del Marocco, del Sahara algerino, ho chiesto e ottenuto il permesso de venire a Béni Abbès, piccola oasi del Sahara algerino ai confini con il Marocco. […] Gli indigeni mi hanno accolto benissimo; entro in LONATE CEPPINO – CHARLES DE FOUCAULD – 20 MAGGIO 2014 [6] relazione con loro cercando di far loro un po’ di bene. I militari hanno iniziato a costruire per me una cappella, tre stanzette e una camera per gli ospiti utilizzando dei mattoni secchi e dei tronchi di palma. Voglio abituare tutti gli abitanti della terra, a considerarmi come loro fratello, il fratello universale … Iniziano a chiamare la mia casa la “Fraternità”, e questo è dolce …» . TAMANRASSET (1907 – 1916) 1907: luglio: Carlo studia la lingua, i canti, le poesie dei Tuareg e compone un dizionario francese-tuareg ancora oggi in uso. - È il solo cristiano: «La mia vita si divide tra la preghiera (Messa, breviario recitato ad alta voce perché anche il mio povero corpo lodi il Signore per quel che può; orazione; meditazione del Santo Vangelo, ordinariamente per iscritto; Via Crucis; alcune preghiere vocali, rosario, letture; teologia), lavoro manuale (innanzitutto la sacrestia e poi il giardino); quindi (il che porta via parecchio tempo) ricevo i visitatori, ai quali do orzo e datteri nella misura che mi riesce possibile)… Ecco come si divide la mia giornata: levata alle tre, preghiera fino alle otto (Messa al levar del sole); dalle otto alle dieci lavoro manuale; dalle dieci a mezzogiorno e mezzo preghiera, lettura, pranzo. Da mezzogiorno e mezzo alle sedici e trenta lavoro manuale; dalle sedici e trenta alle venti preghiera; dalle venti alle ventitre riposo; dalle ventitre all’una preghiera; dall’una alle tre riposo». - Gli è proibito celebrare l'Eucaristia, ma sceglie di restare … - Dopo sei mesi così, riceve il permesso di celebrare da solo e poi di tenere il Santissimo Sacramento: «Oggi provo la gioia di riporre – per la prima volta nella terra dei Tuareg – la Santa Eucarestia nel Tabernacolo. Sacro Cuore di Gesù, grazie per questo primo Tabernacolo in terra Tuareg! Che sia il preludio di molti altri e l’annuncio della salvezza di molte anime! Sacro Cuore di Gesù, risplendi dal fondo di questo Tabernacolo verso i popoli che Ti circondano senza conoscerTi! Rischiara, dirigi, salva queste anime che Tu stesso ami!». 1909: (1911; 1913): Si reca tre volte in Francia per presentare il suo progetto dell'Unione dei fratelli e delle sorelle del Sacro Cuore, un'associazione di laici per l'evangelizzazione dei popoli. 1911: «Domani, dieci anni da quando celebro la Messa nell’eremitaggio di Tamanrasset! E non un solo convertito! Bisogna pregare, lavorare e avere pazienza». Scrive il suo testamento: «Voglio essere sepolto nel posto stesso dove morirò e lì restare fino alla resurrezione. Proibisco di trasportare altrove il mio corpo, che lo si porti lontano dal luogo dove il Buon Dio mi avrà fatto completare il mio pellegrinaggio». 1914: scoppia la prima guerra mondiale. Carlo resta a Tamanrasset su consiglio di un amico, il generale Laperrine. 1915: nel deserto la situazione non è tranquilla: sempre più frequenti i razziatori marocchini e le minacce dei Senussi libici. LA MORTE (1° DICEMBRE 1916) 1916: 23 giugno: la popolazione gli chiede di costruire un fortino a Tamanrasset. Carlo va a viverci da solo e accoglie le persone dei dintorni in caso di pericolo. Continua a lavorare sulle poesie e sui proverbi dei Tuareg. LONATE CEPPINO – CHARLES DE FOUCAULD – 20 MAGGIO 2014 [7] 1° dicembre 1916: attende che il corriere per consegnargli quattro lettere scritte in quel giorno verso le 19 un gruppo di Tuareg e di Senussi dissidenti, lo cattura e lo lega. Durante il saccheggio arrivano inaspettatamente due meharisti (soldati alle dipendenze dei francesi). C'é il panico, parte un colpo e fratel Carlo viene ucciso. Il suo corpo viene sepolto nel fossato che circonda il fortino. Muore solo … o quasi: in Francia ci sono 49 iscritti all'Associazione dei fratelli e delle sorelle del Sacro Cuore di Gesù. Aveva scritto a Mons. Guérin, 29 giugno 1909: «Se i discepoli di Gesù potessero scoraggiarsi, quale causa di scoraggiamento avrebbero avuto i cristiani di Roma, la sera del martirio di san Pietro e di san Paolo! Ho pensato spesso a quella sera: che tristezza, e come tutto sarebbe sembrato annientato se non ci fosse stata, nei cuori, la fede che c'era! Ci saranno sempre lotte, e sempre il trionfo reale della Croce nella disfatta apparente» Preghiera di conclusione Padre mio, mi abbandono a te: fa’ di me ciò che ti piace. Qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto. La tua volontà si compia in me e in tutte le tue creature. Non desidero altro, mio Dio. Affido l’anima mia alle tue mani. Te la dono, mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore, perché ti amo, ed è un bisogno del mio amore il donarmi e il pormi nelle tue mani senza riserve, con infinita fiducia, perché tu sei mio Padre. LONATE CEPPINO – CHARLES DE FOUCAULD – 20 MAGGIO 2014 [8]