SEMINARIO Le parole che non vi hanno detto
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SEMINARIO Le parole che non vi hanno detto
free event Gruppo di Ricerca Interdisciplinare sulle Sicurezze e le Forze dell’Ordine Associazione Carcere e Territorio di Brescia SEMINARIO Le parole che non vi hanno detto: Glossario delle sicurezze ad uso e consumo degli operatori dell’informazione. (E non solo) Mantova Via Sandro Pertini , 6 c/o Istituto FDE -----------programma Sabato 13 ottobre, ore 9.30 – 13.00 Civis Romanus sum. La cittadinanza come sicurezza. MARIA GENCO Un gladio e due faci. Difesa civile, protezione civile, ordine e sicurezza pubblica. GUIDO FERRARESE Urbs, oppidum, praesidium. La sicurezza urbana e la polizia locale. PASQUALE MARCHETTO Dalla 121 alla 150. La sicurezza, il Viminale, la comunicazione. ANTONIO MAZZEI L’Italia non è uno stivale, ma l’anfibio di un celerino. PAOLO VALER Difendersi dalle notizie: il sistema normativo posto a tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico minacciati dall’informazione. MAURO BARDI Le sbarre al pensiero. Distorsioni valutative e tipizzazioni comunicative nella retorica della pena. CARLO A. ROMANO INFO E ADESIONI: Scuola di Alta Formazione in Scienze Criminologiche | CRINVE Tel. 0376.415683 | Fax 0376.413135 | [email protected] Aperto agli operatori dell’informazione, giuristi, esperti di sicurezza, criminologi, ecc. PROGRAMMA Civis Romanus sum. La cittadinanza come sicurezza (Mariella Genco) Civis Romanus sum è una locuzione latina che indicava l’appartenenza all’Impero romano sottintendendo, in senso lato, tutti i diritti ed i doveri connessi a tale status; la cittadinanza come sicurezza, invece, è la seconda parte di un paragrafo del volume di Pietro Costa CIVITAS. STORIA DELLA CITTADINANZA IN EUROPA. L’ETÀ DELLE RIVOLUZIONI (1789 – 1848), stampato per i tipi della Laterza nel 2000. L’intervento vuole fare il punto su alcune questioni collegate alla cittadinanza come invisibile muro posto a protezione dello Stato nazionale. Parole chiave: cittadinanza; sicurezza pubblica; pubblico interesse. Un gladio e due faci. Difesa civile, protezione civile, ordine e sicurezza pubblica (Guido Ferrarese) Nello stemma araldico della Polizia di Stato la seconda parte a destra di chi guarda è occupata da un leone d’oro, avente nella branca destra un gladio romano che sta ad indicare la difesa della legge da attuarsi con coraggio, forza ed inflessibilità; alla sua sinistra, in basso, sono raffigurate due faci con le fiamme in rosso, poste a croce di Sant’Andrea, simboleggianti il compito l’importante dovere istituzionale della Pubblica sicurezza di portare assistenza e soccorso in caso di pubbliche e private calamità. Questo è ciò che si legge nella ministeriale del 7 ottobre 1957 con la quale si informava le autorità provinciali dell’avvenuta concessione del crest. L’intervento vuole chiarire compiti e strutture della difesa civile e della protezione civile in Italia. Parole chiave: difesa civile; protezione civile; ordine pubblico; sicurezza pubblica. Urbs, oppidum, praesidium. La sicurezza urbana e la polizia locale (Pasquale Marchetto) I Romani chiamavano oppidum l’insediamento principale di un’area amministrativa, mentre il praesidium era la città fortificata. L’urbs romana che, in alcuni casi, diveniva appunto oppidum o praesidium, sorge come un sistema di sicurezza, perché il luogo insicuro è il territorio fuori dalle mura, costituito in particolare dalla campagna e dalla montagna, zone dove si adoperava la forza della depredazione. L’intervento intende affrontare alcuni degli argomenti maggiormente dibattuti nell’ultimo lustro dagli organi di informazione. Parole chiave: sicurezza pubblica; sicurezza urbana; polizia locale; criminalità diffusa. Dalla 121 alla 150. La sicurezza, il Viminale, la comunicazione (Antonio Mazzei) La 121 è la legge 121/1981 sulla riforma dell’Amministrazione della Pubblica sicurezza; la 150 è la legge 150/2000 sulla comunicazione istituzionale. L’intervento è volto a dibattere il tema della sicurezza così come (non) è stato veicolato dal Viminale soprattutto a partire dalla legge 150/2000. Parole chiave: pubblica sicurezza; comunicazione istituzionale; informazione; intelligence. <<L’Italia non è uno stivale, ma l’anfibio di un celerino>> (Paolo Valer) La frase è tratta dal libro di Carlo Bonini “Acab”. L’intervento vuole fornire alcuni dettagli su taluni aspetti poco conosciuti dell’attività poliziesca. Parole chiave: ordine pubblica; sicurezza pubblica; soccorso pubblico; reparti mobili. Difendersi dalle notizie: il sistema normativo posto a tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico minacciati dall’informazione (Mauro Bardi) Termini giuridici quali: ordine pubblico, pubblica sicurezza, anche buon costume, rappresentano concetti il cui significato appare scontato e definito: in realtà essi presentano una interessante segmentazione che, successivamente, si è tradotta in frammentazione. Rimane da chiedersi cosa resti effettivamente degli stessi ed in che modo essi si traducano in valori da tutelare: specialmente in un ambito giuridico e sociale che assiste ad uno scontro tra senso di insicurezza ed eccessive necessità di prevenzione e protezione. Verrà presentata una breve rassegna sugli strumenti normativi che l’ordinamento ha predisposto a difesa dell’ordine pubblico e della sicurezza pubblica contro la diffusione di tutte quelle notizie suscettibili di suscitare turbamento ed angoscia tra i consociati. Norme, in particolare, volte a contrastare una rottura dell’equilibrio del tranquillo vivere civile. Parole chiave: ordine pubblico; sicurezza pubblica: notizie false; turbamento dell’ordine sociale. Le sbarre al pensiero. Distorsioni valutative e tipizzazioni comunicative nella retorica della pena (Carlo Alberto Romano) Il carcere è notoriamente luogo di sofferenza ma è anche e soprattutto luogo comune. La comunicazione sul carcere, sia giornalistica sia narrativa, lo dimostra ampiamente. Così, chi deve affrontare l'esecuzione penale, si accorge come la sfida più impegnativa sia frequentemente proprio quella contro il pregiudizio, alimentato dalla superficialità descrittiva e dalla lapidarietà didascalica con cui , in genere, communis opinio e sistema mediatico liquidano il tema. A una comunità che voglia coscientemente farsi promotrice dei percorsi di inclusione sociale, spetterebbe invece il diritto ad una informazione affidabile e coerente, tale da consentire la diffusione di una capacità valutativa autonoma e responsabile. Ci riusciremo mai?